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Valutazione e sostenibilità del sistema di sorveglianza
PASSI d’Argento
Roma, 6 febbraio 2014
Rita Ferrelli - Gruppo Tecnico Operativo PDA
Workshop
Salute e Invecchiamento attivo nel Lazio Politiche e interventi in Europa, e ruolo della sorveglianza di
popolazione per la governance del sistema
Approcci di valutazione nella sperimentazione PDA (2009-2010)
VALUTAZIONE IN PASSI D’ARGENTO
De Luca A. et al. Passi d'Argento dalla sperimentazione alla messa a
regime: l'approccio di valutazione. Not Ist Super Sanità 2011;24(5):i-iii
• Valutazione di processo, finalizzata
a identificare aspetti di
funzionamento passibili di
miglioramento, per la:
– prosecuzione delle attività
– sostenibilità del sistema:
• capacità di proseguire e produrre
benefici nel tempo
VALUTAZIONE IN PASSI D’ARGENTO Approccio di valutazione nella messa a regime (2011 – 2013)
VALUTAZIONE DI PROCESSO
– Collaborazione socio-sanitaria
– Impiego risorse umane
– Contesto istituzionale: coinvolgimento dei
responsabili dei servizi incaricati di realizzare la
raccolta dati
– Assistenza tecnica e supporto operativo nella fase
di raccolta e inserimento dati
COSA VALUTARE
ANALISI SWOT
– Maggio - Luglio 2013
– Coordinatori regionali
• Collaborazione socio-sanitaria
• Impiego risorse umane (ruolo
coordinatori locali)
– Coordinatori locali
• Contesto istituzionale
– sostegno fornito da
responsabile ASL
• Assistenza tecnica
– supporto operativo nella fase
di raccolta e inserimento dati
METODO E STRUMENTI
SOSTENIBILITÀ
• Questionario strutturato con domande riguardanti:
• sostegno politico-istituzionale
• continuità nei finanziamenti
• partnership
• organizzazione
• comunicazione
– Scala Likert
– coordinatori regionali:
• Liguria, Abruzzo, Lombardia (ASL di Milano), Marche, Sicilia, Valle
d'Aosta, Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Sardegna
– Analisi: media e DS
METODO E STRUMENTI
RISULTATI
COLLABORAZIONE SOCIO-SANITARIA
PUNTI FORTI PUNTI DEBOLI
Forte volontà degli operatori di
andare verso un percorso
condiviso
Pluralità di competenze degli
operatori
Presenza del sociale nell’area
sanitaria e condivisione delle
risorse (in base al modello
organizzativo adottato dalla
regione)
Formalizzazione della
collaborazione e costituzione di un
gruppo di lavoro effettivo
• Mancanza di dialogo istituzionale
• Mancanza di linee di indirizzo e di
programmazione condivise (sociale
operativo solo sul campo per la
realizzazione delle interviste)
Presenza del sociale nell’area
sanitaria e condivisione delle
risorse (in base al modello
organizzativo adottato dalla
regione)
• Gruppo di lavoro formalizzato solo
sulla carta e non operativo
RISULTATI
COLLABORAZIONE SOCIO-SANITARIA
OPPORTUNITA’ PERICOLI
Carenza di risorse che ha
generato la necessità di lavorare
congiuntamente in ambito socio-
sanitario per identificare priorità, in
un’ottica di razionalizzazione
mirata della spesa (in contrasto a
tagli lineari).
• Riduzione delle risorse disponibili
(umane e finanziari)
RACCOMANDAZIONI
1. Creare le condizioni affinché le sorveglianze diventino un compito
istituzionale per la programmazione integrata
2. Uso condiviso dei dati, sia in ambito sociale che sanitario
3. Favorire l’utilizzo dei dati a livello distrettuale, per la programmazione
e la valutazione a livello distrettuale socio-sanitario
RISULTATI
IMPIEGO RISORSE UMANE
PUNTI FORTI PUNTI DEBOLI
Forte coinvolgimento e
motivazione del personale
formato
Reperimento di incentivi
economici e di personale al
di fuori del proprio servizio (v.
progetti del PRP), dove
possibile
Assenza di sostegno
aziendale (economico, di
personale …) al sistema di
sorveglianza
Mancanza di collaborazione
tra coordinatore locale sociale
e Sanitario (quando presenti
entrambi)
RISULTATI
IMPIEGO RISORSE UMANE
OPPORTUNITA’ PERICOLI
integrazione tra personale del
sociale e del sanitario
Crescita culturale degli operatori
coinvolti
• difficoltà di coordinare la rete delle
collaborazioni, in presenza di una
pluralità di interlocutori per i
coordinatori locali
RACCOMANDAZIONI
1. Inserire il sistema di sorveglianza tra gli incentivi del sistema
premiante per gli operatori dell’azienda sanitaria e del dipartimento
sociale
2. Inserire le sorveglianze in un sistema maggiormente strutturato,
radicato e riconosciuto all’interno dell’azienda
RISULTATI
CONTESTO ISTITUZIONALE
PUNTI FORTI PUNTI DEBOLI
sostegno da: direttori di servizio, Direttore DP,
coinvolgimento Direttori Distretto, MMG e
professionalità aziendali, gruppo di lavoro PASSI.
