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1 anno XI n.1 - Gennaio 2012 - Poste italiane s.p.a. sped in abb. postale D.L. 353/2003 (conv. in L. n. 46 del 27/02/2004) art. 1 comma 1 - DCB - Caserta LUCA CARBONI CAPAREZZA Siamo circondati da… Persone Silenziose! Quante “Tarantelle pè campà…” SANREMO 2012 Ecco i “Big” in gara

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LUCA CARBONI

CAPAREZZA

Siamo circondati da… Persone Silenziose!

Quante “Tarantelle pè campà…”SANREMO 2012Ecco i “Big” in gara

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editorialeG E N N A I O

Cari amici lettori, buon anno!

Un misto di entusiasmo e buoni propositi anima il primo numero del 2012. Stiamo per tagliare il traguardo dei dieci anni di vita, un com-pleanno speciale. Un tassello importante che ci inorgoglisce e al tem-po stesso rappresenta un nuovo punto di partenza. Aver “resistito” due lustri nelle paludi sabbiose dell’editoria è un risultato che credevamo impensabile all’inizio di questa folle scommessa. In tanti si sono persi nei meandri oscuri, pochi hanno resistito vista anche la carenza di im-pegno e professionalità. Noi, per citare Vasco, siamo ancora qua! Tutto ciò ci fa venire voglia di stringere in un unico ideale abbraccio tutti quelli che hanno contributo a rendere prezioso questo difficile quanto esaltante cammino. Da febbraio SET “rivoluziona” grafica e contenuti, potenzia il

proprio sito internet, aumenta i propri canali di diffusione web e radio. I compleanni impor-tanti vanno festeggiati in un certo modo. Nel segno della musica il nostro saluto al 2012. Luca Carboni è tornato in classifica con un album “Senza Titolo” che rispecchia al pieno lo stile di un cantautore che tante emozioni ha saputo regalare in oltre venticinque anni di carriera. 2011 da incorniciare per Caparezza che con il suo “Sogno Eretico” porta a casa disco di pla-tino e tanti complimenti a conferma di un talento che ha sicuramente ancora molto da comu-nicare. Si continua con un tris d’assi formato dal pianista Giovanni Nuti (con il suo progetto dedicato allo swing anni Trenta – Quaranta), dal chitarrista Giacomo Lariccia (che in Belgio è diventato una star) e il grande Guido Tognetti, protagonista ospite di RadioSet. Tognetti, sto-rico direttore artistico di Claudio Baglioni, ci ha aperto le porte di “Radio Ti Ricordi Roma”, dove da anni conduce “Retropalco”, piccolo cult dell’etere, dove i grandi nomi della musica incontrano i giovani talenti. All’interno del numero, troverete i servizi dedicati ai progetti di solidarietà delle associazioni “Una mano per Tharaka” e “V.I.D.A.”. Progetti che vedranno SET in prima linea. In questo nuovo anno i colori dello spettacolo diventano anche i colori della solidarietà. Ancora buon 2012, cari amici. Che sia un anno ricco di belle notizie da raccontare.

“La mia generazione? Sui divani a parlare della crisi…”

LUCA CARBONI

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www.newtoncompton.comwww.cuzzolineditore.comwww.terradicinema.itwww.centroquartonuovo.itwww.radioprimarete.it

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TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI - VISION EDITORIALE SRLSet è edito da Vision Editoriale srl. Tutti i diritti sono riservati. Manoscritti, dattiloscritti, articoli, disegni e fotografie non si restituiscono anche se non pubblicati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in alcun modo senza l’autorizzazione scritta preventiva da parte dell’editore. Gli autori e l’editore non potranno in alcun caso essere responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall’uso improprio delle informazioni contenute.

BENVENUTO 2012! PORTACI BELLE NOTIZIE DA RACCONTARE

TUTTI I COLORI DELLO SPETTACOLO

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Sanremo 2012

Un viaggio “Senza Titolo” per il ritorno del cantautore bolognese

99 Posse e disco di platino: continua il successo della “testa riccia”.

Tra swing e jazz per riscoprire un’Italia che non c’è piuù

Storia di un talento che l’Europa ci invidia, ma che il nostro Paese non conosce....

Tra Celentano, Morandi e Papaleo, ecco il cast del 62° Festival della Canzone

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extra18 - Le storie della V.I.D.A20 - Live Music27 - L’angolo del libro28 - Radio Set30 - Set Talenti

32 - Palco & Scena38 - Set-Fotografico39 - L’angolo della Moda40 - L’arte in mostra44 - Da non perdere

sommario2012G E N N A I O

Luca Carboni

Caparezza

Giovanni Nuti

Lariccia

REGISTRAZIONE: n. 582 del 23/09/2002 presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Ce) - Iscritto al N° 10021 del Registro degli Operatori della Comunicazione - EDITORE: Vision Editoriale srl - SEDE LEGALE: Via Lavatoio, 21/A 82011 Airola BN - Redazione: via Cesare Battisti n. 5 - Caserta Tel. 0823.715215 Fax: 0823.1765209 Email: [email protected] Sito web: www.setweb.it - IN REDAZIONE: Vincenzo Lombardi (Direttore responsabile), Alfonso Papa, Domenico Ruggiero, Italia Vigliotti, Rosario Pascarella HANNO COLLABORATO: Gaetano Ippolito, Loredana Tortora, Wanda D’Amico, Marica Crisci, Stefania Salvi, Angela Carretta, Anna Carfora, Alessandro Tocco, Bruno Musso, Franco Mozzillo, Lorenzo Peluso, Giuseppe Mauriello, Carmen Melisi, Nica Crisci - GRAFICA E IMPAGINAZIONE: Gamma3web DISTRIBUZIONE: Gratuita presso i SETpoint - STAMPA: Pieffe industria grafica - TIRATURA: 15.000 copie.

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TUTTI I COLORI DELLO SPETTACOLO

TanzaniaTra degrado, problemi e disagi nel cuore dell’Africa nera24

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Il 2011 lo ha visto ritornare nei posti che più li competono. Classifiche, radio, pal-coscenici hanno riabbracciato Luca Car-

boni, cantautore prossimo al traguardo anagrafico dei cinquanta, che nella musica italiana ha lasciato una traccia importante, sin dal suo esordio del 1984. Continuan-do a farlo con “Senza Titolo”, album e tour arrivati dopo cinque anni di silenzio, ma an-che di sperimentazione e ricerca confluite in “Musiche Ribelli”, concept albun del 2009 dedicato ai cantautori Anni Settanta. Il nuo-

vo album ci ha riconsegnato un Carboni che racconta il mondo con gli occhi della nuova età, boccia senza appello la generazione anni Ottanta (“sembravano angeli abbronzati, ma ora c’è solo un gran silenzio”), ha ancora vo-glia di guardare l’orizzonte con la speranza di un futuro migliore e, soprattutto, ritorna alla vita artistica con quel linguaggio originale e diretto già incastonato in tanti successi gene-razionali. Il tour, a metà tra l’acustica e l’elet-tronica, è stato l’esclamazione di un progetto meticolosamente confezionato grazie anche a

UNA CARRIERA SCANDITA DA CANZONI ENTRATE NEL CUORE DEL PUBBLICO. MILIONI DI DISCHI VENDUTI E UNA COSTANTE VOGLIA DI RINNOVARSI E SPERIMENTARE NUOVE STRADE. ALLA SOGLIA DEI CINQUANTA IL CANTAUTORE BOLOGNESE E’ TORNATO SULLA SCENA CON DISCO, TOUR E UN VIAGGIO “SENZA TITOLO”.

LUCA CARBONI: “LA MIA GENERAZIONE CON TROPPE PERSONE SILENZIOSE”

servizio a cura di Stefania Salvi

vai su www.setweb.it e guarda la video intervi-sta a Luca Carboni

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collaboratori storici come il pro-duttore Mauro Malavasi. Oltre venticinque anni di musica e grandi affermazioni raccontate in due tempi da un cantautore che, forse, in vita sua non si è montato la testa nemmeno per un giorno.

- Sulla copertina dell’ul-timo album, ci siete tu e tuo figlio Samuele di spalle a scrutare l’orizzonte. Cosa vedi in quest’orizzonte del 2012 per la tua ge-nerazione, ma specialmente per quella di tuo figlio?

“Un’immagine che dice tante cose ed è per que-sto che l’album si chiama “Senza Titolo”. Quel-lo che vediamo è il futuro e io spero di guardar-lo con ottimismo, ma per questo credo si debba mettere in campo tanto spirito di sacrificio e tanta energia che adesso tra i giovanissimi non vedo proprio fino in fondo. Credo che si debba recuperare quell’energia che hanno avuto i no-stri genitori, le generazioni che ci hanno prece-duto e che hanno attraversato momenti difficili come la guerra venendone però fuori”.

- Tema portante dell’ultimo album è il viaggio, quindi, una sorta di parallelo tra passato e presente. Questa è la motivazio-ne che ti ha spinto a ripescare dall’archivio la canzone “Il Fiume”, scritta a 14 anni?

“Si tratta di una canzone extra all’interno dell’ultimo album che è stato scritto tutto nell’ultimo periodo ed è una fotografia di quel-lo che sento e che vivo ora. “Il Fiume” è una canzone scritta a 14 anni ed è la prima mu-sica che ho messo insieme a quell’età, mentre il testo l’ha realizzato il cantante della nostra band di allora, la Teobaldi Rock. L’ho volu-ta mettere come bonus track su I-Tunes per-ché ci chiedevano di avere un elemento in più per favorire lo scarico legale su questo canale. Questo brano del passato come tema si legava benissimo alle canzoni di quest’album”.

- Hai spesso cantato il mondo delle giovanissime. Da “Farfallina” in poi hai cullato loro sogni e i loro progetti. Oggi più di allora pensi che ci sia “più bisogno di affetto”?

“Il bisogno d’affetto c’è sempre e comunque. “Farfallina” è stata una canzone soprattut-to autobiografica. Parlavo di me nonostante i riferimenti al femminile. Le mie canzoni si ri-volgevano non solo alle ragazze. Certo l’affetto

e l’amore sono qualcosa che ci dev’essere sempre e dobbiamo sempre lavorare per non metter-lo da parte”.

- Nell’ultimo singolo, “Ric-cione- Alexander Platz”, po-lemizzi contro una genera-zione, quella degli anni Ot-tanta. Proprio in quel periodo

nasceva il “fenomeno Carboni”, con delle canzoni che sono diventate generazionali. Quanto ti è costato, in termini di affetto, questo brano?

“Si tratta di una canzone un po’ amara perché faccio una critica alla mia generazione che è sparita. Una generazione che non incontro più. Siamo un po’ tutti chiusi nelle nostre case, sui nostri divani a pensare, magari, al passato, alla carriera, alla crisi. Insomma, una genera-zione che ha messo poche idee e poca creati-vità in campo, specialmente nel sociale e nel politico”.

- Nell’ultimo album c’è un brano, “Provincia D’Italia”, in cui tu sostieni che la provincia, probabilmente, non è ancora pronta per certe esperienze. Tu stesso, ti sei trasferito a Zocca, in collina. La provin-cia è un patrimonio del nostro Paese oppu-re qualcosa di ancora poco sfruttato?

“La nostra provincia è meravigliosa e credo ab-bia un potenziale incredibile. Il turismo dovreb-be valorizzarla anche per il futuro. Abbiamo dei territori meravigliosi e della gente straordi-naria che ci vive. Naturalmente, come in tutte le cose, ci sono gli aspetti positivi e negativi. Avendo la possibilità, grazie ai concerti, di gi-rare e conoscere la provincia italiana, inizian-do dai piccoli paesi di montagna, ho notato che

“NON SONO CONTRO

I TALENT, MA PERCHE’NON SI VANNO PIU’

A CERCARE I GIOVANI AUTORI, MA SOLO GLI

INTERPRETI?”

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c’è ancora molta chiusura verso il nuovo e in questa canzone ho voluto denunciare questo aspetto”.

- Facciamo un salto al 1995: gli anni Novanta sono stati importanti per te e li hai cantati anche all’interno di un brano, “Inno Nazionale”, una canzone contro l’o-dio e contro il razzismo. Siamo “ancora troppo italiani”?

“Sono accadute tante cose. Quella canzone nacque in un momento in cui sembrava che la situazione fosse più drammatica tra di noi. In-vece poi c’è stato un grande arrivo di extraco-munitari e questo, probabilmente, ha spostato l’attenzione su altre situazioni. Da quella can-zone, che resta comunque un brano attuale nel tema delle divisioni e del razzismo, credo ci sia stato un miglioramento nel nostro paese e la realtà sia meno drammatica”.

- Il secondo singolo dell’album è stato al centro di una polemica, in cui pe-raltro hai ricevuto la solidarietà di amici e colleghi in primis Lorenzo Jovanotti. La canzone in questione è “Cazzo, che bello l’amore” che ha subìto una sorta di censu-ra da parte di alcune radio. Cosa è succes-so? Abbiamo fatto un passo indietro?

“Sicuramente è un passo indietro. La mia sto-ria musicale è stata accelerata proprio dalla fortuna che ho avuto di lavorare, nell’83, al pri-mo disco degli Stadio come paroliere. Ho scrit-to una canzone in questo album che è stata molto suonata, è stata anche colonna sonora di un film e che aveva per titolo “Grande figlio di puttana”. Un testo scritto da Lucio Dalla e che si diceva fosse dedicata al chitarrista de-gli Stadio. Sta di fatto che questa canzone non subì alcuna censura. Incredibile quello che è successo per “Cazzo, che bello l’amore”, can-zone amatissima, comunque, dai fans e duran-te i concerti”.

- Luca, la nuova discografia: ai tuoi tempi c’era la gavetta e si poteva capita-re essere scoperti, per esempio, da Lucio Dalla. Oggi invece, ci sono le accademie e i talent show. Non credi che la produzio-ne di questi fenomeni “usa e getta”, possa compromettere quello che è il nostro pa-trimonio canoro?

