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Periodico di informazione religiosa

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La VOCEdella Compagnia di S. Angela

Brescia

Sant’Angela Merici“Compatrona” di Brescia

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I l testo, che qui si presenta, intende essere un omaggio alla nostra SantaFondatrice, S. Angela, che la Congregazione per il Culto divino ha pro-clamato patrona secondaria della Città e Diocesi di Brescia, venendosi

così ad affiancare ai tradizionali SS. Faustino e Giovita che i Bresciani festeggianoormai da molti secoli.

Come più volte sottolineato da Mons.Olmi, per chi si riconosce nel carisma diSant’Angela, quello che stiamo vivendo, è un anno straordinario anche perché ricorreil 475° anniversario della Fondazione della Compagnia, le cui celebrazioni sono iniziatecon un Vespro solenne promosso dalle Orsoline delle Federazione tedesca e pregato incontemporanea da tante Compagnie ed Istituti religiosi sparsi in tutto il mondo.

L’11 gennaio si è tenuto il solito incontro con i Sacerdoti, quest’anno convenutiabbastanza numerosi, che hanno seguito le relazioni di Don Pierino Boselli sul significatodi Patrono e sul culto che si deve prestare ai Santi, non fatto di atti esteriori, ma di au-tentico amore a Dio, di attenzione ai fratelli bisognosi ed ai problemi della società, diDon Mario Trebeschi sulla memoria di Sant’Angela tra Ottocento e Novecento e dellaprof.ssa Valetti Bonini sulla proposta pedagogica, quale vero insegnamento di vita, cheemerge di continuo, “con efficacia sobrietà” dai pochi scritti di Angela.

Il 23 gennaio, le Figlie si sono trovate per il ritiro plenario con un motivo in piùper riflettere sulla bellezza e la grandezza del loro carisma e rendere grazie a Dio per laproclamazione a Patrona della Madre, che, come suggeriva Mons. Olmi nella medita-zione, “può essere considerata un singolare coronamento di tutta una storia di stima esostegno della Chiesa bresciana alla Compagnia e di fedele dedizione della Compagniaalla Chiesa”. Ed è per questo che, ancor maggiormente, è richiesto alle Figlie di vivereserenamente la fedeltà quotidiana in unione intima con Gesù, nei vari ambienti, dallafamiglia al luogo di lavoro, di essere semplici, benevole, piacevoli, ottimiste nella certezzache Dio è all’opera e non permette che nessuno si perda.

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Il 24 gennaio, alla presenza delle massime Autorità cittadine e religiose e la com-partecipazione di numerosi fedeli, il Vescovo Monari ha presieduto una solenne con-clebrazione, alla quale hanno partecipato pure i Vescovi che lo hanno preceduto edurante la quale Sant’Angela è stata finalmente proclamata patrona secondaria di Bre-scia. E nell’omelia, con profondità di pensiero, il Vescovo Luciano ha parlato del ruolodelle donne, “moderne… e credenti”… in quanto “hanno assimilato davvero il Vangeloe interpretano la loro esperienza alla luce del messaggio dell’amore di Dio per noi”…“Donne che non si lasciano dominare dagli stili correnti, ma che sanno ricondurre ognicosa alla libertà e responsabilità di coscienza”. E “Sant’Angela, proprio per la sua vi-sione femminile delle cose e per la profonda libertà con cui si è mossa nel suo tempopuò essere un modello e uno stimolo prezioso”.

In un apposito capitolo, aiutati da altri scritti, il nostro ricordo ritorna al tardo po-meriggio del 13 febbraio quando le reliquie di Sant’Angela furono traslate nella Basilicadi San Faustino per unirsi a quelle venerate dei SS. Patroni della Città. E che commo-zione vedere una così frequentata ed orante processione accompagnare la Santa attra-verso le vie di Brescia e sostare in Piazza della Loggia per ricevere il trepido omaggiodella cittadinanza porto dalle toccanti parole del Sindaco Paroli!

Ed invito il lettore a leggere l’omelia tenuta dal Vescovo in occasione della S. Messada lui celebrata nella Basilica di S. Faustino e soprattutto a soffermarsi su quanto dettoa proposito della “figura straordinaria che è stata Sant’Angela”, del mondo femminilee delle donne che devono crescere in umanità così da dare “una forma cristiana al lorovissuto anche con tutte le trasformazioni che questo vissuto sta conoscendo”.

Non si può concludere questa breve presentazione senza accennare alla rappresen-tazione teatrale della biografia della Santa interpretata con grande successo da ScenaSintetica su testi del Prof. Giampietro Belotti, noto studioso dell’esperienza evangelicadi Sant’Angela culminata con la fondazione della Compagnia di Sant’Orsola che haconferito nuova dignità alla donna con la creazione di una terza via di consacrazione,quella della verginità secolare, vissuta quindi nel mondo e non più chiusa all’interno diun chiostro.

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AMRITIRO DEI SACERDOTI11 GENNAIO 20101

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Il vescovo ausiliare emerito, mons. Vigilio Mario Olmi ha scritto a tutti i sacerdotibresciani:

“M entre la celebrazione del S. Natale rende attuale l’azione salvificadi Cristo nella Chiesa e per mezzo della Chiesa nel mondo performare il popolo santo, ho pensato di scrivervi, anche a nome

della Superiora e del Consiglio della Compagnia di S. Angela, per presentarvi una pro-posta, che è maturata dopo il 25 novembre scorso, quando cioè il nostro Vescovo hadato notizia che, avendo avuto il parere favorevole della Congregazione per il Cultodivino, avrebbe proclamato S. Angela patrona secondaria della città e della diocesi diBrescia. A questo scopo il 24 gennaio 2010, terza domenica del tempo ordinario, alleore 10,30 nel Santuario di S. Angela, il nostro Vescovo presiederà la concelebrazionecon alcuni vescovi e sacerdoti bresciani, durante la quale S. Angela verrà ufficialmenteproclamata appunto ‘Patrona secondaria di Brescia e diocesi’. In preparazione a questaricorrenza così significativa, si è ritenuto doveroso invitare i sacerdoti della città e delladiocesi a un incontro per condividere motivi e proposte relativi alla proclamazione”.

L’incontro è previsto per lunedì 11 gennaio nella cripta del Santuario di S. Angelain via F. Crispi, n. 23 con il seguente ordine del giorno: ore 9,30 Ora terza; salutodella superiora Mariateresa Pezzotti; introduzione del superiore mons. Vigilio MarioOlmi; ore 10,15 “Il culto dei Santi Patroni nella liturgia e nella pietà popolare”, rela-zione di don Pierino Boselli; ore 10,40 “I tratti caratteristici della diffusione, spiritualitàe apostolato della Compagnia di S. Angela dal 1866 al presente” di don Mario Trebe-schi; ore 11,15 “I tratti caratteristici della pedagocia di S. Angela” della prof. IrmaValetti Bonini; ore 11,45 Conclusioni; ore 12 Pranzo in Casa S. Angela (telefonareper conferma al n. 03047230).

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“Sono sicuro – ha scritto ancora mons. Olmi – che tutti i sacerdoti vorranno ap-prezzare l’importanza del riconoscimento con cui la comunità ecclesiastica e civile in-tende venerare e onorare S. Angela, essendo l’unica santa bresciana presente nelcalendario della Chiesa universale e prima testimone della verginità consacrata nelmondo con l’istituzione della Compagnia di S. Orsola, continuata dalle sue Figlie inquasi tutte le parrocchie della diocesi. Poiché si desidera che la proclamazione sia cele-brata anche nelle parrocchie, durante l’incontro verranno suggerite alcune indicazionisia per il 27 gennaio, festa liturgica della Santa, sia per la sensibilizzazione su alcuniaspetti per la formazione e la promozione della donna”.

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La santità nell’economia della salvezzadon Pierino Boselli

Riflessione in occasione della proclamazione di S.Angela Merici apatrona secondaria della Città e Diocesi di Brescia

1 - La vocazione universale degli uomini alla santitàDio Padre vuole che tutti gli uomini, creati a immagine della sua divinità (cf. Gen1, 26-27), siano salvati e giungano alla conoscenza della verità (cf. 1Tm 2,4), che èil signore Gesù Cristo (cf. Gv 14,6), via per gli uomini al Padre (cf. Gv 14,6). Comesi può constatare Dio vuole la salvezza di tutti gli uomini non in forza di un «buo-nismo» spesso dileggiato ai nostri giorni, ma perché «creati a immagine della suadivinità». È questa impronta del divino in noi che postula il bisogno esistenzialeed universale della nostra salvezza. Ne deriva che tutti i cristiani di ogni condizionee ordine, sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della ca-rità, ad una santità che promuova anche all’interno della società terrena un mododi vivere più umano. La santità non resta rinchiusa nei conati di perfezione pre-senti nell’impegno ascetico dei cristiani, ma tende ad umanizzare il vivere della so-cietà nella consapevolezza che «la gloria di Dio è l’uomo vivente» (S. Ireneo)2 - La santità nel mistero di CristoNon c’è santità se non correlata al mistero di Cristo. Il Signore Gesù Cristo, figliodi Dio, celebrato come il «solo Santo», maestro, modello e fonte di ogni santità,ha predicato ai suoi discepoli una santità di vita, di cui egli è autore e artefice:«Voi, dunque, siate perfetti, come perfetto è il Padre vostro celeste» (Mt 5,48). I fe-deli, a loro volta, secondo l’insegnamento di Cristo Gesù: «Se qualcuno vuole ve-nire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua», si sforzano difarsi in lui imitatori del Salvatore, cosicché, grazie ai fratelli che già vivono in Cri-sto, trovino modelli secondo cui vivere il mistero della salvezza e si sentano stimo-lati dal loro insigne maestro.

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3 - La santità nella vita della ChiesaLa santità che proviene dal Padre e che si manifesta nel ministero di Cristo, siesprime nella Chiesa. Dio Padre, poi, nella mirabile testimonianza dei Santi fe-conda la sua Chiesa di sempre nuova virtù e offre ai fedeli dei segni evidenti delsuo amore. La Chiesa è al contempo santa e sempre bisognosa di purificazione: ead essa, tuttavia è chiamata in Cristo l’intera umanità, perché, in essa goda dellacompagnia dei santi, fino a quando la loro comunione gloriosa in Cristo non giun-gerà a perfezione alla fine dei tempi. La Chiesa stessa, Madre dei Santi, provvedesempre con zelo che i fedeli curino la vocazione alla santità e ad essa pervengano.Specialmente nelle odierne circostanze della nuova evangelizzazione, è della mas-sima importanza che l’intero cammino pastorale si fondi proprio sulla santità, cheva intesa non come via straordinaria fatta solo per pochi, ma come una tensionedi tutti i fedeli verso la pienezza della vita cristiana e la carità perfetta.

4 - Principi fondamentali della santitàRadicato nella Sacra Scrittura e attestato con certezza fin dalla prima metà del se-colo II, il culto dei Santi, anzitutto dei martiri, è un fatto ecclesiale antichissimo.

A - Il culto dei martiriFino al IV secolo la santità era collegata al martirio. Quando un fedele aveva con-fessato Cristo col sacrificio cruento della propria vita, il suo nome era fregiato dellaqualifica di Martyr incisa sul suo sepolcro. Il titolo glorioso ne faceva inserire lamemoria nei dittici liturgici della sua Chiesa e ne istituiva presso di questa la com-memorazione anniversaria, ufficiale e perpetua. Tutto ciò era a quel tempo in certomodo un equivalente dell’attuale procedura della canonizzazione dei Santi.

B - Il culto dei Santi ConfessoriAssociato al culto dei martiri, quello dei confessori è l’altro elemento che aprì nellaChiesa nuove vie allo sviluppo della santità. Il primo confessore è stato S. MartinoVescovo di Tours (316 – 397).Il termine sanctus (= sancitus, da sancire rinchiudere), nella sua nozione primitivadenota un luogo riservato, inviolabile, dove la divinità si è manifestata in un modosingolare. Questa manifestazione rendeva il confessore santo. Nel campo religioso,con il titolo Sanctus furono qualificate quelle persone ritenute di così alta perfe-zione morale, da crederle quasi res sacrae, perché in esse Dio si era manifestato inmodo particolare. Fino alla metà del IV secolo soltanto i martiri furono consideratiSancti, ed ebbero gli onori del culto.Erano, i cristiani perfetti, i veri imitatori di Cristo, perché partecipi effettivamente

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della sua passione. Ma, chiuso il periodo delle persecuzioni, si comprese che lavita pia e mortificata delle vergini, dei vescovi, degli asceti, era in realtà un equi-valente del martirio. S. Angela in quanto vergine si ritrovava nella prima categoriadei confessori. La Chiesa, fin dal suo inizio, ha ritenuto la verginità, subito dopoil martirio, come espressione perfetta del dono della propria vita al Signore.Venendo a noi la Costituzione Sacrosanctum Concilium, nel capitolo dedicato al-l’Anno liturgico, illustra efficacemente il fatto ecclesiale e il significato della vene-razione dei Santi e Beati: «La Chiesa ha inserito nel corso dell’anno anche lamemoria dei Martiri e degli altri Santi che, giunti alla perfezione con l’aiuto dellamultiforme grazia di Dio e già in possesso della salvezza eterna, in cielo cantano aDio la lode perfetta e intercedono per noi.Nel loro giorno natalizio infatti la Chiesa proclama il mistero pasquale realizzatonei Santi che hanno sofferto con Cristo e con lui sono glorificati; propone ai fedelii loro esempi che attraggono tutti al Padre per mezzo di Cristo; e implora per iloro meriti i benefici di Dio».

C - Dottrina della Chiesa sui SantiUna sua corretta intelligenza è possibile solo nell’ambito più vasto degli articolidi fede riguardanti:

– La dottrina dell’unica mediazione di Cristo (cf.1 Tm 2,5), che tuttavia nonesclude altre meditazioni subordinate, le quali si esercitano peraltro all’internodell’onnicomprensiva mediazione di Cristo.– La «comunione dei santi», per cui la Chiesa del cielo, quella che attendela purificazione finale «nello stato chiamato Purgatorio» e quella pellegrinasulla terra comunicano «nella stessa carità di Dio e del prossimo»: infatti, tuttiquelli che sono di Cristo, avendo il suo Spirito, formano una sola Chiesa esono uniti in lui.– La «Chiesa, una santa, cattolica e apostolica», santa, cioè per la presenzain essa di «Gesù Cristo, il quale con il Padre e lo Spirito Santo è proclamato“il solo Santo”»; per l’incessante azione dello spirito di santità; perché dotatadi mezzi di santificazione.– La Chiesa dunque, pur comprendendo nel suo seno i peccatori è «già sullaterra adornata di una vera santità, anche se imperfetta»; essa è il «Popolo Santodi Dio», i cui membri, secondo la testimonianza delle Scritture, sono chiamati«Santi».D - Dottrina della Chiesa e Liturgia

Propongono i Santi e i Beati che, contemplando già «chiaramente Dio uno e trino»,

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sono indicati quali:• Testimoni storici della vocazione universale alla santità; frutto eminentedella redenzione di Cristo, sono prova e documento che Dio, in tutti i tempie presso tutti i popoli, chiama i suoi figli a raggiungere la perfetta statura diCristo;• Discepoli insigni del Signore e quindi modelli di vita evangelica; la Chiesariconosce l’eroicità delle loro virtù e quindi li propone alla nostra imitazione;• Cittadini della Gerusalemme celeste, che cantano senza fine la gloria e lamisericordia di Dio; in essi si è già compiuto il passaggio pasquale da questomondo al Padre;• Intercessori ed amici dei fedeli ancora pellegrini sulla terra; perché i Santi,pur immersi nella beatitudine di Dio, conoscono gli affanni dei loro fratelli esorelle e accompagnano il loro cammino con la preghiera e il patrocinio;• Patroni di Chiese locali, di cui spesso furono fondatori o Pastori illustri;patroni di Nazioni.

5 - Il PatronoIn senso liturgico, per patrono s’intende un santo che, per antica tradizione o perlegittima elezione, viene venerato con particolare culto dal clero e dal popolo diun luogo, quale speciale protettore presso Dio. Teologicamente il patronato si fondasul Dogma della Comunione dei santi e la dottrina paolina del Corpo Mistico. Ilconcetto di patrono è tipicamente romano. In senso traslato, fu sinonimo di «me-cenate».La Chiesa ereditando dalla cultura romana il concetto di patrono ne spiritualizzòil significato, applicandolo ai santi, i cives optimo iure della urbs coelestis. Il primoaccento di patrono in senso cristiano si trova nella Passio Petri et Pauli. Gli apostolisono chiamati «patronos magnos». Il processo di trasformazione appena iniziatonel sec. II, si trova in piena evoluzione due secoli dopo.S. Ambrogio (m. 397) fa da ponte tra il mondo classico e quello orientale perquanto concerne il concetto.Nelle Sacre Scritture le mansioni di patronato sono compiute dagli angeli. Due diessi, Michele e Gabriele in modo particolare. I santi furono invocati come patroninelle necessità della vita individuale e collettiva. La scelta del patrono avvenne percircostanze varie. La nascita, l’apostolato, il martirio compiutovi o il possesso diuna reliquia insigne determinarono la scelta del patrono. Spesso il patrono è ilprimo vescovo della città, quale fondatore della Chiesa in quel luogo.

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Urbano VIII stabilì:• che il santo da eleggersi a patrono fosse canonizzato;• che l’elezione fosse stata fatta dal popolo con il consenso del vescovo e del clero;• che tale elezione fosse approvata dalla S. Congr. dei Riti.Nell’elezione dovevano intervenire clero e popolo, l’autorità civile e religiosa. Sidava molta parte all’elemento civile, perché allora il popolo era coinvolto negli af-fari ecclesiastici, e poi perché l’adozione del patrono comportava una festa de prae-cepto, impegno che doveva venire preso di comune accordo.Oggi non c’è corporazione religiosa, diocesi, nazione che non abbia i suoi patroni.Di gran lunga è cresciuto negli ultimi tempi il numero dei patroni morali: es. S.Luigi Gonzaga, patrono della gioventù, S. Giuseppe della Chiesa universale, S.Francesco di Sales degli scrittori e giornalisti, S. Teresa del Bambino Gesù dellemissioni, S. Giovanni M. Vianney dei parroci.

6 - ConclusioneLa Chiesa confessa tutto ciò allorché, riconoscente a Dio Padre, proclama: «Nellavita dei Santi ci offri un esempio, nell’intercessione un aiuto, nella comunione digrazia un vincolo di amore fraterno».Occorre infine ribadire che scopo ultimo della venerazione dei Santi è la gloria diDio e la santificazione dell’uomo attraverso una vita pienamente conforme allavolontà divina e l’imitazione delle virtù di coloro che furono eminenti discepolidel Signore.È necessario che nella catechesi e in altri momenti della trasmissione della dottrinasi dovrà insegnare ai fedeli che: «il culto autentico dei Santi non consiste tantonella molteplicità degli atti esteriori, quanto piuttosto nell’intensità del nostroamore attivo», che si traduce in impegno di vita cristiana che sempre più deveessere aperta a Dio, attenta ai bisogni dei fratelli e sensibile ai problemi della so-cietà. Solo così «la Chiesa che cammina nel tempo» si manifesta al mondo come«una, santa, cattolica, apostolica».

