2012_04_rivista maggio 2012

16
Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. post. - d.l.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Roma - filiale di Roma O.P.A.M. - Via Pietro Cossa, 41 - 00193 Roma - 1,30 - Taxe perçue - Tassa pagata - Rome Italy - Roma Italia foto Valerio Consorti MAGGIO 2012 - ANNO XL N. 4 Speciale 40 anni Speciale 40 anni

Upload: opam

Post on 06-Mar-2016

217 views

Category:

Documents


1 download

DESCRIPTION

SOMMARIO SPECIALE 40ENNALE OPAM -- L'editoriale: L'innocenza bambina -- I Partner del Convegno -- Auguri e Partecipazione -- A lezione dal Sud del Mondo -- Una scuola al Convegno dell'OPAM -- I partecipanti COMPLEANNO DELL'OPAM A NOTO LE CAMPAGNE

TRANSCRIPT

Page 1: 2012_04_Rivista Maggio 2012

Poste Ita

liane

S.p.A. - Spe

d. in

abb

. post. - d

.l.353/2003 (con

v. in

L. 2

7/02/2004 n. 46) art. 1

, com

ma 2, DCB

Rom

a - filiale di Rom

aO.P.A.M

. - Via Pietro Co

ssa, 41 - 0

0193 Rom

a - €

1,30 - Taxe perçue - T

assa pag

ata - R

ome Ita

ly - Ro

ma Ita

lia

foto Valerio Consorti

MAGGIO 2012 - ANNO XL N. 4

Speciale 40 anniSpeciale 40 anni

Page 2: 2012_04_Rivista Maggio 2012

Editoriale

22

L’innocenza bambina

opam

mag

gio2012

C arissimi Amici, dedichiamo questo numero del gior-nale ai quarant’anni di vita dell’Associazione, eventocelebrato in due momenti: il Convegno a Roma nei

giorni 18-19 maggio e il compleanno dell’OPAM festeggia-to il 24 maggio a Noto con gli amici del locale gruppo disostegno. Presentiamo nel giornale i protagonisti di questidue momenti. Speriamo di avere per il Convegno la possibi-lità di pubblicare in cartaceo o almeno in digitale i contribu-ti dei vari relatori, che vengono qui presentati in una rapidacarrellata nell’articolo di Fabrizio Consorti.Sono trascorsi pochi giorni e già il vortice degli impegni quo-tidiani rischia di ingoiare le sensazioni provate e l’eco di que-sto evento importante per la vita dell’Associazione. Per quanti hanno partecipato al Convegno, e sono stati tantigli amici venuti con nostra sorpresa da ogni parte d’Italia

(alcuni anche dall’estero) affrontando il disagio delviaggio e anche non pochi sacrifici economici,credo sia stata un’esperienza che ha lasciato un

segno. Molti gli amici e i sostenitori di lungadata, ma molti anche i giovani che per la prima

volta si accostavano all'Associazione, a riprova che leproblematiche dell’OPAM trovano rispon-

denza nelle coscienze delle nuovegenerazioni… Persone

di ogniestrazione, atestimonianza chel’OPAM e la sua azione hannoun respiro ampio a dimensione mondia-le. La presenza del resto di relatori provenienti datre continenti è stata un’ulteriore conferma di questa suavocazione.I ringraziamenti che ci sono pervenuti numerosissimi in varieforme dimostrano che momenti come questo, di riflessione edi stimolo, attraverso un ampio ventaglio di proposte, sonograditi e utili. Hanno avuto ragione coloro che, di fronte allaperplessità di organizzare un Convegno di questa portata,con una ventina di relatori e della durata di un giorno emezzo, hanno scommesso sul suo successo rimboccandosi lemaniche e lavorando sodo. Anche lo scrupolo (più che giu-stificato in tempi di crisi economica come l’attuale) di desti-narvi risorse che avrebbero potuto servire per finanziare unprogetto in più è stato superato grazie alla generosità di alcu-

ni amici fedeli - che ringrazio cordialmente - , per cui alla resadei conti neppure 1 € è stato sottratto alle offerte destinateai progetti di alfabetizzazione che l'OPAM sostiene nel Suddel Mondo.Quali i frutti di questo Convegno? E’ come chiedere al con-tadino, che ha appena seminato il grano, quanto gli renderàla semina. Ogni cosa richiede il suo tempo. Tuttavia alcunifrutti sono già stati raccolti.Anzitutto l’evento stesso del Convegno, realizzato totalmen-te con le nostre forze (dalla scelta del tema e dei relatori, dagliinviti, ai poster e alla mostra, dall’ufficio stampa alla segrete-ria organizzativa, dal comitato scientifico alla logistica) e gra-zie alla comprensione di alcuni amici generosi che ci hannosostenuto. Ringrazio di cuore tutti coloro che a diverso tito-lo hanno collaborato alla realizzazione di questo evento.Il secondo frutto è rappresentato dal clima di amicizia e difraternità che si è respirato fra persone di tante parti del

mondo presenti al Convegno e soffuso almomento dei saluti di un

velo di malinconiama anche della spe-

ranza di rincontrarsipresto… E poi le testi-

monianze e i ricordiche ho raccolto da perso-

ne che hanno conosciutoDon Carlo e che non

hanno voluto mancare aquest’appuntamento, come

un'insegnante che mi portò lafotocopia di una lettera del

1986 inviata dalla sua classe conla risposta di Don Carlo e pubblicata sul giornale OPAM del-l’epoca… L’alto numero di insegnanti e di giovani iscritti...L’aver potuto osservare il mondo da una prospettiva diversa,anzi rovesciata, sia geograficamente che idealmente: il mondovisto dal Sud e presentato di preferenza da suoi testimonioculari. “Umanesimo della fragilità”: questo il titolo del Convegno,

scelto perché rappresenta la sintesi di ciò che molti di noihanno scoperto in anni di lavoro all’OPAM come un prezio-so dono nascosto nelle realtà e nelle persone con cui siamo

