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Università degli Studi di Roma "Tor Vergata" Facoltà di Ingegneria Tesi di Laurea Magistrale in Ingegneria Meccanica “STUDIO DI FATTIBILITÀ E VALUTAZIONE ECONOMICA DI IMPIANTI SOLARI TERMODINAMICI PER TAIWANRelatore: Candidato: Prof. Paolo Coppa Daniele Paglici Correlatore: Ing. Antonio De Luca Ing. Pietro Palopoli Anno accademico 2015/2016

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Università degli Studi di Roma

"Tor Vergata"

Facoltà di Ingegneria

Tesi di Laurea Magistrale in Ingegneria

Meccanica

“STUDIO DI FATTIBILITÀ E

VALUTAZIONE ECONOMICA DI IMPIANTI

SOLARI TERMODINAMICI PER TAIWAN”

Relatore: Candidato:

Prof. Paolo Coppa Daniele Paglici

Correlatore:

Ing. Antonio De Luca

Ing. Pietro Palopoli

Anno accademico 2015/2016

“Lo studio e la ricerca della

verità e della bellezza

rappresentano una sfera di

attività in cui è permesso di

rimanere bambini per tutta la

vita."

Albert Einstein

1

INDICE

PREMESSA 3

1. SOLARE TERMODINAMICO: STATO DELL’ARTE 4

1.1. GENERALITÀ 4

1.2. SOLUZIONI TECNOLOGICHE 8

1.3. STORAGE TERMICO 11

1.4. FLUIDO TERMO-VETTORE 15

1.5. IMPIANTI ESISTENTI – ROAD MAP 20

2. IMPIANTO SOLARE TERMODINAMICO A CONCENTRAZIONE 22

2.1. INTRODUZIONE 22

2.2. PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO DI UN IMPIANTO SOLARE A SALI FUSI CON

COLLETTORI LINEARI PARABOLICI 23

2.3. RADIAZIONE SOLARE DIRETTA (DNI, DIRECT NORMAL IRRADIANCE) 26

2.3.1. ANGOLO DI INCIDENZA 27

2.3.2. INCIDENCE ANGLE MODIFIER (IAM) 33

2.3.3. PERDITE PER OMBREGGIAMENTO (ROW SHADOWING) E PERDITE ALLE

ESTREMITÀ (END LOSSES) 34

2.4. IL COLLETTORE SOLARE 39

2.5. CAMPO SOLARE 46

2.6. SISTEMA DI ACCUMULO TERMICO 53

2.7. RISULTATI TECNICI 69

2.8. VALUTAZIONE ECONOMICA 70

2.8.1. ANALISI DEI COSTI DELL’IMPIANTO DI GENERAZIONE 70

2.8.2. ANALISI DEI RICAVI DELL’IMPIANTO DI GENERAZIONE 81

2.8.3. COSTI UNITARI DI PRODUZIONE 82

3. ANALISI DI FATTIBILITÀ DI IMPIANTI PER TAIWAN 85

3.1. INTRODUZIONE 85

3.2. CARATTERIZZAZIONE DEL SITO 86

3.3. DIMENSIONAMENTO IMPIANTO DA 5MW 90

3.4. DIMENSIONAMENTO IMPIANTO DA 50MW 106

CONCLUSIONI 115

INDICE DELLE FIGURE 119

2

INDICE DELLE TABELLE 122

BIBLIOGRAFIA 123

RINGRAZIAMENTI 125

3

PREMESSA

La presente tesi è stata svolta presso la Divisione Solare Termico e Termodinamico

del Centro di Ricerca ENEA Casaccia di Roma in collaborazione con la società di

ingegneria “Ianus Consulting and Development s.r.l.”. L’obiettivo della tesi è di

definire le potenzialità tecnico-economiche di un impianto solare termodinamico a

collettori lineari parabolici con accumulo diretto a sali fusi ad alta temperatura, da

installarsi nell’isola di Taiwan.

La tecnologia solare a concentrazione (CSP, Concentrated Solar Power), si inserisce

in un più ampio sistema di tecnologie volte alla generazione di potenza attraverso

l’energia solare. Sono stati quindi introdotti gli elementi di base delle diverse

tecnologie CSP, relativi agli aspetti funzionali, allo sviluppo storico, ai campi di

applicazione e alle prospettive di sviluppo.

Grazie alla significativa esperienza maturata dall’ENEA nello sviluppo tecnico-

scientifico di tale tipo di impianti, è stato possibile la realizzazione di un modello di

simulazione di un impianto solare termodinamico a collettori parabolici operante con

sistema di accumulo diretto di energia termica con doppio serbatoio. La prima fase è

stata lo studio dei dati metereologici soprattutto della radiazione solare diretta,

necessario per quantificare l’energia a disposizione. Dalle richieste in termini di

potenza dell’impianto e di ore di storage, sono stati dimensionati gli elementi di cui

si compone: campo solare, sistema di accumulo, caldaia ausiliaria e sistema di

generazione di energia elettrica. Per ognuno sono stati svolti i bilanci di massa e di

energia analizzando le dinamiche di funzionamento in un intero anno solare con

passi temporali orari. I risultati permettono l’ottimizzazione dell’impianto, mettendo

in luce le criticità ed i punti di forza di questa tecnologia sia sotto l’aspetto tecnico

che economico.

A completamento della tesi è stato applicato il modello per lo studio di fattibilità di

impianti da installare a Taiwan. Il dimensionamento è stato svolto per due taglie di

potenza: una di potenza tipica di impianto di prova da 5MWe ed il secondo per la

taglia ad oggi commerciale per gli impianti a collettori parabolici, di 50MWe. Per

entrambi è previsto un sistema di accumulo termico di 8 ore e l’impiego di una

caldaia ausiliaria.

4

1. SOLARE TERMODINAMICO: STATO DELL’ARTE

Il sole è la fonte energetica più abbondante per la terra. Vento, combustibili fossili,

energia idrica e biomasse, hanno le loro origini nella radiazione del sole. L’energia

solare cade sulla terra con una intensità di 120 petawatt (1 petawatt = 1015

Watt).

Questo significa che l'energia ricevuta dal sole in un solo giorno sarebbe in grado di

soddisfare la domanda dell’intero pianeta per più di 20 anni.

Considerando che l’aumento della domanda energetica mondiale è pari a circa il 5%

l'anno e analizzando il potenziale di ciascuna fonte energetica rinnovabile sulla base

delle attuali tecnologie commerciali, si evince che l’unica scelta energetica in grado

di soddisfare una domanda così elevata ed in crescita, sia l’energia solare.

Sono diverse le tecnologie solari oggi disponibili, ciascuna di queste è basata su

principi di funzionamento diversi, ognuna con vantaggi unici.

Ad oggi il solare fotovoltaico (non concentrato) ed il solare termodinamico, sono le

due tecnologie più mature. Il solare termoelettrico (STEGs, Solar Thermoelectric

Generators), le celle fotovoltaiche di Graetzel (DSPV, Dye Sensitized Solar Cell) ed

il solare fotovoltaico concentrato sono ancora tecnologie emergenti, non ancora allo

stadio commerciale.

1.1. GENERALITÀ

Gli impianti solari a concentrazione (Concentrating Solar Power, CSP o Solar

Thermal Electricity, STE), concentrano la radiazione solare diretta per ottenere

calore ad alta temperatura e produrre energia elettrica in modo simile alle centrali

convenzionali, ma senza emissione di anidride carbonica o altri inquinanti dovuti alla

combustione.

Per operare in modo conveniente, gli impianti solari devono essere installati in zone

dove l’irraggiamento diretto annuo raggiunge valori superiori a 1500 kWh/(m2anno).

A livello mondiale le aree a maggior insolazione sono Nord Africa, Medio Oriente,

Sud Africa, Sud-Ovest degli Stati Uniti, Messico, Cile, Perù, Australia, India, Cina

orientale, Europa meridionale e Turchia.

5

In Italia sono chiaramente favorite la fascia meridionale e le isole maggiori, ma

anche nel centro-nord si possono individuare zone adatte per specifiche applicazioni.

FIGURA 1 SUN BELT

Una importante prerogativa degli impianti solari a concentrazione è quella di poter

essere dotati di un sistema di accumulo termico ad alta capacità e a costi contenuti.

Questa peculiarità consente di produrre energia elettrica anche in assenza di

radiazione solare, quando il cielo è nuvoloso o dopo il tramonto. In pratica, il ciclo

orario di produzione dell’energia diviene relativamente indipendente dalla

disponibilità dell’irraggiamento solare. Durante le ore di soleggiamento, il calore

raccolto sul campo solare viene solo in parte utilizzato per la produzione, la restante

parte viene accumulata in materiali ad elevata capacità di immagazzinamento di

energia (fluidi o solidi) e utilizzata per fornire energia quando è effettivamente

richiesto dall’utenza.

La presenza dell’accumulo termico migliora in modo significativo la capacità

produttiva dell’impianto solare (rapporto fra energia prodotta e potenza installata) e

la dispacciabilità dell’energia elettrica (rapporto tra energia prodotta ed energia

potenzialmente producibile a pieno carico), favorendo l’integrazione dell’energia

elettrica nella rete di distribuzione. L’accumulo di energia termica ad alta efficienza

rappresenta quindi la caratteristica principale di questa tipologia di impianti, su cui la

6

ricerca è impegnata per migliorare la competitività economica rispetto ad impianti

alimentati da fonti rinnovabili non programmabili.

Di particolare importanza è la possibilità di realizzare un sistema di accumulo diretto

di energia termica, in cui il mezzo di accumulo è lo stesso fluido utilizzato per

raccogliere l’energia incidente sul campo solare. Tra questi, gli impianti solari a sali

fusi ad alta temperatura (550 °C), sono quelli che hanno la maggiore capacità termica

a parità di volume del sistema di accumulo e il minor costo di realizzazione.

Questa tecnologia consente di produrre sia energia elettrica, sia calore ad alta

temperatura per applicazioni industriali, riscaldamento e raffrescamento di edifici,

dissalazione dell’acqua, produzione di combustibili sintetici (p. es. syngas),

estrazione incrementata di petrolio da giacimenti quasi esauriti (EOR, Enahanced Oil

Recovery) e raffinazione del petrolio.

L’uso degli impianti CSP per la produzione combinata di energia elettrica, calore e

acqua dissalata, è di particolare interesse per regioni aride, dove l’impianto può

fornire energia elettrica per alimentare il processo di dissalazione per Osmosi

Inversa, o vapore a bassa temperatura ( 70 °C all’uscita della turbina), per

alimentare processi di dissalazione di tipo termico (Multi Effect thermal Desalination

MED, Multi Stage Flash thermal desalination MSF) .

Gli impianti CSP possono anche essere integrati in centrali termoelettriche a

combustibili fossili (impianti ibridi). In questo caso il generatore di vapore

dell’impianto solare fornisce vapore alla stessa temperatura e pressione richiesta dal

ciclo termodinamico della centrale convenzionale. Progetti basati su questo concetto

sono in funzione in Algeria, Australia, Egitto, Italia e Stati Uniti.

I primi impianti CSP commerciali, senza accumulo termico e con caldaia

integrativa convenzionale, sono stati costruiti (e attualmente sono ancora in

esercizio), in California tra il 1984 e il 1991, nell’ambito del progetto SEGS, che

comprendeva 9 unità, per una potenza elettrica complessiva di 354 MW. Dopo un

periodo di stagnazione dovuto al basso costo dei combustibili fossili, l’interesse per

gli impianti solari a concentrazione è ripreso nei primi anni del 2000, principalmente

negli Stati Uniti e in Spagna, come conseguenza delle politiche che mirano a ridurre

le emissioni di CO2 e a diversificare le fonti di approvvigionamento energetico.

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Spagna e Stati Uniti sono i Paesi in cui si è avuto il maggiore sviluppo iniziale;

attualmente Sud Africa, Emirati Arabi, Egitto, Marocco, Cina, India e Cile sono i

mercati con il trend di sviluppo più forte sul piano delle installazioni. Oltre a Spagna

e Stati Uniti, anche Germania e Italia contribuiscono significativamente allo sviluppo

tecnologico.

La seguente tabella illustra tre possibili scenari di evoluzione del mercato, secondo

il recente studio promosso dall’associazione che riunisce i produttori europei (Estela,

www.estelasolar.org), i gruppi di ricerca dei Paesi afferenti alla International Energy

Agency - IEA (Solar PACES www.solarpaces.org) e l’associazione ambientalista

Green Peace.

TABELLA 1 PROIEZIONE DEI COSTI NEI PROSSIMI 30 ANNI

Attraverso l’esperienza maturata negli ultimi anni, si può stimare che gli impianti

CSP possono essere costruiti in 1-3 anni (dipende delle dimensioni), possono operare

per oltre 30 anni e in circa 6 mesi di produzione restituiscono l’energia utilizzata per

la loro costruzione.

L’utilizzo di terreno per la realizzazione degli impianti dipende da molti fattori, ma

in generale può essere stimato pari a 1.7 ettari/MWe.

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1.2. SOLUZIONI TECNOLOGICHE

Gli impianti CSP si basano sull’uso di opportuni sistemi ottici di concentrazione

(concentratori), che raccolgono e inviano la radiazione solare diretta su un sistema di

ricezione dell’energia raggiante (ad es. linea di tubi ricevitori), dove viene assorbita

sotto forma di calore a media-alta temperatura e trasferita ad un fluido termovettore.

Il parametro che caratterizza questi sistemi è il fattore di concentrazione. Tanto più è

alto questo fattore, tanto più sarà alta la temperatura raggiunta dal fluido

termovettore.

Nell’ambito degli impianti solari a concentrazione si possono identificare

fondamentalmente le seguenti tecnologie, che presentano differenti situazioni di

sviluppo tecnologico e commerciale:

Collettore parabolico lineare (Parabolic Trough)

Collettore di Fresnel (Linear Fresnel)

Torre Solare (Solar Tower)

Disco parabolico (Parabolic Dish)

FIGURA 2 SOLUZIONI TECNOLOGICHE PER IMPIANTI SOLARI TERMODINAMICI

9

Nei collettori parabolici il concentratore ha un profilo parabolico lineare, con le

superfici riflettenti che inseguono la posizione del sole azionate da un meccanismo di

rotazione (idraulico o elettromeccanico), che opera su un solo asse, per focalizzare la

radiazione solare diretta su una linea di tubi ricevitori coassiale con la linea focale

degli specchi parabolici. L’energia solare concentrata viene assorbita da tubi

ricevitori sotto vuoto e trasferita al fluido termovettore che fluisce all’interno di una

tubazione di acciaio inossidabile.

Un’evoluzione dei collettori parabolico lineari, è il sistema di concentratori lineari

di Fresnel, in cui il concentratore è costituito da segmenti di specchi piani disposti

secondo il principio della lente di Fresnel, con la linea di tubi ricevitori posizionati

nella linea focale. In questo caso la rotazione riguarda solo le superfici riflettenti, i

tubi ricevitori rimangono fissi.

I dischi parabolici utilizzano pannelli riflettenti di forma parabolica che inseguono

il movimento del sole attraverso un meccanismo di rotazione su due assi e

concentrano continuamente la radiazione solare su un ricevitore montato nel punto

focale. Il calore ad alta temperatura viene trasferito al fluido che alimenta un motore

di Stirling, o una microturbina a gas, direttamente collegati al ricevitore per produrre

energia elettrica. La forma ideale del concentratore è un paraboloide di rivoluzione.

Generalmente i concentratori approssimano tale forma geometrica, utilizzando un

insieme di specchi con profilo sferico montati su una struttura di supporto.

La torre solare utilizza pannelli riflettenti piani (eliostati), che inseguono il

movimento del sole su due assi e concentrano la luce solare su un ricevitore montato

sulla sommità di una torre. All’interno della torre sono posizionati una serie di

scambiatori di calore in cui circola il fluido per l’asportazione del calore solare. Il

principio di funzionamento è analogo a quello dei sistemi a dischi parabolici. Il

concentratore è costituito da un elevato numero di eliostati che può formare una

superficie riflettente di migliaia di metri quadrati (campo solare). I raggi solari che

colpiscono ogni eliostato vengono riflessi su un punto unico, fisso nel tempo, che

funge da punto focale del paraboloide.

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Per quanto riguarda il fattore di concentrazione, i sistemi di puntamento su due

assi, cioè le torri e i dischi solari, consentono di concentrare una mole maggiore di

radiazione solare sulla superficie focale (oltre 1000 contro 70÷100 dei sistemi di

inseguimento su un solo asse) e quindi consentono di raggiungere temperature molto

elevate.

TABELLA 2 FATTORI DI CONCENTRAZIONE ED EFFICIENZE SOLARI CARATTERISTICI PER LE TECNOLOGIE CSP

Sistemi Fattore di

concentrazione

Efficienza solare1

di picco (%)

Efficienza solare

media annua (%)

Parabolici Lineari 70-80 24-28 12-16

Fresnel Lineari 25-100 20 9-11

Torri Solari 300-1000 22-24 16-18

Dischi Parabolici 300-2000 24-26 13-16

TABELLA 3 TEMPERATURE ED EFFICIENZE CARATTERISTICHE PER LE TECNOLOGIE CSP

Sistemi Temperatura

2massima [°C]

Temperatura

ottimale [°C]

Efficienza

massima [%]

Parabolici Lineari 750-850 350-550 46-50

Fresnel Lineari 600-900 300-450 40-50

Torri Solari 1250-1750 610-900 60-67

Dischi Parabolici 1250-2100 610-1080 60-70

1 Efficienza solare= Produzione elettrica netta/Radiazione solare diretta

2 Temperature ed Efficienza calcolate in condizioni ideali (effic. conc. 100%, corpo nero)

11

1.3. STORAGE TERMICO

Un sistema di accumulo termico consente di accumulare calore da utilizzare per

applicazioni industriali, civili o per la produrre energia elettrica.

Il processo di trasferimento di calore al mezzo di accumulo, o dal mezzo di

accumulo, può essere classificato come attivo o passivo. Il primo è caratterizzato da

trasferimento di calore per convezione forzata al materiale d’accumulo, o dal

materiale di accumulo, ad esempio:

Sale fuso che assorbe calore nei tubi ricevitori;

Sale fuso che cede calore sulla superficie esterna dei tubi del generatore di

vapore;

Sale fuso che fluisce lato tubi dello scambiatore di calore della caldaia di

backup, assorbendo calore dal flusso d’aria che lambisce in cross flow la superficie

esterna dello scambiatore.

Il processo di trasferimento del calore può essere considerato passivo se il mezzo

di accumulo è in condizioni statiche e quindi scambia calore con un secondo fluido

che opera come fluido termovettore (es. mezzo di accumulo solido che assorbe calore

da un fluido che lambisce la superficie esterna,).

Il sistema di storage può essere definito diretto, se il mezzo di accumulo è

utilizzato anche come fluido termovettore, viene definito invece indiretto se riceve o

cede calore a un fluido termovettore (es. olio diatermico, o una miscela di sali fusi a

temperatura di solidificazione più bassa).

Esistono inoltre modi di classificare i sistemi di accumulo in base all’intervallo di

temperatura operativa, all’intervallo di tempo di accumulo e al metodo di accumulo

del calore.

Se si considera l’intervallo di temperatura nel quale sono destinati a operare, i

sistemi TES (Thermal Energy Storage), vengono classificati nel modo seguente:

HTTES (High Temperature TES): Accumulo termico ad alta temperatura

comprende gli impianti che operano oltre i 300°C. Rientrano in questa categoria gli

impianti solari di potenza, gli accumulatori di energia termica di scarico da processi

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industriali, l’accumulo del calore di processo generato da centrali termiche con

turbine a gas ad alta temperatura;

MTTES (Medium Temperature TES): l’accumulo termico a media

temperatura che riguarda i processi di accumulo tra i 150 °C e i 300 °C e comprende

l’accumulo di calore di impianti solari a concentrazione di bassa potenza e da

processi industriali;

LTTES (Low Temperature TES): l’accumulo termico a bassa temperatura

riguarda i processi tra 20 °C e 150 °C, esempi di applicazioni sono il riscaldamento e

raffrescamento degli edifici, le serre, gli accumulatori di acqua calda sanitaria;

CTES (Cold Temperature TES): l’accumulo termico a freddo, ovvero sotto i

20 °C, è sfruttato nel raffrescamento e condizionamento degli ambienti, ma anche

nell’industria alimentare dove sono richiesti sistemi di mantenimento dei cibi in

fresco.

Una ulteriore classificazione dei sistemi di accumulo termico può essere fatta in

funzione della durata di mantenimento della temperatura del mezzo di accumulo.

Tale intervallo può essere:

A breve termine (alcune ore);

A lungo termine (giorni o settimane);

Stagionale (mesi).

Si può classificare infine l’accumulo termico anche in funzione del principio fisico

utilizzato per il trasferimento di calore:

A calore sensibile (SHTES, Sensible Heat TES): È quello utilizzato nelle

applicazioni commerciali di comune utilizzo. Ha una bassa densità di energia termica

accumulata, richiede grandi volumi, può avere un importante impatto ambientale e

costi elevati;

A calore latente (LHTES, Latent Heat TES): Ha elevata densità di energia

accumulata, volumi e costi ridotti, ma necessita ancora di una ulteriore fase di ricerca

per risolvere alcune problematiche (ad es. la bassa diffusività termica dei materiali di

accumulo (HSM). Ha comunque buone prospettive commerciali nel breve-medio

periodo;

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Termochimico (TCES, Thermo-Chemical TES): È il meccanismo che

consente i valori più elevati di densità di energia accumulata, con tutti i vantaggi

conseguenti, ma è ancora in fase iniziale di ricerca.

I metodi di accumulo termico più utilizzati per impianti commerciali sono i sistemi

attivi e indiretti a calore sensibile. Per un impianto CSP si tende ad operare con

sistemi di storage a media e alta temperatura (MTTES, HTTES) e per brevi periodi

(alcune ore).

Il sistema TES è un elemento chiave di un impianto CSP per incrementare

l’efficienza dell’impianto (incremento del contributo solare), la dispacciabilità

(differenza tra energia disponibile e curva di carico) e la sostenibilità economica

(riduzione del costo livellato dell’energia – LEC, Levelised Energy Cost).

Il TES è il punto di forza della tecnologia CSP rispetto ad altre soluzioni con fonti

rinnovabili in cui il disaccoppiamento tra la disponibilità della fonte primaria e la

domanda di energia termica ed elettrica risulta onerosa o non praticabile.

La diffusione e i continui sviluppi di questa tecnologia hanno portato ad una

riduzione dei costi di produzione dell’energia, ma per una maggiore competitività

degli impianti di solari potenza sono state studiate ulteriori innovazioni, che

riguardano:

Eliminazione dello scambiatore di calore tra il campo solare ed il sistema

TES (un componente molto costoso), adottando la soluzione di accumulo di tipo

“diretto”, in cui il fluido termovettore è anche mezzo di accumulo;

Riduzione della dimensione dei serbatoi incrementando la temperatura

massima operativa del fluido nel serbatoio caldo, ovvero incrementando il salto

termico del ciclo termodinamico.

Queste innovazioni sono state realizzate con l’impiego della tecnologia a sali fusi.

La temperatura massima è passata da 390 °C (massimo consentito agli oli diatermici)

a 550 °C e il salto termico nel campo solare da 100 °C a 260 °C, quindi, a parità di

capacità termica di accumulo, la quantità di sale solare richiesto è 2,5 volte inferiore

rispetto a quella dei sistemi convenzionali, quindi i serbatoi di accumulo sono più

piccoli e meno costosi. Il costo dell’energia accumulata nel TES è passato da

14

50÷60$/kWh a circa 30÷40$/kWh. Questa riduzione è sicuramente importante ma

non ancora sufficiente per centrare gli obiettivi indicati da molti operatori, per i quali

si dovrebbe arrivare nel 2025 a costi di circa 15÷20$/kWh. A tal fine, sono state

studiate nuove soluzioni impiantistiche per l’impiego di un unico serbatoio

(Termoclino), molto interessanti per ridurre i costi di impianti solari di piccola taglia

con sali fusi ad alta temperatura.

15

1.4. FLUIDO TERMO-VETTORE

Il fluido termovettore è il mezzo fisico mediante il quale l’energia solare

concentrata raccolta sul campo solare viene trasportata nel sistema di accumulo

termico, per renderla disponibile sotto forma di calore.

Nel caso degli impianti solari ad alta temperatura la scelta del fluido termovettore

assume particolare importanza perché determina la massima temperatura alla quale è

resa disponibile l’energia termica e di conseguenza, il massimo rendimento ottenibile

nella conversione termodinamica in energia elettrica. Inoltre, nel caso di impianti

solari con sistema di accumulo termico, una temperatura più alta consente di

aumentare il contenuto energetico per unità di massa del mezzo di accumulo e

quindi, a parità di energia accumulata, si riducono le dimensioni e il costo del

sistema, con evidenti vantaggi per l’economia dell’impianto.

Il tipo di fluido termovettore utilizzato condiziona profondamente il progetto e il

funzionamento dell’impianto solare. Oltre alla massima temperatura raggiungibile, è

necessario tenere conto anche di diversi aspetti, tra cui la pressione di esercizio, la

portata di fluido richiesta per mantenere costante la temperatura massima del fluido,

la potenza di pompaggio, le interazioni chimiche e fisiche con i materiali

dell’impianto, il rischio di eventi incidentali, le conseguenze sull’ambiente, il costo,

la durata e le problematiche di smaltimento o riutilizzo dei componenti di impianto a

fine vita.