“Penso che dai talent show può venire fuori un grande interprete. Ci sono stati dei momenti in cui un interprete non riusciva a venire fuori perché tutti cercavano o solo le band o solo i

cantautori. Ora siamo alla situazione opposta: gli interpreti trovano spazio nei talent show ed hanno l’opportunità di dimostrare le loro doti vocali, mentre invece non c’è più chi va a cer-care giovani autori che possano rinnovare la scena musicale italiana. Stiamo anche vivendo un grosso periodo di crisi dell’industria disco-grafica: pochi fondi, poca possibilità di investi-re sui giovani e quindi bisogna vedere se dalla rete o dai nuovi sistemi che nasceranno, potrà esserci lo spazio per nuove proposte”.

- Luca, le band si sciolgono: non solo il titolo di un tuo grande successo ma an-che la realtà. Infatti, il 2011, ha visto scio-gliersi una band storica come quella dei Rem. Cosa pensi in merito?

“Sono tante le band che si sono sciolte ma per fortuna, i Rem non l’hanno fatto subito ma dopo aver dato tanto. Mi fa sempre dispiacere perché è un mio sogno, quando ero piccolo, era quello di far parte di una band e di invecchia-re con quella band. Quelli che hanno resistito tanto come i Rem, i Police, i Beatles che hanno dato molto alla musica”.

- Hai diecimila fan su Facebook e settemila su Twitter: come ti trovi su que-sta piazze virtuali?

“Credo che l’esperienza di queste piattafor-me sia molto più interessante per gli anonimi che entrano in connessione fra di loro e hanno un’opportunità di stabilire contatti con tantis-sime persone. Di sicuro è un vantaggio anche per noi artisti, anche se la vedo meno affasci-nante perché si corre sempre il rischio di fare pubblicità a quello che facciamo e non consi-deriamo questi social network come un modo nuovo di incontrarsi”.

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“Io vengo dalla Luna che il cielo vi attraver-sa, e trovo inopportuna la paura per una cultura diversa. Chi su di me riversa la sua

follia perversa arriva al punto che quando mi vede sterza. Vuole mettermi sotto sto signorot-to che si fa vanto del santo attaccato sul cru-scotto, non ha capito che sono disposto a stare sotto, solamente quando fotto. Torna al tuo pa-

ese, sei diverso!”. Non ci sono parole migliori per presentare un piccolo genio della musica italiana. Estroverso, perverso, eretico, sopra le righe, esageratamente spudorato? Forse, ma queste restano solo etichette. Gli argo-menti scottano e spesso sono scomodi, ma quello che arriva meglio è la realtà dei fatti è l’ironica verità con la quale si approccia. E

CAPAREZZA: “2012, LA FINE DEL MONDO? NO, FORSE LA FINE DELL’UOMO…”

UN ANNO VISSUTO IN COPERTINA TRA HITS RADIOFONICHE, NUOVI PROGETTI E IL DISCO DI PLATINO CONQUISTATO CON “IL SOGNO ERETICO”. UN PICCOLO GENIO DELLA MUSICA SI RACCONTA. TRA CANZONI, TELEVISIONE E POLITICA. NATURALMENTE SENZA PELI SULLA LINGUA.

servizio a cura di Wanda D’Amico

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non sta fermo mai! Mente, corpo, lingua. Nes-suno osi fermare Michele Salvemini, in arte Caparezza, perché è di questo che abbiamo estremamente bisogno. Un anno da protago-nista appena concluso con hit radiofoniche, tour e una vitalità artistica che si rinnova ciclicamente. Senza dimenticare collabora-zioni e tanti progetti futuri che vedranno la luce nell’anno appena iniziato. Altro che “Ma-linconia”, Caparezza (testa riccia in dialetto molfettese) mette in bacheca un disco di pla-tino e un “Sogno Eretico” che ha lasciato una lunga scia.

- Partiamo dalla fine. La recente par-tecipazione allo show di Fiorello con la pa-rodia di “X Factor”; per il pubblico quanto può essere utile uno spettacolo come quel-lo di Fiore e quanto un talent show è la vera alternativa rampa di lancio per nuovi talenti?

“Show come quelli di Fiorello sono utili per chi ama spettacoli di quel genere. Io l’ho apprezza-to come apprezzo Rosario. Dato il mio persona-le concetto di televisione, per me, è stata molta utile quella ospitata. A riguardo di program-mi come “X-Factor” non credo rappresentino un’alternativa fino a quando non lo saranno realmente, ovvero quando saranno scevri di tutta la parte emotiva: il pianto, la disperazio-ne di chi non è stato ammesso, piuttosto che il salto alle braccia del papà o la mamma di chi è stato preso. L’emozione va tolta dalla musica”.

- Un 2011, meno ironico e più comu-nicativo del solito. Cosa vuoi dire che non è ancora stato detto di questo nuovo go-verno tecnico?

“Per quanto riguarda il governo tecnico si è in-sediato da talmente poco che non ho tantissi-mo da dire. Sicuramente non mi sembra quella grandissima alternativa che ci si prospettava e che ci aspettavamo. Però, più che indagarci su come siamo messi oggi quando si parla di crisi bisognerebbe smetterla di parlare come se fos-simo affetti da un’epidemia arrivata da fuori, c’è sempre un motivo per cui esiste la crisi. Se la crisi è del sistema economico che ci impon-gono, non credo che le persone che ci lavorano con questo sistema economico possono in qual-che modo risolvere la situazione. Nemmeno un governo tecnico”.

- “Il Sogno eretico” è stato, di recen-te, premiato con il disco di platino. Chi e cosa senti di dover ringraziare per questo?

“Le persone che lo hanno sostenuto. Io faccio un mestiere che si basa esclusivamente sul gradimento del pubblico, di mio ci metto la mia onestà intellettuale. Cioè faccio delle cose che mi piacciono senza dovermi sentirmi ob-bligato, senza alcun tipo di pressione. Quindi non posso che ringraziare la gente che mi se-gue sempre con interesse”.

- “La fine di Gaia, dedica ai maya e alla presunta fine del mondo. Ci spieghi il perché di questa parentesi fatalista?

“In realtà non esiste la fine del mondo, esiste la fine dell’uomo, forse, ma il mondo si adat-ta. Questa canzone è nata dopo aver visto uno show di George Carlin che appunto afferma-va, cioè che il mondo alla fine si è sempre adat-tato a tutto dall’era glaciale, dinosauri, qualsi-

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asi forma di catastrofismo. L’uomo deve stare attento è la sua vita che è in forse, non quella del pianeta terra”.

- Hai preso parte al brano ed alla re-alizzazione del videoclip di “Tarantelle pe campà” dei 99 Posse. Come nasce questa collaborazione e come sei arrivato a loro?

“Mi hanno chiamato, sono rimasto lusingato perché sono un supermega fan dei 99 Posse li considero uno dei gruppi fondamentali della mia crescita artistica e quindi non potevo che accettare il loro invito. Un’esperienza fantasti-ca che prestissimo coinvolgerà anche il pubbli-co. Per il momento c’è un video che rende bene l’idea...”.

- Un pensiero sul festival di Sanre-mo? Ci torneresti?

“Solo se si chiama Club Tenco, che lo fanno co-munque a Sanremo”.

- Sei stato di recente in concerto negli Stati Uniti. Sei tornato con qualche consapevolezza in più? Hai notato grandi differenze?

“Noi italiani abbiamo più di una carta da gio-carci, da quelle parti. In primis il pubblico

americano ormai è stufo della musica standar-dizzata propinatagli dai media, e in secondo luogo, ovunque nel mondo, abbiamo sempre un appeal forte, perché depositari di una tradizio-ne artistico-culturale fortissima. Ecco perché penso che l’Italia debba tornare ad essere un Paese che esporta arte in tutte le sue forme, in tutti i continenti. E’ il momento di forte crisi che richiederebbe, da parte di tutti, uno sforzo in più per seguire questa via. Mi va bene che si continui a puntare sugli artisti mainstream già affermati a livello mondiale, ma fermarsi a questo sperando che senza ulteriori provve-dimenti la situazioni possa ripararsi da sola è puramente utopistico. Oltre alla discografia, questa situazione occorre che la comprendano anche le istituzioni. Si fa tanto per la moda, per l’enogastronomia e per il turismo, dimen-ticandosi completamente della musica. E non c’è niente di più sbagliato, perché, nemmeno troppo lentamente, si stanno affermando delle realtà sempre più solide a livello internazio-nale. Però – conclude Caparezza – qualcosa non scatta, per chi - tanto le case discografi-che quanto le istituzioni - ha una prospettiva solo italiana, e tutto sta diventando molto più complicato. Occorre invece essere consapevo-li, tutti, dal semplice ascoltatore all’artista, di quante potenzialità si stiano esprimendo ades-so sul panorama tricolore”.

vai su www.setweb.it e guarda il video di “Tarantelle pè campà” con i 99 Posse

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Provate ad immaginare un ambiente non molto luminoso, con delle lampade in stile liberty, delle piante. Chiudete gli oc-

chi per sentire i profumi tipici degli anni Qua-ranta, provate ad immaginarvi in un posto così, aggiungete un gatto, perché gatti e mu-sica sono le cose più belle del mondo. Siamo in un salotto rilassati, accolti in un calore che abbraccia. Dimenticate le luci al neon e met-teteci molto gusto e create con poco l’ambien-te caloroso per accogliere questo disco e que-sti brani e creerete il suo posto. Parlare con Giovanni Nuti è illuminante. “Vivere senza malinconia” è l’ultimo album di questo gran-de musicista, dedicato interamente al grande swing italiano anni Trenta-Quaranta. Parlare

di malinconia con gli artisti è come sfonda-re una porta aperta. Un po’ tutti lo sono. Ma c’è l’altra faccia della medaglia, quella del non prendere troppo sul serio questa malinconia e il non prendere sul serio nemmeno se stes-si. Giovanni cita Tiziano Terzani: “Gli artisti sono coloro che salveranno il mondo” e conti-nua “l’artista regala una speranza, va a creare quell’oasi in cui uno si può riparare e rivedere”. Toscano di Viareggio, Giovanni Nuti vanta già sette album e collaborazioni prestigiosis-sime come quelle con Roberto Vecchioni, Lucio Dalla, Milva, Enrico Ruggeri, Mango e soprattutto con la poetessa Alda Merini. Nel nuovo lavoro un sublime viaggio musicale con successi da grammofono come “Bellezze in

GIOVANNI NUTI: “RICANTO I CLASSICI DELLO SWING PER VIVERE SENZA MALINCONIA”

IL MUSICISTA TOSCANO PRESENTA IL SUO NUOVO LAVORO INTERAMENTE DEDICATO ALLE INTRAMONTABILI CANZONI DEGLI ANNI TRENTA – QUARANTA. UN ALBUM DALLE CHIARE TONALITA’ JAZZ CON UN RICORDO PARTICOLARE PER LA POETESSA ALDA MERINI ALLA QUALE VENGONO DEDICATE DUE CANZONI.

servizio a cura di Wanda D’Amico

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bicicletta”, “Ho un sassolino nella scarpa”, “Mille lire al mese” e “Polvere di stelle”. Un progetto nel quale è stato affiancato da jazzisti italiani molto quotati come Marco Brioschi alla tromba, Alfredo Ferrario al clarinetto e Giorgio Deleo al pianoforte.

- Giovanni, rivisitare i brani capisal-di della musica swing e jazz degli anni 40 è una cosa piuttosto normale nel panorama della musica internazionale, ma in Italia è molto molto raro. Da dove nasce l’idea?

“L’idea nasce casualmente, ma non a caso. Questi brani mi venivano cantati da Alda Merini al telefono. Lei è stata la mia musa ispiratrice. L’anno scorso mi invitarono a par-tecipare ad un festival jazz a Milano, dove mi chiesero di portare un repertorio il più possibi-le particolare. Così mi venne in mente questo lavoro, ho messo insieme un band composta da otto elementi, abbiamo cominciato a prova-re i brani e ne venne fuori uno spettacolo che è stato un vero successo. La gente più anzia-na si sentiva catapultata in un passato che gli apparteneva, i più giovani invece erano incu-riositi da questi brani che rievocano comunque uno stralcio storico non indifferente per l’Italia. Credo sia molto importante fare questo tipo di rievocazione ora, non l’ho fatto per moda, ma perché nel periodo che stiamo vivendo è bene ricordare, attraverso questi brani, che nono-stante tutto anche in tempi peggiori, all’epoca c’era il fascismo e la guerra, una canzone può aiutare a vivere meglio”.

- Spesso si sente dire la musica è poesia, oppure, la poesia è musica. Qual è la verità, considerando che hai messo le mani nella vita di entrambe queste due for-me d’arte.

“Ho iniziato da piccolissimo a mettere le mani in entrambi i mondi, quello della musica e quello della poesia. Il perché di questa “pratica” così preco-ce per me è un mistero. A dieci anni musicavo Pascoli. Poi mi sono spinto a Garcia Lorca, fino ad arrivare alla grande Alda Merini. Con lei ho musi-cato la vera poesia. Mi ritengo un privilegiato, senza merito. Sono stato l’unico musicista che Alda abbia veramente accettato. Diceva che io riuscivo a trasmettere in musica la sua poesia. Credo che tra poesia e musica ci sia un vero e proprio matrimonio, la musica ti permette di far avvicinare alla poesia, gen-te che prima non si sarebbe mai avvicinata a questo mondo e così è successo. Molti ragazzi che non conoscevano Alda, dopo averla sentita in musica sono diventati dei veri ammiratori”.

- Per quanto i brani inseriti nell’al-bum “Vivere senza malinconia” siano ri-pescati da tempi molto lontani, il tema è spaventosamente attuale. Credi che avre-mo la voglia e la forza di vivere senza ma-linconia, nonostante il periodo storico che stiamo vivendo?

“Penso assolutamente di si, perché è la voglia di vivere che ci guida. Questa voglia ci viene dal fatto che siamo consapevoli che la vita è un dono di Dio, è una cosa molto grande ed è proprio nei momenti difficili che si fa più forte. E’ un fatto naturale, tutti siamo legati alla vita e vogliamo vivere bene. Sono molto fiducioso, ce la faremo alla grande. Oggi inoltre abbiamo molti strumenti, da un lato è un bene, dall’al-tro insomma. Ma se troviamo qualcuno che ci indichi come usarli, ne faremo l’uso migliore proprio per venirne fuori al meglio”.