Page 3: 2012_04_Rivista Maggio 2012

33

venuti a contatto. E se su queste tematiche ci siamo ritrova-ti in sintonia con pensatori e personalità del mondo dellacultura, non è certo per riflessioni accademiche ma grazieall’esperienza maturata nelle tante relazioni intessute.In un momento in cui il Nord del Mondo sta vivendo unadrammatica crisi, di cui l’aspetto economico-finanziario èsolo la punta dell’iceberg sul quale si focalizza l’attenzioneprincipale dei media, abbiamo preferito seminare speranzaguardando ciò che sta accadendo in una prospettiva diversa:quella dei valori custoditi dalla “fragilità” nel Sud delMondo, che possono diventare risposta alla crisi di un uma-nesimo sempre più fragile nel mondo occidentale. Ciò che accade oggi nel mondo è la conseguenza, secondouna possibile lettura in termini di fede cristiana, di un tradi-mento del rapporto con Dio, con gli altri, con la creazione,come ci ricordava Mons. Ambongo nella sua LectioMagistralis. Un’analisi condivisa sia pure con altri termini dauomini di pensiero di differenti orientamenti (ad es. il pen-satore Edgar Morin), ma concordi nel dichiarare la fragilitàdi quell’umanesimo al quale ci siamo ispirati per tantotempo e che pone l’uomo al centro di tutto come l’arteficeunico e insindacabile del suo destino e nel dichiarare lanecessità di un nuovo umanesimo a partire dalla fragilitàumana, forza capace più di ogni altra di creare coesione esolidarietà. Le lezioni dal Sud del Mondo in tema di uma-nesimo della fragilità possono dunque, se accolte e scambia-te in un clima di reciprocità fraterna, diventare un dono pre-zioso il cui valore stenta ad essere riconosciuto e accolto. Si tratta di riconoscerci come fragili, ma insieme compagnidi viaggio di tanti fratelli e sorelle in umanità, su una terrache è di tutti e per tutti.Occorre metterci in ascolto dell’altro, sulla sua lunghezzad’onda - la fragilità che tutti ci accomuna - per dare una ster-zata coraggiosa a questa visione falsa dell’onnipotenzaumana e dei suoi sistemi di vita in cui alla base c’è soltantoil profitto e al cui estremo non c’è la felicità promessa ma unprofondo senso di smarrimento e la sensazione di essere statitraditi, per riprendere la via antica, ma sempre nuova perchéva costruita da tutte le generazioni, della fraternità o dell’a-more. Al termine del Convegno sottolineando il compitodell’OPAM per il futuro come è stato delineato da Mons.Ambongo (contribuire a educare a questo nuovo umanesi-mo sia nel Sud che nel Nord del Mondo: informando, edu-cando, umanizzando) ho citato una frase di Martin LutherKing: «Se non impareremo a vivere insieme, fraternamente,perireremo tutti», L’augurio è che ci salviamo con l’impegnodi tutti, ma che - come sempre nella storia - è tenuto vivo eincarnato da piccole minoranze, di cui l’OPAM desideraessere parte. L’augurio è espresso nella foto di copertina: un mondonuovo tenuto tra le mani dell’innocenza bambina.

Don Aldo Martini

opam

mag

gio2012

Editoriale

Page 4: 2012_04_Rivista Maggio 2012

4

opam

mag

gio2012

I Partner

Per il valore formativo che abbiamo voluto dare alConvegno dei 40 anni dell'OPAM ci è sembratoimportante il coinvolgimento nella sua realizzazio-

ne della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Universitàdegli Studi “Roma 3”.Oltre al mandato di continuare la sua missione a serviziodell'alfabetizzazione e della promozione del diritto all'istru-zione nel mondo, fra i compiti istituzionali dell'OPAM c'èanche quello di "promuovere, in accordo con istituzioni ed entipubblici e privati locali, nazionali ed internazionali (in parti-colare europei), la formazione professionale e l'aggiornamentodel personale della scuola, di ogni ordine e grado, sui temi del-l'educazione allo sviluppo e della promozione di una cultura disolidarietà sociale e di tutela dell'infanzia” (art. 4c delloStatuto dell'OPAM).Questa attività formativa dell'OPAM a servizio di un nuovoumanesimo integrale è quanto mai urgente se davverovogliamo che le nuove generazioni possano vivere in unmondo di giustizia e di pace. Ed è proprio nella Facoltà di Scienze della Formazione chesi formano i futuri maestri ed i futuri educatori: Un obietti-vo particolare del Convegno era proprio contribuire allaloro formazione invitandoli a guardare il mondo da pro-spettive diverse per aiutarli a gestire la complessità derivan-te dall’interazione di culture. Ringraziamo la Prof.ssa LuisaMarquardt, docente di Biblioteconomia in questa facoltà,amica e sostenitrice dell'OPAM, che si è fatta promotricedi questa collaborazione. Ringraziamo il Preside dellaFacoltà Prof. Gaetano Domenici che ha accolto favorevol-mente questa proposta e il Prof. Carlo Felice Casula, ilquale attraverso la moderazione della mattina di venerdì e lasua relazione ci ha donato contributi importanti per l'ap-profondimento delle tematiche affrontate. Anche in questocaso auspichiamo il proseguimento di questa collaborazionea servizio dell'educazione.

Anna Maria Errera

Siamo estremamente onorati che la BibliotecaNazionale Centrale di Roma (BNCR) abbia offertoall'OPAM la possibilità di avere come sede del

Convegno la sua prestigiosa sala delle Conferenze.Come ha sottolineato nel saluto iniziale il Direttore, Prof.Osvaldo Avallone: "Quale migliore cornice per questo eventodi una struttura, quale è una biblioteca, che dovrebbe vedere giàrealizzata l'opera di alfabetizzazione e soprattutto unaBiblioteca Nazionale Centrale che conserva per attività istitu-zionale quella che è la memoria storica di un intero Paese,memoria di ciò che un Paese ha saputo produrre, pensare, rea-lizzare nel corso degli anni e dei secoli, che diventa così trasmis-sibile alle future generazioni ".La Biblioteca, intitolata a Vittorio Emanuele II, fu fondatanel 1875 e la sua prima sede fu il Palazzo del CollegioRomano, già sede della Bibliotheca Major dei Gesuiti checostituì il nucleo originario della nuova istituzione, insiemecon i manoscritti e i libri a stampa di 69 biblioteche devo-lute al Regno d'Italia dopo la soppressione delle congrega-zioni religiose di Roma nel 1873. Dal 1975 è stata trasferita nell'attuale sede, un moderno efunzionale edificio di 50.000 mq situato sull’area archeolo-gica del Castrum Pretorium, realizzato su progetto degliarchitetti Massimo Castellazzi, Tullio Dell'Anese e AnnibaleVitellozzi. Oltre a custodire la memoria, sottolinea il prof. Avallone"una biblioteca entra in relazioni di dialogo, di scambio, diconfronto culturale e di civiltà con realtà simili di altri Paesiattraverso il canale più universale, più umanistico che non èquello commerciale, quello economico, quello di compravenditache rischia di diventare una sperequazione che può portareanche allo sfruttamento. E' attraverso questo ponte ideale fraculture che si rafforza e si arricchisce questo scambio reciprocofino ad arrivare ad altre forme di collaborazione, di crescita, didialogo e di integrazione finalizzate alla pace e al progresso, basee ragion d'essere di tutte le biblioteche del mondo".Ringraziamo il Prof. Osvaldo Avallone, per questa opportu-nità e la dott.ssa M. Luisa Jacini con la sua équipe e il per-sonale tutto della Biblioteca per la disponibilità con cui cihanno accolto e ci auguriamo che questo evento rappresen-ti l'inizio di future e preziose collaborazioni.

