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FONDAZIONE MARISA BELLISARIO SPORT DONNA PIU´ CHE MAI le Protagoniste I.P. DISTRIBUITO CON IL SOLE 24 ORE

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Page 1: SPORT DONNA PI U´ CHE MAI - Fondazione Marisa Bellisario...FLYTEL 46 di Caterina Anna Clemente FONDAZIONE MARISA BELLISARIO Riconosciuta con DPCM 11 giugno 1996 Ente Morale per la

FONDAZIONE MARISA

BELLISARIO

SPORT DONNA

PIU´ CHE MAI

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Il premio della Fondazione Marisa Bellisario dedica la suaXV edizione allo sport. Grande fenomeno economico esociale, arena globale di sviluppo tecnologico e di affer-mazione femminile.Lo sport è diventato anche crescita occupazionale di gran-de rilievo, su scala nazionale ed internazionale. Lo sport èun simbolo della globalizzazione: il CIO conta più aderen-ti dell’Onu. Ed ancora, grandi manifestazioni sportive come leOlimpiadi o i Mondiali di calcio attraggono la più elevataaudience planetaria: questo anche grazie alla televisione eai satelliti. Insomma lo sport si intreccia sempre di piùall’innovazione tecnologica. Cosa sarebbe una macchina di Formula Uno senza l’appa-rato elettronico? Come migliorerebbero le prestazioni ed irecord senza il supporto della tecnologia? Grande interprete dello sviluppo tecnologico del nostropaese è stata Marisa Bellisario.Per questi motivi la Fondazione ha deciso di inserire ilpremio “Le Mele d’Oro” nell’universo sportivo.All’interno della filiera sportiva la presenza femminile è inforte crescita sia sul piano della pratica e dei risultati, chesu quello del governo dello sport.

Le difficoltà di sempre analizzate dal CensisNaturalmente tutto ciò avviene non senza difficoltà e fati-ca. Non vi sono infatti solo luci, ma anche ombre, alcuneincomprensibili. Con la ricerca del Censis abbiamo aperto una serie di fine-stre sullo spaccato femminile italiano, contrassegnato dauna forte crescita della pratica sportiva delle donne. Vediamo, ad esempio, i problemi connessi con la materni-tà, spesso vissuta da atlete o da ex-atlete come un eventoche può pregiudicare una carriera o una vittoria.

La stessa ricerca evidenzia una presenza rarefatta delledonne nel sistema “imprenditoriale” legato allo sport, coneccezioni che si percepiscono, ma che non si riescono anco-ra a misurare nel mondo del wellness e della distribuzione. Questi ritardi nascono in seguito al modello organizzativodello sport italiano che fa del volontariato (dirigenti sporti-vi, ruoli tecnici, etc.) il suo tessuto connettivo: volontaria-to nel quale le donne hanno più difficoltà ad inserirsi inragione dei carichi quotidiani di vita familiare.

Le istituzioni sappiano aprirsi alla caparbietà delle sportiveOggi il lessico di molte società di consulenza aziendale èmutuato dallo sport: fare gioco di squadra è diventato l’im-perativo categorico dei modelli organizzativi aziendali, imanager devono diventare “coach” delle risorse umane, ilgoal è il raggiungimento degli obiettivi delle imprese. Il futuro è quindi sempre più marcatamente “sport- orien-ted”. Le donne che provengono dallo sport hanno già nelloro DNA questi valori, sebbene siano convinte che la cre-scita del movimento femminile nel sistema sportivo trovi ilpunto di leva solo nella loro spiccata determinazione, nell’impegno giornaliero, nel risultato agonistico.

L’ambizione della Fondazione Bellisario - con questa edi-zione - è di portare al centro dell’attenzione di una plateapiù ampia di quella degli addetti ai lavori, le novità e leprospettive emergenti legate allo sport.L’auspicio è che l’autoreferenzialità espressa dalle donnedello sport, come fattore di sviluppo, trovi un punto di rac-cordo con le istituzioni sportive e non, sulla base di pro-getti ed azioni concrete che contribuiscano a disegnare unsistema sempre più sensibile ed attento alle specifiche esi-genze delle donne.

“Le protagoniste” dello sport

di Lella GolfoPresidente della Fondazione Marisa Bellisario

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Editoriale“LE PROTAGONISTE” DELLO SPORT 3di Lella GolfoRicerca CensisSPORT DONNA PIÙ CHE MAI 6

IL RUOLO DELLE DONNE NELLO SPORT 12contributo del Commissario Europeo Viviane RedingSPORT DONNA PIÙ CHE MAI 15di Pier Ferdinando Casini

FORUM “DONNA E SPORT” 16condotto da Ivana Vaccari

LO SPORT PER SUPERARE DIFFERENZE E DISCRIMINAZIONE 22E COME ANTIDOTO CONTRO LE MALATTIE DA BENESSEREdi Mario Pescante

LE MELE D’ORO DEL XV PREMIO MARISA BELLISARIO 24

LA DONNA VINCENTE È UN MESSAGGIO CHE PASSA 27ANCHE DAL MONDO DELLO SPORTintervista di Nicoletta Picchio a Guido Gentili

DONNE, EQUILIBRIO E SVILUPPO DELLA SOCIETÀ ITALIANA 29di Francesco Storace

REGIONE SICILIANA: SOSTENERE, PROMUOVERE 31E INCENTIVARE IL RUOLO DELLA DONNA PROTAGONISTAdi Salvatore Cuffaro

DALL’ARGENTINA ALLA CALABRIA: PER UN PROGETTO 33PILOTA DI FORMAZIONE TUTTO AL FEMMINILE

Le aziende infomano:

MANAGEMENT SPORTIVO, UNA SFIDA AL FEMMINILE 28di Cinzia Bonfrisco

DONNAFUGATA PER ENTELLA 34intervista a José Rallo

È DONNA L’ARTE DEL BENESSEREdi Mariella Panfilio 35

ART’É 41di Marilena Ferrari

DO.TE.intervista a Vittorina Nori 42FLYTEL 46di Caterina Anna Clemente

FONDAZIONE MARISA BELLISARIORiconosciuta con DPCM 11 giugno 1996Ente Morale per la promozione delle attività e delle carriere delle donne

Via delle Colonnette, 26/A (Studio Canova) 00186 RomaTel. 06/36002804 - 36001287Fax: 06/36002805E-mail: [email protected] Internet: www.fondazionebellisario.org

Interviste e coordinamento editoriale:

Hanno collaborato:

Progetto grafico e impaginazione:Studio VitaleStampa:Arti Grafiche Amilcare Pizzi

Come aderire alla Fondazione per il 2003:Chi desidera far parte della Fondazione può inviare al nostro indirizzo la sua richiesta, allegando un curriculum personale e professionale che verrà sottoposto al vaglio degli organi competenti.L’iscrizione comporta il pagamento di una quota annua così ripartita: socia sostenitrice 520 �, socia ordinaria 260 �, socia “Sezione Giovani” 130 �.

Il valore dell’adesione:Le associate partecipano a tutte le attività della Fondazione, ricevono assistenza nelle attività professionali, hanno l’opportunità di scambiarsi esperienze a livello nazionale e internazionale,usufruiscono di tutti i servizi e convenzioni della Fondazione, ricevono la newsletter mensile… in una parola sono protagoniste del mondo che vogliamo migliorare!

F O N D A Z I O N E MARISA BELLISARIO

Nome..........................................................................................................................................

Cognome ...................................................................................................................................................

Data di nascita ..........................................................................................................................................

Indirizzo ....................................................................Città ........................................................................

Telefono ....................................................................Fax ..........................................................................

E-mail ........................................................................Cell ..........................................................................

Professione................................................................................................................................................

2003

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In queste pagine proponiamo una sintesi dei risultati della ricerca elaborata dal Censis per la Fondazione Bellisario.

La ricerca, realizzata con il contributo della Banca Monte dei Paschi di Siena Spa, ha analizzato – sulla basedi interviste, colloqui, elaborazione di dati specifici – le diverse dimensioni del sistema sportivo “con gli occhidella donne”. Oltre ad una ricerca condotta su un campione di 100 tra atlete, ex atlete, dirigenti sportive edassessori allo sport, il lavoro ha preso in esame le fenomenologie più rilevanti del sistema sportivo femmini-le: la pratica sportiva, l’alta prestazione, i risultati, gli impatti sui media, la formazione universitaria, etc. In questo inserto vengono presentati i risultati salienti delle diverse piste di lavoro. La Fondazione MarisaBellisario ringrazia la Banca Monte dei Paschi di Siena Spa, per la sensibilità dimostrata.

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LA PRATICA SPORTIVA

La crescita della pratica sportiva è un fenomeno recente, datato ai primianni ’80, in particolare dal 1982 al 1988, quando è stato raggiunto il dato più significativo: il 22,9 % della popolazione al di sopra dei 6 anni praticava sport.Nei sette anni successivi c’è stato un leggero decremento. Nel 1995 si è verificato un calo sensibile (-4,9%): i praticanti scendono al 18%, con forte diminuzione dei maschi (-8,2%) ed una, contenuta, delle femmine (-1,7%). Il quinquennio successivo vede una ripresa parziale della pratica sportiva, risalita al 20,4%. Il recupero, al 2000, è stato significativo principalmente per la pratica sportiva femminile. Superato addirittura il dato del 1988(+2,7%). In quell’anno è stata raggiunta la punta massima delle donne che praticano sport (15,4%)

SPORTDONNA

PIÙ CHE MAI !

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0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0percentualeMaschi Femmine

Persone di 6 anni e più che praticano sport SESSO 1982 1985 1988 1995 2000 Maschi 21,5 30,4 31,9 23,7 25,6 Femmine 9,5 14,4 14,4 12,7 15,4 Totale 15,4 22,2 22,9 18,0 20,4 Fonte: elaborazione Censis Servizi su dati Istat 2002

Sport praticati - anno 2000

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LA SPINTA ALLO SPORT

Del tutto personale e individuale appare la motivazione delle atlete allo sport agonistico. Lo si fa per passione, con sacrificio, con carattere e per desiderio di raggiungere risultati. Sono questi i valori che vengono assegnati allo sport dalle atlete che lo praticano. Arrivare al successo, insomma, sembrerebbe la parola d’ordine.La lealtà e l’amicizia appaiono esserevalori più importanti per dirigenti e tecnici che per le atlete. I valori collettivi alla base dello sport paionoessere passati in secondo piano rispettoa quelli personali e motivanti.

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SALUTE E MATERNITA’

Le atlete e le ex atlete ritengonoinadeguato il livello dell’informazionesu prevenzione e salute. Ben il 67,4%esprime un giudizio negativo a riguardoe, più in particolare, il 14,3% lo ritieneassolutamente inadeguato. Solo il 4,1% mostra piena soddisfazionein merito, il 28,6% ritiene tale livello“abbastanza” adeguato.

Si è chiesto cosa fosse la maternità per un’atleta, dando la possibilità di indicare due risposte; oltre al fatto cheuna interpellata su due abbia risposto“una scelta”, il dato da sottolineare èsicuramente quel 38,8 che la indicacome una tappa successiva e che ci facapire come sia da molte considerataincompatibile con una vita agonistica;tale visione è confermata dal 20,4 che considera un problema la nascita di un figlio.

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Atlete ed ex atlete Dirigenti e tecnici

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Valori dello sport

Adeguatezza dell’informazione sulla prevenzionee sulla tutela della salute delle atlete

Le atlete davanti alla maternità

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IL FUTURO CHE VERRA’

La crescita, nel futuro, dello sport italiano femminile è tutta nelle manidelle atlete, dei risultati agonistici raggiunti e che verranno, delle societàper cui si gareggia. Gli altri elementiagonistici, organizzativi e di scenarioper le atlete sono solo di supporto.Poca fiducia si ripone nelle componentiesterne al mondo sportivo: solo il 2%delle atlete e il 10% di dirigenti e tecnici donne crede nella funzione di traino delle istituzioni. In media solo il 5% delle intervistatespera nel contributo dei mass-media e degli sponsor per la crescita dello sport.

4SPORT

DONNAPIÙ CHE MAI !

