sentenza n. 9989/2016 pubbl. il 09/09/2016 rg n. 89330/2012 · punti 1 e 2 della comparsa di...

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pagina 1 di 13 N. R.G. 89330/2012 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO TRIBUNALE ORDINARIO di MILANO SEZIONE SPECIALIZZATA IN MATERIA DI IMPRESA B Il Tribunale, nella persona del Giudice dott. ELENA RIVA CRUGNOLA ha pronunciato la seguente SENTENZA nella causa civile di primo grado iscritta al n. r.g. 89330/2012 promossa da: STEFANO GIUSEPPE MARSILIO (C.F. MRSSFN66M10I441X), con il patrocinio dell’avv. EMANUELA RAMPICHINI (C.F. RMPMNL64R42F205V) del foro di Monza; ATTORE contro ANASTASIA BARBARA CANGEMI (C.F. CNGNTS62B56F205I), con il patrocinio dell’avv. MASSIMO BORGHI (C.F. BRGMSM65H29I441T) e dell’avv. MANUELA CARLA PIURI (PRIMLC66L61I441F) entrambi del foro di Monza; CONVENUTA PROSPERO CEDROLA (C.F. CDRPSP82D25A940X), con il patrocinio dall’avv. SIMONE FERRARIO (C.F. FRRSMN73A28F205W) del foro di Milano; TERZO CHIAMATO CONCLUSIONI Le parti hanno concluso come segue: per l'attore: Voglia l’ill.mo Tribunale adito, respinta ogni contraria istanza, eccezione e deduzione: In via preliminare: revocare gli atti, in data 2 maggio 2012, repertorio 20972/14988 di disposizione degli immobili messi in atto in data dalla signora Cangemi al solo fine di distogliere beni ai creditori ed in particolar modo al socio Marsilio. In via principale: Firmato Da: RIVA CRUGNOLA ELENA MARIA MEROPE Emesso Da: INFOCERT FIRMA QUALIFICATA 2 Serial#: 7b626 - Firmato Da: PRIMAVERA ROBERTO Emesso Da: POSTECOM CA3 Serial#: 98684 Sentenza n. 9989/2016 pubbl. il 09/09/2016 RG n. 89330/2012 http://bit.ly/2h9ohF5

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N. R.G. 89330/2012

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

TRIBUNALE ORDINARIO di MILANO

SEZIONE SPECIALIZZATA IN MATERIA DI IMPRESA B

Il Tribunale, nella persona del Giudice dott. ELENA RIVA CRUGNOLA

ha pronunciato la seguente

SENTENZA

nella causa civile di primo grado iscritta al n. r.g. 89330/2012 promossa da:

STEFANO GIUSEPPE MARSILIO (C.F. MRSSFN66M10I441X), con il patrocinio dell’avv.

EMANUELA RAMPICHINI (C.F. RMPMNL64R42F205V) del foro di Monza;

ATTORE

contro

ANASTASIA BARBARA CANGEMI (C.F. CNGNTS62B56F205I), con il patrocinio dell’avv.

MASSIMO BORGHI (C.F. BRGMSM65H29I441T) e dell’avv. MANUELA CARLA PIURI

(PRIMLC66L61I441F) entrambi del foro di Monza;

CONVENUTA

PROSPERO CEDROLA (C.F. CDRPSP82D25A940X), con il patrocinio dall’avv. SIMONE

FERRARIO (C.F. FRRSMN73A28F205W) del foro di Milano;

TERZO CHIAMATO

CONCLUSIONI

Le parti hanno concluso come segue:

per l'attore:

“Voglia l’ill.mo Tribunale adito, respinta ogni contraria istanza, eccezione e deduzione:

In via preliminare:

revocare gli atti, in data 2 maggio 2012, repertorio 20972/14988 di disposizione degli immobili messi

in atto in data dalla signora Cangemi al solo fine di distogliere beni ai creditori ed in particolar modo

al socio Marsilio.

In via principale:

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dichiarare certo ed esigibile il credito vantato dal socio Marsilio Stefano Giuseppe per euro

31.676,53;

condannare la signora Cangemi Anastasia Barbara al pagamento della somma di euro 31.676,53.

In via sussidiaria, nella malaugurata ipotesi di accoglimento anche parziale delle avverse richieste:

accertare l’esatto ammontare del credito vantato dal socio Marsilio nei confronti della socia Cangemi

originato dalla mancata corresponsione delle provviste necessarie a coprire i debiti societari;

condannare la socia Cangemi al pagamento della somma come sopra determinata;

con vittoria di spese ed onorari del presente giudizio”.

per la convenuta:

“In via preliminare e/o pregiudiziale

a) accertare e dichiarare la nullità della citazione per inosservanza del termine a comparire ai sensi

degli artt. 163 bis e 164 c.p.c. con istanza di fissazione di nuova udienza ai sensi dell’art. 164 comma 3

c.p.c. nel rispetto del citato termine, per tutti i motivi di cui ai punti 1 e 2 della comparsa di

costituzione e risposta qui da intendersi interamente ritrascritta;

b) in via subordinata preliminare e/o pregiudiziale, qualora l’Ill.mo Giudice adito non dovesse

concedere la fissazione della nuova udienza ex art. 164 comma 3 c.p.c. nel rispetto dei termini a

comparire, si chiede che la costituzione della convenuta Cangemi sia considerata tempestiva ai sensi

dell’art. 167 c.p.c. (ovverosia 20 gg. prima dell’udienza del 11.11.2014), per tutti i motivi di cui ai

punti 1 e 2 della comparsa di costituzione e risposta qui da intendersi interamente ritrascritta;

