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Anno V° - n. 12 D i c e m b r e 2009 Periodico di attualità, storia e cultura Rassegna stampa dai mass media regionali Euro 1,55 Voci dal sud Voci dal sud ... ai quattro venti OMAGGIO Natività a Betlemme Vecchio “santino” datato 1898 Sul retro brano estratto dal “Mese di Maria” del R.P. Lefébre. Piccolo tesoro di carta da collezionare. collezione privata da www.collezione-online.it

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Voci dal Sud 1 Anno V° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

Anno V° - n. 12 D i c e m b r e 2009

Periodico di attualità, storia e culturaRassegna stampa dai mass media regionali

Euro 1,55

Voci dal sudVoci dal sud... ai quattro venti

OMAGGIO

Natività a BetlemmeVecchio “santino” datato 1898

Sul retro brano estratto dal “Mesedi Maria” del R.P. Lefébre. Piccolo

tesoro di carta da collezionare.

collezione privatada www.collezione-online.it

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V o c i d a l S u d... ai quattro venti

Periodico indipendente di Attualità, Storiae Cultura

Rassegna stampa dai mass media

Reg. Tribunale di Palminr. 01/05 (fasc. 183/05) del 28/4/2005-2/05/2005

Fromo Editore - Rosarno (RC)casella postale 77

c.da Sella Badia 9 - 89025 ROSARNOtel. 333 6793434 - fax 0966 444118

Indirizzo Internet www.sosed.eue-mail: [email protected]

Direttore responsabile ed editorialeFranz Rodi-Morabito

Segretaria redazione,Patrizia Rodi-Morabito

Comitato redazioneMariasole Dalmonte e Michele Guardo

Impaginazione telematicaMariasole Dalmonte

__________________

ABBONAMENTI (momentaneamente Omaggio)ordinario euro 15.50sostenitore euro 26.00

enti/associazioni euro 26.00Amici Voci dal Sud euro 52.00

Versamento tramite:Conto Bancoposta n.19810555

ABI 07601 CAB 16300intestato a: Fracesco Rodi-Morabito (RC)

PUBBLICITA’ - Tariffemodulo cmq 36 b/neuro 13*modulo cmq 64 b/neuro 26*

modulo cmq 128 b/n euro 39*1/2 pagina interna b/n euro 52*Pagina intera interna euro 100*

* A colori + 20%(I prezzi si intendono per ciascuna uscita)

Altri moduli o posizioni di rigore(1.a ed ultima pagina, ecc.): da convenire.

Le inserzioni appaiono su Internet e sueventuale edizione cartacea

Tutte le collaborazioni sono a titolo gratuito a meno didiverso accordo. Testi, foto ed altro, anche se non pubblicati,

non vengono restituiti e divengo proprietà dell’editore che potràutilizzarli anche su altre testate senza ulteriore consenso.I pezzi firmati sono riconducibili per la responsabilità sia

civile che penale al firmatario dell’articolo ed alla testata da cuisono stati rilevati

L’Editore ed il Direttore vengono così liberati da qualsiasicoinvolgimento e responsabilità.

Foro competente: Palmi

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S o m m a r i o D i c e m b r e 2009

Editoriale: di Franz Rodi Morabito

pag 5 - Abbiamo toccato il fondo? ma non cerchiamo di neppure di risalire

... continua a pagina successiva

pag 6 - A Rosarno rischia di chiudere la biglietteria della stazione Fs

pag 6 - Vere trappole per i bambini avanti alle scuole elementari

pag 7 - A Pizzo Calabro un progetto faraonico per riaprire la suggestiva “Grot-

ta azzurra”

pag 8 - Il Comune emette un’ordinanza per difendere la presenza pubblica del

Crocefisso

pag 9 - Un gesto animalista?

pag 10 - Micciché dice: “...vi spiego il Partito del Sud”

pag 11 - Dove vivere da nababbi a basso costo

pag 12 - Più sostegno all’agricoltura

pag 13 - Un tavolo verde per sostenere la crisi del comparto agrumicolo

pag 14 - Un fumetto contro il Ministro Giorgia Meloni scatena l’indignazione

sia delle destre che delle sinistre

pag 15 - Nuovo metodo per fare politica? Tentato ricatto contro l’ Onorevole

Alessandra Mussolini?

pag 16 - Gli allievi maschi della Nuziatella fischiano le colleghe donne alla

cerimonia del Giuramento in Piazza Pebliscito

pag 17 - “Contesa” sulla battaglia navale di Federico III - Via Piazza Garibaldi

avanti piazza IV Luglio

pag 18 - Scoperta a Civitavecchia una Stanza unica al mondo!

pag 19 - L’attribuzione è ad Ugo da Carpi

pag 20 - La sirena magno greca, torna a casa da Malibù!

pag 21 - Anagrafe e scuola passano al digitale

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Voci dal Sud 4 AnnoV° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

... continua da pagina precedente

pag 22 - Fannulloni addio!

pag 23 - «Divieto di fumo in auto» proposta leghista appoggiata da tutti i partiti

pag 24 - Anche la Legge ormai protegge gli amanti degli animali

pag 25 - Emanuela Orlandi è morta!

pag 26 - Iniziato a Cosenza il secondo processo per la morte di Roberta Lanzino

pag 27 - “La tomba di ghiaccio”

pag 28 - Medico costretto ad emigrare dalla Sicilia fa la fortuna dell’ospedale di

Vienna

pag 29 - L’abuso di antibiotici: un pericolo sempre maggiore

pag 29 - I fagioli bianchi per abbassare l’Indice Glicemico

pag 30 - Per controllare la glicemia basta una goccia di aceto

pag 30 - Scoperto come i batteri resistono agli antibiotici

pag 31 - Una donna incinta al quarto mese viene rifiutata all’aereoporto

pag 32 - 4 dicembre del 1959: giorno dell’eroico gesto di Salvatore Vazzana

pag 33 - Loredana Bertè a Domenica Cinque: ‘Sono viva per miracolo’

pag 34 - Una splendida massicciata di una strada romana sotto Piazza Italia

pag 36 - Troppi omonimi? mai più confusioni, si ufficializza il soprannome!

pag 37 - La dieta povera di carboidrati rende tristi

pag 37 - ... non dire mai all’assicuratore

pag 38 - La gentilezza non è più tabù e torna di moda

pag 39 - La vita oltre la morte degli Egizi

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Voci dal Sud 5 Anno V° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

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Franz Rodi-Morabito

Abbiamo toccato il fondo? manon cerchiamo di risalire

Indubbiamente l’Italia sta colando a picco in maniera veloce ed inarrestabile.Abbiamo distrutto i punti cardini di riferimento, che sono alla base della civiltà di ogni popolo,

con un accanimento autodistruttivo che stupisce anche gli psicologi.Ormai pare che tutto sia lecito e che nessun mezzo, per turpe e spregevole che sia, va respinto e

ripudiato.Si spia nelle vite private delle persone, e si mettono in piazza particolari e ”scoperte” che sono apparte-

nenti alla sfera privata dell’individuo.Berlusconi, Marrazzo, Alessandra Mussolini sono stati spiati dal buco della serratura ed i loro “vizi e

virtù” assolutamente privati (ammesso siano veri) hanno riempito le pagine dei giornali per mesi, hannofatto da palinsesto a lunghe (e noiose!) trasmissioni TV, hanno fatto la bavosa gioia dei pettegoli e di ... noipubblico sempre pronti ad affondare il naso nei cavoletti degli altri, dimenticando che quello che si criticaad altri è anche appannaggio di moltissimi di noi.

Ormai nessuno pensa che spiattellare un qualcosa, senza pudori, ai quattro venti significa non attaccaresolamente l’avversario, ma si dimentica, ripeto, che “l’attaccato” è una persona che ha una famiglia, che cisono spessissimo dei figli, anche piccoli, che ne rimangono traumatizzati profondamente.

Chi non ha sbagliato nella propria vita? non abbiamo tutti il diritto ad essere perdonati?Ma noooo! ormai la parola perdono non esiste; la parola discrezione è obosleta e se la pronunci sei

criticato e catalogato come una cariatide!Non so certo dire a cosa sia dovuto questo cambiamento, ma una cosa è certa ed è che siamo in pieno

delirio di onnipotenza ubbriachi di libertà.L’educazione? bbbhhoooo .... mi par di conoscere questa parola ma non ricordo bene il significato! Ci

sono “personaggi” che dovrebbero essere mandati in “casa di rieducazione” ed invece hanno basata laloro figora proprio sull’improperia e la villania per cui sono costantemente “ospiti” graditi in TV.

Quando si invita uno di questi cosa si vuole sperare? solamente che scoppi la immancabile rissa e ... ilgradimento del programma aumenti!

A pare che hanno ormai la chiave dello scibile umano e di tutto sanno tutto!Ormai non si discute più, non si dialoga in nessun modo.Tutti si sentono in diritto di strillare la propria teoria senza il minimo di bon ton o, meglio direi, di educa-

zione.Le trasmissioni TV sono arene in cui fra poco saranno aggiunti i leoni. Basta esporre una tesi (in parte

visto che non ricordo più da quanto un qualcuno sia riuscito a finire il proprio discorso senza aver subìtosovrapposizioni, violenze, insulti e, qualche volta anche ... calci e pugni) e si viene immediatamente “violen-tati” da uno degli ospiti.

Questo ovviamente è anche colpa del conduttore che lascia fare per guadagniare audiens e, dopo, nonriesce a controllare un bel nulla.

Qualcuno dice “... la rissa paga ... sono gli ascoltatori che la vogliono ...” ed allora speriamo che gliascoltatori non chiedano che in ogni trasmissione venga sacrificato, magari squartandolo in diretta, unodegli ospiti!

La maggior parte delle trasmissioni dovrebbe essere vietata ai minori di 16 anni.Che messaggio educativo lanciano Porta a Porta? Anno zero? Ballarò? (solo per citarne alcune sulla

cresta dell’onda).Non lamentiamoci poi del bullismo dei nostri ragazzi che sono cresciuti conoscendo quell’unico modo

di affermare le proprie ragioni: imponendosi con la forza!E’ ormai una idiscutibile equazione : Se gridi, imprechi, bestemmi e dici parolacce sei bravo, altimenti

sei nessuno.Aboliamo il Cocefisso che è simbolo di pace perchè questo è l’opposto a quanto “predicano” per

moltissime ore del giorno, dai Santoni delle nostre TV.

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Voci dal Sud 6 AnnoV° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

Rosarno - A rischio chiusura la biglietteria della stazione ferroviaria di Rosarno.A lanciare l’allarme è il Presidente del “Comitato cittadino spontaneo”, prof. Gaetano Spataro, secondo cui l’importan-

te servizio sta per essere cancellato, in quanto l’ultimo capo servizio sta per andare in pensione senza essere rimpiazzato.«Eppure – scrive in una nota Spataro – la pianta organica della biglietteria ne prevede quattro e tanti erano fino

a pochi anni addietro; purtroppo si sono via via assottigliati, perché i capi gestione, non avendo un servizio disicurezza continuo nello spazio dei cambi tra le pattuglie in servizio, spesso sono stati soggetti a visite poco piace-voli».

Queste traumatiche esperienze, prosegue Spataro, «... hanno causato a qualcuno danni psichici» a tal punto daessere dichiarato, a seguito di visita medica di controllo, «inidoneo a quel servizio e dirottato ad altre attività».

Altri, che hanno subito danni ben più gravi, hanno chiesto ed ottenuto il trasferimento in altra sede.Il Presidente del Comitato per lo sviluppo e la valorizzazione della stazione ferroviaria, nel fare presente che «tutto ciò

non implica che la biglietteria debba chiudere», chiede all’ing. Francesco Cosentino, Direttore delle stazioni e dei treniregionali e locali, «di voler provvedere a garantire la continuità del servizio».

L’altra richiesta che il prof. Spataro avanza è l’apertura di un posto fisso della Polizia Ferroviaria, ricordando i numerosiatti vandalici che si sono verificati nella stazione, punto di riferimento per migliaia di viaggiatori del Comprensorio dellaPiana e della Locride, nonché gli assalti ai treni container.

Spataro prende comunque atto che grazie all’impegno profuso congiuntamente dal Prefetto e dal Questore questifenomeni non si verificano più o quanto meno risultano molto attenuati.

«Ciò non toglie – conclude – che lo scalo rosarnese per il ruolo che svolge, quale stazione madre dell’areaindustriale del porto di Gioia Tauro, debba diventare più sicuro».

A Rosarno rischia di chiudere labiglietteria della stazione Fs

Veramente incomprensibile il comportamento delle alte sfere delle Ferrovie

Mentre qualche anno addietro si voleva disabilitare la Stazione, poi si riconosce la

importanza e si costruisce una struttura moderna eed efficente - Adesso si

vorrebbe chiudere la biglietteria creando enormi difficoltà all’utenza

Giuseppe LacquanitiGazzetta del Sud

Rosarno - Un’area di pochi metri quadrati, antistante l’ingresso del-la scuola elementare “Marvasi” di Piazza Duomo, sta costituendo mo-tivo di grave preoccupazione per numerosi genitori, visti i pericoli cuipotrebbero andare incontro i bambini all’ingresso ed all’uscita dal plessoscolastico. Si tratta di uno spazio da adibire ad aiuola, dove però insisteuna buca centrale profonda oltre un metro, realizzata per interrare alcu-ni cavi, nel corso dei lavori per il rifacimento della piazza, interrotti moltimesi fa per cause di forza maggiore. L’area è stata recintata dalla dittaappaltatrice con una rete di plastica poggiata su sottili paletti di ferro,che a distanza di mesi si è rovinata. Una rete di protezione molto preca-ria assolutamente inadeguata a salvaguardare l’incolumità dei bambini. A richiamare «l’attenzione ed il senso di respon-sabilità dei competenti uffici comunali», a nome di tutti i genitori, è l’ing. Vincenzo Corsaro, secondo cui lo scavocostituisce «un pericolo per gli alunni, nonché una violazione dei più elementari criteri di sicurezza ai quali ilComune e la Scuola sono chiamati ad uniformarsi, anche perché va considerato che i bambini, potrebbero andare asbattere contro una recinzione pressoché inesistente».

Vere trappole per i bambini avanti allescuole elementari

Giuseppe LacquanitiGazzetta del Sud

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Voci dal Sud 7 Anno V° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

Pizzo - Al via la fase esecutiva del progetto cheprevede la riapertura della Grotta Azzurra a PizzoCalabro.

Un finanziamento per un milione e 400mila euro,180 giorni di tempo per la sua realizzazione.

Migliaia di metri cubi che intasano i quasi trentametri di profondità e i cinque di altezza.

Sono gli aspetti tecnici del progetto, i cui lavorisono stati appaltati qualche giorno fa dall’Ammini-strazione comunale, guidata dal sindaco FernandoNicotra.

Un’opera faraonica che rappresenterà un volanodi sviluppo turistico per tutta la cittadina tirrenica,oltre che fungere da strumento di riqualificazione peruna zona più suggestive e più degradate del litoralepizzitano.

I particolari dell’intervento sono stati illustrati ierinel corso di una conferenza stampa, a cui hannopartecipato il delegato ai Piani Attuativi,Francescantonio Stillitani, l’ingegnere FrancescoSacchinello e l’architetto Giuseppe Pitt, che hannocurato la fase progettuale.

Quasi un milione e mezzo di euro erogato dallaRegione, che servirà, in sostanza, per il recuperoambientale della Grotta Azzurra, un tempo raggiun-gibile via mare ed attualmente invasa da materiale discarto e da erbacce, che ne hanno di fatto ostruito ilpassaggio.

La bonifica permetterà il recupero della cavità in-terna che ritornerebbe ad essere occupata dall’ac-qua marina.

Per fare ciò si scaverà un darsena navigabile, cheda località la Seggiola incalanerà l’acqua fino all’in-gresso della Grotta. Lo specchio d’acqua internopermetterà anche la sosta di piccole imbarcazionigrazie alla realizzazione di attracchi lungo le banchi-ne delle paratie laterali.

Per valorizzare al meglio l’aspetto paesaggisticodi uno dei luoghi più caratteristici della città, verràinstallato un sistema di illuminazione sommerso.

Per consentire il passaggio pedonale da una parte

A Pizzo Calabro un progetto faraonico perriaprire la suggestiva “Grotta azzurra”

Francesco IannaciGazzetta del Sud

all’altra del canale verrà invece realizzato un piccoloponte in legno lamellare e una pensilina di protezio-ne all’ingresso della Grotta.

L’intervento nel suo complesso prevede anche la

realizzazione di un percorso pedonale che lambiscela rupe ed unisce la caletta di località la Seggiola conil rione Marina.

Una parte del finanziamento infine verrà dirottatoper il rifacimento di una parte della scogliera artifi-ciale esistente.

La rifioritura dei massi naturali, tramite l’utilizzo dimateriali locali (pietra granitica grigia) oltre a mitiga-re l’impatto ambientale dell’opera costituirà un ido-neo rinforzo contro il moto ondoso.

E proprio per salvaguardare il tratto di litorale sog-getto al fenomeno dell’erosione costiera è in fase diultimazione un altro progetto, per un importo pari a800mila euro, che prevede appunto la messa in si-curezza di tutta la barriera di massi artificiali dellalingua di terra che da località la Seggiola conducefino al quartiere marinaro.

Un programma di opere pubbliche insomma mes-so in cantiere dall’Amministrazione Nicotra che puntaall’attuazione di progetti distinti e separati ma com-plementari tra loro e che permetteranno lariqualificazione del tratto di costa ricadente nel cen-tro storico della cittadina.

