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NI XXIII-20090- O
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Anno 4 numero 2Anno 4 numero 2Anno 4 numero 2Anno 4 numero 2
Giugno 2011Giugno 2011Giugno 2011Giugno 2011
NEWS DA INFANZIA E PRIMARIA
2222
PENSIERI & PARO-LE
3333
LEGALITÀ E DIRITTI 4444
L’ UNITÀ D’ITALIA 5555
INTERCULTURA 6/76/76/76/7
RUBRICA DELLO SVAGO
8888
SOMM@RIO
Lo scorso 4
maggio al
Teatro San
Marco di
Benevento ,
in un clima
di festa che
ha visto la
partecipazione di un migliaio di
studenti accompagnati da inse-
gnanti e genitori, si è svolta la
cer imonia di premiaz ione
dell’ottava edizione del Concorso
Nazionale di giornalismo, “Fare il Giornale nella scuola”,che ha
visto premiato il nostro periodico,
giunto al suo quarto anno di vita.
Sono state premiate circa sessanta
scuole con la consegna di un di-ploma ed una medaglia d’argento.
Prima della consegna dei premi ha
preso la parola il referente del
Concorso Giovanni Fuccio,che ha
ripercorso il complesso impegno
del gruppo di lavoro nel seleziona-
re i giornali vincenti tra gli oltre
ottocento pervenuti. Nel corso del
suo intervento Fuccio ha chiesto
una maggiore attenzione per i gio-vani impegnati a realizzare gior-nali nelle rispettive scuole "perché
la pratica del giornalismo scolasti-
co aiuta molto gli studenti a
capire il complesso mondo della
c o m u n i c a z i o n e e
dell’informazione che oggi - ha
sottolineato – contribuisce non
poco alla formazione delle gio-
vani generazioni". La manifesta-
zione di premiazione è avvenuta
in occasione di una ricorrenza
molto importante: la “Giornata internazionale della libertà di stampa” che ogni anno si cele-
bra in tutto il mondo proprio il 3
maggio e che fu istituita
dall’Assemblea generale delle
Nazioni Unite nel 1993. La spe-
ranza di docenti e studenti è che
anche in futuro si possa prose-
guire con queste attività cultu-rali che “valorizzano e rendono
visibili” i percorsi didattici e
formativi realizzati all’interno
del nostro Istituto. Si ringrazia-
no tutti quegli studenti che han-
no offerto e continuano ad offri-
re il loro contributo di idee, i
docenti che hanno collaborato,
la Dirigente e il Consiglio
d’Istituto che in questi anni han-
no sostenuto e continuano a
sostenere questo progetto.
“ALIGHIERI NEWS” PREMIATO AL CONCORSO NAZIONALE DI GIORNALISMO
GRANDE SUCCESSO
AL CONCORSO “MUSICA CITTA’ DI
TRADATE” Anche quest'anno un folto gruppo di alunni che frequentano l'indi-rizzo musicale nella nostra scuola seconda-ria è stato premiato al Concorso di Musica Città di Tradate per i Giovani, giunto alla 6^ edizione", La rassegna si è svolta lo scorso 18 maggio presso il Ca-stello Melzi-Pusterla di Tradate (VA).Questo ennesimo successo è stato raggiunto grazie all'impegno che i ragaz-zi hanno profuso nello studio dello strumento mus ica le duran te l’anno scolastico. Un r i n g r a z i a m e n t o “speciale” va anche ai loro “maestri” di stru-mento, che con profes-sionalità e intenso la-voro, hanno saputo infondere tanta pas-sione per la musica.
UN ANNO SCOLASTICO INTENSO, MA RICCO DI SODDISFAZIONI
Cari ragazze e ragazzi, bambine e bambini, rivolgo a voi e alle vostre famiglie il saluto ormai
tradizionale di fine anno scolastico. Vi attende l’estate, che vi auguro divertente, serena, rigene-
rante. Spero che portiate con voi un buon ricordo dei mesi trascorsi a scuola e che , tirando le
somme, il bilancio tra difficoltà e soddisfazioni, tra incomprensioni e buone relazioni sia positi-
vo. La scuola non è solo un percorso obbligato, è un’esperienza significativa per apprendere a
stare insieme e per misurare le proprie possibilità; vi mette alla prova per la vostra vita attuale e
pone le basi per la crescita personale verso il futuro. Seguendo giorno per giorno il vostro rappor-
to con la scuola, ho visto che non manca in molti di voi la serietà nell’impegno nello studio. Così
siete riusciti a diventare veri protagonisti di iniziative culturali e sportive di grande interesse, che
hanno evidenziato i vostri talenti e le vostre passioni. Dalla Scuola dell’ Infanzia, alla Primaria,
alla Secondaria, numerose sono state le attività intraprese dagli alunni, con visibilità anche
all’esterno, che hanno evidenziato la buona qualità degli apprendimenti. Mi auguro che il buon
esempio e le soddisfazioni dei compagni possano offrire un contributo alla maturazione anche di
coloro che vivono con la scuola un rapporto talora problematico, persuadendoli a superare atteg-
giamenti e interessi che li allontanano dall’ apprendimento. Non ho spazio per elencare tutti i
riconoscimenti che il vostro impegno ha meritato e per i quali siete stati apprezzati e anche ap-
plauditi, ma non posso non ricordarne almeno uno, che riguarda proprio il giornalino che acco-
glie questo mio messaggio di saluto: il premio che l’Ordine dei Giornalisti ha assegnato alla no-
stra redazione. Rinnovo l’apprezzamento per la qualità del lavoro svolto nei confronti di tutti co-
loro che si sono dedicati a questa iniziativa ormai pluriennale. Il giornalino scolastico è l’anima
di ogni istituto e mi auguro che sarete sempre voi, dai più piccoli ai più grandi ad animare il
nostro giornalino e il nostro istituto, con la vostra partecipazione alle proposte della scuola, con
il senso del dialogo tra pari e con gli adulti. Tra pochi giorni sarete liberi di trascorrere molte più
ore in libertà, utilizzate bene il vostro tempo, condividetelo con i vostri genitori, frequentate buo-
ni amici, con cui possiate costruire relazioni interpersonali di reciproco rispetto e di vera amici-
zia. Un saluto particolare va agli alunni delle classi terze della scuola secondaria, insieme
all’augurio sincero per il loro futuro scolastico e oltre.