- E’ inevitabile e doveroso chiederti dell’incontro con Alda Merini. Quale l’inse-gnamento e il consiglio che più ti è rima-sto caro?

“E’ inevitabile dire che lei è sempre con me, anche in quest’album ho inserito due nostri brani rivisitati in chiave jazz. Riguardo a ciò che più porto dentro di lei, l’immagine e l’in-segnamento che ho sempre davanti gli occhi è sempre la gioia. Ho molte foto ed immagini sue in casa, ma quella sulla quale mi soffermo di più è un’immagine nella quale lei sorride. Lei mi ha davvero insegnato che siamo su questa terra per la gioia e meglio di lei nessuno può dirle, visti gli anni passati in manicomio. L’uo-mo è sulla terra per celebrare la vita non per

soffrire, quindi, la sofferenza c’è, è inevitabile, ma va usa-ta fino ad un certo punto e poi messa da parte altrimen-ti diventa patologia. Il nostro senso nella vita è quello di trovare dentro di noi la gioia ed è fatta quasi di niente, di piccole cose, non è l’accumulo che ci da la felicità, anzi meno cose abbiamo e meglio si sta, ma consapevoli di quello che abbiamo”.

- Cosa vorresti dire di questo lavoro che nessu-

no ti ha chiesto e che tu invece ci tieni che si sappia?

“E’ un album che ho fatto per divertimento, perché mi è piaciuto reinterpretare brani che fanno parte della nostra storia. Vorrei tanto che fosse in tutte le case degli italiani. Può es-sere utile e come memoria e come momento di relax. Sono un esteta e mi piace creare atmo-sfera e questi brani sono il massimo...”.

© Riproduzione riservata

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Nonostante sia fuori dall’Italia da un pò ci rientra benissimo. A volte “scendendo peda-lando”, altre con immensi “colpi di sole”. Ma non è solo di musica e poesia che stiamo par-lando, ma di una vera e propria storia. Per niente banale. Storie d’amore e di bellezze, di dignità offese e di aneddoti a noi sconosciuti. Di lui si può leggere di assonanze e somiglian-ze con tanti cantautori del nostro panorama. Giacomo Lariccia, però, è principalmente se stesso con una sensibilità rara che gli per-mette attraverso la musica di raccontare e di raccontarsi in modo straordinario, percorren-do strade che altri non avrebbero potuto fare meglio. Strade personali e molto sentite. Lui è un cantante e chitarrista che vive da dieci anni a Bruxelles. Vincitore di diversi premi in

Europa, dal 2009 ha iniziato a proporre un nuovo progetto di musica italiana aggiudican-dosi diversi premi in tutta Europa. Oggi è in promozione con “Colpo di sole” e nello speci-fico con i due singoli “Povera Italia” e “Scen-do pedalando”. L’occasione per conoscere un musicista che l’Europa ci invidia, ma che il nostro Paese conosce ancora poco.

- “Colpo di sole”, una produzione collettiva un po’ bizzarra che ha dato vita ad “Avventura in musica”. Di cosa si trat-ta?

“Potrei dire – esordisce Giacomo Lariccia – che “Avventura in musica” è stata una reazione

A SPASSO CON GIACOMO LARICCIA: “SONO SCAPPATO DALL’ITALIA PER DIVENTARE UNA CELEBRITA’”

IN BELGIO E’ UN’AUTENTICA STAR. IL SUO JAZZ CARICO DI WORLD FUSION CONQUISTA CLASSIFICA E CRITICA. NEL NOSTRO PAESE I DISCOGRAFICI CONTINUANO A NEGARGLI UNA POSSIBILITA’, MA LUI HA INVENTATO UN MODO NUOVO DI FARSI CONOSCERE COINVOLGENDO IL PUBBLICO NELLA SUA “AVVENTURA IN MUSICA”.

servizio a cura di Wanda D’Amico

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spontanea alla depressione del mercato della musica di oggi. Dopo aver vinto diversi concorsi sono andato a parlare con alcune etichette discografiche. Nel peggiore dei casi mi dicevano “quello che fai è bello ma non basta: oggi la musica non aggrega più”. Nel migliore dei casi mi mandavano un contratto di produzione e sparivano nel nulla. Insomma uno scenario desolante che avreb-be scoraggiato molti. Mi sono chiesto: “Chi è coinvolto in una canzone? Chi la scrive e chi la ascolta!”. Da qui sono partito con l’idea di coinvolgere chi ascolta la mia musica non alla fine della produzione ma all’inizio. Su www.avventurainmusica.com si possono vedere i volti delle persone che hanno accettato di par-tecipare come produttori alla nascita di “Colpo di sole”. Cento persone coraggiose e incuriosite da una nuova avventura musicale, hanno se-guito tutta la registrazione, hanno partecipato ad alcune scelte fondamentali, alcuni di loro hanno partecipato come attori alla registrazio-ne del primo videoclip o di alcune scene di folla nel disco. Ho fatto una serie di concerti nelle case dal titolo “un concert chez moi” durante i quali spiegavo e raccontavo il mio percorso per-sonale, le storie che ci sono dietro ai brani del disco e raccontavo l’idea di “Avventura in mu-sica”. “Colpo di sole” non è una semplice “au-toproduzione”, ma una produzione collettiva. Avventura in musica è stata la dimostrazione che la musica può ancora riunire le persone e che da questa crisi, che ormai ci tocca tutti, ci salveranno le relazioni umane....”

- Perché è stato così difficile trovare un’etichetta che ti producesse?

“Perché la scommessa sul talento non esiste più. I professionisti del settore sono terrorizza-ti. Questo non porta grandi ventate di ossigeno in un mondo, quello disco-grafico, che sta soffocando. Quando riesci ad ottenere delle proposte di contratto e leggi i dettagli troverai scrit-to: tu scrivi i brani, produci il disco, stampi le copie, li porti alla distribuzione dalla qua-le compri 300 copie iniziali per poi rivendertele ai con-certi. Condizioni che io tro-vo offensive e che mi fanno pensare che forse è meglio cercare altrove”.

- Che ambiente, a livello musicale, hai tro-vato in Belgio?

“La bellezza di Bruxelles è che tante persone sono attente e interessate a ciò che è nuovo

e originale. Il mio primo disco “Spellbound”, un disco di jazz moderno con influenze di world music, ha ricevuto dalla stampa e dal pubblico un interesse che mi ha la-sciato basito. Il fatto che un disco, di jazz, opera prima di uno sconosciuto (e per di più

straniero) ottenga la prima pagina di Le Soir Culture (l’equivalente dell’inserto culturale del Corriere della Sera) trovo che sia eccezio-nale. Detto questo la città di Bruxelles è una capitale internazionale, piena di stimoli, un crocevia di culture, lingue, dialetti. Dove nes-suno è straniero perché tutti un pò lo siamo. In più è una città a misura d’uomo. Insomma: tutta una serie di condizioni musicali e uma-ne che mi fanno amare profondamente questa città. La cosa divertente è che questo disco, “Colpo di sole”, qui viene proposto e recepito a metà fra la world music (perché in italiano) e il jazz (perché sono conosciuto come jazzista)”.

- Il singolo che promuove “Colpo di sole” è “Povera Italia”. Inevitabile chie-derti quali sono le reali problematiche che affliggono il popolo italiano e quali le spe-ranze di risollevarsi.

“Il primo singolo è stato “Scendo pedalando”, seguito da “Povera Italia” che ha suscitato (in Italia) molto interesse e tanti dibattiti. Il fatto che sia stato condiviso (sui social network e per email) e visto migliaia di volte in pochissi-mo giorni dimostra che tante persone ci si ri-specchiano. Il disagio provato in questi anni è stato forte: per noi all’estero e sicuramente per gli italiani in patria. Sono una persona positiva, in genere, e penso che l’Italia che ha “il corag-gio di rialzar la testa” avrà anche il coraggio e la forza di superare questa crisi economica, ma soprattutto di riempire questo vuoto pneumati-co che ci ha avvolti in questi anni. Sono gli anni

in cui la mia generazione è cresciuta: anni nei quali il più pervasivo, e spesso l’u-nico, dei modelli di vita pro-posti era quello di consuma-tore: di beni, servizi, affetti. L’idea che solo il “consumo” possa portare avanti la no-stra società ci ha portato a uscirne “consumati”, logora-ti e profondamente in crisi”.

- Quante sono le pro-babilità di vederti tornare in Italia con la tua musi-ca?

“Sono in contatto con alcuni organizzatori, in Puglia soprattutto. Spero che per l’estate 2012 si potrà venire con tutto il gruppo a suonare in Italia....” © Riproduzione riservata

“IN BELGIO MAGGIOREATTENZIONE PER LE

NOVITA’. CON I GRANDIQUOTIDIANI CHE PARLANO

DEI GIOVANI TALENTI…”

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una rubrica a cura di Vincenzo Lombardi

Le storie della

Si apre un nuovo anno per i ragazzi di “V.I.D.A.”, la libera associazione di volonta-riato creata da un gruppo di giovani studenti

guidati da padre Miguel Cavallè. Si è chiuso un 2011 importante per tutti. La costituzio-ne dell’associazione, la missione in terra in-diana, il raggiungimento dei primi importanti obiettivi, l’impegno a continuare sulla stra-da intrapresa per essere sempre più vicini alla drammatica situazione che centinaia di bambini, disabili ed anziani vivono quotidia-namente a Calcutta. “V.I.D.A.”, non avendo fonti di finanziamento istituzionali, realizza le sue attività grazie a una grande rete uma-nitaria tessuta in questo primo anno di vita. Il costante aiuto dei sostenitori, i fondi rac-colti durante iniziative speciali, l’encomiabi-le lavoro di volontari e simpatizzanti. Ormai i volontari dell’associazione si sentono parte integrante nella lotta per lo sviluppo per quel-la parte di popolazione mondiale che più ne necessita. Il sostegno ai più piccoli e indifesi resta il primo obiettivo da perseguire. Previ-sti tanti interventi atti ad un miglioramento delle condizioni generali di vita dell’intera comunità ove risiedono i bambini. Anche il nuovo anno, quindi, si apre su una precisa linea guida che sarà alla base dei nuovi im-pegni. Cooperare allo sviluppo dei paesi più

Sul sito internet www.vida-ong.org è possibile avere tutte le informazioni per diventare sostenitori di “V.I.D.A.”. E’ possibile fare delle donazioni tramite bonifico bancario oppure attraverso il classico bollettino. Inoltre si può diventare socio sostenitore grazie a una donazione di € 50,00 e diventare “Amico di VIDA”. Senza dimenticare la possibilità di donare il 5x1000 del proprio reddito. Sulla pagina web ufficiale di “V.I.D.A.” tutte le info a riguardo e le modalità per conoscere da vicino programmi e progetti dell’associazione.

ISTRUZIONE, CURE E UN FUTURO DIGNITOSO. ECCO I PROGETTI 2012 PER STARE VICINO AI PIU’ DEBOLI

Un momento della Missione a Calcutta di agosto 2011.

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poveri e meno industrializzati, sostenere la realizzazione di progetti plurisettoriali nei pa-esi in via di sviluppo principalmente a favore dell’infanzia abbandonata, svolgere attività di studio, ricerca, informazione, sensibilizzazio-ne ed educazione sui problemi dello sviluppo, tutelare i diritti fondamentali dell’infanzia e dei minori del mondo, provvedendo ai bisogni fondamentali come cibo e assistenza sanita-ria senza dimenticare studio e crescita in un ambiente sano. L’anno appena concluso ha permesso all’associazione di appoggiare tre-dici centri destinati ad aiutare i più poveri tra i poveri in India. Dai centri fondati da Madre Teresa di Calcutta (ospedali ed orfanotrofi), alla casa per bambini affetti da gravi handi-cap, passando per il grande lebbrosario che ospita circa 750 persone con le loro famiglie offrendo cure, dignità e speranza. Senza di-menticare tantissime altre case accoglienza dove vivono bambini abbandonati, ciechi e in gravissime situazioni di salute. Particolare attenzione è stata data alla “New life e New hope little girl” che accoglie ragazze orfane strappandole alla strada e al concreto dram-ma della prostituzione. Un lavoro costante, certosino, dove non si abbassa mai la guar-dia. Un gruppo di giovani che ha sposato la causa della solidarietà in maniera così inten-sa da andare oltre gli obiettivi prefissi. Una vera e propria “missione”, come quella che i ragazzi di “V.I.D.A.” intraprendono ogni anno nel mese di agosto, raggiungendo il cuore dell’India e prodigandosi per quasi un mese nei centri di maggiore necessità, superando ostacoli e difficoltà che in quel di Calcutta sono all’ordine del giorno. “Sicuramente un’e-

sperienza forte - spiega il presidente padre

Miguel Cavallè - che porta i nostri volontari a contatto con una realtà che stravolge le co-scienze. Immagini e situazioni scioccanti che al tempo stesso aiutano a crescere e a cambiare gli schemi di valutazione della vita. Questi ra-gazzi sono diventati in poco tempo protagonisti nella lotta per lo sviluppo di quella parte del-la popolazione mondiale che più ne necessita. Un augurio per il nuovo anno? Centrare nuo-vi obiettivi, portare amore e dignità in queste zone martoriate e sperare che tante altre per-sone che vogliano condividere con noi questo difficile ma esaltante cammino”. Il gruppo di “V.I.D.A.” naturalmente non si ferma un at-timo e per il 2012 ha già stilato nuovi pro-

grammi e progetti da raggiungere attraverso una rete solidale che prevede sempre più coinvolgimento da parte di giovani studenti. Oltre all’adozione a distanza e l’impegno nel ridare la giusta dignità a donne, bambini, malati e disabili, è stata messa in cantiere la possibilità di acquistare un’ambulanza che possa raccogliere le tante persone ma-late che vivono abbandonate in strada. Poi ancora la costruzione di case-famiglia per i senzatetto e, ciligina sulla torta, sviluppare la scuola di St. Vincent Pallotti nella città di Indore. L’obiettivo dichiarato è quello di offrire educazione e istruzione ai bambini poveri, cercando di dare loro una prospetti-va di un futuro migliore. Un futuro che i ra-gazzi di “V.I.D.A.” sapranno alimentare con tutta la loro inesauribile passione.