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Voci dal Sud 8 AnnoV° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

VARAPODIO - La recente sentenzadella Corte europea dei diritti dell’uomoche ha, in pratica, ritenuto la presenzadel Crocefisso nelle aule scolastiche unaviolazione ai diritti della libertà di religio-ne degli alunni in generale, è stata al cen-tro di un in-contro di-battito orga-nizzato dal-l’Ammini-s t r a z i o n ecomunale,dall’emblematicotitolo “Giùle mani dal

crocefisso”.Nell’aula magna del

Centro culturale poli-valente – letteralmentegremita di pubblico –diversi sono stati irelatori che, coordinatidall’assessore comu-nale Eleonora Vinaccia,si sono alternati peresporre il loro punto di vista su una vicenda chetanto scalpore e stupore ha destato sia negli am-bienti cattolici che laici, sia nei settori politici dicentrodestra che di centrosinistra.

«Per quanto ci riguarda, ha dichiarato il viceSindaco Orlando Fazzolari iniziando la serie di in-terventi, il crocefisso non sarà assolutamenterimosso dagli edifici pubblici del nostro Comu-ne.

Un’ordinanza municipale in tal senso – ha ag-giunto – è stata già predisposta per lanciare unmessaggio chiaro e preciso da cui non prescin-diamo».

Il parroco don Mimmo Caruso, tra tante altrecose, ha voluto sottolineare l’assurdità di una deci-sione che «tende ad imporre l’eliminazione di unsimbolo di amore che da sempre ci accompa-gna come segno contro ogni forma di ingiusti-zia e di resistenza al male».

Stato laico e religione, a parere di don Caruso,non sono minimamente in conflitto o in contraddi-zione tra di loro.

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Il Comune emette un’ordinanza perdifendere la presenza pubblica del

CrocefissoMarcianò precisa: “In ogni caso, nelle scuole i bambini rimangono liberi

di professare il loro credo religioso”

Gazzetta del SudVincenzo Vaticano

Concetto ribadito anche da don GiovanniMadafferi, il quale, alla luce di una sentenza che hadefinito «raccapricciante» si è detto convinto che«dobbiamo scuotere la nostra coscienza di cri-stiani agendo con azioni di conseguenza nellanostra quotidianità».

L’avv. FrancescoFalletti, dopo aver de-nunciato il lento ma pro-gressivo processo didecadenza dellasacralità nella civiltà oc-cidentale, haevidenziato come il cro-cefisso oltre al simbolodella Cristianità rappre-senti un emblema radi-cato nella nostra cultu-ra e nella nostra tradi-zione.

Un’affermazione que-st’ultima, più volte riba-dita dagli altri parteci-panti ai lavori.

«La presenza delcrocefisso nella scuo-

la, ha fatto presente Francesco Marcianò, dirigen-te dell’Istituto comprensivo Molochio-Varapodio,non sortisce alcuna forma di limitazione per ibambini che, in ogni caso, rimangono liberi diprofessare il loro credo religioso.

Ecco perché tale inspiegabile sentenza ha de-stato tanto stupore tra tutti gli operatori dellascuola».

Le conclusioni sono state tratte dal consigliereregionale Giovanni Nucera (Popolari Liberali) che,oltre ad esporre le proprie valutazioni sulla tematicaoggetto di discussione (anticipate peraltro da unlungo articolo giornalistico dal titolo “Il crocefis-so siamo noi”), ha evidenziato gli elementi salientiemersi dalle esternazioni dei vari oratori ribaden-do, in definitiva, “l’intoccabilità” del simbolo reli-gioso.

È seguito il dibattito che ha attivamente coinvol-to il pubblico; tra i presenti in sala va segnalata lapresenza del capitano dei carabinieri di TaurianovaRaffaele Rivola e del maresciallo Raffaello Ballan-te, comandante la locale stazione.

Si potrebbe lanciare una iniziativa tendentea constatare la reciprocità della cosa:

soprassedere su ogni decisione ed inviareuna delegazione con bambini nelle scuole

musulmane chiedendo che venganoeliminati i loro simboli religiosi che

“turbano” i nostri bambini.

Ci attendiamo anche che adesso la CorteSuprema Europea stabilisca di togliere le

effigi dei Capi di Stato in ogni nazione dagliUffici Pubblici, dal momento che la

permanenza delle foto sui muri “offende” isentimenti di coloro che sono

all’opposizione e parteggiano per leopposizioni .

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Voci dal Sud 9 Anno V° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

SOTTO LA PANCA

“Sopra la panca la capra campa, sotto la panca la capracrepa”. Si può salvare e sopravvivere però la capra se la panca,come nell’immagine sopra, è divelta all’indietro.

Brutto spettacolo davvero quello offerto in via Marina da unapanchina appunto desolatamente spostata dall’alveo naturale.

Diamo la colpa ai soliti ignoti che si divertono a disfare pezzi diReggio alla faccia del “più bel chilometro d’Italia” come ebbe adefinirlo Gabriele D’Annunzio.

(n.d.r.: Lo spettacolo è brutto, ma speriamo almeno che la ...capra campi!)

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... ecco come l’occhio vigile diFranco Cufari (noto fotografo

calabrese) ha colto sul lungomarereggino un gesto umanitario deglianimalisti in favore di una povera

capra

Un gesto animalista?

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Voci dal Sud 10 AnnoV° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

«Qualche tempo fa, quando avevo la delega per il Mez-zogiorno, portai in Consiglio dei ministri una iniziativa.

La Lega si schierò subito contro e ne nacque un’aspradiscussione.

A un certo punto Berlusconi mi chiamò fuori e mi dis-se: Gianfranco, è meglio che ritiri quella proposta.

Gli chiesi il perché e mi rispose: perché loro sono unpartito e tu no.

Fu in quel momento che mi scattò in testa l’idea di unPartito del Sud».

Benché stia ancora al Governo come sottosegretario allapresidenza del Consiglio con delega al Cipe, GianfrancoMicciché non ha dismesso il gusto del pensiero divergen-te ed è sempre più convinto che quell’idea fosse giusta.

Specialmente adesso che il Partito del Sud, muovendodalla Sicilia, si fa strada nelle altre regioni meridionali esembra poter mettere radici anche in Calabria, doveMicciché punta decisamente su Alberto Sarra, con il qualeillustra il progetto nella sala Giuditta Levato di Palazzo Cam-panella, presenti l’on. Pippo Fallica, il senatore GiovanniMauro e, ospite non casuale, il sindaco Giuseppe Scopelliti.

«Per quel che mi riguarda, dice il sottosegretario, lealleanze sono già scritte con i candidati del centrodestra,e quindi in questa regione il nostro candidato governa-tore è Scopelliti».

Questi incassa e riafferma il il desiderio di ribaltare ilmodo di far politica: «Abbiamo l’ambizione di cambiare laCalabria, portandola fuori dal disastro in cui è stata pre-cipitata.

Per farlo non basta sconfiggere Loiero, occorre sman-tellare l’intero sistema di potere costruito in questi anni esostituirlo con una nuova classe dirigente, giovane, en-tusiasta e in grado di imprimere una svolta vera».

Dentro questa ambizione del sindaco, Sarra attribuisceun ruolo importante all’alleanza con Micciché; «Ci unisceil comune proposito di incidere sulle prospettive di svi-luppo del Sud rifiutando la logica della subalternità, af-ferma.

Non si tratta di metterci in proprio ma di dare espres-sione ad una esigenza fortemente avvertita dai cittadini.

Sono certo che lungo questa traiettoria troveremocondivisione e sostegno».

La platea si scalda e libera l’applauso.Una pazza idea? Per nulla.Miccichè pensa davvero a un Sud capace di determinar-

si politicamente in maniera autonoma e di contrastare ilpartito, anzi i partiti del Nord visto che non bisogna fare iconti solo con la Lega di Bossi.

E, da questo punto di vista, si dimostra scettico anche

Micciché dice: “...vi spiego ilPartito del Sud”

Pino ToscanoGazzetta del Sud

«È una necessità non una stravaganza. Qui punto su Sarra. E Scopelliti è ilnostro candidato»

sulla visione di Tremonti: «Non serve una Banca del Sud,che ancora stento a capire cosa sia, ma un’attenzionediversa delle grandi banche nei confronti del Mezzogior-no».

Il Sottosegretario rivendica il suo ruolo di “rompiscato-le” nel governo e spera di potersi allargare sempre di piùnell’opinione pubblica meridionale attraverso un diffusoinsediamento del Partito del Sud.

«All’inizio ci prendevano per visionari, ma piano pia-no avvertiamo intorno a noi un consenso crescente.

La spiegazione è semplice: parliamo di temi concreti,che riguardano le condizioni di vita di milioni di personein una parte del Paese storicamente trascurata.

In Sicilia abbiamo alzato la voce per la distrazione deiFondi Fas e costretto il Governo a restituirceli con pro-cedura d’urgenza.

Perché in Calabria non può affermarsi un atteggia-mento simile dopo i tanti torti subiti?

Se l’A3 fosse in Piemonte o in Lombardia ci sarebberole quattro corsie da dieci anni.

E forse anche l’Alta velocità ferroviaria, che si ferma aSalerno sarebbe una realtà perché, da Battipaglia in giù,comincia l’Italia minore”.

Dato un colpo alla burocrazia («in questo Paese è nemi-ca del progresso»), il sottosegretario chiede a tutti un im-pegno straordinario e coraggioso nella prossima campa-gna elettorale.

Con la raccomandazione a stare lontani dai pericoli : «Sia-mo uomini liberi e non abbiamo bisogno di nessun“malacarne”.

Oltretutto il “malacarne” non porta più nemmeno voti,solo guai...».

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Voci dal Sud 11 Anno V° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

Essaouira (Marocco) - Con mille euro al mese qui da noifai vita grama. Ma ci sono molti paradisi al mondo in cuipuoi stare da nababbo.

Basta aver il coraggio di credere in un sogno di fuga.Parola di Attilio Wanderlingh intellettuale napoletano,

scrittore, e direttore di una piccola casa editrice.In questi giorni ha pubblicato il suo ultimo libro, «Scap-

po via! paradisi esotici dove vivere alla grande con menodi mille euro al mese» (Intramoenia, Euro 14,90), per rac-contare che fuggire in un paese esotico, iniziare una nuovaesistenza, accarezzati dal soffio dell’aliseo, all’ombra dellepalme da cocco con una bianca spiaggia e un mare di sme-raldo davanti alla porta di casa, non è uno sfizio da ricchi.

A determinate condizioni, quei famosi mille euro posso-no diventare una svolta.

E Attilio Wanderlingh è uno che se ne intende, perchépassa i suoi giorni fra la Costiera Amalfitana e il Kenya.

Non a caso il primo paese che propone nell’elenco di chivuol cambiare vita (in meglio) è proprio il Kenya.

Adatto a tutti; sia gli anziani che devono affidarsi a ma-gre pensioni, sia i giovani che possono contare su piccoliredditi.

Wanderlingh ha raccolto, in proposito, la dichiarazionedi un fuggiasco: «Ho dato in affitto il mio appartamentodi proprietà dove vivevo da ormai oltre dieci anni e conquei 750 euro al mese ho ricominciato in Kenya».

Ed è stata una scelta felice anche dal punto di vistameramente contabile.

«Buona scelta: lì un bilocale sul mare costaduecentocinquanta euro al mese di affitto, con gli altricinquecento ti puoi consentire una tranquillità economi-ca eccezionale, tenendo conto che in Kenya ... un dignito-so stipendio si aggira intorno ai centosessanta euro almese».

E se qualcuno avesse risparmi da parte, ci si può addirit-tura comprare casa, magari in quel vero e proprio paradisoterrestre che è la spiaggia di Watamu, 24 chilometri a sud diMalindi, all’interno di un parco residenziale.

I prezzi, che la guida segnala, sono questi: 50 mila europer una villetta, 180 mila per una vera villa con giardino episcina, 45 mila per un appartamento di 120 metri quadratiin un residence che scendono a 30 mila se ci si accontentadi un bilocale.

Il libro fornisce numerosi esempi di altri prezzi locali, checonfermano l’agiatezza di chi ha un reddito di mille Euro.

Pescando a casa, un pasto a base di pesce in un ristoran-te sulla riva del mare può costare 5 euro, una bibita al bar 30centesimi, una banana 5 centesimi, un’ananas 80 centesimicome una birra.

Chi vuole avere un domestico che fa le pulizie in casa ecucina, deve prevedere una paga mensile di 70 euro.

Tira le somme l’autore dell’originale volume: «Se il mioreddito è di 800 euro al mese, ne avrò spesi 250 per l’affit-to, 360 per il cibo in abbondanza e me ne restano ancora190. Circa 200 euro in Kenya sono una cifra».

Ovviamente il mappamondo dei paradisi low cost non siriduce al Kenya.

Altre mete piacevoli da tenere in considerazione sono il

Dove vivere da nababbi a basso costoFughe possibili per persone normali

Mille euro al mese bastano per essere ricchi e vivere da veri pasciàUna guida spiega come cambiare esistenza

Vincenzo Zaccagnino - La Stampawww.vivicento.org

Marocco, la Tunisia, l’Egitto, l’Arcipelago di Capo Verde,la Thailandia, Santo Domingo, il Brasile e il Messico.

Altri paradisi ci sarebbero, ugualmente convenienti, mal’autore alla fine le sconsiglia, perché ci sono tali e tantedifficoltà, soprattutto burocratiche, per fissarvi la residen-za, che il gusto viene rovinato. Tra le mete «belle e impos-sibili», c’è Cuba, Mauritius, le Seychelles, le Maldive, l’In-dia e il Venezuela.

Non ai soli pensionati o a chi dispone di un reddito fisso,anche modesto, è riservata la fuga verso un paradiso terre-stre.

L’autore individua altre categorie di possibili migratori.In questo particolare momento, la ricerca di una nuova

vita ai tropici sembra essere l’aspirazione d’una buona fet-ta di singles trentenni, delusi dal destino del lavoro preca-rio e dalla situazione del Paese.

Ovviamente dovranno trovarsi un impiego, perché spes-so partono con pochi soldi e non possono contare su unreddito fisso che arriva dall’Italia.

Scrive Wanderlingh: «precario in patria o all’esteronon fa differenza e tanto vale scegliere il luogo più eco-nomico e piacevole».

Sembra che in questi luoghi esistano buone possibilitàdi impiego soprattutto nelle attività legate al turismo.

I più fortunati e abili riescono ad avviare un’attività indi-pendente.

Ad esempio una scuola per sub o un ristorantino, oun’agenzia immobiliare.

Numerose conferme arrivano anche da internet, su siticome MolloTutto.com oppure Voglioviverecosi.com

Oltre ai racconti dei tentativi riusciti, ci sono molte rac-comandazioni.

Mai buttare il cuore oltre l’ostacolo, senza pesare benele cose. Può essere rischioso partire alla cieca.

Più consigliabile, dunque, fare prima una vacanza nelluogo prescelto per sperimentare l’adattabilità al clima, allagastronomia e alle condizioni igienico-sanitarie. Sceglien-do paesi con una situazione politica stabile.

Scrive nel sito Voglioviverecosi.com Andrea Scomparin,che va a fare l’istruttore subacqueo a Marsa Alam, sullacosta egiziana del Mar Rosso: «In banca avevo davantiun’unica strada, noiosa e monotona.

Voglio andare lontano dallo smog, dal traffico, dallostress e soprattutto dalla crisi, parola che senti nominarealmeno cento volte al giorno.

Voglio trovare positività e serenità e non c’è niente dimeglio del mare, in un posto tropicale dove la gente va invacanza ed è contenta».

Osserva però nel suo libro Attilio Wanderlingh che frachi tenta la fuga, i delusi sono più numerosi degli entusia-sti.

Bisogna insomma accontentarsi, anche perché, come hasentenziato qualcuno: «il paradiso è dei morti».

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Voci dal Sud 12 AnnoV° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

Sono succose e genuine ma i costi della produzio-ne non reggono i prezzi del mercato globale.

Le arance, i mandarini i profumati agrumi diCalabria, che non temono concorrenza in termini diqualità, subiscono i prezzi stracciati dei mercati orien-tali e brasiliani.

Una situazioneche ha messo in gi-nocchio le aziendereggine che da tem-po lamentano con-dizioni ormaiinsostenibili.

Un grido d’allar-me che la Provin-cia, i comuni diReggio Calabria eGioia Tauro hannoaccolto istituendo il ta-volo verde.

Una nuova realtà cheassieme alle associa-zioni di categoria deiproduttori cercherà ditamponare la fased’emergenza e diridisegnare una nuovastrategia per ilcomparto.

Progettualità chel’assessore provincialealle Attività produttive Antonio Scali ha annunciatoieri nel corso di una conferenza: «Dobbiamo trac-ciare un percorso che ci consenta di uscire fuorianche temporaneamente dalla crisi e sosteneregli operatori del settore». Coltivatori provati dacondizioni di mercato insostenibili e la conferma ar-riva dai numeri: «Il succo di arancia brasiliano vie-ne venduto a 1,20 euro, mentre il nostro costa1,70 euro. Questa concorrenza sleale vanifica illavoro dei nostri agricoltori che per restare sul

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t u

r a Un tavolo verde per sostenere la crisi

del comparto agrumicoloLe arance da trasformare in succhi a 2 centesimi al kg, quelle per la

commercializzazione 15/18 centesimi per poi ritrovarle nei mercati rionali ad oltre1,5 Euro - Da anni si susseguono tavoli verdi che sfociano nel nulla perchè l’ Italia è

invasa da prodotti di Paesi che vendono la loro merce di cui si ignorano itrattamenti (anche cancerogeni) che hanno subito sulle piante.

Eleonora DelfinoGazzetta del Sud

mercato, devono adattarsi e svendere».Ecco perchè oltre all’emergenza occorre pensare

a interventi strutturali. Emergenze a cui non si guar-da con la stessa sensibilità: «La nostra provincia èsempre l’ultima quando si tratta di ricevere aiu-

ti».Considerazioni

ribadite dall’asses-sore comunaleC a n d e l o r oImbalzano che tuo-na: «Non è possi-bile che al desti-no di una catego-ria di produttoridebbano pensaresolo la Provinciae il Comune».