collaborazione (gruppi di interesse, profili
sociali e sanitari)
operatività: rilevazione delle criticità e
correzione in itinere delle stesse; monitoraggio e
valutazione delle fasi intermedie delle attività
legate al raggiungimento degli obiettivi previsti;
esistenza di una rete interna aziendale
organizzazione: presenza di una struttura
organizzativa epidemiologica e disponibilità di
risorse umane qualificate e motivate
metodo: rilevanza della formazione locale del
personale e supporto scientifico dell’ISS
contributo economico regionale e
riconoscimento di un budget orario recuperabile
o retribuito
scarso coinvolgimento
istituzionale (sia interno al
sistema sanitario che a
strutture esterne ad esso, per
es. Comuni e servizi sociali)
problemi di tipo
organizzativo e
comunicativo interni al
sistema di sorveglianza
aspetti metodologici (per es.
dati regionali che possono
risultare di limitata utilità a
livello locale)
RISULTATI: CONTESTO ISTITUZIONALE
RACCOMANDAZIONI
1. normativo - istituzionale: sorveglianze negli Atti governativi adottata come attività
istituzionali del SSN (v. registri tumori e di mortalità)
2. organizzativo: sorveglianza concentrata in un unico servizio (con libertà di coinvolgimento
di altre strutture), possibilmente continuativa e dilazionata nell’arco dell’anno
3. strategico: promozione di una cultura di “rete interistituzionale” (con formazione specifica
ed esperienza di lavoro comune)
OPPORTUNITA’ PERICOLI
Programmazione strategica:
istituzionalizzazione della sorveglianza come
strumento chiave di programmazione
sociosanitaria e dei piani di prevenzione
Collaborazione con portatori di interesse e
terzo settore
Valorizzazione del ruolo del dipartimento di
prevenzione e creazione di un’unica regia
per le attività di sorveglianza
Potenziamento del livello informativo del
cittadino su servizi e interventi e
miglioramento dell’ immagine aziendale
• sostenibilità economica: eventuale
mancata erogazione di incentivi
• sottovalutazione e inutilizzo dei dati ai fini
di programmazione di politica sanitaria
• organizzativi: mancata partecipazione dei
servizi sociali e difficoltà a gestire personale
afferente a servizi diversi
RISULTATI
ASSISTENZA TECNICA E SUPPORTO OPERATIVO
PUNTI FORTI PUNTI DEBOLI
personale qualificato e motivato
risorse materiali e informatiche
qualità della formazione
continuità dell’assistenza tecnica,
collaborazione tra diversi servizi
della ASL e con i MMG,
qualità dell’anagrafe sanitaria
regionale
organizzazione efficiente ed
efficace dell’indagine
coordinamento regionale
(campionamento e assistenza per
la realizzazione delle interviste)
risorse materiali (scarse
autovetture di servizio),
economiche (budget dedicato),
informatiche (difficoltà di
collegamento al portale dati)
fonte di dati (anagrafe sanitaria
non aggiornata)
organizzazione dell’indagine
(orario di servizio incompatibile
con l’orario di disponibilità del
target)
collaborazione (scarsa
partecipazione dei servizi sociali
dovuta a carenza di personale)
RISULTATI
ASSISTENZA TECNICA E SUPPORTO OPERATIVO
RACCOMANDAZIONI
1. tener conto dei sistemi operativi e delle (spesso limitate) risorse informatiche
disponibili nelle ASL
2. formalizzare un protocollo operativo che preveda una dotazione minima
informatica e strumentale (telefoni cellulari, PC, chiavette USB, connessione
internet)
3. Promozione di un uso condiviso dei dati
OPPORTUNITA’ PERICOLI
ricadute sistemiche di PDA
• beneficiari della sorveglianza
• maggiore credibilità del sistema
• tempestività delle risposte nel risolvere
problemi tecnici.
• valutazione sociosanitaria disgiunta
• scarsa influenza dei responsabili dei
servizi sui decisori politici
• compatibilità con carichi di lavoro
eccessivi
ANALISI DELLA SOSTENIBILITA’
DIMENSIONE MEDIA DS
Sostegno politico istituzionale: • Contesto politico regionale, responsabili istituzioni
coinvolte/altre istituzioni “chiave”
2,6 1,0
Continuità nei finanziamenti: • Base finanziaria adeguata per mantenere nel tempo le
attività PDA
2,5 1,2
Partnership: • Connessioni tra PDA e gruppi di interesse
2,8 1,1
Organizzazione: • Supporto interno e risorse per gestire efficacemente PDA
• Personale sufficiente per raggiungere obiettivi di PDA
3,4
1,9
1,0
1,0
Comunicazione strategica: • Presenza di un piano di comunicazione, con definizione
di target, modalità e strumenti e promozione dell’uso dei
dati da parte dei decisori
3,6 1,2
Risorse essenziali su cui conta PDA
• forte etica professionale e motivazione degli operatori coinvolti
• Politiche sociosanitarie forti (PdA inserito nella programmazione regionale
sanitaria e sociale (PRP e PSSIR
Vulnerabilità di PDA
• risorse economiche, strategiche, organizzative e informatiche non
adeguatamente disponibili
Raccomandazioni
• esplicito riconoscimento, negli atti normativi di governo a livello nazionale e
regionale, delle sorveglianze come attività istituzionale del sistema sanitario
• organizzazione efficiente ed efficace della sorveglianza
• attenzione a formazione, collaborazione intra e extra-aziendale
• creazione di una cultura di “rete interistituzionale”
CONCLUSIONI
Grazie per l’attenzione!