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made in milano Anno II Numero 6 Periodicità bimestrale - Maggio/Giugno 2014 - Free Press Diretto da Lorenzo Zacchetti ANNI‘80 GLI QUANDO ERAVAMO RE

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made in milano

Anno II Numero 6 Periodicità bimestrale - Maggio/Giugno 2014 - Free Press

Diretto da Lorenzo Zacchetti

anni‘80gliquando eravamo re

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2 Champions City

Per restare informato:comune.milano.it

primaveradimilano.it

Mostre, performance, musica, teatro, media, itinerari, libri, attività per bambini, creatività: più che un programma, una stagione da vivere in tutta la città

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Mostre, performance, musica, teatro, media, itinerari, libri, attività per bambini, creatività: più che un programma, una stagione da vivere in tutta la città

FERMO iMMaginE=

Durante la conferenza stampa di presentazione delle Final Four, il Sindaco Giuliano Pisapia si è fatto decisamente prendere dall’entusiasmo. Dopo aver sottolineato la sua soddisfazione per la centralità di Milano nei più importanti eventi sportivi dei prossimi anni, si è esibito nel campetto improvvisato nel cortile di Palazzo Marino, lanciandosi sia nel palleggio che nel tiro dalla distanza. Uno stle decisamente diverso dal solito.

oco protocollo, tanta passioneP

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4 Champions City

24 le 80 regine dello sportUn numero dedicato alle donne che hanno lasciato il segno nelle rispettive discipline

17 Made in Milano/lombardiaTutto lo sport praticato per passione sul nostro territorio: i protagonisti siete voi!

67 i 10 Top gol degli anni ‘80Dribbling entusiasmanti, tiri al volo, colpi di tacco ed acrobazie entrate nella storia

num. 6 - maGGIo/GIuGno 201403 Fermo immaginex”This picture” - Placebo12 Editoriale di Lorenzo Zacchettix"Holding back the years” - Simply Red14 Si dice AssessorA di Chiara Biscontix”Into the great wide open” -Tom Petty16 Body & Mind di Stefano Tirellix”I remember” - Damien Rice18 Made in Milano/Lombardiax”Life in a northern town” - Dream Academy24 Addio a Tito Vilanovax”Life without you” - Stevie Ray Vaughan29 Speciale serie A anni ‘80x”Video Killed the Radio Stars” - The Buggles30 1980 - Il calcioscommessex”Olympic games” - Miguel Bosè34 1981 - Le stelle stranierex”Start me up” - The Rolling Stones38 1982 - Il mondiale azzurrox”Der Kommissar” - Falco44 1983 - La Roma è magicax”Grazie Roma” - Antonello Venditti48 Cult Heroes - Glenn Strombergx”Thank you for the music” - Abba49 Halftime - Conta solo la passionex”Let the night” - Dirty Vegas54 1984 - Platini è l’asso pigliatuttox”To France” - Mike Oldfield56 1985 - Il Verona e l’Heyselx”Don’t you (forget about me)” - Simple Minds60 1986 - Maradona re del mondox”The Captain of her heart” - Double64 1987 - Napoli, il sogno è realtàx”The final countdown” - Europe64 I migliori 10 gol degli anni ‘80x”E’ goal!” - Edoardo Bennato68 1988 - Rossoneri d’Olandax”Heaven is a place on Earth” - Belinda Carlisle72 1989 - Milano Capitale del calciox”The best” - Tina Turner75 Dream Team - il top degli anni ‘80x”Cosa resterà degli anni ‘80?” - Raf76 Mondiali 2014 - i 50 di Prandellix”Un amore così grande - Negramaro77 San Siro, lo conosci davvero?x”Luci a San Siro” - Roberto Vecchioni80 Il (vero) club più titolato al mondox”Arabian song” - Franco Battiato84 Come scegliere il tuo trainerx”Shot at the night” - The Killers86 Lucky numbers - lo famo stranox”People are strange” - The Doors91 The Real Special Onesx”Magic” - Coldplay94 Stadiomania - Ashe Stadiumx”Waterfalls” - TLC97 La posta dei lettorix”Letter to me” - Brad Paisley

Testata giornalistica con registrazione presso il Tribunale di Milano, numero 149 del 20/5/2013

Proprietario ed editorePLAY REPORT via Italia 19 - Gaggiano (Milano)[email protected]

Direttore responsabile:LORENZO [email protected]

Stampa della versione cartacea:Press UPvia La Spezia 118/CLadispoli (Roma)

Fotografie:Agenzia Aldo Liveranivia Asiago 53 - Milano

made in milano

Distribuzione:Viene distribuito gratuitamentepresso società sportive, scuole, enti di promozione sportiva e sociale, istituzioni, federazioni, punti vendita, centri commericali ed in occasione di eventi speciali. In digitale è su:championscity.blogspot.com

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49 HalftimeL’inserto dedicato a chi ama lo sport fatto con passione, ma anche con stile

IL PROSSIMO NUMERO VERRA’ PUBBLICATO IL 12 gIUgNO

Contatti con la redazione:Inviate foto, testi e comunicati a:[email protected] inviarci testi e foto di vostra proprietà e le relative autorizzazioni. Non si garantiscono la pubblicazione (che comunque eventualmente avverrebbe a titolo gratuito) e la restituzione del materiale inviato. Potete anche inviare domande e suggerimenti. Per domande urgenti, contattateci sui social network.

Iscrizione al ROC: numero 24383

Chi siamo: Intorno al progetto “Champions City” ruotano un gruppo di professionisti del giornalismo, della comunicazione, del marketing, della promozione sociale e sportiva che credono nel potenziale sociologico, politico, sanitario ed economico dello sport. I nostri progetti concorrono a promuoverlo in un’ottica di supporto integrato.

ChampionsCity

@ChampionsCity

championscity.blogspot.com

lorenzozacchetti.blogspot.com

cambiareilmondoconunpallone.blogspot.com

80 il (vero) club più titolato al mondoAlla scoperta dell’Al Ahly, la squadra egiziana che per molti è più di una fede

88 Panatta, pigramente ribelleDal ruolo di simbolo dello sport italiano negli anni ‘70 a quello di tranquillo nonno

90 Eusebio: impossibile dimenticarloLa storia del fenomeno del calcio portoghese, recentemente scomparso

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FERMO iMMaginE

La Stramilano non tradisce mai. Anzi, l’edizione 2014 entra nella storia come lA più partecipata di sempre, con oltre 50.000 iscritti, nonostante il tempo piovoso non abbia aiutato. A livello agonistico, la gara è stata dominata dal keniano Thomas J. Lokomwa, vincitore con un tempo di 1:01:39, ma come ha detto il Sindaco Pisapia questo è soprattutto “un momento di unità e di coesione sociale”. E Milano conosce questa valenzadello sport.

o Sport ci fa sentire unitiL

=

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Il duo dei Sonohra ha scelto un modo decisamente originale per lanciare il nuovo album “Il viaggio”. Insieme all’artista cinese Li Wei, autore anche della copertina, i due artisti hanno sorvolato la piazza del Duomo, esibendosi in una performance decisamente spettacolare. L’evento, patrocinato dal Comune di Milano ha portato per la prima volta in Duomo Li Wei, dopo il volo davanti a San Marco per la Biennale di Venezia.

usicisti di alto livelloM

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Da Milano ci spostiamo a Londra e precisamente di fronte al mitico stadio di Wembley. Qui si è svolta un’avvincente gara di motocross, anticipata da questa spettacolare esibizione di Aaran Powley. Il pilota inglese sembra davvero volare nel cielo londinese, insolitamente limpido, grazie a questa sequenza mozzafiato realizzata dall’agenzia Aldo Liverani con la sovrapposizione di più fotogrammi. Un vero inno alla passione per lo sport.

enza paura, senza gravitàS

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Con tutto il rispetto per giocatori, dirigenti e tifosi, la stagione calcistica che va in archivio

non si è discostata granché dal pessimo livello delle ultime annate. Ammettiamolo: la nostra amata serie A è diventata ben poca cosa, sia al confronto con i tornei stranieri, sia in quello - ben più umiliante - con il suo glorioso passato. E’ evidente che nella scelta di dedicare un ampio spazio alla rievocazione dei mitici anni ‘80, nei quali potevamo davvero vantarci di avere “il campionato più bello del mondo”, c’è anche una forte dose di malinconia, visto il deludente panorama attuale. Con tutto il rispetto per i suoi protagonisti e per i tifosi che continuano ad amarlo, il nostro campionato sembra davvero un’impacciata controfigura di quello dei tempi d’oro. Nei nostri stadi, sempre più malconci, il pubblico è in costante calo, la cultura sportiva non accenna a manifestarsi e i protagonisti sul terreno verde sono di livello sempre più scadente. E’ quindi naturale ripensare al passato con nostalgia, come dimostra anche la commozione suscitata dalla recente scomparsa di Vujadin Boskov. Negli ultimi anni, si sono visti all’opera modestissimi comprimari che in altre epoche non avrebbero mai nemmeno sognato di calcare certi campi. Non intendo con questo togliere merito alla Juventus e alla Roma, protagoniste di una stagione davvero memorabile, ma dietro di loro non c’è davvero nulla e l’andamento delle coppe europee dimostra come il

livello del nostro calcio sia in caduta libera, con il concreto rischio di perdere ulteriori posizioni nel ranking Uefa. Le colpe? Sono molteplici. Ho già scritto più volte di quella della politica, incapace di produrre progetti a medio/lungo termine per il rilancio dello sport. Non si devono però sottacere le carenze organizzative dei manager chiamati a gestire i club, perchè anche all’osservatore più distratto risulterà facile comprendere come, in mancanza di soldi, si debbano usare strategie gestionali differenti, come ad esempio la cura dei vivai. Nel calcio italiano di oggi non solo mancano gli sceicchi, ma non ci sono nemmeno vivai in grado di sfornare un terzo dei campioni che un tempo venivano forgiati nelle giovanili dell’Atalanta e di tanti altri meritevoli club nostrani. Ovviamente, tutto questo si riflette sulla nazionale, che si appresta a vivere un mondiale difficilissimo da pronosticare. Abbiamo tre giocatori di classe planetaria: Buffon, Pirlo e Balotelli, al netto dei problemi caratteriali di quest’ultimo. Per il resto, ci presentiamo in Brasile con una squadra che rispecchia abbastanza fedelmente la situazione generale del movimento: come valori assoluti, siamo molto inferiori a Brasile, Argentina, Spagna e Germania, ma per nostra fortuna il mondiale premia la forma psicofisica nell’arco di un mese e allora tutto è davvero possibile, sia per noi che per possibili outsider come Belgio, Portogallo e Olanda. Per fortuna, finchè il pallone rotola c'è speranza. g

Quando guardavamo il resto del mondo dall’alto in basso Tutti i Top Player giocavano in italia, le coppe europee erano il nostro regno e la nazionale conquistava uno storico titolo iridato:

Editoriale lorenzo Zacchetti

Giornalista e scrittore, ha diretto il mensile

“Eurocalcio”, è stato publisher di

“Hurrà Juventus”, “Superbasket”, “Tutto Mountain Bike” e “Il

Mondo del Ciclismo”, ha lavorato con M-I

Stadio (Milan e Inter), Uefa, Sky Inghilterra

ed ESPN. E’ responsabile dell’area

Sport del PD dell’Area Metropolitana milanese e dal

2011 presiede la Commissione Sport,

Benessere e Verde della Zona 7 di Milano. Ha fondato “Champions

City” ed è autore di “Cambiare il mondo

con un pallone”

Tessera elettorale, se scaduta richiedila!

Spazi tutti timbrati sulla tessera elettorale?

Non aspettare l'ultimo momento. Chiedine una nuova con una mail a [email protected] o [email protected] presentati presso le Sedi dell’Anagrafe o l’Ufficio Elettorale

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Quando guardavamo il resto del mondo dall’alto in basso

Tessera elettorale, se scaduta richiedila!

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gRanZiE

RODa tre anni lavoriamo per

trasformare tanti spazi urbani in luoghi dello sport.

È uno dei cardini della nostra amministrazione, aprire la città ad altre visioni. Perché una piazza, tolte le auto e rimessa a posto con piccoli interventi, può trasformarsi in un campo di gioco, in uno skatepark, in un luogo “altro” da quello per il quale siamo abituati a prenderla in considerazione. Lo abbiamo già fatto in diversi punti della città, come per esempio in piazza Leonardo Da Vinci, dove i risultati sono stati clamorosi.Per tre mesi quel pezzo di Milano è stato vissuto dagli universitari, dalle associazioni, dalle società sportive, dalle mamme del quartiere, da ragazze e ragazzi che semplicemente si sono ripresi il loro spazio organizzando tornei, esibizioni, perfino spettacoli teatrali.Oggi assistiamo a un fenomeno nuovo, diretta conseguenza di questa nostra impostazione. E constatarlo non può che renderci felici.Ovvero, anche le federazioni sportive e le società ora puntano ad occupare spazi urbani. Succede con il programma “Corrimi” di Fidal, che porta i runners per i parchi cittadini lungo i percorsi disegnati dall’amministrazione comunale, ma che spesso sconfinano anche in strade e piazze adiacenti. La stessa Fidal ha organizzato la “RunFast”, nella quale il centro di Milano si è trasformato in un’arena della velocità.

In Corso Venezia è stato disteso un rettilineo da corsa, una pista a quattro corsie lunga 150 metri su cui si sono sfidati giovani e meno giovani. Un successo strepitoso.Così il Coni ha deciso di aprire una palestra temporanea nei giardini Montanelli, attrezzata e aperta a tutta la cittadinanza. Altro “botto”: tanta gente, tanto entusiasmo.Potrei citare ancora il clamoroso successo di “Rugby nei Parchi”: un format milanese partito due anni fa e che ora, giunto alla terza edizione, esordisce anche a Brescia, Verona, Bologna e Torino, coinvolgendo sempre più persone di ogni età.Con l’arrivo della Final Four, Piazza del Duomo diventerà un campo di basket. E abbiamo aperto al Parco Forlanini il primo campo da baseball pubblico d’Italia. Abbiamo dato spazio a tutti gli sport urbani, dallo skate al parkour allo slackline. Non ci sono più divieti, non ci sono più multe. La città si è aperta allo sport.Insomma, il modello “palestra a cielo aperto” funziona. E funziona perché anche le federazioni sportive si accorgono che oggi lo sport deve avvicinarsi di più alle persone, per andare incontro alle loro esigenze, ma anche per reinventarsi e ripensare il territorio.Altre sorprese sono in arrivo… e quando camminate per la città non stupitevi se improvvisamente, in un corso, in un piazza, vi troverete coinvolti in qualche partita! g

Milano è sempre di più una palestra a cielo apertoai cittadini piace vedere la trasformazione di una città che accoglie lo sport in luoghi dove un tempo era impensabile

Si dice assessora Chiara Bisconti

é Assessora (con la “a” finale) al Comune di

Milano, con deleghe a Sport e tempo libero,

Benessere, Qualità della vita, Tutela

degli animali, Verde, Arredo urbano e

Risorse umane

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gRanZiE

ROMilano è sempre di più una palestra a cielo aperto

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Sono passati decenni dai tempi in cui il mercoledì sera tutte le migliori squadre d’Europa si

incontravano per sfidarsi nelle coppe europee, appuntamenti che univano il fascino dello scontro diretto alle imprese epiche di squadre dai nomi leggendari. La fisicità era il fattore determinante per la vittoria anche se alcune eccezioni, come l’Ajax di Cruijff, facevano del possesso palla e della tecnica individuale l’arma vincente.La preparazione atletica ha dovuto adeguarsi nel momento in cui dalle Coppe dei Campioni svoltesi fino agli anni ‘80 si è arrivati alla formulazione della Champions League negli anni ‘90, un vero e proprio campionato europeo parallelo a quelli nazionali. Sono saltati gli schemi classici della preparazione atletica che prevedeva la fase estiva in località montane o di “altura”, per poi concentrarsi nei mesi invernali in un intenso lavoro di incremento delle capacità condizionali seguito da una fase di “mantenimento” primaverile.Lo staff tecnico delle squadre più titolate o ambite dal mercato internazionale deve lavorare spesso, già dal ritiro estivo, in luoghi lontani, di altri continenti e con condizioni ambientali assolutamente ininfluenti, se non dannose, rispetto all’incremento delle capacità aerobiche, laddove il business del calcio internazionale richiede lo svolgersi di mini tornei a quattro o cinque squadre che hanno il solo compito di esibire il nuovo merchandising e l’attivazione del sistema televisivo e pubblicitario internazionale.

I team impegnati fin dai mesi estivi nella fase preliminare della Champions e gli altri che da settembre in poi subentrano nel vero e proprio torneo europeo si trovano a dover continuamente gestire prevalentemente una fase di “mantenimento” della forma fisica dei calciatori e di cura degli infortunati, a discapito della programmazione classica meglio gestita dalle squadre che non partecipano alle coppe europee, Europa League compresa.Oggi la gestione delle energie fisiche va di pari passo a quella delle energie mentali, dato che sia i calciatori che i professionisti degli staff tecnici sono sottoposti in modo continuativo, da inizio a fine stagione, ad una pressione psico-fisica elevata e ad una ricerca costante e simultanea del risultato in campo nazionale e internazionale. Si instaura una situazione che implica una riduzione impressionante dei tempi di recupero tra una partita e l’altra e che porta alla definizione dell’allenamento non più come il momento di implementazione delle capacità coordinative e condizionali ma come gestione delle energie esistenti. Possiamo affermare che la nascita della Champions League (ed anche dell’attuale Europa League) ha senza dubbio aumentato il fascino degli incontri internazionali ma, al contempo, ha contribuito a togliere spazi per una preparazione atletica che fino agli anni ‘80 era molto più determinante lungo tutto l’arco della stagione piuttosto che, come avviene ora, durante lo sprint finale dei campionati nazionali e delle coppe europee. g

nei mitici anni ‘80 era diverso anche allenarsil’evoluzione del calcio-business e la nuova formula delle coppe europee ha modificato le strategie dei preparatori atletici

Body & Mind Stefano Tirelli

Preparatore atletico e docente alla facoltà

di Scienze Motorie dell’Università

Cattolica di Milano. Ha codificato il

metodo TCS, con il quale ha seguito

le nazionali di Inghilterra e Ghana,

il Chelsea e singoli atleti tra cui spicca Del

Piero. Nel suo studio milanese si occupa

anche di sportivi dilettanti e persone con problematiche

fisiche di vario tipo

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nei mitici anni ‘80 era diverso anche allenarsi

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–RicorrenzemilanolombardiaMA

DE

IN

Papa Francesco incontra i dilettantiIl C.S.I. (Centro Sportivo Italiano) ha scelto un modo davvero speciale di

festeggiare il suo settantesimo compleanno. Il prossimo 7 giugno, infatti, l’ente di promozione sportiva nato nel 1944 organizza un incontro tra Papa Francesco e tutte le società sportive, di qualunque disciplina, interessate ad incontrare il Santo Padre. Il senso di questo incontro sta nel ribadire il valore dello sport come strumento educativo, nel solco della celebre frase del Papa, secondo il quale “il dilettantismo è la vera essenza dello sportivo”. L’incontro si svolgerà a Roma, dove ogni società sportiva potrà arrivare con mezzi propri. L’obiettivo è animare Piazza San Pietro con le divise delle società e con varie esibizioni sportivi. Tutte le informazioni su questo evento, che rimarrà decisamente memorabile, sono consultabili sul sito www.societasportivedalpapa.org

l’HOCKEY dEvE RESTaRE a MilanO

Lo scorso marzo, l’Hockey Milano Rossoblu ha festeggiato l’importante traguardo dei 90 anni di vita. Non si è trattato però di una festa del tutto spensierata, in quanto

ha coinciso con l’emergere di serie problematiche riguardanti il rapporto con il gestore dell’Agorà, il palazzetto del ghiaccio in zona Primaticcio. La società milanese vi disputa i suoi incontri casalinghi a fronte di un affitto che considera troppo oneroso e fuori mercato rispetto ad analoghe strutture nel resto d’Italia. Inoltre, a fronte degli elevati pagamenti che le vengono richiesti, spesso non ha nemmeno la disponibilità dell’impianto, dove si organizzano eventi di altro genere, a partire dal pattinaggio. Per questo motivo, diverse gare casalinghe sono state trasferite a Torino, con ovvi disagi per i tifosi, ma anche per l’organizzazione generale. Il perdurare di queste problematiche ha spinto l’Hockey Milano a prendere in considerazione l’ipotesi del trasferimento a Torino, che ovviamente rappresenterebbe uno smacco clamoroso per il capoluogo lombardo. Per questo motivo, la festa dei 90 anni si è trasformata in un summit tra i referenti istituzionali dello sport. Tra questi, c’erano anche l’assessore regionale allo sport Antonio Rossi e il nostro direttore Lorenzo Zacchetti, nella sua funzione di responsabile dello sport per il PD dell’area metropolitana milanese. Al di là delle differenze politiche, si sta lavorando per risolvere il problema, insieme ovviamente alla Giunta-Pisapia visto che l’Agorà è di proprietà del Comune di Milano e l’attuale concessione d’uso scade nel 2017. g

