the bulb - la lampadina ad incandescenza

51

Upload: nicola-montaguti

Post on 29-Mar-2016

220 views

Category:

Documents


0 download

DESCRIPTION

University word for Total Design Lab - prof. Paolo Schianchi mSTC www.isre.it

TRANSCRIPT

Page 1: The Bulb - la lampadina ad incandescenza
Page 2: The Bulb - la lampadina ad incandescenza
Page 3: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

3

indice

la storia 7l’uso 17le influenze sulla società 23il rapporto prossemico-relazionale 29l’iconografia e il rapporto simbolico 35il rapporto con il marketing 43

Page 4: The Bulb - la lampadina ad incandescenza
Page 5: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

5

storiala

“Candele e lampade in disputa chiassosa hanno ricoperto i sussurri delle albe Le morbide lune non hanno più potere sopra di noi, le luci dei lampioni sono più eleganti, più aspre”

Vladimir Majakoskij

Page 6: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

6

Page 7: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

7

L’elettricità e la luce oggi-giorno sono ormai parte integrante della nostra vita

e del pae-saggio stesso in cui vi-viamo al punto che vengono con-siderate scontate sia in casa sia nel posto di lavoro tuttavia non bisogna dimenticare che fino ad alcuni secoli fa l’uomo si trovava a lottare costantemente con l’o-scurità L’uomo è vulnerabile, perché nel buio non è dotato di un sistema visivo che può aiutarlo ad orien-tarsi, e pertanto ha sempre cer-cato espedienti in grado di soddi-sfare questa sua carenza Solo con la seconda rivoluzione industriale, collocabile storica-mente alla seconda metà dell‘800 vi fu l’avvento dell’illuminazione, concepita principalmente per la-vorare durante la notte, che ben

presto trasformò sia dal punto di vista sociale e economico la vita dell’uomo tanto che a pensa-re oggi a un eventuale blackout equivale a pensare di poter para-lizzare il mondo intero Prima d’iniziare a vedere come l’evoluzione dell’illuminazione e delle fonti elettriche è giusto fare una breve specificazione su cosa s’intenda con il termine “lampa-da a incandescenza” La defini-zione più comune di quest’inven-zione è quella di fonte luminosa artificiale prodotta dall’emissio-ne di fotoni da parte di un fila-mento metallico surriscaldato per effetto del passaggio di cor-rente elettrica

prime sorgenti luminose

L’uomo primitivo non è mai riu-

Page 8: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

8

scito a utilizzare fonti luminose, ma adattava i propri bisogni e ne-cessità ai momenti diurni, in cui la luce del giorno gli favoriva ogni azione; egli organizzava la sua giornata in modo da sfruttare al massimo il tempo a disposizione, prima che calasse il buio I primi tentativi d’utilizzo di sor-genti luminose risalgono all’Ho-mo Erectus, il quale tentò di controllare il fuoco e successiva-mente anche di ottenerlo attra-verso delle pietre o legni secchi Com’è noto la scoperta del fuo-co fu casuale e generò stupore e paura, ma grazie alla loro in-telligenza, essi capirono in poco tempo quali benefici ricavare da quell’elemento Inizialmente il fuoco era utile come una fonte di calore per ri-scaldarsi, come strumento per allontanare gli animali e difen-dersi dalle aggressioni; solo in un secondo momento venne uti-lizzato per illuminare durante la notte, grazie alla creazione di torce ottenute dal legno resinoso degli alberiDa questi rudimentali arnesi l’uomo apprese una nuova valen-za del fuoco: poteva pro-cacciare il cibo anche nelle ore seguenti

al tramonto del sole allontanan-do allo stesso tempo gli animali più pericolosi; poteva poi usarlo anche come fonte di energia per cuci-nare le carni delle sue prede per farle diventare più saporite Man mano che le conoscenze tecniche aumentavano, anche gli utensili diventavano migliori: le torce che dapprima erano costi-tuite da legni ed arbusti(spesso conifere) vennero sostituite da legni cosparsi di pece e di grasso animale

lucerne greche e romane

Il passo successivo dell’evolu-zione per giungere invenzione dell’illuminazione elettrica, risa-le a circa 400 000 anni fa Sono infatti di questo periodo i primi artefatti rudimentali simili a del-le lampade a olio costituite da pietre, corni, conchiglie riempite con grasso animale e successi-vamente con grasso vegetale o oli La forma era naturalmente sem-plice: si trattava di ciotole chiuse e modellate in terracotta, o in ve-tro soffiato, dotate di manico per impugnatura, foro centrale per la carica d’olio e nell’estremità

un beccuccio da quale usciva la fiammella alimentata dall’olio posto all’interno Sia durante l’età greca che ro-mana possiamo trovare questo tipo di lampada, elementare per quanto riguarda la tecnologia ma molto efficiente nella sua fun-zione Bastava infatti riempire la ciotola per garantire la piccola fiammella per un gran numero di ore Nel 2600 a C vennero realizzate lampade in alabastro a forma di conchiglia, il cui utiliz-zo si este-se in tutto il mondo rimanendo immutato sino al XVIII secolo

le candele

Dopo le lucerne iniziò la gloriosa epoca del lume delle candele no-nostante venissero utilizzate già al tempo degli Etruschi e pro-babilmente anche dagli antichi Egizi Realizzate utilizzando del grasso animale mista a paglia vennero successivamente fatte in cera d’api, diventando la di-retta evoluzione delle torce pri-mitive resinose Con il passare degli anni vennero migliorate, aumentando qualità e prestazio-ne, mantenendo allo stesso tem-

Page 9: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

9

po anche un costo ridotto Nella seconda metà del XIX se-colo verrà introdotta la paraffina nella costruzione delle candele al posto della cara d’api e del sego; la prima candela “moder-na” prese luce nel 1818 quando i francesi Braconneau e Simonin inventarono la candela stearica

innovazioni sulle lampade

Le prime lampade ad essere re-alizzate furono quelle a olio, che beneficiarono in un breve arco di tempo notevoli miglioramen-ti tecnici: nel 1765 a Meissen (Sassonia) venne sviluppata una lampada a pompa e solamente vent’anni dopo il fisico ginevri-no Ami Argand diede il proprio nome ad una evoluzione del di-spositivo, realizzata con stoppino tubolare e cilindro di vetro

