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S I INAUGURA IL 20 ottobre, al- le Sale Apollinee del Teatro la Fenice, il «Progetto Pro- meteo», ciclo di eventi culturali proposti dall’Agimus di Venezia, Associazione Giovanile Musica- le presieduta da Alfredo Bianchi- ni e diretta artisticamente da Le- tizia Michielon. Fin dalla sua fon- dazione, nel 1949 a Roma, sotto l’alto Patronato del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e della Pubblica Istruzione, l’Agi- mus svolge una preziosa azione di diffusione artistica grazie alle numerose sezioni presenti in tutto il territorio nazionale. Il progetto si articola in una serie di quattro iniziative tra loro connesse: particolare attenzione è stata dedi- cata all’aspetto formativo, grazie al corso di compo- sizione tenuto presso l’Ateneo Veneto da Ric- cardo Vaglini. Le lezioni sono state segui- te da un gruppo selezionato di allievi provenienti dai Conservatori di Ve- nezia (Leonardo Boldrin), Padova (Stefano Maria Torchio), Vicenza (Valeria Businaro) e Castelfran- co Veneto (Raffaele De Gia- cometti), ai quali si è unito un giovane segnalato dall’Archi- vio Luigi Nono (Nicola Bu- so). Agli stage si sono affianca- ti gli interventi seminariali di Claudio Ambrosini, Ivan Fede- le, Martin Lichtfuss e Louis Kar- chin. Frutto del progetto è la realizzazio- ne di opere prime per archi in omaggio a No- no e Vedova, che verranno eseguite dall’Ex Novo Ensemble. Il ciclo di concerti, che si svolgerà non so- lo nelle Sale Apollinee del Teatro la Fenice, ma anche negli spazi del Centro Candiani di Mestre, prevede l’esecuzione delle prime assolu- te commissionate a compositori italiani e stranieri, tra cui Fa- bio Grasso, Louis Karchin, Martin Lichtfuss, Luigi Manfrin, Letizia Michielon e Riccardo Vaglini. Partecipano all’inizia- tiva anche studenti che frequentano prestigiose istituzioni europee e statunitensi: Kyung Eum Im (Università della Musica di Vienna), Fe- lipe Lara (New York University) e Piotr Tabakiernik (Accademia Chopin di Var- savia). Il concerto d’inaugurazione è af- fidato al Quartetto Ex Novo e al soprano Livia Rado; ospite d’eccezione della sera- ta sarà Paolo Puppa, che reciterà un suo monologo inedito ispirato a Luigi Nono. Seguiranno le serate per pianoforte a quattro mani con il duo Spinosa-Calcagnile (20 novembre), interprete del progetto «Spoon River», e il duo Grasso-Michielon (6 dicembre), con brani di Nono, Schoenberg, Ravel, Lichtfuss e Karchin, in- trodotti da un monologo inedito dello stesso Puppa, dedica- to a Emilio Vedova. Il Quadrivium Ensemble eseguirà mu- siche di Copland, Britten, Turina e Villa Lobos (22 novem- bre), mentre il contralto Gloria Banditelli, in duo con Raffael- la Zagni, proporrà un concerto con opere del Novecento sto- rico (3 dicembre). L’attenzione al contemporaneo sarà infine com- pletata da una serata con lavo- ri di musica elettronica, ospitata dal Centro Candiani (13 novem- bre), che avrà come protagonisti gli allievi dei Conservatori di Ve- nezia (il gruppo elettroacustico M.A.S. – meccanica/azione/so- nora – formato da Federico Co- stanza, Marco Gasperini e Ales- sio Rossato) e di Trieste (Mauri- zio Goina, Ivan Penov e Alessan- dro Fogar), autori di opere in pri- ma assoluta dedicate ancora a Nono e a Vedova. La proposta culturale si arricchisce con un convegno in- ternazionale di Filosofia della musica in collaborazione con l’Ateneo Veneto, patrocinato da Ca’ Foscari e dall’Iya (An- no Mondiale dell’Astronomia) 2009, in programma il pros- simo 7 dicembre all’Ateneo Veneto sul tema « Harmonia mundi. Anima spazio e corpo sonoro nella musica del XX e XXI secolo». È prevista, infine, la pubblicazione delle partiture per i tipi di Ars Publica e l’incisione di alcune tra le opere prime commissionate. (Per ulteriori informa- zioni: www.agimusvenezia.it). (i.p.) Il « ProgettoPrometeo » dell’AgimusdiVenezia Un ricco cartellone dedicato a Luigi Nono ed Emilio Vedova Venezia Sale Apollinee del Teatro La Fenice Ateneo Veneto Mestre Centro Candiani 20 ottobre – 7 dicembre Dedicato alla valorizzazione del pensiero e dell’opera di Luigi Nono ed Emilio Vedova, il «Progetto Prometeo» è patrocinato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e dal Ministero della Pubblica Istruzione, dalla Regione Veneto, dal Comune (Direzione Beni e Attività Culturali) e dalla Provincia di Venezia, e organizzato in collaborazione con la Fondazione «Emilio e Annabianca Vedova», la Fondazione Teatro La Fenice, l’Archivio Luigi Nono, il Centro Candiani e l’Ateneo Veneto. La realizzazione è resa possibile grazie al sostegno offerto dalla Regione Veneto, dal Consorzio Venezia Nuova, dalla Banca del Veneziano e dalla North East Service . Paolo Puppa 30 — la cornice sinfonica la cornice sinfonica

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Si inaugura il 20 ottobre, al-le Sale Apollinee del Teatro la Fenice, il «Progetto Pro-

meteo», ciclo di eventi culturali proposti dall’Agimus di Venezia, Associazione Giovanile Musica-le presieduta da Alfredo Bianchi-ni e diretta artisticamente da Le-tizia Michielon. Fin dalla sua fon-dazione, nel 1949 a Roma, sotto l’alto Patronato del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e della Pubblica Istruzione, l’Agi-mus svolge una preziosa azione di diffusione artistica grazie alle numerose sezioni presenti in tutto il territorio nazionale.