OBBligaTORiO il POS in TuTTi i CEnTRi SPORTiviIl prossimo 30 giugno scatterà ufficialmente l’obbligo di accettazione della moneta elettrica da parte degli esercenti di attività commerciali e di servizi. Con la conversione in legge del Decreto milleproroghe (150/2013), tutti i gestori di impianti sportivi, associazioni e società sportive dilettantistiche dovranno necessariamente dotarsi di un POS (Point of Sale). In vista di aggiornamenti futuri l’obbligo è in vigore, anche se non sono ancora previste sanzioni in caso di inadempienze. g

Insieme all’AgoràAntonio Rossi (Lega Nord) e Lorenzo Zacchetti (PD) quando si parla di sport vanno facilmente d’accordo

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Per restare informato:migeneration.it

MIGenerationCamp

Visita il sito Mi Generation per informazioni su progetti, opportunità, formazione, eventi e per interagire con la web community delle politiche giovanili di Milano

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–Ricorrenze

MA

DE

INmilanolombardia

studiotirelli.comlife is e-motion

Quanti applausi per le promesse del vOllEY!

la Spartan Race al Castello SforzescoDopo la tappa romana del 26 aprile, il prossimo 14 giugno la Spartan Race farà tappa

a Milano, nella suggestiva location del Castello Sforzesco. A differenza di Roma, dove si sono svolte sia la Sprint (circa 5km e 15 ostacoli), che la Super (circa 13km e 21 ostacoli), a Milano verrà organizzata solo la Sprint. L’evento milanese si preannuncia come il più veloce di sempre, in quanto, per essere classificati, bisognerà concludere il percorso tra i 30 ed i 45 minuti dalla partenza. La Spartan Race è una corsa ad ostacoli creata da Joe DeSena e Andy Weinberg nel 2009 e si distingue in tre format, diversificati dalla lunghezza del percorso (5+, 13+ e 21+ km) e dal numero degli ostacoli presenti (naturali ed artificiali). Possono partecipare uomini e donne di ogni età, a partire dai 18 anni. Per i più piccoli e giovani c’è la Spartan Junior. Sponsor della manifestazione è Reebok, che ha appositamente realizzato la calzatura One Series (90 €). Le iscrizioni per i primi 500 partecipanti all’evento milanese saranno al prezzo promozionale di 39 € e, dal 501° iscritto in avanti, il costo dell’iscrizione andrà in crescendo. Per iscriversi ed avere maggiori informazioni sulla gara, si può consultare il sito www.spartanrace.it g

a MOnZa, Ma Sulla BiCiAnche quest’anno, l’autodromo di Monza mette a disposizione la sua celebre pista per gli allenamenti in bicicletta dei tesserati. Fino al prossimo 11 luglio, gli orari saranno i seguenti (salvo esigenze di manutenzione):- martedì e giovedì dalle ore 18.30 alle 20.00 tesserati F.C.I. e ACSI Settore ciclismo- lunedì e mercoledì dalle ore 18.30 alle 20.00 tesserati F.C.I. e ACSI Settore ciclismo, ciclisti, rollerblades, skates. g

O ltre 1.500 spettatori hanno seguito la giornata finale e le premiazioni del Mikasa Teens’ Champions. Questi i vincitori, categoria per categoria. Under

14 femminile: Bracco Pro Patria Milano; miglior giocatrice Francesca Scola (Pro Patria) - Under 15 maschile: Volley Segrate; miglior giocatore Filippo Maccabruni (Volley Segrate) - Under 16: Igor Gorgonzola Novara - miglior giocatirce Marta Gullì (Novara) - Under 17 maschile: GSA Agliatese; miglior giocatore Riccardo Mauri (Agliatese) - Under 18 femminile: Unendo Yamamay Busto Arsizio - miglior giocatrice: Camilla Mingardi (Unendo Yamamay). In totale, il torneo ha coinvolto complessivamente 9 impianti di Milano e dintorni ed oltre 800 atleti dai 12 ai 18 anni, per un totale di 172 partite giocate. g

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Champions City 21

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DE

IN

un altro scudetto a SESTO San giOvanniLa formazione Under 19 del Geas Sesto

ha vinto il suo sesto scudetto. Nella finale di Sant’Arcangelo di Romagna, le ragazze allenate da Cinzia Zanotti hanno battuto la Reyer Venezia per 60-46, vendicando così la sconfitta della scorsa stagione contro le stesse avversarie. Miglior marcatrice dell’incontro è stata Cecilia Zandalasini, già protagonista in A-2, che dopo aver saltato la semifinale contro Trieste, ha messo a segno 16 punti nella gara decisiva, pur non essendo nelle migliori condizioni fisiche. Per il Geas si tratta del sedicesimo titolo conquistato a livello giovanile. Il suo cammino era cominciato con un percorso netto nella fase di qualificazione: 63-51 contro Battipaglia, 68-54 contro Castel San Pietro e 56-50 contro Schio. In semifinale il Geas ha sconfitto Trieste per 44-36. g

Soluzioni innovative nel centro di MuggianO

Nel mese di giugno, il comune di Milano presenterà il nuovo centro sportivo di Muggiano attraverso un workshop organizzato in collaborazione con “La Gazzetta dello Sport” e

il Corso di Formazione per Ingegneri ed Architetti. L’impianto attualmente in costruzione nella periferia sud della Zona 7 si caratterizzerà infatti per alcune tecnologie innovative di grande rilevanza. La macchina di produzione energetica utilizzerà un sistema a captazione solare e il complesso non sarà allacciato alla rete del gas. La struttura verrà realizzata con massetti in materiali rigenerati, provenienti dal recupero di cavi elettrici. Le pavimentazioni e i rivestimenti di docce, palestre, spogliatoi e primo soccorso utilizzeranno teli in PVC autosterilizzanti. Infine, il trattamento dell’acqua sarà effettuato con cavitatori a nano-bolle, che renderanno superfluo l’impiego di sostanze chimiche. Per il comune saranno presenti il vicesindaco De Cesaris e l’assessora allo sport Bisconti, oltre al nostro Lorenzo Zacchetti. g

SCaCCO MaTTO a CHinOn CREdE nEi giOvaniIl tredicenne Luca Morani ha vinto il prestigioso Open cacchistico internazionale di Lugano, in Svizzera. Il ragazzo di Bovisio Masciago (MB) ha prevalso con mezzo punto di vantaggio sul secondo classificato, il forte maestro milanese Franco Misiano, e un punto sul terzo classificato, lo svizzero Fabrizio Patuzzo. Nel contempo, la prima scacchiera olimpica italiana Elena Sedina di Como ha affrontato in simultanea 12 giocatori ticinesi tra cui alcune personalità del mondo della politica e dello spettacolo.g

Cantiere apertoUn particolare del progetto, firmato

dall’architetto Luciano Messina

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SHARING

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Come per qualunque allenatore, guidare il Barcellona era il sogno della sua vita. Lo ha

realizzato, ma non è riuscito a goderselo perchè proprio in quel momento è cominciata

la sua lotta con la malattia e la sua vita è finita troppo presto. Tutto il mondo del calcio

ricorda Vilanova con affetto e commozione

Questi sono tempi difficili per i miei cari ed è per questo che chiedo il rispetto e la comprensione da parte dei media. Una

volta lasciato il Barcellona, spero di avere la tranquillità e la privacy di cui io e la mia famiglia abbiamo bisogno. Non posso concludere questa lettera senza augurare ogni fortuna ed ogni successo al nuovo allenatore della migliore squadra del mondo”. Così Tito Vilanova concludeva il suo commiato dalla panchina del Barça, per ordine dei medici. Era il 21 luglio del 2013 e già da un anno e mezzo era in corso la sua “lucha” contro il cancro. Soli nove mesi dopo quella toccante separazione, la famiglia azulgrana piange la morte dello sfortunatissimo quarantacinquenne, cresciuto all’ombra di Guardiola.

Pep e Tito hanno giocato insieme nelle giovanili del Barça dal 1984 al 1990, stringendo un’amicizia che coinvolgeva anche Jordi Roura e Aureli Altìmira. Li chiamavano i “golafres”, cioè “i ghiottoni”, per le loro scorribande alimentari. Tito aveva un ulteriore soprannome, “il Marchese”, per la sua abitudine di vestire con eleganza fin da giovanissimo. Dopo quegli anni spensierati, le loro strade si sono separate. Guardiola è approdato in prima squadra, diventando un perno del “Dream Team” allenato da Cruyff. Vilanova, anche lui centrocampista ma dal talento decisamente meno sfavillante, ha invece cominciato a vestire le maglie di club non altrettanto prestigiosi, come Figuerès, Celta Vigo, Badajoz, Maiorca, Lleida ed Elche. A 32 anni ha chiuso la carriera da calciatore

ed ha cominciato ad allenare: dopo Palafrugell, Figuerès e Terrassa, è tornato a Barcellona per guidare la squadra-B e per fare da vice al vecchio amico Guardiola, che da tecnico azulgrana è riuscito a fare ancora meglio che quando giocava. Da suo assistente, Tito si è messo in luce, suo malgrado, per una rissa con Mourinho nella finale di Supercoppa di Spagna del 2011, quando il portoghese gli ha messo un dito in un occhio. In seguito, lo “Special One” gli ha chiesto scusa, evento più unico che raro per uno come lui.Alla fine della stagione successiva, Vilanova è stato scelto per rimpiazzare Guardiola, che aveva deciso di prendere un anno sabbatico negli Stati Uniti. La società ha organizzato una conferenza stampa congiunta per salutare il vecchio allenatore ed annunciare il nuovo, ma Pep non l’ha presa bene, sentendosi messo in ombra, e si è offeso. La sincera amicizia tra i due si è incrinata, anche perché nel frattempo Tito è andato negli USA con la squadra, per la tournée estiva, e non si è sentito sufficientemente

TITOADÈUPEOPlE

“NoN ho PARoLe. è stAto UN oNoRe fAR PARte DeLLA tUA vItA. seI stAto e sARAI seMPRe UN eseMPIo. NoN tI DIMeNtICheRò MAI. RIPosA IN PACe, MIsteR” @ANDResINIestA8

DI LORENZO ZACCHETTI

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Champions City 25

Destini parallelitito vilanova è

nato a Bellcaire d’empordà il 17 settembre 1968

ed è morto a Barcellona lo

scorso 25 aprile. Nella foto sotto,

è con l’amico Pep Guardiola

TITO

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26 Champions City

appoggiato da Guardiola, nonostante la sua malattia. Nel novembre del 2011 Vilanova era stato operato per un tumore alla parotide, che dopo l’intervento sembrava debellato. Nell’estate del 2012 invece il cancro si è ripresenta e nel dicembre successivo, dopo un nuovo intervento, è iniziato un ciclo di chemioterapia e radioterapia. Per le sue frequenti assenze, la guida del Barça è passata al suo vice, l’ex golosone Jordi Roura, che tuttavia si è limitato a fare quello che Tito gli indicava nel corso dei loro confronti telefonici. E’ così che il Barça ha vinto la Liga 2012/13, ma nel luglio seguente, come detto, l’aggravamento della situazione ha costretto il tecnico lasciare definitivamente la panchina, passata a Gerardo Martino. Mentre il nuovo tecnico argentino usciva malamente dalla Champions League e si giocava le ultime chance di conquistare la Liga nel duello con l’Atletico Madrid, Tito il 24 aprile

Per restare informato: metro-5.com

comune.milano.it

NUOVE STAZIONI M5

E' arrivata la linea M5 nei quartieri Isola e Garibaldi. Con le 2 nuove stazioni la linea Lilla ha ora nove fermate e si connette alla M2 a Garibaldi oltre che alla M3 a Zara.

2014 è stato nuovamente ricoverato ed il giorno dopo si è spento.Nell’estate del 2013, all’inizio della sua esperienza con il Bayern Monaco, Guardiola aveva rilasciato delle dichiarazioni durissime nei confronti della dirigenza del Barcellona, accusandola di aver sfruttato la malattia di Villanova per rompere i rapporti con lui. Il dolore della morte, però, fa sembrare inezie anche gli screzi più duri e così Pep è stato il primo a commuoversi nel ricordare il suo vecchio amico, con il quale - parole sue - era riuscito a “mangiarsi il mondo”. “Voglio mandare un pensiero a suo padre Joaquim, a sua madre Maria Rosa, a sua moglie Montse, a sua figlia Carlotta e a suo figlio Adrià da parte dei miei genitori e della mia famiglia. Il dolore che provo oggi mi accompagnerà per tutta la vita, sarà impossibile liberarmene”. I funerali sono stati celebrati in forma privata per volere della famiglia, per tributare l’ultimo

“adèu” (come si dice in catalano) a Vilanova c’erano già state diverse occasioni, dalla camera ardente allestita al Camp Nou e nella quale i primi a presentarsi sono stati proprio Messi e compagni, agli incessanti tributi via Twitter, con l’hashtag #hastasiempretito, digitato in tutto il mondo ed anche da Balotelli, Rafa Benitez, Conte, Del Bosque, Owen, Hodgson, Sergio Ramos, Bale e diversi giocatori e dirigenti del Real Madrid. Tra tutti gli omaggi, ha però un significato particolare quello del francese Eric Abidal, oggi al Monaco, ma ex Barcellona. Anche lui ha conosciuto il cancro e sta ancora combattendo una battaglia che non può mai dirsi finita. Trattenendo a stento le lacrime, lo ha ricordato così: “Ho sempre saputo che era un lottatore. Sia io che lui abbiamo lottato contro la malattia, che è comparsa a un anno di distanza. Posso dire che era una grande persona, un vero signore”. g

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NUOVE STAZIONI M5

E' arrivata la linea M5 nei quartieri Isola e Garibaldi. Con le 2 nuove stazioni la linea Lilla ha ora nove fermate e si connette alla M2 a Garibaldi oltre che alla M3 a Zara.

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SPORT HAS THE POWER TO CHANGE THE WORLD

Un viaggio alla scoperta di un nuovo modo di guardare il gioco del calcio, tra documenti storici, aneddoti e testimonianze che mettono in luce la complessità del rapporto esistente tra le squadre, il loro territorio di riferimento e gli infiniti intrecci politici, filosofici ed artistici che si intrecciano di continuo a margine del terreno di gioco. Così Maradona diventa l’ideale discrimine tra l’Argentina dei militari e quella di Che Guevara, mentre l’eterna sfida tra Barcellona e Real Madrid viene riletta con una lente storica che riesamina l’era di Franco, ponendo il Generalissimo a confronto con altri due dittatori particolarmente attenti a sfruttare la popolarità del calcio, come Mussolini ed Hitler. Berlusconi viene spietatamente messo faccia a faccia con il concetto di “calcio socialista”, così come Bossi e la Lega Nord vengono misurati a confronto con le spinte autonomiste incarnate dal Celtic Glasgow e dall’Athletic Bilbao. Un lungo viaggio nell’impareggiabile fascino del calcio inglese si accompagna ad un tourbillon di citazioni che vanno da Pasolini a Tolstoj, passando per Gorbaciov, Mandela, Brera e i Beatles. Fino a scoprire, con amarezza, che l’Olanda di Cruyff e del calcio totale altro non è che il simbolo di una generazione che voleva cambiare il mondo e che invece è uscita dal campo sconfitta. E che l’esistenzialismo ateo del Novecento non sarebbe stato lo stesso, senza il calcio.

www.facebook.com/cambiareilmondoconunpallone

Dove lo trovi? ordinalo online su:

cambiareilmondoconunpallone.blogspot.com

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anniil mitico

l’irripetibile storia del decennio

d’oro del pallone italiano, tra lo

splendore del trionfo al Mundial e

le miserie del calcio-scommesse.

Quando eravamo Re: tutti i migliori

giocatori del mondo giocavano in

italia. O sognavano di farlo...

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speciale

calcio

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30 Champions City

il decennio comincia davvero malissimo per il calcio italiano: a pochi mesi dagli Europei organizzati proprio nel nostro Paese, scoppia lo scandalo delle partite truccate per favorire gli scommettitori clandestini. il terremoto travolge anche dei giocatori azzurri

ManETTE negli stadi

l’Inter di Bersellini vince lo scudetto dopo una cavalcata che la vede in testa alla classifica fin dalla prima giornata. Alle sue spalle ci sono la Juve a meno

tre punti e il Milan a meno cinque, ma la classifica viene completamente stravolta dallo scandalo del “totonero”. La bomba esplode a sei giornate dalla fine, il 23 marzo. La polizia penetra negli stadi ed arresta diversi calciatori, tra cui Albertosi e Morini del Milan (campione

da alcuni giocatori della Lazio. Cruciani sostiene di essere entrato in contatto con i biancazzurri grazie alla mediazione di Alvaro Trinca, un ristoratore di Roma, e di essere stato indotto a scommettere molti soldi su alcuni incontri “combinati”. Per via di alcuni patti non mantenuti, Cruciani ha perso diverse centinaia di milioni (di lire) e quindi ha scelto di rivolgersi alla magistratura. Da un punto di vista penale, tuttavia, i fatti non costituiscono reato e quindi tutti

in carica), Wilson, Giordano e Manfredonia della Lazio, nonché Stefano Pellegrini dell’Avellino. Lo shock arriva nelle case dei tifosi grazie a “90° minuto”, che racconta in diretta l’imprevedibile esito di una vicenda cominciata in maniera davvero insolita. Tutto parte con l’iniziativa di un grossista ortofrutticolo, Massimo Cruciani, il quale presenta alla Procura di Roma un esposto nel quale spiega di essere stato truffato

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Campioni sotto processoenrico Albertosi, ex portiere

della nazionale, sul banco degli imputati

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i personaggi coinvolti vengono subito prosciolti. La giustizia sportiva, però, accerta l’avvenuto illecito sportivo in diversi casi, più o meno gravi. La posizione più pesante è quella di Lazio e Milan, dopo l’incontro vinto 2-1 dai rossoneri, con Morini che viene accusato di aver consegnato 20 milioni inviati dal presidente Felice Colombo a Trinca e Cruciani per comprarne il silenzio. Quella della Lazio è una stagione davvero da dimenticare, funestata anche dalla tragica morte di Vincenzo Paparelli, tifoso della curva Nord che nel giorno del derby contro la Roma viene colpito da un razzo partito dall’opposta curva Sud.Non è certo il primo caso di partite truccate nella lunga e torbida storia del calcio italiano, ma è la prima volta che appare in maniera lampante l’esistenza di un sistema organizzato per garantire proventi illeciti ad un gruppo di scommettitori clandestini, falsando l’esito dei campionati di A e B. Non tutti i casi segnalati conducono a condanne. Tra le società, Juventus e Pescara vengono prosciolte, così come tra i big coinvolti nella vicenda escono senza macchia Trapattoni, Boniperti, Antognoni e Luis Vinicio. Tra giugno e luglio, vengono emessi i due gradi di sentenza, con un esito decisamente traumatico: a pochi giorni dall’inizio

Società:Lazio e Milan: retrocesse in BAvellino, Bologna e Perugia: 5 punti di penalizzazioneJuventus e Pescara: assolteAllenatori e dirigenti:Felice Colombo (pres. Milan): radiatoTommaso Fabbretti (pres. Bologna): un annoGiampiero Boniperti (pres. Juventus), Giovanni Trapattoni (all. Juventus), Riccardo Sogliano (d.s. Bologna), Marino Perani (all. Bologna), Luís Vinício (all. Napoli): assoltiCalciatori:Stefano Pellegrini (Avellino): 6 anniMassimo Cacciatori (Lazio): 5 anni

serie A: i colpevoli e gli innocentiMauro Della Martira (Perugia): 5 anniEnrico Albertosi (Milan): 4 anniBruno Giordano e Lionello Manfredonia (Lazio):