Una richiesta di inter-vento alla Regione cheImbalzano motiva: «Laquestione che sta di-ventando grave nonsolo per il territorioreggino, i produttoriaffrontano grossi sacri-fici per garantire laqualità dei prodotti chenon vengono premiatidalle condizioni di mer-cato».

Tina Tripodi vice presidente del Consiglio si assu-me l’impegno: «La crisi del comparto sarà unodei punti in discussione del prossimo consiglio pro-vinciale».

Che la situazione sia arrivata ad un punto di nonritorno lo sottolineano i rappresentanti dei produtto-ri: Rocco Scarpari della Op, Antinino Inuso dellaCia e Ilaria Campisi di Confagricoltura.

Non si può attendere ogni annol’inizio della campagna agrumaria

per ricordarsi del “problemaagrumi”

Ad agrumi già pronti per la raccoltanon possono che essere trovati

palliativi che inculcano solamentesperanze, ma nessun sfociano in

nessun risultato concreto!

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Voci dal Sud 13 Anno V° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

L’assessore comunale alle attività produttive CandeloroImbalzano difende le imprese agricole reggina e va all’at-tacco della Regione prendendo spunto dalla «denunciaintellettualmente e politicamente onesta dell’assessoreprovinciale alle politiche agricole Antonio Scali» e riba-disce che la Regione «ha assegnato alla sola provincia diCrotone tutte le risorse fi-nanziarie che dovevanoessere destinate alleaziende agricole dell’in-tera regione vittime del-l’eccesso termico nel 2007e del gelo nel 2008.

Inoltre la stessa Giun-ta Regionale ha delibera-to di assegnare alle soleaziende della Provinciadi Cosenza i fondi conces-si per il riconoscimentodello stato di calamità na-turale».

«Tutto ciò costituisce –sottolinea Imbalzano –,ove ve ne fosse ancora bi-sogno, l’ulteriore provadello stato di assoluto edevidente abbandono incui la Regione ha lascia-to in questi anni l’interafiliera agricola e quelladell’agro-alimentare del-la provincia di Reggio.

Mentre l’intero settoresi prepara ad affrontareuna delle crisi più dram-matiche di questi ultimidecenni – continua l’espo-nente della giuntaScopelliti – a causa dellaconcorrenza ormai diffi-cilmente sostenibile deiPaesi del bacino delMediteranneo e mentre leaziende reggine s’interro-gano sull’economicità della raccolta dei prodotti d’an-nata, con conseguente rischio di mettere in ginocchiomigliaia di coltivatori e imprenditori del settore causan-do danni insostenibili anche sul piano occupazionale, laRegione sembra totalmente disinteressata di fronte a undisastro annunciato per la provincia reggina.

Più sostegno all’agricolturaImbalzano: servono interventi finanziari da parte della Regione

L’assessore comunale di Reggio Calabria alle attività produttive scende in campoin difesa delle imprese agricole e agroalimentari

Piero GaetaGazzetta del Sud

Probabilmente – rileva ancora l’assessore alle attivitàproduttive – la giunta regionale si preoccupa di salva-guardare le realtà agricole di altre province, mentre datempo dovevano già essere state messe in campo misurestraordinarie e generalizzate di sostegno a un compartoche rappresenta una delle spine dorsali della nostra gra-

cile economia».E allora cosa fare? La te-

rapia che proponeImbalzano è semplice: «Siimpongono immediati erobusti interventi finan-ziari sotto forme diverse eattingendo comunque afonti individuabili per su-perare questa drammaticaemergenza, ben sapendoche dovrà essere la mag-gioranza che scaturiràdalle elezioni del prossi-mo marzo a doversi farecarico di un riequilibrioterritoriale degli interven-ti volti verso unai n e l u d i b i l eristrutturazione dell’inte-ro settore, compreso quel-lo della forestazione».

E qui Imbalzano apre unaltro fronte con la Regio-ne. «Proprio in questocomparto – concludeCandeloro Imbalzano –vanno riviste alcune scel-te illogiche assunte dallagiuta-Loiero, come quelladi trasferire alle Provincei lavoratori forestalicalabresi.

L’idea di smembrare incinque parti l’attuale Afor,con l’inevitabile rischio diaumentare le relative spe-se di gestione e, soprattut-

to, l’impossibilità di realizzare un progetto strategico dirilancio di un settore che rappresenta una grande risorsadell’economia calabrese, contraddice le più elementariregole di qualsiasi modello economico produttivo e, difatto, rischia di mettere in liquidazione la forestazionecalabrese».

Prezzi irrisoricorrisposti agli

agricoltori per la venditadei prodotti

Arance per l’industria a2 centesimi/kg

Kiwi pagati fra i 25 ed i35 centesimi al kilo

Olio di olive che astento supera i 160 euro

al quintale

La cosa peggiore sta nelfatto che NESSUNO parevoglia preoccuparsene etutto procede vento in

poppa per glispeculatori

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Voci dal Sud 14 AnnoV° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

Roma, 11 nov. - Reazioni e solidarietà bipartisana Giorgia Meloni, protagonista in formato fumet-to del libro satirico del disegnatore Alessio Spatarodal titolo che di satira sa molto poco: “Laministronza”.

A dare la notizia del libro, edito da Grrrzetic, è il‘Secolo d’Italia’.

L’idea all’autore è venuta da una serie di vignettesul suo blog.

“Fosse stata Rosy Bindi la protagonista de ‘Laministronza’, scrive il quotidiano ‘Repubblica’,avrebbe già lanciato una raccolta di firme on line, ledonne del Pd avrebbero presentato un’interroga-zione parlamentare e qualcuno, a sinistra, avrebbegià chiesto il sequestro del libro.

Speriamo che non lo faccia nessuno a destra, seb-bene l’ ’’opera’ del vignettista Alessio Spataro (al-l’attivo collaborazioni con ‘Il Manifesto’ e ‘Libera-zione’) sia di quelle che ti fanno interrogare su fino ache punto si possa insultare una persona spaccian-do il tutto per satira’’.

Nessuno a destra ha chiesto un’interrogazione par-lamentare ma è stato ampiamente espresso da se-natori e deputati tutto il ‘disgusto’ per un opera nongradita.

Ed al coro si uniscono anche gli esponenti del-l’opposizione a cominciare da Rosy Bindi.

“La satira diverte, morde e può anche far malema se è satira intelligente non scade mai nel tur-piloquio o nell’insulto gratuito, sottolinea la Bindiaggiungendo, “in questo caso si tratta solo di vol-gare maschilismo che offende tutte le donne, sen-za distinzione di ruolo o appartenenza politica’’.

L’appoggio arriva poi da Anna Finocchiaro e Pa-ola Concia.

Quest’ultima esprimendo tutta la stima nei con-fronti della Meloni, aggiunge che il libro di fumetti diSpataro le “sembra un’operazione molto misogina”.

Per la senatrice Vittoria Franco, la Meloni “è unagiovane volitiva con una lunga esperienza in po-litica motivata dalla passione.

Dunque è facile immaginare che proprio perqueste sue caratteristiche possa diventare ber-saglio di critiche”.

“La satira è satira, ma nel caso di Giorgia Me-

Un fumetto contro il Ministro GiorgiaMeloni scatena l’indignazione sia delle

destre che delle sinistreNon si tratta più di satira e nemmeno di politica sono solo volgarissimi e

stomachevoli insulti personaliYahoo News

(Adnkronos/Ign)

loni mi sembra che se sia sconfinati nell’offesaferoce e gratuita, oltre che in una volgarità sicu-ramente inaccettabile”, dice Silvana Mura (Idv)

Solidarietà al ministro della Gioventù anche dallesue colleghe ministre Stefania Prestigiacomo, MichelaBrambilla e Mara Carfagna, la quale afferma che “ilnostro Paese assiste all’ennesimoimbarbarimento dello scontro, che nulla ha a chevedere con la politica, ed in mezzo ci finisce perl’ennesima volta una donna’’

Tra le tante voci del Pdl, non è mancato il soste-gno del presidente della Camera, Gianfranco Finiche ha espresso in un messaggio al ministro Melonila sua piena solidarietà per la volgarità della quale èstata fatta segno “da alcune vignette di scarsovalore e di pessimo gusto”.

Fini ha, inoltre, ribadito la propria gratitudine alMinistro per la grande sobrietà e professionalità di-mostrata quotidianamente nel suo lavoro al serviziodelle Istituzioni democratiche e delle generazioni piùgiovani.

E dopo i numerosissimi messaggi, Giorgia Melonirompe il silenzio. ‘’Mi ero ripromessa di non farealcun commento su questa allucinante vicenda -afferma - ma di fronte alla enorme mole di mes-saggi di solidarietà che mi ha raggiunto in que-ste ore, non posso esimermi dal ringraziare tutti.

In particolare mi rivolgo alle donne e a tutticoloro che pur non condividendo la mia posizio-ne politica, hanno comunque sentito il bisognodi esprimermi stima ed affetto. Grazie davvero”.

è a ncò ra P o l i t i c a ?

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Voci dal Sud 15 Anno V° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

è ancòra P o l i t i c a ?

“Non so se incazzarmi o ridere”: AlessandraMussolini, sul quotidiano online Affaritaliani.it, repli-ca così all’articolo che appare sulla prima pagina de‘il Giornale’ che, sopra un grande primo piano dellaparlamentare, titola “Ricatto hard alla Mussolini. L’ul-timo veleno della politica del gossip: voci di un videousato per incastrare l’onorevole del Pdl”.

Si tratterebbe, rilancia il quotidiano, di un video cheritrae la parlamentare insieme al leader di ForzaNuova, Roberto Fiore: “Non so - ribadisce la Parla-mentare - se incazzarmi o ridere. Allora: vendo-no su Ebay i frammenti di cervello di mio nonno;tre giorni fa ho ricevuto una chiamata dalla Po-lizia che mi informava del fatto che Gino Paolimi ha denunciato per ciò che dissi sulla canzone“Il Pettirosso”. Io eccepii sul fatto che questo brano trattasse di pedofilia, un messaggio grave. Oggipoi uscirà un film dove mi si dà della puttana e dell’assassina e ora leggo queste cose... Che cosadevo dire? Non lo so più. Sono incerta tra l’incazzatura e il metterrmi a ridere. Perché? Ormai faces-sero quello che vogliono...”.

La notizia di un video hard, oggi interpretata dal quotidiano milanese come ‘ricatto’, circola in realtà suinternet dallo scorso 20 novembre e indica proprio ne ‘il Giornale’ uno dei media che ha visionato il filmato. Apubblicare la notizia è stato il network ‘Indymedia’, un sito di controinformazione (vi collaborano centinaia digiornalisti di tutto il mondo) con sedi in una decina di città degli Usa (compresa Washington e New York) e invarie nazioni, come Messico, Belgio, Canada, Francia e Inghilterra. Una delle “rappresentanze” di Indymediaè anche in Italia, dove il sito é anche regionalizzato.

La notizia originale, dal titolo “Video con Fiore e la Mussolini” e con il sommario “dopo Marrazzo un videohard con Fiore e la Mussolini. Sesso e destra estrema”, sostiene: “La notizia, assolutamente certa, ma ancorariservata, è questa: esiste un video dove sono ripresi Roberto Fiore ed Alessandra Mussolini a fare sessoesplicito nella sede romana di Forza Nuova. Un ex dirigente nazionale di Fn ed ex stretto collaboratore diFiore (già responsabile della sua sicurezza), ha già contattato diversi giornalisti per vendere il video.

La proposta è arrivata alla redazione de ‘Il Giornale’ (che ha potuto visionare il filmato), ad alcuni giornalistiRai e agli ambienti ex An di Milano e Roma. Si tratta di immagini registrate dal circuito interno di videocameredella sede romana di Forza Nuova. Il filmato è ancora in circolazione e in vendita. Per quanto si tratti di unaquestione personale e privata, la notizia, oltre che ghiotta per la stampa, dopo il caso Marrazzo, potrebbecolpire il Pdl, soprattutto in Lazio e Campania dove la Mussolini vorrebbe ricandidarsi. In Forza Nuova loscandalo sarebbe già scoppiato”.

A smentire e derubricare la notizia a ‘’gossip da parrucchiere’’ e’ senza mezzi termini Forza Nuova, cheannuncia anche azioni legali: ‘’Siamo alle comiche finali, alle barzellette e per fortuna non ci manca il sensodell’humor. E’ risibile che una non notizia proveniente da una fonte anonima comparsa su di un sito inattendi-bile come Indymedia conquisti la cronaca nazionale. Nella storiella riportata si parla di un filmato partito dalcircuito di telecamere della sede di Forza Nuova quando e’ noto che in nessuna nostra sede vi e’ un circuitodi telecamere. Si legge poi che un fantomatico filmato sarebbe stato comprato dal Giornale, mentre lo stessoGiornale afferma che questo dato e’ falso’’.

’’L’ufficio legale della segreteria ha deciso di procedere per danni contro coloro che riporteranno in qual-siasi forma notizie lesive dell’onorabilita’ politica del segretario nazionale Roberto Fiore che in questi giornista lanciando la sua candidatura alle regionali del Lazio.

I soli video che ritraggono i due politici assieme riguardano - prosegue - vecchie campagne elettorali, ed inForza Nuova non e’ scoppiato nessuno scandalo dato che i militanti del movimento hanno cose ben piu’ seriea cui pensare, ad esempio alla politica. Il comportamento del ‘Giornale’ di Feltri e’ tipico di chi tenta di deviarel’attenzione dai veri problemi di questo paese pubblicando gossip inattendibili da quattro soldi’’.

Paolo Caratossidis, coordinatore nazionale di Forza Nuova, aggiunge: ‘’Se per ledere la credibilita’ di ForzaNuova qualcuno ha pensato di imbastire un’improbabile sceneggiata significa che il livello e la qualita’ dell’in-formazione italiana sono drammaticamente scaduti alle fantasie da sala di parrucchieri’’.

Tentato ricatto contro l’ OnorevoleAlessandra Mussolini?

Un video hard contro di me? Non so se incazzarmi o ridere”!Alessandra Mussolini, sul quotidiano online Affaritaliani.it, replica così all’articolo

che appare sulla prima pagina de “il Giornale”.Gazzetta del Sud

La politica a suon di calunnie e ricatti!

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Voci dal Sud 16 AnnoV° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

NAPOLI - “Io non mollo, ho sempre sognatoquesto momento e resto qui fino alla fine».

Sabrina ha 16 anni e sa di essere entrata nella sto-ria.

Ha giurato con altre sei coetanee fedeltà alla Re-pubblica indossando l’uniforme che contraddistingueda 222 anni gli allievi della Scuola Mi-litare Nunziatella di Napoli.

Capelli legati e moschetto (datato1891) hanno sfilato in piazza del Plebi-scito davanti ai genitori.

Uno di loro ha urlato: «Brave».Ma non ha coperto qualche fischio

di una decina di ex allievi contrari alledonne in giacca blu scuro e pantaloni «cilestrini».

Poi i contestatori hanno precisato: «Siamo favo-revoli all’ingresso delle ragazze, ma vogliamo chele tradizioni non vengano eliminate: rappresen-tano esperienze che legano allievi di diverse ge-nerazioni».

Tradizioni goliardiche le chiamano loro,«nonnismo» per altri.

La verità sta nel mezzo, anche se la presenza diragazze appena sedicenni ha consigliato prudenza aivertici del «Rosso Maniero».

Niente «piombatura» dunque da parte degli«scelti», i «divinissimi anziani» del terzo anno cheimpongono la loro protezione a un «cappellone»,un allievo del primo anno, il «piombato» appunto.

Per il primo anno lo «scelto» sarà la guida di rife-rimento del «cappellone».

Un rapporto che rimane per decenni, visto che tragli ex allievi restano le gerarchie.

Anche il regalo del «piombato» al suo «anziano» -una penna o una mostrina - diventa un cimelio daserbare negli anni.

Un tentativo di pacificazione alla vigilia del giura-mento era stato fatto.

Gli ex allievi avevano chiesto al Comando di man-dare in libera uscita le ragazze per permettere aglianziani di inaugurare il 222° corso a modo loro: mar-cia in biancheria intima, flessioni e qualche corsa incamerata in piena notte. Il diniego del Comando èstato secco, da qui i fischi durante la cerimonia delgiuramento.

Ma gli ex allievi non si sono dati per vinti, vistoche su Facebook spopolano gruppi di ex apparte-

nenti alla scuola militare, gli «Irriducibili».Tra i post più significativi però c’è la lettera di una

mamma, orgogliosa di una figlia cadetta allaNunziatella.

“Leggo nei vostri commenti - scrive la donna -astio, incapacità di accettare i tempi che cam-

biano e impotenza nei confronti delle donne. Pri-ma di giudicare dovete riflettere: hanno scelto dientrare nella Nunziatella e andranno avanti an-che senza la vostra approvazione».

Il primo tentativo di una donna di entrare nel «Ros-so Maniero» è del 1969.

Rosanna Mele, figlia di un medico napoletanodel quartiere Vomero (e oggi medico chirurgo anchelei), fece domanda per partecipare alle selezioni.

La richiesta fu considerata scandalosa e fu seguitada un secco no.

Rosanna minacciò ricorso alla magistratura per-ché nel bando di concorso non era specificato chel’ammissione era riservata ai maschi.

Nel bando successivo si spiegò che l’iscrizioneera riservata ai cittadini italiani maschi.

Alla Nunziatella Sabrina e le altre sono impegnatenello studio e in attività militari, come i loro compa-gni.

“La cosa più bella è lo spirito di corpo che si ècreato con loro”, dice.

Ma che cosa spaventa davvero i contestatori?Forse la verità la sussurra un altro ex allievo: «Sono

contestate perché l’apertura alle donne dellescuole militari d’élite significa che prima o poipotranno iniziare la scalata allo Stato Maggioredell’Esercito».

(N.d.R. ... al solito si difende un “orticello” dicui ci si crede titolari assoluti ed incondizionati!)