In via principale nel merito

c) dichiarare infondate e/o inammissibili tutte le avverse domande e conseguentemente rigettarle, per

tutte le motivazioni esposte agli atti del giudizio qui da intendersi integralmente riportati;

In via subordinata nel merito e salvo gravame

d) accertare e dichiarare che la convenuta ha corrisposto personalmente la somma di euro 96.838,00 a

Babywear s.n.c. (di cui euro 87.244,00 come da pag. 7 della comparsa e da doc. 3 e 4, importo mai

contestato ex adverso; euro 8.994,00 come da assegni indicati a pag. 6 della memoria 183 n. 2 e di cui

ai doc. 3 e 5, importo mai contestato ex adverso come da ordinanza del 08.06.2015 ed euro 600,00

come confermato dal teste La Selva all’udienza del 17.11.15) o quella maggiore/diversa somma che

risulterà all’esito del giudizio, per far fronte ai debiti societari contratti dalla stessa Babywear s.n.c. e

pertanto compensare, anche in via di eccezione riconvenzionale, il suindicato credito della convenuta

nei confronti dell’attore con quanto vantato da quest’ultimo verso la prima, per tutte le motivazioni di

cui agli atti del giudizio qui da intendersi ritrascritti.

Spese e compensi professionali interamente rifusi dalla controparte.

In via istruttoria:

_si insiste per l’ammissione delle istanze istruttorie formulate alle pagg. 6 e 7 della memoria ex art.

183 co. 6 n. 2 c.p.c. che di seguito di ritrascrivono:

_ si chiede all’Ill.mo Giudice adito di ordinare al terzo BPM (già Banca di Legnano), con sede in

Milano, piazza F. Meda n. 4, l’esibizione e/o la produzione in giudizio ex art. 210 c.p.c. dei titoli di

credito indicati nel summenzionato DOC. 5, essendo sussistente il principio di prova scritta costituto

dal doc. 3 (estratti c/c) e dal doc. 5 (tre richieste via PEC) e non essendo detta documentazione (copia

assegni bancari) acquisibile aliunde;

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_ si chiede al Giudice di ordinare all’attore ex art. 210 c.p.c. la produzione in giudizio delle sue

dichiarazioni dei redditi dal 2012 fino ad oggi, al fine di accertare se effettivamente lo stesso Marsilio

non abbia percepito alcun reddito dalla Babywear s.n.c. dal 2011 in avanti”.

per il terzo chiamato:

“Voglia l’Ill.mo Giudice adito, disattese e rigettate tutte le avverse domande, eccezioni e deduzioni,

accogliere le seguenti

CONCLUSIONI

In via principale nel merito

rigettare tutte le domande attoree in quanto infondate in fatto e in diritto e in ogni caso inammissibili,

per tutti i motivi di cui agli atti del giudizio qui da intendersi integralmente ritrascritti;

In ogni caso

accertare e dichiarare che l’attore ha intrapreso l’odierna controversia contro il terzo chiamato

Cedrola Prospero in evidente malafede e colpa grave e per l’effetto condannare lo stesso attore

Marsilio al risarcimento dei danni in favore del primo per lite temeraria ai sensi e per gli effetti di cui

all’art. 96 c.p.c. nella misura di euro 10.000,00 o fatta salva qualsiasi diversa quantificazione che il

Giudice riterrà all’esito dell’istruttoria o anche in via equitativa, per tutti i motivi di cui agli atti del

giudizio qui da intendersi integralmente ritrascritti.

Con vittoria di spese e compensi professionali.

In via istruttoria

Si insiste per l’accoglimento delle istanze istruttorie articolate a pag. 6 della memoria 183 n. 2 che di

seguito di ritrascrivono: si chiede all’Ill.mo Giudice adito, anche ai sensi dell’art. 210 c.p.c., di

ordinare all’attore e/o al terzo BPM, con sede in Milano, piazza F. Meda n. 4, il deposito in giudizio

della certificazione/documentazione attestante l’estinzione del mutuo suindicato acceso dalla

Babywear S.n.c. nel 2007 (cfr. doc. 6 attore).”

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Concisa esposizione delle ragioni di fatto e di diritto della decisione

L’attore STEFANO GIUSEPPE MARSILIO, quale socio al 50% della SNC BABYWEAR DI

CANGEMI ANASTASIA E MARSILIO STEFANO, ha convenuto in giudizio l’altra unica socia della

snc, ANASTASIA BARBARA CANGEMI, socia al 50% della predetta società, per:

1. sentirla condannare al pagamento di € 142.753,06 quale obbligata in via di regresso per i debiti

della società estinti dall’attore con propria provvista;

2. sentir revocare gli atti di disposizione messi in atto dalla convenuta in data 2.5.2012 e

19.10.2011;

3. sentire dichiarare, infine, lo scioglimento della snc stessa.