LE ATLETE ITALIANE ALLE OLIMPIADI

La squadra italiana alle Olimpiadi.Questa parte del lavoro è dedicata ad una breve analisi sulla presenza italiana alle Olimpiadi. Sono state prese in considerazione sia le edizioni estive, da Amsterdam1928 a Sidney 2000, che quelle invernali, da Chamonix 1924 a Salt Lake City 2002.Per quanto riguarda le edizioni estivedei Giochi, mentre il dato generale sullapresenza femminile è tendenzialmentecrescente, molto meno regolare è l'andamento percentuale riguardantela squadra italiana. Anche nel caso delle Olimpiadi invernali, mentre il dato generale dimostra una crescita tendenziale, anche se meno regolare di quanto non fosse in quelle estive, la linea indicante il trend della presenza femminile azzurra risulta ricca di spigolature.

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istituzioni

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Soggetti da cui dipende la crescita femminile nel mondo dello sport

Olimpiadi estive (% sul totale partecipanti)

Olimpiadi invernali (% sul totale partecipanti)

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SPORTDONNA

PIÙ CHE MAI !

LE MEDAGLIE “ROSA”ALLE OLIMPIADI

Dall’analisi emerge immediatamente il notevole progresso dello sport femminile italiano degli ultimi anni; per quanto riguarda le edizioni estivedei Giochi, sono ben 24 le medaglie raccolte dalle nostre atlete nelle ultimedue edizioni, 13 ad Atlanta e 11 a Sydney. Discorso analogo può essere effettuatoper le edizioni invernali: il medagliereitaliano fa infatti registrare un notevolepasso in avanti nelle ultime treOlimpiadi, sia nella sua visione generale che in quella parziale relativaalle sole medaglie femminili; sonoinfatti 21 i podi raggiunti da atlete italiane nelle edizioni di Lillehammer,Nagano e Salt Lake contro i soli 9 delle dieci precedenti edizioni.

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SYDNEY 2000MASS-MEDIA E DONNE.

Lo IUSM di Roma ha effettuatoun’analisi dell’attività mediatica alleOlimpiadi di Sydney 2000 partendo da una prospettiva di genere. Gli articolie le fotografie pubblicate sono statidivisi a seconda che riguardassero gliuomini, le donne o entrambi: del totaledegli articoli prodotti il 57% è dedicatoagli atleti, il 20% alle atlete e il 23%sono misti; nello specifico, i quotidiani “non sportivi” hanno pubblicato pezzi prettamente maschili per il 62%, femminili per il 28% e misti per il 10%;gli sportivi, invece, rispettivamente il 57%, il 20% e il 23%. Relativamentealle fotografie, infine, i quotidianisportivi ne hanno dedicate il 57% agliuomini, il 18% alle donne e il 25% sonomiste; i “non sportivi” rispettivamente il59%, il 26% e il 15%.

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% Fotografiesu quotidiani non sportivi

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Uomini Donne Misto

Olimpiadi estive - Medaglie Italiane

Olimpiadi invernali - Medaglie Italiane

Articoli quotidiani Italiani

Fotografie sui quotidiani Italiani

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SPORT, SPESA PUBBLICA,ENTI LOCALI

La spesa pubblica per lo sport in Italianel 2000 (euro).

In Italia sono 22 le donne assessori allosport. La massima concentrazione nelNord per quelli comunali e provinciali(54,5%). Le restanti si distribuiscono al Centro-Sud. La ripartizione è la seguente:

Le risorse per lo sport difficilmentesuperano il 2% dei bilanci comunali e provinciali; in parte indirizzati alla promozione dello sport femminile.Gli assessori sono proiettati fuori del municipio. Si propongono diincentivare la pratica sportiva femminile, finanziare manifestazioni, sponsorizzare team femminili, intervenire per lo sport scolastico trale studentesse.

8SPORT

DONNAPIÙ CHE MAI !

Consumi collettivi P.A Investimenti pubblici Spesa per lo sport Governo 963.402.363 72.303.965 1.035.706.328 Regioni 63.720.000 60.180.000 123.900.000 Comuni e province 1.295.743.062 459.880.781 175.562.384.378 Totale 2.322.865.425 592.364.746 2.915.230.171 Fonte : elaborazione Nomisma su dati Istat e su dati bilancio delle Amministrazioni pubbliche

Nord Centro Sud Comuni 8 2 4 Province 4 2 1 Regioni 0 1 0 Totale 12 5 5 Fonte: elaborazione Censis Servizi su dati internet enti locali 2003

SPORT ED UNIVERSITA’

Gli anni Novanta e i primi del 2000sono cruciali per la struttura universitaria specializzata nellapreparazione di personale per il mondodello sport e dell’attività fisica nellascuola. La frequenza all’ISEF era privilegiata come strada per l’accessoall’insegnamento; il nuovo corso distudi, lo IUSM, è visto anche comeluogo di preparazione professionale peril mondo dello sport. Fenomeno testimoniato dal trend positivo degliiscritti dal 1997 al 2000.

9Matricole Maschi Femmine Totale 2001-2002 2.422 1.417 3.839 2000-2001 3.084 2.152 5.236 1999-2000 2.765 1.710 4.475 1998-1999 2.202 1.749 3.951 1997-1998 2.261 1.767 4.028

Diplomati Maschi Femmine Totale Anno 2002 1.998 1.986 3.984 Anno 2001 1.755 1.710 3.465 Anno 2000 1.090 1.107 2.197 Anno 1999 766 883 1.649 Anno 1998 1.074 1.233 2.307 Anno 1997 1.007 1.164 2.171 Fonte: elaborazione Censis Servizi 2003 su dati MIUR – Ufficio di statistica

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Contributo del commissario europeo Viviane Reding, pubblicato in occasione dellaXV edizione del Premio Marisa Bellisario, Roma, maggio 2003.

Nell'apprendere che il premio Marisa Bellisario avrebbe messo in luce, nella sua XV edizio-ne, il ruolo delle donne nello sport, mi sono tornati alla mente alcuni momenti di forte emo-zione che varie atlete mi hanno fatto vivere nel corso del mio attuale mandato di commissa-rio europeo responsabile dell'istruzione, della cultura e dello sport: innanzitutto, la splendidacerimonia d'apertura dei Giochi Olimpici di Sydney, con quella staffetta di campionesse, daDawn Fraser a Cathy Freeman, che accendono la fiamma olimpica nello stadio; poi, duranteun viaggio in Marocco, l'arduo impegno della grande campionessa marocchina Nawal ElMoutawakil, prima donna araba a vincere una medaglia d'oro in uno sport individuale duran-te i Giochi Olimpici; infine, l'emozione della delegazione italiana a Salt Lake City, l'annoscorso, in occasione delle medaglie di Stefania Belmondo e di Daniela Ceccarelli.È evidente che il ruolo delle donne nello sport non si limita unicamente allo sport ad altolivello e pertanto desidero congratularmi con la fondazione Marisa Bellisario per la scelta deltema di quest'anno. Non è soltanto come commissario allo sport, ma anche come donna e vin-citrice in passato del premio Bellisario, che ho il piacere di presentare il mio contributo a que-sto appassionante dibattito.Permettetemi innanzitutto di esprimermi sul tema di questa XV edizione del premio chie-dendo una precisazione: "donna più che mai" nello sport, è una realtà o, come io presumo -e nonostante gli innegabili progressi degli ultimi anni -, un obiettivo da raggiungere? Stando alla mia esperienza di commissario europeo, i miei interlocutori nel settore dello sportsono per lo più uomini: sia che si tratti di ministri o segretari di Stato nazionali responsabilidello sport (attualmente, soltanto tre dei miei quindici colleghi sono donne), ma soprattuttonel caso di presidenti, vicepresidenti ed altri membri esecutivi delle federazioni sportive euro-pee ed internazionali, indipendentemente dal genere di disciplina, il mondo dello sport -almeno i suoi rappresentanti, i suoi portavoce, i "responsabili delle decisioni" - resta ampia-mente dominato dagli uomini. Certamente, le istanze sportive hanno deciso di modificarequesto squilibrio, ma non siamo che all'inizio della presa di coscienza di questa realtà. Daparte mia, noto che la stampa sportiva si apre sempre più alle donne, a giovani giornalistebrillanti, le quali, da ex-giornalista quale sono, mi rendono fiera.Altra disuguaglianza, anch'essa del tutto evidente, che si rileva dai risultati di un recente son-daggio realizzato negli Stati membri dell'Unione europea: solo il 6% delle donne pratica unosport nel tempo libero, contro il 12% degli uomini, cioè esattamente la metà.Questa situazione non caratterizza solo il mondo dello sport, ma si ritrova, ad esempio, inpolitica, negli ambienti economici ed in alcuni settori professionali, in particolare tecnici escientifici. Vi è tutta una serie di ragioni, principalmente "culturali", che spiega questa spro-porzione, su cui non intendo soffermarmi in questa sede.Al quadro indubbiamente negativo che ho appena delineato si contrappongono tuttavia nume-rosi esempi di segno contrario. La fondazione Bellisario, scegliendo quest'anno il tema dellosport, intende precisamente valorizzare questi esempi positivi, che testimoniano l'impegno ela partecipazione crescente delle donne nelle strutture sportive.Ma questi esempi positivi non sono un invito "ad abbassare la guardia", al contrario. La pari-tà tra uomini e donne, anche quando è sancita da leggi e trattati, non è mai acquisita definiti-vamente. E ancora oggi sussistono numerose discriminazioni, anche in Europa. Basti citarela differenza di retribuzione tra uomini e donne, a pari competenze e responsabilità, che sisitua intorno al 20%; differenza che si osserva anche nei guadagni degli sportivi professioni-sti sebbene, ancora una volta, in questo settore le cose si stiano muovendo: nel tennis, adesempio, dove l'aumento degli indici d'ascolto televisivi per il tennis femminile ha dato luogoa un netto incremento dei guadagni delle giocatrici.La parità nella vita economica, in particolare nel mondo del lavoro, è uno degli obiettivi prin-cipali perseguiti dalla Commissione europea nel settore sociale, per raggiungere concreta-

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IL RUOLO DELLE DONNE NELLO SPORIL RUOLO DELLE DONNE NELLO SPORTIL RUOLO DELLE DONNE NELLO SPORT