Il progetto si articola in una serie di quattro iniziative tra loro connesse: particolare attenzione è stata dedi-cata all’aspetto formativo, grazie al corso di compo-sizione tenuto presso l’Ateneo Veneto da Ric-cardo Vaglini. Le lezioni sono state segui-te da un gruppo selezionato di allievi provenienti dai Conservatori di Ve-nezia (Leonardo Boldrin), Padova (Stefano Maria Torchio), Vicenza (Valeria Businaro) e Castelfran-co Veneto (Raffaele De Gia-cometti), ai quali si è unito un giovane segnalato dall’Archi-vio Luigi Nono (Nicola Bu-so). Agli stage si sono affianca-ti gli interventi seminariali di Claudio Ambrosini, Ivan Fede-le, Martin Lichtfuss e Louis Kar-chin. Frutto del progetto è la realizzazio-ne di opere prime per archi in omaggio a No-no e Vedova, che verranno eseguite dall’Ex Novo Ensemble.

Il ciclo di concerti, che si svolgerà non so-lo nelle Sale Apollinee del Teatro la Fenice, ma anche negli spazi del Centro Candiani di Mestre, prevede l’esecuzione delle prime assolu-te commissionate a compositori italiani e stranieri, tra cui Fa-bio Grasso, Louis Karchin, Martin Lichtfuss, Luigi Manfrin, Letizia Michielon e Riccardo Vaglini. Partecipano all’inizia-tiva anche studenti che frequentano prestigiose istituzioni europee e statunitensi: Kyung Eum Im (Università della Musica di Vienna), Fe-lipe Lara (New York University) e Piotr Tabakiernik (Accademia Chopin di Var-savia). Il concerto d’inaugurazione è af-fidato al Quartetto Ex Novo e al soprano Livia Rado; ospite d’eccezione della sera-ta sarà Paolo Puppa, che reciterà un suo monologo inedito ispirato a Luigi Nono.

Seguiranno le serate per pianoforte a quattro mani con il duo Spinosa-Calcagnile (20 novembre), interprete del progetto «Spoon River», e il duo Grasso-Michielon (6 dicembre), con brani di Nono, Schoenberg, Ravel, Lichtfuss e Karchin, in-trodotti da un monologo inedito dello stesso Puppa, dedica-to a Emilio Vedova. Il Quadrivium Ensemble eseguirà mu-siche di Copland, Britten, Turina e Villa Lobos (22 novem-bre), mentre il contralto Gloria Banditelli, in duo con Raffael-la Zagni, proporrà un concerto con opere del Novecento sto-

rico (3 dicembre). L’attenzione al contemporaneo sarà infine com-pletata da una serata con lavo-ri di musica elettronica, ospitata dal Centro Candiani (13 novem-bre), che avrà come protagonisti gli allievi dei Conservatori di Ve-nezia (il gruppo elettroacustico M.A.S. – meccanica/azione/so-nora – formato da Federico Co-stanza, Marco Gasperini e Ales-sio Rossato) e di Trieste (Mauri-zio Goina, Ivan Penov e Alessan-dro Fogar), autori di opere in pri-

ma assoluta dedicate ancora a Nono e a Vedova.La proposta culturale si arricchisce con un convegno in-

ternazionale di Filosofia della musica in collaborazione con l’Ateneo Veneto, patrocinato da Ca’ Foscari e dall’Iya (An-no Mondiale dell’Astronomia) 2009, in programma il pros-

simo 7 dicembre all’Ateneo Veneto sul tema «Harmonia mundi. Anima spazio e corpo sonoro nella musica del XX e XXI secolo».

È prevista, infine, la pubblicazione delle partiture per i tipi di Ars Publica e l’incisione di alcune tra le opere prime commissionate. (Per ulteriori informa-zioni: www.agimusvenezia.it). (i.p.) ◼

Il «Progetto Prometeo» dell’Agimus di VeneziaUn ricco cartellone dedicatoa Luigi Nono ed Emilio Vedova

VeneziaSale Apollinee del Teatro La Fenice

Ateneo Veneto

MestreCentro Candiani

20 ottobre – 7 dicembre

Dedicato alla valorizzazione del pensiero e dell’opera di Luigi Nono ed Emilio Vedova, il «Progetto Prometeo» è patrocinato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e dal Ministero della Pubblica Istruzione, dalla Regione Veneto, dal Comune (Direzione Beni e Attività Culturali) e dalla Provincia di Venezia, e organizzato in collaborazione con la Fondazione «Emilio e Annabianca Vedova», la Fondazione Teatro La Fenice, l’Archivio Luigi Nono, il Centro Candiani e l’Ateneo Veneto. La realizzazione è resa possibile grazie al sostegno offerto dalla Regione Veneto, dal Consorzio Venezia Nuova, dalla Banca del

Veneziano e dalla North East Service .

Paolo Puppa

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un minifeStival pianiStico? la stagione 2009-2010 della Società Veneziana di Concerti – dal 9 no-vembre 2009 al 24 maggio 2010 al Teatro La Fe-

nice – affronterà la mannaia dei tagli ai finanziamenti ri-dimensionando l’oneroso star system per costruire un pro-gramma ad hoc ruotante intorno al pianoforte. Strumento agile, che visse in primo piano una fetta imponente di sto-ria della musica, al pianoforte sarà ispirato un ciclo concer-tistico per celebrare i venticinque anni del Premio Venezia e il venticinquennale di attività concertistica dell’associa-zione («Nozze d’argento» sarà il titolo), quindi coinvolgen-do a partire dal 1985 tutti i vincitori delle passate edizioni. Da questo concorso, prima regionale, poi nazionale, dedi-cato ai diplomati col massimo dei voti, si sono distinti alcu-ni dei nomi più interessanti del pianismo più giovane, che a Venezia suoneranno in una rassegna antologica in grup-pi di quattro musicisti, ognuno con un brano, tre concer-ti in questa stagione, tre nella prossima. Riascolteremo Fi-

lippo Gamba, Roberto Prosse-da, Maurizio Baglini, Giu-

seppe Albanese, Alber-to Nosè, in «un ciclo – ricorda il diretto-re artistico Paolo Cossato – che vuo-le anche essere un omaggio al piani-smo italiano. Gio-

vani generosi artisti che vengono presso-

ché in amicizia, visto il taglio del 50% al no-stro budget». Ma

non finisce qui. Si punta sul pia-noforte apren-do la stagione con un concer-to di Alexander

