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Ufficio comunicazione istituzionale PIeTro CANoNICA ITALIANI che hanno fatto l’Italia

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Page 1: Ufficio comunicazione istituzionale ITALIANI...Stampato presso la Tipografia Monocromo Grafica di Roma. Finito di stampare nel mese di maggio 2011. La presente pubblicazione è edita

Ufficio comunicazione istituzionale

PIeTro CANoNICA

ITALIANIche hanno fatto l’Italia

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A cura dell’Ufficio comunicazione istituzionale del Senato della Repubblica. © 2011 Senato della RepubblicaStampato presso la Tipografia Monocromo Grafica di Roma.Finito di stampare nel mese di maggio 2011.

La presente pubblicazione è edita dal Senato della Repubblica. Non èdestinata alla vendita ed è utilizzata solo per scopi di comunicazioneistituzionale.

Questo fascicolo è stato prodotto con carta riciclata 100% concertificazione FSC, utilizzando inchiostri a base vegetale.

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Nell'ambito delle manifestazioni per i 150 anni del-

l'unità d'Italia l’Ufficio comunicazione istituzionale del

Senato ha ideato il progetto “Italiani che hanno fatto

l'Italia".

L'iniziativa ha l'obiettivo di far conoscere alle

nuove generazioni importanti personalità del nostro

Paese protagoniste dei lavori dell'Aula di Palazzo

Madama.

Le personalità sono state scelte tra quelle che hanno

ricoperto il ruolo di senatori a vita o di Presidenti del

Senato e fanno riferimento oltre che al mondo della

politica, anche a quelli della cultura, dello spettacolo e

delle attività produttive.

A questi senatori sono stati dedicati appositi fasci-

coli e incontri a cui partecipano le scuole secondarie di

II grado che visitano il Senato.

ITALIANI Che hANNo fATTo L’ITALIA

PIeTro CANoNICAPer ricordare la figura del senatore Canonica questa

pubblicazione contiene l’annuncio e la convalida dellanomina a senatore a vita (sedute del 1° dicembre 1950 e1° febbraio 1951 - I legislatura), gli interventi in Aulasui disegni di legge Conservazione delle aree verdi urba-ne a presidio della igiene e della salute pubblica e Prov-videnze a favore del comune di Roma (15 novembre 1951- I legislatura- e 5 febbraio 1953 - II legislatura). Sonoinoltre riportati la relazione del disegno di legge Istitu-zione di un Ente per il restauro e la valorizzazione delleville Venete (II legislatura), il saluto del Presidente prov-visorio (12 giugno 1958 - III legislatura) e la commemo-razione (9 giugno 1959 - III legislatura). Il fascicolo sichiude con la terza pagina del quotidiano La Stampa,dedicata alla scomparsa di Canonica (9 giugno 1959).

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(...) da questa stessa Roma l'antico Senato della

Repubblica dettò savie leggi al mondo e rifulse di glo-

ria per la dedizione alla Patria. Noi siamo i lontani

eredi di così grande passato; rendiamocene degni!

Io sono certo che, pur nelle divergenze di opinioni,

tutti saremo uniti in un solo pensiero: la grandezza

della Patria, il benessere del popolo italiano, l'eleva-

zione spirituale della nostra gioventù che ha vissuto

trenta anni di atroci guerre e dolori.

Eleviamo lo spirito dei giovani alla gioia della

vita, alla bellezza, alla grandezza insuperata del

nostro passato!

Saluto del Presidente provvisorio (Aula di Palazzo Madama, 12 giugno 1958)

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NoTe BIoGrAfIChe

Pietro Canonica nacque a Moncalieri il 1°marzo 1869. Si dedicò da giovane agli studi artistici efrequentò l'Accademia Albertina. All'etàdi 17 anni espose al Circolo degli artistidi Torino ottenendo la sua prima affer-mazione. La sua fama arrivò anche all’estero eottenne numerosi riconoscimenti in sedenazionale ed internazionale.