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mente, e garantire, la parità tra donne e uomini in Europa. Tra questi obiettivi, definiti nel giu-gno 2000 dalla Commissione presieduta da Romano Prodi, figura la promozione del cambia-mento dei ruoli e degli stereotipi legati al sesso. È in tal senso che il ruolo delle donne stes-se può risultare oltremodo determinante e lo sport, la pratica dello sport, i valori dello sport,possono incidere profondamente. Si osservi l'esempio formidabile che ci dà una grande spor-tiva come Ellen Mac Arthur, che è riuscita ad imporsi in uno sport così faticoso, fisicamentee mentalmente, come la regata in solitario.Se, da un lato, lo sport può diffondere alcuni stereotipi sessisti, dall'altro costituisce poten-zialmente un vettore fantastico di educazione, di educazione civica. Praticare uno sport signi-fica dedicarsi all'apprendimento della disciplina, del rispetto delle norme, del superamento disé, ma significa anche formarsi al rispetto dell'altro, alla solidarietà, alla tolleranza. Lo sportnon contribuisce soltanto alla trasmissione di valori, bensì è veicolo d'integrazione, al di làdelle differenze - integrazione sociale, integrazione culturale, integrazione dei generi.Indipendentemente dalla pratica, senza dubbio insufficiente tra i giovani, in particolare tra leragazze, il pubblico dello sport è oggi molto vasto, distribuito in tutte le classi socioecono-miche e in ogni fascia d'età: eventi come la Coppa del mondo di calcio o i Giochi Olimpicichiamano a raccolta un'intera nazione, al di là delle divisioni socioeconomiche e, sempre più,al di là della differenza dei sessi, dal momento che un numero crescente di donne assiste conassiduità alle partite di calcio in TV e ad altre trasmissioni sportive. Così, lo sport ha oggi una rilevanza essenziale nella formazione della mentalità e nell'evolu-zione dei comportamenti.Proprio perché lo sport è uno degli strumenti più efficaci per l'educazione alla cittadinanza,l'anno 2004 è stato dichiarato, su mia iniziativa, "Anno europeo dell'educazione attraverso losport". Uno dei principali obiettivi di questo anno europeo è di incoraggiare le istituzioniaccademiche e educative a cooperare con le organizzazioni sportive, in quanto l'attività fisi-ca costituisce un mezzo eccellente per bilanciare istruzione formale ed istruzione non forma-le. Il programma di quest'anno prevede incontri e manifestazioni emblematiche, promozionee sostegno di iniziative esemplari ma anche, elemento essenziale, campagne d'informazionee di comunicazione che invitano a una stretta collaborazione con i mezzi di comunicazione.Oltre ai Giochi Olimpici di Atene, l'anno 2004 sarà caratterizzato da altre grandi manifesta-zioni sportive in Europa: lo sport e gli sportivi saranno pertanto ogni giorno in prima pagina.Occorrerà utilizzare bene questa risonanza mediatica per dimostrare che esiste, accanto allosport professionale ad alto livello, con le sue generose dotazioni finanziarie, un lavoro note-vole della società civile che è necessario incoraggiare e sostenere.Il mio obiettivo è che questo Anno europeo dell'educazione attraverso lo sport abbia un effet-to duraturo sulla percezione dello sport come scuola di vita, che gli europei continuino amobilitarsi intorno ai valori dello sport dopo il 2004, in particolare in vista dei GiochiOlimpici di Torino del 2006.È questa dimensione educativa e sociale dello sport che interessa l'Unione europea. È a taletitolo che la Convenzione, impegnata attualmente a ridefinire l'architettura istituzionaledell'Unione e a gettare le basi di un nuovo trattato, ha in progetto di includere lo sport in sud-detto trattato, accanto alle politiche comunitarie dell'istruzione, della cultura e della gioven-tù, ad esempio. Tale inclusione, alla quale personalmente sono molto favorevole - e sullaquale concorda la maggioranza degli Stati membri - fornirà non soltanto una base giuridicaad ogni azione comunitaria di promozione e di sostegno dei valori sociali e culturali dellosport in Europa, ma ne riconoscerà anche l'importanza nella definizione di un modello euro-peo di società.È un segno forte che potrà essere rivolto ai cittadini europei, un segno concreto, positivo - incontrapposizione a una percezione generalmente astratta, negativa, di un'Europa istituziona-le burocratica, inaccessibile, indifferente ai problemi della vita quotidiana.Le donne nello sport, più che mai?Sì, certamente, se si tratta di difendere e promuovere attraverso lo sport i valori della paritàdelle opportunità, dell'uguaglianza dei diritti, della non discriminazione - valori che nonriguardano soltanto le donne, bensì gli uomini e l'intera società, per la quale le donne posso-no essere un motore di progresso ed una garanzia di democrazia e di pluralismo.

RT

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S P O R TS P O R T

La XV edizione del Premio Marisa Bellisario, concepitoper valorizzare e dare il giusto risalto a quelle donne chesiano riuscite ad accreditarsi come protagoniste di profes-sionalità e di successo nella società, è quest’anno dedicataal tema dello sport. Si tratta di una iniziativa importante,che si pone nel solco di quel percorso di emancipazione edi riscatto già proficuamente intrapreso in questo settore edè, soprattutto, un modo per non spegnere i riflettori sullaricerca di ambiti sempre più ampi e strategici nei quali ledonne possono dare il meglio di sé.La presenza ormai con-sueta di atlete azzurre sul podio dei vincitori in occasionedi prestigiose competizioni internazionali suscita in noi ita-liani orgoglio e soddisfazione. Tuttavia, malgrado questistraordinari successi, il talento femminile nello sport non èancora sufficientemente valorizzato. E’ opinione diffusa che nel nostro Paese debba esseregarantita alle donne una voce più autorevole ed un mag-giore spazio nel mondo dello sport.E’ giusto, ad esempio, che la rappresentanza femminile siaesclusa o comunque visibilmente sottodimensionata neipiù importanti ruoli dirigenziali delle federazioni sportive?E’ giusto, ancora, che più del 30 per cento delle intervista-te, come risulta da una ricerca del Censis su un campionedi 100 tra atlete ed ex atlete, debba essere costretta, senzaun valido supporto, a vivere il diritto alla maternità come unproblema difficilmente conciliabile con la carriera sportiva?E’ dunque necessario innanzitutto superare un atteggia-mento che tende a marginalizzare la presenza femminilenello sport, concepito come ambito prevalentemente riser-vato agli uomini in nome di una loro maggiore attitudinepsico-fisica. Questa convinzione, come sappiamo, è smen-tita dalla realtà. Le donne, infatti, grazie alle loro doti disensibilità e di concretezza, al loro spirito di sacrificio ed alloro senso del dovere hanno dimostrato di eccellere e pri-meggiare in molteplici discipline sportive: dalla pallavoloalla scherma, al pattinaggio, al nuoto, solo per fare gliesempi più noti.Se è vero che la popolazione maschile che si dedica adun’attività sportiva è, secondo i dati forniti dall’ISTAT,superiore a quella femminile-con una percentuale per gliuomini pari al 37,8 rispetto a quella del 22,7 delle donne-èaltrettanto vero che le donne, più degli uomini, si dedicanoalla pratica di attività fisiche: il 33,6 per cento contro il28,8 per cento degli uomini. Una presenza significativa, anche per le positive ricadute sulle imprese produttrici di beni e servizi per lo sport.

Non è possibile d’altra parte ignorare i maggiori ostacoliche spesso le donne incontrano nel tentativo di conciliarela famiglia ed il lavoro con la possibilità di dedicare partedel proprio tempo ad un’attività sportiva o fisica. Né è possi-bile eludere il problema di quelle pratiche che tendono amarginalizzare in modo iniquo il ruolo della donna nelsistema sportivo. La presenza attiva delle donne nello sportnon coincide dunque con una condizione di pari opportuni-tà che consenta loro di contare di più e di essere maggior-mente visibili. Non sono evidentemente sufficienti le Cartedei diritti delle donne nello sport, che enunciano principigiusti, ma spesso destinati a restare affermazioni fini a sestesse. E’ necessaria, piuttosto, una tenace e capillare ope-razione di sensibilizzazione che, per un verso, riesca a sra-dicare pregiudizi e, per altro verso, educhi ad un nuovomodo di concepire lo sport. Il cammino è già stato intra-preso. Bisogna ora riuscire ad accelerare i tempi e adimprimere una svolta significativa a tale percorso.Obiettiviimportanti sono stati fissati in occasione della terzaConferenza mondiale sulle donne e lo sport, che si è svol-ta a Montreal nel mese di maggio del 2002 ed alla qualehanno partecipato più di 550 persone provenienti da 97paesi. Nel corso di quell’incontro si è in particolare sotto-lineata la necessità di lavorare per la concreta attuazionedella Dichiarazione di Brighton sulle donne e lo sport del1994 e di operare allo scopo di modificare l’approccio cul-turale generale a favore dell’inclusione e della promozionefemminile nel mondo dello sport.Se si riuscirà a concepire lo sport non soltanto come luogodi competizione agonistica, ma soprattutto quale incentivoa migliorarsi e quale occasione privilegiata di incontro, diintegrazione e di confronto, esso potrà allora esprimere tuttele sue potenzialità di stimolo al dialogo tra le persone diogni nazionalità e di ogni razza e di crescita ed arricchi-mento culturale e sociale della collettività. E lì, veramente, le donne possono fare la differenza.

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SPORTDONNA PIU’ CHE MAIdi Pier Ferdinando CasiniPresidente della Camera dei Deputati

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D ON N A E S P O R TD ONN A E S P O R TD O N N A E S P O R TDONNA E SPORT

Le donne occupano i posti abbandonati dagli uomini, e gli uomini non rinunciano al palcoscenico‘vincente’ dello sport

Ivana Vaccari: Una volta solo i maschi face-vano sport perché fare sport ha un costo, poi,attraverso scelte politiche che hanno voluto la

nascita del CONI e delle Federazioni Sportive, in parteil costo dello sport è diventato zero. Inoltre, la ricerca di“campioni” e il tesseramento gratuito hanno spinto lefamiglie a iscrivere anche le donne nelle varie disciplinesportive. Così nel tempo c’è stato un recupero del gap,anche perché le donne negli ultimi 30/40 anni hannocominciato a mangiare meglio. Non bisogna inoltretrascurare il ruolo fondamentale che nell’ultimo decen-nio hanno svolto i gruppi sportivi dei corpi militari.Aprendo infatti le porte alle donne, hanno permesso lorodi continuare a praticare lo sport ad altissimo livellosenza doversi preoccupare di problemi economici e delfuturo lavorativo. Un tasto dolente, che vorrei affrontare in questa sede, èanche quello relativo alla presenza delle atlete femminilisui media. I media, secondo me, in questo paese, sonosempre in ritardo, non solo nello sport, ma in molticampi. In Italia ci stiamo accorgendo solo adesso cheabbiamo una classe dirigente di donne. Abbiamo buonaparte dell’istruzione in mano alle donne, così comebuona parte della magistratura e su questo punto farò undiscorso impopolare, sul quale mi aspetto una replica deipresenti, ovvero: le donne arrivano in alcuni “presidimaschili” non per una loro conquista ma soltanto perchégli uomini hanno abbandonato quei posti. Ad esempio, lascuola non è più un presidio maschile, perché non dà piùprivilegi economici e di immagine. Stessa cosa vale perla magistratura, soprattutto perché si entra per concorso enello studio le donne hanno imparato a distinguersi.Gli uomini ora preferiscono lavorare nel privato, è piùredditizio e dà maggiore immagine. Questo non è avve-nuto nello sport, perché lo sport è considerato ancora unbellissimo trampolino di lancio. In Italia essere uno spor-

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ForumIvana Vaccari di Rai Sport interrogatre firme maschili del giornalismo sportivosullo spazio concesso alle atlete in primapagina… e alle colleghe in redazione.

“Donne e sport” è il tema del premio dedicato

quest’anno al ricordo di Marisa Bellisario.

“Intendiamo approfondire, grazie alla

professionalità dei presenti, le implicazioni e

le storie di donne legate al mondo dello sport’’

ha detto Lella Golfo, Presidente della Fondazione

Bellisario, introducendo il Forum di presentazione

dell’evento. Alla tavola rotonda, condotta dal

capo redattore di Rai Sport, Ivana Vaccari,

hanno partecipato: Franco Bonera direttore di

‘SportWeek’, Giancarlo Padovan direttore di

‘Tuttosport’, Riccardo Luna vicedirettore de

‘Il Corriere dello Sport’.

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D ON N A E S P O R TD ONN A E S P O R TD O N N A E S P O R TDONNA E SPORT17

tivo significa avere un’immagine vincente, così comeparlare di sport ed occuparsi di sport.

Giancarlo Padovan: Ci sono poche dirigentidonne nel mondo sportivo. Nel CONI adessoce n’è qualcuna e, se mi permettete la cattive-

ria, cominciano ad esserci nel momento in cui il CONIsta per scomparire. Si stanno ritirando gli uomini e allo-ra arrivano le donne, proprio come dicevi tu Ivana. Del resto conosciamo la classe dirigente italiana: non èche non dà spazio alla donna, non dà spazio a chi nonappartiene alla sua classe almeno da un millennio. Dàspazio a quelli che sono nati dirigenti e che dirigentimoriranno. Quindi non è che non si favorisca la donna,non si favorisce il ricambio e basta.

Donne in copertina e ‘storie’ di donne

Ivana Vaccari: Sulle copertine di SportWeekabbiamo visto bellissime fotografie di donne,hanno funzionato?

Franco Bonera: SportWeek è pensato cosìproprio per avvicinare il pubblico femminilealla lettura del giornale sportivo. Io rappresen-

to un settimanale nel quale uno dei punti fermi è cheogni settimana ci deve essere almeno un servizio suun’atleta donna. Questo per noi è importante.Inoltre, ci sono anche dei luoghi comuni, che noi diSportWeek vorremmo sfatare: ovvero che la donna chefa sport non può essere avvenente; che la donna che fasport ha il polpaccio “duro”. Beh, questo non è vero.Due settimane fa abbiamo fatto un servizio su unaragazzina, una giovane speranza del ciclismo, VeraCarrà, che abbiamo messo in mano a un fotografo dimoda. Il fotografo l’ha truccata e l’ha fotografata nellasua attività agonistica. Il risultato è stato che la

Federazione Ciclismo ci ha mandato una lettera diringraziamento nella quale ci diceva che questo sicura-mente farà bene al ciclismo femminile, e soprattutto chel’immagine che abbiamo dato alla ciclista è stataapprezzata dai genitori di Vera.