La BibliotecaNazionale Centrale di Roma

La Facoltà di Scienzedella Formazione di “Roma Tre”

Page 5: 2012_04_Rivista Maggio 2012

I n occasione del Convegno ci sono giunte da varie parti del mondo,dove l’OPAM in 40 anni di attività ha intessuto una rete di cono-scenze e di amicizie, innumerevoli espressioni di gratitudine, di

affetto e di auguri per la ricorrenza. Ringraziamo i nostri amici per leparole di stima e di incoraggiamento che ci hanno inviato, segno tangi-bile che la dimensione universale data dal fondatore a quest’Opera si ènel tempo allargata, come l’evangelico chicco di senape…

Tra tutti gli attestati riportiamo il testo del telegramma del SantoPadre Benedetto XVI e la targa di bronzo che il Presidente dellaRepubblica Giorgio Napolitano ha voluto destinare, “quale suo premiodi rappresentanza”, all’Opera di Promozione dell’Alfabetizzazione nelMondo.Sono due riconoscimenti che, mentre ci incoraggiano nel nostro impe-gno, ci stimolano a perseguire, in uno stile di reciproco arricchimentotra le diverse culture e di fraternità, la nascita di un nuovo umanesimoche, superando ogni contrapposizione egemonica, metta sempre più lapersona come valore centrale di ognirelazione.Grazie Santo Padre, grazie SignorPresidente della Repubblica dellavostra vicinanza in un’ora così difficileper il nostro Paese e per la Chiesa.Anche l’OPAM è impegnata a portareil suo piccolo contributo per unasocietà più giusta e libera.

E un grazie speciale ai bambini e agliinsegnanti della scuola Calasanzio diBafia in Camerun, che ci hanno invia-to con il loro messaggio di auguri que-sta splendida foto.

55

opam

mag

gio2012

40° OPAM

Auguri e partecipazioni

Page 6: 2012_04_Rivista Maggio 2012

6

opam

mag

gio2012

deriamo marginali, se non proprio arretrati.La comprensione è sempre un atto molto personale, inti-mo, quindi l'unica strada che trovo per favorire la com-prensione da parte dei lettori di queste mie righe è aprireuno sguardo dentro i percorsi che io ho seguito nell'a-scoltare e cercare di far mie le lezioni che ci sono stateofferte.Erano possibili molti modi di porsi di fronte al convegno:critico e distaccato, curioso e superficiale, teso a focalizza-re solo alcuni aspetti dei molti toccati o aperto a farsicoinvolgere dalle emozioni che hanno avuto ampio spa-zio in molti interventi. Confesso che non è stato facile perme orientarmi, ma un criterio forte di comprensione èvenuto dalla Lezione Magistrale del venerdì pomeriggiodi mons. Ambongo, vescovo di Bokungu-Ikela e presi-dente della commissione Giustizia e Pace del Congo.

Prendersi curaPer quanto sia stata definita una società edonistica, voltaquindi alla ricerca del piacere e dell'appagamento e ancheuna società competitiva, in cui la molla principale è il suc-cesso, quella occidentale è a giudizio di molti - ed anchemio - una società sempre più in crisi, priva di un'identitàforte, di significati per la vita, una "società liquida" comel'ha definita il sociologo Zygmunt Bauman in molti deisuoi libri di successo, cioè una società senza più punti diriferimento stabili. Forse dovremmo imparare - o risco-prire - la capacità di prenderci cura di noi, in un modopiù profondo. Mons. Ambongo ha tracciato un percorsodi ricostruzione iniziando dalla condizione del suo Paese- la Repubblica Democratica del Congo - ma giungendoad una proposta che si adatta perfettamente alle nostrenecessità. Il percorso trasformativo indicato parte dall'ac-cettarsi e ritrovare fiducia in se stessi, cosa possibile soloall'interno di ambienti sociali, cioè se si inizia questa stra-da insieme ad altri e non da soli. Il passo successivo richie-de uno sforzo maggiore: conoscere a fondo la propriacondizione, il proprio contesto, analizzandolo nei suoicomponenti e progettando infine azioni di cambiamento.Ciò conduce a sviluppare il senso di responsabilità, su cuisi appoggia una vera libertà di scelta. A questo punto èpossibile una piena visione degli "altri" e il passaggio dallaresponsabilità individuale alla solidarietà collettiva.Come docente di Medicina - quale sono - dovrei esseredoppiamente esperto del "prendersi cura" dei mieipazienti e dei miei studenti, ma c'è sempre da imparare.Cosa mi manca allora - mi sono chiesto - e come possoimpararlo in questi due giorni di convegno? Mi è sem-

40° OPAM

“L a comunicazione non produce comprensione.L'informazione, se è ben trasmessa e compre-sa, produce intelligibilità, prima condizione

necessaria ma non sufficiente alla comprensione.Vi sono due livelli di comprensione: quello della comprensio-ne intellettuale o oggettiva e quello della comprensioneumana intersoggettiva… Se vedo un bambino in lacrime, miaccingo a comprenderlo, non misurando il grado di salinità

delle sue lacrime, ma ritrovando in me i miei sconforti infan-tili, identificandolo con me e identificandomi con lui."La citazione di apertura da uno dei libri fondamentali diEdgar Morin (I sette saperi necessari all'educazione delfuturo) rappresenta la difficile traccia su cui si è mosso ilConvegno per il 40° dell’OPAM: conciliare conoscenzainformata e comprensione profonda. La citazione delpensatore francese è in qualche modo anche obbligata,visto che il titolo del convegno "Umanesimo della fragi-lità" era esso stesso una citazione da Morin. L'intenzioneè stata quella di offrire una lezione all'insegna della com-plessità e della molteplicità dei punti di vista, privilegian-do l'ascolto da parte dei partecipanti rispetto all'elabora-zione e alla discussione. Proviamo però ora a rintracciare nella grande ricchezza evarietà dei contributi alcuni fili conduttori che ci consen-tano di "com-prendere" alcune delle lezioni che raggiun-gono già ora il mondo occidentale da tutte quelle culturee quei Paesi che - per tanti diversi motivi - spesso consi-

A lezione dal Sud del Mondo

Page 7: 2012_04_Rivista Maggio 2012

7

opam

mag

gio2012

brata una buona idea rileggere i passi proposti dal vesco-vo africano, estrarne gli elementi fondamentali e cercarlinegli interventi del convegno. Mi sono sembrati fonda-mentali l'avere un ambiente sociale di riferimento, l'averebuona informazione e capacità di rappresentazione dellarealtà, l'avere una teoria che mi aiuti a rimettere in ordi-ne e a dare senso alla realtà.