Un momento della Missione a Calcutta di agosto 2011.

© Riproduzione riservata

Il Presidente di “V.I.D.A.” padre Miguel Ca-vallè durante una recente missione

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NEGRITA

GHOST

ELIO E LE STORIE TESE

MASSIMO RANIERI

RIO

99 Posse

LORENZO JOVANOTTI

IVANO FOSSATI

CONTROL V

Palalottomatica - Roma

La feltrinelli - Napoli

Auditorium Conciliazione - Roma

Teatro San Carlo - Napoli

Casa della musica Federico I - Napoli

Mercato San Severino - Salerno

Palamaggiò - Caserta

Teatro Ventidio Basso – Ascoli Piceno

Circolo degli artisti - Roma

www.setweb.it

Gennaio

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in collaborazione con

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ECCO SANREMO “INTERNATIONAL”. CON DALLA, BERSANI E LA “FORZA DELLE DONNE”. PARTE IL MORANDI – BIS

Nessuna sorpresa dell’ultima ora (se poi i Matia Bazar sono una sorpresa…), mol-tissime conferme, pochi nomi “clamoro-

si”, larghissima la quota rosa in gara. Gianni Morandi e Gianmarco Mazzi sciolgono le ri-serve (in grande ritardo rispetto alla tradizio-nale tabella di marcia) e annunciano il cast del 62° Festival della Canzone Italiana (14-18 febbraio 2012). Tutti già ampiamente noti (o quasi) i quattordici “Big” che si sfideranno sul palco dell’Ariston a colpi di voti, televoti e ripescaggi da parte dei giornalisti accreditati alla kermesse. In pratica passettino dopo pas-settino nell’ultimo mese c’è stato modo per far cadere molti drappi al mistero della “squadra” che affiancherà il Gianni Nazionale con Roc-co Papaleo nella tradizionale settimana santa della musica. Il Festival ritorna sulle strade

internazionali degli anni ’90 (quelle tracciate da Adriano Aragozzini) portando all’Ariston un carico di star d’oltre frontiera. L’appunta-mento è quello della terza serata (16 febbraio) quando i “Big” canteranno un grande succes-so della nostra storia canora accompagnati da ospiti d’eccezione. Il tira e molla Gigi D’Ales-sio – Loredana Bertè è terminato con l’assen-so dell’ex divo neomelodico e dell’esuberante rocker nostrana. La “strana coppia” sarà in gara con “Respirare” un brano scritto da Vin-cenzo D’Agostino (accompagnati dall’eccen-trica Nina Hagen. Povero Gigi….). Assoluta-mente nessuna sorpresa a riguardo di Emma (in gara con un pezzo di Kekko dei Modà e duetto con Gary Go), Francesco Renga (con Sergio Dalma canterà “Torna a Surriento”) ed Eugenio Finardi (abbinato a Noa). Spazio

FINALMENTE IL CAST DEL MORANDI-BIS. POCHE SORPRESE. TANTI NOMI CON UNA CARRIERA ANCORA DA FAR DECOLLARE. L’ARISTON POTREBBE RAPPRESENTARE UNA GRANDE OCCASIO-NE. GRANDE LAVORO INTORNO ALLA TERZA SERATA (16 FEBBRAIO). I GRANDI SUCCESSI DELLA MUSICA ITALIANA REINTERPRETATI DAI BIG CON OSPITI STRANIERI. SPAZIO A BRIAN MAY, SHAG-GY, MAD LANGER, PROFESSOR GREEN, SHAGGY, GARY GO…

servizio di Vincenzo Lombardi

Uno scatto del Festival 2011. Luca e Paolo torneranno a “disturbare” l’amico Gianni

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anche ai redivivi Matia Bazar con la ritrova-ta Silvia Mezzanotte (ai quali si aggiungerà Al Jarreau) e, purtroppo, all’ennesimo sbarco in Riviera per Irene Fornaciari (qualcuno ci dovrà spiegare perché dobbiamo subirla ogni anno….). Profetico il titolo del suo brano “Il mio grande mistero”. Almeno avremo modo di vedere all’Ariston l’ex Queen Brian May. Ac-contenta anche Arisa (in gara con “La notte” pezzo di Mauro Pagani e duetto con Jose Fe-liciano per una nuova versione di “Che sarà”), che passa dal bancone dei giudici di “X-Fac-tor” al palcoscenico che la lanciò tre edizioni fa. Debutto per Noemi che quasi sicuramente sarà a Sanremo con nuovo look e tanti salu-ti alla criniera rosso fuoco. Fabrizio Moro ha scritto per lei “Sono solo parole” (duetto con Sarah Jane Morris). Torna al Festival anche Dolcenera con non pochi favori del prono-stico, visti i successi (soprattutto radiofonici) dei tre singoli estratti dall’ultima fatica disco-grafica, “L’evoluzione della specie”. Canterà “Ci vediamo a casa” e si poterà in dote l’ami-co rapper Professor Green. La nostra ideale copertina la assegniamo a Samuele Bersani, fine cantautore e degno rappresentante della musica d’autore. Bersani torna in gara a do-dici anni dal quinto posto di “Replay” e rien-tra senza dubbio tra i “colpi” messi a segno dalla direzione artistica. La sua canzone “Un pallone” lascerà il segno. Bersani avrà come “guest star” tutta l’energia di Goran Bregovic. Termina con successo anche il lungo corteg-giamento di Morandi all’eterno amico Lucio Dalla, che avrà un ruolo molto simile a quel-lo ricoperto, un anno fa da Franco Battiato “amichevole presenza” al fianco di Luca Ma-donia. In questo caso l’autore de “L’anno che verrà”, farà da eccel-lente padrino a Pierda-vide Carone, uno dei tanti “Amici di Maria”. Il cantautore romano torna a Sanremo dopo l’atroce delitto compiu-to con Valerio Scanu. Era, infatti, lui l’auto-re de “Tutte le volte che”, quella di “Tutti i luoghi e tutti i laghi” per capirci. La strana coppia canterà “Nanì” e sarà supportata sul palco da Mads Langer. Piacevolissimo il ritor-no di una grande voce come Nina Zilli (inter-prete di “Per Sempre” con ospite Skye dei Monchada), che presto vedremo in televisione al fianco di Giorgio Panariello nel nuovo show Mediaset dell’attore toscano. Anche lei, alla vigilia, tra le favorite alla vittoria finale. Il Fe-stival in rosa si chiude con il debutto di Chia-ra Civello, raffinatissima cantante e pianista jazz da tempo trasferitasi in America, pronta

a far scoprire la sua suadente voce da bossa-nova anche al grande pubblico televisivo. Per lei il brano “Al posto del mondo” e un duetto tutto da seguire con Shaggy (quello di Boom-bastic…). Autentici outsider non potranno che essere i Marlene Kuntz, rappresentanti del rock progressive italiano. Una vita tra-scorsa sui palchi dei grandi eventi alterna-tivi. Sperando che l’impatto non sia simile a quello vissuto dagli Afterhours nel 2009. La band piemontese presenterà “Canzone per un figlio” per l’illustre presenza in terza serata di Patti Smith. Chiuso il discorso cast si aprono i tormentoni sugli ospiti che si alterneranno nelle cinque serate festivaliere. A parte la su-perstar Adriano Celentano, ormai scontato il ritorno di Luca e Paolo (reduci dal successo di “Immaturi 2”) che torneranno a dar fastidio all’amico Gianni (si parla di una loro presenza alla prima e all’ultima serata). Assai probabi-le anche l’arrivo di Alessandro Siani. Resta in piedi il sogno Madonna che tra gennaio e marzo presenterà nuovo singolo e album. Ricco il piatto delle immancabili “vallette” che affiancheranno la coppia inedita Morandi-Papaleo. Le bellissime Tamara Ecclestone (figlia di Bernie, patron della Formula Uno) e la modella Ivana Mrazova. Certamente due volti e nomi totalmente da scoprire, rispetto al grande effetto mediatico di un anno fa con la coppia copertina Belen – Canalis. Chiuso anche il lungo percorso di “Sanremo Social” per la selezione dei sei giovani che andran-no a comporre la sezione “Nuove Proposte”. Il Festival quest’anno è sbarcato su facebook con numeri importanti. Ottocentomila visite e centocinquantamila fans in tre settimane.

I promossi dall’este-nuante selezione: Alessandro Casillo con “E’ verò”, Giulia Anania con “La mail che non ti ho scrit-to”; Marco Guazzone con “Guasto”; Cele-ste Gaia con “Carlo”; Erica Mou (ennesima scoperta di Caterina Caselli) con “Nella va-sca da bagno del tem-po”; Dana Angi con “Incognita poesia”. Ai neo promossi si ag-giungono i due gruppi vincitori di Area San-remo, la band Io ho sempre voglia, con “Incredibile”, e Bidiel,

con “Sono un errore”. L’augurio che questi ra-gazzi possano davvero portare una ventata di novità all’Ariston e non dimostrarsi più vecchi dei “Big”. Tutto pronto (o quasi). Obiettivo di-chiarato confermare i buoni ascolti delle ul-time tre edizioni (Bonolis, Clerici, Morandi). Obiettivo da non dimenticare: qualche buona proposta musicale…

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SCALZI E POVERI: “HAKUNA MATATA!”, SENZA PENSIERI!

rubrica a cura di Gaetano Ippolito

Africa. Terra lontana. L’origine dell’uomo. È lì che tutto ebbe inizio milioni di anni fa. Oggi, quel territorio primordiale è considerato ter-zo o addirittura quarto mondo, lontano dalla civiltà, incapace di un’evoluzione sociale, po-litica ed economica. Forse perché per l’uomo occidentale l’idea di felicità coincide con l’idea di benessere. Più benessere più felicità. Ave-re, avere, avere. Essere consumatori, uten-ti, clienti, fruitori, ci obbliga a guadagnare sempre di più, a soffrire la crisi economica, ad affollare i mega e ultramoderni centri com-merciali anche senza avere la possibilità di acquistare. E allora siamo depressi, ansiosi, infelici. I mass media accentuano ancora di

più il nostro disagio. Abbiamo tutto, ma c’è chi ha di più. Allora nasce la frustrazione, l’in-felicità. Questa è civiltà. Un mondo fondato sul capitalismo, dove l’importante è crescere, sempre e comunque. Dove deve crescere il PIL, devono crescere i consumi, deve crescere il benessere. La crescita è la nostra ossessio-ne. Eppure qualcuno si è posto una doman-da: si può crescere all’infinito? Ovviamente non è arrivata alcuna risposta. In Tanzania, al contrario, nessuna ossessione, niente de-pressione, l’ansia è una parola sconosciuta. Eppure si vive scalzi, dentro le capanne con un dollaro al giorno e un sorriso infinito sulle labbra, ebbri di entusiasmo. Si ha poco o nul-

LA NOSTRA AVVENTURA IN TERRA AFRICANA AL FIANCO DELL’ASSO-CIAZIONE “UNA MANO PER THARAKA” DI GIUSEPPE VALENTE. UN DO-CUMENTARIO PER RACCONTARE UN MONDO E UNA MENTALITA’ A NOI SCONOSCIUTA. UN’INFANZIA VISSUTA TRA DEGRADO, DIFFICOL-TA’, MALATTIE E…UN SORRISO SEMPRE PRONTO.

a cura di

servizio di Gaetano Ippolitofoto di Domenico Ruggiero & Marica Crisci

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la, ma non manca mai un sorriso. “Hakuna Matata”, senza pensieri, è questo il motto. Si vive giorno per giorno. Il tempo scorre lento, senza affanni. Siamo stati in Tanzania con l’idea di realizzare un documentario sul me-dico missionario italiano, Giuseppe Valente, presidente dell’Associazione “Una mano tesa per Tharaka”, che da anni raccoglie fondi per l’Africa al fine di costruire ospedali e di-spensari medici. Una nuova avventura per la redazione di SET, che continuerà nel tempo. Durante il nostro soggiorno in Tanzania ab-biamo avuto l’appoggio, come interprete, di Giuseppe Tuzzeo dell’associazione “Piccoli scalzi”. Giuseppe ormai vive in Africa da circa sei anni. È un missionario laico. Ha sposato una bellissima donna del Kilimangiaro, con la quale ha due figli. Durante le riprese con l’aiuto di Giuseppe, abbiamo chiesto alla pro-tagonista del nostro documentario quale fos-se il ricordo più bello della sua infanzia. Giu-seppe mi ha guardato stupito: “Lei non saprà mai risponderti, perché per loro non esiste né il passato né il futuro, ma soltanto il presen-te”. Dopo questa risposta abbiamo compre-so a pieno l’essenza dei tanzaniani. Abbiamo

compreso i sorrisi dolci di Adelina, la ragazza di trentaquattro anni del Kilimangiaro, che lavora come governante negli alloggi dei vo-lontari del Mbweni Hospital, dove siamo sta-ti ospiti. Adelina ha una figlia di dieci anni di nome Honorina. Qualche anno fa è morto il

suo primo figlio. Sono partiti per il Kiliman-giaro per celebrare il funerale del bambino. Durante la cerimonia è venuto a mancare an-che il marito. La morte, però, non appartiene allo sguardo di Adelina. Il dottor Giuseppe Valente era stato buon profeta quando ci dis-se che a suo avviso l’Africa è a colori e il no-stro paese in bianco e nero. Adesso sappiamo cosa intendeva quando mi confidò di sentir-si a casa in Tanzania e straniero nel proprio paese. Come tutte le belle cose è arrivato il momento di chiudere le valigie e far ritorno a casa, nella civilissima Europa, nel bel paese, dove tutto scorre velocemente, lontano dal-le strade polverose di Mbweni, dalle barac-che senza pavimenti, dai bambini scalzi che ti prendono per mano, da sister Maurilia e sister Jenny che sorridono, sorridono e sorri-dono ancora, dall’autista creativo Achili, dal-le strane risate di Kalim, il musulmano che beveva con noi birra di nascosto, da Joseph che si divertiva da matto a trattare sul prezzo del pranzo, lontano dalle altre migliaia di cose che è impossibile elencare, ma che avranno sempre un posto speciale tra i nostri ricor-di. Eravamo abituati a parlare di spettacoli,

festival, bellezza e personaggi da copertina. Abbiamo scoperto quanto è bello fare piccoli gesti che regalano agli altri e a noi grandi sor-risi. Anche se spesso tocca sentirci stranieri nella nostra città.

