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Aggiornata gennaio 2012 SCHEDA PAESE Austria

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Aggiornata gennaio 2012

SCHEDA PAESE

Austria

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INDICE

CENNI STORICI 2

STRUTTURA ISTITUZIONALE E POPOLAZIONE 4

POLITICA INTERNA 5

SITUAZIONE ECONOMICA 9

1. Andamento congiunturale e principali indicatori macroeconomici 9

2. Politica economica 10

3. Relazioni economiche e commerciali con i principali Paesi Partners 12

POLITICA ESTERA 16

RELAZIONI CON L’UNIONE EUROPEA 21

RAPPORTI BILATERALI 23

1. Principali obiettivi/interessi italiani 23

2. Relazioni politiche 24

3. Relazioni economiche, finanziarie e commerciali 27

4. Relazioni culturali, scientifiche e tecnologiche 33

5. Comunità italiana 36

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CENNI STORICI L'attuale territorio dell'Austria era in antico diviso in due regioni: la Rezia a Ovest e il Norico ad Est, e fu conquistato dai Romani al tempo di Augusto. Nel sec. IX entra a far parte dell'Impero Carolingio con il nome di Marca Orientalis (Östliche Mark e Ostarrichi, donde Osterreich). Nel 976 l'imperatore Ottone II assegnava la Marca Orientale a Leopoldo di Babenberg. Gli Asburgo - Scomparsa nel 1246 la casa dei Babenberg, l'Austria passò nel 1282 a Rodolfo I d'Asburgo. Divenuto così loro proprietà ereditaria, le sorti del Paese furono da allora quelle stesse degli Asburgo, i quali, mirarono a consolidare e ad allargare il loro possesso, estendendolo nel corso dei sec. XIV e XV alla Carinzia, alla Stiria ed al Tirolo. Le grandi fortune degli Asburgo presero avvio con Massimiliano I (1493-1519), il quale, mediante abili matrimoni e per vie di eredità, assicurò alla casa i territori delle Fiandre e dei Paesi Bassi, i regni di Boemia e di Ungheria e mise un'ipoteca sul trono di Spagna. La politica di Massimiliano trovò il pieno coronamento con l'imperatore Carlo V, suo nipote. Questi unì sotto di sé un immenso impero; oltre ai domini ereditari degli Asburgo, il trono di Spagna, Napoli, la Sicilia, la Sardegna e gli sterminati territori coloniali delle Americhe. Nel corso del sec. XVII due fatti salienti misero in pericolo la solidità e l'integrità del dominio asburgico. Le rivolte religiose in Boemia, dove si era diffusa la Riforma, accesero nel 1618 la cosiddetta Guerra dei Trent'anni, terminata nel 1648 con la pace di Westfalia, con la quale l'imperatore Ferdinando III dovette rinunziare al predominio sulla Germania. Altrettanto grave fu la minaccia portata dai Turchi, i quali già nel 1529 erano giunti sotto Vienna, e nel 1683 assediarono ancora la capitale, salvatasi per l'intervento del re di Polonia Sobieski. La funzione di baluardo della cristianità, svolta per tutto il secolo dall'Austria, si concluse vittoriosamente con la liberazione di Budapest (1687) e la pace di Passarowitz (1718). In queste guerre vittoriose contro i turchi emerse il genio strategico e l'audacia del principe Eugenio di Savoia (1663-1736), che, messosi nel 1683 al servizio dell'imperatore Leopoldo I, giunse presto al comando delle forze imperiali. Intanto la guerra di successione spagnola (1701-14) costringeva Carlo VI a rinunziare alle sue pretese sul trono di Spagna, ma con i Trattati di Utrecht e Rastatt egli otteneva il possesso di ciò che rimase dai Paesi Bassi spagnoli (i cosiddetti Paesi Bassi austriaci), di Milano, Napoli e Sardegna. Carlo VI con la Prammatica Sanzione poteva assicurare la successione alla figlia Maria Teresa, che durante il suo lungo regno (1740-1780) riuscì a dare allo Stato solida struttura mediante una serie di avanzate riforme, accentuate poi dal figlio Giuseppe II, tipico esemplare di despota illuminato, animato da un senso dello Stato affatto moderno. Dall'800 ai nostri giorni - Nei tentativi di arginare la Rivoluzione francese e nella coalizione europea contro Napoleone, l'Austria ebbe un posto di primo piano. Nel corso delle vicende fu privata di vari territori e Vienna subì per due volte (1805 e 1809) l'occupazione francese, ma alla caduta di Napoleone, nel congresso di Vienna (1814-15), grazie all'abilità del ministro Metternich, seppe riconquistare una posizione di prestigio nel concerto europeo, assicurandosi la supremazia in Italia, ove oltre al possesso del Lombardo-Veneto controllava il Ducato di Parma e Piacenza e il Granducato di Toscana, e in parte in Germania, ponendosi a capo della Confederazione Germanica. Lo spirito conservatore e reazionario della politica di Metternich fomentò i moti liberali e quelli nazionali dei diversi popoli soggetti all’impero, soprattutto degli italiani, dei cechi e degli ungheresi. L’insurrezione del 1848 portò sul trono imperiale il diciottenne Francesco Giuseppe

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che regnò per ben sessantotto anni fino alla sua morte nel 1916. Con le guerre del 1859 e 1866 l'Austria perdeva il Lombardo-Veneto e veniva estromessa dalla Germania; nel 1867 la questione ungherese era risolta con la creazione di due stati distinti, l'Impero d'Austria e il Regno d'Ungheria, uniti dal vincolo dinastico. L'annessione nel 1908 della Bosnia-Erzegovina provocò il risentimento dei Serbi, sfociato nel 1914 nell'assassinio a Sarajevo dell'arciduca ereditario Francesco Ferdinando. Fu la scintilla che provocò la prima guerra mondiale, la cui conclusione nel 1918 portò allo smembramento dell'Impero Austro-Ungarico. L'imperatore Carlo I (ultimo imperatore dell’impero Austro-Ungarico) abbandonava il potere e l'Austria si costituiva in Repubblica Federale. Essa ebbe vita travagliata da difficoltà economiche e lotte politico-sociali, finchè nel 1938, con un atto di forza, Hitler realizzò l'Anschluss, incorporando il Paese alla Germania e dandogli il nome di Ostmark (traduzione ottocentesca dell’antico nome carolingio di marca orientalis). La fine della seconda guerra mondiale nel 1945 vedeva l'Austria prostrata dalle distruzioni, invasa dagli eserciti alleati e sottoposta fino al 1955 ad un regime di occupazione (simile a quello subito dalla Germania, con la capitale Vienna divisa in quattro zone di occupazione), che non impediva però il suo ricostituirsi in Repubblica Federale.

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STRUTTURA ISTITUZIONALE E POPOLAZIONE Struttura istituzionale e dati di base Superficie: 83.859 km2

Capitale: Vienna (1.714.142 abitanti nel 2011) Principali città: Vienna, Graz, Linz, Salisburgo, Innsbruck,

Klagenfurt Nome Ufficiale: Repubblica d’Austria (Repubblica Federale)

Forma di Governo: Democrazia parlamentare

Capo dello Stato: Presidente della Repubblica Heinz Fischer (in carica dall´8 luglio 2004 e riconfermato alle elezioni del 25 aprile 2010)

Capo del Governo: Cancelliere Werner Faymann (in carica dal 2 dicembre 2008)

Ministro degli Esteri: Michael Spindelegger (in carica dal 2 dicembre 2008)

Sistema legislativo: Parlamento bicamerale

Sistema legale: diritto codificato

Suffragio: universale, 18 anni (suffragio passivo), 16 anni (suffragio attivo)

Popolazione ed indicatori sociali Popolazione: 8,43 mln (ottobre 2011)

Tasso di crescita: 0,3% nel 2010

Aspettativa di vita alla nascita: 77 anni (uomini), 83 (donne)

Gruppi etnici: 89% austriaci, 11% stranieri (di cui: tedeschi 1,74%, serbi, montenegrini, kosovari 1,6%, turchi 1,3%, bosniaco-erzegovini 1%, italiani 0,2%)

Religioni: cattolici (64,88%)1), musulmani (6%), protestanti (4,4%), ebrei (0,1%)

Lingue ufficiali: tedesco

Partiti politici principali: Partito Popolare (centro-destra), Partito socialdemocratico (centro-sinistra), Alleanza per il Futuro (destra), Partito Liberalnazionale (estrema destra) e Verdi

1 La percentuale indicata non corrisponde al “numero di cattolici austriaci battezzati”, poiché tralascia le persone che hanno ufficialmente “abbandonato” la Chiesa Cattolica, esimendosi pertanto dal versamento della cosiddetta “imposta per la Chiesa” gravante sui redditi.

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POLITICA INTERNA

Dal dopoguerra ad oggi lo scenario politico austriaco è stato spesso caratterizzato dalla presenza ricorrente di governi di “grande coalizione” formati dai due maggiori partiti, il Partito Socialdemocratico (SPÖ) ed il Partito Popolare (ÖVP).

A parte la parentesi governativa, dal 2000 al 2006, della c.d. “piccola coalizione” costituita dal Partito Popolare e dal Partito di destra Liberalnazionale (guidata dall’ allora leader dell’ ÖVP, Wolfgang Schüssel) a partire dal gennaio 2007 è stato costituito nuovamente un governo di “grande coalizione”, sotto la guida del socialdemocratico Gusenbauer.

Le elezioni politiche anticipate, tenutesi il 28 settembre 2008, hanno portato ad un sensibile ridimensionamento dei due maggiori partiti: il Partito Socialdemocratico ha perso il 6% rispetto alle elezioni del 2006, scendendo al 29,3%; il Partito Popolare ha perso l’8,3% attestandosi al 26%. Anche i Verdi hanno registrato una flessione, sia pure minima (0,7%) attestandosi al 10,4%. Sono cresciuti per contro i partiti di destra, il Liberalnazionale guidato da Heinz-Christian Strache (17,5%, +6,5%) e quello dell’Alleanza per il Futuro di Jörg Haider (10,7%, +6,6%).

Contestualmente alla crisi di governo ed in conseguenza del risultato elettorale si sono verificati cambiamenti significativi anche negli assetti interni dei vari partiti. Già prima delle elezioni, nel congresso socialdemocratico dell’8 agosto 2008, Gusenbauer lasciava la guida del Partito Socialdemocratico al suo Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Werner Faymann. La sconfitta subita alle elezioni di settembre 2008 ha portato ad un ricambio anche nel Partito Popolare: l’ex-Cancelliere Schuessel ha ceduto la guida al Governatore della Bassa Austria, Josef Proell, mentre, per analoghe ragioni, Eva Glawischnig ha sostituito Alexander van der Bellen alla guida dei Verdi.

Un imprevisto avvicendamento è avvenuto poi al vertice della “Nuova Alleanza”, a seguito della scomparsa, per un incidente d’auto all’indomani delle elezioni, di Jorg Haider, la cui eredità è stata raccolta da Stefan Petzner.

Agli inizi di ottobre 2008, il Presidente Fischer ha conferito al socialdemocratico Werner Faymann, leader del Partito Socialdemocratico, l’incarico di formare il nuovo Governo. Gli esiti del voto e le consultazioni tra le varie forze politiche hanno riproposto la “grande coalizione” (Partito Socialdemocratico e Partito Popolare) come unica formula praticabile, quindi il 2 dicembre 2008 si è insediato il nuovo Governo che, con 108 seggi su 183, non dispone della maggioranza di due terzi necessaria per l’approvazione delle leggi costituzionali.

