successo per l’iniziativa “orto dei popoli” pubblicata ... · la voce dei berici domenica 14...

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La Voce dei Berici Domenica 14 luglio 2013 Quando l’integrazione si “coltiva” dal basso GAMBELLARA Successo per l’iniziativa “Orto dei Popoli” Indiani e marocchini a irrigare zuc- chine e menta, gente dell’Africa nera e dell’Est Europa a zappare tra pomodori e peperoni, donne e bambini ad aiutare, italiani ad of- frire il terreno e a lavorare al loro fianco. La trama di un film? No: l’Orto dei Popoli è pura realtà. Succede tutte le sere a Gambel- lara, in questo periodo in cui biso- gna accudire quotidianamente le piantine per poterne poi racco- gliere i frutti. In via Capo di Sopra, zona residenziale nel centro del paese, alle spalle del frequentatis- simo Centro Diurno, si trovano 16 porzioni da 45 metri quadrati cia- scuna, assegnate per sorteggio ad altrettante famiglie bisognose e vo- lenterose. Il pozzo con la pompa a mano e la canna per l’acqua sono in comune: niente reti, staccionate, divisori. Pochi problemi: si lavora, si produce, si raccoglie, si mangia. E ci si integra senza accorgersene. Ad accendere la “lampadina” sono stati i membri di “Azione Ca- ritativa”, gruppo che da un paio d’anni coordina e gestisce le atti- vità di sostegno e vicinanza nel- l’Unione Pastorale di Gambellara e Sorio. Oltre alle attività tradizionali (come pesca di beneficenza, canto della stella, raccolta indumenti usati, distribuzione di generi ali- mentari con due borse spesa men- sili ad una ventina di famiglie, individuate d’accordo con il Co- mune), ecco la proposta agricola: niente di più naturale per una co- munità che da sempre vive in sim- biosi con la terra. «All’Epifania di quest’anno, fe- steggiando insieme in oratorio, ab- biamo cominciato a parlarne - racconta don Giuseppe Pette- nuzzo, parroco dal 2009 dopo 23 anni di missione in Cameroun -. Ci sembrava un bel modo per dar loro la possibilità di aiutarsi e di far ve- dere ai compaesani di non essere dei mendicanti. Provvidenziale la disponibilità del proprietario del terreno, che ha reso usufruibile un’area piuttosto fertile e al tempo stesso di facile accesso e ha pure installato a sue spese il pozzo. Una riunione a fine inverno, la lista dei partecipanti, la stesura di un docu- mento per mettere nero su bianco condizioni e modalità, sono stati i passi successivi». Si è proceduto, poi, sul campo a disegnare le parcelle, equivalenti e assegnate in maniera casuale. «I protagonisti hanno provveduto a rimescolarle, per essere vicini al- l’amico o al cugino, ma trovando, comunque, un accordo soddisfa- cente per tutti - ricorda il sacer- dote, che ha lasciato un pezzetto di cuore in Africa tra la foresta equa- toriale e la savana -. La primavera estremamente piovosa ha rallen- tato anche qui l’attività, ma con l’estate finalmente siamo a pieno regime. Molti degli ortaggi coltivati sono quelli consueti, altri prodotti tipici delle varie tradizioni, erbe che non si trovano da noi. Facile lo scambio di consigli e sementi, si pianta e si assaggia di questo e di quello». Orientati per il lungo o per il largo, con micro lotti per ogni ver- dura o pezzature grandi dove coa- bitano ordinatamente diverse specialità, gli orti diventano un luogo d’incontro e uno stimolo a darsi da fare. L’aitante giovane del Ghana e la minuta donna del Ma- rocco ammirano concordi le scelte del “collega” indiano, che probabil- mente ha dalla sua il vantaggio di qualche studio agronomico. «È l’integrazione dal basso, lavo- rando e rispettandosi - conclude il parroco di Gambellara e Sorio -. Le diversità diventano opportunità, la conoscenza reciproca e le relazioni fanno cadere le paure. Tra bambini e ragazzi succede già, con la scuola e nel gioco, agli adulti serve uno sforzo in più». Stefano Canola Don Giuseppe Pettenuzzo as- sieme a un immigrato africano “L’Orto dei Popoli” di Gambellara. In primo piano, il pozzo Sedici porzioni di terreno affidate per la coltivazione ad altrettante famiglie di diversa nazionalità