I suoi monumenti, i suoi ritratti si ritrovano in ogni parte delmondo. Fu docente di scultura all'Accademia di Venezia e all'Istitu-to di belle arti in Roma, di cui fu anche presidente. Nel 1892-93 fu membro della Commissione reale per ilmonumento la Vittorio Emanuele II in Roma. Fece parte del Consiglio superiore delle belle arti dal 1909 al1914. Dopo la prima guerra mondiale si dedicò in particolare allegrandi composizioni monumentali. I suoi monumenti, dedi-cati alla memoria dei soldati caduti nella grande guerra, sitrovano in molte piazze italiane.Nel 1929 fu nominato Accademico d'Italia. Fu anche mem-bro benemerito dell'Accademia di S. Luca.Oltre che alla scultura si dedicò anche alla musica.Nel 1950 fu nominato dal Presidente della Repubblica LuigiEinaudi senatore a vita.Nel 1922 si stabilì a Roma dove morì l’8 giugno 1959.

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Annunzio della nominadi senatori a vita.

PRESIDENTE. Comunico alSenato che il Presidente delConsiglio dei Ministri hatrasmesso, con lettera indata odierna, i decreti con iquali il Presidente dellaRepubblica, avvalendosidella facoltà di cui all'arti-colo 59 della Costituzione,

ha nominato a vita senato-ri della Repubblica il signorPietro Canonica, il profes-sore Gaetano De Sanctis, ilprofessore Pasquale Jan-naccone e il signor CarloAlberto Salustri, in arte Tri-lussa, per avere illustrato laPatria con altissimi meriti,rispettivamente nel campoartistico, scientifico e lette-rario. (Vivissimi applausi).

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Prego il senatore segretariodi dar lettura dei decreti dinomina.

BORROMEO, Segretario:

IL PRESIDENTE DELLAREPUBBLICA Visto l'articolo 59 dellaCostituzione NOMINA: PIETRO CANONICA a vitasenatore della Repubblicaper avere illustrato la Patriacon altissimi meriti nelcampo artistico. Dato a Roma, addì 1°dicembre 1950.

LUIGI EINAUDI DE GASPERI.

IL PRESIDENTE DELLAREPUBBLICA Visto l'articolo 59 dellaCostituzione NOMINA: il prof. GAETANO DE SAN-CTIS a vita senatore dellaRepubblica per avere illu-strato la Patria con altissimimeriti nel campo scientifi-co.

Dato a Roma, addì 1°dicembre 1950.

LUIGI EINAUDI DE GASPERI.

IL PRESIDENTE DELLAREPUBBLICA Visto l'articolo 59 dellaCostituzione NOMINA: il prof. PASQUALE JAN-NACCONE a vita senatoredella Repubblica per avereillustrato la Patria conaltissimi meriti nel camposcientifico. Dato a Roma, addì 1°dicembre 1950.

LUIGI EINAUDI DE GASPERI.

IL PRESIDENTE DELLAREPUBBLICA Visto l'articolo 59 dellaCostituzione NOMINA: CARLO ALBERTO SALU-STRI a vita senatore dellaRepubblica per avere illu-strato la Patria con altissimimeriti nel campo letterarioed artistico.

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Dato a Roma, addì 1°dicembre 1950.

LUIGI EINAUDI DE GASPERI.

PRESIDENTE. Questi decre-ti saranno trasmessi alla

Giunta delle elezioni anorma dell'articolo 7, lette-ra b), del Regolamento delSenato.

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Comunicazioni dellaGiunta delle elezioni.

PRESIDENTE. Comunicoche la Giunta delle elezioni,nella seduta di ieri — anorma della deliberazioneadottata dall'Assembleanella seduta pomeridianadell'8 maggio 1948 e del-l'articolo 7, lettera b), delRegolamento del Senato —ha verificato la sussistenzanei signori Pietro Canonica,Gaetano De Santis ePasquale Jannaccone deltitolo per ciascuno di essi

indicato nei decreti presi-denziali, in data 1° dicem-bre 1950, di nomina asenatore a vita, ai sensi delsecondo comma dell'artico-lo 59 della Costituzione, e ilconcorso degli altri requisi-ti di legge e ha dichiaratovalide le nomine stesse. Do atto alla Giunta di que-sta sua comunicazione e,salvo casi di incompatibili-tà preesistenti e non cono-sciuti sino a questomomento, dichiaro conva-lidate queste nomine.

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Discussione del disegnodi legge di iniziativadei senatori Pieraccinied altri:«Conservazione dellearee verdi urbane apresidio della igiene edella salute pubblica»(1161).