Composizione del Governo:

Lista Ministri/Sottosegretari appartenenti al Partito Socialdemocratico:

Cancelliere, Werner Faymann;

Ministro delle Politiche Sociali e del Lavoro, Rudolf Hundstorfer;

Ministro dei Trasporti, Doris Bures;

Ministro per le Pari Opportunità, Gabriele Heinisch-Hosek;

Ministro della Difesa e dello Sport, Norbert Darabos;

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Ministro della Sanità, Alois Stöger;

Ministro della Pubblica Istruzione, Claudia Schmied;

Sottosegretario alle Finanze, Andreas Schieder;

Sottosegretario presso la Cancelleria Federale, Josef Ostermayer;

Lista Ministri/Sottosegretari appartenenti al Partito Popolare:

Vicecancelliere e Ministro degli Esteri, Michael Spindelegger;

Ministro dell’Interno, Johanna Mikl-Leitner

Ministro delle Finanze, Maria Fekter;

Ministro della Ricerca Scientifica e dell’Università, Karlheinz Toechterle

Ministro dell’Economia, Reinhold Mitterlehner;

Ministro della Giustizia, Claudia Beatrix Karl;

Ministro dell’Agricoltura e dell’Ambiente, Niki Berlakovich;

Sottosegretario agli Esteri, Wolfgang Waldner

Sottosegretario agli Interni, Sebastian Kurz

Rispetto alle elezioni politiche del settembre 2008, i risultati delle elezioni europee di giugno 2009 hanno registrato alcuni spostamenti di voto significativi: la ripresa del Partito Popolare (ÖVP) divenuto il partito più votato in Austria; il calo verticale del partito socialdemocratico (SPÖ); il calo dell'Alleanza per il Futuro; il raddoppio della percentuale rispetto alle precedenti europee del partito più a destra dello schieramento parlamentare austriaco, il Liberalnazionale; il notevole successo ottenuto dalla Lista Hans Peter Martin, di ispirazione liberalsociale ma anzitutto euroscettica; e infine l’insuccesso dei Verdi, caratterizzati da uno spiccato orientamento europeista.

Il 25 aprile 2010 si sono svolte le elezioni presidenziali che, come previsto da tutti i sondaggi, hanno visto il successo del Presidente uscente, il socialdemocratico Heinz Fischer, che ha vinto con un amplissimo margine (il 78,9 % dei consensi), mentre il candidato del partito Liberalnazionale ha ottenuto il 15,6 % dei voti. Molto elevato il tasso di astensione che ha raggiunto il 50, 8 % degli aventi diritto al voto. Le elezioni regionali che hanno avuto luogo dopo le elezioni politiche hanno visto risultati spesso deludenti per i due partiti che compongono la coalizione di governo, mentre si è registrata quasi ovunque una significativa crescita di consensi per il Partito Liberalnazionale di Hans-Christian Strache. L’altro partito di destra, la Nuova Alleanza fondata da Haider, dopo la scomparsa del fondatore, appare invece in una crisi profonda. In particolare, ha suscitato sensazione il successo colto dal Partito Liberalnazionale alle elezioni dell’ottobre 2010 per il rinnovo del Consiglio Comunale e Regionale di Vienna, in cui la formazione di estrema destra ha quasi raddoppiato i consensi, ottenendo oltre il 27% dei voti, mentre tutti gli altri partiti hanno subito una consistente flessione (il Partito Socialdemocratico, pur avendo ottenuto oltre il 44% dei consensi, ha perso la maggioranza assoluta). Il risultato dell’estrema destra riveste un particolare rilievo soprattutto dal punto di vista simbolico, se si pensa che

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sin dagli anni venti la capitale austriaca è sempre stata la roccaforte della sinistra tanto da guadagnarsi l’appellativo di “Vienna la rossa”. Tenuto conto del risultato elettorale, la formazione a Vienna di una Giunta di sinistra fra il Partito Socialdemocratico e i Verdi ha quindi suscitato sorpresa tra quasi tutti gli osservatori politici che, all’indomani delle elezioni, avevano invece previsto una coalizione fra il Partito Popolare e il Partito Socialdemocratico, sul modello della “grande coalizione” che governa il Paese a livello centrale. Una delle novità più rilevanti della nuova Giunta è l’attribuzione dell’incarico di Vice Sindaco all’esponente dei Verdi, Maria Vassilakou, proveniente dal mondo dell’immigrazione, che ha dato prova di notevole abilità nella conduzione delle trattative con il Partito Socialdemocratico. Con la nuova coalizione, il baricentro politico nella città di Vienna si sposta a sinistra e ciò accade, paradossalmente, proprio nel momento in cui l’estrema destra coglie un successo definito da alcuni di portata storica.

Per quanto riguarda la coalizione di governo, Il Partito Popolare e il Partito Socialdemocratico devono far fronte ad una certa disaffezione da parte dell’opinione pubblica per la mancata realizzazione di alcune riforme promesse da tempo e che sinora non è stato possibile realizzare. Basti citare al riguardo la riforma del sistema scolastico ed universitario, delle forze armate, del sistema fiscale, riforme sulle quali i due partiti hanno posizioni discordanti. Vi è da sottolineare però come l’esecutivo abbia conseguito sinora risultati molto soddisfacenti in campo economico, tanto che quasi tutti i parametri risultano positivi soprattutto se confrontati con quelli degli altri Paesi europei. Il dato più positivo è il livello di disoccupazione intorno al 4%, il risultato migliore fra i Paesi della zona Euro. Nonostante il persistere di tensioni nella coalizione, i leader dei due partiti di maggioranza appaiono intenzionati a non accentuare ulteriormente le divisioni, al fine di prevenire il rischio di elezioni anticipate.

All’interno del Partito Popolare uno sviluppo significativo è stata la designazione, nell’aprile 2011, del Ministro degli Esteri Michael Spindelegger a nuovo Vice Cancelliere, il quale ha poi assunto, nel mese di maggio, anche l’incarico di Presidente del partito. La nomina ha fatto seguito alle dimissioni, per ragioni di salute, di Josef Proell che ha lasciato anche la carica di Ministro delle Finanze. Le dimissioni di Proell hanno reso necessario un “rimpasto” di governo. I cambiamenti più significativi hanno riguardato tre Dicasteri di primaria importanza: il Ministero delle Finanze guidato ora da Maria Fekter subentrata a Josef Pröll, quello della Giustizia, dove Claudia Bandion-Ortner è stata sostituita da Claudia Beatrix Karl e quello degli Interni assegnato ora Sebastian Kurz, dopo la guida di Maria Fekter Lo scenario politico austriaco è stato scosso, negli ultimi mesi, dall’emergere di alcuni scandali che vedono coinvolti gli esponenti di diversi partiti. Si tratta soprattutto di casi di corruzione verificatisi nel periodo della c.d. “Piccola coalizione” (formata dal Partito Popolare e dal Partito Liberalnazionale/Nuova Alleanza) che hanno portato, fra l’altro, alle dimissioni da parlamentare dell’ex Cancelliere Wolfgang Schuessel. A questi scandali si aggiunge il caso del Cancelliere Werner Faymann, accusato di aver fatto pressione, al tempo in cui ricopriva l’incarico del Ministro dei Trasporti (2007-2008), sulle Ferrovie Federali Austriache affinché facessero pubblicare inserzioni pubblicitarie sul quotidiano Kronenzeitung in cambio di articoli favorevoli alla sua persona. Il susseguirsi degli scandali ha portato all’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta, la cui competenza è estesa a tutti i casi più rilevanti di

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corruzione. I lavori della Commissione, la cui Presidenza è stata affidata a Gabriela Moser (Verdi), sono iniziati nel gennaio 2012.

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SITUAZIONE ECONOMICA 1. Andamento congiunturale In base ai dati della Banca Centrale Austriaca l’economia austriaca ha registrato nel 2010 e nel 2011 un netto miglioramento rispetto al 2009. Infatti, il PIL e’ tornato a crescere (nel 2009 era diminuito del 3,9 % rispetto all’anno precedente), attestandosi su una crescita del 2,3% nel 2010 e del 3,2% (dato provvisorio) nel 2011. L’effetto della crisi finanziaria internazionale sulla disoccupazione sembra inoltre contenuto: secondo i dati forniti da Eurostat per il 2010, l’Austria si attesta al secondo posto tra i Paesi con il più basso tasso di disoccupazione (4,4%), preceduta solo dalla Norvegia (3,6% nel 2010) e prima dei Paesi Bassi (4,5%) e del Lussemburgo (4,6%). Le regioni più colpite dalla disoccupazione sono quelle più industrializzate quali l’Alta Austria, la Carinzia e il Tirolo. L’inflazione nell’intero 2010 è aumentata dell’1,9% rispetto all’anno precedente ma nel 2011 è tornata a crescere attestandosi al 3,3% su base annua. Per il 2012 si prevede un tasso d’inflazione del circa 2,2%. Nel 2011 e nel 2012 il PIL reale e’ stimato crescere tra il 3,2 % (2011) e lo 0,4% (2012), e la disoccupazione dovrebbe stabilizzarsi intorno al 4,5 %. Il piano di consolidamento del rapporto deficit/PIL e del rapporto debito pubblico/PIL varato dal Governo federale austriaco nel 2010 con proiezione quadriennale rende inoltre stabile la stima della stabilita’ finanziaria austriaca da parte dei mercati. Il citato piano prevede alcune misure di taglio della spesa pubblica che secondo il Governo dovrebbero avere un impatto limitato sulla stabilita’ sociale e sul benessere della popolazione. Nel gennaio del 2012 l’Agenzia di “rating” americana “Standard and Poor’s” ha declassato il giudizio sulla sostenibilità del debito pubblico austriaco, mentre le Agenzie “Moody's” e “Fitch” continuano ad assegnare a Vienna il massimo livello di affidabilità. La perdita della cosiddetta “tripla A” , sebbene fosse stata adombrata più volte nei mesi scorsi, ha suscitato una certa sorpresa negli ambienti politici ed economici austriaci, in ragione del quadro sostanzialmente positivo che caratterizza l’economia di questo Paese. Certamente hanno influito sulle valutazioni dell’Agenzia le difficoltà economiche che stanno attraversando numerosi Paesi dell’Europa centrale e orientale, un’area di primaria importanza per l’Austria, in cui Vienna è tra i principali investitori e mantiene una consolidata rete di interessi economici. In particolare suscita preoccupazione la precaria situazione dell’Ungheria, un Paese in cui le banche austriache risultano esposte per oltre 32 miliardi di Euro.