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Page 1: Successo per l’iniziativa “Orto dei Popoli” Pubblicata ... · La Voce dei Berici Domenica 14 luglio 2013 23 Basso Vicentino Quando l’integrazione si “coltiva” dal basso

La Voce dei Berici Domenica 14 luglio 2013 23 Basso Vicentino

Quando l’integrazionesi “coltiva” dal basso

GAMBELLARA Successo per l’iniziativa “Orto dei Popoli”

Archivista parrocchialeper oltre quarant’annie memoria del Comune

NOVENTA Pubblicata parte dell’archivio del maestro Valda

Indiani e marocchini a irrigare zuc-chine e menta, gente dell’Africanera e dell’Est Europa a zapparetra pomodori e peperoni, donne ebambini ad aiutare, italiani ad of-frire il terreno e a lavorare al lorofianco. La trama di un film? No:l’Orto dei Popoli è pura realtà.

Succede tutte le sere a Gambel-lara, in questo periodo in cui biso-gna accudire quotidianamente lepiantine per poterne poi racco-gliere i frutti. In via Capo di Sopra,zona residenziale nel centro delpaese, alle spalle del frequentatis-simo Centro Diurno, si trovano 16porzioni da 45 metri quadrati cia-scuna, assegnate per sorteggio adaltrettante famiglie bisognose e vo-lenterose. Il pozzo con la pompa amano e la canna per l’acqua sonoin comune: niente reti, staccionate,divisori. Pochi problemi: si lavora,si produce, si raccoglie, si mangia.E ci si integra senza accorgersene.

Ad accendere la “lampadina”sono stati i membri di “Azione Ca-ritativa”, gruppo che da un paiod’anni coordina e gestisce le atti-vità di sostegno e vicinanza nel-l’Unione Pastorale di Gambellara eSorio. Oltre alle attività tradizionali(come pesca di beneficenza, cantodella stella, raccolta indumentiusati, distribuzione di generi ali-mentari con due borse spesa men-sili ad una ventina di famiglie,individuate d’accordo con il Co-mune), ecco la proposta agricola:niente di più naturale per una co-munità che da sempre vive in sim-biosi con la terra.

«All’Epifania di quest’anno, fe-steggiando insieme in oratorio, ab-biamo cominciato a parlarne -racconta don Giuseppe Pette-nuzzo, parroco dal 2009 dopo 23anni di missione in Cameroun -. Cisembrava un bel modo per dar lorola possibilità di aiutarsi e di far ve-dere ai compaesani di non esseredei mendicanti. Provvidenziale la

disponibilità del proprietario delterreno, che ha reso usufruibileun’area piuttosto fertile e al tempostesso di facile accesso e ha pureinstallato a sue spese il pozzo. Unariunione a fine inverno, la lista deipartecipanti, la stesura di un docu-mento per mettere nero su biancocondizioni e modalità, sono stati ipassi successivi».

Si è proceduto, poi, sul campo adisegnare le parcelle, equivalenti eassegnate in maniera casuale. «Iprotagonisti hanno provveduto arimescolarle, per essere vicini al-

l’amico o al cugino, ma trovando,comunque, un accordo soddisfa-cente per tutti - ricorda il sacer-dote, che ha lasciato un pezzetto dicuore in Africa tra la foresta equa-toriale e la savana -. La primaveraestremamente piovosa ha rallen-tato anche qui l’attività, ma conl’estate finalmente siamo a pienoregime. Molti degli ortaggi coltivatisono quelli consueti, altri prodottitipici delle varie tradizioni, erbeche non si trovano da noi. Facile loscambio di consigli e sementi, sipianta e si assaggia di questo e diquello».

Orientati per il lungo o per illargo, con micro lotti per ogni ver-dura o pezzature grandi dove coa-bitano ordinatamente diversespecialità, gli orti diventano unluogo d’incontro e uno stimolo adarsi da fare. L’aitante giovane delGhana e la minuta donna del Ma-rocco ammirano concordi le sceltedel “collega” indiano, che probabil-mente ha dalla sua il vantaggio diqualche studio agronomico.

«È l’integrazione dal basso, lavo-rando e rispettandosi - conclude ilparroco di Gambellara e Sorio -. Lediversità diventano opportunità, laconoscenza reciproca e le relazionifanno cadere le paure. Tra bambinie ragazzi succede già, con la scuolae nel gioco, agli adulti serve unosforzo in più».