3 anni e 6 mesi; Carlo Petrini e Giuseppe Savoldi (Bologna): 3 anni e 6 mesi;

Giuseppe Wilson (Lazio): 3 anni; Luciano Zecchini (Perugia): 3 anni; Paolo Rossi (Perugia): 2 anni;Franco Cordova (Avellino): 1 anno

e 2 mesi; Giorgio Morini (Milan): 10 mesi; Stefano Chiodi (Milan): 6

mesi; Piergiorgio Negrisolo (Pescara): 5 mesi; Maurizio Montesi (Lazio): 4 mesi; Franco Colomba (Bologna): 3 mesi; Oscar Damiani (Napoli): 3 mesi; Andrea Agostinelli (Napoli), Giancarlo Antognoni (Fiorentina) e Claudio Pellegrini (Avellino): assolti

stelle cadenti Rossi, Giordano e Manfredonia

subiscono lunghe squalifiche

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dei campionati europei, che si giocano proprio in Italia, subiscono sanzioni pesantissime giocatori in vista come Paolo Rossi del Perugia, il terzetto laziale Giordano-Manfredonia-Wilson, i milanisti Albertosi e Morini, i bolognesi Savoldi e Petrini, oltre a Colomba, Damiani e Pellegrini.In particolare, per il commissario tecnico Enzo Bearzot è grave la perdita di Rossi, lanciato a sorpresa nel mondiale in Argentina di appena due anni prima. Il centravanti toscano è in costante crescita di popolarità e proprio nella stagione 1979/80 il Perugia si inventa un sistema ingegnoso per rientrare del miliardo di lire investito per averlo in prestito biennale dal Vicenza. Franco D’Attoma, presidente dei Grifoni, trova il modo di aggirare la regola che impedisce la presenza di scritte pubblicitarie sulle divise

delle squadre fondando il sedicente maglificio “Ponte sportswear”. In quel modo, il marchio “Ponte” può essere stampato sulle maglie della squadra come fornitore tecnico, ma in realtà il maglificio non esiste: si tratta di un’azienda del gruppo Buitoni-Perugina, che fa prodotti alimentari e paga ben 400 milioni per stare sul petto di Rossi e compagni. Si tratta della prima sponsorizzazione di

I paninari devono il loro nome ai fast food dove si ritrovano. Indossano giubbotti Moncler, scarpe timberland e calze Burlington: le “firme” sono la loro vera ossessione

La moda femminile è invece caratterizzata da un’autentica esplosione di colori, comprese le tonalità fluo, capelli cotonati, fiocchi appariscenti e trucco molto pesante. L’icona è Madonna

Gianni Agnelli è invece il punto di riferimento per i modaioli adulti, che copiano l’orologio sul polsino. I giovani ambiziosi in carriera si chiamano “Yuppies”

GLI A

NNI 8

0

Così va il mondo nel 1980La mafia uccide Mattarella, presidente DC della Sicilia, che sta costruendo una giunta con il PCI l Il giornalista Walter Tobagi viene ucciso dalla “Brigata 28 marzo” l Marguerite Yourcenar è la prima donna ad essere ammessa all’Accademia di Francia l Silvio Berlusconi lancia Canale 5 l Viene arrestato Michele Sindona per il fallimento della Franklin National Bank. Un mese dopo, viene accusato anche dell’omicidio Ambrosoli l Il 27 giugno, nel cielo sopra Ustica, scompare un DC9 della compagna Itavia. Muoiono 81 persone l Il 2 agosto, una bomba uccide 85 persone alla stazione di Bologna l A Mosca si svolgono le Olimpiadi, ma gli USA e altri 64 paesi li boicottano per protestare contro l’invasione dell’Afghanistan da parte dell’URSS l In Polonia nasce Soldarnosc l L’ex attore Ronald Reagan viene eletto Presidente degli USA [foto] l Mark Chapman uccide il suo idolo John Lennon, ex dei Beatles

RetrocessiIl laziale Pino Wilson e, sotto, il Milan

shock Paolo valenti conduce

la diretta su “90° minuto”

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Champions City 33

maglia nella storia del calcio italiano, ma la federazione non accetta la presa in giro e multa il Perugia di 20 milioni, oltre ad imporgli la rimozione del marchio prima ancora che il campionato cominci. D’Attoma inizialmente si adegua e si accontenta di scrivere “Ponte” un po’ dappertutto: dalle tute dei giocatori, alle reti delle porte e persino sull’erba del Renato Curi. Nel frattempo, continua la sua battaglia legale, fino a quando non gli viene permesso di rimettere la pubblicità sulle divise da gioco. Il secondo debutto dello sponsor avviene proprio nella sciagurata domenica del 23 marzo, il giorno in cui scoppia lo scandalo calcioscommesse. Al di là della sfortunata coincidenza, D’Attoma

centra in pieno il bersaglio: grazie a lui, dalla stagione successiva tutte le squadre di serie A si presentano ai nastri di partenza con i loghi dei rispettivi sponsor sul petto. E’ una svolta storica per il calcio italiano e alcuni marchi (come Ariston per la Juventus e Barilla per la Roma) ottengono da questi abbinamenti dei benefici destinati a durare nel tempo.Nel frattempo, però, l’Italia ha bisogno di tornare a credere nel calcio pulito e proietta le sue speranze sulla nazionale. La formula del torneo prevede due gironi da quattro squadre ciascuno, con la prima e la seconda di ciascun raggruppamento che si incrociano nelle semifinali. Gli azzurri debuttano a Milano, ma non vanno oltre lo 0-0 con la Spagna. Tardelli firma l’unico gol nella sfida con l’Inghilterra, a Torino, ed infine passiamo il turno con un altro pareggio a reti bianche, a Roma con il Belgio. Secondi nel girone, affrontiamo la Cecoslovacchia di Panenka (l’inventore del rigore “a cucchiaio”) al San Paolo di Napoli. Dopo il gol di Jurkemik e il pareggio di Graziani, l’incontro si decide ai rigori, con l’errore fatale

di Fulvio Collovati. Non c’è finale per il terzo posto, mentre il titolo continentale va alla Germania Ovest, che sconfigge il Belgio grazie ad una doppietta di Horst Hrubesch. In campo europeo, i tedeschi vanno alla grande. La finale della coppa Uefa è un derby teutonico, con l’Eintracht Francoforte che sconfigge il Borussia Monchengladbach. In coppa dei Campioni, l’Amburgo viene sconfitto in finale dal Nottingham Forest del mitico Brian Clough. Parla tedesco anche il pallone d’Oro, che viene vinto da Karl-Heinz Rummenigge (Bayern Monaco) davanti a Bernd Schuster (Colonia/Barcellona), mentre al terzo posto c’è il giovane Michel Platini (St Etienne). Nei primi venti, ci sono solo due italiani: Zoff all’11° posto e Ciccio Graziani al 15°. L’oggettivo impoverimento del calcio italiano convince la federazione a riaprire le frontiere, permettendo alle società di tesserare un giocatore straniero ciascuna. Finisce così il blocco decretato nel 1966, dopo il clamoroso flop della nazionale al mondiale inglese. La Juventus, pur avendo chiuso il campionato al secondo posto, per diverse settimane è stata pericolosamente vicina alla zona retrocessione e per rilanciarsi punta sull’irlandese Brady. La Roma risponde con il brasiliano Falcao, l’Inter con l’austriaco Prohaska e il Napoli con l’olandese Krol. Ed è solo l’inizio di un nuovo capitolo, che risulterà davvero avvincente. g

Big flopsavoldi, un altro degli squalificati

Campioni d’europa La Germania ovest

fa festa a Roma

furbetti Rossi e lo sponsor

“occulto” del Perugia

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34 Champions City

Con la riapertura delle frontiere, gli stranieri diventano i veri protagonisti della serie a. Si comincia da Brady, che dà alla Juventus uno scudetto sul quale incide anche il famoso gol annullato a Turone, ma da qui comincia un romanzo che annovera tra i protagonisti grandi campioni e numerosi “bidoni”

dopo ben quattordici anni di assoluta autarchia, il calcio italiano riapre le porte ai giocatori stranieri. Inizialmente

permangono alcune diffidenze, visto che delle 16 squadre che prendono parte al campionato di serie A sono addirittura cinque quelle che preferiscono non avvalersi di questa possibilità: Ascoli, Brescia, Cagliari, Catanzaro e Como si presentano al via con una rosa tutta made in Italy. I volti nuovi sono però molto intriganti e il duello più emozionante è quello tra la Juventus di Brady e la Roma di Falcao. La corsa per lo scudetto si decide alla terzultima giornata, nello scontro diretto a Torino. La Juve vi giunge con un punto di vantaggio sui rivali, dopo una serie di avvicendamenti al top della classifica. Il match-clou tra i club guidati rispettivamente da Boniperti e Viola, rivali polemici ma sempre orientati al fair-play, fa stabilire il record di incasso al Comunale, con 480 milioni di lire. Arbitra Paolo Bergamo, che al 62° non si fa scrupolo di espellere il bianconero

Beppe Furino per l’eccessiva foga agonistica con la quale entra in tackle su Maggiora. Tredici minuti dopo, col risultato ancora inchiodato sullo 0-0, un lancio di Bruno Conti viene prolungato da Roberto Pruzzo e quindi deviato in rete da Ramon Turone. Inizialmente Bergamo convalida la rete, poi, su segnalazione del guardalinee Sancini, la annulla per fuorigioco. La partita termina

senza gol, vanificando le speranze di sorpasso dei giallorossi.

Carlo Sassi, che nel 1967 aveva introdotto l’uso

della moviola, analizza più volte l’episodio, ma senza chiarire i dubbi. Il gol di Turone diventa una pietra miliare degli

anni Ottanta. Viola afferma di aver perso

lo scudetto “per una questione di centimetri”

e i tifosi giallorossi fanno coincidere la decisione di Bergamo con lo strapotere politico della Juve, avversario che da quel momento diventa letteralmente odiato. Ci vorranno trentatre anni prima che lo stesso Sassi spieghi che Turone è effettivamente in fuorigioco e che le polemiche in merito vengono state alimentate ad arte dalla Rai di Roma, utilizzando consapevolmente

stranieri e stranezze Da sinistra a destra, tre dei più grandi

giocatori al mondo: Michel Platini (Juventus), Zico (Udinese) e

Rummenigge (Inter), ritratto nella finale del mondiale ‘82 contro il suo futuro compagno di club

Bergomi. Nel tondo a sinistra, Luis silvio, bidone della Pistoiese

il campionato piùbello del MOndO81

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immagini da un’angolazione tale da falsare la percezione delle posizioni in campo. Seconda con due punti di distacco, la Roma si accontenta della coppa Italia, mentre al terzo posto arriva il Napoli di Krol ed al quarto l’Inter di Prohaska. Retrocedono in serie B Brescia, Perugia e Pistoiese, quest’ultima al suo primo e ultimo campionato nella massima categoria. Tra le ragioni del flop degli arancioni c’è anche la scelta del brasiliano Luis Silvio Danuello, acquistato per 170 milioni di lire dalla Ponte Preta. Atteso come bomber in grado di garantire la salvezza, in realtà il sudamericano si rivela un bluff e sparisce dalla circolazione dopo sole sei partite, senza nemmeno un gol al suo attivo. Prima va in panchina, poi in tribuna e quindi fa perdere le sue tracce, alimentando diverse leggende metropolitane sul suo conto. Con l’apertura agli stranieri, comincia anche l’era dei “bidoni”, sempre più frequenti. Visto che i club italiani sono disposti a spendere per rinforzarsi, procuratori ed intermediari senza scrupoli cercano di approfittarne in tutti i modi, anche corrompendo gli avversari, organizzando amichevoli di comodo e facendo carte false per piazzare al meglio i propri assistiti. L’opera di questo sottobosco di furbacchioni e la dabbenaggine di alcuni dirigenti nostrani favorisce nel corso degli anni l’avvento di una serie personaggi improbabili, dei quali vale la pena di ricordare alcuni esempi. Ad

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36 Champions City

Ascoli per due anni gioca l’ivoriano François Zahoui, il primo africano in Italia, che il mitico presidente Rozzi chiama “Zigulì” e che non segna nemmeno un gol, prima di trasferirsi in Francia. Lo seguono gli slavi Arslanovic e Cvetkovic, giocatori difficili da pronunciare, ma soprattutto da guardare. Altrettanto curiosa è la pronuncia (“ciop”) di Davor Cop, preso dall’Empoli sulla scia dei gol segnalati in Jugoslavia, ma poi incapace di segnare anche una sola volta in Italia. Tornando ad Ascoli, nel 1987 troviamo anche Hugo Maradona, fratello minore di Diego acquistato dal Napoli per ovvi motivi e, per motivi altrettanto ovvi, girato in prestito ai marchigiani. Dopo 13 partite e nessun gol, la sua avventura italiana va a concludersi. Il Pisa nel 1982 prende Jorge Caraballo, autoproclamatosi erede di Schiaffino, ma che finirà col farà il tassista. Nel 1988 sceglie il belga Francis Severeyns, capocannoniere grazie alle 34 reti realizzate in 49 partite con la maglia dell’Anversa, ma anche lui in Italia rimane a

bocca asciutta. I tifosi della Roma coniano il perfido soprannome “Er moviola” per il brasiliano Andrade, a causa della sua bradipale lentezza. Nella stessa sessione di mercato, quella dell’estate 1988, i giallorossi acquistano un altro brasiliano, Renato Portaluppi, che a Roma si fa apprezzare più come playboy e frequentatore di locali notturni che per quanto fa in campo. Per il danese Soren Skov il trasferimento ad Avellino è veramente traumatico, al punto che al termine del girone di andata preferisce tornare in patria e rimettersi a lavorare in banca. Altrettanto fallimentare è l’esperienza irpina del greco Anastopoulos, cosi come quella di Victorino a Cagliari, di Waas e Aaltonen a Bologna o di Blissett al Milan. Le figuracce non risparmiano nemmeno i big. Il grande Socrates a Firenze non riesce a ripetere le imprese realizzate in Brasile, così come la Juve si convince di aver fatto dei grandi colpi con il gallese Rush e il russo Zavarov, ma la realtà è ben diversa. Durante la finale di coppa Intercontinentale del 1985,

sylvester stallone interpreta Rocky in due episodi della serie. Nel quarto, affronta il russo Ivan Drago, replicando sul ring i timori suscitati dalla guerra fredda

sophie Marceau viene rivelata nel 1980 dal fortunato “Il tempo delle mele”. La 13enne diventerà una celebre attrice, regista e sceneggiatrice

Michael J. fox viaggia nel tempo con “Ritorno al futuro”. Alcune idee sono bizzarre, ma le scarpe autoallaccianti verranno prodotte da Nike nel 2015

GLI A

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Così va il mondo nel 1981Un golpe militare fallisce in Spagna l In Italia viene scoperta la loggia massonica P2 l John Hinckley, un folle, attenta alla vita di Reagan, che si salva miracolosamente l Il terrorista turco Ali Agca spara a Papa Giovanni Paolo II, che sopravvive nonostante le gravi ferite [foto] l Mitterand viene eletto Presidente della Repubblica francese l Bobby Sands muore, dopo due mesi di sciopero della fame per la causa irlandese l Bob Marley muore a causa di un tumore l Il Principe Carlo d’Inghilterra sposa Diana Spencer l IBM presenta il 5150, il primo personal computer della storia l Il duo Simon & Garfunkel tiene uno storico concerto a Central Park, dal quale scaturisce un vendutissimo disco live l Il Presidente egiziano Sadat viene ucciso in un attentato fondamentalista l La Francia abolisce la pena di morte l A Verona, le Brigate Rosse rapiscono il generale USA Dozier

tra i bianconeri e l’Argentinos Juniors, si mette in luce Claudio Borghi, del quale Berlusconi si innamora. Nell’estate del 1987 lo acquista per il suo Milan, ma Arrigo Sacchi non

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vuole saperne di lui, visto che dopo Gullit e Van Basten ha deciso che il terzo straniero debba essere un altro olandese: Rijkaard. Borghi va quindi in prestito al Como, dove però Agroppi gli fa fare la riserva di Notaristefano. E’ simile la parabola del paraguaiano Gustavo Neffa, acquistato all’età di 18 anni dalla Juve e dato in prestito alla Cremonese, dove però segna appena tre gol in tre anni. Rimane nella storia per aver ispirato il nome d’arte del cantante Neffa, al secolo Giovanni Pellino, del

quale è diventato un buon amico. La lista dei bidoni potrebbe proseguire a lungo, ma è decisamente più lunga quella dei grandi campioni che arrivano ad elevare il livello del nostro campionato al di sopra di ogni altro torneo mondiale. Anche grazie al via libera al terzo straniero per ogni squadra, giunto nell’estate ’88, le big fanno incetta di fenomeni. Se il Milan si fregia del trio olandese, all’Inter si alternano tedeschi di primo piano come Rummenigge, Hansi Muller, Brehme, Mattheaus e Klinsmann,

oltre all’argentino Diaz. Boniek e Laudrup esaltano la Juve, mentre a Napoli Careca e Alemao si affiancano a Maradona, ma il vero segnale della svolta epocale è la presenza di personaggi di grandissimo rilievo anche in formazioni meno blasonate, se non in vere e proprie provinciali. Il caso più clamoroso è l’acquisto di Zico da parte dell’Udinese, che già contava sul suo connazionale Edinho, libero della Seleçao. La Sampdoria annovera tra le sue fila Souness, Toninho Cerezo e Trevor Francis, la Lazio schiera Batista, l’Avellino ha Juary e il Verona prende Briegel ed Elkjaer, con i quali arriva persino a vincere uno storico scudetto. Il calcio italiano sta diventando l’ombelico del mondo ed il primo ad intuirne le potenzialità mediatiche è, neanche a dirlo, Silvio Berlusconi. Il quarantacinquenne imprenditore televisivo acquista i diritti del “Mundialito”, torneo che si svolge a San Siro nel mese di giugno tra le squadre che hanno vinto almeno una volta la coppa Intercontinentale. Dei 15 club che ne avrebbero diritto, solo cinque accettano di partecipare: Inter, Milan, Peñarol, Santos e Feyenoord. Tanto basta, però, per accendere la curiosità del pubblico. Il torneo lo vince l’Inter, aggiudicandosi il derby per 3-1, ed Evaristo Beccalossi viene premiato come miglior giocatore della manifestazione. I dirigenti del Santos dicono che il fantasista nerazzurro sarebbe “l’unico in grado di indossare degnamente il 10 di Pelè” e tanto basta perché il suo nome faccia il giro del mondo. Insieme a quello del campionato italiano, la Mecca di ogni calciatore che intenda dimostrare di essere qualcuno. g

top e flop, in senso orario Il brasiliano Juary, qui contrastato da Gentile, ha giocato con

Avellino, Inter, Ascoli e Cremonese. Lo scozzese Joe Jordan ha giocato due anni nel Milan e

uno nel verona, segnando davvero pochino. L’inglese Luther Blisset ha militato nel Milan

nella stagione 1983/84, segnando solo 5 gol. Il tedesco Muller a colloquio con il doriano

francis. Il brasliano Careca ha vinto scudetto, supercoppa italiana e coppa Uefa a Napoli. Il

danese Laudrup ha giocato nella Lazio e nella Juve, vincendo l’Intercontinentale. In questa foto è inseguito da un giovanissimo Maldini

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l’inattesa vittoria in Spagna rappresenta il momento più esaltante del decennio, nonchè l’occasione per chiudere i conti con il recente passato e con lo scandalo del calcioscommesse. E’ Paolo Rossi il simbolo di un gruppo più forte delle avversità

gli EROi del mundial

Grazie a Liam Brady, la Juventus vince il secondo scudetto consecutivo e, giunta a quota 20, si cuce sulla maglia la seconda

stella. I meriti del centrocampista irlandese non sono “solo” tecnici, ma anche morali, visto che all’ultima giornata di campionato

professionalità di Brady consente alla Juve di avere la meglio nel lungo testa a testa con la Fiorentina, che arriva a pari punti all’ultima giornata e a Catanzaro non va oltre lo 0-0, reclamando a sua volta un calcio di rigore che però non le viene concesso. Il concitato esito del campionato scatena l’ira dei tifosi

segna il rigore decisivo sul campo del Catanzaro, pur sapendo già di dover lasciare la squadra. Nel corso dell’anno, infatti, la federazione apre alla possibilità di tesserare due stranieri a partire dal campionato 1982/83 e Boniperti gioca d’anticipo con il doppio ingaggio del polacco Boniek e del francese Platini. La

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viola che, capeggiati dal regista Zeffirelli, accusano i bianconeri di vincere grazie alla complicità degli arbitri. Per la prima volta nella storia, tutte le squadre partecipanti al campionato di A applicano il marchio di uno sponsor sulle proprie maglie e le entrate economiche vengono investite nell’acquisto di stranieri o

comunque di giocatori in grado di far fare il salto di qualità anche alle piccole squadre. E’ così che vediamo giocatori importanti come Walter Schachner accasarsi al Cesena, oppure Franco Causio all’Udinese, ma questo non impedisce l’esplosione di diversi giovani italiani, che proprio nel corso di questo

campionato conquistano l’attenzione dei tifosi. Roberto Mancini (17 anni) incanta nel Bologna, Pietro Vierchowood (22) e Daniele Massaro (20) dimostrano le loro qualità nella Fiorentina, così come Beppe Bergomi (18) nell’Inter e il suo coetaneo Beppe “Nanu” Galderisi si rivela un ottimo sostituto per Paolo Rossi, acquistato dalla Juventus nonostante la squalifica da scontare per via del calcioscommesse. E’ ben diversa la stagione del Milan, appena tornato in serie A dopo l’anno trascorso in cadetteria per sentenza del giudice sportivo. I rossoneri pagano l’assenza di Franco Baresi a causa di un raro virus e lo scarso rendimento del centravanti scozzese Jordan, quindi, nonostante la sostituzione in corsa del tecnico Gigi Radice con Italo Galbiati, retrocedono insieme a Como e Bologna. Sia per gli emiliani che per i rossoneri, si tratta della prima retrocessione decisa sul campo nella loro storia. Capocannoniere del campionato, per il secondo anno consecutivo, è il romanista Pruzzo. Tuttavia il c.t. Enzo Bearzot non lo convoca per i mondiali che si disputano in Spagna, preferendogli Paolo Rossi, che al termine della sua squalifica fa in tempo a giocare appena tre partite con la maglia della Juventus. Identico atteggiamento viene tenuto con Evaristo Beccalossi, stella dell’Inter. La sua esclusione viene duramente contestata da parte da una tifosa alla partenza dell’aereo azzurro da Roma e Bearzot, insultato, reagisce colpendola con uno schiaffo.

