stelline 2013 - gianluca didino
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Biblioteca in cerca di alleati. Oltre la condivisione, verso nuove strategie. Stelline, Milano 15 marzo 2013. Sessione: "Biblioteche, Archivi, Musei: la convergenza possibile". "L'architettura informativa del Museo Torino: un caso di integrazione". Intervento di Gianluca Didino, Università di Torino. Programma: convegnostelline.it/sessione.php?IdUnivoco=7 Fotografie: picasaweb.google.com/117290793877692021380/ConvegnoStelline2013?authuser=0&feat=directlink Registrazione in streaming con Livestream Procaster a cura di Sergio Primo Del Bello, ANAI LombardiaTRANSCRIPT
Lo spazio della città, lo spazio dell’interfaccia
MuseoTorino come metafora dello spazio documentario
Gianluca Didino – Università degli Studi di Torino
Cos’è MuseoTorino
1) Un museo online della città di Torino, che ha come collezione l’intera città;
2) Un sito web che raccoglie e organizza la conoscenza sulla città di Torino;
3) Uno spazio documentario complesso dove coesistono museo, archivio e biblioteca
www.museotorino.it
Homepage di MuseoTorino
Come nasce MuseoTorino
MuseoTorino nasce nel marzo 2011 in occasione dei festeggiamenti per il 150°
anniversario dell’Unità d’Italia da un’idea del coordinatore dei servizi museali della
città di Torino Daniele Jalla
Credits:
Direttore Daniele Jalla
Curatore capo
Maria Paola Soffiantino
Curatori Paola Elena Boccalatte, Laura Carle, Francesca Benedetta Filippi, Alessandro Federico Martini, Alessandro Vivanti
Progettazione e sviluppo
software 21Style: Gian Luca Farina Perseu,
Letterio Schepis
MuseoTorino: riconoscimenti
• Novembre 2011: premio Icom Italia MuseoTorino ha vinto il premio Information Communication Technology, uno dei tre riconoscimenti del Premio Icom Italia –
Musei dell’anno 2011. • Ottobre 2012: eccellenza mondiale alla manifestazione “The Best in Heritage” MuseoTorino è il primo progetto italiano selezionato come eccellenza mondiale dalla manifestazione The Best in Heritage, patrocinata da EuropaNostra, ICOM, ICCROM e UNESCO.
Obbiettivi di MuseoTorino
«Della città, MuseoTorino si propone di conservare, accrescere, documentare e comunicare la conoscenza. Il suo patrimonio è costituito dai luoghi e dagli spazi
contemporanei, nei quali è possibile ritrovare sotto forma di segni, tracce, indizi, più o meno visibili, l’intero passato della città. E ponendo ciascuno di essi in relazione con le persone che li hanno ideati, costruiti, abitati, visti, rappresentati, e con gli eventi di cui essi sono attori e testimoni nel tempo. Facendo così emergere attraverso l’urbs, la città visibile, la civitas, la città
vivente»
http://www.museotorino.it/site/about
Costruire la memoria della città
Dalla città alla mappa, dallo spazio fisico a quello digitale
Che cos’è una città?
«Ci sono molte cose in place Saint-Sulpice, ad esempio : un municipio, degli uffi ci di tesoreria, un commissariato di polizia, tre caffè di cui uno è anche un tabacchi, un cinema, una chiesa ai cui lavori hanno
partecipato Le Vau, Gittard, Oppenord, Servandoni e Chalgrin e che è consacrata ad un cappellano di Clotario II che fu vescovo di Bourges dal 624 al 644 e che si festeggia il 17 gennaio, un editore, un’impresa di pompe
funebri, un’agenzia di viaggi, una fermata degli autobus, un sarto, un albergo, una fontana decorata dalle statue di quattro grandi oratori cristiani ( Bossuet, Fénelon, Fléchier e Massillon ), un’edicola, un negozio di
oggetti votivi, un parcheggio, un istituto di bellezza, e molte altre cose ancora. Di queste cose, molte, se non la maggior parte, sono state descritte, classifi cate, fotografate, raccontate o recensite. Nelle pagine che seguono, il mio intento è stato piuttosto quello di descrivere il resto : ciò di cui
normalmente non si prende nota, ciò che non si osserva, ciò che non ha importanza : ciò che succede quando non succede niente, se non il tempo, le persone, le macchine e le nuvole.»
Georges Perec, Tentativo di esaurimento di un luogo parigino, Voland, 2011
Alcune idee di città #1: Kevin Lynch
In The Image of The City (MIT Press, 1960), Kevin Lynch propone un’idea di città leggibile da progettare come spazio informativo
Alcune idee di città #2: psicogeografia
La psicogeografia situazionista si occupa dello «studio degli effetti specifici dell’ambiente urbano […] sulle emozioni e il comportamento degli individui» (Guy Debord, Introduction
to a Critique of Urban Geography, 1955)
Diversi livelli di complessità
Nel caso di MuseoTorino la parola chiave è complessità: • Del concetto di città, della
molteplicità che lo compone e della natura delle relazioni tra i vari elementi che ne fanno parte;
• Della memoria culturale che il museo intende conservare;
• Dello spazio documentario ibrido, nel quale convergono museo, archivio e biblioteca
Come governare la complessità?
