catalogo chiari
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Catalogo mostra Extra Show del maestro Giuseppe Chiari organizzata dalla galleria Susanna Orlando di Forte dei MarmiTRANSCRIPT
un omaggio a Giuseppe
Chiari
-show EXTRA-show
EXTRA-show
un omaggio a Giuseppe Chiari
a cura di Chiara Guidi
EXTRA-show
“Extra-showUn omaggio a Giuseppe Chiari”
a cura di Chiara Guidi
In collaborazione con Andrea Alibrandi
Grafica: Elisa Modugno
foto : Archivio Chiari, Firenze
Stampa Bandecchi & Vivaldi, Pontedera
Si ringrazia Martina Alessi dell’Archivio CHIARIper la gentile disponibilità. w w w. g a l l e r i a s u s a n n a o r l a n d o . i t
“Extra-showUn omaggio a Giuseppe Chiari”
a cura di Chiara Guidi
In collaborazione con Andrea Alibrandi
Grafica: Elisa Modugno
foto : Archivio Chiari, Firenze
Stampa Bandecchi & Vivaldi, Pontedera
Si ringrazia Martina Alessi dell’Archivio CHIARIper la gentile disponibilità. w w w. g a l l e r i a s u s a n n a o r l a n d o . i t
1
Da Victoria Laforgia Chiari
Giuseppe Chiari non ha mai cessato di
scrivere musica.
Poche note su un comune foglietto bian-
co che dedica a Fluxus e ai musicisti che
hanno colto il senso della sua costante e
perseverante ricerca sulla purezza del
“suono”.
La scomparsa del Maestro nel maggio
2007 non interrompe il flusso del suo pen-
siero: presenza significativa nel quadro
internazionale dell’Arte contemporanea,
con i suoi scritti, i colori, gli strumenti
musicali, l’ironia delle sue frasi.
Come in un gioco, Beppe, scompone le
regole.
Foto archivio Chiari:
1 “Suonare la carta” foto di Fulvio Colangelo del maggio 1972, scattata probabilmente ad una performance.
2 “Chitarra, sequenza” probabilmen-te del 1975, sempre durante una performance.
3 “Chiari ombra” è una foto succes-siva intorno al 1987, sicuramente scattata prima dell’inizio di un suo concerto “Gesti sul Piano”.
Da Victoria Laforgia Chiari
Giuseppe Chiari non ha mai cessato di
scrivere musica.
Poche note su un comune foglietto bian-
co che dedica a Fluxus e ai musicisti che
hanno colto il senso della sua costante e
perseverante ricerca sulla purezza del
“suono”.
La scomparsa del Maestro nel maggio
2007 non interrompe il flusso del suo pen-
siero: presenza significativa nel quadro
internazionale dell’Arte contemporanea,
con i suoi scritti, i colori, gli strumenti
musicali, l’ironia delle sue frasi.
Come in un gioco, Beppe, scompone le
regole.
Foto archivio Chiari:
1 “Suonare la carta” foto di Fulvio Colangelo del maggio 1972, scattata probabilmente ad una performance.
2 “Chitarra, sequenza” probabilmen-te del 1975, sempre durante una performance.
3 “Chiari ombra” è una foto succes-siva intorno al 1987, sicuramente scattata prima dell’inizio di un suo concerto “Gesti sul Piano”.
I
§1 La Felicità è un insegna da portare sotto il braccio.
Percorrere una mattina di primavera Borgo degli Albizi a Firenze, con un’insegna in plexiglass a colori fluorescenti (giallo-aran-cio), posta sotto il braccio2, per installare così la sua mostra3, è non solo un ricordo4 di chi scrive, ma anche l’esempio verso un’attitudi-ne di come Giuseppe Chiari amava intendere e realizzare le sue mostre.Ogni sua mostra, ogni suo intervento musi-cale, ogni suo concerto, ogni festival a cui ha partecipato, ogni sua improvvisazione5, ogni sua azione, happening e performance; così come ogni suo incontro amichevole e/o professionale, è stata l’apertura di un mondo, un mondo a cui partecipare, un mondo da
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1 Ogni § è una forma di piccolo capitolo, una forma in cui Giuseppe Chiari trovava un corretto modo di scrittura e di lettura.
