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Costruzioni esistenti in muratura (Cap.8 delle NTC): livelli di conoscenza e indagini in situ, interventi di consolidamento e collaudi Ing. Cristiano Algeri C-SPIN Centro Sviluppo Progettazioni Ingegneristiche Ing. Elena Poverello Area Consolidamento Bossong spa RESTAURO 2010 venerdì 26 marzo 2010 Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ ing. Cristiano Algeri, ing. Elena Poverello 2 INTRODUZIONE 2 PROBLEMATICHE: ribaltamento maschi murari porzioni lesionate diaframma e collegamento di piano contenimento delle spinte inserimento tiranti verticali collegamento di più paramenti murari CONTESTI: interventi su edifici esistenti costruzioni storiche in muratura riabilitazione strutturale consolidamenti localizzati Beni Monumentali vincolati valutazione della Sicurezza

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Costruzioni esistenti in muratura (Cap.8 delle NTC):livelli di conoscenza e indagini in situ, interventi di consolidamento e collaudi

Ing. Cristiano Algeri C-SPIN Centro Sviluppo Progettazioni IngegneristicheIng. Elena Poverello Area Consolidamento Bossong spa

RESTAURO 2010venerdì 26 marzo 2010

Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ

Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ ing. Cristiano Algeri, ing. Elena Poverello

2

INTRODUZIONE

2PROBLEMATICHE:

ribaltamento maschi murari

porzioni lesionate

diaframma e collegamento di piano

contenimento delle spinte

inserimento tiranti verticali

collegamento di più paramenti murari

CONTESTI:

interventi su edifici esistenti

costruzioni storiche in muratura

riabilitazione strutturale

consolidamenti localizzati

Beni Monumentali vincolati

valutazione della Sicurezza

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Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ ing. Cristiano Algeri, ing. Elena Poverello

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INTRODUZIONE

3Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ

A) Fasi conoscitive e diagnostiche:

- ricerca storica- rilievo geometrico della strutture (coperture, volte, murature portanti, fondazioni, ecc.)- rilievo delle tipologie costruttive (saggi, endoscopie, ecc.)- rilievo dei dissesti e degrado degli elementi strutturali (fuori piombo, lesioni,degrado malta, …)- resistenza dei materiali (muratura: prove martinetti piatti, prove di infissione, prove soniche)- valutazione statica della struttura per carichi verticali (solai, volte, archi, fondazioni)- valutazione della vulnerabilità sismica della struttura esistente- individuazione dei meccanismi di collasso (ribaltamento delle pareti,volte e archi spingenti)

B) Interventi:

- incatenamenti (volte, archi, murature)- diaframmi di piano- coperture (rinforzo di travi e capriate, contenimento delle spinte sui muri)- coperture scatolari antisismiche- fondazioni - murature

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INTRODUZIONE

4Creazione di uno schema scatolare: laddove le pareti esercitano un vincolo efficace se sollecitate nel piano parallelo all’azione sismica.

Devono inoltre essere previsti opportuni incatenamenti al livello dei solai, aventi lo scopo di collegare tra loro i muri paralleli della scatola muraria. Tali incatenamenti devono essere realizzati per mezzo di armature metalliche o altro materiale resistente a trazione, le cui estremità devono essere efficacemente ancorate ai cordoli.

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INTRODUZIONE

5Per il collegamento nella direzione di tessitura del solaio possono essere omessi gli incatenamenti quando il collegamento èassicurato dal solaio stesso.

Per il collegamento in direzione normale alla tessitura del solaio, si possono adottare opportuni accorgimenti che sostituiscano efficacemente gli incatenamenti costituiti da tiranti estranei al solaio.

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CORDOLI E CATENE

6CORDOLI E CATENE

Svolgono una funzione di vincolo alle pareti sollecitate ortogonalmente al proprio piano, ostacolandone il meccanismo di ribaltamento.