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La memoria di S. Angela tra Ottocento e Novecentodon Mario Trebeschi

L a devozione a S. Angela non venne mai meno a Brescia, anche dopo chela sua Compagnia fu soppressa nel 1810. L’esempio mericiano fu propostoall’universale considerazione dei fedeli quando Pio IX, con decreto dell’11

luglio 1861, estese la festa di S. Angela a tutta la Chiesa, fissandola al 31 maggio; aBrescia si celebrava il 27 gennaio. Nella diffusione dell’ideale della consacrazione nelsecolo, secondo l’ispirazione di S. Angela, a metà dell’Ottocento si distinse il sacerdotegenovese Giuseppe Frassinetti (1804-1868), fondatore dei Figli di Santa Maria Im-macolata, il quale diede un regolamento a delle giovani di Mornese Monferrato, gui-date da Angela Maccagno, intenzionate a vivere in castità, vita ritirata e preghiera,pur restando nel mondo, secondo uno stile monacale. Il Frassinetti riconobbe inquesta forma di vita l’antico ideale di Compagnia di S. Orsola e scrisse per le giovaniuna Regola della Pia Unione delle Nuove Orsoline (1864). Questo germe divenne mo-vimento, che fu conosciuto e si diffuse in varie parti d’Italia e giunse anche a Brescia.Le sorelle Elisabetta e Maddalena Girelli ne vennero a conoscenza, non sappiamocome, e, guidate dal loro padre spirituale, padre Giuseppe Chiarini, vi aderirono eformarono una Pia Unione simile (1864).

Gli sviluppi di questa esperienza vedono p. Chiarini chiedere al vescovo Giro-lamo Verzeri l’approvazione canonica della Pia Unione. Il vescovo, che conosceva ilmovimento del Frassinetti, intravide nell’iniziativa bresciana il luogo di rinascitadella antica Compagnia e operò per ripristinarla. Il 13 giugno 1866 approvò ilgruppo delle Girelli come “equivalente” alla Compagnia di S. Orsola e il 9 luglio1866 diede l’Imprimatur per la stampa della antica Regola, con qualche aggiorna-mento secondo i tempi. Il vescovo ebbe il merito di avere avuto piena intenzione diricostruire l’antica Compagnia, non di erigere un semplice istituto che la imitasse.

La Compagnia si diffuse rapidamente in tutta la diocesi, sostenuta special-

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mente dai sacerdoti. Le consorelle vivevano la loro consacrazione, inserendosi inogni attività della parrocchia: dal catechismo, all’oratorio, alla tenuta delle chiese,all’assistenza ai sacerdoti, agli ammalati, alla scuola. La Compagnia fu contempo-raneamente istituto di consacrazione e opera parrocchiale. Le Figlie diffusero nelladiocesi la conoscenza e la devozione della loro Madre Angela, specialmente in oc-casione di circostanze commemorative.

Il 25, 26, 27 gennaio 1874 fu celebrato in S. Afra il IV centenario della nascitadella Santa. Parteciparono cinque vescovi: Girolamo Verzeri, Luigi Canossa di Ve-rona, Geremia Bonomelli, di Cremona, Pierluigi Speranza di Bergamo e Alessan-dro Valsecchi suo coadiutore. Le spoglie di S. Angela furono esposte alla pubblicavenerazione, in chiesa, sopra l’altare maggiore.

Nel 1907 si solennizzò il centenario della canonizzazione. Per l’occasione fu ap-prontata una nuova arca per contenere le spoglie della Santa. Parteciparono alle feste ivescovi mons. Corna Pellegrini, Giovanni Battista Rota di Lodi, Giacinto Andrea Lon-ghin di Treviso. L’urna fu portata in duomo e il 9 giugno il cardinale Andrea Ferraricelebrò il pontificale. Le feste del quarto centenario della Compagnia si concluserocon un triduo, 23-25 novembre 1935, celebrato dai vescovi Emilio Bongiorni e GiacintoTredici.

Nel quarto centenario della morte di S. Angela (1940), l’11 settembre, il suocorpo fu trasportato in cattedrale, e il 15 settembre il beato card. Ildefonso Schustercelebrò il pontificale; parteciparono alla solennità i vescovi Giacinto Tredici, EgistoMelchiori, vescovo di Tortona, Mario Toccabelli, arcivescovo di Siena, Felice Bo-nomini, vescovo eletto di Terni e Narni, e i vescovi di Cremona, Bergamo e Verona.

La diocesi si strinse attorno a S. Angela anche quando la sua chiesa, S. Afra, furicostruita, dopo essere stata distrutta nel 1945 da un bombardamento. Alla inau-gurazione del tempio, nel 1956, intervennero i vescovi Guglielmo Bosetti, Tredici,Bonomini. Il corpo della Santa fu trasportato in cattedrale e il 27 gennaio conclusele feste l’arcivescovo di Milano, Giovanni Battista Montini, con vespri pontificali ediscorso.

Il ricordo e il culto di S. Angela a Brescia, tra Ottocento e Novecento sono co-stanti e rappresentano un tratto caratteristico della fisionomia spirituale della dio-cesi.

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Sant’Angela Merici: proposte di una pedagogiaIrma Bonini Valetti

S ant’Angela Merici (1474-1540) nei pochi suoi scritti - La “Regola”, i“Ricordi”, i “Legati” - elabora con efficace sobrietà un insegnamentodi vita e pone delle linee guida per le sue Figlie e per il loro aposto-

lato rivolto alle giovani: ma si tratta di vera proposta pedagogica?La questione, abbastanza dibattuta anche in tempi recenti, ha perso oggi la

sua importanza, in quanto superata da due considerazioni, l’una di carattere sto-rico, l’altra legata all’assillo di problemi educativi particolarmente sentiti.

La prima considerazione é quella che induce a riflettere sulla costante atten-zione rivolta alla educazione delle giovani dalle Figlie di Sant’Angela secolari oclaustrali. Tale attenzione si evidenziò subito dopo la morte della Fondatrice: bastipensare alla presenza animatrice delle Figlie di sant’Angela nelle Scuole della dot-trina cristina presenti in ogni parrocchia, a quanto testimoniano anche le visitepastorali di San Carlo Borromeo, e all’opera educativa sempre svolta sopprattuttodalle claustrali nelle scuole attive presso i loro conventi.

L’importanza data all’attenzione educativa fu tale che, nella storia della Chiesadal ‘500 ai giorni nostri, la diocesi di Brescia si caratterizzò specialmente per laconnotazione pedagogica della pastorale.

La seconda considerazione é riferita alla crisi profonda che ha caratterizzatonegli ultimi anni il mondo giovanile e che ha indotto a parlare di “emergenza edu-cativa”. Su questo argomento si é discusso e scritto molto. Mi limiterò a citare al-cuni pronunciamenti di significativa importanza. Nel IX Forum del ProgettoCulturale della CEI, svoltosi in marzo e dedicato appunto alla emergenza educa-tiva, si é ribadito che la causa della crisi attuale sta nella “mutazione del concettodi uomo da soggetto a oggetto”; il cardinal Bagnasco ha dichiarato: “È un po’ comese avessimo perso l’alfabeto dell’umano, di ciò che é la persona con i valori e le ca-tegorie fondative proprie dell’umanità dell’uomo, del tipo di convivenza e di so-cietà che da questa ridefinizione consegue”. Il sociologo Giuseppe De Rita hadenunciato “una assoluta incapacità di dare volto alla prima infanzia. I bimbi ven-

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gono lasciati soli, caricati di emozioni, ma non educati alla capacità di preadole-scenza, con le manifestazioni di bullismo e le devianze che mettono in mostra unasituazione di profondo vuoto interiore.

L’Assemblea Generale della CEI svoltasi in maggio proprio sull’emergenza edu-cativa, ha pubblicato, con il titolo “la sfida educativa”, un rapporto in cui si raccol-gono dati statistici, si espongono testimonianze ed esperienze, si avanzano proposte,linee guida per ripensare la educazione. Nella sua prefazione il cardinal Ruini parladei più diffusi modelli pedagogici, carenti sotto diversi profili, e li raggruppa indue filoni principali: quello efficientistico che porta a vivere nel e per il propriomondo alla ricerca dell’affermazione e del successo, e quello che si fonda sullospontaneismo, in ossequio a una concezione radicalmente antiautoritaria, ereditatadal ‘68 senza averne le sia pur discutibili motivazioni culturali e ideologiche, e ca-ratterizzata da indifferenza e disimpegno.

La domanda che emerge dai molti contributi del volume é particolarmente im-portante e significativa: come é possibile educare senza indicare una verità e senzaallenare la libertà a desiderarla e a perseguirla? Senza questi due cardini - verità elibertà - l’educazione non é solo di fatto impraticabile, ma é impensabile. Pur-troppo oggi libertà “é sempre e nuovamente decidere di se stessi. Tutto ha valoresolo se é scelto, ma nulla é scelto perché ha valore”.

Il messaggio di sant’Angela e le difficoltà attuali

In questo contesto, di cui si é richiamata la gravità che é sotto gli occhi di tutti,che cosa può offrire sant’Angela? Gli spunti di riflessione suggeriti dai suoi scrittisono molteplici; mi limiterò a indicarne alcuni raggruppati in tre ambiti:1 - il col-loquio con Dio, 2 - l’attenzione alla situazione storica in cui si vive, 3 - alcuni sug-gerimenti specifici di comportamenti educativi.

1 - Se la ricerca della Verità é uno dei cardini del processo educativo, per il do-cente cristiano la prima fonte e lo strumento di verifica più certi sono costituitidalla Parola di Dio. Nel dettato di Angela spesso la citazione dei testi biblici éindiretta, tanto le espressioni evangeliche hanno permeato il suo linguaggio.Le citazioni dirette, poi, sono poste di continuo a supporto delle norme della“Regola” o dei consigli nei “Ricordi” e nei “Legati”. Il testo biblico é citato inlatino, il linguaggio della Chiesa, e poi tradotto nel sapido linguaggio deltempo, talvolta con l’uso della rima o dell’assonanza per facilitarne la memo-rizzazione: “Non basta infatti cominciare, se non si avrà anche perseverato. Per-

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ciò dice la Verità: “Qui perseveratevit usque in finem, hic salvus erit”. “Chiinsino al fine perseverato harà, quello salvo sarà”. (Regola, Prologo, 11).Là dove l’invito é rivolto alla realizzazione di un comportamento più difficile

dal punto di vista umano, come la mansuetudine, le citazioni evangeliche sonopiù numerose e insistenti (Legati 3, 4, 5, 6).

Costante é pure l’invito a pregare e a far pregare, in una progressiva educazioneal dialogo con Dio, l’unico dialogo che salva: si veda tutto il capitolo 5° della Re-gola, che ribadisce la necessità della preghiera: “Bisogna pregare con lo spirito econ la mente, dato il continuo bisogno che si ha dell’aiuto di Dio, per cui dice laVerità: “Oportet semper orare” - e continua illustrando le caratteristiche della pre-ghiera orale e mentale in un percorso di graduale affinamento della capacità diraccogliersi in un dialogo interiore.

Per gli educatori emerge chiara una verità: solo la Parola di Dio dà fondamentoe valore alle tante parole che essi ripetono ai nostri giovani.

2 - L’attenzione alla situazione storica in cui si vive é del tutto evidente inSant’Angela. Ella fonda la Compagnia a sessantuno anni, dopo una vita attiva,aperta e disponibile a comprendere e valutare esperienze, situazioni, quei“segni dei tempi” la cui conoscenza attenta permette di calare i valori e i prin-cipi fondamentali in un positivo e specifico impegno quotidiano.Tempi burrascosi quelli che Angela dovette affrontare nella precaria situazione

politica italiana e nella difficile realtà di una Chiesa sconvolta dalla Riforma pro-testante: la sua indiscussa fedeltà di cristiana non le impediva di vedere fragilitàed errori delle persone, tanto da mettere in guardia “dai lupi e dai ladri, cioé dadue sorta di persone pestifere: dagli inganni della gente mondanea o falsi religiosie dagli eretici” (Ricordi, 7,1).

Ma la saggezza accumulata in tanti anni di vita e di preghiera la portava a sin-tetizzare preoccupazioni e consigli con una concretezza decisa: “Tenete l’anticastrada e usanza della Chiesa, ordinate e confermate da tanti santi per ispirazionedello Spirito. E fate vita nuova” (Ricordi, 7,22).

La consegna dei valori fondamentali alle nuove generazioni, tradotta nel quo-tidiano impegno di rinnovamento, é il terreno su cui si gioca tutta l’opera educa-tiva: la provocazione di Angela aiuta e guida il discernimento dell’educatore che,oggi, si deve rendere conto di come la morale perbenistica, contestata nel ‘68, siastata sostituita dalla morale dell’utile e della convenienza, in un totale appiatti-mento relativistico.

3 - Dagli scritti di sant’Angela si possono scegliere alcuni spunti pedagogici,

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validi sempre, e capaci di costituire una guida efficace anche per l’educare delnostro tempo.Innanzitutto va rilevato il costante riferimento all’educazione familiare, nella

consapevolezza dello stretto legame tra famiglia e Chiesa, famiglia e società. In par-ticolare il modello proposto é quello materno: “Siate prudenti e siate buone e veremadri” (Legati, 9,2-3). È possibile seguire negli insegnamenti un itinerario dallecose materiali, viste con sobrietà e distacco, mai come fine a se stesse, fino alla pre-ghiera, alla spiritualità, in una scala di valori costantemente presente e tesa versol’alto: ogni comportamento, ogni gesto dell’educatore deve essere educativo, cioédeve essere una rivelazione di Dio, un condurre verso Dio, senza cedimenti né ri-catti.

L’intervento educativo, inoltre, per essere veramente tale, va rivolto in manieradiretta e specifica alla persona dell’educando, persona reale, nella sua concretezza,non al modello che l’educatore può avere in mente o a quanto egli crede di avercapito in una superficiale analisi dellla situazione: “Vi supplico di voler tener contoe d’avere scolpite nella mente e nel cuore tutte le vostre figliole, una per una” (Le-gati, 2,1), dove l’esordio: “vi supplico” fa capire quanto la difficoltà del compitonon sia ignorata. Per meglio conseguire lo scopo é necessaria la presenza vigile eattenta: “Vogliate spesso... andare a trovare le vostre Figlie... e salutarle, vederecome stanno, confortarle, animarle e perseverare nella vita intrapresa” (Ricordi,5,1-2). Non si deve quindi soverchiare il ragazzo con saggi consigli, che probabil-mente quello nemmeno ascolta e che comunque fatica a collegare con il vissuto.L’educatore sa cogliere invece il messaggio inviato dal comportamento dei suoi ra-gazzi e sa comprendere le necessità vere che a loro spesso sono sconosciute.

Ma soprattutto la regola d’oro su cui insiste sant’Angela é quella dell’esempio:“Vivete e comportatevi in modo che le vostre Figlioline possano specchiarsi in voi.E quel che volete che loro facciano, fatelo voi per prime... Perché é cosa giusta econveniente che le madri siano di esempio e specchio delle Figliole, specialmentenell’onestà e nel comportamento e in alte situazioni ordinarie e fuori dall’ordina-rio” (Ricordi, 6,1-2,8).

Il richiamo alla dignità del comportamento e alla serietà dell’impegno evidenziacon forza la consapevolezza del dovere di rispetto di se stesso e degli altri, che l’edu-catore cristiano, sempre cosciente della comune realtà di figli di Dio da Lui amatie redenti, deve nutrire nei confronti di quanti incontra nella trama dei rapportiquotidiani. Ed emerge la figura di un educatore che si pone come guida umile maconvinta perché animata dalla speranza cristiana che rende fermi e gioiosi.

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AMRITIRO PLENARIO DELLA COMPAGNIA23 GENNAIO 20102

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La Parola del Superioremons. Vigilio Mario Olmi

Premessa

I l ritiro plenario quest’anno si carica di singolari ricorrenze. Certamenteal primo posto sta l’incontro delle Figlie con la Madre S. Angela perchédesiderano ricordare il suo dies natalis di 470 anni fa proprio in questo

luogo sacro, pochi anni dopo aver dato inizio alla Compagnia di S. Orsola. Di tale inizio il 25 novembre prossimo celebreremo con particolare rilievo il

475° anniversario con tutti gli Istituti di Orsoline. Con loro abbiamo aperto taleanno di preparazione con la veglia del 25.11.2009.

L’altro evento singolare ormai prossimo è la proclamazione di S. Angela “Pa-trona secondaria di Brescia, città e diocesi”: domani, 24 gennaio appunto, nel no-stro Santuario il Vescovo mons. Luciano Monari, presiederà la celebrazioneeucaristica con la partecipazione di alcuni Vescovi bresciani e di Autorità, sacerdotie diaconi, consacrati e laici, con il rito della proclamazione, prima della benedizionesolenne.

Si tratta di un evento storico, di cui più volte ho avuto occasione di parlare,man mano vi presentavo le fasi dell’iter richiesto per giungere al riconoscimentoda parte della Congregazione per il Culto Divino.

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A queste tre ricorrenze va aggiunto anche l’atto non meno importante dellaelezione della Superiora e del Consiglio prevista per la prima quindicina di marzo.Per tutti questi momenti così rilevanti, abbiamo ritenuto doveroso dichiarare stra-ordinario l’anno in corso, invitando tutte le Figlie a viverlo condividendo alcuneproposte di preghiera e di riflessione, che ben conoscete e che state attuando.

1 - Tra le indicazioni di riflessione, dopo quanto abbiamo proposto con la primaassemblea e con l’incontro delle Responsabili, oggi ne aggiungo alcune come ri-sposta a due domande fondamentali.

La prima riguarda lo stato attuale della Compagnia: le singole Figlie e la Com-pagnia nel suo insieme come vivono il carisma della consacrazione sponsale rice-vuto da S. Angela?

La seconda si apre al futuro e si interroga: Cosa vuole il Signore dalla Com-pagnia per vivere con fedeltà la consacrazione secolare nella Chiesa di Brescia, inun contesto di forte secolarizzazione?

Si tratta di domande impegnative, che richiedono una risposta adeguata, equindi non sono sufficienti, anche se utili, i criteri umani. Occorre procedere se-condo i criteri della fede e perciò è necessario invocare lo Spirito Santo e confron-tarsi con Cristo Redentore e Sposo, con l’intercessione di S. Angela.

Solo così avremo la luce e la grazia richieste per poter meglio interpretare ilcarisma che ci è stato affidato, in comunione con la Chiesa, nella quale troviamole indicazioni del Magistero che ci permettono di interpretare correttamente i segnidel tempo.