2 Con la medesima spavalderia del gesto quotidiano con cui i francesi portano la loro baguette sotto al braccio, minimamente e approssi-vamente incartata.
3 In occasione della sua personale EXTRA (dall’omonima targa ma-gnetica del 1984; cm 40x 50), alla Galleria Vivita di Firenze, nel 1986, catalogo editato dalla galleria. Titolo a cui abbiamo dato tributo, mu-tuandolo, x questo omaggio. EXTRA è anche una china su cartone (1987, cm 10x 259, pubblicata in Chiari, a cura di Arcangelo Izzo, Centro Culturale Belvedere, San Leucio, Caserta, 1987
4 Nel ricordo: una suggestione di un ritratto.
5 Il principio di improvvisazione, è presente nell’opera di Chiari. Come lui sosteneva trovava una importante convergenza fra infor-male e improvvisazione, sottese entrambe dalla casualità. Si ricorda: Improvvisazione libera, esperienza musicale per 70 artisti, Centro per l’arte contemporanea L.Pecci, 29 settembre 1990.
esperire. Un mondo non ancora esplorato che lui ci in-vita/esorta a conoscere e a provare, con tutta l’indomata caparbietà dell’avanguardia. La soglia di un precipizio dove far precipitare il codificato e relativo senso.
§ Statements: istruzioni per l’uso
Leggere uno statements. Rileggerlo dopo 5 minuti, dopo 5 giorni, dopo 5 settimane, dopo 5 mesi, dopo 5 anni. Ritrovare il senso7.
La targa, una vera insegna, è stato il concetto di Felicità da “avere” almeno nel momento in cui la si guarda6.Percezione e acquisizione della Felicità, leg-gendola.
6 Prove per una corrispondenza concettuale diretta fra la parola e il soggetto (giuocare coll’acqua e dire la parola “acqua”; da Teatrino, 1963). Un’azione all’apparenza didascalica, un atto per la formazio-ne per un pubblico che dovrà iniziare a interagire e, quindi a saper confrontarsi con l’artista e il suo mondo. 7 Quando tornerai a vedere quest’opera non la troverai più Chiari 1977, in Giuseppe Chiari, Conceptual Music, a cura di Enrico Pe-drini, cat. Palazzo Rocca, Chiavari, 1996, Napoli, Ulisse & Calipso, pag. 26
Confrontarlo con la prima lettura.Trovarne le affinità e/o le differenze. Ogni affermazione è un’esortazione. Ogni esortazione è una volontà x farci riflettere sull’arte, sul sistema, sulla musica, sulla pa-rola, sul suono, sul rumore, sulle variazioni, sul circuito, sul lavoro, sul pensiero, sulle azioni, sul pubblico. Ogni riflessione è sempre una modificazione del senso8.
8 Uno studio importante di Giuseppe Chiari, è Biblioteca Musicale, un libro editato a Firenze nel 1989 (Edito in proprio, stampato dalla Stamperia Giuntina). Dove la pubblicazione di una filologica anto-logia, tendeva a dimostrare come attraverso la storia delle parole “armonia, accordo, modo maggiore-minore, tonalità…” attraverso i documenti, sia transitoria e le parole hanno un senso relativo. E Chiari ci avverte di questo nelle brevi righe di introduzione. Nel 1996 pubblica: Storia dei modelli musicali Firenze, 1995, per le Edizioni Meta, una Storia della Riduzioni a due Toni; Storia della Parola “Ac-cordo”; Storia della Parola “Musica”.
2
43
§ Dalle affermazioni alle nega-zioni. Dalla negazione: un’af-fermazione.
Affermare la musica, comunque e sempre, nasce dall’atto originale della sua negazione (Azioni di non-musica9).La negazione della musica (“da concerto”10, da spartito scritto, codificato), come atteggia-mento post Cage nei confronti della Musica (“Madre”11, necessariamente), con lo spirito del metodo di Tzara12, è l’affermazione di un gesto liberatorio, di un concetto assoluto di libertà. Entrare nell’area della non musica, è stato come uscire dall’area accademica del silenzio provocato da Jonh Cage. Rivolge-re attenzione verso elementi popolari, quali la musica jazz, verso elementi innovativi13,
2
5II
come le composizioni con principi aritmetici, matematici, con principi combinatori.