L’urlo di tardelli Nella pagina accanto, l’iconica esultanza del centrocampista juventino dopo il suo gol contro la Germania ovest nella finalissima di Madrid. In tribuna, il presidente Pertini esulta insieme al Re Juan Carlos, padrone di casa. A sinistra, la formazione-tipo dell’Italia

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40 Champions City

Così va il mondo nel 1982Gli editori Rusconi e Mondadori lanciano due tv private: rispettivamente, Italia 1 e Retequattro. Quest’ultima viene subito acquistata da Berlusconi l I NOCS liberano Dozier, ostaggio delle Brigate Rosse l L’esercito argentino occupa le Isole Falkland, contese alla Gran Bretagna in un conflitto che durerà due mesi l Pio La Torre, segretario del PCI siciliano, viene ucciso dalla mafia l Gilles Villeneuve, pilota della Ferrari, muore in un incidente durante le prove del GP del Belgio [foto] l Il Banco Ambrosiano viene posto in amministrazione controllata e Roberto Calvi viene ritrovato morto a Londra. Nelle indagini, viene inquisito Marcinkus, presidente dello IOR l Viene prodotto il primo compact disc l Il generale Dalla Chiesa viene ucciso dalla mafia l Viene arrestato Licio Gelli l Muore Breznev. Il nuovo segretario del PCUS è Andropov l Esce “Thriller” di Micheal Jackson, che diventerà il disco più venduto della storia della musica

E’ un episodio che ben descrive il clima di tensione e scetticismo che accompagna la nazionale in vista del Mundial. Bearzot viene accusato di non tenere conto delle indicazioni del campionato, affidandosi esclusivamente al gruppo forgiato a partire dal mondiale del ‘78 in Argentina, nel quale in effetti il c.t. ha una fede assoluta. Dei suoi fedelissimi, restano fuori per via di gravi infortuni soltanto Bettega ed Ancelotti, ma gli altri ci sono tutti, compresi i veterani Causio (33 anni) e Zoff (40), che capeggia il blocco-Juve formato da ben sei elementi. La stampa milanese e quella romana sono molto fredde nei confronti di una rosa così costituita, che peraltro non convince nemmeno i tifosi. Le amichevoli premondiali aumentano la sfiducia ed anche il malumore di Massaro e Dossena, che si sentono poco considerati. Durante il ritiro di Vigo, alcuni giornali arrivano persino ad ipotizzare che Rossi e Cabrini siano legati da un rapporto sentimentale e gli azzurri, stufi di essere trattati come bersagli, dichiarano uno storico silenzio-stampa, affidando al solo capitano Zoff il compito di interloquire coi giornalisti, ruolo che ad un tipo taciturno come lui pesa come un macigno. L’avvio

del torneo non è certo esaltante. Gli azzurri pareggiano 0-0 con la Polonia al termine di un incontro davvero soporifero e anche nelle due successive gare del girone non vanno

oltre il pareggio. Contro il Perù, a sbloccare il risultato

è Bruno Conti, con un bel tiro dalla distanza, ma a sei minuti dal termine una sfortunata deviazione di Collovati

su tiro di Diaz inganna Zoff. Contro il Camerun è

ancora 1-1: gli azzurri vanno in gol con un colpo di testa di

Graziani che scavalca N’Kono, che peraltro scivola, e un minuto dopo gli africani pareggiano con M’Bida. Nei minuti seguenti, la partita

si trasforma in una melina che sancisce la qualificazione dell’Italia per miglior differenza reti nei confronti del Camerun. Lo strano atteggiamento di Roger Milla e compagni trova però un’inquietante spiegazione nell’inchiesta giornalistica realizzata due anni dopo da Oliviero Beha di “Repubblica” e Roberto Chiodi di “Epoca”: il pareggio sarebbe stato combinato da parte di un intermediario italiano, che avrebbe concordato il pagamento spettante al Camerun direttamente con il suo c.t. Vincent. Più volte smentita dai diretti protagonisti, la tesi non produce effetti sulla storia, che nel frattempo continua.Superato con il fiatone il gruppo 1, l’Italia approda ai quarti di finale, che in questa edizione si disputano con una particolare formula consistente in un girone di tre squadre che si affrontano tra di loro. Il secondo posto nella prima fase fa sì che le nostre avversarie siano le più forti in circolazione: l’Argentina campione in carica, che in questa edizione può contare su un Maradona in più, e il Brasile che molti considerano il più forte di tutti i tempi, con fenomeni come Falcao, Zico, Socrates, Eder e Junior contemporaneamente in campo. Bearzot viene criticato per la sua insistenza nel proporre in campo Paolo Rossi, che nelle prime tre gare sembra avulso dal gioco e gravemente fuori forma. Gli azzurri

5 luglio: Zoff e socrates si scambiano i gagliardetti, poi entra in scena Rossi (nel tondo)

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vengono dipinti come vittime sacrificali, incapaci di competere con avversari di questo calibro sia sul piano del gioco che su quello della personalità. La sindrome da accerchiamento, però, fa bene alla squadra. Al Sarrià di Barcellona, il primo tempo è di autentica sofferenza. L’Italia applica un sano catenaccio e Gentile, schierato a uomo sul temutissimo Maradona, arriva persino a strappargli la maglia per impedirgli di mettere a frutto il suo talento da marziano. Nella ripresa, dopo uno spietato contropiede, Tardelli segna il primo gol della partita con un forte diagonale che batte Fillol. Il vantaggio consente agli azzurri di intensificare il proprio atteggiamento difensivo, per poi ripartire sui ribaltamenti di fronti concessi

dalla squadra di Menotti. Su un altro contropiede, Rossi si ritrova a tu per tu con Fillol, ma conclude malamente, consentendogli di ribattere il pallone. Per sua fortuna, Conti se ne reimpossessa e lo cede a Cabrini, che con un potente sinistro raddoppia. A sette minuti dalla fine, l’Argentina accorcia le distanze con Daniel Passarella, furbo nel calciare una punizione beffando Zoff, che sta ancora sistemando la barriera. Troppo tardi per rimettere in discussione un risultato che rilancia le ambizioni azzurre. Nel secondo incontro del gironcino, l’Argentina viene sconfitta anche dal fenomenale Brasile, che si impone per 3-1 e costringe Maradona ad un fallaccio di frustrazione su Batista: il suo mondiale finisce qualche minuto prima di quello dei

compagni, perché il cartellino rosso è inevitabile. Grazie al gol in più all’attivo, la Seleçao andrebbe in semifinale anche con un pareggio, questione che costringe l’Italia a battere i fenomeni auriverde. Ci vuole qualcosa di straordinario per avere la meglio e il destino si incarna in Paolo Rossi, che al quinto minuto di gioco si desta dal suo lungo sonno per sbloccare il risultato, incornando con precisione millimetrica un cross dalla sinistra di Cabrini. Sette minuti dopo, il Brasile pareggia con Socrates, che triangola con Zico, si inserisce in area e beffa Zoff con un tiro sul primo palo. Passano altri tredici minuti e il Brasile, che si sente la qualificazione in tasca, fa girare il pallone orizzontalmente nella propria trequarti. Rossi è lestissimo nell’inserirsi alle spalle di Falcao, impossessarsi del pallone e battere nuovamente Valdir Peres con un forte tiro dal limite dell’area. Si va al riposo con gli azzurri in vantaggio, ma al 69° è il romanista Falcao a dare una doccia fredda ai tifosi italiani, con un gran tiro di sinistro sul quale Zoff non può nulla. Al 74° è ancora Rossi a far gioire l’Italia: un corner di Conti viene respinto dalla difesa verdeoro e la conclusione dal limite di Tardelli trova il centravanti

Zoff

Gentile

scirea

collovati

cabrini

Tardelli

antognoni

oriali

conti

rossi GrazianiRagazzi d’oro Conti e Bearzot portano la coppa in Italia, dove vengono ricevuti dal presidente

federale sordillo. Nella foto sopra, Gentile contro Maradona: un duello decisivo per eliminare

l’Argentina campione in carica

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1 DINO ZOFFPortiere - Juventus7 presenze - 0 gol2 FRANCO BARESIDifensore - Milan0 presenze - 0 gol3 GIUSEPPE BERGOMIDifensore - Inter3 presenze - 0 gol4 ANTONIO CABRINIDifensore- Juventus7 presenze - 1 gol5 FULVIO COLLOVATIDifensore - Milan7 presenze - 0 gol6 CLAUDIO GENTILEDifensore - Juventus7 presenze - 0 gol7 GAETANO SCIREADifensore - Juventus7 presenze - 0 gol8 PIETRO VIERCHOWOODDifensore - Fiorentina0 presenze - 0 gol9 GIANCARLO ANTOGNONICentrocamp. - Fiorentina6 presenze - 0 gol10 GIUSEPPE DOSSENACentrocamp. - Torino0 presenze - 0 gol11 GIAMPIERO MARINICentrocamp. - Inter 3 presenze - 0 gol12 IVANO BORDONPortiere - Inter

La rosa dei 22 “figli di Bearzot” trionfatori in spagna0 presenze - 0 gol13 GABRIELE ORIALICentrocamp. - Inter0 presenze - 0 gol14 MARCO TARDELLICentrocamp. - Juventus7 presenze - 2 gol15 FRANCO CAUSIOCentrocamp. - Udinese2 presenze - 0 gol16 BRUNO CONTICentrocamp. - Roma7 presenze - 1 gol17 DANIELE MASSAROCentrocamp. - Fiorentina0 presenze - 0 gol18 ALESSANDRO ALTOBELLIAttaccante - Inter4 presenze - 1 gol19 FRANCESCO GRAZIANIAttaccante - Fiorentina7 presenze - 1 gol20 PAOLO ROSSIAttaccante - Juventus7 presenze - 6 gol21 FRANCO SELVAGGIAttaccante - Cagliari0 presenze - 0 gol22 GIOVANNI GALLIPortiere - Fiorentina0 presenze - 0 golCommissario tecnico:ENZO BEARZOTViceallenatore:CESARE MALDINI

Leaderenzo Bearzot

viene acclamato anche nel disco

“Da da da”, registrato dai

Master per celebrare il

trionfo in spagna

azzurro prontissimo nella deviazione, da provetto rapinatore d’area. Negli ultimi sedici minuti di gioco, c’è tempo per un gol ingiustamente annullato ad Antognoni per un fuorigioco inesistente e soprattutto per la paratissima di Zoff su colpo di testa di Oscar a un soffio dal fischio finale. Altro eroe della partita è Gentile, che si incarica della

marcatura fissa su Zico e, anche in questo caso, non si fa scrupolo di strappargli la maglia. L’inatteso successo proietta gli azzurri in semifinale e con la consapevolezza di non dover più avere paura di nessuno. Sulla nostra strada torna nuovamente la Polonia, che ha eliminato Belgio e URSS ma ha perso per infortunio Boniek. E’ ancora

Rossi l’hombre del partido: al 22° si inginocchia per appoggiare di testa un vellutato cross di Conti alle spalle di Mlynarczyk e al 73° si ripete, girando di piede una punizione dello stesso Conti. L’aspetto negativo è l’infortunio di Giancarlo Antognoni, costretto a saltare la finale di Madrid. Al Bernabeu, il nostro avversario è la Germania Ovest,

Il Commodore 64 è il computer più venduto di sempre: tra i 12,5 e i 30 milioni di pezzi. esce nel 1982, come evoluzione del vic 20, e i programmi si caricano su cassetta

Pac-Man si è diffuso dalle sale giochi a ogni tipo di consolle. La sua icona gialla e famelica viene spesso usata per simboleggiare il concetto generale di videogame

Le videocassette vhs sono state il principale supporto usato con videocamere e videoregistratori. solo negli anni 2000 sono state soppiantate dai DvD

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campione d’Europa in carica, che ha vinto una sfida con la Francia nella quale è successo di tutto, dall’entrata assassina del portiere Schumacher su Battiston, al prodigioso recupero da 3-1 a 3-3 dei tedeschi, fino all’esito ai calci di rigore. Contro una squadra che schiera contemporaneamente Rummenigge, Hrubesch e Littbarski, Bearzot decide che al posto di Antognoni non giocherà Dossena, il suo sostituto naturale, bensì Bergomi, con lo spostamento di Cabrini sulla linea dei centrocampisti. Il primo tempo non è certo felice: prima si fa

male Graziani, che dopo soli sette minuti lascia il posto ad Altobelli, poi Cabrini calcia malamente a lato un rigore concesso per l’entrata a valanga di Briegel, che atterra Conti nel pieno dell’area tedesca. Superato lo shock, nella ripresa gli azzurri rialzano la testa grazie a Paolo Rossi: Oriali viene atterrato da Rummenigge e Tardelli batte la punizione allargando a sorpresa su Gentile, il cui cross al centro trova il numero 20 azzurro pronto ad immolarsi in tuffo di testa per firmare l’1-0. Dodici minuti dopo, l’Italia raddoppia con un gol

destinato a rimanere nella storia del calcio. Bergomi e Scirea, in contemporanea incursione offensiva, scambiano nell’area della Germania e il tocco di Scirea trova Tardelli appostato appena fuori e lestissimo a calciare di sinistro, superando Schumacher per la seconda volta. L’urlo di gioia del numero 14 diventa più famoso di quello di Munch, se non altro per noi appassionati italiani. A nove minuti dalla fine, Altobelli chiude definitivamente il conto dopo aver evitato in dribbling anche Schumacher e il gol di Breitner all’83° serve solo per salvare l’onore tedesco, mentre il giocatore del Bayern diventa il terzo marcatore in due diverse finali della storia dei mondiali (aveva già segnato in quella del ‘74), dopo Vavà e Pelè. “Campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo!”, urla il telecronista Nando Martellini, ebbro di gioia per il terzo titolo iridato degli azzurri, dopo quelli remoti del 1934 e 1938. Sulle tribune del Santiago Bernabeu esulta anche Sandro Pertini, che perde ogni aplomb istituzionale nonostante la presenza al suo fianco del Re spagnolo Juan Carlos e del cancelliere tedesco Helmut Schmidt. Arrivato a sei gol, Paolo Rossi è il capocannoniere del mondiale e gli spagnoli coniano per lui il soprannome di “Pablito”. Premiato anche come miglior giocatore del torneo, a fine anno si aggiudica il Pallone d’Oro. Eppure, secondo Pelè è Bruno Conti il miglior elemento visto all’opera in Spagna, nonché l’unico vero “brasiliano” della squadra azzurra. Il trionfo ai campionati del mondo è anche un fatto di costume, che sottolinea la voglia di crescita di un Paese che si è lasciato alle spalle la violenza degli anni di piombo e sta vivendo un periodo florido sul piano economico. Non c’è quindi da stupirsi che, in questo clima, la federazione decida di abbuonare le squalifiche residue per il calcioscommesse, donando un valore salvifico all’impresa di Rossi e compagni. g

Giro di campo esultanza sfrenata dopo il fischio finale. Qui sotto, il

manifesto del mundial, firmato dal grande Joan Mirò

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dopo 41 anni di attesa, lo scudetto torna sul petto della squadra giallorossa. Falcao e Conti guidano una formazione che gioca un calcio moderno e spettacolare, grazie al quale supera la favoritissima Juventus, che perde anche la finale di coppa Campioni ad atene

Quanto sei bella, ROMa!

dopo la sbornia del Mundial, la Juventus riparte con due stelle sul petto e una squadra davvero stellare. L’undici titolare dei

bianconeri comprende sei pilastri della nazionale azzurra (Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea, Tardelli e Rossi), più due dei migliori

ma non può vestire la maglia azzurra). Quest’ultimo si alterna nel ruolo di mediano con Furino, ormai 37enne. Galderisi, Prandelli e Marocchino sono le principali riserve a disposizione di Trapattoni. Eppure, come talvolta accade nelle stagioni post-mondiali, i protagonisti dell’estate pagano un duro prezzo

stranieri in circolazione: Platini e Boniek. A completare la squadra, ci sono altri tre italiani che non avrebbero sfigurato nel gruppo di Bearzot: Bettega (escluso solo per via di un infortunio) Brio (chiuso da Collovati e Vierchowood) e Bonini (che essendo nato a San Marino non è considerato straniero,

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Quanto sei bella, ROMa!alla ripresa del campionato. La Super-Juve si accorge di non andare in discesa già alla prima giornata, quando cade sul campo della neopromossa Sampdoria, guidata dall’ex Brady, cinicamente sacrificato per far posto ai due nuovi stranieri. Alla seconda trasferta, Madama perde ancora contro una

new-entry del campionato: il Verona degli ex Fanna e Spinosi. Guidata da Bagnoli, la formazione gialloblu è la più bella rivelazione stagionale e a novembre aggancia addirittura al primo posto in classifica la Roma di Nils Liedholm. I giallorossi ripartono dopo il Mundial con due dei grandi protagonisti del torneo spagnolo,

Bruno Conti e Paulo Roberto Falcao, ma anche con tante interessanti novità. Il campionato 1982/83 segna infatti l’arrivo del secondo straniero in ogni squadra e per la Roma la scelta ricade sull’austriaco Herbert Prohaska, preso dall’Inter. Gli altri colpi del mercato estivo sono tre difensori: Vierchowood, che ha vinto il mondiale pur senza giocare nemmeno un minuto, Aldo Maldera dal Milan e Michele Nappi dal Perugia. Liedholm mixa sapientemente gli ingredienti a sua disposizione, cucinando un 4-4-2 che ha nel gioco a zona, non ancora molto diffuso in Italia, il suo tratto distintivo. In un’epoca di numeri fissi, il Barone mischia le carte a modo suo. Davanti al portiere Franco Tancredi, specializzato nell’intercettare i rigori, la coppia centrale è composta da Vierchowood con il numero 3 e dal capitano Di Bartolomei, ex centrocampista, con il 10. A destra gioca Nela, col 2, e a sinistra Maldera, col 6. A centrocampo, Falcao porta sulle spalle il numero 5 tipico del “volante” sudamericano. Ai suoi fianchi ci sono Prohaska con l’8 ed Ancelotti, un altro che ha saltato il mondiale per via di un infortunio, con il 4. Conti indossa il 7 e svaria dalla

fenomeni Nella pagina accanto, Paulo Roberto falcao, soprannominato “L’ottavo Re di Roma” per le sue prodezze. In questa immagine, Chierico, Ancelotti, Graziani e Pruzzo con Lino Banfi nel mitico “L’allenatore nel pallone”, film che uscirà nel 1984

Tancredi

Vierchowood

nela

di bartolomei

maldera

ancelotti prohaskaFalcao

conti

pruzzo Graziani

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fascia destra per creare occasioni a beneficio dell’azzurro Graziani (11) e del bomber Pruzzo (9). In panchina, il tecnico svedese ha dei giovani molto interessanti, come Chierico, Valigi, Righetti, Iorio, Scarnecchia e Baldieri. Nonostante i perduranti problemi fisici di Ancelotti, la Roma gioca il miglior calcio del campionato e al termine del girone di andata è al primo

posto, con un punto di vantaggio sul sorprendente Verona. La Juve, dal canto suo, punta principalmente alla coppa dei Campioni, sogno proibito da ben dieci anni, ovvero dalla finale persa con l’Ajax nel 1973. In Europa, Platini e compagni fanno faville, eliminando avversari insidiosi come lo Standard Liegi, l’Aston Villa (detentore del trofeo) e il Widzew Lodz, la ex squadra di Boniek. In campionato, al contrario, il passo della squadra di Trapattoni è decisamente irregolare. Che sia una stagione sfortunata lo si comprende anche da episodi particolari come lo storico derby del 27 marzo, nel quale i bianconeri sprecano un vantaggio di due reti subendone addirittura tre in dieci minuti: i gol di Dossena, Bonesso e Torrisi ribaltano il risultato ed entrano nella leggenda granata. Il 1 maggio, la Juve pareggia in casa con l’Inter, ma lo spettacolare 3-3 finale si trasforma in uno 0-2 a tavolino per via del mattone che, nel prepartita, colpisce il pullman degli ospiti e ferisce Giampiero Marini.