Gli sviluppi successivi risalgono verso la fine del secolo succes-sivo, quando l’olio iniziò a essere sostituito con altri combustibili come il petrolio e i suoi derivanti La rivoluzione industriale aveva spinto, infatti, a ricercare nuove tecnologie più economiche per l’illuminazione abbandonando

lampade sia in una villa aristo-cratica che nelle case più povere

Welsbach, chimico e inventore austriaco scoprì infine che il ni-trato di cerio, aggiunto a un’inte-

l’utilizzo dell’olio vegetale: costo-so ed appiccicoso A Ginevra, nel 1809 venne ideata anche la lampada astrale o “si-nombra”, che spandeva una luce a forma di stella senza proiettare fastidiose ombre La possibilità di regolare la fon-te di illuminazione si ebbe dal 1836, quando venne inven-tata la lampada a regolatore (o a mode-ratore), in cui il flusso del com-bustibile era dosato da un tubo montante e da una molla di com-pressione

Nel 1847 James Young studiando la composizione delle candele e i principi della materia con cui erano fatte creò il primo olio di paraffina, una miscela d’idrocar-buri solidi, in prevalenza alcani, le cui molecole presentano cate-ne con più di 20 atomi di carbo-nio Ricavata dal petrolio, si pre-senta come una massa cerosa, biancastra, insolubile in acqua e negli acidi: con queste innova-zioni la lampada si trasformò da una semplice sorgente d’illumi-nazione primitiva ad efficiente di-spositivo che si diffuse in tutti gli strati della società Infatti in età Vittoriana era possibile trovare le

Page 10: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

10

laiatura di asbesto impregnato di nitrato di torio dava luogo a uno strato di ricopri-mento in grado di emettere una forte luminosità da incandescenza per riscalda-mento da fiamma gassosa Con esso Auer von Welsbach realiz-zò una reticella avvolgi-fiamma che, circondando una fiamma poco luminosa del bruciatore Bunsen, era in grado di emette-re per riscaldamento un’intensa luce bianca La lampada ad olio di paraffi-na venne pressurizzata e dotata quindi di un mantello incande-

scente che riusciva a fare un maggior spettro d’illuminazione, aumentando l’aurea della fiam-mella

utilizzo del gas

La scoperta dell’infiammabilità dei gas avvenne alla fine del XIX secolo Il tedesco Jan Pieter Minckelers nel 1783 studiò tale proprietà e per primo ad usò un lampadario a gas di carbone per illumina-re l’aula dove insegnava ai suoi allievi L’invenzione venne però

sfruttata a livello commerciale dallo scozzese William Murdock, che nel 1803 illuminò il cantiere della fabbrica Boulton & Watt, dove egli stesso lavorava, nel quartiere di Soho a Londra

Naturalmente, considerando che i costi di questo tipo di lampade rispetto alle candele e a quelle a olio erano molto più accessibili, si pensò a centralizzare il gas nelle città Ad avere quest’idea fu il tedesco Winzer, uomo d’af-fari che risiedeva a Londra Egli diede vita, nel 1807, alla Compa-gnia Nazionale della Luce e del Calore, riscuotendo sin da su-bito molto successo nell’ambito commerciale tanto che la società divenne nel 1812 la maggiore so-cietà di gas del mondo

Un ulteriore passo in avanti av-venne nel 1887 quando nacquero le famose lampade a gas a man-tello, quelle con l’inconfondibile mantello di vetro bombato e al-lungato che ancora oggi si pos-sono trovare nei mercatini La luminosità, grazie allo stoppi-no di tessuto resistente al calore e al mantello di vetro creavano una luce vivida e piacevole, ma

Page 11: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

11

non ancora abbastanza soddisfa-cente in ter-mini di qualità Il gas utilizzato era a base di acetilene: una miscela tra acqua e carburo di calcio, ottima per illuminare le case in modo più sicuro

lampade elettriche ad arco

I primi esperimenti con l’elet-tricità furono eseguiti utilizzan-do l’illuminazione come carico elettrico intorno al 1902 quando Alessandro Volta inventò la pila e Humphry Davy iniziò a studia-re il comportamento dei metalli portati all’incandescenza Davy studiò principalmente il plati-no e l’iridio, che grazie alla loro duttilità permettevano di essere ridotti con facilità a filamenti sot-tili Purtroppo non erano in gra-do di assicurare una sufficiente durata, una volta attraversati da corrente elettrica, per essere im-piegati a scopo commerciale Nello stesso anno, Davy scoprì anche il principio dell’arco elet-trico e nel 1808 ne fece una di-mostrazione davanti alla Royal Institution di Londra senza ot-tenere successo L’applicazione elettrica dei suoi studi, diventò possibile solo con l’utilizzo dei

nelle quali era necessario l’uso di effetti luminosi e nel 1858, vide per la prima volta venne montata come luce segnaletica di un faro, a South-Foreland in Inghilterra

l’arrivo del tungsteno

Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del ‘900, anche se era ri-saputo ormai che per realizzare

generatori di corrente che ver-ranno inventati dopo il 1950 La lampada ad arco di carbone divenne disponibile all’incirca nel 1850 e raggiunse la perfezio-ne funzionale solo a fine secolo L’incapacità di regolare l’inten-sità luminosa delle fonti di luce permetteva il loro impiego solo all’interno di capannoni indu-striali, grandi negozi, stazioni ferroviarie; insomma grandi aree e spazi che potevano ospitare questi oggetti ingombranti e che potevano disporredi adeguata disponibilità economica per sop-perire al costo di mantenimento

Jandus e Marks furono gli ide-atori dell’arco elettrico; lo rac-chiusero in un’ampolla di vetro in modo tale da diminuire l’effetti della luce e allo stesso tempo il consumo del car-bone La prima applicazione pratica della lam-pada ad arco avvenne nell’illumi-nazione di scene teatrali: il suo debutto avvenne nel 1849 a Pari-gi con la prima dell’opera di Gia-como Meyerbeer, “Le Prophète” nella quale fu usata per simulare il sole Da questo momento in poi fu uti-lizzata in ogni rappresentazione