9 La via della non-musica, individuata fin dalle prime composizioni da Vittorio Gelmetti.
10 “Il concerto sinfonico sta aspettando me per chiedermi scusa”, in Giuseppe Chiari, in Radio Music, Firenze, 1998. Una recensione dell’Opera Radio Music, del 1956 di John Cage, scritta da Chiari nei prini anni ’70.
11 Dal suo libro teorico: Musica Madre, testo di Tommaso Trini, Mi-lano Edizioni Prearo 1973; ristampa aggiornata, a cura di Chiara Guidi, Milano Prearo Editore, 2000
12 La metodologia a non assumere nessun metodo. Come ben indi-viduò Francesca Alinovi, dopo il gesto dissacratorio sul pianoforte Bosendorfer, alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, rintracciando nel gesto una nuova regola, metodologica, che non era quella del-l’abolizione della regola, ma quella della regola valida solo se scelta “da noi”.
13 La conoscenza e amicizia con Pietro Grossi è stata rilevante. Nel 1961 fondano “ Vita Musicale contemporanea” con organizzazioni di conferenze e concerti. Occasioni di incontri, molto importanti, fra cui Sylvano Bussoti, con cui collabora, e con Heinz Klaus Metzger.
E’ la preparazione all’attesa del pubblico. E’ la preparazione del pubblico14. E’ l’affermazione del pubblico.
§ gli oggetti, gli strumenti15
La carta: il foglio bianco, il foglio dattilo-scritto, la fotocopia, la carta pentagrammata, il foglio ciclostilato, la carta stampata, la foto. Timbri, targhe16, il carattere tipografico, il ca-rattere della macchina da scrivere, il carattere calligrafico, china nera, china colorata, ac-querello, biro, pennarelli, matite, collages. La scrittura. Scrivere partiture, scrivere statements.Composizione del foglio, composizione mu-sicale, composizione della pagina.Il pianoforte, le azioni sul pianoforte, i gesti
14 L’elemento “pubblico” è sempre stato determinante nel lavoro di Chiari. Nell’importante intervista di Andrea Alibrandi del 25 febbraio 2006, editata nel catalogo Giuseppe Chiari Mi hanno cercato, Edizio-ni “Il Ponte” Firenze, Firenze 2006, in occasione della sua mostra alla galleria Il Ponte di Firenze, pag 9-13. A pag.12 Chiari dice.” …ci sono norme accettate: lo stesso pubblico in luoghi diversi ha aspettative diverse.” In questo catalogo cfr. “Il pubblico non è sotto controllo” tavola XXIX, penna feltro e penna su carta, 11,5x 18,3 cm, 2000
15 “gli strumenti del dialogo” i nuovi strumenti del linguaggio.
16 magnetiche, in plexiglass, in metallo: inciso o traforato.
sul piano17: rotture, frastuoni, strimpellare18, partiture ideate per strumenti: per violoncel-lo, per megafono, per chitarra, per clarinetto, per orchestra, per… e tutti gli oggetti19 da suonare: ….. sasso, acqua, foglio20, registra-tore, libro, donna, stanza, città.
III
17 Esecuzione storica del 1962 al Fluxus Festpiele Neuester Musik, Wiesbaden, 1 settembre 1962. Ripetuta più volte, nel corso del tempo, ed eseguite anche da e con più autori (Gilberto Briani, Carlo Nati, Giancarlo Cardini). In questa nota se ne ricordano solo alcune: dal Festival Fluxus a Parigi (7 dicembre 1962), al Forte Belvedere a Firenze, (il 25 maggio1963), dalla Galleria Toselli, Milano (8 marzo 1972), al Staatsheater Kassell (luglio 1972), dal Kunstmuseum di Luzern (6 giugno 1973), dal Royal College of Art di Londra (aprile 1974) alla Galleria Lucrezia De Domizio, Pescara (novembre 1974).
18 “Strimpellare/ comporta una data freschezza/ non leggerezza/ è di-vertirsi….” Giuseppe Chiari, 1965. In Musica Madre, op. cit., pag.73. Strimpellare sono anche azione, qui si ricorda quella per megafono, una jam session con Frederic Rzewski, Franco Cataldi, Alvin Curran, Richard Teitelbaum, Steve Lacy, x Musica elettronica viva, Palermo, Teatro Politeama, 30 dicembre 1968. Inoltre: Strimpellare, una jam session con Steve Lacy al Film Studio, Roma, 18 giugno 1980.