Lonquich e l’Or-chestra da Ca-mera di Man-tova prima di repl icare i l programma al Musikve-rein di Vien-na, in un re-

pertorio che Lonquich ama ormai frequentare da tempo, il Quarto concerto per pianoforte di Beethoven e il Primo di Shostakovich. Ritornerà Grigorij Sokolov, da sempre molto applaudito sui palcoscenici veneziani, e il percorso pianistico continuerà col duo Massimo Somenzi-Gusta-vo Romero, nell’integrale delle musiche di Mozart per pia-noforte a quattro mani, col giovanissimo Daniil Trifonov (Russia, 1991), vincitore del Concorso pianistico di S. Ma-rino 2008, e la ventiduenne cinese Yuja Wang. «Per quanto se ne dica – aggiunge Cossato – il pianoforte è lo strumen-to che suscita ancora più interesse». Riappare in una ve-ste cameristica, con l’affermato inglese Daniel Hope (nuo-vo violinista del leggendario Beaux Arts Trio dal 2002 e primo interprete della nuova edizione critica del Concer-to di Berg) in duo con pianoforte, e due serate di lieder: il baritono tedesco Christian Gerhaher proporrà un pro-gramma mahleriano, mentre la soprano canadese Barba-ra Hannigan accenderà una luce sul repertorio tardo-vien-nese, in un’antologia fra Wolf, Schönberg, Berg, Webern, Zemlinsky e Alma Mahler. Il quartetto d’archi continua a non mancare, uno solo quest’anno, il quartetto Artemis, e ci sarà anche la giovane violoncellista argentina Sol Gabet-ta. A Natale il coro patriarcale di Mosca, diviso fra reperto-rio sacro e profano, con la speranza di ascoltarlo in Basilica a S. Marco. Quattordici concerti appesi a un compromes-so, dove la tastiera fa da padrona (otto concerti), «puntan-do sulla qualità», come ricorda Cossato. Ma cercare di ab-battere le spese non è facile, la musica ha i suoi bei costi. Le questioni sulla gestione delle finanze artistiche si riaprono nuovamente, accanto a quella delle stesse scelte musica-li, quando i tagli non hanno scrupoli e la coperta è sempre troppo corta. I numeri: 220.000 euro di finanziamento per la stagione della Società Vene-ziana di Concerti sono stati ridotti a 110.000, interamente impie-gati per le spese ar-tistiche. Ma ce ne sono altri 110.000 di spese gestiona-li (in media più di 7.800 a concerto), nei quali più del-la metà (65.000, il 59%, quasi il 30% del bilan-cio complessi-vo) serve a co-prire le spese di personale. Nessuno spon-sor privato di lus-so, solo alcuni be-nefattori, veri e pro-pri «sponsor onora-ri». Arte e gestione dell’arte sono or-mai due facce in-dissociabili. ◼

È di scenail pianoforteAlla Fenicele «Nozze d’argento»della Società Venezianadi Concerti

di Mirko Schipilliti

Barbara Hannigan( foto Marco Borggreve) Venezia – Teatro La Fenice

9 novembre 2009 – 24 maggio 2010Sol Gabetta

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torna fruibile dopo qua-Si due anni di restauro l’ex Casino Zane a Vene-

zia. Il secentesco edificio, acqui-stato nel 2007 dalla Fondation Bru, è ora sede di una sua ema-nazione, il Palazzetto Bru Za-ne – Centre de musique roman-tique française, istituzione cul-turale presieduta da Nicole Bru, che ha tra i suoi obiettivi quel-lo di restituire al repertorio mu-sicale francese del XIX secolo una notorietà mai pienamente riconosciutagli.

Il centro ha scelto di stabilir-si a Venezia in quanto città d’ar-te di chiara fama e luogo predi-letto dagli artisti romantici du-rante il XIX secolo. Il proget-to ha una duplice vocazione: far ritrovare all’edificio lo spirito dell’epoca e creare un luogo de-dicato alla musica, arte che fu la sua vocazione originaria. Il casi-no, infatti, fu voluto nel 1695 da-gli Zane, famiglia di melomani, perché loro figlia potesse darvi dei recital di violino. Si racconta che Mozart vi abbia suonato du-rante il suo viaggio a Venezia nel carnevale del 1771.

Il Palazzetto Bru Zane si pro-

pone di far rivivere i nomi di compo-sitori e le opere dimenticate – talvolta addi-

rittura scom-parse – del XIX secolo. L’ inau-gurazio-ne coin-ciderà il

3 ottobre con l’apertura del festival/convegno «Le origini del Romanticismo francese», che si protrarrà fino al giorno 13. Oltre a questa manifestazione nel 2010 sono previste al-tre due rassegne, una in febbraio, «Le salon romantique», e un’altra, «Il pianoforte romantico», tra aprile e maggio. Un nuovo luogo dunque che tutti gli appassionati di musica im-pareranno a conoscere e frequentare.

Ma quali sono nello specifico gli obiettivi del Centro? «La ri-cerca scientifica rappresenta – si legge nell’ampia cartella stam-pa – il fulcro delle nostre attivi-tà. Il suo scopo è duplice: – va-lorizzare le opere sconosciute di celebri compositori come Bizet, Gounod, Massenet, e riabilitare figure dimenticate come Méhul, Hérold, Onslow, Alkan, Pierné e molti altri. La ricerca si svolge in collaborazione con conserva-tori, università e centri interna-zionali e ha già portato alla sco-perta, qualche mese fa, della pri-ma edizione dell’opera Les Fran-cs-Juges di Berlioz. Organizzate in convegni e giornate di studi, le attività scientifiche riguardano la musicologia e altri campi cor-relati: storia dell’arte, organolo-gia, letteratura, arti della scena. La collana editoriale è articolata in due sezioni: le partiture musi-cali e i testi scientifici. Le edizio-ni pratiche presentano un testo musicale modernizzato e facil-mente accessibile all’interprete. Le edizioni monumentali sono invece dotate di accurati apparati critici. Il catalogo delle partiture ha come scopo quello di far co-noscere i diversi generi romanti-

ci: sinfonia, concer-to, musica da camera, opera, repertorio sa-cro, mélodie. L’insie-me delle partiture e dei libri è pubblica-to in collabora-zione con le edizioni Symétrie di Lione». (l.m.) ◼