Page 12: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

12

una lampada a incandescenza era necessario l’utilizzo di ma-teriale con elevata temperatura di fusione ed evaporazione, che per ottenere una durata accet-tabile del filamento metallico era necessario rendere il vuoto all’interno dell’ampolla, vi erano ancora molti problemi legati alla progettazione e studio delle lam-padine elettriche

Nel 1879 si ebbe la prima im-portante innovazione quando Thomas Alva Edison usò un fi-lamento di cotone carbonizzato, con il quale accese con successo una lampada che funzionò per la straordinaria durata di 40 ore La lampada che presentò il 31 di dicembre di quell’anno entrò in produzione e fu commercializza-ta dalla Edison Lamp Company La prima lampadina a incande-scenza venne accesa il 4 settem-bre 1882 alle ore 15 ne-gli uffici del New York Times di Manhattan da Edison stesso Gli articoli dei giornalisti, il giorno dopo, si de-dicarono alle nuove le luci come “tenui, calde, uno spettacolo per gli occhi” e sottolinearono quanto poco calore emettessero rispet-to alle vecchie lampade a gas

Edison sosteneva che l’energia termica sprecata con le lampa-de a incandescenza, fosse solo un quindicesimo di quella spre-cata con una lampada a gas: le innovazioni che egli fece, furono molto importanti per l’evoluzione della lampadina ma soprattutto per l’energia elettrica Il suo ge-nio fu combinare una semplice lampadina al sistema di distribu-zione dell’energia elettrica da lui perfezionato, rendendo di pratico impiego l’illuminazione elettrica anche nelle abitazioni Nel 1882 la società iniziò a pro-durre elettricità per uso casalin-go nella città di New York e da quel momento l’illuminazione elettrica si diffuse rapidamen-te nelle abitazioni e le industrie di tutto il mondo: Edison gettò le basi per un enorme sviluppo dell’umanità

Edison non fu l’unico a portare avanti studi sperimentali: anche in Inghilterra Joseph Wil-son Swan di Newcastle-on-Tyne pre-sentò una lampada incandescen-te alla Royal Socie-ty battendo così Edison di 6 mesi Non si trat-tava di lampade con l’efficienza molto elevata, come quelle oggi

in commercio, ma era di circa 3 o 4 lm/W con una durata di un cen-tinaio di ore Il rapito sviluppo del mercato spinse anche Gerard Philips a produrre nel 1891 lampade a fila-mento di carbone ad Eindhoven: nacque così l’industria omonima che in pochi anni diventò una del-le maggiori società di produzione di lampade elettriche al mondo

La prima lampadina “moderna” con filamento al tungsteno ven-ne realizzata alcuni anni dopo; si scoprì infatti che il tungsteno poteva essere il materiale adatto ad irradiare luce Studi dimostra-rono che la potenza assorbita della luce emessa per ogni watt era superiore, sino al doppio, di quella del filamento di carbone Il solo ostacolo era quello di la-vorare il tungsteno per ottenerne dei filamenti molto sottili La società Siemens riuscì nell’in-tento e nel 1910 produsse le lampade chiamate Wotan; due anni dopo l’americano Irving Langmuir scoprì che l’evapora-zione del filamento con il conse-guente annerimento del bulbo di vetro in cui era rinchiuso, si pote-vano diminuire grazie all’utilizzo

Page 13: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

13

di un gas inerme Nel 1913 vennero commercia-lizzate le nuove lampade, che decretarono al contempo l’uscita dal mercato di tutti i modelli pre-cedentemente realizzati Soltanto cinquant’anni altri studi portarono una coppia di ameri-cani, E G Zubler e F A Mosby, ad aggiungere al gas inerme inseri-to nel bulbo, una piccola quantità di alogeno; inventarono le lam-pade alogene dotate di ancora maggiore durata del prodotto, di mag-gior potenza e ancor più ri-dotto rischio di annerimento del bulbo un ridotto annerimento del bulbo

l’addio all’incandescenza

Dall’anno della loro diffusione commerciale le lampadine a in-candescenza hanno sempre ri-scontrato consenso da parte del mercato Nel 2009 l’Unione Euro-pea ha però deciso di ritirarle dal mercato entro la fine dell’anno 2012 in modo da favorire di quel-le a basso consumo La motiva-zione principale che ha portato a tale scelta è stata la necessità di ridurre le emissioni di CO2 di cir-ca 15 milioni di tonnellate all’an-

Quando tutte le lampadine a in-candescenza tradizionali saran-no state gradualmente riti-rate dal commercio nell’UE, i consu-matori potranno fra tanti prodotti alternativi, come le lampadine a incandescenza alo-gene, le lampadine fluorescenti compatte e infine quelle a LED che rappresentano la più moder-na tecnologia nel campo dell’illu-minazione

no, individuando nell’illumina-zione una delle maggiori cause: essa rappresenta infatti circa un quinto dei consumi di elettricità delle famiglie Le lampadine a risparmio ener-getico riducono infatti il consumo totale di elettricità di una casa del 10-15%, con un risparmio complessivo per l’Europa di 40 miliardi di kilowatt/ora all’anno (cioè il consumo annuo di un pa-ese come la Romania)

Page 14: The Bulb - la lampadina ad incandescenza
Page 15: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

15

usoUna nuova tecnologia trova sempre uno spazio in cui poter essere applicata, ma non tutte hanno lo stesso impatto progressista La lampadina ha cambiato il mondo, personale ed industriale, ed ha oggi una tale diffusione da essere diventata un elemento “nascosto” e dato completamente per scontato

il suo

Page 16: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

16

Page 17: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

17

La lampada ad arco con elettrodi in carbone fu la prima lampadina elettrica

che consentì un ampio sviluppo dell’illuminazione Questo tipo di dispositivi era par-ticolarmente adatto alle appli-cazioni che richiedevano elevata potenza luminosa, come i fari ed era quindi impiegata in capanno-ni industriali, stazioni ferroviarie e in altre grandi aree pubbliche La prima applicazione pratica della lampada ad arco fu l’illumi-nazione di scene teatrali Come abbiamo sottolineato debuttò con successo nell’opera di Gia-como Meyerbeer, “Le Prophète”, nel 1849 a Parigi, dove fu usata per simulare il sole; successi-vamente, fu utilizzata in tutte le opere e balletti dove erano ne-cessari effetti luminosi