Ambiente sociale e relazioni umane interpersonaliChe splendide lezioni abbiamo avuto a questo riguardo! A cominciare dalle immagini esotiche ma avvincenti dellearchitetture africane proposte dall'architetto ValeriaMinucciani, la quale ci ha dimostrato come anche ilcostruire una casa sia un evento sociale in molti Paesi delSud del Mondo. Un'immagine in particolare ha prodot-to in me una risonanza profonda ed era la foto aerea di unvillaggio. Il punto di vista elevato ha dato un senso chia-rissimo a quello che un occhio distratto avrebbe scambia-to per una manciata di capanne buttate lì alla rinfusa inmezzo ai cespugli bassi: le capanne erano distribuite a"grappoli", separati da brevi intervalli vuoti. Conoscoquel modo di costruire, che in Sicilia si chiama "baglio"ed è l'aggregazione di case dei componenti di una stessafamiglia, accresciuta di generazione in generazione, via viache i componenti del nucleo aumentano.Il valore centrale, determinante della famiglia come cellu-la sociale fondamentale è stato ribadito con grande parte-cipazione emotiva nella relazione del maestro-papà MoїseKebangamas, purtroppo letta in sua assenza, perché perottuso ostruzionismo burocratico non ha avuto il vistoper l’Europa. Ricordo che il nostro amico è l'iniziatoredell'esperienza della comunità di famiglie che inRepubblica Centrafricana adottano i bambini di strada (ilprogetto Kizito) e di cui molti sostenitori dell'OPAMhanno già letto su queste pagine.Tanta emozione e legami familiari che danno un sensoalla stessa morte anche nel racconto di suor Petra Urietti,medico e suora missionaria. Infine è stato un vero e pro-prio inno alla raffinata arte delle relazioni interpersonalil'intervento di P. Antoine Marie Zacharie Igirukwayo,carmelitano burundese e docente di teologia, dedicato adesemplificare il senso del tempo attraverso l'analisi delleformule di saluto. Non mi aspettavo davvero che nelmodo con cui ci si saluta si potesse nascondere tanta ric-chezza, ma è evidente che, se al centro dell'interesse c'è larelazione con gli altri e non "le cose da fare", spendereanche 30 minuti a scambiare frasi quasi rituali assume unsignificato profondo.

MESSICO proget to 172440° OPAM

Informazione e narrazioneCome si diceva all'inizio, l'informazione è la prima condi-zione necessaria per la comprensione, anche se da sola nonè sufficiente. Nonostante il diluvio di informazione che cisommerge, attraverso tanti diversi canali, non è facile oggiavere "buona" informazione, specie relativamente ad argo-menti e Paesi lontani dagli interessi politici ed economicioccidentali. Inoltre spesso l'informazione è indirizzataverso i facili luoghi comuni che soddisfano tanto il biso-gno di "esotico" quanto il bisogno di sicurezza: "loro"sono molto diversi da noi, sono magari anche interessantima sono lontani e la loro vita non interferisce con lanostra. Non è così.L'attenzione all'informazione è stata sollecitata innanzi-tutto da Alessandro Gisotti, giornalista di RadioVaticana, nella sua introduzione ai lavori del venerdìpomeriggio, durante la quale ha tra l'altro sottolineato laparzialità dei sistemi - come il Prodotto Interno Lordo (ilfamoso PIL) - con cui "misuriamo" il livello di sviluppo.Ha proseguito la giornalista Silvia Koch, che ha offertoun contributo molto qualificato a questo proposito. Oraso dove andare a cercare informazione qualificatae libera: nel sito e nella rivista di Caposud (http://capo-sud.wordpress.com/), la testata giornalistica che vede coo-perare giornalisti del Nord e del Sud del Mondo. Hoanche compreso, osservando le immagini dell'India pro-poste dall'antropologo Paolo Favero, che ricercare le simi-litudini è per lo meno tanto importante quanto eviden-ziare le differenze. In India non ci sono solo santoni e con-tadini scalzi, ma anche una classe media ed intellettualemolto vicina a quella italiana attraverso cui è forse più faci-

Page 8: 2012_04_Rivista Maggio 2012

8

opam

mag

gio2012

40° OPAM

Una teoria per riordinare il mondoMa abbiamo proprio bisogno di una teoria? Non abbia-mo forse vissuto secoli felici in Europa senza teorie cheinterpretassero il mondo? Questo è un grande frainten-dimento. Per centinaia di anni i nostri popoli hanno vis-suto in un mondo ordinato, in cui si sapeva che il solegirava intorno alla terra, come era scritto nella Bibbia eche ognuno nasceva con un posto preciso nella vita equello era il "suo" posto: contadino, borghese, nobile,guerriero o prelato.Carlo Casula, docente di storia contemporanea, mi haaiutato a ricollocare e dare significato ad avvenimenti chericordavo solo vagamente, ma che hanno influenza sulmio presente e sul rapporto che io ho col Sud del Mondoe Martin Nkafu Nkemnkia e Pierre Mvumbi Ngumbami hanno svelato lo sforzo che la loro cultura sta facen-do per trovare una nuova sintesi tra le visioni del mondoolistiche e necessariamente magiche che hanno governa-to la vita della loro gente finora e il contesto fortementeutilitaristico e frammentato in cui si vive in Occidente.Mi sono appuntato frasi come "il pensiero africano èespresso pienamente in ciò che gli africani fanno e income vivono", "per l'africano il mondo è un tutto" e "alcentro del pensiero africano c'è la vita", riservandomi dimeditarle come una lezione profonda e molto ricca dipossibili conseguenze di comprensione.Da ultimo Carla Degli Esposti, insegnante di matema-tica con una lunga esperienza di docenza ai migranti, miha dimostrato che esistono linguaggi universali, comunia tutti i popoli, come quello dei numeri.

Che dire dell'OPAM dopo il convegno?Credo che la nostra scelta di privilegiare la relazione per-sonale paritaria con le persone con cui realizziamo pro-getti ne esca rafforzata, che sia ancora più necessario diprima far crescere anche la dimensione comunitariainterna all'Opera, narrandoci gli uni agli altri, in amici-zia.Mi sembra anche ora di porre mano all'enorme patri-monio di scritti e di riflessione che don Carlo e tuttiquelli che lo hanno seguito hanno affidato alle pagine delgiornale dell’OPAM, per comporlo in una sintesi chepossa essere offerta ad una platea sempre più ampia,insieme alle generose testimonianze quotidiane che rice-viamo. In questo ci incoraggiano anche le parole conclu-sive di mons. Ambongo, che riconosce come profetical'intuizione dell'alfabetizzazione ma ci ha spronato adandare oltre, elaborando idee per una educazione ad unnuovo umanesimo. Oggi, mentre scrivo alla vigilia dellaPentecoste, mi sembra un obiettivo degno di una cele-brazione giubilare, da qui a 10 anni, se così vorrà laSpirito.