Ivana Vaccari: Agli internazionali di tennis,quindici anni fa, il vero problema era ditrovare una storia da raccontare. Io credo che

il problema, oggi più di allora, sia quello di trovare il“personaggio da raccontare”. Allora c’era una Evert,una Navratilova, una Sabatini; c’erano delle ragazze cheimpersonavano dei risultati, delle storie private.Adesso ci sono delle atlete forse un po’ troppo “mono-litiche” da raccontare...

Riccardo Luna: in parte è vero, ma in partedipende dalla nostra pigrizia di andarle a cer-care. Io ho seguito con grande interesse questo

discorso sullo sport femminile anche perché la “rivo-luzione femminile” nello sport la sto vivendo infamiglia, in quanto ho una moglie che pratica ognigiorno uno sport diverso e una sorella nella NazionaleItaliana di Golf. Una volta anche SportWeek ne ha par-lato e quella è stata l’unica volta che un giornale ha par-lato di lei, anche se mia sorella rappresenta un fenome-no, essendo la più giovane professionista di golf delmondo, e i suoi risultati si trovano su tutti i giornalisportivi.Purtroppo i giornali sportivi da sempre sembra che cac-cino le donne, le escludano. Noi per esempio abbiamocirca il 15% di lettori che sono donne, ma a volte sem-bra che facciamo di tutto per non averle. Ma così non sipuò andare avanti: sarà soprattutto la spinta del mercatoa costringerci a cambiare prodotto. Se vogliamo trovarenuovi lettori e attrarre nuovi investimenti pubblicitari,dovremo rivolgerci alle donne. In questo momentopenso che nella stampa sportiva siamo alla vigilia di unarivoluzione come quella che c’è stata nei quotidiani

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nazionali generalisti che fino agli anni’70 erano lettiquasi esclusivamente dagli uomini (mentre le donne,com’è noto, prediligevano i settimanali). Allora c’èvoluta la nascita di Repubblica - che è stato il giornaleche ha cambiato il linguaggio dei quotidiani-e che ha“aperto” a temi che non fossero soltanto il pastone dipolitica di palazzo. Credo che la stessa cosa avverrà peri quotidiani sportivi, che oggi fanno una grande fatica atrovare nuovi lettori, perché si sono in gran parte chiusinel recinto dei tifosi di calcio.

Lo sport nella scuola: il calcio dà i ‘crediti’, la danza no

Lella Golfo: Che ruolo dovrebbe avere lascuola nell’educazione allo sport? Come di-sciplina scolastica, materia integrante del

piano di studi. La recente riforma Moratti va esattamen-te in questa direzione.

Ivana Vaccari: Non vorrei dire una cattiveria,ma mi sembra che lo sport venga fatto inmodo molto marginale nella scuola.

Franco Bonera: Le mie figlie, ne ho tre,hanno fatto il liceo con il nuovo sistema deicrediti ove la cosa strana è che se un ragazzo

gioca a pallone in una società dilettantistica, ottiene deipunti nel credito scolastico. Lo stesso non vale per ladanza, che una delle mie figlie pratica. Nonostante leiabbia fatto delle battaglie per questo motivo, i ricono-scimenti per questa disciplina al momento non esistono.

Riccardo Luna: La scuola dell’obbligo cometale tende un po’ a penalizzare lo sport. Caricai ragazzi di compiti anche nel week-end e non

aiuta certamente a lasciare tempo da dedicare allo sport.

Le donne in redazione

Ivana Vaccari:Adesso mi rivolgo al Direttoredi “Tutto Sport” per chiedergli se ci sono dellecolleghe che lavorano nella redazione del suo

giornale. Quando chiedi loro di lavorare la domenicasera, magari per quattro turni di seguito, forse ti dicono:“ma io ho un bambino - io ho il marito - io ho il com-pagno”. Succede?

Giancarlo Padovan: No, non dicono: “devoandare a casa perché ho il bambino” perchéinnanzitutto sono quasi tutte donne che ven-

gono dallo sport, dalla pratica sportiva e quindi c’è statauna trasmigrazione dal campo o dalla pedana, al gior-nalismo sportivo. Però, è giusto dire che la donna cheentra nelle redazioni sportive, spesso vi entra per farequello che l’uomo vuole che faccia: si ritrova a fare la“sfilatina”, il che vuol dire che la donna si veste benee che non entra in questioni tecniche perché in fin deiconti è una donna; quelle tecniche sono cose da uomini.

Ivana Vaccari: Quando io cominciai a faretelecronache nell’ ‘87 ero veramente unamosca bianca. Eravamo in pochissime. Le

vecchia guardia aziendale, per intenderci: Ciotti, Ameri,il grande Paolo Rosi, guardarono con un’aria moltopaterna il mio ingresso nello sport. Poi a un certo punto quando ho incominciato a entrarenel giro, c’è stato un ricambio generazionale: i “vecchidello sport” sono andati in pensione e io mi sono con-frontata con dei pari età e lì è stato molto più difficileperché “i nuovi” mi consideravano una dell’ambiente,una che aveva dei punti fermi e quindi ero una personacon la quale entrare in competizione. I “ nuovi” hanno

P R. Lazio

Forum

DDONN A E S P O R TD O N N A DONNA E SPORT

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cominciato a fare il giochino: “scusa, tu sei una donna,parla delle donne”.

Riccardo Luna:Anche se nel nostro mestierel’entrata delle donne è ancora “difficile”, intantissimi campi il sorpasso delle donne sugli

uomini già sta avvenendo.Nelle università americane le donne sono più degliuomini e nella pratica dello sport tra un po’ le donnesaranno più degli uomini. Finirà che saremo noi, neiquotidiani sportivi, a inseguire le donne perché avremobisogno di nuovi lettori e questi nuovi lettori sono traquelle donne che oggi non hanno una “riga” e che sonogià la metà dei praticanti nello sport. Per questo dicoche in prospettiva la battaglia è già vinta ed è unabattaglia che io sarò felice che le donne vincano, perchétoglierà quel troppo di “machismo” che c’è nei quotidi-ani sportivi.

Lella Golfo: Mi fa piacere sentire questa notadi ottimismo, che si introduce nel nostro dibat-tito. E’ anche vero però che chi detiene le

quote societarie di una grande azienda, e gli esempisono tanti, difficilmente è disposto a cederle, soprattuttose si parla di titolarità al femminile. E’ vero che le donnestanno guadagnando molto spazio ma è altrettanto veroche il 54% delle lauree nel nostro Paese è donna.

Franco Bonera: Però ci sono casi in cui ladonna imita troppo l’uomo.

Ivana Vaccari: Troppo spesso le donne, quan-do si confrontano con gli uomini, in campi cheda sempre sono degli uomini, debbono

adeguarsi alle regole prestabilite da chi è già all’internodella cittadella fortificata. Questo è sbagliato, perché ci

costringe ad abbandonare quelle che sono “le speci-ficità” femminili. Le atlete con le quali ho avuto a chefare in tanti anni di lavoro, hanno avuto un modo di pro-porsi completamente diverso da quello degli uomini; inquesto spiccavano nel panorama nazionale e ancheinternazionale. Le sportive si proponevano come donnepensanti, parlavano un italiano forbito e avevano unmodo di porgersi gradevole. Questa specificità, secondome, deve restare.

Giancarlo Padovan: Sono d’accordo sulle“specificità” che debbono essere conservate.Avendo frequentato a lungo il mondo del cal-

cio femminile, ho osservato alcune cose: la donna è piùattenta degli uomini. La donna è più ricettiva. Ad esem-pio, ha maggiore sopportazione del dolore. Mi è capita-to di vedere ragazze giocare con l’alluce fratturato, cosache per un uomo sarebbe inimmaginabile. Le donnesono attente, si concentrano e dimostrano lealtà assolu-ta. Le donne nel calcio femminile non simulano mai. Pertantissimi versi un mondo assolutamente diverso daquello degli uomini. Però, per certi atteggiamenti incampo, nell’esultanza, nei comportamenti con l’arbitro,nelle proteste, nel linguaggio, le donne ricalcano i codi-ci maschili.

Ivana Vaccari: Abbiamo offerto alle donnequell’esempio e loro lo hanno recepito....

Giancarlo Padovan: Sì, è strano che abbianorecepito proprio una cosa deteriore, quandonella tecnica le donne sono superiori.

Purtroppo nelle cose deteriori invece troviamo l’imi-tazione del modello maschile, forse perché, alla fine,perfino la donna considera il calcio un gioco per maschi.

P G. Worldwil

Forum

DDONN A E S P O R TD O N N A DONNA E SPORT

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Lo sport ha un suo peccato originaleda farsi perdonare, o da scontare,secondo i punti di vista. Se si ritiene,infatti, di far discendere l’originedelle moderne attività sportive da queiGiochi Olimpici che i greci celebrava-no nell’antichità come ideale punto diincontro tra culto del corpo e mistici-smo religioso, si deve ammettere cheessi nacquero già gravati di una fortecomponente discriminatoria: l’assolu-ta esclusione delle donne non solodalle gare, ma anche dal sacro recintodello stadio.Di fronte a questa constatazione ilmondo dello sport se l’è sempre cava-ta, sia pure con un certo imbarazzo,attribuendo tale consuetudine pocoedificante ad uno dei più radicatiaspetti della civiltà greca: l’inferioritàdella donna nella società e il ruolomarginale che le era riservato nellavita pubblica.In qualsiasi modo siano andate lecose, la tendenza si ripresentò in epo-che a noi molto più vicine, quando ilbarone Pierre de Coubertin riuscì a farrinascere il mito di Olimpia. Il capar-bio nobiluomo francese, infatti, nonvedeva di buon occhio la presenzadelle donne sui campi di gara, tolle-randole di malavoglia solo come spet-tatrici.Un atteggiamento misogino che nonvenne mai del tutto abbandonato, madestinato ad essere sbaragliato, neglianni Venti del secolo scorso, dall’ir-rompere delle donne tanto nello sportquanto in altri campi della vita quoti-diana ritenuti, fino ad allora, di esclu-siva pertinenza maschile.Molta acqua è passata da allora sotto i

ponti. Oggi la “Carta Olimpica” delCIO- come dire l’insieme delle normeche regolano l’attività-riconosce (edauspica) ben altri ruoli per le donnenello sport, sia sui campi di competi-zione, che dietro le scrivanie. In pas-sato, ma anche in tempi molto recenti,il CIO è dovuto intervenire per repri-mere e combattere ogni forma di pre-giudizio contro le attività sportivefemminili, arrivando fino alla esclu-sione di paesi che la dovessero ancorapraticare. Un caso emblematico è rappresentatodall’Afghanistan-finalmente rientratonella comunità internazionale, madove, per anni, alle donne è stato pre-cluso ogni elementare diritto. Ebbene,vedere il prossimo anno atlete afgha-ne sfilare ai Giochi Olimpici di Atenedietro il proprio vessillo nazionale,costituirà certo una vittoria per losport, ma nel contempo-e con benaltro significato-sarà una grande affer-mazione di civiltà per tutta l’umanità.Atlete coraggiose, quindi, ma anchesolerti dirigenti. L’attenzione verso lapresenza femminile nell’universosportivo internazionale risulta oggitanto marcata che il CIO ha ritenuto didover riservare alle donne non menodel 20% dei posti nei suoi organismi.Anche l’Italia può vantare una suaampia rappresentanza in seno al pro-prio Comitato Olimpico, con unadelle vice-presidenze affidata ad unaex-atleta di valore, oggi giovane edaffermata professionista. In una ottan-tina d’anni lo sport femminile haquasi raggiunto il livello di quellomaschile, sia come pratica che comespecializzazione.