Tre settimane prima, i nerazzurri sono stati protagonisti di una discussa vittoria per 3-2 sul campo del Genoa, che secondo alcuni sarebbe stato il frutto di una combine non rispettata. La vicenda è raccontata nel libro di Paolo Ziliani “Non si fanno certe cose a cinque minuti dalla fine!”, ma è bene ricordare che per la giustizia sportiva non è successo nulla di rilevante. Tornando alla Juve, la maggior caratura tecnica dei bianconeri nei confronti della Roma è dimostrata anche dalla vittoria nei due scontri diretti, col medesimo punteggio di 2-1. Particolarmente caldo è l’incontro di ritorno all’Olimpico, il 6 marzo. La Roma è in testa con quattro punti di vantaggio sul Verona e cinque sulla Juve, ma la squadra è in calo fisico e Liedholm prova a rivitalizzarla con qualche cambio nella formazione iniziale. Il gol di Falcao sembra chiudere ogni velleità bianconera di riaprire la corsa allo scudetto, ma negli ultimi dieci minuti Platini e Brio ribaltano il risultato.

video Killed the Radio star dei Buggles esce nel 1980 e racconta dell’avvento dei videoclip, destinati a rivoluzionare il mondo della musica internazionale

videomusic è stato il primo canale italiano dedicato alla musica ed ha debuttato nel 1984. solo nel 1997 è stato rimpiazzato da Mtv, che ne ha comprato le frequenze

Deejay television dal 1983 al 1990 porta su Italia 1 il mondo di Radio Deejay, lanciando personaggi come Gerry scotti, Amadeus, Leonardo Pieraccioni e Lorenzo Jovanotti

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sfide Prohaska si libera della marcatura di Antognoni, regista della fiorentina.

Ma il vero duello è con la Juve: a destra, Conti dribbla Boniek e, sotto, Di

Bartolomei contrasta Bettega

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La sfida è così tesa che, dopo il fischio finale, un cane poliziotto, azzanna la coscia di Brio che sta salutando i tifosi bianconeri in festa. La sconfitta interna mette paura ai giallorossi, che nel frattempo escono dalla coppa Italia dopo aver perso altre due volte contro l’odiata Juventus e dai quarti di finale di coppa Uefa contro il Benfica. La Roma suda e tiene botta fino all’8 maggio, quando il pareggio sul campo del Genoa significa la matematica vittoria del titolo con una giornata di anticipo, ma soprattutto dopo 41 anni dal suo primo successo tricolore. Sono quattro i punti di vantaggio sulla

Juve, seguita da Inter e Verona, che si qualificano per la coppa Uefa. Cagliari, Cesena e Catanzaro retrocedono in serie B, mentre il Napoli si salva dopo una stagione di sofferenze.La Juve per riscattarsi punta tutto sulla finale di coppa dei Campioni, in programma due settimane dopo ad Atene. L’avversario è l’Amburgo, allenato dall’austriaco Ernst Happel. E’ una squadra che non pare in grado di ostacolare la marcia trionfale di una squadra giustamente considerata la più forte del mondo, almeno sulla carta. Di fronte a 30.000 tifosi bianconeri increduli, la macchina perfetta bianconera

si inceppa di nuovo. Rolff marca a uomo Platini e gli impedisce di brillare come in campionato, dove si laurea capocannoniere segnando 16 gol in 30 partite (più i due segnati nel 3-3 all’Inter ed annullati dal giudice sportivo), Boniek non riesce ad impensierire la difesa tedesca e Felix Magath, fino ad allora ben poco conosciuto in Italia, beffa Dino Zoff con un tiro sghembo che si infila in rete. Paolo Rossi, capocannoniere del torneo, non è in serata, come tutta la squadra, che vive una delle nottate più buie della sua lunga storia. Ad Atene si conclude anche il lungo ciclo bianconero di Zoff, che lascia il calcio, e di Bettega, che si trasferisce in Canada per giocare le sue ultime partite con i Toronto Blizzard. L’ultimo appuntamento stagionale mette di fronte i bianconeri e il Verona dei miracoli, che vince la partita di andata per 2-0. Sembra profilarsi un incredibile terzo k.o. consecutivo per la squadra di Trapattoni, che rischia di finire la stagione a bocca asciutta. A Torino, però, Madama riesce a ribaltare il risultato ai tempi supplementari, grazie al gol di Rossi ed alla doppietta di Platini. E’ certamente una magra consolazione per i tifosi, che sognavano di conquistare l’Europa. A fine anno, Platini vince anche il suo primo Pallone d’Oro, ma nel frattempo è già iniziata una nuova stagione. g

Così va il mondo nel 1983Arpanet cambia protocollo e così nasce Internet l Borg si ritira dal tennis l Viene fotografato per la prima volta il virus HIV l L’Italia vince l’Europeo di basket l Esce “Madonna”, il primo album della cantante di origini italiane [foto] l Esce “Vacanze di Natale”, primo film di quella che diverrà una serie l A Palermo, un’autobomba uccide il giudice Rocco Chinnici e due agenti l In Libano, uno dei primi attentati islamici agli USA della storia causa la morte di 241 marines l Gli USA invadono Grenada l In Brasile, vengono arrestati i boss mafiosi Buscetta e Badalamenti l Microsoft pubblica la prima versione di Word per DOS l In Argentina decade la legge marziale e si ritorna alla democrazia l Papa Giovanni Paolo II incontra in carcere il suo attentatore, Ali Agca l Bettino Craxi forma il primo governo a guida socialista nella storia politica italiana l Debutta su Italia 1 “Drive In”

Gentlemen Liedholm e trapattoni si salutano prima dello scontro diretto tra Roma e Juve

hulk sebino Nela veniva chiamato così per la sua possanza

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glenn Stromberg

Come leggerete a pagina 66, nel 1987/88 l’Atalanta fu la prima squadra italiana a partecipare alla coppa

delle Coppe, pur militando in serie B. I bergamaschi raggiunsero addirittura la semifinale, miglior risultato di sempre di una formazione della cadetteria nella storia delle coppe europee. La Dea eliminò i gallesi del Merthyr Tydfil, i greci dell’OFI e i portoghesi dello Sporting Lisbona, salvo arrendersi ai belgi del Malines al termine di un’epica semifinale. All’andata, in Belgio, venne sconfitta per 2-1, ma il gol realizzato da Stromberg lasciava grandi speranze per il ritorno. Infatti, a Bergamo un calcio di rigore trasformato da Oliviero Garlini sarebbe bastato per andare in finale, se il tiro di Daniele Fortunato non fosse andato a sbattere contro il palo, prima di due gol ospiti firmati da Rutjes e Emmers. Allenata da un giovane ed ambizioso Emiliano Mondonico aveva il suo leader indiscusso proprio nello svedese Stromberg, acquistato nel 1984 dopo essere stato lanciato da Sven Goran Eriksson nel Goteborg. Nel 1979, quando Stromberg aveva solo 19 anni, il tecnico appena arrivato alla guida dei “Blavitt” decise di puntare sul talento cristallino del centrocampista di

DI MARIO GRAU

CultHeroes

in un numero dedicato ai gloriosi anni Ottanta, non poteva mancare uno dei giocatori più acclamati del periodo e ancora oggi amatissimo da tutti i tifosi dell’atalanta. Carismatico e roccioso, ha scritto pagine di storia davvero memorabili

Bramaregaarden. L’intuizione di “Svengo” venne ripagata da un triennio straordinario, nel quale la formazione di Goteborg conquistò un campionato, due

qualificazioni a Euro ‘84, mettendo fine al ciclo di Bearzot, venne a giocare a Bergamo e vi rimase fino al 1992 (con 201 presenze e 19 gol), chiudendo la carriera

coppe di Svezia e una coppa Uefa. Dopo lo straordinario “treble” del 1982, Eriksson si trasferì al Benfica, portandosi dietro il gigante biondo, sempre più troneggiante in mezzo al campo. Anche in Portogallo, nonostante un difficile inizio, arrivò la vittoria del campionato nazionale e l’accesso alla finale di coppa Uefa, sebbene persa contro l’Anderlecht. Dopo aver eliminato l’Italia nelle

come libero e resistendo alla corte di Eriksson che lo avrebbe voluto anche nella Roma. Ancora oggi vive a Bergamo e tifa per l’Atalanta, dove è ricordato come una leggenda vivente. Lavora come commentatore per la televisione e, nonostante abbia solo 54 anni, è nonno di una bella bambina che si chiama Ginevra. E che come primo pigiamino ha usato una maglia nerazzurra. g

glianni 80ricominciano

A pagina

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halftimeDeNtRo o fUoRI DAL CAMPo, è seMPRe UNA QUestIoNe DI PAssIoNe

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federica e Camille:campioni di seduzione

la campagna “Basic” di YamamayPer il lancio della sua linea estiva, l’azienda di underwear e beachwear ha scelto due testimonial d’eccezione. A Federica Pellegrini, già da tempo ragazza-immagine di Yamamay, si è aggiunto il collega Camille Lacourt. I capi griffati si sono messi in bella evidenza sui fisici scultorei dei due atleti, che hanno ammesso di aver provato un po’ di imbarazzo durante il servizio fotografico, essendo entrambi felicementi accoppiati. g

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ohalftime

vans si ispira ai mitici BeatlesA cinquant’anni di distanza dalla loro prima esibizione alla televisione americana, la leggenda dei Beatles viene celebrata da una linea di calzature ispirata alle grafiche del film “Yellow Submarine”, uscito nel 1968. Tre classici modelli firmati Vans (Slip-On, Era e Authentic) vengono riproposti con i ritratti stilizzati dei quattro “scarafaggi”, la scritta “All you need is love” ed altri elementi simbolici della storia della band. Il costo va dai 47 ai 54 euro. g

in spiaggia con stileSarà un’estate “calda”? Sembra proprio di sì, almeno a giudicare dalle proposte di Calzedonia per il beachwear summer 2014. In queste immagini vediamo due modelli particolarmente eleganti. “Peonia”, in alto, si compone di fascia da 30,00 € e culotte 20,00 €, con la possibilità di personalizzarlo con push-up (30,00 €) e slip fiocchi (15,00 €) “Mimosa”, in basso, si compone fascia da 30,00 € e slip brasiliano da 15,00 €, con la possibilità di personalizzarlo con triangolo imbottito (30,00 €) e slip lacci (15,00 €). g

abbagliati dalla stella di neymarLa celebre griffe di eyewear ha scelto la stella del Brasile come suo nuovo testimonial e gli ha dedicato un nuovo modello, personalizzato con la firma del giocatore ed il logo NJR. Questo tipo di occhiale riprende lo stile classico di Police, con un tocco innovativo. A questa campagna promozionale è abbinato anche un concorso, in collaborazione con “La Gazzetta dello Sport”, che permetterà ad un fortunato tifoso di incontrare il bomber del Barça. g

un all Star Team per la festa di compleannoPer festeggiare i suoi vent’anni di attività nel mondo del calcio, Nike lancia una nuova linea di abbigliamento chiamata “Nike F.C.”, il cui claim è “Non una squadra, ma un club”. Lo spot realizzato dalla compagnia americana rende omaggio ad alcuni dei grandissimi campioni che sono stati testimonial del suo brand, da Ronaldo a Ronaldinho, passando per Figo e Cannavaro. Con loro, alcune star di oggi, come Neymar, Wilsher e Osvaldo (nella foto). g

Per ogni genere di escursionistaQuechua, marca del gruppo Oxylane distribuita da! Decathlon propone un’ampia gamma di zaini per tutte le esigenze, dagli appassionati a tutti coloro che sono alle prime camminate. In particolare, segnaliamo due prodotti: Forclaz 22 Air, per le escursioni di una sola giornata, e Forclaz 40 Air, per chi invece ha bisogno di più spazio per i propri oggetti. Entrambi i modelli sono in vendita all’interessante prezzo di 34,90 euro. g

Per essere “cool” come david BeckhamAdidas lancia “Climachill”, la nuova linea di abbigliamento termico con una tecnologia allo stato dell’arte per consentire agli atleti di allenarsi più a lungo, abbassando la temperatura corporea. Lo straordinario effetto tecnico si ottiene grazie alle minisfere in alluminio, novità assoluta, che agiscono immediatamente per dare beneficio al corpo in situazione di sforzo elevato. g

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Champions City 51

Il logo della federcalcio e quello di Puma sembrano ricamati, ma in realtà appaiono così a causa di un effetto particolare della stampa, molto ricercata. Una stranezza che non passerà inosservata è il colletto, vagamente ispirato allo stile coreano, che differisce sia da quello della prima maglia azzurra (che è di tipo button down), sia da quello della seconda maglia bianca (che è invece è a V, senza risvolti).

il COnnuBBiO TRa TRadiZiOnE E nOviTà

Le maniche sono di tipo “raglan”, per garantire una maggior libertà di movimento al portiere, che con l’uso degli arti superiore può decidere l’esito di una partita... o del mondiale stesso! Gli inserti mesh sono invece stati pensati per favorire la circolazione dell’aria, in una divisa realizzata con la tecnologia dryCELL per permettere all’atleta di rimanere asciutto per tutti i novanta minuti di gioco.

SOluZiOni TECniCHE da nuMERi unO

Dal punto di vista estetico, la novità più evidente di questa linea è il particolare design della parte frontale della maglia del portiere, caratterizzata da una specie di croce formata da parentesi quadre, al cui centro si colloca il numero con il quale il giocatore viene inserito nelle liste della Fifa. Lo stesso motivo viene riproposto per le altre nazionali griffate Puma, secondo una moda in vigore ormai da tempo.

un nuOvO lOOK PER RiO 2014

Il grigio è un colore davvero classico per i portieri della nostra nazionale, al punto che molti ne parlano usando il termine “grigio-Zoff”. Quest’anno, però, non ci sarà: Puma ha scelto un trittico di colori che vanno dal bordeaux indossato da Buffon in questa foto, alle varianti arancione fluo e giallo evidenziatore. In tutte le versioni, pantaloncini e calzettoni sono della stessa tinta.

nuOvE SCElTE CROMaTiCHE

La tecnologia PWR ACTV contribuisce a massimizzare la potenza muscolare, grazie alla fusione dei vantaggi legati alla compressione con quelli relativi al taping. Entrambe le maglie hanno lo speciale tape ACTV collocato strategicamente all’interno per fornire un micro-massaggio sulla pelle. Ottime le font scelte per i numeri di maglia ed i nomi sulla schiena, finalmente scritti in maiuscolo.

nOTE TECniCHE Ed ElEganZa iTaliana

sportLooK

Sport: Calcio Squadra: nazionale italiana Periodo: Campionato del mondo Brasile 2014 Tipologia: portiere azienda produttrice: Puma indossatore: gianluigi Buffon

ohalftime

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Dal 1965 progettiamo strutture in acciaio per industria ed arredamento

www.scaffaltecnica.it

Souvenir meets design

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Souvenir meets design

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Mozzafiato, supersportiva ma fornita di quella buona dose di praticità che fa comodo a tutti, signori dal piede pesante incluso. Il compromesso richiesto da tutte le auto nel caso

della Jaguar F-Type, l’ultimo gioiellino del marchio inglese, è tutt’al più questione di cifre, ma per coloro che a sentir parlare di certi prezzi non vengono i sudori freddi, probabilmente un listino che parte da 70mila euro e supera i 107mila è solo un valore aggiunto. E allora a conti fatti di zone d’ombra la british coupé, versione chiusa dell’altrettanto splendida spider, non ne ha. Sotto la sua aggressività estetica e le sue prestazioni ridondanti, infatti, la vettura ha contenuti e caratteristiche da grande stradista e non è affatto solo una toy car per brevi fughe dalla città o momenti di ricreazione in circuito. I posti sono solo due, ma il confort è ragionevolissimo, gli allestimenti sono curati, la qualità di vita a bordo è elevata e le dimensioni non creano imbarazzi nel traffico. E in più il bagagliaio degno di questo nome permette alla F-Type di essere impiegata come una granturismo quale effettivamente è. Il motore portante della gamma è il V6 di 3 litri con compressore volumetrico, disponibile nelle versioni da 340 o 380 CV. Il tipo di sovralimentazione lo rende disponibilissimo ai bassi regimi, anche se va perso un po’ del vigore alle rotazioni più alte. I 340 CV della versione base sarebbero più che sufficienti dal punto di vista delle prestazioni assolute – anche grazie alla struttura in alluminio che contiene notevolmente il peso della vettura – ma i 380 CV saranno quelli che faranno più gola per la dotazione di serie, che comprende le sospensioni a gestione elettronica, il differenziale autobloccante e il sistema di scarico attivo. Si tratta di un pacchetto di accessori che sottolinea la doppia anima della vettura perché, all’occorrenza, è in grado di trasformare la F-Type da compassata GT ad animale da pista, eccitante nel carattere e maleducato nella sonorità. In cima alla gamma c’è la versione R spinta dal 5 litri V8, sempre sovralimentato, da 550 CV. In questo caso, però, stiamo parlando di un propulsore a portata di pochi, e non solo per il prezzo. La potenza e la coppia mettono a dura prova anche i sistemi elettronici di sicurezza e la F-Type R Coupé ha prestazioni e reazioni che richiedono un polso e soprattutto un buon senso decisamente sviluppati. g

Arriva la Gt stradale per andare in vacanza

A gestire il ritmo di marcia della F-Type il cambio automatico ZF a 8 rapporti: è comandabile anche con le leve al volante, ma soprattutto è perfetto per il carattere della vettura, perché sa essere morbido o spumeggiante secondo le necessità.