PRESIDENTE. È inscritto aparlare il senatore Canoni-ca. Ne ha facoltà.

CANONICA. Credo chetutta questa discussionesarebbe più facilmenterisolvibile se ci si limitassea chiedere che la legge giàesistente venisse integral-mente applicata. Ho fatto

parte del Consiglio superio-re per molti anni quando vierano uomini come Corra-do Ricci ed il Colasanti :abbiamo fatto cessare l'ab-battimento di piante dellavilla Taverna — mi limito acitare poche cose che primemi occorrono alla menteper non dilungarmi —nonostante forti resistenze;a Torino non abbiamolasciato distruggere un pic-colo giardino all'angolo divia Carlo Alberto con corsoVittorio Emanuele perchéaveva un faggio rosso dirara bellezza, e ne era pro-prietario Teofìlo Rossi, allo-ra Sindaco della città;siamo usciti vittoriosi in

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centinaia di interventi; aVenezia obbligammo i pro-prietari di certi edifici a tin-teggiare perfino dei tettiperché si uniformassero alcolore degli altri e non fos-sero in disarmonia con laestetica della città. Ma poila legge è stata dimenticata.Sotto il fascismo, il Cola-santi fu allontanato mala-mente; la situazione è poiandata sempre peggiorandoe nessuno ha più avutol'energia di far rispettare lalegge. Si è lasciato fabbri-care dappertutto e come siè voluto. Anche ultima-mente so che la Sovrinten-denza dei monumenti aVenezia si era mostratacontraria nel modo piùreciso a che fosse costruitoquell'orribile pezzo dicemento che è il Bauer eparere sfavorevole avevadato per il Danieli; ma ciònonostante sono staticostruiti, perché al momen-to opportuno nessuno hasaputo opporsi validamen-te. Non vi è dunque da pro-

mulgare nuove leggi, per-ché quella del 26 maggio1922 esistente è più chesufficiente, e ne ho dato iltesto al collega Pieracciniperché se lo studi. Non v'èche da applicarla tal qualeesiste. Ma ci vogliono gliuomini che la sappiano farrispettare, ci vogliono arti-sti che abbiano amore per ilbello e per la tradizione;ma quando si dipingonopaesaggi che il Padreternomai si è sognato di fare,quando si modellano dellepseudo figure che non sonoche degli orrori e che alte-rano le leggi della anato-mia e del gusto, non si puòavere lo spirito necessarioper curare e rispettare ilpaesaggio; e l'Italia non èun Paese che possa permet-tersi il lusso di deturpare lelinee della sua fisionomiache è tra le più belle cheDio abbia creato e gliuomini abbiano costruito. Enon si ha il diritto di rovi-narle perché si tratta delnostro più ricco patrimonio

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comune e di una ricchezzache si perde per sempre. Ilturista viene per goderequeste bellezze e non pervedere la selva di cubiignobili e sgradevoli chesono stati costruiti, peresempio, ai Parioli. E cosìper San Remo, così perVenezia, per Milano, perNapoli, per Torino, dove unSindaco comunista ha puravuto il civile coraggio difar demolire due piani di unedificio che rovinava scan-

dalosamente il volto dellasua città. Se così è, perchédiscutere per promulgaredelle leggi quando già que-ste esistono? Sono gliuomini che sono ad esseimpari. E se gli uomini aiquali spetta il compito difarle rispettare non sanno enon vogliono farlo, manda-teli via e mettete al loroposto della gente che sap-pia il fatto suo. E la leggedarà i suoi frutti. (Viviapplausi).

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Discussione eapprovazione deldisegno di legge:«Provvidenze a favoredel comune di roma»(2278).

PRESIDENTE. È iscritto aparlare il senatore Canoni-ca. Ne ha facoltà.