La differenza sostanziale tra cordoli e catene è che le seconde sono generalmente collegate solo puntualmente alle pareti (tranne che per ancoraggi iniettati) e non sono dotate di rigidezza flessionale.

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CORDOLI E CATENE

7MECCANISMI DI COLLASSO

Si possono distinguere meccanismi di I modo e meccanismi di II modo.

Per meccanismi di I modo si intendono quei cinematismi di collasso connessi al comportamento delle pareti in muratura fuori dal proprio piano mentre i meccanismi di II modo riguardano invece la risposta della parete nel proprio piano, con tipici danneggiamenti per taglio e flessione.

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CORDOLI E CATENE

8CORDOLI E CATENE

Il comportamento globale della struttura all’azione sismica è fortemente influenzato, ancor prima che dalle caratteristiche intrinseche dei singoli elementi strutturali, dal grado di connessione presente tra essi ovvero dalle caratteristiche locali.

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CORDOLI E CATENE

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CORDOLI E CATENE

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CORDOLI E CATENE

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ANALISI LOCALI E ANALISI GLOBALI

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L’attivazione di tali modalità di collasso è, però, strettamente dipendente dal comportamento globale dell’edificio, che a sua volta dipende dalle caratteristiche tipologiche e tecnologiche.

Il comportamento globale della struttura all’azione sismica èfortemente influenzato, ancor prima che dalle caratteristiche intrinseche dei singoli elementi strutturali, dal grado di connessione presente tra essi ovvero dalle caratteristiche locali.

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INCATENAMENTI

Il contenimento delle spinte è fondamentale nel buon funzionamento di archi e volte:

-ESTRADOSSALI

meno impattanti architettonicamente

più onerose (costi e calcolo)

maggiori accorgimenti (tiranti verticali)

-INTRADOSSALI

largamente diffuse

più efficaci

meno onerose (costi e calcolo)

TIRANTI E CATENE

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TIRANTI E CATENE

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“Corso di Recupero e Conservazione degli Edifici “Università degli Studi di Bergamo

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TIRANTI E CATENE

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ZM

F maxC =

54Lp

8Lp

M2

22

1max +=

“Corso di Recupero e Conservazione degli Edifici “Università degli Studi di Bergamo

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TIRANTI E CATENE

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Catene verticali

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DEFINIZIONI

17TIRANTI & ANCORAGGI

TIRANTI

I Tiranti possono essere suddivisi in:

- ATTIVI o presollecitati, quando nella barra viene indotta una forza di tesatura;

- PASSIVI o non presollecitati.

ANCORAGGI

Gli ancoraggi sono elementi opportunamente collegati al substrato, in grado di sostenere generalmente sforzi di trazione.

Ai fini del progetto, gli ancoraggi si distinguono in PROVVISORI e PERMANENTI.

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FASE DI ANALISI

18DIMENSIONAMENTO:

- l’analisi delle sollecitazioni è effettuata con riferimento alla COMBINAZIONE SISMICA.

- le caratteristiche locali sono un INPUT importante per l’impostazione del progetto.

- carattere non lineare dei legami costitutivi delle murature:

- già a partire da basi livelli di deformazione;

- il loro possibile comportamento fragile;

- la dipendenza delle risposta meccanica delle murature dai percorsi tensionali seguiti;

- gli effetti di scala;

- l’influenza delle tecniche costruttive e delle fasi esecutive, condizionano il programma delle INDAGINI DIAGNOSTICHE

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FASE DI ANALISI

19 INDAGINI

Le indagini diagnostiche preliminari all’attività di progetto devono intendersi estese alle porzioni di muratura che interagiscono con il sistema dei tiranti.

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FASE DI PROGETTO

20E’ quindi COMPITO E RESPONSABILITÀ DEL PROGETTISTA :

- definire il piano delle indagini e delle prove diagnostiche;

- interpretarne i risultati e individuare i più appropriati modelli di calcolo;

- raccogliere i risultati delle attività.