La spumeggiante R si colloca al vertice della gamma: 4,2 i secondi per arrivare a 100 e 300 km/h autolimitati la velocità massima (la S si allunga a 4,8 secondi e si ferma a 275 km/h). Con 11.000 euro in più si opzionano gli infallibili dischi carboceramici.

Ha debuttato già da un anno sul mercato la F-Type Convertible: più pesante, più costosa, meno rigida e soprattutto meno pratica della Coupé. Compensa però il vento tra i capelli e il fascino sempiterno delle cabrio.

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DI CRISTINA ALTIERI

REALIZZATO IN COLLABORAZIONE CON YELLOW, FORMAT TV DEDICATO AI MOTORI IN ONDA OgNI DOMENICA ALLE 20.OO su ITALIA 53 (CANALE 53 DTT E 937 sKY). TuTTE LE NOVITA’ DAL MONDO DELL’AuTO: YELLOW PROPONE ANTEPRIME, PROVE su sTRADA, CONFRONTI, REPORTAgE DAI sALONI DELL’AuTO.

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Michel Platini giunge al massimo della propria carriera vincendo tutto: scudetto, coppa delle Coppe, titolo di capocannoniere del campionato, campionati europei con la Francia e Pallone d’Oro! al contrario, la Roma piange per i rigori fatali contro il liverpool

Tutti ai piedi di lE ROi

l’Udinese firma un colpo storico, portando in Italia il grande Zico, mentre la Juve si trova col serio problema di rimpiazzare Zoff e Bettega,

oltre a superare il trauma di Atene. I piemontesi trovano la loro risposta ad Avellino: tra i pali viene piazzato Stefano Tacconi, mentre il nuovo supporto per centrocampo e attacco è Beniamino Vignola. Le scelte si rivelano azzeccatissime, perché la

Pellegrini. La chiave del successo juventino è, ancora una volta, Michel Platini, che si conferma capocannoniere del campionato con 20 gol, uno in più di Zico. La Juve conquista anche la coppa delle Coppe, secondo successo in campo europeo dopo la Uefa vinta nel lontano 1977. La squadra di Trapattoni elimina nell’ordine Lechia Danzica, Paris Saint Germain, Haka Valkeakoski e Manchester

squadra di Trapattoni si aggiudica il suo ventunesimo scudetto, conquistandone la matematica certezza con un turno di anticipo grazie al pareggio conquistato proprio ad Avellino. I bianconeri riescono ad avere la meglio sulla Roma e sulla Fiorentina, che cala vistosamente dopo il terribile infortunio (frattura di tibia e perone) che capitan Antognoni subisce in uno scontro col sampdoriano Luca

Dominatore Michel Platini in azione durante la finale degli europei contro la spagna. Nelle immagini della pagina accanto, l’esultanza di trapattoni e della Juve per la vittoria in coppa Coppe e la coppa europa nelle mani di tiganà

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Così va il mondo nel 1984La mafia uccide il giornalista Giuseppe Fava l Apple presenta il primo computer Mac l Marco Furlan e Wolfgang Abel vengono arrestati per gli omicidi compiuti sotto la sigla neonazista “Ludwig” l A Milano, Bossi fonda la Lega Lombarda l L’11 giugno muore Enrico Berlinguer [foto], colpito da un’emorragia durante un comizio. Ai suoi funerali partecipano due milioni di persone. Natta ne prende il posto come segretario del PCI l Le reti Fininvest vengono oscurate per violazione delle norme che impediscono la trasmissione su scala nazionale da parte di reti private. Le trasmissioni riprendono grazie ai decreti emanati d’urgenza da Craxi l L’URSS e il blocco sovietico boicottano le Olimpiadi di Los Angeles, nelle quali Carl Lewis è il grande protagonista con quattro ori nell’atletica l Reagan viene rieletto alla presidenza degli USA l Esce “Do they know it’s Christmas?”, 45 giri di beneficienza prodotto da Bob Geldof con le star della musica riunite sotto la sigla “Band Aid”

Tutti ai piedi di lE ROi

United, prima di presentarsi alla finalissima di Basilea contro il Porto. A sbloccare il risultato è proprio Vignola, con un tiro ad effetto di pregevolissima fattura, ma quindici minuti dopo Antònio Sousa riporta il conto in parità con un tiro dai 20 metri sul quale Tacconi non riesce ad arrivare. Prima che finisca il primo tempo, però, la Juve ritorna in vantaggio con un’altra grandissima giocata di Vignola, che smarca Boniek con un lancio calibrato, consentendo al polacco di infilarsi nell’area portoghese e di beffare Zé Beto resistendo ad un tentativo di fallo da parte di Joao Pinto. Nella ripresa la squadra di Trapattoni spreca due grossissime occasioni per chiudere l’incontro, ma alla fine può festeggiare e consolarsi, almeno in parte, della delusione europea di dodici mesi prima. Ben altri stati d’animo si vivono a Roma, dove i giallorossi disputano in casa la prima finale di

coppa Campioni della loro storia. Il destino sembra sospingere Pruzzo e compagni verso uno storico successo, ma ai calci di rigore il Liverpool gela l’Olimpico. L’istrionico Bruce Grobbelaar ipnotizza coi suoi balletti Conti e Graziani, che falliscono le loro conclusioni, mentre il fatto che Falcao nemmeno si presenti sul dischetto scatena polemiche destinate a durare per anni. Continuerà nel tempo anche il dolore di Agostino Di Bartolomei, che nel 1994 si suiciderà con un colpo di pistola per via dell’impossibilità di rientrare nel mondo del calcio, ma scegliendo proprio il decennale della sconfitta col Liverpool per il suo gesto fatale.Platini, al contrario, continua a dominare la scena e vince anche gli europei che la sua Francia organizza in casa propria. Con nove gol in cinque partite, “le Roi” firma le vittorie su Danimarca, Belgio, Jugoslavia, Portogallo e, in finale,

anche sulla Spagna. Quella allenata da Michel Hidalgo è una squadra che passa alla storia per il suo “carrè magique”, un centrocampo nel quale convivono alla perfezione quattro talenti in grado di magnificare la maglia numero 10: Platini, Giresse, Tiganà e Fernandez. A fine anno, è praticamente automatico che il fantasista della Juventus vinca il secondo Pallone d’Oro consecutivo, davanti al compagno di nazionale Tiganà, in forza al Bordeaux, e al danese Preben Larsen-Elkjaer, che durante il mercato estivo si trasferisce dal Lokeren al Verona. Contemporaneamente, i gialloblu acquistano il tedesco Briegel, mentre la Fiorentina tessera Socrates e l’Inter Rummenigge. Ma il vero botto della sessione di mercato lo realizza Corrado Ferlaino: per 13,5 miliardi di lire, il presidente del Napoli acquista dal Barcellona il grande Diego Armando Maradona. L’argentino ventiquattrenne viene presentato al San Paolo, gremito da 70.000 persone che pagano 1.000 lire a testa per vedere il nuovo numero 10, che subito annuncia di voler diventare “l’idolo dei bambini poveri”, perché anche lui è stato povero a Buenos Aires. Ci riuscirà. Ed andrà anche molto oltre.

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battiston le roux domergue

Fernandez Giresse

Tiganà

platini

lacombe bellone

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la favola del verona di Bagnoli, che vince il suo primo scudetto nell’anno del sorteggio arbitrale integrale, e la strage dell’Heysel: a distanza di pochi giorni, lo sport più amato del mondo passa dal paradiso all’inferno. a consolare i tifosi pensa Platini

Hellas & Heysel: le

l’anno comincia con una storia nevicata che paralizza il nord Italia. Non fa eccezione, dove per sorteggio si gioca in gara unica la Supercoppa europea

del 1984, tra la Juventus detentrice della coppa delle Coppe e il Liverpool campione d’Europa. Per aggiudicarsi il trofeo, serve l’incessante lavoro

di forza sono cambiati. Coronando un periodo di costante crescita, fin dal suo arrivo nella massima serie, l’Hellas Verona giunge al top della competitività soprattutto grazie al portiere Garella (tanto sgraziato quanto efficace), al tedesco Briegel ed alla coppia di punte formata da Elkjaer e Galderisi. Soprattutto, la

degli spalatori, un insolito pallone rosso e soprattutto una grande prestazione di Zibì Boniek, autore di una doppietta che rinforza la propria fama di “bello di notte”, come lo chiama l’avvocato Agnelli per esaltarne le performance in coppa. I bianconeri fanno decisamente più fatica in campionato, dove i rapporti

12 maggio: il verona festeggia lo scudetto portando in trionfo osvaldo Bagnoli. 29 maggio: la finale di coppa Campioni tra Juve e Liverpool diventa il teatro della morte di 39 spettatori

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due facce del calcio

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Hellas & Heysel: leforza dei gialloblu sta nel collettivo perfettamente orchestrato da Osvaldo Bagnoli, tecnico milanese che preferisce i fatti alle parole ed il lavoro sul campo alle interviste televisive. Nuove contendenti sono il Torino, rinforzato dall’acquisto del brasiliano Leo Junior, l’Inter di

Brady e Rummenigge, la Sampdoria che ai giovani Vialli e Mancini abbina i britannici Souness e Francis e il Milan, nel quale Nils Liedholm porta con se’ da Roma il fido Di Bartolomei, oltre ad acquistare sul mercato inglese il centravanti Hateley e il regista Wilkins. E se la Fiorentina si

affida al celebre Socrates, l’Atalanta risponde con Strömberg, svedese non meno carismatico. Nel primo anno in cui le designazioni arbitrali avvengono con il sorteggio integrale, il Verona vive una favola inebriante e svetta in testa alla classifica fin dall’avvio del campionato, regolando senza problemi sia il Napoli di Maradona che la Juve di Platini. Nel 2-0 ai bianconeri, Elkjaer firma un gol che entra negli annali anche perchè realizzato con il piede scalzo, dopo aver perso la scarpa in un contrasto durante l’azione. Prima l’Inter di Castagner e poi il Torino di Radice si pongono come avversari principali, ma i veneti mantengono una straordinaria regolarità di rendimento, mentre il Toro cade nel derby contro la Juve, che peraltro finirà la stagione ad un anonimo sesto posto, dietro il Milan. Nonostante la sconfitta nello scontro diretto coi granata, il Verona festeggia lo scudetto con un turno di anticipo, grazie al

due facce del calcio Così va il mondo nel 1985A gennaio, l’Italia viene coperta da una storica nevicata, con cumuli di 70 cm a Milano, dove il peso della neve provoca il crollo del Palasport di San Siro l Desmond Tutu diventa il primo vescovo anglicano nero di Johannesburg l Gorbaciov viene nominato segretario del PCUS l Esce il 45 giri di beneficienza “We are the world” registrato da Michael Jackson e numerose star riunite sotto la sigla “USA for Africa” l Il 13 luglio si svolge il “Live Aid”, megaconcerto di beneficienza organizzato da Bob Geldof a Londra e Philadelphia, con tutte le stelle della musica internazionale [foto] l In Giappone esce il videogame “Super Mario Bros” l La nave da crociera Achille Lauro viene sequestrata da un commando palestinese l Il gruppo palestinese Abu Nidal compie un attentato all’aeroporto di Roma: muoiono 13 persone” l Viene praticato a Padova il primo trapianto di cuore in Italia

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pareggio sul campo dell’Atalanta. Toro e Inter vanno in Uefa, mentre la Samp vince la coppa Italia e il Napoli finisce solamente nono. In coppa dei Campioni, la Juve avanza senza problemi fino ai quarti di finale, eliminando nell’ordine i finlandesi dell’Ilves Tampere, gli svizzeri del Grasshoppers e i cecoslovacchi dello Sparta Praga. In semifinale, trova il temibile Bordeaux di Tiganà, Giresse e Lacombe, compagni di nazionale di Platini. L’andata a Torino finisce con un esaltante 3-0, firmato da Boniek, Briaschi e dallo stesso Platini. In porta gioca Luciano Bodini, storica riserva bianconera fin dai tempi di Zoff, perchè nel frattempo Trapattoni ha deciso di estromettere Tacconi dall’undici titolare per problemi disciplinare. Nella partita di ritorno, ci vuole tutta la bravura del secondo portiere e la capacità di soffrire della squadra per evitare una clamorosa rimonta. I Girondini si fermano sul

2-0, con Trapattoni che negli ultimi minuti toglie Rossi e Briaschi per rinforzare la difesa con Prandelli e Pioli. Conquistata la finale, la Juve va a Bruxelles per esorcizzare un antico incubo, avendo già perso le prime due finali della sua storia. All’Heysel, però,

si verifica una vera e propria tragedia. La violenza degli hooligans inglesi, l’inadeguatezza del vetusto stadio belga e l’impreparazione della polizia locale causano addirittura 39 morti, nell’assurda guerriglia che comincia nel prepartita con il tentativo dei

Il mullet era un taglio di capelli particolare: corto davanti e lungo dietro. ha fatto molto successo negli anni ‘80, anche nel telefilm di culto “MacGyver”

Le spalline giganti erano un elemento tipico del look anni ‘80, sia per l’uomo che per la donna. vedi quelle di Melanie Griffith nel famoso film “Una donna in carriera”

Lo zainetto Invicta era un vero e proprio “must” per gli studenti, che lo usavano al posto della cartella. Già coloratissimi, venivano spesso decorati a pennarello

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Garella

Tricella

Ferroni s.Fontolan marangon

Volpati briegel

Fannadi Gennaro

Galderisi elkjaer

scaligeri Il tedesco Briegel in azione. sopra, foto di gruppo per la squadra di Bagnoli.

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tifosi “Reds” di assaltare il Settore Z, dove si trovano tifosi italiani molto tranquilli e anche delle famiglie. Con lo sfondamento delle reti divisorie, la zona venne sovraffollata di spettatori e molti cercarono rifugio riversandosi sul campo o saltando nel vuoto. La furia cieca degli inglesi e lo schiacciamento di molte persone provocò scene indelebili per gli italiani, che le guardavano increduli in diretta televisiva, mentre Bruno Pizzul cercava un impossibile punto di equilibrio tra il dovere di fare cronaca e la voglia di non aumentare l’angoscia dei familiari rimasti a casa. Il 29

maggio del 1985 rimane così nella storia del calcio come un fantasma da esorcizzare ed è proprio da quei fatti che l’Inghilterra, estromessa a tempo indeterminato, inizia il percorso che la porta a rendere sicuri i propri stadi, cacciando i facinorosi. Sul campo, si gioca comunque perché la Uefa tema che l’evacuazione dello stadio potrebbe causare problemi peggiori. La partita la vince la Juve, grazie ad un rigore inesistente, concesso probabilmente per placare gli animi dei suoi tifosi. Sul lungo lancio di Platini, il fallo ai danni di Boniek è evidente, ma è fuori dall’area. Platini

dal dischetto segna il gol decisivo e poi esulta con i compagni, cosa della quale si pentirà in diverse occasioni. La percezione dei giocatori, tuttavia, non era chiara. Pur essendo entrati in campo nel prepartita, già con le maglie addosso, per prestare soccorso ai loro tifosi, non avevano ancora contezza dei numerosi decessi. Il trauma di Bruxelles viene solo parzialmente lenito alla fine dell’anno solare, quando la Juve va a Tokyo per la coppa Intercontinentale. La partita è di rara spettacolarità, con i bianconeri che dominano, eppure vanno due volte in svantaggio. Al gol di Ereros risponde Platini su rigore, mentre a quello di Castro reagisce Laudrup, con una rete impossibile dalla linea di fondo, dopo aver dribblato anche il portiere Vidallè. Nel corso dei tempi regolamentari c’è anche uno straordinario gol di Platini, forse il più bello di quelli segnati in Italia, dopo una serie di palleggi volanti. Incredibilmente, però, l’arbitro tedesco Roth lo annulla per un fuorigioco di posizione di Aldo Serena. Si va così, per la prima volta nella storia, ai calci di rigore. Tacconi ne para due (Batista e Pavoni), mentre per la Juve sbaglia solo Laudrup, lasciando a Platini il tiro decisivo. Portiere da una parte, pallone dall’altra. La Juventus è la prima squadra al mondo ad aver vinto almeno una volta tutti i trofei nazionali e internazionali. g

Il trofeo insanguinato Platini segna il rigore decisivo contro il Liverpool e tacconi esulta per la conquista della coppa, nonostante la strage (foto a destra)

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le magie del grande diego armando Maradona guidano l’argentina alla conquista dei campionati del mondo che si giocano in Messico e, subito dopo, aprono la strada alle ambizioni del napoli di Ferlaino, che sogna di vincere il primo scudetto della sua storia

la mano di diO

il campionato registra un finale-thrilling come non succedeva dal 1982. La Juventus parte alla grande e vince le prime otto partite in calendario, cosa che

non le capita da 55 anni. Ci vuole una magia di Maradona su calcio piazzato per interrompere la striscia vincente di una squadra che in estate si è rinnovata con gli arrivi di Aldo Serena, Massimo Mauro, Michael Laudrup e Lionello Manfredonia, chiamati a compensare le cessioni di Rossi (Milan), Tardelli (Inter), Boniek (Roma) e Vignola (Verona). Nel girone di andata, i bianconeri registrano il bottino record di 26 punti su 30, ma nei mesi successivi calano vistosamente, anche a causa delle insistenti voci che vorrebbero il tecnico Trapattoni intenzionato ad aprire un nuovo ciclo in un’altra società. Le sconfitte patite sui campi di Roma e Fiorentina e il pareggio contro la Samp comportano l’aggancio in vetta da parte dei giallorossi di Eriksson, a sole due giornate dal termine. Per ragioni di calendario, la Roma si sente lo scudetto ormai in tasca, come dimostra la parata del sindaco Signorello all’Olimpico, prima della partita col Lecce, già retrocesso. Incredibilmente, i pugliesi vincono nella Capitale per 3-2, mentre la Juve si aggiudica una sofferta partita interna col Milan, grazie ad un gol di Laudrup. Basterebbe quindi un pareggio per conquistare il ventiduesimo scudetto e all’ultima giornata, proprio a Lecce, i bianconeri vincono per 3-2, mentre una Roma ormai sconfortata perde anche a Como e finisce seconda a -4, consolandosi con la vittoria della coppa Italia. Approfittando della squalifica dei club inglesi, le squadre italiane vivono un derby in coppa Campioni tra i detentori della Juve e il Verona scudettato (vincono i bianconeri, tra mille polemiche), mentre in coppa Uefa conquistano quattro accessi, che toccano a Napoli, Torino, Fiorentina e Inter. Resta fuori il Milan, il cui presidente Farina fugge in sudafrica quando mancano cinque giornate alla fine del campionato, lasciando

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la società sull’orlo del fallimento. Al suo posto arriva Silvio Berlusconi, che in precedenza aveva tentato per ben due volte di acquistare l’Inter. Una stagione così turbolenta lascia il segno nella nazionale che si appresta a prendere parte al mondiale in Messico, paese sconvolto dal terremoto che solo pochi mesi prima ha causato 10.000 morti. Oltretutto, Bearzot ripesca dieci reduci dal mundial ‘82, sebbene ormai piuttosto logori, e li integra con alcuni nomi nuovi emersi dal campionato, come Giuseppe Baresi, Fernando De Napoli, Antonio Di Gennaro, Giuseppe

Galderisi e Salvatore Bagni. Ancora una volta, viene escluso Roberto Pruzzo, nonostante la sua terza

affermazione come capocannoniere del campionato, davanti a Platini e Maradona. Al debutto a Città del Messico, non andiamo oltre l’1-1 con la Bulgaria, che al gol di Altobelli risponde con Sirakov. Altobelli segna, su rigore, il gol iniziale anche nella seconda partita contro la temuta Argentina, ma Maradona pareggia con un beffardo tocco alla sinistra di Giovanni Galli, dopo essere sfuggito alla marcatura a uomo di Bagni, suo compagno nel Napoli. L’ultima giornata vede l’Argentina vincere agilmente sulla Bulgaria e qualificarsi insieme all’Italia, che con una certa fatica si impone sulla Corea del Sud con un 3-2 firmato da una doppietta del solito Altobelli e da un autogol di Cho Kwang-Rae. Sono gli ultimi gol degli azzurri, che negli ottavi di finale vengono messi sotto dalla Francia, che va a bersaglio con Platini e Stopyra. La Francia poi supera anche il Brasile di Zico ai calci di rigore, nonostante

pumpido

ruggeri

Giusti

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burruchaga enrique

brown

batista

Valdano

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La mano di Dio Diego Armando Maradona beffa shilton (e l’arbitro). Nella foto a sinistra, l’esultanza di valdano e Ruggeri. Nella pagina accanto, il Pibe de oro con la coppa del mondo

