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> Gruppo AcegasAps <

iQuaderni

iL GAS METANO

AreaTrieste

iServizi Supplemento

NUOVAEDIZIONE2013

Iniziativeper lo SviluppoSostenibile

I combustibili fossili destinati all’esaurimento

Gas naturale: un combustibile ecosostenibile

Gasdotti e grandi navi: il gas arriva in Italia da 5 Paesi

La rete del gas metano italiana è lunga 31.500 chilometri

A Trieste AcegasAps gestisce una rete lunga 820 chilometri

Nel 1814 le lampade a gas pensionano le lanterne a olio

Rifiuti vegetali e liquami diventano gas combustibile

Dal cogeneratore Servola 1.400MWh/anno di energia pulita

Riscaldamento: un grado in più aumenta la spesa del 6%

Consigli per il risparmio e la sicurezza

Nelle pagine centrali l'illustrazione "La rete gas"

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CONTENUTI

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hanno la capacità di liberare una quantità di energia molto elevata e relativamente semplici da usare ma presentano lo svantaggio di essere molto inquinanti, poichè i fumi derivanti della loro combu-stione contengono sostanze estre-nanente nocive per l’ambiente.Secondo un’ottica contempora-nea sembra strano pensare che l’uso di queste fonti sia un capito-lo molto recente nella storia della civiltà: è solo a partire dal ‘900 che l’uomo ha avuto la possibili-tà di accedere facilmente a scon-finate riserve di energia fossile. Da questo momento in poi i con-sumi energetici mondiali sono progressivamente cresciuti in ma-niera vertiginosa. Fino a quando, nel corso degli anni ‘70, con le crisi e gli choc petroliferi, il mondo in-tero ha preso coscienza della scar-sità di questo tipo di risorse. A partire dagli anni ottanta, è ma-turata la consapevolezza che le riserve presenti in natura non sono

La Terra è nata 4,5 miliardi di anni fa. Molto tempo dopo, circa 7 mi-lioni di anni fa, sono comparsi i primi antenati degli uomini. Da raccoglitori e cacciatori, gli uomi-ni si sono poi dedicati all’alleva-mento di animali e all’agricoltura. Per gran parte della sua storia, l’umanità ha basato il proprio svi-luppo sullo sfruttamento della for-za umana e animale. La svolta fondamentale è coincisa con la scoperta delle fonti di ener-gia fossile - carbone, gas e petrolio - da lì in poi l’umanità ha conosciu-to un progresso formidabile. Oltre a carbone e petrolio (quest’ultimo utilizzato anche come importante materia prima), uno dei combustibili fossili mag-giormente utilizzati dall’uomo è il gas naturale.Questi combustibili sono sostanze originate dalla lunga decomposi-zione di materiale organico (resti animali e vegetali di milioni di anni fa): sono efficienti, in quanto

illimitate, bensì tendono ad un progressivo esaurimento. La comunità internazionale ha co-minciato a chiedersi se l’uomo non stesse andando un po’ troppo lontano e un po’ troppo veloce e ad interrogarsi circa la sostenibilità di questo modello di sviluppo, po-nendosi un interrogativo cruciale: di questo passo la Terra rischia di diventare un pianeta invivibile? Attualmente, nel mondo l’80% dell’energia viene prodotta bru-ciando i combustibili fossili. L’energia prodotta da fonti non rinnovabili continua a rappresen-tare il propellente della civiltà con-temporanea.

i COMBUSTiBiLi FOSSiLi DESTiNATi ALL'ESAURiMENTOCONTENUTI

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GAS NATURALE: UN COMBUSTiBiLE ECOSOSTENiBiLE