I principali sistemi di trasporto del calore che è possibile adottare per impianti

solari ad alta temperatura si basano sui seguenti fluidi:

gas;

acqua/vapore;

oli minerali;

oli sintetici;

metalli liquidi;

sali inorganici fusi.

L’impiego di gas, come ad esempio aria, anidride carbonica o azoto, ha il

vantaggio di un basso costo e la possibilità di raggiungere elevate temperature, al

16

limite della resistenza dei materiali strutturali del tubo ricevitore. Gli svantaggi sono

legati ai bassi valori del calore specifico, della densità e allo stato attuale delle

tecnologie. Un impianto a gas richiederebbe la necessità di utilizzare il ciclo

termodinamico di Brayton, che ha un rendimento inferiore rispetto al ciclo di

Rankine. I gas, a causa del basso coefficiente di scambio termico, risultano poco

efficienti come mezzi di trasporto del calore e richiedono grosse portate volumetriche

per unità di energia termica trasportata. Per aumentare la densità occorrono elevate

pressioni (circa 100 bar), che comportano elevati costi di impianto, notevole

dispendio di potenza di pompaggio e difficoltà di accumulo termico.

L’utilizzo di vapore (Direct Steam Generation), permette di alimentare

direttamente le turbine senza scambiatori di calore, con maggiore efficienza

energetica, ma a fronte di pressioni di esercizio molto elevate, anche oltre 100 bar,

con incidenza significativa sui costi di impianto. I problemi maggiori sono legati al

controllo delle instabilità conseguenti a variazioni repentine nell’irraggiamento

solare e difficoltà di accumulo termico.

Gli oli minerali rappresentano la scelta tecnologicamente più matura. Oltre il 90%

degli impianti solari termodinamici in esercizio utilizza la tecnologia a collettori

parabolici lineari con olio diatermico come fluido termovettore. I problemi legati

all’alta infiammabilità, la tossicità e l’inquinamento ambientale in caso di fuoriuscita

accidentale, nonché al costo elevato e ai fenomeni di degradazione che richiedono

periodici interventi di sostituzione e rigenerazione. Gli oli sintetici presentano

migliori prestazioni riguardo alla temperatura massima di utilizzo e alla stabilità nel

tempo, ma comportano costi maggiori e analoghi problemi relativamente ai rischi.

La tecnologia dei metalli liquidi come fluidi termovettori è stata sviluppata

soprattutto in campo nucleare. Il vantaggio nell’uso dei metalli liquidi è legato alle

loro eccellenti proprietà termiche ed alla possibilità di raggiungere temperature molto

elevate. I metalli liquidi maggiormente considerati come fluidi termovettori sono il

sodio, le leghe sodio/potassio, il mercurio, il piombo e le leghe piombo/bismuto. I

problemi sono legati alla forte reattività con l’aria e con l’acqua (sodio e potassio),

alla tossicità (mercurio) e alla complessità dei circuiti e dei sistemi di controllo.

17

I sali fusi sono principalmente di due tipi: miscele binarie e miscele ternarie. La

principale miscela binaria è costituita da nitrato di sodio NaNO3 e nitrato di potassio

KNO3, in rapporto ponderale 60%-40%.

Questo tipo di miscela è largamente utilizzata nell’industria (ad esempio per i

trattamenti metallurgici) e presenta una serie di vantaggi:

Non comporta rischio di incendio (è classificata come ‘ossidante’ e poiché

negli impianti solari non si utilizzano combustibili, non può esplicare l’azione di

favorire la combustione);

In caso di fuoriuscita accidentale, solidifica rapidamente a contatto con

l’ambiente esterno e può essere facilmente recuperata dal terreno con mezzi

meccanici;

Queste sostanze sono comunemente utilizzate in agricoltura come

fertilizzanti; pertanto, eventuali limitate dispersioni nell’ambiente non possano

provocare problemi di inquinamento;

Questi sali sono ampiamente disponibili sul mercato a un costo di circa 0.9

€/kg, nettamente inferiore rispetto a quello dell’olio diatermico (7 €/kg).

Le miscele di sali fusi sono anche contraddistinte da eccellenti caratteristiche

termiche. Rispetto ai gas e al vapore hanno valori più elevati del coefficiente di

scambio termico, calore specifico e densità. complessivamente hanno quindi migliore

capacità di trasporto del calore, oltre al vantaggio di operare a pressioni molto

inferiori. Queste caratteristiche permettono un dimensionamento meno oneroso per le

apparecchiature dell’impianto e minore necessità di energia per il pompaggio.

Le miscele di sali fusi presentano inoltre una buona compatibilità con i materiali

strutturali dell’impianto. Possono essere usate convenientemente anche come mezzo

di accumulo termico: la soluzione tecnologica sviluppata dall’ENEA utilizza la

stessa miscela di sali fusi per raccogliere e trasportare calore ad alta temperatura per

l’accumulo termico.

L’accumulo dei sali fusi in grandi serbatoi coibentati consente di immagazzinare

notevoli quantità di energia: 1 kWh di energia termica alla temperatura di 550 °C

18

richiede solo 5 litri di sali fusi e quindi 50 litri di miscela equivalgono al contenuto

energetico di circa 1 litro di gasolio.

Il problema principale dell’utilizzo dei sali fusi è il rischio di solidificazione

all’interno delle tubazioni e delle apparecchiature d’impianto (la miscela di nitrati di

Sodio e Potassio solidifica a circa 220 °C), per questo motivo, negli impianti solari le

parti interessate alla circolazione del fluido richiedono un buon isolamento termico,

in modo da limitare le dispersioni termiche e quindi l’abbassamento della

temperatura al valore critico. Per lo stesso motivo il fluido termovettore viene fatto

circolare nell’impianto solare anche in assenza di insolazione. In questo modo si

utilizza una parte del calore accumulato durante il giorno per compensare le

dispersioni termiche dell’impianto nelle ore notturne, mantenendo la temperatura del

fluido sempre al di sopra del punto di solidificazione. Sono comunque attivabili i

sistemi di riscaldamento ausiliari, alimentati elettricamente, che provvedono al

riscaldamento delle linee di tubi ricevitori, delle tubazioni di rinvio, degli headers e

delle tubazioni di mandata e di ritorno del fluido nei serbatoi di accumulo, che sono

normalmente utilizzate durante le operazioni di avviamento dell’impianto, in caso di

emergenza e durante le fermate di una stringa per le operazioni di manutenzione

straordinaria.

Le miscele ternarie contengono un terzo componente, ad esempio il nitrato di Litio

LiNO3, che riduce la temperatura di solidificazione della miscela a circa 150 °C

riducendo il rischio di solidificazione del fluido. Lo svantaggio di questa miscele è

legato al maggior costo di approvvigionamento rispetto alla miscela binaria 4 €/kg.

Un altro tipo di miscela ternaria si ottiene aggiungendo alla binaria il nitrato di

Calcio Ca(NO3)2, che riduce la temperatura minima di pompaggio a circa 160 °C (a

temperature inferiori il sale diviene gelatinoso per aumento della viscosità) e una

temperatura massima operativa di circa 430 °C. Il costo della miscela è circa 1 €/kg.

La tecnologia a sali fusi sviluppata da ENEA, consente di realizzare sistemi diretti

di accumulo termico, a 550 °C invece dei 380 °C degli impianti a olio diatermico,

con una capacità di accumulo termico pari a 190 kWh/m3.

19

TABELLA 4 - CARATTERISTICHE E COSTI DEI FLUIDI TERMOVETTORI: OLIO DIATERMICO E MISCELE DI SALI PER ALTA

TEMPERATURA

Olio Diatermico Miscela Binaria

Miscela Ternaria con Litio

Massima temperatura di esercizio [°C] 390 550 550

Minima temperatura di esercizio [°C] 100 250 150

Densità [Kg/m3] 1000-718,74 1931-1740 1950-1676

Conducibilità [W/m °K] 0,127-0,073 0,498-0,548 0,475-0,675

Capacità termica [J/Kg °K] 1768-2587 1486-1538 1558-1526

Viscosità [Pa s] 0,00081-0,00017 0,0046-0,0019 0,0158-0,011

Costo indicativo [€/Kg] 7 0,9 3,5-5

20

1.5. IMPIANTI ESISTENTI – ROAD MAP

FIGURA 3 IMPIANTI CSP NEL MONDO

Dopo la fase pionieristica positiva, che riguarda gli impianti SEGS installati nel

Deserto del Mojave in California, tra il 1984 ed il 1990, con una potenza totale

installata di 350 MW, vi è stato un lungo periodo di stasi nello sviluppo del CSP, a

causa della riduzione dei costi dei combustibili fossili.

Dal 2007 la tecnologia solare a concentrazione è entrata in una fase di sviluppo

commerciale, caratterizzata da numerosi impianti di dimensioni significative, con

taglia commerciale 40÷50 MW. Nel corso del 2011 c’è stato il sorpasso da parte

della Spagna nei confronti degli USA per quanto riguarda la potenza installata.

Questo risultato è ancor più significativo se si pensa che le superfici desertiche degli

USA ricoprono una superficie pari a circa 30 volte quella delle zone desertiche della

Spagna e che dopo l’esperienza degli impianti SEGS in America non ci sono stati

ulteriori installazioni di impianti di potenza.

Nel resto del mondo gli impianti installati non sono molti, ma va sottolineato il

crescente interesse per gli impianti CSP dei paesi del Nord Africa, in cui i deserti

poco polverosi si prestano bene alla tecnologia del concentratore lineare parabolico.

Nel 2011 sono entrati in funzione nuovi impianti CSP per una potenza complessiva

di circa 545 MW, di cui 20 MW in Egitto (Kuraymat), altri 20 MW in Marocco (Ain

Beni Mathar) e 25 MW in Algeria (Hassi R'mel), portando così la potenza mondiale

complessiva a 1.655 MW. Tra gli altri paesi che concorrono alla realizzazione di

impianti CSP ci sono l’Iran con 17 MW (Yazd), la Thailandia con 5 MW

(Huaykrachao), l’Australia con 2 MW (New South Wales), la Germania con 1,5 MW

21

(Julich) e l’Italia con 5 MW (Priolo). Nei primi mesi del 2012 sono entrati in

funzione in Spagna due nuove unità da 50 MW (Solacor I e II) e una da 30 MW

(Puerto Errado II). Alla fine del 2016 la potenza complessiva degli impianti CSP in

esercizio nel mondo ammonta a 4815 MW, a cui si aggiungeranno a breve termine i

1260 MW degli impianti in costruzione e successivamente altri 1260 MW di quelli in

fase di progetto, per un totale di quasi 9000 MW installati.

FIGURA 4 STATISTICA TECNOLOGIE IMPIANTI OPERATIVI E FUTURI

La tecnologia maggiormente utilizzata per la realizzazione di impianti operativi, è

quella a collettori parabolici (80%) e a torre solare (14%), gli impianti a dischi

parabolici e collettori Fresnel costituiscono complessivamente solo il 6% di tutti gli

impianti CSP. Questa statistica è già in fase evolutiva se si considerano anche i

numeri che riguardano gli impianti attualmente in fase di progetto e costruzione.

Il trend è dovuto soprattutto alle innovazioni introdotte negli ultimi anni attraverso

gli impianti di ricerca installati. La maggior evoluzione si è avuta con l’introduzione

del sistema di accumulo di energia termica a sali fusi che negli impianti a collettori

parabolici dovrebbero sostituire l’olio diatermico anche come fluido termovettore.

Questo passaggio è possibile con l’introduzione di alcune innovazioni nei

componenti chiave degli impianti a collettori parabolici, quali i collettori solari, i

ricevitori, il sistema di inseguimento e soprattutto il sistema di gestione del campo

solare e dell’accumulo termico.

22

2. IMPIANTO SOLARE TERMODINAMICO A

CONCENTRAZIONE

2.1. INTRODUZIONE

Per una corretta valutazione della producibilità e delle dimensioni dell’impianto, è

necessario disporre di una accurata raccolta dei parametri metereologici del sito,

primo fra tutti la radiazione solare diretta. Altrettanto importante è la conoscenza dei

parametri caratteristici dell’impianto solare, cioè le prestazioni della stringa e del

sistema di accumulo termico, che dipendono dall’efficienza termica del tubo

ricevitore, dall’efficienza ottica media dei collettori e dalle proprietà fisiche della

miscela di sali fusi. Da questi dati e dalle caratteristiche dell’impianto definite dal

committente (potenza elettrica e numero di ore di accumulo termico), è possibile

definire il progetto di massima e valutare le caratteristiche dei componenti

fondamentali (campo solare, sistema di storage termico, generatore di vapore,

turbina, condensatore). Il passo successivo è simulare il funzionamento

dell’impianto, per ottimizzare la producibilità su base annua con una strategia di

utilizzo del sistema di accumulo.

FIGURA 5 IMPIANTO SOLARE A SALI FUSI AD ALTA TEMPERATURA

23

2.2. PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO DI UN

IMPIANTO SOLARE A SALI FUSI CON COLLETTORI

LINEARI PARABOLICI

Negli impianti solari ad alta temperatura, la miscela binaria di sali fusi 40%NaNO3,

60%KNO3 viene pompata direttamente dal serbatoio freddo al campo solare, dove la

radiazione solare diretta viene concentrata sui tubi ricevitori e trasferita al fluido

termovettore. Il campo solare è costituito da collettori lineari parabolici disposti in

file parallele e collegati in serie, per formare una stringa (modulo del campo solare, o

loop), di lunghezza 600 o 800 m. Il campo solare è suddiviso in settori, collegati tra

loro dalle tubazioni di alimentazione e di raccolta del fluido termovettore (headers), a

loro volta collegati con le tubazioni di mandata e di ritorno del fluido termovettore ai

serbatoi del sistema di accumulo (Cold tank e Hot tank).

Il sale fuso a 290 °C deve essere equamente ripartito tra le stringhe collegate al ramo

freddo degli headers. Il sale fuso a 550 °C di ritorno dal campo solare, viene invece

raccolto dal ramo caldo e accumulato nel serbatoio caldo, per essere successivamente

inviato al generatore di vapore.

I collettori solari (SCA, Solar Collector Assembly), che costituiscono le stringhe,

sono formati da moduli di lunghezza 12 m che sostengono gli specchi parabolici e

ruotano solidarmente con la linea di tubi ricevitori all’interno dei quali scorre il sale

fuso. Il movimento è comandato da un sistema di rotazione (idraulico o

elettromeccanico) ad un solo asse, generalmente orientato nord-sud, per inseguire la

posizione del Sole da est a ovest.

24

FIGURA 6 COLLETTORI SOLARI DELL’IMPIANTO DI PRIOLO GARGALLO

La portata del fluido termovettore deve essere regolata in funzione dell’intensità

della radiazione solare, al fine di mantenere la temperatura massima del coating

assorbente dell’ultimo tubo ricevitore della stringa inferiore a 580 °C. In assenza di

radiazione solare la portata minima di circolazione del sale fuso nella stringa è pari a

2 kg/s e non può essere inferiore per evitare il rischio di solidificazione del sale nei

punti freddi del circuito (valvole, tubazione di ritorno, flessibili).

Se la radiazione effettivamente concentrata sulla linea di tubi ricevitori (Aperture

Normal Irradiance, ANI), è sufficientemente elevata, ANI400 W/m2, è possibile

raggiungere la temperatura di uscita del sale fuso dal campo solare di 550 °C, quindi

in questo caso la portata di sale fuso può essere inviata direttamente al serbatoio

caldo. Se invece si ha ANI<400 W/m2 e la temperatura di uscita del sale fuso dal

campo solare è inferiore a 400 °C, la portata minima viene convogliata nel serbatoio

freddo.

25

Per aumentare l’efficienza dell’impianto, è necessario integrare nel circuito idraulico

una caldaia ausiliaria (CI), per regolare la temperatura del sale fuso nel sistema di

storage. La caldaia potrebbe essere posizionata a monte o a valle del serbatoio caldo:

FIGURA 7 SOLUZIONE CON CALDAIA AUSILIARIA A MONTE DEL SERBATOIO CALDO

FIGURA 8 SOLUZIONE CON CALDAIA AUSILIARIA A VALLE DEL SERBATOIO CALDO

Negli impianti solari ad alta temperatura di piccola taglia (<5 MW), in cui è possibile

utilizzare un sistema di accumulo diretto con serbatoio unico e generatore di vapore

integrato nel serbatoio, è necessario posizionare la caldaia ausiliaria a monte del

serbatoio (in questo caso si sfrutta la capacità del sale fuso di stratificare per

temperatura).

Negli impianti di taglia commerciale (50MW), per ridurre le perdite di calore con

l’ambiente, la caldaia dovrebbe essere installata a valle del serbatoio caldo. In questo

caso il sale fuso che esce dal campo solare con una temperatura superiore a 400°C

viene inviato direttamente al serbatoio caldo. Se la temperatura del sale accumulato

nel serbatoio caldo è superiore a 530 °C, il sale viene inviato direttamente al

generatore di vapore, se invece la massa di sale accumulato ha una temperatura

26

inferiore a 530°C, la portata necessaria ad alimentare il generatore di vapore viene

inviata in caldaia per aumentare la temperatura a 550°C.

In questo lavoro verrà approfondito il dimensionamento ed il funzionamento di un

impianto di produzione di energia elettrica. L’impianto utilizza un sistema di

generazione di potenza che opera seguendo un ciclo di Rankine con

surriscaldamento, espansione frazionata e risurriscaldamento, realizzati da generatore

di vapore, turbina, alternatore, condensatore e scambiatori di calore per il

preriscaldamento dell’acqua di alimento. I surriscaldamenti sono realizzati nel

generatore di vapore alimentato a sale fuso, che entra alla temperatura di 550°C ed

esce a 290°C. Il sale “freddo” viene quindi rinviato nel serbatoio freddo per

alimentare il campo solare.

2.3. RADIAZIONE SOLARE DIRETTA (DNI, DIRECT

NORMAL IRRADIANCE)

Il dimensionamento di un impianto solare termodinamico si basa sulla quantità di

radiazione solare diretta che incide sugli specchi. La radiazione solare extraterrestre

segue una traiettoria rettilinea dal sole alla Terra. Parte di questa radiazione viene

“diffusa” dall’aria, dalle molecole d’acqua, e dalle polveri presenti nell’atmosfera. La

DNI (Direct Normal Irradiance), rappresenta la frazione della radiazione solare che

raggiunge la superficie della terra, misurata su un piano ortogonale alla sua

direzione.

FIGURA 9 ANDAMENTO ORARIO DELLA GHI (GLOBAL HORIZONTAL IRRADIANCE) E DELLA DNI (DIRECT NORMAL

IRRADIANCE)

27

2.3.1. Angolo di incidenza

Solo la componente diretta della radiazione solare può essere concentrata e quindi

disponibile per riscaldare il tubo ricevitore. L’angolo di incidenza (θ) rappresenta

l’angolo tra la direzione della radiazione solare e la normale al piano di apertura del

collettore solare ed è funzione della posizione relativa della Terra rispetto al Sole e

quindi varia nel tempo con notevole influenza sulle prestazioni dei collettori.

FIGURA 10 ANGOLO DI INCIDENZA DELLA RADIAZIONE DIRETTA

Per calcolare l’angolo di incidenza è necessario prima definire l’angolo di elevazione

della posizione del sole a mezzogiorno rispetto al piano equatoriale (declinazione).

Se la terra ruotasse intorno a un asse normale rispetto al piano in cui giace l’orbita

terrestre, non ci sarebbe cambiamento di declinazione, ma in realtà l’asse di

rotazione terrestre è inclinato di 23,45°, quindi la rotazione della Terra intorno al

sole, definisce un angolo di elevazione che nel corso dell’anno varia nell’intervallo

tra -23.45° e 23.45°.

FIGURA 11 ANGOLO DI DECLINAZIONE

28

La relazione seguente sviluppata da P.I Cooper nel 1969, definisce la declinazione

del sole nel corso dell’anno:

𝛿 = 23.45 sin (360 284 + 𝑛

365)

Dove: n = 1,…,365, rappresenta il numero del giorno dell’anno.

Figura 12 Angolo di declinazione durante l’anno

La posizione del sole dipende dall’angolo orario, ossia l’angolo di spostamento del

sole da est verso ovest e dal meridiano locale. L’angolo orario è negativo quando il

sole è ad est del meridiano locale (mattina), positivo quando il sole è ad ovest del

meridiano locale (pomeriggio), è uguale a zero quando il sole è in linea con il

meridiano locale (mezzogiorno). L’angolo orario è il risultato della rotazione sulla

terra sul proprio asse ad una velocità di 15°/h:

𝜔 = (ora solare -12)· 15

Dove:

ω= angolo orario [gradi];

ora solare = tempo solare [ore].

29

C’è un importante differenza tra il “tempo standard” ed il “tempo solare”. Nel tempo

solare, il sole si allinea con il meridiano locale (ω=0) esattamente alle ore 12:00 ossia

al “mezzogiorno solare”, mentre il tempo standard non si basa sul meridiano locale,

ma sul meridiano standard legato al fuso orario locale. La lunghezza del giorno

solare varia a causa principalmente del percorso ellittico della terra intorno al sole.

Quindi, il tempo standard deve essere rettificato per riflettere l’ora del giorno nel

tempo solare. La relazione che lega il tempo solare e il tempo standard, in ore, è la

seguente:

"Tempo Solare"= Tempo standard − 𝐷𝑆𝑇 + (𝐿𝑠𝑡 − 𝐿𝑙𝑜𝑐)

15+ 𝐸𝑂𝑇 ∗

1ℎ

60 𝑚𝑖𝑛

Dove:

DST = (Daylight Saving Time) fattore di correzione per l’ora solare (uguale a zero

nel periodo in cui si fa riferimento al tempo standard e uguale a 1, nel periodo in cui

è in vigore l’ora legale);

Lst = Meridiano standard per l’ora locale della zona [gradi];

Lloc = Meridiano locale del sito dell’impianto [gradi];

EOT = equazione del tempo (Equation Of Time) [min].

L’equazione del tempo (EOT, Equantion Of Time) tiene conto delle piccole

irregolarità relative alla lunghezza del giorno che si verificano a causa dell’orbita

ellittica della Terra intorno al Sole e può essere espressa dalla seguente equazione

(Spencer, 1971, citata da Iqbal, 1983):

𝐸𝑂𝑇 = 229.18(0.000075 + 0.001868 cos(𝐵) − 0.032077 sin(𝐵)

− 0.014615 cos(2𝐵) − 0.04089sin (2𝐵)

Dove

𝐵 = 360

365.25(𝑛 − 1) [gradi]

Con n= numero del giorno dell’anno (1=1 gennaio; 365=31 dicembre)

30

FIGURA 13 EOT, EQUATION OF TIME

L’equazione del tempo mostra che il “tempo solare”, differisce durante l’anno, dal

“tempo standard” fino a circa 15 minuti.

Per la determinazione dell’angolo di incidenza è infine necessario valutare l’angolo

di Zenith, che è l’angolo tra la linea di vista al sole (LOS line of sight, ossia la linea

retta che collega la posizione dell’impianto con il centro del Sole) e la normale alla

superficie terrestre. Il suo complemento, cioè l’angolo tra la linea di vista al sole e

l’orizzonte, è l’angolo di altezza solare. L’angolo di Zenith è legato alla declinazione

e all’angolo orario dalla relazione seguente:

cos(𝜃𝑍) = cos(𝛿) cos() cos(𝜔) + 𝑠𝑖𝑛(𝛿) sin()

Dove:

δ= declinazione [gradi]

ω= angolo orario [gradi]

= latitudine del sito dell’impianto [gradi]

31

FIGURA 14 COS(ΘZ) NEI DUE GIORNI ESTREMI: SOLSTIZIO D’ESTATE (21 GIUGNO) E SOLSTIZIO D’INVERNO (21 DICEMBRE)

Dalla figura precedente si può notare che il sole raggiunge una posizione molto più

alta rispetto all’orizzonte in estate piuttosto di quanto faccia in inverno. Questo

fenomeno naturale ha un grande impatto sull’energia solare raccolta nel campo solare

durante i mesi estivi rispetto ai mesi invernali.

Una volta noti l’angolo di declinazione, l’angolo orario, e l’angolo di Zenith, è

possibile calcolare l’angolo di incidenza della radiazione solare sul collettore.

I collettori parabolici per impianti solari a sali fusi hanno l’asse di rotazione con una

leggera inclinazione verticale, pari a circa il 5 °/˳˳ (per permettere il drenaggio del

sale fuso dalla stringa per le operazioni di manutenzione. L’asse di rotazione

generalmente è orientato lungo la direzione Nord–Sud, perché rispetto alla direzione

Est-Ovest, permette la raccolta di una maggiore quantità di energia solare

concentrata. Il sistema di inseguimento è ad un solo asse, quindi i collettori sono in

grado di inseguire la posizione del sole da 10° sopra l’orizzonte orientale a 10° sopra

l’orizzonte occidentale. Il coseno dell’angolo di incidenza per un collettore solare

che ruota attorno ad un asse orientato lungo la direzione Nord-Sud, è dato dalla

relazione seguente:

cos(𝜃) = √cos2 𝜃𝑍 + cos2𝛿 ∗ sin2𝜔

Le figure che seguono mostrano la variazione di cos(θ), della DNI e della radiazione

efficace DNI*cos(θ), nei giorni di solstizio d’estate e d’inverno, calcolate per il sito

di Priolo Gargallo.