RELAZIONE DI CALCOLO:

sono descritti i risultati delle indagini e delle prove, della caratterizzazione meccanica e della modellazione assunta, nonché delle analisi eseguite per la verifica delle condizioni di sicurezza e per la valutazione delle prestazioni nelle condizioni d’esercizio

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FASE DI VERIFICA - COLLAUDO

21E’ opportuno predisporre, ove necessario in relazione alla rilevanza dell’opera, un:

1. PIANO DI MONITORAGGIO per verificare il comportamento dell’ancoraggio nel tempo (da recepire, nel piano di manutenzione).

2. Nel progetto deve prevedersi la possibilità di successivi INTERVENTI DI REGOLAZIONE E/O SOSTITUZIONE.

Se questi requisiti non possono essere soddisfatti dovranno essere previsti ancoraggi passivi.

Per la valutazione del carico limite si può procedere in prima approssimazione con formule teoriche o con correlazione empiriche.

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PROVE IN SITU

22La conferma sperimentale con prove di trazione in situ nelle fasi di progetto e di collaudo e’ vivamente consigliata.

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VERIFICHE DI RESISTENZA

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VERIFICHE DI SICUREZZA [SLU]

Devono essere presi in considerazione tutti i MECCANISMI DI ROTTURA quali:

- innesco della rottura del substrato (formazione cono di rottura)

- sopraggiunta resistenza degli elementi strutturali (snervamento della catena)

- verifica allo sfilamento (cedimento dell’interfaccia ancoraggio-muratura)

E’ possibile STIMARE la resistenza dell’ancoraggio attraverso:

- i risultati dei test eseguiti su ancoraggi di prova;

- con metodi di calcolo analitici integrati dai valori caratteristici dedotti dai risultati di prove in situ e/o di laboratorio e dei parametri meccanici delle murature

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MECCANISMI DI ROTTURA

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SS

F

F

SS

a) SFILAMENTO BARRA

perdita aderenza interfaccia barra in acciaio - malta

b) SFILAMENTO BULBO DI MALTA CON CALZA

perdita aderenza interfaccia malta - muratura

c) ROTTURA SUBSTRATO LOCALIZZATO

F

superamento del limite di resistenza a trazione della muratura

d) ROTTURA SUBSTRATO - CONO DI ROTTURA

F

superamento del limite di resistenza a trazione della muratura

c.a. 45°

F

e) SNERVAMENTO / ROTTURA BARRA

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VERIFICHE DI RESISTENZA

25Nei tiranti il cui tratto libero è realizzato con la sola presenza della barra di rinforzo, nel rispetto della Gerarchia delle Resistenze, si deve verificare che la resistenza caratteristica al limite di snervamento del tratto libero sia sempre maggiore della resistenza a sfilamento della porzione di ancoraggio inghisata.

La lunghezza d’ancoraggio, idonea a garantire la trasmissione degli sforzi allamalta di riempimento, deve in ogni caso essere in grado di evitare la fessurazione longitudinale o lo sfaldamento della muratura (cfr. modalità di rottura).

Si deve inoltre accertare che la muratura sia in grado di fornire la resistenza necessaria per il funzionamento dell’ancoraggio durante l’evento sismico di progetto e che sia mantenuto un margine di sicurezza adeguato.

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VERIFICHE ANCORAGGI INIETTATI

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In particolare, per gli ancoraggi, in aggiunta alle verifiche strutturali, deve essere soddisfatta la verifica di sicurezza allo sfilamento dal substrato. In tale verifica, si richiede il rispetto della condizione

Ed<Rd

intendendo per azione il valore della forza agente nell’ancoraggio e per resistenza la risultante delle tensioni tangenziali limite sulla superficie laterale del bulbo dell’ancoraggio.