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Principali indicatori economici degli ultimi 4 anni e previsioni per il 2011 e il 2012

 Principali indicatori economici 

2007  2008  2009  2010  2011  2012 

PIL 2) in mld. €  274,02  282,75  274,82  286,20  301,84  309,93PIL pro‐capite a prezzi correnti in standard di potere d’acquisto, in € 3) 

30.677  31.094  29.250  30.503  31.609*  32.639*

Variazione percentuale del PIL reale 4)  +3,7  +1,4  ‐ 3,8  +2,3  +3,2*  +0,4* 

Variazione percentuale dei consumi privati 3)  +0,9  +0,8  ‐0,3  +2,2  +0,8*  +1* 

Inflazione 5  2,2%  3,2%  0,5%  1,9%  3,3%  2,2%* Deficit/PIL  ‐0,9%  ‐0,9%  ‐4,1%  ‐4,4%  ‐3,1%*  ‐2,9%*Debito pubblico / PIL 4)  60,2%  63,8%  69,5%  71,8%  71,7%*  72,8%*Investimenti diretti stranieri in Austria (flussi in mln. €) 6) 

45.607  4.623   8.043   ‐ 18.801 N/A  N/A 

Bilancia commerciale 1)  425 mln. € 

‐ 2.043 mln. € 

‐ 3.834mln. € 

‐4,279mln. € 

‐6,6 mln. €  (gen‐ott.)*  N/A 

Rating OCSE sul rischio Paese  0  0  0  0  0  0 

Tasso disoccupazione (metodo di calcolo EUROSTAT) 4) 

4,4%  3,8%  4,8%  4,4%  4,2%*  4,5%* 

2. Politica economica L’entità dell’intervento statale austriaco a sostegno dell’economia nazionale colpita dalla crisi finanziaria internazionale corrisponde a circa 6 miliardi di Euro, pari a circa il 2 % del PIL austriaco e superiore al rapporto dell´1,5 % del PIL raccomandato dall´Unione Europea agli Stati membri. Tale intervento statale si e´ finora articolato come segue:

1) Un pacchetto salva-banche varato nell´ottobre 2008 e che prevede: un sostegno del governo a favore dei prestiti interbancari; una garanzia illimitata dello Stato sui depositi bancari per tutto il 2009 (con un tetto di 100 mila euro dal 1 gennaio 2010); e l’istituzione di un fondo per la ricapitalizzazione di banche in difficoltà.

2) Due pacchetti salva-congiuntura varati tra ottobre e dicembre 2008: il primo

2 Fonte dati: Statistik Austria, WIFO * Previsioni OenB, Statistik Austria, WIFO 3 Fonte dati: Commissione Europea e Banca Nazionale Austriaca (OeNB) 4 Dati e previsioni: Statistik Austria, WIFO 5 Dati: Statistik Austria, Previsioni: OeNB 6 Dati OeNB (Banca Nazionale Austriaca)

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prevedeva interventi per un miliardo di Euro articolati in misure di sostegno soprattutto della piccola e media impresa, con crediti a tasso agevolato tramite l’´”Austria Wirtschaftsservice” (AWS), ente pubblico austriaco per il sostegno alle imprese ed all´innovazione tecnologica delle imprese stesse, e nell’anticipo di progetti di infrastrutture stradali e ferroviarie; il secondo attuava misure di sostegno all’economica con particolare riguardo alle infrastrutture immobiliari, al risparmio energetico negli immobili privati, al sostegno all’occupazione nelle Regioni austriache e sostegno alle famiglie con la copertura di un anno di asilo per i figli delle famiglie austriache.

3) L´introduzione dell´incentivo per la rottamazione delle auto (varata a fine

gennaio 2009), consistente in un “bonus” di millecinquecento Euro per gli acquisti di nuove automobili Euro 4 compiuti tra il 1 aprile 2009 ed il 31 dicembre 2009.

4) Lo stanziamento di 10 miliardi di Euro, deciso a inizio aprile 2009, per

coprire una parte dei mutui eventualmente richiesti dalle imprese. La quota a carico dello Stato varia, in base alle esigenze dell’impresa, dal 20% all’80%. I fondi sono stati prelevati dal pacchetto di salva-banche dell’autunno 2008.

5) La riforma fiscale approvata nel marzo 2009 dal Parlamento austriaco, con

valore retroattivo al 1 gennaio 2009, ed avente un valore di circa 3,2 miliardi di Euro.

6) Piano di rientro dal deficit: a fine dicembre 2010 è stata approvata la legge

di bilancio 2011 che prevede una serie di interventi volti a ridurre il debito pubblico che ha raggiunto il 71,8% del PIL nel 2010. Secondo le stime della Banca Nazionale Austriaca arriverà a superare il 72% nel 2012. Queste misure,che prevedono tagli di spesa per circa 1,4 miliardi di Euro e maggiori entrate per 1,2 miliardi di Euro, comprendono:

a. Introduzione di un’imposta sulle banche che grava tra lo 0,04% e lo 0,08% sul loro bilancio.

b. Aumento dell’imposta sulle Fondazioni dal 12,5% al 25%. c. Aumento dell’imposta sui prodotti petroliferi,in particolare di 5 centesimi

al litro per il gasolio e 4 per la benzina. d. Aumento dell’imposta sull’immatricolazione degli autoveicoli e. Introduzione di un’imposta sui biglietti aerei che varia da 8 a 40 Euro a

seconda delle tratte. f. Aumento dell’imposta sui tabacchi. g. Aumento dell’imposta sui guadagni conseguiti in borsa al 25% a partire

da ottobre 2011. h. Eliminazione della detrazione d’imposta per le famiglie monoreddito

che non hanno figli a carico. Sono previsti tagli anche sulle pensioni,sull’assistenza ai disoccupati e agli anziani, sugli assegni familiari e sul rimborso forfetario per i pendolari. Queste misure dovrebbero permettere una progressiva diminuzione del deficit pubblico.

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Altra priorità nell’agenda di politica economica austriaca, sollecitata dalle pressione dell’OSCE e del G-20, è stata la questione della cancellazione del Paese dalla “lista grigia” dei paradisi fiscali. Dopo due mesi di negoziati e in cambio di un´estensione dei poteri della Corte dei Conti, a fine estate 2009 il Governo austriaco è riuscito ad ottenere la necessaria maggioranza dei due terzi in Commissione Finanze e in Parlamento per approvare la cosiddetta “legge di attuazione di collaborazione amministrativa internazionale in materia fiscale”, che prevede l’allentamento del segreto bancario sui conti correnti austriaci di cittadini stranieri in caso di sospettata evasione fiscale nei Paesi di provenienza. Con la modifica tra luglio e settembre 2009 di dodici accordi internazionali in materia di doppia imposizione e cooperazione fiscale, il Governo austriaco ha ottenuto nel settembre 2009 l´espunzione dalla cosiddetta “lista grigia” OCSE in materia di paradisi fiscali. Altro tema di cruciale importanza per l’Esecutivo Faymann è stato quello della situazione delle banche austriache durante la crisi finanziaria. Al riguardo, si segnalano le nazionalizzazioni nel novembre 2008 della banca austriaca Kommunalkredit (che era al 51% di proprieta’ dell’austriaca Eigner Volksbank e al 49% della francese “Dexia”) e nel dicembre 2009 della banca carinziana “Hypo Alpe Adria”, sesta banca austriaca con centotrentamila clienti. 3. Relazioni economiche e commerciali con i principali Paesi partners Le relazioni commerciali e finanziarie dell’Austria con i principali partner europei si sono progressivamente sviluppate a partire dall’ingresso del Paese nell’UE nel 1995.

I principali mercati di sbocco sono rappresentati da paesi europei, 82,1%, di cui 70,5% appartenenti all’UE. Seguono l’Asia con 8,8%, le Americhe con il 7% e l’Africa con l’1,3%. L’Italia mantiene il secondo posto come partner commerciale, superata solo dalla Germania. I Paesi europei dominano anche i mercati di approvvigionamento con l’83% seguiti dall’Asia con il 10,9%, le Americhe con il 4,43% e l’Africa con 1,8%. A seguito della crisi economica mondiale, sia importazioni che esportazioni sono diminuite del 17% circa facendo registrare per il 2010 un saldo negativo della bilancia commerciale austriaca di 4.279,4 milioni di Euro. Per il 2011 sono disponibili solo i dati dei primi dieci mesi che mostrano un saldo negativo che si attesta a 6.614 milioni di Euro. Il deficit con i Paesi UE è passato dai 4,76 miliardi di Euro del 2009 a 5,26 miliardi di Euro. Nei confronti dei Paesi extra-europei si è registrato un attivo di bilancio di 1 miliardo di Euro a fronte dell’attivo di 930 milioni di Euro del 2009. Sotto il profilo merceologico i macchinari, l’impiantistica e i mezzi di trasporto continuano a rappresentare la voce più importante dell’import austriaco (32,5%), seguiti dalle categorie “altri prodotti finiti”, “prodotti finiti e semilavorati”(15,9%), “prodotti chimici”(12,7%) e combustibili e altri prodotti energetici (10,8%). Per quanto concerne le esportazioni austriache, si sono registrati forti aumenti delle esportazioni in quasi tutte le categorie di prodotti, solamente poche categorie hanno registrato diminuzioni. Le voci più importanti rimangono comunque macchinari, impiantistica e mezzi di trasporto.

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Fra i principali fornitori dell’Austria figurano (Fonte dati: Statistik Austria):

 Principali fornitori nel 2010 (milioni di euro) 

 

Quote percentuali sul totale 

1. GERMANIA               44.851,3 39,5% 

2. ITALIA                 7.690,2  6,8% 

3. SVIZZERA  5.941,2 5,2% 

4. CINA  5.427 4,8% 

5. REPUBBLICA CECA  4.186,4 3,7% 

6. USA  3.261,4 2,9% 

 

Principali fornitori nel 2009 (milioni di euro)  

1. GERMANIA  39.829,4

2. ITALIA  6.578,2

3. SVIZZERA  5.616,8

4. CINA   4.472,3

5. REPUBBLICA CECA  3.380,4

6. FRANCIA  3.037,1

Fra i principali clienti dell’Austria figurano:  

 Principali destinatari delle esportazioni austriache 

nel 2010 (milioni di euro)  

 Quote percentuali 

1. GERMANIA  34.529,6 31,6% 

2. ITALIA   8.575,5 7,8% 

3. SVIZZERA  5.199,1 4,8% 

4. USA  4.958,3 4,5% 

5. FRANCIA  4.557,5 4,2% 

6. REPUBBLICA CECA  4.144,7 3,8% 

 Principali destinatari delle esportazioni austriache 

nel 2009 (milioni di euro)  

1. GERMANIA  29.241,8

2. ITALIA   7.755,5

3. SVIZZERA  4.344,4

4. USA  4.034,8

5. FRANCIA  3.739,5

6. REPUBBLICA CECA  3.428,8

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Investimenti diretti esteri in Austria

Secondo i più recenti dati disponibili (Banca Centrale Austriaca), riferiti ai primi 9 mesi del 2011, i flussi di investimenti diretti esteri hanno raggiunto 9.671 milioni di Euro. L’Italia e’ risultato il principale investitore (8.618 milioni di Euro), seguito dalla Germania (5.215 mln di Euro) e dalla Svizzera (1.111 milioni di Euro).

Nel 2010 (dati non definitivi), i flussi di investimenti diretti esteri si sono attestati a 2.898 milioni di Euro. Il Regno Unito e’ risultato il principale investitore (4.356 milioni di Euro), seguita da Germania(1.267 milioni di Euro), Hong Kong (403 mln. di Euro), Italia (267 mln. di Euro), Spagna (239 mln. di Euro) e Lussemburgo (194 mln. di Euro).

Si registra una generale tendenza da parte di molte imprese straniere a delocalizzare la produzione aprendo nuove filiali in Austria. Tra i fattori principali all’origine di tale tendenza si segnala un regime fiscale particolarmente favorevole per le persone giuridiche che prevede, tra l’altro, un’aliquota del 25% sugli utili.

IDE ESTERI IN AUSTRIA 

FLUSSI 

IDE ESTERI IN AUSTRIA 

FLUSSI 

2009 (dati definitivi)  2010 (dati non definitivi) 

1. Paesi Bassi  1.464 1. Regno Unito  4.356 

2. Francia  1.271 2. Germania  1.267 

3. ITALIA  879 3. Hong Kong  403 

4.Spagna  653 4. ITALIA  267 

5. USA  643 5. Spagna  239 

6. Cipro  619 6. Lussemburgo  194 

….  ….. …..  …. 