19 “Chiari toccava gli oggetti con grande delicatezza, con concentra-zione e sempre con umiltà. Ci giocava come poteva fare un bambino. (…) Chiari non trattava gli oggetti come strumenti a percussione sopra quale fare dei ritmi, ma come degli organismi da lasciare espri-mere nella loro materialità grezza, pre-estetica” Giancarlo Cardini, In Conceptual Music, op. cit. pag.153
20 Chiari, fra le diverse esecuzioni del foglio, nell’intervista a Andrea Alibrandi, in op.ci., pag.12, ricorda.”…al Centre Pompidou si tiene L’Art corporel: arrivo lì e lo strappo lentissimamente. Suggestiva e indimenticabile è stata anche l’esecuzione, in occasione della presen-tazione del libro Musica Madre, organizzata dall’editore Giampaolo Prearo, alla Galleria b&d di Milano, avvenuta martedì 8 maggio 2001.
IV
V I V AViva è la scritta su tela libera21 di Chiari, uno striscione da dover innalzare ogni volta che pensiamo a lui, ai suoi gesti, alle sue aperture, alle sue negazioni, al suo continuo e ininter-rotto “fare arte”, fra teorie totali e continue rivelazioni messe in atto. Pur avendo provo-cato una profonda frattura, realizzata con il senso rivoluzionario e il suo modo perfetta-mente limpido, come avesse disegnato una perfetta figura geometrica, possiamo intra-prendere in ogni senso direzionale il percorso del suo agire, e ritrovare le sue opere – pen-siero in ogni minimo segmento.
Chiara Guidi
21 VIVA, pennarello su tela libera, 110x110 circa,1984, in cat . Extra, op.cit., pag.49
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Calma 2006China e pastello a cera su cartoncino 43,2x70 cm
L’acqua con tre specchi 1979Fotografia in bianco/nero, 108x76 cm
Senza titolo 2000Fotocopia e penna su acetato 29,7x21 cm
Uno di questi due segni 2000Penna feltro e penna su carta 29,7x21 cm
Viva la musica 2000/2002Incisione su acetato e fotocopie a colori virate 29,5x42 cm
Viva la musica 2000/2002Incisione su acetato e fotocopie a colori virate 29,5x42 cm
Senza titolo 1962Penna a sfera e matita su carta da musica 32,5x23,7 cm
Senza titolo 1962Penna a sfera e matita su carta da musica 32,5x23,7 cm
I
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Opere
Solo in caso di emergenza 2005 China su su cartoncino, 70x50 cm
Si trasformano opere figurative’ 1996Penna feltro e penna su carta 37,7x25,4 cm
Senza titolo (von des Him) 1972Penna feltro su spartito musicale, 33x26,3 cm
Senza titolo (101) 1972 Penna feltro su spartito musicale, 33x26,3 cm
Senza titolo (ritmo molto), 1972Penna feltro su spartito musicale, 33x26,3 cm
Senza titolo (Allegretto moderato) Penna feltro su spartito musicale, 33x26,3 cm
Forse tu sei al centro (2006) Penna feltro e penna su cartoncino, 70x50 cm
Quest’opera non ha senso (2000) Penna feltro, inchiostro a tampone e penna su carta 28,4x21,1 cm
Quest’opera non ha senso (2000) Penna feltro, inchiostro a tampone e penna su carta 28,4x21,1 cm
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XV
XVI
XVII
Senza titolo (assai marcate) Collage di spartiti musicali su cartoncino nero 50x70 cm
Senza titolo (201) Collage di spartiti musicali su cartoncino nero 50x70 cm
Musica classica (2006) Fotocopia e penna su cartoncino colorato 9,4x21,1 cm
Quadro (2006) China e penna su carta 50x35 cm
Non mi toccare, 1996Penna feltro e penna su carta 12,3x18,9 cm
Fa per voi qualche differenza, 2006 Penna feltro e penna su carta 35,5x24,8 cm
Tutti pensano che sia un francobollo, 2006 Penna feltro, penna e collage su cartoncino stampato 24,2x33,2 cm
Potete macchiare, 2006 Penna feltro su carta 29,8x21,2 cm
Questa non è un’opera d’arte 1993Stampante ad aghi e penna su carta 20,5x15 cm
XVIII