CANONICA. Roma è città ditale importanza storica e ditale bellezza che ha solobisogno di veder miglioratala propria viabilità senzaessere ingigantita come èavvenuto in poco tempo. Ilpericolo sta soprattutto nelmodo come si fanno questi

rimaneggiamenti perchédelle vie, che sembranobrutte, sono fiancheggiateda palazzotti di importanzastorica e artistica straordi-naria, costruzioni pertantoche bisogna rispettare. Nel-l'epoca fascista ho vistotener poco conto di questo:sono state fatte delle cosebuone ma anche delle catti-ve e si è perfino parlato untempo di trasportare la fon-tana vicina al Grand Hotelin altro luogo per allargaredi più la via. Lì esisteva unpalazzotto di grande bellez-za che è scomparso, mentreavrebbe dovuto essererispettato. La strada non

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era così grande ma era abba-stanza grande per il passag-gio dei veicoli. Roma non èuna città comune, ma unicaal mondo che dev'essererispettata, di cui non si devecambiare il carattere. Pensa-te, ad esempio, alle costru-zioni che sono state fatte aiParioli, che sono venute susenza alcuna cura per il pae-saggio di questa città, a cuiDio ha dato tutto quantoc'era di più bello in natura.Io ho visto molte città, com-presa Costantinopoli, che hauna dislocazione presso apoco come Roma, con settecolli; ma quanto a bellezzaestetica io credo che non visia nessuna città che possaessere paragonata a Roma.Ai Parioli, ad esempio, ognipreoccupazione estetica èstata scartata, e non è veroche non si possa fare dell'ar-chitettura moderna rispet-

tando il paesaggio: bastasaper piazzare le case comedevono essere messe, bastaevitare di fare le solite scato-le, che sono un orrore avedersi. Che ciò si faccia incentri commerciali, dove esi-stono industrie e masse dioperai da collocare, è giusti-ficabile; ma non è ammissi-bile in un centro comeRoma, capitale e centro delmondo, come bellezza ecome antichità. Io credo chequesto problema debba esse-re meglio affrontato e leCommissioni ad esso prepo-ste non siano composte digente interessata, ma invecedi persone che abbianoamore per la città, per ilbello e che siano preoccupa-te di conservare le bellezzelà dove possono esserci.Questo soprattutto io racco-mando. (Vivi applausi).

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ONOREVOLI SENATORI. -Le allarmanti condizioni diconservazione del grandio-so complesso costituitodalle monumentali villevenete hanno richiamato inquesti ultimi tempi l'atten-zione della opinione pub-blica italiana e stranierasulla improrogabile neces-sità di un immediato, deci-sivo intervento inteso adarrestare l'opera devastatri-ce del tempo e dell'incuriaumana, onde ridurre, nei

limiti del possibile, all'anti-co splendore quei mirabilicapolavori d'arte, chesarebbe gravissimo, imper-donabile errore condannaread un'immancabile e totalerovina. La gravità e la vastità delproblema da risolvereimpongono la più ampia escrupolosa valutazionedegli elementi che lo costi-tuiscono, i quali possonopuntualizzarsi, da un latonella assoluta necessità di

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intervenire per salvaremolte centinaia di insignimonumenti, e dall'altronella soluzione delle que-stioni attinenti all'imposi-zione e alla ripartizione delrelativo onere finanziario.L'applicazione, al presentespecialissimo caso, dellalegislazione vigente inmateria la quale fa obbligoal proprietario di sopporta-re per intero il peso quasisempre ingente del consoli-damento e restauro delmonumento - non può evi-dentemente essere invoca-ta, perché una attuazioneindiscriminata di questedisposizioni avrebbe inmolti casi come conseguen-za un depauperamento, senon addirittura una spolia-zione, che la collettivitànon può avere il diritto dipretendere. D'altro canto nelle attualicontingenze non puòrichiedersi che lo Statoassuma a suo totale caricouna spesa complessiva cosìrilevante, ed è sembrato

pertanto che fosse migliorpartito trovare un punto diincontro il quale compor-tasse una equa ripartizionedell'onere tra il proprietarioe la collettività, in modoche il concorso del pubbli-co denaro intervenga lad-dove il sacrificio del patri-monio privato assumerebbeforme tanto gravi da ripu-gnare alla coscienza socia-le. L'unito disegno di leggeprevede l'istituzione di unospeciale Ente per il restauroe la valorizzazione delleville venete il quale chiamainnanzi tutto a collaborarecon lo Stato le Amministra-zioni e gli Enti locali, affi-dando ad essi mansioni dipreminenza, sia per unaragione di funzionalità,derivante dalla miglioreconoscenza e valutazionedelle circostanze ambienta-li, sia, ed ancor più, perfavorire un decentramentodi attribuzioni dal qualel’Amministrazione centralesi ripromette un più sentito