SS

F

F

SS

a) SFILAMENTO BARRA

perdita aderenza interfaccia barra in acciaio - malta

b) SFILAMENTO BULBO DI MALTA CON CALZA

perdita aderenza interfaccia malta - muratura

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RICERCA SU ANCORAGGI INIETTATI

27Ricerca Teorico Sperimentale sul comportamento di ancoraggi iniettati

0.0

1.0

2.0

3.0

4.0

0.00 0.10 0.20 0.30 0.40 0.50

bond

stre

ss [M

Pa]

slip[mm]Università degli Studi di Brescia - DICATA Prof. E. Giuriani, Prof. G. Plizzari

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MODALITA’ DI ANCORAGGIO

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Università degli Studi di Brescia - DICATA - Prof. E. Giuriani, Prof. G. Plizzari N.B. ATTENZIONE !!!

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PROVE DI ESTRAZIONE

29PROVE DI ESTRAZIONE

Condotte su ancoraggi preliminari di prova (ancoraggi di progetto) - sottoposti a sollecitazioni più severe di quelle di verifica e NON PIU’ UTILIZZABILI per l’impiego successivo .

Il NUMERO DI PROVE non dovrebbe essere inferiore a:

tematica non risolta in relazione alla variabilità delle murature

Le PROVE DI VERIFICA, da effettuarsi sugli ancoraggi, consistono in UN CICLO SEMPLICE di carico e scarico;

In questo ciclo il tirante viene sottoposto ad una FORZA PARI A 1,2 VOLTE QUELLA MASSIMA PREVISTA IN ESERCIZIO, verificando che:

- gli allungamenti misurati siano nei limiti previsti in progetto e/o compatibili con le misure sugli ancoraggi preliminari di prova (difficilmente valutabile);

- il carico applicato è tale per cui nella fase di scarico non si registrano deformazioni residue.

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RIFERIMENTI NORMATIVI

30Quanto detto fino ad ora è contenuto nel capitolo 6 “Progettazione Geotecnica”delle Norme Tecniche per le Costruzioni di cui al D.M. 14 gennaio 2008 e precisamente al punto 6.6 Tiranti di ancoraggio.

Non esiste infatti alcuna indicazione ulteriore, all’interno delle NTC2008, sul progetto, sulla verifica e al collaudo di ancoraggi.

Necessità di Linee Guida sul Tema degli Ancoraggi Iniettati

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LAYOUT DI PROVA

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RISULTATI OTTENUTI - PREDIMENSIONAMENTO

32 RESISTENZA DEGLI ANCORAGGI

Resistenza a compressione delle malte di iniezione (secondo EN 998-2:2004)BCM Ls 8,8 MPaBCM Hs 54,9 MPa

Valori tensioni tangenziali ultime massime interfaccia malta-muratura

PROVE IN LABORATORIO PROVE IN SITU

aderenza ingranamento aderenza - ingranamento

BCM Ls τ u max 2,77 MPa τ u max 4,01 MPa τ u max 0,89 ÷ 3,45 MPa

BCM Hs τ u max 5,62 MPa τ u max 5,02 MPa τ u max 1,64 ÷ 5,09 MPa

PROVE IN LABORATORIO PROVE IN SITU

aderenza ingranamento aderenza - ingranamento

BCM Ls τ u max 0,89 MPa τ u max 1,29 MPa τ u max 0,29 ÷ 1,11 MPa

BCM Hs τ u max 1,81 MPa τ u max 1,62 MPa τ u max 0,53 ÷ 1,64 MPa

Valori tensioni tangenziali ultime massime interfaccia barra-malta

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RISULTATI OTTENUTI - PREDIMENSIONAMENTO

33 RESISTENZA DEGLI ANCORAGGI

Prove di Laboratorio Prove in Situ

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PREDIMENSIONAMENTO

34 MECCANISMI DI ROTTURA OSSERVATI NELLE PROVE IN LABORATORIO

I° modorottura dell’ancorante sottoposto a trazione preceduto da una fase di snervamento dello stesso;

II° modo: sfilamento della barra dalla corona di malta o della barra di ancoraggio e della corona di malta senza intaccare in alcun modo il substrato;

III° modo: distacco dell’area di tensione ovvero della porzione di substrato legatosi all’ancoraggio.