Nel 1928 fece scandalo l’inserimentodella corsa degli 800 metri nel pro-gramma olimpico dell’atletica (tantoda imporne la cancellazione almenofino al 1960). Pochi giorni addietro labritannica Paula Radcliffe ha miglio-rato il primato mondiale femminiledella maratona con un risultato-2 ore15’ 25”- che neppure il grande EmilZatopek era mai riuscito ad ottenere aisuoi tempi. Nel nuoto, gli attuali record femmini-li valgono i “tempi” ottenuti dagliuomini negli anni settanta.Si tratta di una crescita esponenziale.Non siamo di fronte ad una ”rincorsa”tra i due sessi, né ad una sfida impostasulle lancette del cronometro, ma èinnegabile che stiamo assistendo adun livellamento nelle motivazionidella pratica sportiva, a tecniche diallenamento e di preparazione simili,ma necessariamente adatte alle diver-se esigenze morfologiche e fisiche.Non si dimentichi mai che il progres-so ha molte facce.Un’occhiata alle cose di casa nostra. Idati più recenti e relativi alla diffusio-ne delle attività sportive in Italia dico-no che, a fronte di 9 milioni e mezzodi uomini che praticano sport, corri-spondono circa cinque milioni emezzo di donne. Ma non può esserciqualità senza quantità. Ai GiochiOlimpici del 1920 la squadra olimpicaitaliana, a fronte di 169 uomini alli-neava una sola donna, la coraggiosatennista Rosetta Gagliardi. Ottantaanni più tardi a Sydney, le ragazze ita-liane scese in gara sono state 126 con-tro i 227 colleghi uomini. Un altrosegno dei tempi che mutano.

LO SPORTPER SUPERARE DIFFERENZE E DISCRIMINAZIONE E COME ANTIDOTO CONTRO LE MALATTIE DA BENESSEREdi Mario Pescante Sottosegretario per i Beni e le Attività Culturali con delega allo Sport

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2 0 0 3X V P R E M I O M A R I S A B E L L I S A R I O

la Commissione esaminatrice del Premio

La XV Edizione del Premio Marisa Bellisario si è tenuta aRoma, il 10 maggio, nella prestigiosa sede di Confindustriaed ha avuto come filo conduttore la donna e lo sport.Varie le sezioni nelle quali sono state premiate manager,imprenditrici e neo laureate in ingegneria elettronica.Premi speciali sono stati assegnati per il ruolo svolto nellamoda, nel giornalismo, nel calcio, nella carriera; a coloroche hanno superato con coraggio e volontà i loro “limiti”;a colei che può mettere gli uomini “sull’attenti” e ad unasuora che, superando gli schemi convenzionali della mis-sione ecclesiastica, ricopre il ruolo di Presidente di unasquadra femminile di pallavolo.

Un premio specialissimo è stato conferito alla "Signoradel Secolo”, la Ferrari, che continua a far battere il cuore

di tutto il mondo e per la quale l’età è simbolo di eterna gio-ventù. Significativamente il Premio è stato ritirato da tredonne della scuderia di Maranello.

Il “Germoglio d’Oro”, istituito nella precedente edizione incollaborazione con il "Corriere della Sera”, premia giovanidonne che hanno avviato da poco tempo una attivitàimprenditoriale e che vantano già risultati di successo.Come vengono assegnati i premi? Nel corso dell'anno, laFondazione, attraverso l’Ufficio Studi e Ricerche, raccoglieinformazioni da parte di aziende ed istituzioni, seleziona lastampa specializzata e quindi segnala la candidatura didonne meritevoli di ricevere la “MELA D’ORO”. Tuttavia,è ammessa l'autocandidatura: ciascuna donna che ritenga dipossederne i requisiti, può partecipare alla selezione, invian-do il proprio curriculum vitae alla Fondazione sia tramiteposta ordinaria chevia mail a [email protected] collegandosi al sito: www.fondazionebellisario.org.

La Commissione esaminatrice è composta da 20 membri.Ne fanno parte di diritto la Presidente della Fondazione, 5membri del Consiglio Direttivo, tre membri del ConsiglioDirettivo dell’associazione “Amici della Fondazione”, laPresidente della Sezione Giovani, rappresentanti regionalidella Fondazione e personalità dell’imprenditoria pubblicae privata, della cultura e delle istituzioni.

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SEZIONE MANAGER Evelina Christillin Vice Presidente Comitato Organizzatore Olimpiadi di Torino Giada Michetti Amministratore Delegato Promotor International Luisa Rizzitelli Titolare Timing Event & CommunicationBianca Maria Bosco Tedeschini Lalli Rettore IUSMSEZIONE IMPRENDITRICIGiulia Rosset Amministratore Delegato NapapijriGabriella Spada Presidente Giacomelli SportChristina Newburgh Titolare Centro Benessere SPA’DEUSSEZIONE LAUREATE CON 110 E LODEPaola Uggetti Università di PaviaFederica Poli Università di ParmaLucia Valbonesi Politecnico di Milano

PREMI SPECIALI

DIRETTORE DI GIORNALECarla Vanni Direttore di “Grazia”PER LA MODABeatrice Trussardi Presidente Trussardi GroupGERMOGLIO D’OROAdele Allegrini Direttore Generale de “La Mela di Ottavia”

LA SIGNORA DEL SECOLOPremio alla FERRARI Ritirano la Mela d’Oro Lucia Menetti, Lara Fraschini Michela Bruzzone, Daniela GrenziPER IL GIORNALISMO SPORTIVODonatella Scarnati Redattrice “TG1”Emanuela Audisio Giornalista de “La Repubblica”LE DONNE DEL CALCIOBenedetta Geronzi Direzione Marketing Federcalcio Rosella Sensi Amministratore Delegato A.S. Roma SpaGiulia Mancini Responsabile Area Marketing JuventusPER LA FEDE NELLO SPORTSuor Giovanna Saporiti Presidente Agil Volley Trecate (NO)ALLA CARRIERAStefania BelmondoDiana BianchediSara SimeoniSENZA LIMITIPaola FantatoFrancesca PorcellatoUOMINI SULL’ATTENTICristina Cini Assistente dell’Arbitro nel Campionato di Calcio di Serie ARICONOSCIMENTO ALLE PRIME "ALFIERE" AZZURRE ALLE OLIMPIADIMiranda Cicognani Fides Romanin

2 0 0 3L E P R E M I A T E

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Guido Gentili è direttore de”Il Sole 24 ORE”, il quotidianoeconomico più letto in Italia e in Europa. Sulle pagine rosa,le notizie sportive sono seguite con molta attenzione: il cal-cio, il settore che ha una maggiore rilevanza dal punto divista del business, ma anche le altre discipline. Una sceltanon casuale: lo sport è una realtà che ingloba economia ecompetizione, e quindi rientra a pieno titolo tra gli asset delPaese.Quest’anno il Premio Bellisario è dedicato alla donna e allosport. Un settore passato in secondo piano nelle battaglie diquesti anni, ma è da molto tempo che i primi posti sul podiosono al femminile. Dalle medaglie olimpiche della nuotatri-ce Novella Calligaris, venti anni fa, a quelle della sciatriceDeborah Compagnoni, tanto per citare due nomi conosciu-tissimi al grande pubblico. Ma la lista è ancora più lunga.“Nello sport non ci sono differenze tra uomini e donne”,commenta infatti Gentili. “Un settore dove la parità si èfatta sentire per prima”, continua. La dimostrazione arrivada un sondaggio realizzato dalla Fondazione Bellisario: inalcune discipline importanti, come ginnastica, attrezzistica,danza, nuoto, pallanuoto, tuffi e pallavolo, la percentualedella presenza femminile è di gran lunga maggiore rispettoa quella maschile (che invece svetta nel calcio, nel ciclismoe nella pallacanestro).“Ormai vedere la donna ai primi posti, nello sport come inaltri settori, è un fatto normale”, dice ancora Gentili. E sot-tolinea la differenza delle due nomine al femminile alla pre-sidenza RAI, negli anni passati Letizia Moratti, oggi LuciaAnnunziata. “All’epoca della Moratti vennero scritti fiumid’inchiostro sulla novità dell’elezione di una donna; nelcaso dell’Annunziata, non si è andati oltre qualche rapidocommento. Un segnale che la nomina di una donna in posi-zione di vertice è stata assimilata nella nostra cultura”,aggiunge. Casi analoghi esistono anche nel mondo confin-dustriale: quando Emma Marcegaglia diventò presidentedei Giovani imprenditori, sottolinea il direttore del “Sole 24ORE”, suscitò molta curiosità proprio il fatto che fossedonna. Oggi tra i vicepresidenti siedono Diana Bracco,responsabile della ricerca, ed Anna Maria Artoni, presiden-te dei “Giovani”. E non fanno scalpore. “Oggi parlare didonne imprenditrici non fa più nemmeno notizia: le donneinsediate nel mondo del lavoro sono una costante. Certo,sono poche quelle che arrivano ai vertici delle aziende, ma il cammino è avviato ed è irreversibile. Solo una questionedi tempo” sostiene Gentili. Fanalino di coda sono le istitu-zioni e la politica: anzi, come sottolinea il direttore del quo-tidiano, molte presenze femminili in politica vengono dalmondo imprenditoriale o manageriale. Una situazione dasuperare: ma in questo caso Gentili è convinto che sia sol-tanto questione di tempo.Da anni il Premio Bellisario si svolge in Confindustria, conil marchio del “Sole 24 ORE”: “è il riconoscimento che nelmondo del lavoro esiste la parità tra uomo e donna. Ed èanche un impegno perché gli ostacoli che ancora restanopossano essere superati”.

LA DONNA VINCENTE È UN MESSAGGIO CHE PASSA ANCHE DAL MONDO DELLO SPORT

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intervista di Nicoletta Picchio a Guido Gentili

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Il patrimonio degli impianti sportivipubblici in Italia, soprattutto nei centriurbani dove gravitano popolazionescolastica ed utenza potenziale, èampio, sotto-utilizzato e non valoriz-zato ai fini sia del raggiungimentodelle finalità educative sia dell’offertaal mercato. Negli ultimi anni, le pro-blematiche relative alla gestione deicentri sportivi hanno subito profondetrasformazioni dovute ad evoluzionilegislative, pressioni competitive,nuovi trend di offerta, innovazioni tec-nologiche. Questo scenario, spessolegato a logiche di programmazionepubblica non più aggiornate, ha porta-to ad avere, sul territorio Italiano, ungrande numero di impianti sportivi“malati”. E’ certo che nel nostro Paeseè giunta l’ora di decidere sulla desti-nazione d’uso di questo patrimonio.Pro.te.o (società per le politiche attivedel lavoro della Regione Lazio) èimpegnata in un’azione complessivasul territorio della regione Lazio perrecuperare gli impianti sportivi,coniugando la finalità sociale-educati-va dello sport di base allo sviluppo ditutte le possibilità di utilizzo degliimpianti.Tutto ciò ai fini anche delpotenziamento e della diversificazionedell’offerta di sport all’utenza privatae per contribuire allo sviluppo delmercato del lavoro. Crediamo dicogliere questo obiettivo attraverso laristrutturazione degli impianti finaliz-zata all’erogazione di attività poliva-lenti, la scelta di modalità gestionalidegli impianti di tipo imprenditorialegrazie alla partecipazione di partnersprivati ed il coinvolgimento delleassociazioni sportive nell’erogazionedelle attività. Esiste quindi l’esigenzadi creare un management adeguato,per preparazione culturale e potenzia-

le capacità gestionale, nonché perconoscenza delle attività sportive, inparticolare sotto l’aspetto dell’ottimiz-zazione dei servizi in offerta. Gestire con successo un centro sporti-vo richiede ormai una conoscenzaapprofondita di tematiche complesse evariegate: management, marketing ecomunicazione, contrattualistica, dirit-to pubblico, controllo di gestione, ecc..Sul fronte del recupero degli impiantisportivi, Pro.te.o agisce in sinergiacon Italia Lavoro, sulla base della con-venzione stipulata con il CONI el’Istituto per il Credito Sportivo, persviluppare progetti di global serviceche abbiano come obiettivo lo svilup-po di un sistema coordinato di azionifinalizzate alla creazione di nuovaoccupazione mediante: - il recupero e la valorizzazione eco-nomica del patrimonio esistente;- la ultimazione di nuovi impianti cherientrino in programmi regionali defi-niti, negli aspetti di programmazione urbanistico/ambientale, e che nonsiano di esclusiva destinazione sporti-va. Sul fronte dello sviluppo dellefigure professionali, Pro.te.o sostieneazioni formative di alto profilo, attra-verso la presentazione di specifici pro-grammi di formazione superiore(obiettivo 3 del FSE). In generale leazioni sono progettate per:imprenditori e manager operanti incentri e impianti sportivi; chi vuoleavviare un’attività imprenditorialenel settore degli impianti sportivi;amministratori, dirigenti e quadridegli enti locali, impegnati nellagestione e coordinamento diretto eindiretto di impianti sportivi, con parti-colare riferimento a località turistiche;dirigenti di associazioni sportiveimpegnati nella gestione di un impian-

to; istruttori e allenatori, che inun’ottica di crescita professionale,intendono ampliare le loro conoscenzedi management dell’impianto sporti-vo: Insieme ad Italia Lavoro, che hapredisposto con il CONI un progettodi inserimento lavorativo di atletidenominato “sport to job”, è stato svi-luppato uno specifico modulo proget-tuale che ha l’obiettivo di favorire lacreazione di un management sportivoal femminile, in particolare tra le atle-te non più in agonismo.