Per tutto questo non ci è permesso di procedere con la presunzione di giungerea risposte esaurienti. Piuttosto intendiamo confrontarci con S. Angela stessa e allaluce del suo esempio e del suo insegnamento fare un sincero esame di coscienzacirca la nostra fedeltà alle indicazioni della Regola e del Direttorio. Solo alla finesarà possibile formulare quelle scelte che potranno qualificare la nostra vita perso-nale e comunitaria.

Alcuni spunti per questo esame di coscienza, se vi ricordate, li ho già propostidurante il 2009 su “Voce di Compagnia”, parlando di “Promozione della Compa-gnia”, mentre per l’anno straordinario in corso, ho proposto un programma di vita,con l’apposita preghiera da recitare ogni giorno in un contesto contemplativo. Loscopo era e rimane quello di sollecitare le singole Figlie a vivere con generosità l’annogià iniziato, che va considerato unico per la molteplicità di ricorrenze, cui sono alle-gate occasioni di luce e di grazia tanto necessarie per le finalità che ci siamo prefisse.

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2 – Perciò ogni Figlia e ogni gruppo cerchi di prevedere i tempi e i modi per parte-cipare alle iniziative man mano verranno proposte per approfondire il singolaredono della consacrazione secolare, in modo che con il contributo di tutte la Com-pagnia sia in grado di testimoniare la bellezza del carisma di S. Angela nel contestodella missione della Chiesa nel mondo contemporaneo.

Tanto più che, data l’indole “diocesana” della Compagnia, le Figlie sono sti-molate a non rimanere isolate o al margine, ma a partecipare, secondo il suo modoproprio, al piano pastorale della diocesi.

Quanto più saranno fedeli al proprio carisma tanto più vivranno ben inseritenella comunità ecclesiale.

Per venire a indicazioni pratiche, dopo i primi mesi dell’anno straordinario,rivolgo qualche domanda: come avete impostato il vostro programma di vita? Sietestate fedeli ogni giorno alla preghiera straordinaria? All’adorazione eucaristica quin-dicinale personale e di gruppo? Avete previsto qualche gesto di digiuno: cioè qual-che rinuncia, mortificazione, sobrietà ?

Vi incoraggio a migliorare e a intensificare, nella convinzione che solo se si dàil primato alla preghiera, possiamo contare sulla luce e sulla grazia, che ci occorronoperché con l’esame di coscienza si dia inizio a un cammino di autentica conversionedella mente e del cuore, con lo scopo di superare l’egoismo e la pigrizia, rendercidisponibili alla voce del Signore, che ci ha chiamato alla santità. Procedendo inquesto cammino anche la Compagnia sarà in grado di svolgere meglio il suo com-pito di testimonianza.

Vi esorto poi a predisporvi a partecipare ben preparate a una scelta di granderesponsabilità, che esprimerete nella prima settimana di marzo con le elezioni delConsiglio di Compagnia, Superiora e Consigliere, in base alle indicazioni della Re-gola, del Direttorio e del relativo Regolamento.

Dobbiamo già fin d’ora mettere in conto che in seguito alle votazioni, sarà ri-chiesto ad ogni Figlia un supplemento di amore: da parte della Superiora e delleConsigliere di operare in piena comunione, per esprimere fedelmente lo spiritomericiano; da parte delle Figlie la consapevolezza che rendono autentica l’apparte-nenza alla Compagnia nella corresponsabilità, contente di poter dare il propriocontributo, senza pensare di delegare ciò che è proprio di ciascuna. Tanto più chele esigenze non sono diminuite, anche se è diminuito il numero delle figlie (attual-mente sono 195).

Il nuovo consiglio dovrà per es. poter contare di più sulla collaborazione delleResponsabili e delle Commissioni per tener viva la comunione con le Figlie e tra

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le Figlie e il dialogo con la comunità cristiana e la testimonianza secolare. Nessunadovrà sentirsi trascurata o ignorata, e tutte sentirsi consultate e coinvolte. Proba-bilmente si dovrà procedere a una revisione della composizione dei gruppi e pre-vedere qualche convocazione in più delle Responsabili.

3 - Ora intendo proporre qualche riflessione in merito alle domande appena pro-poste, anche per mettere la Compagnia nella condizione di rispondere in modopiù consapevole alla sua posizione nella Chiesa diocesana in seguito alla proclama-zione di S. Angela Patrona.

Infatti con la proclamazione si riconosce che S. Angela ha offerto un singolarecontributo per promuovere relazioni di rispetto, di concordia e di pace, per soste-nere e incoraggiare iniziative di carità e di solidarietà, ascoltare e consigliare uominie donne di ogni ceto e di età, e soprattutto ha testimoniato una forte spiritualitàproponendo una nuova forma di vita verginale, da attuarsi nella concretezza dellavita quotidiana, unendo contemplazione e azione: è stata davvero una donna com-pleta, una cristiana virtuosa, una consacrata a Dio come sposa di Cristo e inseritanel mondo. Le Figlie e la Compagnia devono sentirsi stimolate a tradurre nel con-testo attuale l’esempio di S. Angela, il suo stile di vita e di inserimento nella Chiesae nella società a favore dei bisognosi. Sul suo esempio in condizioni diverse leFiglie si sforzano di assimilare il suo modo di vivere la consacrazione descritta nellaRegola, così che la Compagnia sia riconosciuta la custode autentica del carismamericiano attraverso la testimonianza delle Figlie.

In altre parole le Figlie devono attualizzare l’esempio di S Angela, che racco-manda: “se vi sforzerete per l’avvenire di vivere come si richiede alle vere spose delSalvatore”. Con l’aggiunta che “qui bisogna essere accorte e vigilanti; poiché quantopiù fatica e pericolo s’incontra, tanto più l’impresa che si fa è di maggior valore”.

Nell’esame di coscienza ogni Figlia veda se eventualmente porta in sé qualchecontroindicazione, ad es. se si è lasciata prendere da una certa superficialità nelsuo rapporto con Cristo sposo, diminuendo la vigilanza su pensieri, desideri, giu-dizi, atteggiamenti, comportamenti che non rispondono alla loro dignità di sposedi Cristo, se ci si impegna a preferire in ogni situazione di piacere a Cristo sposo,e di cercare in ogni circostanza di procedere unite insieme per servire sua DivinaMaestà.

Un indizio di cedimento è l’adagiarsi nella mediocrità, lo scusarsi quando si èmancato al proprio dovere, o si sono trascurate le pratiche di pietà, quando sietestate indulgenti riguardo a mancanze veniali, mentre si è state piuttosto esigenti

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con gli altri. Invece ogni Figlia, proprio perché tende alla santità, è fedele ai mo-menti di preghiera, cerca in tutto di conformarsi a Cristo Sposo, mite ed umile,incline alla comprensione, vigilante nel custodire la retta intenzione e il raccogli-mento, con la bontà nel giudicare, la prontezza nel cogliere l’aspetto positivo nellepersone, nell’apprezzare più lo sforzo che il risultato e il bene in quanto bene dachiunque sia fatto. Se ci si confronta con S. Angela davanti al Signore, non ci sivergogna né si cade nello scrupolo di fronte alle proprie lacune. Infatti se ci si lasciaguidare da lei, si accetta la verità anche se scomoda, si riconosce se per caso in noisi annida ancora l’egoismo, la pigrizia, la vanagloria, se prevale il farsi valere piut-tosto che il collaborare, la ricerca del quieto vivere piuttosto che la disponibilità adedicare tempo e attitudini per la Compagnia, nel gruppo, in una commissione oper una iniziativa. Là dove cresce l’amore e la comunione, viene spontaneo il dire:“Posso essere utile in qualche servizio?”, mentre dove prevale la pigrizia, si pensa:“speriamo che mi lascino stare” o se interpellati per un servizio, ci si scusa dicendo:“mi rincresce, ma non posso”.

Se da un lato, vedo Figlie veramente generose, che vivono nella semplicità enell’umiltà, ma disponibili, contente di poter essere utili per la buona riuscita d’unainiziativa, nell’aiutare una consorella in difficoltà, nell’interessarsi delle iniziativeavviate, nel diffondere in parrocchia o tra le amiche le date e le opportunità offertedalla Compagnia in un settore o nell’altro; dall’altro mi rincresce costatare altreFiglie piuttosto disimpegnate, chiuse in se stesse, facili a scusarsi o a ritirarsi.

Che dire di fronte a questi ultimi casi?Può darsi che all’origine ci sia stata incomprensione o trascuratezza, oppure

che qualcuna non si sia sentita valorizzata, perché una sua proposta non è stata ac-colta. Va però aiutata a superare il disagio sapendo che nello spirito di fedeltà aCristo Sposo, tutto può essere orientato al bene, mentre il perdurare del disimpe-gno rallenta la fedeltà al proprio compito di contribuire alla vita della Compagniae lascia crescere il disamore verso la stessa scelta di vita verginale.

Non ci si deve illudere: se non si alimenta l’olio nella lampada, anche la fiammasbiadisce.

Credo che la ricorrenza dell’anno straordinario vada considerata un segno evi-dente dell’amore di S. Angela per la sua Compagnia. Ella vi vuol esortare perso-nalmente a ravvivare l’amore a Cristo Sposo, alla vostra vocazione e allaCompagnia: “In questo conoscerò se avete a cuore di farmi cosa grata, sappiate,che adesso sono più viva di quando ero in questo mondo e, meglio, vedo ed hocare le buone cose che di continue vi veggo fare e adesso, maggiormente, voglio e

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posso aiutarvi e farvi del bene in ogni conto”. Non vorrei che S. Angela dovessepurtroppo aggiungere: ‘Però vedo anche, e questo mi rammarica, che purtroppoqua e là attecchisce ora un cedimento alla tentazione, ora una acquiescenza allacarne, ora un conformarsi al mondo’.

Perciò rivolgetevi con fiducia al Signore: “pregatelo ed umiliatevi sotto la Suagran possanza, poiché vi darà le forze di poter attuare ciò che vi viene chiesto, pur-ché non manchi la vostra cooperazione”.

Ciascuna, con S. Angela, si ponga davanti al Signore, e sentirà crescere dentrola gioia di essere stata eletta ad essere vera e intatta sposa del Figliuol di Dio e vorràriprendere quota formulando quei propositi che lo Spirito indicherà per renderepiù motivata l’adesione alle indicazioni per l’anno straordinario.

Sentitevi spronate pensando a quelle consorelle, che a causa della malattia odell’infermità non possono partecipare attivamente, ma fanno dono della loro pre-ghiera, della sofferenza e dell’isolamento forzato, perché la Compagnia possa con-tinuare a vivere secondo l’insegnamento e l’esempio di S. Angela, in comunionecon il Cristo Sposo che si offre sulla croce per la redenzione e la salvezza dell’uma-nità.

Non posso non ricordare con ammirazione e commozione queste sorelle, veretestimoni della fedeltà alla loro Compagnia.

4 - Ed ora mi soffermo con alcune riflessioni a riguardo dell’altra domanda. Domani S. Angela sarà proclamata patrona secondaria di Brescia. Questa ele-

zione fatta dal Vescovo, confortata dalla devozione di vari rappresentanti della no-stra comunità ecclesiale e civile, e confermata dalla S. Sede, che riflesso avrà sulleFiglie? in che modo la Compagnia potrà testimoniare l’attualità del carisma meri-ciano nell’azione pastorale e nell’animazione sociale?

Va subito chiarito che S. Angela saprà esercitare la sua singolare protezione al-l’interno del mistero della comunione dei Santi e secondo il disegno di Dio, senzaessere legata alla qualità del nostro impegno.

È però giusto che noi ci impegniamo a testimoniare che il carisma di S. Angelaè attuale, soprattutto mediante la qualità della nostra vita e del nostro modo di vi-vere l’amore a Cristo e alla Chiesa, e specialmente nella nostra chiesa bresciana.Questo lo si è potuto constatare nella storia della Compagnia, a seconda delle si-tuazioni e delle esigenze. La Compagnia ha potuto esistere, agire, svilupparsi e in-serirsi nel tessuto sociale per l’approvazione prima dell’Ordinario diocesano e poidel Papa Paolo III.

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Da allora a tutt’oggi la Compagnia ha sempre trovato non solo l’approvazioneall’inizio, ma poi sempre la stima e l’incoraggiamento da parte del Papa e dei ve-scovi diocesani. Il nostro Direttorio al n. 1 dichiara: “La Compagnia diocesana diS: Angela di Brescia è istituto Secolare di diritto pontificio”, in quanto dopo esserstata approvata dall’Ordinario diocesano l’8 agosto 1536, fu approvata dal PapaPaolo III il 9 giugno1544.

S. Angela incontrò papa Clemente VI durante il suo pellegrinaggio a Romanel 1525: non accolse l’invito del Papa a restare a Roma per l’accoglienza dei pel-legrini, anche perché non aveva ancora ben definito in concreto il modo secondocui attuare vivendo nel mondo il disegno di Dio con la consacrazione verginale. In seguito si verificano altri interventi di Papi, come quelli di:

Clemente XIII per la Beatificazione (30.4.1768),Pio VII per la Canonizzazione (24.5.1807)Pio IX per il culto liturgico esteso a tutta la Chiesa (11.7.1861)Leone XIII con il Breve “Romanorum Pontificum” a conferma della rifonda-zione (12.7.1901)Pio X nel 1° centenario della canonizzazione (15.5.1907)Pio XI dopo la ricognizione della salma (12.9.1931)Pio XII per il 4° centenario della morte di S. A (30.5.1940)Paolo VI per il riconoscimento della diocesanità della Compagnia (21.8.1971)Su 120 vescovi di Brescia, 28 sono quelli che si sono succeduti dal 1531 al pre-

sente: da Francesco Cornaro a Luciano Monari e tutti hanno manifestato il loroapprezzamento e il loro sostegno per la Compagnia. Tra essi ricordo per motiviparticolari Girolamo Verzeri (dal 1850 al 1883) e tra i più vicini:mons. Giacinto Tredici (1933 - 1964) – mons. Luigi Morstabilini (1964 - 1983) –mons. Bruno Foresti (1983 - 1998) mons. Giulio Sanguineti (1998 - 2007) e Lu-ciano Monari dal 2007.

Di ciascuno potremmo ricordare i singoli interventi che hanno permesso allaCompagnia di nascere, rinascere e fare di volta in volta quelle scelte che le hannopermesso di mantenere la sua identità pur compiendo quei cambiamenti che eranorichiesti dalle riforme operate nella Chiesa e di inserirsi positivamente nel contestosociale, nonostante il mutare delle leggi dello Stato.

È confortante constatare che la Compagnia abbia potuto mantenersi coerentee contemporanea proprio per la guida attenta e premurosa dei nostri vescovi, coa-diuvati dai sacerdoti da loro incaricati come Superiori a coordinare con le Supe-riore e le loro collaboratrici l’azione formativa e di inserimento nelle varie

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espressione della vita diocesana. Si può correttamente dire che la scelta di mettere nella Regola lo stretto legame

tra Vescovo e Compagnia già da S. Carlo Borromeo, non solo non ha compressola libera docilità allo Spirito Santo, ma di fatto ha assicurato alla Compagnia diperseverare secondo la propria identità di consacrazione secolare fino al presente,appunto come istituto secolare “ante litteram”.

Perciò anche la proclamazione di S. Angela “Patrona secondaria della Città eDiocesi di Brescia” può essere considerata un singolare coronamento di tutta unastoria di stima e sostegno della Chiesa bresciana alla Compagnia e di fedele dedi-zione della Compagnia alla e nella Chiesa bresciana. È una storia che deve conti-nuare.

5 - Con questa intenzione suggerisco qualche indicazione che conferma alcune ca-ratteristiche di sempre, con delle accentuazioni per il presente e il prossimo futuro.

• La fedeltà al proprio carisma. Per essere presente efficacemente nella comu-nità bresciana, pur in mezzo ai cambiamenti, la Compagnia dovrà sempre curarela fedeltà al carisma originario e valutare gli opportuni adattamenti seguendo leindicazione del Legato Undecimo. È doveroso stimare i carismi di altri istituti, mo-vimenti e associazioni, ma è doveroso rimanere fedeli allo spirito e alla Regola pervivere correttamente la vostra consacrazione sponsale sia nelle parrocchie, che nelcontesto professionale e di testimonianza.

Alle Figlie è richiesto di vivere serenamente la fedeltà quotidiana, la presenzain famiglia o nella professione, nella salute o nella malattia, in posti di rilievo omarginali, con il volto sereno, il tratto cordiale. Per quanto è possibile ogni Figliadiffonda fiducia, porti parole di conforto o di incoraggiamento, gesti di riconcilia-zione, invito alla comprensione, pronta a perdonare se offesa, a ricominciare seemarginata.

La prima testimonianza è quella della semplicità; la prima evangelizzazione stanella benevolenza, nella piacevolezza, nell’ottimismo che proviene dalla certezzache Dio è sempre all’opera perché nessuno si perda. Il tutto e sempre per amore diCristo Redentore e Sposo.

In ogni caso la Figlia considera suo tesoro la chiamata alla intimità con Gesù,suo onore servire Gesù, suo conforto stare con Gesù. Per questo al centro dellagiornata c’è l’Eucaristia, nella mente il pensiero di piacere a Gesù, nel cuore l’amoreper Gesù, nella volontà l’impegno di conformarsi a Gesù.

Per questo ogni Figlia rinnova ogni giorno il proposito di essere e di presentarsi

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“Figlia di S. Angela” in ogni circostanza e in ogni servizio.• Una seconda indicazione consiste nella testimonianza di comunione eccle-

siale, nell’amore al Papa, al Vescovo e al Sacerdote. L’esortazione di S. Angela: “Te-nete l’antica strada ed usanza, ordinata e confermata da tanti Santi per ispirazionedello Spirito Divino e fate vita nuova” rimane come un distintivo che caratterizzala partecipazione all’azione pastorale. La Compagnia non ha una pastorale propria,ma fa sua quella della Chiesa che è praticata nella propria Parrocchia. Perciò la co-munione con i propri sacerdoti, e particolarmente con il Parroco, anche in circo-stanze di qualche difficoltà all’interno della Parrocchia è sempre testimoniata. Ditanto in tanto possono emergere critiche o giudizi negativi su comportamenti,espressioni, scelte a carico di un sacerdote o l’altro; la Figlia cerchi sempre di aiutarela comprensione: preferire ciò che unisce, fare il bene perché è bene e pazientareper amore del Signore e della comunione.

Nella storia della Compagnia sempre si rileva la venerazione delle Figlie versoil sacerdote, la disponibilità alla collaborazione, anche quando costa, e contribuirein ogni situazione alla comunione.

In questo senso si spiega la presenza di Figlie nella casa canonica, spesso comecollaboratrice familiare, come sorella o madre, consigliera prudente e delicata, ri-spettosa e premurosa.

• Una terza indicazione riguarda la passione educativa. Si sono cambiate leproposte e le opere durante i secoli, ma in ogni caso, come prima preoccupazionedi apostolato è stata quella della formazione delle coscienze. Si sono privilegiatenel passato la dottrina cristiana, le iniziative per la gioventù femminile, gli asili egli orfanotrofi, gli oratori femminili, l’accoglienza per le operaie, l’ospitalità.