Buona estate a tutti. Angela Tamburini
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IL NOTIZIARIO DELLA SANDRO PERTINI
L’estate sta arrivando ed è tempo di bilanci per tutte le figure educative, impegnate con i nostri bambini. Da settembre a giugno è stato un susseguirsi di esperienze e attività, che hanno contribuito alla crescita dei nostri piccoli. In questo lasso di tempo le conquiste a livello di competenze e di autonomia sono state notevoli e sicuramente nel cuore e nella mente delle insegnanti rimarranno i momenti più significativi del percorso di ogni singolo bambino e del gruppo. Le lacrime di alcuni bambini al momento del distacco dai genitori, le risate in compagnia, i rari momenti di silenzio, il rumore continuo delle attività con i giochi, le voci dei bambini che chiacchierano, l’entusiasmo nelle nuove scoperte, i raffred-dori dei mesi invernali, gli abbracci affettuosi…Riassumendo “UN ANNO INSIEME”.E in questo anno vissuto insieme i Progetti più significativi sono terminati con la festa nella
palestra, dove i bambini hanno intrattenuto i genitori dimostrando i loro risultati nel percorso di attività motoria, nel percorso di avvicinamento alla lingua inglese. Durante la festa i bambini dell’ultimo anno hanno ricevuto il diploma di passaggio alla Scuola Primaria . Ed è proprio con la scuola primaria che si è attuato, durante tutto l’anno, il Progetto Continuità “L’isola di Ariel”, che ha coinvolto le classi quarte e gli alunni di cinque anni della scuola dell’infanzia. Il percorso didattico si è svolto usando tecniche espressive e materiali di ogni genere, per realizzare disegni, collage, personaggi. Molti sono stati gli incontri tra i due ordini di scuola, i ragazzi più grandi hanno fatto da tutor ai cinquenni per produrre gli elaborati. Grande successo ha otte-nuto la mostra del materiale prodotto, che si è tenuta al Polifunzionale di Opera dal 21maggio al 26 maggio. Ora vi auguriamo una buona estate ci rivediamo a settembre per una nuova emozionante avventura… Le insegnanti della scuola dell’infanzia
LE QUATTRO STAGIONI … CON LINGUAGGI DIVERSI Le stagioni sono da sempre motivo ispiratore della produzione artistica, musicale e pittorica. I temi ricorrenti sono la mietitura, la vendemmia, le tempeste estive,le nevicate invernali, i toni caldi dell’autunno e quelli freddi dell’inverno, l’esplosione dei colori della primavera. Le insegnanti e gli alunni delle classi II A e B della scuola primaria “Sacco e Vanzetti” hanno portato avanti, nel corso dell’anno scola-stico, un progetto dal titolo “Le quattro stagioni … con linguaggi diversi”: è stato affrontato il suddetto tema proponendo la lettura dei sonetti descrittivi e del testo in prosa, l’ascolto e l’analisi musicale de “Le quattro stagioni” di A. Vivaldi, seguite dalla loro rappresentazione iconografica. Gli alunni sono stati affascinati dalla mu-sicalità dei versi letti e dalla capacità descrittiva della musica; l’averne drammatiz-
zato alcune parti (fruscio del vento, mormorio delle acque, viandanti infreddoliti, …) ha consentito loro di interiorizzare al me-glio gli argomenti trattati. La ricaduta didattica di questo progetto è stata molto significativa e produttiva. Le insegnanti credono molto nel valore di una proposta che si concretizza nella trasversalità e che porta verso una unitarietà del sapere, sperando di poter continuare a proporre attività che utilizzino una pluralità di linguaggi per soddisfare le attese manifestate dagli alunni.
Le insegnanti e gli alunni delle classi seconde A e B - Primaria Sacco e Vanzetti
NEWS DALLA SACCO E VANZETTI
Le classi seconde A e B della Primaria hanno inviato questo articolo per il giornalino scolastico. Su questo numero, rappresenteranno tutte le classi della scuola Primaria Sacco e Vanzetti, i cui studenti, quando arrivano alla Secon-daria, offrono sempre un contributo importante per la realizzazione del nostro periodico.