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I bei libri si distinguono perché sono più veri di quanto sarebbero se fossero storie vere (Ernest Hemingway).L’aforisma di un grande scrittore quale modo migliore per tuffarci nel mondo dei libri, della narrativa, dei romanzi, della saggistica. Ogni mese vi presenteremo storie, novità, emozioni su carta, Perché un buon libro, è sempre un buon libro. Parola di SET!

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Il nuovo bestseller di Giorgio Faletti, “Tre atti e due tempi” (Enaudi, pag. 151, € 12), parte dalla città natale dello scrittore. Asti. Una squadra di calcio della provin-cia italiana vive la sua stagione da sogno impegnata nella conquista della promozione in serie A. Il vecchio Silvano, detto Silver, è un ex promessa del pugilato, che ha rovinato la sua carriera proprio sul nascere, rima-nendo implicato in un giro di scommesse clandestine. Silvano è stato in carcere, poi una volta uscito ha cercato di rifarsi una vita, ha trovato lavoro come magazziniere proprio nella locale squadra di calcio, si è spo-sato, ha avuto un figlio. A distanza di anni da quell’errore che ha messo fine alle sue ambizioni di pugile professionista, Silvano, rimasto vedovo, naviga a vista, prova a godersi il momento felice della squadra di cui suo figlio Roberto, soprannominato Il Grinta, è diventato il capitano condot-tiero. Rapporto complicato quello tra Silver e Il Grinta. Il round decisivo tra padre e figlio si combatte nel presente, il gong non ha ancora suonato la fine dell’ultima ripresa. L’obiettivo non è vincere il match ma riuscire a resistere in piedi, entrambi, fino all’ultimo abbraccio. Tocca a Silvano, perché padre, perché smaliziato dalle delusioni della vita, tenere in piedi fino alla fine lo show. Quando avrà ormai perso la speranza il lettore di Faletti troverà un’anima thriller anche nella nuova opera del suo autore preferito. Nonostante le lancette dell’orologio continuino a girare inesorabilmente, nel momento del riscatto, il protagonista di Faletti sembra scoprirsi arbitro del proprio destino.

Luciana Littizzetto e Franca Valeri: due donne separate da generazioni, eppure vicine nella scelta di proporre e conservare un’immagine di sé genuina, intelligente. Si incontrano in questo “L’educazione delle fanciulle. Dialogo tra due signorine perbene”, edito da Einaudi (pag. 112, € 10), per parlare di quanto sia bello e difficile essere donne, oggi come ieri. Un dialogo in cui le voci brillanti e particolari delle due donne emergono distintamen-te e si spalleggiano abilmente, alternandosi nella rievocazione della vita vissuta, delle piccole e grandi battaglie quotidiane intraprese su molti fronti per diventare quello che sono diventate. Ricordando l’educazione, i primi amori, le mode, le abitudini, la famiglia, i valori, la libertà con-quistata duramente, si delineano due percorsi di vita e un interessante ritratto di un’Italia che cambia e rimane la stessa lungo il Novecento. Franca Valeri e Luciana Littizzetto raccontano il loro essere donne, riflettendo sulla scomparsa delle convenzioni che accompagnavano un significativo rito di passaggio. Crescere negli anni Trenta voleva dire seguire certi rituali e maniere ancora legati al secolo precedente, che l’evoluzione culturale e sociale ha cancellato nel giro di pochi anni. Pri-ma la fotografia, poi il cinema, infine la televisione hanno dato al lungo processo che ha portato alla rivoluzione sessuale e all’approvazione del-la legge sul divorzio una spinta fondamentale. L’Italia in cui è cresciuta. Il concetto stesso di “fanciullezza” è venuto rapidamente meno.

LITTIZZETTO – VALERI: DIALOGO TRA DUE SIGNORINE PERBENE

UN THRILLER CALCISTICO PER IL NUOVO BESTSELLER DI FALETTI

L’ANGOLO DEL LIBRO

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La musica per te è essenza di vita. Come nasce la tua passione?

“La musica è un istante, e come dico spesso, fino all’istante che precede il tutto non c’è, poi, quando arriva, non se ne va più. A me è accaduto intorno ai quattordici anni, per una piccola presunzione nel dire che possedevo un disco a un mio com-pagno delle scuole medie, quando non solo quel 33 giri non lo avevo affatto, ma neppure mi ero avvici-nato mai al mondo musicale. Da lì, per non perdere la faccia, l’acquisto di quel disco, un doppio album dei Deep Purple. Non lo ascoltai neppu-re, lo diedi – brevi mano – all’amico insieme a un’occhiata autoritaria. Quando il disco mi ritornò qualche giorno dopo, decisi di provare a met-tere quel vinile su un vecchissimo giradischi e tutto cambiò in un mo-mento. La musica, aveva bussato alla mia porta e io, avevo aperto”. Dal 1976 alcuni cambi di deno-minazione, fino alla fatidica data dell’ 8 luglio 1991. Radio Ti Ri-cordi, una delle prime emittenti radiofoniche private di Roma.

“RTR è una realtà che profuma di musica e passione. Un’Emittente importante che sa muovere il viaggio delle note, della comunicazione, dei programmi e delle iniziative proprio come accadeva un tempo, quando le radio libere (come dice Finardi) erano – libere veramente. Un gruppo, un manipolo, un insieme di persone che ci credono davvero, vivendo la radio e ciò che essa rappresenta, con un capitano grande che sa il fatto suo. Quel capitano corrisponde a Fabio Martini”. Nuovo anno. Musicalmente par-lando cosa ci lasciamo alle spalle e cosa speri di trovare in questo 2012?

“Ci lasceremo alle spalle la parola – crisi – che è diventata il nemico pubblico numero uno. Io ho deci-so di non sentirla e non nominarla più. Si dice che quando una cosa ti passa di mente o non la fai vivere essa non esiste più, e forse questo è il sistema migliore per uscirne fuo-ri. Ritengo che la musica stia per fare un balzo in avanti. Sento dire che gli mp3, lasceranno di nuovo il posto al tatto, ovvero, nell’andare a

1976-2012 : A oltre trent’anni dalla nascita delle prime emittenti libere va in onda sulle frequenze di Radio Set una rubrica dedicata a speaker e dj’s che hanno fatto la storia delle radio private.

Esperto di musica, cinema e fotografia. Guido Tognetti, un personaggio di primo piano nel panorama musicale italiano. Co-conduttore con Fabio Martini del programma radiofonico Retropalco su RTR 99.0. Programma di grandissimo successo da lui ideato. Un viaggio tra palco e – retro palco – con temi sempre diversi in ogni puntata e grandissimi ospiti nel campo della musica, della televisione e dello spettacolo. La musica che parla e si racconta.

di Vincenzo Lombardi

Nome e Cognome: Guido TognettiNato a: NovaraEtà: 51Professione: autore, direttore artistico, musicistaAttuale programma: Retropalco in onda si Radio Ti Ricordi (Roma) il mercoledì 18 alle e in replica il sabato alle 16. La radio si ascolta in streaming all’indirizzo www.radionostalgie.it

Curriculum: dal 1992 produce artisticamente nuovi artisti, gestisce l’organizzazione artistica del grande locale di Testaccio Village, scri-ve dei soggetti e sceneggiature per Canale 5. Direttore artistico di Claudio Baglioni. A Radio ti ricordi (RTR 99.0) conduce dal 2009 Retropalco.

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scheda personale

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comprare la musica, per averla, per colle-zionarla, per dimostrare a se stessi che si è dentro e non fuori nell’invisibile sistema del niente. Avere musica è andare a cercar-la, grattare le copertina, sfogliare gli scaf-fali, sentire il profumo delle cose da com-prare e viverle bene, per poi accarezzarle a casa nostra. La musica vince sempre!” Retropalco il tuo programma radiofoni-co rappresenta un appuntamento impor-tante, per RTR. Come nasce e come si è evoluto?

“Nasce, come tutte le cose, un po’ per voglia e un pò per caso. Grazie a un incontro su un social network con Fabio Martini, due parole scritte e da lì un incontro. Poi l’idea, il progetto e la voglia di poter raccontare la musica del palco e da dietro le quinte, gra-zie ad ospiti importanti, ma anche tramite gli addetti ai lavori, persone che nel mestie-re della musica e dello spettacolo che hanno tanto da raccontare per il loro tanto vivere. Retropalco è partito così, con quell’idea di musica e racconto, un piccolo talk show radiofonico dove le parole si snodano tra le note e le storie delle persone che da sempre fanno parte di questo percorso così affasci-nante. E poi, gli artisti, gli amici, tutti coloro che in questi vent’anni di lavoro sono stati vicini a me in questo viaggio. Tutti insieme, in un’unica interessante realtà, poter rac-contare se stessi senza limitazioni”.

A proposito di evoluzione a breve aprire-te il vostro programma a trasferte live in locali, con giovani artisti emergenti. Ci anticipi qualcosa?

“L’idea di dare spazio alle voci di domani, ci ha portato a creare un nuovo percorso. La trasmissione proposta in chiave live. Due ore di proposte, di conduzione con Fabio e me, con il pubblico e con tutto ciò che c’è nelle puntate in studio, ma questa volta dal vivo con le voci di tutti coloro che saranno i Big di domani”.

Il programma radiofonico fatto da un collega e che avresti voluto fare? Mentre un programma che manca e che sogni di fare?

i tuoi brani preferitii tuoi brani preferiti1) “The End” Door 2) “The long and winding road” Beatles 3) “Luci a San Siro” Roberto Vecchioni

“Di programmi ce ne sono tantissimi. Uno per tut-ti è una pietra miliare. Lo ascoltavo quando ero giovane. Parlo di “Alto Gradimento” di Arbore e Boncompagni. Lì accadeva di tutto. Cultura, musica, comicità, e grande capacità nell’affasci-nare lo spettatore. Quello credo che sia il simbolo di un’epoca e di uno stile che ha fatto poi nasce-re tutto il resto, forse anche buona parte dei pro-grammi musicali della tv. Un programma che mi piacerebbe fare? Retropalco in televisione, per-ché credo che ci sia bisogno di nuovo di parole e musica in un format ben studiato e condotto”.

Siamo ormai prossimi al Festival di Sanre-mo. Pensi sia utile alla musica? Come lo cambieresti?

“Cambiare Sanremo non serve e non si può, ogni anno già si cambia da solo, e poi è forse l’unica grande manifestazione canora che fa parlare di se per tutto l’anno. Può servire come è servito a molti artisti, e può essere inutile come lo è stato per chi è diventato un Big senza passare da lì. Sicuramente è qualcosa che c’è e che è impor-tante nel mondo, per cui, diamo alla musica lo spazio e il ritmo giusto e Viva Sanremo”.

Guido nel salutarci vista la particolare at-tenzione che avete per i giovani artisti, se dovessi dare loro un consiglio. Per fare mu-sica e per fare radio.

“Immergersi totalmente in qualche cosa che i grandi della storia ci hanno insegnato. La mu-sica è la più grande emozione che ci sia, basta viverla dentro, per farla uscire fuori”.

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Voi siete i figli di un gruppo precedente, gli Empirica. Quali sono stati i motivi che vi hanno spinto ad aprire questa nuova pagina?

“L’unico legame con gli Empirica sarei io. Inizialmente, quando il progetto non aveva ancora un nome suonavamo per dare una continuità alla nostra passione. Poi ci sono stati i cambiamenti classici all’interno di una band. La parentesi Empirica, per quanto mi riguarda, è stata “forzatamente” chiusa da tanti motivi, personali e, allo stesso tempo, indipendenti da me. Camera133 ha in comune con il mio vecchio progetto la voce, la chitarra e lo spirito del sottoscritto che però vede e da un’impronta differente al modo di far musica, grazie all’apporto dei nuovi musicisti”.

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CAM

ERA 13

3

di Wanda D’Amico

scheda tecnicaNOME E COGNOME: CAMERA 133: Davide “Dado” Pepe (voce/chitarra), Gianluca “Jabe” Belviso (chitarra e cori) Massimiliano Mortara (batteria), Giuseppe Capasso (chitarra) CITTÀ: BariPROFESSIONE: StudentiSOGNO NEL CASSETTO:Il nostro sogno?! Solo uno?? Suonare e arrivare “discograficamente” al cuore della gente.

Come nascono, quindi, i Camera 133?

“Nascono da quattro persone che hanno voglia di comunicare un messaggio, un’emozione, un’incazzatura, una gioia. Nasce dall’esigenza di comunicare suonando e cantando, coinvolgendo e condividendo. Condividere le proprie opinioni, aldilà che poi possano essere accettate o meno. Credo sia il fine ultimo del fare musica. La mia personalissima opinione è che per fare musica non serve o non basta saper suonare, di bravi musicisti ce ne sono tanti. Credo serva aver qualcosa da dire, qualcosa da comunicare e, soprattutto un pò di presunzione nel farlo sapere ad altra gente. Ovviamente il risultato prescinde da tutto ciò, talvolta non ci si riesce, ma va bene così. Fa parte del gioco”.

Cosa crea amalgama in un gruppo musicale?

“L’amalgama è data dalla passione. Principalmente la passione per ciò che facciamo. Noi lo facciamo e basta. Adoriamo la musica e ciò che la musica stessa trasmette con le note e con le parole, con i toni e con i versi. Ce la mettiamo tutta, aspettando quel che accadrà…”.

Quali sono in questo periodo di crisi le speranze di neo talenti come voi? E quali sono i vostri progetti per cercare di arginare l’asfissia che le case discografiche stanno attraversando?