A fondamento della propria pretesa, la difesa dell’attore ha esposto:

sub 1.:

in data 5.4.2007, il MARSILIO e la CANGEMI hanno costituito la SNC BABYWEAR DI

CANGEMI ANASTASIA E MARSIGLIO STEFANO SNC (in seguito anche solo

BABYWEAR), diventandone soci in egual misura;

il MARSILIO, quale socio illimitatamente responsabile, ha versato a favore della snc la

somma complessiva di € 142.753,06, di cui:

o € 136.000,00, eseguendo personalmente rimborso di finanziamento per € 160.000,00

concesso dalla Banca di Legnano spa in data 18.10.2007 (doc. 9);

o € 6.522,35, pagando personalmente il trattamento di fine rapporto alle dipendenti

della società LA SELVA e MAPELLI (doc. 10);

o € 49,21, pagando personalmente il costo di utenze telefoniche (doc. 11);

o € 181,50, pagando personalmente il corrispettivo del commercialista (doc. 12),

sub 2:

o in data 19.10.2011 e 2.5.2012, la CANGEMI ha compiuto vari atti dispositivi del

proprio patrimonio che avrebbero diminuito la garanzia generica, prima iscrivendo

ipoteca sulla propria abitazione, a garanzia di un mutuo sottoscritto per finanziare

l’attività commerciale del figlio, PROSPERO CEDROLA (doc. 13), poi, alienando lo

stesso immobile al figlio, per una somma pari alle rate del finanziamento non ancora

rimborsate -finanziamento accollato all’acquirente- maggiorate di ulteriori € 5.000,00

(doc.14);

sub 3: l’intervenuto scioglimento della snc, da tempo inattiva, sarebbe impedito dall’inerzia

della CANGEMI.

All’udienza del 25.03.2015, a fronte della mancata costituzione della convenuta e a seguito di ulteriore

rinvio della prima udienza disposto per rinnovare la notifica dell’atto, “il giudice, rilevato che la

citazione è stata notificata ex art. 140 cpc per la udienza del 5 .11.2013 e che il verbale di rinvio alla

udienza odierna è stato notificato sempre ex art. 140 cpc il 14.2.2014, onde il convenuto era in grado

di conoscere tempestivamente il contenuto della causa per la notifica della citazione e la data di

udienza per la successiva notifica del verbale, su richiesta della parte, dichiara la contumacia della

convenuta”, fissando per la precisazione delle conclusioni l’udienza del 24 aprile 2014.

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Alla successiva udienza del 24.4.2014, “il giudice, rilevato che la domanda di revocatoria proposta

comporta il litisconsorzio necessario dei due contraenti, Banca di Legnano spa o aventi causa e

Prospero Cedrola, ordina l’integrazione del contraddittorio nei confronti di costoro, qualora si voglia

mantenere ferma la domanda di revocatoria nei loro confronti, e fissa termine per la notificazione

degli atti a questi per il 4 giugno 2014 e fissa nuova udienza per il 11 novembre 2014 ore 10.30”.

Con l’atto di citazione a integrazione del contraddittorio, l’attore ha quindi citato in giudizio il solo

PROSPERO CEDROLA, dichiarando di non intendere “proseguire nella richiesta di revocazione

del contratto di mutuo con atto a rogito del notaio Carla Fresca Fantoni in data 19 ottobre 2011,

repertorio 31795/21790”, ed insistendo invece per la sola revocazione dell’atto di compravendita del

2.5.2012.

In data 20.10.2014, la convenuta ANASTASIA BARBARA CAGNEMI si è costituita in giudizio

eccependo:

in via preliminare, la nullità della citazione avversaria non essendo stato rispettato il termine

minimo a comparire di 90 giorni ex art. 163-bis cpc, posto che la prima notifica valida alla

residenza della convenuta si è perfezionata il 19.02.2014 a fronte di un’udienza fissata per il

25.3.2014,

o chiedendo quindi la fissazione di una nuova udienza nel rispetto dei termini a difesa

oppure, in subordine, di considerare tempestiva la costituzione della convenuta;

nel merito, l’infondatezza della pretesa dell’attore, posto che:

o il mutuo contratto dalla società nel 2007 aveva scadenza al 30.9.2022 ed è stata quindi

decisione unilaterale del socio attore quella di estinguerlo anticipatamente, senza che la

CANGEMI fosse informata né dei motivi del pagamento anticipato né di alcuna diffida

di pagamento inoltrata dalla Banca creditrice;

o il credito vantato dall’attore non sarebbe comunque pari all’intera somma versata alla

Banca (€ 136.000,00), quanto piuttosto al 50% di tale somma (€ 68.000,00), essendo i

due soci obbligati in solido;

o la somma di € 6.000,00 versata sul c/c dell’attore (doc. 9 avv.) non avrebbe una

provenienza determinabile e andrebbe quindi dedotta dall’importo di € 136.000,00

versati dall’attore per l’estinzione del mutuo;

o i pagamenti in favore delle dipendenti della snc sarebbero sforniti di specifica prova

documentale;

o quanto alle utenze telefoniche e al corrispettivo del commercialista, i documenti prodotti

dall’attore risultano sforniti dei titoli di pagamento (doc. 11) e in parte illeggibili (doc.