Fabrizio Consorti

le colmare il gap che almeno a me fa sentire lontanissimaquella cultura. Se ci pensate è come proiettare immaginidei Mamuthones sardi di Mamoiada o di Totò che ballasul tavolo mangiando spaghetti in una scena indimentica-bile di "Miseria e nobiltà" e dire che quella è l'Italia! Nonè sbagliato, ma non è neanche tutta la verità.Mi ha molto avvicinato - e questo apre alla “com-prensio-ne” - vedere i bambini e bambine nelle biblioteche africa-ne che ci hanno mostrato Luisa Marquardt, DanielMangale e Silvia Bazzocchi. Conosco la piccola bibliotecadi quartiere che gestisce Luisa e anche lì ho visto bambiniseduti per terra leggere e ascoltare, esattamente con la stes-sa passione negli occhi dei piccoli africani. Ma quanto valeun libro per loro?Parlare di libri ci avvicina all'altro estremo del capitoloinformazione, relativo ad una modalità di trasmissione delsapere tipica delle culture del Sud, anche se è stata nostropatrimonio: la narrazione. Mi sono emozionato sentendolo scrittore italo-congolese Paul Bakolo Ngoi parlare disuo nonno, griot (cantastorie) e tra i primi novellisti in lin-gua scritta del Congo; non ho potuto non pensare alle pas-seggiate che da bambino facevo con mio padre per i via-letti del cimitero del paese marchigiano da cui origina lanostra famiglia, ascoltando i suoi racconti mentre si passa-va davanti alla tomba del prozio don Pippo o della miabisnonna Adelina, levatrice del paese (per cui il sopranno-me di papà era ancora per i vecchi del paese Rugo d'lamammine, Ugo della levatrice). La narrazione è uno stru-mento potentissimo che dovremo assolutamente recupera-re per ritrovare la nostra anima. E' la narrazione che ci hafatto commuovere ascoltando suor Petra ed era narrativa larelazione di don Gabriele Fantinati, missionario inBrasile, sintesi perfetta di informazione corretta e ragiona-ta e di comprensione sapiente.

Page 9: 2012_04_Rivista Maggio 2012

9

opam

mag

gio2012

Una scuola al Convegno dell'OPAM

C i è sembrata un'idea magnifica quella di affi-dare il servizio di accoglienza, la preparazionedel caffè di benvenuto e del buffet di Venerdì

18 Maggio ai ragazzi dell'Istituto ProfessionaleServizi Alberghieri e Ristorazione ”PellegrinoArtusi“ di Roma.Sono stati una ventina gli studenti, che sotto la guidadei loro docenti hanno prestato servizio durante ilConvegno. Alcuni hanno curato l'accoglienza e altrihanno preparato e servito una deliziosa colazione dibenvenuto e un gustoso pranzo a buffet apprezzato

dagli oltre 200 partecipanti.Per questi giovani il servizio svolto ha rappresentatola possibilità di fare uno stage formativo; per orga-nizzatori e partecipanti la gioia di vedere una scuolaa servizio di un evento per festeggiare i 40 anni diun'Associazione come l'OPAM che ha fatto dell'alfa-betizzazione e della promozione del diritto all'istru-zione la propria ragione di esistere.Ringraziamo la Preside, M. Perla Pugliese, che èvenuta al Convegno e grazie ai docenti, al personalee ovviamente ai ragazzi che hanno accolto con entu-siasmo l'iniziativa e svolto con professionalità e com-petenza il proprio servizio. Grazie di cuore!

40° OPAM

Page 10: 2012_04_Rivista Maggio 2012

opam

mag

gio2012

10

I Partecipanti al CONVEGNO

Scorrendo il programma risalta la grande varietà tra i varitipi di intervento.Penso che questo sia stato uno dei suoi maggiori pregi, inquanto ha permesso di presentare la realtà del Sud delMondo da punti di vista complementari e in manieracostruttiva. È un bel frutto dell’attività dell’OPAM che neisuoi 40 anni di vita ha saputo mettersi a servizio ed anchestimolare esperienze nel campo dell’alfabetizzazione, masoprattutto ha saputo creare sinergie tra realtà molto diver-se. Significativo da questo punto di vista la varietà dei rela-tori: un vescovo, religiosi, famiglie (bella l’esperienza dellefamiglie Kizito), docenti universitari, giornalisti che cihanno offerto stimolanti riflessioni culturali ed etiche e ric-che esperienze.Il Convegno testimonia queste sinergie all’opera e “certifica”(siamo nell’epoca delle certificazioni di qualità) il camminoche sta percorrendo l’OPAM come cammino qualificato eaderente alle realtà a cui si mette al servizio. Bella anche l’idea del buffet: oltre alla buona qualità delcibo, un modo per continuare il dialogo concreto tra i par-tecipanti.È stato annunciato che l’anno prossimo ricorrerà il 10 anni-versario della morte di don Carlo Muratore e nel 2017 ilcentenario della nascita. Come utile complemento delConvegno appena svolto, si potrebbe pensare ad un

Convegno o a iniziative che facciano emergere sial’intuizione profetica di chi ha iniziato l’OPAM,soprattutto nelle sue motivazioni spirituali, sia il“carburante” che la sta mandando avanti (pensoall’affetto e alla sincera preoccupazione che ho sen-tito per Moïse, penso alla Fraternità Sacerdotale chedon Aldo sta promuovendo). Questo carburante –per quanto posso percepire da osservatore esterno –potrebbe essere riassunto nella parola: “fraternità”.In conclusione: se il Convegno svolto è servitoanche a dare ragione del lavoro che si sta svolgen-do, potrebbe essere utile continuare guardando piùin profondità alle radici da cui è sorta quest’Opera

C arissimi, nel congratularmi con tutti voi per il buonesito dell’iniziativa, desidero esprimere il mio grazieper la preziosa ed arricchente opportunità che ci

avete offerto di avvicinarci, anzi di immergerci, nel mondo“della fragilità” che altro non è che la grandezza, unica edirripetibile di ogni fratello, sia esso del Sud o del Nord delMondo, resa a volte fragile dalla prepotenza, dall’avidità,dall’arroganza, o semplicemente dall’indifferenza dei suoisimili. Mons. Ambongo nel suo intervento ci ha invitati a “convin-cerci che ogni uomo vive una situazione unica e che il suo vive-re contribuisce alla realizzazione del futuro del mondo” ed èproprio ciò che è emerso dai numerosi e coinvolgenti con-tributi che ci hanno lasciato i nostri amici venuti apposta daPaesi lontani per far sentire la loro voce, per unire le loromani alle nostre, i loro pensieri, le loro aspirazioni, i loroproblemi ai nostri, ma anche i loro sogni e le loro umanitàalle nostre.Conoscerci, relazionarci, ascoltarci ma anche prenderci curadell’altro e di noi stessi per agire insieme, per entrare in sin-tonia con quella grande forza vitale che è l’amore: un amoresenza barriere e senza pregiudizi per la vita in ogni suaespressione, dalla più insignificante ed umile alla più subli-me e dirompente.Questa è la voce dell’OPAM che in tutti questi anni ha datovoce, sostegno e speranza ai fratelli lontani e svantaggiati edha dato modo a noi di sentire la loro voce e di conoscerne ivolti e la ricchezza umana.Un pensiero di gratitudine in particolare a Don CarloMuratore per avere intrapreso, con determinazione e corag-gio, l’arduo cammino che voi tutti state egregiamente pro-seguendo con tenacia e con tanta passione. Un abbraccio.