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l’errore dal dischetto di Platini nel giorno del suo trentunesimo compleanno, quindi cede nettamente in finale alla Germania Ovest e finisce per accontentarsi del bronzo, dopo aver battuto il Belgio. Di ben altro genere è il percorso dell’Argentina, con un Maradona letteralmente scatenato. Pasculli, in forza al Lecce, segna il gol che elimina l’Uruguay negli ottavi e quindi si arriva all’epica sfida dei quarti di finale contro l’Inghilterra, all’Azteca, dove il Pibe de Oro firma due gol destinati a rimanere nella storia. Dopo un primo tempo noioso, Diego sblocca il risultato anticipando l’uscita di Shilton con un balzo felino, che

solo dopo alcuni replay televisivi si scopre essere viziato da un tocco di mano. Nonostante le proteste degli inglesi, arbitro e guardalinee non si accorgono di nulla e convalidano la rete che Maradona, in una beffarda dichiarazione del dopopartita, afferma essere stata realizzata dalla “mano di Dio”, alludendo alle ingiustizie perpetrate dall’esercito britannico in occasione della guerra delle isole Falkland. Meno di cinque minuti dopo, Maradona si ripete con un altro gol e questa volta si tratta di una prodezza assolutamente indiscutibile, del gol che per molti è il più bello della storia del calcio, realizzato dopo un’esaltante serpentina tra i difensori avversari, saltati come birilli. A nulla vale il gol di Gary Lineker, capocannoniere del torneo con sei reti, che a dieci minuti dal termine accorcia le distanze, ma senza mettere in discussione la supremazia argentina. Maradona si ripete anche nella semifinale

contro il sorprendente Belgio di Guy This, firmando due supergol che decidono l’incontro. Il primo, su assist di Burruchaga, lo segna penetrando velocissimo tra difensori e portiere ed eludendone l’intervento con un vellutato tocco di sinistro. Il secondo è simile a quello segnato all’Inghilterra, sebbene parta da una posizione meno defilata: quattro belgi vengono dribblati in velocità, prima che il diagonale di sinistro batta nuovamente Pfaff. All’Azteca, la finalissima contro la Germania occidentale è davvero mozzafiato. Al 23° il difensore argentino Josè Brown segna di testa, sfruttando un’uscita improvvida di Schumacher. Al 55°, Jorge Valdano raddoppia finalizzando con un preciso tocco di destro un contropiede avviato da Maradona e rifinito da un assist di Enrique. La squadra allenata da Beckenbauer, che nell’occasione indossa la maglia verde, sembra ormai senza speranze, ma non si rassegna. Al 74° Brehme

happy Days era tra i telefilm UsA più amati in Italia, con “A-team”, “Chips”, “supercar”, “Il mio amico Arnold”, “Charlie’s Angels”, “I Robinson” e “La famiglia Bradford”

Mike Bongiorno fu la prima stella della Rai a passare alle tv di Berlusconi. Lo seguirono Raimondo vianello, Pippo Baudo, Maurizio Costanzo, Raffaella Carrà e Corrado

superclassifica show era il seguitissimo programma di classifiche musicali condotto da Maurizio seymandi. Il telegatto era anche un ambito premio televisivo

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A confronto A sinistra, la formazione dell’Argentina campione del mondo: intorno a Maradona, ci sono tanti altri grandi giocatori. Qui sopra, la formazione della nazionale italiana. In piedi da sinistra: vierchowood, Bagni, Bergomi, G.Galli, Altobelli e De Napoli. Accosciati da sinistra: scirea, G.Baresi, Cabrini, Galderisi e Conti. Nella foto accanto, l’ungherese Lajos Detari, uno dei protagonisti più attesi del mondiale 1986, nella partita contro la francia. Affermatosi nella honved, negli anni Novanta giocherà (senza molta fortuna) con Bologna, Ancona e Genoa

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batte un corner dalla sinistra e pesca in piena area Rudi Voeller, il cui colpo di testa viene corretto in rete da una spaccata del capitano Rummenigge, lasciato colpevolmente libero. Sei minuti dopo, i tedeschi pareggiano con un’azione quasi identica. Angolo di Brehme dalla sinistra, colpo di testa di Thomas Berthold e deviazione vincente, sempre di testa, di Voeller. Il sogno argentino sembra sfumato, ma lo spettro dei supplementari svanisce dopo soli tre minuti. L’azione è confusa nella metà campo argentina e il pallone giunge a Maradona che, con una rapidità eccezionale, vede un varco nella difesa tedesca e

lancia in profondità per lo scatto di Burruchaga, lestissimo nell’involarsi nell’area avversaria e fulminare per la terza volta Schumacher, nonostante il tentativo di recupero disperato da parte di Briegel. Gli uomini di Bilardo raggiungono così il bis iridato, dopo il controverso successo casalingo del 1978, mentre la Germania perde la seconda finale consecutiva, come già era accaduto all’Olanda nel ‘74 e nel ‘78. Protagonista indiscusso del mondiale messicano è Diego Armando Maradona, che a venticinque anni realizza il sogno di salire sul tetto del mondo, coltivato sin da bambino. Dopo i 25 gol segnati nelle sue due

prime stagioni in serie A, il Pibe de Oro riparte nel campionato successivo con l’ambizione di far primeggiare anche il Napoli. Il patron Corrado Ferlaino e il d.s. Italo Allodi provano ad assecondarlo con una serie di mosse di mercato davvero interessanti. Dall’Udinese viene acquistato Andrea Carnevale, mentre dall’Avellino arriva Fernando De Napoli e dal Pisa una coppia composta da Giuseppe Volpecina, elemento tatticamente molto utile, e dal ventiduenne Ciro Muro, talento in attesa di esplodere. A lasciare il San Paolo sono alcuni giocatori ormai in là con gli anni, come Ruben Buriani, che lascia il calcio, Daniel Bertoni (Udinese), Eraldo Pecci (Bologna) e Domenico Penzo (Trento). Se ne va anche il diciottenne Francesco “Ciccio” Baiano, che ad Empoli spera di giocare con maggiore continuità. Il nuovo Napoli parte alla grande e non fa nulla per nascondere le sue ambizioni di scudetto, che diventano palesi soprattutto dopo la vittoria per 3-1 sul campo della Juventus, nel mese di novembre. I bianconeri, che dopo il passaggio di Trapattoni all’Inter sono allenati da Rino Marchesi, vanno in vantaggio con Laudrup, ma nell’ultimo quarto d’ora di gioco subiscono una grande rimonta con i gol di Ferrario, Giordano e Volpecina. Gli azzurri sono in vetta alla classifica e ci restano fino al termine dell’anno solare. g

Così va il mondo nel 1986Chirac viene nominato primo ministro in Francia l Sindona viene condannato all’ergastolo come mandante dell’omicidio di Ambrosoli e due giorni dopo muore in carcere per avvelenamento l Giovanni Paolo II è il primo Papa a visitare la sinagoga di Roma l Incidente alla centrale nucleare di Chernobyl, da cui sprigiona una nube radioattiva che si sparge in tutta Europa [foto] l Esce “Top Gun”, film che consacra Tom Cruise come star l Storico concerto dei Queen a Wembley, dove viene registrato un disco dal vivo l Enzo Tortora viene assolto in appello dalle accuse di vari reati connessi alla mafia l Esce il primo numero del fumetto “Dylan Dog” l Tyson diventa campione mondiale dei pesi massimi l Si registra la prima vittima bovina per il “morbo della mucca pazza” l Tensione tra USA e Libia, accusata di terrorismo: la flotta americana si dispiega nel Mediterraneo l Per una battuta sui socialisti, Beppe Grillo viene allontanato dalla Rai

stella il messicano hugo sanchez (Real Madrid)

Maniere forti i coreani provano a

fermare Maradona

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i sogni dei tifosi napoletani di avverano grazie a Maradona, ma anche grazie ad una squadra sapientemente costruita da Ferlaino, Bianchi, allodi e Marino. non solo arriva il primo scudetto, ma anche la terza coppa italia, al termine di una stagione davvero memorabile

‘na sera ‘e MaggiO...

Francesco Romano è il rinforzo che il Napoli che sceglie nel mercato di riparazione per consolidare la propria posizione di capoclassifica.

Il centrocampista campano, protagonista di due promozioni e della vittoria della Mitropa Cup con il Milan, si rivela un innesto

Nelle prime quattro gare del girone di ritorno, gli azzurri sconfiggono Brescia, Udinese, Avellino e Torino, poi rallentano il ritmo ed arrivano risultati decisamente meno esaltanti: pareggi interni con Sampdoria e Roma, la sconfitta nello scontro diretto con l’Inter (deciso da un gol di Bergomi a

azzeccatissimo per il suo grande senso tattico. Va anche in lui in gol, insieme a Ciro Muro e Salvatore Bagni, nel 3-0 sull’Ascoli che consente alla squadra di Ottavio Bianchi di concludere il girone di andata da sola al primo posto, approfittando della sconfitta dell’Inter sul campo del Verona.

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‘na sera ‘e MaggiO...cinque minuti dalla fine), uno scialbo 0-0 sul campo dell’Empoli e una netta sconfitta per 3-0 al Bentegodi contro il Verona. Le fatiche del Napoli ridanno fiato alle inseguitrici: la Juventus, il Milan del capocannoniere Virdis e lo stesso Verona. La più agguerrita delle rivali del Napoli è l’Inter di Trapattoni, che rimane a sole due lunghezze di distacco fino al 3 maggio, quando perde sul campo dell’Ascoli e in

pratica consegna lo scudetto nelle mani di Maradona e soci. La certezza matematica dello storico successo arriva una settimana dopo, il 10 maggio, quando il pareggio per 1-1 con la Fiorentina (segnano Carnevale e Roby Baggio) incorona il Napoli campione d’Italia per la prima volta nella sua storia. Alle 17.47, quando Pierluigi Pairetto fischia la fine dell’incontro, in tutta la città esplode una gioia che va

ben oltre la soddisfazione sportiva, bensì esprime la voglia di rivalsa del sud e il desiderio di sfruttare la spinta emotiva del calcio per andare i problemi che angustiano Napoli e tutto il Mezzogiorno.Sulle ali dell’entusiasmo, nel mese di giugno i partenopei si concedono il bis, vincendo anche la coppa Italia. Battuto il Cagliari in semifinale, nell’ultimo atto della competizione sconfiggono l’Atalanta sia al San Paolo (3-0, gol di Renica, Muro e Bagni), sia a Bergamo (1-0, con la firma di Bruno Giordano). Si tratta della terza coppa Italia nella bacheca del club ed è soltanto la terza volta che una squadra italiana centra il “double”: prima del Napoli, c’erano riusciti il grande Torino nel 1943 e la Juventus nel 1960. Già dominatore incontrastato dei campionati del mondo in Messico dell’estate precedente, Maradona diventa l’indiscusso numero uno del pianeta, anche grazie alla decisione di Michel Platini di appendere le scarpe al chiodo a soli 32 anni. Il francese esce di scena in maniera silenziosa. Il 17 maggio, in occasione dell’ultima di campionato, c’è lo sciopero dei giornalisti e quindi nelle case degli italiani giungono ben poche immagini del 3-2 con il quale

Amore e odio Corrado ferlaino entra nella storia del Napoli come primo presidente in grado di vincere lo scudetto. L’acquisto di Maradona (nella pagina accanto) è il suo fiore all’occhiello, ma negli anni successivi il suo rapporto col Pibe de oro sarà tutt’altro che facile

Garella

renica

Ferrara

Ferrario

bruscolotti

bagni de napoliromano

Giordano

maradona

carnevale

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e Udinese retrocedono in serie B. I bergamaschi, però, ottengono il diritto a partecipare alla coppa delle Coppe, in quanto finalisti sconfitti dal Napoli, che ovviamente si iscrive alla coppa dei Campioni: per la prima volta nella storia del calcio italiano, una formazione del campionato cadetto difende il tricolore in Europa. g

Il cubo di Rubik fu messo in commercio nel ‘74, ma ebbe un boom nel 1982, anno in cui vendette oltre 100 milioni di pezzi. Rubik divenne uno degli uomini più ricchi d’Ungheria

Così va il mondo nel 1987Si suicida in diretta TV il politico americano Budd Dwyer, accusato di corruzione l Gli U2 pubblicano “The Joshua Tree” l Viene emesso un mandato di cattura per Marcinkus l Va in onda negli USA, sulla CBS, la prima puntata della soap opera “Beautiful” l Margaret Thatcher rivince le elezioni e guida per la terza volta il governo inglese [foto] l Nel lunedì nero di Wall Street, il Dow Jones precipita a -22% l Esce “L’ultimo imperatore” di Bernardo Bertolucci l Reagan e Gorbaciov firmano un trattato che impegna

USA e URSS ad eliminare i missili a media gittata in Europa l In uno storico discorso al Parlamento sovietico, Gorbaciov invoca trasparenza (“glasnost”) e rinnovamento (“perestrojika”) nella politica sovietica l Il ciclista irlandese Stephen Roche vince Giro d’Italia, Tour de France e mondiali l La sordomuta Marlee Matlin vince l’Oscar come migliore attrice per “Figli di un Dio minore”, mentre “Platoon” vince quattro statuette, compreso il miglior film

la Juve batte il Brescia e si aggiudica il secondo posto in classifica. Platini si infila nel tunnel che conduce agli spogliatoi del Comunale di Torino, lasciando il campo per entrare nella storia. Alla base della sua decisione c’è probabilmente il fantasma dell’Heysel ed il senso di colpa per un’esultanza così stridente con la tragedia appena accaduta. Juventus, Inter, Verona si qualificano per la coppa Uefa, mentre per il quarto accesso si ricorre ad uno spareggio tra il Milan e la Sampdoria, arrivate quinte a pari merito. Sul campo neutro di Torino, vincono i rossoneri grazie ad un gol di Daniele Massaro e il risultato premia la scelta di Berlusconi di affidare la panchina all’esordiente Fabio Capello, che alla venticinquesima giornata prende il posto dell’esonerato Nils Liedholm. Capello, ex centrocampista

rossonero, piace al nuovo presidente per la sua mentalità vincente. Al termine del campionato, viene impiegato come dirigente della squadra di hockey, dopo un corso di formazione come manager aziendale, dato che il progetto di Berlusconi consiste nella creazione di una polisportiva chiamata “Mediolanum”. Brescia, Atalanta

e.t. di spielberg fu un enorme successo cinematografico. sul tema spaziale, ricordiamo anche “star trek”, “star Wars” e “Incontri ravvicinati del terzo tipo”

I Duran Duran sono esplosi nel 1981 come boy-band, opposti a spandau Ballet e A-ha. A differenza di molti altri gruppi degli anni ‘80, sono ancora attivi

GLI A

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Protagonisti A sinistra, il portiere Garella, al secondo scudetto storico dopo quello vinto col verona. In questa foto, Bianchi e un giovanissimo Pierpaolo Marino

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i 10 Gol più belli deGli anni ‘80Colpi di tacco, rovesciate, dribbling: tutto il meglio del decennio d’oro

1 DIeGo MARADoNAARgENTINA-INghILTERRA 2-0 MONDIALI 1986E’ considerato il gol più bello della storia del calcio, non solo del decennio. Diego riceve palla nella propria metà campo da Héctor Enrique e in 10 secondi, con 10 tocchi di palla, il mitico numero 10 evita cinque inglesi e poi anche il portiere Shilton, prima di deporre il pallone nella rete sguarnita. Già colpiti dal precedente gol segnato con “la mano di Dio”, gli inglesi vengono così puniti anche per le vicende riguardanti le Isole Falkland

2 MARCo vAN BAsteNOLANDA-uRss 2-0 EuROPEI 1988Un sondaggio della Uefa tra i tifosi lo ha premiato come il gol più bello della storia dei campionati europei. Al 54° della finaissima a Monaco di Baviera l’Olanda è in vantaggio per 1-0 e chiude il conto con un cross da sinistra di Arnold Mühren, sul quale il centravanti del Milan calcia al volo da posizione defilata, beffando il portiere sovietico Dasaev.

3 MIChAeL LAUDRUPjuVENTus-ARgENTINOs jRs 6-4 (ai rigori)COPPA INTERCONTINENTALE 1985Manca solo un quarto d’ora alla fine della partita e gli uomini di Trapattoni sono sotto per 2-1. Platini serve Laudrup con un preciso assist e il danese penetra nell’area argentina e con un perfetto dribbling aggira il portiere Vidallè, che prova a fermarlo con un fallo. Il numero 11 resiste senza perdere l’equilibrio e arriva sullo slancio fino alla linea di fondo, da dove riesce comunque ad infilare il pallone in rete con un tocco che sembra magico. La splendida realizzazione porta ai supplementari e poi ai rigori, dove le parate di Tacconi e il tiro

4 DIeGo MARADoNANAPOLI-VERONA 5-0 sERIE A 1985/86Gli azzurri sono in vantaggio per 2-0 quando la palla giunge a Diego che, poco oltre la sua metà campo, scaglia un pallonetto che beffa Giuliani.

5 NICoLA BeRtIBAYERN MONACO-INTER 0-2 COPPA uEFA 1988/89Inarrestabile coast-to-coast del centrocampista, che segna un gol epico. Ma nel ritorno a San Siro, i tedeschi passano il turno vincendo 3-1...

6 RABAh MADJeRBAYERN MONACO-PORTO 1-2COPPA DEI CAMPIONI 1986/87Nella finale di Vienna, l’algerino regala la coppa dalle grandi orecchie al Porto, con un gol per il quale viene soprannominato “il tacco di Allah”

7 MICheL PLAtINIjuVENTus-PEsCARA 2-1COPPA ITALIA 1982/83Il primo gol del francese con la maglia della Juve è un autentico capolavoro di tecnica, velocità e freddezza

8 RoBeRto BAGGIoMILAN-FIORENTINA 0-2sERIE A 1987/88A vent’anni, Baggio dribbla mezzo Milan, prima di segnare a porta vuota.