Gli allievi maschi della Nuziatella fischiano lecolleghe donne alla cerimonia delGiuramento in Piazza Pebliscito

Le allieve dicono : “... hanno paura di noi - Ci attaccano temendo di perdere potere”

Antonio Salvati - La Stampawww.vivicentro.org

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Voci dal Sud 17 Anno V° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

Capo d’Orlando (ME) - Continuano le polemi-che attorno alla battaglia navale del 1299 che videcontrapposti sulle acque di Capo d’Orlando l’eser-cito siciliano, al comando di Federico III D’Aragona,ed il fratello Giacomo II D’Aragona, alla guida dellaflotta di Papa Bonifacio VIII, determinato a ri-conquistare l’isola, indipendente dal 1296 contanto di Parlamento e Costituzione propria.

Prima le contestazioni alla decisione del primocittadino Enzo Sindoni di cancellare dalla piazzaGaribaldi della città paladina il nome “dell’Eroedei due Mondi” a favore della data che ricorda labattaglia, poi, in questi giorni, la diatriba storico-geografica innescata da uno storico di Caprileone(cittadina confinante con Capo d’Orlando) chesposta di alcuni chilometri, a favore di Caprileone,il luogo dello scontro navale.

«A distanza di oltre sette secoli – dice Giu-seppe Livoti – chissà perché alcuni si sono ri-cordati di questa famosa e storica battaglia.

Forse più che per ricostruirne la sua impor-tante storia, per voler far credere che avven-ne nelle acque del mare di Capo d’Orlando enon alla foce del fiume Zappulla diCaprileone».

Così in una lunga lettera “aperta” Livoti rico-struisce i fatti storici arrivendo a conclusioni, perlui, ovvie.

«L’unico posto idoneo per l’approdo di qual-siasi flotta navale, nella zona, era soltantoquello della foce ad estuario del fiumeZappulla che i fratelli aragonesi – afferma –ben conoscevano, e non avrebbero potuto es-serci bel altri motivi per preferire la limitrofaspiaggia di Capo d’Orlando al fiume Zappulla,molto noto non solo per la sua navigabilità,ma anche per il suo arsenale dove venivanocostruite delle navi col legname delle vicinemontagne, come riportato dallo storico Edrisinel 1154.

Quindi, a dire di Livoti, la battaglia si svolsealla foce dello Zappulla, tra mare e battigia,dove le galee di Giacomo II ( ben 56) eranoormeggiate, e dove questi la notte si era prepa-rato alla battaglia».

“Contesa” sulla battaglia navaledi Federico III

Franco PerdichizziGazzetta del Sud

Sono trascorsi oltre SETTE secoli dalla famosa battaglia che vide contrapposte leflotte navali dei due fratelli D’Aragona, ma ancora si litiga per stabilire in quale

speccio di mare avvenne - In lite due città siciliane

Il Consiglio Comunale di Capod’Orlando, su proposta del Sindaco,Enzo Sindoni, ha rimosso la targadella piazza Giuseppe Garibaldi

sostituendola con quella del nuovonome della piazza chè è

Piazza IV Lugliodata della storica battaglia del 1299

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Voci dal Sud 18 AnnoV° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

Una delle celeberrime Stanze Vaticane di Raffaello, quel-la di Eliodoro, ha una replica fedele e coeva, opera contutta probabilità di un artista della sua cerchia, in quelloche oggi è un modesto appartamento borghese aCivitavecchia.

Frutto di una scoperta casuale avvenuta quasi qua-rant’anni fa eppure rimasto inedito per vicende che hannodell’incredibile, il ritrovamento, supportato dalla testimo-nianza dell’esperta di Raffaello, Nicole Dacos, porta allaluce un caso unico perché non esistono altre copie antichedelle Stanze che il genio di Urbino eseguì in Vaticano, neglianni tra il 1511 ed il 1514 per l’appartamento del papa GiulioII°.

Per la studiosa non ci sono dubbi: le pitture diCivitavecchia (non si tratta di un affresco come in Vaticanobensì probabilmente di una tempera) sono operadell’incisore Ugo da Carpi, artista non di secondaria impor-tanza, noto soprattutto per le sue xilografie e del quale siconosceva ad oggi una sola opera pittorica, la Veronica,molto mal conservata.

«Non è un’ipotesi, io ne sono sicura – ha spiegato laDacos – ho ritrovato lo stesso modo di stilizzare le facce, lostesso tratto nel dipingere le stoffe».

Artista di ottimo livello, tanto che fu lui a inventare lexilografie a più colori, Ugo da Carpi non era però un inven-tivo: i suoi soggetti, sottolinea la studiosa, non sono origi-nali e diverse sue opere riprendono i disegni di Raffaello.

Era famoso, insomma «proprio come riproduttore» seb-bene questo non significhi che fosse sprovvisto di origi-nalità.

Resta da capire chi fu il committente, la personalità chevolle farsi riprodurre a Civitavecchia le meravigliose pittu-re con le quali Raffaello pochi anni prima (secondo Dacosl’opera di Civitavecchia è stata fatta prima del 1527, datadel Sacco di Roma, quando Ugo da Carpi seguì ilParmigianino a Bologna) aveva affrescato la stanza delleudienze del pontefice.

E come mai fu chiesto all’artista di decorare le pareti diquella che all’epoca era una torre, senza finestre e con tuttaprobabilità destinata all’uso militare?

Un mistero che si aggiunge ai tanti interrogativi che do-vrebbero essere affrontati se si arrivasse a uno studio si-stematico dell’opera.

La quale attualmente – altro aspetto incredibile della vi-cenda – è quasi interamente nascosta da una ... carta daparati e da una fodera di muro.

Già. Perché quella che nel secondo decennio del ‘500 erauna torre, oggi è la camera da letto di un carabiniere inpensione, il signor Tarcisio, e della moglie Teresa.

Dopo anni di sogni, aspettative tradite e disperazione, iconiugi hanno deciso di coprire tutto e dormire sonni tran-

Scoperta a Civitavecchiauna Stanza unica al mondo!

In un appartamento della Città laziale la replica fedele (e coeva) d’una delleCamere Vaticane di Raffaello - I dipinti sono sotto la carta da parati nella casa

d’una coppia in pensione Silvia Lambertucci

Gazzetta del Sudquilli, lasciando visibile solo un grande lacerto, sorta di“finestra su Raffaello”, con una scena della Messa diBolsena.

Quasi quarant’anni fa, nel 1972, era stato proprio Tarcisioa fare la scoperta, lavorando da solo al restauro dell’appar-tamento appena comperato per la famiglia.

Sulle pareti c’erano strati e strati di vecchie tinteggiature,racconta oggi, ed era deciso a rasarle.

Finché non si trovò di fronte a una spada e poi al bracciodi quello che sembrava un «grande angiolone».

Proseguì, saggiando le quattro pareti e tirando fuori ampiframmenti di pitture.

Poi l’entusiasmo – che pure aveva contagiato anche glialtri condomini scatenando nel palazzo una sorta di freneti-ca caccia al tesoro – cedette alla preoccupazione di vedersiconfiscare la casa.

Nonostante un conoscente giornalista, Alvaro Ranzoni,avesse coinvolto una serie di esperti che avevano confer-mato l’antichità delle pitture, Tarcisio decise di ricopriretutto. A Civitavecchia però tutti sapevano.

Ranzoni, tornato dall’estero dove era stato a lungo cor-rispondente per un importante settimanale, convinseTarcisio a riscoprirne una parte, pensando di pubblicare lastoria.

Finanziò per questo un piccolo restauro, ma poi il setti-manale cambiò direttore, e lui del Raffaello di Civitavecchianon scrisse più.

Oggi, anche lui in pensione, si batte per trovare attenzio-ne e soprattutto un finanziatore per il recupero e lo studiodell’intera opera.

E annuncerà ufficialmente il ritrovamento in un conve-gno che si aprirà nella cittadina laziale nell’ambito delle ce-lebrazioni per i 500 anni del Forte Michelangelo.

Nel programma dei cinque giorni di festa, con il finanzia-mento della fondazione Cariciv, anche una mostra di testi estampe del ‘500, e una messa in scena della Cassaria diAriosto, per la regia di Pino Quartullo, scritta nel 1508, l’an-no in cui Giulio II° fondò il Forte.

Per l’occasione in città tornerà Nicole Dacos, tanti annifa tra i pochi che poterono ammirare tutte le pitture inizial-mente portate alla luce.

«La copia di Civitavecchia va assolutamente studia-ta», ribadisce la studiosa. Convinta che sia urgente proce-dere al restauro «di tutto l’ambiente», e che si tratti di un«fenomeno unico che consentirà di aggiungere un capi-tolo alla storia dell’arte di Roma prima del 1527».

Tarcisio, lo sguardo di chi ne ha passate tante, sorridealla moglie e allarga le braccia: «I figli non ne voglionosentir parlare, ma io, dopo tanti anni, sarei proprio felicedi saperne qualcosa di più».

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Voci dal Sud 19 Anno V° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

La prima parte del dipinto affiorato sulle pareti dell’abitazione di Civitavecchia era un frammento della scena dellaStanza di Eliodoro nella quale i Santi Pietro e Paolo fermano Attila alle porte di Roma. L’immagine ritrovata è piena dilacune, ma il confronto con l’originale non lascia dubbi. Le figure e la loro posizione nel disegno sono le stesse, sebbenenella pittura di Civitavecchia le dimensioni sono ridotte di un terzo rispetto all’originale. Variazioni si notano anche neicolori mentre la differenza forse più evidente è nel modo in cui viene tratteggiato il volto dei due Santi, le cui teste aCivitavecchia appaiono leggermente spostate e con profili più decisi.

Un secondo frammento – l’unico oggi ancora accessibile, visto che tutti gli altri sono stati ricoperti dal proprietariodell’abitazione – riguarda invece la scena del Miracolo di Bolsena. Anche in questo caso la composizione delle figure èassolutamente uguale, sebbene sia evidente, la diversità della mano. «Quella di Civitavecchia – spiega l’esperta diRaffaello Nicole Dacos, convinta che le pitture ritrovate siano da attribuire all’incisore Ugo da Carpi – è una pittura nellaquale c’è molta forza, ma non delicatezza». I tratti dei volti, fa notare la studiosa che negli ultimi anni ha impegnato moltadella sua ricerca sulla cerchia di artisti che lavorava intorno a Raffaello, « sono disegnati con grande sicurezza, delinean-do i contorni con un tratto nero, spesso e vigoroso».

A differenza di Raffaello, il pittore di Civitavecchia, «sembra rendere le figure in modo volutamente sommario: imovimenti delle teste sono girati più decisamente di fronte e di profilo che non quelli di Raffaello». Nello stesso modo,nota Dacos, l’artista di Civitavecchia cambia i drappeggi degli abiti e semplifica le architetture. Insomma: sembra lavorarein modo rapido, dice. E ancora, ci sono nella pittura di Civitavecchia, violenti contrasti di luci ed ombre, accentuatispesso dal tratteggio, «una tecnica insolita in pittura», dice Dacos, «ma che ricorda quella spesso usata dagli incisori». Come appunto era Ugo da Carpi (1481-1532), arrivato a Roma in quegli anni e al quale Vasari attribuisce l’invenzione deichiaroscuri (cioè delle xilografie a più legni). Diversi riscontri a sostegno di questa interpretazione, prosegue la studiosa,si trovano confrontando il dipinto con opere note di Ugo da Carpi, come la “Fuga di Enea”, datato 1518, o “La stragedegli innocenti”.

L’attribuzione delle pitture di Civitavecchia a un incisore «non deve meravigliare», spiega d’altronde la studiosa: lariproduzione di un intero ambiente del Vaticano «fenomeno assolutamente unico» si può capire più facilmente da partedi un artista che era solito lavorare sulle invenzioni degli altri.

L’attribuzione è ad Ugo da CarpiUn incisore famoso per le “riproduzioni”

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Voci dal Sud 20 AnnoV° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

Crotone - Dieci milioni di lire e una mucca!Dovette sembrare un buon prezzo, al contadino

(o allevatore) della contrada Le Murge,nelle campagne appena fuori dall’abita-to di Strongoli.

Convinto di fare un buon affare, inta-scò i soldi, prese per la cavezza la vac-ca e cedette all’occhiuto personaggiovenuto fin lì a cercarlo una statuetta inbronzo delle dimensioni di un piccione,trovata durante lo scasso d’un terrenoper piantarvi la vigna.

Correva la metà degli anni Ottanta eprendeva il volo dalla Calabria quelloche nel Paul Getty Museum di Malibùsarebbe stato esposto in una teca a sècome si confà ad un “askos” bronzeodel quinto secolo a. C.

L’intermediario locale trafugò quelbronzetto portandolo in alta Italia.

Lì fu venduto a una gallerista svizzeraper la somma di 400 mila dollari.

A sua volta la signora svizzera vendette l’askos adun americano per 600 mila dollari.

Nel 1992 il prezioso bronzetto magnogreco com-parve nel Paul Getty Museum, dove è rimasto espostofino al 1996.

Finito al centro di una impegnativa indagine deiCarabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale,poi dell’Interpol, oggetto di un complicato bracciodi ferro prima giudiziario e poi istituzionale, l’askosdelle Murge di Strongoli è stato restituito all’Italianel novembre del 2007.

Ieri mattina è tornato a casa!È stato consegnato al Museo Nazionale Archeo-

logico di Crotone durante una conferenza stampaalla quale hanno preso parte il Procuratore dellaRepubblica di Crotone Raffaele Mazzotta, la So-printendente all’Archeologia della Calabria SimonettaBonomi, il Comandante provinciale dei Carabiniericolonnello Francesco Iacono, il Comandante delNucleo regionale Carabinieri di Cosenza per la tu-

La sirena magno greca, torna a casada Malibù!

Virgilio SquillaceGazzetta del Sud

tela del patrimonio culturale capitano RaffaeleGiovinazzo, il Direttore del Museo Nazionale Ar-

cheologico Domenico Marino.«Ho mantenuto l’impegno – ha spiegato il capi-

tano Giovinazzo, protagonista delle indagini che han-no portato al recupero del bronzetto magnogreco –avevo promesso che entro Natale l’avrei portatoa Crotone».

«Il tempo di un restauro nei nostri laboratori –ha confermato la soprintendente Bonomi – e saràesposto in città per le festività di fine anno».

Per il procuratore Mazzotta, responsabile di im-portanti inchieste giudiziarie contro la criminalitàmafiosa e i reati ambientali, è stata l’occasione pro-pizia per ricordare: «Crotone è anche questo: unarealtà splendida dalla storia millenaria che l’hadotata di beni culturali di grandissimo valore».

L’askos raffigura una sirena, ma nel senso greco:una divinità dell’oltretomba, con il corpo di uccelloe la testa di fanciulla. Il melograno e il flauto di Pan(syrinx) che questa sirena ha nelle mani indicano l’usofunerario dell’oggetto, probabilmente un contenito-re di oli profumati.

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Voci dal Sud 21 Anno V° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

ROMA - «Basta con le molestie amministrati-ve. La pubblica amministrazione non deve piùmolestare i cittadini».

Dopo molti tentativi lodevoli ma inefficaci, questavolta l’attacco al mastodonte burocratico viene dalministro della Funzione pubblica Renato Brunetta,che ieri ha presentato al Consiglio dei Ministri un di-segno di legge collegato alla Finanziaria (e che quindicon la finanziaria dovrebbe essere approvato) che in-troduce una serie di novità nella pubblica amministra-zione: dalla pagella elettronica fino alla digitalizzazionedegli atti giudiziari, passando per il giuramento del di-pendente.

«In fondo, se volete - ha detto lo stesso Ministro -è acqua fresca, ma dalla parte dei cittadini».

Anche il Ministro dell’Istruzione MariastellaGelmini ieri ha varato un importante provvedimentosugli Enti di Ricerca e il cui senso è la valorizzazionedella meritocrazia e la distribuzione dei fondi a secon-da dei risultati.

Tra le principali novità introdotte dal governo, quel-la del «giuramento del dipendente» è la piùeclatante: al momento dell’assunzione tutti i dipendenti,pena il licenziamento, dovranno prestare il giuramen-to di fedeltà alla Repubblica.

«Chi non lo farà - ha detto Brunetta - sarà licen-ziato».

L’altro grande fronte di guerra è quella alla carta (ealla sua archiviazione), per cui entro il 2012 tutte leprescrizioni farmaceutiche e specialistiche sarannoscritte su un supporto elettronico, fermo restando ildiritto del cittadino a ottenere copia cartacea.

Anche le cartelle cliniche saranno conservate esclu-sivamente in forma digitale.

Allo stesso modo, molte procedure saranno snelli-te: per esempio sarà possibile cambiare residenza pervie telematiche, senza la presenza fisica dell’interes-sato.

La carta d’identità sarà rilasciata a coloro che han-

Anagrafe e scuola passanoal digitale

Addio alla carta! Lo Stato risparmia 30 milioni di Euro l’anno

RAFFAELLO MASCI - La Stampawww.vivicentro.org

no compiuto 10 anni anziché 15.Anche gli atti giudiziari saranno digitalizzati.Il codice fiscale sarà attribuito d’ufficio anche ai

cittadini residenti all’estero.Per quanto riguarda l’istruzione, a partire dall’anno

accademico 2012-2013 le scuole redigeranno la pa-gella in formato elettronico, eliminando i costi dellepagelle cartacee.

Similmente sarà possibile fare on line le iscrizioniall’università, dove anche gli esami sarannoinformatizzati.

Risparmi stimati: 7 milioni di euro già dal primo anno,30 a regime.

La riforma degli enti di ricerca prevede che il Cnr(che è il più grande) e gli altri 11 enti dovranno adotta-re «strutture più snelle, maggiori rapporti con il mon-do produttivo e nomine lontane da logiche politiche».

Come per l’Università, una parte delle risorse saràdistribuita sulla base di criteri meritocratici.

Per il primo anno il 7% dei fondi sarà destinato alfinanziamento di progetti speciali.