Oggi in situazioni diverse, e data la condizione delle Figlie, certe presenze nonsono possibili.

Ma non deve venir meno la passione educativa: l’animazione liturgica, la pre-ghiera per le vocazioni, la presenza nei centri di ascolto, la disponibilità per l’itine-rario della Iniziazione cristiana, per la Caritas, il gruppo missionario, la diffusionedella buona stampa, e così via.

Infine alla luce di questa profonda comunione tra Compagnia e Parrocchiacome non auspicare che maturi una maggior convinzione nel presentare il carismadi S. Angela nelle prospettive e nelle scelte dell’azione pastorale? A favore anche divocazioni alla Compagnia?

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Conclusione

Come non proporre ai sacerdoti, d’ora in avanti, maggior attenzione alla voca-zione di consacrazione mericiana?

La possibilità di far conoscere S. Angela e il suo carisma, diffondere opuscolie sussidi, promuovere occasioni per presentare il carisma mericiano ad adolescenti,catechiste e animatrici della bellezza della verginità, preparare qualche momentodi preghiera o di festa in onore della Santa Compatrona durante l’anno pastorale,è anche compito delle Figlie, dove sono presenti. Possono essere stimolati anchegli assistenti spirituali dei gruppi o persone sensibili all’interno dei Consigli pasto-rali zonali o diocesano.

Come vedete, la ricorrenza odierna ridona fiducia, risveglia la riconoscenza emuove all’impegno.

“Dunque fedelmente e lietamente perseverate nell’opera incominciata e guar-datevi, guardatevi dico, di non raffreddarvi, poiché ogni promessa che vi faccio, acolmo di misura vi sarà attesa”.

Ritengo questa promessa oggi ancor più valida che nel passato, anche perchériconoscendo e venerando S. Angela come Patrona di Brescia, ella non potrà nonrendere la sua presenza più efficace proprio attraverso le Figlie e la sua Compagnia.

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La parola della Superiora: introduzione al ritiroMaria Teresa Pezzotti

Q uest’anno, la tradizionale festa di Sant’Angela ha una novità in asso-luto: la proclamazione della Santa a Patrona secondaria della città edella provincia. Noi ci raccogliamo, perciò, con maggior impegno del

solito, per ringraziare il Signore di essere state scelte a seguirne più da vicino leorme. Lo faremo soprattutto nella preghiera silenziosa e chiederemo nuove e piùnumerose e sante vocazioni per la nostra famiglia mericiana.

Nel ritiro, che quest’anno é prolungato nel tempo, e si concluderà domani, 24gennaio, con la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Mons. Mo-nari, con la proclamazione ufficiale del nuovo titolo attribuito alla nostra SantaFondatrice, é incorporata la Veglia vocazionale. Essa assume una importanza tuttaparticolare e vogliamo davvero vivere insieme questo momento, invocando Dio,con intensità, per ottenere il dono di sante vocazioni per la Compagnia.

La supplica fervente a Dio per impetrare il dono della vocazione mericiana ésicuramente gradita alla nostra Santa Madre Angela, la quale era convinta “chequesta Compagnia é stata piantata direttamente dalla Sua (di Gesù Cristo) santamano, e Lui non abbandonerà mai questa Compagnia finché il mondo durerà”.(Leg. XI, 6-7). Pregare secondo la volontà di Dio é quindi già avere la certezza di ot-tenere quello che chiediamo: ciò é fonte di fiducia e di speranza.

Purtroppo constatiamo tutte che gli anni salgono e molte sorelle fanno ritornoalla casa del Padre. Le file si sono assottigliate e le nuove leve sono, in proporzione,troppo poche.

La crisi vocazionale é generale! Tocca tutti gli istituti di Vita Consacrata; tut-tavia, noi siamo particolarmente impegnate per il nostro.

Ci domandiamo:Quale sarà la causa del calo di vocazioni tra le Figlie di Sant’Angela?

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La preghiera prolungata di questi due giorni, specie nel silenzio adorante da-vanti al Santissimo e durante la veglia vocazionale, faranno emergere la responsa-bilità personale di ciascuna e avremo modo di chiedere perdono se, anzichéavvicinare le giovani a Sant’Angela, magari gliele abbiamo allontanate.

Nei riguardi della Compagnia, l’interrogativo di Angela: “se Lui l’ha piantataprincipalmente, chi mai la potrà sradicare?” (Leg. XI, 8) ci mette in questione. Cer-tamente, Cristo che l’ha piantata, non desidera che la Compagnia si estingua. Seciò avvenisse, un po’ di colpa, forse, potrebbe esserci da parte nostra...

Ne chiederemo umilmente perdono a Dio e a Lei.Certo, la vocazione di speciale consacrazione a Dio, non é un prodotto delle

nostre industrie umane. Il Salmo direbbe che non é “opera delle nostre mani”, maun immenso dono di Dio, di cui Sant’Angela, in proposito ci ammonisce: “Con-siderate che il demonio non dorme mai, ma in mille modi cerca la nostra rovina.Allora state in guardia!”.

(Leg. X, 5-6).Nel prologo della regola S. Angela ci invita a riflettere sulla bellezza e sulla

grandezza del nostro carisma.“Per primo vogliate conoscere che cosa comporta una tale elezione e che nuova

e stupenda dignità essa sia”. (Prol.8). Proviamo ad esaminare la nostra coscienzadavanti a Lui, per scoprire mancanze di amore, e chiediamoci:

Quante volte ho ringraziato il Signore per la vocazione ricevuta?L’ho apprezzata a sufficienza, o mi sono atteggiata a superficialità nei suoi con-

fronti?Ho ceduto a critiche nei confronti della mia “famiglia spirituale” desideran-

done un’altra e vivendo in modo piatto, senza entusiasmo, all’interno della mia?Ho colto in profondità quello che la Regola mi chiede, come persona consa-

crata e apostolicamente impegnata a rispondere alle istanze del mondo, nello spiritodi Sant’Angela?

Noi dobbiamo, innanzitutto, conoscere e vivere la Regola e lo Spirito dellaFondatrice! Se interiorizzeremo in profondità i suoi insegnamenti, ancora primadi parlarne, evangelizzeremo la nostra vocazione, il nostro carisma specifico!

Non sarà mai ribadito a sufficienza:1° - Il rapporto nuziale con Cristo (cioé una comunione d’amore sempre più

intima con Lui). Da quì scaturisce lo stile di vita che Sant’Angela suggerisce:Ognuna deve... In ogni cosa comportarsi così da non commettere né in se

stessa, né nei confronti del prossimo, cosa alcuna che sia indegna di spose dell’Al-

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tissimo. (Reg. IX°, 6)2° - La vigilanza su noi stesse, per non lasciarci ingannare dal demonio, che é

più astuto di noi nel farci deviare dalla retta via con facili illusioni o con deprimentipensieri...

“Neanche l’avversario nostro, il diavolo, dorme; lui che non riposa mai, bensìsempre (come dice S. Pietro), come leone ruggente guata e cerca in qual modopossa divorare qualcuna di noi, e con sue vie ed astuzie tanto numerose che nes-suno le potrebbe contare (Reg. Prol. 21).

3° - L’osservanza della Regola che S. Angela ci dice: “é stata composta per ilvostro bene ed é uno dei mezzi insostituibili e di primaria importanza per una te-stimonianza specifica: sia come consacrate che come secolari.

Infatti, se vi sforzerete per l’avvenire con tutte le vostre forze di vivere come sirichiede alle vere spose dell’Altissimo, e di osservare questa Regola come via lungola quale dovete camminare, e che é stata composta per il vostro bene, io ho questafiducia indubitata e ferma fede... che supereremo facilmente tutti i pericoli e leavversità...” (Reg. Prol. 23-25).

4° - Lo stile umile, fraterno e materno, tipico della femminilità, nelle relazionicon tutti e in ogni ambiente in cui ci troviamo a vivere. Sant’Angela alle “respon-sabili” suggeriva: “Imparate dal Signore nostro il quale, mentre era in questomondo, vi fu come servo, obbedendo al Padre eterno fino alla morte” (Ric. I 6).

Allo stesso modo anche voi siate superiori riconoscendovi e stimandovi minoridi loro”. (Ric. I°, 10).

E alle Figlioline raccomandava:“Tenetevi sottomesse alle madri principali che io lascio al mio posto, come é

giusto. E ciò che fate, fatelo obbedendo a loro e non seguendo il vostro giudizio”.(Ric. III, 1-2°).

Se faremo continuo riferimento alla Parola di Dio e agli insegnamenti diSant’Angela; se ci confronteremo con la sua vita, la nostra sarà illuminata nel di-scernere se la mia testimonianza vocazionale é autentica o se vi sono falle e puntideboli e ci sentiremo spinte alla conversione personale, in vista anche delle nuoveresponsabilità a cui il nuovo governo della Compagnia potrà chiamarci col pros-simo cambio di guardia. Le elezioni sono abbastanza vicine! Vanno preparate conla preghiera e, se occorre, anche con il digiuno, perché l’esito finale del voto siafrutto unicamente della ricerca spassionata della volontà del Signore e del benespirituale della Compagnia.

Buon ritiro a tutte e Buona festa di S. Angela. Il Signore ci benedica!

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AMSOLENNITÀ DI SANT’ANGELA22-24 GENNAIO 20103

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COMPAGNIA DI SANT’ORSOLA

venerdì 22 gennaio 2010ore 20,30 Chiesa inferiore del Santuario di Sant’Angela, rappresentazione teatrale“Et fati vita nova”. Angela Merici: l’inchiesta, i testimoni

sabato 23 gennaio 2010ore 20,30 Veglia vocazionale nel Santuario di Sant’Angela

domenica 24 gennaio 2010ore 10,30 Solenne concelebrazione presieduta dal Vescovo di Brescia mons. Luciano Monari per la proclamazione di Sant’Angela Patrona secondaria della Diocesi di Brescia ore 16,00 Messa d’orarioore 17,00 Chiesa inferiore del Santuario di Sant’Angela, rappresentazione teatrale“Et fati vita nova”. Angela Merici: l’inchiesta, i testimoni

mercoledì 27 gennaio 2010 - Festa di Sant’AngelaSante Messe ore 7,30 – 9,00 con Lodi – 11,00 – 16,00 – 18,30Ore 14,30 Rosario meditatoOre 16,00 Eucarestia presieduta dal vescovo di Bergamo mons. Francesco Beschi, partecipa il SeminarioOre 17,30 Vespri solenniOre 18,30 Eucarestia presieduta da mons. Vigilio Mario Olmi, già vescovo ausiliare di Brescia. Animazione a cura della Parrocchia di Sant’Angela Mericiore 20,30 Chiesa inferiore del Santuario di Sant’Angela, rappresentazione teatrale“Et fati vita nova”. Angela Merici: l’inchiesta, i testimoni

Solennità diSant’AngelaMerici

Proclamazione di Sant’AngelaPatrona secondaria della diocesi di Brescia

Santuario di sant’Angela Merici - Via Francesco Crispi, 19 - Brescia - tel. 030.295675 - www.angelamerici.it

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Sant’Angela Merici e il suo tempoGianpietro Belotti

L a vicenda umana e l’apostolato di sant’Angela Merici si svolgono a ca-vallo fra il Quattrocento e la prima parte del Cinquecento, in quellostraordinario periodo di fermenti intellettuali, di acquisizioni scientifi-

che ed artistiche che va sotto il nome di Rinascimento. Dal punto di vista religiosoquesto periodo si caratterizza per una molteplicità di fermenti che cercano di aprirenuove strade, nuove sintesi fra realtà storica e riflessione religiosa, dopo la crisi deigrandi sistemi teologici medievali.

In questi anni si sviluppa, negli ambienti religiosamente più sensibili, la ten-denza ad abbandonare le speculazioni filosofiche e teologiche per ritornare ad unaconcreta e personale vita di pietà, fondata sulla meditazione e sul vissuto del Van-gelo. È in questo humus che matura la straordinaria esperienza dell’evangelismodi Angela Merici, concretizzatosi nella fondazione della Compagnia di sant’Orsolache darà forma ad una nuova dignità della donna con la consacrazione vissuta nonpiù nei chiostri ma nel mondo, all’interno delle famiglie.

Il suo profetismo non si manifesta, dunque, in forme apocalittiche e millena-ristiche, ma nell’attenzione ai segni dei tempi e nella loro interpretazione. La novitàe l’audacia della proposta di sant’Angela sta nel mettere al centro il modello dellachiesa primitiva, il tipo di vita degli apostoli e delle prime comunità cristianeaprendo in questo modo la strada ad una devotio moderna.

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Angela Merici nasce a Desenzano fra il 1470 e il 1476; la sua vita è precocementesegnata dai lutti con la morte della sorella e dei genitori. Viene così accolta dallozio materno a Salò, ove vestirà l’abito di terziaria francescana nel convento di S.Bernardino. Si colloca in questo lungo periodo di formazione la celebre visioneconsolatrice della “Scala”, nella quale un’ininterrotta processione di angeli e verginisi snodava fra il cielo e la terra, implicito riferimento alla scala di Giacobbe al fem-minile.

Nel 1516 Angela, a più di quarant’anni, si trasferisce a Brescia e a lei si leganoin un primo cenacolo spirituale il mercante Antonio Romano, Girolamo Patengolauno dei fondatori dell’Ospedale degli Incurabili, Agostino Gallo e Girolamo Chiz-zola fondatore dell’Accademie di Rezzato e di Brescia. Con gli anni Venti inizianoper Angela i pellegrinaggi ai Luoghi santi della cristianità. Il suo primo “cammino”è verso il sepolcro della beata Osanna Andreasi, a Mantova, ma è il viaggio in TerraSanta a sancire definitivamente il suo ruolo salvifico: Angela pellegrina assume in-fatti anche le valenze profetiche attribuite dal contesto religioso di fine Quattro-cento al culto di sant’Orsola. Secondo la letteratura mericiana già l’inizio del viaggioè segnato da eventi singolari che evidenziano il percorso di trasformazione e puri-ficazione che sta intervenendo in questa donna.

Durante il viaggio a Candia (Creta) accade un altro “segno” straordinario, unasorta di miracolo per così dire “capovolto”, cioè la perdita della vista che le impe-disce la visione della Terra Santa: il Signore la rende cieca nei sensi per costringerlaa guardare con gli occhi dello spirito e per affinarla nella comprensione del Suodisegno. Dopo un ritorno fortunoso, in cui uomini ed elementi naturali sembranocongiurare contro la nave dei pellegrini, Angela è a Venezia e la fama della sua san-tità si diffonde per la città.

Tornata a Brescia, riprende dopo pochi mesi il pellegrinaggio per Roma e anchequi il Papa la invita a restare per dirigere i nascenti istituti di tutela femminile; lostesso invito le sarà rivolto a Milano dal duca Francesco Sforza nel 1532.

Quando Angela torna a Brescia non è più la stessa “pia donna” partita per ilsuo primo pellegrinaggio. La geografia della sua vita spirituale l’ha resa più sapiente;torna carica di carisma: la santità della sua vita è ormai riconosciuta, dai LuoghiSanti di Gerusalemme a Venezia, centro dei traffici mercantili, a Roma, centrodella cristianità, a Milano, il più importante centro produttivo italiano. Nel 1535fonda la Compagnia di S. Orsola che darà forma ad una nuova dignità della donnacon la consacrazione vissuta non più nei chiostri ma nel mondo, sul modello dellachiesa primitiva nella quale le matrone seguivano gli apostoli. La nuova via ribalta

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nei cieli le gerarchie sociali dei destini femminili tanto che le Imperatrici, Regine,Duchesse desidereranno esser state almeno ancelle di queste spose di Cristo.

La nuova mistica dell’amore esce consolidata dalla Bolla di Paolo III del 1544che inserì la Compagnia di S. Orsola nell’ordinamento della Chiesa, facendoneun’istituzione di diritto pontificio. Da un punto di vista sociale ciò implicitamenterecava con sé l’attribuzione di dignità ad ogni “stato” o condizione della donna, inun mondo che invece vedeva con sospetto la nubile, fuori dai due stati socialmentericonosciuti del matrimonio e della monacazione.

Alla sua morte, quando nella città si sparse la voce del suo “transito”, gran follasi riversò nella chiesa di S. Afra, oggi santuario di S. Angela Merici, ove la sua salmaera stata composta in una bara aperta. Per trenta giorni restò esposta all’incessantepellegrinaggio di fedeli senza che il suo corpo mostrasse segni di decomposizionee fu il Moretto a realizzare il suo ritratto funebre. Raccontano agiograficamente lecronache che dopo la sua morte accaddero eventi straordinari e che nelle primesere sopra la chiesa di S. Afra apparve un grandissimo splendore o sia una lucidis-sima stella corrispondente perpendicolarmente al sito dove giaceva il Corpo Beato.

Venerata per oltre due secoli, vide aprirsi il processo di canonizzazione nel 1757su richiesta della superiora delle Orsoline di Roma. Un decennio dopo, nel 1768,fu dichiarata beata da Clemente XIII e infine canonizzata dal papa Pio VII nel1807. Il 24 gennaio del 2010 sarà proclamata patrona secondaria di Brescia ad operadella Sacra Congregazione del Culto, su proposta del vescovo di Brescia LucianoMonari.

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Sant’Angela nel ricordo del suo segretarioGabriele Cozzano

Era di tanta gratitudine e gentilezza…Era di tanta carità e unione con Dio,che si riteneva vera debitrice di ogni creatura che vivesse in qualche modo secondo Dio…Era di tanta sete e bramosa della salvezza e del bene del prossimo, che era disposta e prontissima a dare non una ma mille vite per la salvezza anche del più piccolo…Con amore materno abbracciava ogni creatura. E chi era il più peccatore, quello era il più accarezzato da lei…Erano le sue parole infuocate, potenti e dolci, e dette con tale nuovo vigore di grazia, che ognuno poteva ben essere costretto a dire: Quivi è Dio.

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La Compagnia oggiLa Superiora - Maria Teresa Pezzotti

A Brescia la fondazione di sant’Angela Merici, avvenuta 475 anni fa, haconservato la sua identica originalità e, così, sarà fino alla fine dei tempi.È la stessa sant’Angela che nel suo Testamento raccomanda che la Regola

sia osservata “diligentissimamente”, perché questa Compagnia è stata piantata diret-tamente dalla Sua Santa Mano, né mai l’abbandonerà finché il mondo durerà. Perchése egli l’ha piantata chi sarà che la potrà dispiantare? Quindi Brescia mantiene cometesto base la Regola di sant’Angela, che è stupenda perché tutta basata sulla SacraScrittura ed è l’unica Regola fatta da una donna.

Ancora oggi il nome giuridico dell’istituzione è tale e quale è stato dato dallafondatrice: Compagnia di S. Orsola, anche se, dopo la soppressione napoleonica,le sorelle Maddalena ed Elisabetta Girelli nel ripristinare la Compagnia nel 1866,aggiunsero Figlie di sant’Angela per meglio evidenziare il legame con la santa bre-sciana; per questo comunemente noi siamo chiamate angeline.