Bianca Cravesano

C arissimo don Aldo, aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaanche se con un po’ di ritardo ti mando alcune righeriguardo al Convegno a cui ho potuto partecipare.

I partecipanti al convegno sono stati circa 250.Sono giunti da Roma ma anche da tante città d’Italia e alcuni anche dall'estero.

Page 11: 2012_04_Rivista Maggio 2012

11

opam

mag

gio2012

e a quali sorgenti durante il cammino si è attinto con pro-fitto. Con l'augurio di buon cammino e con rinnovata stima

Don Bruno Mondino

E’ passato qualche giorno dalla fine del Convegnoed è il momento di scrivere, non troppo tempoprima e non troppo dopo. A caldo l’entusiasmo

confonde il messaggio con le emozioni, a freddo l’esperien-za si ritira nel fondo e poi rimane solo il ricordo, e sul ricor-do è difficile costruire qualcosa. Ora è tempo, e mi affido al“ri-cordo”, a quello che è passato per il cuore come donoricevuto, per restituire la narrazione di un giorno e mezzo dilavori. Non voglio sostituirmi ad altri ruoli o professionalità:gli atti spero saranno pubblicati, i giornalisti scriverannoarticoli, io scrivo della mia esperienza e delle mie intenzioni,ossia le mie tensioni verso il Sud del Mondo (sorrido perchésulla brochure del Convegno le parole Sud e Mondo sonostate scritte con l’iniziale maiuscola ed S e M sono anche lemie iniziali: l’empatia mi porta anche ad un briciolo di iden-tificazione!). Parliamo di un Sud che si rapporta ad unOriente e soprattutto ad un Occidente rispetto ad un ipo-tetico Centro, utopia di equilibrio e di integrazione, un Suddefinito esclusivamente dal bisogno, dagli effetti e dall’arro-ganza del modello capitalistico, da un’indigenza che soffocaogni cultura e che uccide, un Sud inadeguato spesso anchea se stesso. Ma allora il Sud del Mondo è ovunque, nelleperiferie di ogni metropoli e di ogni stato, è il Sud che nontrova posto a nessun tavolo economico o culturale (le paro-le indigeni o indigenti spesso si coniugano nel bisogno), è ilSud che non dispone di risorse né si propone come identità,che è esso stesso indice di povertà e sottosviluppo rispettoalla tirannia della statistica dove tutto, anche l’umanità, simisura in medie, parametri e percentuali. E questo Sudsembra essere incarnato da un intero continente, il conti-nente nero, il diverso per eccellenza, l’Africa.Manca il fiato a pensarci, i tanti progetti realizzati a sostegnodi specifiche condizioni e realtà sembrano gocce nell’ocea-no, non cambiano il senso o la percezione del Sud, e forsenon gli rendono né giustizia né dignità. E allora proprio ladiversità è il progetto da realizzare: un popolo centrato sul-l’essere, per il quale l’idea di un futuro non si piega ad unprogramma, si esaurisce ad ogni tramonto per rinascere adogni alba, come le sue storie tramandate da vecchio a giova-ne. Questo popolo ha bisogno di una storia, di una identitànarrativa per essere un interlocutore di oriente ed occiden-

te, deve ricostruire la sua memoria, deve ri-conoscere la suaafricanità, conoscerla un’altra volta ed in un altro modoattraverso la narrazione scritta, in quanto solo questa è con-divisibile, solo questa restituisce senso ad una esistenza: noisiamo la nostra storia, portatrice di valori e strumenti, difunzioni acquisite e tramandate, resistenze e fragilità.Ridefinire l’individuo Africa vuol dire ridefinire sistemi eprocessi comuni all’africano, i suoi intenti e i suoi parados-si, e questo sarà il primo passo verso la sua crescita. La suastoria potrà continuare, ma solo attraverso la scrittura. IlLIBRO è il grande dono che si può restituire all’Africa, illibro condiviso dalla stessa Africa affinché non si cada in unanuova forma di colonialismo, un colonialismo culturale.“Siamo usciti dalla sacrestia”, ha detto ad un certo puntoDon Aldo. E’ vero: oltre a dare testimonianza di interventiassistenziali, l’OPAM si sta facendo portatrice di un mes-saggio oserei dire politico, sta dando un nuovo senso all’al-fabetizzazione, sta promuovendo la costituzione di un alfa-beto comune per mezzo del quale le tre realtà bibliche(oriente, occidente ed anche il Sud) possano re-incontrarsi econdividere gli aspetti dell’unico grande mistero o atto d’a-more che è l’incarnazione. "Con Noè uscirono dall'arca i suoi figli: Sem, Cam e Jafet. Daquesti tre figli di Noè ha avuto origine tutta la popolazionedella terra [...]. Le famiglie qui elencate hanno avuto originedai figli di Noè e sono ordinate secondo la loro discendenza. Daesse, dopo il diluvio, sono sorte le nazioni sparse sulla terra." (cf.Genesi 9,18; 10,32). Mariella Sassone

I Partecipanti al CONVE-GNO

I Partecipanti al CONVEGNO

Page 12: 2012_04_Rivista Maggio 2012

1212

opam

mag

gio2012

3aA che sostengono l'adozione del maestro Moïse hannoconsegnato a Don Aldo il salvadanaio, frutto dei loro rispar-mi per i loro amici Kisito di Berberati (foto 1).Alle 9,30 nel cortile della scuola la direttrice Prof.ssaCandida De Benedictis ha introdotto la manifestazioneorganizzata per l'OPAM da tutti gli alunni e gli insegnantidella scuola: danze mediterranee, musiche, canti e giroton-di hanno creato un clima di festa mentre i cartelloni colora-ti sul tema dell'istruzione facevano da sfondo, a testimo-nianza dell'impegno di questa scuola a favore dell'OPAM edei suoi progetti (foto 2). A seguire una ricca merenda soli-dale preparata dalle mamme: fra le gustosissime torte nespiccava una dedicata al compleanno dell'OPAM (foto 3).Dopo aver messo ciascuno la propria monetina nell’apposi-to salvadanaio i bambini hanno cominciato a fare onore alletavole imbandite, e anche noi!La mattinata si è conclusa nella palestra dove, davanti aglialunni delle ultime classi delle elementari e delle medie DonAldo ha presentato la realtà dei bambini e delle famiglieKisito.A pranzo ospiti a casa della maestra Elvira abbiamo avuto lagioia di incontrare e vivere momenti di condivisione e fra-