Nel 1858, fu utilizzata, per la prima volta, anche nel faro di South-Foreland, vicino a Do-ver, Inghilterra in sostituzione della lampadina a gasolio La diffusione, piuttosto rapida della lampadina nel diciannove-simo secolo, aveva favorito lo svi-luppo di una fiorente industria L’inventore Moses G Farmer di Salem, Massachusetts, USA, noto per un rilevante proget-to di dinamo, già dal 1858 aveva il-luminato una camera della sua casa per un periodo di diversi mesi, realizzando cosi il primo impianto di illuminazione dome-stica ad incande-scenza Le lampadine a filamento espo-sto vennero invece utilizzate in Francia nelle miniere In Russia il porto di S Pietro-burgo fu illuminato nel 1872 da

Page 18: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

18

Lodyguine con circa 200 lampa-dine a incandescenza, realizzate con un blocchetto di carbone in un’ampolla di vetro riempita di azoto Thomas Alva Edison, realizzo una lampadina affidabile e adatta a una produzione di massa, per i costi minori e la durata maggio-re rispetto a quelle inventate in epoca prece-dente La lampadina che Edison pre-sentò in pubblico il 31 dicembre dell’anno 1879 aveva il filamento

di carta di alta qualità carboniz-zata; e fu proprio questo tipo di lampadina che cominciò a pro-durre nel 1880 creando la Edison Lamp Company L’illuminazione elettrica artificia-le rivoluzionò le abitudini della popolazione perché rese le città illuminate anche di notte, esten-dendo la vita anche durante le ore di buio Il sistema dei trasporti fu il primo a beneficiare di questa invenzio-ne, sia per quanto ri-guarda gli

ambienti (porti, stazioni ecc ) che per quanto riguarda i mezzi (navi, treni, au-tomobili e biciclette) Londra e New York furono le pri-me città ad utilizzare le lampadi-ne introdotte da Swan e Edison per illuminare la rete stradale: nacquero quindi reti elettriche in grado di ampliare i possibili uti-lizzi della lampadina anche per l’illuminazione interna di ogni stabile esistente e raggiungibile L’espandersi dell’uso della lam-padina permise quindi di limitare

Page 19: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

19

anche i rischi d’incendio Nel 1900 inoltre la lampadina a filamento, con una piccola va-riazione (aggiunta di ma-gnesio) venne utilizzata come flash nelle macchine fotografiche, stimo-lando uno svilup-po anche in questo settore Nel mondo dello spettacolo la lampadina fece il suo debutto, ed ancora oggi è uno stru-mento fondamentale per la realizza-zione di ogni luce utilizzata per i vari campi artistici Il teatro, la

televisione e il cinema dipendo-no fortemente dalla possibilità di utilizzare luci Infine nell’era moderna, anche l’elettronica sfrutta in tutte le sue forme la possibilità forni-tegli dalle varie tipologie di lam-padine I giocattoli, i dispositivi elettronici, gli elettrodomestici, i quadri di controllo e altri disposi-tivi sono tutti dotati di luci e spie luminose che assolvono diverse funzioni

Page 20: The Bulb - la lampadina ad incandescenza
Page 21: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

21

influenzeL’invenzione della lampadina portò grandi cambiamenti nella società del diciannovesimo secolo, rivoluzionando i comportamenti e le abi-tudini dell’epoca, migliorando lo stile di vita e rendendo le città più sicure

le

sulla società

Page 22: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

22

Page 23: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

23

Negli ultimi anni del XIX se-colo vi fu la sorprendente scoperta della lampadina

Tale scoperta ebbe non poche conseguenze nella società del tempo Per prima cosa, l’inven-zione della lampadina contribuì alla creazione nelle più grandi città europee, di una rete elet-trica in grado di fornire energia elettrica a tutte le case della città, da qui l’evoluzione del con-cetto di rete evoluto fino ai nostri giorni con le reti di comunicazio-ne digitale alias, internet

il negozio moderno

Con la scoperta della lampadina è avvenuta anche un’evoluzio-ne dell’illuminazione negli spazi commerciali La nascita del negozio moderno

avviene appunto grazie all’inven-zione della lampadina ad incan-descenza verso metà dell’800 Il vecchio negozio che evocava scambi commerciali e baratti all’interno di una società prein-dustriale, viene sostituito dal negozio moderno showroom, termine che ne descrive alla per-fezione la funzione ossia quella di mostrare la merce I negozi ora grazie alle lampa-dine, possono estendere e am-pliare verso l’interno le superfi-ci espositive In origine infatti le merci erano esposte sulla strada o vicino all’entrata per consenti-re alla luce naturale di illuminare meglio la merce Con l’arrivo della luce elettrica e le migliorie nell’elaborazione del vetro utilizzato per le vetrine, cresce l’importanza delle vetrine

Page 24: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

24

per una vera e propria messa in scena della merce

l’illuminazione pubblica

Con l’avvento delle lampadine elettriche, le città si illumina-rono, di giorno e anche di notte, non vi era più dunque una forte distinzione da giorno e notte, le azioni che facevi di giorno e non potevi fare di notte per mancan-za di luce naturale ora potevano essere fatte anche di notte grazie

alla luce artificiale Si riscontra inoltre un incremen-to dell’urbanizzazione in questo periodo, ossia di una mi-grazione dalle campagne, dove non c’era-no sistemi d’illuminazione elet-trica, verso le città ormai diven-tate “monumenti di luce” Parigi ottenne il primato per l’imponenza del sistema d’illu-minazione cittadina e venne no-minata ville lumiere Tutte le strade di Parigi erano illuminate di notte da lampadi-ne elettriche creando nella città un’atmosfera onirica e che ha accompagnato tutto quel periodo storico nominato bella epoque L’illuminazione pubblica fu un grande progresso tecnologico per l’epoca e portò dei cambia-menti nelle consuetudini e nelle abitudini delle persone Prima della lampadina non vi era la consuetudine di uscire di casa di sera se non stret-tamente ne-cessario o in occasioni particola-ri, l’illuminazione a gas non era fortemente presente in tutte le vie della città che di sera risul-tava praticamente avvolta dal-le tenebre Queste tenebre che avvolgevano le città favorivano la grande presenza di criminali-