XIX
XX
XXI
XXII
XXIII
XXIV
XXV
XXVI
Siamo artisti che soffrono (2000) Stampante ad aghi e inchiostro su carta20,5x15 cm
Giotto è quello in ginocchio 1992Stampante ad aghi e penna su carta, 20,5x15 cm
Non ho fatto niente (2000) Stampante ad aghi e inchiostro su carta, 20,5x15 cm
Senza titolo 2000/2002Incisione su acetato e fotocopie a colori virate 29,5x42 cm
I sei scalini sono la musica 2000/2002Penna feltro su cartoncino e fotocopie a colori virate 59,5x42 cm
Senza titolo 2000/2002Penna feltro, pastello, acetato e fotocopie a colori virate 29,5x42 cm
I sei scalini sono la musica 2000/2002Penna feltro su cartoncino e fotocopie a colori virate 59,5x42 cm
Variations 1973Fotografia in bianco e nero su carta, 22x30,7 cm
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Senza titolo (assai marcate) Collage di spartiti musicali su cartoncino nero 50x70 cm
Senza titolo (201) Collage di spartiti musicali su cartoncino nero 50x70 cm
Musica classica (2006) Fotocopia e penna su cartoncino colorato 9,4x21,1 cm
Quadro (2006) China e penna su carta 50x35 cm
Non mi toccare, 1996Penna feltro e penna su carta 12,3x18,9 cm
Fa per voi qualche differenza, 2006 Penna feltro e penna su carta 35,5x24,8 cm
Tutti pensano che sia un francobollo, 2006 Penna feltro, penna e collage su cartoncino stampato 24,2x33,2 cm
Potete macchiare, 2006 Penna feltro su carta 29,8x21,2 cm
Questa non è un’opera d’arte 1993Stampante ad aghi e penna su carta 20,5x15 cm
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Siamo artisti che soffrono (2000) Stampante ad aghi e inchiostro su carta20,5x15 cm
Giotto è quello in ginocchio 1992Stampante ad aghi e penna su carta, 20,5x15 cm
Non ho fatto niente (2000) Stampante ad aghi e inchiostro su carta, 20,5x15 cm
Senza titolo 2000/2002Incisione su acetato e fotocopie a colori virate 29,5x42 cm
I sei scalini sono la musica 2000/2002Penna feltro su cartoncino e fotocopie a colori virate 59,5x42 cm
Senza titolo 2000/2002Penna feltro, pastello, acetato e fotocopie a colori virate 29,5x42 cm
I sei scalini sono la musica 2000/2002Penna feltro su cartoncino e fotocopie a colori virate 59,5x42 cm
Variations 1973Fotografia in bianco e nero su carta, 22x30,7 cm
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Giuseppe Chiari nasce a Firenze nel 1926.
XXXIV
Note biografiche
Dopo il liceo scientifico e alcuni esami sulle
materie matematiche alla facoltà di Ingegne-
ria, i suoi interessi
vertono sull’arte nelle sue manifestazioni più
ampie: architettura, letteratura,spettacolo,
musica,moda.
Dedito agli studi di pianoforte (da sempre per
l’artista strumento musicale per eccellenza,
segno del conformismo sonoro e della sud-
ditanza a precise leggi costruttive), nel 1947
crea con Guglielmo Taverna il gruppo degli
Amici del Jazz organizzando concerti.
Negli anni ‘50, l’artista è impegnato su più
fronti, dall’occupazione nella sartoria materna
che seguirà per 15 anni, agli studi musicologi-
ci, e da alla luce, la sua prima composizione :
Intervalli, scritta su pentagramma.
Il coinvolgimento nella sfera musicale è sem-
pre più profondo, dedicandosi con conferen-
ze, convegni e concerti alla diffusione della
Musica Nuova. Prima assieme al composito-
re Pietro Grossi, col quale nel 1961 istituisce
l’associazione Vita Musicale Contemporanea
(costituita da artisti musicisti che ricercano
nuove sperimentazioni musicali), successiva-
mente con il Gruppo 70 (fondato con i poeti
Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti, Sergio
Salvi e i pittori Antonio Bueno e Silvio Lof-
fredo) col quale collabora dal 1963 a Firen-
ze, con ricerche sul valore visuale del testo.