“È brutto da dire, ma credo che i gruppi musicali possano fare molto poco per tirar fuori le case discografiche dalla situazione in cui sono finite, in parte, a causa loro. Di gruppi validi ce ne sono tanti e la musica, ormai, è diventata un settore come gli altri: bisogna far quadrare i conti alla fine. Sono poche le case discografiche che seguono una linea e che badano all’ “artista” nella sua complessità. Il più delle volte contano i numeri. Ecco il perché della “crisi”, ma non solo in musica, ma in tutto: c’è sempre meno tempo e voglia

nota biografica

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nota biograficanota biograficaConosciamo un gruppo che sta muovendo i primi importanti passi della propria storia. Lo facciamo incontrando Davide Pepe, uno studente tutto musica e cuore, leader dei Camera 133, già voce e chitarra degli Empirica. La musica dei Camera 133 nasce nel 2010, dalla voglia di dar vita a storie chiuse in un cassetto per troppo tempo. Terminata l’avventura con gli Empirica, Davide “Dado” Pepe incontra Gianluca “Jabe” Belviso, con cui sorge l’idea di un progetto che racconti queste storie, che vedono, come protagonista, la parte più profonda e fragile dei personaggi che le animano. La “CAMERA” rappresenta appunto, il luogo più intimo e personale di ognuno di noi, il posto in cui nascono e si sviluppano le emozioni umane, i sentimenti belli e brutti, con una finestra sul mondo fuori. Decisivo diviene l’incontro con Massimiliano Mortara alla batteria; nasce il suono Camera 133 dolce e forte allo stesso tempo, melodie classiche e pop unite alla carica più rock e graffiante che ci sia. La musica dei Camera133 contiene influenze di ogni genere, nonostante la prevalente impronta rock; dalle armonie più lineari ai suoni più sperimentali…

di soffermarsi a guardare tutti gli aspetti di un qualcosa perché si è sempre troppo distratti ed occupati a badare alla superficie e all’apparenza”.

Secondo voi i Talent Show sono una buona soluzione? Avete mai pensato di proporvi per uno di questi?

“Non ci abbiamo mai pensato. E non avendoci mai pensato, riesce difficile rispondere.

In realtà i talent show sono sempre esistiti, in altre forme, ma ci sono sempre stati, solo che ora si tende a renderli spettacoli televisivi”.

Che tipo di studi avete intrapreso a livello musicale e quanto sono davvero necessari per una carriera che abbia un lungo corso?

“Ognuno di noi ha studiato musica, voce, chitarre , basso e batteria. Come già detto, la cosa più importante in musica è il cuore, e quello deve esserci di suo, non ci sono studi in merito. Quello che fa la differenza tra le persone è il

carattere, il modo di pensare e il modo di vivere. In musica è la stessa cosa: come comunichi ciò che hai dentro e cosa tu voglia dire. Il tutto ha riscontro a lungo termine. Se dopo un pò rimani senza, la gente se ne accorge e lì forse è meglio se mediti qualcos’altro”.

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GRANDI INTERPRETI E MUSICA D’AUTORE PER APRIRE IL 2012. A TEATRO TRA PIRANDELLO, CARRERE E TANTE RISATE.

BOSSO & GIANMARCO: GRANDE JAZZ!“IL CANTO DEL CIGNO” DI ENRICO MONTESANO

di Alfonso Papa - [email protected]

Pa lc oScena&

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Il nuovo anno, musicalmente parlando, per la Campania si apre all’insegna dei diversi generi musicali. Tanti ottimi artisti e, mai come in questo gennaio, musica di qualità. Si inizia con Fabrizio Bosso (27 gennaio, Piccolo Bellini di Napoli) uno dei più grandi trombettisti italiani affermatosi nell’attuale scena jazz a livello internazionale. Ha da poco presentato il suo nuovo lavoro “Enchantment” registrato con la London Symhony Orchestra nei prestigiosi Air Studios di Abbey Road. L’album omaggia il compositore italiano Nino Rota a cento anni dalla sua nascita. Le note del grande autore che incontrano la tromba di un superbo musicista. La classe è garantita. Prosegue alla “Casa della Musica” di Napoli il “Mediterraneo Tour” de I Rio, che tornano sui palchi delle principali città con tutti i loro successi ed i brani di Mediterraneo, un album che ben è riuscito ad inserirsi nelle classifiche e nelle programmazioni radiofoniche, garantendo al gruppo un’importante crescita artistica. La band rock fondata da Marco Ligabue e Fabio Mora, con il suo quarto album è balzata da subito in vetta alle classifiche di iTunes. Il nuovo live sarà naturalmente foriero di tanta energia e coinvolgimento. La fine del mese ci porta in dote altri appuntamenti molto importanti. Il 27 gennaio è la volta di James Senese icona del blues. A seguire la straordinaria musica di Marcio Rangel, chitarrista brasiliano e compositore mancino, dotato di grande talento, carisma ed eclettismo. Le sue composizioni originali sono dotate di armonia e ritmi complessi, ma allo stesso tempo appaiono semplici ed incisive, melodicamente accessibili al primo ascolto. Grande attesa l’11 febbraio per l’arrivo a Caserta di Lorenzo Jovanotti e la nuova tappa del suo “Ora Live”.

Si chiude con il sassofonista, compositore ed arrangiatore, Maurizio Giammarco (28 gennaio a Fisciano, provincia di Salerno) che vanta una carriera ormai ultra trentennale dedicata al jazz e alle tante forme della musica d’improvvisazione. Il suo percorso artistico si è mosso sostanzialmente su due direttrici: un continuo approfondimento del jazz classico, prova del suo forte e appassionato legame con la tradizione, da sempre affiancato a una sorta di disinvolto nomadismo culturale che lo ha spesso attratto verso altre esperienze e forme musicali, nel segno di uno spirito di ricerca pronto a rimettere tutto ciclicamente in discussione. Sia sul piano stilistico che

compositivo, dunque, l’identità di Giammarco va cercata nella sintesi che egli cerca continuamente di operare sul suo vasto ed eclettico vissuto artistico.

Teatro d’autore e comicità garantita sui palcoscenici per questo primo mese del 2012. Un classico al Teatro Diana di Napoli che dal 18 al 29 gennaio ospita Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini in “Questa sera si recita a

soggetto”, storica pièce di Luigi Pirandello. Scritta nel 1930, durante il suo volontario esilio berlinese. Questa breve, lapidaria, affermazione è una sintesi perfetta delle emozioni che si provano rileggendo l’opera: una prepotente dialettica di suoni, di luci, di colori, di passioni elementari. Sempre al Diana, tornano i mercoledì all’insegna del Laboratorio Zelig con Michele Caputo e i suoi ospiti alla ricerca delle nuove leve della risata. Un “mostro sacro” dello spettacolo al Teatro Augusteo di Napoli. Enrico Montesano dal 27 gennaio è in scena con “Il canto del cigno”, nuova avventura teatrale dell’attore romano. L’occasione per Montesano per ripercorrere la propria storia: dai sogni dei suoi esordi di attore, ai grandi successi del teatro rivista, ai popolari personaggi comici creati dalla sua fantasia per la tv: il tutto accompagnato da un filo di nostalgia per note e accenti del grande teatro classico, da cui la vita e il successo l’hanno tenuto lontano. Ma anche (e questi son forse nuovi “colori” nella sua tavolozza d’attore, e una “novità” nella proposta) l’occasione per affiancare alle più popolari macchiette e alle canzoni del suo repertorio “classici” assoli di bravura e di eclettismo. Al Teatro Bellini di Napoli arriva uno degli attori più apprezzati della nuova generazione, Filippo Timi, che dal 17 al 22 gennaio, è protagonista di “Favola”, spettacolo trasgressivo, coinvolgente e sapientemente interpretato dall’attore umbro. La storia di due donne (una delle quali interpretata da Timi), che scoprono dei lati nascosti dei propri mariti. Due interpreti di classe al Teatro Comunale di Caserta (20 – 22 gennaio): Ennio Fantastichini ed Isabella Ferrari protagonisti de “Il Catalogo” di Jean Claude Carriere. Una pièce da camera di antesignano minimalismo, in cui si racconta l’incontro-scontro di un giovane avvocato collezionista di donne con un’eccentrica ragazza alla ricerca di un fantomatico signor Ferrand.

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APPUNTAMENTO INCAMPANIA CON I RIOFORTI DEL SUCCESSODI “MEDITERRANEO”.

AL TEATRO DIANACONTINUA IL

“LABORATORIO ZELIG”DI MICHELE CAPUTO.

GRANDE PROVA D’ATTOREPER FILIPPO TIMI AL

TEATRO BELLINI.

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Droghe e Rock esplodono tra gli anni ‘50 e ‘60, diventando all’istante fenomeni di mas-sa e simboli di ribellione. Il Rock è arte, arma di lotta, linguaggio espressivo. La Dro-ga è una promessa non mantenuta, un tor-mentato labirinto di illusioni e disillusioni. Sabato 3 dicembre alle 21.30 al cineteatro di Montecosaro Scalo, Stammibene - Team di prevenzione dell’azienda sanitaria di ma-cerata - e l’associazione Ottobre, hanno pre-sentato il Rock (e le droghe) in un avventu-roso viaggio in video, parole e musica attra-verso i suoi interpreti più celebri e toccan-do vari generi, dagli albori al “quì ed ora”. All’interno di questo viaggio: la musica live dei Sun King, band con grande esperien-za nell’approcciare la vasta articolazione del rock, fino alle sue radici, nel blues; le performances di due attrici, Giulia Ausi-li e Laura Perini, che reciteranno i testi ori-ginali scritti da Paolo Nanni e Roberto Sa-gripanti; infine le proiezioni in diretta rea-lizzate dal regista video Paolo Andrenucci.

In tutto 90 minu-ti di spettacolo con musica e vi-deo dei più gran-di: . L›obiettivo è certo quello di omaggiare il Rock, favorire la diffusione della musica dei gran-di artisti che ne hanno fatto la storia, ma so-prattutto è un vero intervento di prevenzione che si propo-ne di abbattere luoghi comuni e stimolare una visione critica, non solo su dro-ghe e rockstar, ma anche su in-dustria musica-le, fenomeni di massa, omologa-zione culturale.

Ora lo spettacolo sarà replicato in teatri e scuole superiori. Sarà sempre presente lo stand Stammibene, dunque la possibilità di avere opuscoli e materiale promozionale sui

temi delle malattie sessualmente trasmissi-bili, sull’alcol e sulle sostanze stupefacenti. Ogni replica costituirà un momento im-portante di crescita, perché Droghe&Rock story è ancora un work in progress, con piccoli e grandi miglioramenti, fino a ren-dere questo format sperimentale uno spettacolo avvincente e un vero interven-to di prevenzione capace di far pensare. Per questo la direzione scientifica del Di-partimento delle Dipendenze Patolo-giche di Macerata e Camerino sta ef-fettuando una costante valutazione. La produzione è stata realizzata dall’Ass. Ot-tobre, in collaborazione con le Compagnie Te-atrali Riunite di Macerata. Regia dello spetta-colo: Paolo Nanni; progetto luci e scene: Bar-bara Sagripanti; direzione tecnica: Giuseppe Fini; costumi: Giulia Ausili, Laura Perini. I Sun King sono composti da Giacomo Pettinari (chitarra solista), Ivan Perugini (voce e chitarra), Daniele Sincini (basso), Giampiero Santini (batteria). Altre informazioni sullo spettacolo sono sul sito www.stammibene.info. Per scritturare lo spettacolo, è possibile contattare il presidente dell›associazione Ottobre, Roberto Sagripanti al 320.8810169.

DROGHE&ROCK STORYUNO SPETTACOLO PER PENSAREHa debuttato il format teatrale ideato e realizzato da Stam-mibene. e dall’associazione Ottobre.

galleria fotografica su fb: Butterfly public agency

I.P.

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nota biograficanota biografica

Work in Progress

Giorio Monica in arte Monika nasce a Corridonia il 23.01.1975. Dall’età di 12 anni canta ed emoziona con le sue potenzialità vocali e con la sua spiccata personalità espressiva. Par-tecipa a svariati concorsi locali e na-zionali uno tra tanti il ”PREMIO MIA MARTINI”, a Bagnara Calabra, rag-giungendo sempre risultati rilevanti. Ha collaborato e collabora con diversi artisti locali.

A novembre del 2008 partecipa alle selezioni per il programma “X FACTOR” su rai due con la Magno-lia, che selezionò 22 mila artisti, arrivando alle se-lezioni finali a Ma-rostica, con MOR-GAN dei BLU VER-TIGO, fra gli ultimi 70 partecipanti.

Nel 2008 comincia la preparazione di un inedito da proporre all’accademia della canzone Italiana di San Remo. Progetto che si realizza partecipando all’edizione 2009/10.

Attualmente si impegna ancora nello studio del canto partecipando a diver-si master, ultimo ma non di impor-tanza quello con Silvia Mezzanotte presso la POP ACCADEMY. Scuola presso la quale sta preparando diver-si brani inediti che sentiremo presto nel suo primo album.

Potete seguire le sue serate di Musica live e Karaoke il giovedì a Montecas-

siano al “Giusy Ri-sto Pub”, il venerdì a Trodica di Mor-rovalle C/o ALL-in caffe e il sabato a “La Dolce Vita” Porto Sant’Elpidio. Visionate i suoi eventi su Facebo-ok e contattatela per le vostre feste: compleanni, ma-trimoni, feste di laurea o oltre oc-casioni, lei riuscirà a trovare per voi la musica adatta ad ogni situazione con la collabora-

zione di un chitarrista, di un pianista, o di un dj e per i più esigenti con il suo gruppo “CADILLAC & CIGARET-TES”.G

IO

RIO

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NICA

Concorso di canto al Giusy risto pub, Montecas-siano, primo premio l’ingresso alle selezioni finali del premio “MIA MARTINI” a Bagnara Calabra e altri numerosi e bellissimi premi.

Info: E-mail: [email protected]; Mob.: 388 9212184 o alla pagina di facebook Giorio Monica (completo) con msg privato.