Definite:hef profondità effettiva di ancoraggiodo diametro del perforo

per ancoraggi lunghi con hef/do ≥ 10 i meccanismi di rottura più plausibili saranno quelli di I e II modo

per ancoraggi medio-corti con hef/do< 10 i meccanismi di rottura più plausibili saranno quelli di II e III modo

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GLI ANCORAGGI INIETTATI BOSSONG

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LE BARRE IN ACCIAIO LA CALZA

DISPOSITIVI DI INIEZIONE

LA MALTA

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APPLICAZIONE DEL SISTEMA BOSSONG

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APPLICAZIONE DEL SISTEMA BOSSONG

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APPLICAZIONE DEL SISTEMA BOSSONG

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CASI STUDIO: Chiesa S. Agostino Asciano

39 Cantiere Chiesa di Sant’Agostino

Località Asciano (Si)

Tipologia manufatto

Chiesa eretta nel 1200 con l’annesso convento, fu ampliata alla fine del 1400, epoca cui risale anche la facciata in mattoni. Nel corso del tempo ha mantenuto l’originario impianto a navata unica. Il corpo principale della chiesa è in muratura di pietra (travertino). Durante i lavori di restauro sono stati riportati alla luce cicli di affreschi.

Principali meccanismi di collasso e dissesti

CEDIMENTO FONDAZIONI

LESIONI ARCO TRIOFALE

LESIONI PARETE ABSIDE

Tipologia interventi

PROVE DI ESTRAZIONE

INCATENAMENTO ABSIDE

CUCITURA LESIONI

Progettista Ing. Giovanni Corti – Ing. Maurizio Rosi Arch.Tarcisio Bratto

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CASI STUDIO: Chiesa S. Agostino Asciano

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CASI STUDIO: Chiesa S. Agostino Asciano

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Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ ing. Cristiano Algeri, ing. Elena Poverello

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CASI STUDIO: Chiesa S.Agostino Asciano

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CASI STUDIO: Chiesa S.Agostino Asciano

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Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ ing. Cristiano Algeri, ing. Elena Poverello

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CASI STUDIO: Chiesa S. Agostino Asciano

44Pre-dimensionamento:viene effettuato un primo dimensionamento dei bulbi di ancoraggio sulla base dei valori delle tensioni tangenziali da letteratura; in particolare, per gli ancoraggi iniettati con calza Bossong è possibile far riferimento ai valori tabellati ottenuti da prove in laboratorio e prove in situ.

DIMENSIONAMENTO DEL BULBO DI ANCORAGGIO

?

ANCORAGGI ATTIVI GBOS 20-60 P

Tipo lunghezza [mm] d[mm] Ns [kN] Nt [kN] bulbo[m]

A1.1 6800 20 32,45 20,0 1000

A1.2 6800 20 57,38 25,0 1000

A2.1 6800 20 48,90 20,0 1000

A2.2 6800 20 58,81 25,0 1000

B.1 6300 20 45,56

59,49

25,0 1000

B.2 6300 20 25,0 1000

C.1 15500 24 69,76

77,89

40,0 2000

C.2 11600 24 35,0 2000

D.1 7600 20 31,36 20,0 1000

D.2 7600 20 44,65 20,0 1000

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CASI STUDIO: Chiesa S. Agostino Asciano

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CASI STUDIO: Chiesa S.Agostino Asciano

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τ u max foro = 1 N/mm2 τrec foro = τ u max foro / ν = 0,33 N/mm2 con ν=3

τ u max barra = 3 N/mm2 τrec barra = τ u max barra / ν = 1 N/mm2 con ν=3

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CASI STUDIO: Chiesa S.Agostino Asciano

47

Verifica mediante esecuzione di prove di estrazione in situ:dal momento che la modalità di rottura più ricorrente è quella che interessa il substarto, lasciando intatto il bulbo di ancoraggio, la progettazione degli ancoraggi deve essere basata sulla conoscenza delle proprietà della muratura (resistenza del materiale di base).