Il gas naturale o metano è un combustibile fossile come il petrolio e il carbone. è inodore, incolore e insapo-re. Quando brucia, produce una fiamma poco luminosa ma fortemente calorifica. Nel 1778 Alessandro Volta scoprì il metano e lo chiamò “gas delle paludi”, poiché fu isolato per la prima volta pro-prio dai gas prodotti sul fon-do delle paludi, in seguito alla fermentazione della cellulosa presente nei detriti vegetali. Il metano si trova anche nelle emissioni in atmosfera pro-dotte dai vulcani, nonché all’interno dei giacimenti pe-troliferi e delle miniere di car-bon fossile, dove si mescola con l’aria, dando origine a pericolose miscele esplosive denominate “grisou”.Il gas naturale può raggiun-gere altre parti del sottosuo-lo, spostandosi con facilità in forma gassosa attraverso le fessure delle rocce madri e

raccogliendosi all’interno di grandi giacimenti sotterranei.Per più di un secolo, quando il gas era scoperto in siti lon-tani dai luoghi dove era pos-sibile consumarlo, si preferiva bruciarlo ai pozzi o liberarlo nell’atmosfera perché imbri-gliarlo e farlo viaggiare per chilometri e chilometri costa-va troppo, quattro volte di più del petrolio. Il gas naturale è stata l’ultima fonte fossile di energia ad af-fermarsi a livello mondiale. Lo scenario è mutato nel cor-so degli ultimi quarant’anni.Negli anni Settanta furono costruiti le prime infrastrut-ture per l’importazione di gas naturale e paesi produttori e consumatori definirono ac-cordi contrattuali per garan-tire la fornitura di questa im-portante fonte energetica.Dagli anni Settanta a oggi il consumo mondiale di gas è triplicato. Il gas naturale oggi è al terzo posto nei consumi

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Il gas naturale è una miscela di diversi gas formati da:

idrocarburi (composti organici la cui struttura chimica è formata da atomi di carbonio e idrogeno) circa l’80/90% metano, in percentuali decrescenti etano, propano, butano;

e da non-idrocarburi, come l’anidride carbonica, l’azoto e l’idrogeno solforato.

Oggi è al terzo posto nei consumi mondiali di energia.

mondiali di energia ed è la fonte fossile con le migliori prospettive di crescita.Infatti, si tratta di un com-bustibile “ecosostenibile” in quanto il contenuto di so-stanze inquinanti immesse in atmosfera durante la combu-stione è decisamente inferio-re rispetto a quello degli altri combustibili (petrolio, carbo-ne e legna).Dalla combustione del meta-no derivano principalmente composti di acqua e anidride carbonica, quest’ultima pre-sente in percentuali netta-mente inferiori rispetto alla combustione del petrolio e, soprattutto, del carbone.è stato calcolato che per fornire la stessa quantità di energia che si produce ogni giorno in Italia utilizzando il gas naturale (circa 233 mi-lioni di metri cubi), sarebbe necessario l’impiego di oltre 5.400 autocisterne e di quasi 6.200 vagoni ferroviari, rispet-

tivamente per il trasporto dei prodotti derivanti dal petrolio e dal carbone, con un conse-guente aumento del traffico e dell’inquinamento.Il sempre maggiore utilizzo del metano rappresenta un importante passo avanti in vi-sta del raggiungimento degli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto, secondo i quali en-tro il 2020 gli Stati membri dell’Unione devono ridurre collettivamente le loro emis-sioni di gas a effetto serra del 20%, rispetto ai livelli del 1990.Anche se ha tutte le caratte-ristiche di una fonte energe-tica rispettosa dell’ambiente, l’estrazione, la lavorazione e il trasporto devono essere con-dotti con la massima atten-zione: è fondamentale evitare di liberarlo in atmosfera sen-za averlo bruciato. Infatti il metano incombusto induce un effetto serra 20 volte mag-giore di CO2.

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L’Italia è un grande importatore di gas naturale. Solo il 35 per cento del metano utilizzato proviene da giaci-menti nazionali situati in Romagna, Abruzzo e Calabria. Per il resto, il metano consumato nel nostro Paese proviene da Paesi ricchi di giacimenti, principalmente: Russia, Olanda, Norvegia, Algeria e Libia.I giacimenti sono sfruttati mediante operazioni di trivel-lazione: il gas estratto viene poi trattato per poter essere trasportato. Ci sono due modi per trasportare il metano dal luogo di produzione a quello di consumo: allo stato gassoso e liquido.