Lo spartito musicale non è considerato solo
“come base per l’esecuzione del brano sono-
ro, ma anche come pittura da guardare, nella
quale le note e la raffigurazione dei gesti di-
ventano elementi visuali”.
Dal ‘62 è la mostra-manifestazione musicale
Musica e Segno ideata con Silvano Bussotti
e presentata a Roma alla Galleria Numero
e, varcando anche le frontiere oltre oceano,
a Buffalo al Creative and Performing Art
Center, segnando l’inizio da parte di Chiari
di composizioni musicali basate sul segno e
sulla parola scritta.
Nello stesso anno, sempre con Bussotti, pre-
senta a Milano alla Galleria Blu la mostra
Gesto e Segno.
Questo decennio per l’artista è foriero di im-
portanti nuovi contatti, tra i quali quello con
Metzger che lo presenta al gruppo internazio-
nale Fluxus.
Dal ‘62 partecipa ai Fluxus Festival europei
(Festspiele Neue-ster Musik di Wiesbaden)e
nello stesso anno esegue l’opera Gesti sul
piano, performance di suoni ed immagini
con note musicali accompagnate da gesti,
parti integranti della partitura musicale, col
risultato di un’ opera d’arte in divenire. Col
pianista Rzewski, esecutore spesso della sua
musica (Teatrino 1963, in prima mondiale al
Judson Hall di New York durante l’Avangard
Festival e Strimpellare, 1965) condivide gli
impegni attivi del gruppo da costui fondato
per l’improvvisazione musicale: MEV, Musi-
ca Eletronica Viva.
La seconda metà di questo decennio segna
per l’artista un nuovo momento del suo fare
artistico in cui autopresenta se stesso e le sue
opere: tralasciando l’attività di compositore
con l’intento di abbattere la propria parteci-
pazione attiva, il divario tra autore, esecutore
ed ascoltatore. Il coinvolgimento dell’autore
che usa la propria fisicità per comunicare con
i gesti e l’auto presentazione, diventa parte
costituzionale del suo lavoro.
“...Le opere, i concerti, le performances, le
pagine di musica (una delle note del suo la-
voro è proprio la dimensione “grafica” ; lavo-
ra sulle partiture, realizza libri, manoscritti,
grandi fotografie, film, video, oggetti che usa
appunto nelle sue “azioni-concerto”) sono
operazioni compiute da un artista che recu-
pera e stravolge le tecniche, i suoni, ed i lin-
guaggi e ne rivela i limiti”. Gli strumenti usati
sono “strumenti di dialogo”.
L’artista inizia ad elaborare diversi “metodi
per suonare”; il pianoforte, non più solo re-
sponsabile della produzione di suoni, diventa
un oggetto-strumento che interagisce col cor-
po dell’autore.
In questo periodo, per cinque anni, Chiari è re-
dattore per la Nuova Italia. Vi affianca la col-
laborazione con riviste (“Letteratura”, Roma
; “Collage”, Palermo) dove pubblica articoli
e partiture musicali, talvolta raccolte in libri
da lui stesso scritti a cominciare dal ‘69 (Mu-
sica senza contrappunto; 1972, Senza Titolo
; 1973, Teatrino, 1974, Musica Madre) e tale
attività gli varrà sempre un maggior prestigio
nel panorama italiano ed internazionale.
Con le sue operazioni visive e musicali, attraverso
il gesto, il suono, la fotocopia, il foglio, la carta,
la fotocopia (materiali di facile diffusione per ag-
gredire il sistema dell’arte, della comunicazione,
delle istituzioni, tipica di Fluxus) e con strumenti
“visualmente innovativi” abbatte le tecniche del-
la pittura, della musica, della poesia.
Dal 1970 Chiari sperimenta nuovi mezzi espres-
sivi: collage su fogli di carta, su spartiti musicali,
su strumenti musicali, su tavole di legno- con la
successiva aggiunta di forti tocchi di colore. Gli
oggetti depauperati della loro prima funzione so-
nora, assurgono ad un ruolo visivo con una nuova
peculiarità musicale.