Totale  6.697 Totale  2.898 

Fonte: OeNB (Banca Centrale austriaca) 

Investimenti diretti austriaci all’estero

Secondo i più recenti dati disponibili (Banca Centrale Austriaca), riferiti ai primi nove mesi del 2011 (dati provvisori), i flussi di investimenti diretti austriaci sono fortemente aumentati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: in questi nove mesi hanno raggiunto un valore di 14.497 milioni di Euro, ovvero più del doppio degli IDE austriaci nel 2010 (transazioni per 6.341 milioni di Euro). Il destinatario piu’

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importante e’ stata la Germania (3.738 milioni di Euro), seguita da Regno Unito (1.646 milioni di Euro) e Francia (1.349 milioni di Euro).

Nel 2010, secondo i dati non definitivi, i flussi di investimenti austriaci all’estero hanno raggiunto 6.341 milioni di Euro. I principali destinatari sono stati Turchia (1.284 milioni di Euro), Russia (875 milioni di Euro), Ungheria (761 milioni di Euro), Romania (611 milioni di Euro) e Svizzera (476 milioni di Euro).

Nel 2009, secondo i dati definitivi, i flussi di investimenti diretti austriaci all’estero si sono attestati ad un valore di 7.203 milioni di Euro, in forte calo rispetto al 2008 (20.106 milioni di Euro). I destinatari principali degli investimenti austriaci all’estero (flussi) sono stati nel 2009 Germania (1.566 milioni di Euro), Italia (921 milioni di Euro), Belgio (756 milioni di Euro), Cipro (711 milioni di Euro), Turchia (661 milioni di Euro) e Romania (607 milioni di Euro). Con l’ingresso nell’UE dei nuovi Paesi membri e l’acquisizione da parte dei Paesi dell’area balcanica dello status di candidati o di potential candidate countries, si sono consolidati quei rapporti economici che da tempo le imprese e le banche austriache avevano instaurato sia con i Paesi dell’Europa centro-orientale che con i Paesi balcanici. I flussi d’investimenti austriaci annuali verso tali Paesi si erano attestati nel 2007 a circa 17 miliardi di Euro, facendo poi registrare dal 2008 (10 miliardi) un calo dovuto alla crisi finanziaria internazionale fino ad attestarsi nel 2009 a circa 2 miliardi di Euro.

IDE AUSTRIACI 

ALL’ESTERO 

FLUSSI 

IDE AUSTRIACI 

ALL’ESTERO 

FLUSSI 

2009 (dati definitivi) 2010 

(dati non definitivi) 

1. Germania  1.566 1. Turchia  1.284 

2. ITALIA  921 2. Russia     875 

3. Belgio  756 3. Ungheria  761 

4. Cipro  711 4. Russia     875 

5. Turchia  661 5. Romania  611 

6. Romania  607 6. Svizzera  476 

….  …..    

….  …..  ITALIA  237 

Totale  7.203 Totale    6.341 

Fonte: OeNB (Banca Centrale austriaca)

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POLITICA ESTERA Le aree di riferimento principali della politica estera austriaca sono costituite dall’Europa Centro-orientale e dalla regione balcanica. Ultimamente, soprattutto per personale impulso dell’attuale Ministro degli Esteri Spindelegger, lo scacchiere prioritario di intervento si è progressivamente allargato al bacino del Mar Nero (inteso come naturale “estensione geografica” dell’area danubiana), del Caucaso e dei paesi dell’ex-Unione Sovietica ( inclusi Bielorussia e Paesi dell’Asia centrale). Il progressivo affermarsi in ambito UE di politiche regionali ( si pensi ad esempio alla “strategia danubiana”) che collimano con interessi geo-strategici di Vienna, fanno sì che l’Austria costituisca un attivo protagonista nel quadro di tali nuovi sviluppi europei (la “Strategia danubiana” ha infatti cominciato ad affermarsi a suo tempo a seguito di una iniziativa austro-romena). I Governi austriaci si sono sempre espressi in favore del processo di allargamento dell’UE, pur mantenendo separatamente aperte le questioni bilaterali ancora non risolte con i paesi candidati limitrofi: liberalizzazione dei movimenti di lavoratori; trasporti Est-Ovest e valichi alpini; sicurezza delle centrali nucleari (in particolare di quella ceca di Temelin), decreti Beneš (con la Repubblica Ceca) e AVNOJ (con la Slovenia e la Croazia). Neutralità dell’Austria La neutralità austriaca resta incardinata in una legge costituzionale modificabile solo con una maggioranza parlamentare qualificata (due terzi dei voti). L’Austria si considera, dopo il suo inserimento nelle iniziative comunitarie di difesa, un paese “non alleato”, vincolato a un obbligo di solidarietà europea. Procedendo “per linee interne”, il governo si sta quindi avvalendo della PESD in ambito UE per avvicinarsi sempre più alla NATO (partecipando alle operazioni di peace-keeping nei Balcani), e della cui “Partnership for Peace” è già da alcuni anni membro attivo. In sostanza, l'Austria intende continuare a cooperare con la NATO, fermo restando il principio della neutralità ribadito di recente dal Governo che ha anche escluso esplicitamente ogni ipotesi di adesione al Patto Atlantico. L’area balcanica Vienna sta da tempo portando avanti una politica molto attiva nei Balcani Occidentali, che trova il proprio cardine nel sostegno alla prospettiva europea della regione quale strumento essenziale per assicurare stabilità e sicurezza in un’area di prioritario interesse. L’Austria partecipa attivamente al ristabilimento dei rapporti economici e finanziari con tali paesi e a tutte le iniziative multilaterali nell’area. In particolare è attiva nelle azioni di institution building, di lotta alla criminalità e alla immigrazione clandestina, nonché nel promuovere al massimo l’integrazione regionale tra i diversi Stati dei Balcani. Si inserisce in tale contesto l’ambiziosa iniziativa lanciata con la Grecia a favore del rilancio del processo di integrazione europea dei Balcani in vista della piena adesione all’UE del 2014 di tutti i paesi dell’area (“Agenda 2014”) E’ stata quindi accolta con favore la conclusione dei negoziati di adesione della Croazia e si ritiene ora essenziale mantenere alto l’impegno UE nei Balcani al fine di non disperdere i risultati positivi sin qui raggiunti.

In tale ottica il Governo austriaco sostiene l’avanzamento del cammino europeo di Serbia e Montenegro. In particolare per quanto concerne la Serbia, Vienna è favorevole alla concessione dello status di paese candidato pur nella consapevolezza

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che sarà necessario raggiungere risultati concreti sulla questione del dialogo con il Kosovo, paese che l’Austria ha riconosciuto fra i primi dopo la dichiarazione di indipendenza.

L’annosa questione della segnaletica bilingue in Carinzia, causa di frizioni con la Slovenia, è arrivata ad una soluzione. Nell’aprile 2011, infatti, si è raggiunta un’intesa politica che prevede l’apposizione di cartelli bilingui, in tedesco e in sloveno, e un maggiore sostegno alle istituzioni slovene (asili, scuole, stampa ecc.). L’intesa è importante perché, per la prima volta, vede la convergenza di tutte le forze politiche carinziane (comprese quelle liberalnazionali, che ai tempi di Haider avevano scritto nel loro programma elettorale un no categorico alla segnaletica bilingue) e le tre organizzazioni che rappresentano gli sloveni in Carinzia. Immediatamente dopo l’approvazione, l’accordo è stato sottoposto dal Governo del Land, su iniziativa del Partito Liberalnazionale e contro il parere delle restanti forze politiche, ad un referendum popolare, il quale ha avuto esito positivo. Il 16 agosto 2011 sono stati dunque installati in Carinzia i primi cartelli bilingui. In tal modo è stata data esecuzione al dettato costituzionale del 1955 che all’articolo 7 dispone misure per la tutela delle minoranze linguistiche presenti in Austria. Un punto assai dibattuto è stato quello sulla percentuale minima di residenti sloveni necessaria per l’apposizione dei suddetti cartelli. L’ultima percentuale stabilita per legge dal Governo Kreisky era del 25%, quota ormai quasi irraggiungibile in un Land dove l’assimilazione ha ridotto la presenza di cittadini con madrelingua slovena. Nel 2001 una sentenza della Corte costituzionale aveva ridotto quella percentuale al 10% incontrando però una feroce resistenza persino nei sindaci socialdemocratici della zona slovena. L’intesa è stata raggiunta sul 17,5% e ha comportato la doppia toponomastica in 164 località. Un ruolo determinante nell’accordo è stato quello del governatore del Land Gerhard Dörfler, che si è avvalso della sua autorevolezza per imporre il compromesso anche agli esponenti più recalcitranti del suo partito, come i fratelli Uwe e Kurt Scheuch, considerati gli “uomini forti” del Partito dei Liberalnazionali di Corinzia. InCE (Iniziativa Centro Europea) L’Austria riconosce la cruciale funzione dell’InCE di volano per il percorso di avvicinamento ed integrazione europea dei Paesi dell’area danubiana e di quella balcanica non membri dell’UE. Tale funzione dell’InCe si inserisce, per Vienna, in una più ampia azione di politica estera regionale mirante all’attuazione della strategia per la macro-regione danubiana. A fronte del pieno supporto politico e diplomatico all’InCe, il cui Segretario Generale è l’Ambasciatore austriaco Gerhard Pfanzelter, già Rappresentante dell’Austria presso le Nazioni Unite a New York, l‘Austria assicura un sostegno finanziario sempre più selettivo. Il sostegno è pari ad Euro 300.000 annui destinati, per il triennio 2011-2013, dall’Agenzia austriaca per la Cooperazione allo Sviluppo al programma InCe di trasferimento di “know how” (“Know how Exchange Programme”). “Partnership centro-orientale o regionale” - L'iniziativa, lanciata da Vienna nel giugno 2001, come risposta al rischio di isolamento messo in evidenza nel periodo di applicazione delle misure dei Quattordici, risponde anche all’esigenza di reagire in termini positivi allo spostamento geo-economico del Paese, per effetto dell’allargamento, verso il centro dell’Europa. Tale iniziativa che raggruppa sei Paesi