Questa quota potrà aumentare nei prossimi anni.Si introducono, inoltre, nuovi strumenti di finanzia-

mento e partecipazione al capitale di rischio, ancheper reperire risorse dai privati.

Inoltre si riduce il numero dei componenti dei Con-sigli di Amministrazione: 5 membri per gli enti princi-pali (Asi, Cnr, Infn, Inaf e Ingv) e 3 per tutti gli altri.

Per frenare la fuga dei cervelli, infine, gli enti diricerca potranno assumere ricercatori italiani o stra-nieri che hanno conseguito risultati eccezionali nei ri-spettivi ambiti disciplinari.

L’assunzione sarà per chiamata diretta e non potràsuperare il 3% del personale.

Nuove Leggi & Innovazioni

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Voci dal Sud 22 AnnoV° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

ROMA - Entra in vigore la Legge Brunetta che riforma laPubblica Amministrazione e che è stata pubblicata sullaGazzetta Ufficiale a fine ottobre.

Le nuove, norme annunciate da tempo, diventano oraoperative a tutti gli effetti e riguardano 3,5 milioni di lavo-ratori.

È «la più grande riforma della legislatura», la definiscelo stesso Ministro della Pubblica Amministrazione, è il «ba-stone in mano al cittadino», aggiunge, e avverte: «Lostandard diventa esigibile» e «se il cittadino non ricevequel bene o quel servizio secondo lo standard, può direal funzionario “io ti faccio un mazzo così”».

Molte le novità in arrivo: più produttività, merito e tra-sparenza, ma anche lotta ai fannulloni i quali, a secondodella gravità del caso, andranno incontro a sanzioni, purepenali, taglio dello stipendio e licenziamenti.

Previsto un forte impulso alla mobilità, obbligatoria senecessario, una nuova Authority per la valutazione delleperformance e una sorta di pagella dei dipendenti.

Un portale, che sarà presentato domani (n.d.r.: 16 no-vembre) a palazzo Chigi, conterrà tutte le fasi diimplementazione della riforma.

Previsti incentivi economici e di carriera per i meritevoli.Non più di un quarto dei dipendenti di ogni amministra-

zione potrà beneficiare del trattamento accessorio nellamisura massima prevista dal contratto, non più della metàpotrà goderne in misura ridotta del 50%.

Chi non lo merita, invece, non prenderà nulla.Il dipendente che si è collocato nella fascia di merito alta

concorre per il bonus annuale assegnato alle performanceeccellenti.

Falsi certificati medici.Sanzioni anche penali (fino a 5 anni di carcere e una

multa fino a 1.600 euro) sono previste, in caso di falsi cer-tificati medici, nei confronti del dipendente.

Per questi, poi, scatta il licenziamento con l’obbligo delrisarcimento del danno.

Anche il medico eventualmente corresponsabile saràradiato dall’albo e licenziato.

Tra le fattispecie individuate per il licenziamento ci sonoil ripetersi di assenze ingiustificate, il rifiuto senza motividel trasferimento, la presentazione di documenti falsi perl’assunzione o per essere promossi.

Fannul loni addio!Con la riforma nella Pubblica Amministrazione non c’è scampo per i dipendenti

fannulloni - Un vantaggio oltre che per i cittadini anche per gli stessi colleghi chesvologono il lavoro seriamente

Entra in vigore la legge Brunetta pubblicata su laGazzetta Ufficiale a fine ottobre

Arturo PortentinoGazzetta del Sud

Ma anche: comportamenti aggressivi e molesti e con-danna per reati contro la pubblica amministrazione e il pro-lungato rendimento insufficiente.

Dirigenti più responsabili.A loro il compito di valutare la performance di ciascun

dipendente.Saranno sanzionati se non svolgeranno efficacemente il

proprio lavoro.Per i nuovi dirigenti, fissati sei mesi di formazione al-

l’estero.Arrivano anche nuove procedure di accesso alla diri-

genza per concorso per titoli ed esami indetto dalle singo-le amministrazioni.

Mobilità anche obbligatoria.Se necessario i dipendenti dovranno spostarsi dove è

più necessario anche se non sono d’accordo.Authority per valutazione, pagella dei dipendenti.Nasce un’Autorità per rafforzare la valutazione e la tra-

sparenza nelle Amministrazioni.Ogni anno la commissione predisporrà una graduatoria

di performance delle singole amministrazioni in base a cuila contrattazione ripartirà le risorse.

«È arrivato il momento di staccare la flebo e di passa-re alle vitamine»: ha usato una metafora sanitaria il Mini-stro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, percommentare l’aumento del Pil nel terzo trimestre.

«È il primo trimestre con segno positivo – ha spiegatoieri a Verona – certo una rondine non fa primavera mavuol dire che è finita la crisi.

Per avere la certificazione che siamo in fase positivaci vorranno ancora due o tre trimestri con segno più.

Veniamo da cinque trimestri con segno meno. Questocon segno più ha un grande significato di svolta».

Il ministro Brunetta si dice ottimista sul quarto trimestre(«sarà il secondo positivo») e si aspetta un finale d’anno,che «darà un’eredità di accelerazione per il 2010 sopral’1%».

Gli indicatori Ocse ci danno come Paese che ha la piùveloce uscita dalla crisi: ci sono tutte le condizioni macroeconomiche positive per la ripresa.

Il momento economico – ha sintetizzato Brunetta – èmigliore di quello politico: la politica è in confusione».

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Voci dal Sud 23 Anno V° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

Nuove Leggi & Innovazioni

ROMA - Dopo ospedali, scuole, autobus, cinema, teatri,discoteche e ristoranti, fra poco sulle spalle dei fumatoripotrebbe pesare un altro divieto: fumare mentre si è alvolante.

La nuova proposta anti-fumo su “guidatori no smoking”,che sembra essere appoggiata da tutti i partiti, si ponesolamente alla fine della lunga lista di divieti che i fumatoriitaliani hanno imparato a rispettare.

La proposta di legge è del Senatore leghista PiergiorgioStiffoni e prevede una multa di 250 euro (raddoppiata senel veicolo ci sono minori) e il taglio di 5 punti della paten-te.

Nel corso degli anni sono state numerose le iniziativeper indurre a smettere di fumare: nella legislatura italiana laprima legge risale addirittura al 1975, con il divieto di fumare negli ospedali, nella aule, sui mezzi di trasporto pubblico,cinema e teatri.

La linea dura è partita con l’arrivo del nuovo millennio: dopo che nel 2002 erano state introdotte le scritte choc” suipacchetti di sigarette, dall’11 dicembre dal 2004 il veto è stato esteso a tutti i treni Eurostar e Intercity di Trenitalia per poidiventare definitivamente obbligatorio in tutti i locali pubblici, con particolare riguardo per alberghi, ristoranti, bar edesercizio di pubblico ristoro in genere, dal 10 gennaio del 2005.

Nonostante tutto questo però l’Italia nella panoramica europea dell’abolizione del fumo nei locali pubblici si posizio-na, dopo Irlanda e Norvegia, solo al terzo posto.

La vita dura e impervia per i fumatori però oramai si è estesa a tutta Europa dopo che anche i Paesi più indulgenti hannoseguito le orme degli altri.

Così in Inghilterra, dopo un appassionato dibattito tra laburisti, conservatori e liberal democratici, l’aria pulita èarrivata nei pub inglesi dal 2007 mentre per i famosi bistrot francesi, dopo 30 anni di lotta al tabacco, si è dovuto attenderel’annuncio dell’allora primo ministro Dominique de Villepin con la successiva attuazione delle norme anti fumo in vigoredal primo gennaio del 2008.

Una strada difficile quindi per i fumatori che, nel nostro Paese, con il nuovo provvedimento si vedrebbero costretti arinunciare ad un altro “spazio vitale”: la propria automobile, pena una multa di 250 euro.

Questo ulteriore passo, oltre a promuovere una migliore sicurezza stradale, andrebbe anche a sottolineare nuovamen-te l’esigenza della tutela dei non fumatori che, come spesso succede ai bambini, inalano il fumo passivo durante il tragittoin automobile.

Il tema, già affrontato nel dibattito politico, era stato riportato anche da uno studio australiano nel 2007 che, basandosisu test respiratori condotti su circa 1500 giovani di 14 anni, aveva sottolineato proprio come il fumo passivo in automo-bile abbia un effetto molto più devastante sulla salute respiratoria rispetto allo stesso inalato dentro casa.

Un segnale di attenzione molto importante da Governo e Parlamento sulla sicurezza stradale.“Il fumo in auto, infatti, distrae il conducente come l’uso del telefonino e le distrazioni alla guida sono la seconda

causa di incidente stradale”, così asserisce il presidente dell’Aci, Enrico Gelpi.Gli risponde, a distanza, lo scrittore e accanito fumatore Andrea Camilleri: «Le belle donne e gli uomini belli non

devono circolare perché possono essere occasione di distrazione per gli automobilisti, è il suo commento sarcastico,tutto può essere occasione di distrazione – prosegue lo scrittore –, ma questa del fumo mi sembra una persecuzionevessatoria. La legge sul fumo contiene numerosi aspetti giusti – prosegue ancora Camilleri – ad esempio il divieto difumare nei locali pubblici. Vietare di fumare a chi guida è per me il peggio di un estremismo, un assurdo e unsopruso». Lo scrittore, che premette di non avere la patente e quindi di non essere direttamente coinvolto dal nuovoprovvedimento, sottolinea che «l’Italia sta seguendo l’estremismo statunitense dove è vietato persino fumare in casa,e opera un distinguo: se un automobilista si accende una sigaretta con un fiammifero impiega un certo periodo ditempo, se lo fa con un accendino impiega un periodo di tempo minore, quindi occorrerebbe considerare anche questiaspetti per fumare in auto. Certo – prosegue ironicamente – anche io quando ho un forte raffreddore e mi capita distarnutire 14 volte consecutivamente costituisco un rischio per i passanti. Finché si legifera nell’ambito dellaragionevolezza è un bene per tutti, ma qui – conclude Camilleri – siamo allo sragionamento basato su statistichecampate in aria».

«Divieto di fumo in auto» propostaleghista appoggiata da tutti i partiti

Lo scrittore Camilleri osserva argutamente : “... allora non devono circolareneppure le belle donne che costituiscono distrazione”!

Gazzetta del Sud

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Voci dal Sud 24 AnnoV° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

Nuove Leggi & Innovazioni

Anche la Legge ormai proteggegli amanti degli animali

Ormai non è più raro come un tempovedere agli angoli dei marciapiedi, cio-tole e piattini di carta, ad indicare che lazona è gattizzata.

La storia che segue cerca di indiriz-zare tutti i gattari cosentini ( n.d.r. : enon solo cosentini) nel migliore deimodi.

C’era una volta una ragazza che hadeciso di cambiare casa.

Sotto c’era una gatta bianca a poisneri dalla voce acuta e dagli occhi ver-dissimi che era gravida di 5 mici che benpresto sarebbero venuti alla luce.

Dalle voci dei condomini, pare che lagattina fosse alla sua ennesima gravi-danza, ma nessun micino era maisopravvissuto.

La gatta ha deciso di partorire nel giardino incoltosotto casa della ragazza, che, da quel momento, hapassato le giornate a guardare la meraviglia di queicuccioli bianchi e neri che cercavano con furore lemammelle della mamma.

Quando i gatti hanno iniziato a camminare, con tut-ta la pazienza del mondo, la ragazza ha iniziato a farriconoscere la propria voce e dopo un po’, senza al-cuna forzatura, i gattini hanno iniziato a fidarsi.

Uno di loro purtroppo, il più debole, dopo una fred-da giornata primaverile, si è raffreddato al punto danon sopravvivere.

La ragazza a quel punto ha deciso di prendersi curaufficialmente di quella che alla fine è diventata unavera e propria colonia, temendo che un altro di loronon potesse farcela, ed ha deciso di portarli dal vete-rinario affinché stabilisse se fossero in salute ed in-tervenisse nel caso di malattia.

I 4 cuccioli sono diventati dei gatti bellissimi.E la cosa più bella è che vivono per le coccole della

loro amica gattara.Nonostante abbiano fame, quando lei gli scende la

pappa, preferiscono litigare fra loro per avere la pri-ma carezza.

Al mattino, quando lei scende per andare al lavoro,l’accompagnano fino alla macchina e compìti, aspet-tano che l’auto non sia più visibile per iniziare la loronaturale gatto-giornata.

Quando lei rientra da lavoro, riconoscono il rumoredella macchina e le corrono incontro con la coda sem-pre alzata, facendole scordare in un solo istante tutti iproblemi lavorativi affrontati fino a quel momento…

Antonella Mangano - Calabria Ora

Sono assolutamente selettivi, gradiscono le coccolealtrui, ma fanno delle preferenze, tutto il vicinato, or-mai, dà loro da mangiare, ma quella per loro è solo unamerenda, la pappa vera e propria arriva solo dalla loroamica esclusiva.

Sono riusciti ad educare alla vita animale tutti i bim-bi del vicinato, che ormai hanno l’abitudine di giocarecon loro una volta terminati i compiti, e che, e questo ècerto, cresceranno con una sensibilità verso il loromondo sicuramente più spiccata rispetto agli altri coe-tanei.

Proprio per questo, anche i genitori meno propensi,si sono ammorbiditi, e non è raro che qualche voltaanche loro aggiungano qualcosina nella ciotola.

A differenza di altri, la ragazza è stata fortunata,poiché ha avuto molta solidarietà, purtroppo non è sem-pre così, molti altri gattari devono fare i conti convicini incivili che inventano leggi secondo le quali nonsi possa dar da mangiare ai randagi, quando invece lalegge negli anni, è sempre più a favore degli animalisti.

Questa storia termina con la ragazza che, tramiterichiesta al proprio comune di residenza, diventa tutorufficiale dei piccoli amici, grazie a ciò le verrà ricono-sciuto il diritto di avere un veterinario che li curi senzache lei metta mano ai suoi magri risparmi.

Oltre gli onori, anche gli oneri, la ragazza s’impegnaufficialmente ad avere cura dei gatti e dello spazioche occupano, affinché non sia mai sporco … ma sisa, i gatti sono talmente puliti … da non costituire unapreoccupazione!

Per tutti i gattari, insomma, sappiate che nonsiete poi tanto soli e la legge vi tutela!

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Voci dal Sud 25 Anno V° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

I Gra nd i Miste r i

ROMA - Ventisei anni dopo c’è un indagato e la possibi-lità concreta di acchiappare uno dei rapitori di EmanuelaOrlandi. «Mario», l’uomo che telefonò rac-contando di aver incontrato una ragazzache si faceva chiamare Barbara e che si eraallontanata volontariamente, è un personag-gio noto alle forze dell’ordine per la suaappartenenza alla banda della Magliana.Emanuela Orlandi, figlia di un dipendentevaticano, non ha ancora avuto giustizia maforse si scorge un filo di luce nel buio cala-to dal giorno della scomparsa, il 22 giugnodell’83. Nel mezzo, anni di depistaggi e illu-sioni che hanno stremato la famiglia senzaportare a nulla. Nella storia sono comparsie scomparsi i Lupi grigi, Alì Agca, l’attenta-tore del Papa, i servizi deviati fino all’ultimoepisodio, nel 2001, quando fu ritrovato unteschio nei pressi del Vaticano e si temettepotesse essere lei.

La traccia attuale sembra più corposa erisale a poco più di un anno fa quando nellavicenda ha fatto irruzione il nome di EnricoDe Pedis, detto Renatino, e dei suoi com-pari criminali della banda della Magliana.Oggi, come un anno fa, è l’ex compagna diRenatino a vuotare il sacco e a rimettereinsieme i particolari, con una premessa agghiacciante: «Ema-nuela è morta». A parlare è Sabrina Minardi, compagna perun certo periodo di De Pedis, ex moglie dell’ex calciatoredella Lazio, Bruno Giordano.

La Minardi che ha avuto a lungo problemi ditossicodipendenza, vive in una comunità di recupero delnord Italia. Ma sa. Nel marzo del 2008 cominciò a racconta-re di Emanuela, dello scantinato grande come un paesedove fu segregata, del suo corpo ficcato in un sacco egettato in una betoniera a Torvajanica. In un altro sacco, hadetto, c’erano i resti di una seconda persona. È stata lei ariconoscere la voce di quel «Mario» che aveva preso con-tatti con la famiglia Orlandi. Sei giorni dopo il rapimentoaveva riferito un presunto sfogo della ragazza: «Loro losanno che me ne sono andata perché ho una vita piatta,troppo comune». Ipotesi irrealistica per i familiari.

Adesso «Mario» potrebbe essere messo sotto torchio

Emanuela Orlandi è morta!Dopo 26 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi in cui sono apparse e svanite

false piste ed improbabili personaggi, spunta un testimone e la Procura indagaper sequestro di persona e omicidio volontario - Sarà vero questa volta?

Identificato “Mario”, l’uomo che apparteneva alla banda della Magliana e chetelefonò dopo una settimana

Silvia MastrantonioGazzetta del Sud

e, secondo indiscrezioni, sarebbe stato individuato ancheuno dei rapitori. Dopo Mario ci fu anche un Pierluigi a tele-fonare fornendo dettagli credibili. Nulla si è saputo di lui.

L’ultima ricostruzione avrebbe collegato la scomparsa diEmanuela con una faida tutta interna al Vaticano che avreb-be avuto in monsignor Marcinkus, signore incontrastatodello Ior, il proprio cardine. Secondo la Minardi, Marcinkusavrebbe avuto frequentazioni regolari con De Pedis e lastessa testimone avrebbe accompagnato Emanuela dalGianicolo fino nei pressi del Vaticano per consegnarla alprelato.

Anche Marcinkus ora è morto, come è morto De Pedis,assassinato e poi sepolto (non è roba da tutti) dentro lachiesa romana di Sant’Apollinare. Un pentito della banda,tempo fa, aveva invitato ad andare a controllare dentro latomba del capo della cosca ma il Vicariato non ha mai con-sentito l’esumazione. Il procuratore aggiunto GiancarloCapaldo e il pm Simona Maisto ritengono la Minardi «cre-dibile» e indagano per sequestro di persona e omicidiovolontario.