Musicaal Palazzetto ZaneL’antico edificio sarà sededi convegni e rassegne

Il Palazzetto ZaneSituato nel quartiere San Stin, vicino alla Basilica dei Frari, a 7 minuti da Piazzale Roma, il Casino Zane fu costruito tra il 1695 e il 1697 ed è stato per un secolo il luogo di svago del Palazzo Zane, che si trova a pochi metri di distanza. Il palazzo principale – oggi la Scuola Livio Sanudo – e il palazzetto erano separati da un rigoglioso giardino alla francese. La bottega di Baldassarre Longhena terminò nel 1682 la ristrutturazione del Palazzo voluta da Domenico Zane, che lasciò i suoi beni e una collezione di libri e quadri al nipote Marino Zane, che negli anni Novanta conferì ad Antonio Gaspari, l’architetto più ricercato sulla piazza veneziana, l’incarico di ideare un nuovo edificio da utilizzare appositamente come biblioteca e «casin». La sistemazione dell’interno, riccamente decorato, fu affidata all’artista di origine ticinese Abbondio Stazio e allo scultore Andrea Brustolon, che ha inciso la

balaustra di legno che si affaccia sulla sala da ballo.

Charles-François Gounod Georges Bizet

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È un incontro tra titani, quello che si celebrerà l’11 settembre al Teatro Ac-cademia di Conegliano: i Solisti Vene-

ti di Claudio Scimone – che quest’anno festeggiano il cin-quantenario della fondazione (cfr p. 28) – si esibiranno in-fatti insieme a un violinista del calibro di Uto Ughi in un evento unico che chiude questa edizione del «Veneto Fe-stival–XXXIX Festival Inter-nazionale G. Tartini» ed è dedi-cato ad alcune importanti ricor-renze di cui il 2009 è crocevia. Quest’anno infatti si celebrano il duecentocinquantesimo an-niversario della morte di Hän-del e il duecentesimo di quella di Haydn, cui si aggiunge il due-centocinquantesimo della na-scita di Mendelssohn. Di conse-guenza quasi obbligatoriamen-te il programma della serata sarà incentrato sull’opera di questi tre grandi di lingua tedesca.

Si inizia con Georg Friedrich Händel, di cui verrà suonata l’Ouverture dell’Agrippina, cui

seguirà il Concerto Grosso in re maggiore op. 6 n. 5. Sesta delle circa quaranta opere teatrali di Haendel, l’Agrippina – pur essendo una composizione precoce (il debutto al vene-ziano Teatro di San Giovanni Grisostomo è del 1708, quan-do Händel ha ventitré anni, cfr p. 25) – ha già una struttu-ra maestosa e corale, che la distingue dalle cantate scritte in precedenza, e questo impianto si nota con molta evidenza sin dalle note iniziali. Il Concerto Grosso in re maggiore fa invece parte di un gruppo di dodici composizioni che ap-partengono già all’epoca matura (sono tutti scritti tra il 29 settembre e il 20 ottobre 1739): in questa serie di concerti Händel uguaglia e supera il suo modello, Arcangelo Corel-

li, anche se viene talvolta accusato di utilizzare come punto di partenza idee altrui.

Si prosegue con Franz Joseph Haydn, di cui

è scelto il Concerto in do maggiore per violino e archi, cre-ato presumibilmente tra il 1961 e il 1965 dal genio austria-co per l’italiano Luigi Tomasini, violinista dell’orchestra del principe Esterházy: pur non essendo tra i generi prediletti di

Haydn, il concerto per strumen-ti vari per sua stessa natura mette in risalto le parti solistiche, che a Conegliano – sotto l’esperta gui-da di Claudio Scimone – pren-deranno vita grazie alla maestria del virtuoso di Busto Arsizio.

In conclusione il Concerto in re minore di Mendelssohn, un lavoro giovanile che il compo-sitore decise di non includere neppure nell’edizione comple-ta delle proprie opere, ma che – pur pagando un tributo im-portante a modelli «sacri» co-me Mozart e Beethoven – espri-me già il carattere acceso della sua personalità musicale. (l.m.) ◼

Una serata speciale con i Solisti Venetie il violino di UghiA Coneglianol’evento conclusivodel Veneto Festival

Teatro Accademia11 settembre, ore 21.00

I Solisti VenetiDiretti da Claudio Scimone, sono l’orchestra da camera più popolare in Italia e all’estero. In cinquant’anni di attività hanno esportato la musica veneziana e veneta in tutto il mondo con 5000 concerti in più di ottanta Paesi e nei principali festival internazionali, a cui si aggiunge una vasta produzione discografica di oltre trecentocinquanta titoli per le più importanti case a distribuzione mondiale. Da sempre il nome dei Solisti Veneti è legato a quello di Claudio Scimone, fondatore

dell’orchestra nel 1959.

Uto UghiNasce a Busto Arsizio nel 1944. Considerato tra i maggiori violinisti del nostro tempo, ha iniziato le sue grandi tournèe europee esibendosi nelle più importanti capitali del vecchio continente. Da allora la sua carriera non ha conosciuto soste. Ha suonato in tutto il mondo, nei principali Festival con le più rinomate orchestre sinfoniche. Tra i direttori che l’hanno diretto si annoverano Sargent, Celibidache, Colin Davis, Leitner, Prêtre, Rostropovich, Sinopoli, Sawallish,

Mehta, Masur, Cluytens, Chung, Ceccato, Maazel.

Uto Ughi

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Ha preSo il largo lo scorso 18 agosto, nel nuovissi-mo Teatro Comunale Luigi Russolo di Portogrua-ro, l’edizione 2009 dell’Estate Musicale della Fon-

dazione Santa Cecilia (cfr. VMeD n. 29, pp. 36, 37). Anche quest’anno sotto la direzione di Enrico Bronzi, la rassegna, vero e proprio «viaggio in musica», non ha lesinato sugli ap-puntamenti, che hanno suscitato e continuano a suscitare un gran successo di pubblico e critica.