Negli anni successivi l’artista lavora con un in-
tenso impegno all’esecuzione in prima persona
delle sue composizioni (Gesti sul piano, Galleria
Toselli Milano, 1972 ; Suonare la stanza, Gal-
leria Schema, Firenze 1972 : Suonare la città,
Università di Architettura di Firenze, 1973 : Ge-
sti sul Piano, Performance Kunstler House
Berlino, 1982 ; Concerto per Luce, Modern
Art Gallerie Vienna ; Universidad de Bellas
Artes, Madrid, 1983 : Gesti sul piano, Con-
certo per pianoforte, Fundaciò Antoni Tapies,
Barcellona, 19949 e alla realizzazione di sta-
tements, scritte con nitidi caratteri, usando
pennarello o china, che diventano vere opere
concettuali.
Dagli anni Settanta fino ad oggi sviluppa
un intenso programma espositivo in gallerie
private e pubbliche con mostre personali e
collettive (Galleria Toselli, Milano; Kunstve-
rein, Hannover, 1973; Galleria d’Arte Moder-
na Roma 1980; Galleria Milano 1986; Studio
Oggetto, Milano, 1988 e 1992; Galleria De-
pardieu, Nizza, 2005; Mi hanno cercato Gal-
leria il Ponte, Firenze 2006); in musei d’arte
contemporanea (Kunstmuseum Luzern, 1973;
Centre d’Art Contemporain, Ginevra 1979;
Museum of Contemporary Art, Chicago,
1993; Museum of Modern Art, San Francisco,
1994; Palazzo Fabroni, Pistoia, 2000 e 2004)
e partecipando a manifestazioni nazionali ed
internazionali (Documenta 5, Kassel, 1972;
Biennale di Venezia, diverse edizioni, 1972,
‘76 - mostra Attualità Internazionali 1972-
76, ‘78 Sezione Italiana, ‘84 - Rassegna Arte,
Ambiente, Scene ; VIII Biennale di Sidney,
1990) Chiari si rivela così protagonista dei
linguaggi Fluxus e Concettuale.
A tal proposito si evidenziano le mostre al
Salone di Villa Romana (1983) alla Galleria
Vivita (1986) a Firenze, al centro culturale san
Leucio (1987) a Caserta alla Galleria Chisel
(1987) e alla Galleria Rosa Leonardi (1988)
a Genova.
Nel 1989 partecipa al Fluxus Codex al Museo
di Arte Moderna di New York e l’anno succes-
sivo ad Ubi Fluxus Ibi Motus agli antichi Gra-
nai della Serenissima (Giudecca ) di Venezia.
Del 1996 la sua mostra Conceptual Music,
al Palazzo Rocca e Spazio Multimediale ex
Chiesa di San Francesco a Chiavari.
Susanna Fabianida “ Mi hanno cercato”Ed. Il ponte 2006
La sua attività come artista visivo lo porta
ad essere considerato oggi l’artista Fluxus
italiano più importante in campo internazio-
nale.
Muore a Firenze nel maggio del 2007.
collana opere preziose
1 - L’OPERA ROSSA di Pino Deodato
2 - LA DANCE DES JARRES di Aldo mondino
3 - ALChIMIA di Lucio del Pezzo
4 - IMPERSCRUTABILE di Claudio Bonichi
5 - MUSIC hALL di Marco Lodola
6 - I DORIAN GRAy di Lorenzo Lazzeri
7 - FIABE di Emilio Tadini
8 - CARO CARO di Giuliano Tomaino
9 - NOTTURNO INDIANO per i 25 anni
10 - hELP di Antonio Possenti
11 - NON DUE di Fabio Peloso
12 - IL SOGNO DEL SALMONE di Dante Cucurnia
13 - DALLA A ALLA M una mostra per Aldo Mondino
14 - GIOIE E GIOIELLI di Bruno Ceccobelli e Piero Pizzi Cannella
15 - CARTE di Maurizio Rivieri
16 - EXTRA-ShOW un omaggio a Giuseppe Chiari
Sono stati stampati un pò più di 1 000
esemplari numerati dalla tipografia
Bandecchi & Vivaldi di Pontedera
nel Luglio del 2009
Esempl. n.
via Carducci, 10Forte dei Marmi
0584 83163
vetrina
via Nazzario Sauro, 3Pietrasanta
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opere preziose
ASSOCIAZIONENAZIONALEGALLERIE D’ARTEMODERNA ECONTEMPORANEA
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