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dell’Europa centro-orientale (oltre all’Austria, la Repubblica Ceca, la Slovacchia, la Slovenia, la Polonia e l’Ungheria) ha ottenuto qualche risultato concreto solo in occasione del II° Incontro a Portorose in Slovenia (14 ottobre 2002) . In tale incontro è stato deciso di istituire un gruppo di esperti cui affidare il compito di individuare gli interessi comuni dei 6 Paesi nell’ambito delle competenze dell’Unione Europea e di presentare alcune proposte concrete di cooperazione. L’iniziativa di partnership regionale ha anche prodotto una “Cultural Platform Central Europe” atta a diffondere nell’Unione Europea le tradizioni comuni dei 6 Paesi dell’Europea centro-orientale. Macro regione del Danubio Il 27 maggio 2002, in occasione di un incontro a livello di Ministri o di vice-Ministri degli Esteri nella capitale austriaca, Vienna ha proposto ai 13 paesi dell’area danubiana una iniziativa volta alla valorizzazione degli interessi comuni. Nell’estate 2009 Vienna si è fatta promotrice , insieme alla Romania, anche di una strategia danubiana dell’Unione Europea, sulla falsariga dell’analoga cooperazione vigente fra i Paesi e le Regioni del Mar Baltico. Il Consiglio Europeo del 24 giugno 2011 ha varato la Strategia per la macro regione del Danubio. L’iniziativa mira a conseguire obiettivi di sviluppo attraverso il migliore coordinamento di interventi e risorse esistenti, senza risorse addizionali né nuove strutture o regolamentazioni. Fortemente voluta da Austria e Romania, essa si incentra su ambiente, trasporti, energia, nuove tecnologie, integrazione socio-economica, sicurezza e cooperazione tra città e regioni. L’Austria è stata designata quale Paese coordinatore di 3 settori prioritari di intervento, tra i quali quelli relativi alla gestione delle vie fluviali ed alla formazione. Incontri dei Capi di Stato dei paesi dell'Europa centrale - E' stato il Presidente della Repubblica austriaco Klestil a dare il via a questa serie di incontri nell’estate del 1993 in occasione del festival di Salisburgo. Dal primo incontro, svoltosi informalmente, in cui parteciparono, oltre a Klestil ed al Presidente Scalfaro, i Capi di Stato di Slovenia, Germania, Ungheria e dell’allora Cecoslovacchia, i vertici si sono progressivamente allargati, tenendosi, una volta all’anno, in diverse città dell’Europa Centrale. Gli incontri rispondono all’obiettivo della promozione di informali scambi di vedute su tematiche europee ed in particolare nell’ultimo periodo sono stati affrontati i seguenti temi: i valori di libertà e democrazia in Europa, l’allargamento e la Costituzione europea; l’identità culturale europea e la situazione nei Balcani. Nordafrica e Medioriente - a) Libia Il governo austriaco, pur avendo riconosciuto il 18 giugno 2011 il CNT quale legittimo rappresentante del popolo libico, ha finora mantenuto una posizione piuttosto defilata sulla crisi in Libia. L’Austria non fa parte del Gruppo di Contatto e non partecipa all’operaione “Unified Protector”. Anche in ambito comunitario Vienna ha mantenuto un basso profilo e non ha manifestato posizioni di particolare rilevanza nel dibattito sulla crisi libica. b) Egitto l’Austria ritiene che l’Egitto sia un partner chiave per l’Europa e rappresenti un fattore stabilizzante nella regione. Vienna sostiene quindi il proseguimento di un ordinato

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processo di transizione democratica, che coinvolga tutte le forze politiche ed assicuri la tutela della libertà religiosa. Il ministro Spindelegger ha effettuato il 5 e 6 aprile 2011 una visita al Cairo ove, oltre a riaffermare positivi rapporti bilaterali intrattenuti fra i due Paesi, ha offerto al Primo Ministro Sharaf un prestito agevolato di 70 miliioni di euro per far fronte alle necessità immediate dell’Egitto. c) Siria Vienna ritiene che la comunità internazionale non possa restare inerte di fronte alla repressione attuata da Damasco e che occorra rafforzare gli interventi sul governo anche al fine di evitare le accuse di “double standard” rispetto alla situazione libica. L’obiettivo, dal punto di vista austriaco, dovrebbe essere quello di individuare forme di pressione più incisive nei confronti di Damasco, al fine di favorire il dialogo fra Assad e l’opposizione e giungere ad una soluzione negoziata sulla crisi. d) Autorità Nazionale Palestinese Sin dagli anni ’70, sotto l’impulso del Cancelliere Kreisky, l’Austria ha portato avanti una politica di grande attenzione nei confronti del movimento palestinese. Ciò ha trovato conferma nella visita a Vienna, nel novembre 2011, del Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Abu Mazen, il quale, in tale occasione, ha incontrato il Capo di Stato, Fischer e il Cancelliere, Faymann. Durante il colloquio avuto con Faymann, il Presidente ha espresso la gratitudine del popolo palestinese per il ruolo che l’Austria svolge all’interno dell’UE nel processo di pace in Medio Oriente e in particolare per la sua attenzione alla tutela dei diritti umani. Abu Mazen si è inoltre dichiarato pronto a lavorare attivamente con il Quartetto per il Medio Oriente per giungere ad una soluzione del conflitto. In occasione della visita ha inoltre deciso di mutare l’attuale status della Rappresentanza palestinese a Vienna in “Missione della Palestina” che avrà al vertice un ambasciatore. Si ricorda come l’attenzione austriaca alla questione palestinese abbia trovato un’ulteriore conferma anche a fine ottobre 2011, quando l’Austria ha votato a favore dell’ingresso della Palestina nell’UNESCO. Nazioni Unite Vienna è sede di uno dei quartieri generali del Segretariato dell’ONU, dove sono ubicati gli uffici dell’Agenzia per l’energia atomica (IAEA) e l’Ufficio per i controlli anti-droga (UNODC). Nel 1997, in occasione di alcuni cambiamenti organizzativi in seno all’ONU, Vienna è diventato uno dei maggiori centri per combattere il crimine, la circolazione di droga e il terrorismo. L’Ufficio delle Nazioni Unite a Vienna si occupa di dare supporto alle Istituzioni e agli organi ONU,oltre all’organizzazione di diverse conferenze: ogni anno se ne tengono all’incirca 2.000. Per quanto riguarda la riforma del Consiglio di Sicurezza, l’Austria si è espressa a più riprese in favore della prospettiva di un seggio per l’Unione Europea, mettendo in sordina la precedente posizione più favorevole alle aspirazioni tedesche. Le sue posizioni sono ora molto vicine a quelle del gruppo Uniting for Consensus. L’Austria è stata eletto membro non permanente in Consiglio di Sicurezza per il biennio 2009-2010, promuovendo in tale occasione una risoluzione sulla tutela delle

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popolazioni civili colpite da conflitti militari, in linea con il tradizionale impegno a favore del rispetto dei diritti umani in campo internazionale. Al pari dell’Italia, l’Austria fa parte del Consiglio Diritti Umani per il mandato 2011-2014 (fra i due Paesi era stato raggiunto un accordo di reciproco sostegno alle rispettive candidature) e, in tale veste, si impegnerà nella protezione su scala globale dei diritti umani attraverso diverse iniziative multilaterali. Missioni militari all’estero: L’esercito austriaco è da tempo impegnato in operazioni di peace-keeping, sotto l’egida dell’ONU e dell’UE, in diverse parti del mondo. Il contingente austriaco più consistente è in Kossovo (KFOR, 464 soldati; AUTCON, 134 soldati), seguito da quelli sulle alture del Golan (UNDOF, 383 soldati), in Bosnia-Erzegovina (EURFOR-ALTHEA 353 soldati) e in Libano (UNIFIL, 153 soldati). L’Austria ha partecipato poi con un piccolo contingente alle operazioni di peace-keeping in Afghanistan e a Cipro; essa partecipa, seppure con un numero ridotto di militari, anche in altre operazioni analoghe (es. Georgia, Croazia). L’Austria ha partecipato con un suo contingente di circa 75 uomini alle operazioni di pace in Afghanistan e sostiene finanziariamente la ricostruzione del Paese in una serie di progetti relativi alla riabilitazione psicofisica delle donne, allo sminamento e al controllo dei traffici di droga. Ha inoltre avviato le procedure per partecipare con 5 poliziotti alla missione EUPOL.

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RELAZIONI CON L’UNIONE EUROPEA L’Austria, che ha aderito all’UE nel 1995, dall’aprile 1998 è entrata a far parte dello ‘’Spazio Schengen’’ e nel secondo semestre del 1998 ha esercitato per la prima volta la Presidenza di turno. La firma del Trattato di Lisbona, il 13 dicembre del 2007, è stata accolta con soddisfazione da Vienna, secondo cui il nuovo Trattato costituisce un fondamento solido e proiettato nel futuro che consentirà di affrontare con rinnovato slancio le nuove sfide dell’integrazione europea. Il 28 aprile 2008 l’Austria ha ratificato il Trattato di riforma dell’Unione Europea.

Il Governo austriaco si impegna a contribuire attivamente alla politica di sicurezza e difesa nel quadro dell'Unione Europea, nel senso di un'evoluzione della propria neutralità, ed è favorevole all'introduzione di una clausola di solidarietà all'interno dell'Unione.

Il Governo austriaco è stato il primo a manifestare il proprio sostegno alla candidatura della Croazia all’ingresso nell’UE, confermato in occasione delle frequenti visite ad alto livello politico tra i due Paesi. Per quanto concerne l’eventuale adesione della Turchia all’Unione Europea, in seno al Partito Popolare, così come a quello Socialdemocratico, permangono forti riserve, mentre il Partito Liberalnazionale è decisamente contrario. Vienna ritiene infatti troppo generoso l’atteggiamento della Commissione nei confronti di Ankara ed intende verificare attentamente l’impatto complessivo della eventuale adesione e, pur non essendosi opposta all’avvio del negoziato, ha espresso l’intenzione di sottoporre la futura decisione circa l’adesione ad un referendum popolare. Il governo di Vienna ha mantenuto un atteggiamento più restrittivo di quello della maggioranza dei Paesi membri, esprimendosi in modo molto chiaro a favore di una “via alternativa” alla piena adesione di Ankara attraverso un “accordo su misura”.

L’attuale crisi finanziaria globale e del debito tengono in apprensione l’UE e i suoi stati membri. Alcuni Stati hanno esplicitamente chiesto di escluderne altri. Secondo quanto dichiarato dal Ministro degli Esteri Spindelegger “Sarebbe un errore fatale credere che la crisi del debito si dissolverebbe se si suddividesse l’Eurozona e quindi l’UE in diversi gruppi o se si cercasse la salvezza nel nostro scellino”. Egli ritiene che non vi siano delle alternative al proposito di inserire un freno al debito nella Costituzione. L’Europa necessita di una nuova politica economica diretta dalla Commissione Europea. Secondo quanto dichiarato da Spindelegger: “ L’Europa funziona al meglio quando essa viene pensata e vissuta a tutti i livelli”. Pertanto l’Austria propende per un rafforzamento del metodo comunitario e rifiuta l’idea di un Direttorio di alcuni Stati membri che intendono prendere decisioni per gli altri. Per contribuire inoltre in maniera coesa, efficiente e coerente alla politica, gli organismi UE dovrebbero essere più snelli, senza la costante presenza di ogni singolo Paese ad ogni singolo organismo. Sullo sfondo della crisi finanziaria, si discute inoltre della possibile modifica del Trattato. Secondo la posizione austriaca tale modifica dovrebbe riguardare criteri più stringenti per gli obblighi dei paesi in merito alla disciplina di bilancio e la creazione di diritti d’intervento dell’UE in caso di violazione di tali obblighi. Spinosa è soprattutto la questione dei “Bonds di stabilità” o “Eurobonds”: la posizione austriaca al riguardo è molto chiara: può essere che tali bonds rappresentino un valore aggiunto per gli Stati membri, tuttavia al momento non

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sono necessari. Secondo il sondaggio dell’Eurobarometro del 2011 la fiducia degli austriaci nei confronti dell’UE è cresciuta del 6%, mentre il gradimento dell’UE da parte dei cittadini si colloca ben al di sotto del livello raggiunto al momento dell’adesione.

Per fronteggiare la situazione di crisi economica che ha coinvolto alcuni degli Stati europei tra cui la Grecia, l’UE ha proposto di incrementare il fondo europeo salva stati. Il 30 settembre 2011 il Parlamento austriaco, dopo un’iniziale fase di stallo con un rinvio della votazione per motivi procedurali, ha finalmente dato il via libera al rafforzamento. La maggioranza necessaria per l’adozione del provvedimento è stata raggiunta grazie al mutamento di posizione dei Verdi, inizialmente contrari. Come da attese Nuova Alleanza e il Partito Liberalnazionale si sono espressi in senso contrario e hanno duramente criticato l’avvenuta approvazione dell’incremento (con l'ampliamento della dotazione del fondo a 440 miliardi la garanzia austriaca passa da 12 a 21,6 miliardi).