12);

o la CANGEMI ha provveduto a pagare personalmente debiti della snc per l’ammontare di

€ 87.244,00, di cui:

€ 84.400,00 versati sul c/c della società (doc. 3) a seguito di mutuo

appositamente sottoscritto in data 19.10.2011 per far fronte ai debiti della snc

(doc. 2);

€ 2.844,00 versati a favore del commercialista della società, mediante tre assegni

bancari tratti sul c/c personale della convenuta (doc. 4),

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ammontare che quindi, nella misura del 50% (€ 43.622,00), andrebbe posto in

compensazione con il preteso credito dell’attore che, scomputati gli € 6.000,00 di cui

sopra e operata la riduzione del 50%, residuerebbe per soli € 21.378,00;

l’insussistenza dei presupposti per l’esercizio dell’azione revocatoria ordinaria ex art. 2901 cc,

in particolare dal punto di vista soggettivo dovendosi considerare che la convenuta non ha mai

ricevuto alcuna diffida al pagamento dei debiti societari e, pertanto, non poteva avere alcuna

conoscenza dell’eventuale pregiudizio che la compravendita avrebbe potuto sortire nei confronti

dell’attore;

quanto allo scioglimento della società, l’infondatezza della pretesa avversaria, non essendosi la

convenuta mai opposta allo scioglimento della snc e non avendo mai ricevuto alcuna richiesta in

tal senso.

Il terzo chiamato PROSPERO CEDROLA, costituitosi in giudizio, ha contrastato l’azione revocatoria

contro di lui rivolta, eccependo:

l’insussistenza del credito vantato dall’attore verso la convenuta CANGEMI per le ragioni già

esposte dalla difesa di quest’ultima, in aggiunta disconoscendo la conformità all’originale ai

sensi degli artt. 2719 cc e 212 e ss cpc delle ricevute di pagamento prodotte dall’attore sub doc.

10, anche prive di data certa, nonché della copia del documento prodotto sub 12, non essendo in

alcun modo leggibile la firma apposta per ricevuta;

l’insussistenza dei presupposti per l’esercizio dell’azione revocatoria ordinaria ex art. 2901 c.c.,

posto che:

o da un punto di vista oggettivo

l’immobile è stato acquistato al prezzo di € 162.227,27, di cui € 157.227,27

mediante accollo della quota capitale non ancora rimborsata del mutuo stipulato

dalla venditrice;

la cessione dell’immobile da parte della CANGEMI non avrebbe cagionato alcun

danno all’attore, essendo iscritta sull’immobile un’ipoteca di primo grado per €

240.000,00 in favore della mutuante BANCA DI LEGNANO;

in ogni caso, l’attore ha rinunciato all’azione revocatoria nei confronti della

banca mutuante, a favore della quale era stata iscritta l’ipoteca di primo grado

sull’immobile,

di talchè, qualora fosse revocato il solo atto di compravendita, l’immobile

si troverebbe esposto all’azione esecutiva dell’attore senza alcun effetto

sul rimborso del mutuo a favore della banca;

o da un punto di vista soggettivo, difetterebbe qualsiasi presunzione di conoscenza del

pregiudizio in capo all’acquirente, il quale non ha mai risieduto con la madre (doc. 3),

né ha mai avuto in altro modo notizia delle richieste di pagamento indirizzate alla

madre, allo stesso modo mai informata dall’attore.

All’udienza dell’11.11.2014, “il giudice, rilevato che dal momento della notifica della citazione ad

oggi è ampiamente decorso il termine di 90 giorni e che pertanto non vi è motivo di fissare nuova

udienza, anche per l'intervenuto deposito della memoria della convenuta nei 20 giorni dalla presente

udienza, rimette in termini la parte convenuta per la presentazione della domanda riconvenzionale,

revocandone la contumacia; assegna alle parti termini di cui all'articolo 183 comma sesto cpc”.

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Nelle memorie depositate ex art. 183 VI comma cpc, le parti hanno ribadito le proprie difese, in

particolare:

l’attore:

o precisando che sia egli che la CANGEMI avevano effettuato in favore della banca un

versamento paritetico di euro 14.000,00, per complessivi euro 28.000,00 e che egli

aveva inoltre versato ulteriori euro 5.000,000 a saldo di debiti sociali,

o così residuando dunque a proprio favore un saldo pari ad euro [propri versamenti

(142.753,06 + 14.000,00 + 5.000) 161.753,06 – versamenti CANGEMI 84.400,00 =

77.353,06 : 2] 38.676,53;

la convenuta CANGEMI, oltre che evidenziare le difese già esposte e chiedere la condanna

dell’attore ex art. 96 cpc, aggiungendo che:

gli importi da sé versati ammontano ad euro € 87.244,00, come indicato nella comparsa,

e in ulteriori euro 8.994,00, portati dagli assegni prodotti con la seconda memoria, e non

ad euro 84.400,00, minor somma indicata dall’attore;

gli ulteriori € 5.000,00 che l’attore MARSILIO dichiara aver versato sarebbero privi di

qualsiasi riscontro documentale e, quindi, irrilevanti;

anche il pagamento di € 136.000,00 ad opera dell’attore sarebbe sfornito di prova certa,

posto che

o non è stata prodotta alcuna certificazione della Banca attestante l’avvenuta

estinzione del mutuo;

o l’ordine di bonifico (prodotto sub doc. 9 fasc. att.) indica in causale un contratto

di mutuo con numero diverso rispetto a quello cui si dovrebbe riferire (doc. 6

attore);

il terzo chiamato CEDROLA, chiedendo anch’egli condanna dell’attore ex art. 96 cpc ed

eccependo l’inutilizzabilità in giudizio dei doc. 10 e 12 prodotti dall’attore, la cui conformità

all’originale era stata disconosciuta senza alcuna successiva produzione dell’originale da parte

dell’attore;

svolgendo poi l’attore e la convenuta richieste istruttorie sulle quali il g.i. nel frattempo subentrato a

quello originario ha così provveduto all’udienza dell’8.6.2015:

“considerato quanto alle prove dedotte dalle parti:

o che l'emanazione degli ordini di esibizione richiesti dalla convenuta e dal terzo appare

superflua,

quanto agli assegni di cui a pag.6 della seconda memoria della convenuta, l'attore non

avendo specificatamente contestato la destinazione delle somme portate da tali assegni

al pagamento di debiti sociali;

quanto alle dichiarazioni dei redditi dell'attore, tale documentazione non apparendo

rilevante rispetto all'accoglimento delle conclusioni della convenuta;

quanto alla documentazione relativa alla estinzione ad opera dell'attore del mutuo

erogato da BL (oggi BPM) alla snc, la circostanza del versamento da parte dell'attore

degli importi di cui ai documenti prodotti sub 9 nell'interesse della snc non essendo

stata specificatamente contestata dalla convenuta e apparendo poi la contestazione del

CEDROLA quanto al numero del mutuo di per sé inconferente;

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o che è invece da ammettere, quanto al solo primo capitolo, la prova per testi dedotta dall'attore

nella sua seconda memoria, alla cui ammissibilità non pare ostare il divieto ex artt. 2721 2726

cc,

trattandosi di capitolo che riguarda, nei rapporti di regresso tra i soci della snc, il

pagamento di debiti sociali quale fatto costitutivo del diritto di regresso e non già quale

adempimento di una obbligazione tra i soci stipulata,

divieto che, in ogni caso, risulterebbe da superare ex art.2721 cc secondo comma, tenuto conto

dei concreti rapporti tra i soci;

o che non va invece ammesso il secondo capitolo di prova per testi di parte attrice, riguardante

fatti di per sé non rilevanti quanto all'accoglimento delle conclusioni dell'attore;

rigettate tutte le altre richieste istruttorie, ammette la prova per testi dedotta dall'attore nella sua

seconda memoria in relazione al solo primo capitolo”

Espletate quindi le prove orali, le parti hanno precisato le conclusioni,

per l’attore in particolare riproducenti quelle di condanna già ridotte nella sua prima memoria e

con abbandono della conclusione relativa alla declaratoria di scioglimento della società;

per la convenuta indicanti in complessivi euro 96.838,00 i pagamenti da sé effettuati in favore

della snc.

All’esito di tale contraddittorio ed istruttoria nonché delle difese conclusionali, reputa il Tribunale che,

dovendosi ritenere superate dai condivisibili provvedimenti del primo g.i. le questioni preliminari

ancora riproposte dalla convenuta ai punti a) e b) delle sue conclusioni definitive, la domanda di

condanna svolta dall’attore possa essere accolta nei limiti di cui infra.

Al riguardo va innanzitutto considerato che le parti non hanno discusso quanto alla astratta

configurabilità in capo all’attore di diritto di regresso pro quota nei confronti della convenuta, diritto

derivante dall’avere il MARSILIO, quale socio della snc, estinto debiti sociali rispetto ai quali era

condebitrice -oltre che la snc, pacificamente anche oggi priva di patrimonio attivo- l’altra socia

illimitatamente responsabile, appunto la convenuta CANGEMI.

In particolare l’attore, il quale ha inizialmente preteso la condanna della convenuta a rifonderlo

dell’intero ammontare da lui sborsato per conto della snc, ha riconosciuto che il diritto di regresso a lui

spettante sia configurabile solo pro quota, per la metà tale esborso gravando sul suo patrimonio, quale

socio illimitatamente responsabile titolare di partecipazione paritetica rispetto a quella della

CANGEMI.

La controversia riguarda invece la dimostrazione e l’ammontare dei versamenti eseguiti dall’attore

così come dei versamenti a sua volta eseguiti dalla convenuta e da questa opposti in compensazione,

sempre pro quota.

Riguardo a tale oggetto della controversia va quindi considerato, quanto agli esborsi sopportati

dall’attore, che:

il versamento per euro 136.000,00 ad estinzione di mutuo contratto dalla snc è stato

documentato attraverso le produzioni dell’attore sub 9 1 e non è stato specificatamente

1 Sub doc.9 sono prodotti:

contabile bancaria del 28.9.2011 relativa a versamento del MARSILIO per euro 136.000,00 su conto

corrente a lui intestato presso BANCA DI LEGNANO con l’annotazione “per successivo bonifico a

favore di babywear snc per chisura mutuo”;