32

FIGURA 15 DNI, ESR E COS(Θ) PER IL 21 GIUGNO

FIGURA 16 DNI, ESR E COS(Θ) PER IL 21 DICEMBRE

L’impatto dell’aumento in inverno dell’angolo di incidenza 𝜃, si vede chiaramente

confrontando la Figura 15 DNI, ESR e cos(θ) per il 21 Giugnocon la Figura 16 DNI, ESR e cos(θ) per

33

il 21 Dicembre ed è dovuto all’aumento della declinazione 𝛿 (

Figura 12 Angolo di declinazione durante l’anno) e dell’angolo di zenith 𝜃𝑍 (Figura 14 cos(θz)

nei due giorni estremi: solstizio d’estate (21 giugno) e solstizio d’inverno (21 dicembre)).

Il sole sorge sopra l’orizzonte sudorientale e tramonta sotto l’orizzonte

sudoccidentale. A dicembre, intorno a mezzogiorno, l’angolo di incidenza è molto

più grande rispetto al mattino e nel pomeriggio.

2.3.2. Incidence Angle Modifier (IAM)

Oltre alla riduzione della densità di potenza dovuta al coseno dell’angolo di

incidenza, è necessario considerare anche altre perdite di efficienza, proprie del

collettore solare, ma che comunque dipendono dall’angolo di incidenza. Queste

perdite sono dovute alla variazione della riflettanza degli specchi, della trasmittanza

del tubo di vetro e dell’assorbanza del coating cermet, all’aumentare dell’angolo di

incidenza della radiazione solare. Lo IAM, è un parametro adimensionale (<1),

ottenibile da dati di caratterizzazione del collettore, che tiene conto delle perdite di

assorbimento della radiazione solare in funzione dell’angolo di incidenza.

Lo IAM è definito dalla relazione seguente (Dudley, 1994):

𝐼𝐴𝑀 =𝐾

cos(𝜃)

34

Con θ espresso in gradi e il fattore 𝐾 definito dall’equazione:

𝐾 = cos(𝜃) + 𝐶1 𝜃 + 𝐶2 𝜃2

L’equazione che definisce lo IAM assume quindi l’espressione seguente:

𝐼𝐴𝑀 = 1 + 𝐶1 𝜃

cos(𝜃)+ 𝐶2

𝜃2

cos (𝜃)

Le costanti 𝐶1 e 𝐶2 devono essere ottenute da dati sperimentali, ad esempio, per il

collettore LS-2 caratterizzato presso il Solar Energy Generating System VI, di

Kramer Junction in California, si è ottenuto 𝐶1 = 8.84 · 10−4 , 𝐶2 = −5.369 · 10−5.

La figura seguente mostra le curve di cos (𝜃) e dello IAM del collettore LS-2, in

funzione dell’angolo di incidenza 𝜃.

FIGURA 17 IAM, COS(Θ) IN FUNZIONE DI Θ

2.3.3. PERDITE PER OMBREGGIAMENTO (ROW SHADOWING) E

PERDITE ALLE ESTREMITÀ (END LOSSES)

La geometria dei collettori e la spaziatura tra le stringhe del campo solare, possono

introdurre ulteriori perdite non trascurabili, dovute all’ombreggiamento dei collettori

nelle ore in cui il Sole è basso all’orizzonte. Per ridurre queste perdite di efficienza le

stringhe sono disposte solitamente ad una distanza di 15 m l’una dall’altra.

Per un impianto con asse di rotazione dei collettori orientato Nord-Sud, nelle prime

ore del mattino l’apertura delle parabole è rivolta verso Est, ma a causa del basso

35

angolo di ascensione del Sole, solo la prima fila di collettori in direzione Est è

pienamente irraggiata. Le file successive saranno più o meno in ombra, a seconda del

valore dell’angolo di ascensione. All’aumentare di quest’ultimo l’effetto

dell’ombreggiamento diminuisce, fino ad annullarsi nel momento in cui l’angolo di

ascensione raggiunge il valore:

𝜃 = 𝑎𝑟𝑐𝑡𝑔 (𝑊

𝐿𝑠𝑝𝑎𝑐𝑖𝑛𝑔)

W= Apertura delle parabole [m]

Lspacing= Spaziatura tra le stringhe [m]

Il fenomeno dell’ombreggiamento dei collettori si manifesta anche nel tardo

pomeriggio, quando l’angolo di ascensione solare torna ad essere di nuovo basso.

FIGURA 18 ROW SHADOWING

L’ombreggiamento delle stringhe diminuisce le prestazioni del collettore diminuendo

la quantità della radiazione incidente sui collettori. La larghezza dell’apertura degli

specchi che riceve la radiazione solare (cioè la larghezza degli specchi non in ombra)

è definita come larghezza efficace dello specchio (effective mirrors width). Il fattore

di ombreggiamento delle stringhe è il rapporto tra la larghezza efficace degli specchi

e l’apertura delle parabole. Questo fattore può essere calcolato attraverso la

geometria del collettore, l’angolo di zenith, l’angolo di incidenza e la spaziatura tra le

stringhe del campo solare.

𝑅𝑜𝑤 𝑆ℎ𝑎𝑑𝑜𝑤𝑖𝑛𝑔 𝐹𝑎𝑐𝑡𝑜𝑟 =𝑊𝑒𝑓𝑓

𝑊=

𝐿𝑠𝑝𝑎𝑐𝑖𝑛𝑔

𝑊 cos (𝜃𝑍)

cos(𝜃)

Row Shadowing Factor= Fattore di ombreggiamento

Weff = Apertura efficace (non ombreggiata) dello specchio [m]

36

Lspacing= Distanza tra le stringhe [m]

W= Apertura delle parabole [m]

θZ = Angolo di Zenith [gradi]

θ = Angolo di incidenza [gradi]

Noto il Row Shadowing Factor, è possibile valutare il valore medio pesato sulla

larghezza efficace dell’apertura delle parabole di tutti i collettori del campo solare:

𝜂𝑅𝑆 = 𝑛𝑆𝐶𝐴 𝑛𝑠 𝑊 + 𝑛𝑆𝐶𝐴 𝑠𝑊𝑒𝑓𝑓

𝑛𝑆𝐶𝐴 𝑛𝑠 + 𝑛𝑆𝐶𝐴 𝑠

𝑛𝑆𝐶𝐴 𝑛𝑠 = Numero di collettori solari con apertura completamente irraggiata

𝑛𝑆𝐶𝐴 𝑠 = Numero di collettori solari con aperura parzialmente irraggiata

𝑛𝑆𝐶𝐴 𝑛𝑠 + 𝑛𝑆𝐶𝐴 𝑠 = Numero totale dei collettori del campo solare

Come mostrato nella figura seguente, le “End Losses” sono le perdite di efficienza di

concentrazione che si verificano alle estremità dei collettori per valori dell’angolo di

incidenza non nullo. In questo caso infatti parte della lunghezza della linea di tubi

ricevitori non è illuminata dalla radiazione solare riflessa dagli specchi.

FIGURA 19 END LOSSES

Le perdite alle estremità dei collettori sono funzione della distanza focale degli

specchi parabolici, della lunghezza del collettore solare e dell’angolo di incidenza,

come mostrato nella relazione seguente:

37

𝐸𝑛𝑑𝐿𝑜𝑠𝑠 = 𝜂𝐸𝐿 = 1 −ϝ ∗ 𝑡𝑎𝑛 (𝜃)

𝐿𝑆𝐶𝐴

Dove:

ϝ= distanza focale [m]

θ= angolo di incidenza [gradi]

LSCA= Lunghezza di un collettore [m]

FIGURA 20 FATTORE DELLE PERDITE DI CONCENTRAZIONE ALLE ESTREMITÀ DEI COLLETTORI (END LOSS FACTOR)

Per tenere conto di tutte le perdite di efficienza di concentrazione, si considera la

grandezza seguente, denominata Aperture Normal Irradiance (ANI):

𝐴𝑁𝐼 = 𝐸𝑆𝑅 ∗ 𝜂𝐸𝐿 ∗ 𝜂𝑅𝑆 ∗ 𝐼𝐴𝑀

Dove:

𝐸𝑆𝑅 = 𝐷𝑁𝐼 𝑐𝑜𝑠(𝜃)

ηEL = End Loss Factor

ηRS = Row Shadowing Factor

L’ANI è la grandezza di riferimento per valutare la producibilità di un impianto

solare termodinamico. Dalla distribuzione oraria della ANI su base annua (che

dipende dalla DNI, dalla posizione geografica del sito e dalla geometria del

collettore), deve essere definito il valore medio di design del campo solare, che può

38

essere anche stabilito empiricamente (ad es. si può assumere 800 W/m2

se la DNI

integrata è 2000 kWh/m2anno) e dimensionare il campo solare confrontando le ore

di accumulo previste e quelle ottenibili variando le dimensioni dei serbatoi in

funzione delle ore di dumping, ossia delle ore in cui il serbatoio caldo raggiunge il

massimo livello ed è quindi necessario posizionare i collettori fuori fuoco, ridurre la

portata di sale fuso al valore minimo e ricircolare il sale proveniente dal campo

solare nel serbatoio freddo. Se necessario, potrebbe essere vantaggioso anche ridurre

la potenza elettrica dell’impianto per aumentare il numero di ore di accumulo.

Gli altri parametri metereologici necessari per completare le informazioni utili sul

sito, sono la distribuzione annuale della temperatura ambiente e soprattutto l’intensità

e la direzione del vento, per la verifica strutturale dei collettori posizionati lungo il

perimetro del campo solare.

Le perdite di calore dei tubi ricevitori dipendono poco dalla temperatura ambiente e

dalla velocità del vento, ma queste informazioni sono importanti per valutare le

dispersioni di calore dei tubi flessibili e delle valvole, oppure per valutare la

temperatura del tubo d’acciaio nel caso di rottura del tubo di vetro di un ricevitore. In

questo caso è necessario intervenire per coibentare il tubo d’acciaio a diretto contatto

con l’aria e successivamente attivare il sistema di riscaldamento elettrico per drenare

il sale fuso dalla stringa e sostituire il tubo ricevitore danneggiato.

39

2.4. IL COLLETTORE SOLARE

Ci sono diversi fattori che influenzano l’efficienza di trasmissione al fluido

termovettore dell’energia solare incidente sugli specchi:

Riflettanza degli specchi: Dipende dalla trasmittanza del vetro, dalle

caratteristiche ottiche del coating riflettente depositato sulla superficie

convessa della lastra di vetro e dallo sporcamento della superficie concava a

contatto con l’aria

Trasmittanza del tubo di vetro: Dipende dalla trasmittanza del coating

antiriflesso (Silice porosa), depositato sulle superfici esterna e interna del

tubo di vetro e dalla trasmittanza del bulk di vetro borosilicato. Dipende

anche dallo sporcamento della superficie esterna del tubo di vetro

Assorbanza del coating cermet: Dipende dalle caratteristiche spettralmente

selettive del film sottile di spessore < 1 m, depositato sul tubo d’acciaio

inossidabile (alta assorbanza nello spettro solare, alta riflettanza

nell’infrarosso).

Emittanza del coating cermet: Rapporto tra la potenza termica emessa per

irraggiamento dal coating cermet in funzione della temperatura e la potenza

emessa per irraggiamento alla stessa temperatura dal corpo nero

FIGURA 21 IMPIANTO DI PROVA COLLETTORI SOLARI (PCS), DEL CENTRO RICERCHE ENEA DELLA CASACCIA (ROMA)

Le attività di caratterizzazione in laboratorio realizzate presso i Centri ENEA di

Portici e Casaccia, hanno fornito i dati fondamentali relativi alle grandezze fisiche

indicate nei punti precedenti. Per la valutazione delle perdite di efficienza dovute allo

sporcamento delle superfici, si utilizzano invece correlazioni riportate in letteratura.

Questi parametri sono fondamentali per definire il rendimento ottico del collettore e

40

il rendimento termico del tubo ricevitore, che sono alla base delle simulazioni di

esercizio dell’impianto solare termodinamico.

La struttura del collettore solare, degli specchi riflettenti, del tubo ricevitore, delle

tubazioni flessibili e del sistema di riscaldamento elettrico delle tubazioni per

impianti a sali fusi sono stati sviluppati da ENEA in collaborazione con l’Industria,

con il supporto dell’analisi numerica e la sperimentazione, in laboratorio e

sull’impianto sperimentale PCS.

Nell’ambito di queste attività è stato sviluppato un modello di scambio termico

quasi-stazionario del tubo ricevitore, utilizzato per l’analisi del funzionamento di una

stringa dell’impianto di potenza.

FIGURA 22 COLLETTORE SOLARE A 6 MODULI

Il collettore solare è costituito da otto moduli di lunghezza circa 12 m connessi in

serie, per una lunghezza complessiva pari a circa 100 m. Su ogni modulo sono

montati tre tubi ricevitori, per un totale di 24 tubi ricevitori per collettore. Gli specchi

parabolici hanno un’apertura di 5,9 m, con un gap centrale di 0,1 m per alloggiare i

braccetti che sostengono i tubi ricevitori in posizione focale.

41

FIGURA 23 TUBO RICEVITORE DI ENERGIA SOLARE CONCENTRATA

Il tubo ricevitore è il componente chiave della tecnologia solare a collettori lineari

parabolici. ENEA in collaborazione con Archimede Solar Energy, società del

Gruppo Angelantoni, ha sviluppato un tubo ricevitore a sali fusi in grado di operare a

una temperatura massima di circa 580 °C. Il tubo ricevitore è costituito da un tubo

interno d’acciaio inox di diametro 70 mm, nel quale scorre il fluido termovettore e da

un tubo esterno coassiale, di vetro borosilicato. Il tubo d’acciaio inox è AISI 321,

perché tra gli elementi di lega è presente il Titanio, elemento necessario per evitare

l’infragilimento ad alta temperatura dell’acciaio inossidabile (dovuto alla

precipitazione dei carburi di Cromo a bordo grano). La superficie esterna del tubo

d’acciaio è rivestita da un film sottile multistrato, costituito da uno strato esterno di

materiale ceramico antiriflesso, uno strato intermedio di materiale CERMET

(nanocomposito ad elevata assorbanza di radiazione nello spettro solare) e da uno

strato più interno di materiale metallico, in grado di riflettere sul tubo d’acciaio la

radiazione infrarossa. Il tubo di vetro è sigillato al tubo d’acciaio sotto vuoto, da due

giunzioni vetro-metallo a loro volta collegate a due soffietti metallici saldati sul tubo

d’acciaio, che hanno la funzione di compensare le dilatazioni termiche differenziali

tra i due tubi. Il vuoto nella cavità anulare è necessario per evitare le dispersioni

termiche per convezione. Sulla superficie esterna del tubo di vetro, è depositato un

film sottile di materiale idrofobico, che ha la funzione di incrementare la resistenza

del rivestimento antiriflesso agli agenti atmosferici.

42

L’efficienza totale del sistema collettore-tubo ricevitore (𝜂𝑇𝑂𝑇), è data dal prodotto

dell’efficienza ottica del collettore ( 𝜂𝑂𝑃𝑇 ), per l’efficienza termica del tubo

ricevitore, (𝜂𝑇𝐸𝑅𝑀), definite come segue:

𝜂𝑇𝑂𝑇 = 𝜂𝑂𝑃𝑇 𝜂𝑇𝐸𝑅𝑀

Dove:

𝜂𝑂𝑃𝑇 =𝐴𝑁𝐼 𝑎𝑠𝑠𝑜𝑟𝑏𝑖𝑡𝑎 𝑑𝑎𝑙 𝑐𝑒𝑟𝑚𝑒𝑡

𝐴𝑁𝐼 𝑖𝑛𝑐𝑖𝑑𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑠𝑢𝑔𝑙𝑖 𝑠𝑝𝑒𝑐𝑐ℎ𝑖

𝜂𝑇𝐸𝑅𝑀 =𝐴𝑁𝐼 𝑎𝑠𝑠𝑜𝑟𝑏𝑖𝑡𝑎 𝑑𝑎𝑙 𝑓𝑙𝑢𝑖𝑑𝑜 𝑡𝑒𝑟𝑚𝑜𝑣𝑒𝑡𝑡𝑜𝑟𝑒

𝐴𝑁𝐼 𝑎𝑠𝑠𝑜𝑟𝑏𝑖𝑡𝑎 𝑑𝑎𝑙 𝑐𝑒𝑟𝑚𝑒𝑡

Quindi:

𝜂𝑇𝑂𝑇 =𝐴𝑁𝐼 𝑎𝑠𝑠𝑜𝑟𝑏𝑖𝑡𝑎 𝑑𝑎𝑙 𝑓𝑙𝑢𝑖𝑑𝑜 𝑡𝑒𝑟𝑚𝑜𝑣𝑒𝑡𝑡𝑜𝑟𝑒

𝐴𝑁𝐼 𝑖𝑛𝑐𝑖𝑑𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑠𝑢𝑔𝑙𝑖 𝑠𝑝𝑒𝑐𝑐ℎ𝑖

L’ efficienza ottica del collettore è stata calcolata dal prodotto dei fattori che

definiscono le seguenti efficienze (R. Forristal, 2003):

o Tracking ϝt=0.994

o Allineamento degli specchi ϝas = 0.98

o Riflessione degli specchi puliti ϝrsp = 0.935

o Sporcamento della superficie degli specchi ϝrss = 0.93/ϝrsp

o Sporcamento della superficie dei tubi ricevitori ϝst=(1+ϝrss)/2

o Riduzione di efficienza per errori non determinati ϝend=0.96

I dati caratteristici del rendimento termico del tubo ricevitore in funzione dell’ANI

incidente sugli specchi è stato ottenuto con un programma di simulazione numerica

sviluppato da ENEA, basato su un modello di scambio termico tra i vari componenti

del tubo ricevitore e tra la superficie esterna del tubo di vetro e l’ambiente. In questo

modello la sezione assiale dei tubi di acciaio e di vetro è stata suddivisa in due zone:

la zona irraggiata dalla radiazione concentrata dagli specchi parabolici e la zona non

irraggiata.

43

I meccanismi di scambio termico alla base delle equazioni di bilancio sono indicati

nei punti seguenti:

o Convezione tra la miscela di sali fusi e la parete interna del tubo d’acciaio

o Conduzione nel tubo d’acciaio in direzione radiale

o Irraggiamento tra i tubi d’acciaio e di vetro nella camera sotto vuoto

o Conduzione nel tubo di vetro in direzione radiale

o Adduzione (convezione e irraggiamento), tra la superficie esterna del tubo di

vetro e l’ambiente

Gli ultimi tre fattori che permettono di valutare il rendimento ottico del sistema

collettore-tubo ricevitore sono i seguenti:

o Trasmittanza vetro borosilicato con coating antiriflesso τVA = 0.96

o Assorbanza del coating cermet αCERMET = 0.95

o Efficienza geometrica degli schermi delle giunzioni vetro-metallo ηSCHERMI =

0.95

Quindi:

𝜂𝑂𝑃𝑇 = ϝ𝑡 · ϝ𝑎𝑠 · ϝ𝑟𝑠𝑝 · ϝ𝑟𝑠𝑠 · ϝ𝑠𝑡 · ϝ𝑒𝑛𝑑 · 𝜏𝑉𝐴 · 𝛼𝐶𝐸𝑅𝑀𝐸𝑇 · 𝜂𝑆𝐶𝐻𝐸𝑅𝑀𝐼 ≅ 0.75

Dalle simulazioni di funzionamento di una stringa di 6 collettori solari in funzione

dell’ANI, ottenute assumendo temperatura di ingresso dei sali fusi 290 °C,

temperatura ambiente 20 °C, velocità del vento nulla, sono stati ricavati i parametri

caratteristici di funzionamento dell’impianto riportati nelle figure 24, 25 e 26.

FIGURA 24 ANDAMENTO DELLA PORTATA DI SALE FUSO E DELLA SUA TEMPERATURA IN FUNZIONE DELL'ANI

La figura precedente mostra l’andamento della portata e della temperatura di uscita

del sale fuso in funzione dell’ANI.

44

La portata di esercizio dell’impianto oltre ad essere funzione dell’ANI dipende anche

dai parametri di progetto (potenza elettrica dell’impianto e ore di accumulo termico

previste) e quindi è proporzionale al numero di stringhe. La portata minima di

circolazione del sale fuso, corrisponde alla condizione di ANI=0 e coincide con la

portata di circolazione notturna (�̇�𝑛𝑜𝑡𝑡), che dipende solo dal numero di stringhe.

La portata minima di una stringa è stata definita considerando la necessità di ridurre

al minimo la potenza di pompaggio, assumendo però che la temperatura del sale fuso

all’uscita dal campo solare non possa essere inferiore a circa 272 °C.

Dalla Figura 24 si vede che per ANI≤ 400 W/m2, la portata è uguale al valore

minimo, mentre la temperatura del sale all’uscita dalla stringa aumenta quasi

linearmente, fino a raggiungere 550 °C. Da questo punto in poi, la portata deve

essere aumentata linearmente per mantenere costante la temperatura di uscita del sale

a 550 °C.

La Figura 25 mostra la potenza termica assorbita da una stringa in funzione

dell’ANI. Per ANI = 0, la potenza termica è negativa -52.786 kW, che corrisponde

alla potenza termica scambiata dalla stringa con l’ambiente per circolazione notturna.

La potenza termica minima accumulabile nel serbatoio caldo con ANI= 400 W/m2 e

con una portata di circa 2 kg/s di sale fuso a 550 °C, è pari a circa 803 kW. La

potenza termica accumulabile con ANI= 1 kW/m2, con una portata di circa 6 kg/s, è

pari a circa 2.34 MW.

FIGURA 25 POTENZA TERMICA ASSORBITA DAL LOOP IN FUNZIONE DELL'ANI

45

La Figura 26 mostra l’efficienza termica media dei tubi ricevitori di una stringa in

funzione dell’ANI. Per valori compresi nell’intervallo 200 <ANI< 400 W/m2,

𝜂𝑇𝐸𝑅𝑀≅ 0.8, per ANI≥ 800 W/m2 si ha 𝜂𝑇𝐸𝑅𝑀> 0.9.

FIGURA 26 RENDIMENTO TERMICO DEL LOOP IN FUNZIONE DELL'ANI

La Figura 25 Potenza termica assorbita dal loop in funzione dell'ANI mostra la potenza termica

scambiata da una stringa con l’ambiente.

FIGURA 27 RENDIMENTO TERMICO DELLA STRINGA IN FUNZIONE DELL'ANI

Dalla Figura 27 si può notare che la potenza termica scambiata con l’ambiente, con

ANI = 400 W/m2 (220.3 kW), è leggermente maggiore rispetto a quella scambiata

con ANI> 400 W/m2, ciò è dovuto al fatto che fermo restando le temperature di

ingresso e uscita del sale dalla stringa (rispettivamente 290 e 550 °C), la minore

portata di sale con ANI= 400 W/m2, comporta una minore velocità del fluido, ossia

un coefficiente di scambio termico inferiore, quindi la temperatura media di tutti i

tubi d’acciaio della stringa diviene leggermente maggiore rispetto a quella

raggiungibile con ANI> 400 W/m e ciò comporta un aumento della potenza dispersa

per irraggiamento.

46

2.5. CAMPO SOLARE

FIGURA 28 CAMPO SOLARE

Il campo solare è costituito dall’insieme delle stringhe alimentate in parallelo,

ciascuna delle quali comprende 𝑛𝑐𝑝𝑠 = 6 collettori/stringa 3

. Ogni stringa è collegata

ai due serbatoi di accumulo attraverso due tubazioni collegate alle linee di

distribuzione a 290 °C e di raccolta del sale a 550 °C (headers).

Per un corretto bilanciamento della portata di sale all’interno del campo solare è

necessario adottare una configurazione per quanto possibile simmetrica rispetto alle

linee di distribuzione e quadrata, per ridurre al minimo la lunghezza delle tubazioni e

l’impatto sul territorio. In base alla taglia degli impianti si può adottare una

configurazione in “linea” per impianti di piccola taglia (1) e ad “H”, per impianti di

taglia commerciale (2).

3 In funzione della taglia dell’impianto e del sito di installazione possono variare da 4 ad 8.

47

FIGURA 29 LAYOUT DI UN IMPIANTO DI PICCOLA TAGLIA E DI TAGLIA COMMERCIALE

L’estensione del campo solare è funzione principalmente della taglia dell’impianto.

La superficie riflettente totale è pari alla superficie riflettente di un collettore per il

numero di collettori necessari alla produzione richiesta senza accumulo, moltiplicata

per il multiplo solare (SM, Solar Multiple), che tiene conto della capacità termica

prevista per il sistema di accumulo.

Partendo dalla superficie del collettore:

𝑆𝑐 = 𝐿𝑐 ∙ (𝐴𝑝 − 𝐺𝑐)

Dove:

𝑆𝑐= Proiezione della superficie parabolica sul piano di captazione [m2]

𝐿𝑐= Lunghezza del collettore [m]

𝐴𝑝= Apertura parabole [m]

𝐺𝑐= Gap centrale tra le semi-parabole [m]

48

Fissata la potenza elettrica dell’impianto 𝑃𝑒, si può calcolare la potenza termica che

deve essere fornita dal generatore di vapore alla turbina:

𝑃𝐺𝑉 =𝑃𝑒

𝜂𝑡ℎ

Dove 𝜂𝑡ℎ è il rendimento termodinamico dell’impianto

Il numero di stringhe necessarie per la produzione senza accumulo è il seguente:

𝑛𝑠𝑝 =𝑃𝐺𝑉

𝑃𝑡ℎ 𝑠

Dove 𝑃ths è la potenza termica assorbita da una stringa con l’ANI di design definita

dall’analisi dei dati meteorologici [MWth]

La superficie del campo solare con accumulo (𝑆𝑆𝐹 ) è data quindi dalla relazione

seguente:

𝑆𝑆𝐹 = 𝑆𝑐 𝑛𝑐𝑝𝑠 𝑛𝑠𝑝 𝑆𝑀

Nota l’estensione del campo solare è possibile dimensionare la rete di tubazioni

definendo i diametri degli headers e delle tubazioni che collegano quest’ultimi con le

linee di tubi ricevitori delle stringhe.