Anche l’organizzazione mantiene articolazione per Gruppi com’era nelle ori-gini. Tutti i Membri sanno di appartenere ad una famiglia spirituale diocesana che,qui al centro ha una Madre, ma ciascuna vive la vita del gruppo di appartenenzanel proprio paese. Qui impara a conoscere, stimare, rispettare, amare le altre sorellecon le quali fa discernimento per una pastorale incisiva nella parrocchia, nella fa-miglia, nel mondo del lavoro, nella scuola, ecc. Vive in diaspora e trova nel Gruppola forza e l’aiuto per ottemperare al servizio di Dio, dei fratelli e degli ultimi, conla semplicità e con l’umiltà che sant’Angela insegna. Opera silenziosamente e, na-scosta, contribuisce a costruire il tessuto della comunità ecclesiale.

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A Brescia è ancora forte la memoria dell’Opera delle Venerabili Maddalena edElisabetta Girelli, vere Figlie di sant’Angela, attraverso la quale molte ragazze orfanee abbandonate hanno trovato un luogo di formazione, di lavoro e si sono attrezzateper la vita. Non va dimenticato che sant’Angela fu una grande educatrice e che tuttele famiglie religiose orsoline, diffuse in tutto il mondo, fanno capo a Lei.

Ora, alla Città che l’ha vista attiva protagonista della vita civile e che ancoraoggi ne conserva le Spoglie nel suo Santuario il compito di conservarne la memoria;alla Compagnia di Brescia è riservato il compito che è un onore, di approfondire,di divulgare il carisma della Fondatrice. Per questo la Compagnia ha istituito piùdi 25 anni or sono il Centro Mericiano, un’associazione aperta a tutti che studia,approfondisce la conoscenza di questa straordinaria figura e del suo stupendo emai abbastanza approfondito carisma “femminile”.

In questi ultimi anni dal Centro Mericiano, supportato dalla Compagnia, sonostati attuati due Convegni di livello internazionale, con relatori venuti da ogni con-tinente. La fecondità di queste iniziative continua ad essere sottolineata da tanteparti, per questo si prevede un ulteriore cammino.

Grazie a queste iniziative Brescia è di nuovo divenuta il “cuore pulsante”, ilpunto di riferimento dei 42 istituti religiosi che si rifanno a sant’Angela.

Molto è stato fatto, ma molto è ancora da fare per quel cammino di conver-genza e di comunione tanto auspicato dalla Fondatrice.

Attualmente in tutta la diocesi la Compagnia conta 200 membri, raggruppatiin una trentina di gruppi parrocchiali e interparrocchiali.

Rendendo infinite grazie al Signore per aver concesso un così grande donoalla Chiesa e alla donna in particolare, ci resta l’impegno di rilanciare un carismache rischia di smarrirsi nel tempo, pur essendo tanto attuale.

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Angela Merici: la storia e l’attualitàUna nuova biografia divulgativa

I n occasione della proclamazione di S. Angela Merici a Patrona secon-daria di Brescia (24 gennaio 2010) è uscita una biografia tascabile dellaSanta, agile, ma documentata, ricca di illustrazioni artistiche, che ri-

porta alcuni pensieri significativi e preghiere sgorgate dal suo cuore. È stata prepa-rata dal prof. Gian Pietro Belotti, studioso dell’epoca in cui visse la Merici, con lacollaborazione di tre Figlie di S. Angela.

Segnaliamo volentieri la piccola biografia, perché scritta con linguaggio sem-plice e piacevole, di facile lettura per tutti. La consigliamo perché, oltre ai dati sto-rici, puntualmente illustrati, il volumetto contiene una proposta di vita: la sceltadi Angela come maestra spirituale e il suo carisma specifico, capace anche oggi diaffascinare le giovani aperte all’avventura imprevedibile della unoine sponsale conCristo. Angela, da madre vigile e amorosa, indica pure una modalità di percorso:“soprattutto obbedire ai consigli e alle ispirazioni che di continuo lo SpiritoSanto ci manda nel cuore, la cui voce tanto più chiaramente udiremo quantopiù purificata e monda avremo la coscienza, perché lo Spirito Santo... insegna anoi ogni verità”. Ancora, Angela mostra il “luogo” entro il quale lo Spirito di Dioopera, perchè le giovani, desiderose di realizzare grandi cose, non si smarriscanoper sentieri tortuosi e senza sbocco. Questo luogo e questa via maestra ci è datadalla Chiesa, sposa di Cristo. “Tenete l’antica strada e usanza della Chiesa ordi-nata e confermata da tanti Santi per ispirazione dello Spirito Santo”. Che è quellaricevuta nel battesimo e portata al suo massimo splendore, che ci permette di vivereda figli del Padre, in piena libertà di spirito, senza cedere a false suggestioni o a teo-rie di dubbia provenienza. “Delle altre opinioni che adesso sorgono o sorgeranno,lasciatele andare come cose che non vi appartengono”. L’unica stella polare chepuò guidare in porto nella lunga traversata del mare periglioso della vita è CristoSignore. “In questi tempi pericolosi e pestiferi non troverete altro ricorso che ri-fugiarvi ai piedi di Gesù Cristo, perchè... Lui vi governerà e ammaestrerà”.

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Non si sgomentino le giovani nell’intraprendere una vita di consacrazione aDio senza la protezione di un convento; siano coraggiose e fiere di rispondere aduna chiamata ardua, ma entusiasmante, di testimonianza al Signore Risorto, nelmondo. “Non vi perdete d’animo nel timore di non sapere né potere fare quelloche necessita... abbiate speranza e ferma fede in Dio, che Egli vi aiuterà in ognicosa... perché senza dubbio, così come Egli vi ha dato tal impresa, così vi daràanche le forze per poterla eseguire”.

Lo stile che Angela propone alle giovani desiderose di far parte della sua fami-glia spirituale è quello della dolcezza e della saggezza nelle relazioni, in modo da es-sere seminatrici di pace. “Nel parlare, tutte le loro parole siano sagge e misurate;non aspre, non crude, ma umane e inducenti a concordia e carità... E in qua-lunque luogo si trovino, cerchino di metter pace e concordia”. Tutte le parole ele esortazioni di S. Angela possono essere ricondotte alla sua persona, che incarnavain sè quanto proponeva agli altri.

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Spiritualità e umanità di Sant’Angela

VIVERE GIOIOSAMENTE NELLA LUCE

Il senso di una VocazioneColoro che vorranno esser ammesse in questa Compagnia dovranno aver fermaintenzione di servir Dio in tal sorte di vita; entreranno allegramente e di propria volontà[…] essendo state elette ad esser vere e intatte spose del figliolo di Dio …

Luce che trascende le barriere socialiPoiché a voi figliole e sorelle mie direttissime Dio ha concesso la grazia di separarvidalle tenebre di questo misero mondo per unirvi insieme per servire sua divina Maestà,dovrete ringraziarlo infinitamente che a voi specialmente abbia concesso un così singo-lare dono. Infatti quante persone importanti - come Imperatrici, Regine, Duchesse esimili - per maggiore loro felicità e maggior loro gloria desidereranno essere state ancheuna minima ancella vostra, considerando la vostra condizione esser stata tanto piùdegna e migliore della loro.

Luce che trasfigura la vita e la morteBeati quelli ai quali Dio avrà ispirato la luce di Verità e gli avrà dato sentimento di bra-mare la celeste patria. Io ho ferma fede e speranza nell’infinita divina bontà, che non solo supereremo facil-mente tutti i pericoli e le avversità, ma li vinceremo anche con grande gloria e gaudionostro. Anzi passeremo questa nostra brevissima vita consolatamente e ogni nostrodolore e tristezza si volgerà in gaudio e allegrezza; troveremo che le strade spinose ripidee sassose, si faranno a noi floride, piane gioconde e di finissimo tesoro coperte …

LA COMPAGNIA DI S. ORSOLA COME CATENA D’AFFETTI

Tutte, nella Compagnia, siano tenute come in una catena: le sorelle semplici perla premura delle loro superiore e le superiore per amore verso le loro “figlioline”.La Regola di Angela Merici non è un rigido codice di comportamento, ma si pone

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come via, come stimolo alla responsabilizzazione individuale, come cammino nelquale la sponsalità individuale si coniuga e si potenzia nella sponsalità collettiva, percui è:

Solidarietàse ci fossero almeno due sorelle rimaste sole, senza padre né madre né altri superiori …allora per carità siano aiutate nei loro bisogni. Se, invece, ne fosse rimasta una sola, allora qualcuna delle altre la voglia ricevere incasa sua, e a questa gli sia data la sovvenzione che parrà più opportuna a chi governala Compagnia.

Una rete sociale proto cristiana se ce ne fossero di così anziane che non potessero mantenersi da sole, allora, di grazia,siano aiutate e servite come vere spose di Gesù Cristo.

Che si estende fino alla fineSe alcuna delle sorelle sarà inferma che sia visitata, assistita ed aiutata, di giorno e dinotte o secondo il bisogno e la necessità. Quando una sarà morta, allora tutte le altrevogliano accompagnarla alla sepoltura, andando a due a due, con carità, ciascuna conuna candela in mano.

Obbedienza ‘esortativa’aderire alla volontà del Padre significa obbedire alle sue manifestazioni, per cui l’ob-bedienza si deve anzitutto alla legge promanata da Dio nei Comandamenti e alle varieautorità, ma sopra tutto obbedire ai consigli e alle ispirazioni che di continuo lo SpiritoSanto ci manda nel cuore, la cui voce tanto più chiaramente udiremo, quanto più purificatae monda avremo la coscienza, perché lo Spirito Santo … insegna a noi ogni verità.

Autorità come servizio umile… tenetevi come ministre, e serve, considerando, che voi avete più bisogno di servirle,che loro d’esser servite da voi o governate …Testimonianza evangelica non solo con opere di carità ma con comportamentidi vita autenticamente cristianatenete l’antica strada e usanza della Chiesa, ordinate e confermate da tanti Santi perispirazione dello Spirito Santo. E fate vita nuova. Delle altre opinioni che adesso sorgonoe sorgeranno, lasciatele andare come cose che non vi appartengono.

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Seminare la pacenell’ascoltare, non si dilettino di udire se non cose oneste, lecite e necessarie.Nel parlare, tutte le loro parole siano sagge e misurate; non aspre, non crude, maumane e inducenti a concordia e carità … E, in qualunque luogo si trovino, cerchinodi metter pace e concordia.Orazione concretaEsortiamo ciascuna a innalzare la mente a Dio e ogni giorno nel segreto del propriocuore dire: Signore mio, illumina le tenebre del cuor mio e dammi grazia più presto dimorire, piuttosto che offendere la tua divina Maestà.Assicura Signore i miei affetti e i miei sensi, che non prevarichino in nessun lato, né midistolgano dal luminosissimo tuo volto, che fa contento ogni cuor afflitto. Degnati Signore di perdonarmi le mie tante offese e ogni mia mancanza che abbia com-messo fino ad ora dal giorno del sacro battesimo.Degnati ancora Signore di perdonare i peccati di mio padre e madre, dei miei parenti,amici e di tutto il mondo.Signor mio, unica vita e speranza mia, ti prego che tu ti degni di ricevere questo mio vi-lissimo e immondo cuore e bruciare da quello ogni cattivo affetto e passione nell’ardentefornace del tuo divino amore.Ti prego, Signore, di ricevere il mio libero arbitrio, ogni mia propria volontà, la qualeda sé, per essere infetta dal peccato, non sa discernere il bene dal male.Per questo ricevi ogni mio pensare, parlare, operare e, finalmente, ogni mia cosa cosìinteriore come esteriore, il che tutto offro avanti i piedi della tua divina Maestà, pre-gandoti che tu ti degni riceverlo, benché ne sia indegna. Amen.

LA NUOVA PEDAGOGIA DELL’AMORE

Rispetto per la persona umanaSiate piacevoli e umane con le vostre figliole … Se vedrete una pusillanime e timida cheinclina alla disperazione confortatela, fatele animo, promettetele del bene, allargatele ilcuore con ogni consolazione; di contro se vedrete qualche altra presuntuosa, o poco ti-morata, a quella mettetele timore, ricordatele del rigore della giustizia di Dio.

Non giudicare, perché non si conoscono i disegni di DioAmate le vostre figliole ugualmente, e non vogliate parteggiare più per l’una che perl’altra, perché tutte sono creature di Dio, e non sapete che cosa lui voglia fare di loro.Infatti, come potete sapere voi se quelle che vi sembrano più da poco e di minor valore

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non siano per diventare le più generose e le più accette alla sua Maestà? E poi, chi puògiudicare i cuori e i più intimi pensieri della creatura?

Amore e carità come collanti dei rapporti sociali Quando le ammonirete e le consiglierete o le esorterete a qualche bene o le distogliereteda qualche male, sforzatevi di operare solamente mosse dal solo amor di Dio e dal solozelo per le anime. Infatti otterrete di più con le carezze e le piacevolezze che con la du-rezza dei rimproveri. La carità, la qual dirige ogni cosa a onor di Dio e al bene delleanime, ben insegna tal discrezione e muove il cuore a essere, a luogo e tempo, ora pia-cevoli, ora aspre secondo il bisogno.

Il primo passo nella formazione spirituale e umana è l’attenzione ai bisogni deglialtriSarete sollecite e vigilanti a conoscer e intendere i bisogni spirituali e temporali delle vo-stre Figliole, in modo da poterli soddisfare al meglio che sia possibile … secondo quantolo Spirito Santo vi ispirerà.

SEMINATRICE DI SPERANZA

La persona non è sola nel suo camminoSvolgete la missione che vi è stata affidata con serietà e poi lasciate fare a Dio chefarà cose mirabili al tempo suo, e quando a lui piacerà …

Non abbiate timoreNon vi perdete d’animo nel timore di non sapere né potere fare quello che necessita …abbiate speranza e ferma fede in Dio, che egli vi aiuterà in ogni cosa … perché senzadubbio, così come egli vi ha dato tal impresa, così vi darà anche le forze per poterla ese-guire.

Affidatevi alla vera fonte di energiaIn questi tempi pericolosi e pestiferi non troverete altro ricorso che rifugiarvi ai piedi diGesù Cristo, perché … lui vi governerà e ammaestrerà.È l’atteggiamento attento di Maria ai piedi di Gesù vivo. La vera promozione umanasi consegue in una relazione viva con Dio, solo così si realizza se stessi e si è lievitonella società.

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Una Santa per la città di Brescia

I l 25 novembre 1535, giorno di Santa Caterina, Angela Merici diedel’avvio ufficiale alla Compagnia di Sant’Orsola: 28 vergini si riunirononella chiesa di Sant’Afra in città, ricevettero l’eucarestia e si consacra-

rono a Dio: a testimonianza del fatto deposero la loro firma nel “libro generale”della Compagnia. Nel 2010 ricorre quindi il 475° anniversario della fondazionedella Compagnia. La proposta di prepararsi all’anniversario con una preghiera in-ternazionale del Vespro, è partita dalla Federazione delle Orsoline di lingua tedesca.L’appello è rimbalzato da una nazione all’altra, da una diocesi all’altra, raggiun-gendo le diverse famiglie orsoline che, tra le 18 e le 19 (ora locale) del 25 novembre2009, si unirono idealmente in preghiera per ringraziare insieme il Signore. Nellanostra città mercoledì 25 novembre alle 20,30 si è tenuto un incontro di preghieranel Santuario dedicato a Sant’Angela, in via Crispi in città. Alla vigilia di questoevento, è giunto il decreto della Congregazione del Culto Divino che proclamaSant’Angela Merici patrona secondaria della diocesi.

La Superiora della Compagnia di Sant’Orsola Figlie di Sant’Angela, Maria Te-resa Pezzotti, in una sua testimonianza sottolinea i legami tra Sant’Angela e i SantiFaustino e Giovita: “Attorno al 1532 Angela decide di trasferirsi in alcune stanze inSant’Afra, che i Canonici lateranensi le hanno concesso. Perché questa scelta? Perchéle sue spoglie mortali risiedono ancora nella chiesa di Sant’Afra, oggi santuario diSant’Angela? Fra le molte risposte ipotizzabili vorremmo qui riprendere proprio quellalegata al ritrovamento delle reliquie dei Santi martiri nella chiesa inferiore, che si eraverificato in quegli anni durante i lavori per la costruzione del nuovo presbiterio. PerAngela, infatti, la vicinanza fisica, tangibile a quei luoghi significava rinvigorire quel-l’evangelismo che essa propugnava e che avrebbe richiesto alle sue Figlie con la fonda-zione della Compagnia di Sant’Orsola.

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Oggi, dopo quasi cinque secoli, questa vicinanza viene rinnovata; infatti col decretodella Congregazione del Culto della Santa Sede, Angela Merici viene proclamata pa-trona secondaria della città, affiancata ai gloriosi Santi Faustino e Giovita, da lei tantovenerati. In questo modo Angela, amata in tutto il mondo, viene ridonata a noi cittadinibresciani. La sua maternità, affettuosa e premurosa, si farà maggiormente vitale perciascuno di noi. La Compagnia di Sant’Orsola Figlie di Sant’Angela di Brescia, neldare questo festoso annuncio, ringrazia coloro che si sono attivati per ottenere questodono”.

A sua volta, Irma Bonini Valetti scrive: “La proclamazione di Sant’Angela pa-trona secondaria di Brescia, accanto ai martiri Faustino e Giovita da sempre invocaticome protettori della città, arricchisce la fiduciosa preghiera dei fedeli con una riflessionenuova. Sant’Angela, in tempi difficili quanto i nostri, vive in modo profondo, con unaconsapevolezza particolare, il suo essere donna: nella sua femminilità c’è un dono se-greto che la fa essere teneramente madre per tutti coloro – e sono tanti – che ricorronoa lei per consiglio e conforto spirituale, e nello stesso tempo ferma e distaccata comeuna vera educatrice. Anche i suoi scritti, così essenziali, rivelano queste doti tutte fem-minili, che a distanza di secoli la fanno apparire autentica e attuale. Non è, Angela,una donna sommessa e sottomessa, che scompare nell’intimità un po’ chiusa di unacasa o nella severità un po’ rigida di un convento; umile, ma decisa e sicura delle propriescelte a lungo meditate, addita una via nuova alle Figlie che le si raccolgono intorno:una consacrazione a Dio, totale e gioiosa, vissuta nelle situazioni di luogo, di ambientefamiliare, di tempo, che Dio stesso ha scelto per ciascuna di loro. Granello di lievito,che fermenta la pasta, piccola luce, che vince l’oscurità intorno a sè: questo l’idealeproposto che sembra modesto, ma che è il solo a poter veramente cambiare in megliouna società svagata, superficiale, edonista come la sua, come la nostra. L’ideale si con-cretizza in un fiorire di apostolato volto all’accoglienza, all’educazione, insomma, ditanti piccoli che un mondo irrispettoso fino alla violenza non si cura di calpestare. Lanostra città, che ha bisogno oggi più che mai degli esempi dei suoi Patroni, riceve quindiun richiamo più forte e impegnativo: la fede senza incertezze dei martiri e la speranzaoperosa cha sa spendersi nella educazione autentica, cristiana”.