Il concerto d’apertura ha visto salire sul palco del Luigi Russolo i Virtuosi Italiani, l’Orchestra dell’Accademia Mu-sicale Naonis e il violista Simonide Braconi diretti da Enri-co Bronzi in un repertorio squisitamente sinfonico: la Sin-fonia op. 90 La Passione di Haydn, l’Ouverture op. 27 Meeresstille und gluckliche Fahrt di Mendelssohn-Bartholdy e la Sinfonia di Berlioz Harold en Italie.

Il 19 agosto il festival ha dedicato alla straordinaria quan-to emblematica figura di Gesualdo da Venosa una giorna-ta intera, che si è articolata in un laboratorio musicale – che ha potuto contare su presenze quali quella di Sandro Cap-pelletto, Quirino Principe e Roberto Calabretto – nella pro-iezione del film-documentario Morte a cinque voci di Werner Herzog, e in un concerto con musiche di Gesulado, inter-pretate dall’ensemble vocale De Labyrintho, con la voce re-citante di Cappelletto e la direzione di Walter Testolin.

Il 20 agosto il sipario del Russolo si è aperto con l’esecuzio-ne dei Lieder eines fahrenden Gesellen di Mahler, ai quali ha fat-to seguito l’esecuzione di due brani contemporanei: Oh che bel castello, per pianoforte ed ensemble, composto dal vene-ziano Giovanni Mancuso, e Medeas Traüme op. 43, per violi-no, clarinetto basso, percussioni e pianoforte, del polacco

Dariusz Przybylski. Un ensemble formato da otto violoncellisti di diversa na-

zionalità e una compagnia di danzatori professionisti sono stati i protagonisti dell’appuntamento dello scorso 21 ago-sto: i Violoncelli di Salisburgo, Giovanni Gnocchi, Stefano Cerrato, Gundula Leitner, Gonzalo Meseguer, Elisa Siber, Julia Hagen, Kristina Urban, Sylvia Demgensky e i balleri-ni della Compagnia di danza Kronos hanno interpretato Partenze, più in alto del vento, brano in prima esecuzione asso-luta, commissionato dal festival al compositore Mario Pa-gotto e nato dalla collaborazione con la danzatrice e coreo-grafa Barbara Canal.

Il 22 agosto si è partiti dal lontano Oriente, con le percus-sioni cinesi dei Panda Banda diretti da Gert Mortensen che hanno «invaso» Piazza della Repubblica con uno spettaco-lo ispirato alle favole cinesi, per proseguire nell’Italia delle Années de pèlegrinage, Deuxième année: Italie di Franz Liszt, con il pianoforte di Roberto Plano.

Il 23 il festival si è lanciato in un viaggio nell’Italia poco conosciuta della tradizione musicale popolare sarda con il Quartetto vocale della Confraternita di Santu Lussurgiu, composto da quattro voci maschili – Giovanni Ardu, Ma-rio Corona, Antonio Migheli e Roberto Iriu – cui è affida-to il non facile compito di eseguire e conservare oralmen-te queste straordinarie polifonie di cui non esiste partitu-ra scritta.

E poi ancora, solo per citare un altro paio dei nomi finora ascoltati, Portogruaro ha festeggiato il ritorno del violinista di origini lettoni Ilya Grubert – tra i più apprezzati solisti del suo strumento al mondo – che è salito sul palco del Russo-lo con Brenno Ambrosini, pianista veneziano dall’intensa carriera internazionale.

Seguito molto anche quest’anno, dopo il successo della scorsa edizione, l’appuntamento con Penombre, brevi con-ferenze abbinate alla degustazione di vini doc Lison-Pra-maggiore in collaborazione con la Strada dei Vini, idea-te per offrire al pubblico la possibilità di approfondire gli appuntamenti serali attraverso interventi di musicologi e critici musicali. L’Estate Musicale 2009 ospita ancora una volta alcuni tra i massimi esponenti della cultura musica-le italiana: Quirino Principe, Sandro Cappelletto, Massi-mo Donà, Gian Paolo Minardi, Elio Matassi, Roberto Ca-labretto, Nicola Scaldaferri e Romano Gasparotti. (i.p.) ◼

Continuail viaggio in musicadel Festivaldi PortogruaroL’«Estate» di Enrico Bronzinel nuovo Teatro «Luigi Russolo»

Portovecchio di Portogruaro – Villa Furlanis Bombarda1 settembre, ore 21.00

Concerto degli studenti vincitori delle Borse di Studio offerte dall’Associazione Intonarumori

Musiche di autori vari

PortogruaroSede Fondazione Musicale Santa Cecilia / Sala capriate

2 settembre, ore 19.00Penombre: Prendi, strimpella i miei poveri canti, ovvero: Franz Schubert

e la via crucis degli intirizzitiIntroduzione al concerto serale Viaggio d’Inverno: Quirino Principe

relatore

Portogruaro – Teatro Comunale Luigi Russolo2 settembre, ore 21.00

Viaggio d’invernoWolfgang Holzmair baritono, Deindre Brenner pianoforte

Musiche di Schubert

Pradipozzo di Portogruaro – Chiesa Parrocchiale2 settembre, ore 21.00

Giampaolo Bandini chitarra, Cesare Chiacchiaretta bandoneonMusiche di Gubitsch, Piazzolla, Pujot, Tavolaro, Villoldo

Portogruaro – Teatro Comunale Luigi Russolo3 settembre, ore 21.00Anni di pellegrinaggio II

Enrico Pace pianoforteMusiche di J.S Bach/Friedman, Beethoven, Gluck/Friedman,

Liszt, Mendelssohn, Schumann

Portogruaro – Teatro Comunale Luigi Russolo4 settembre, ore 21.00

Concerto dei Vincitori del Premio Venezia 2008Fiorenzo Pascalucci e Viktor Guraziu pianoforte