Si segnala infine che, nel dicembre 2011, con i voti della sola maggioranza di Governo, il Parlamento ha approvato, con legge ordinaria, una norma che introduce un limite all’espansione del debito pubblico (il cosiddetto “freno al debito”). A seguito della contrarietà espressa dall’opposizione, non è stato possibile approvare una legge costituzionale, per la cui approvazione sarebbe stato necessario il consenso di due terzi dei componenti della Camera dei Deputati.

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RAPPORTI BILATERALI 1. Principali obiettivi/interessi italiani Sul piano politico, l’Italia intende continuare ad operare con l’Austria nelle iniziative per la “governance” dei processi di stabilizzazione, sviluppo economico, ed ancoraggio all’Europa dei Balcani. Sul piano culturale l’Italia intende continuare, anche grazie alla facilità di accordo con le istituzioni culturali austriache, a portare in Austria altre espressioni significative della realtà italiana che rispondono all’elevata domanda espressa dalla società civile austriaca sempre più desiderosa di conoscere ed approfondire la storia e la cultura del nostro Paese. Sempre in questo settore, che vede peraltro anche l’Austria assai interessata a sviluppare lo strumento culturale quale veicolo di politica estera e di buon vicinato per appianare potenziali ed attuali dissidi (ciò sia nelle tradizionali aree di intervento danubiana e balcanica, ma ultimamente anche verso il bacino del Mar Nero), si potrebbero ideare rilevanti sinergie e forme di collaborazione. Sul piano economico, la funzione di primo piano dell’Italia in Austria è dimostrata dalla posizione di secondo partner sia in termini di interscambio commerciale, con circa il 7% del totale. In tema di trasporti, i due Paesi sono impegnati a realizzare, pur a fronte delle riduzioni di spesa pubblica previste nel corso del 2010 per il consolidamento dei rispettivi bilanci pubblici a seguito della crisi finanziaria internazionale, le intese contenute nell’accordo relativo al progetto di tunnel ferroviario di base del Brennero, firmato a Vienna il 30 aprile 2004. La legge di bilancio 2011 approvata dal Parlamento austriaco il 24 dicembre 2010 ha previsto misure di risparmio sui progetti di infrastrutture ferroviarie, nel quadro dei tagli del 3,5% al bilancio del Dicastero federale dei Trasporti. Ciò avrà un impatto anche sul progetto del tunnel ferroviario di base del Brennero che subirà un rinvio, pur essendo stato confermato più volte l’impegno delle autorità di Vienna alla realizzazione del progetto stesso. Analogamente, massima attenzione viene prestata a tutte quelle iniziative volte a rafforzare il collegamento dell’Austria con il porto di Trieste, affinché quest’ultimo possa sfruttare a pieno le sue potenzialità e tornare ad essere il principale porto dell’Europa centrale ed orientale. Esiste inoltre notevole interesse all’approfondimento della Cooperazione transfrontaliera tra le Regioni italiane confinanti con l’Austria e i Laender austriaci, nell’ambito del Programma comunitario Interreg IIIA Entrambi i Paesi potrebbero infine nutrire concreto interesse ad approfondire forme di reale operatività e collaborazione nell’ambito delle “Euroregioni” , alcune delle quali, come noto, comprendono regioni di entrambi gli Stati (si pensi ad esempio alla collaborazione trilaterale “euroregionale” Carinzia-Veneto-Friuli Venezia Giulia ed a quella Tirolo, Provincia Autonoma di Bolzano e Provincia Autonoma di Trento).

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2. Relazioni politiche Negli ultimi anni le relazioni italo – austriache hanno conosciuto un costante rafforzamento, nel solco aperto dalla decisione dei Ministri degli Esteri Dini e Ferrero- Waldner, nel 2000 a Roma, di adottare la formula delle consultazioni rafforzate fra i due Paesi, con incontri periodici a vari livelli (decisione successivamente formalizzata con uno scambio di lettere). Le visite del Presidente Napolitano a Vienna (giugno 2007 e dicembre 2010), le visite a Roma del Cancelliere Federale Faymann (giugno 2009) e del Ministro degli Esteri Spindelegger (luglio 2009) nonché la visita del Presidente Fischer in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell’unità italiana (giugno 2011) hanno impresso un ulteriore impulso e dinamismo alle relazioni bilaterali, suggellando lo stato di eccellenza delle relazioni fra i due Paesi. Ad arricchire e a consolidare i rapporti bilaterali hanno anche contribuito la complementarietà di interessi e le prove concrete di solidarietà che l’Italia ha fornito all’Austria in due momenti significativi della sua storia recente, entrambi legati al processo di integrazione europea: il convinto sostegno assicurato dal nostro Paese all’adesione di Vienna all’Unione e la posizione di “ragionevolezza” dell’Italia in occasione delle sanzioni adottate da Bruxelles nel 2000 nei confronti del Governo Schuessel di cui faceva parte l’esponente di estrema destra Joerg Haider. In tale contesto di rapporti bilaterali particolarmente intensi, non si può negare che, nel dopoguerra, la questione altoatesina abbia in parte condizionato lo sviluppo delle relazioni fra i due Paesi che hanno conosciuto, in alcune occasioni, momenti di viva tensione. Dopo l’approvazione del nuovo statuto di autonomia regionale nel 1972, si è registrata una progressiva e positiva evoluzione della vertenza, sfociata nel 1992 nel rilascio da parte dell’Austria della cosiddetta “quietanza liberatoria” con la quale Vienna ha dichiarato chiusa la controversia sull’Alto Adige. Tale atto ha consentito la formale estinzione della controversia stessa nell’ambito delle Nazioni Unite. Nel 2002, in occasione di un incontro in Italia fra i Capi di Stato, Ciampi e Klestil, è stata adottata una Dichiarazione comune in cui si afferma che l’autonomia altoatesina costituisce “un riuscito modello di tutela delle minoranze e di serena coabitazione fra gruppi linguistici diversi” e dunque “un esempio per l’intera comunità internazionale”. E’ significativo che la Dichiarazione comune sia stata adottata nel decennale del rilascio da parte dell’Austria della cosiddetta “quietanza liberatoria”. Il carattere esemplare dell’autonomia altoatesina è stato riaffermato anche durante la visita di Stato a Vienna del Presidente della Repubblica, Napolitano, nel 2007, in particolar modo in occasione dell’incontro con la stampa avuto dal Capo di Stato italiano insieme al Presidente austriaco, Fischer. Tuttavia, nonostante il rilascio della “quietanza liberatoria”, il mondo politico austriaco, per ragioni storiche, ma anche di opportunità politica interna (il Partito Popolare ha tradizionalmente nel Tirolo un importante bacino di voti), continua a mantenere una speciale attenzione nei confronti dell’Alto Adige, attraverso contatti regolari, diretti e privilegiati con il Partito altoatesino della minoranza tedesca (“S.V.P.”). Inoltre, il Governo austriaco non ha mai rinunciato a rivendicare un’asserita “funzione di tutela” (“Schutzfunktion”) in favore delle popolazioni altoatesine alloglotte. Due iniziative promosse da esponenti della Sottocommissione per l’Alto Adige del Parlamento di Vienna vanno seguite con particolare attenzione: la proposta di inserimento nella Costituzione austriaca della predetta funzione di “tutela”, e la

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proposta di estendere la cittadinanza austriaca agli abitanti della Provincia di Bolzano discendenti da cittadini dell’impero asburgico. Al momento, le due iniziative non sembrano poter raccogliere il necessario consenso politico e numerico (le due proposte dovrebbero essere approvate con il voto favorevole dei due terzi dei parlamentari) e lo stesso Ministro degli Esteri, Spindelegger, ha preso le distanze da entrambe le proposte. In linea generale si può affermare che l’attuale Governo ha adottato una linea di maggiore moderazione rispetto al Governo di “piccola coalizione” guidato da Schuessel e guarda oggi alla questione altoatesina con occhi diversi rispetto al passato, dando un’importanza prioritaria al mantenimento di un buon rapporto con l’Italia e mostrandosi quindi poco disponibile ad avallare operazioni suscettibili di arrecare disturbo alle nostre sensibilità e allo sviluppo delle relazioni bilaterali. Principali Visite

2007 22 giugno Incontro a Roma tra il Ministro degli Interni On. Amato ed il

suo omologo Guenther Platter. 26-28 giugno Visita di Stato in Austria del Presidente della Repubblica

Giorgio Napolitano 10 giugno Incontro a Vienna tra il Ministro delle Infrastrutture, On.

Antonio Di Pietro, ed il Ministro dei Trasporti Werner Faymann.

9 ottobre Consultazioni rafforzate italo-austriache (Roma) 24-25 ottobre Visita a Roma del Cancelliere Federale Alfred Gusenbauer,

per colazione di lavoro con il Presidente del Consiglio Prodi ed incontro con il Presidente della Repubblica.

7 dicembre In occasione dell’inaugurazione della stagione a La Scala, incontro a Milano del Presidente della Repubblica Napolitano con il Presidente della Repubblica d’Austria Heinz Fischer, il quale insignisce la Signora Napolitano della “Grande Insegna d’Onore in oro con cordone, per servizi resi alla Repubblica d’Austria”.

2008

11 marzo Incontro a Roma del Presidente del Senato, Senatore Franco Marini, con il Presidente del Bundesrat, Helmut Kritzinger.

27 marzo Incontro a Roma del Segretario Generale, Amb. Massolo, con il Segretario generale del MAE austriaco, Amb. Johannes Kyrle.

29-30 aprile Incontro informale a Graz sull’Europa dei Presidenti di Austria, Finlandia, Germania, Italia, Lettonia, Polonia, Portogallo, Ungheria.

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19-20 giugno Incontro a Bruxelles del Presidente del Consiglio Berlusconi con il Vice-Cancelliere Federale (e Ministro delle Finanze) Wilhelm Molterer, a margine del Consiglio Europeo

31 luglio-2 agosto Visita privata a Salisburgo del Presidente della Repubblica e Consorte, su invito del Presidente Fischer, in occasione del Festival della Musica.

2009

7 maggio Incontro a Vienna tra il Sottosegretario Castelli e il Ministro dei Trasporti Bures a margine della Conferenza dei Ministri dei Trasporti del “Processo di Zurigo”.

18 maggio Il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, On. Altero Matteoli, firma a Roma con i colleghi austriaco, Doris Bures, e tedesco, Wolfgang Tiefensee, il Memorandum of Understanding concernente la costruzione della galleria di base del Brennero.

26 giugno Visita a Roma del Cancelliere federale, Werner Faymann, ed incontro con il Presidente del Consiglio, On. Silvio Berlusconi.

21 luglio

Visita a Roma del Ministro degli Affari Europei ed Internazionali, Michael Spindelegger, ed incontro con l´On. Ministro degli Affari Esteri, Franco Frattini.

2010 21 aprile Incontro a Vienna del Sottosegretario agli Affari Esteri, Sen.

Alfredo Mantica, con il Segretario Generale del MAE austriaco, Amb. Johannes Kyrle

10 maggio Incontro a Vienna del Segretario Generale, Amb. Massolo, con il Segretario generale del MAE austriaco, Amb. Johannes Kyrle.

11-12 dicembre Visita a Vienna del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

2011

27 gennaio Visita a Mauthausen del Presidente del Senato, Renato Schifani.

18 aprile Visita a Innsbruck del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, in occasione dell’avvio della fase realizzativa del Tunnel di Base del Brennero.