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I “ cadillacs & cigarettes “ nascono nel 2006 dalla passione per la musica del chitarrista autodidatta cristian “ kris “ carletti.-Insieme ad altri giovani musicisti, iniziano ad improvvisare i piu’ celebri brani hard-rock ed heavy metal che hanno caratterizzato gli anni ’70 ed ’80.Dopo una lunga ed impegnativa strada ca-ratterizzata dalla ricerca del “ sound “ della band, iniziano la loro attivita’ live. La scelta dei brani, l’amore per la musica e l’ impegno sono gli ingredienti che permettono alla band di debuttare in grande stile presso la locanda “ il dannato “ di apiro.Dopo circa due anni di concerti, i cadillacs ‘n’ cigarettes, in un’ottica di crescita mu-sicale e personale continua, decidono di rinnovarsi, cambiando cosi’ line-up e genere musicale.Portano cosi’ nuovo stile e “ sound “ alla band i nuovi elementi: il bassista daniele m. Ed il tastierista marco “ garcia “ a., Il batterista michele c. E la cantante monika.I cadillac s ‘n’ cigarettes suonano in vari lo-cali marchigiani, e partecipano abitualmente a manifestazioni e feste di piazza .La formazione attuale della band è la se-guente:

1- Cristian “ kris “ c.: Fondatore, ma-nager e public relator della band, ma soprattutto chitarrista dalla grande passione musicale.

2- Matteo “ gas “: chitarrista eclettico dalle poche parole, ma dalle parec-

chie note

3- Daniele m.: Bassista introverso, ma-estro della band dall’ orecchio fine.

4- Marco “ garcia “ : le dita delle sue mani volano sulla tastiera, travolgen-do il pubblico.

5- Michele c.: Batterista dal tocco raffi-nato, e’ l’ ultimo elemento “ comprato “ della band.

6- Monika: cantante e frontwoman del-la band, dall’ impressionante e poten-te dote vocale, vi coinvolgera’ in un’ esperienza musicale unica nel suo genere.

I cadillacs ‘n’ cigarettes, propongono un va-sto repertorio di musica live, che partendo dal rock ‘n’ roll anni ’50 dei migliori interpretiel-vis, buddy holly, chuck berry ( solo per citar-ne alcuni ) ecc… ecc…; passa per il blues ed il southern rock americano, fino ad arrivare al grande rock degli anni ’80 dei mitici queen, europe e molti altri ancora.I cadillacs ‘n’ cigarettes vi invitano a seguir-li per serate all’ insegna del divertimento in compagnia della migliore musica ’50-’60-’70-’80.“ Buon divertimento e….. God bless rock’n’roll “Cadillacs ‘n’ cigarettesPer info: cristian carletti 320 3108996

I.P.

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Set - Fotografico

foto di Gianni PorcaroLe sue passioni sono la fotografia le luci teatrali. Attualmente sta seguendo uno stage di luminotecnica. Ha fotografato spettacoli ed eventi teatrali, e in altri piccoli spetta-coli è stato il disegnatore luci. La foto presentata è uno scatto realizzato per Officina Teatro per il promo di uno spettacolo.

www.setweb.it

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BLACK & WHITEL’autunno inverno 2011/2012 ha visto una vera è propria consacrazione del bianco e nero che sulle passerelle si è confermato lo stile più ricercato. E’ stata Coco Chanel la prima volta a proporre un abbinamento dal contra-sto così deciso ma allo stesso tempo elegan-te rendendolo uno dei suoi segni distintivi e siccome lo moda è fatta di cicli e tendenze il black and white ha conosciuto più volte mo-menti di gloria alternati a momenti in cui è finito nel dimenticatoio.In ogni caso il nero resta comunque il colore per eccellenza da gran soirée, che non passa mai di moda, sempre giusto nelle occasioni importanti.Per le più audaci e originali basta dare uno sguardo alle passerelle di questo inverno dove gli stilisti si sono sfidati a suon di mix divertenti, fantasiosi e meno scontati come per esempio la rivisitazione del tubino propo-

sta da Versace in versione mono-spalla arricchi-to da un ma-xifiore bianco, Marc Jacobs ha scelto for-me retrò e maxi pois luccicanti, Dolce&Gabbana ha giocato con forme rubate ad altri contesti ideando così la borsa pianofor-te, Issey Miyake punta invece su

giochi ottici di linee a zig zag e infine non possono mancare le classiche fantasie leopardate e zebrate in bianco e nero e la geometria pied-de-poule rilanciata da Salvatore Ferragamo seguito a ruota da al-tri marchi.Nemmeno gli acces-sori si sottraggono alla legge del contrasto per eccellenza. Degno di attenzione è l’anello di Emporio Armani composto da due fasce di cristallo Swarovsky sfaccettate. Interessanti anche lo stivaletto nero spuntato con plateau a righe bianche e nere di Missoni e le ballerine bianche con fiocchetto nero di Carshoe.E se tra tutte queste infinite combinazioni di bianco e nero non sapete scegliere quella che più vi rappresenta allora optate per un tubi-no nero semplice, un filo di perle bianche e il gioco è fatto!

L’ANGOLO DELLA

di Nica Crisci

MODA

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arte“Non penso che l’arte sia propaganda; dovrebbe invece essere qualcosa che libera l’anima, favorisce l’immaginazione ed incoraggia la gente ad andare avanti.”

Keith Haring

Ci troviamo in questo mese a percorrere un piccolo viaggio che ci porta negli Anni Ottanta alla scoperta di una corrente

artistica nata un pò per caso. Il Graffitismo. Fenomeno pittorico alquanto appariscente, sviluppatosi negli Stati Uniti nei quartieri po-veri della periferia di New York, come il Bronx e Harlem. Il tutto ebbe inizio quando gruppi di ragazzi giovanissimi si divisero in bande ed iniziarono a ricoprire di disegni i vagoni delle metropolitane. Disegni realizzati con bombo-lette di colore spray e che rappresentavano fumetti oppure dei logos (firme personali)

nei quali era racchiusa tutta la loro filosofia. Con il passare del tempo, alcuni di loro si fe-cero notare dai galleristi del momento e furo-no lanciati come artisti. Il risultato non fu dei migliori perché molti persero la spontaneità del gesto creativo ed entrarono a far parte di un circuito commerciale alla portata di tutti. Gli unici che riuscirono ad emergere furono quelli che avevano alla base una buona for-mazione artistica per gli studi effettuati e per aver frequentato persone come Andy Worhol. Il personaggio che fra tutti è riuscito a far-si notare è stato senza dubbio Keith Haring

di Marica Crisci

L’arte in mostra

IL TEPPISMO CHE HA FATTO DA ARTE

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(Kutztown 1958 – New York 1990), il quale ha ini-ziato a tracciare il suo segno creativo negli spazi vuoti dei pannelli pubblicitari delle metropolitane. Dipingeva con la scioltezza di un fumettista e le sue figure ricorrenti erano bambini, don-ne incinte, personaggi con la testa di cane e segni decorativi che riempivano ogni spazio vuoto. Un repertorio immaginario il suo for-matosi guardando la televisione da bambino. Eseguiva le sue opere senza ripensamenti, con bombolette spray e pennarelli su ogni tipo di superficie: pannelli pubblicitari, teli di plastica, totem, anfore e statue. I suoi segni traducono vi-sivamente i ritmi della musica rap: la ripetizio-ne ossessiva, la possibilità di inventare al mo-mento e la libertà di esprimersi in ogni luogo. Numerose sono le opere realizzate in giro per il mondo e tra i vari luoghi anche l’Italia può van-tarsi della presenza di Haring nel 1989 per la re-alizzazione del murale “Tuttomondo” sulla pare-te esterna della Chiesa di Sant’Antonio Abate a Pisa. La parete è completamente piena di figure tipiche del suo linguaggio espressivo. Trenta fi-gure concatenate tra loro, simbolo di pace e ar-monia nel mondo. Inoltre, in questo periodo è an-che possibile ammirare un’altra delle sue opere: “Murale di Milwaukee” (1983) esposto a Chieti al Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo - La Civi-tella. L’opera è composta da ventiquattro pannelli in legno per un totale di trenta metri di lunghezza e due e mezzo di altezza. Un complesso di figure monumentali che permettono allo spettatore di entrare a far parte di quel mondo immaginario che Haring portò nelle gallerie dei musei di tutto il mondo.

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a fianco:“Il Murale di Milwaukee” (1983) pagina a sinistra:“Tuttomondo” (1989)

sopra:Keith Haring

Mostra in corso dal 30 luglio al 19 febbraio 2012, presso il Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo - La Civitella - Chieti. “Keith Haring: Il Murale di Milwaukee”.

curiosità:- Dotato di un forte carisma, raccolse attorno a sé ragazzi che gli facevano da assistenti, trasformando il “dipingere” in un atto sociale.

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Un documentario di im-pronta televisiva dal mes-saggio inconsueto ma possibile. Enrico Caria è l’autore de “L’era legale”. Anno 2020. Napoli è una città sicura, pulita e mo-derna, grazie all’impresa straordinaria compiuta dal suo sindaco, Nicolino Amore. Nato poverissimo, all’inizio della sua scala-ta sociale Amore si lascia conquistare dai privilegi della bella vita, ma poi si ravvede e decide di oc-cuparsi della sua gente e risolvere il problema più grave che da sempre af-fligge la città: il narcotraf-fico. Dopo studi approfon-diti Nicolino Amore lega-lizza la droga e pone fine ai profitti e al dominio dei criminali. Enrico Caria ha scelto la formula del mockumentary per por-tare al cinema una que-stione scottante come la liberalizzazione delle dro-ghe. Opinioni e presenze di Isabella Rossellini a Renzo Arbore, da Carlo Lucarelli a Giancarlo De Cataldo, Patrizio Rispo e Pietro Grasso.

NELL’ANNO 2020 A NAPOLI ESPLODE “L’ERA

LEGALE”!

2011, il pubblico italiano abban-dona il cinepanettone. Un rifiu-to netto, inequivocabile, scandi-to dai numeri e dalle preferenze. Parlare di funerale è crudele e, forse, troppo prematuro. Più volte la commediola natalizia ha subito un arresto negli incassi multimilionari, riuscendo, poi, a risollevarsi. Diciamo che dopo anni di dominio incontrastato lo scricchiolio è diventato una vo-ragine. Il primo mese del nuovo anno sarà un banco di prova immediato per testare i nuovi gusti del pubblico. In molti af-fermano che il cinepanettone è andato in pensione (dopo quasi trent’anni di onorata carriera, ndr), perchè non riesce più a distrarre il pubblico dalle infe-licità quotidiane, tanto la realtà supera sempre più la fantasia cinematografica. Intanto due ritorni carichi di speranza in ve-trina questo mese. Si comincia con gli “Immaturi” di Paolo Ge-novese che dopo essere ritor-nati sui banchi di scuola per gli esami di stato, si concedono la meritata vacanza post diploma. Raoul Bova, Barbara Boubu-lova, Ricky Menphis, Ambra Angiolini, Luca e Paolo, Anita Caprioli, partono per la Grecia insieme a tanti altri venten-ni di oggi. Succederanno mol-te cose: ritrovarsi a quell’età a fare qualcosa di goliardico, crea delle conseguenze che possono essere dirompenti. Si incontra-no all’ombra della Madunnina anche Alberto e Mattia, ovvero Claudio Bisio ed Alessandro Siani insieme a tutta la truppa (Nando Paone, Giacomo Riz-zo, Valentina Lodovini, la new

entry Paolo Rossi) per “Benve-nuti al Nord”, seguito del gran-de successo della passata sta-gione cinematografica. Stavol-ta, oltre ai luoghi comuni Nord – Sud e ai problemi di lavoro, i nostri protagonisti dovranno affrontare anche difficoltà amo-rose. Il cinema d’autore presen-ta l’ultimo lavoro del Maestro Giuliano Montaldo, “L’indu-striale”. Pierfrancesco Favino e Carolina Crescentini prota-gonisti di una storia dei giorni nostri. Uno stimato ingegnere vede la sua fabbrica ad un pas-so dal fallimento e una moglie sempre più distante. Inizierà il periodo più difficile della sua vita. Il nuovo anno porta subito in dote un kolossal. Effetti spe-ciali e riprese di ultimissima de-finizione per “Mission Impos-sible 4: protocollo fantasma”. Brad Bird dirige Tom Cruise che torna ad indossare i panni speciali dell’agente Hunt. Nuovo capitolo per Mission Impossible, la serie di film tratta dal famo-so telefilm omonimo. L’agente Hunt adesso ha un allievo: in-terpretato da Jeremy Renner, acquisirà un ruolo progressi-vamente dominante all’interno della saga. Un altro divo di Hol-lywood, Brad Pitt, è l’interprete de “L’arte di vincere”, davvero un bel film sul mondo del base-ball e della cultura sportiva in generale. Protagonista un gio-vane laureato in economia che, attraverso un metodo rivoluzio-nario, dimostrerà come si possa costruire una buona squadra basandosi sulle statistiche e non solo su nomi altisonanti e grandi budget.

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CLAUDIO BISIO E ALE SIANI SI RITROVANO AL NORDPER TOM CRUISE E’ ANCORA “MISSION IMPOSSIBLE”

Brad Pitt protagonista di una storia sportiva. Viaggio post diploma per gli “Immaturi”

DOPO IL FLOP DEI CINEPANETTONI, SI APRE IL NUOVO ANNO SULLO SCHERMO

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Benvenuti al NordGenere: commediaNazione: Italia Regia: Luca MinieroCast: Claudio Bisio, Alessan-dro Siani, Angela Finocchiaro, Valentina Lodovini, Nando Paone...Uscita: 18.01.2012

Trama: Sono passati circa due anni. I nostri amici, Alberto e Mattia, sono in crisi con le rispettive mogli. Silvia (Angela Finocchiaro) detesta Milano a causa delle polveri sottili e dell’ozono troposferico e ac-cusa Alberto (Claudio Bisio) di pensare solo al lavoro e poco a lei. Così, per risvegliare l’amore, prende una seconda casa in montagna dove tra-scorrere romantici weekend. Peccato che Alberto....