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LA BIBLIOTECA DI OPERA La biblioteca di Opera, inaugurata il 23 giugno del 2006,è un luogo molto grande, frequentato soprattutto da ragazzi. E’ costituita da un edificio a due piani: appena si entra sulla sinistra c’è un bar seguito da un corridoio che ospita molti tavoli ed ogni tipo di rivista. Spesso le persone si siedono qui a leggerle. Girando a destra c’è una scala che porta al piano superiore e qui troviamo dieci postazioni Internet molto utili per le persone che a casa non dispongono di un computer e di una connessione. La biblioteca contiene circa 25.000 libri disposti su vari scaffali e suddivisi in ordine alfabetico e per nazionalità: ci sono infatti letterature italiane, inglesi, americane, spagnole, tedesche, francesi e via dicendo. Tutti i libri possono essere presi in prestito gratuitamente per un mese. Chissà in quante case sono stati e in quante persone li hanno sfogliati! La biblioteca è un centro polifunzionale: non è solo un luogo in cui si può leggere ma si può studiare,ascoltare musica e guar-dare film. Infatti la biblioteca dispone di 118 posti a sedere, 46 posta-zioni di studio individuale in una stanza appositamente predisposta, 500 cd musicali, 500 DVD e quattro computer per la battitura e la stampa personale di testi. C’è anche un’area per i più piccoli con due computer destinati ai bambini per la navigazione Internet guidata, se-dioline e piccoli tavoli adatti alla loro età e molti peluche. La biblioteca non è lontana da casa mia: per questo motivo a volte mi capita di an-darci ed in queste occasioni, prendendo in mano un libro, ho potuto accorgermi del suo odore. I libri meno recenti hanno un odore di polve-re e vecchio, quelli più nuovi sembrano appena stati stampati ed hanno un odore inconfondibile. Toccandoli ho potuto notare che i libri sono tanti e molto diversi tra loro: ce ne sono alcuni dalla copertina rigida e ruvida, altri invece hanno la superficie perfettamente liscia e lucida. Devo ammettere però che la lettura non è il mio passatempo preferito ma grazie alla biblioteca così ben fornita sicuramente quando ho voglia di leggere un libro so dove recarmi senza mai tornare a mani vuote o delusa!
Alice M. 1^D Sec.
IL MIGLIORE AMICO DELL’UOMO È IL
CANE, MA IL MIGLIORE AMICO DEL CANE ….CHI È ?
Verso giugno, luglio e agosto molti cani vengono abbandonati dai propri padroni. Ma noi ci chiediamo perché i padroni fanno questo, perché sono così crude-li ? Ci sono stati casi in cui un padrone doveva cambia-re casa e ha lasciato il cane nell’abitazione vecchia senza cibo né acqua, perché non aveva spazio nella nuova casa. Altri padroni invece hanno lasciato il pro-prio cane in mezzo alla strada, perché non lo poteva-no portare in vacanza, ma l’uomo non può sapere il destino del proprio cane, non può sapere se lo troverà una famiglia che gli vorrà bene o se verrà investi-to,però neanche il cane lo può sapere perché essendo in mano ad una bestia così feroce come l’uomo, non può sapere cosa gli accadrà. Altri cani invece sono stati frustati e maltrattati per gusto del padrone, senza ragione. I cani dovrebbero essere ama-ti,coccolati,trattati … in modo corretto,per questo pri-ma di prendere un cane,anzi qualsiasi animale bisogna farsi questa domanda:” Voglio veramente un anima-le?non è che poi se non lo riesco a tenere o faccio troppa fatica e lo devo abbandonare?” Bisogna capire che gli animali non sono dei giocattoli ma esseri vi-venti che possono soffrire come noi o forse anche più di noi. Per questo noi e molte altre persone vi consi-gliamo di non abbandonare O maltrattare gli anima-li,perché quando sentiamo alla televisione:una bestia feroce si è avventata contro un bambino, nel suo recin-to si scorgevano ossa e resti di cani morti ….la bestia feroce non è il cane ma il padrone che come cibo gli dava cani … morti!!. Chiara M. 1^C Sec.
L’ANGOLO DELLA L’ANGOLO DELLA L’ANGOLO DELLA L’ANGOLO DELLA
POESIA POESIA POESIA POESIA Arrivò l'idraulico Carla, pronta a calmarla. SCCC! SCC! SCCC! silenzio, zitti!! devo ascoltarla per poi operarla! Su, dai fontanella, respira e ripeti insieme a me il numero 33. CLOF, CLOF CLOF Tubo ostruito!! Incrostazioni!! proviamo con nuove soluzioni! Facciamo delle spurgazioni. forza, dai, fai uno sforzo! Sputa il rospo! così ti libererai e mai più tossirai. Ecco! E’ tornata sana e bella come una perla!!
SARA C. 1^F Sec.
ESPERIENZE, PENSIERI E PAROLE...