2 giugno

Visita a Roma del Presidente della Repubblica, Heinz Fischer, in occasione della Festa della Repubblica e delle celebrazioni per i 150 anni dell’unità italiana

27-28 ottobre Visita a Roma del Ministro dell’Agricoltura e dell’Ambiente, Niki Berlakovich, e incontro con il suo omologo Francesco Saverio Romano

19 dicembre

Incontro a Klagenfurt del Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, ed il Presidente del Veneto, Luca Zaia, con il Governatore della Carinzia, Gerhard Dörfler, per il rinnovo del protocollo di collaborazione trilaterale.

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2012

18 gennaio Incontro a Vienna del Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, Luis Durnwalder, con il Presidente della Repubblica, Heinz Fischer

17 febbraio Incontro a Vienna del Sottosegretario agli Esteri, Staffan de Mistura, con il suo omologo, Wolfgang Waldner, a margine della Conferenza Ministeriale del Patto di Parigi

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3. Relazioni economiche, finanziarie e commerciali con l’Italia 3a. Interscambio Nel 2010 l’Italia si è confermata come secondo partner commerciale dell’Austria, dopo la Germania, sia come Paese acquirente che come fornitore, con una quota di mercato sul totale dell’import austriaco del 6,8%. È da evidenziare come l’interscambio fra i due Paesi è nuovamente in aumento dopo la crisi economica del 2009, quando sia importazioni che esportazioni sono diminuite fortemente. In base ai piu´ recenti dati disponibili (dati provvisori, gennaio 2012, Istituto Nazionale austriaco di Statistica “Statistik Austria”): a) nel periodo gennaio-ottobre 2011, le esportazioni italiane in Austria sono ammontate a 7.120,3 milioni di Euro, in aumento del 12,8 % rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre le importazioni italiane dall’Austria sono ammontate a quasi 7.723,9 milioni di Euro, in aumento del 9,9% rispetto allo stesso periodo del 2010. Il saldo della bilancia commerciale e’ positivo per l’Austria per 603 milioni di Euro. b) nel 2010, le esportazioni italiane in Austria erano ammontate a 7.690,2 milioni di Euro, in aumento del 16% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre le importazioni italiane dall´Austria sono ammontate a 8.575,5 milioni di Euro, in aumento del 13% rispetto allo stesso periodo del 2009. Il saldo della bilancia commerciale era stato positivo per l’Austria per 885,3 milioni di Euro (calo del 7,7% rispetto al 2009). Per l´Austria il saldo commerciale verso l’Italia, che tradizionalmente era stato quasi sempre negativo, è diventato per la prima volta positivo nel 1999, facendo registrare un surplus di 106,2 milioni di Euro, mantenendosi costantemente su valori positivi dal 1999 in poi. Alla base di tale inversione di tendenza vi è l’accresciuta competitività acquisita dalle merci austriache a seguito dell’adozione della moneta unica (con conseguente eliminazione delle oscillazioni di cambio in seguito all’introduzione dell’euro) e la sostenuta domanda italiana. Tuttavia, negli ultimi anni i saldo positivo per l’Austria ha visto una netta diminuzione.

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Fonte: Statistik Austria

Nel 2010, le esportazioni italiane in Austria sono ammontate a circa 7,6 miliardi, mentre le importazioni italiane dall´Austria sono ammontate a circa 8,5 miliardi.

Le esportazioni italiane risultano piuttosto diversificate e annoverano al primo posto la categoria dei macchinari, degli autoveicoli e loro parti, che nel 2009 rappresentava (con un valore di 1.983 mln. di euro) il 30,1% del totale degli acquisti austriaci. Tale categoria era seguita dai prodotti chimici (676,6 mln. di euro, pari al 10,3%), dagli alimentari (663,6 mln. di euro, vale a dire il 10,1%), dai combustibili (389 mln. di euro, 5,9%), dal ferro e dall´ acciaio (384,1 mln. di euro, ossia il 5,8%), dagli articoli di abbigliamento ed accessori (4,6%), dal materiale da costruzione (2,9%) e dalle calzature (2,6%).

Fra le esportazioni austriache verso l’Italia si segnalano in primo luogo i macchinari e i mezzi di trasporto (1.865,3 mln. di euro nel 2010), che incidono per il 21,8% sul

Dati in mln. Euro    2007  2008  2009  2010  Gen‐ott. 2011 

Esportazioni italiane in Austria  7.887,9 8.274,2 6.627,3 7.690,1  7.120,3

Importazioni italiane dall’Austria  10.231,2 10.084,9 7.586,4 8.575,5  7.723,9

Saldo per l’Italia  ‐2.343,3 ‐1.810,7 ‐959,1 ‐ 885,3  ‐603,6

Totale Interscambio  18.119,1 18.359,1 14.213,7 16.265,7  14.844,2

Variazione  esportazioni  italiane in  Austria  (rispetto  allo  stesso periodo dell’anno precedente) 

+9,8% +4,9% ‐19,9% +16%  +12,8%

Variazione  importazioni  italiane dall’Austria  (rispetto  allo  stesso periodo dell’anno precedente) 

+10,8% ‐1,4% ‐24,8% +13%  +9,9%

Quota di mercato italiano  

su totale import austriaco 

6,9% 6,9% 6,9% 6,8% 

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totale dell’export, i prodotti alimentari (931,8 mln. di euro) con una quota del 10,9%, i prodotti chimici (858,9 mln. di euro) con una quota del 10% ed i semilavorati di legno e sughero (795,1 mln. di euro) con una quota del 9,3%; seguono i semilavorati in ferro ed acciaio (722,3 mln. di euro con una quota del 8,4%).

3b. Investimenti diretti Investimenti italiani in Austria

Nel 20097 i flussi di investimenti diretti esteri in Austria si sono attestati a 6.697 milioni di Euro (dati definitivi). L’Italia e’ risultato terzo investitore (879 milioni di Euro), preceduta solo dai Paesi Bassi e la Francia (rispettivamente 1.464 e 1.271 mln. di Euro).

Nel 2010 (dati rivisti), l’Italia si è attestata al quarto posto (267 milioni di Euro), preceduta da Regno Unito (4.356 mln. di Euro), Germania (1.267 mln. di Euro) e Hong Kong (403 mln. di Euro).

Secondo i più recenti dati disponibili, riferiti ai primi nove mesi del 2011, i flussi di investimenti diretti esteri in Austria hanno raggiunto 9.671 milioni di Euro. Tenendo conto anche dei disinvestimenti effettuati da altri paesi, l’Italia figura al primo posto con 8.618 milioni di Euro, seguita da Germania (5.215 mln. di Euro) e Svizzera (1.111 mln. di Euro).

Investimenti austriaci in Italia

Nel 2010 (dati rivisti), i flussi di investimenti diretti austriaci verso l’estero hanno raggiunto 6.341 milioni di Euro. Gli investimenti italiani in Austria sono ammontati a 237 milioni di Euro

Nel 2009, a fronte di un valore dei flussi di investimenti diretti austriaci all’estero di 7.203 milioni di Euro, l’Italia si e’ attestata con 921 milioni di Euro al secondo posto quale destinatario dei predetti, preceduta dalla Germania (1.566 milioni di Euro), e seguita dalla Turchia (661 milioni di Euro). Per quanto riguarda i settori di investimento in Italia, va segnalata, in campo alimentare, la catena di supermercati BILLA che opera con 180 filiali soprattutto nel Nord Italia (Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Trentino-Alto Adige). Le filiali della STANDA, acquistata da Billa alcuni anni fa, sono state rinominate “Billa”. L’impresa fa parte del gruppo tedesco REWE ed è uno dei più grandi gruppi di supermercati in Europa. Recentemente però l’impresa ha annunciato che venderà la maggior parte delle proprie filiali in Italia, i dettagli non sono ancora conosciuti. Inoltre, degne di nota sono la ditta PAGO, produttrice di succhi di frutta (sede in provincia di Treviso con circa 75 dipendenti) e la joint-venture tra il leader austriaco di prodotti di salumeria, Handl Tyrol, ed il gruppo milanese Fratelli Beretta. 7 Dati OeNB (Banca Nazionale Austriaca)

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Due anni fa l’impresa del settore edilizio Strabag ha rilevato la ditta costruttrice Adanti di Bologna. Di non minor rilievo risulta essere l’impresa Wienerberger, la più grande produttrice di mattoni al mondo, già presente in Italia con sei stabilimenti produttivi. È da evidenziare, inoltre, l’acquisizione nel 2007 da parte di quest'ultima della RIL Laterizi del Piemonte.

3c. Turismo In base ai più recenti dati disponibili, forniti da ENIT Vienna a gennaio 2012 sulla base di dati ufficiali di fonte sia ISTAT sia dell’Istituto Nazionale austriaco di Statistica, “Statistik Austria”, nel 2011 il nostro Paese ha mantenuto il primato quale destinazione estera dei turisti austriaci. Analizzando i viaggi effettuati nei primi nove mesi in Italia e prendendo in considerazione solo i viaggi effettuati per vacanza possiamo notare che i viaggi sono stati 1.607.000, con una aumento dello 4,49% rispetto allo stesso periodo del 2010 (1.538.000). L’Italia resta saldamente al comando dei Paesi preferiti dagli austriaci per le vacanze. Il secondo Paese per numero di viaggi infatti è la Germania con 966.000 viaggi, ben ca. 641.000 viaggi in meno dell’Italia, seguita da Croazia con 938.000 viaggi. Ciò fornisce una dimensione del grado di apprezzamento degli austriaci nei confronti del nostro Paese.

Fonte: Statistik Austria

Anche per quanto riguarda i pernottamenti l’Italia mantiene la sua posizione di leader con 9.033.000. Seguono la Croazia, con 6.942.000 e la Germania con 4.101.000 pernottamenti.

Fonte: Statistik Austria

N° Arrivi gen.‐sett.  2011 

Italia  1.607.000 

Germania     966.000 

Croazia     938.000 

Spagna     437.000 

Turchia     300.000 

altri  2.452.000 

N° Pernottamenti genn.‐sett. 2011 

Italia       9.033.000 

Croazia       6.942.000 

Germania       4.101.000 

Spagna       3.212.000 

Turchia       3.023.000 

altri     20.904.000 

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Le tre regioni italiane preferite dai turisti austriaci sono il Veneto, il Trentino-Alto Adige ed il Friuli Venezia Giulia; seguono poi la Lombardia, la Toscana ed il Lazio, seppur con percentuali decisamente minori. Collegamenti aerei Austria-Italia I principali aeroporti con collegamenti internazionali giornalieri sono Vienna, Graz, Innsbruck, Klagenfurt, Linz e Salisburgo. Voli di linea ALITALIA Collegamento Numero voli giornalieri Frequenza Vienna – Roma (Fiumicino): 2 collegamenti 1234567 Informazioni: www.alitalia.com AIR DOLOMITI Collegamento Numero voli giornalieri Frequenza Vienna – Verona (Villafranca): 1 collegamento 1234567 Vienna – Verona (Villafranca): 1 collegamento 12345.7 Informazioni: www.airdolomiti.it AUSTRIAN AIRLINES Collegamento Numero voli giornalieri Frequenza Vienna – Milano Malpensa: 4 collegamenti 1234567 Vienna – Milano Linate: 1 collegamento 12345.7 Vienna – Roma Fiumicino: 2 collegamenti 1234567 Vienna – Venezia Marco Polo: 3 collegamenti 1234567 Vienna – Bologna Guglielmo Marconi: 1 collegamento 1234567 Vienna – Bologna Guglielmo Marconi: 1 collegamento 12345.7 Vienna – Bologna Guglielmo Marconi: 3 collegamenti 1.3456. Vienna – Firenze Peretola: 1 collegamento 1234567 Informazioni: www.aua.com LAUDA AIR Collegamento Numero voli giornalieri Frequenza Vienna – Catania 1 collegamento …..6. Vienna – Napoli 1 collegamento ..…6.