Allo stato gassoso In Italia il gas arriva principalmente in forma gassosa, tra-sportato nei grandi tubi dei gasdotti, grandi arterie in cui pressioni molto elevate (75 bar) lo spingono velocemen-te per centinaia di chilometri. L’approvvigionamento del nostro Paese si basa sull’utilizzo di 4 gasdotti:

TRANS AUSTRIA GASLEITUNG (TAG): trasporta il gas proveniente dalla Russia, attraverso l’Austria, fino all’Italia e la Slovenia. A Tarvisio il gas viene immesso nella rete italiana.

TENP e TRANSITGAS: tra loro interconnessi trasporta-no il gas olandese e norvegese in Italia attraversando i territori di Germania e Svizzera. Il punto d’arrivo è situato a Passo Greis.

TRANSMED: trasporta il gas algerino fino a Mazara del Vallo, in Sicilia, attraversando la Tunisia.

GREENSTREAM: in funzione dal 2004 è un gasdotto sottomarino che trasporta il metano dalla Libia a Gela, in Sicilia.

GASDOTTi E GRANDi NAvi: iL GAS ARRivA iN iTALiADA 5 PAESi

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Allo stato liquido Il gas estratto dai giacimenti, dopo opportuni tratta-menti di depurazione e disidratazione, viene sotto-posto a successive fasi di raffreddamento e conden-sazione. Si ottiene il GNL (Gas Naturale Liquefatto), che viene stoccato in serbatoi a doppia tenuta, alla temperatura di -161° C e alla pressione di un’atmo-sfera, per essere trasportato via mare con apposite navi metaniere. La bassa temperatura consente di comprimere 600 mc di gas naturale in 1 mc di GNL. Questo metodo di trasporto in passato era poco utilizzato, perchè il processo di liquefazione del gas aveva costi molto elevati. Nel corso dell’ultimo de-cennio, grazie alle moderne tecnologie produttive, i costi sono notevolmente diminuiti e il trasporto via nave del GNL ha assunto un ruolo sempre più importante.Oggi un terzo del volume mondiale di gas natu-rale viene trasportato così. I vantaggi che questo sistema comporta sono fondamentalmente due: la possibilità di avere accesso a riserve di gas situate in paesi produttori anche molto lontani, superando i limiti dei gasdotti, che essendo strutture molto complesse non possono avere lunghezze illimitate e, ad esempio, non permettono l’attraversamento degli oceani; e la possibilità di rifornirsi di gas da un maggior numero di fonti di approvvigionamento. Le metaniere navigano verso speciali impianti che hanno il compito di ritrasformare il GNL in gas natu-rale destinato a essere immesso nella rete di distri-

buzione di destinazione. Questi impianti sono detti “Impianti di rigassificazione”.Le metaniere dirette in Italia trasportando GNL dall’Algeria attraccano a Panigaglia, in Liguria, dove è in funzione il primo impianto di rigassificazione del Paese, attivo dal 1971.Punto di entrata per il GNL proveniente dal Qatar è il rigassificatore di Porto Viro (Rovigo) inaugurato nel 2008.Gli impianti di rigassificazione possono essere realiz-zati a terra (onshore) oppure in alto mare (su struttu-re offshore), o su particolari navi attraccate a decine di Km dalla costa.Il rigassificatore di Panigaglia è un impianto costrui-to secondo la tecnologia on-shore, nell’area portua-le del Golfo di La Spezia. Qui le metaniere scaricano il GNL, che viene riscaldato, riportato allo stato gasso-so, stoccato in grandi serbatoi e immesso nella rete dei metanodotti. Il rigassificatore di Porto Viro, situato a 15 chi-lometri dalla costa, è la prima struttura off-shore al mondo per la ricezione, lo stoccaggio e la rigassificazione del gas naturale liquefatto. é un’isola artificiale in cemento armato, a forma di parallelepipedo di 88 per 180 metri, alta 47 metri, la struttura è zavorrata direttamente sul fondale ma-rino profondo 30 metri ed emergendo per 17. Un gasdotto di collegamento trasporta il gas sulla costa per essere immesso nella rete nazionale.

