casa news #8

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Un’iniziativa di Sicrea srl all’interno della organizzata da Firenze Fiera Dal 23 aprile al 1º maggio 2016 Fortezza da Basso, Firenze #8 maggio 16 NEWS ARCHITETTURE DAL MONDO: le Houseboat, case galleggianti Ville, progetti avveniristici, vecchie catapecchie, costruzioni essenziali ed esotici bungalow su palafitte, intere città come Venezia e Amsterdam, barche riadattate e ormeggiate, o ad- dirittura enormi quartieri composti da agglomerati di natanti. Abitazioni sull’acqua: una scelta per molti versi estrema, quan- do dettata da necessità abitative o lavorative, come nei villaggi galleggianti di pescatori nella celebre Halong Bay in Vietnam. O una scelta meno estrema, invece, per ar- chitetti e creativi di tutto il mondo che sfidano que- sta nuova frontie- ra con progetti di ogni ordine e sca- la, dall’abitazione privata al grande complesso. E’ questo il caso di una delle grandi opere architettoniche avvia- te all’inizio dei 2000, la creazione delle tre isole artificiali Palm Island degli Emirati Arabi, che hanno regalato a Dubai ulte- riori 520 km di coste. In senso stretto, poggiando su miliardi di tonnellate di materiale di riporto, i grandi alberghi che posa- no sulle Palm Islands non sono edifici costruiti sull’acqua, ma é ancora troppo fresca la memoria della geografia, a ricordarci che fino a meno di 15 anni fa si sa- rebbero inabissati nell’Oceano per varie centinaia di metri. In generale, in tema di case sull’acqua, sono altri gli scena- ri più curiosi ed innovativi nei quali si cimentano progettisti ed architetti. Ad esempio, nell’ambito delle case sostenibi- li, il Water Nest 100 progettato da Giancarlo Zema Design Group. Durante le Olimpiadi londinesi del 2012, tra le tra- dizionali case battello ormeggiate sul Tamigi, spiccava una forma tondeggiante costruita in legno ed alluminio, comple- tamente ecosostenibile: ausufficiente dal punto di vista ener- getico, grazie ai 60 mq di pannelli fotovoltaici sul tetto, era realizzata in materiali riciclabili al 98%. Gli atleti danesi che vi vennero ospitati furono molto soddisfatti, si disse, dei 100 mq di Water Nest e dei suoi 4 metri d’altez- za. Non solo sul fronte della bioedilizia e delle motivazioni etico/am- bientali. Le houseboat si sono ormai affermate nel mercato abitativo - dove le condizioni lo consentono - anche dal punto di vista del design, del comfort e della funzionalità. In Europa, città come Amsterdam ed Amburgo rappresenta- no un’esposizione a cielo aperto delle potenzialità di questo tipo di soluzione. Tanto che ormai, dopo houseboat, locali e ristoranti galleggianti pare che i tempi siano maturi anche per trasferire sull’acqua anche le attività produttive. Sempre ad Amsterdam, per conto della Waternet, lo studio Attika Archi- tekten ha costruito un ufficio a tre piani, uno dei quali sotto il livello di superficie, in grado di adeguarsi alla variazione delle acque del canale. L’edificio é composto da un telaio in legno e da una facciata intessuta con canne e paglia, con preva- lenza di materiali biodegradabili, e provvede alle funzioni di riscaldamento e raffreddamento grazie alla dotazione di pan- nelli solari. La soluzione galleggiante, inoltre, é stata presa in considerazione anche nell’ambito degli interventi umanitari.

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Architetture dal mondo: le Houseboat, case galleggianti

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Un’iniziativa diSicrea srl

all’interno della

organizzata daFirenze Fiera

Dal 23 aprile al1º maggio 2016

Fortezza da Basso, Firenze #

8 m

ag

gio

16

NEWSARCHITETTURE DAL MONDO:

le Houseboat, case galleggiantiVille, progetti avveniristici, vecchie catapecchie, costruzioni essenziali ed esotici bungalow su palafitte, intere città come Venezia e Amsterdam, barche riadattate e ormeggiate, o ad-dirittura enormi quartieri composti da agglomerati di natanti. Abitazioni sull’acqua: una scelta per molti versi estrema, quan-do dettata da necessità abitative o lavorative, come nei villaggi galleggianti di pescatori nella celebre Halong Bay in Vietnam.

O una scelta meno estrema, invece, per ar-chitetti e creativi di tutto il mondo che sfidano que-sta nuova frontie-ra con progetti di ogni ordine e sca-la, dall’abitazione privata al grande complesso. E’

questo il caso di una delle grandi opere architettoniche avvia-te all’inizio dei 2000, la creazione delle tre isole artificiali Palm Island degli Emirati Arabi, che hanno regalato a Dubai ulte-riori 520 km di coste. In senso stretto, poggiando su miliardi di tonnellate di materiale di riporto, i grandi alberghi che posa-no sulle Palm Islands non sono edifici costruiti sull’acqua, ma

é ancora troppo fresca la memoria della geografia, a ricordarci che fino a meno di 15 anni fa si sa-rebbero inabissati nell’Oceano per varie centinaia di metri.