In questi giorni Roma è ritappezzata di manifesti di EmanuelaOrlandi misteriosamente scomparsa 26 anni addietro all’età di 15

anni. L’iniziativa è della Associazione Penelope-Lazio che sioccupa di persone scomparse

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Voci dal Sud 26 AnnoV° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

I Gra nd i Miste r i

E’ iniziato questa mattina, in Corte d’Assise neltribunale di Cosenza, il secondo processo per lamorte della studentessa diciannovenne RobertaLanzino, di Rende, violentata ed uccisa il 26 lugliodel 1988 sulla strada che da Falconara Albaneseporta verso San Lucido, sul tirreno cosentino.

La giovane stava raggiungendo la famiglia al mare,quando, pare seguita da un’auto e poi fermata, fuaggredita, violentata ed uccisa atrocemente, con untaglio alla gola.

Già nell’immediatezza del fatto ci fu un procedi-mento che vide imputati tre pastori del luogo, poiassolti.

Adesso imputato della morte della giovane è Fran-cesco Sansone, 47 anni, oggi presente in aula, giàdetenuto perchè condannato a 30 anni di reclusioneper due omicidi compiuti nel 1989 e nel 1990.

Sansone, secondo l’accusa, sarebbe stato l’ese-cutore materiale dell’omicidio e sarebbe responsa-bile anche dell’omicidio e dell’occultamento del ca-davere di Luigi Carbone, il suo presunto complicenell’assassinio di Roberta Lanzino, e che avrebbeucciso aiutato da suo padre Alfredo e da suo fratel-lo Remo.

Questi ultimi sono a loro volta imputati nel pro-cesso, che si occupa anche della morte di Carbone.

Sansone è stato già condannato anche per averucciso la sua ex fidanzata, Rosaria Genovese, cheavrebbe all’epoca fatto rivelazioni importanti sulcaso.

La seduta di oggi, alla quale erano presenti la mam-ma e il padre di Roberta, Matilde e Franco, e anchela sorella Marilena, è servita per la costituzione delleparti.

La Presidente della corte, il giudice Antonia Gal-lo, si è riservata di decidere sulla costituzione di par-te civile della Provincia di Cosenza e ha rigettatoinvece quella della Fondazione e del Centro «Ro-berta Lanzino», perchè fondati a seguito del fatto disangue e non preesistenti, come vuole la norma dilegge.

Pm nel procedimento è il magistrato RobertaCarotenuto, ma la famiglia Lanzino ha presentato

E’ ancora mistero sulla morte di Roberta Lanzino

Iniziato a Cosenza il secondoprocesso per la morte di

Roberta LanzinoRoberta Lanzino di Rende, è stata violentata ed uccisa sulla strada che da

Falconara Albanese porta verso San LucidoIl Quotidiano

istanza perchè l’accusa nel processo sia sostenutacomunque dal PM Eugenio Facciolla, che ha segui-to il caso ma che è stato trasferito alla DDA diCatanzaro.

Per Enzo Belvedere, legale di Sansone, è da con-testare la riapertura delle indagini, chiesta dal PMdell’epoca Domenico Fiordalisi, in quanto i repertidel caso sono andati distrutti o smarriti.

«Non vogliamo la pietà di nessuno. Voglianosolo quella giustizia che aspettiamo da 21 anni»,ha detto il padre di Roberta Lanzino alla fine del-l’udienza che è stata rinviata al prossimo 16 febbra-io.

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Voci dal Sud 27 Anno V° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

“La tomba di ghiaccio”Steve Berry nel suo libro tenta di far luce su quel terribile mistero

sotto l’Antartide in cui perì anche suo Padre

Sandro SartiGazzetta del Sud

È’ nelle librerie un bel volume che coniuga avventura e mistero e che s’intitola “La tomba di ghiaccio” di

Steve Berry nella traduzione di Elisa Villa per la

Nord editrice (pagg. 560) .

Il protagonista è Cotton Malone, da sempre con-

vinto che suo padre, il comandante Forrest Malone,

fosse morto in un incidente avvenuto nel 1971 a

bordo del Blazek, un sottomarino nucleare di pat-

tuglia nel Nord Atlantico. Ma quando Stephanie

Nelle, il suo ex capo al dipartimento di Giustizia, gli

procura il riservatissimo dossier sull’amato papà,

la verità che emerge è sconcertante: il sottomarino

era impegnato in una missione segreta sotto i ghiacci antartici e la fine dell’equipaggio è tuttora avvolta nel

mistero.

Un mistero che Malone non è l’unico a voler risolvere. La rotta del Balzek, infatti, era stata stabilita

seguendo le criptiche indicazioni contenute in un manoscritto trovato all’interno della tomba di Carlo Magno,

lo stesso manoscritto che aveva spinto alcuni ufficiali nazisti a mettersi sulle tracce di una civiltà perduta e

depositaria di conoscenze straordinarie.

Quindi la marina Usa non solo ha organizzato, nel tempo, varie operazioni top secret per realizzare un

progetto nazista, ma ancora oggi l’ambizioso ammiraglio Langford Ramsey intende impedire con ogni

mezzo - lecito e illecito - che quella ricerca riprenda.

Così, seguendo indizi che lo porteranno da un’antica cattedrale tedesca alle rovine di una fortezza

francese, dal Pentagono sino all’Antartide, Malone dovrà affrontare la sua missione più pericolosa, de-

streggiandosi fra traditori, bugiardi e assassini. Perché stavolta la posta in gioco non è soltanto la sua vita,

ma anche l’onore del proprio Paese e di suo Padre.

I Gra nd i Miste r i

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Voci dal Sud 28 AnnoV° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

M e d i c i n a

TUSA (Messina) - In un momento in cui gli ospedalisiciliani sono costretti a far quadrare i conti, i cervellinostrani – perché in Sicilia ce ne sono tanti – vannoall’estero e fanno la fortuna, in termini economici, diospedali d’Oltralpe!

È il caso di un messinese, originario di Tusa, ultimopaese della provincia peloritana, prima che inizi quellapalermitana.

Si chiama Antonio Longo, ha 56 anni e alle spalle unasplendida carriera universitaria e una laurea conseguitaa Palermo, la città che gli avrebbe voltato le spalle.

Sposato con un’insegnante, Carmen Longo (sono lon-tani parenti, n.d.r.) ha due figli, Francesco e Giuseppe,di 14 e 13 anni.

In veste di chirurgo è stato chiamato a dirigere sin dal1999 il Department of Coloproctology and pelvic diseasesall’ospedale St. Elisabeth di Vienna (Austria), unicoospedale europeo con tale specializzazione.

A tutt’oggi svolge attività pratica, di ricerca e d’inse-gnamento presso lo stesso ospedale, oltre ad assolverea una serie di gravosi impegni quali convegni che loportano a stretto contatto con luminari della medicina.

Nel 1998 mette a punto una nuova tecnica per la curadelle emorroidi, brevettando “gli strumenti necessari”.

«L’invidia di colleghi soprattutto – come lui stessola definisce anche se di questo argomento preferirebbenon parlare – e la mancata lungimiranza delle struttu-re dell’Isola di non avergli voluto acquistare gli stru-menti necessari per gli interventi operatori, mi sonosentito boicottato ed osteggiato non solo a Palermo».

Perciò lascia l’Italia!«Non mi compravano nemmeno le suturatrici – dice

al telefono, raggiunto a Vienna, senza risentimento al-cuno che traspare dalla sua voce ferma come solo unsiciliano sa imprimere in un discorso – strumenti neces-sari da me brevettati e indispensabili per la cura delleemorroidi e della stitichezza applicati ad una nuovametodologia d’intervento».

Meno di 500 mila lire del tempo, eppure si lesinava ilnecessario.

Nel 2006 mette a punto un altro tipo d’intervento peril carcinoma del retto.

Il “contour 40”, costo appena 600 euro, apporta unsignificativo miglioramento nelle resezioni rettali bassee ultra basse per i tumori.

Con amarezza va all’Estero.Il Paese d’origine lo ignora sino al 2005, ma già prima

la Società francese di chirurgia dal 1996 al 2001 lo avevaannoverato tra i suoi membri.

Oggi è onore e gloria del Centro ospedaliero austria-co!

Medico costretto ad emigrare dalla Sicilia fa la fortuna dell’ospedale di Vienna

Originario di Tusa autore di numerosi brevetti e di tecnicheinnovative nella chirurgia del retto

Con lui gli interventi presso l’Ospedale austriaco sono passati da500 a 3500 all’anno - Molti i pazienti italiani

Enzo Lo IaconoGazzetta del Sud

Il considerevole aumento d’interventi, passati da 500all’anno a ben 3.500, è merito esclusivamente suo.

Non mancano gli italiani che si recano in Austria persottoporsi alle sue tecniche non invasive. Chi preferiscerestare “a casa” opera solo in strutture private.

«Gira tutto il mondo», dice l’anziana Madre 81enne,Pasqua Serruto, che mantiene un ricordo costante delfiglio. «Molto bravo da piccolo, bravissimo da studen-te».

In un primo momento la madre ci scambia per pazienti:«Chiami lo studio – ci invita – dove ci sono quattrosegretarie», lo dice con il tipico “orgoglio di madre”.

Il padre Francesco Paolo, classe 1918, morì ad 85 anni.Gestiva l’unica edicola del paese dove «arrivava con

la corriera anche Gazzetta del Sud», ricorda la mamma.A Tusa vive una sorella, Mimma, di 61 anni, e nel fine

settimana fa ritorno il fratello più piccolo, Arcangelo, 48anni, noto sindacalista.

Antonio Longo il suo impegno l’ha profuso anche inpolitica, quando il paese era feudo democristiano.

«Nella sede del partito, a Messina, mi dicevano –sono parole sue – che ero un Dc spurio».

Prima vicesindaco, braccio destro del prof. GiuseppeCampo e poi sindaco, per uno scambio consensuale dicariche tra i due, dal giugno 1993 al maggio ’94.

La politica come vocazione? Forse è da escludere.Semplicemente un trattino d’unione per tornare a Tusa.

In località Acquafico sfrutta un piccolo bacino perl’irrigazione dei campi. L’ultima volta s’è visto a Tusaper un lutto: la morte di un cugino.

C’è chi lo ricorda come «un compagno di vita con cuiho spartito spensieratezza sin dall’asilo e poi l’impe-gno universitario, condividendo la stanza in affitto».

È la testimonianza del dott. Pietro Macaione, respon-sabile dell’Unità semplice di Otorinolaringoiatria al-l’ospedale di Mistretta.

«Ricordi splendidi – aggiunge – poi Antonio s’èprofuso alla ricerca di quegli spazi che la sua terranon ha saputo offrirgli».

Longo, autore di 85 pubblicazioni scientifiche, ha bre-vettato 15 strumenti chirurgici.

Nel 1993 rivoluziona le concezioni e la terapia delleemorroidi affermando il principio che «la patologiaemorroidaria è sempre secondaria al prolasso; ilprolasso si origina dalla mucosa rettale e tutti i sinto-mi della malattia emorroidaria sono causati dalprolasso».

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Voci dal Sud 29 Anno V° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

M e d i c i n a

Aumenta il numero di batteri resistenti agli antibiotici mettendo in pericolo la salute delle persone e la possibilità dieseguire interventi medici.

L’abuso di antibiotici: un pericolo sempre maggiore. Gli antibiotici sono stata una bella scoperta, e da quel momentoin poi sono stati utilizzati sempre più e la loro diffusione non ha subito rallentamenti.

Ora, però, tutto questo potrebbe ritorcersi contro di noi; infatti l’uso eccessivo di queste sostanze ha creato unsempre maggiore numero di batteri resistenti minacciando la salute delle persone e molti trattamenti medici vitali come lecure intensive per i neonati prematuri, la sostituzione dell’anca, le terapie anticancro e altri ancora.

L’allarme arriva dagli scienziati dell’European Centre for Disease Prevention and Control’s (ECDC) di Stoccolma inSvezia.

La dr.ssa Dominique Monnet a tale proposito ha dichiarato che «tutto il mondo della medicina moderna è inpericolo, poiché i batteri sono diventati resistenti agli antibiotici, rendendo inutili i farmaci.

Se questa ondata di resistenza agli antibiotici non sarà evitata, non saremo più in grado di fare trapianti diorgani, anca, chemioterapia, terapia intensiva e di assistenza neonatale per i neonati prematuri».

I batteri farmaco-resistenti sono divenuti un grande problema in tutto il mondo, in particolare negli ospedali chediventano così un ricettacolo di malattie pronte ad aggredire i più deboli.

Ogni anno si contano circa 400mila infezioni che causano la morte di 25.000 persone solo in Europa. Con una media di2,5 milioni di giorni di ricovero in ospedale che, tra gli altri, causa un enorme costo sanitario.

Per cercare di arginare il problema, l’ECDC sta progettando una campagna di “presa di coscienza” sugli antibiotici perinvitare i medici a interrompere la prescrizione eccessiva di antibiotici.

Un sondaggio condotto dall’ECDC ha messo in luce che il 60% delle persone non sa che gli antibiotici sono inutili incaso d’influenza o raffreddore, in quanto questi sono causati da virus e non da batteri.

L’abuso di antibiotici:un pericolo sempre maggiore

La Stampa - Source: Reuters Health.www.vivicentro.org

Uno studio condotto dai ricercatori della School of Medicine presso l’Università della California a Los Angeles(UCLA) sostiene che una sostanza contenuta nel fagiolo bianco è in grado di controllare l’Indice Glicemico (IG) influen-zato dai carboidrati; nella fattispecie, del pane bianco.

L’IG misura quanto tempo ci mettono alcuni alimenti a favorire il rilascio di carboidrati nel corpo, i quali fannoaumentare il livello di glucosio nel sangue.

Alimenti considerati ad alto IG provocano l’aumento di zuccheri nel sangue molto rapidamente. Al contrario, alimentia basso IG richiedono maggiore tempo per essere digeriti e rilasciare zuccheri nel sangue, in più infondono una maggioresensazione di sazietà.

Nello studio in questione, i ricercatori hanno sottoposto a test 13 volontari sani di età compresa tra i 24 e i 44 anni il cuiIndice di Massa Corporea (BMI) era compreso tra 18 e 25 (kg/m2).

Tutti i partecipanti non avevano mai sofferto né soffrivano di disturbi alimentari, malattie gastrointestinali, diabete oaltri disturbi endocrinologici.

I partecipanti sono stati suddivisi a caso in due gruppi e sono stati invitati ad assumere 50 g di pane bianco, con burro,da solo o insieme a l’estratto di fagiolo bianco in capsule o in polvere.

L’integratore è stato somministrato in tre dosi: 1.500 mg, 2.000 mg e 3.000 mg sia sottoforma di capsule che in polveremischiata al burro da spalmare sul pane.

Le analisi condotte hanno permesso di scoprire che questa sostanza – che i ricercatori per questo studio hannodenominato Phase 2 – inibisce l’enzima digestivo alfa-amilasi, che viene secreto dal pancreas e nella saliva ed è ilresponsabile della scomposizione degli amidi in zuccheri.

A motivo di ciò e «dal momento che l’IG è una funzione del tasso di assorbimento del glucosio nell’intestino,l’inibizione della alfa-amilasi può provocare l’abbassamento del GI hanno suggerito i ricercatori.

I migliori risultati si sono ottenuti con la formulazione in polvere nella dose da 3.000 mg, mentre la formulazione incapsule in tutte e tre le dosi non ha sortito effetti significativi.

Il fatto che le capsule non abbiano dato risultati degni di nota può essere dovuto a una ridotta biodisponibilitàprovocata dal tempo richiesto dalla capsula per sciogliersi, ipotizzano gli scienziati, i quali sottolineano che questirisultati meritano lo svolgimento di ulteriori ricerche per determinare se l’integratore Phase 2 possa intervenire efficace-mente anche con altri tipi di alimenti IG come pasta o riso.

I fagioli bianchiper abbassare l’Indice Glicemico

La Stampa - www.vivicentro.org

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Voci dal Sud 30 AnnoV° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

M e d i c i n a

L’aceto non è solo un ingrediente di molti gustosi piatti, ma è anche un noto blando antibatterico utile in diversesituazioni.

Quello che ancora non proprio tutti sapevano è che può aiutare a tenere sotto controllo il livello degli zuccheri nelsangue e la risposta glicemica, anche se uno studio del 2004 condotto negli Usa dall’American Diabetes Association(ADA) ne aveva già suggerito un’applicazione in questo senso.

Sì, basta una goccia di questo derivato del vino aggiunta al proprio pasto per ridurre la risposta glicemica, in partico-lare nelle persone che consumano una dieta ricca di carboidrati – come gli italiani – con o senza diabete.

Un vantaggio di cui possono godere tutti, ma che è specialmente utile per coloro che soffrono di diabete.Di questo nuovo studio, ne ha parlato recentemente il New York Times ed è stato condotto da ricercatori greci e

italiani.Lo studio italiano ha coinvolto un gruppo di volontari sani che sono stati invitati a consumare 4 cucchiaini di aceto

bianco semplicemente aggiungendolo alle insalate.Il consumo dell’insalata è stato accompagnato da due sottili fette di pane bianco.Dalle analisi è risultato una riduzione del 30% della risposta glicemica, cioè un minore aumento dei livelli di zucchero

nel sangue.Questo non significa che i diabetici possano mangiare tutto quello che vogliono solo perché aggiungono un po’ di

aceto alla dieta, avvertono i ricercatori, ma è bene che si tengano comunque sotto controllo e seguano le indicazionidietetiche del proprio medico.

Chi volesse comunque aggiungere l’aceto alla propria dieta può farlo, e questo può essere un modo in più per aiutarea mantenere adeguati livelli di zuccheri nel sangue.

I ricercatori concludono che, a prescindere dai risultati positivi, sono necessarie ulteriori ricerche per valutare le proveesistenti e vedere se queste affermazioni sono vere.