CONFESSIONI DI UN ADOLESCENTE Caro diario, oggi ti confiderò come vorrei la ragazza
dei miei sogni. Poi tu mi dirai se sei d’accordo. Beh,
prima di tutto, deve essere una ragazza speciale, pie-
na di interessi e non come certe ragazze che non fan-
no niente tutto il giorno. Certo, deve essere anche una
bella ragazza, ma prima di tutto devo vedere com’è
dentro. Allora, la ragazza dei miei sogni deve essere simpatica e molto
dolce e deve sapermi amare. Mi deve far sentire speciale come io farò
sentire speciale lei. Dovrebbe essere anche la mia anima gemella. Sei
d’accordo con me? Spero di sì. Parliamo del suo carattere: prima ti ho
detto che deve essere simpatica e dolce. Deve essere dolce in che sen-
so? Nel senso che deve saper divertire, deve darmi quel tocco di felicità
in più che mi dà amandomi. Non deve essere una ragazza che manchi
di rispetto agli altri, non deve prendere in giro nessuno e non si deve
credere la ragazza più bella del mondo. Comunque deve essere dolce
nel senso che deve essermi accanto, non separarsi mai da me e deve
amarmi sempre, non per tutta la vita, ma deve amarmi. Fino a qui ti
piace? Penso proprio di sì. La mia ragazza deve essere anche sicura di
sé, non deve mai preoccuparsi per niente perché io sarò sempre al suo
fianco, nella buona e nella cattiva sorte. A parte gli scherzi come ulti-
ma cosa deve essere una brava ragazza, deve saper riflettere su quello
che fa e non deve fare cose insensate. Ma, caro diario, la cosa più im-
portante è che mi AMI.
Luca C. 3^F Sec
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Attenzione,ordine e disciplina Basi per vivere in una classe
carina. Correttezza e impegno Diligenza e ingegno Essere
interessati Forti e non annoia-ti. Girare per la scuola non si può! Ho bisogno d’aiuto,solo un po’! Intervallo si deve fare Le lezioni si devono fermare Ma nell’ora d’ italiano zitto, Non parlare fitto fitto. O una nota ti puoi guadagnare….
Però la scuola non è solo stu-diare! Qui si può anche socia-
lizzare. Ridere, divertirsi e scherzare. Se però farai solo questo ti ritroverai un cinque al più presto!Un consiglio ti do : sii lesto,vai a ripassare
che ce la puoi fare!
Chiara M. 2^D Sec.
Arrivare sempre in orario è
davvero necessario
Banchi e sedie….. disegna-
ti!? Forse è meglio il contra-
rio !
Chiacchiere e risate prima
che arrivino i proff sono
accettate
Disturbi di ogni tipo no, sono
solo birichinate!
Entra il prof.e bisogna
salutare
Fare i compiti è obbligatorio,
ti ci devi abituare
Gironzolare per la classe è sbagliato
Ho riletto la lezione che tutti
hanno studiato
Interrompere un compagno?!
Ma è maleducazione!
Angela P. 2^D Sec.
Riflessione sulla “Pena di Morte”
Tutti sanno in che cosa consiste la pena di morte, ma non tutti sanno cosa significa applicarla. Se i diritti fondamentali di qualsiasi cittadino solo la vita e la libertà, com’è possibile privarlo di questi diritti?Uno Stato non può accettare che una persona infranga le leggi e faccia del male agli altri. Se si accerta con un processo che una persona ha commesso un reato, lo Stato deve irrogare una pena. La pena, per essere giu-sta, deve essere proporzionata al male fatto e, quindi, alla gravità del reato commesso: questo è un principio di civiltà che serve anche a far capire alle persone gli errori commessi. In Italia, per esempio, se una persona ruba e viene riconosciuta colpevole, viene condannato ad un periodo di detenzione commisurato. Se il reato commesso sarà più grave la pena sarà maggiore, e così via, fino ad arrivare alla detenzione a vita in caso di omicidio e di altri reati efferati. Personalmente condi-vido questo principio perché ritengo che la privazione della libertà sia già molto grave per un uomo. Nei pae-si in cui vige la pena di morte, di fronte ad un omici-dio, tenendo conto della proporzione tra reato e pena, la giustizia ritiene che la “punizione” sia la morte del colpevole. Secondo me in quei Paesi non hanno capito un bel po’ di cose: prima di tutto, non credete anche voi che la privazione della libertà, anche solo per qual-che mese, non sia già abbastanza grave? Mi spiego meglio: non poter vedere o parlare con la propria fa-miglia, non poter uscire, non poter chiamare libera-mente un amico, non è una vita normale questa. In secondo luogo ritengo che la legge dell’”ammazzare
chi uccide” sia un po’ primitiva, sarebbe come appli-care la famosa “legge del taglione”degli antichi babi-lonesi: “occhio per occhio, dente per dente”. Inoltre anche un assassino ha il dovere di comprendere e rive-dere i propri errori durante una giusta “punizione”. In che modo può riuscirci se viene ucciso? Sì, magari lo può capire prima di morire, ma ormai non serve più a niente. Gli studiosi evidenziano inoltre come la pena di morte non costituisca un valido deterrente in grado di far sì che le persone, per paura di subirla, non com-mettano il reato. Ammettere la pena di morte vuol dire riconoscere agli uomini il diritto/potere di uccidere i propri simili in nome di una legge dello Stato. Questo principio potrebbe legittimare anche situazioni abnor-mi e assolutamente inaccettabile come quella che si è verificata con il nazismo, quando furono uccisi per volere dello Stato, milioni di persone che non aveva-no commesso nessun reato, ma erano solo “colpevoli” di appartenere ad una razza umana ritenuta “inferiore” . Per tutte queste considerazioni io ritengo che nessuno, e dico NESSUNO, abbia il diritto di uccidere, neanche la giustizia e le leggi, quelle emana-te dal Parlamento, che rappresenta tutti i cittadini. Se quindi il Italia si ritornasse alla pena di morte, tutti i maggiori criminali verrebbero legittimamente uccisi in nome dello stesso popolo. Significherebbe tornare alla preistoria. Giorgio S. 2^A Sec.