A partire dal valore della portata in massa che alimenta una stringa in funzione del

valore dell’ANI di design, si calcolano le velocità nominali di ingresso e di uscita del

sale fuso da una stringa:

𝑣𝐼𝑁 𝑀𝑆 290°𝐶 =4 �̇�𝑀𝑆 𝐷𝑒𝑠𝑖𝑔𝑛

𝜌290°𝐶 𝜋 𝐷𝑇𝑅2

𝑣𝑂𝑈𝑇 𝑀𝑆 550°𝐶 =4 �̇�𝑀𝑆 𝐷𝑒𝑠𝑖𝑔𝑛

𝜌550°𝐶 𝜋 𝐷𝑇𝑅2

Dove:

�̇�𝑀𝑆 𝐷𝑒𝑠𝑖𝑔𝑛= Portata di sale fuso in una stringa corrispondente all’ANI di design

[kg/s]

𝜌290°𝐶 = Densità del sale fuso alla temperatura di 290°C [kg/m3]

49

𝜌550°𝐶 = Densità del sale fuso alla temperatura di 550°C [kg/m3]

𝐷𝑇𝑅 = Diametro interno del tubo ricevitore [m]

Con relazioni simili possono essere calcolati i diametri dei vari tratti degli headers,

dove sono previsti tratti con restringimento di sezione per mantenere la velocità di

flusso del sale circa costante. Lo stesso discorso vale anche per le tubazioni che

collegano i serbatoi con gli headers. Per il dimensionamento dei “bridges” (tubazioni

di rinvio di lunghezza 15 m posizionate tra il terzo e il quarto collettore delle

stringhe), si è assunto un tubo di acciaio inox AISI 321, diametro esterno 70 mm,

spessore 3 mm.

Per valutare l’efficienza dell’isolamento termico necessario per minimizzare le

perdite di calore verso l’ambiente è stato considerato il seguente modello di scambio

termico:

o Convezione tra la miscela di sali fusi e la parete interna del tubo d’acciaio

o Conduzione nel materiale isolante in direzione radiale

o Convezione tra aria ambiente e parete esterna della coibentazione

Il materiale di riferimento per le tubazioni è l’acciaio AISI 321, per evitare problemi

di corrosione. per la coibentazione delle tubazioni è stata scelta una copertura in lana

di vetro per alta temperatura.

Nel modello di ottimizzazione del raggio critico dell’isolamento termico degli

heaters e del piping, si è considerata una temperatura omogenea del sale nella

sezione di flusso, circa uguale alla temperatura della parete interna del tubo

d’acciaio.

Lo schema di scambio termico può essere descritto utilizzando l’analogia con le

resistenze elettriche:

50

Heaters

𝑅𝑐𝑜𝑛𝑣 𝑠𝑡 =1

2𝜋ℎ𝑠𝑟𝐻𝑖𝐿𝐻

𝑅𝑐𝑜𝑛𝑑 𝑡 =

ln (𝑟𝐻𝑒

𝑟𝐻𝑖)

2𝜋𝐿𝐻𝑘𝑙𝑣

𝑅𝑐𝑜𝑛𝑣 𝑡𝑎 =1

2𝜋ℎ𝑎𝑟𝐻𝑒𝐿𝐻

Piping del campo solare

𝑅𝑐𝑜𝑛𝑣 𝑠𝑡 =1

2𝜋ℎ𝑠𝑟𝑝𝑖𝐿𝑝

𝑅𝑐𝑜𝑛𝑑 𝑡 =

ln (𝑟𝑝𝑒

𝑟𝑝𝑖

)

2𝜋𝐿𝑝𝑘𝑙𝑣

𝑅𝑐𝑜𝑛𝑣 𝑡𝑎 =1

2𝜋ℎ𝑎𝑟𝑝𝑒𝐿𝑝

Dove:

𝑟𝐻𝑖 = Raggio interno header [m]

𝑟𝐻𝑒 = Raggio esterno header [m]

𝐿𝐻 = Lunghezza degli Headers [m]

𝑟𝑝𝑖= Raggio interno del piping del campo solare [m]

𝑟𝑝𝑒= Raggio esterno del piping del campo solare [m]

𝐿𝑝 = Lunghezza del piping [m]

Per il calcolo del coefficiente di scambio convettivo del sale fuso (hs) è stata utilizzata la

relazione di Dittus-BÖlter:

𝑁𝑢 = 0.023𝑅𝑒0.8𝑃𝑟0.4

Con:

𝑅𝑒 =𝑤𝑀𝑆𝐷𝑖

𝜈𝑀𝑆

𝑃𝑟 =𝜈𝑀𝑆

𝛼𝑀𝑆

𝑤𝑀𝑆 = Velocità del sale fuso [m/s]

𝐷𝑖 = Diametro interno del condotto (heaters o piping) [m]

51

𝜈𝑀𝑆 = Viscosità cinematica del sale fuso [m2/s]

𝛼𝑀𝑆 = Diffusività termica del sale fuso [W/mK]

Per il calcolo del coefficiente di scambio convettivo con l’aria (ha), sono distinguibili

due casi:

o Velocità del vento maggiore di 1 m/s

Correlazione di Hilpert per la convezione forzata:

𝑁𝑢 = 𝐵𝑅𝑒𝑛

Dove i fattori 𝐵 ed 𝑛 sono riportati nella tabella seguente in funzione del numero

di Reynolds.

Re n B

1-4 0.33 0.891

4-40 0.385 0.821

40-4000 0.466 0.615

4000-40000 0.618 0.174

40000-250000 0.805 0.0239

o Velocità del vento minore di 1 m/s

Correlazione di Incropera e De Witt per la convezione naturale:

𝑁𝑢 = {0.6 + 0.387𝑅𝑎16 [1 + (0.559𝑃𝑟−1)

916]

−8

27}

2

Dove:

𝑅𝑎 = 𝐺𝑟 𝑃𝑟

Con:

𝐺𝑟 =𝑔 𝐷3 𝛽𝜌2 (𝑇𝑝 − 𝑇𝑎)

𝜇2

𝑃𝑟 =𝜈𝑎

𝛼𝑎

𝑇𝑝 = Temperatura di parete [°C]

𝑇𝑎 = Temperatura dell’aria [°C]

52

La potenza termica scambiata da minimizzare sarà quindi:

�̇� =𝑇𝑀𝑆 − 𝑇𝑎

∑ 𝑅𝑖

Dove 𝑇𝑀𝑆 è la temperatura del sale fuso [°C] e 𝑇𝑎 la temperatura dell’aria ambiente.

53

2.6. SISTEMA DI ACCUMULO TERMICO

Lo storage termico è il vantaggio principale della tecnologia solare a sali fusi, perché

garantisce l’affidabilità e la redditività economica dell’impianto.

Il sistema di accumulo diretto di sale ad alta temperatura, aumenta l’affidabilità della

produzione di energia elettrica grazie alla possibilità di ridurre i picchi di produzione,

permettendo all’impianto di potenza di lavorare in condizioni di stabilità e quindi di

ridurre le possibilità di guasto. L’obiettivo principale è aumentare il fattore di capacità

dell’impianto4.

La richiesta di potenza elettrica non è costante nel tempo, ma l’eccesso di calore

disponibile in periodi di bassa richiesta può essere caricato nel sistema di accumulo

termico (TES, Thermal Energy Storage), per aumentare la produzione di energia

elettrica durante i periodi di maggiore richiesta. Il risultato è una maggiore flessibilità

dell’impianto, che migliora la capacità produttiva e la stabilità della rete di

distribuzione. Questo miglioramento ha una ricaduta positiva anche sulla riduzione dei

costi di produzione e sul costo dell’energia.

La domanda di energia nei settori industriale, commerciale e residenziale, varia durante

il giorno, le settimane e le stagioni. Queste variazioni possono essere seguite con

maggiore efficienza dai sistemi di accumulo termico, che garantendo costantemente la

disponibilità di energia elettrica, riducono il costo del kWh.

L'energia può essere conservata in diversi modi. Ma in tutti paesi industrializzati

l'energia viene prodotta e trasferita sotto forma di calore da accumulare, utilizzare

direttamente, o trasformare in energia elettrica. Il calore può essere considerato quindi

una fonte primaria di sviluppo dei processi produttivi.

In un impianto solare termodinamico deve essere sempre integrato un sistema di

accumulo termico, perché la disponibilità di energia solare è limitata nel tempo e non

coincide con i periodi di richiesta di energia elettrica. I sistemi TES hanno comunque

delle limitazioni fisiche:

4 Il fattore di capacità di un impianto di energia elettrica, è il rapporto tra l’energia elettrica realmente

prodotta e l’energia elettrica producibile in modo continuativo alla massima capacità, ossia a potenza

nominale.

54

o Efficienza di accumulo: Rapporto tra l'energia termica utile immagazzinata nel

serbatoio e l’energia primaria disponibile;

o Efficienza di trasformazione: Rapporto tra l’energia elettrica prodotta e l’energia

termica utile immagazzinata.

Di queste limitazioni si deve tenere conto in fase di progettazione delle dimensioni del

campo solare.

Dalla Figura 30 , si può notare che normalmente il picco massimo di consumo

giornaliero dell’energia elettrica si verifica dopo il tramonto. I sistemi di storage

possono aiutare gli impianti solari a risolvere in parte il problema, utilizzando l'energia

termica immagazzinata durante il giorno.

FIGURA 30 ESEMPIO DI DIAGRAMMA DI CARICO GIORNALIERO, IN CUI SONO EVIDENZIATE LE PUNTE DI CARICO (A), IL CARICO

BASE (B) E LE ECCEDENZE (C).

Il National Renewable Energy Laboratory (NREL), ha elaborato un modello che mette

in relazione il fattore di capacità, la capacità di stoccaggio termico ed il multiplo solare.

Il modello è in grado di confrontare diverse opzioni in termini di tecnologia e

configurazione d’impianto, con l’obiettivo di ottimizzare la progettazione di un

impianto CSP. Nelle decisioni di progettazione va quindi considerato un trade-off tra i

costi incrementali determinati dall’aumento del campo solare e del sistema di storage,

bilanciati però dall’incremento dei profitti che matureranno dalla maggiore produzione

di energia e dalla maggiore dispacciabilità.

La figura seguente mostra gli andamenti del costo attualizzato dell’energia elettrica

(LCOE, Levelised Cost of Electricity), espresso in $/kWhth, in funzione del multiplo

solare e per diverso numero di ore di accumulo.

55

FIGURA 31 LCOE, LEVELISED COST OF ELECTRICITY (NREL)

Di seguito viene riassunto lo studio della simulazione di funzionamento di un sistema di

accumulo termico a sali fusi con doppio serbatoio. Il serbatoio caldo accumula sale fuso

proveniente dal campo solare a 550°C, per alimentare il generatore di vapore. Il sale

esce dal generatore di vapore a 290 °C, per essere accumulato nel serbatoio freddo e

successivamente inviato nel campo solare per raccogliere il calore prodotto dalla

radiazione solare e accumularlo nel serbatoio caldo. Il modello calcola innanzitutto la

massa di sale fuso da accumulare nel serbatoio caldo per alimentare in assenza di

radiazione solare il generatore di vapore a piena potenza:

𝑚𝐻𝑇 = �̇�𝐺𝑉 ∗ ℎ ∗ 3600

Con:

�̇�𝐺𝑉 =𝑃𝑒

𝜂𝑡ℎ ∫ 𝑐𝑝(𝑇)𝑑𝑇𝑇𝐻𝑇

𝑇𝐶𝑇

Dove:

𝑚𝐻𝑇 = Massa di sale da accumulare nel serbatoio caldo [kg]

ℎ = Ore di produzione con l’accumulo [h]

�̇�𝐺𝑉 = Portata di sale richiesta dal generatore di vapore [kg/s]

𝑐𝑃 = Calore specifico del sale fuso [J/kg K]

56

𝑇𝐻𝑇 = Temperatura del serbatoio caldo [°C]

𝑇𝐶𝑇 = Temperatura del serbatoio freddo [°C]

Nota l’estensione del campo solare e quindi il diametro e la lunghezza delle tubazioni il

modello calcola la massa di sale totale necessaria al funzionamento dell’impianto, cioè

la massa di sale fuso da accumulare nel serbatoio freddo al primo riempimento, che è

pari alla somma della massa precedentemente calcolata per l’accumulo, la massa in

circolazione nel campo solare e la massa raccolta nei volumi morti dei due serbatoi al di

sotto della sezione di ingresso del sale nelle pompe di circolazione.

𝑚𝑇𝑂𝑇 = 𝑚𝐻𝑇 + 𝑚𝑣𝑚 𝐻𝑇 + 𝑚𝑣𝑚 𝐶𝑇 + 𝑚𝑆𝐹

Dove:

𝑚𝑇𝑂𝑇 = massa da accumulare nel serbatoio freddo al primo riempimento [kg]

𝑚𝑣𝑚 𝐻𝑇 = massa contenuta nel volume morto del serbatoio caldo [kg]

𝑚𝑣𝑚 𝐶𝑇 = massa contenuta nel volume morto del serbatoio freddo [kg]

𝑚𝑆𝐹 = massa di sale fuso circolante nel campo solare [kg]

FIGURA 32 SISTEMA DI ACCUMULO TERMICO (SERBATOIO FREDDO E CALDO) DELL’IMPIANTO ARCHIMEDE

Il volume del serbatoio è uguale al volume totale occupato dalla massa di sale fuso,

considerando per il volume morto un’altezza di circa 0.75 m. L’altezza totale del

serbatoio deve essere valutata aggiungendo circa 1 m all’altezza del pelo libero del sale

fuso, per assecondare eventuali problemi di sloshing, cioè ondeggiamenti del sale fuso

causati da terremoto.

57

Entrambi i serbatoi hanno lo stesso volume e sono costituiti da una lamina interna di

acciaio AISI 316-Ti, resistente alla corrosione e con buone caratteristiche meccaniche

ad alta temperatura, rivestita esternamente da un serbatoio di acciaio al carbonio con la

funzione di struttura portante. L’esterno del serbatoio è rivestito da una parete in

mattoni refrattari e da una serie di layer termicamente isolanti per alta temperatura, di

spessore opportuno per minimizzare lo scambio termico con l’ambiente.

Il modello di simulazione analizza le dinamiche di riempimento e svuotamento dei due

serbatoi in esercizio, attraverso bilanci di massa ed energia, che descrivono in dettaglio

le dinamiche funzionali.

La portata in ingresso nel serbatoio caldo è pari alla portata di sale fuso a 550°C in

uscita dal campo solare che dipende dall’intensità della radiazione solare. La portata in

uscita dal serbatoio caldo è pari alla portata di sale richiesta per alimentare il generatore

di vapore e che successivamente, a 290 °C, viene inviata nel serbatoio freddo. Se la

portata di sale fuso non raggiunge la temperatura richiesta per l’invio nel serbatoio

caldo, viene ricircolata nel serbatoio freddo e quindi rinviata nel campo solare.

Gli impianti solari termodinamici comprendono sempre una caldaia ausiliaria per

compensare la variabilità naturale della radiazione solare.

Negli impianti solari lineari parabolici di piccola taglia a serbatoio unico, con sali fusi

ad alta temperatura e generatore di vapore integrato nel serbatoio, il sale fuso che esce

dal campo solare a 550 °C viene inviato direttamente ad un distributore posizionato nel

serbatoio di accumulo, ad un’altezza leggermente inferiore al pelo libero del sale fuso.

Se invece l’ANI non è sufficientemente elevata per raggiungere la massima

temperatura, il sale fuso viene inviato prima ad una caldaia (alimentata a biomassa,

biogas, singas o metano), dove viene riscaldato a 550°C e quindi al distributore nel

serbatoio. Questo tipo di impianti sfrutta la capacità del sale fuso di stratificare a causa

della temperatura creando un termoclino, che nel serbatoio di accumulo separa la zona

superiore di sale a 550 °C da quella inferiore, dove viene accumulato il sale fuso a 290

°C che in uscita dal generatore di vapore alimenta il campo solare.

Per impianti solari con elevato numero di ore di accumulo e quindi con sistemi di

accumulo termico a doppio serbatoio, considerato che la portata di sale in uscita dal

campo solare è mediamente maggiore della portata che alimenta il generatore di vapore,

58

è più conveniente inserire la caldaia ausiliaria a valle del serbatoio caldo e inoltre, in

questo modo è comunque garantita la massima temperatura d’ingresso del sale fuso nel

generatore di vapore anche in giornate in cui la radiazione solare è insufficiente.

La logica di funzionamento del sistema di accumulo termico è stata simulata assumendo

condizioni operative quasi stazionarie, con intervallo temporale della discretizzazione

pari a un’ora (coerentemente con i dati di input della distribuzione annuale della DNI).

Facendo riferimento allo schema seguente:

FIGURA 33 BILANCI DI MASSA NEL SERBATOIO CALDO E FREDDO

La portata (�̇�𝑆𝐹) , rappresenta la portata che entra nel campo solare a temperatura

𝑇𝐶𝑇𝑂𝑈𝑇 ed esce a temperatura 𝑇𝑆𝐹𝑂𝑈𝑇

.

Se 𝑇𝑆𝐹𝑂𝑈𝑇 è compresa nell’intervallo tra 450 e 550 °C, con (�̇�𝑆𝐹) e 𝑇𝑆𝐹𝑂𝑈𝑇

= 𝑇𝐻𝑇𝐼𝑁,

entrambi funzioni dell’ANI, l’energia accumulata nel serbatoio caldo in un’ora è:

3,6 (�̇�𝑆𝐹) ∫ 𝑐𝑝(𝑇)𝑑𝑇 (𝑀𝑊ℎ)𝑇𝐻𝑇𝐼𝑁

𝑇𝐶𝑇𝑂𝑈𝑇

L’energia che la caldaia 𝐶𝐼 deve fornire alla portata (�̇�𝑆𝐹) in un’ora, per incrementare

la temperatura del sale fuso a 550 °C è:

3,6 (�̇�𝑆𝐹) ∫ 𝑐𝑝(𝑇)𝑑𝑇 (𝑀𝑊ℎ)550

𝑇𝐻𝑇𝐼𝑁

Se la temperatura di uscita del sale fuso dal campo solare è 𝑇𝑆𝐹𝑂𝑈𝑇 < 450 °C, la

portata (�̇�𝑆𝐹) viene accumulata nel serbatoio freddo.

Considerando la massa di sale nel volume morto del serbatoio caldo (𝑚𝑉𝑀) e la massa

di sale accumulata fino all’ora precedente 𝑚𝐻𝑇(𝑡 − 1), dove 𝑡 è il tempo espresso in

ore, la massa accumulata nel serbatoio caldo nell’ora 𝑡, è la seguente:

59

𝑚𝐻𝑇(𝑡) = 𝑚𝑉𝑀 + 𝑚𝐻𝑇(𝑡 − 1) + (�̇�SF)

Durante le giornate con elevata insolazione è possibile raggiungere il massimo livello di

sale fuso accumulato nel serbatoio caldo quando l’ANI è ancora sufficientemente

elevata per accumulare sale fuso a 550 °C.

Prima che tale condizione si verifichi, diversi collettori devono essere posizionati fuori

fuoco, in modo che all’uscita del campo solare il sale fuso possa raggiungere 550 °C

con una la portata (�̇�𝑆𝐹)𝐸𝐹𝐹 leggermente inferiore alla portata che alimenta il

generatore di vapore.

La portata di dumping è definita dalla relazione seguente:

�̇�𝐷𝑈𝑀𝑃 = (�̇�𝑆𝐹)𝑅𝐼𝐹 − (�̇�𝑆𝐹)𝑅𝐼𝐷

Dove:

(�̇�𝑆𝐹)𝑅𝐼𝐹 = Portata di riferimento rispetto al valore dell’ANI, per raggiungere

𝑇𝑆𝐹𝑂𝑈𝑇=550°C in condizioni normali di esercizio (collettori a fuoco)

(�̇�𝑆𝐹)𝑅𝐼𝐷 = Portata ridotta rispetto al valore dell’ANI, per raggiungere 𝑇𝑆𝐹𝑂𝑈𝑇= 550°C

in condizioni di campo solare con parte dei collettori fuori fuoco

La portata di dumping deve essere minima, in modo da massimizzare l’efficienza del

sistema di accumulo.

Il serbatoio freddo viene alimentato da tre possibili portate in ingresso:

(�̇�𝐺𝑉): 𝑃ortata d’ingresso al generatore di vapore

(�̇�𝑆𝐹)T<450: Portata in uscita dal campo solare che non ha raggiunto i 450°C

(�̇�SF)NOT : Portata minima proveniente dal campo solare in assenza di

radiazione

Le portate di sale fuso in uscita dal serbatoio freddo sono le seguenti:

(�̇�𝑆𝐹): Portata inviata al campo solare in funzione dell’intensità di radiazione

(�̇�SF)NOT: portata minima ricircolata nel campo solare in assenza di radiazione

60

La massa accumulata nel serbatoio freddo nell’intervallo di un’ora, considerando la

massa del volume morto e la massa accumulata alla fine dell’ora precedente, è pari a:

𝑚𝐶𝑇(𝑡) = 𝑚𝑉𝑀 + 𝑚𝐶𝑇 (𝑡 − 1) + (�̇�GV) + (�̇�𝑆𝐹)T<450 − (�̇�SF)

Nelle figure successive sono mostrati alcuni esempi di risultati ottenuti dalla

simulazione di esercizio di un impianto di potenza 5 MWe.

FIGURA 34 VARIAZIONE DEL LIVELLO DEL SALE FUSO NEL SERBATOIO CALDO (HHT) E NEL SERBATOIO FREDDO (HCT)

La potenza trasferita al fluido nel campo solare e dalla combustione in caldaia di un

combustibile tradizionale quando 𝑇𝑆𝐹𝑂𝑈𝑇 >450 °C possono essere valutate dalle

relazioni:

𝑃𝑀𝑆 = (�̇�SF) 𝑐𝑃̅̅̅̅ (550 − 290)

(𝑃𝑀𝑆)𝐶𝐼 = (�̇�SF) 𝑐𝑃̅̅̅̅ (550 − 𝑇𝑆𝐹𝑂𝑈𝑇 )

FIGURA 35 POTENZA TRASFERITA AL FLUIDO

61

La potenza totale erogata dal generatore di vapore è data dalla relazione:

𝑃𝐺𝑉 = (�̇�)GV 𝑐�̅� (550 − 290)

FIGURA 36 POTENZA EROGATA DAL GENERATORE DI VAPORE

Per quanto riguarda il dumping:

𝑃𝐷𝑈𝑀𝑃 = �̇�DUMP 𝑐�̅� (550 − 290)

Per l’energia accumulata nel serbatoio:

(𝐸𝐸𝐹𝐹)𝐻𝑇 = 𝑚 HT EFF 𝑐�̅� (𝑇𝐻𝑇 − 𝑇𝐶𝑇)

FIGURA 37 ENERGIA ACCUMULATA

62

Dove:

𝑃𝑀𝑆 = Potenza trasferita al fluido dalla radiazione solare [MW]

(𝑃𝑀𝑆)𝐶𝐼 = Potenza trasferita al fluido dalla caldaia ausiliaria [MW]

𝑇𝑆𝐹 = Temperatura di uscita dal campo solare, in questo caso compresa tra

450°C e 550°C

𝑃𝐺𝑉 = Potenza erogata dal generatore di vapore [MW]

𝑃𝐷𝑈𝑀𝑃 = Potenza persa per dumping [MW]

(𝐸𝐸𝐹𝐹)𝐻𝑇 = Energia effettivamente accumulata nel serbatoio caldo [MWh]

𝑇𝐻𝑇 = Temperatura del serbatoio caldo [°C}

𝑇𝐶𝑇 = Temperatura del serbatoio freddo [°C}

Per calcolare le temperature del serbatoio caldo e di quello freddo, si sono calcolate le

temperature di miscelamento in entrambi i serbatoi considerando sempre condizioni di

regime quasi stazionario e ad intervalli di tempo di un’ora, e le perdite per scambio

termico con l’esterno.

Per il serbatoio freddo si è innanzitutto calcolata la temperatura di miscelamento tra la

corrente di sale fuso proveniente dal generatore di vapore e quella proveniente dal

campo solare.

Le portate in uscita al generatore di vapore sono le stesse portate in uscita dal serbatoio

caldo; in base alle condizioni di ANI e di accumulo una delle tre portate, Mout, M’out ed

M’’out , sarà diversa da zero. La massa in ingresso al serbatoio freddo proveniente dal

campo solare è quella massa che non ha raggiunto la temperatura in ingresso in

caldaia/serbatoio caldo. Se la Mnott è nulla la temperatura T’eq coinciderà con la

temperatura di uscita del sale dal generatore di vapore pari a 290°C.