Per controllare la glicemiabasta una goccia di aceto

La Stampa - www.vivicentro.org

La resistenza agli antibiotici si fa sempre più evidente in molti ceppi batterici tanto da diventare un problema mondialeallarmante, così come più volte segnalato anche dall’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Il problema si fa più evidente, per esempio, nei paesi del terzo mondo dove l’uso degli antibiotici in molti casi è di vitaleimportanza. Ma non solo, ovviamente.

Ora, ricercatori americani della New York University School of Medicine, hanno cercato di comprendere i meccanismidi difesa di un noto batterio: lo Staphylococcus Aureus che è divenuto resistente alla meticillina (MRSA).

Questo agente patogeno è molto diffuso ed è tra quelli la cui attenzione è di primaria importanza per l’impatto che hasulla salute dell’uomo.

Lo studio in oggetto pare però aver messo in luce proprio il meccanismo di difesa dagli antibiotici.Conoscendo il meccanismo è così possibile studiare un diverso approccio, o “piano d’attacco”, per riuscire a colpire

il batterio resistente.Nello specifico, il batterio, quando si trovi a contatto con l’antibiotico attiva un enzima che promuove la produzione

di una molecola detta “monossido di azoto” atta a contrastare l’effetto del farmaco, riducendone i danni e neutralizzandola maggior parte degli agenti pericolosi per la sua stessa sopravvivenza.

I ricercatori hanno così scoperto che si potrebbe agire sull’enzima che produce il monossido di azoto.Eliminando questa molecola, il batterio si trova sprovvisto della sua arma di difesa diventando vulnerabile all’azione

dell’antibiotico, anche se questo è utilizzato in minime dosi.Cosa che non avviene tutt’oggi.La possibilità di agire sul meccanismo di produzione del monossido di azoto apre nuove vie per la produzione di

farmaci che siano più efficaci e che favoriscano l’uso in scala minore degli antibiotici, a tutto vantaggio della salute.Lo studio è stato pubblicato sulla rivista “Science” dall’autore Evgeny Nudler.

Scoperto come i batteriresistono agli antibiotici

Conoscere il meccanismo di difesa per combattere gli agenti patogeni

www.vivicentro.org

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Voci dal Sud 31 Anno V° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

Eventi in comprens i b i l i !

LAMEZIA TERME (CZ) - È incinta al quartomese, ma essendo di corporatura robusta, l’addettaal check-in della compagnia Ryanair nell’aeroportodi Lamezia Terme non le ha creduto, sostenendo chesuperava il settimo mese e rifiutando, dunque, di farlaimbarcare sull’aereomobile.

Protagonista dell’episodio un’infermiera profes-sionale, Milva Iannuzzi, di 40 anni, che ha raccon-tato all’Ansa la sua esperienza.

L’infermiera avrebbe dovuto im-barcarsi sul volo Ryanair FR5193delle nove e venti in partenza perl’aeroporto di Bergamo Orio al Se-rio.

«Arrivata al check-in , raccon-ta Milva Iannuzzi, ho fatto presen-te di essere in stato di gravidanza.

La hostess ha risposto dicendoche non potevo imbarcarmi inquanto non è consentito volare allegestanti oltre il settimo mese digravidanza.

Ho riferito che sono solo al quar-to mese, ma la hostess è stata for-se ingannata dalla mia stazza fisi-ca, alquanto robusta.

Non avendo con me il certificato attestante lasettimana di gestazione, dice ancora la donna, nonho potuto prendere il volo e così ho perso quindiun importante colloquio di lavoro che avevo aMilano».

Milva Iannuzzi afferma, inoltre, di avere chiestodi parlare con il responsabile.

«Mi è stato detto però, afferma l’infermieraquarantenne, che, essendoci in programma un’as-semblea sindacale, non era possibile e che avreidovuto chiamare il numero verde.

A quel punto, però, era tardi per il volo».

Una donna incinta al quartomese viene rifiutata

all’aereoportoLamezia, la hostess si improvvisa dottoressa e decreta: «È al settimo mese»

trascurando di valutare che la passeggera è di corporatura molto robusta

ANSA

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Voci dal Sud 32 AnnoV° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

Calabresi con la “C” maiuscola

4 dicembre del 1959: giornodell’eroico gesto diSalvatore Vazzana

Il Comune dedicherà una strada al valoroso militarereggino

Il giorno 4 Dicembre ricorre la festa di Santa Barbara.Una giornata che ricordano in particolare gli uomini di

mare e i vigili del fuoco.Ma è una data anche significativa per un giovane eroe

reggino, Salvatore Vazzana, che il 4 dicembre del 1959 haimmolato la sua vita per salvare altre vite umane alla caser-ma Bazzani di Aurelia di Civatevecchia.

Aveva soltanto 23 anni. Ed in quella data ricorre ilCinquantenario di questa sua azione coraggiosa che lo haperò portato alla morte.

Il fatto in sintesi. Salvatore Vazzana, giovane cresciutonel quartiere Santa Lucia, iscritto all’Azione cattolica, ri-cordato dai suoi coetani come persona generosa e leale,aveva completato il servizio militare nel “Primo reggimen-to Bersaglieri corazzato” proprio il 3 dicembre.

Ma si era fermato in caserma a Civitavecchia per il giornosuccessivo, per partecipare ai festeggiamenti in onore diSanta Barbara, giorno in cui Salvatore compiva gli anni.

A festeggiamenti finiti, mentre era sul punto di partire,apre la porta di un deposito e nota che tre commilitoni,ingenui o incoscienti, stavano giocando con un proiettiledi artiglieria.

Il giovane reggino intuisce il pericolo, allontana una qua-rantina di colleghi che erano ne pressi e rimane nella stanzaper convincere i tre ad abbandonare quel proiettile.

Non fa in tempo a sventare la minaccia: il proiettile esplo-de, perdono la vita i tre giovani ma cade anche Salvatoreche, con il suo gesto, ha salvato la vita ad una quarantinadi colleghi.

Reggio non intende dimenticare Salvatore Vazzana.Il fratello Antonino, ex capo ufficio dell’Enel oggi in pen-

sione e gli altri familiari stanno per vedere realizzato il lorosogno di vedere una via intitolata a questo eroe.

“Grazie all’appello lanciato cinque anni fa da “Gaz-zetta del Sud” - ci ha detto - il sindaco Scopelliti e lacommissione toponomastica presieduta dal dott. Giusep-pe Tuccio, si sono attivati.

Sono stati individuati tre siti.Quanto prima Reggio avrà via Salvatore Vazzana.Un omaggio al suo eroismo e al suo ricordo perenne.Speriamo che il progetto si realizzi al più presto”

Il Quotidiano

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Voci dal Sud 33 Anno V° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

Calabresi con la “C” maiuscola

Loredana Bertè, ospite di Barbara D’Urso a ‘Domenica Cinque’, si racconta a cuore aperto parlandodella sua vita difficile, caratterizzata da un padre violento e dall’amore incrollabile per la sorella scomparsaMia Martini.

Dopo un’entrata a fatica nello studio 10 diCologno Monzese, l’intramontabile cantante rockha regalato grandi emozioni cantando dal vivo i suoipiù grandi successi e concedendosi in un’intervistadove ha detto di non avere ancora fatto pace con lavita.

Parlando della Martini, Loredana ha dichiarato:”Devo chiedere scusa a mia sorella Mimì perchého rifiutato un telefonino che mi aveva regalatolei perché non riusciva mai a trovarmi. Un ve-nerdì sera - ha continuato la cantante - questo te-lefono non smetteva di suonare e io non ho vo-luto rispondere. Io ero a Milano. Mimì stava trop-po male perché, come succede ogni volta cheun’artista è troppo brava, per invidia si dice cheporti sfortuna.

Lei era bandita anche dai più grandi registi.Quando viveva questi momenti così bui, Mimì

andava in Calabria si univa ai pescatori, canta-va qualche canzone, ricuciva le reti.

Io ho rivisto Mimì da morta ed era piena dilividi.

Secondo me era stata picchiata a sangue dalpadre - ha raccontato la Bertè - Renato Zero, inbuona fede, mi ha lasciata sola davanti alla baraancora aperta di Mimì e poi mi ha dovuta por-tare per 6 mesi a Roma perché avevo due buchiin testa perché quando ho visto mio padre, dopo40 anni che non lo vedevo, gliene ho dette ditutti i colori perché Mimì era piena di lividi esolo lui aveva le chiavi di casa sua…”

“Durante gli ultimi due concerti, il managerdi Mimì avrebbe dovuto portarla al Pronto Soc-corso perché il pomeriggio non stava bene, vo-mitava; ma lui per salvare la tournèè l’ha im-bottita di pillole sbagliate e le è venuto un in-farto. “

“Doveva essere ospite di suo padre, che pur-troppo abbiamo in comune, ma io lo vedo soloper i funerali - ha continuato Loredana - l’ho vi-sto quando avevo 5 anni, quando prendeva a calci nostra madre ogni volta che nascevamo una dinoi perché odiava le bambine.

È già un miracolo che sono viva, sia io che Mimì, e a 10 anni eravamo già fuori di casa. ”

Loreda na Bertè a Domen i ca C inque :‘ Sono v i va pe r m i racolo ’

Yahoo News

L’ineffabile cantante nata a Bagnara Calabra parla a cuore aperto

L’intramontabile Artista calabrese si èsempre caratterizzata per le suestravaganze e per le sue sortite

estemporanee.Nessuno ha mai pensato che dentro dise custodisce mille dolori, mille traumiinfantili, e soprattutto mille rimorsi per

sue presunte “mancanze” versol’amatissima sorella Mia Martini chela tormentano tutt’oggi fino a farle

dichiarare che“... ancora non ho fatto pace con la

vita!”

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Voci dal Sud 34 AnnoV° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

A r c h e o l o g i a

REGGIO CALABRIA - «La notizia del gior-

no è il ritrovamento di un selciato a grandi la-

stroni di pietra, irregolari ma ben connessi fra di

loro, largo e lungo, ad oggi, parecchi metri, nel

corso dello scavo operato, nella piazza Italia, per

predisporre le strutture che dovranno rendere,

l’area archeologica indagata negli anni decorsi,

fruibile al pubblico».

Questa la reazione dello storico Francesco

Arillotta alla scoperta dei reperti romani.

E poi ha continuato: «Con tempestività, l’opi-

nione pubblica reggina è stata ufficialmente in-

formata dell’avve-nuta scoperta e dei risvolti

storiografici che essa indubbiamente presenta.

Io mi sono sempre battuto, fin dall’ormai lon-

tano febbraio del 2001, quando fu iniziata l’esplo-

razione di quella parte della piazza nella quale

erano state segnalate le prime testimonianze del

nostro passato, perché la Città venisse perio-

dicamente informata di quanto veniva emergen-

do, perché ci si rendesse pienamente conto del-

l’importanza di quella ricerca.

Il che, purtroppo, non avvenne, consentendo

che si avesse una visione distorta, riduttiva,

addirittura mal tollerata, di quel lavoro, pur tanto

importante, fondamentale per la Storia di Reggio.

L’aver, invece, questa volta, voluto rendere

edotta la cittadinanza di questo suggestivo even-

to, continua Arillotta, vuol dire che, anche sotto

questo aspetto del vivere civile, Reggio sta cam-

biando.

Quanto alla scoperta in sé e per sé, l’unica cosa

Una splendida massicciata di una stradaromana sotto Piazza Italia

Lo storico reggino Franco Arillotta, entusiasta della scoperta, va a ritroso neglianni e racconta fatti perlopiù inediti

p.g. - Gazzetta del Sud

certa è la sua

datazione, che è

stata fissata al-

l’epoca di Roma

imperiale, quando

la nostra città co-

nobbe un periodo

di grande prospe-

rità.

Per il resto, è

certamente un po’

presto per defini-

re esattamente a

che cosa ci troviamo dinnanzi: una strada o

un’area di frequentazione aperta? In proposito,

la memoria archeologica ci offre due significativi

momenti».

Arillotta scava nei suoi appunti: «Nel 1911, l’ispet-

tore archeologo dell’epoca, prof. Francesco

Morabito Calabrò, fa una segnalazione al soprin-

tendente Paolo Orsi, a Siracusa.

In un pozzetto d’ispezione aperto per controlla-

re la consistenza del suolo sul quale andrà a co-

struirsi il nuovo palazzo delle Poste Centrali, in

quel tratto di terreno che allora era la piazza

dell’antico Teatro Borbonico, e che oggi

corrisponde all’angolo di nord-est di quel bell’edi-

ficio, oltre a una notevole serie di ritrovamenti

avutisi a più livelli, alla profondità di meno 7

metri, è stata scoperta una splendida massicciata

di un corso stradale, che, forse un po’ approssi-

mativamente, egli data dell’epoca greca.

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Voci dal Sud 35 Anno V° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

Purtroppo Morabito Calabrò non fornisce in-

dicazioni – e forse, data la ristrettezza dello sca-

vo, non poteva – sull’orientamento del tratto di

strada.

Fatta la scoperta, il pozzetto

fu reinterrato: la splendida

massicciata è, perciò, ancora

là sotto....

Altra scoperta analoga –

dice ancora Arillotta – è docu-

mentata, nel 1915, dal prof.

Nicola Putortì, direttore del

Museo Civico, nell’area delle

fondazioni del nuovo palazzo

dell’Amministrazione Provin-

ciale.

Questo scavo fu ricchissimo

di ritrovamenti: la splendida ara marmorea si-

stemata nella scalea monumentale di quel

palazzo, il cippo al Correttore Zenodoro,

oggi collocato nell’androne del palazzo

della Prefettura, e la colonna binata del

Lungomare, che ricorda il poeta latinista

Diego Vitrioli.

Anche Putortì, infatti, parla di un trat-

to breve di strada ben lastricata.

Purtroppo non indica né la profondità

alla quale fu fatta la scoperta, né quale

fosse il suo percorso.

Egli aggiunge solo che, quella scoper-

ta, poteva essere la continuazione del trat-

to stradale corrente per il luogo che cor-

risponde oggi all’attuale Piazza Italia, segnalato

molti anni prima da mons. De Lorenzo.

Una breve riflessione: sia, quel lastricato, una

strada, ovvero una piazza, è noto che, nei secoli

della sua esistenza, tra noi vennero illustri per-

sonaggi come Ottaviano Augusto, Tito, Adria-

no, S. Girolamo.

E non credo avventuroso immaginare costoro

che camminano su quelle grandi pietre!

La piazza - conclude Arillotta - sta, dunque, re-

stituendo, man mano, brani importanti di quel

che la Città è stata.

L’auspicio è, quindi, che, in virtù, anche, di

quanto assicurato nella conferenza-stampa di

lunedì, gli scavi continuino, si allarghino sempre

più - comprendendo, possibilmente, anche il lato

nord dello scavo, dove fu a suo tempo segnalata

dal georadar un’importante presenza metallica

a quattro metri di profondità - e i reggini possa-

no rendersi conto che, quella piazza, può tornare

a raccontarci momenti eccezionali della nostra

bellissima Storia».

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Voci dal Sud 36 AnnoV° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

Notizie in breve o curiose

CHIOGGIA (VENEZIA) - A Chioggia quasi tutti hanno un soprannome. Perchè fosse per il cognome,sarebbe un bel guazzabuglio. E quando si tratta di documenti ufficiali, la confusione non manca.

Su una popolazione di poco più di 50 mila abitanti, infatti, a dividersi il grosso della piazza nella cittadinadel veneziano sono una decina di cognomi.

Due la fanno da padroni: Boscolo e Tiozzo.Basta dare un’occhiata all’elenco telefonico per farsi

un’idea: le pagine dedicate ai Boscolo sono più di 40.Un buon viatico per i casi di omonimia.

Ora, però, si volta pagina: un decreto ministerialeufficializzerà il soprannome, che per i chioggiotti diven-terà una specie di secondo cognome da inserire nei do-cumenti, compresi quelli elettronici, con cui c’erano statiparecchi problemi.

Da tempo, era prassi aggiungere tra apici i sopranno-mi su elenchi telefonici, carte d’identità cartacee, pa-tenti, ma era necessario dare omogeneità alla questionecon il passaggio ai documenti digitali.

Per questo il Sottosegretario all’Interno MichelinoDavico, il Direttore centrale dei servizi demograficiAnnapaola Porzio e il Prefetto di Venezia, Michele LepriGallerano, hanno presentato a Sindaco e Vicesindaco ilnuovo insolito provvedimento.

Con questa norma si vuole porre rimedio alle conse-guenze di una situazione che «rappresenta un casodemografico unico in Italia», afferma Davico. Una si-tuazione che a volte ha generato il caos.

Per esempio quando è stata introdotta la tessera sa-nitaria magnetica, nel gennaio 2008 è avvenuta una veraemergenza per identificare con certezza le persone.

Senza i soprannomi, infatti, non ci si capiva più niente e il servizio venne addirittura sospeso!Per questo gli Amministratori, Sindaco in testa, hanno deciso di bussare al Ministero.E ora è arrivata la soluzione!Il primo cittadino di Chioggia, del resto, così come il suo vice, non sfuggono alla regola del soprannome.Il primo si chiama Romano Tiozzo detto «Pagio» (n.d.r.: nel 2007 vinse al ballottaggio contro un altro

Tiozzo, ma i concittadini hanno voluto priviliegiare lui o volevano preferire l’omonimo? ).Il secondo, il Vicesindaco, è Sandro Boscolo detto «Todaro».I loro soprannomi sono sul sito internet del Comune, nelle pagina dedicata alla Giunta.A Chioggia circa un terzo dei residenti si chiama Boscolo o Tiozzo.Per questo il soprannome è, da sempre, di uso comune.Dei Boscolo, per esempio, si distinguono i Forcola, i Bachetto, gli Anzoletti, i Gioachina, i Cegion, i

Bariga; dei Tiozzo i Caenazzo, i Fasiolo, i Napoli, i Campanaro, i Brasiola, i Pagio.Pecchie, Bae, Cagarela, Succa, Mela, Sale, Cucchi sono altri dei soprannomi più curiosi in circolazio-

ne.Quella dei soprannomi, anzi dei “dettì”, come li chiamano in laguna, è storia antica.Nel Settecento, Carlo Goldoni ci imbastì un’intera commedia, «Le baruffe chiozzotte», che ruota tutta

intorno all’effetto comico dei “detti”, inventati a partire dalle caratteristiche somatiche dei protagonisti eusati come arma per infilzare l’avversario.