Musiche di Chopin, Liszt, Rossini, Scarlatti, Schumann

Portovecchio di PortogruaroVilla Furlanis Bombarda

4 settembre, ore 21.00Concerto dei migliori studenti delle Masterclass InternazionaliAssegnazione borse di studio del Lions Club di Portogruaro

Musiche di autori vari

Este – Chiostro di San Francesco5 settembre, ore 21.00

Trio di PadovaMusiche di Brahms, Haydn, Šostakovič

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«il tema condutto-re di questa nuova edizione è quello del

viaggio, inteso nel suo sen-so concreto e soprattutto nel suo senso simbolico di ten-sione conoscitiva. La città di Portogruaro tornerà, an-che se solo metaforicamen-te, alla sua funzione di Por-tus: ideale luogo di parten-za dei viaggi musicali che accompagneranno l’estate 2009. I percorsi che seguire-mo attraverso il programma del Festival “In viaggio” saranno, in libera successione, quelli del Grand Tour ottocentesco, con le immancabili tappe italia-ne (Aroldo in Italia, Années de pèlerinage, Souvenir de Floren-ce), i viaggi ideali in terre musicali non molto note (la musica ci-nese, i paesaggi musicali nordamericani), la forma musicale co-me viaggio interiore (le grandi forme schubertiane, il Winter-reise, la Wanderung romantica), il viaggio del popolo di Israele (The Dreams and Prayers of Isaac the Blind di Golijov), il viaggio mitico di Zeus sulla terra (Philemon und Baucis di Haydn), il viaggio in un’Italia sconosciuta (lo Stabat dei cantori di Santulussurgiu) e ancora il viaggio come cono-scenza, prova, distacco, desiderio, ritorno, avventura, sve-lamento. Nello scorso Festival di Portogruaro abbiamo fatto leva sulla curiosità del nostro pubblico portogruarese per un viaggio nella fantasia. Oggi ancora richiamiamo il demone del-la Curiositas come stimolo fondamentale nella ricerca di sé. E il pensiero va subito al primo viaggio della cultura occidentale, il peregrinare di quell’Odisseo che è il simbolo perfetto del-la sete di conoscenza. E, si sa, Odisseo preferisce farsi legare all’albero maestro pur di udire un canto ignoto...»

Queste sono le premesse programmatiche da cui è partito Enrico Bronzi per costruire l’edizione 2009 dell’Estate Mu-sicale di Portogruaro, promossa come di consueto dalla Fon-dazione Santa Cecilia e programmata tra agosto e settembre. Il violoncellista parmigiano, al suo secondo mandato da diretto-re artistico, ha costruito un programma estremamente ricco e diversificato, isolando e sviluppando attraverso concerti, mo-menti d’incontro e anche appuntamenti accompagnati da degu-stazioni enologiche (definite molto efficacemente «Penombre») un tema suggestivo e ampio come quello del viaggio musicale.

La riprova che il festival della piccola cittadina veneziana sta

vivendo un momento d’oro è stata fornita dalla conferenza d’inaugurazione. In una calda sala consiliare del magnifico mu-nicipio si sono infatti alternati tre relatori d’eccezione: Quirino Principe, di casa a Portogruaro, Elio Matassi e Massimo Donà. Il celebre musicologo e germanista – che il 2 settembre sarà pro-tagonista di una «Penombra» dall’accattivante titolo «”Prendi, strimpella i miei poveri canti”… ovvero: Franz Schubert e la via crucis degli intirizziti» (cfr. la pagina a fianco) – con le consuete sapienza e abilità affabulatoria ha descritto i tre lieder di Schubert eseguiti poi dal vivo da Alessandro Cortello (tenore) e Michele Bravin (pianoforte): Wandrers Nachtlied I, op. 4 n. 3 D 224, Wol-fgang von Goethe: Der du von dem Himmel bist; Wandrers Nachlied II, op. 96 n. 3 D 768, Wolfgang von Goethe: Über allen Gipfeln ist Ruh; Der Wanderer, op. 4 n. 1 D 493 a, Georg Philipp Schmidt von Lübeck: Ich komme vom Gebirge her. Nella sua introduzione ha af-frontato anche il tema-guida dell’Estate Musicale: «La vita co-me musica è un viaggio: l’itinerario artistico di un compositore serio, che viva nella sfera dell’essere, cioè che componga musi-

ca per sé e per chi lo capisca, e non per un pubblico che pa-ghi e che gli permetta di vive-re (anche se non c’è nulla di ignobile in questo, ma si rien-tra nella sfera dell’avere, che è inferiore) compie un viaggio che dovrebbe sempre arriva-re a buon fine». Al viaggio ha fatto riferimento anche il di-scorso di Elio Matassi – pro-fessore ordinario di Filoso-fia della storia e docente di Estetica musicale all’Uni-versità Roma Tre – che, pre-cedendo Quirino Principe

negli interventi, ha affermato: «Il viaggio non è un fatto acci-dentale, ma un modo di essere, di rapportarsi alla realtà, in ter-mini filosofici è una vera e propria concezione del mondo. È un modo di acquisire esperienze attraverso un percorso. E questo concetto assume pregnanza assoluta se ci avviciniamo al mon-do della musica...» (l.m.) ◼

Quirino Principe, Elio Matassie Massimo Donà introducono«In viaggio»Relatori d’eccezione per la conferenza d’inizio dell’Estate Musicale

Michael Wolgemut,Ulysses(1493 silografia)

Massimo Donà, Quirino Principe e Elio Matassi ( foto Eva Rico)

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ancHe queSt’anno la nuova edizio-ne del festival «I Luoghi di Baldas-sare» testimonia l’unicità della pro-

posta musicale e culturale di questo even-to, in quanto è la sola manifestazione che articola al suo interno, e porta avanti sviluppandole negli anni, molteplici e diversificate iniziative. Si tratta inoltre

dell’unica rassegna itinerante che propone l’abbinamento tra «luoghi» meritevoli di essere riscoperti e musiche con-testualizzate. Il principale obiettivo è però, come sempre, la riscoperta e la riproposta di composizioni, anche inedi-te, di Baldassare Galuppi. Ne abbiamo parlato con il diret-tore del festival, Alessio Benedettelli.