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Nell’ultimo triennio in Italia sono stati consumati circa 85 miliardi di metri cubi di gas all’anno.Come abbiamo visto la rete nazionale ad alta pressione della Penisola è alimentata, in mas-sima parte, dai gasdotti internazionali dotati di condotte di acciaio lunghe migliaia di chilometri che convogliano il metano proveniente prin-cipalmente da Algeria, Russia, Olanda, Libia e Norvegia.Una volta estratto dal sottosuolo, il metano è convogliato in alta pressione all’interno delle tu-bature dei metanodotti. Dopo un viaggio lungo migliaia di chilometri, il gas raggiunge i quattro punti di entrata alla rete italiana gestita da Snam Rete Gas. Il sistema di trasporto del gas nel nostro Paese è una rete che si sviluppa per circa 31.700 chilometri, e si articola in due livelli fra loro inte-grati.La Rete nazionale di gasdotti, che si sviluppa sul territorio italiano per circa 8.900 km, è essenzial-mente costituita da tubature di grande diametro, all’interno delle quali il gas viene trasferito dai punti di ricezione ai punti di interconnessione con la Rete di trasporto regionale e con gli im-pianti di stoccaggio. Della rete fanno parte 11 centrali di compressione dedicate al servizio di spinta in linea, oltre agli impianti di regolazione, riduzione e miscelazione del gas, cui si aggiungo-no una serie di infrastrutture minori.La Rete di Trasporto Regionale, costituita da oltre 22.800 km di condotte, consente la distribuzione di gas in ambiti territoriali delimitati, generalmen-te su scala regionale, per la fornitura ai consuma-tori industriali e termoelettrici, oltre che alle reti di distribuzione urbana che portano il gas diret-tamente nelle nostre case.In Italia i Comuni metanizzati sono più di 6.200, su un totale di 8.101

LA RETE DEL GAS METANO iTALiANA è LUNGA 31.500 ChiLOMETRi

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Per essere distribuito nelle reti urbane il meta-no deve essere decompresso altrimenti farebbe scoppiare i tubi delle case. Una serie di cabine di decompressione serve proprio per ridurre la pressione del gas che passa da 50-60 bar a 12 bar (rete di alta pressione) e successivamente da 12 a 0,5 bar (rete di media pressione). Il “bar” è l’unità di misura della pressione corrispondente circa a 1 atmosfera.La riduzione di pressione è ottenuta con spe-ciali valvole che includono un filtro per togliere qualsiasi impurità al gas. Dalla decompressio-ne del gas si può ottenere anche una certa quantità di energia elettrica mediante un tur-boespansore a turbina. Prima che il metano arrivi nelle nostre case la sua pressione è ulte-riormente abbassata fino al livello di 0,02 bar. Al gas metano, che è inodore, è aggiunto mer-captano o tetraidrotiofene, sostanze che servo-no a dargli quel tipico odore un po’ sgradevole. Senza di esse non potremmo accorgerci di una eventuale perdita, correndo gravi rischi.La fase di trasporto è legata in modo funzionale a quella di “stoccaggio” e di “dispacciamento” del metano. Per stoccaggio si intende il deposito del-le eccedenze di gas rispetto ai consumi effettivi del periodo, all’interno di giacimenti sotterranei esauriti: le scorte italiane sono costituite da nove depositi sotterranei, dalla capacità complessiva di 28 miliardi di metri cubi di gas. Il dispacciamento, invece, è l’attività con cui si assicura l’equilibrio costante e in tempo reale fra domanda e offerta. Grazie al sistema computerizzato del telecon-trollo, è possibile agire sulla pressione in entrata del gas dai giacimenti naturali o dagli stoccaggi, operando anche sui flussi in determinati tratti della rete.