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interessamento, da partedel cittadino, per la conser-vazione e la valorizzazionedei monumenti. La parte più importante delprovvedimento riguarda(articolo 20 e seguenti) ilcomplesso degli oneri chela legge pone a carico deiproprietari, i quali sonostati discriminati in ragionedel reddito goduto; così,per i proprietari il cui red-dito si presume elevatoresta fermo l'obbligo, san-cito dalla legislazionevigente, di sopportare perintero il peso derivantedalla esecuzione delle operedi consolidamento e restau-ro, concedendosi tuttaviaqualche facilitazione dipagamento col vantaggiodi un modesto tasso di inte-resse; per i proprietari areddito medio (tra uno equattro milioni) è previstala ratizzazione del debitocon l'abbuono degli inte-ressi; per i proprietari areddito basso è prevista,inoltre, una congrua ridu-

zione del debito. Si può ritenere che in talmodo l'esigenza di mante-nere a carico del privatocittadino l’onere derivante-gli dalla proprietà di unedificio monumentale - esi-genza ormai da tempo con-sacrata in principio di dirit-to nel nostro ordinamentogiuridico - viene opportu-namente conciliata con lanecessità di non incidereoltre misura nella sua con-sistenza patrimoniale, spe-cialmente in quei casi incui l'esiguità del redditonon consentirebbe ladistrazione di fondi chenon possono non esseredestinati alla soddisfazionedei bisogni fondamentali. L'articolo 25 reca unanorma di carattere eccezio-nale la quale sancisce lanullità degli atti di aliena-zione compiuti in frode allalegge. La sussistenza di talenorma non dovrebbe, inlinea di principio, essermessa in discussione, chealtrimenti sarebbe troppo

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facile frustrare gli scopi percui l'Ente viene costituito;d'altro canto si è posta lapiù scrupolosa attenzionenel formulare la disposizio-ne in modo che la sanzioneagisca soltanto nei casi incui, per un complesso dicircostanze obiettive inop-pugnabili, risulti con asso-luta evidenza la collusionedelle parti intesa ad eluderegli obblighi che formano loscopo sostanziale del prov-vedimento in esame. L'articolo 28, infine, preve-de la concessione di alcuneagevolazioni tributarie,sulla necessità delle qualigiova, se pur sommaria-mente, insistere. Non si disconosce la fonda-tezza delle molte ragioniche consigliano la elimina-zione o la riduzione alminimo delle esenzioni tri-butarie, ma, nella presentecircostanza, più validiancora sono i motivi chesuggeriscono, e quasiimpongono la concessionedi queste provvidenze,

onde realizzare una giustacompensazione con i pesi,spesso gravissimi, che lalegge impone al singolo peril solo fatto che la colletti-vità vanta dei diritti dinatura pubblica sui suoibeni.È vero che in teoria potreb-be provvedersi mediante laerogazione di contributispeciali di entità pariall'ammontare delle richie-ste agevolazioni, salva-guardando in tal modo leesigenze di semplicità e diorganicità del sistema tri-butario; ma non è chi non·veda come in pratica l'ado-zione di un tale sistemaincontrerebbe difficoltàinsormontabili, date dalvolume ingentissimo di talicontributi e, in ogni caso,dalla inutile complessitàdei servizi occorrenti per lasua attuazione.Deve aggiungersi che lacollettività ha interesse ache la proprietà dei monu-menti passi nelle mani dicoloro che dispongono di

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un reddito eccedente laquota necessaria alla soddi-sfazione dei bisogni nor-mali, affinché gli obblighiposti dalla legge a lorocarico incidano il menopossibile nella sfera delleprivate economie: si ritiene

pertanto del tutto giustifi-cata la disposizione di cuial secondo comma dell'arti-colo 28 la quale, per i tra-sferimenti in questione,prevede l'applicazione del-l'imposta fissa di registro.