In questa edizione spicca una presenza consistente di musiche di Ga-luppi, ma soprattutto è degna di nota una riscoperta importante. Di cosa si tratta? Ci può anticipare le novità legate al compositore?

L’edizione di quest’anno dei «Luoghi di Baldassare» è particolarmente dedicata a inediti galuppiani, così come è negli scopi istituzionali dell’associazione che promuove il festival da quindici anni. Notevoli sono state, negli anni passati, le proposte di opere inedite come Ifigenia in Tauri-de, L’inimico delle donne, La calamita de’ cuori, La partenza e il ri-torno de’ marinai, tanto per citarne solo alcune. Quest’anno

si sono volute privilegiare le opere strumentali. La rasse-gna si aprirà dunque con un concerto che proporrà le sona-te da chiesa per due violini e basso continuo. La proposta riveste particolare interesse in quanto le sonate da chiesa, forma musicale nata fra il tardo Rinascimento e il primo Barocco, in Galuppi rappresentano un esempio di rilievo, poiché il tratto stilistico più costante di queste composizio-ni è quello della «condotta tematica», ovvero il continuo svolgimento intorno a un singolo frammento melodico ca-ratteristico, l’essere cioè monotematiche a differenza della

successiva sonata classica che sarà bitema-tica. Altra importante novità sono le Sona-te per tastiera eseguite da Andrea Bacchet-ti, che ne ha curato anche, assieme a Ma-rio Marcarini, l’edizione dalle fonti mano-scritte conservate alla Fondazione Levi di

Venezia. Il concerto sarà preceduto da una conferenza in-troduttiva di Franco Rossi. Dopo un Dixit Dominus a quat-

tro voci con strumenti – conservato nel fondo musicale at-tualmente custodito presso l’Istituto di Ricovero e di Edu-cazione (Ire) a Venezia – come contributo e stimolo all’ap-profondimento della figura musicale di Galuppi, ci sarà l’oratorio Jahel a dimostrazione di come questo composito-re abbia dedicato gran parte del proprio tempo alla musica sacra e liturgica e alla musica oratoriale. L’interesse di que-ste composizioni, in tutto e per tutto rivali delle contem-poranee espressioni operistiche, è certamente elevato, an-che per la straordinaria qualità delle esecutrici, tradizional-mente tutte donne, la cui unica occupazione era proprio la musica, tanto da giungere a esiti di straordinario interes-se testimoniati da ogni viaggiatore dell’epoca. Nell’ambito del festival a interpretare l’oratorio sarà il gruppo femmi-nile «Cappella Artemisia», coro che si dedica al repertorio delle monache rinchiuse in convento.

«I Luoghi di Baldassare»:la nuova edizione del Festival Galuppi

di Patrizia Parnisari

Veneziadal 13 settembre al 24 ottobre

Danzatori sufi e Ensemble Maraghi: quest'ultimo sarà protagonistadel concerto al Fontego dei Turchi

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Tra i meriti del vostro festival c’è anche quello di dare spazio alla musica composta per strumenti rari o considerati insoliti. Dopo il pe-dalpiano della scorsa edizione, cosa ascolteremo quest’anno?

Questa volta saranno protagonisti due strumenti di sicu-ro poco ascoltati. Si tratta del maultrommel, comune-mente chiamato scacciapensieri, e della mando-ra, conosciuta anche con i nomi di gallizona o gallichon, una sorta di liuto barocco in uso nel XVIII e XIX secolo, soprattutto in Germania e Austria, ma iconografica-mente rappresentato già nel Trecento e Quattrocento. Con questi due af-fascinanti strumenti verranno ese-guite musiche di Albrechtsberger, musicista austriaco che fu maestro di Hummel e Beethoven, e di cui quest’anno ricorre il bicentenario della morte.

A proposito di centenari, quest’anno ne ricorrono diversi… Quali festeg gerete e come?

«I Luoghi di Baldassare» ne festegge-rà alcuni tra i più impor-tanti, ai quali so-no dedicati ben tre concer-ti: Purcell, Haende l e Haydn saranno i n fat t i al cen-tro del-le arie d’opera cantate dal so-pranista A n g e l o M a n zot-t i, presen-za assai gra-dita al pubbli-co veneziano, e non solo, e al nostro festival. Ancora a Haendel e Haydn affiancati da Mendelssohn, è dedicato il concerto di chiusura, frutto di una collaborazio-ne con le «Settimane Musicali» del Tea-tro Olimpico di Vicenza e con il proget-to «Antiruggine», e che vedrà la presen-za di interpreti come Sonig Tchakerian, Mario Brunello, Danilo Rossi e Massimo Somenzi, affiancati da allievi che hanno frequentato i laborato-ri di «Antiruggine». Da non dimenticare anche il bicen-tenario di Albrechtsberger, di cui si potranno ascoltare i concerti per maultrommel.

Particolare attenzione verrà da-ta, come sempre, anche ai luoghi nei quali i concerti saranno esegui-ti. Quali le novità e le riscoperte?

Anche quest’anno il festi-

val sarà itinerante, fra la laguna e la città. Sedi già note saranno Torcello e il «Grande Albergo Ausonia & Hun-garia» al Lido di Venezia, dove si potrà ascoltare il Go-malanbrass Quintet con un programma dedicato al pe-

riodo del Liberty, epoca in cui l’isola conobbe una fa-se di splendore e di cui l’hotel stesso rappresenta

un esempio di grandissimo pregio. Sede nuo-vissima sarà invece il Santuario della Ma-

donna dell’Apparizione nell’isola di Pel-lestrina, spazio forse poco conosciuto e poco frequentato dai veneziani stessi, ma che sicuramente deve essere visi-tato. Il programma vedrà la presen-za di Giovanni Guglielmo al violi-no ed Ezio Mabilia al clavicembalo. Il festival si fermerà poi alla Scuo-la Grande di San Rocco, alle Sale Apollinee del Teatro La Fenice e al Teatro Goldoni. Potrebbe parlarci del concerto di musica

ottomana che verrà eseguito all’interno del «Progetto Fondaci»?