Come si utilizza il gas naturale in Italia?

Il gas naturale è una fonte energetica “a basso impatto ambientale” in grado di soddisfare facilmente gli usi più svariati. Viene infatti comunemente impiegato nel settore domestico, nel terziario, nell’indu-stria, per la produzione di energia elettrica e per autotrazione. Secondo i dati del Dipartimento per l’Ener-gia del Ministero dello sviluppo economi-co in Italia il gas è utilizzato: il 35% per uso domestico/residenziale/commerciale (riscaldamento), circa il 21% per finalità industriali e quasi il 40% per la produzione di energia elettrica nelle centrali termoe-lettriche.

spAsagec

A> Gas > La Rete

spAsagec

A

> Gas > La Rete

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Il gas è convogliato dai metanodotti nazionali alla rete aziendale: in prossimità dei centri abitati, all’interno delle cabine di primo ricevimento (sono tre quelle dislocate nel territorio triestino) avviene la misurazione dei volumi immessi nelle tubature gestite da AcegasAps e, soprattutto, la decompressione del metano, che passa dall’alta alla media pressione.Prima di essere immesso nella rete in media pressione, il metano, per sua natura inodore, è odorizzato con l’iniezione di una sostanza chiamata tetraidrotiofene (Tht), che consente l’immediata individuazione di eventuali fughe di gas. A questo punto, il gas è indirizzato verso le cabine di ricevimento delle diverse località, dove avviene un’ulteriore riduzione della sua pressione. Una volta immesso nella rete distributiva a bassa pressione (0,02 bar), il metano, attraverso le derivazioni, è pronto a raggiungere le abitazioni. Ogni punto di consegna è caratterizzato dalla presenza di un apposito contatore che segnala il totale dei volumi di gas consumati.

A TRiESTE ACEGASAPS GESTiSCE UNA RETE Di 820 ChiLOMETRi

il Turboespansore

Nell’ottica di uno sviluppo sostenibile AcegasAps produce energia pulita e rinnovabile con il turbo espansore di San Giuseppe della Chiusa. è un impianto in grado di produrre energia elettrica sfruttando i cosiddetti salti entalpici del gas, i pro-cessi di riduzione di pressione necessari a rendere il metano utilizzabile dalle utenze domestiche. Normalmente la riduzione di pressione avviene nelle “cabine primarie” con apparecchiature spe-cifiche allo scopo (valvole di laminazione) che però dissipano inutilmente senza sfruttarla l’ener-gia posseduta dal metano sotto forma di pressione. Il turbo espansore, invece, converte l’energia poten-ziale del gas compresso in energia meccanica, attivan-do una turbina grazie alla quale si recupera l’energia elettrica resa disponibile dalla differenza di pressione.

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NEL 1814 LE LAMPADE A GAS PENSiONANO LE LANTERNE A OLiO

La scoperta del metano cambia il sistema di illuminazione pubblica: le lanterne a olio, in funzione da qualche secolo, sono sostituite da lampa-de a gas. Nel 1814, Londra è la prima città in Europa a installarle nelle vie e nelle piazze principali. Dall’industrializzata Inghilterra, l’illuminazione a gas si diffonde in Francia, in Germania e in altri Paesi, compresa l’Italia.

Venezia (1837) e Genova (1844) sono i primi centri italiani in cui si inizia a usare il “gas illuminante”.

La sua produzione avviene mediante distillazione del carbone, introdotto in precise quantità all’interno di appositi forni.Dopo la distillazione attraverso processi ad acqua e calce, il

gas è immagazzinato all’interno dei gasometri e immesso nella rete distributiva. La redditività del processo produttivo è determi-nata non solo dalla vendita del gas, ma anche dalla commercia-lizzazione dei residui (coke, catrame, ecc.).