La Regione Lazio nel panorama spor-tivo italiano è tra le più attente a soste-nere l’impegno dei Comuni e delleProvince a valorizzare la presenza sulterritorio laziale di impianti sportivi dialtissimo livello e una tradizione ago-nistica che affonda le sue radici nellastoria. Lo sport a Roma e nel Lazioappartiene al patrimonio culturale delterritorio e della gente del Lazio. E’giusto che rappresenti anche unaopportunità economica di sviluppolocale e di lavoro.Sostenere la possibi-lità che le atlete diventino imprenditri-ci per lo sport è una “partita” che vor-remmo vincere con loro. Ecco perchéci uniamo volentieri al lavoro dellaFondazione Marisa Bellisario cheogni anno rinnova il proprio impegnoper la valorizzazione delle competen-ze femminili, certi che le donne nellosport contribuiscono ad un’affascinan-te “sfida” sotto il profilo dell’agoni-smo, della professionalità, dei valori edella vita.

Cinzia BonfriscoAmministratore Delegato.

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M A N A G E M E N T S P O R T I V O , U N A S F I D A A L F E M M I N I L E

le aziende informano

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Ho sostenuto più volte che le donne rappresentano, nella nostra società, non soloun elemento importante, ma una componente essenziale. I successi, la caparbietà,l’intraprendenza, la sensibilità che le donne dimostrano quotidianamente in tutti icampi nei quali sono chiamate a operare ne sono la testimonianza più diretta e con-vincente.Da decenni, ormai, lo sport ha assunto, nella sua colorazione in rosa, unodei campi in cui maggiormente la presenza femminile è divenuta sinonimo di capa-cità e spettacolo, di bravura e di grandi risultati. Ma lo sport non è l’unico campoin cui si è registrata una straordinaria crescita, in tutti i sensi, del pianeta femmini-le. Se è vero, infatti, che, ancora all’indomani della Seconda guerra mondiale, ledonne erano considerate quasi un’appendice della società, oggi le ritroviamo sottole armi, professioniste impeccabili in un campo per millenni considerato esclusivoappannaggio degli uomini.Oggi, dopo un periodo della nostra storia nel quale le donne, o, meglio, alcunecomponenti dell’universo femminile, hanno preteso di dimenticare il ruolo fonda-mentale della donna come elemento di base della famiglia, stiamo riscoprendo l’e-quilibrio, la giusta misura fra la vita attiva, imprenditoriale, sociale, sportiva e quel-la più intima, familiare, raccolta. La Giunta regionale che ho l’onore di presiedereha riconosciuto, da subito, l’importanza fondamentale – per l’equilibrio stesso delledonne, ma, a cascata, per l’equilibrio delle famiglie e della stessa società italiana –di questa giusta misura: le leggi regionali del Lazio a favore della famiglia, delleragazze madri, delle famiglie numerose sono un esempio di questa attenzione dellaGiunta al mondo in rosa. Parallelamente, ha preso vita, in un corpus organico, unaserie di provvedimenti, volti a favorire le donne nel mondo del lavoro, nella vitaquotidiana. L’obiettivo che, come Amministrazione, ci siamo posti, è stato quello diavviare politiche che avessero costantemente al centro della loro azione la donna,intesa come madre, come moglie, come imprenditrice, ma soprattutto e più sempli-cemente come donna intesa nella sua interezza. Ecco perché anche il Testo unicosullo sport, approvato dal Consiglio regionale, ha un occhio di riguardo per l’uni-verso femminile e per le famiglie in generale: insieme alle misure a favore dellosport praticato dai portatori di disabilità, abbiamo previsto dei contributi destinatialle squadre e ai singoli atleti e, per le famiglie in difficoltà economiche, abbiamoprevisto l’erogazione di “buoni sport”, destinati a coprire le spese per la praticaatletica dei ragazzi e delle ragazze. Ovviamente, però, questo non basta. Non basta,infatti, solo un testo di legge a valorizzare il ruolo della donna. Per questo, è statoistituito il “Premio Donna”, che viene consegnato – da quest’anno – l’8 marzo dalpresidente della Giunta, con una cerimonia pubblica, a quelle donne che, nell’annoprecedente, abbiano conseguito importanti risultati a livello nazionale o interna-zionale nelle diverse discipline sportive o in altri campi d’attività.Con questa ini-ziativa, abbiamo voluto offrire il nostro riconoscimento a tutte le donne della regio-ne: ogni anno ne vengono premiate cinque. Si tratta di un momento per valorizza-re il prezioso contributo delle donne del Lazio, impegnate a promuovere, dentro efuori i confini nazionali, la cultura, lo spettacolo, lo sport e l’intero patrimonio sto-rico-culturale del territorio regionale. Solo un breve cenno, infine, ai numerosi altriprovvedimenti che abbiamo assunto. La legge 215/92 sull’imprenditoria femmini-le; le misure varate nell’ambito del Docup Obiettivo 2; quelle formative perl’Obiettivo 3; i fondi riservati alle donne in agricoltura contenuti nel Piano diSviluppo rurale; l’istituzione della Consigliera di Parità; la realizzazione di un asilonido interno alla sede dell’Amministrazione regionale sono tutti esempi di quantola Giunta regionale stia rendendo il Lazio sempre più “in rosa”. E credo che non cisia testimonianza migliore di quella dell’Istat: fra il 2001 e il 2002 abbiamo avutoun incremento del tasso di occupazione femminile nel Lazio pari a un più 1 percento, dal 31,2 al 32,2 per cento. Questi sono fatti concreti, risultati incontestabili, che abbiamo prodotto non con lechiacchiere, ma col lavoro, con azioni di governo a favore delle donne. E su que-sta strada abbiamo intenzione di proseguire fino al termine della legislatura, pervalorizzare sempre più le grandi potenzialità dell’universo rosa.

Donne equilibrio esviluppo della società italiana

di Francesco StoracePresidente Regione Lazio

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La struttura aziendale delle imprese siciliane, nei più sva-riati settori produttivi, ha visto le donne in prima fila, anchese un certo stereotipo, purtroppo diffuso, le vuole colloca-te lontane dai luoghi del potere, magari impegnate a rico-prire ruoli di stampo più tradizionale, quali quelli dell’assi-stenza, dell’educazione o del lavoro pubblico in genere.Ciò che è venuto a mancare, è stato il giusto riconosci-mento del lavoro brillantemente svolto e delle capacità pro-fessionali ampiamente dimostrate.Questa mentalità è finalmente tramontata e siamo entrati inuna nuova fase che ha segnato una svolta culturale, graziealla quale le donne siciliane hanno potuto affermare la lorocapacità nel fare e la loro abilità nell’utilizzare il lavorocome mezzo d’affermazione personale e sociale.Secondo i dati resi noti dall’Istat nel consuntivo dell’anno2002, in Sicilia il numero delle lavoratrici ha continuato acrescere toccando le 414 mila unità, con la creazione di9.000 nuovi posti di lavoro. Il positivo andamento dellacomponente femminile (+2,3%) si è coniugato con unaumento relativamente meno sostenuto della componentemaschile (+0,4% corrispondente a quasi 4 mila lavoratori).I dati statistici testimoniano, dunque, che il mondo dellavoro femminile è un sistema ad alta vitalità, che ha sapu-to superare difficili momenti di crisi, riuscendo a resisteree a crescere.Con questa consapevolezza ho scelto di puntare sulledonne, facendo dirigere l’Assessorato dell’Industria dellaRegione Siciliana ad un’imprenditrice. Ritengo, infatti, cheper realizzare un’effettiva emancipazione si debba iniziareattribuendo loro compiti e incarichi, finora ingiustamentenegati. Il cammino da compiere per dare vita ad un circui-to virtuoso è ancora lungo ma è doveroso riconoscere che,rispetto al passato, sono stati fatti grandi passi in avanti.Per supportare questo processo il Governo regionale havarato una serie di provvedimenti volti ad incoraggiare evalorizzare il lavoro femminile. Abbiamo stanziato, con il

contributo statale, quasi 47 milioni di euro per finanziare il primo bando relativo alla legge 215/99 sull’imprenditoria femminile: a fronte di 2038 richieste presentate, 1901 sonostate ritenute ammissibili in graduatoria, principalmente i settori del turismo, del commercio e dei servizi. A questo va poi aggiunto il secondo bando della legge 215/99, che dispone di risorse pari a 27 milioni di euro. Neiprossimi giorni si chiuderà il termine di presentazionedelle istanze e successivamente sarà pubblicata la relativagraduatoria.Sono stati realizzati altri interventi quali ad esempio l’uti-lizzo di alcune misure dei Fondi strutturali europei (PorSicilia 2000/2006), attraverso i quali sono state stanziaterisorse pari a 8 milioni di euro, destinate a incentivare l’im-prenditoria femminile.La Regione Siciliana ha previsto, inoltre, nel Documentodi Programmazione Economica e Finanziaria della Sicilia,lo stanziamento di 3,5 milioni di euro, che saranno impie-gati per cofinanziare il nuovo bando della legge 215/99 sul-l’imprenditoria femminile.Nei prossimi mesi ci attendono significativi appuntamenti,che contribuiranno a ridare importanza alla centralità dellaSicilia in Europa e, soprattutto, nel Mediterraneo: primofra tutti il semestre italiano di Presidenza dellaCommissione europea, che vedrà svolgere in Sicilia 3 o 4Consigli europei. Utilizzando al meglio queste opportunitàpotremo invertire i flussi migratori che vedono coinvoltiancora migliaia di giovani siciliani, soprattutto coloro chesono dotati di titolo di studio e di indubbie qualità.Le nostre donne saranno protagoniste. Hanno indubbiecapacità, conoscenze e professionalità, ma soprattuttovoglia di raggiungere risultati sempre più qualificati.Il Governo della regione deve saper accompagnare, soste-nere, promuovere, incentivare, non sostituirsi, secondo ilprincipio di sussidiarietà che è uno dei cardini del mio pro-gramma di Governo.

REGIONE SICILIANA SOSTENERE, PROMUOVERE EINCENTIVARE IL RUOLO DELLA DONNA PROTAGONISTAdi Salvatore Cuffaro Presidente della Regione Siciliana

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Parte dalla Calabria un progetto pilota destinato alla for-mazione professionale. Grazie ad una borsa di studio, 15ragazze argentine hanno trascorso due mesi a ReggioCalabria per apprendere nozioni di business, gestioned’impresa, marketing e lingua italiana, ma più di ogni altracosa per conoscere realtà turistiche e operatori calabresi.Le 15 fortunate ragazze che hanno avuto questa opportuni-tà, sono tutte rigorosamente di origine calabrese e sonoarrivate dal paese più italiano dell’America Latina:l’Argentina. L’idea è nata da un progetto fortemente voluto dalPresidente del Consiglio della Regione Calabria, LuigiFedele e dalla Fondazione Bellisario per sostenere l’im-prenditoria femminile in una nazione come l’Argentina chesta attraversando una forte crisi economica. L’obiettivo del corso è stato quello di formare delleimprenditrici e delle manager del settore turistico per lapromozione dell’Argentina nel mondo, che fossero ancheintrodotte all’interno di istituzioni ed organismi locali, confinalità di gestione e promozione del settore terziario.Otto ore di corso al giorno, ma anche uno stage pressostrutture alberghiere, agriturismi e tour operator, sono stateparte integrante della formazione. Tale iniziativa, fin dall’ideazione sia del Presidente LuigiFedele, che della Presidente Lella Golfo, si è tradotta inuna realtà di successo; un’esperienza che merita di essereripetuta in altre regioni italiane, grazie al contributo delnostro Ministero degli Esteri, dell’Ambasciata italiana aBuenos Aires, dell’Ambasciata Argentina a Roma e delMinistero del Turismo Argentino.