Il concerto al Fontego dei Turchi (oggi Mu-

seo di Storia Na-turale) fa par-

te di un pro-getto, cui il festival ha dato ini-zio nel 2 0 0 7 , che in-t e n d e e sp lo -rare gli a s p e t -t i mu-

sical i d i quelle co-

munità pro-venienti da al-

tri paesi che si so-no stanziate a Ve-

nezia dando vita a scam-bi commerciali e culturali. Il concerto ve-drà la presenza dell’Ensemble Marâghî, che proporrà composizioni nate tra la corte e i centri sufi di Costantinopoli in epoca ot-

tomana (1326-1923). L’ensemble si ispira ad ‘Abd ul-Qâdir Marâghi, musicista e composi-

tore che, come tutti gli intellettuali del suo tem-po, fu cosmopolita, così come la musica clas-

sica ottomana è un esempio perfetto di in-terculturalità. Il mosaico composito delle

genti che convivevano pacificamen-te sui territori dell’impero si riflet-

teva nei musicisti che operavano a corte, che potevano essere armeni, slavi, greci, ebrei, cristiani o quant’altro. Pro-prio in questo senso la cultu-

ra ottomana è particolarmen-te vicina a Venezia, città co-smopolita in tutti i tempi. ◼

Henry Purcell

Georg Friedrich Händel Franz Joseph Haydn

Baldassare Galuppi

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torna a Settembre il festival chitar-ristico internazionale «Delle due Città», considerato una tra le

più importanti manifestazioni de-dicate alle sei corde. Sponsoriz-zata dal Gruppo Compiano Iniziative Culturali, 2C Ar-redamenti, Cassa di Rispar-mio del Veneto, Comu-ne e Provincia di Treviso, quest’anno la rassegna ha per tema i «Diari di viaggio tra crisi e creatività» e s’in-treccerà con molte delle ar-ti più rappresentative, dove la musica sarà, come sem-pre, il filo conduttore: dall’ 1 al 21 settembre il festival si svolgerà infatti tra concerti, cortometraggi, incontri con gli artisti, conferenze, un’esposizio-ne fotografica e molti altri eventi ol-tre agli appuntamenti più squisitamente musicali. Andrea Vettoretti, direttore artisti-co del festival e uno fra i più apprezzati chitarristi del panorama attuale, ha realizzato un cartellone che spazia dalla musica barocca fino a quella dei nostri giorni, dalla Spa-gna al Sud America e alla musica mediterranea.

I primi quattro concerti si svolgeranno al Teatro Eden di Tre-viso, tutti alle 20.45. Ad aprire il 3 settem-

bre sarà il Duo Caputo-Pompilio, che eseguirà le Variazioni Goldberg, una

delle opere più complesse e genia-li di Johann Sebastian Bach. Plu-ripremiato in numerose compe-tizioni musicali, nazionali e in-ternazionali, il Duo si perfezio-na con David Russell, Alberto

Ponce, e i fratelli Sergio e Odair Assad. Per quel che riguarda la produzione discografica, dopo

Petit déjeuner e Works for Guitar Duo, consacrati al repertorio dell’Ot-

to e Novecento, e Spanish Athmosphe-res, dedicato alla musica spagnola e

realizzato con la soprano ingle-se Anita Biltoo, i due maestri

hanno concluso la regi-strazione delle stesse

Variazioni Goldberg che presenteran-no a Treviso.

Il 5 settembre sarà la volta del Real Duo, com-

posto da Luciano Damiani e Michele Libraro, che proporrà un viaggio nel Mediterraneo mischiando i suoni cristallini del mandolino alle calde vibrazioni della chitarra.

Il 9 a salire sul palco sarà Bruno Giuffredi, mentre l’11 si esi-birà il chitarrista andaluso Josè Luis Ruiz Del Puerto con un programma tutto spagnolo in occasione del centesimo anni-versario della morte di Francisco Tarrega.

La chiusura della prima parte della manifestazione si svol-gerà, come da tradizione, al Teatro Comunale di Treviso il 13

settembre. Si potrà assistere allo spettacolo Viaggio in Sud America, che vedrà Antonella Ruggie-

ro accompagnata dal GuitArt Quartet, il cui ultimo progetto è un viaggio nella

musica dell’America Latina che ri-propone i grandi autori della can-

zone «colta» sudamericana: da Astor Piazzolla a Carlos Gar-del, Juan Luis Guerra, e mol-ti altri.

Il festival proseguirà co-sì il suo percorso a Roma, presso il Teatro Ghione, a pochi passi da Piazza San Pietro. A inaugurare la se-zione romana il 15 settem-bre sarà la chitarra di Aniel-

lo Desiderio, del quale Lorin Maazel, dopo aver assistito a

un suo concerto, disse: «Solo stasera ho compreso il vero suo-

no e la vera emozionalità che può dare la chitarra».

Il 17 settembre il catalano Carles Pons condurrà il pubblico in un viaggio che dalla

musica spagnola arriverà al repertorio francese, alle danze portoghesi, fino alla musica Nord Americana.

Il 18 settembre Vladislav Blaha eseguirà un concerto che dal Rinascimento giungerà ai nostri giorni. La ricchezza di espres-sione di questo musicista, insieme al suo brillante virtuosismo e all’elegante interpretazione, hanno suscitato critiche positi-ve in tutto il mondo musicale.

Domenica 20, Massimo Delle Cese condurrà il suo pubblico in Aria Egea, un recital che partirà ancora dalle danze del Medi-terraneo per arrivare alla musica romantica e proseguire verso il jazz e la musica turca.

A concludere il festival sarà infine Krzysztof Pelech, che, con sedici concor-si internazionali vin-ti, è uno dei chitarristi più attivi della sua ge-nerazione. Svolgendo circa sessanta concerti all’anno, ha suonato in Europa, in Asia e negli Stati Uniti, registrando per varie emittenti televi-sive e collaborando con com-positori del calibro di Jorge Mo-rel, che gli ha dedicato un’opera, e di Jorge Cardoso. Per infor-mazioni: www.mu-sikrooms.com (i.p.) ◼

Il festival chitarristico«Delle due Città»Da Treviso a Romaun settembre tra musica e arte

Andrea Vettoretti

Krz ysztof Pelech

Antonella Ruggiero

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