SACRIFICARSI PER LA LEGALITA’
Ogni giorno i carabinieri, la polizia e le forze dell’ordine rischiano
la vita per assicurarci la sicurezza, un gesto molto nobile e coraggio-
so. Queste persone non sono solo uomini o donne con una divisa che
arrestano persone pericolose. Sono i nostri punti di riferimento, e
forse hanno pensieri un po’ più profondi dei nostri. Anche sapendo i
rischi del loro lavoro, continuano, contenti di sapere che la gente
ripone in loro moltissima fiducia. Per me il maresciallo Piantadosi è
una figura di riferimento per tutti noi. E morto il 15 giugno 1980,
mentre durante una gara ciclistica riconobbe un sospetto, e non lo
perquisì pubblicamente per non interrompere il divertimento alle
altre persone. Un gesto molto gentile, che però gli è costato la vita. E
stato coraggioso e il coraggio non è da tutti, si deve essere fieri di
possederlo. Ma non ci sono solo i poliziotti e i carabinieri. Ci sono
anche magistrati e scrittori, per esempio, che dedicano la loro vita a
combattere terrorismo, mafia e omertà. Chi in tribunale, chi in un
libro. Ho capito che la gente che lotta per un mondo migliore è dav-
vero poca, ma crede in quel che fa e per questo impiega tutti i suoi
sforzi. Forse se ricevessero un aiuto, anche piccolo, da parte nostra,
rispettando la legge, non ci sarebbero così tante vite “sprecate”. Il
fenomeno più grande da contrastare è l’omertà, cioè il non parlare di
azioni illegali per paura o per corruzione. Grazie a tutte queste per-
sone che combattono noi viviamo in un mondo migliore. Grazie a
queste persone che danno se stesse per loro e per gli altri noi siamo
felici. A.M. 3^F Sec.
LEGALITÀ E RISPETTO DELLE REGOLE
L’ABC DELLE REGOLE SCOLASTICHE
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In occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, tutti gli studenti dell’ICS Dante Alighieri hanno riflettuto sul per-corso storico che ha portato il nostro paese all’unificazione. Nelle classi 3^D e 2^D sono emerse alcune, signifi-cative e importanti testimonianze che dimostrano l’attaccamento degli adolescenti ai colori della NOSTRA BANDIERA. TRICOLORE...
La forza dell’Italia è nella sua unione e nel forte legame che unisce tutti i suoi cittadini, seppure tra mille diversità.
( Priori Marco ). Più ci si allontana, nel tempo, da cose, fatti e persone, più questi vengono ignorati, o addirittura dimenticati. Per questo giudico importante la festa di oggi, perché non possiamo dimenticare come siamo diventati “Italiani”. ( Rai Claudia ). Viva l’Italia Unita! E’ importante questa festa, ci rende tutti fratelli, figli di una stessa
patria che ha combattuto per raggiungere l’unità. Mi sento italiana perché quando parlo con altre persone riesco a
capirle, perché riconosco i tre colori della bandiera e perché quando vado in un’altra regione non mi sento
un’intrusa( Palmeri Silvia ) . Sono fiera di essere italiana perché dopo lunghi disordini interni, dopo lunghi conflitti siamo riusciti ad ignorare il passato e ad andare avanti a testa alta. In tutti questi anni ( centocinquanta sono tantissi-mi! ) siamo riusciti a superare gli ostacoli anche più difficili senza mai cedere: siamo rimasti sempre uniti. Come dice il proverbio, “L’unione fa la forza”. Penso che nel nostro caso sia vero. Far parte di una stessa nazione è impor-tante perché ci si sente più vicini e legati gli uni agli altri. ( Lorenzetti Lisa ). Viva l’Italia unita, perché sarebbe
una stupidaggine escluderne una parte: ogni regione ha i suoi pregi e i suoi difetti. Viva l’Italia unita perché è bella
così, con le sue diversità da regione a regione ( Russo Edoardo ). In questi anni, Noi Italiani abbiamo condiviso tante cose. E’ per questo motivo che bisogna festeggiare. Festeggiare insieme per ricordarsi che noi siamo italiani e dobbiamo sentirci tali. Io mi sento italiano perché qui sono nato, perché qui ho tutto quello che possiedo, perché mi interesso dei problemi del Paese e perché intendo impegnarmi sempre di più affinchè l’Italia sia migliore. ( Fermo Giancarlo ). L’Italia è un unico Paese, ma quanti “battibecchi” tra una regione e l’altra, tra una città e
l’altra…..Essere Italiani non significa solo essere nati qui, ma vuol dire anche non infrangere le regole, saper ri-
spettare il proprio Paese, lavorare insieme per migliorarlo. ( Panfili Rebecca). In una giornata come questa sento l’emozione di essere italiana e sono contenta perché questa ricorrenza dà anche a noi, che siamo giovani,
l’opportunità di ricordare e di fare festa insieme. ( Tommasinelli Arianna ). Un giorno speciale per grandi e piccini.