I risultati di questo percorso formativo sono già arrivati, eccole testimonianze delle dirette interessate:Eleonora Costa: “il corso effettuato in Italia è stato moltoimportante per l’esperienza che mi ha trasmesso e, graziealla quale, ho trovato un buon lavoro. A giorni inizierò lamia nuova attività in una Agenzia di viaggi, ove sarò, tral’altro, responsabile di tutta la gestione dell’impresa” Romina Calogero: “il corso che la Regione Calabria e laFondazione Bellisario ci ha offerto è stato di alto livello. E’ stato interessante vedere i modelli di sviluppo turisticoche sono stati adottati in Italia e in particolare in Calabria,tanto nel settore pubblico quanto in quello privato. E’stata anche l’occasione di vivere una bellissima esperien-za nella terra dei miei nonni”.Silvia Cerchiara: “l’esperienza calabrese ha arricchito ilmio curriculum e mi ha aperto tante strade, consentendo-mi di venire a contatto con diverse persone influenti nelmio Paese. Quest’anno lavorerò come docente in tre pro-getti per lo sviluppo di Piccole e Medie imprese turistiche,e al momento sto lavorando per la FEHGRA (FederazioneAlberghiera della Repubblica Argentina) che rappresentapiù di 60 associazioni professionali locali nel campo delturismo”.Gabriela Rao: “L’arricchimento che questa esperienzain Calabria mi ha dato è stato di grande valore, sia dalpunto di vista tecnico che dal punto di vista umano”.Irene Barberio: “questa esperienza è stata per me moltoimportante, ho sentito veramente la Calabria, la gente, iprofessori, il Governo locale e la Fondazione Bellisarioche hanno fatto tantissimo per tutte noi”.

DALL’ARGENTINA ALLA CALABRIAPER UN PROGETTO PILOTA DI FORMAZIONE TUTTO AL “FEMMINILE”

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Foto: Adriana Sapone

Un’iniziativa del Consiglio Regionale della Calabria finanziata e realizzata in collaborazione conla Fondazione Marisa Bellisario e l’Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria.

Luigi Fedele Presidente del Consigliodella Regione Calabria

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Il mare verde dei vigneti all’infinito e al centro la Rocca diEntella. Uno spettacolo mozzafiato offerto da un territorioantico quanto l’uomo. E’ tra queste colline che batte il cuoredi Donnafugata, l’azienda vitivinicola siciliana, guidata daJosé Rallo (Premio Bellisario 2002), la giovane imprendi-trice che ha conquistato, con i suoi vini di qualità e la suasimpatia, i mercati più importanti del mondo. Un successo che ha radici profonde in una terra dalle millesuggestioni, intreccio di culture millenarie. Siamo nelBelice, in un’area che, oltre ad essere diventato il vignetopiù esclusivo della Sicilia, è anche uno scrigno che custodi-sce importanti testimonianze della Sicilia antica, quelladegli Elimi, che ebbe, appunto in Entella, una delle città piùfloride e inespugnabili. Da queste riflessioni è nata, tre annifa, l’iniziativa Donnafugata per Entella, fiore all’occhiellodel più complessivo progetto Impresa Natura Cultura chemira a promuovere il territorio in cui l’azienda conduce lesue tenute agricole. Vino e Archeologia per sottolineare ilvalore di una storia e di una tradizione che ha nella coltiva-zione della vite il segno più evidente e significativo. José Rallo, davvero Donnafugata ha un cuore antico?“Antico è il legame che questa terra ha con la vite e l’uva, equindi con l’uomo che l’ha coltivata. Sono colline che sem-brano addolcite da una mano invisibile, in un disegno mira-bile della natura. Una vocazione produttiva che da ventiseisecoli costituisce l’identità produttiva di questo territorio eche Donnafugata sente nell’anima.Donnafugata per Entella, è il tributo dovuto a tutto questo.Sostenere gli Scavi archeologi della Normale di Pisa perriportare alla luce l’antica Entella, è stato per Donnafugatalogico e naturale. Operiamo in una terra che rappresenta unodei più importanti giacimenti culturali dell’umanità. Questaè la condizione che ci differenzia dagli altri. Il nostro futurodipende dalla capacità di tutelare e di valorizzare questoimmenso patrimonio storico culturale. Venite in Sicilia l’8Giugno a Contessa Entellana per scoprire con noi eSalvalarte di Legambiente, questo angolo di Sicilia senzatempo, questa città-ancora in parte sepolta, ma che raccoglie

in se stessa tutto il fascino dei popoli che l’abitarono”.Un progetto impegnativo che richiede sinergie sul terri-torio e una buona capacità di marketing territoriale?“E’ vero, noi attraverso queste iniziative vogliamo affer-mare un modello di imprenditoria che vede nel territorio unvalore da tutelare e da esaltare. Gli scavi archeologici sonosolo una parte. La salvaguardia dell’ambiente, il rispettodella natura, la tutela dei prodotti di tradizione e dell’eno-gastronomia di qualità sono, oggi, nel dna dell’azienda. Una sensibilità che si è concretizzata con la realizzazionedi un impianto fotovoltaico che produce energia elettricada fonti rinnovabili e non inquinanti, e che ci consente disoddisfare il 30% del fabbisogno energetico della cantina.Una scelta che ha posto Donnafugata tra le aziende cheaderiscono al Kyoto Club, l’associazione che promuovel’applicazione anzitempo del Protocollo della Conferenzadi Kyoto per la riduzione delle emissioni di gas serra. O, ancora, Donnafugata ha voluto condividere l’azione diSlow Food per la biodiversità che, con i Presidi e l’Arca delGusto, sta compiendo un lavoro davvero rilevante pergarantire la sopravvivenza delle più pregiate produzioni dinicchia. E’ uno scenario articolato e ricco che testimonia lavitalità di un territorio che aspetta solo di essere scopertodal grande pubblico”Torniamo al vino, e al vino che diventa rappresentazio-ne, colta e di stile, del territorio che lo produce. E’ unatendenza che sempre più caratterizza i consumi del vinodi qualità. Qual è la vostra esperienza?C’è una nuova consapevolezza: i consumatori più attentiesprimono il bisogno di sapere tutto dei luoghi di produ-zione. Oggi il nostro obiettivo di impresa è produrre deivini ad alto contenuto di qualità e di immagine, in grado didescrivere e richiamare la terra da cui prendono vita. InSicilia deve poter radicarsi ciò che in Toscana ormai è unarealtà consolidata. La cultura del vino come espressionenobile e autentica di un territorio unico e inconfondibile. InSicilia stiamo recuperando il tempo perduto e sono fidu-ciosa per il futuro”.

DONNAFUGATA PER ENTELLAArcheologia e vino, in Sicilia un esperimento riuscito. Con “Salvalarte” di Legambiente, l’8 Giugno a Contessa Entellina per promuovere gli scavi.

José Rallo Titolare “ di Donnafugata”

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ART’E’

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Il Gruppo ART’E’ è stato fondato a Bologna più di diecianni or sono con l’obiettivo di “avvicinare il pubblicoall’arte” che ne costituiva la missione originaria. Oggi, lacrescita di questa realtà, ne ha ridefinito anche i contorni intermini di missione di Gruppo che è diventata “volontà diformare il pubblico al bello”, un bello che si ritrova, oltreche nelle forme, anche nei contenuti caratterizzati da unlivello di eccellenza. Fin dalla sua nascita il Gruppo ART’E’ ha realizzato e pro-posto opere d’arte a tiratura limitata di importanti artisti ita-liani e stranieri. Nel 1999, ha iniziato ad operare anche nelsettore dell’editoria di alta gamma, raggiungendo in pocotempo un ruolo primario nel mercato di riferimento. Infine,a partire dal 2000 ha dato il via ad una esclusiva offerta diopere uniche, in concomitanza con il lancio del progetto TAMATETE che si è concretizzato, tra l’altro, in due presti-giose location aperte a Milano ed a Roma.Fedele alla propria missione, il Gruppo opera inoltre fin dal1995 nell’ambito della didattica dell’arte e dell’editoria perragazzi, dove ha avviato un articolato programma di ricer-ca sull’educazione all’arte e attraverso l’arte, cui hannocontribuito pedagogisti, storici dell’arte e studiosi di lette-ratura d’infanzia. Oggi ART’E’RAGAZZI è una vera e propria unità di busi-ness. In poco più di dieci anni di attività, ART’E’ rappre-senta una straordinaria storia di successo e crescita organi-ca a livello europeo, basata sulla capacità di trasformareintuizioni, conoscenze ed esperienze in beni culturali e arti-stici di alta gamma. Nel 2002 la società ha fatto registrareun fatturato consolidato di 46,5 milioni di euro, in crescitadel 19% rispetto all’anno precedente, e un utile di 2,1milioni di euro. I ritmi di crescita dei principali indicatorieconomici aziendali, sin dalla nascita della Società, hannoconsentito ad ART’E’ di vincere per cinque anni consecuti-vi il premio “Europe’s 500”, che viene assegnato alleimprese europee che registrano i migliori trend di crescitadei dipendenti e del fatturato. ART’E’ è quotata sul Nuovo Mercato, organizzato e gesti-to da Borsa Italiana S.p.A. dal 31 maggio 2000. Il GRUPPO ART’E’ opera oggi attraverso differenti realtàe prestigiosi marchi in cinque differenti aree di business:

TA MATETE è il marchio dedicato alle opere d’arte con-temporanea. In questo ambito trovano spazio l’ideazione, la commissione, la realizzazione e la distribuzione di opere

P LottomaticaMarilena Ferrari, Presidente del Gruppo Art’E’

le aziende informano

avvicina il pubblico all’arte

d’arte realizzate con le più differenti tecniche, dalla grafi-ca alla scultura, fino alle tele di artisti italiani e stranieri.

La collana SCRIPTA nasce con l’obiettivo di proporrequei libri che, per il loro particolare valore culturale, pos-sono essere considerati i testi fondamentali della coscien-za. Con questo marchio il Gruppo realizza libri d’arte atiratura limitata e in edizione di pregio.

Nell’ottobre 2002, ART’E’ ha acquisito il 100% di FMR,marchio prestigioso noto in tutto il mondo quale massimaespressione dell’editoria di pregio. FMR vanta caratteristi-che di unicità e di forte complementarietà con il businessdi ART’E’, cui permette di consolidare la leadership nelsettore dei consumi culturali di alta gamma.

PETOCHI 1884 è un marchio storico dell’arte orafa ita-liana con prestigiosa sede in Piazza di Spagna, nel pienocentro di Roma: la famosa gioielleria d’arte propone operedal forte fascino evocativo nella più autentica tradizionedel made in Italy. I gioielli d’autore possono essere consi-derati vere e proprie sculture in miniatura, capaci di fon-dere al valore intrinseco dei materiali quello della creativi-tà degli artisti.

In ART’E’ RAGAZZI, l’arte diviene strumento di educa-zione al gusto e alla creatività per sviluppare una coscien-za critica nei confronti della realtà: in tal senso, le attivitàlaboratoriali e le opere editoriali costituiscono un conti-nuum per favorire un incontro con le potenzialità formati-ve dell’arte.