𝑇′𝑒𝑞 =𝑀𝑛𝑜𝑡𝑡𝑐𝑃1𝑇𝑂𝑈𝑇 𝑆𝐹 + 𝑀𝑜𝑢𝑡𝑐𝑃2𝑇𝑂𝑈𝑇 𝐺𝑉 + 𝑀′𝑜𝑢𝑡𝑐𝑃2𝑇𝑂𝑈𝑇 𝐺𝑉 + 𝑀′′𝑜𝑢𝑡𝑐𝑃2𝑇𝑂𝑈𝑇 𝐺𝑉

𝑀𝑜𝑢𝑡𝑐𝑃2 + 𝑀′𝑜𝑢𝑐𝑃2 + 𝑀′′𝑜𝑢𝑡𝑐𝑃2 + 𝑀𝑛𝑜𝑡𝑡𝑐𝑃1

63

Dove:

𝑇𝑂𝑈𝑇 𝑆𝐹= Temperatura in uscita dal campo solare [°C]

𝑇𝑂𝑈𝑇 𝐺𝑉= Temperatura di uscita dal generatore di vapore= 290°C

𝑐𝑃1= Calore specifico medio tra le temperature di uscita dal campo solare [J/kg

K]

𝑐𝑃2= Calore specifico calcolato tra i 272°C e 290°C [J/kg K]

𝑐𝑃3= Calore specifico calcolato tra i 278°C e Tct(t-1) [J/kg K]

Mout= Portata di sale richiesta dal generatore di vapore inviata “direttamente”

dal campo solare. In questo caso la radiazione è sufficiente a riscaldare la portata

richiesta dal generatore di vapore.

M’out= Portata di sale accumulata nel serbatoio caldo ed inviata al generatore di

vapore quando la radiazione non è sufficiente a scaldare tutta la portata richiesta dal

generatore di vapore.

M’’out= Portata di sale residua nel serbatoio in grado di alimentare il generatore

di vapore per un tempo inferiore all’ora.

Nota la temperatura T’eq è stata calcolata la temperatura di miscelamento tra la massa

già contenuta all’interno del serbatoio (MCT) considerata alla temperatura TCT(t-1) e la

corrente in ingresso (MGV+MSF) alla temperatura prima calcolata T’eq.

𝑇𝑒𝑞 =𝑀𝐶𝑇(𝑡 − 1)𝑐𝑃2𝑇𝐶𝑇(𝑡 − 1) + (𝑀𝐺𝑉 + 𝑀𝑆𝐹)𝑐𝑃3𝑇′𝑒𝑞

𝑀𝐶𝑇(𝑡 − 1)𝑐𝑃2 + (𝑀𝐺𝑉 + 𝑀𝑆𝐹)𝑐𝑃3

Dove:

𝑀𝐶𝑇(𝑡 − 1) = Massa contenuta nel serbatoio freddo nell’ora precedente[kg]

𝑇𝐶𝑇(𝑡 − 1)= Temperatura del serbatoio freddo nell’ora precedente [°C]

Quest’ultima è stata calcolata come:

𝑇𝐶𝑇 = 𝑇𝑒𝑞 −�̇�𝐶𝑇 _𝑝𝑒𝑟𝑠𝑎

𝑐𝑃4𝑀𝐶𝑇

64

Dove:

𝑐𝑃4= Calore specifico del sale fuso calcolato tra 278°C e 𝑇𝑒𝑞 [J/kg K]

�̇�𝐶𝑇_𝑝𝑒𝑟𝑠𝑎= Potenza termica persa per scambio di calore della massa di sale fuso

contenuta nel serbatoio freddo ( 𝐶𝑇) con l’esterno [W]

Per il serbatoio caldo si è studiato il caso di caldaia a monte dello stesso quindi la

temperatura della portata di sale in ingresso è sempre circa 550°C. Le variazioni della

temperatura della massa di sale accumulata sarà quindi funzione delle sole perdite per

scambio termico con l’esterno:

𝑇𝐻𝑇 = 𝑇𝑒𝑞 −�̇�𝐻𝑇 _𝑝𝑒𝑟𝑠𝑎

𝑐𝑃5𝑀𝐻𝑇

Dove:

𝑐𝑃5= Calore specifico del sale fuso calcolato tra 500°C e 550°C [J/kg K]

�̇�𝐻𝑇_𝑝𝑒𝑟𝑠𝑎= Potenza termica persa per scambio di calore della massa di sale fuso

contenuta nel serbatoio caldo (𝑀𝐻𝑇) con l’esterno [W]

La conoscenza della temperatura del serbatoio freddo è di fondamentale importanza per

il corretto funzionamento dell’impianto. Come si è visto dalla caratterizzazione del sale

fuso la sua temperatura non può scendere al sotto della temperatura di solidificazione.

Altrettanto importante è che la temperatura all’interno del serbatoio freddo non superi i

330-340°C, altrimenti si avrebbe in ingresso al campo solare una temperatura di molto

superiore a quella di progetto, implicando la necessità di aumentare eccessivamente la

portata da far circolare. Altrettanto importante è il controllo della temperatura del

serbatoio caldo che non può scendere al di sotto di circa 530-540°C, temperatura

richiesta in ingresso al generatore di vapore.

Per tenere la temperatura massima e minima di entrambi i serbatoi sotto controllo si è

dimensionato il sistema di isolamento del serbatoio andando anche, di conseguenza, a

minimizzare la potenza termica persa dal serbatoio (�̇�𝐻𝑇/𝐶𝑇_𝑝𝑒𝑟𝑠𝑎).

65

Entrambi i serbatoi sono realizzati con una serie di layer necessari al supporto

strutturale del serbatoio oltre che per l’isolamento termico. Muovendosi dall’interno

verso l’esterno orizzontalmente la configurazione costruttiva è:

o Camicia in acciaio inossidabile (AISI 316 Ti), a diretto contatto con il sale

o Rivestimento in mattoni refrattari KX-99

o Rivestimento in mattoni isolanti G-23

o Mantello in acciaio inossidabile 304L

o Coperta isolante in Morgan Kaowool

o Coperta isolante in Morgan Superwool HT

o Pannelli isolanti Morgan Superwool Plus Blanket

Oltre alle perdite sulle pareti sono state calcolate anche le perdite di calore del fondo

che si è assunto con la stessa struttura composita della parete.

�̇�𝑓𝑜𝑛𝑑𝑜 =(𝑇𝑀𝑆 − 𝑇𝑠𝑢𝑜𝑙𝑜)

𝑅′𝑚𝑟 + 𝑅′𝑚𝑖 + 𝑅′𝑘𝑤 + 𝑅′𝑠𝑤 + 𝑅′𝐵𝑇𝑈

Dove:

𝑅′𝑚𝑟 =s𝑚𝑟

𝜋𝑟𝑖2𝑘𝑚𝑟

Resistenza di mattoni refrattari

𝑅′𝑚𝑖 =s𝑚𝑖

𝜋𝑟𝑖2𝑘𝑚𝑖

Resistenza di mattoni isolanti

𝑅′𝑘𝑤 =s𝑘𝑤

𝜋𝑟𝑖2𝑘𝑘𝑤

Resistenza di isolante Kaowool

𝑅′𝑠𝑤 =s𝑠𝑤

𝜋𝑟𝑖2𝑘𝑠𝑤

Resistenza di isolante Superwool

𝑅′𝐵𝑇𝑈 =s𝐵𝑇𝑈

𝜋𝑟𝑖2𝑘𝐵𝑇𝑈

Resistenza di isolante BTU Block

𝑟𝑖 = Raggio interno del serbatoio [m]

s𝑖 = Spessore dell’isolante i-esimo [m]

𝑘𝑖 = Conduttività termica dell’isolante i-esimo [W/m°C]

66

TABELLA 5 CARATTERISTICHE TERMOFISICHE DEI MATERIALI ISOLANTI IMPIEGATI PER I SERBATOI

T [°C] Kmr Kmi Kkw Ksw KBTU

KX-99 G-23 Kaowool Superwool Plus 128 BTU-Block

500 1,41 0,33 0,12 0,12 0,03

300 1,40 0,15 0,10 0,10 0,03

Al di sotto di questa struttura vi è un basamento in cemento a sorreggere il peso del sale

fuso. Le proprietà meccaniche del cemento presentano una condizione di crisi al di

sopra dei 300°C circa, è quindi necessario prevedere un sistema di raffreddamento delle

fondamenta.

Il modello di scambio termico utilizzato per ottimizzare il raggio critico di ogni strato

isolante considera lo scambio termico per conduzione tra gli strati di materiale isolante e

lo scambio per convezione con l’aria. Ipotesi semplificativa è stata considerare gli strati

in metallo una conduttanza unitaria e si è assunta una temperatura della parete interna

pari alla temperatura del sale.

Lo schema di scambio termico nelle pareti può essere descritto utilizzando l’analogia

con le resistenze elettriche:

Dove:

𝑅𝑚𝑟 =ln(

𝑟𝑒

𝑟𝑖)

2𝜋𝐻𝑠𝑘𝑚𝑟 Resistenza dei mattoni refrattari

𝑅𝑚𝑖 =ln(

𝑟𝑒

𝑟𝑖)

2𝜋𝐻𝑠𝑘𝑚𝑖 Resistenza dei mattoni isolanti

𝑅𝑘𝑤 =ln(

𝑟𝑒

𝑟𝑖)

2𝜋𝐻𝑠𝑘𝑘𝑤 Resistenza dell’isolante Kaowool

67

𝑅𝑠𝑤 =ln(

𝑟𝑒

𝑟𝑖)

2𝜋𝐻𝑠𝑘𝑠𝑤 Resistenza dell’isolante Superwool

𝑅𝐵𝑇𝑈 =ln(

𝑟𝑒

𝑟𝑖)

2𝜋𝐻𝑠𝑘𝐵𝑇𝑈 Resistenza dell’isolante BTU Block

𝑅𝐶𝑜𝑛𝑣 =1

2𝜋ℎ𝑐𝑟𝑖𝐻𝑠 Resistenza dei mattoni refrattari

𝐻𝑠= Livello di riempimento del serbatoio [m]

𝑟𝑒 = Raggio esterno del rispettivo layer [m]

𝑟𝑖 = Raggio interno del rispettivo layer [m]

Per calcolo del coefficiente di scambio convettivo (ℎ𝑐) è stata utilizzata la relazione di

Eckert e Jackson:

𝑁𝑢𝐿 = 0.678𝑃𝑟0.5𝐺𝑟𝐿

0.25

(0.952 + 𝑃𝑟)0.25

Con:

𝑁𝑢𝐿 =ℎ𝑐𝐻𝑠

𝑘

𝐺𝑟𝐿 =𝑔 𝐻𝑠

3 𝛽𝜌 (𝑇𝑝 − 𝑇𝑎)

𝜇2

La potenza persa attraverso le pareti è pari a:

�̇�𝐻𝑇/𝐶𝑇_𝑝𝑒𝑟𝑠𝑎 =(𝑇𝑀𝑆 − 𝑇𝑎)

𝑅𝑚𝑟 + 𝑅𝑚𝑖 + 𝑅𝑘𝑤 + 𝑅𝑠𝑤 + 𝑅𝐵𝑇𝑈 + 𝑅𝐶𝑜𝑛𝑣

Con:

𝑇𝑀𝑆= temperatura sale fuso [°C]

𝑇𝑎= temperatura dell’aria [°C]

68

FIGURA 38 TEMPERATURE DEL SALE ALL'INTERNO DEL SERBATOIO CALDO E FREDDO

In figura sono riportate le temperature dei serbatoi ottenute dalla simulazione del

funzionamento di un impianto da 5MW sito in Priolo Gargallo (Sicilia). Questo studio,

fatto attraverso dati della radiazione solare diretta misurati a terra, consente di

evidenziare come nei mesi invernali, a causa di lunghi periodi in assenza di radiazione,

si renda necessario l’utilizzo della caldaia ausiliaria per non far scendere al di sotto di

temperature limiti prestabilite il sale fuso.

69

2.7. RISULTATI TECNICI

Attraverso la trattazione qui svolta è possibile definire le prestazioni di un impianto

solare termodinamico a collettori parabolici, la cui valutazione può essere riassunta

dallo schema che segue:

FIGURA 39 BILANCIO ANNUALE DI ENERGIA DEL SISTEMA

L’energia in ingresso al sistema è l’integrale nell’anno dell’ANI. Utilizzando la

superficie captante totale ed il rendimento termico totale del campo solare si conosce

l’entità dell’energia assorbita dal fluido. L’energia accumulabile però risulta inferiore

all’energia assorbita a causa della potenza termica persa nella circolazione del sale nel

campo solare nelle ore in assenza di radiazione. Le dimensioni dell’accumulo

influiscono notevolmente sulla produttività dell’impianto: infatti se la massa di sali

accumulata è inferiore a quella relativa alla potenza che si potrebbe accumulare durante

il giorno, una parte di questa viene dispersa (energia scartata). Altra energia dispersa

deriva dalla potenza termica dispersa dalle tubazioni (piping) e dai serbatoi. All’energia

accumulata deve essere sommata l’energia proveniente dalla caldaia ausiliaria per

calcolare l’energia utilizzata. Infine noto il rendimento termodinamico dell’impianto

generatore di potenza si calcola l’energia elettrica finale prodotta.

70

2.8. VALUTAZIONE ECONOMICA

La costruzione di un qualunque impianto di produzione energetica richiede che venga

fatto prima una valutazione economica a completamento dello studio di fattibilità. E’ di

fondamentale importanza la corretta valutazione economica, specie se basato su

tecnologie innovative e/o con combustibili non tradizionali che hanno raggiunto lo

stadio di sviluppo della maturità industriale. Solo grazie ad essa si può infatti capire se

l’impianto proposto sta per diventare competitivo, sul libero mercato, con quelli già in

esercizio, oppure è ancora lontano dalla maturità commerciale.

La valutazione dell’economicità di un impianto da costruire, e la conseguente stima

della redditività da esso attesa, richiede una corretta quantificazione di tutte le entrate e

le uscite che si verificano durante la sua costruzione ed esercizio; vale infatti il principio

generale che un impianto di produzione energetica è economicamente conveniente solo

se, nel complesso, i ricavi da esso ottenibili sono maggiori dei costi richiesti (al netto

degli eventuali contributi concessi). Inoltre la corretta valutazione della redditività e

della fattibilità di impianti basati su tecnologie in costante sviluppo tecnologico,

comporta un’analisi di sensitività del risultato economico finale alle variazioni delle

grandezze che lo influenzano maggiormente, secondo diversi possibili scenari

riguardanti la loro evoluzione futura.

2.8.1. ANALISI DEI COSTI DELL’IMPIANTO DI GENERAZIONE

La valutazione dei costi, che devono essere sostenuti per ottenere la produzione

energetica, può essere fatta con riferimento a diverse modalità di funzionamento

dell’impianto in esame. In tal modo si può tener conto sia delle caratteristiche delle fonti

di energia primaria utilizzate che della eventuale presenza di sistemi d’accumulo

dell’energia trasformata, nonché di sistemi ausiliari d’integrazione di tipo tradizionale o

di un impianto integrato, in genere alimentati con combustibili tradizionali. Tutti questi

apparati hanno la funzione di compensare le differenze tra le potenze richieste dalle

utenze e quelle che l’impianto a sé stante sarebbe in grado di erogare, oppure di

mantenerne costante la potenza erogata, su intervalli temporali più o meno lunghi;

pertanto la presenza di almeno uno degli apparati diventa indispensabile quando si fa

ricorso ad una fonte primaria di tipo discontinuo (non programmabile). È evidente che

la scelta della modalità di funzionamento dell’impianto può incidere anche

71

profondamente sul dimensionamento delle sue varie parti componenti. Ciò avviene in

particolare quando la fonte primaria è di tipo non programmabile e il sistema di

generazione non è integrato in un impianto energetico commerciale (in genere di taglia

molto maggiore), ma è direttamente collegato alle utenze.

In questo paragrafo vengono esaminati i costi che incidono sulla produzione di un

impianto di generazione, suddivisi secondo le seguenti tre voci:

costo di costruzione;

costo di esercizio e manutenzione;

costo dei combustibili.

Ad esse va però aggiunta una quarta voce costo delle esternalità, per tener conto del

complessivo impatto negativo che la produzione energetica ha sull’ambiente e sulla

collettività. Fino a poco più di un decennio fa, questa voce non veniva presa in alcuna

considerazione nella valutazione dei costi di produzione, poiché l’esercente non aveva

alcun obbligo di risarcimento dei danni, diretti e indiretti, provocati dal funzionamento

dell’impianto.

Già da diversi anni sono stati definiti dei limiti alle emissioni inquinanti rilasciate da

ciascun impianto; oltre questo limite, il gestore deve pagare una penale proporzionale

all’entità del suo superamento, come parziale risarcimento della collettività per il danno

arrecato. Pertanto gli effetti, provocati all’esterno da un impianto di generazione,

cominciano a riflettersi economicamente sui costi di produzione ed è previsto che, in un

prossimo futuro, avranno un’incidenza crescente.

Quindi le “esternalità”, col loro progressivo trasferimento sui costi di produzione,

potrebbero sensibilmente modificare la scala di preferibilità delle varie fonti energetiche

primarie e le conseguenti scelte tra le diverse tipologie impiantistiche.

o Costo di costruzione

Il costo per la costruzione dell’impianto di generazione rappresenta il complesso delle

spese che si devono sostenere per la sua realizzazione e messa in servizio commerciale.

Tale costo dipende sia dalla taglia dell’impianto che dalle sue caratteristiche costruttive

ed è tanto maggiore, a parità di taglia, quanto più è innovativa la tecnologia sfruttata.

72

Per definire una valutazione quantitativa, i costi di costruzione vengono divisi in due

voci principali:

Costi diretti: comprendono le spese per la progettazione e la direzione lavori;

l’acquisto e la sistemazione del sito; la costruzione delle opere civili; la

fabbricazione, il trasporto e il montaggio in cantiere dei componenti principali;

l’avviamento dell’impianto.

Costi indiretti: comprendono le spese per le consulenze tecniche; l’iter

autorizzativo alla costruzione; la gestione degli ordini e dei contratti; le ispezioni

in fabbrica; i collaudi; la gestione dell’amministrazione; le imposte; gli interessi

passivi, corrisposti sull’eventuale capitale preso in prestito, fino all’entrata in

esercizio commerciale dell’impianto; le spese per l’assicurazione contro i rischi

nel cantiere; le somme da tenere a disposizione per far fronte ad eventuali

imprevisti nel corso della realizzazione.

Il costo di costruzione che verranno di seguito calcolati saranno a preventivo . Si terrà

quindi conto delle informazioni ricavabili da dati a consuntivo (cioè di impianti già

realizzati e di cui si hanno tutte le voci di costo accertate) di impianti analoghi (della

stessa tipologia e di taglia confrontabile), se disponibili, altrimenti delle informazioni

estrapolabili da impianti già realizzati, di taglia più piccola, oppure, in mancanza di

questi, da impianti di tipo dimostrativo e di ricerca.

È evidente quindi che le varie voci di costo possono presentare margini d’incertezza

tanto più ampi quanto più la tecnologia è di tipo innovativo e più è ridotta l’esperienza

complessivamente cumulata nella realizzazione della specifico componente.

L’attuale costo di investimento per impianti solare termodinamici nei paesi OECD5

(Organisation for Economic Co-operation and Development) varia tra i 4000 €/kW e

7000€/kW; mentre negli stati non-OECD si hanno costi più bassi che variano tra i

3500€/kW e 6500€/kW. Questi costi si riferiscono ai costi di impianti a collettori

parabolici e agli impianti a torre, uniche tra le tecnologie solare termodinamico, con

5 Attuali membri dell’OECD: Australia, Austria, Belgium, Canada, Chile, Czech Republic, Denmark,

Estonia, Finland, France, Germany, Greece, Hungary, Iceland, Ireland, Israël, Italy, Japan, Korea, Latvia,

Luxembourg, Mexico, Netherlands, New Zealand, Norway, Poland, Portugal, Slovak Republic, Slovenia,

Spain, Sweden, Switzerland, Turkey, United Kingdom, United States.

73

impianti di taglia commerciale. Tra le due tecnologie presenta un costo maggiore

l’impianto a torre ma il costo degli impianti a collettori paraboici cresce se comprende

lo storage di energia. Al tempo stesso, questa soluzione tecnologica per gli impianti

CSP portano ad un aumento del fattore di capacità, della dispacciabilità e un minor

LCOE (soprattutto se viene usato sale fuso come fluido termovettore).

I costi di costruzione degli impianti solari termodinamici per produzione elettrica non

sono di facile valutazione. Trattandosi generalmente di impianti di grandi dimensioni,

che comportano investimenti che possono arrivare ai miliardi di euro, le notizie in

merito sono spesso confidenziali; a volte ciò che viene comunicato non è realistico.

Costi consolidati si hanno solo nei mercati che presentano un ampio portafoglio di

installazioni, come gli Stati Uniti e la Spagna. Un impianto solare termodinamico può

essere realizzato in vari modi (con o senza accumulo e nel secondo caso con diversi

dimensionamenti sia del sistema di accumulo che del campo solare, aspetti che

influiscono sui costi di investimento ma anche sulla produzione attesa) in realtà il

riferimento al puro costo specifico di investimento può essere fuorviante e comunque

fornisce un intervallo tra costo minimo e costo massimo e non un valore univoco.

Per gli impianti a collettori parabolici costruiti tra il 2007 ed il 2013, con accumulo

termico dalle 4 alle 8 ore, i costi a consuntivo variano tra 6300 €/kW e i 12000 €/kW.

Dal 2013, si è registrato un trend verso il basso arrivando ad una stima tra i 5500 €/kW

e 7500 €/kW. Ad oggi il costo unitario d’impianto è compreso tra i 4000€/kW e i

5000€/kW.

Stime di alcuni anni fa, su possibili riduzioni del costo di investimento (CAPEX,

CAPital EXpenditure) entro il 2022, indicavano valori tra 2,5 e 8 M€/MW per un

impianto parabolico lineare e tra 3 e 6,3 M€/MW per un impianto a torre solare, senza e

con accumulo termico. Per impianti dedicati alla produzione elettrica, la stragrande

maggioranza dei progetti recenti prevede sempre la presenza di un sistema di accumulo

termico. I dati più recenti relativi al “mercato internazionale” in una prospettiva che si

estende dal 2013 al 2050, sono riportati in Tabella 6. I costi sono espressi in M€/MW

(riferiti rispettivamente al 2015 e al 2013); non è specificato il dimensionamento del

sistema di accumulo.

74

TABELLA 6 COSTO DI INVESTIMENTO (CAPEX) IN M€/MW

Costo di investimento (CAPEX) in M€/MW

Anno 2013/2015 2020 2025 2030 2035 2040 2050

Analisi 2014 Ipotesi

“Bassa” 4,1 3,3

3

2,8 2,6

Analisi 2014 Ipotesi

“Media” 5,6 4,5

3,8

3,5 3,4

Analisi 2014 Ipotesi

“Alta” 6,9 6

5

4,5 4

Studio 2016 4,3 3,5 3,04 2,81 2,66

È inoltre doveroso evidenziare che non solo l’aggiornamento dei dati ma anche gli

interesse sulle tecnologie in causa influiscono sui valori, soprattutto nella prospettiva di

lungo termine.

Sono stati recentemente pubblicati i costi di investimento di due impianti significativi

attualmente in costruzione (Noor II e Noor III) in Marocco, realizzati da ACWA Power.

L’impianto Noor II è a collettori parabolici con una potenza di 200MW, usa olio come

fluido termovettore e per l’accumulo di 7 ore viene impiegato sale fuso. L’impianto

Noor III è a Torre Solare con una potenza di 150MW ed accumulo con Sali fusi di 8

ore. Il CAPEX è dell’ordine di 5,5 M$/MW e 5,75 M$/MW rispettivamente per Noor II

e Noor III, ovvero dell’ordine di 4,8- 5,05 M€/MW al cambio attuale.

Lo studio di fattibilità per un impianto CSP di produzione elettrica, da costruire in Cina

con la tecnologia ENEA dei collettori parabolici lineari e dotato di accumulo termico,

ha fornito un costo di costruzione intorno a 5,9 M€/MW. L’impianto ha una potenza di

55 MW e dovrebbe essere il primo di una serie di impianti solari che la Compagnia

JINFAN Power intende costruire nella Provincia di Gansu.

Altro studio di fattibilità redatto da ENEA ha portato alla stima del costo di costruzione

per un impianto ibrido (solare biomassa) di produzione elettrica, da localizzare in

Sardegna. L’impianto, con campo solare a collettori parabolici lineari, dotato di

accumulo termico e integrato con una caldaia a biomassa a valle del serbatoio caldo, ha

75

una potenza complessiva di 2,7 MW; il suo costo di costruzione è stato stimato pari a

11,6 M€.

Il costo di costruzione dell’impianto può essere suddiviso in quattro voci che

definiscono i quattro sottosistemi caratteristici di tali impianti. Tali voci sono:

Parte convenzionale6

Sistema di captazione dell’energia solare

Sistema d’accumulo termico

Generatore di vapore

Costi accessori

La ripartizione in termini di costo per un impianto da 5 MW vengono mostrati nelle

seguenti figure.