Attraverso:
1. Dispositivi logico-concettuali (tassonomie, ontologie ecc.)
2. Dispositivi visuali (mappe, infografiche ecc.)
Diversi punti di accesso alla documentazione
Diversi punti di accesso alla documentazione
Primo punto di accesso alla
documentazione
MAPPA
Diversi punti di accesso alla documentazione
Primo punto di accesso alla
documentazione
MAPPA
Secondo punto di accesso alla
documentazione
CATALOGO/TASSONOMIA
MuseoTorino: tassonomia
Cinque grandi categorie (Luogo, Tema, Soggetto, Evento, Oggetto). Ogni categoria si ramifica in sotto-categorie a cui sono associate alcune etichette (tag)
MuseoTorino: ricerca nel catalogo
Visualizzazione di una "scheda" di MuseoTorino
Limiti della tassonomia
1. Come insegna Perec, è impossibile esaurire la molteplicità della città in maniera analitica;
2. Solo raramente le relazioni tra due entità sono di tipo gerarchico (nella maggior parte dei casi si tratta di relazioni più sfumate);
3. Nonostante la terminologia, l’organizzazione delle “schede” nel “catalogo” somiglia più a quella delle voci di un’enciclopedia che a un museo
Che fine ha fatto la collezione?
Città Tassonomia
Scheda
Dall’enciclopedia al museo
MuseoTorino: mappa interattiva
Tre elementi: in alto una barra di ricerca permette l’interrogazione libera del database; a sinistra uno strumento di navigazione permette il browsing per anno, tema e categoria; i
risultati della ricerca vengono visualizzati nella mappa geolocalizzata sullo sfondo sotto forma di circoli di colore rosso
Navigazione per cronologia
Torino nel 2012 e nel 1075
Muovendo il cursore su una ideale linea del
tempo diminuisce il numero di
corrispondenze nel database. Il cursore
permette l’interrogazione del database dai giorni
nostri all’anno 25 a. C.
Dalla mappa alle schede
Cliccando con il mouse su uno dei circoli rossi si apre sulla mappa una finestra corrispondente al cartellino della scheda. Il link “vai alla scheda completa” permette di
accedere alla scheda contenuta nel catalogo
Dalla città al web, dal web alla città
Città Museo
Mappa geolocalizzata
MuseoTorino: punti di forza
1. Carattere altamente innovativo del progetto; 2. Coesistenza in uno stesso sistema di risorse documentarie eterogenee (testi,
libri, immagini, video ecc.); 3. Diversi punti di accesso all’informazione (logica multidimensionale); 4. Carattere intuitivo dell’interfaccia grafica nel caso della mappa; 5. Geolocalizzazione (applicazione per dispositivi mobili)
Limiti della mappa
Un’informazione non semantizzata
La mappa di MuseoTorino restituisce una rappresentazione appiattita dell'informazione, che non conserva le complesse relazioni semantiche tra le
diverse entità digitali: la lapide a Otto Thaon di Revel, la Necropoli di Pizza San Carlo e la Camera di Commercio di Torino sono infatti tutte identificate da uno
stes-so segno indicale, un circolo di colore rosso
Altri casi di informazione non semantizzata
La sezione degli apparati di ogni scheda presenta un numero variabile di luoghi, soggetti, temi o eventi genericamente correlati alla scheda. La natura di questi collegamenti è
quella “piatta” e asemantica tipica del link ipertestuale.
Il problema della fine dei dati
Se ogni scheda presenta negli apparati altre schede genericamente correlate, allora ogni metadato di una scheda è
dato in un’altra scheda
L’idea di museo a crescita illimitata teorizzata da Le Corbusier negli anni Trenta rischia così di trasformarsi in un effetto Droste in cui ogni entità rimanda a sé stessa all’infinito
Due derive borgesiane
Jorge Luis Borges, La biblioteca di Babele, in Finzioni, 1944; Museo, in L'artefice, 1960
La biblioteca di Babele è il regno dell’informazione caotica; la mappa
dell’impero grande quanto l’impero stesso funziona come metafora della confusione tra
realtà e sue rappresentazioni
Sviluppi futuri
Semantizzazione dell’informazione e web semantico
Dal modello classico di web basato sui link ipertestuali alla nuvola dei linked data. Ma per ora il web semantico resta ancora in gran parte teoria
Conclusioni #1
La progettazione di uno spazio documentario per la gestione di una memoria complessa come quella di una città comporta problematiche di tipo: 1. Concettuale
2. Organizzativo
3. Architetturale
Non è semplice fornire una rappresentazione digitale unificata di entità eterogenee
Strumenti tradizionali di organizzazione dell’informazione (es. il catalogo) possono risultare inefficaci in contesti ibridi
A livello di interfaccia, la progettazione si incontra e talora scontra con i bisogni reali dell’utenza
Conclusioni #2
Riprendendo lo schema a tre circoli dell’architettura
dell’informazione, possiamo dire allora che un sistema risulta funzionale quando contesto
(interfaccia web) e contenuto (memoria) trovano un punto di
equilibrio con i bisogni informativi degli utenti, bilanciando
esaustività e navigabilità, valore scientifico e facilità di
raggiungimento dell’informazione desiderata
Gianluca Didino – Università degli Studi di Torino [email protected]