Festeggiano i lavoratori e anche i bambini. Fabbriche e scuole non apriranno, ma Italiani tutti si sentiranno.
(Diallo Maria ).
SPECIALE UNITÀ D’ITALIA
Io mi sento Italiano e sono orgoglioso per tutti quegli Italiani forti e coraggiosi che hanno combattuto
per noi, per regalarci una patria unita. ( Anelli Jacopo ).
17 marzo 1861: un gran giorno per ognuno.
Sali e scendi, lotta e pretendi, ecco i risultati
grazie anche ai sacrificati. Verde, bianco, rosso
colori che dimenticar non posso. Viva l’Italia Unita e non lo dico io sola:
siam qui tutti felici a far la “Ola”. ( Fadani Rebecca ) In questo giorno dobbiamo ricordare i nostri patrioti che hanno lottato e perso la vita. Oggi mi sento Italiano perché ho nel cuore la bandiera italiana e vederla mi tira su di morale. ( Rao Patrick ). Viva l’Italia unita perché senza divisioni ci sono meno guerre e meno pericoli per tutti
( Narcisi Sara ). Mi sento Italiano perché qui la gente non pensa solo a sé.
Unita e compatta è tutta la Nazione anche se a volte fa qualche….”Scivolone”! ( Papandrea Christian )
Penso che sia stata una fortuna, per l’Italia, raggiungere l’Unità, perché questo l’ha resa più forte e
più importante. Io mi sento un vero Italiano ( Gira Alessandro ).
Mi sento Italiano e sono felice di esserlo perché sono libero e all’età di 12 anni non lavoro co-me sono costretti a fare i ragazzi e i bambini in molti Paesi poveri. Quindi Viva l’Italia, e che l’unità d’Italia possa durare per sempre! ( Silvestri Giorgio ). Viva l’Italia unita, perché se l’Italia fosse ancora divisa in tanti staterelli, a quest’ora non sarebbe
uno dei Paesi più avanzati del mondo ( Fragale Daniele ).
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CAMINOS DE LA INTEGRACION
RIFLESSIONE SULLO STERMINIO ZINGARO
Nel corso dell’anno scolastico abbiamo visto il docu-mentario “Porrajmos” che raccoglie le testimonianze di alcuni zingari ( Rom e Sinti) che hanno vissuto lo ster-minio nazifascista. Tutti raccontano la propria esperien-za, la terribile esperienza della persecuzione. Raccontano le pessime condizioni in cui vivevano, lo sfruttamento che avveniva su di essi, l’orrendo modo in cui venivano tratta-ti e maltrattati. Tutte testimonianze molto toccanti. Il 12 agosto 1944 è una data che l’intera etnia zingara non po-trà mai dimenticare. In questo giorno 3.000 zingari ven-nero deportati e uccisi nelle camere a gas del campo di concentramento di Auschwitz. Era l’ultimo atto dell’atroce operazione di sterminio della “razza zingara” voluta dai nazisti. Poiché, aspetto che molti ignorano, accanto all’olocausto degli ebrei, si consumò anche quel-lo, degli zingari (detto Porrajmos) . Nel corso della Se-conda guerra mondiale furono uccisi, per lo più nei lager, circa 500.000 zingari. Questa, come tutti sappiamo, fu la tragica conseguenza degli ideali perversi di Hitler. Gli zingari, un popolo antico e pieno di vitalità, hanno cer-cato si resistere alla morte, ma la crudeltà e la superiorità dei nazisti ha avuto il sopravvento. Talvolta, nel loro mar-tirio, hanno trovato nella musica una piccola consolazio-ne: affamati e laceri si radunavano fuori dalle loro barac-che ad Aushwitz per suonare e incoraggiavano i bambini a danzare. Ancora non capisco come un uomo possa aver fatto una cosa del genere. Togliere la vita a così tante per-sone innocenti, senza alcun motivo valido, solo per il fatto di sentirsi di razza superiore. È una cosa assolutamente banale, eppure, purtroppo, è successa. Per me è stata la cosa più crudele e orrenda che sia mai capitata nella sto-ria dell’umanità e tutto questo solo per colpa della mente malata di Hitler. Alexandra B. 3^A Sec. ( Romania)
La diversità culturale amplia le possibilità di scelta offerte a ciascuno; è una delle fonti di sviluppo, inteso non soltanto in termini di crescita economica, ma anche come possibilità di accesso ad un'esistenza intellettuale, affettiva, morale e spirituale soddisfacente ( Art. 3- DICHIARAZIONE UNIVERSALE DELL'UNESCO SULLA DIVERSITA' CULTURALE) , adottata all'unanimità a Parigi durante la 31esima sessione della Conferenza Generale dell'UNESCO.
Hola! Me llamo Josselin. Soy de El salvador. Tengo 15 años y soy una alumna de la 3D. Me gusta pati-
nar y bailar. La música que mas me gusta es el reggetón, salsa y bachata. Estoy contenta por estar en
Italia vivo aca en Opera es un pais muy bonito tranquilo. Vivo con mi mama y mis dos hermanos yo soy
la mayor la escuela es muy bonita muy grande los profesores son muy simpaticos, pasientes y generosos
y mis compañeros tambien.Sueño mas gran es ser dottora en medicina legal en El salvador me parecia
dificil realizar mi sueño por dos motivos muy grande primer motivo estar lejos de mi madre y el segundo
es que nuestro pais es muy pobre y hay mucha delincuencia y por eso muchos jovenes no relizan sus
sueños aca en Italia puedo obtener lo que mas deseo mis estudios agradesco a todos mis profesores que
me an ayudado mucho y mis compañeros. Josselin 3^D Sec.