Stefano Canola

La grande passione per la storianoventana ha caratterizzato lalunga e intensa vita del maestroPietro Valda di Noventa, per oltrequarant’anni archivista parroc-chiale. Una figura importante peril Comune del Basso Vicentino eper la parrocchia. A distanza diquasi quattro anni dalla suamorte, la famiglia ha voluto ricor-darlo, riunendo una parte signifi-cativa del suo archivio storico nelvolume Alcune storie di NoventaVicentina, curato dal figlio Lo-renzo Valda.

«Un’opera importantissima perla nostra comunità che ci fa sen-tire più noventani, in quantoognuno può ritrovarvi la propriamemoria grazie all’encomiabilecertosino lavoro di raccolta suquanto è stato scritto su Noventada parte di una persona inimita-bile», ha sottolineato il vicesin-daco Carlo Alberto Formaggio,presentando il libro sabato scorsoin una gremita Sala Paradiso diVilla Barbarigo, dopo il saluto del-l’assessore alla cultura Sara Ros-setto che ha parlato di «dono perNoventa», riferendosi alla pubbli-cazione.

Pietro Valda, per trent’anni, af-fiancò all’insegnamento l’impegnocivile, prima come assessore ai la-vori pubblici negli anni Cinquanta,poi come componente per ven-t’anni del consiglio d’amministra-zione dell’ospedale, di cui fupresidente per nove anni. Nel1960 venne insignito del titolo diCavaliere della Repubblica dall’al-lora Presidente Gronchi.

Il volume presentato la scorsasettimana è suddiviso in quattroparti. La prima è dedicata ai do-cumenti più antichi dell’800 e con-tiene la trascrizione di unmanoscritto di padre GaetanoMaccà, che rappresenta il primostudio sulla storia di Noventa, lememorie di don Antonio Cossalisul 1813-14 sotto la dominazioneasburgica e una nota di Valda sullastoria dei tre cimiteri noventani,annotazioni su fatti, monumenti epalazzi.

La seconda parte ripercorre lavita civile noventana e raccoglie ladocumentazione sull’ospedale esulle scuole e l’arrivo del trenovaca mora. C’è poi il cronistoricodi mons.Giovanni Bertapelle tra-

scritto da Valda nella parte rela-tiva alla prima guerra mondiale,con in più testimonianze sulla Re-sistenza.

La terza parte è incentrata sullavita e sulla storia della Parrocchia edel Duomo. Viene poi citata la risi-stemazione nel 2003 dell’orologiodel campanile, svelando una pas-sione per la micromeccanica cheportò Valda a restaurare una pia-nola abbandonata in Teatro Mo-dernissimo, dove accompagnavanegli anni ‘30 i film muti e che faora bella mostra di sé in Sala Para-diso. C’è poi il documento Ricordidel Padre e del Maestro, pubbli-cato nel 1940 appena dopo lamorte dell’arciprete Bertapelle, dicui raccoglie il pensiero teologicorivolto alle famiglie di Noventa.

La quarta parte è infine dedicataa personaggi noventani (il chirurgoPorta, il brigante Stella) con le bio-grafie, comprese le vite di tutti gliarcipreti della Parrocchia dall’800in poi.

«Il libro rappresenta un omag-gio al grande e appassionato la-voro svolto da mio padre», haconcluso il figlio, Lorenzo, rile-vando che il ricavato della venditadel libro (del costo di 15 euro) di-sponibile nelle librerie Athena ePalladio, sarà devoluto in benefi-cenza alla Fondazione “Stefani” diNoventa e a quella “Fratelli di-menticati” di Cittadella impegnatanell’adozione a distanza.

Felice Busato

Don Giuseppe Pettenuzzo as-sieme a un immigrato africano

“L’Orto dei Popoli” di Gambellara. In primo piano, il pozzo

Sedici porzioni

di terreno affidate

per la coltivazione

ad altrettante famiglie

di diversa nazionalità

POJANA MAGGIOREProsegue sabatoil “Luglio pojanese”

Dopo l’affollato debutto di sa-bato scorso col nuovo spetta-colo Il mondo è bello perchè èvario del duo comico “Marco ePippo”, il 22esimo “Luglio poja-nese”, organizzato da Comune eBiblioteca, prosegue sabatoprossimo a Villa Pojana (alle21.15) con la commedia brillanteSignorina... si spogli! tratta da Ciòche vide il maggiordomo di JoeOrton con la compagnia “TeatroInstabile” di Creazzo. (f.b.)