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42 Do. Te. Donne e Tecnologia: Valorizzazione di esperienze Fad per l'occupazione femminile

www.donnetecnologia.it

Do. Te.D. La formazione è strumento indispensabile per lo svilup-po di una qualificata presenza femminile sul mercato dellavoro. Abbiamo chiesto a Vittorina Nori imprenditrice,professore a contratto dell’Università di Firenze,Presidente di Talete Scarl, ente di formazione a livellonazionale, di illustrarci le esperienze di formazione piùsignificative realizzate nel campo delle “Buone Prassi alfemminile”.R. Talete nasce nel 1996 come Cooperativa di ricerca eprogettazione nel campo della formazione professionaleorientata prioritariamente alle esigenze dell’universo fem-minile e dell’imprenditoria giovanile. Abbiamo sei sedipermanenti nelle Regioni Emilia Romagna, Veneto,Marche, Lombardia e Molise e siamo certificati ISO9001:2000 (Vision) per l’alto livello raggiunto nell’orga-nizzazione di corsi di formazione e nello sviluppo di inda-gini socio – economiche.Da sempre puntiamo sulla crescita delle risorse umaneadottando un’ottica di brainware, ossia utilizzando costan-temente strumenti tecnologici interattivi e funzionali allastruttura come il Contact Center Multicanale sistemi di E-meeting e Videoconferenza, Document Sharing e piatta-forme di Formazione a Distanza e di WebCollaboration.I Nostri clienti sono gli utenti dei corsi, le aziende, gli Entipubblici-finanziatori e a loro è rivolta la nostra attenzioneper una continua ricerca di nuovi campi d’applicazionenelle metodologie didattiche e nei processi di apprendi-mento. Una delle ultime Azioni di Sistema realizzate perconto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, èil progetto “Do.Te., Donne e Tecnologia-Valorizzazione diesperienze FAD per l’occupazione femminile”. Come completamento e integrazione di quanto ottenuto nelcorso del progetto Do.Te., è giusto citare il nostro progettoEqual (Donne e lavoro: percorsi di carriera e armonizza-zione con la vita familiare) che stiamo conducendo sul ter-ritorio dell’Emilia Romagna in partenariato con la Spagna.Questo studio intende agire come facilitatore della consa-pevolezza delle potenzialità manageriali e imprenditorialidelle donne e, in prima persona posso affermare che rico-

noscere il proprio valore spesso, per le donne, è una diffi-coltà notevole tanto quanto aspirare direttamente ai propriscopi e obiettivi personali. D. La formazione orientata alle donne deve avere quindicaratteristiche peculiari?R. L’esperienza di Talete, messa in luce nel corso del pro-getto Do.Te., dimostra che occorre lavorare sulla progetta-zione degli interventi formativi e sull’organizzazione delprocesso. Questo, infatti, deve avere elementi di persona-lizzazione grazie ad orari flessibili, rientri in aula emomenti di autogestione nell’accessibilità delle risorse.Siamo convinti che il binomio vincente sul mercato dellavoro sia rappresentato dalle competenze tecnologiche eda quelle trasversali.D. Il tema dell’imprenditorialità femminile, analizzatonell’Azione di Sistema Do.Te., è sicuramente una dellenuove frontiere della formazione al femminile. Quali ini-ziative Talete sta predisponendo?R. Innanzitutto, occorre sfatare alcuni luoghi comuni per iquali le donne sono propense a rischiare meno degli uomi-ni, sia per cause strutturali, che per cause storico culturali,oppure che nel rapporto con il denaro vi sia una sorta didivisione dei ruoli in base al sesso per la quale l’uomo èprocacciatore di risorse e la donna si occupa della suagestione. Dati forniti da istituti bancari ci dicono che ledonne hanno maggior affidabilità, rispetto degli impegni,mantenendo elevate le caratteristiche delle imprese vincen-ti. Talete sta realizzando diverse iniziative a sostegno dell’imprenditorialità. Infine, stiamo lavorando ad una spe-rimentazione nazionale che favorisca la presenza di impre-se al femminile dal campo delle nuove tecnologie all’arti-gianato artistico. Vorrei richiamare l’attenzione su un aspetto cruciale: quan-do si parla di impresa-donna va ribadita la necessità di met-tere a disposizione delle neoimprenditrici le risorse neces-sarie, soprattutto di tipo economico e tecnologico, persostenere quelle che sono le loro caratteristiche vincenti siain termini di tenuta dell’obiettivo, sia in termini di innova-zione e creatività.

Donne e Tecnologia Valorizzazione di Esperienze Fad per l’occupazione femminile

Vittorina Nori presidente di Talete

le aziende informano

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P Peugeot

Quando dalle piccole ambizioninascono grandi progetti

affidabilità e innovazione perraggiungere la ‘meta’

Personalizzare qualunque esigenza fonica per migliorarecostantemente la qualità del proprio servizio ed essere alpasso con i tempi e con lo sviluppo tecnologico. Stiamoparlando di Flytel, società di telecomunicazioni siciliana,in grado di soddisfare le esigenze di utenze business e resi-denziali. Alla guida c’è Caterina Anna Clemente, ammini-stratore unico della società che, grazie agli accordi interna-zionali siglati con tutti gli operatori e alla propria infra-struttura tecnologica, è in grado di offrire in modo affida-bile e sicuro servizi di fonia e dati compatibili con le piùmoderne tecnologie. “La società è nata nel 1999 da una mia idea - spiega laClemente - già avevo avuto alcune esperienze significativenel settore delle telecomunicazioni e, dopo la liberalizza-zione del mercato della telefonia, mi sono promessa di por-tare avanti questa sfida. Sì, perché di sfida si è trattato e diuna sfida che va vista sotto numerosi aspetti, prima di tuttoper la volontà di dar vita a una società di telecomunicazio-ni in Sicilia e per di più nella parte più a sud dell’Isola, unasocietà poi che nasce da un’idea di una donna che ne reggeil timone. Inizialmente ho trovato il doppio delle difficoltàche avrebbe potuto trovare un uomo sia per motivi cultura-li che ambientali. Ma sono una donna molto caparbia eintraprendente e le difficoltà non mi hanno certo fermatoanzi mi hanno spronato, tant’è che già nel gennaio 2001 horicevuto la licenza ministeriale per l’esercizio di operatoreseguendo personalmente la trafila burocratica e ammini-strativa. Da qui è partita l’avventura: siamo l’unica realtàin questo settore in Sicilia, la nostra rete commerciale è dif-fusa su tutto il territorio nazionale, i nostri clienti sono dis-locati da Trieste in giù anche se il nostro core businessovviamente è in Sicilia: abbiamo più di 12.000 utenti, lamaggior parte sono clienti aziendali, puntiamo molto sullaqualità piuttosto che sulla quantità”. Ma la Flytel è solamente una delle realtà che vedono coin-volta Caterina Anna Clemente. “In seguito all’esperienzadi Flytel - racconta - sono nati moltissimi altri impegni,come la nascita di un’altra società, la ‘C.A. Web Service’,un’azienda che si occupa di servizi alle imprese in ambito

web, di organizzazione e promozione di eventi culturali.Attraverso la “C.A. Service” stiamo organizzando un gran-de progetto sul quale puntiamo moltissimo: un concorsocanoro a carattere nazionale in collaborazione con la‘Sarabanda production’ e con la “Reale Accademia diMusica”, che vedrà numerose tappe in Sicilia”. Ma nonmancano anche iniziative nel settore sportivo. “ComeFlytel - aggiunge la Clemente - partecipiamo a numeroseiniziative a carattere sportivo, appoggiamo 2 squadre: la‘Free Volley Vanico’, una squadra femminile che milita inserie B1, vinse la coppa Italia nel 1983, e disputerà la poolpromozione per la serie A2, su cui puntiamo e stiamo inve-stendo molto per far sì che si imponga nuovamente consuccesso nel panorama sportivo nazionale.Poi c’è la “System Volley Flytel” che milita in serie D;quest’anno abbiamo vinto il campionato e dal prossimo

anno saremo in serie C. Grandi soddisfazioni per due squa-dre che rappresentano lo spirito di tutta l’azienda: quello divoler arrivare in alto e di farlo superando ogni difficoltà. Inentrambe le squadre faccio parte del direttivo e le seguopersonalmente, è una cosa che mi riempie di gioia e diorgoglio”. Ma le attività di questa donna manager siciliananon si fermano qui: “Tra i prossimi obiettivi per la Flytelc’è la quotazione in borsa, crediamo di fare il grande saltoentro il 2003, poi l’apertura di un ufficio commerciale e dirappresentanza a Roma. La Flytel sarà sponsor ufficiale del concorso canoro naziona-le “Libera la tua Voce” e sponsorizzerà il “Velester Festival”patrocinato dalla Regione Lazio, dal Ministero dei BeniCulturali, dalla Provincia di Roma e dal Comune di Velletri.Crescere comunque è il nostro motto - conclude CaterinaAnna Clemente - anche con la raccolta clienti. Vogliamo con-tinuare in questo cammino di successo nel settore delle tlctenendoci all’avanguardia per servizi e prodotti. Siamo convinti che dalle piccole ambizioni possono nasce-re grandi successi, così come è successo a noi”.

le aziende informano

Flytel

Caterina Anna Clemente amministratore Unico di Flytel

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I progetti e le iniziative della Fondazione proseguono con significativi risultati. Proporre nuove idee a sostegno delle carriere delle donne è un obiettivo al qualestiamo dedicando tutte le nostre forze e tutte le nostre energie. Il Seminario Internazionale “Donna, Economia & Potere" è stato un'ulterioreoccasione di riflessione e di impegno per presentare nuovi progetti. In questo con-testo è partita l’iniziativa legata alla raccolta delle firme di “Un patto per ledonne”. Un manifesto-appello, indirizzato al Presidente del Consiglio, nato sullabase di dati concreti derivati dalla nostra ricerca in collaborazione conAstra/Demoskopea. Le adesioni sono state tantissime, anche da parte maschile equesto primo risultato ci fa ritenere che non solo le donne, ma anche gli uomini (chehanno sottoscritto il nostro manifesto) siano convinti della necessità di dare mag-gior spazio alla gestione femminile nei ruoli di potere.Recentemente, la Presidente della Fondazione Lella Golfo ha incontrato ilPresidente della Camera, On. Pier Ferdinando Casini, al quale ha consegnato 157nominativi di valide professioniste da impegnare in tutti i settori della vita pubbli-ca e privata.In questo panorama, la credibilità e la forza della Fondazione continuano a crescere. Ben 30 nuove "donne eccellenti", nell'ultimo periodo, sono entrate a far parte dellanostra organizzazione, prova tangibile di serietà e affidabilità. Continua la raccolta fondi per la causa di Suor Sophie, “Mela d’Oro” 2002.Abbiamo raggiunto la quota di € 25.000,00, a sostegno dei bambini abbandonati,vittime dello scontro tra Israeliani e Palestinesi. Una delegazione della Fondazione,appena la situazione politica lo consentirà, si recherà a Bethlemme per consegnarela somma raccolta. Ricorre quest'anno il quindicesimo anniversario della morte di Marisa Bellisario.Per l'occasione stiamo organizzando a Palermo, in collaborazione con la RegioneSiciliana, un grande evento per il mese di luglio. Una tavola rotonda discuterà di:“Donne, scienze e tecnologie” ed un concerto di musica sinfonica, nel ricordarla,chiuderà la serata. Il Comitato Regionale Siciliano, guidato da Patrizia Livreri, è molto attivo: adAgrigento il 28 Aprile è stato inaugurato “Il Punto Rosa”, in collaborazione con laprovincia, un’iniziativa nata per offrire opportunità di lavoro e di inserimento socia-le alle donne sia dal punto di vista formativo che lavorativo.In autunno, si ripeterà l'atteso appuntamento con la quarta edizione del SeminarioInternazionale "Donna, Economia & Potere".

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L’IMPRESA È DONNA!

Gruppo MPS e Fondazione Bellisarioa sostegnodell ’ imprenditoria femminile

Hai un’impresa artigianadi piccola o media dimensione?

La tua azienda è a prevalente partecipazione femminile?

Hai un’attività già avviata e vuoi farla crescere?

Hai un progetto di impresa da realizzare?

ENTRA IN UNA BANCA DEL GRUPPO MPSO CHIEDI ALLA FONDAZIONE BELLISARIOCOME USUFRUIRE DEI VANTAGGI RISERVATI ALLE IMPRESE “IN ROSA”

Inaugurazione del “Punto Rosa”foto di Marcello Paternostro