In generale, in tema di case sull’acqua, sono altri gli scena-ri più curiosi ed innovativi nei quali si cimentano progettisti ed architetti. Ad esempio, nell’ambito delle case sostenibi-li, il Water Nest 100 progettato da Giancarlo Zema Design Group. Durante le Olimpiadi londinesi del 2012, tra le tra-dizionali case battello ormeggiate sul Tamigi, spiccava una forma tondeggiante costruita in legno ed alluminio, comple-tamente ecosostenibile: ausufficiente dal punto di vista ener-

getico, grazie ai 60 mq di pannelli fotovoltaici sul tetto, era realizzata in materiali riciclabili al 98%. Gli atleti danesi che vi vennero ospitati furono molto soddisfatti, si disse, dei 100 mq di Water Nest e dei suoi 4 metri d’altez-za. Non solo sul fronte della bioedilizia e delle motivazioni etico/am-bientali. Le houseboat si sono ormai affermate nel mercato abitativo - dove le condizioni lo consentono - anche dal punto di vista del design, del comfort e della funzionalità. In Europa, città come Amsterdam ed Amburgo rappresenta-no un’esposizione a cielo aperto delle potenzialità di questo tipo di soluzione. Tanto che ormai, dopo houseboat, locali e ristoranti galleggianti pare che i tempi siano maturi anche per trasferire sull’acqua anche le attività produttive. Sempre ad Amsterdam, per conto della Waternet, lo studio Attika Archi-tekten ha costruito un ufficio a tre piani, uno dei quali sotto il

livello di superficie, in grado di adeguarsi alla variazione delle acque del canale. L’edificio é composto da un telaio in legno e da una facciata intessuta con canne e paglia, con preva-lenza di materiali biodegradabili, e provvede alle funzioni di riscaldamento e raffreddamento grazie alla dotazione di pan-nelli solari. La soluzione galleggiante, inoltre, é stata presa in considerazione anche nell’ambito degli interventi umanitari.

Non inquina, non consuma energie fossili, ripulisce le acque at-traverso la distillazione solare e rappresenta una valida e concreta alternativa allo sfruttamento agricolo di nuove terre. E’ la Jellyfish Barge, la zattera della medusa, un prototipo di serra idroponica galleggiante a bassissimo impatto ed altissima autonomia e soste-nibilità, che consentirà di coltivare senza sprecare suolo, acqua ed energia. Secondo i dati del World Food Programme delle Nazioni Unite, il 12.5% della popolazione mondiale, circa 824 milioni di persone, soffre oggi di malnutrizione. Per far fronte a queste ci-fre, prevede la FAO, la produzione di cereali dovrà crescere dagli attuali 2.1 miliardi di tonnellate a 3 miliardi di tonnellate entro il 2050. Tradotto in termini semplici e d’immediata comprensione, dobbiamo cambiare radicalmente i modelli di approvvigiona-mento e distribuzione delle materie prime alimentari, altrimenti saremo in troppi ed avremo risorse insufficienti per tutti.E’ forse da questa consapevolezza che é nata l’idea della Jellyfish Barge, prodotto della sinergia tra gli architetti Cristina Favretto e Antonio Girardi ed il Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale dell’Università di Firenze, coordinato del professor Ste-fano Mancuso. La serra, selezionata insieme ad altri progetti per rappresentare la Toscana ad Expo 2015, ha una struttura su base ottagonale, misura circa 70mq di superficie e galleggia grazie a 96 fusti di plastica riciclata. La copertura é una cupola di vetro a struttura reticolare che ricorda vagamente i moduli aerospaziali. Grazie alla tecnica idroponica, che prevede la coltivazione fuori terra con il continuo riciclo dell’acqua, la serra galleggiante può ottenere fino al 70% di risparmio idrico. Inoltre, attraverso l’opera di sette dissalatori solari (in grado di produrre fino a 150 litri al giorno d’acqua pulita), la Jellyfish può essere posta in bacini salmastri, salati e addirittura inquinati. Il funzionamento dell’intera struttura, che può operare a sé stante o in aggregazione con altre unità, secondo schemi modulari, é completamente autosostenibile e basato su fonti rinnovabili quali il sole ed il moto ondoso.