Yo amo El Escudo ecuatoriano, por ser símbolo, de mí patria sagrada y bella;
lo defenderé hasta con esfuerzo sobre humano, por ser parte de mi identidad, por ser estrella…
Su cóndor representa valor coraje y pujanza, es el mágico emblema del poderío; el nuevo renacer de la esperanza,
donde todo está claro y nada sombrío.
Su dorado sol representa el oro, parte sustancial de nuestra riqueza; aquel bello metal es nuestro tesoro,
debemos cuidarlo con gran entereza…
El monte: representa el gran Chimborazo, grandioso volcán de majestad inmensa;
Costa, Sierra y Oriente, unidos por grandes lazos,
de gente patriota, que ama…, que sueña…, que pien-sa….
El gran buque llamado Guayas,
que navega en las aguas del mismo rio; representa paz y comercio, y en él se halla,
el sustento diario de nuestro gentío.
Aquellas ramas que son de palma y laurel, nos recuerda la paz, la dignidad Republicana;
la gloria de héroes, que siempre fiel; mantuvieron su esperanza sobrehumana.
A sus costados aquel bello tricolor,
le ponen a mi Escudo más hermosura; por ser símbolo de paz, riqueza y amor,
será el Emblema, que en mi corazón perdura…
Mi Escudo defenderé, con dignidad y justicia, por qué no quede mi identidad perdida…,
y por liberarlo de injusta malicia si es preciso daré la vida…
SHEYLA B. 3^E Sec. (ECUADOR)
INCONTRO CON L’ESPERTO
DELL’ ORGANIZZAZIONE NON GOVERNATIVA “LAICI TERZO
MONDO” Nei mesi scorsi, presso l’Auditorium della scuola, abbiamo incontrato un esperto e vo-lontario che, con una ONG, opera come medi-co volontario in Africa, nel Benin. Questa regione si affaccia sul Golfo del Benin, ad Est confina con la Nigeria ed a Ovest con il Togo. Le ONG sono organizzazioni non governative, (non hanno legami con il governo) senza scopo di lucro (ONLUS), cioè hanno l’obbligo di reinvestire l’utile in attività e godono di agevo-lazioni fiscali. Operano nei PVS e si dedicano alla Cooperazione allo Sviluppo Internaziona-le, hanno esclusivamente finalità di solidarietà sociale e lavorano negli ambiti dell’assistenza sociosanitaria, beneficenza, istruzione, forma-zione, valorizzazione e tutela dell’ambiente, tutela dei diritti… Ritornando all’incontro, dopo una breve introduzione sulla religione WO-DOO e sulla storia del Benin, da cui venivano importati i neri in America per essere schiavizzati, abbiamo visto un filmato. Erano ben visibili le condizioni di povertà che afflig-gono il paese; l’unica fonte di reddito è il rica-vo delle loro piccole attività economiche. Pro-prio a causa delle dimensioni molto ridotte delle attività, le banche tradizionali non con-sentono loro di svilupparsi, poiché giudicano inadeguate e prive di garanzie reali queste mi-croimprese. A questo punto subentrano i “microcrediti” che permettono alle persone in situazione di povertà, di avere accesso ai servi-zi finanziari, pianificando l’erogazione di pic-coli prestiti per avviare e sviluppare progetti di auto-impiego. Spesso i microcrediti compren-dono anche un supporto alla microimpresa, vale a dire che i volontari più esperti avviano l’attività per poi affidarla ai microimprenditori del paese (nel filmato abbiamo visto un esem-pio dell’attività della farina). In generale le iniziative delle ONG sono più proiettate verso le donne, poiché sono molto più sensibili degli uomini riguardo ai temi dell’istruzione per i figli, cercando di garantire loro un futuro mi-gliore. Le iniziative prevedono però anche aiuti nelle attività quotidiane, per esempio, per il lavoro nei campi, vengono costruite dighe, sistemi di irrigazione e strumenti da lavoro avanzati, oppure mezzi di trasporto come mini-bus che sono sempre superaffollati. Secondo me le ONG sono una grande possibilità per i paesi in via di sviluppo di integrarsi nel mondo
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commerciale e migliorare le proprie condizioni economiche, sociali e sanita-rie. Mi hanno fatto riflettere alcune foto dove si vedevano i bambini africani sempre sorridenti e le parole del volon-tario presente quando ha detto che questi bambini “hanno sempre voglia di impa-rare e sono sempre ottimisti”, anche se vivono in un contesto sicuramente non a misura di bambino, che non offre condizioni adeguate ad una corretta e sana crescita.
ELISA B. 2^D Sec.
Gli extracomunitari nel nostro paese: spesso si parla di loro, tu cosa ne pensi? Esprimi breve-mente le tue idee in proposito.