ImmaturiIl viaggioGenere: CommediaNazione: Italia Regia: Paolo GenoveseCast: Raoul Bova, Ambra Angiolini, Ricky Memphis, Luca Bizzarri, Paolo Kessi-soglu, Barbora Bobulova...Uscita: 04.01.2012

A.C.A.B.Genere: Drammatico Nazione: Francia, ItaliaRegia: Stefano SollimaCast: Pierfrancesco Favino, Filippo Nigro, Andrea Sartoretti, Marco Giallini, Roberta Spagnuolo...Uscita: 27.01.2012

L’arte di vincereGenere: Biografico, Drammatico, SportivoNazione: U.S.A.Regia: Bennett MillerCast: Brad Pitt, Jonah Hill, Philip Seymour Hoffman, Robin Wright, Chris Pratt...Uscita: 27.01.2012

L’industriale Genere: DrammaticoNazione: ItaliaRegia: Giuliano MontaldoCast: Pierfrancesco Favino, Carolina Crescentini, Eduard Gabia, Francesco Scianna...Uscita: 13.01.2012

Mission Impossible Protocollo FantasmaGenere: Azione, ThrillerNazione: U.S.A.Regia: George ClooneyCast: Tom Cruise, Jeremy Renner, Simon Pegg, Paula Patton, Léa Seydouxi...Uscita: 27.01.2012

The Iron ladyGenere: Drammatico, BiograficoNazione: Gran Bretagna Regia: Phyllida Lloyd Cast: Meryl Streep, Jim Broadbent, Anthony Head, Richard E. Grant, Roger Allam... Uscita: 27.01.2012

A t t e s i s s i m i

Cinepanettoni sonoramente sconfitti. Investigatori e gatti che trionfano al botteghino delle Feste. Sherlock Hol-mes supera i 15 milioni, il “Gatto con gli Stivali” i tredici. Già oltre i sette milioni gli “Immaturi” di Bova e co. Il consiglio – DVD riguarda la bella com-media di Francesco Patierno, “Cose dell’altro mondo” con Abatantuono, Lodovini e Mastrandrea. Si parla di immigrazione. Con risate e originalità!

FinalmentemaggiorenniGenere: CommediaNazione: Gran BretagnaRegia: Ben PalmerCast : Simon Bird, James Buckley, Blake Harrison, Joe Thomas, Laura Had-dock, Emily Head, Tamla Kari, Jessica Knappett...Uscita: 04.01.2012

La talpaGenere: Thriller, AzioneNazione: Regno UnitoRegia: Tomas AlfredsonCast: Tom Hardy, Gary Oldman, Toby Jones, Benedict Cumberbatch, John Hurt...Uscita: 13.01.2012

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eventiEventi, mostre e appuntamentida segnare in agenda

a cura di Alfonso Papa

Dopo il singolo di debutto “Heaven” che ha raggiunto la Top 10 dell’Air Play ra-diofonico e che a tre mesi dall’uscita è tutt’ora nella Top 30 dei singoli più scaricati su iTunes, Emeli Sandè pub-blicherà il 14 febbraio, in tutto il mon-do, l’album di esordio “Our Version Of Events” (EMI MUSIC). L’album verrà anticipato dal singolo “Daddy”, in rota-zione radiofonica dal 20 gennaio, che in Inghilterra ha già confermato il succes-so di questa giovane artista e che vede la collaborazione di Naughty Boy. La giovane cantautrice scozzese, neo vinci-trice del Premio della Critica dei Brit Awards 2012 (che nel recente passato ha visto l’affermazione di Adele e Flo-rence and the Machine), è attualmente impegnata con il tour del Coldplay dove apre tutti i concerti europei. “Heaven” si è rilevata una super hit internazionale che ha fatto conoscere al grande pubbli-co il talento vocale della la vera e propria rivelazione del 2011. Nata e cresciuta ad Alford in Scozia nel 1987, la Sandè è una cantante soul e R&B oltre che pianista e autrice di canzoni. La sua cariera musi-cale ha inizio proprio scrivendo canzoni per artisti del calibro di Alesha Dixon, Chipmunik, Professor Green, Devlin, Preeya Kalidas, Cheryl Cole, e Tinie Tempah.

Un uomo gentile a metà tra la terra e il mare, un re avido e meschino. “Nicolamm(a)ore” è il nuovo progetto di Antonio Iavazzo che andrà in scena il 21 gennaio alle ore 21 al Teatro Ci-vico 14 di Caserta, con replica domenica 22 alle ore 19. La favola di un eroe semplice ispira-ta al testo “Leggenda e cunto di Colapesce” di Manuela Mazzi e Raffaele Rizzo che la co-pro-duzione Il Colibrì, Il Pendolo e Itinerarte affi-da a un cast di otto attori e due danzatori: Gio-vanni Arciprete, Lara Corace, Emilio Antonio Cozza, Elvira Del Monaco, Raffaele Iavazzo, Carmine Losanno, Rosario Salvati, Marianita Josepha Vardaro, Mina Fiore e Luigi Rende. Una storia antica che affonda le sue radici nel-la tradizione siciliana del XIV secolo e che vuole il re Federico II affascinato dalle potenzialità di sfruttamento della condizione di uomo-pesce. Il sovrano cerca di trasformare il giovane Colape-sce in “servitore”, utilizzandolo come avamposto affidabile del mondo marino. Per farlo, tenta la strada della seduzione riconoscendogli titoli no-biliari e nominandolo messaggero per far pagare le tasse agli abitanti del mare. Su questo hu-mus, si innestano musiche che vivono sul palco nell’esecuzione dal vivo dell’ensemble formato da Emilio Antonio Cozza, Francesco Di Cri-stofaro, Francesco Natale ed Danilo Parolisi, e guidato dal maestro Natale. Per Antonio Iavazzo, “Colapesce incarna la figura eroica ed eterna del mito rigeneratore e salvifico, e lo fa in una mes-sinscena perennemente in bilico tra il grottesco, la commedia e la farsa, l’opera buffa e la tragedia”.

UN SAN VALENTINO “SCOZZESE”. ECCO L’ALBUM DELLA RIVELAZIONEEMILI SANDE’

Il 21 e 22 Gennaio lo spettacolo diretto da Antonio Iavazzo

AL CIVICO 14 DI CASERTA IN SCENA LA LEGGENDA DI NICOLAMM(A)ORE

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eventi

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oroscopo2012

arietedal 21/03 al 20/04

toro

dal 21/04 al 20/05

gemelli

dal 21/05 al 21/06

cancrodal 22/06 al 22/07

leonedal 23/07 al 22/08

vergine

dal 23/08 al 22/09

capricorno

dal 22/12 al 19/01

acquario

dal 20/01 al 18/02

pescidal 19/02 al 20/03

bilancia

dal 23/09 al 23/10

scorpione

dal 24/10 al 21/11

sagittario

dal 22/11 al 21/12

G e n n a i o

Sei in coppia da anni? E’ arrivato il

momento di risolvere un problema

che ti assilla da molto tempo. Se

il partner ti ha fatto soffrire, cau-

sa sbandata per un’altra persona,

dimenticalo. Come? Rilassandoti e

risorgendo dalle ceneri dopo un bel

po’ di meditazione. La soluzione può

arrivare anche da un sogno o da un

consiglio sincero e disinteressato di

un amico. Se la tua love non pre-

senta ombre, negli ultimi giorni del

mese puoi compiacerti di un grande

rilancio affettivo.

Inizia molto bene il nuovo anno per i

nati in Toro. Una forte corrente di in-

flussi benefici ti permette di preten-

dere e ottenere molto più del solito,

in ogni settore. Le relazioni interper-

sonali si espandono grazie al calore,

alla profondità dei sentimenti e alla

conoscenza dei segreti più profondi

della vita. Disponibile come sei al pia-

cere fisico, l’eros può offrirti molto in

questo mese. Emozioni che esplodono

e forte carica erotica, qualunque sia

la tua condizione sentimentale. Lieve

flessione dei trend a fine mese.

Nella seconda metà del mese il piane-

ta dell’amore avverso così come Marte

portano incomprensioni e gelosie. Per

vivere felicemente le gioie dell’eros è

bene imparare a contrastare la super-

ficialità. Invece di fare l’indifferente e

manifestare una scarsa profondità nel

coinvolgimento emotivo e fisico, prova

a tirar fuori il tuo asso nella manica e

cioè l’abilità di dire cose sexy, senza

mai diventare volgare. Tieni a freno la

gelosia e la possessività e goditi ciò che

la vita ti offre.

Il Plenilunio di lunedì 9 si compie nel tuo

segno ed è perfetto per portare a termi-

ne alcuni progetti, quelli iniziati circa sei

mesi fa. Scaccia pensieri tristi e insicu-

rezze emotive e non ti mancheranno le

opportunità per sentirti desiderato e ap-

prezzato, e occasioni concrete per dare

un assestamento alla tua vita affettiva.

Eros a cinque stelle. L’eccitazione e la

fertilità toccano punte altissime. Nella

vita di coppia avverti la netta percezio-

ne di vivere un periodo assoluto in fatto

d’amore, dove tutto, dai gesti alle azioni

fino alle sensazioni, è in armonia con te e

le tue aspettative.

Calma piatta sul fronte sentimentale. Il

periodo sembra perfetto per stare solo con

te stesso e con i tuoi pensieri, per riflettere

sulla tua condizione sentimentale. Evita di

prendere decisioni affrettate, e se l’amore

non ti dà le soddisfazioni che ti aspetti punta

sulle amicizie. La compagnia di gente inte-

ressante rafforza la tua serenità interiore

messa a dura prova da possibili delusioni af-

fettive. Nonostante le ostilità astrali riguar-

dino proprio la vita di coppia gennaio pone

delle buone basi per rinnovare l’intesa.

La lunga convivenza con l’energico e de-

terminato Marte ti spinge a vivere la vita

in modo sicuramente più avventuroso del

solito. Sei pronto ad inserirti attivamente

nel mondo con la carica aggressiva neces-

saria per sconfiggere nemici e superare

ostacoli. Gli influssi di Giove e dei pianeti

in Capricorno promuovono invece una se-

rie di eventi favorevoli che si rispecchiano

per gran parte del mese. Prosegui per la

tua strada con ottimismo e nessuno potrà

ostacolarti. Le stelle ti vedono pronto ad

innamorarti e a vivere giorni ricchi di sen-

timenti e felicità.

E’ notevole la carica magnetica che

irradi in questo primo mese dell’anno,

sotto l’effetto benefico dei pianeti nel

tuo segno e di Giove e Marte in felice

aspetto di trigono. Le stelle incorag-

giano ad accogliere e perseguire nuove

direzioni a livello personale. Ti si pre-

senteranno più occasioni di quante tu

possa realizzare, ma avrai altri mesi

in cui contare sulla fortuna. Espanditi

verso nuove direzioni senza paura di

cambiare. La sfera sentimentale viaggia

su una corsia preferenziale.

Gennaio segna una fase importante nel-

la tua sfera professionale, specie se hai

contatti con i media e se operi nel campo

delle finanze. Intense le attività intellet-

tuali e creative e il conseguente rendi-

mento. Puoi dare il meglio di te in quanto

a capacità di applicazione e di riflessione

analitica, hai fantasia, una buona elasti-

cità mentale, una notevole intraprenden-

za in ogni circostanza. Grazie alla parlan-

tina sciolta e alla memoria ben allenata,

riesci a far apprezzare le tue capacità un

po’ in tutte le materie.

La buona sorte ti sorride, ti gratifica

con storie d’amore allegre ma pia-

cevolmente impegnate, con rapporti

di amicizia che si fanno più coinvol-

genti e generosi, e con tante soddi-

sfazioni personali. Se hai alle spalle

esperienze poco piacevoli sfrutta

gli influssi positivi per chiarire ma-

lintesi. L’eros è sempre una fonte

di grande piacere e di felicità per

il Pesci. Tuttavia in questo periodo

potresti essere meno interessato del

solito, prediligendo le affinità eletti-

ve a quelle erotiche.

Le piccole dissonanze astrali di gennaio

si concentrano nel periodo che va dall’8

al 16 e mettono l’accento su questioni

affettive irrisolte. Si tratta di figure

d’insieme e pensieri legati al passato,

collegati ad esperienze infantili o con-

nesse alla famiglia d’origine. In questi

casi è benefico svelare alcuni eventi

passati e riesaminare le lezioni appre-

se in quei periodi. Svolte significative e

contesti positivi nella sfera sentimenta-

le sono previsti nei giorni 23 e 24.

A gennaio le stelle amano lo Scorpio-

ne. I pianeti nel segno del Capricorno

e Marte in Vergine formano un raggian-

te aspetto con il tuo segno, e da sa-

bato 14 puoi contare anche sul felice

trigono di Venere. E’ così che vengono

rafforzati il fascino e la seduttività e

a un livello più profondo si ridestano

anche la creatività e la capacità di

esprimere i tuoi veri sentimenti senza

il timore di essere ferito. Si consoli-

dano amicizie importanti e ne nasco-

no delle nuove durante viaggi e brevi

spostamenti.

E’ un buon mese per il Sagittario grazie

ai pianeti schierati a favore nel segno

dell’Acquario che alzano il livello delle

energie nei settori comunicazione, scrit-

ti, brevi viaggi, vita sociale, nuovi amici.

Decidi tu dove incanalare le tue risorse:

l’importante è impegnarsi a raggiungere

un arricchimento personale e non solo

un successo da esibire. Nonostante le

piccole sfide da affrontare nell’ambien-

te domestico, che ti sono imposte da

un Marte collerico e da una Venere ca-

pricciosa (ma solo a fine mese) la vita di

relazione conosce ancora bei momenti.

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IL PERCORSO DEI SAPORI, COLAZIONE, PAUSA PRANZO, APERITIVO E CATERING PER QUALSIASI OCCASIONE:

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L’offerta di REDIPANE si articola con quasi un centinaio di specialità da forno.

Il retro banco ospita un accurato assortimen-to di pani tradizionali del territorio italiano e alcune specialità dai principali paesi europei.

Il contenuto di artigianalità è la costante che caratterizza tutto il percorso produttivo : ma-terie prime, ricette del territorio, lievitazione naturale e cottura su pietra. Con la stessa filosofia vengono sfornate le focacce speciali, le pizze , i croissant così come torte e dolci

tipici.Il suggestivo mondo del forno viene comple-tato da un fantasioso menù di caffetteria che accompagna le principali occasioni di consu-mo della giornata.

A Civitanova sbarcano anche i “Principini” : un menù di panini originali con ricette d’au-tore e farciti con le migliori materie prime e preparati al momento . Un mix di sapori ge-nuini in esclusiva per il primo autentico Ba-kery Cafè Italiano.

a cura di Maurizio Croceri

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