(La Voce del Popolo 20 novembre 2009)

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Un dono di Dio per tutta la ChiesaL’annuncio del Vescovo

L a Sacra Congregazione per il Culto divino ha accolto la nostra domandadi proclamare Sant’Angela Merici patrona secondaria della città e dellaprovincia di Brescia. Il desiderio che ci ha mossi nasce dalla consapevo-

lezza dell’importanza della vita e dell’opera di questa straordinaria donna che haanticipato i tempi aprendo strade nuove e ancora attuali all’evangelizzazione e allavita consacrata. Per questo il 24 gennaio dell’anno prossimo faremo, nel santuariodi Sant’Angela, la proclamazione solenne.Questo evento coincide con la memoria del 475° anno di Fondazione della Com-pagnia di Sant’Orsola; in tal modo la nostra diocesi si unirà alla festa di tutte leFiglie di Sant’Angela per lodare e benedire il Signore. È proprio attraverso il rin-graziamento, infatti, che il dono spirituale che il Signore ha fatto alla Chiesa at-traverso Sant’Angela diventa attuale e continua a produrre in noi i suoi frutti.Per questo invito tutta la diocesi a preparare questa solenne proclamazione con lapreghiera e con l’impegno a conoscere la vita, l’opera, il messaggio di Sant’Angela.Soprattutto sarà utile riflettere sul posto che le donne possono e debbono averenella Chiesa. Il futuro delle nostre comunità dipende in gran parte da questo.

† Luciano Monari

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Congregatio de Cultu Divino et Disciplina SacramentorumProt. N. 1348/07/1

Brixiensis

Sanctam Angelam Merici, virginem, quae, Tertii Ordinis Sancti Francisci ha-bitu sumpto, puellas congregavit, quas in operibus caritatis instrueret, ac dein, subsanctae Ursulae nomen in Ordinem constituit mulierum, cui munus vitae perfec-tae in mundo colendae commisit atque adulescentulas in viis Domini instituendi,christifideles civitatis et Diocesis Brixiensis in Longabardia, ubi ipsa pie animamDomino reddidit, assiduo cultu venerantur. Singulare reliquit testimonium in ser-vitium evangelizationis et humani provectus in vita Ecclesiae et societatis Brixiensis,cuius adhuc in odierni diebus clerus et christifideles laici vivam prosequuntur spi-ritualem hereditatem.

Exinde, Excellentissimus ac Reverendissimus Dominus Luciano Monari, Epi-scopus Brixiensis, communia cleri et christifidelium excipiens vota, electionemSanctae Angeae Mrici, virginis, in Patronam apud Deum civitatis Brixiae eiusdem-que Diocesis rite approbavit et, litteris die 3 mensis Novembris anno 2009 datis,hanc Congregationem de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum enixe rogavit,ut huiusmodi electio et approbatio iuxta Normas de Patronis constituendis confir-marentur.

Vigore, igitur, facultatum peculiarium a Summo Pontifice BENEDICTO XVItributarum, attentis expositis, Congregatio de Cultu Divino et Disciplina Sacra-mentorum, supradictis precibus annuens,

SANCTAM ANGELAM MERICI, VIRGINEM,PATRONAM SECUNDARIAM APUD DEUM

CIVITATIS ET DIOCESIS BRIXIENSIS

confirmat, omnibus cum luribus et privilegiis liturgicis iuxta rubricas conse-quentibus. Quae in posterum in civitate Brixia gradu festi, in Diocesi vero gradumemoriae, quotannis celebretur.

Contrariis quibuslibet minime obstantibus.Ex aedibus Congregatio de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum, die

11 mensis Novembris anno 2009, in memoria Sancti Martini, episcopi Turonensis.

ANTONIUS CARD. CANIZARES LLOVERA

PraefectusIOSEPHUS AUGUSTINUS DI NOIA, OP

Archiepiscopus a Secretis

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Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei SacramentiProt. N. 1348/07/1

I fedeli di Brescia, Città e Diocesi in Lombardia, hanno sempre venerato consincera devozione, Sant’Angela Merici vergine, la quale, dopo aver vestito l’abito delTerzo Ordine di S. Francesco, dapprima si dedicò a riunire fanciulle sotto il nomedi S. Orsola, con l’impegno di coltivare la vita di perfezione nel mondo e la forma-zione delle adolescenti nelle vie del Signore. Sempre a Brescia rese l’anima a Dio.

Ella lasciò una singolare testimonianza a servizio dell’evangelizzazione e dellapromozione umana nella vita della Chiesa e della società bresciana, e fino ai nostrigiorni il clero e i fedeli laici hanno continuato a tenerne viva la spirituale eredità.

Pertanto l’Eccellentissimo e Reverendissimo Mons. Luciano Monari, vescovodi Brescia, accogliendo i voti del clero e dei fedeli, ha convenientemente approvatol’elezione di Sant’Angela Merici, vergine, a Patrona presso Dio della Città e dellaDiocesi di Brescia.

E con lettere, in data 3 novembre dell’anno 2009, ha premurosamente chie-sto a questa Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti diconfermare l’elezione e l’approvazione secondo le Norme che regolano “la designa-zione dei Patroni”.

Pertanto in forza delle speciali facoltà ricevute dal Sommo Pontefice bene-detto XVI, dopo aver attentamente valutate le motivazioni presentate, la Congre-gazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, aderendo alle suddetteistanze, conferma

SANT’ANGELA MERICI, VERGINE,PATRONA SECONDARIA PRESSO DIO

DELLA CITTÀ E DELLA DIOCESI DI BRESCIA

con tutti i diritti e privilegi liturgici connessi: Ella sia in futuro celebrata ognianno con il grado di festa nella città di Brescia, nella Diocesi invece con il gradodi memoria.

Dal Palazzo della congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sa-cramenti, il giorno 11 del mese di Novembre anno 2009, nella memoria di SanMartino, vescovo di Tours.

ANTONIO CARD. CANIZARES LLOVERA

PrefettoGIUSEPPE AGOSTINO DI NOIA, OP

Arcivescovo Segretario

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Preghiera di lode a Diodopo la lettura del Decreto della Congregazione

T i glorifichiamo, o Padre:Tu solo sei Santoe nella Tua immensa misericordia,

hai mandato nel mondo il Tuo Figlio,principio e compimento di ogni santità.

Egli ha effuso sulla chiesa nascenteil Tuo Santo Spirito:voce che ci ammaestra nel cammino di perfezione;fuoco che accende di carità i nostri cuori;germe divino che dà frutti rigogliosi di grazia.

Ti benediciamo, Signore,in questo giorno nel quale Sant’Angelaviene proclamata presso DioPatrona della Città e diocesi di Brescia.

Fa che illuminati dal suo esempiosi formi in noi, di giorno in giorno, l’uomo perfettonella misura piena della statura di Cristo.Fa che impegnandoci nell’edificare la città terrenaseguendo l’esempio e l’insegnamento di Sant’Angela,teniamo fisso lo sguardo sulla città futura,dove Tu ci accoglierai nella comunione dei Tuoi Santie nella gloria del Tuo Figlio.

Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

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24 Gennaio 2010Proclamazione di S. Angela Merici a patrona secondaria di Brescia e DiocesiOmelia del Vescovo Mons. Luciano Monari

È un dono grande per la nostra Chiesa la proclamazione di sant’AngelaMerici a patrona secondaria presso Dio della città e diocesi di Brescia;un dono del quale rendiamo grazie al Signore e del quale vorremmo

sentire con gioia tutta la responsabilità. Un grazie particolare va detto a mons. Olmiche ha voluto questa proclamazione con tutta la determinazione; senza il suo impe-gno appassionato non saremmo giunti a questo traguardo. Grazie anche alle Figliedi sant’Angela che possono sentire questa festa come particolare loro; esse attraversoi secoli hanno tenuto vivo il carisma eccezionale di questa Santa e ancor oggi nesono le custodi e le testimoni più significative. È festa della Madre e quindi festadelle numerose Figlie.

Nella visione cattolica della religione il rapporto con Dio è mediato dallaChiesa in tutta la verità dei suoi carismi, nella ricchezza della sua storia. I santi sonoespressioni di questa solidarietà che si unisce in un unico corpo. Sant’Angela è no-stra patrona presso Dio; quando ci presentiamo a Dio ci facciamo forti anche dellapresenza di sant’Angela con noi e per noi. Non nel senso che l’amore di Dio abbiabisogno di sant’Angela per aprirsi alla misericordia e alla generosità verso di noi.Al contrario sant’Angela, come tutti i santi, è opera dell’amore di Dio; è Dio chel’ha fatta con la sua grazia, l’ha plasmata con la sua parola e animata col suo Spirito;guardare a lei significa riprendere coscienza di quello che Dio sta facendo nellaChiesa e che desidera fare anche in noi, nella nostra vita.

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La Chiesa, ci ha ricordato la seconda lettura, è il corpo di Cristo. Non si trattasolo di una immagine suggestiva, ma di una descrizione precisa dell’identità dellaChiesa. Con la sua risurrezione e ascensione Cristo non si è allontanato da noima continua a essere presente e a operare nella nostra storia attraverso la sua Parolae il suo Spirito. In ogni tempo e in ogni luogo la Parola di Gesù è proclamata dapersone mandate da Lui, in obbedienza al suo comando. Quando questo avviene,e quando la parola annunciata trova negli ascoltatori la disponibilità della fede, al-lora la Parola viva del Risorto agisce nel cuore delle persone, suscita in loro senti-menti e desideri nuovi, genera speranze nuove, secondo la volontà di Dio, secondolo stile di Gesù. Per questo San Paolo scriveva ai Galati: “Figlioli miei, che io par-torisco di nuovo finchè non sia formato in voi Cristo!” E voleva dire: m’interessache la vostra vita assuma la forma della vita di Gesù; per questo vi annuncio sempredi nuovo il vangelo, perché questa parola vi renda conformi a Gesù, sempre piùsomiglianti a Lui. Una forma nuova di vita che viene immessa nella vostra esistenzamondana; siate davvero generati di nuovo.

In concreto: l’ascolto di fede della parola fa di voi delle persone miti come èmite Gesù, fa di voi delle persone umili come è umile Gesù, fa di voi delle personeobbedienti a Dio, ricche di misericordia verso i deboli e i peccatori, generose neldono di sé senza misura, come è Gesù. Una piccola parte del mondo - la vostravita - assume i lineamenti spirituali concreti della vita di Gesù. Questo è l’eventoche Paolo chiama: “il corpo di Cristo”. Durante la sua vita terrena Gesù era pre-sente al mondo con il suo corpo di carne – occhi, mani, orecchi; ora Gesù è pre-sente al mondo con il suo corpo mistico: la Chiesa con i suoi ministeri, carismi,relazioni, in una parola con le molteplici forme della sua carità.

L’espressione “corpo di Cristo” non è quindi una formula generica, approssi-mativa; è la definizione precisa di una parte di umanità che incarna concretamenteil vangelo e rende quindi presente la forma di Gesù nel mondo.

Paolo aggiunge una considerazione sul fatto che nessuno di noi, per quantosia intelligente, abile, ricco di capacità o addirittura santo, può presumere di espri-mere da sé solo la forma integra di Gesù. Un corpo, dice l’apostolo, è fatto da moltemembra e solo la comunione e collaborazione delle diverse membra riesce a ren-derlo attivo ed efficiente. Nello stesso modo solo la comunione e la collaborazionedei molteplici carismi e ministeri riesce a esprimere qualcosa del mistero di Gesù.

La Chiesa sorge dalla comunione di molti, dal raccordo delle diverse espe-rienze, delle diverse capacità, delle diverse realizzazioni. Tutti insieme, arricchitianche dal patrimonio che le generazioni passate ci hanno trasmesso, esprimiamo

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qualcosa del mistero di Cristo, formiamo il suo corpo. Dobbiamo imparare a nontirarci indietro (pensando, con falsa umiltà che non ci sia bisogno di noi); e nellostesso tempo dobbiamo imparare a non fare da soli (come se non avessimo bisognodegli altri). Solo con l’impegno e la corresponsabilità di tutti diventa possibile essereedificati come corpo di Cristo.

La memoria che facciamo oggi di sant’Angela Merici, il suo patrocinio al qualeci affidiamo con fiducia, può aiutarci a entrare in questa visione stupenda di Paolo.Soprattutto se ci permette di comprendere e valorizzare la presenza delle donne nellaChiesa. Quattrocento anni fa sant’Angela ha immaginato e promosso una sorpren-dente forma di consacrazione al Signore per donne che vivevano nelle ordinarie con-dizioni di vita. Mi sembra che il suo messaggio abbia qualcosa di moderno eaddirittura provocatorio. In questi ultimi anni il vissuto concreto delle donne in oc-cidente è cambiato con una rapidità e una profondità impensabili: basta pensare allapresenza delle donne nella vita economica, politica e culturale; e, ancora di più, almutamento radicale nel modo di pensare e di vivere la propria identità e il rapportocon l’universo maschile.

Questa trasformazione sta avendo dei riflessi profondi nella vita della Chiesaperché le donne, che sono sempre state le colonne portanti dell’edificio ecclesiale,la mediazione ordinaria nella trasmissione della fede, sembrano attirate da altrimessaggi e da altri stili di vita. La crisi diffusa delle vocazioni femminili di consa-crazione ne è un segno eloquente. Vuol dire che per la maggior parte delle ragazzela proposta della vita religiosa così come si è configurata per secoli, non è più at-traente. Se i parroci lamentano l’assenza dei bambini alla Messa domenicale, unadelle motivazioni più importanti è l’assenza delle madri.

Tutto questo ci obbliga a riflettere e a cercare vie nuove. Il vangelo, è essenzial-mente un messaggio di liberazione per ogni persona umana; l’amore di Dio per noiè una forza immensa di coraggio, di creatività, di speranza. Non c’è dubbio che ilvangelo sia capace di intercettare e arricchire il vissuto delle donne. Di fatto, la tra-sformazione in atto non è portatrice univoca di liberazione. Le donne si trovanooggi a dover portare pesi psicologici ed economici enormi; pagano a caro prezzo lacrescita di possibilità e di libertà che cercano con ansia. Sarebbe naturalmente illu-sorio e sbagliato immaginare un ritorno al passato. Dobbiamo invece riuscire a mo-strare come il vangelo possa accompagnare positivamente la donna in questocammino di rivoluzione nel suo modo di pensare e di agire. Ma questo compito puòessere realizzato solo da donne che siano nello stesso tempo moderne – nel sensoche il loro vissuto è quello di donna d’oggi – e credenti – nel senso che hanno assi-

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milato davvero il vangelo e interpretano la loro esperienza alla luce del messaggiodell’amore di Dio per noi. Donne che non hanno paura di confrontarsi con i pro-blemi attuali – penso a quella che viene chiamata “identità di genere”, al senso delcorpo, all’autonomia di vita, ai problemi delle convivenze, al nodo decisivo dellaprocreazione e così via; donne che non si lasciano dominare dagli stili correnti mache sanno ricondurre ogni cosa alla libertà e alla responsabilità della coscienza. C’èun lavoro infinito da compiere per illuminare il vissuto femminile alla luce di un’au-tentica crescita umana nella conoscenza, nella responsabilità e nell’amore.

Come dicevo: chi potrà fare questo lavoro necessario se non le donne? Ebbene,io spero con tutto il cuore che la presentazione di sant’Angela come modello disantità e la proclamazione del suo patrocinio susciti nella chiesa bresciana, nelledonne credenti bresciane, consapevoli del loro posto nella chiesa e della loro re-sponsabilità, il desiderio di esplorare modi di pensiero e sperimentare stili di vitache siano ricchi di valori cristiani. Sant’Angela, proprio per la sua visione femminiledelle cose e per la profonda libertà con cui si è mossa nel suo tempo può essere unmodello e uno stimolo prezioso. S’intende: all’interno della Chiesa, nel confrontoe nella collaborazione con l’intero corpo ecclesiale. Vivere correttamente la diffe-renza sessuale significa imparare a vivere correttamente tutte le forme di differenzache rendono così varia e complessa la famiglia umana. È necessario che le differenzetra le persone e i gruppi sociali non vengano cancellate da una sterile omogeneità;e non diventino d’altra parte, motivo di conflitto aspro che si placa solo nell’umi-liazione dell’altro. Piuttosto il Signore ha voluto la differenza perché nessuno possadirsi autosufficiente e tutti cerchino nel confronto, dialogo, collaborazione conl’altro la via della propria crescita.

Ci ottenga sant’Angela il coraggio e la creatività di cui abbiamo bisogno.

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Cronaca di un giorno specialeChiara Squassina

“A ngela Merici, una donna patrona della città”. Questo è stato il mioprimo pensiero, quando alzatami sento le campane a festa proveniredal fondo della strada. Sono sempre stata una cittadina del centro

storico e come tale si vive la città in modo forse un po’ differente da chi ci arrivada fuori: alla fine conosci tutti, chi per conoscenza diretta chi solo perché lo in-contri per una vita a percorrere le medesime vie, conosci persino gli odori dei vicoli,insomma la città la senti proprio tua. Così come cittadina, come parrocchiana diS. Alessandro e come donna, non posso mancare all’appuntamento con una Santa. Nel Santuario a lei dedicato con una solenne Celebrazione presieduta da Mons.Monari Vescovo di Brescia, viene proclamata Patrona seconda della Diocesi di Bre-scia proprio lei, Sant’Angela Merici ed io sono entusiasta. Si perché in virtù d’esserenata e cresciuta tra queste Chiese , Sant’Angela alla fine è sempre stata insieme aS. Anna la mia santa preferita. Sarà ma i ricordi da bambina mi riportano semprequa; penso mentre mi affretto per arrivare alla S. Messa .

Arrivo giusto in tempo, la Chiesa è carica di fedeli: incontro un vecchio amicoche mi invita ad accomodarmi in Cripta, dice “Non preoccuparti è tutto perfetto,c’è un maxi schermo che riprende tutto”. Nella Cripta , anch’essa praticamentecolma, il clima è sorprendentemente raccolto, nessuna distrazione da fuori porta,anzi.

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Le immagini della funzione sono così chiare, le inquadrature così puntigliosee vicine che è impossibile non rimanere raccolti. La funzione è davvero solenne,l’altare è gremito di Sacerdoti, eppure tutto è così ordinato e carico di spiritualità,e per chi come me è alla funzione credo lo viva al medesimo modo. Dopo la letturadel Vangelo, Mons. Monari prende la parola ed è qui che tutta la storia di S. Angeladiventa la storia della Donna nella Chiesa.

Si perché Mons. Monari sottolinea, come non mai, che la donna del nostrotempo, come S. Angela è riuscita ad esserlo nel suo, è chiamata ad essere presentenella Chiesa e nella vita di ogni giorno. E lo fa invitando ad essere noi donne adesempio per gli altri, portando anche solo i bambini alla S. Messa domenicale,stando con il nostro vivere quotidiano da Cristiane nel mondo.