Invitati dal Gruppo Amici dell’OPAM di Noto a visitarele scuole coinvolte in gemellaggi e adozione di un mae-stro, ma soprattutto a celebrare il 40° di Fondazione

dell'OPAM nella loro splendida città, abbiamo accettatovolentieri di solennizzare in questo modo “in famiglia” l’avve-nimento. Ora vogliamo farvi partecipi della gioia sperimenta-ta per la splendida accoglienza che contraddistingue il nostroSud e per aver toccato con mano l’impegno che ha contagia-to di amore per la nostra Associazione la meravigliosa cittàsiciliana, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco.Abbiamo trascorso poco meno di 48 ore a Noto, dal 23 al25 maggio, ma sono stati momenti densi di incontri e diavvenimenti, ciascuno dei quali lascerà in tutti noi un ricor-do indelebile.All’aeroporto di Catania ci attendevano due soci OPAM, leinsegnanti Elvira Costarella e Corrada Vinci. La sera invitoa cena con un gruppo di amici OPAM di Noto a casa diSalvatore e Rosy che avevamo conosciuto appena qualchegiorno prima al Convegno dell'OPAM a Roma. Una cenacon tante pietanze gustose preparate con maestria da tutti gliinvitati in un clima di festa, di fraternità e di allegria.Il mattino seguente siamo stati accompagnati dalla maestraGiulia di buon’ora all'Istituto Comprensivo “F. Maiore”. Equi la prima sorpresa di tante altre che avrebbero rallegratola giornata: lungo il corridoio della scuola un enorme mura-les raffigurante la storia del Baobab di Sivia Nadalini, fruttodell'impegno dei bambini della 3aA sotto la guida delle loroinsegnanti, la maestra Elvira Costarella che è anche laresponsabile del gruppo Amici di Noto, e la maestra ElenaBeninato responsabile dei gemellaggi con la scuola "lesColibries" di Yaounde in Camerun. Inoltre i bambini della

40° OPAM

Compleanno dell’OPAM a Noto

Foto 1Foto 1 Foto 2Foto 2

Foto 3Foto 3 Foto 4Foto 4

Page 13: 2012_04_Rivista Maggio 2012

1313

ternità con altri amici del gruppo di Noto, il Vicario gene-rale della Diocesi Don Angelo Giurdanella e Don AdrianoMinardo. Alle 18 nella magnifica chiesa del Carmine, dove prese l’av-vio il primo nucleo storico del Gruppo degli Amicidell’OPAM, Don Aldo ha celebrato con il parroco DonAdriano e un bel gruppo di fedeli la santa Messa per i 40anni dell'OPAM, sottolineando come la storia dell’OPAMsi intrecci con la presenza di Maria: fondata nella festa diMaria Ausiliatrice, nel mese di maggio, posta sotto la prote-zione di N.S. di Guadalupe, la celebrazione che si svolgenella chiesa della Vergine del Carmine… Pure coincidenze?(foto 4). Alle 19, terminata la celebrazione, appuntamento nella salaconferenze del Seminario gentilmente concessa dal Vescovodi Noto Mons. Antonio Staglianò. Dopo una breve presen-tazione dell'OPAM da parte dell'insegnante Corrada Vinci,il Sindaco di Noto Dr. Corrado Bonfanti ha porto un calo-roso saluto di benvenuto a nome suo e della cittadinanza,manifestando vivo apprezzamento per l'OPAM e le sue atti-vità. Fra i presenti a nome della Provincia di Siracusa il con-sigliere Dr. Massimo Prado. Il nostro intervento è statointervallato dai bellissimi canti eseguiti dal coro"In….canto" dell’Istituto Comprensivo “G. Verga” diPachino sotto la guida dei suoi direttori Maria Impera eFranco Agosta, autore dei brani eseguiti, il quale ci ha con-cesso la possibilità di utilizzare una delle sue canzoni comesigla dell'OPAM (foto 5).Al termine della manifestazione i bambini dell’AssociazioneMaestri Infioratori di Noto di cui è presidente OrianaMontoneri hanno consegnato a Don Aldo il ricavato dellemanifestazioni attraverso le quali il gruppo ha sostenutol'OPAM. Ricordiamo in modo particolare "ARTE INSALITA", con la realizzazione di artistiche composizioni di

sale colorato su bozzetti che illustravano l’OPAM che hariscosso un grande successo e le cui foto sono state utilizza-te per il calendario 2012 dell’Associazione (foto 6).Finito l'incontro abbiamo trascorso una serata in allegriagustando un’ottima pizza insieme agli amici OPAM diNoto e una folta rappresentanza dei Maestri Infioratori, cheannovera 170 iscritti dai 4 anni in su. In questa occasioneabbiamo potuto conoscere Don Robert Ngongi, sacerdotedella diocesi di Butembo-Beni (RDC) in Italia per 5 anninell'ambito del gemellaggio che lega le due diocesi.Interessato all'OPAM ho offerto la sua disponibilità ad ani-mare gli incontri di spiritualità del gruppo Amici OPAM diNoto.Il Venerdi mattina ci hanno accolto altre due scuole diNoto. La prima è stato l'Istituto Comprensivo “G.Melodia”, il cui Dirigente scolastico Prof.ssa Nicoletta M.A. Lipani con una magnifica introduzione ha aperto il cuoredegli alunni e degli insegnanti della Scuola all'ascolto dellapresentazione dei filmati dell'OPAM. La seconda scuolavisitata nella mattinata è stato l'Istituto Comprensivo “G.Aurispa". Grazie al suo Dirigente scolastico Prof. CorradoCarelli che ha offerto la piena disponibilità della scuola afavorire la conoscenza e le finalità educative dell’OPAM. Ciauguriamo con tutto il cuore che possano nascere progettieducativi e di collaborazione fra l'OPAM e queste realtà sco-lastiche (foto 7).Non finiremo mai di ringraziare Elvira Costarella e tutti gliamici di Noto che ci hanno accolto con squisita ospitalità eci hanno donato queste stupende occasioni di incontro e difesta! La vostra fraterna accoglienza, il vostro entusiasmo e lavostra gioiosa disponibilità continuino ad incendiare d'a-more per l'OPAM tanti e tanti cuori! (foto 8).

Don Aldo Martini e Anna Maria Errera(Presidente e Vice-Presidente dell’OPAM)

40° OPAM

opam

mag

gio2012

Foto 5Foto 5 Foto 6Foto 6

Foto 8Foto 8Foto 7Foto 7

Page 14: 2012_04_Rivista Maggio 2012

14

Le Campagne

Continua ad aiutarci a… realizzare un sognoIn questo momento di difficoltà per tutti non dimentichiamo chi, a causadella crisi, paga il prezzo più alto: i poveri. Osiamo stendere la mano echiedere il vostro aiuto, indispensabile per poter rispondere alle richie-ste pressanti che ci giungono dal Sud del Mondo. Confidiamo che lavostra generosità saprà farsi segno della tenerezza di Dio e per questovi diciamo GRAZIE!