tà A causa della criminalità che come un vampiro compariva con le tenebre nelle città europee, le persone erano scoraggia-te dall’uscire di sera, per cui la giornata di un cittadino di metà 800, si concludeva dopo cena o dopo aver letto un libro o gio-cato a carte Con l’introduzione della luce artificiale, le strade si illuminano anche di notte, la cri-minalità diminuisce e si sposta nelle periferie non ancora illumi-nate e le persone iniziano a usci-re volentieri la sera, anche solo per passeggiare

produttività e sicurezza

In un periodo storico nel quale le città e l’industrializzazione, assumevano sempre più impor-tanza per la società, le lampadi-ne hanno contribuito all’aumento delle ore produttive giornaliere nelle fabbriche, ora infatti si c’e-ra la possibilità di lavorare anche di notte Le lampadine hanno anche con-tribuito a una diminuzione dra-stica degli incendi sia nelle case che nelle fabbriche Gli incendi furono un annoso problema nel-la metà dell’800, causa di questi

Page 25: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

25

incendi molto spesso era una lampada a gas che poteva facil-mente cadere e dare fuoco a una intera casa o fabbrica costruite quasi interamente da materiali infiammabili Con le lampadine a filamento, questo fenomeno non avveniva e rendeva quindi più si-cure le case dell’epoca In pratica i primi cambiamen-ti portati dall’introduzione della lampadina furono principal-mente legati alla possibilità di svolgere attività al buio e di ren-dere più sicure le città di notte, debellando la criminalità e dimi-nuendo il numero d’incendi

luce e buio

Nel corso degli anni le evoluzioni tecnologiche portate alla lampa-dina e l’abbattimento dei prezzi al dettaglio, resero l’illuminazio-ne artificiale una realtà di massa nella prima metà del novecento In quel periodo in Europa stavano nascendo molti regimi totalitari i quali obbligavano il coprifuoco alla popolazione Il coprifuoco in pratica consiste-va nel vietare alla popolazione di uscire di casa dopo una data ora della sera e il divieto di accen-

dere luci in casa Questo ordine veniva dato per evitare che i cit-tadini potessero complottare alle spalle del regime oppure attuare controinformazione rispetto al regime Il coprifuoco venne inoltre uti-lizzato nella prima e soprattutto nella seconda guerra mon-diale per minimizzare le possibilità di essere vittime dei bombarda-menti aerei, il nemico infatti non vedendo fonti luminose sul terri-torio, non poteva conoscere con certezza l’ubicazione dei centri urbani da bombardare Il coprifuoco in pratica nega di utilizzare i vantaggi ottenuti grazie alla tecnologia; vedere al buio, possibile grazie alla lampa-dina, è dunque un vantaggio che in caso di coprifuo-co può porta-re a conseguenze negative In una situazione di coprifuoco, si manifesta un ritorno alle abi-tudini dell’epoca pre-industriale dove uscire di notte è rischioso e sconsigliato

succubi della luce artificiale

Dopo un secolo e mezzo di uti-lizzo della luce artificiale, siamo ormai dipendenti da essa, basta

solo un blackout di pochi minuti per mandare la popolazione nel panico Il buio è sempre stato considera-to una fonte del male o qualcosa di cui aver paura, basti pensare che da piccoli siamo terroriz-zati dal buio e dall’uomo nero, la lampadina ha avuto il merito di sconfiggere in parte questa paura e di portare la luce nelle tenebre cambiando cosi i nostri comportamenti e stili di vita

Page 26: The Bulb - la lampadina ad incandescenza
Page 27: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

27

rapportoLa luce modifica le nostre relazioni, i nostri incontri e il nostro modo di porci nei confronti degli altri La lampadina ha ribaltato il rapporto tra il buio e la luce permet-tendoci di dare un valore positivo persino all’oscurità, modificando le stesse relazioni e ponendole sotto i riflettori dell’era elettrica

il

prossemico-relazionale

Page 28: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

28

Page 29: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

29

La prossemica è la discipli-na che studia ed analizza il rapporto di spazio tra due

interlocutori che si trovano in una situazione di comunicazione Ogni persona ha infatti uno spa-zio personale, esprimibile in ter-mini di distanza, difeso e perso-nalizzato da ognuno di noi Esso è impiegato in maniera diversa a seconda di quale rapporto inter-corra con l’altro con cui siamo in relazione L’area più intima è quella più prossima a noi, a circa 45 centi-metri, mentre fino ad un metro e poco più gestiamo la nostra area personale che, una volta supera-ta, svela la nostra zona pubblica Quando entriamo in comunica-zione con qualcuno, in base al grado di relazione che abbiamo con esso, gli permettiamo di en-

trare in una di queste aree; mag-giore sarà la confidenza tra noi e minore sarà lo spazio che potrà separarci Difficilmente ci esporremo con persone con le quali abbiamo contatti sporadici e ancor meno con chi è totalmente estraneo a noi; un conoscente o un amico intimo, invece potranno avere con noi una maggiore vicinanza, che si tradurrà anche in un con-tatto fisico Nonostante vi siano delle dif-ferenze culturali nell’anatomia della prossemica, questo feno-meno accomuna tutti gli esseri umani La lampadina si inserisce in questo contesto perché è uno strumento che ha variato il com-portamento relazionale delle persone, soprattutto nel mo-