d [mm] S [mm2] ft [N/mm2] fy [N/mm2] Nt,s [kN] Ny,s [kN] ∠ Nrec,s [kN]20 261 750 650 196 170 1,5 113

Aderenza d [mm] hef [mm] S [mm2] ∠rec[N/mm2] Nrec[kN] ∠u [N/mm2] Nu [kN] Ns [kN] ∠s[N/mm2] ∠

barra / malta 20 1000 62831,85 1,00 62,83 3 188,5 59,49 0,95 3,17malta / muratura 62 1000 194778,7 0,33 64,93 1,00 194,8 59,49 0,31 3,27

Barra acciaio

GBOS 20-60 Pmod.

P

interfaccia

Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ ing. Cristiano Algeri, ing. Elena Poverello

48

CASI STUDIO: Chiesa S.Agostino Asciano

48 BOSSONG S.p.a. PROVE ESTRAZIONE su ancoraggi iniettati con calza Bossong mod. GBOS 20-60 P (L=55 cm)

Chiesa di Sant'Agostino nel Comune di Asciano (Si)Confraternita di Misericordia e S. Chiodo di Asciano

05

10152025303540455055606570758085

0,0 0,8 1,6 2,4 3,2 4,0 4,8 5,6 6,4 7,2 8,0 8,8 9,6 10,4 11,2 12,0 12,8 13,6 14,4 15,2 16,0 16,8 17,6 18,4 19,2 20,0 20,8

Spostamento [mm]

Car

ico

[KN

]

P1 P2 P3

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Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ ing. Cristiano Algeri, ing. Elena Poverello

49

CASI STUDIO: Chiesa S.Agostino Asciano

49 d [mm] S [mm2] ft [N/mm2] fy [N/mm2] Nt,s [kN] Ny,s [kN] Nrec,s [kN]20 261 750 650 196 170 1,5 113

Aderenza d [mm] hef [mm] S [mm2] rec[N/mm2] Nrec[kN] u [N/mm2] Nu [kN] Ns [kN] s[N/mm2]

barra / malta 20 2000 125663,7 1,00 125,66 3 377,0 59,49 0,47 6,34malta / muratura 62 2000 389557,5 0,156 60,61 0,467 181,8 59,49 0,15 3,06

barra / malta 20 550 34557,52 0,00 0,00 0,00 0,00 0 0,00 0,00malta / muratura 62 550 107128,3 0,156 16,67 0,467 50,00 0 0,00 0,00

P

V

interfaccia

Barra acciaio

GBOS 20-60 Pmod.

Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ ing. Cristiano Algeri, ing. Elena Poverello

50

CASI STUDIO: Criptoportico Aosta

50 Cantiere Criptoportico Forense (criptoportico romano)

Località Aosta

Tipologia manufatto

Percorso sotterraneo: galleria (volta di copertura a botte) con doppio porticato in muratura di pietra (travertino).

Principali meccanismi di collasso e dissesti

COMPROMESSA STABILITA’ dello SPIGOLO NORD - EST

Tipologia interventi

PROVE PRELIMINARI DI ESTRAZIONE

FORMAZIONE TRAVE DI RINFORZO (all’interno del muro di parapetto)

ANCORAGGI VERTICALI ATTIVI

ANCORAGGI VERTICALI PASSIVI

Progettista Ing. Alberto Buzzi - studio CO.PA.CO.

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Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ ing. Cristiano Algeri, ing. Elena Poverello

51

CASI STUDIO: Criptoportico Aosta

51

Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ ing. Cristiano Algeri, ing. Elena Poverello

52

CASI STUDIO: Criptoportico Aosta

52

P1,P2,P5,P6ANCORAGGI PASSIVI GBOS 24-70 P

P3,P4ANCORAGGI PASSIVI MRBOS 6x10-60 P

T1, T2, T7, T8ANCORAGGI ATTIVI GBOS 24-70 P

T3, T4, T5, T6ANCORAGGI ATTIVI GBOS 20-60 P

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Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ ing. Cristiano Algeri, ing. Elena Poverello

53

CASI STUDIO: Criptoportico Aosta

53

Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ ing. Cristiano Algeri, ing. Elena Poverello

54

CASI STUDIO: Criptoportico Aosta

54BOSSONG S.p.a.