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Saluto del Presidenteprovvisorio

PRESIDENTE. Onorevolisenatori, nel porgere a voiil mio deferente saluto edaugurio di fecondo lavoro,desidero rivolgere un pen-siero affettuoso a quei col-leghi che per vicende elet-torali non sono stati rielet-ti, ma, che portarono conzelante amore un proficuo

contributo, per il bened'Italia, nella passata legi-slatura. Il mio riverentepensiero va pure ai senato-ri che la morte ha rapitoalla Nazione e all'affettodelle loro famiglie.Onorevoli colleghi, da que-sta stessa Roma l'anticoSenato della Repubblicadettò savie leggi al mondoe rifulse di gloria per ladedizione alla Patria. Noi

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siamo i lontani eredi di cosìgrande passato; rendiamo-cene degni!Io sono certo che, pur nelledivergenze di opinioni,tutti saremo uniti in unsolo pensiero: la grandezzadella Patria, il benessere delpopolo italiano, l'elevazio-ne spirituale della nostra

gioventù che ha vissutotrenta anni di atroci guerree dolori. Eleviamo lo spirito dei gio-vani alla gioia della vita,alla bellezza, alla grandez-za insuperata del nostropassato! (Vivissimi, genera-li applausi).

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Commemorazione delsenatore PietroCanonica

PRESIDENTE. (Si leva inpiedi e con lui tutta l'As-semblea).Onorevoli colleghi, il sena-tore Pietro Canonica si èspento ieri in una clinica diRoma: la malattia che locolpì poche settimane fa haavuto ragione della sua

fibra eccezionaIe, nondoma dal peso degli anni.Sono appena passati tremesi dal giorno in cui conuna solenne cerimonia -svoltasi alla presenza delPresidente della Repubbli-ca, degli ex Presidenti DeNicola ed Einaudi e dellealte autorità dello Stato - ilSenato celebrò i 90 anni diPietro Canonica, esaltando-ne l'opera di scultore e di

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musicista e le sue eminentivirtù civili e morali. I rico-noscimenti ufficiali a luitributati in quell'occasione,le nobili parole pronuncia-te, il calore degli affetti,sono più che mai attuali inquest'ora dolorosa e cidanno il singolare confortodi poter serbare del venera-to collega un'immaginevivida e serena, illuminatadalla sincera gioia che locommosse in quella memo-rabile giornata. Pietro Canonica nacque aMoncalieri il l° marzo del1869. Avviato agli studiartistici, fu allievo delTabacchi e del Gambaall'Accademia Albertina.All'età di 17 anni espose alCircolo degli artisti di Tori-no la statua in bronzo«Dopo il voto», ottenendola sua prima affermazione.La scultura fu premiata edacquistata dal Museo civicodi Torino e due anni piùtardi esposta a Parigi convivo successo. Dopo quelprimo felice inizio della sua

attività artistica, l'Operadello scultore Canonicanon conosce soste e benpresto valica i confini dellaPatria. I premi e i più ambi-ti riconoscimenti in sedenazionale ed internaziona-le, ottenuti nelle grandiesposizioni nel corso ditanti decenni, ne sottoli-neano l'inesauribile fecon-dità. I suoi monumenti, isuoi ritratti sono sparsi inogni parte del mondo. Daigruppi equestri di Lenin-grado, di Andorra, di Bag-dad ai monumenti diCostantinopoli, di BuenosAires; dal gruppo marmo-reo del Vittoriano in Romae dal «Muletto» dedicatoagli alpini in Villa Borghe-se in Roma, ai monumentiai pontefici e ai santi in S.Pietro, alle nuove porte diMontecassino; dai monu-menti a Thaon di Revel e aVittorio Emanuele Orlandonella chiesa di S. Mariadegli Angeli, ai busti diGiolitti e di Marconi. Fu docente di scultura

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all'Accademia di Venezia eall'Istituto di belle arti inRoma, di cui fu anche pre-sidente. Nel 1892-93 fumembro della Commissionereale per il monumento laVittorio Emanuele II inRoma. Fece parte del Con-siglio superiore delle bellearti dal 1909 al 1914. Nel1929 fu nominato Accade-mico d'Italia. Era anchemembro benemerito del-l'Accademia di S. Luca, chepochi mesi fa gli ha tribu-tato solenni festeggiamenti.Insieme alla sua attività discultore, per quella singola-re apertura intellettuale espirituale che caratterizzale facoltà creatrici di ungrande artista, Pietro Cano-nica aveva trovato nellamusica un altro non dissi-mile linguaggio con cuiesprimere la pienezza deisuoi sentimenti e delle sueintuizioni.La «Sposa di Corinto» del1917, la «Miranda» del1929, l'«Enrico di Mirval»del 1939, la «Medea» del