Le novità della a cura di Sicrea srl #8 - maggio 2016

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La zattera della medusa fiorentina: innovazione e speranza per il futuro dell’alimentazione

continua

A Lagos, in Nigeria, per far fronte al rischio idrogeologico e alle frequenti inondazioni, l’architetto Kunle Adeyemi ha progettato la Makoko Floating School, in grado di accogliere 100 bambi-ni. Legno locale, 256 barili di plastica come galleggianti e circa 6.000 dollari per i pannelli solari che alimentano il fabbisogno e per il sistema di captazione dell’acqua piovana, che fa funzionare i bagni. Tanto é bastato per realizzare questo piccola scuola, che nei piani di Adeyemi non rappresenta che il primo nucleo di una futura comunità galleggiante. Che gli agenti immobiliari debbano cominciare a comprarsi impermeabile e stivali?

CasaNews è il settimanale di Casa In&Out, la mostra dei prodotti e servizi per la casa all’interno dell’80ª Mostra dell’Artigianato

Organizzazione generaleFirenze Fiera SpAPiazza Adua 1 50123 FITel. [email protected]

Organizzazione tecnico/commercialeSicrea srlCampi Bisenzio FITel. [email protected]

Le novità della a cura di Sicrea srl #8 - maggio 2016

Artwood, gli artigiani del tuo habitatArtwood é un’azienda artigiana di Castelfiorentino (Fi), che ha nel legno la sua anima e nella capacità di plasmarlo il suo talento. La filosofia aziendale, corroborata da anni d’esperienza e abilità manuale, di ricerca tecnologica e progettuale, ruota attorno a questa materia prima nobile e insostituibile. Con essenze selezionate e pregiate, Artwo-od realizza pavimenti, scale, infissi, cucine, porte, arredi, pavimentazioni per esterni, idromassaggi e bordi piscina, garantendo soluzioni creative ed originali. Sono in par-ticolare le scale su misura, in tutti i materiali - dal legno all’acciaio al cristallo - a rappresentare il fiore all’occhiel-lo dell’azienda di Castelfiorentino. Coniugando estetica e funzionalità, Artwood realizza scale su misura, con pro-getti unici e rispondenti alle necessità sia strutturali sia di design, curate artigianalmente in ogni dettaglio e basate sulla piena sinergia tra le fasi di progettazione, realizzazio-ne e montaggio. Artwood é rivenditore ufficiale in Toscana del marchio Fiemme 3000, rinomato produttore trentino di pavimen-ti in legno biocompatibile. Una scelta, questa, che vuole non solo promuovere la qualità della materia prima, per bellezza e resistenza, ma anche rispondere all’esigenza di circondarsi di oggetti naturali e salutari che favoriscano il

benessere. I legnami impiegati dall’azien-da trentina provengo-no da essenze esclu-sivamente europee, coltivate con pratiche di selvicoltura e piani di gestione che ga-rantiscono la corret-ta preservazione del patrimonio boschivo, preziosa risorsa rin-novabile. Il legno vie-ne lavorato e trattato solo con oli, cere e re-sine privi di sostanze tossiche e industriali, quali collanti e vernici di derivazione petrolchimica. Utilizzarlo significa vivere i propri spazi in sintonia con un ambiente armonioso, ecologico e saluta-re. “Ecco perché - spiega il titolare - spesso utilizziamo i prodotti stessi di Fiemme 3000 come materia prima, lavo-randoli e creando con essi quanto ci serve per realizzare i nostri interventi”.

Dalla sua sede, in Alto Adige, l’azienda di Johannes Herb-st e Wolfgang Staschitz progetta e realizza edifici in legno accomunati da un fattore: quello di essere dei prefabbri-cati di alta qualità. Le case di Haus Idea sono progettate su misura, con caratteristiche di basso consumo energeti-co, alto isolamento termico ed acustico, ambienti salubri e confortevoli, eccezionale resistenza agli eventi sismici ed agli incendi, e tempi realizzativi molto più rapidi rispetto alle costruzioni tradizionali. Inoltre, dettaglio non trascu-rabile, rispettando il budget stabilito. L’adozione di tutte le prescrizioni della bioedilizia - l’utilizzo di materiali ecolo-gici e rinnovabili, l’attenzione agli sprechi, il contenimento dell’impatto ambientale, l’integrazione con l’habitat cir-costante, l’ottimizzazione dei consumi energetici e idrici - é parte essenziale del DNA dell’azienda. Poiché le case Haus Idea sono pensate sì per essere vissute nel massimo del gusto e del comfort, ma sono anche espressione di uno sguardo attento e responsabile al futuro, e portano dunque un profondo senso di coscienza ambientale e sociale. In aggiunta a questa sensibilità, l’azienda con sede a Merano mette a disposizione tutti i servizi ed il know how per soddisfare al meglio la propria clientela, dalle opzioni di personalizzazione (forme, scelta dei materiali) al basilare rispetto di tempi e budget, fino alla possibilità di visitare i cantieri.

Haus Idea, la casa dei sogni: ecologica, efficiente e chiavi in mano!