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contestato dalla convenuta nella sua comparsa di risposta, ove la CANGEMI ha solo dedotto

che per euro 6.000,00 il versamento sul conto dell’attore funzionale alla successiva estinzione

del mutuo sia stato eseguito per contanti dei quali l’attore non ha documentato la provenienza,

contestazione questa:

o da un lato indicativa, ex art.115 cpc, del carattere indiscusso del complessivo

versamento estintivo in quanto tale,

o dall’altro, quanto all’importo di euro 6.000,00, di per sé non dirimente, la

documentazione prodotta dall’attore dando comunque atto della contestualità tra il

versamento eseguito dal MARSILIO sul proprio conto e il successivo bonifico per pari

importo da tale conto a quello intestato alla snc nonché della corrispondenza della

provvista così creata in capo alla BABYWEAR alla successiva “preestinzione” del

mutuo contratto dalla stessa BABYWEAR,

o sì che non può dubitarsi della riferibilità al MARSILIO della provvista da costui fornita

alla snc ed essendo semmai onere della convenuta documentare la provenienza

dell’importo di euro 6.000,00 non dal patrimonio del MARSILIO ma aliunde,

trattandosi di eccezione svolta appunto dalla convenuta,

o ed essendo poi irrilevanti le successive considerazioni difensive, sia della convenuta sia

del terzo chiamato,

in ordine alla mancata produzione da parte dell’attore di documentazione finale

relativa alla eseguita estinzione del mutuo da parte della banca, trattandosi di

documentazione di per sé non indispensabile alla prova di quanto sostenuto

dall’attore,

nonché in ordine ai numeri identificativi del mutuo estinto, numeri che il terzo

chiamato ha dedotto risultare diversi nell’ordine di bonifico prodotto sub 9

dall’attore e nel contratto di finanziamento per atto notarile prodotto sempre

dall’attore sub 6, trattandosi di deduzione che non tiene conto della diversità tra i

numeri di repertorio dell’atto pubblico e numeri identificativi del rapporto

bancario,

o e, dunque, di considerazioni che di per sé non sono in grado di elidere la valenza

probatoria della documentazione prodotta dall’attore, da valutarsi congiuntamente al

complessivo atteggiamento difensivo della convenuta, di sostanziale ammissione della

estinzione del mutuo da parte del MARSILIO con propria provvista, tanto da dolersi, ad

esempio, in varie sue difese, del carattere anticipato di tale estinzione;

i versamenti per complessivi euro 6.522,35, eseguiti in favore delle dipendenti della snc

GELSOMINA LA SELVA e IVANA MAPELLI (cfr. le ricevute prodotte dall’attore sub doc.

10, il cui disconoscimento da parte del terzo chiamato risulta irrilevante all’esito della prova

testimoniale assunta), sono stati confermati in termini del tutto attendibili dalle due lavoratrici,

le cui deposizioni vanno integrate l’una con l’altra, deponendo in senso univoco per la

provenienza degli assegni loro consegnati dal MARSILIO da conto corrente a costui intestato 2;

ordine di bonifico in pari data dallo stesso conto in favore del conto intestato presso BANCA DI

LEGNANO a BABYWEAR per euro 137.000,00 recante la causale “per estinzione anticipata mutuo n.

100 01010199”;

successiva contabile bancaria datata 5.10.2011 e relativa al conto intestato alla BABYWEAR presso

BANCA DI LEGNANO recante come causale “preestinzione finanziamento”. 2 Questo il tenore delle due deposizioni:

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quanto all’esborso di euro 14.000,00 (corrispondente alla metà dell’importo di euro 28.000,00)

di cui alla prima memoria dell’attore, tale versamento -effettuato secondo l’attore

pariteticamente dai due soci su richiesta di rientro della banca- non è stato in alcun modo

tempestivamente contestato dalla convenuta, sicché va ritenuto dimostrato in causa ex art.115

cpc primo comma;

quanto alle ulteriori somme di euro 49,21 e di euro 181,50 indicate dall’attore come da sé

pagate a saldo di debiti della snc relative a utenze telefoniche e a corrispettivi professionali, la

documentazione prodotta dall’attore sub 11 e sub 12 risulta di per sé inidonea a dar prova dei

pretesi esborsi del MARSILIO, consistendo nelle sole richieste di pagamento dei creditori

nonché in una dichiarazione dello stesso MARSILIO, senza che costui abbia prodotto alcuna

documentazione attestante il proprio esborso;

“Sono GELSOMINA LA SELVA, nata a Colle di Mezzo, provincia di Chieti, il 6.11.1961, residente a Cinisello

Balsamo, via Cornaggia n. 19, di professione commessa, indifferente alle parti”.

Interrogata sul primo capitolo di prova di cui alla seconda memoria dell’attore, la teste dichiara:

“dal 2007 fino al 2010, più o meno (sono passati degli anni, faccio fatica a ricordare la data in cui il rapporto

si è interrotto), sono stata dipendente della BABYWEAR DI CANGEMI ANASTASIA E MARSILIO STEFANO

SNC, con mansioni di commessa presso il punto vendita della snc, prima a Cusano Milanino e poi al centro

commerciale La Fontana. Il rapporto è cessato in quanto mi è stato detto che non ci potevano più pagare, me lo

dissero la CANGEMI e il MARSILIO, che erano le persone che gestivano il tutto. Ciò avvenne mi sembra ripeto

nel 2010.

Quanto al trattamento di fine rapporto, posso dire che il sig. MARSILIO mi diede un assegno per €1.200 circa,

corrispondente al residuo di quanto mi spettava a seguito della cessazione del rapporto di lavoro. Non sono in

grado di dire su quale conto fosse tratto questo assegno, che io incassai e andò a buon fine. La restante parte

del mio trattamento di fine rapporto mi era stata corrisposta in precedenza dalla sig.ra CANGEMI”.