1953, alle quali si aggiungeil «Canto di dolore per l'Ita-lia mia», composto nell'in-verno del 1953 dopo lasciagura del Polesine, sonole luminose tappe dell'atti-vità di Canonica comecompositore.La morte lo coglie cheaveva appena ultimatoun'altra composizione alta-mente significativa, «Lasacra terra», e mentreattendeva al monumento aPaisiello, destinato allacittà di Taranto.Il tratto distintivo dell'artedi Pietro Canonica comescultore e come musicista èriposto nella mirabile capa-cità di esprimere con limpi-dezza di linguaggio tanto isentimenti umani legati aimomenti di gioia e di dolo-re che si alternano nel fati-coso procedere della nostravita interiore, quanto laforza dei concetti che sca-turiscono dalle vicendeeroiche e solenni della tra-vagliata epopea dei popolie dei loro reggitori.

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Pietro Canonica è statoinsieme un classico e unromantico nel senso piùpittorico delle due catego-rie: è stato un uomo che, inun mondo turbato da unintrecciarsi alle volte mor-boso di problematiche edallo scontro spesso vio-lento di teorie estetiche e diideologie, è rimasto fedelealla sua originaria ispira-zione ed ha servito conpurezza di spirito, con pro-fondità di convinzione econ ammirevole coerenzadi attività quei valori uni-versali della vita umanache nessun artificio più omeno intellettuale può sot-trarre alle prepotenti esi-genze del nostro animo.Per questo il Maestro scom-parso, con il vigore dellasua lunga vita operosa, hasaputo dire al mondo deicolti e dei semplici unaparola edificante e, quelche più conta, altamentepositiva.Ma il ricordo di Canonicanon sarebbe completo se

dimenticassimo la suanobilissima figura di citta-dino amante della suaPatria e profondamenteconsapevole delle proprieresponsabilità.Il collega Zoli, nella ceri-monia celebrativa delnovantennio, ha ricordatol'attività svolta nella pri-mavera del 1943 da PietroCanonica, oppositore delladittatura fascista, per unapace separata con l'Inghil-terra ed ha giustamentemesso in rilievo che “pochevirtù sono così grandi comel'ingenuità di chi ama ilproprio Paese e crede nelbene ed ha viva la speranzae la volontà del bene".Amore di Patria e senso diattaccamento al dovere chehanno trovato la più recen-te espressione nell'attivitàparlamentare del collegascomparso. Nominato senatore a vita il10 dicembre 1950, per“aver illustrato la Patria peraltissimi meriti nel campoartistico", Pietro Canonica

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non ha considerato ilnuovo incarico soltantocome un riconoscimento,per quanto ambito, tributa-togli dalla Nazione, mapiuttosto come un doverenuovo da compiere, comeun nuovo, più vasto campod'azione offerto alla suainesauribile vitalità. Fumembro della Commissioneistruzione durante la primae la seconda legislatura e,da ultimo, della Commis-sione Presidenza del Consi-glio e interni e partecipò atutte le sedute di maggioreimportanza, intervenendopiù volte su problemi chepiù da vicino toccavano lasua sensibilità di artista.Tra i discorsi da lui pro-nunciati in questa Aula,ricordiamo quelli sui dise-gni di legge sulle aree verdiurbane e sulle provvidenzeper Roma. Tra le propostedi legge da lui presentate,quella per l'istituzione diun ente per il restauro e lavalorizzazione delle villevenete e per l'aumento del

contributo statale per l'Isti-tuto di studi romani. Per il Senato, egli fu assaipiù che un illustre e vene-rato collega; fu un Maestrodi vita, e questo ci rendeparticolarmente orgogliosie grati di averlo avuto tranoi. Noi tutti abbiamoancor vivo nel cuore l'ecodelle nobili parole con lequali egli, il 12 giugnodello scorso anno, sedendosul seggio presidenzialecome decano dell'Assem-blea, concludeva il discorsoinaugurale: “Onorevoli col-leghi, da questa stessaRoma l'antico Senato dellaRepubblica dettò varieleggi al mondo e rifulse digloria per la dedizione allaPatria. Noi siamo i lontanieredi di così grande passa-to; rendiamocene degni! Iosono certo che, pur nelledivergenze di opinioni,tutti saremo uniti in unsolo pensiero: la grandezzadella Patria, il benessere delpopolo italiano, l'elevazio-ne spirituale della nostra