Page 30: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

30

mento in cui interagiscono Prima dell’avvento della luce elettrica, come è stato già evi-denziato, non si riusciva ad ot-tenere ambienti rischiarati in modo naturale e le candele o le altre fonti di illuminazione a combustibile non riuscivano ad essere delle risorse omogenee e potenti La luce era quindi necessaria nel momento in cui ci si incontrava per parlare ed essendo soffusa, non permetteva agli interlocu-tori di distanziarsi molto l’uno dall’altro; era necessario vedersi e quindi ci si sporgeva verso la fonte luminosa, raccogliendosi attorno ad essa Vedere un lume in lontananza significava aver trovato un luogo abitato, un punto in cui trovare una persona o un gruppo di in-dividui; questo poteva essere un aspetto positivo, nel caso in cui si cercasse ristoro o aiuto, ma anche negativo se si temeva una minaccia o se si cercasse riser-vatezza Nella sfera privata, l’intimità era vissuta al buio delle camere per-ché il lume di candela era con-suetudine delle locande e dei ta-voli casalinghi, come delle grandi

stanze delle abitazioni Con l’avvento dell’energia elettri-ca e l’invenzione della lampadina la gestione della distanza per-sonale è cambiata, almeno per quanto analizzabile nella società occidentale La nuova fonte luminosa, più potente, omogenea e fredda ha permesso di dare via ad un cambiamento radicale: i luoghi pubblici, così come le abitazioni, hanno iniziato ad essere sempre più rischiarati dall’installazio-ni di lampioni e luci Il momen-to sociale viene vissuto sotto le fonti luminose, mentre il buio acquista un valore d’intimità che prima possedeva solo per con-tingenza; la candela diventa un oggetto romantico, affascinante e misterioso, adatto ad un rap-porto più intimo Il buio esterno è pericoloso, mentre se vissuto nelle mura do-mestiche ha una valenza di riser-vatezza, di intima segretezza Gli incontri che avvengono alla luce sono quelli più lontani dalla sfera intima, che raramente vive la sua massima espressione in luogo pubblico; i grandi gruppi, gli amici, i conoscenti e gli incon-tri di lavoro invece trovano posto

sotto una qualsiasi fonte lumino-sa moderna Un esempio di questo cambia-mento è il significato che assu-me il termine “incontro al buio”; prima dell’avvento dell’illumina-zione elettrica sarebbe stato si-curamente solamente pericolo-so, senza avere alcuna accezione “piccante” di quelle che possiede oggi La luce continua in ogni caso ad avere il compito di rivelare gli in-tenti malvagi, di svelare ai nostri occhi quello che si cela nell’o-scurità; coloro che hanno intenti criminali ed i mostri si muovono infatti al buio, di notte La luce inizialmente era uno strumento per scacciare queste paure, il-luminando e svelando; oggi però anche la letteratura ed il cinema hanno modificato i classici cliché dell’horror Sempre più spesso infatti, le creature mostruose vengono attirate dalla luce e non più respinte da essa

Page 31: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

31

Page 32: The Bulb - la lampadina ad incandescenza
Page 33: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

33

rapportoFin dalle origini il concetto di ‘luce’, sintetizzabile nell’oggetto del-la lampadina, ha motivato immediati collegamenti alla dimensione dell’intelletto e della genialità Ecco una rassegna delle più significa-tive frequenze: dalla pittura al cinema, dalla letteratura alla religio-ne, dalla filosofia al quotidiano

iconografia e

simbolico

Page 34: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

34

Page 35: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

35

metafora e simbolo di un’idea

È a partire dall’Illuminismo, corrente filosofico-letteraria del XVII se-colo, che il campo etimologico della luce viene metaforicamente ri-condotto a quello della ragione: ecco il “secolo dei lumi”, il “lume del-la ragione”, all’insegna della volontà di illuminare la mente dell’uomo attraverso quest’ultima L’idea fa chiarezza, svela l’essenziale, scopre le verità assolute,ponendo come base del suo metodo la critica della scienza e della ragione stessa Da qui la metafora più aggiornata della lampadina che si accende, che illumina la parte buia, trasmette luce, genera chiarezza, diffonde conoscenza o intuisce l’idea geniale Infatti, correlato alla metafora “idea – luce” è il significato traslato di “lampadina” come oggetto che rappresenta la “creatività”, “l’ispi-razione” o il “colpo di genio”: una delle iconografie classiche della lampadina raffigura proprio questi concetti

simbolo di illuminazione

L’enorme cambiamento sociale introdotto dall’uso della lampadina ha fatto in modo che nell’immaginario collettivo moderno la lampa-dina sia diventata il simbolo stesso dell’illuminazione o indicatore comune di una fonte luminosa Molteplici sono gli usi che si possono

Page 36: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

36

elencare:indicatore dell’interruttore per l’accensione dei fari negli autoveicoli e nei motoveicoli;programmi preimpostati delle fotocamere digitali, impostazioni per i luoghi chiusi;interfaccia domotica;interfaccia programmi digitali;

simbolo di un brand

Sono molteplici le aziende e studi grafici che utilizzano la lampadina come simbolo del proprio brand La lampadina viene utilizzata per esprimere il concetto di idea, attribuendo pertanto all’azienda (nor-malmente uno studio grafico-creativo) le caratteristiche di creatività, innovazione e genialità

nei cimiteri

In questo caso la lampadina ha sostituito la candela, la luce come metafora di vita dopo la morte,speranza, luce che illumina il cam-mino del defunto nell'aldilà e che rappresenta allo stesso tempo il ricordo dei vivi

iconografia artistico-pittorica

nei fumetti - edi, l’aiutante di archimede

Nei fumetti l’oggetto lampadina è rappresentato da Edi, l’aiutante di Archimede Pitagorico, personaggio dei fumetti Disney Il nome Edi, utilizzato nella versione italiana, deriva dall’abbreviazione di T Edi-son, inventore della lampadina Edi è un piccolo robot, con la testa a forma di lampadina, che aiuta Archimede a capire il funzionamento delle sue invenzioni e trovarne i punti deboli