Adotta un insegnanteGli insegnanti sono la ricchezza più grande di un popolo e il loro sostegno è garanzia di futuro per un Paese.

Con 50 centesimi al giorno (15 € al mese) contribuisci a garantire un insegnante ad una classe sostenendo:

• il suo stipendio• la sua formazione• il suo aggiornamento

Adozioni scolastiche a distanza

Sono un impegno a sostenere agli studi bambini eragazzi di un Paese in Via di Sviluppo.

Con circa 80 centesimi al giorno (26 € al mese) il tuoprezioso contributo servirà a coprire i costi di:

• retta e tasse scolastiche• libri e materiale scolastico• vitto, trasporti e alloggio (dove previsti)

• cure mediche di base

Adotta un seminarista E' l'impegno a integrare il sostegno agli studi diun gruppo di ragazzi del seminario minore di unadiocesi di un Paese in Via di Sviluppo.

Con circa 30 centesimi al giorno (10€ al mese)il tuo prezioso contributo servirà a coprire i costi di:

• retta e tasse scolastiche• libri e materiale scolastico

Adozione di un infermiere E' l'impegno a sostenere in loco la formazione infermieristicadi un gruppo di giovani di un Paese in Via di Sviluppo permigliorare la qualità di vita e di salute di una popolazione.

Con 1 euro al giorno (30 € al mese) contribuisci a coprire i seguenti costi:

• retta e tasse scolastiche• libri e materiale didattico• uniformi

Page 15: 2012_04_Rivista Maggio 2012

15

Le Campagne

Sostieni un progettoE' il contributo alla realizzazione di un microprogettoper garantire l'istruzione di base e superiore dei bam-bini e dei giovani, l'alfabetizzazione e l'educazionedegli adulti, in modo particolare delle donne, la forma-zione professionale e quella dei formatori.Con un contributo a tua discrezione ci aiuterai a realizzare unodei progetti di edilizia scolastica, arredo, materiale didattico, sti-pendi agli insegnanti… che mensilmente pubblichiamo sulgiornale e nel sito dell'OPAM.

Organizza un evento ll tuo spirito di iniziativa e la tua intraprendenza sonouna ricchezza da mettere a disposizione degli altri: per-ché non ideare un evento per far conoscere l'OPAM eraccogliere fondi a sostegno dei suoi progetti?Concerti, tavole rotonde, mostre, esposizioni, mercatini, manife-stazioni sportive, cene solidali anche fra i tuoi amici… possonoessere un'occasione privilegiata.Se hai un’iniziativa da proporre contattaci scrivendo a: [email protected] iniziativa di raccolta fondi va comunicata in anticipo e necessita di autorizzazione scritta da parte dell'OPAM.

Un tuo gesto d'amore nel futuro del mondo Scegliere L’OPAM per destinare un lascito testamentario è un gesto digenerosità e di responsabilità che si traduce in aiuto concreto, diventan-do speranza di un futuro diverso per tante persone. Molti amicidell'OPAM in questi 40 anni hanno fatto questa scelta e continuano avivere nel sorriso e nel futuro diverso di tanti bambini.

Puoi dare disposizioni per un lascito in qualsiasi momento della tua vita. Il testa-mento può essere riscritto e modificato quante volte si desidera e in ogni momento.Poiché l’OPAM è una ONG Onlus, un lascito testamentario a suo favore non è sog-getto a tasse di successione e l'intero importo sarà direttamente impiegato secondole volontà espresse nel testamento stesso.

Occasioni solidaliNascite, battesimi, prime comunioni, cresime, compleanni, matrimoni diplomi e lauree...ogni momento importante della vita può diventare un'occasione per donare futuro e spe-ranza a tante persone del Sud del Mondo.

Anche nei momenti più difficili della vita, come la morte di una persona cara, il modo più bello per ricor-darla è un gesto di solidarietà e d'amore.

E chi amiamo continuerà a vivere nella gioia e nella possibilità di futuro di chi un giorno saprà scrivere il suo "grazie". Chiedi alla segreteria OPAM di aprire una sottoscrizione "Un fiore per..." destinata ad un progetto dell'OPAM e invita amici

e parenti ad offrire il loro contributo.

• Sostituendo le partecipazioni e/o le bomboniere con i Biglietti OPAM • Donando all'OPAM parte della somma che sarebbe stata utilizzata per la festa (addobbi floreali, macchina, ricevimento, viaggio di nozze, vestiti...)

• Aprendo una lista di regali presso l'OPAM e invitando i vostri amici e parenti a sostituire aail regalo con un'offerta su un progetto da voi scelto o su un'adozione

Page 16: 2012_04_Rivista Maggio 2012

O.P.A.M. - Opera di Promozione dell’Alfabetizzazione nel Mondo - ONG-ONLUS. Mensile di informazione - Direttore Responsabile: MarioSgarbossa - Redazione: Alfredo Bona, Anna Maria Errera, Fabrizio Consorti, Letizia Custureri, Aldo Martini - Autorizz. del Tribunale di Roma n. 14589 del 7-6-1972. Grafica: Stefano Carfora. Stampa: ABILGRAPH - Via Pietro Ottoboni, 11 - 00159 Roma, Tel. 06.4393933Finito di stampare nel mese di maggio 2012 • Quota annuale 15 € - 23 CH.F.

COME FARE UNA DONAZIONE

Versamento intestato a O.P.A.M. mediante:• conto corrente postale 749010• bonifico bancario UniCreditIBAN: IT 50 A 02008 05207 000401385075BIC SWIFT per bonifici dall’estero:UNCRITM1708

• per offerte dalla Svizzera CCP 69-51-6• pagamento on-line sul sito www.opam.it

LA SUA DONAZIONE È FISCALMENTE DEDUCIBILEConservi la ricevuta della sua offerta: potrà utilizzarla con laprossima dichiarazione dei redditi nei limiti previsti dalla leggein quanto l’OPAM è una ONG e una ONLUS.

PRIVACYLa informiamo che i suoi dati saranno utilizzati esclusivamenteper inviarle il nostro giornale, informazioni sulle nostre attivitàe ringraziamenti per eventuali donazioni. Essi saranno custodi-ti presso i nostri archivi informatici. Lei ha diritto ad accedereliberamente alle informazioni che la riguardano per aggior-narle e modificarle rivolgendosi al responsabile presso la nostrasede (L. 675/96 – Art. 7 Dlgs 196 del 30.6.2003).

VUOI CONTATTARCI?OPAM: Via Pietro Cossa, 41 - 00193 Roma • telefono 06-32.03.317/318/320 • fax 06-32.03.261

e-mail [email protected] • sito web www.opam.it • cod. fiscale 80192470583

“I bambini di oggi saranno gli adulti di domani.

Sono essi il nostro domani. E il futuro che desideriamo

è un futuro in cui la gente possa sorridere”

Don Aldo Martini (Presidente OPAM)

X 5 1000