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gioventù, che ha vissutotrent'anni di atroci guerre edolori. Eleviamo lo spiritodei giovani, alla gioia dellavita, alla bellezza, allagrandezza insuperata delnostro passato!". Onorevolicolleghi, nel momento incui questo grande italianopassa alla storia, avvertia-mo nella nostra Aula il sen-timento di commozionedelle ore solenni: il doloredel Senato si fonde con ilcordoglio della Nazione edi tutto il mondo, della cul-tura e dell'arte. Ma proprioin quest'ora e da quest'Au-la, nella luminosa realtàdella sua opera perenne,più alto e più significativosi leva il suo messaggio, nelquale è riposta, per la pre-sente e per le future gene-razioni, una promessa disperanza.

MEDICI, Ministro dellapubblica istruzione.Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facol-

tà.

MEDICI, Ministro dellapubblica istruzione. SignorPresidente, il Governo siassocia alle nobili paroleche ella ha saputo pronun-ciare in morte di PietroCanonica, una delle perso-nalità artistiche italiane piùnote nel mondo. Con la sua morte si è venu-ti a troncare il lungo etenace filo di una vita quasifavolosa per dedizioneall'arte, alla cultura; per ilgrande amore al lavorocreativo di bellezza. Nelmarzo scorso il senatoreCanonica aveva accolto inpiedi, nella sua casacca dascultore, accanto alla popo-lazione incredibilmentefolta delle sue statue,l'omaggio del Governo edel Paese per il compimen-to dei suoi 90 anni. Anchein quell'occasione i colleghisenatori, gli amici e gliammiratori avevano con-statato l'eccezionale suachiarezza di spirito, la sua

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indomabile vitalità. Nato nel 1869, rimastosubito orfano, riuscì, anco-ra ragazzo, superando conl'entusiasmo innato leprime, gravi difficoltà, adiscriversi all'AccademiaAlbertina e poi ad entrarenello Studio di quell’Edoar-do Tabacchi che avevasostituito il grande Vincen-zo Vela. La formazione delCanonica, parallela all'artedel Calandra e del Bistolfi,è più legata alla ricercaveristica e tuttavia lontanadagli effetti di pittoricismoche invece si andavano dif-fondendo nell'ambientedella «scapigliatura» mila-nese e nell'ultimo romanti-cismo piemontese. La suaarte ci rivela, con le suedoti singolari di modellato-re sempre insoddisfatto,attento e raffinato, con laspontanea qualità del suogusto sensibile alla formaaristocratica, uno dei piùcelebrati e ricercati inter-preti di quell'amore allavita e alla sua raffigurazio-

ne plastica così diffusi finoalla vigilia della primaguerra mondiale. Fuappunto questa sua dote diritrattista a renderlo parti-colarmente gradito, edovunque egli portò, con laraffinatezza dell'arte, la suavasta cultura, l'inarrivabilespirito, la amabilità delconsumato conversatore. In ciò il Canonica conti-nuava la tradizione secola-re dell'artista italiano,ambasciatore di equilibrataumanità e di consapevoleciviltà, oltre che di straor-dinario virtuosismo tecni-co. Ma la personalità poliedricadel Maestro si manifestòanche nelle altre arti: nellapittura e soprattutto nellamusica, con alcune nobilicomposizioni. Ma non èsoltanto sotto questi aspettiche va giudicata l'arte diPietro Canonica. Il nostropensiero va oggi alla folladelle sue opere sparse per ilmondo: esse parlano, conl’immediato linguaggio

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della forma, tanto agli spi-riti raffinati quanto allemasse popolari, per le qualile immagini tradotte nelmarmo o nel bronzo sonotestimonianza di umanalealtà. Ed è anche per que-

sta indomabile certezza cheCanonica ebbe nella felicerappresentazione artisticadegli ideali umani, che noirendiamo omaggio alla suamemoria.

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Pagina tre del quotidiano La Stampa del 9 giugno 1959.

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