A Trieste il gas è inizialmente utilizzato per l’illuminazione pub-blica e, soltanto in un secondo momento, per usi domestici e industriali. Nel 1863, il Consiglio comunale di Trieste delibera la costru-zione di una propria officina per la produzione e la distri-buzione del gas, subentrando alla società privata francese

responsabile da oltre 15 anni della fornitura.Nell’arco di un anno, a Broletto entra in funzione il primo ga-

sometro dalla capacità di 8.000 metri cubi, che permette di ot-tenere 26 metri cubi di gas dalla distillazione di 100 chilogrammi

di carbone. In seguito, quest’impianto è affiancato da una struttura analoga con capacità di 20.000 metri cubi.

Durante la Seconda guerra mondiale, a causa della rarefazione delle forniture di carbone, l’erogazione del gas è gradualmente ridotta e poi sospesa, dopo il bombardamento del febbraio 1945, fino al gennaio dell’anno successivo. Terminato il conflitto, sempre a Broletto, iniziano i lavori per la costruzione di un nuovo gasometro da 40.000 metri cubi. Circa 20 anni dopo, questa prima struttura è affiancata da una identi-ca. Negli anni ‘50, si assiste all’entrata in funzione della cosiddetta “Sala Regolatori Gas”, dalla quale partono tutte le principali tubature che ri-forniscono di gas la città, per un volume pari a 37 milioni di metri cubi l’anno.Nei primi anni 70, l’allora Acega inizia a utilizzare il metano al posto del gas ricavato dal carbone. In questo modo si riescono a limitare le perdite causate della maggiore pressione di esercizio e dell’azione essiccatrice del metano sui giunti in canapa e piombo delle tubazioni, che allora co-stituivano quasi il 70% dell’intera rete.

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Negli ultimi anni sono state svilup-pate interessanti tecnologie “verdi” che permettono di ottenere ener-gia pulita dalle biomasse, ovvero da residui organici provenienti da rifiuti vegetali in decomposizione, letame prodotto dagli allevamen-ti o fanghi di depurazione, scarti dell’agro-industria.Questi scarti organici sono trat-tati in appositi impianti digestori dove avviene la fermentazione batterica anaerobica, ovvero un processo naturale per cui in as-senza di ossigeno, dei batteri de-compositori attaccano le mole-cole organiche che a seguito di trasformazioni biochimiche sono progressivamente semplificate fino ad ottenere il il biogas.Per biogas si intende una miscela

RiFiUTi vEGETALi E LiqUAMi DivENTANO GAS COMBUSTiBiLE

BIOMASSA

BATTERI

VASCA DIGESTORE

biogas

acqua

riscaldamento

energia

generatore

TURBINA

vapo

re

di gas naturali, costituita principal-mente da metano e anidride car-bonica. Il gas metano prodotto in questo processo può essere quin-di utilizzato per la combustione in caldaie da riscaldamento o nei motori a scoppio.Un altro importante utilizzo del biogas è per la produzione di ener-gia elettrica pulita e calore, tramite motori endotermici o cogenera-tori.

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DAL COGENERATORE SERvOLA 1.400 MWh/ANNO Di ENERGiA