FIGURA 40 CONFRONTO RIPARTIZIONE COSTI DI COSTRUZIONE IMPIANTO DA 5MW CON E SENZA STORAGE

6 comprende tutti i componenti e sistemi del ciclo acqua-vapore

76

Una ripartizione percentuale dei costi di investimento è stata studiata da uno studio

IRENA del 2012, i cui risultati sono mostrati in tabella:

TABELLA 7 RIPARTIZIONE PERCENTUALE DEL COSTO DI INVESTIMENTO

Ripartizione percentuale del costo di investimento

Sito Terreno 3,1

17,2 Preparazione del sito e infrastrutture 5,8

Strutture metalliche 2,5

Tubazioni 1,8

Installazioni elettriche 4

Campo solare Collettori solari 6,4

38,5 Tubi ricevitori 7,1

Strutture metalliche 10,7

Piloni 1,1

Fondazioni 2,1

Movimentazione collettori 0,4

Flessibili 0,7

Circuito termovettore 5,4

Fluido termovettore 2,1

Strumentazione e controlli 2,5

Accumulo termico Sali 5,1

10,5 Serbatoi 1,8

Coibentazioni 0,2

Fondazioni 0,6

Scambiatori di calore 1,4

Pompe 0,4

Accessori 1

Parte convenzionale Gruppo di potenza 5,7

14,3 Accessori 5,7

Interfaccia rete 2,9

Spese generali Progettazione 2,9

19,5 Direzione lavori 7,7

Finanziamento 6

Imprevisti 2,9

Totale

100

77

Da quest’analisi si evince che attualmente i costi non sono competitivi con quelli dei

tradizionali impianti di produzione; ma si ha la ragionevole certezza che sono destinati a

scendere nel tempo, al crescere della potenza cumulativa installata per le diverse

tipologie d’impianto.

o Costo di esercizio e manutenzione

Il costo di esercizio e manutenzione rappresenta l’insieme delle spese che l’esercente

deve sostenere per mantenere in funzione ed in condizioni efficienti l’impianto di

produzione.

Pertanto sono comprese in tale costo:

le spese per il personale;

le spese per la manutenzione ordinaria e straordinaria;

le spese per i pezzi di ricambio ed il materiale di consumo;

le spese per l’assicurazione contro danni all’impianto da eventi interni o esterni;

le spese per l’assicurazione contro danni causati dall’impianto dopo la sua

entrata in servizio, con copertura della responsabilità civile verso terzi.

Poiché ai fini dell’analisi economica interessa conoscere il costo annuo di esercizio e

manutenzione, è evidente come in esso compaiano sia spese fisse, indipendenti dalle ore

annue di funzionamento, che spese pressoché proporzionali a queste e quindi, in prima

approssimazione, alla produzione annua dell’impianto.

Va tenuto presente che le diverse voci del costo di esercizio e manutenzione in genere

non rimangono costanti nel corso degli anni di funzionamento dell’impianto. Ciò si

verifica sia perché, all’aumentare della produzione cumulata, alcuni componenti

strutturali ed organi in movimento sono soggetti a deteriorarsi e a logorarsi, richiedendo

maggiori interventi di manutenzione, sia perché, specie in impianti che sfruttano

tecnologie innovative, l’esperienza d’esercizio maturata porta ad ottimizzare

progressivamente la gestione dell’impianto e a suggerire quelle modifiche

impiantistiche che consentono di migliorare le prestazioni complessive, come pure di

ridurre sensibilmente i malfunzionamenti e/o le rotture dei componenti critici.

Comunque è in genere assai difficile, soprattutto nelle valutazioni preventive,

suddividere il costo annuo di esercizio e manutenzione in spese fisse (che costituiscono

78

la parte preponderante) e spese proporzionali alla produzione energetica. Spesso, anche

per impianti in esercizio, questo costo annuo viene fornito nel suo complesso come

percentuale del costo iniziale di costruzione: così, ad esempio, per un impianto

termoelettrico a ciclo combinato gas-vapore, con due sezioni da 350 MWe , viene preso

un costo annuo pari al 3,8% dell’effettivo costo di costruzione; per altre tipologie

d’impianti di produzione elettrica a combustibili commerciali una percentuale compresa

tra il 3 e il 3,5%, mentre per gli impianti eolici si prende una percentuale tra il 2 e il 3%.

In altri casi viene invece fornito il suo valore globale annuo e, se l’impianto produce

energia di un solo tipo, la sua incidenza sul costo unitario della produzione lorda,

effettiva o attesa; ad esempio, per gli impianti termoelettrici solari a collettori parabolici

lineari si stima che il costo di esercizio e manutenzione abbia un’incidenza, sul costo

della produzione lorda, compresa tra 1,9 e 2,8 c€/kWhe.

La prima valutazione dettagliata dei costi delle O&M (Operations and maintenance) per

gli impianti solari termodinamici si hanno dall’impianto californiano Solar Electricity

Generating System (SEGS), costruito tra il 1982 ed il 1990. La stima è di

0,04USD/kWh (Cohen, 1999). Una delle maggiori spese è risultata essere la

sostituzione degli specchi ricevitori a causa della rottura del vetro. Sviluppi tecnologici

dei materiali impiegati e di una nuova progettazione hanno contribuito a ridurne la

possibilità di guasto ed il loro costo. Costo di manutenzione ordinario che permane

elevato è quello della pulizia degli specchi, inclusi i costi dell’acqua. L’impianto può

essere assicurato con un possibile costo tra 0,5 % e 1% del costo del capitale iniziale.

Questo costo aumenta in caso di installazioni in luoghi meno sicuri. Dai più recenti

impianti costruiti in Spagna, si stima che siano più bassi rispetto a quelli degli impianti

SEGS. Ad oggi i costi delle O&M sono stimati tra 0,02 USD/kWh a 0,04 USD/kWh

(compresa l'assicurazione) (Fichtner, 2010). Come per i costi di impianto anche i costi

di manutenzione degli impianti a collettori parabolici è più basso del costo degli i

impianti a torre rispettivamente sono tra 0,02-0,03 USD/kWh e 0,03-0,04 USD/kWh.

o Costo dei combustibili

Rappresenta l’insieme delle spese annue che l’esercente deve sostenere per rifornire

l’impianto di produzione dei combustibili necessari al suo funzionamento. Tali spese

79

sono associate alle diverse fasi del ciclo di ciascun combustibile utilizzato, che possono

comprendere:

l’acquisto del materiale grezzo;

il suo trattamento e la conversione nella forma chimica desiderata;

il suo condizionamento nella forma fisica più adatta per il trasporto e l’utilizzo

all’interno dell’impianto di generazione;

il trasporto fino all’impianto di produzione energetica;

il trattamento chimico e il condizionamento di ciò che rimane del combustibile

dopo il suo sfruttamento nell’impianto di produzione;

il recupero dei sottoprodotti utilizzabili e lo smaltimento dei rifiuti.

Tutte queste voci di spesa possono essere raggruppate in tre categorie:

costi associati al consumo di combustibile, dati dalla differenza tra il valore

iniziale del materiale grezzo e quello finale (eventualmente nullo) dopo l’utilizzo

nell’impianto di produzione;

costi associati al ciclo del combustibile, dati dalle spese relative alle fasi di

trattamento, conversione, condizionamento e trasporto del combustibile, nonché

alle fasi di trattamento, condizionamento e smaltimento dei residui;

oneri economici, dati dagli interessi passivi sulle spese, richieste nelle varie fasi

del ciclo, che precedono i ricavi dalla vendita della produzione energetica.

Va sottolineato che, a seconda del combustibile utilizzato, possono mancare una o più

fasi del ciclo e quindi una o più delle tre categorie di costi sopra citate; inoltre questi

costi di norma sono variabili nel tempo e, specie quelli della prima categoria, possono

essere soggetti a notevoli fluttuazioni anche nell’arco dello stesso anno. Pertanto, negli

impianti di produzione in grado di funzionare con combustibili diversi, al fine di

minimizzare il loro costo complessivo, l’esercente fa ricorso di norma al combustibile

che, in ciascun periodo dell’anno, è più economico, a meno che non ci siano vincoli

tecnico-gestionali o ambientali al suo utilizzo.

È evidente che, nell’impianto in esame, dove l’energia primaria è da fonte rinnovabile,

la voce “costo dei combustibili” si riduce fortemente. Gli impianti a collettori parabolici

comprendono sempre una caldaia ausiliaria alimentata soprattutto con gas naturale, sono

80

ancora in fase di studio sistemi ibridi alimentati con biomasse. Un breve andamento del

costo del gas naturale è mostrato nella figura che segue.

FIGURA 41 ANDAMENTO PREZZO GAS NATURALE

o Costo delle esternalità

Come già ricordato, è ormai indispensabile considerare anche questa voce ai fini di una

corretta valutazione economica di un impianto di produzione energetica.

In questo settore produttivo le esternalità sono associate principalmente ai danni

provocati dalle emissioni derivanti dall’utilizzo delle varie fonti primarie. Tali danni

comprendono sia l’impatto fisico sull’ambiente dell’inquinamento prodotto, che le

conseguenze di tale impatto sulla qualità della vita. Dal punto di vista economico,

l’inquinamento dovuto ad un impianto andrebbe ridotto complessivamente fino ad un

livello efficiente, al disopra del quale il danno prodotto, in termini monetari, risulta

ancora superiore al costo che si dovrebbe affrontare per ottenere un maggior

abbattimento degli inquinanti e al disotto del quale il danno risulterebbe invece inferiore

al costo richiesto per proseguire nel loro abbattimento. Pertanto, a tale livello globale

d’inquinamento il danno economico marginale eguaglia il costo marginale per

l’ulteriore riduzione. La sua individuazione però non è semplice, poiché richiede la

conoscenza dell’andamento sia dei costi ambientali (esterni) che dei costi per la cattura

e il trattamento delle diverse sostanze inquinanti rilasciate dall’impianto (interni), al

variare del livello di efficienza ottenibile con i sistemi attualmente disponibili su scala

industriale. Così l’individuazione del livello efficiente per l’inquinamento di ogni fonte

energetica viene a dipendere in modo cruciale dalla valutazione economica delle

0,00

5,00

10,00

15,00

20,00

$/mmBTU

anno

Japan LNG cif

Average Germanimport price cifUK NBP

Btu=British therma units cif=cost+insurance+f

81

esternalità prodotte. Questa comporta la quantificazione dei costi dovuti all’impatto

fisico, come pure dei costi connessi alla perdita di un bene di difficile valutazione

oggettiva, quale può essere la qualità della vita. Alla grande difficoltà nel definire un

valore monetario condiviso per una data esternalità, si aggiunge poi quella di stabilire, a

livello governativo, come e in che misura tale valore debba essere inglobato nei costi di

produzione ed avere un impatto sui prezzi di mercato dei prodotti energetici.

2.8.2. ANALISI DEI RICAVI DELL’IMPIANTO DI GENERAZIONE

I ricavi ottenibili da un impianto di generazione sono tutti legati, direttamente o

indirettamente, alla sua produzione energetica e in genere, a parità di produzione,

dipendono anche dalla sua modalità di funzionamento. Tali ricavi sono costituiti dalla

vendita, diretta o sul mercato, della produzione energetica e, a seconda delle fonti

primarie e della tipologia impiantistica utilizzate, dalle incentivazioni sulla produzione

durante i primi anni d’esercizio. Di norma il prezzo unitario di vendita della produzione

energetica è fissato sia in base al tipo di energia fornita che alle sue qualità. È evidente

che per ogni tipo d’energia prodotta (elettrica, termica, frigorifera) il prezzo unitario è

fortemente legato all’entità della sua domanda da parte delle utenze collegate,

direttamente o tramite rete di distribuzione, all’impianto di produzione. Poiché tale

domanda non è quasi mai costante nel tempo ma, in genere, varia in modo consistente

sia durante l’arco della giornata che durante i giorni della settimana e i mesi dell’anno,

ne consegue che, a parità di produzione, i ricavi annui sono maggiori se si riesce a

modularla, aumentandola nei periodi di maggior richiesta e riducendola (fino ad

azzerarla se fosse possibile) nei periodi di richiesta scarsa o nulla. Quanto alla

prevedibilità dell’andamento temporale della domanda nel corso dell’anno, questa

dipende molto dal numero e dalla tipologia delle utenze collegate e quindi,

indirettamente, dalla possibilità di trasportare l’energia prodotta. L’energia elettrica (a

differenza delle energia termica e frigorifera) è facilmente trasportabile anche a lunghe

distanze (qualche migliaio di chilometri) attraverso reti di trasmissione nazionali tra loro

interconnesse; quindi, se l’impianto cede in rete la sua produzione, le utenze collegate

sono estremamente numerose e diversificate. In tal caso l’andamento temporale della

domanda, sia su base giornaliera che mensile o annuale, è prevedibile con elevato grado

d’affidabilità. La situazione muta però radicalmente quando l’impianto cede la sua

produzione elettrica ad una rete locale o direttamente alle utenze, collegate con una rete

82

dedicata; in queste circostanze l’andamento temporale del carico potrebbe essere poco

prevedibile.

Poiché le tecnologie CSP, a collettori parabolici e a torre solare, hanno raggiunto ormai

un livello di maturità industriale più o meno elevato, in tutti i Paesi industrialmente

avanzati sono state previste, con diverse modalità, incentivazioni economiche volte a

favorire un rapido sviluppo delle tipologie più promettenti, onde ridurne i tempi di

avvicinamento alla fase di maturità commerciale. Nell’ambito dello studio di fattibilità

di un impianto CSP, la valutazione economica deve quindi anche tener conto delle

diverse modalità con le quali è attualmente incentivato e della durata temporale di

ciascun incentivo. Ciò al fine di stabilire se l’esborso complessivo, richiesto per la sua

costruzione e la successiva gestione durante la fase produttiva, viene remunerato nel

tempo in maniera adeguata.

2.8.3. COSTI UNITARI DI PRODUZIONE

Per facilitare l’analisi del risultato economico finale, vengono definiti e calcolati

opportuni indicatori economici di riferimento e di controllo. Dal loro valore, che

dipende ovviamente anche dai margini di variabilità con i quali sono note le diverse

voci d’entrata ed uscita, è possibile stabilire in maniera oggettiva la convenienza

economica di una iniziativa proposta, come pure individuare, fra diverse iniziative

proposte tra loro alternative, la più conveniente.

Gli indicatori economici, per come sono definiti, descrivono però soltanto alcuni aspetti

del problema e la loro valutazione rappresenta solo una prima fase dell’analisi

economica complessiva. I loro valori infatti dipendono molto dalle iniziali assunzioni

che stanno alla base dello studio di fattibilità e che potrebbero rivelarsi poco realistiche

ad un successivo esame più accurato ed approfondito. Di conseguenza, nell’analisi

economica preliminare di una iniziativa proposta, è necessario che si ottengano, nel

complesso, buoni valori per gli indicatori economici di riferimento e controllo, ma ciò

non è sufficiente ad assicurarne l’effettivo successo economico.

Va ricordato inoltre che nel processo decisionale spesso possono prevalere criteri di

scelta diversi da quelli della esclusiva convenienza economica, quali ad esempio: la

diversificazione delle fonti energetiche primarie, la riduzione della dipendenza

dall’estero per l’approvvigionamento energetico, la riduzione dell’impatto ambientale

83

degli impianti di produzione, l’incremento dei posti di lavoro, l’opportunità di sostenere

l’industria nazionale in un settore ritenuto strategico, la volontà di far crescere le

competenze per favorire la competitività del settore a livello internazionale.

Indicatore economico per eccellenza negli impianti di potenza sono i costi unitari di

produzione. Essi sintetizzano meglio di qualunque altra grandezza, le prestazioni

dell’impianto dal punto di vista economico. Il costo unitario delle varie produzioni

energetiche, per la tipologia d’impianto in esame, rende quindi possibile un confronto

con quello medio degli impianti convenzionali a combustibili fossili; ciò permette di

verificare se tale tipologia ha raggiunto o è prossima allo stadio di maturità

commerciale. Tramite i costi unitari di produzione si possono anche fare valutazioni

economiche preliminari su progetti innovativi di impianti, tesi a migliorarne le

prestazioni; in tal modo c’è anche la possibilità di individuare, tra più configurazioni

possibili, quella che minimizza tali costi unitari.

Nel caso di impianti CSP di sola produzione elettrica, i valori che si ottengono per il

costo livellato dell’energia (LCOE) dipendono fortemente sia dall’irraggiamento solare

medio annuo del sito che dall’utilizzo di sistemi di accumulo energetico. Ad oggi il

LCOE di un impianto CSP varia tra 75 e 360 €/MWh per le tecnologie a sistemi

parabolici lineari e a torre solare, con e senza accumulo termico, in due principali aree

di mercato (Spagna, Stati Uniti e Australia - Cina e India).

Le stime sulle possibili riduzioni di costo per un impianto parabolico lineare con

accumulo indicano un intervallo compreso tra 90 e 110 €/MWh entro il 2022.

84

Nello studio di fattibilità ENEA per l’impianto ibrido (solare biomassa) da installare in

Sardegna, avente una potenza elettrica lorda complessiva di 2,7 MW, è stato calcolato il

costo unitario di produzione dell’impianto tramite il sistema di calcolo FELIPE

(brevetto ENEA). I risultati sono riportati in tabella:

TABELLA 8 COSTO UNITARIO DI PRODUZIONE DELL’IMPIANTO IBRIDO SOLARE-BIOMASSA

Costo unitario di produzione dell’impianto ibrido solare-biomassa

Voce Di Costo Costo annuo

(M€)

Incidenza sulla produzione unitaria

Termica

(c€/kWht)

Frigorifera

(c€/kWhf)

Elettrica

(c€/kWhe)

Ammortamento Impianto 1.487 0 0 15,1

Esercizio e Manutenzione 368 0 0 3,7

Combustibile 109 0 0 1,1

Esternalità 0 0 0 0

Totale 1.964 0 0 20

85

3. ANALISI DI FATTIBILITÀ DI IMPIANTI PER TAIWAN

3.1. INTRODUZIONE

Il modello di calcolo sviluppato e descritto nel precedente capitolo è stato applicato per

lo studio di fattibilità di due impianti a collettori parabolici da 5 MWe e 50 MWe,

entrambi con 8 ore di accumulo diretto con sali fusi e doppio serbatoio. Lo studio è stato

fatto per il sito di Taichung in Taiwan, con dati orari di radiazione solare diretta,

temperatura ambiente e velocità del vento.

I dati utilizzati per la caratterizzazione del sito sono stati presi da un database realizzato

con METEONORM®, un software commerciale che mette a disposizione tutte le

informazioni metereologiche di riferimento. Per il sito in studio non ci sono stazioni

metereologiche con misuratori di radiazione a terra, i risultati sono stati ottenuti per

interpolazione tra i dati misurati da stazioni vicine. Altri dati sulla radiazione solare

oraria sono stati presi attraverso la banca dati dell’Agenzia Europea EUMETSAT

(European Organisation for the Exploitation of Meteorological Satellites), specializzata

nella gestione e nello sfruttamento dei satelliti metereologici allo scopo di fornire dati di

carattere meteorologico e climatologico. I database utilizzati permettono solo una prima

valutazione della fattibilità del sito di installazione e quindi dell’impianto. A questa

prima analisi dovrà seguire una campagna di misurazioni a terra, per verificare che la

distribuzione dei risultati sperimentali sia entro limiti accettabili per un tale

investimento.

86

3.2. CARATTERIZZAZIONE DEL SITO

FIGURA 42 REGIONE DI TAICHUNG A TAIWAN

Il sito previsto per la costruzione dell’impianto è Taichung, regione centro occidentale

dell’isola di Taiwan, latitudine 24° 15’ N, longitudine 120° 67’ E.

FIGURA 43 ANDAMENTO DELLA TEMPERATURA (DATI

METEONORM)

FIGURA 44 ANDAMENTO DELLE PRECIPITAZIONI (DATI

METEONORM)

Taiwan è un’isola dal clima tropicale, con estati afose e piovose, ed inverni miti. In

inverno, le temperature massime si attestano sui 22 °C, le minime, a causa dell'influenza

del mare e della bassa latitudine, non scendono mai sotto lo zero, con limitate serie di

giorni con assenza di sole. In primavera si comincia a manifestare una certa attività

temporalesca pomeridiana, riducendo le ore di soleggiamento a causa del monsone

estivo che raggiunge l'isola all’inizio del mese di maggio, provenendo da sud. L'estate è

calda e con piogge intense e di breve durata. In questo periodo l'isola è spesso

interessata da tifoni, cicloni tropicali che portano forti venti, con picchi di 9 m/s, e

piogge torrenziali, ma che in genere arrecano più danni lungo la costa orientale. Il

periodo in cui sono più frequenti va da agosto all'inizio di ottobre. Da ottobre a

dicembre, passato il monsone, le piogge diminuiscono notevolmente. I fattori

87

metereologici che vanno tenuti in considerazione nel dimensionamento sono i picchi di

vento e l’elevata nuvolosità che riduce la quantità di radiazione solare diretta.

FIGURA 45 DISTRIBUZIONE DELLA DNI ORARIO DI TAICHUNG (METEONORM®)

Dall’analisi dei dati statistici dei database orari già nominati si ha un valore di

radiazione solare diretta annuale di circa 900 kWh/m2anno con un valore medio della

densità di potenza di 270 W/m2. In letteratura sono stati trovati valori della radiazione

mensile ed annua più alti, l’esempio riportato nella figura seguente si riferisce a valori

misurati dalla NASA. Questa variabilità nei dati enfatizza la necessità di una campagna

sperimentale di misura per avere dati meteorologici certi sul sito.

FIGURA 46 - DNI MEDIA MENSILE DURANTE LE ORE DI SOLEGGIAMENTO A TAICHUNG.

Il questa fase il dimensionamento è stato eseguito sui dati orari disponibili forniti da

METEONORM®.

0

100

200

300

400

500

600

CMSAF 313 W/m2

NASA 369 W/m2

W/m

2

METEONORM 274 W/m2

Media Annuale

88

Come prima cosa è stata analizzata la radiazione solare diretta. Infatti per valutare

energia termica effettivamente raccolta dal campo solare ( ANI Aperture Normal

Irradiance),è necessario determinare la componente normale della radiazione solare

diretta (ESR, Effective Solar Radiation), a meno delle perdite di efficienza per

ombreggiamento, delle perdite di estremità e delle perdite dovute allo IAM (Incident

Angle Modifier).

FIGURA 47 DNI, ESR, ANI MEDIE MENSILI NELLE ORE DI SOLEGGIAMENTO

Una volta valutata la curva di radiazione che realmente incide sugli specchi, è possibile

passare al dimensionamento del campo solare, partendo dai dati di input di riferimento:

o Potenza elettrica richiesta dall’utenza (5 e 50 MWe)

o Tempo di accumulo termico richiesto (8 ore)

l’ANI di design, dovrebbe essere funzione dei dati metereologici del sito in cui si vuole

installare l’impianto ed è stata assunta pari a 800 W/m2 partendo da una prima

valutazione effettuata assumendo un valore empirico di 850 W/m2, successivamente

ottimizzato da considerazioni tecnico economiche.

Assumendo una radiazione nominale superiore a 800 W/m2, l’estensione del campo

solare si riduce (minori costi di investimento iniziali), ma dall’analisi di producibilità

del sito su base annuale, tale riduzione non permetterebbe di assecondare le richieste del

cliente in termini di energia accumulata.

Dall’analisi economica di seguito descritta, emerge però che la riduzione della

radiazione di design comporta una leggera riduzione dei costi di produzione dell’energia

89

elettrica a fronte di un cospicuo aumento dei costi di investimento, dovuti soprattutto

alla necessità di aumentare l’estensione del campo solare.

FIGURA 48 ANDAMENTO COSTI DI INVESTIMENTO E DI PRODUZIONE ENERGIA ELETTRICA (IMPIANTO

5MW)

Nelle figure seguenti sono mostrati due esempi grafici delle distribuzioni annuali delle

ore delle di storage su base mensile, ottenute dimensionando il campo solare

rispettivamente per 800 e 900 W/m2. Note le caratteristiche meteorologiche del sito, la

definizione del valore medio dell’ANI di riferimento è un punto chiave per il

dimensionamento e l’ottimizzazione delle prestazioni dell’impianto solare, che in questo

lavoro è stato effettuato per tentativi.

FIGURA 49 ANDAMENTO DELLE ORE DI STORAGE AL VARIARE DELL'ANI DI DESIGN

90

3.3. DIMENSIONAMENTO IMPIANTO DA 5MW

3.3.1. CAMPO SOLARE

La dimensione del campo solare e quindi la definizione del numero di collettori solari,

dipende dalla potenza elettrica, dall’efficienza di produzione, dalla capacità di accumulo

termico, dalla radiazione efficace e dalle prestazioni dei collettori solari.

Il sistema in studio ha una potenza elettrica di 5 MW generata facendo espandere in

turbina vapore a circa 525-530°C a 100-120 bar con un’efficienza del ciclo Rankine pari

a 0.25. La potenza termica del generatore di vapore sarà quindi pari a:

𝑃𝐺𝑉 =𝑃𝑒

𝜂𝑡ℎ= 20𝑀𝑊

Questa potenza dovrà coincidere con la potenza che dovrà essere fornita dal campo

solare:

𝑃𝑆𝐹 = 𝑃𝐺𝑉 = 𝐷𝑁𝐼𝐷𝑒𝑠𝑖𝑔𝑛 𝜂𝑆𝐹 𝑆𝑆𝐹

FIGURA 50 RENDIMENTO TOTALE DEL LOOP

Il rendimento del campo solare (𝜂𝑆𝐹 ) è dato dal prodotto del rendimento ottico del

collettore, stimato pari a 0,752 per il valore medio del rendimento termico di una linea

di tubi ricevitori di una stringa di 6 collettori parabolici di lunghezza circa 100 m, in

esercizio con l’ANI di design (800 W/m2), pari a 𝜂𝑡𝑒𝑟𝑚 = 0,8995 per un rendimento

totale 𝜂𝑆𝐹 = 0.6731.

91

La superficie totale riflettente (𝑆𝑆𝐹), sarà pari al prodotto della superficie riflettente di

un collettore (566.8 m2), per il numero di collettori in una stringa (6), per il numero di

stringhe totali che compongono il campo solare.