Ci si chiede, collegandosi al Vangelo del giorno d’avere prima di tutto unità diFede. Sant’Angela ci insegna ad unire Fede e vita cristiana: insomma ad essere donneevangeliste nel quotidiano. In fondo è questo che ci è chiesto dal Vangelo “essereSuoi testimoni”. S. Angela sorprendentemente lo ho fatto nel suo tempo a cavallodel cinquecento, ed ora lo chiede a noi donne comuni del ventunesimo secolo.

È con questa idea di unità di fede e di una rinnovata voglia d’esserci nel mondoche lascio la funzione che fa nella domenica di 24 Gennaio 2010 S. Angela Merici,donna, anch’essa con i nostri venerati SS. Faustino e Giovita, patrona della nostracittà.

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Sant’Angela Merici patrona dei bresciani nella parola di due VescoviGiuseppina Zogno

L a festa celebrativa di S. Angela del 27 gennaio 2010 è stata coronata dallapromulgazione del Decreto della Sacra Congregazione per il Culto Di-vino che riconosce S. Angela Merici Patrona delle città e della provincia

di Brescia dopo i santi Faustino e Giovita.La stampa ne ha parlato ampiamente, ma qui vogliamo riportare il pensiero di dueVescovi: Mons. Luciano Monari Vescovo di Brescia e Mons. Francesco Beschi, giàausiliare ed ora vescovo di Bergamo, i più direttamente interessati all’evento. Di-ciamo evento, perchè trattandosi di un fatto ecclesiale va ben oltre la cronaca perassumere il valore di simbolo, anzi di fatto di salvezza. Entrambi i presuli hannosottolineato l’importanza del “Patronato” di Angela per i bresciani in special modo.Il Vescovo Luciano ha avuto parole di riconoscenza per il Superiore e per la “Com-pagnia” che incarna il carisma mericiano da 500 anni a questa parte e si è compli-mentato a motivo del nuovo titolo riconosciuto alla santa Fondatrice.

“La festa della Madre” (perché tale fu il carisma e il ruolo di Angela) “è anchela festa delle Figlie!” – ha detto Mons. Monari. “S. Angela è nostra patrona pressoDio... Anche lei è opera dell’amore di Dio. È Lui che l’ha plasmata e l’ha resaconforme a Cristo. La stessa cosa” – ribadiva il Vescovo – “proponeva alla Figlie,che voleva persone umili, miti, generose senza misura, come Gesù!”

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Mons. Francesco Beschi, che ammirava nella folla numerosissima dei pelle-grini, a distanza di 500 anni dalla morte di S. Angela, la commovente devozionedei Bresciani verso la santa, sottolineava un suo aspetto peculiare nei loro confronti:la vicinanza. I patroni sono padri e madri dei fedeli. Ciò dice un bisogno uma-nissimo di vicinanza. Credenti, e non, invocano vicinanza, amicizia, condivisione!Angela, consacrata a Dio, esprime vicinanza. Ha scalato i gradini del cielo peravvicinarsi a noi. Era la sua comunione con Dio che le ha dato la percezione piùprofonda dei bisogni spirituali degli uomini. E l’ha sperimentata nei conflitti.

Tutto può diventare opportunità di crescita per noi e per gli altri, se amiamoDio. L’invito del Vescovo Francesco era di diventare noi stessi “vicini”, di “sperimen-tare la prossimità”. Egli, con delicatezza, offriva a tutti, attraverso le Figlie di S. Angelauna pista di cammino. “La familiarità con le sorelle che ne seguono le orme diceanche l’insegnamento di Angela”.

Mons. Luciano ha sviluppato l’aspetto femminile del carisma mericiano, at-tualizzandone l’importanza e rivolgendo un accorato appello alla presenza delladonna e alla femminilità consacrata, in ispecie, ad illuminare le scelte politiche edetiche del nostro tempo. S. Angela – diceva – 400 anni fa ha scoperto una consa-crazione per le donne nel mondo, ciò è di straordinaria attualità”. E continuavasottolineandone il motivo: “Oggi il mondo sottolinea la mascolinità. Le donne,nella vita della Chiesa, sono sempre state le colonne... Oggi mancano le voca-zioni... Nelle parrocchie mancano le donne, che si trovano a portare un caricopsicologico ed economico superiore alle loro forze. Il vissuto della donna oggiha bisogno del confronto e del sostegno di Cristo. C’è un lavoro infinito da svol-gere per illuminare il vissuto femminile”.

Sant’Angela Merici apre una strada a tutti. Il Vescovo Luciano auspica che laproclamazione di S. Angela a Patrona della Diocesi di Brescia susciti il desiderio diassumere un modo di pensare ed esperienze tali da aiutare i fedeli a vivere corret-tamente la differenza sessuale, superando il conflitto uomo-donna.

Dio ha voluto sottolineare la differenza, per farci capire che solo così possiamooperare in comunione e collaborare, ciascuno per la sua parte, per vincere le sfidedel nostro tempo.

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“Et fati vita nova”.Angela Merici: l’inchiesta, i testimoniGiuseppina Zogno

I n occasione della solennità di Sant’Angela Merici e della sua procla-mazione a patrona secondaria della diocesi di Brescia, la compagniadi S. Orsola Figlie di S. Angela con Scena Sintetica hanno presentato

“Et fati vita nova, Angela Merici: l’inchiesta, i testimoni”, rappresentazione teatraledella biografia della Santa. Lo spettacolo é andato in scena nella Chiesa Inferioredel Santuario di Sant’Angela venerdì 22 gennaio, domenica 24 e mercoledì 27. Iltesto, redatto e curato da Gianpietro Belotti, con la regia di Antonio Fuso, riper-corre la vicenda umana e l’apostolato di Sant’Angela, a cavallo fra il Quattrocentoe la prima metà del Cinquecento.

La sua straordinaria esperienza evangelica, concretizzatasi nella fondazionedella Compagnia di Sant’Orsola, ha conferito nuova dignità alla donna, con laconsacrazione vissuta non più nei chiostri, ma nel mondo, all’interno delle famiglie.Guidata da un profetismo audace e nuovo, Sant’Angela ha posto al centro dellasua moderna devotio il modello della Chiesa primitiva e delle prime comunità cri-stiane.

La rappresentazione teatrale ha offerto un’esposizione puntuale degli eventiprodigiosi e dei pellegrinaggi che hanno segnato la vita della Santa, ricavati dallefonti originali per garantire una ricostruzione il più possibile fedele. Le preziose te-

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stimonianze di Antonio Romano, Giacomo Chizzola, Padre Landini, Giacomo Tri-besco, Agostino Gallo, Girolamo Patengola e Gabriele Cozzano si trovano riassuntenell’opera Vita della Reverenda et quasi beata madre suor Angela fondatrice dellaCompagnia di S. Orsola di Brescia, scritta dal notaio Giovan Battista Nazari cheaveva raccolto le testimonianze giurate di quattro testimoni oculari sull’esemplaritàdella vita della Santa nel cosidetto “Processo Nazari”, istituto con l’approvazionedel Vescovo Bollani.

Lo spettacolo, nato nel gennaio del 2009 per la Solennità di Sant’Angela, si éarricchito quest’anno di un intenso coup de theatre; la Santa rivive nei suoi “arri-cordi”, per ribadire in punto di morte straordinari precetti: “Non ve perdetid’animo, habiate speranza et ferma fede in Dio, che egli ve agiutarà in ogni cosa.Fate, movetive, credeti, sforzative, sperate, che senza dubio vedereti cose mirabile,drizzando tutto a laude et gloria di sua Maestade et utilitade delle anime”.

La rappresentazione é una produzione di Scena Sintetica, per la regia di Anto-nio Fuso; voci recitanti di Maura Benvenuti, Lorenzo Biggi, Paola Facchetti, RudiFanelli, Armando Leopaldo, Richy Venosta; l’attrice Domenica Lorini nel ruolodi Sant’Angela.

Dello spettacolo é stato realizzato anche un contributo filmato, curato da DonItalo Uberti, Direttore del centro audiovisivi della Diocesi di Brescia e Direttoredel settimanale “La buona notizia”.

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AMSANT’ANGELA MERICI“INCONTRA” I SANTI PATRONI

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Sant’Angela Merici incontra i Santi Patroni

S abato 13 Febbraio 2010 con una solenne processione le reliquie di San-t’Angela Merici sono state trasferite dal Santuario di via Crispi alla basilicadei Santi Faustino e Giovita, ove sono rimaste esposte insieme a quelle dei

Patroni per tre giorni.Nello stesso luogo i fedeli, per la prima volta, hanno così potuto raccogliersi in preghieradinanzi ai reliquiari dei patroni tutti.

Movendo da via Crispi la processione ha attraversato corso Martiri, corso Zanardelli,via X Giornate, piazza Loggia e via S. Faustino ed è stata accompagnata dai canti dellacorale di S. Faustino e dalla lettura di alcuni scritti di sant’Angela.

A reggere il reliquiario durante la processione è stato il vescovo di Brescia, Mons.Luciano Monari mentre dietro le croci e i ministranti c’erano le “Figlie di sant’Angela”,le consacrate e le altre religiose. Quindi i rappresentanti dell’Ordine equestre del SantoSepolcro e dell’Ordine di Malta, la banda musicale di Cologne, i gonfaloni di Brescia eDesenzano, città natale di sant’Angela, e le autorità civili tra cui i sindaci di Brescia eDesenzano, Adriano Paroli e Felice Anelli ed il presidente della circoscrizione centro Fla-vio Bonari.

Al termine della processione, nella basilica dei Santi Patroni, la celebrazione dellasanta Messa celebrata da Mons. Monari, assistito da Mons. Vigilio Mario Olmi, dal vi-cario generale Mons. Gianfranco Mascher, dal provicario don Cesare Polvara e dal par-roco di S. Faustino, don Armando Nolli.

Nell’omelia il vescovo ha dipinto sant’Angela come “una donna che ha vissuto seguendoil suo alto ideale di perfezione cristiana. Ha anticipato la vita cristiana negli istituti secolari,una realtà che è stata riconosciuta dalla Chiesa ben quattro secoli dopo che sant’Angelal’aveva realizzata.

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Omelia per la traslazione delle reliquie di sant’Angela Merici in San FaustinoMons. Luciano Monari, Vescovo di Brescia

I l tamarisco è un albero triste; cresce solitario in luoghi deserti e, spi-noso com’è, sembra voglia allontanare chiunque desidera riposarsialla sua ombra. È il ritratto, per Geremia, di chi tronca deliberata-

mente ogni legame con Dio e concentra tutte le sue speranze in ciò che l’uomo èe può avere: ricchezza o forza o potere. Isolamento, aridità, sterilità sono gli effettiinevitabili di questa scelta stolta, che separa volontariamente da colui che, per de-finizione, è il sommo bene e che vorrebbe proclamare autosufficiente ciò che èsolo carne, cioè vita fragile, limitata nel tempo e povera nella qualità.

Immaginate, invece, dice il profeta, di trapiantare un albero vicino a un corsod’acqua; le radici si stendono in profondità a cercare la vena dell’acqua, per sfrut-tarne il potenziale stupendo di vita. Vedrete allora quell’albero invertire e fiorire;il caldo dell’estate non lo inaridisce, ed anche la siccità non lo spaventa, perchépuò attingere a un’acqua perenne; i suoi frutti non vengono meno. Così, dice ilprofeta, è l’uomo che pone in Dio la sua sicurezza e la sua fiducia; rimane un pic-colo uomo con i suoi limiti, i suoi alti e bassi, le sue incertezze. Ma il suo cuore èben radicato in Dio e in Dio trova una sorgente sempre nuova di vita, di desiderio,di amore.

È come dire: hai davanti a te due vie: una è quella dell’autosufficienza, delconsegnarti alla logica del mondo; l’altra è quella della fede, dell’aprirti a Dio. Seleghi la tua vita solamente alla carne, perirai con la carne perché la carne, per suanatura, è sottomessa a corruzione e morte; se leghi la tua vita a Dio, regnerai conDio perché Dio è vita che non invecchia, amore che rigenera.

Cristo, ci ha detto San Paolo, è risorto come primizia di coloro che sono morti.È risorto per noi, quindi per dare a chi vive in lui una speranza che non appassiscee non muore.

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Riascoltando queste parole, pensavo a quella straordinaria figura che è statasant’Angela Merici. Un’immagine di donna sorprendente per il suo tempo: cheperseguiva un ideale alto di perfezione cristiana ma nello stesso tempo continuavaa vivere nel mondo, nelle ordinarie condizioni di vita. È stata una vita estrema-mente feconda, la sua, non solo perché da quattrocento anni ci sono, nel mondointero, “Figlie di sant’Angela” che interpretano e vivono la loro vita alla luce del-l’esperienza di lei; ma soprattutto perché il riferimento a sant’Angela ha donato aqueste donne un senso forte della loro dignità, una consapevolezza viva del valoredella loro vita, un desiderio forte di spendersi nell’amore di Dio e della Chiesa.

Non c’è bisogno di ridire che il segreto di sant’Angela è stata la sua fede, ilsuo Amore a Dio, la fiducia in lui senza riserve. È stata solo questa sorgente chel’ha mantenuta coraggiosa e vivace in mezzo alle difficoltà e alle incomprensioniche non sono certo mancate. Difficoltà e incomprensioni che non sono difficilida capire, tanto sant’Angela era avanti rispetto ai suoi tempi. Tutti oggi ricono-scono che sant’Angela ha anticipato quella forma di vita cristiana che è propriadegli Istituti Secolari – istituti che propongono un cammino di santificazione e diconsacrazione dentro a un contesto di vita laicale, nel mondo, non in convento,non in una comunità religiosa.

Ebbene, questa forma di vita è stata riconosciuta dalla Chiesa nel 1947; esant’Angela l’aveva immaginata e praticata secoli prima!

È per questo che siamo fieri, come Bresciani, di avere sant’Angela come pa-trona e vorremmo essere degni di lei, imparare da lei a vivere in pienezza la voca-zione che è iscritta nal nostro battesimo. Il concilio ci ha ricordato che la santitàè la vocazione di tutti all’interno della Chiesa e Giovanni Paolo II, introducendocinel terzo millennio, scriveva “è ora di riproporre a tutti, con convizione, questamisura alta della vita cristiana ordinaria”. È proprio questo che sant’Angela avevacapito e che ha cercato di far vivere con la sua Compagnia. La santità, infatti, con-siste essenzialmente nel dare alla vita quotidiana la forma evangelica, quella dellebeatitudini, quella del Padre nostro, quella del vangelo intero. In questo consistequello che, con un’espressione non particolarmente felice, chiamiamo ‘il sacerdo-zio comune che appartiene a tutti i battezzati, nessuno escluso. È questo sacerdozioche sant’Angela ha praticato e ha insegnato a praticare col suo esempio e con lesue parole. E non è quello di cui abbiamo oggi urgentemente bisogno?

Paolo vi riteneva che il problema più grave della Chiesa oggi sia la separazioneche si è venuta a creare tra fede e vita: due logiche di pensiero e di azione che pro-cedono parallele, non s’incontrano e non si fecondano a vicenda. La fede che non

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riesce a incarnarsi in gesti coerenti rimane pura idea astratta o desiderio sterile; lavita che non riesce ad assimilare la forma della fede rimane quindi pagana, mon-dana, incapace di manifestare il vangelo. Sant’Angela ha insegnato a unire fede evita e a unirle anche fuori dei monasteri, anche in mezzo al mondo. Quantoavremmo bisogno di donne come lei! Quando dico: donne come sant’Angela nonvoglio dire donne che vivano esternamente come sant’Angela. I tempi sono cam-biati e stanno cambiando vertiginosamente; sarebbe stolto pensare di fermare iltempo e di irrigidire i comportamenti. Intendo invece donne cristiane che sap-piano fare oggi quello che lei, sant’Angela , ha fatto quattro secoli fa, affrontandole sfide culturali del mondo d’oggi, frequando i normali luoghi di lavoro e di vitama portando in ogni luogo l’anima del vangelo fatta di saggezza, di responsabilità,di amore.

Naturalmente questo è il compito di tutti i cristiani battezzati - uomini o donneche siano.

Ma posso dire che il discorso diventa particolarmente urgente per le donne?Da sempre sono le donne che fanno gli uomini, non solo nel senso che li mettonoal mondo ma nel senso che trasmettono loro le percezioni fondamentali dei valoriche dirigono le scelte quotidiane. Il mutamento del vissuto femminile è forse lapiù profonda delle rivoluzioni di cui siamo testimoni; è uno dei ‘segni dei tempi’che dobbiamo scrutare per riconoscere correttamente il disegno di Dio sulla storia.Può essere davvero l’occasione di crescita di umanità, ma è indispensabile che ledonne riescano a dare una forma cristiana al loro vissuto anche con con tutte letrasformazioni che questo vissuto sta conoscendo.

Il rischio è che la trasformazione sia troppo repentina e non permetta che sisviluppi una consapevolezza critica di quanto sta avvenendo; che quindi le sceltevengano fatte sotto la pressione di interessi e di ideologie e non attraverso una ri-flessione lucida e una crescita autentica di libertà.

Sarebbe insufficiente, ad esempio, una figura femminile mascolinizzata – sa-rebbe, anzi, inutile perché i maschi ci sono già. Sarebbe inadeguata una figura fem-minile autoreferenziale, costruita sul desiderio di un’autoaffermazione autonoma,come se la donna dovesse esistere solo per se stessa.

La differenza sessuale – maschio e femmina – dice nello stesso tempo incom-pletezza e complementarità, quindi differenza e relazione in un arricchimento re-ciproco; se queste dimensioni diventeranno operanti nell’esperienza di donne euomini d’oggi, il travaglio che stiamo vivendo diventerà fecondo di bene. C’è dipiù: la differenza sessuale è posta all’origine e alla radice di tutte le differenze che

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caratterizzano l’esperienza umana; il modo di pensare e di vivere l’identità sessualedetermina anche il modo di percepire e di vivere tutte le altre differenze che esi-stono tra noi.

È decisivo, allora, che le differenze appaiono non come motivo di separazionedall’altro ma come occasione positiva di rapporto e di complementarità.

Nessuno è in grado di anticipare il futuro. Ma, se ha ragione Geremia, po-tremo costruirlo saggiamente se siamo ben radicati in Dio. Vengono in mente leultime parole del discorso della montagna in Matteo: “Chi ascolta queste mie pa-role e le mette in pratica sarà paragonato a un uomo saggio che ha edificato la suacasa sulla roccia”. Certo, la parola di Dio non risolve i singoli problemi che divolta in volta ci si presentano davanti; Dio non vuole sostituirsi alla nostra intel-ligenza e alla nostra coscienza. ma la parola di Dio ci offre un orizzonte ricco di si-gnificato entro il quale tutte le scelte particolari che possiamo fare trovano il loroposto. Sapere che non siamo al mondo per caso, ma chiamati dalla volontà perso-nale e amica di Dio; sapere che non esistiamo per la morte ma che la resurrezionedi Cristo ha aperto anche per noi un sentiero oltre la morte; sapere che gli altri,in mezzo ai quali viviamo, non sono per principio dei nemici e che al contrariosiamo chiamati a diventare fratelli come figli di un unico Dio... sapere tutto questonon risolve, come dicevo, i singoli problemi della politica o della cultura. Ma per-mette di affrontarli con fiducia, di risorgere dopo gli eventuali errori, di controllarei nostri istinti più egoisti, di sottoporre a giudizio critico tante abitudini che si im-pongono solo perché sono diffuse. Ci aiuti sant’Angela nostra patrona; ci ottengala necessaria chiarezza di pensiero e saggezza di vita.