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Informazioni: www.laudaair.com FLY NIKI Collegamento Numero voli settimanali Frequenza Vienna – Cagliari 1 collegamento ….5.. Vienna – Milano Malpensa 2 collegamenti 1234567 Vienna – Olbia 3 collegamenti 1.3.5.. Vienna – Roma Fiumicino 2 collegamenti 1234567 Informazioni: www.flyniki.com RYANAIR Collegamento Numero voli settimanali Frequenza Bratislava – Alghero 1 collegamento ...4..7 Bratislava – Milano Orio Al Serio: 1 collegamento 12.456. Bratislava – Roma Ciampino 1 collegamento ..3.5.7 Bratislava – Trapani 1 collegamento 1…5.. Informazioni: www.ryanair.com

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4. Relazioni culturali, scientifiche e tecnologiche La cooperazione bilaterale tra Italia e Austria in campo culturale è regolata dall’Accordo di collaborazione culturale firmato a Roma il 14 marzo 1952 (ratificato il 9 agosto 1954) e in campo scientifico e tecnologico dal Protocollo Aggiuntivo a detto Accordo, firmato a Vienna il 24 settembre 1975. Il relativo Programma Esecutivo culturale per gli anni 2012-2016 è stato firmato a Vienna il 9 gennaio 2012. Il Programma ha individuato un ampio ventaglio di interventi che vanno dagli scambi espositivi al rafforzamento della collaborazione universitaria. Particolare attenzione è stata dedicata a prospettive di cooperazione nel settore dell’istruzione scolastica con particolare riguardo alla formazione professionale da sviluppare anche nel quadro di programmi ed iniziative dell’Unione Europea. Dal 19 al 21 marzo 2012 si svolgerà a Vienna la 23° sessione italo-austriaca di esperti sul riconoscimento reciproco dei titoli accademici. Il Protocollo Esecutivo scientifico e tecnologico per gli anni 2004-2006, firmato a Vienna il 6 febbraio 2004, prevedeva 32 progetti nei seguenti settori ritenuti prioritari dai due Paesi: sanità, agricoltura, biotecnologie, energia e ambiente, ricerca e tecnologie spaziali, scienza della terra, tecnologie dell’informazione, scienze dei materiali. Il Protocollo è giunto a scadenza nel 2006. Riconoscimento Titoli di Studio E' in vigore dal 1° aprile 2003 uno Scambio di Note, che integra l'elenco dei titoli accademici corrispondenti dei due Paesi allegato all'Accordo, firmato a Vienna nel gennaio 1999 e ratificato con Legge 10 ottobre 2000 n. 322, sul reciproco riconoscimento dei titoli di studio. Tale Scambio di Note istituisce altresì una tabella di corrispondenza dei voti dei rispettivi titoli accademici. In relazione alla ristrutturazione di entrambi i sistemi universitari e all'accentuata autonomia degli Atenei nei due Paesi per quanto attiene all'organizzazione dei curricula, si è posta l'esigenza di una revisione totale dell'Accordo di cui sopra in tale materia. Dopo una prima riunione svoltasi il 22 e 23 maggio 2003, nel febbraio 2006 ha avuto luogo a Roma la XVIII Sessione della Commissione Mista di esperti italo-austriaca sul reciproco riconoscimento dei titoli accademici: sono state redatte in tale occasione una tabella aggiornata di corrispondenza dei rispettivi titoli accademici e la bozza di una nuova intesa sui criteri di riconoscimento dei due Paesi, tenendo conto delle notevoli trasformazioni verificatesi nei due sistemi universitari, anche in attuazione degli impegni assunti dai due Ministeri dell’Istruzione e dell’Università con la cosiddetta dichiarazione di Bologna, che impegna la maggior parte dei Paesi Europei aderenti ad armonizzare la struttura dei rispettivi sistemi universitari. I “Bakkalaureatsstudien” austriaci vengono equiparati ai sensi del nuovo Scambio di Note concluso nel 2008 (nota verbale dell’Ambasciata d’Austria n. 10.2.2/2/2008 del 3 luglio 2008 e nota verbale del Ministero degli Affari Esteri italiano n. 050/0410945 del 20 novembre 2008) al corrispondente titolo di studio italiano appartenente ad una determinata classe di laurea (ai sensi del D.M. 509/1999). Nel febbraio 2010 ha avuto luogo una ulteriore Sessione (la XXIma) della succitata Commissione Mista a livello di Esperti: in quella occasione è stata ulteriormente aggiornata ed affinata la tabella di corrispondenze con i titoli che in Austria sono considerati a livello di “bachelor” e di “master”.

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Tuttavia, le differenze spesso accentuate nell’ articolazione dei rispettivi piani di studio nei due ordinamenti , ha fatto sì che molte corrispondenze fra titoli siano state dagli esperti delegate alle Autonomie Universitarie. Tuttora aperta rimane infine la questione del riconoscimento in Italia dei titoli emessi dalle cosiddette “Fachhochschule” (Istituti di livello universitario con taglio tecnico-professionale), dato che la inesistenza di tale tipo di Istituto in Italia rende per ora impossibile una soluzione. La questione è seguita in Austria con molta attenzione, dato che numerosi studenti alto-atesini frequentano questo tipo di Scuola per cercare poi in Italia uno sbocco professionale.

Collaborazione Interuniversitaria L’attività di cooperazione universitaria, attuata attraverso accordi diretti stipulati tra Atenei italiani ed austriaci, è intensa e in progressivo aumento. Nel luglio del 2004 è stato inaugurato un Centro Italia (“Italien Zentrum”), con sede presso l’Università di Innsbruck, che ha, tra gli altri, il compito di coordinare e promuovere l’insieme dei rapporti di detta Università con quelle italiane, allo scopo di favorire gli scambi tra il mondo di cultura germanica e quello latino-mediterraneo e di individuare le aree che si prestano a sviluppare possibili sinergie economiche. Considerate le finalità e gli obiettivi del Centro Italia, si è suggerito di instaurare sinergie e collaborazioni con l’Ateneo Italo-Tedesco di Trento. In ragione dell’importante ruolo di promozione in ambito culturale svolto dal Centro Italia, la biblioteca dell’Istituto italiano di Cultura di Innsbruck, chiuso nel 2010, è stata donata al predetto Centro. Gli accordi di collaborazione bilaterale sono numerosi ed i rapporti si vanno intensificando continuamente : risultano attualmente in essere circa una 50ina di Accordi. Oltre agli “Erasmus”, che rappresentano la stragrande maggioranza dei progetti attivati tra numerosi Istituti distribuiti su tutto il territorio nazionale, alcuni Atenei austriaci e italiani hanno siglato convenzioni di scambi internazionali valide per tutte le Facoltà. Valga l’esempio dell’Università di Innsbruck (con Padova e Trento), dell’Università di Linz (con Firenze e Trento), dell’Università di Graz (con Trieste) e dell’Università di Vienna (con Bologna). Alcuni Atenei partecipano inoltre a programmi di dottorato comuni (ad esempio l’Università di Klagenfurt e quella di Trieste). Interessante è poi l’iniziativa del Consorzio Universitario del Friuli, che collabora con diversi Atenei aderenti alla Conferenza dei Rettori delle Università dell’ Alpe Adria, l’Area geografica afferente a Slovenia, Croazia, Ungheria, Austria, Germania e Italia, per l’offerta di borse di studio e ricerca. In generale , nel settore dei rapporti interuniversitari, appaiono in prima linea da parte italiana soprattutto le Università del Nord-Est.

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DIFFUSIONE DELLA LINGUA ITALIANA Non sono presenti istituzioni scolastiche italiane. La lingua italiana sta registrando un interesse crescente tra il pubblico austriaco, tanto che tra gli indicatori del gradimento dell’Austria verso l’Italia (turismo, gastronomia, made in Italy) lo studio della lingua costituisce l’elemento più significativo. L’insegnamento della lingua italiana viene impartito presso numerose scuole medie inferiori e superiori e presso alcuni Atenei del Paese. L’italiano ha pressoché raggiunto il francese come seconda lingua straniera insegnata, superandolo in alcuni Laender (Tirolo, Carinzia). Si va infatti progressivamente inserendo in alcune scuole elementari, è molto diffuso come seconda lingua straniera specialmente negli Istituti Tecnici Commerciali e in quelli per il Turismo e in molti licei è studiato come terza lingua straniera. Sono attivi quattro lettorati di ruolo d’italiano, rispettivamente presso le Università di Graz, Innsbruck (con incarichi extra-accademici), Salisburgo e Vienna (con un lettore operante in 2 diverse Università della Capitale, inclusa quella di Economia). A Vienna , Innsbruck e Graz operano Scuole elementari “bilingui”, nelle quali talune materie vengono insegnate direttamente in italiano. A Vienna esiste altresì un asilo italiano (costituitosi anche come “Ente Gestore “ dei Corsi di italiano). Complessivamente sono 17 le classi seguite dai lettori per un totale di oltre 200 studenti. Risultano attivi 11 comitati della Società Dante Alighieri.

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5. Comunità italiana La collettività italiana in Austria registrata conta circa 20.000 persone. La gran parte della collettività italiana è composta in prevalenza da piccoli imprenditori, impiegati, tecnici e studenti (questi ultimi sono nella maggior parte altoatesini; circa 6.000 sono infatti gli studenti altoatesini in Austria di cui 4.000 ad Innsbruck e il resto tra Vienna, Klagenfurt e Graz). Una presenza rilevante si registra nel settore alberghiero, della ristorazione e dell’edilizia. Il livello di integrazione è molto alto, come dimostra lo scarso numero di associazioni presenti. Una collettività residente in un Paese di estensione non indifferente in senso “longitudinale” abbisogna necessariamente di una rete consolare sufficientemente estesa sul territorio. La rete consolare chiamata a tutelare gli interessi dei connazionali è composta quasi esclusivamente da Uffici Onorari (Salisburgo,Linz, Graz, Klagenfurt e Rankweil), con l’unica eccezione, a parte la Cancelleria Consolare di Vienna, dello Sportello consolare di Innsbruck).

Copyright cartina: ABA

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Cimiteri militari in Austria dove sono sepolti caduti italiani:

Legenda: I = Prima Guerra Mondiale II = Seconda Guerra Mondiale C = civili

1 Vienna (I = 456, II = 28, C= 74) 2 St. Georgen am Ybbsfeld (I = 147) 3 St. Georgen am Steinfeld (I = 135) 4 Sigmundsherberg (I = 2365) 5 Wieselburg (I = 158) 6 Linz St. Barbara (I = 126, II =7) 7 Linz Urfahr (I = 158) 8 Wels (I = 46, II =12) 9 Steyr (I = 39, II = 89) 10 Aschach (I = 423) 11 Braunau am Inn (I = 636) 12 Freistadt (I =22, II =2) 13 Marchtrenk (I = 1453) 14 Mauthausen (I = 1766, II = 1677) 15 Campo di concentramento di Mauthausen (fosse comuni) 16 Lager di Ebensee (fosse comuni, oltre 550 italiani) 17 Wegscheid (I = 1363, II = 218) 18 Groedig (I = 161) 19 Amras (Innsbruck) (I = 595, II = 29) 20 Solbad Hall in Tirol (II = 16) 21 Klagenfurt (I = 271) 22 Villach (I = 109) 23 Lienz (I = 66) 24 Graz, cimitero centrale (I = 300, C = 158) 25 Feldbach (I = 189) 26 Knittelfeld (I = 108, II = 8) 27 Frauenkirchen (I = 50) 28 Haschendorf (I = 94)