Il Gruppo AcegasAps considera la sensibilità per la salvaguardia del-la salute dell’ambiente un vantag-gio competitivo. Ormai sappiamo che le fonti di approvvigionamen-to “tradizionali” sono destinate a un progressivo esaurimento. Per soddisfare la sempre crescente domanda di energia è necessario, quindi, ricorrere a fonti alternative rispettose dell’ambiente e il cui sfruttamento non comporti costi troppo elevati.Proprio a questo scopo, a Trieste, è stato realizzato un impianto di cogenerazione, ossia un motore in grado di produrre in modo combinato energia elettrica e ca-lore, situato nell’area dell’impianto di depurazione di Servola, in cui sono trattate gran parte delle ac-que nere prodotte dagli scarichi fognari delle utenze cittadine. La depurazione delle acque avvie-ne tramite una serie di processi fisici volti a separare la parte liqui-da del refluo da quella solida; la parte solida, quella composta da fanghi, rimane per circa 2 giorni all’interno di un digestore anae-robico, una sorta di serbatoio nel quale avviene una fermentazione in assenza di ossigeno (digestione anaerobica).Durante il processo i fanghi ven-gono disgregati nelle molecole più semplici possibili e si produce una grossa quantità di biogas (so-stanza composta al 60% da meta-no, al 38 % da anidride carbonica e in minima parte da acqua e

composti solforati). In origine il biogas era utilizzato come combustibile per alimentare una caldaia in modo da assicurare le temperature di esercizio all’in-terno del digestore anaerobico. Oggi il biogas è impiegato per ali-mentare il cogeneratore.Questo impianto è costituito da un motore simile a quello di un camion e da un alternatore che produce energia elettrica. Un cir-cuito interno permette di sfrutta-re il calore prodotto dal motore in modo da riscaldare i fanghi e garantire le condizioni ottimali per la fermentazione degli stessi con conseguente produzione di biogas.L’energia prodotta dal cogenera-tore consente di alimentare alcuni impianti di pompaggio ad uso dell’impianto di depurazione e, qualora dovesse mancare l’ener-gia elettrica dalla rete cittadina, è in grado di alimentare specifica-tamente delle sezioni privilegiate, come le pompe di sollevamento iniziale, che costituiscono la parte essenziale dell’impianto di Servola per l’ottimale funzionamento del-la rete fognaria cittadina.La massima potenza erogabile dal cogeneratore è di circa 250 kW elettrici e quella termica è qua-si il doppio. Considerando che la produzione di biogas è legata alle diverse condizioni stagionali la produzione annua è di circa 1.400 MWh elettrici e 2.500 MWh di calore.

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Circa il 20% dei consumi energe-tici nazionali sono rappresentati dall’energia utilizzata per il ri-scaldamento e per la produzio-ne di acqua calda nelle nostre case.Per limitare gli sprechi e ridurre il fabbisogno energetico domesti-co è importante produrre calore in modo efficiente scegliendo una caldaia ad alto rendimento.La caldaia è un’apparecchiatura che trasforma l’energia del gas in calore e lo rende disponibile in un circuito contenente acqua o aria che ha la funzione di di-stribuire il calore negli ambienti. Solo una parte dell’energia con-tenuta nel combustibile viene trasferita al fluido termovetto-re; infatti una parte viene persa come gas di scarico attraverso la canna fumaria e una parte viene dispersa attraverso il corpo stes-so della caldaia. La cura dell’impianto di riscal-damento è importante non solo per la sicurezza, ma anche sot-to il punto di vista del risparmio.

RiSCALDAMENTO: UN GRADO iN Più AUMENTA LA SPESA DEL 6%

Maggiore è il rendimento della caldaia, maggiore è il risparmio di combustibile, il che si traduce in un risparmio energetico ed economico nonché in un mino-re impatto ambientale. L’estate è la stagione ideale per i controlli e la manutenzione dell’ impianto: un check-up comple-to, affidato a un tecnico specia-lizzato, assicurerà un inverno cal-do e sicuro, oltre a un notevole risparmio sui costi di gestione.D’inverno, poi, il termostato dell’impianto di riscaldamento va regolato intorno ai 19 gradi, una temperatura più che suffi-ciente per rendere confortevole l’ambiente in cui si vive e otti-ma per risparmiare sulla bolletta. Considerato che ogni grado in più aumenta la spesa del 6%.Le tubazioni devono essere ben isolate, per permettere all’acqua di mantenersi calda più a lungo: in questo modo si evitano ac-censioni troppo frequenti e co-stose della caldaia o dello scal-dabagno.