Gli extracomunitari regolari in Italia sono circa 2,5 milioni e si spostano ed emigrano dal loro paese di origine, per cercare condizioni di vita migliori. Il paese che si lasciano alle spalle, spesso, è teatro di continue guerre, carestie e molta povertà; decidono così, nella mag-gior parte dei casi, di far andare nel pae-se desiderato, prima un solo componente della famiglia (per valutare la situazio-ne), e poi, se il paese presenta ciò che per la famiglia è necessario, si spostano anche gli altri membri. Una volta arriva-ti nel paese ospitante, se in regola, tro-vano un lavoro; un lavoro molto umile che di solito l’italiano non fa, come il cameriere, il pizzaiolo, la colf, la dome-stica ecc… I figli vanno a scuola rego-larmente. Però, se i genitori di un alunno non sono più in regola, il ragazzo potrà frequentare la scuola fino alla maggiore età (18 anni), ma poi diventerà automati-camente clandestino, senza possibilità di rinnovo di soggiorno e senza essere in regola. La situazione è, però, diversa, se il ragazzo minorenne compie un reato. Dopo un periodo di tempo dentro una specie di carcere minorile, potrà mettersi in regola. Quindi il ragazzo che non ha
fatto nulla è destinato a diventare un clan-destino, mentre colui che ha commesso un reato può mettersi in regola. Tutto ciò non lo trovo affatto giusto ma, fortunata-
mente, si stanno “studiando nuove norme in materia. Altre cose che gli immigrati devono subire sono le ingiustizie che i datori di lavoro fanno nei loro confronti. Un esempio è quello di una ragazza che cominciò a lavorare in Italia. La paga era di € 4,00 all’ora, ma dopo un giorno di lavoro, non solo non la pagarono subito, ma quando lo fecero, lo stipendio si era praticamente dimezzato, nonostante la ragazza si fosse impegnata molto. Dopo due mesi fu licenziata, non riuscendo nemmeno a raggiungere la quota che le serviva per pagare l’affitto di casa. Le persone che vendono o affittano le case chiedono molti soldi per poi presentare un alloggio piccolo, scomodo e sporco. In-somma, gli immigrati devono affrontare moltissimi ostacoli per trovare un lavoro e una casa, ma come se non bastasse, i problemi si riversano anche all’interno della società. Essi sono protagonisti di molti atti di razzismo, si trovano in un paese di cui non conoscono la lingua e dove spesso le abitudini, gli usi e i costu-mi sono diversi dal loro paese originario. Si sentono spaesati e di sicuro, sentono la nostalgia della loro vecchia vita quotidia-na. I gesti che si possono fare per assecon-darli sono semplici. Basterebbe trattarli come vorresti essere trattato tu. Perché tu non vorresti lavorare un intero giorno per poi non essere giustamente ripagato; non vorresti che la gente ti prendesse in giro solo perché hai un colore di pelle diverso; non vorresti sentirti sfruttato solo perché ti vedono in un altro modo e ti fanno fare tutto per i propri scopi per-sonali. Tu non vorresti. No. Tu non vuoi, e neanche loro vogliono. Per migliorare tutti gli aspetti della società di cui tanto ci lamentiamo, c’è bisogno di rispetto verso tutti, purtroppo, una situazione del genere ancora non è stata raggiunta.
GIULIA P. 2^D Sec.
RIFLETTERE SULLE “CULTURE ALTRE” E APPREZZARE LA DIVERSITÀ
Lo scorso 19 maggio le classi 1E, 2E, 1B, 2B, hanno partecipato ai giochi
della gioventù, accompagnati dalle
bravissime professoresse di Scienze
Motorie Facciolo e Caracci. Questi
giochi prevedevano due tipi di specia-
lità : atletica e giochi di squadra. Il CONI ha premiato la nostra parteci-
pazione con delle medaglie, regalan-
doci anche qualche gadget che com-
memorava il 150° dell’Unità d’Italia. Tommaso D.F. 1^E Sec.
SUCCESSI AI GIOCHI DELLA
GIOVENTÙ
Frasi esilaranti e a tratti “deliranti” dette in classe da professori e studenti... Prof.: come si dice infrastrutture in inglese? Studente: in between structure. Studente: Giovanna d’Arco prese fuoco... Studente 1:com’è la storia dei Promessi Sposi? Studente 2: Renzo e Lucia S.V.T.T.B.
Due studenti si tirano le palline di carta durante la lezione… Prof.: Mattia, non dovresti farlo, ma almeno cerca di beccarlo secco in fronte. Studente: no prof., per favore, che poi con la mira che si ritrova colpisce me! Prof.: va bene lo stesso ! Arianna G. 2^A Sec.
LA RUBRICA DELLO SVAGO
Per la realizzazione di questo numero sono pervenuti in redazione diversi elaborati che, per motivi di spazio, non è stato possibile pubblicare. Per la grande motivazione, la passione e l’impegno profuso, si ringraziano gli studenti Si-mone Petta, Marco Scaccia noce, Massimo Vecchiarelli, Michela Ferraresi, Letizia da Conceicao, Jozef Di Fiore e tutti quegli alunni che non hanno avuto l’articolo pubbli-cato, nonostante il lavoro svolto fosse di ottima quali-tà.
LA REDAZIONE
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LA PIRAMIDE NUMERICA DI EDOARDO S. 2A SEC.
(Le soluzioni sul prossimo numero)