ADR: “non sono in grado di ricordare a quanto siano ammontate queste somme che mi vennero pagate dalla

sig.ra CANGEMI. Questo pagamento non avvenne con assegno, ma in contanti, la CANGEMI per vari mesi mi

versò ogni mese circa €600 in contanti, ripeto che non ricordo bene l’ammontare complessivo, comunque può

essersi trattato di pagamenti mensili protrattisi per un periodo di sei –sette mesi”.

ADR: “a quanto ora mi ricordo, era stato il commercialista della snc a predisporre un prospetto recante

indicazione di quanto mi spettava come trattamento di fine rapporto, non ho conservato questo prospetto.

Aggiungo che i primi pagamenti li fece la CANGEMI da me continuamente sollecitata. A un certo punto la

CANGEMI non si fece più trovare al telefono e allora io mi rivolsi al sig. MARSILIO, il quale come già detto mi

consegnò l’assegno.

Ricordo che comunque alla fine tutti i soldi che mi spettavano secondo il prospetto mi erano stati versati”.

ADR: “alla sig.ra CANGEMI io firmai delle ricevute relative ai vari pagamenti; mi sembra di aver firmato una

ricevuta anche al MARSILIO quando mi diede l’assegno, ma ora non ricordo i particolari essendo passato del

tempo”.

“Sono IVANA MAPELLI, nata il 14.4.1968 a Saronno, residente a Seveso in via Piemonte n. 1/B, di professione

commessa, indifferente alle parti”.

Interrogata sul primo capitolo di prova di cui alla seconda memoria dell’attore, la teste dichiara:

“all’incirca dal 2008 e fino all’ottobre 2011 o 2012, essendo passati degli anni non ricordo bene i tempi, sono

stata dipendente della BABYWEAR DI CANGEMI ANASTASIA E MARSILIO STEFANO SNC, con mansioni di

commessa presso il punto vendita della snc a Cusano Milanino. Il rapporto si è interrotto perché il negozio ha

chiuso. Fu il sig. MARSILIO a pagarmi quanto mi spettava come trattamento di fine rapporto.

Il tutto mi venne corrisposto con un assegno, a quanto ricordo ora si trattava dell’importo di €5.200 circa”.

ADR: “ricordo che l’assegno era tratto su un conto corrente del MARSILIO, non ricordo presso quale banca.

Io lo incassai e andò a buon fine”.

ADR: “rilasciai al MARSILIO una ricevuta quando mi consegnò l’assegno”.

ADR: “ripeto che non sono in grado di ricordare con precisione l’anno, ma ricordo la stagione: il negozio

chiuse all’incirca ad ottobre e il MARSILIO mi consegnò l’assegno di cui ho detto al febbraio-marzo dell’anno

successivo”.

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quanto all’ulteriore importo di euro 5.000,00 che l’attore ha indicato come corrispondente ad

assegni da lui tratti sul proprio conto corrente per il pagamento di debiti sociali, nella sua prima

memoria l’attore ha dato atto di produrre le matrici di tali assegni, ma tale produzione non

risulta eseguita, sicché -a fronte delle specifiche contestazioni sul punto delle controparti-

l’assunto dell’attore è rimasto del tutto indimostrato, non avendo il MARSILIO neppure dedotto

al riguardo alcun capitolo di prova.

Per quanto fin qui detto vanno quindi ritenuti accertati esborsi dell’attore in pagamento di debiti sociali

per complessivi euro (136.000,00 + 6.522,35 + 14.000) 156.522,35.

Quanto agli esborsi sopportati dalla convenuta, va poi considerato che:

nella comparsa di risposta la convenuta ha affermato di aver sopportato esborsi per complessivi

euro 87.244,00, corrispondenti per euro 84.400,00 a importi versati dal suo conto personale sul

conto della snc e per euro 2.844,00 a propri assegni bancari consegnati in pagamento di

corrispettivi al commercialista della snc (docc. 3 e 4), vicende entrambe non oggetto di alcuna

contestazione da parte dell’attore in particolare nella sua prima memoria, sicché tali esborsi

vanno ritenuti dimostrati in causa ex art.115 cpc primo comma;

rispetto all’importo di euro 84.400,00, va poi precisato che esso comprende anche la somma di

euro 14.000,00 corrispondente alla metà del versamento di euro 28.000,00, che l’attore ha

affermato essere stato eseguito pariteticamente dai due soci senza, si è visto sopra, tempestiva

contestazione della convenuta;

o tale inclusione dell’importo di euro 14.000,00 nella somma di euro 84.400,00

conteggiata a proprio favore dalla convenuta è poi stata specificatamente ammessa dalla

stessa convenuta (cfr. p. 7 comparsa conclusionale) e risulta del resto dalla

documentazione bancaria prodotta dalla stessa convenuta e riprodotta sub doc.18

dell’attore,

o ma la convenuta ne trae poi una erronea deduzione, affermando che il versamento

essendo stato paritetico da parte dei due soci non se ne dovrebbe tener conto a favore del

MARSILIO, laddove è invece evidente che, avendolo la CANGEMI conteggiato a

proprio credito (appunto includendolo nell’importo di euro 84.400,00), anche per il

MARSILIO la posta di egual importo va considerata a credito, come sopra già accertato;

sempre non contestati specificatamente dall’attore sono poi gli ulteriori versamenti per euro