Page 37: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

37

metafora di “bisca” e mistero

Un altro modello iconografico codificato vede la lampadina come unica fonte luminosa all’interno di quei particolari ambienti che ri-mandano alle sale da gioco clandestine, alle partite di poker tra per-sonaggi loschi In questi casi è interessante osservare come il fascio luminoso sia solitamente proiettato al centro della tavola o della sce-na, lasciando in penombra tutto il resto Anche scene di vita quotidiana e borghese possono prevedere una raffigurazione analoga, ad esempio nel caso di cene o riunioni di fa-miglia, questa volta ad indicare l’intimità di un nucleo

nell’immaginario futurista di Giacomo Balla

Con Giacomo Balla il tema della luce artificiale diviene un soggetto privilegiato, in linea con la poetica del futurismo: luce come energia, come slancio e velocità,come lotta contro la cultura classicista e sim-bolista, luce contro la dimensione chiaroscurale dei romantici Oltre a questo, oggetti come lampade e lampioni che in una prima fase di studi si legano potentemente alla dimensione urbana, divengono poi i soggetti privilegiati di un approccio analitico rispetto al raggio luminoso, tradotto nell’accostamento di segni rapidi e frammentati, che da un nucleo chiaro e potente si irradiano attraverso una scom-posizione cromatica

iconografia cinematografica

nei film horror

Nell’ambito dei film horror, con particolare attenzione per quelli gi-rati in prima persona, i fasci di luce direzionati e focalizzati divengo-no veri e propri strumenti di meta comunicazione Ricordiamo Blair Witch Project dove solo un fascio di luce illumina la zona attorno al personaggio, lasciando tutto il resto buio In questo caso l’interpreta-

Page 38: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

38

zione del contrasto è immediato: la luce contro il buio, ovvero il bene contro il male

la torcia del ladro/spia

Altri spunti iconografici sono rappresentati dall’immagine del ladro che di notte entra con la pila in casa, o della spia di turno che entra di soppiatto in un ambiente per cercare documenti segreti La scena è generalmente illuminata solamente da questo tenue fascio di luce, sinonimo di segretezza e trasgressione alle regole

luce dell’interrogatorio del “3 grado”

La forte luce emanata dalla lampadina che illumina il fuorilegge, por-tandolo in primo piano, al centro dell’attenzione, facendolo sentire a disagio Un modo per costringerlo a confessare e per incutergli ti-more

il faro del carcere

Il forte fascio di luce che percorre il perimetro del carcere, che cerca/segue il fuggitivo Metafora del controllo, della ricerca

il faro-richiamo di Batman

Il faro con il simbolo di Batman che illumina la notte a Gotham City, ovvero la richiesta d’intervento del supereroe per sconfiggere i ne-mici

il faro marittimo

Il fascio di luce che emana il faro avvisa i naviganti della presenza della terra, li conduce nella notte, aiuta la navigazione e indicano punti di riferimento È pertanto associato a un’idea di guida e di sal-

Page 39: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

39

vezza; nelle iconografie pittoriche viene molte volte inserito in scene di tempesta

l’occhio di bue del teatro

Il fascio di luce illumina solamente il personaggio, concentra l’atten-zione del pubblico su di esso, lo segue nei movimenti In questo caso diviene vero e proprio strumento di direzione registica

Page 40: The Bulb - la lampadina ad incandescenza
Page 41: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

41

rapportoVendere un oggetto significa vestirlo di caratteristiche che lo rendano appetibile e gustoso per i consumatori La lampadina è ormai diven-tata un bene primario e fondamentale, quasi scontato Ma il suo valo-re è spesso maggiore della sua funzione

il

con il marketing

Page 42: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

42

Page 43: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

43

La lampadina è un oggetto che, grazie ai suoi 130 anni circa di storia, è ben radi-

cato nell’immaginario colletti-vo; questo fa si che essa sia uno strumento fondamentale per l’il-luminazione odierna, ma la ren-de tuttavia un soggetto nascosto nel settore dell’illuminazione Essa infatti non è più frequen-temente pubblicizzata in quanto tale, perché i prodotti che in re-altà sono protagonisti, sono tutte le lampade, i lampadari e simili La lampadina infatti ormai è un’i-cona, un elemento fondamentale che ormai viene dato per scon-tato e che si trova all’interno dei prodotti di settore: viene pubbli-cizzata o comunicata solamente se vi è una qualche innovazione tecnologica del bulbo Un nuovo materiale, una nuova forma o

delle nuove caratteristiche pre-stazionali sono infatti i pretesti per realizzare una nuova comu-nicazione: cosa che non avviene molto spesso Questa rappresenta quindi la dif-ficoltà più grossa nell’analizzare il rapporto che quest’oggetto ha con il marketing; difatti è molto più frequente il trovare la lam-padina come elemento iconico e grafico all’interno di campagne pubblicitarie o piani di comunica-zione che vendono altri prodotti o servizi L’azione di marketing può essere analizzata sotto diversi aspetti, scomponendo il suo agire in vari campi che sono stati teorizzati da diversi studiosi come le diverse “p” del marketing: prodotto, pro-mozione, packaging, pubblicità, ecc

Page 44: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

44

il prodotto

Come sottolineato in preceden-za, la lampadina ad incande-scenza ha smesso di pubblicizza-

re se stessa quando è diventata un elemento funzionale degli og-getti d’arredamento che permet-tevano l’illuminazione casalinga Perdendo la necessità di essere comunicata, ha pian piano va-riato alcune sue caratteristiche o il suo aspetto per avere del-le qualità che la rendessero più appetibile e ne giustificassero la promozione La forma è sempre stata oggetto di variazioni creative, che le han-no permesso di diventare sempre più un’estensione ergonomica dei lampadari, delle abat-jour e di ogni altro dispositivo di illumi-nazione; non solamente la forma del bulbo, ma anche gocce affu-solate, avvitate su se stesse, con motivi che richiamano il mondo floreale o gli stili artistici Ancora oggi, l’originaria lampa-dina ad incandescenza sia stata ormai mandata in pensione da qualche anno, si possono tro-vare sul mercato lampade di forme molto differenti, a secon-da dell’uso e delle necessità di illuminazione che gli ambienti hanno Anche le dimensioni ov-viamente variano, e con l’introdu-zione moderna delle lampadine a led, abbiamo raggiunto le minori

dimensioni mai raggiunte La potenza di irradiazione è un’altra qualità che permette di scegliere una lampadina rispet-to ad un’altra, anche se si tratta di una decisione che viene presa rispetto alle necessità persona-li e non per un reale vantaggio; l’ottica del risparmio energetico (argomento entrato in voga alla fine degli anni ‘90, e che si inse-risce dentro all’ambito ecologico) si colloca però in questo proces-so decisionale, e può essere un valore aggiunto dotato di forte appetibilità Oggi è possibile scegliere anche la tipologia di lampadina che si preferisce ed avere così un con-trollo della spesa energetica per l’illuminazione; il neon, il led, l’alogeno sono solo alcune alter-native tecnologiche che permet-tono di illuminare a costo ridotto rispetto alla lampadina ad’incan-descenza Ovviamente ogni ti-pologia ha i suoi punti di forza e le sue debolezze, ma la scelta in ogni caso ne guadagna Negli ultimi anni è nato anche un altro uso dell’illuminazione, che sfrutta luci led coniugandole con alcuni principi della cromotera-pia e unendo il tutto in lampade