La potenza termica assorbita da una stringa è dunque pari a circa:

𝑃𝑠𝑡𝑟𝑖𝑛𝑔𝑎 = 566.8 ∙ 6 ∙ 800 ∙ 0.6731=1.831262 MWt

Il numero di stringhe deve essere comprensivo delle stringhe sufficienti per la

produzione dell’impianto senza accumulo termico e di quelle necessarie a garantire le

ore di accumulo previste.

Il numero delle stringhe per la produzione senza accumulo è dato dal rapporto:

𝑃𝐺𝑉

𝑃𝑠𝑡𝑟𝑖𝑛𝑔𝑎=

20

1.831262= 10.9 𝑆𝑡𝑟𝑖𝑛𝑔ℎ𝑒

Come già descritto nel Capitolo 2 la relazione tra questi due valori è data dal Multiplo

Solare, che per le 8 ore di accumulo è pari a 2, che definisce una superficie totale

riflettente di 66816 m2, distribuita (per difetto), in 20 stringhe.

FIGURA 51 CAMPO SOLARE IMPIANTO 5 MW

92

Il campo solare è diviso in quattro zone ciascuna delle quali contiene 5 stringhe, distanti

15 m l’una dall’altra, pari a circa 3 volte l’apertura del collettore in modo da

minimizzare le perdite per oscuramento tra le varie stringhe.

Considerata una larghezza del sistema di storage e del Power Block di circa 30 m si ha

un estensione totale del campo solare di circa 189000 m2

(18,9 ha).

TABELLA 9 CAMPO SOLARE IMPIANTO 5 MW

Campo solare

PGVth [MW] 36,62

Rendimento ciclo Rankine 0,25

ANI Design [W/m2] 800

N° collettori/loop 6

Lunghezza collettore [m] 100

Apertura parabole [m] 0,1

Gap centrale parabole [m] 1

Rendimento ottico 0,752073

Rendimento termico nel loop 0,894995

Rendimento campo solare 0,673101

Superficie riflettente di un collettore [m2] 566,8

Superficie riflettente del campo solare [m2] 66816

N° loop 20

N°collettori totali 120

3.3.2. STORAGE TERMICO

L’impianto prevede un accumulo termico di 8 ore (h), definito come il tempo in cui

l’impianto può operare alla potenza nominale in assenza di radiazione. L’energia

termica da accumulare sarà quindi pari a:

𝐸𝑎𝑐𝑐 = 𝑃𝐺𝑉 ℎ = 160 𝑀𝑊ℎ

La dimensione dello storage dipende dalle temperature operative dei due serbatoi.

L’impiego di Sali fusi permette temperature di esercizio pari a 550°C del serbatoio

caldo e 290°C del serbatoio freddo.

Dalle proprietà termofisiche della miscela binaria di sali utilizzata si ha che per

l’accumulo di 1 MWh sono necessari circa 5,25 m3 di sale nel serbatoio caldo

corrispondenti a circa 9.1 ton di sale. Nel nostro caso saranno necessari 1462,1 ton di

sale nel serbatoio caldo per soddisfare la domanda di energia richiesta.

93

Il volume del serbatoio deve essere però maggiore in quanto deve comprendere il

volume morto sul fondo del serbatoio di altezza di 0,75 m per mantenere la pompa di

estrazione del sale sempre sotto battente ed avere una altezza di circa 1 m sopra il pelo

libero per permettere l’ondeggiamento del fluido in caso di terremoto. Le dimensioni

dei due serbatoi sono state però dimensionate in funzione del volume di sale fuso che

deve contenere il serbatoio caldo dell’impianto in esercizio. Esso consisterà quindi nella

somma del volume di sale necessario all’accumulo, di quello che in esercizio è

contenuto nel campo solare (collettori e tubazioni) e nel generatore di vapore. La massa

totale di sale è pari a 1866.9 ton corrispondente a un volume di 979.7 m3. I due serbatoi

sono stati dimensionati con gli stessi valori di diametro interno ed altezza pari

rispettivamente pari a 11 m e 11.3 m.

FIGURA 52 DIMENSIONE SERBATOI IMPIANTO 5 MW

FIGURA 53 MASSA DI SALE NEL SERBATOIO FREDDO AL PRIMO

RIEMPIMENTO (T) IMPIANTO 5 MW

TABELLA 10 SISTEMA DI ACCUMULO IMPIANTO 5MW

Sistema di accumulo

Ore di accumulo 8

Solar Multiple 2

Energia accumulata [MWh] 160

Temperatura serbatoio caldo [°C] 550

Temperatura serbatoio freddo [°C] 290

Massa di Sali per accumulo [ton] 1462,068

94

3.3.3. PORTATA DI SALE FUSO

Nel campo solare la portata di sale viene equamente distribuita tra le varie stringhe,

regolata in funzione dell’intensità di radiazione, in modo da mantenere costante la

temperatura di uscita da ogni stringa. Purtroppo non è possibile ridurre troppo la portata

in modo da ridurre la velocità del fluido e quindi il suo coefficiente di scambio termico.

FIGURA 54 ANDAMENTO PORTATA E TEMPERATURA DEI SALI FUSI IN FUNZIONE DELL'ANI

Il valore della portata minima è limitata a 2,03 kg/s, che consente di raggiungere la

temperatura di uscita del sale fuso a 550 °C con una radiazione di 400 W/m2.

FIGURA 55 FLUSSO DEL SALE FUSO NELL'IMPIANTO DA 5MW

Quando la temperatura del sale scende al di sotto dei 550°C ma è superiore a 400°C,

cioè quando la radiazione che incide sul campo solare è compresa tra i 400 W/m2 ed i

95

176 W/m2, per ottimizzare il funzionamento dell’impianto, il flusso viene inviato ad una

caldaia ausiliaria a combustione di gas naturale. Il sale a 550°C verrà quindi inviato al

serbatoio caldo. Il flusso di sale che esce dal campo solare con una temperatura inferiore

ai 400°C viene invece ricircolato nel serbatoio freddo. Nel bilancio energetico annuale

la potenza trasferita al fluido dalla caldaia è limitata al 9% della potenza complessiva

trasferita al fluido (campo solare e caldaia), rispettando il ruolo di alimentazione

secondario.

FIGURA 56 POTENZA TRASFERITA AL FLUIDO IMPIANTO 5MW

Nel serbatoio freddo viene ricircolata anche la portata di sale proveniente dal campo

solare con una temperatura maggiore di 290 °C, che andrà a “miscelarsi7” con la portata

in uscita dal generatore di vapore a 290°C e con la massa di sale già presente nel

serbatoio. Con temperatura del sale all’interno del serbatoio freddo maggiore di 290°C

la portata inviata al campo solare dovrà essere aumentata con un coefficiente correttivo

in modo che la temperatura di uscita dal campo solare non sia superiore a 550 °C. In

questo lavoro si è ipotizzato che la temperatura di ingresso nel campo solare sia costante

e pari a 290°C. Ci si è limitati a controllare l’andamento della temperatura all’interno

del serbatoio freddo ottenendo una temperatura media annua di 285°C ed una

temperatura massima di 330°C. Attraverso la simulazione del funzionamento di una

stringa, imponendo la temperatura di ingresso a 330°C, nelle condizioni di radiazioni

7Le temperature all’interno dei serbatoi vengono calcolate ipotizzando la completa miscelazione della

massa contenuta nel serbatoio con le portate provenienti dal campo solare e dal generatore di vapore.

In realtà il sale fuso confluisce nel serbatoio formando una stratificazione in funzione della temperatura

e non opera una miscelazione completa.

96

più gravose pari a 1000W/m2, si ha la temperatura di uscita di 550°C con una portata di

6,95kg/s. Tale valore è risultato accettabile considerato che è solo il 13 % maggiore

della portata massima calcolata con una temperatura di ingresso di 290°C e quindi

rientra nel range di operabilità della pompa di circolazione.

FIGURA 57 ANDAMENTO TEMPERATURA DEL SERBATOIO FREDDO PER L’IMPIANTO DA 5MW

3.3.4. PRESTAZIONI DELL’IMPIANTO

Una volta dimensionato il campo solare ed il sistema di accumulo termico è possibile

stimare le prestazioni annuali dell’impianto.

Dall’analisi dell’ANI integrata su base annuale, il numero delle ore in cui la radiazione

permette di accumulare calore alla temperatura di design di 550 °C, è di 1434 h/anno.

Se l’impianto funzionasse senza l’ausilio della caldaia, il valore scenderebbe a

802h/anno ed è quindi chiara l’importanza di questo elemento nell’economia

dell’impianto.

Bisogna inoltre considerare che il numero di ore calcolate di esercizio dell’impianto è

inferiore a quello reale, in quanto si è assunta l’ipotesi che la temperatura di ingresso al

campo solare sia costantemente pari a 290 °C.

All’aumentare di questo valore la radiazione minima necessaria a portare il fluido a 550

°C sarà inferiore e aumentano quindi (anche se di poco), il numero di ore/anno in cui

l’impianto lavora alla temperatura di design.

97

FIGURA 58 - DISTRIBUZIONE ANNUALE DELLA ANI E PORTATA DI SALE FUSO NELLA STRINGA

FIGURA 59 ANDAMENTO ORARIO DELLA POTENZA TRASFERITA AL FLUIDO E DELLA TEMPERATURA DI USCITA DEL SALE FUSO

DAL CAMPO SOLARE PER L'IMPIANTO DA 5MW

Nella Figura 59 Andamento orario della potenza trasferita al fluido e della temperatura di

uscita del sale fuso dal campo solare per l'impianto da 5MWè riportato l’andamento della

potenza trasferita al fluido dal campo solare e la temperatura di uscita. In funzione

dell’energia assorbita dal fluido si avrà il sale alla temperatura di 550°C e quindi adatta

per immagazzinare il sale fuso nel serbatoio caldo. La temperatura di uscita dal campo

solare del sale fuso sarà inferiore a quella definita dalla simulazione numerica a causa

della potenza termica persa sia dalle tubazioni che dagli headers. Al fine di minimizzare

questa perdita i condotti sono stati coibentati con uno strato opportuno di materiale

isolante, portando questa perdita al 3% dell’energia solare incidente.

98

FIGURA 60 BILANCI DI POTENZA ED ENERGIA PER L'IMPIANTO DA 5MW

Una volta che il serbatoio caldo raggiunge un livello di energia sufficiente inizia ad

alimentare il generatore di vapore e la presenza dello storage permette di produrre anche

in assenza di radiazione.

In giornate particolarmente favorevoli in cui la radiazione solare è alta durante l’arco

della giornata, può accadere che parte dell’energia solare disponibile non possa essere

accumulata perché il livello del serbatoio caldo è massimo, quest’energia deve essere

quindi “scartata” (dumping). Il dimensionamento del serbatoio deve considerare questa

perdita che deve essere minimizzata aumentando il volume, ma avendo sempre come

obiettivo principale l’economia dell’impianto valutata nell’arco dell’intero anno solare,

con il giusto compromesso tra costo ed efficienza di utilizzo del sistema di accumulo.

Al fine di limitare le perdite di dispersione termica, i serbatoi sono stati coibentati con

diversi strati di materiale isolante. Le potenze termiche per il serbatoio caldo e per il

serbatoio freddo sono rispettivamente dell’ordine di 30 MW e 15 MW per una perdita

complessiva dei due serbatoi inferiore all’1% dell’energia solare annua.

FIGURA 61 LAYERS ISOLANTI DEI DUE SERBATOI

99

FIGURA 62 ANDAMENTO DELLA TEMPERATURA CON IL

RAGGIO DEL SERBATOIO CALDO (IMPIANTO 5MW)

FIGURA 63 ANDAMENTO DELLA TEMPERATURA CON IL

RAGGIO DEL SERBATOIO FREDDO (IMPIANTO 5MW)

Per la valutazione delle potenze energetiche in gioco è stato utilizzato lo schema

semplificato che segue.

FIGURA 64 PRESTAZIONI IMPIANTO 5MW

Dalla curva oraria della radiazione efficacie (energia solare), utilizzando la superficie

captante totale del campo solare e la curva di efficienza dei collettori si è calcolata

l’energia termica assorbita dal fluido. A questa è stata decurtata la perdita per

circolazione notturna e le dispersioni termiche degli headers e delle tubazioni (compreso

il tubo ricevitore) ottenendo l’energia che potenzialmente può essere accumulata. A

causa della dimensione del serbatoio di accumulo, parte dell’energia accumulabile viene

scartata (energia scartata) in corrispondenza dei periodi in cui il serbatoio caldo è pieno;

quando invece la radiazione scende al di sotto della soglia minima di ingresso nel

serbatoio caldo, per non scartare ulteriore energia, l’energia fornita dal campo solare

viene incrementata da quella fornita dalla caldaia ausiliaria (energia integrata). La

riduzione dell’energia raccolta dal campo solare viene effettuata mettendo fuori

produzione alcune stringhe dei collettori, mentre l’integrazione avviene per

100

combustione di combustibili tradizionali. L’energia accumulata risultante, depurata delle

perdite termiche dei serbatoi, è l’energia utilizzabile. L’energia elettrica immessa nella

rete risente infine del rendimento di trasformazione da energia termica ad elettrica del

ciclo Rankine.

L’energia accumulabile risulta essere il 54% dell’energia solare disponibile a causa delle

perdite per circolazione notturna, per dispersione termica con l’ambiente e per il

rendimento totale del campo solare. L’energia dispersa dai serbatoi è quasi trascurabile

ma una forte riduzione si ha a causa del basso rendimento (25%) del ciclo Rankine. Il

rendimento globale dell’impianto si attesta così a circa il 12,5%.

3.3.5. ANALISI ECONOMICA

L’investimento iniziale è stato calcolato sommando i costi:

o Campo solare;

o Accumulo;

o Gruppo di potenza, costituito da generatore di vapore, turbina, alternatore,

preriscaldatore e surriscaldatore;

o Caldaia di integrazione

Il campo solare è l’elemento di più alto costo soprattutto per l’elevato costo dei

collettori (tubi ricevitori+specchi+strutture+accessori) e del sistema di controllo che

deve essere rigoroso dovendo mantenere la temperatura sempre al di sopra dei 250°C. A

questi si aggiungono i costi delle fondazioni per il collettore e del fluido termovettore

nel campo solare.

TABELLA 11 COSTI CAMPO SOLARE IMPIANTO 5MWE

Campo solare

Collettore (tubi+strutture+accessori+controllo) 140,00 k€/collettore

16800,00 k€

Fondazione per collettore 10,00 k€/collettore

1200,00 k€

Sali fusi 0,90 €/kg

130,52 k€

Totale Campo Solare 18130,52 k€

Costo unitario campo solare 266,75 €/m

2

3626,10 k€/MWe

101

Il sistema di accumulo è stato calcolato in base al volume di sali necessario, funzione

della capacità termica e dell’energia da accumulare.

Nello specifico il costo dei serbatoi si può stimare sulla base di serbatoi in acciaio

speciale pari a 510 €/m3 mentre per i Sali il costo unitario è di 0,9 €/kg.

TABELLA 12 COSTI ACCUMULO IMPIANTO 5MWE

Accumulo

Sistema di accumulo 35 €/kWhth

Totale Accumulo 5600 k€

Il costo del gruppo di potenza è stato calcolato sulla base di valori specifici presenti in

letteratura e su valori di mercato. A questo è stato aggiunto un 20 % per tener conto dei

costi di controllo, costruzione, ingegneria e contingenza.

Infine è stato valutato, sulla base di costi riportati in manuali specifici, il costo della

caldaia di integrazione a combustibili commerciali (caldaia ausiliaria), necessaria per

compensare le dispersioni termiche del campo solare ed aumentare l’efficienza

dell’impianto. Il costo si riferisce ad un forno/caldaia di tipo a camera con tubi radianti

orizzontali in acciaio inossidabile di potenza nominale 10 MW.

TABELLA 13 COSTI DEL GRUPPO DI POTENZA E CALDAIA AUSILIARIA

Gruppo di Potenza

Costo specifico power block 850 k€/MWe

4250 k€

Controllo, Costruzione, ingegneria e contingenza 204 k€/MWe

1020 k€

Generatore energia elettrica 5270 k€

Caldaia ausiliaria 3000 k€

TABELLA 14 RIASSUNTO COSTI DI COSTRUZIONE IMPIANTO 5MW

Costi di impianto

Campo Solare 18130,52 k€

Accumulo 5600 k€

Gruppo di potenza 5270 k€

Caldaia ausiliaria 3000 k€

Totale 32

6,4

M€

k€/kWe

102

FIGURA 65 - RIPARTIZIONE COSTI DI IMPIANTO 5 MW

Per avere un parametro di confronto con le altre tecnologie ma anche tra le diverse

taglie di impianti a collettori parabolici si è calcolato il costo di produzione enrgetica.

Il costo annuale dell’energia elettrica prodotta è stato calcolato attraverso il metodo del

costo annuo; non avendo sufficienti informazioni fiscali e sui ricavi prodotti

dall’immissione in rete dell’energia elettrica di Taiwan, non è stato possibile svilupparlo

con il metodo del valore attuale netto. Noto il costo effettivo dell’impianto si è calcolato

il costo energetico considerando l’ammortamento dell’impianto, i costi di gestione ed i

tassi di sconto effettivi. Nello specifico si è considerata una vita utile dell’impianto di

15 anni con un tasso di sconto fisso del 7%. La vita dell’impianto, in realtà, è anche

superiore ai 30 anni, ma è consigliabile ripagare l’impianto stesso alla metà di questo

tempo, sia per motivi di incertezza sull’effettiva durata, sia perché nella seconda metà

della vita produttiva cresce l’onere delle manutenzioni straordinarie, ben più alto di

quello ordinario considerato. Nel calcolo si è trascurato il costo delle esternalità che

comprendono sia l’impatto fisico sull’ambiente dell’inquinamento prodotto, che le

conseguenze di tale impatto sulla qualità della vita. Questo costo non risulta comunque

significativo sul costo specifico di produzione di energia, dato che le emissioni

inquinanti vengono prodotte dalla sola caldaia ausiliaria.

54%

19%

17%

10%

Costi d'impianto

Campo solare

Accumulo

Blocco generatore energia elettria

Caldaia ausiliaria

103

Il costo annuale (Ca) è stato determinato con la seguente formula:

𝐶𝑎 =𝐼𝑖

𝐹𝑎+ 𝐶𝑜𝑎 + 𝐶𝑐

Dove:

𝐼𝑖 = costo d’investimento iniziale

𝐶𝑐 = costo del combustibile

𝐶𝑜𝑎 = Costo operativo (O&M) delle apparecchiature pari al 2% di Ii

𝐹𝑎 = Fattore di annualità, ricavato dalla seguente relazione:

𝐹𝑎 = ∑1

(1 + 𝑖)𝑗

𝑛

𝑗=1

Con:

n= anni di vita utile

i= tasso di sconto effettivo

Dividendo infine il costo annuale ottenuto (Ca) per l’energia elettrica prodotta nell’arco

di un anno, è stato ottenuto il costo del kWh elettrico.

TABELLA 15 COSTI VARIABILI IMPIANTO 5MW

Costi variabili

Costo combustibile 0,33 €/m3

94,11597 k€/anno

Operations&Maintenance 2 %investimento

640,0104 k€/anno

TABELLA 16 COSTO UNITARIO DELL’ENERGIA PRODOTTA IMPIANTO DA 5MW

Costo kWhel

Fa 9,11

Ii 32000,5 k€

Quota ammortamento (15 anni, 7% sconto

effettivo)

3513,5 k€/anno

Coa 640,0 k€/anno

CC 94,1 k€/anno

Ca 4247,6 k€/anno

Produzione energia elettrica 7,73 GWhe/anno

Costo Energia elettrica 549,4 €/MWhe

104

Per una corretta valutazione economica, vista l’incertezza di alcune voci, è utile

eseguire un’analisi di sensitività prendendo come base i valori calcolati. Queste

incertezze possono essere dovute al fatto che alcune caratteristiche sono state ricavate

da manuali piuttosto che da valori reali oppure per la diversa maturità della tecnologia,

che fa sicuramente diminuire nel tempo il costo delle apparecchiature o dei componenti

più innovativi.

Le voci che potrebbero risentire di variazioni sono:

Campo solare, relativamente a tubo ricevitore, strutture e controllo, con una

variazione tra -40% e +20%;

Sistema di accumulo con una variazione -40% e + 40%

Quota di ammortamento tra i 20 e i 30 anni, lasciando invariato il tasso al 7%

Tasso di sconto tra il 5 e il 10 %, lasciando a 15 anni il tempo di ammortamento

O&M tra l’1,5 e il 5% del costo di costruzione dell’impianto.

I risultati ottenuti sono di seguito riportati:

FIGURA 66 ANALISI DI SENSIBILITÀ: VARIAZIONE DEL COSTO [€/MWHEL] AL VARIARE DELLE VOCI DI

COSTO (IMPIANTO 5MW).

105

Tra tutte le caratteristiche analizzate nell’analisi di sensitività, oltre alle variabili

economiche dovute al tempo di ammortamento e al tasso di sconto, il costo del campo

solare, comprendente tubo ricevitore, controlli e strutture, è quello che incide

maggiormente sul costo specifico di produzione di energia elettrica.

Ciò fa ben sperare per notevoli riduzioni del costo di produzione, poiché questa

tecnologia è ancora ottimizzabile e potrebbe beneficiare in futuro delle diminuzioni di

costi dovuti all’incremento della produzione delle apparecchiature ad esso connesse.

106

3.4. DIMENSIONAMENTO IMPIANTO DA 50MW

3.4.1. CAMPO SOLARE

Il sistema in studio ha una potenza elettrica di 50MW generata facendo espandere in

turbina vapore a circa 525-530°C a 100-120bar con una efficienza del ciclo Rankine

pari a 0.395.

Il rendimento del campo solare (𝜂𝑆𝐹) è lo stesso dell’impianto da 5 MW, pari a 0.6729,

avendo utilizzato la stessa ANI di design pari a 800 W/m2.

Anche per questo dimensionamento si sono adottati stringhe composte da 6 collettori

ciascuno con 566.8 m2 di superficie riflettente. Il numero di loop per la produzione

dell’impianto e che garantiscono un accumulo termico fino ad otto ore è di 140 stringhe,

definendo una superficie riflettente totale di 475776m2.

FIGURA 67 CAMPO SOLARE IMPIANTO 50 MWE

107

Il campo solare è diviso in quattro zone ciascuna delle quali contiene 35 stringhe,

distanti circa 19m l’una dall’altra. Considerata una larghezza del sistema di storage e del

Power Block di circa 50m si ha un estensione totale del campo solare di circa

1.096.000m2(109,6ha).

TABELLA 17 CAMPO SOLARE IMPIANTO 50 MW

Campo solare

PGVth [MW] 128,53

Rendimento ciclo Rankine 0,395

ANI Design [W/m2] 800

N° collettori/loop 6

Lunghezza collettore [m] 100

Apertura parabole [m] 0,1

Gap centrale parabole [m] 1

Rendimento ottico 0,752073

Rendimento termico nel loop 0,894763

Rendimento campo solare 0,672927

Superficie riflettente di un collettore [m2] 566,4

Superficie riflettente del campo solare [m2] 475776

N° loop 140

N°collettori totali 840

3.4.2. STORAGE TERMICO

L’impianto prevede un accumulo termico di 8 ore (h), sempre come il tempo in cui

l’impianto può operare alla potenza nominale in assenza di radiazione. L’energia

termica da accumulare sarà quindi pari a:

𝐸𝑎𝑐𝑐 = 𝑃𝐺𝑉 ℎ = 1038,96𝑀𝑊ℎ

La dimensione dello storage deve prevedere un accumulo di 9396,3ton di sale nel

serbatoio caldo per soddisfare la domanda energetica richiesta. Il volume del serbatoio

comprenderà un volume morto dell’altezza di 1m ed un’ulteriore aumento dell’altezza

di circa 0,75m. Le dimensioni, uguali per i due serbatoi, dovranno poter contenere la

somma del volume di sale necessario all’accumulo e di quello che in esercizio sarà

108

contenuto nel campo solare, nei collettori, nelle tubazioni e nel generatore di vapore, per

un totale di 12183ton di sale corrispondente a 6394 m3. I valori del diametro interno e

dell’altezza sono rispettivamente 21m e 19.3m.

FIGURA 68 DIMENSIONE SERBATOI IMPIANTO 50 MW

FIGURA 69 MASSA DI SALE NEL SERBATOIO FREDDO AL PRIMO

RIEMPIMENTO (T) IMPIANTO 50 MW

TABELLA 18 SISTEMA DI ACCUMULO IMPIANTO 50MW

Sistema di accumulo

Ore di accumulo 8

Solar Multiple 2

Energia accumulata [MWh] 1038.96

Temperatura serbatoio caldo [°C] 550

Temperatura serbatoio freddo [°C] 290

Massa di Sali per accumulo [Ton] 9494

3.4.3. PORTATA DI SALE FUSO

Nel campo solare la portata di sale viene equamente distribuita tra le varie stringhe,

regolata in funzione dell’intensità di radiazione, in modo da mantenere costante la

temperatura di uscita da ogni loop. A differenza dell’impianto da 5MW vista la

maggiore estensione del campo si sono dimensionati i condotti di alimentazione con

4 riduzioni di sezione, per assecondare le perdite d carico. Il valore della minima

portata rimane inferiormente limitata a 2,03 kg/s, consentendo il mantenimento della

temperatura di uscita del sale fuso a 550°C per una radiazione superiore a 400W/m2.