PROVE ESTRAZIONE su ancoraggi iniettati con calza GBOS 20-60 P Criptoportico Forense - Piazza Papa Giovanni XXIII Aosta

Impresa Archeos - Corso Lancieri 15/Q Aosta

0102030405060708090100110120130140150160170180190200

-31 -30 -29 -28 -27 -26 -25 -24 -23 -22 -21 -20 -19 -18 -17 -16 -15 -14 -13 -12 -11 -10 -9 -8 -7 -6 -5 -4 -3 -2 -1 0

Spostamento [mm]

Car

ico

[KN

]

A1 A2 Ny,s-GBOS 20 Nt,s-GBOS 20

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Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ ing. Cristiano Algeri, ing. Elena Poverello

55

CASI STUDIO: Criptoportico Aosta

55

Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ ing. Cristiano Algeri, ing. Elena Poverello

56

CASI STUDIO: Chiesa Parrocchiale Mazzè

56 Cantiere Chiesa Parrocchiale dei S. Gervasio e Protasio

Località Comune di Mazzè (Torino)

Tipologia manufatto

Edificio in muratura di mattoni a tre navate; il corpo principale della chiesa risale al 1500; successive trasformazioni hanno portato alla aggiunta delle cappelle laterali nel 1700 e del corpo dell’abside alla fine del 1800.

Principali meccanismi di collasso e dissesti

RIBALTAMENTO DELLA FACCIATA

RIBALTAMENTO DELL’ABSIDE

Tipologia interventi

CERCHIATURA ABSIDE

INCATENAMENTI LONGITUDINALI

Progettista Ing. Manuele Tini

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Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ ing. Cristiano Algeri, ing. Elena Poverello

57

CASI STUDIO: Chiesa Parrocchiale Mazzè

57

Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ ing. Cristiano Algeri, ing. Elena Poverello

58

CASI STUDIO: Chiesa Parrocchiale Mazzè

58

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Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ ing. Cristiano Algeri, ing. Elena Poverello

59

CASI STUDIO: Chiesa Parrocchiale Mazzè

59

Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ ing. Cristiano Algeri, ing. Elena Poverello

60

CASI STUDIO: Chiesa San Biagio Cittiglio

60Cantiere Chiesa San Biagio

Località Cittiglio (Va)

Tipologia manufatto

Cappella ad aula unica e torre campanaria dislocata all’interno della facciata. La chiesa romanica è un ampliamento di un originario impianto altomedioevale (orientamento opposto a quello attuale).

Ritrovamento di importanti cicli di affreschi.Principali meccanismi di collasso e dissesti

SLITTAMENTO PARETE LATERALE

Tipologia interventi

VINCOLO PARETE LATERALE NAVATA

Progettista Ing. Antonio CellinaGeom. Pietro SammartiniArch. G. Pozzi

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Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ ing. Cristiano Algeri, ing. Elena Poverello

61

CASI STUDIO: Chiesa San Biagio Cittiglio

61

ANCORAGGI PASSIVI SU ROCCIA GBOS 20-60 P

Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ ing. Cristiano Algeri, ing. Elena Poverello

62

CASI STUDIO: Chiesa San Biagio Cittiglio

62

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Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ ing. Cristiano Algeri, ing. Elena Poverello

63

CASI STUDIO: Chiesa San Biagio Cittiglio

63

Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ ing. Cristiano Algeri, ing. Elena Poverello

64

CASI STUDIO: Chiesa San Biagio Cittiglio

64BOSSONG S.p.a.