Page 45: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

45

dal design moderno e ricercato Si tratta di lampade che illumi-nano angoli di ambienti e pareti con lo scopo di trasmettere sen-sazioni di benessere, di relax e tranquillità Sicuramente la lampadina non è un prodotto che risponde a biso-gni così vari, generalmente si li-mita al calore ed all’illuminazio-ne, ma ha saputo trovare un certo sviluppo di marketing sfruttando le sue variabili costruttive e gli elementi che era possibile modi-ficare di sé stessa

il packaging

La confezione della lampadina ha sempre avuto alcune componenti

progettuali standard che si sono perpetuate fino ad i giorni nostri, restando costanti nel tempo La confezione tipica è un astuc-cio in cartoncino (di dimensione adeguata a quella del prodotto che contiene) stampato, realiz-zato tramite fustellatrice indu-striale, che avvolge la lampadina fornendole un’esigua protezione Le variazioni solitamente inclu-dono fori (frontali o alle volte la-terali) che permettono di vedere il prodotto, siano essi al vivo o provvisti di copertura in plastica trasparente; ovviamente anche la grafica applicata alla confezio-ne è differenziabile La forma e le dimensioni degli astucci in cartoncino variano a

seconda della dimensione e della forma degli oggetti che conten-gono, talvolta assumono forme geometriche più sinuose rispetto ai classici parallelepipedi, ma la sostanza non cambia La particolarità delle confezioni delle lampadine è che non pro-teggono adeguatamente l’ogget-to, pur avvolgendolo; la confe-zione in cartoncino infatti non è adeguata a proteggere il prodot-to da urti e compressioni, nono-stante questo sia molto fragile Alcune variabili nella creazione delle confezione riguarda casi più creativi dove, la forma della lampadina o alcune sue partico-lari caratteristiche, hanno fatto si che il packaging venisse re-

Page 46: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

46

alizzato in materiali più rigidi e protettivi

pubblicità ieri

Le correnti artistiche hanno in-fluenzato molto le rappresen-tazioni grafiche in ogni epoca storica; la nascita della lampa-dina, durante il periodo dell’in-dustrializzazione coincideva con lo sviluppo della grafica dei pri-mi manifesti Stampe semplici e composizioni di elementi su sfondi pieni di colore o monocro-matici, sono le prime pubblicità

stampate delle lampadine che è possibile recuperare; esse pub-blicizzavano l’oggetto in quan-to tale e nominavano sempre la marca, in un cliché comunicativo proprio delle prime pubblicità Alcuni esempi, soprattutto quello della AEG (grafica curata da Pe-ter Behrens), sono delle vere e proprie icone

pubblicità oggi

Nella pubblicità stampata o negli spot televisivi, la lampadina viene raramente rappresentata come soggetto della comunicazione, ma quasi sempre utilizzata come elemento iconico; molte delle campagne stampa attuali che rappresentano l’oggetto in que-stione, ne sfruttano infatti la sua connotazione a fini comunicativi e il fatto che essa sia un simbolo universalmente riconosciuto che richiama alla mente di ciascuno alcuni precisi significati Non mancano infatti esempi di come l’iconografia della lam-padina ad incandescenza viene sfruttata per evidenziare tema-tiche ecologiche (nel caso degli spot video, questa connotazione è molto frequente); a seconda

del contesto può infatti significa-re spreco energetico oppure at-tenzione al risparmio della stes-sa elettricità La simbologia dell’oggetto è quindi molto più forte oggi, della sua funzione stessa

Page 47: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

47

Page 48: The Bulb - la lampadina ad incandescenza
Page 49: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

49

• CAPORALI Renato, LAURO Michele (a cura di), Invenzioni e scoperte dalle origini ai nostri giorni, , Firenze-Milano, Giunti editore, 2001

• CODELUPPI Vanni, Manuale di sociologia dei consumi, Roma, Carocci, 2005 • DARDI Domitilla, Il design in 100 oggetti, Milano, Hoelpy Editore, 2008 • FIGUIER Louis, Le nuove conquiste della scienza narrate e descritte da Luigi Figuieri, Milano, Son-

zogno, 1884 • FORCOLINI Gianni, Lighting Lampade, apparecchi, impianti Progettazione per ambienti interni,

Milano, Hoelpy Editore, 2004 • TOSCANO Mario, Introduzione alla sociologia, Milano, Franco Angeli, 2006 • WEISS Richard J , Breve storia della luce: arte e scienza dal Rinascimento a oggi, Bari, Edizioni

Dedalo, 2005

• BOAGA Giovanni, Sitografia in «Storie di scienza», <http://giovanniboaga blogspot com/2011/02/la-lampada-incandescenza html>, [25 02 2011]

• CONSANI Sergio, sitografia in «La Porta del Tirreno», <http://www laportadeltirreno it/icms/opencms/LaPortaDelTirreno/sito-LaPortaDelTirreno/Contenuti/Temi/Scienza-e-tecnologia/visua-lizza_asset html?id=4052&pagename=50>, [s a ]

• LIGHTING, Sitografia in «Lighiting website», <http://www lightingwebsite it/info_tecniche/ap1_sto-ria_sorgenti_luce htm#top_page>, [24 06 2004]

• NEXTVILLE, Sitografia in «Lampade ad incandescenza», <http://www nextville it/index/18>, s.a. • SECCHI Simone, Sitografia in «Dispense di illuminotecnica artificiale», <http://www taed unifi it/

fisica_tecnica/dispense/luce_art pdf>, [s a ]

bibliografia esitografia

Page 50: The Bulb - la lampadina ad incandescenza

Amedeo BAZZANI, Silvia BIOLO, Ivan MANARA, Nicola MONTAGUTI, Marco PROVOLO

Page 51: The Bulb - la lampadina ad incandescenza