D’invernoil termostato dell’impianto

di riscaldamento va regolato

intorno ai 19 gradi: una temperatura

più che sufficiente per rendere confortevole

l’ambiente in cui si vive

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Per l’installazione di caldaie, for-nelli e scaldabagni è importante scegliere locali ben ventilati per garantire agli apparecchi un co-stante apporto di ossigeno: ogni metro cubo di gas metano, per bruciare bene, ha bisogno di al-meno 12 metri cubi d’aria. Se manca l’aria, la cattiva com-bustione produce il monossido di carbonio, un gas inodore as-sai tossico che avvelena il san-gue, bloccandone la capacità di trasportare ossigeno, e provoca asfissia. Oltre a ciò, la sua combustione produce grandi quantità di ani-dride carbonica che impoveri-sce l’aria di ossigeno e la rende irrespirabile.Per questi motivi i prodotti del-la combustione devono esse-re opportunamente convogliati all’esterno attraverso canne fu-marie e camini.Caldaie, scaldabagni e apparec-chi a metano in genere (com-prese le stufe a gas della cucina) devono essere mantenuti sem-

pre puliti ed efficienti. La legge 46/90 stabilisce che gli impianti domestici siano dotati di una “Dichiarazione di con-formità”, un documento con il quale si attesta la conformità dell’apparecchio alle specifiche tecniche previste dalla legge. La Dichiarazione può essere rila-sciata solo dall’installatore o da un tecnico abilitato. Entrambi devono essere iscritti al registro ditte della Camera di Commercio o all’albo provincia-le delle imprese artigiane. Ogni operazione di pulizia e ma-nutenzione deve essere anno-tata dal tecnico sul Libretto di impianto. La pulizia ordinaria va effettuata una volta l’anno, il controllo del-la combustione ogni due anni.Gli impianti di riscaldamento che presentano difetti di fun-zionamento danno origine a fe-nomeni di spreco energetico, problemi di sicurezza, maggiore inquinamento, oltre a compor-tare il rischio di pesanti sanzioni.

La cura dell’impianto di riscaldamento è importante non solo per la nostra sicurezza, ma anche dal punto di vistadel risparmio

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La sera e in caso di assenze prolungate chiudere sempre il rubinetto del gas.

Caldaie, stufe e canne fumarie o camini devono essere periodicamente sottoposti a interventi di pulizia e manutenzione.

Una caldaia su cui è stata eseguita tutta la manutenzione è una caldaia sicura e che consuma meno.

Scegliere caldaie ad alto rendimento sostituendole a quelle vecchie.

Prestare molta attenzione all’isolamento termico della propria casa.

Consigli per il risparmio e la sicurezza

La fuoriuscita di liquidi in ebollizione può causare lo spegnimento della fiamma e provocare una situazione di pericolo.

Non lasciare mai i fornelli accesi, anche se ci si allontana da casa per brevissimi periodi.

Quando si avverte odore di gas, chiudere il rubinetto centrale, spalancare tutte le finestre di casa e non accendere lampade elettriche, fiammiferi o accendini.

iQuaderniSpeciale de iServiziTesti di Marco Gerometta e Chiara CrestaniFotografie e grafica di Damiano RotondiVignette di Marco FrisonIllustrazione delle pagine centrali di Lucio Delconte

Registrazione al Tribunale di Padova n. 1738 del 18.4.2001Direttore responsabile Maurizio StefaniEditore AcegasAps SpA Trieste Ristampa dicembre 2012Stampa Grafiche Gemma - Camposampiero PD

iServizi

AcegasAps

Sede Legale e Direzione GeneraleVia del Teatro, 534123 TriesteT +39 040.7793111F +39 040.7793427I www.acegas-aps.itE [email protected]

Uffici Amministrativi,Reti e Impianti di PadovaCorso Stati Uniti, 5/A35127 PadovaT +39 049.8280511F +39 049.8701541E [email protected]