8.994,00 che la convenuta ha affermato nella sua seconda memoria corrispondere ad assegni

tratti sul proprio conto personale e versati sul conto della snc, e ciò in riferimento a tempestiva

deduzione già svolta nella comparsa di risposta a p.8, sicché anche tali esborsi vanno ritenuti

dimostrati in causa ex art.115 cpc, senza necessità di emanare l’ordine di esibizione richiesto al

riguardo dalla convenuta nei confronti della banca traente;

quanto all’ulteriore importo di euro 600,00 incluso dalla CANGEMI nelle proprie conclusioni

definitive a seguito della deposizione della teste LA SELVA, si tratta di pretesa del tutto

tardivamente dedotta e, in ogni caso, non fondata, la teste LA SELVA (cfr. la deposizione sopra

riportata alla nota 2) avendo solo dichiarato di aver ricevuto pagamenti delle sue spettanze di

fine rapporto (oltre che a saldo dal MARSILIO, come si è sopra visto anche) dalla CANGEMI,

senza nulla precisare quanto alla provenienza di tali pagamenti da fondi personali della

CANGEMI.

Per quanto fin qui detto vanno quindi ritenuti accertati esborsi della convenuta in pagamento di debiti

sociali per complessivi euro (87.244,00 + 8.994,00) 96.238,00.

Conclusivamente l’attore risulta quindi titolare di diritto di regresso pro quota nei confronti della

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convenuta per euro [(156.522,35 – 96.238,00) 60.284,35 : 2] 30.142,17 e la convenuta va dunque

condannata al pagamento di tale somma, in parziale accoglimento della domanda dell’attore.

Passando all’esame dell’unica altra domanda residuata dell’attore, in tema di revocatoria del

trasferimento immobiliare del 2.5.2012 dalla convenuta al figlio, il terzo chiamato CEDROLA, reputa il Tribunale che tale domanda non possa essere accolta, non apparendone dimostrati in modo

univoco i presupposti:

né quanto al danno derivato all’attore dalla cessione in discussione, quale creditore in regresso

della CANGEMI, trattandosi di trasferimento avente ad oggetto immobile già gravato da

ipoteca per il rilevante ammontare di euro 240.000,00 e tale dunque da non poter comunque

rappresentare -dato il minor valore del bene affermato in particolare dal terzo chiamato senza

alcuna smentita da parte dell’attore- cespite idoneo al soddisfacimento del credito dell’attore, e

ciò anche prima del trasferimento;

né quanto al profilo soggettivo,

o da un lato l’attore nulla avendo replicato alle deduzioni della convenuta in ordine alla

carenza di qualsiasi specifica informazione fornitale da parte del MARSILIO, in epoca

precedente al maggio 2012, circa l’avvenuta estinzione da parte di costui di debiti sociali

e quindi circa la ricorrenza di credito di regresso pro quota,

o carenza questa particolarmente rilevante ove si consideri che il più significativo

pagamento di debiti sociali eseguito dal MARSILIO (e la conseguente maggior parte del

suo credito di regresso) corrisponde ad estinzione anticipata del mutuo contratto dalla

snc, estinzione che, come affermato dalla convenuta senza alcuna smentita da parte

dell’attore, è stata decisa unilateralmente dal MARSILIO,

o d’altro lato poi essendo rimasto privo di riscontro specifico l’assunto dell’attore circa la

consapevolezza in capo al CEDROLA della sussistenza delle ragioni creditorie del

MARSILIO verso la cedente CANGEMI, madre del CEDROLA ma con costui non

convivente, come documentato dal terzo chiamato.

La domanda revocatoria dell’attore va quindi rigettata.

Le spese di lite possono essere interamente compensate tra l’attore e la convenuta in ragione della

reciproca soccombenza ed anche tra l’attore ed il terzo chiamato, avendo costui svolto deduzioni

difensive del tutto analoghe a quelle della convenuta.

Non reputa infine il Tribunale ricorrano i presupposti per l’accoglimento delle domande risarcitorie

ex art.96 cpc formulate sia dalla convenuta che dal terzo chiamato e da quest’ultimo riprodotte anche

in sede di conclusioni definitive.

P.Q.M.

Il Tribunale, definitivamente pronunciando, ogni altra istanza disattesa o assorbita, così dispone:

1. in parziale accoglimento delle relative domande dell’attore e operata compensazione in parziale

accoglimento della domanda subordinata della convenuta, accertato quindi il credito dell’attore

nei confronti della convenuta, in via di regresso pro quota per il pagamento di debiti sociali

della SNC BABYWEAR DI CANGEMI ANASTASIA E MARSIGLIO STEFANO, in euro

30.142,17, condanna la convenuta ANASTASIA BARBARA CANGEMI al pagamento di tale

somma in favore dell’attore STEFANO GIUSEPPE MARSILIO;

2. rigetta la domanda revocatoria svolta dall’attore nei confronti della convenuta e del terzo

chiamato;

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3. compensa interamente tra tutte le parti le spese del giudizio;

4. rigetta le domande ex art.96 cpc.

Milano, 8 settembre 2016.

Il Giudice

Elena Riva Crugnola

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Sentenza n. 9989/2016 pubbl. il 09/09/2016RG n. 89330/2012

http://bit.ly/2h9ohF5