PROVE ESTRAZIONE su ancoraggi iniettati con calza GBOS 20-60 PARROCCHIA SI SAN GIULIO PRETE - CHIESA DI SAN BIAGIO

COMUNE DI CITTIGLIO (Va)

0

20

40

60

80

100

120

140

160

180

200

220

0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 5,0 5,5 6,0 6,5 7,0 7,5 8,0 8,5 9,0 9,5 10,0 10,5 11,0 11,5 12,0 12,5

Spostamento [mm]

Car

ico

[KN

]

P1_Roccia_50 cm P2_Roccia_50 cm P3_Muratura_50 cm Gb20_CaricoSnervamentoTrazione Gb20_CaricoRotturaTrazione

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Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ ing. Cristiano Algeri, ing. Elena Poverello

65

CASI STUDIO: Chiesa San Biagio Cittiglio

65

Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ ing. Cristiano Algeri, ing. Elena Poverello

66

CASI STUDIO: Museo Arte Sacra Carpenedolo

66 Cantiere Unità Museale Arte Sacra

Località Carpenedolo (Bs)

Tipologia manufatto

Sttruttura porticata in muratura di mattoni con volte a crociera

Principali meccanismi di collasso e dissesti

PRESENZA DI STRUTTURE SPINGENTI

Tipologia interventi

MIGLIORAMENTO SISMICO E CONSOLIDAMENTO STATICO

CONTENIMENTO SPINTA ARCHI E VOLTE

Progettista Ing. Cristiano Algeri - C-SPIN

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Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ ing. Cristiano Algeri, ing. Elena Poverello

67

CASI STUDIO: Museo Arte Sacra Carpenedolo

67

BARRA GBOS 27/304 BARRA GBOS 27/304

PIATTO 20X60 PIATTO 20X60

Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ ing. Cristiano Algeri, ing. Elena Poverello

68

CASI STUDIO: Museo Arte Sacra Carpenedolo

68

ANCORAGGIO GBOS 27-80 P

PIATTO 20X60

BARRA GBOS 27/304

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Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ ing. Cristiano Algeri, ing. Elena Poverello

69

CASI STUDIO: Chiesa Parrocchiale Carpenedolo

69 Cantiere Chiesa Parrocchiale San Giovanni Battista

Località Carpenedolo (Bs)

Tipologia manufatto

Edificio in muratura di mattoni a navata unica

Principali meccanismi di collasso e dissesti

RIBALTAMENTO DELLA FACCIATA

MECCANISMI NEL PIANO DELLE FACCIATE LATERALI DEI TRANSETTI

RIBALTAMENTO DELLE PARETI DI ESTREMITA’

LESIONI VOLTE DELLA NAVATA CENTRALE

Tipologia interventi

MIGLIORAMENTO SISMICO E CONSOLIDAMENTO STATICO

Progettista Ing. Cristiano Algeri - C-SPIN

Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ ing. Cristiano Algeri, ing. Elena Poverello

70

CASI STUDIO: Chiesa Parrocchiale Carpenedolo

70

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Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ ing. Cristiano Algeri, ing. Elena Poverello

71

CASI STUDIO: Museo Arte Sacra Carpenedolo

71

ANCORAGGIO GBOS 24-70 P PARZIALMENTE INIETTATO

Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ ing. Cristiano Algeri, ing. Elena Poverello

72

CASI STUDIO: Museo Arte Sacra Carpenedolo

72

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Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ ing. Cristiano Algeri, ing. Elena Poverello

73

CASI STUDIO: Museo Arte Sacra Carpenedolo

73 BOSSONG S.p.a. PROVE ESTRAZIONE su ancoraggi iniettati con calza GBOS 20-60

CHIESA PARROCCHIALE SAN GIOVANNI BATTISTA CARPENEDOLO (BS)

0

10

20

30

40

50

60

70

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33

Spostamento [mm]

Car

ico

[KN

]

P1_45 cm P2_45 cm Hs1_45 cm Hs2_45 cm Ls1_45 cm Ls2_45 cm