109

FIGURA 70 FLUSSO DEL SALE FUSO NELL'IMPIANTO DA 50MW

Per impianti di taglia commerciale come quello che si sta dimensionando la caldaia

ausiliaria viene installata a valle del serbatoio caldo. Quando la temperatura del sale

scende al di sotto dei 550°C ma è superiore a 450°C, cioè con una radiazione

compresa tra i 400W/m2 ed i 234W/m

2, il sale fuso viene inviato al serbatoio caldo;

mentre il flusso di sale che esce dal campo solare con una temperatura inferiore ai

450°C viene ricircolato nel serbatoio freddo. Dal serbatoio caldo il sale fuso se a

temperatura di 550°C viene direttamente inviato al generatore di vapore mentre se ha

una temperatura inferiore viene prima inviato alla caldaia ausiliaria dimensionata con

una potenza nominale di 50MW, che attraverso la reazione esotermica di

combustione porta il fluido alla temperatura di 550°C. La temperatura di 450°C è

stata determinata controllando che la temperatura del serbatoio freddo non ecceda i

330°C: nell’impianto da 5MW non si poteva ricircolare nel serbatoio freddo una

portata con temperatura superiore ai 400°C a causa della minor massa presente nel

serbatoio freddo che arrivava ad avere temperature superiori i 330°C.

Lo studio delle temperature all’interno dei serbatoi ha mantenuto anche per questo

dimensionamento le stesse ipotesi della casistica precedente: temperatura di ingresso

al campo solare costante a 290°C e le temperature del serbatoio calcolate per

miscelamento.

110

FIGURA 71 ANDAMENTO TEMPERATURA DEL SERBATOIO FREDDO E CALDO IMPIANTO 50MW

La diversa soluzione impiantistica comporta una maggior variazione della

temperatura all’interno del serbatoio caldo ma una minor oscillazione della

temperatura all’interno di quello freddo.

3.4.4. PRESTAZIONI DELL’IMPIANTO

Per valutare le prestazioni dell’impianto in termini di produzione ed efficienza si è

simulato il funzionamento dell’impianto e sono stati eseguiti i bilanci di energia per i

principali componenti del sistema sulla base dello schema presentato nel precedente

caso di studio.

Dall’analisi della radiazione efficacie annua (ANI) il numero di ore annue con

radiazione che permette di far lavorare l’impianto alla temperatura di Design di

550°C è di 1285 h/a, considerando anche il contributo dato dalla caldaia di circa il

14% dell’energia totale trasferita al fluido.

200

250

300

350

400

450

500

550

600

650

700

°C

Mese

111

FIGURA 72 PRESTAZIONI IMPIANTO 50MW

Il rendimento totale del campo solare è del 52%, più basso rispetto al caso precedente

a causa principalmente di due fattori: la maggior estensione del campo solare, che

definisce maggiori perdite nella rete di distribuzione, e la maggior portata evolvente

nel campo solare, che aumenta notevolmente le perdite per dispersione termica con

l’ambiente della rete di distribuzione. L’energia dispersa dai serbatoi rimane

trascurabile. Il rendimento globale dell’impianto è di circa 21%, più alto rispetto

all’impianto da 5MW anche grazie al più alto rendimento del ciclo Rankine.

3.4.5. ANALISI ECONOMICA

L’analisi economica è stata eseguita analogamente al caso di studio precedente con la

stessa suddivisione dei costi in campo solare, sistema di accumulo, blocco

generazione di energia elettrica e caldaia ausiliaria.

TABELLA 19 COSTO CAMPO SOLARE IMPIANTO 50 MW

Campo solare

Collettore (tubi+strutture+accessori+controllo) 140,00 k€/collettore

117600,00 k€

Fondazione per collettore 10,00 k€/collettore

8400,00 k€

Sali fusi 0,90 €/kg

1567,7 k€

Totale Campo Solare 127567,7 k€

Costo unitario campo solare 268,13 €/m

2

2551,35 k€/Mwe

112

TABELLA 20 COSTO SISTEMA DI ACCUMULO IMPIANTO 50MW

Accumulo

Sistema di accumulo 35 €/kWhth

Totale Accumulo 36363,64 k€

TABELLA 21 COSTO GRUPPO DI POTENZA IMPIANTO 50 MW

Gruppo di Potenza

Costo specifico power block 850 k€/MWe

42500 k€

Controllo, Costruzione, ingegneria e contingenza 204 k€/MWe

10200 k€

Generatore energia elettrica 52700 k€

Caldaia ausiliaria 5000 k€

TABELLA 22 COSTI DI INVESTIMENTO IMPIANTO 50 MW

Costi di impianto

Campo Solare 127567,7 k€

Accumulo 36363,64 k€

Gruppo di potenza 52700 k€

Caldaia ausiliaria 5000 k€

Totale 221631

4,43

M€

k€/kWe

FIGURA 73 RIPARTIZIIONE COSTI DI IMPIANTO 50MW

58% 16%

24%

2%

Costi d'impianto

Campo solare

Accumulo

Blocco generatore energia elettrica

Caldaia ausiliaria

113

TABELLA 23 COSTI VARIABILI IMPIANTO 50MW

Costi variabili

Costo combustibile 0,33 €/m3

1047 k€/anno

Operations&Maintenance 2 %investimento

4392,6 k€/anno

TABELLA 24 COSTO UNITARIO DI PRODUZIONE DELL'ENERGIA ELETTRICA IMPIANTO 50 MW

Costo kWhel

Fa 9,11

Ii 221631,3 k€

Quota ammortamento (15 anni, 7% sconto effettivo) 24333,93 k€/anno

Coa 4432,63 k€/anno

CC 1047 k€/anno

Ca 29813,6 k€/anno

Produzione energia elettrica 99 GWhe/anno

Costo Energia elettrica 301,15 €/MWhe

FIGURA 74 ANALISI DI SENSIBILITÀ: VARIAZIONE DEL COSTO [€/MWHEL] AL VARIARE DELLE VOCI DI COSTO (IMPIANTO

50MW).

114

L’analisi di sensibilità mostra, anche per l’impianto di taglia commerciale, una forte

dipendenza dalla possibile variazione del costo del campo solare. Il risultato più

importante è però la notevole riduzione, di quasi la metà del costo unitario di

produzione di energia elettrica dell’impianto da 50MW rispetto a quello da 5MW.

115

CONCLUSIONI

Negli ultimi decenni l'incremento del fabbisogno energetico, insieme ad una

crescente consapevolezza circa l'urgenza di contenere le emissioni di gas serra ed

inquinanti, ha promosso una crescita delle tecnologie volte al risparmio energetico e

alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Il panorama energetico mondiale ha

riposto molta attenzione alle tecnologie che utilizzano l’energia solare, soprattutto

grazie agli sviluppi tecnologici che hanno portato alla possibilità di accumulo di

energia che costituisce un’opzione ottimale per compensare il disaccoppiamento tra

produzione e fabbisogno di energia dato dall’intermittenza della fonte.

Tra le tecnologie ad energia solare, il solare a concentrazione (CSP, Concetrated

Solar Power) può giocare un ruolo fondamentale nella produzione energetica

mondiale permettendo di produrre quantità significative di elettricità a costi

competitivi.

Le tecnologie solari a concentrazione per la produzione di energia elettrica hanno

caratteristiche molto diverse l'una rispetto all'altra, sia da un punto di vista tecnico e

costruttivo, sia da un punto di vista delle prestazioni e dei risultati che esse possono

fornire. Ognuna di queste tecnologie può rivelarsi più o meno adatta a soddisfare ben

determinate esigenze, sia in termini di quantità di energia richiesta, sia in termini di

disponibilità economica. Anche le caratteristiche e le risorse del luogo in cui si

vorrebbe installare un eventuale impianto solare a concentrazione contribuiscono a

individuare quale delle diverse tecnologie può fornire i risultati migliori. Inoltre tutte

le tecnologie solari a concentrazione, anche se su larghezza di scala diversa, hanno

dimostrato praticamente la loro concreta realizzabilità e la possibilità di poter

raggiungere livelli di efficienza più che soddisfacenti. Nonostante i buoni risultati

ottenuti, allo stato attuale la diffusione degli impianti CSP è ancora lontana dai livelli

di quella degli impianti convenzionali alimentati con i combustibili fossili, e questo

fatto è probabilmente dovuto a fattori economici. Infatti attualmente il costo di

realizzazione di un impianto solare a concentrazione per la produzione di energia

elettrica è circa 2.5 volte maggiore rispetto al costo di realizzazione di un impianto

convenzionale di pari potenza, e di conseguenza è più alto anche il prezzo

116

dell'elettricità prodotta. Una riduzione dei costi si avrà sicuramente nei prossimi 5-10

anni grazie alla diffusione delle tecnologie CSP su scala commerciale.

Ad oggi le tecnologie a maggiori prestazioni e con maggiori margini di

miglioramento sono i sistemi a torre solare ed a collettori parabolici, rappresentando

una valida soluzione commerciale nel panorama dei sistemi di generazione di energia

elettrica.

In questo lavoro di tesi si è approfondito il funzionamento dell’impianto a collettori

parabolici mettendone in luce i punti di forza e le criticità.

La progettazione di un impianto CSP parte dall’analisi dei dati metereologici del sito

in cui vuol essere installato. Prima tra tutte la distribuzione della radiazione solare

diretta (DNI, Direct Normal Irradiance) che deve essere la più alta possibile in modo

da incrementare l’operabilità e essere quindi un vantaggio economico. Ma parametri

fondamentali sono anche la distribuzione del vento e della temperatura. L’analisi del

funzionamento dell’impianto, attraverso bilanci di massa e di energia ha portato al

dimensionamento ed ottimizzazione di ogni suo componente.

Il cuore dell’impianto è il campo solare, che raccoglie l’energia solare attraverso tubi

ricevitori, specchi e sistemi di inseguimento sempre più efficienti. I collettori di cui si

compone definiscono anche il costo di investimento maggiore e solo la diffusione di

questi impianti può portare ad una riduzione che permetterebbe a questa tecnologia

di essere completamente competitiva con gli impianti di potenza convenzionali.

Prerogativa di questa tecnologia è la possibilità di accumulo termico che permette di

produrre energia anche in assenza di radiazione migliorando la capacità produttiva e

la dispacciabilità dell’impianto. Questo è stato possibile attraverso l’evoluzione

tecnologica del sistema di accumulo, attraverso storage diretto e soprattutto per i

fluidi termovettori impiegati, passando dall’impiego di olio diatermico ad una

miscela binaria di sali fusi. Questa permette di raggiungere più alte temperature e

maggiori salti entalpici, assenza di rischi in termini di inquinamento ambientale ed

un costo minore della materia prima. Di contro l’elevata temperatura di

solidificazione necessita di attenti controlli ed elevati costi di gestione che stanno

indirizzando la ricerca su miscele ternarie di sali ancora però non economicamente

117

vantaggiose. Per ridurre i costi di storage termico si stanno anche studiando sistemi

ad accumulo ad un unico serbatoio (termoclino) con impianti di prova in

progettazione e costruzione. L’impianto CSP studiato è completato dalla caldaia

ausiliaria, necessaria a compensare le perdite in assenza di radiazione ma che ha

mostrato ottimi risultati impiegandola nell’efficientamento dell’impianto come

seconda fonte energetica.

In conclusione a questo lavoro di tesi sono stati sviluppati studi di fattibilità per

impianti da installare a Taiwan da 5MW e 50MW a collettori parabolici operanti

mediante sale fuso con accumulo diretto di otto ore a due serbatoi. L’analisi

climatologica del sito, mediante dati satellitari, lo rende al limite dell’operabilità

richiesta: la distribuzione della radiazione solare diretta è inferiore a quella

raccomandata a causa principalmente dell’elevata piovosità registrata durante tutto

l’anno. Per una definitiva valutazione del sito è però necessaria una campagna di

misurazione a terra. Il dimensionamento dei componenti dell’impianto ha

evidenziato una maggior semplicità costruttiva nell’impianto da 5MW soprattutto nel

layout del campo solare e nel suo collegamento con il sistema di accumulo. Infatti

questa tecnologia, ancora nuova, richiede nella logica della sua evoluzione una prima

installazione di taglia pilota prima di passare ad impianti di taglia commerciale.

Evoluzione da 5MW a 50MW che comporta un netto incremento delle prestazioni: il

rendimento di impianto che passa dal 12% al 21%, ed in termini economici porta ad

un dimezzamento del costo unitario di produzione.

118

119

INDICE DELLE FIGURE

FIGURA 1 SUN BELT 5

FIGURA 2 SOLUZIONI TECNOLOGICHE PER IMPIANTI SOLARI TERMODINAMICI 8

FIGURA 3 IMPIANTI CSP NEL MONDO 20

FIGURA 4 STATISTICA TECNOLOGIE IMPIANTI OPERATIVI E FUTURI 21

FIGURA 5 IMPIANTO SOLARE A SALI FUSI AD ALTA TEMPERATURA 22

FIGURA 6 COLLETTORI SOLARI DELL’IMPIANTO DI PRIOLO GARGALLO 24

FIGURA 7 SOLUZIONE CON CALDAIA AUSILIARIA A MONTE DEL SERBATOIO CALDO 25

FIGURA 8 SOLUZIONE CON CALDAIA AUSILIARIA A VALLE DEL SERBATOIO CALDO 25

FIGURA 9 ANDAMENTO ORARIO DELLA GHI (GLOBAL HORIZONTAL IRRADIANCE) E DELLA DNI

(DIRECT NORMAL IRRADIANCE) 26

FIGURA 10 ANGOLO DI INCIDENZA DELLA RADIAZIONE DIRETTA 27

FIGURA 11 ANGOLO DI DECLINAZIONE 27

FIGURA 13 EOT, EQUATION OF TIME 30

FIGURA 14 COS(ΘZ) NEI DUE GIORNI ESTREMI: SOLSTIZIO D’ESTATE (21 GIUGNO) E SOLSTIZIO

D’INVERNO (21 DICEMBRE) 31

FIGURA 15 DNI, ESR E COS(Θ) PER IL 21 GIUGNO 32

FIGURA 16 DNI, ESR E COS(Θ) PER IL 21 DICEMBRE 32

FIGURA 17 IAM, COS(Θ) IN FUNZIONE DI Θ 34

FIGURA 18 ROW SHADOWING 35

FIGURA 19 END LOSSES 36

FIGURA 20 FATTORE DELLE PERDITE DI CONCENTRAZIONE ALLE ESTREMITÀ DEI COLLETTORI (END

LOSS FACTOR) 37

FIGURA 21 IMPIANTO DI PROVA COLLETTORI SOLARI (PCS), DEL CENTRO RICERCHE ENEA DELLA

CASACCIA (ROMA) 39

FIGURA 22 COLLETTORE SOLARE A 6 MODULI 40

FIGURA 23 TUBO RICEVITORE DI ENERGIA SOLARE CONCENTRATA 41

FIGURA 24 ANDAMENTO DELLA PORTATA DI SALE FUSO E DELLA SUA TEMPERATURA IN FUNZIONE

DELL'ANI 43

120

FIGURA 25 POTENZA TERMICA ASSORBITA DAL LOOP IN FUNZIONE DELL'ANI 44

FIGURA 26 RENDIMENTO TERMICO DEL LOOP IN FUNZIONE DELL'ANI 45

FIGURA 27 RENDIMENTO TERMICO DELLA STRINGA IN FUNZIONE DELL'ANI 45

FIGURA 28 CAMPO SOLARE 46

FIGURA 29 LAYOUT DI UN IMPIANTO DI PICCOLA TAGLIA E DI TAGLIA COMMERCIALE 47

FIGURA 30 ESEMPIO DI DIAGRAMMA DI CARICO GIORNALIERO, IN CUI SONO EVIDENZIATE LE PUNTE

DI CARICO (A), IL CARICO BASE (B) E LE ECCEDENZE (C). 54

FIGURA 31 LCOE, LEVELISED COST OF ELECTRICITY (NREL) 55

FIGURA 32 SISTEMA DI ACCUMULO TERMICO (SERBATOIO FREDDO E CALDO) DELL’IMPIANTO

ARCHIMEDE 56

FIGURA 33 BILANCI DI MASSA NEL SERBATOIO CALDO E FREDDO 58

FIGURA 34 VARIAZIONE DEL LIVELLO DEL SALE FUSO NEL SERBATOIO CALDO (HHT) E NEL

SERBATOIO FREDDO (HCT) 60

FIGURA 35 POTENZA TRASFERITA AL FLUIDO 60

FIGURA 36 POTENZA EROGATA DAL GENERATORE DI VAPORE 61

FIGURA 37 ENERGIA ACCUMULATA 61

FIGURA 38 TEMPERATURE DEL SALE ALL'INTERNO DEL SERBATOIO CALDO E FREDDO 68

FIGURA 39 BILANCIO ANNUALE DI ENERGIA DEL SISTEMA 69

FIGURA 40 CONFRONTO RIPARTIZIONE COSTI DI COSTRUZIONE IMPIANTO DA 5MW CON E SENZA

STORAGE 75

FIGURA 41 ANDAMENTO PREZZO GAS NATURALE 80

FIGURA 42 REGIONE DI TAICHUNG A TAIWAN 86

FIGURA 43 ANDAMENTO DELLA TEMPERATURA (DATI METEONORM) 86

FIGURA 44 ANDAMENTO DELLE PRECIPITAZIONI (DATI METEONORM) 86

FIGURA 45 DISTRIBUZIONE DELLA DNI ORARIO DI TAICHUNG (METEONORM®) 87

FIGURA 46 - DNI MEDIA MENSILE DURANTE LE ORE DI SOLEGGIAMENTO A TAICHUNG. 87

FIGURA 47 DNI, ESR, ANI MEDIE MENSILI NELLE ORE DI SOLEGGIAMENTO 88

FIGURA 48 ANDAMENTO COSTI DI INVESTIMENTO E DI PRODUZIONE ENERGIA ELETTRICA (IMPIANTO

5MW) 89

FIGURA 49 ANDAMENTO DELLE ORE DI STORAGE AL VARIARE DELL'ANI DI DESIGN 89

FIGURA 50 RENDIMENTO TOTALE DEL LOOP 90

121

FIGURA 51 CAMPO SOLARE IMPIANTO 5 MW 91

FIGURA 52 DIMENSIONE SERBATOI IMPIANTO 5 MW 93

FIGURA 53 MASSA DI SALE NEL SERBATOIO FREDDO AL PRIMO RIEMPIMENTO (T) IMPIANTO 5 MW 93

FIGURA 54 ANDAMENTO PORTATA E TEMPERATURA DEI SALI FUSI IN FUNZIONE DELL'ANI 94

FIGURA 55 FLUSSO DEL SALE FUSO NELL'IMPIANTO DA 5MW 94

FIGURA 56 POTENZA TRASFERITA AL FLUIDO IMPIANTO 5MW 95

FIGURA 57 ANDAMENTO TEMPERATURA DEL SERBATOIO FREDDO PER L’IMPIANTO DA 5MW 96

FIGURA 58 - DISTRIBUZIONE ANNUALE DELLA ANI E PORTATA DI SALE FUSO NELLA STRINGA 97

FIGURA 59 ANDAMENTO ORARIO DELLA POTENZA TRASFERITA AL FLUIDO E DELLA TEMPERATURA

DI USCITA DEL SALE FUSO DAL CAMPO SOLARE PER L'IMPIANTO DA 5MW 97

FIGURA 60 BILANCI DI POTENZA ED ENERGIA PER L'IMPIANTO DA 5MW 98

FIGURA 61 LAYERS ISOLANTI DEI DUE SERBATOI 98

FIGURA 62 ANDAMENTO DELLA TEMPERATURA CON IL RAGGIO DEL SERBATOIO CALDO (IMPIANTO

5MW) 99

FIGURA 63 ANDAMENTO DELLA TEMPERATURA CON IL RAGGIO DEL SERBATOIO FREDDO (IMPIANTO

5MW) 99

FIGURA 64 PRESTAZIONI IMPIANTO 5MW 99

FIGURA 65 - RIPARTIZIONE COSTI DI IMPIANTO 5 MW 102

FIGURA 66 ANALISI DI SENSIBILITÀ: VARIAZIONE DEL COSTO [€/MWHEL] AL VARIARE DELLE VOCI DI

COSTO (IMPIANTO 5MW). 104

FIGURA 67 CAMPO SOLARE IMPIANTO 50 MWE 106

FIGURA 68 DIMENSIONE SERBATOI IMPIANTO 50 MW 108

FIGURA 69 MASSA DI SALE NEL SERBATOIO FREDDO AL PRIMO RIEMPIMENTO (T) IMPIANTO 50 MW

108

FIGURA 70 FLUSSO DEL SALE FUSO NELL'IMPIANTO DA 50MW 109

FIGURA 71 ANDAMENTO TEMPERATURA DEL SERBATOIO FREDDO E CALDO IMPIANTO 50MW 110

FIGURA 72 PRESTAZIONI IMPIANTO 50MW 111

FIGURA 73 RIPARTIZIIONE COSTI DI IMPIANTO 50MW 112

FIGURA 74 ANALISI DI SENSIBILITÀ: VARIAZIONE DEL COSTO [€/MWHEL] AL VARIARE DELLE VOCI DI

COSTO (IMPIANTO 50MW). 113

122

INDICE DELLE TABELLE

TABELLA 1 PROIEZIONE DEI COSTI NEI PROSSIMI 30 ANNI 7

TABELLA 2 FATTORI DI CONCENTRAZIONE ED EFFICIENZE SOLARI CARATTERISTICI PER LE

TECNOLOGIE CSP 10

TABELLA 3 TEMPERATURE ED EFFICIENZE CARATTERISTICHE PER LE TECNOLOGIE CSP 10

TABELLA 4 - CARATTERISTICHE E COSTI DEI FLUIDI TERMOVETTORI: OLIO DIATERMICO E MISCELE DI

SALI PER ALTA TEMPERATURA 19

TABELLA 5 CARATTERISTICHE TERMOFISICHE DEI MATERIALI ISOLANTI IMPIEGATI PER I SERBATOI 66

TABELLA 6 COSTO DI INVESTIMENTO (CAPEX) IN M€/MW 74

TABELLA 7 RIPARTIZIONE PERCENTUALE DEL COSTO DI INVESTIMENTO 76

TABELLA 8 COSTO UNITARIO DI PRODUZIONE DELL’IMPIANTO IBRIDO SOLARE-BIOMASSA 84

TABELLA 9 CAMPO SOLARE IMPIANTO 5 MW 92

TABELLA 10 SISTEMA DI ACCUMULO IMPIANTO 5MW 93

TABELLA 11 COSTI CAMPO SOLARE IMPIANTO 5MWE 100

TABELLA 12 COSTI ACCUMULO IMPIANTO 5MWE 101

TABELLA 13 COSTI DEL GRUPPO DI POTENZA E CALDAIA AUSILIARIA 101

TABELLA 14 RIASSUNTO COSTI DI COSTRUZIONE IMPIANTO 5MW 101

TABELLA 15 COSTI VARIABILI IMPIANTO 5MW 103

TABELLA 16 COSTO UNITARIO DELL’ENERGIA PRODOTTA IMPIANTO DA 5MW 103

TABELLA 17 CAMPO SOLARE IMPIANTO 50 MW 107

TABELLA 18 SISTEMA DI ACCUMULO IMPIANTO 50MW 108

TABELLA 19 COSTO CAMPO SOLARE IMPIANTO 50 MW 111

TABELLA 20 COSTO SISTEMA DI ACCUMULO IMPIANTO 50MW 112

TABELLA 21 COSTO GRUPPO DI POTENZA IMPIANTO 50 MW 112

TABELLA 22 COSTI DI INVESTIMENTO IMPIANTO 50 MW 112

TABELLA 23 COSTI VARIABILI IMPIANTO 50MW 113

TABELLA 24 COSTO UNITARIO DI PRODUZIONE DELL'ENERGIA ELETTRICA IMPIANTO 50 MW 113

123

BIBLIOGRAFIA

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Spinelli, Luigi Sipione; ENEA. (s.d.). Opportunità di applicazione delle tecnologie solari

termodinamiche in Italia.

125

RINGRAZIAMENTI

Per la realizzazione della tesi ed a compimento dei miei studi universitari devo

innanzitutto ringraziare:

Il Professor Paolo Coppa per la disponibilità e la professionalità con cui mi ha

seguito nei miei due lavori di tesi. Lo ricorderò sempre per l’esempio che

mostra nella dedizione allo studio ed all’insegnamento.

L’ingegner Antonio De Luca, per avermi dato la possibilità di lavorare a

stretto contatto con l’eccellenza della ricerca italiana. Per l’esperienza

formativa che mi ha regalato ed i consigli per gli anni che seguiranno di cui

farò tesoro.

La società Ianus per avermi dato l’opportunità di lavorare con esperti del

settore quali sono e per i costruttivi confronti.

Una dedica speciale va a Francesco e Marco che mi hanno dato oggi la possibilità di

aspirare al massimo, perché, non succede ma se succede, è Vostra!

Il ringraziamento più grande lo devo però alla mia famiglia. A mia madre, a mio

padre ed a mio fratello a cui devo tutto quello che sono.

Ai miei zii ed ai miei nonni che hanno sempre riposto grande fiducia in me, e quando

ne ho avuto bisogno, mi hanno sempre accolto e sostenuto.

Ai miei Amici con cui ho condiviso le lezioni più belle e più vere.

A Fabiana che ha reso questo traguardo solo l’inizio del progetto più bello.