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BRESCIA OGGI Giovedì 21 Gennaio 2010

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GIORNALE DI BRESCIA Giovedì 28 Gennaio 2010

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GIORNALE DI BRESCIA Giovedì 21 Gennaio 2010

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GIORNALE DI BRESCIA Lunedì 25 Gennaio 2010

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Gentile omaggio a Sant’Angela dell’artista Moede - Jansen

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In occasione della proclamazione di Sant’Angela Merici a patrona secondaria della cittàdi Brescia sono giunte da tutto il mondo testimonianze di vicinanza e partecipazione al-l’evento. Per ragioni di spazio ne riportiamo solo alcune.

Mons, il 13 Gennaio 2010

Carissima Maria Teresa,ho ricevuto con tanta gioia la notizia della proclamazione di Sant’Angela come Patrona secondaria della

Diocesi di Brescia! Per tutte le Orsoline, c’è una bella testimonianza della devozione per Sant’Angela.La ringrazio per l’invito personale ad assistere a questo avvenimento importante. Purtroppo, la distanza

non mi permette di partecipare alla sua gioia…La conservo nella mia preghiera, carissima Maria Teresa, ed auguro un Nuovo Anno 2010 pieno di grazia

e della pace del Signore per Lei e tutte le sue consorelle.Con affetto ed il mio ottimo ricordo.

Maria Sejnaeve O.S.U.

Orzinuovi 20 - 01 - 2010

Preg.ma Superiora,sono veramente felice di salutare Sant’Angela “Compatrona”. Sono molto riconoscente alla persona

che ha promosso l’iniziativa. Riflettendo sul bene che ha prodotto la Compagnia di S. Angela meritava proprioche la Santa ricevesse il titolo di “Compatrona”. Io vivrò spiritualmente questi giorni benedetti e seguirò Te-letutto che certamente trasmetterà la celebrazione. La mia età non mi consente di partecipare a solenni cele-brazioni. E’ una piccola croce per me ma la devo proprio portare.

Auguro che tutto si risolva in copiose benedizioni. Per questo prego. Io godo molto la intercessione diS. Angela.

La penso in buona salute e le auguro e prego un avvenire felice.Don Giuseppe Treccani

Solennità di S. Angela 2010

Carissima Maria Teresa,vengo con lo scritto a ringraziare sentitamente per l’invito alla solenne celebrazione di S. Angela , che verrà

proclamata Patrona secondaria della Diocesi di Brescia Carissima Maria Teresa.Mi unisco a te, a voi tutte care Sorelle, figlie di S. Angela a ringraziare e lodare il Signore, per questo

straordinario evento.Non potrò essere presente personalmente, ma lo sarò con la preghiera e con l’affettuosa vicinanza che

ho con la benemerita Compagnia e con ciascuna di voi. Auguri!! Buona festa. Con affetto.

Sr. Anna Ferramonti

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11 - gennaio - 2010

Auguri! Carissima Maria Teresa,ho ricevuto proprio in questi giorni il programma e l’invito per una festa di S. Angela davvero speciale...

con la proclamazione della nostra Madre e Fondatrice Patrona secondaria della Diocesi di Brescia. Siamo tuttimolto onorati e felicissimi di un così alto riconoscimento.

So che diverse sorelle cercheranno di essere presenti. lo sarò con tutta l’unità spirituale, ma dovrei esserea Singapore con la presidente per la consacrazione a vita delle prime due sorelle di quello stato... anche se pro-prio l’altro ieri sono caduta sul ghiaccio e mi sono fratturato l’omero alla spalla sinistra. Vedrò come sto ecosa vuole il Signore.

A te, a tutta la tua Compagnia e a tutti gli amici di S. Angela un carissimo ricordo nella preghiera e unforte abbraccio.

Kate Dalmasso

1 - febbraio - 2010

GRAZIE molte perchè godiamo anche noi della grande gioia delle Orsoline di tutto il mondo, e diBrescia in particolare, per il riconoscimento così grande della nostra Madre e Fondatrice. Ero a Singaporecon la presidente e vi abbiamo pensate molto. GRAZIE infinite per tutto il vostro lavoro e il vostro impegno.S. Angela protegga noi e la Diocesi e la città di BRESCIA. Un affettuoso abbraccio a tutte.

Kate Dalmasso - già Presidente dell’Istituto Federato

1 - gennaio - 2010

Carissima Maria Teresa,Ti ringrazio dell’invio delle locandine e dell’invito per i momenti celebrativi in occasione della procla-

mazione di Sant’Angela Patrona secondaria della città di Brescia! È una notizia molto bella che mi sono pre-murata di diffondere, attraverso la circolare, a tutte le Compagnie federate e a tutti i Gruppi! Questoriconoscimento costituisce una gioia grande che certo non aggiunge nulla alla santità della nostra cara Madre,ma ricade come dono di grazia sulla città di Brescia e su tutta la Chiesa che Sant’Angela ha certamente amato!

Come avevo già avuto modo di dirti quando ci siamo viste a Siena, non potrò essere presente, e mi di-spiace, ma da Piacenza verrà Ileana e qualche altra Sorella.

Ti ricordo e ti abbraccio con affetto. Maria Rosa Razza - Presidente Istituto Federato

12 - gennaio - 2010

Chère Maria Theresa,Je vous remercie beaucoup pour la documentation entourant le bel événemnt du choix de sainte Angle

comme patrone secondaire du diocèse de Brescia.Nous réjouissons avec vous du rayonnement de notre Mére et nous serons unies de coeur avec vous pour

les célebrations de la fin janvier.En communion,

Louise Gosselin - o.s.u. et Ursulines de l’Union canadienne.

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COMUNE DI BRESCIA - Brescia, 12 - Gennaio - 2010

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

Gentile Madre Maria Teresa Pezzotti,ho ricevuto il Suo cortese invito a partecipare alla solenne celebrazione – presieduta dal Vescovo mons.

Luciano Monari – per la proclamazione di Sant’Angela Merici Patrona secondaria della Diocesi di Brescia.Sarò lieta di partecipare ad un evento così significativo e, nel ringraziarLa per l’attenzione rivoltami,

colgo l’occasione di porgere le mie più vive cordialità.Simona Bordonali

Gennaio 2010Les Ursulines de la Communauté de Tours

Carissima Maria Teresa,io vengo a offrirti di tutto cuore i miei auguri migliori per il nuovo anno, a te e a tutta la Compagnia,

e anche al Centro Mericiano. Ho spesso l’occasione di pensare a voi leggendo uno o l’altro capitolo del ma-gnifico volume che mi avete fatto pervenire: “La Sponsalità: dai monasteri al secolo” quale lavoro di riunire edi stampare questi documenti da formare una vera fonte per la ricerca e l’approfondimento della fondazioneunica di S. Angela!

Ho avuto una grande gioia trovandovi le quattro tele di Pompeo Ghitti che avevo ammirato presso divoi; soprattutto quella della visione che mi ha incantato.

Tu sai che io adesso sono superiora di una nostra piccola comunità di nove Suore (una è Novizia) a Tourspresso M. dell’Incarnazione, una così profonda Figlia di S. Angela che fu la prima a portare il suo carisma aldi là del mare e della frontiera europea.

Voglia tu trasmettere al prof. Belotti tutta la mia amicizia. Molto unita a voi con una fedele affezionein questo 475° di fondazione della Compagnia.

Ti abbraccio.M. Colette Lignon

COMPAGNIA DELLE FIGLIE DI S. ANGELA MERICISiena, 19 - gennaio - 2010

Carissima Maria Teresa,sentimi fraternamente e gioiosamente partecipe della cara festa in onore della vostra, nostra amata S.

Angela. Ormai non sono più in condizioni di muovermi e di affrontare viaggi e questo lì per lì mi costa, matutto cerco di rimettere in Dio e di stare ugualmente contenta: contenta, sì, perché qualunque rinunzia è sem-pre niente in confronto del troppo ricevuto nella vita dal nostro celeste Sposo…

Penso alla tua fatica, perché questi eventi ne richiedono tanta e anche se ci sono aiuti preziosi la respon-sabilità è sempre quella che pesa di più. Ma tutto è per Lui ed anche per la gioia di chi ci vive intorno.

Con affetto.Simonetta

Fu profonda la commozione per la vostra venuta a Siena: l’ho vissuta come una benedizione dal Cielodelle nostre fondatrici che in terra si conobbero, si stimarono, si aiutarono.

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21 - gennaio - 2010

Carissima Maria Teresa Pezzotti e Compagnia di S. Orsola di Brescia.Il felice ricorrere della Solennità di Sant’Angela Merici è sicuramente tempo prezioso per ringraziare e

lodare il Signore. Mentre ringrazio della comunicazione-invito e mi complimento per le iniziative religiose-culturali in programma auguro che la preziosa ricorrenza sia di sostegno alla fedeltà al carisma, alla crescita vo-cazionale e alla fecondità della missione nella Chiesa delle Compagnie e degli Istituti che hanno in Sant’AngelaMerici una vera madre. Purtroppo non potremo essere presenti, però è certo che anche il nostro Istituto diOrsoline di Somasca è unito nella comune preghiera.

Porgendo auguri di santità, saluto con cordialità e stima.Sr Letizia Pedretti - Superiora Generale.

Breganze, 21 - gennaio - 2010

Cara Maria Teresa, ho ricevuto il programma e l’invito a partecipare alla festa di Sant’Angela. Tutto bellissimo, grazie. Mi

congratulo per queste manifestazioni, ma non ho la possibilità di partecipare. Le nostre domeniche, con le at-tività di formazione della casa, sono sempre piene. Sono con te e con tutte voi nello Spirito, in comunione difede e di gioia per San’Angela, grata a Dio per tutto l’amore e l’interesse che scuscita la nostra Santa. Se saràrealizzato un DVD dello spettacolo Et fati vita nova, gradirei essere informata e poterlo acquistare.

Il mio saluto a tutte quelle che mi ricordano e a te un fraterno abbraccio.

Suor Licinia Faresin - ex Coopresidente CIM

22 - gennaio - 2010

Carissima Maria Teresa,Mi unisco a voi per il 24 gennaio quando S. Angela verrà proclamata Patrona secondaria della città di

Brescia e diocesi. Avrei voluto essere presente di persona a questa cerimonia ma come non mi è possibile,puoi essere sicura che sarò presente col cuore e l’affetto per la cara Compagnia di Brescia che considero semprecome la mia Compagnia! Ti prego di presentare i miei ringraziamenti alla Presidente dei Centro mericiano ea tutte quelli che ci hanno mandato posters, invitto speciale, ecc. Veramente la vostra Compagnia è moltoattiva e ne sono contenta. Congratulazioni e auguri vivissimi.

La tua Jacqueline Morin - Istituto Federato del Canada

27 - gennaio - 2010

Buona Festa oggi! Che meraviglioso tributo a S. Angela! I molti articoli su di lei rendono veramente MadreAngela più viva ora e diffondono il suo messaggio. Poco sapevo che saremmo state capaci di “restare aggrappateinsieme con legami di carità”, stimandoci l’un l’altra, aiutandoci a vicenda, sostenendoci reciprocamente inCristo Gesù in tutto il mondo attraverso la posta elettronica! Suor Patricia Homan manda i suoi miglioriauguri e quelli delle Orsoline del Brown County a Maria Teresa e a tutte voi. Celebriamo!

Ruth Podestà

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28 - gennaio - 12010

Grazie per averci fatto partecipare con tutte voi a questo momento importante. Possa S.Angela accom-pagnarci nel nostro viaggio.

Suor Angelita Zawada - Suore Orsoline di Cleveland, Ohio U.S.A.

22 – gennaio - 2010

Carissima Madre Maria Teresa e tutte mie care Sorelle. Tanti auguri per la Festa di St Angela, ma sopratutto per il 24 gennaio quando la nostra Santa Madre

sarà proclamata Patrona non solamente della Città, ma anche della Diocesi! Grazie al Signore! Nel nome dellanostra Provinciale e di tutte le Orsoline della Croazia auguri e preghiere! Ho detto a molte persone di questaFesta di Domenica, 24. Mi dispiace, ma non posso essere presente nel corpo, ma sarò con il cuore e con lemie preghiere. Saluti e ringraziamenti a tutti quelli che erano responsabili e meritevoli per questa grazia e chisaranno presenti.

Nel Signore, cori amore e ringraziamento. Sr. Klaudija Duran - Orsolina di Varazdin

Carissima Superiora e tutte consorelle auguri a tutti voi, è una gioia sentire che Sant’Angela verrà proclamata come Patrona secondaria della città di Brescia e

Diocesi, noi ci partecipiamo con il nostro spirito, uniamo insieme nell’amore della nostra Madre Angela.

Sr. RitaVas - Orsolina Francescana di Mangalore India

Monte Castello (Tignale) 27 – gennaio - 2010

Carissima Maria Teresa,sono all’Eremo di Monte Castello con un gruppo di sacerdoti della Diocesi di Mantova per un Corso

di Esercizi Spirituali. Qui celebro la festa liturgica di Sant’Angela, ma il pensiero e il cuore sono anche aBrescia, a Casa S. Angela e al bellissimo Santuario a Lei dedicato.

Sono particolarmente lieto del “titolo” ufficiale che la Congregazione per il Culto Divino ha attribuitoalla grande Santa Bresciana come “Patrona secondaria” della Città e della Diocesi. Era tempo che ciò avvenisse!Rallegrando spiritualmente la Chiesa Bresciana, ma anche tutte le “realtà” e le istituzioni che si rifanno a S.Angela e al suo carisma, oltre che ai suoi devoti.

Mentre vi ricordo tutte in questa ricorrenza liturgica, rinnovo il pensiero della mia viva e fraterna rico-noscenza a Lei e alla cara “Compagnia” di Brescia, affidandomi anch’io al vostro ricordo orante.

S. Angela – “La Madre” – intercede per tutti noi i doni del Signore che sono necessari al vostro cam-mino.

Con speciale saluto,aff.mo Don Gian Giacomo Sarzi Sartori - Vicario Generale

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Roma, 12 - gennaio - 2010

Carissima Signorina Maria Teresa,A nome della Madre Generale M. Cecilia Wang, che sta adesso visitando le nostre Suore nei Carabi e

nel Messico, La ringrazio del suo cortese invito a partecipare alle celebrazioni che si svolgeranno quest’anno aBrescia con particolare solennità attorno alla festa di Sant’Angela.

L’assicuro che le Orsoline della nostra Unione saranno informate della prossima proclamazione di San-t’Angela come patrona secondaria della Diocesi di Brescia. Nello stesso giorno della proclamazione Vi saremounite nella gioia e nel ringraziamento a Dio per la personalità di Sant’Angela, per quello che Sant’Angela èper il nostro mondo ed anche per noi tutte, le sue Figlie, che la seguiamo vivendo nella Chiesa il suo carismae il messaggio che ci ha lasciato.

Il programma delle celebrazioni di queste festività di Sant’Angela ci sembra molto ricco e variegato, com-portante perfino la rappresentazione teatrale “Et fati vita nova” basata sul testo del professor Gianpietro Belotti.

Madre Cecilia non potrà venire a Brescia quest’anno in gennaio, dato che il suo ritorno in Italia è previstoper la metà del mese di febbraio. Certamente Vi sarà unita nella preghiera.

Ed anche noi tutte, qui a Roma, Vi saremo unite nella preghiera di ringraziamento per il dono di San-t’Angela. Fraternamente.

Sr. Iwona Skorupa, osu - Vicaria Generale

Monastero dell’Immacolata - Clarisse CappuccineVia Arimanno, 17 - 25127 Brescia

“Cantate al Signore un canto nuovo,egli ha fatto meraviglie, alleluia!”

Carissima Superiora Maria Teresa Pezzottie carissime Figlie di Sant’Angela Mericiil Signore vi dia pace!

Con grande gioia partecipiamo a questo meraviglioso evento ecclesiale e ci uniamo a tutte voicon un grande affetto, emozione ed esultanza.

Ringraziamo immensamente il Signore per averci donato una donna straordinaria come Sant’An-gela e ringraziamo tutte voi per la continua, significativa ed importante presenza in questa città di Bre-scia, nella quale la vostra testimonianza ci sostiene e conforta.

Unite a voi preghiamo, affinché il carisma della Fondatrice si propaghi sempre più, generando,attraverso lo Spirito frutti copiosi di santità.

Il Signore benedica ogni vostro lavoro, ogni vostro progetto, ogni vostro passo, ogni vita donataa beneficio della nostra amata Diocesi e dell’intera Chiesa universale.

A lei cara Superiora Maria Teresa e a tutte le sorelle, tanti cari auguri di ogni bene.

Sr. Elena Mazza e le sorelle

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AMINDICE

INTRODUZIONE pag. 3

1 - RITIRO DEI SACERDOTI

Lettera ai sacerdoti bresciani pag. 7

La santità nell’economia della salvezza pag. 9

La memoria di S. Angela tra Ottocento e Novecento pag. 15

Sant’Angela Merici: proposte di una pedagogia pag. 17

2 - RITIRO PLENARIO DELLA COMPAGNIA

La Parola del Superiore pag. 23

La Parola della Superiora - Introduzione al ritiro pag. 37

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3 - SOLENNITÀ DI SANT’ANGELA – 22-24 GENNAIO 2010

Sant’Angela Merici e il suo tempo pag. 47

Sant’Angela nel ricordo del suo segretario pag. 50

La compagnia oggi pag. 51

Sant’Angela Merici: la storia e l’attualità pag. 55

Una Santa per la città di Brescia pag. 63

Un dono di Dio per tutta la Chiesa pag. 67

24 GENNAIO 2010 - Proclamazione di Sant’Angela Merici pag. 73

Cronaca di un giorno speciale pag. 79

Sant’Angela Merici patrona dei bresciani pag. 93

“Et fati vita nova” pag. 87

4 - SANT’ANGELA MERICI “INCONTRA” I SANTI PATRONI

Sant’Angela Merici incontra i Santi Patroni pag. 93

Omelia per la traslazione delle reliquie di Sant’Angela pag. 95

5 - RASSEGNA STAMPA pag. 103

6 - FELICITAZIONI DAL MONDO pag. 111

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Si ringraziano per le fotografie:Foto Eden - Maria Emma Micheli

Realizzazione DGMStampa Tipografia Squassina

Brescia 2010

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