Troppi omonimi? mai più confusioni, siufficializza il soprannome!

Gazzetta del Sud

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Voci dal Sud 37 Anno V° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

Notizie in breve o curiose

ROMA - Il sospetto c’era già: se si mangia meno pasta, si vede nero; uno studio australiano ha ora confermato che unadieta povera di carboidrati (pasta, pane) e ricca di grassi, protratta per almeno un anno, provoca ansia e depressione,perché isola socialmente e diminuisce la produzione di serotonina nel cervello, una sostanza che ha effetti beneficisull’umore.

Lo studio ‘Effetti sull’umore e sulla memoria di diete con pochi carboidrati o pochi grassì, condotto da un gruppo diesperti guidati da Grant Brinkworth del Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization-Food andNutritional Sciences, è stato pubblicato sulla rivista Archives of Internal Medicine.

I ricercatori hanno monitorato 122 partecipanti, sovrappeso e obesi, di età compresa tra i 24 e i 64 anni per 52 settimane,prescrivendo a un primo gruppo una dieta composta da una percentuale molto alta di grassi (61%) e bassa di carboidrati(4%), pari a una quantità di 40 grammi al giorno.

Il regime dietetico del secondo gruppo, invece, era basato per il 46% di carboidrati e il 30% del totale di grassi, con unarestrizione fino a 10 grammi al giorno per i grassi saturi.

Entrambi i gruppi, sottoposti a vari test cognitivi e dell’umore, hanno dimostrato un miglioramento psicologico e dellamemoria a soli due mesi dall’inizio della dieta.

La differenza è, invece, emersa sul lungo periodo: dopo un anno chi era stato messo a ‘stecchetto’ di carboidrati haprovato infelicità, depressione e ansia. Il livello della memoria e il peso corporeo migliorano ma in pari misura nei duegruppi, entrambi più veloci nel ricordare e dimagriti di 13 chilogrammi.

La dieta povera di carboidrati rende tristiSecondo uno studio australiano, un’alimetazione senza pane e pasta porta verso

l’ ansia e la depressione

Yahoo News

Alle prese con una richiesta di risarcimento da parte di un’assicurazione? Quello che dici potrebbe incidere pesante-mente sulla possibilità di vedersi accordare il rimborso oppure no. Le tue parole indicano una situazione, un fatto, undubbio che potrebbero accendere un campanello d’allarme e rappresentare poi un appiglio a cui la compagnia si attaccaper sostenere che non hai diritto ai soldi. Ecco perché calibrare, scegliere e misurare le parole è così importante. Ci sonocose che non si devono dire, espressioni che non si devono usare. Ecco una guida per evitare di doversi poi mangiare lalingua.

1. “Penso che ...” - Regola numero uno: sii sempre sicuro di quello che dici. E per dimostrare che sei certo non devimai cominciare una frase o una dichiarazione con “Penso o credo che...”. Se pensi o credi significa che non sei sicuro.

Soprattutto se quello che dici poi e di cui non sei sicuro si rivela sbagliato. Per esempio, se dici di pensare che staviandando in autostrada a 130 chilometri orari e poi ti mostrano la fotografia dell’autovelox che evidenzia una velocitàsuperiore, questo sbaglio - volontario o involontario che sia - compromette la tua credibilità. Attieniti sempre ai fatti di cuisei sicuro e nel caso in cui l’assicurazione ti faccia una domanda a cui non sai rispondere dì “non lo so”. E se l’interlocutoredell’assicurazione sta redigendo un rapporto, chiedi di poterlo visionare in modo da segnalare eventuali imprecisioni oinesattezze. Stai particolarmente attento quando ipotizzi la causa di un guasto o di una disfunzione. Se per esempiosuggerisci che la perdita di acqua dal lavandino è dovuta a un difetto di costruzione, questa causa potrebbe essereesclusa espressamente dal tuo tipo di polizza come caso che dà diritto al risarcimento.

2. “Ho il colpo della frusta” - Se c’è un trauma che mette subito in allarme un assicuratore è quando si dice che si èavuto il colpo della frusta. Si tratta, infatti, della scusa più comune utilizzata per chiedere un risarcimento in caso disinistro con l’automobile. E le stime sulle frodi ai danni delle assicurazioni non sono uno scherzo: negli Stati Uniti, Paeseprobabilmente culturalmente meno propenso del nostro a mistificare la realtà per trarne un vantaggio personale, valgonoquasi sette miliardi di dollari l’anno. Il colpo della frusta è la motivazione preferita dai “furbetti” ed è in cima alla lista dellecause di traumi falsi. Inoltre, il colpo della frusta è una diagnosi specifica e soltanto un medico ha il titolo per farla. Pensidi aver avuto il colpo della frusta? Limitati a dire che hai mal di collo. E indicala come causa soltanto se hai un certificatomedico che la prova.

3. “Si è allagata la cantina” - Lo stesso campanello d’allarme del colpo della strega suona anche quando si dice chesi è allagata la cantina. Generalmente le cantine si allagano perché è piovuto tanto e le polizze assicurative non copronoda questo evento. Le polizze coprono da eventi naturali soltanto se sono eccezionali, non normali. Quindi il risarcimentoper il materiale contenuto in cantina e danneggiato non sarebbe accordato.

4. “Mi spedisca l’assegno” - Infine, quando compili la richiesta di risarcimento non mostrarti solamente interessato alrimborso economico e minimamente interessato a come rimediare al danno accaduto. Non scrivere mai, per esempio,“non mi interessa che mi mandiate qualcuno a riparare il tetto che perde, speditemi l’assegno che lo faccio riparare io”potrebbe compromettere o ritardare la pratica. La compagnia assicurativa potrebbe sospettare che avete finto il buco altetto. In teoria, i soldi del risarcimento da parte dell’assicurazione devono essere destinati totalmente e unicamente eriparare la causa del danno.

... non dire mai all’assicuratoreFausta Chiesa - Yahoo News

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Voci dal Sud 38 AnnoV° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

Notizie in breve o curiose

TORINO - Il tasso di gentilezza di un popolo si misura alvolante. Considerato che negli ultimi 12 mesi 28 milioni diitaliani hanno litigato ferocemente su questioni ditrafficologia varia, il nostro sarebbe intorno all’11%.

Pochino. Se poi andiamo allo stadio scende al 7, per nonparlare dei talk show. E il grido di dolore attraversa i blog:«Dov’è finita la gentilezza?». Se non morta, è moribonda,e, quasi ko.

Si lamenta Caudio Risè, che insegna Psicologia dell’edu-cazione a Milano: «Migliaia di durezze, di sguardi taglientie di commenti secchi hanno preso il posto dei sorrisi,delle battute cordiali, delle occhiate sorridenti».

Si lamenta Beppe Severgnini su «Italians»: «La genti-lezza, fino a qualche tempo fa, era il nostro marchio difabbrica, e attirava più turisti di Venezia e del Colosseo.Non so cosa ci stia succedendo».

Si lamentano in tanti, come Francesca Visentin, che hadepositato in Rete il suo diario di ordinarie scortesie rice-vute. «In coda al semaforo ci metto tre secondi in più aripartire e il gentiluomo dietro è già pronto astrombazzare il clacson come un ossesso.

Sto entrando a parcheggiare dopo averne diligente-mente segnalato l’intenzione, mettendo la freccia, e dallato opposto s’inserisce sgommando un Suv. Il gentiluo-mo alla guida, avvertito che c’ero prima io, se ne va be-stemmiando».

L’elenco è ancora lungo e c’è da complimentarsi per inervi saldi della signora.

Ma tutto questo potrebbe cambiare. Merito di una paci-fica crociata contro l’esercito degli Arrabbiati Cronici.

Il 13 novembre, Giornata Mondiale della Gentilezza, tuttisono invitati (gentilmente), a comportarsi meglio.

Un libro guida? «Elogio della gentilezza», di AdamPhillips e Barbara Taylor.

Un esercizio? Su www.helpothers.org è possibile esibir-si in atti anonimi di gentilezza e firmarli con una specialecartolina scaricata dal sito.

Chi la trova sarà incoraggiato a ricambiare.La gentilezza - dicono gli psicologi - è più contagiosa

dell’influenza. Basta cominciare.C’è chi l’ha fatto, uscendo dalla logica

«gentile=perdente», «aggressivo=vincente», che è alla basedi moltissima infelicità e sciagurato marketing.

Il «World Kindness Movement» (Movimento Mondialeper la Gentilezza), nato a Tokyo nel 1988, esportato in Ame-rica con successo, dove ha sviluppato un’imponentemanualistica, raggruppa oggi 18 nazioni e in Italia, (unicoavamposto europeo, a parte la Scozia) ha sede dal 2000 a

La gentilezza non è più tabùe torna di moda

Alla giornata mondiale: «Ecco come disarmare gli arrabbiati cronici»

La Stampa

Parma, dove l’Automobil Club espone il Manifesto dellaGentilezza e suggerisce ai soci di praticarla.

Il sito www.gentilezza.it invita a segnalare gli atti merito-ri e a diffondere il Verbo.

Il presidente del Movimento, Giorgio Aiassa, sostienesimpatiche iniziative a scuola e in città.

Per esempio, Anna Maria Ferrari, una delle menti dell’as-sociazione, ha avviato con gli studenti di Parma il progetto«Diario della gentilezza», che si concluderà a maggio del2010.

Con un meccanismo molto simile a quello del GrandeFratello: ci saranno nomination, eliminazioni e un vincitore,ovviamente ... gentilissimo.

Non mancano esempi autorevoli, dal Dalai Lama, Nobelper la pace nel 1989, che invita a una «politica di gentilezza»(e sarebbe ora), a Renato Brunetta.

Il ministro per la Pubblica Amministrazione ha appenaannunciato: «Normerò l’obbligo della gentilezza e dellacortesia nei confronti dei cittadini».

E già il sindacalista Carlo Podda ribatte: «Chissà se conl’occasione il ministro riuscirà a “normare” la sua, digentilezza...».

Per fortuna c’è il cantautore-mito Claudio Baglioni. So-stiene che «la gentilezza è rivoluzionaria» e, da un link al-l’altro, questa è diventata una delle frasi-manifesto delMovimento. Rivoluzionaria e contagiosa. L’invito dilaga,ma quanti lo seguiranno? Serve aiuto? Suwww.esseregentili.it trovate stimoli culturali, citazioni diMadre Teresa, Siddharta, Lao Tze, su Girlpower un piccolomanuale di carinerie quotidiane: «In ascensore, non restatein silenzio; se arriva un nuovo vicino di casa, dategli ilbenvenuto; se fate lavori in casa mettere un cartello in cuivi scusate per i disagi; in treno, aiutate chi ha troppibagagli da scaricare».

E via di seguito, per arrivare a 13 semplici idee, perfettedal 13 in poi.

La gentilezza, oltretutto, fa bene alla salute.Collegatevi con www.actsofkindness.org, leggete i risul-

tati delle ricerche e sorridete. «Per quanto piccolo, nessunatto di gentilezza è sprecato» (l’ha detto Esopo).

Pensateci, in mezzo al traffico.

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Voci dal Sud 39 Anno V° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

Una serie di elementi incorporei costituiscono

la persona: oltre al fisico ci stanno diverse “ani-

me”, che vanno, tutte, protette con

cura nella tomba perchè il defunto

abbia, dopo la morte terrena, la vita

eterna. Era questa la ferma convin-

zione degli antichi egiziani che, per-

ciò, accompagnavano alla salma un

corredo funerario con una magica

funzione da espletare: aiutare quelle

anime; difenderle; tutelarle. Secon-

do le antiche popolazioni del Paese nordafricano,

andava assicurato un futuro a tutte le componenti

dell’uomo: a quelle fisi-

che come il corpo

(khat) e il cuore (ib),

ma anche a quelle

impalpabili quali il

nome (Ren) e l’ombra

(Shut) che fa da colle-

gamento ideale tra il fi-

sico e le componenti

specificamente spirituali

dell’individuo, anch’es-

se da tutelare e preser-

vare: Ba, Ka ed Akn .

Il termine “Ba” indica la

personalità di ognuno.

S’intende per “Ka” la

forza vitale, il doppio

dell’individuo, a disposizione del quale nella se-

poltura vengono deposti cibi, bevande, abiti,

monili, arredi, passatempi, strumenti di lavoro. In-

fine, l’Akh indica lo stato d’esistenza spirituale che

La vita oltre la morte degli EgiziFormule del Libro dei Morti e oggetti calati nella tomba: magiche funzioni

A Chianciano mostra sulle “anime” della mummia, tutte daproteggere: il cuore, il nome, l’ombra...

Antonio GarroGazzetta del Sud

la persona può raggiungere solo allorchè varca la

soglia del mondo dei trapassati.

La “sopravvivenza” veniva assicurata al corpo

attraverso la sua mummificazione. Lo stesso av-

veniva per il cuore,

considerato l’elemento

centrale dell’individuo,

tanto sul piano fisico

che su quello emotivo,

sede dell’intelletto,

della memoria, della

sfera morale. Per il re-

sto, la protezione an-

d a v a

necessariamene... de-

legata. E ad esercitar-

la ci pensavano gli og-

getti vari calati nella

tomba.

Un’idea complessi-

va di come si industria-

vano i familiari per assicurare l’agognata vita nel-

l’al di là, ce la fornisce la mostra in corso nel

Museo Civico Archeologico di Chianciano, orga-

nizzata dal Museo Civico Archeologico di Bolo-

Tutti i popoli, sin dalla nottedei tempi, hanno venerato ipropri morti, ma pochissimilo hanno fatto come gli Egizi

che hanno edificatomonumenti funebri che

hanno sfidato i millenni e lecui tombe hanno rivelato

tesori enormi ed oggetti chehanno testimopniato il loroprofondo “culto dei morti”

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Voci dal Sud 40 AnnoV° nr. 12 Dicembre 2009w w w . s o s e d . eu

gna che, espone (fino al prossimo 6 gennaio) un

centinaio di pezzi provenienti dalla sua collezione

egizia, dall’analoga raccolta dei Musei Vaticani e

dal Museo Egizio di Firenze.

“Tutte le anime della mummia. La vita oltre la

vita ai tempi di Sety I°” è il tema sviluppato dalla

rassegna che illustra il rituale funerario egiziano in

età ramesside

fornendo anche

un assaggio del-

lo straordinario

c o n t e s t o

sepolcrale di un

potente faraone,

appunto Sety I°,

appartenente al Nuovo Regno (19. dinastia:

1290-1279 a.C.), dal quale provengono circa

quaranta statuette e un rilievo, eccezionalmente

messi insieme proprio per questa occasione.

Vasi canopi (urne cinerarie nelle quali si con-

servavano, disidratati, dopo la mummificazione

della persona, fegato, stomaco, pancreas e inte-

stino), amuleti, scarabei, pettorali, ushabti

(statuette mummiformi, spesso deposte all’inter-

no di cofanetti di legno dipinti), questo - in preva-

lenza - il corredo funerario di ogni egizio. Con

l’aggiunta, generosa, di formule del “Libro dei

Morti” la maggior parte delle volte riportate sulle

pareti delle tombe, i sarcofagi, le bende delle

mummie, stele e amuleti. Sono i testi recitando i

quali, nella Sala delle Due Verità, i trapassati cer-

cano di superare, davanti al dio Osiri in trono e le

altro 42 divinità che compongono il tribunale, la

cosiddetta Psicostasia, ossia la pesatura cuore-

anime.

Quelli sopra elencati sono alcuni dei materiali

esposti nella prima sezione, indugiante come det-

to sui corredi funerari che accompagnavano la

mummia per assicurare all’individuo, con lo stato

di Akh, la vita eterna; stato che il defunto non rag-

giungeva, comunque, se in vita aveva tenuto una

pessima condotta: in questo caso lo attendeva una

ulteriore morte, preceduta però da atroci soffe-

renze.

La seconda sezione della mostra è dedicata al-

l’interno del sepolcro di Sety I, scoperto nel 1817,

nella Valle dei Re, da un italiano, il padovano Gio-

vanni Battista

Belzoni (da qui il

nome di Tomba

Belzoni). Essa è

nota per le di-

mensioni ecce-

zionali, la pianta

articolata, la tec-

nica raffinatissima di esecuzione, l’innovativa scel-

ta tematica delle scene scolpite o dipinte sulle sue

pareti. Belzoni (alla cui avventurosa vita è dedi-

cato il libro “Il gigante del Nilo”, di Marco Zatterin,

, edito da Il Mulino nella sua collana Biblioteca

Storica) tra l’altro riprodusse le raffigurazione delle

pareti tramite calchi in cera, acquerelli, disegni

conservati presso il City Museum and Art Gallery

di Bristol: e a questi sono ispirati i due ambienti

più importanti proposti, in riproduzione, dalla mo-

stra di Chianciano, curata da Daniela Picchi, con-

servatore della Collezione Egizia del Museo Ar-

cheologico di Bologna, e il cui il catalogo è pub-

blicato da Vernice Progetti Culturali / Ptotagon.

Si tratta della camera a pilastri e dell’adiacente

stanza del sarcofago, ambienti - ricostruiti su pro-

getto di Mauro Tinti - che ospitano tra l’altro nu-

merosi oggetti rinvenuti dallo stesso Belzoni:

quarantatre statuette funerarie in faïence, legno e

pietra, più alcuni reperti recuperati negli anni suc-

cessivi, nella stessa tomba o negli immediati din-

torni.