9 PAoLo BeNeDettIAVELLINO-INTER 1-0sERIE A 1985/86La rovesciata volante con cui beffa Zenga è il top della sua carriera.

10 RoBeRto PRUZZojuVENTus-ROMA 2-2sERIE A 1983/84Altro gol in rovesciata, ma il bomber giallorosso era un vero specialista...

sopra Il 5 luglio ‘84 Maradona si presenta di fronte ad un san Paolo gremito di tifosi: inizia un grande showsotto Marco van Basten solleva la coppa europa che nel 1988 va all’olanda soprattutto per merito suo

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il Milan di Sacchi si aggiudica lo scudetto in rimonta sul napoli e l’Olanda di Michels trionfa agli europei in germania. Entrambe guidate da gullit e van Basten, le due squadre sono simili anche per lo stile di gioco a zona iperorganizzato

due macchine PERFETTE

nel suo intento di costruire una squadra capace di coniugare risultati e spettacolo, Berlusconi e il suo braccio destro Adriano

Galliani investono con convinzione sul mercato. Il nuovo Milan sostituisce gli inglesi Ray Wilkins e Mark Hateley con gli olandesi Ruud Gullit (dal PSV Eindhoven) e Marco van Basten (dall’Ajax),

quando il tecnico romagnolo ha guidato il piccolo Parma ad una storica vittoria a San Siro. Con lui, arrivano anche tre giocatori rossoblu come Roberto Mussi, Mario Bortolazzi e Walter Bianchi, mentre Di Bartolomei, troppo lento per il gioco del nuovo tecnico si accasa al Cesena. Da Monza, dove era andato in prestito, torna in rossonero il giovane talento Alessandro “Billy”

due dei più forti calciatori in circolazione in Europa. Sul fronte del mercato interno arrivano anche Carlo Ancelotti dalla Roma e Angelo Colombo dall’Udinese, ma la più importante novità è la scelta di Arrigo Sacchi, trentanovenne all’esordio in serie A. Berlusconi ne è rimasto affascinato in occasione della sfida di coppa Italia della stagione precedente,

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trionfo Nella pagina accanto, Gullit e van

Basten esultano dopo il supergol del

centravanti nella finale contro l’URss. Qui,

un giovane Maldini festeggia lo scudetto

Costacurta. L’inizio della stagione è decisamente favorevole al Napoli campione in carica, rinforzatosi con l’acquisto del brasiliano Careca, che vince le prime cinque gare in calendario e dà vita ad una fuga che vede nella Sampdoria l’antagonista più credibile. I blucerchiati tengono botta fino allo scontro diretto del San Paolo, quando un gol di Maradona li mette sotto e consegna ai partenopei non solo il titolo di inverno, ma anche i favori unanimi del pronostico in vista di uno storico bis tricolore. Il Milan, al contrario, parte col freno a mano tirato. L’eliminazione al secondo turno di coppa Uefa, dopo aver perso in casa contro l’Espanyol, getta un forte scetticismo sulla figura di Sacchi, la cui mancanza di esperienza e

blasone stride con l’autorità con la quale tenta di imporre uno stile di gioco a zona ispirato al “Calcio Totale” dell’Olanda di Cruyff. La sconfitta con l’Espanyol costa anche sei mesi di rinuncia forzata a van Basten, infortunatosi alla caviglia. L’ambientamento di Gullit (premiato col pallone d’Oro 1987), le prodezze di Donadoni e la prolificità di Virdis spingono però i rossoneri ad un’esaltante rincorsa sul Napoli, sconfitto per 4-1 a San Siro. L’impresa arriva dopo le vittorie del derby e sulla Roma, che tuttavia viene trasformata in uno 0-2 a tavolino per via del petardo che colpisce il portiere Tancredi, sostituito nell’intervallo da Peruzzi, che debutta in seria A ad appena 16 anni. I partenopei conservano però tre punti di vantaggio, che il

Milan erode in maniera lenta ma inesorabile nel corso del girone di ritorno. Il sorpasso si completa in occasione dello scontro diretto al San Paolo, il 1 maggio 1988, che la squadra di Sacchi vince con un esaltante 3-2: due gol di Virdis e uno di van Basten, rendono inutili le reti di Maradona e Careca. Passato in testa alla classifica, il Milan pareggia le gare successive in casa con la Juventus (1-1) e sul campo del Como (0-0), aggiudicandosi l’undicesimo scudetto della sua storia, a ben nove anni di distanza da quello della stella. Il Napoli, devastato dalle polemiche interne, perde mestamente anche le ultime due partite in calendario e sul rovinoso crollo che è costato il campionato circolano inquietanti voci sull’intervento della camorra

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e del totonero. La Sampdoria, vincitrice della coppa Italia, si qualifica per la coppa delle Coppe, mentre in Uefa entrano il Napoli, la Roma di Voeller e l’Inter. L’ultimo posto disponibile viene assegnato mediante uno spareggio-derby tra il Torino e la Juventus. Se lo aggiudicano i bianconeri ai calci di rigore è il penalty decisivo è firmato dal gallese Ian Rush, acquistato dal Liverpool. Nonostante le grandi attese, il campionato del bomber acquistato per non far rimpiangere Platini è decisamente mediocre, con soli nove gol al suo attivo. Al termine della stagione, Boniperti lo rivende al Liverpool, pur perdendoci dei soldi. Retrocedono in serie B soltanto due squadre, Avellino ed Empoli, perché dal prossimo campionato la massima categoria annovererà 18 formazioni. Prima, però, ci sono gli europei in Germania, ai quali la nazionale azzurra arriva con molti elementi che il c.t. Azeglio Vicini ha

allevato durante la sua esperienza nell’Under 21, tra cui Vialli, Mancini, Giannini, Donadoni e Zenga. L’esordio è molto convincente, con l’Italia in vantaggio contro i padroni di casa della Germania occidentale fino al pareggio siglato da Brehme

dopo una discutibile punizione a due nell’area azzurra, concessa dall’arbitro inglese Hackett per l’eccessiva lentezza di Zenga nel rimettere il pallone in gioco. Altobelli firma l’unico gol nel successo sulla Spagna e si ripete, con De Agostini,

Ivana spagna debutta come stella della dance made in Italy e arriva ad uno storico numero 2 in Inghilterra. Il suo look la rende irriconoscibile rispetto ad oggi

I ragazzi della terza C è tuttora un telefilm di culto, con la partecipazione di fabrizio Bracconeri, Antonio Allocca, Guido Nicheli, fabio ferrari ed ennio Antonelli

Diego Abatantuono diventa famoso grazie a film comici come “eccezzziunale veramente” ma nel 1986 dimostra le sue doti di attore drammatico con “Regalo di Natale”

GLI A

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G.Galli

F.Galli

Tassotti

baresi

maldini

colombo

evani

ancelotti

donadoni

van basten Gullit(Virdis)

Campioni Arrigo sacchi con un tifoso speciale: il pilota Michele Alboreto

Bomber Marco

van Basten

LeaderfrancoBaresi

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nel 2-0 sulla Danimarca. Come seconda classificata del girone A, l’Italia affronta in semifinale la prima classificata del girone B, visto che alla fase finale prendono parte otto squadre. L’avversario è l’Unione Sovietica del colonnello Valeri Lobanovski, che secondo la critica pratica “il calcio del 2000”. La sua

squadra ha battuto per 1-0 l’Olanda con un gol di Rac, ha pareggiato 1-1 con l’Eire (in rete Protasov) ed ha vinto 3-1 sull’Inghilterra, grazie ad Aleinikov, Mikhailichenko e Pasulko. Nonostante la brillantezza del calcio azzurro, i sovietici sono decisamente più quadrati e concreti e si impongono con un netto 2-0,

firmato da Litovchenko e Protassov. Nell’altra semifinale, l’Olanda vince in rimonta sulla Germania, rispondendo al gol iniziale di Mattheaus su rigore con Ronald Koeman, anche lui dal dischetto, e con una prodezza di van Basten a due minuti dal termine. Nella finale di Monaco di Baviera, il maggior dinamismo dell’Olanda travolge l’URSS, regalando ai tifosi arancioni la gioia che dieci anni prima era sfuggita ai mondiali di Argentina, così come nell’edizione precedente proprio in Germania. Il risultato viene sbloccato da un poderoso colpo di testa del capitano Gullit, con le sue iconiche treccine rasta, e nella ripresa una magia di van Basten chiude ogni discorso, entrando di diritto nella storia del calcio (vedi pag. 67). I due fenomeni rossoneri sono l’architrave della squadra di Rinus Michels, ma con loro ci sono tanti altri campioni, come i fratelli Koeman (c’è anche Erwin), il portiere van Breukelen, i preziosi centrocampisti Vanenburg e Wouters ed il jolly, un po’ mediano e un po’ centrale difensivo, Frank Rijkaard, che proprio nell’estate degli europei firma per il Milan, seguendo le orme dei suoi connazionali alla corte di Sacchi. g

Così va il mondo nel 1988La Fiat presenta la Tipo l Le armi chimiche irachene uccidono 5.000 curdi l “L’ultimo imperatore” vince 9 Oscar l Mitterand vince nuovamente le elezioni in Francia l Al posto del dimissionario Natta, il PCI elegge come segretario Achille Occhetto l A Rammstein, in Germania, tre aerei delle Frecce Tricolori si schiantano e uno cade sulla folla: 60 morti l La mafia uccide Mauro Rostagno, giornalista e fondatore della comunità per tossicodipendenti Saman l Senna vince il mondiale di Formula 1 l George Bush, ex capo della C.I.A., diventa il nuovo Presidente degli USA [foto] l Termina la guerra tra Iran e Iraq, cominciata nel 1980 e causa di 1,5 milioni di morti l L’11 giugno, un grande concerto a Londra chiede la liberazione di Mandela l 20 milioni di senzatetto in Bangladesh a causa di un’inondazione l Il volo Pan Am tra Londra e New York esplode nel cielo di Lockerbie (Scozia): 259 morti e sospetti sulla Libia

van breukelen

rijkaard

van aerle

r.Koeman

van Tiggelen

muhren

e.Koeman

Wouters

Vanenburg

van basten Gullit

Dritti verso lo scudettoMaldini, Donadoni e tassotti

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gli anni ‘80 si chiudono con le grandi imprese delle due squadre meneghine. l’inter di Trapattoni vince lo scudetto con una marcia trionfale che entra nella storia e il Milan di Sacchi conquista la coppa dei Campioni, a vent’anni esatti dal suo ultimo successo

MilanO Capitale

il decennio cominciato con la riapertura delle frontiere si conclude con un’altra significativa novità: l’introduzione del terzo straniero.

La stagione 1988/89 comincia così con un mercato scoppiettante, nel quale il Milan ingaggia Rijkaard, il Napoli punta su Alemao, la Lazio su Ruben Sosa, la Roma su Renato Portaluppi, il Pisa su Dunga e il Verona su Caniggia. La Fiorentina sceglie invece il giovane Stefano Borgonovo, prelevato dal Como per fare coppia in attacco con Baggio. La Juventus assolda il trentatreenne Altobelli per il finale di carriera ed affida la panchina a Dino Zoff, reduce da una non esaltante esperienza da c.t. della nazionale olimpica, sconfitta con un clamoroso 4-0 dallo Zambia a Seul. Il suo assistente è l’amico Gaetano Scirea, appena ritiratosi dall’attività agonistica. Ma la campagna di rafforzamento più importante è sicuramente quella dell’Inter: ceduti Passarella al River Plate e Scifo al Bordeaux, arriva un terzetto straniero di superlusso: l’argentino Ramon Diaz dalla Fiorentina e i tedeschi Lothar Matthaeus e Andreas Brehme dal Bayern Monaco. Da Firenze arriva anche Nicola Berti, centrocampista messosi in luce con l’Under 21. In un campionato passato da sedici a diciotto partecipanti, i nerazzurri fanno la parte dei leoni sin dall’avvio e chiudono il girone di andata con una sola sconfitta: il 4-3 subito a Firenze, proprio all’atto finale, con il titolo di inverno già conquistato matematicamente la giornata precedente. Il Napoli che si avvicina ad un solo punto di distacco, ma Zenga e compagni ripartono di slancio vincendo le prime otto gare del girone di ritorno. Gli azzurri tengono botta fino allo scontro diretto di San Siro, dove una gran botta su calcio di punizione di Matthaeus consegna la matematica certezza del tredicesimo scudetto ai nerazzurri. Il k.o. con la Fiorentina si ripete soltanto contro il Torino e l’Inter arriva a fine campionato

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Campioni d’Italia I bomber Diaz e serena festeggiano con i compagni il successo sul Napoli, che vale lo scudetto numero 13 nella storia dell’Inter. sullo sfondo, il terzo anello di san siro, in costruzione per i mondiali ‘90

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con un bilancio straordinario: delle 17 avversarie affrontate in serie A, ben 10 vengono battute sia in casa che fuori, soltanto quattro (Napoli, Milan, Verona e Atalanta) strappano un punticino ai nerazzurri e solo la Juve non si arrende allo strapotere dei ragazzi di Trapattoni, pareggiando sia a San Siro che al Comunale di Torino. Aldo Serena vince la classifica dei cannonieri con 22 gol al suo attivo e l’Inter totalizza il record di punti (58) con la regola dei due punti per vittoria, che fissa il punteggio pieno a 68 punti. A nove anni di distanza dal

suo precedente scudetto, la Milano nerazzurra torna a festeggiare, esorcizzando anche il fantasma per

la dolorosa rimonta subita in coppa Uefa da parte del Bayern Monaco. Dopo aver eliminato senza troppa fatica Brage e Malmoe, la squadra del Trap espugna l’Olympiastadion grazie al gol di Serena e soprattutto grazie all’epico raddoppio di Berti, dopo una cavalcata inarrestabile (vedi pag. 67). La vittoria in Baviera sembra rendere il ritorno a San Siro una mera formalità, ma nell’arco di sette minuti il Bayern segna tre volte e il gol di Serena serve solo per l’onore: l’1-3 qualifica i tedeschi, mentre all’Inter non resta che concentrarsi sul campionato. La corsa del Bayern si arresta in semifinale: il Napoli, che nel turno precedente ha eliminato la Juventus, vince 2-0 al San Paolo e pareggia 2-2 in Germania. In finale, i partenopei trovano un’altra squadra tedesca: lo Stoccarda. Il doppio confronto comincia male: a Napoli, la squadra allenata dall’olandese Haan va in

Zenga

Ferribergomi

mandorlini

brehme

bertimatteoli

matthaeus

a.bianchi

diaz serena

Boys La curva dell’Inter in festa.

Nel riquadro, la gioia di Zenga, portiere

cresciuto tra gli ultras nerazzurri

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dream Team

m Team

m Tea

dream Team

vantaggio con Maurizio Gaudino, figlio di immigrati campani.Maradona pareggia al 60° su rigore e Careca firma il gol della vittoria a tre minuti dalla fine. Il ritorno a Stoccarda, è un vero e proprio festival del gol: il 3-3 finale permette al Napoli di sollevare al cielo il primo trofeo internazionale della

sua storia. L’Europa è terreno di conquista per le squadre italiane. La coppa dei Campioni vede infatti il trionfo del Milan, che dopo il fortunoso passaggio del turno con la Stella Rossa (la partita viene interrotta per la nebbia), giganteggia nei quarti contro il Werder Brema e in semifinale contro il Real Madrid,

umiliato da un sonoro 5-0 a San Siro. Nella finalissima di Barcellona, lo Steaua Bucarest (vincitore del titolo nel 1986) viene sepolto da un 4-0 che non lascia spazio a discussioni, con una doppietta a testa per Gullit e van Basten. Il Milan torna così sul tetto d’Europa per la terza volta nella sua storia, dopo i successi del 1963 e 1969. E’ un momento decisamente aureo per il calcio italiano, che si appresta ad organizzare i mondiali del 1990 all’interno di stadi che vengono costruiti ex novo (il Delle Alpi di Torino) o fortemente rimodernati (a San Siro viene aggiunto il terzo anello). Il decennio, però, si chiude con una notizia veramente tragica. Il 3 settembre del 1989 Gaetano Scirea, indiscusso simbolo di eleganza e fair-play, muore in un incidente d’auto in Polonia, dove si trova per visionare il Górnik Zabrze, prossimo avversario della Juve in coppa Uefa. g

Il walkman era il lettore portatile di audiocassette prodotto dalla sony e diventato famosissimo. In casa, invece, la musica si ascoltava con i dischi in vinile

I primi cellulari erano enormi, se paragonati a quelli di oggi, ma ambitissimi. Negli anni ottanta, il Motorola 8900x arrivava a costare quasi 4000 dollari

Kim Basinger divenne una star mondiale grazie a “Nove settimane e mezzo”, film del 1986 nel quale viveva una torbida relazione sessuale con Mickey Rourke

GLI A

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Così va il mondo nel 1989In Iran, Khomeini emetta una condanna a morte nei confronti dello scrittore Salman Rushdie, autore de “I versi satanici” l L’esercito sovietico lascia l’Afghanistan l Il 13 marzo nasce il World Wide Web l Comincia la battaglia legale tra De Benedetti e Berlusconi per il controllo del gruppo Espresso/Repubblica l Allo stadio di Hillsborough muoiono 96 persone, schiacciate dalla folla in occasione della finale di F.A. Cup tra Liverpool e Nottingham Forest l Cominciano le proteste degli studenti a Pechino, in piazza Tienanmen l Viene messo in commercio il Game Boy l Fallisce un attentato al giudice Falcone l I Pink Floyd tengono un concerto gratuito in P.za San Marco, di fronte a circa 200.000 spettatori l Solidarnosc guida il governo polacco l Il 9 novembre cade il Muro di Berlino [foto] l Il dittatore rumeno Ceausescu viene destituito e fucilato insieme alla moglie

G.Galli

costacurtaTassotti F.baresi maldini

rijkaard

donadoni

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colombo

Gullit van basten

A Barcellona Il Milan solleva la coppa dei Campioni, conquistata con un secco 4-0 allo steaua

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dream Team

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portieredino Zoff Benchè lasci il calcio già nel 1983, il suo nome resta legato al mitico trionfo del mundial spagnolo, quando già aveva 40 anni e lo credevano “bollito”.

difensore centraleFranco baresi Per farlo giocare in coppia con Scirea, Bearzot cercò di riciclarlo mediano. Noi facciamo una piccola forzatura, ma lo lasciamo in difesa, dove era un vero e proprio fenomeno.

liberoGaetano scirea Non è stato “soltanto” il migliore al mondo nel suo ruolo, vincendo tutto con la Juventus e il mondiale con gli azzurri, ma anche un vero e proprio esempio di correttezza e sportività. Ci manchi, Gaetano!

difensore centralepaolo maldini Debutta in serie A a 16 anni e diventa in breve tempo uno dei migliori difensori di ogni tempo. Leggenda vivente.

centrocampistamarco Tardelli Nasce terzino, diventa mediano e poi mezzala con il vizio del gol. Il più famoso di tutti è quello alla Germania Ovest nella finale del mundial, accompagnato dal mitico urlo.

centrocampistapaulo r. Falcao Diventa l’ottavo Re di Roma indossando la maglia giallorossa per cinque stagioni

allenatoreenzo bearzot Nonostante le imprese di grandi colleghi quali Trapattoni e Liedholm, è impossibile non premiare il c.t. che ha trascinato la nazionale azzurro al successo che ha ispirato una generazione.in panchinaWalter Zenga (por)Solo Zoff poteva costringere in panchina il mitico “Uomo Ragno”, più volte eletto numero uno al mondo.claudio Gentile (dif)Implacabile marcatore vecchio stampo, a Spagna ‘82 annulla sia Zico che Maradona.ruud Gullit (cen)Capace di ricoprire più ruoli, esalta gli schemi di Sacchi con una potenza fisica straordinaria, abbinata a qualità tecniche di assoluta eccellenza.lothar matthaeus (cen)Autentico trascinatore dell’Inter che vince lo scudetto dei record e della Germania, che gioca tre finali mondiali consecutive.Zico (att)L’idolo di Roberto Baggio gioca due anni nell’Udinese: davvero eccezionale il primo, nel quale diventa secondo cannoniere del campionato, abbastanza mediocre il secondo, ma non solo per colpa sua.

le sTelle della serie a

FenomenisenZa Tempo

deGli anni oTTanTae vincendo uno scudetto e due coppa Italia. Brucia ancora la coppa Campioni persa ai rigori.

centrocampistaantonio cabrini In realtà faceva il terzino sinistro, ma per quanto spingeva era spesso l’ala più pericolosa del campionato. Un sogno metterlo insieme a Maldini.

Trequartistabruno conti Il più brasiliano dei calciatori italiani incanta Pelè e tutto il mondo a Spagna ‘82. Vince cinque coppe Italia e uno scudetto, tutte con la maglia della Roma. Chiude la carriera nel ‘91.

Trequartistamichel platini Numero 10 di altri tempi. Un po’ centrocampista, un po’ regista e un po’ attaccante. Capocannoniere della serie A e Pallone d’Oro per tre anni consecutivi, vince Euro ‘84 con la Francia e tutto il resto con la Juventus. Un’icona del decennio.

attaccantediego a. maradona “El Diez” per eccellenza, per molti il miglior calciatore di tutti i tempi. Trascina Napoli e l’Argentina a realizzare sogni sopiti, nonostante una vita privata decisamente travagliata.

attaccantemarco Van basten Vince tutto con il Milan e firma l’Europeo 1988 vinto dalla sua Olanda.

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dream Teamcabrini

el Pibe de oro Diego Maradona

Zoff

F.baresi

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Prandelli non lasciaMondiali di calcio

dopo il rinnovo del suo contratto con la federazione, il commissario tecnico non ha ancora sciolto le riserve sulla formazione da portare in Brasile. alla vigilia della partenza per Rio, sulla sua agenda ci sono ancora ben 50 giocatori: più di due squadre complete!

doppia rosa, doppio modulo. I due sistemi di gioco fin qui praticati da Prandelli con maggiore convinzione sono il 4-4-2 a rombo e il 4-3-2-1, altrimenti noto come “albero di Natale”. Come si vede dalla grafica qui sopra, cambiare anche

a partita in corso non è poi così difficile e, anzi, può rappresentare un’arma formidabile per la nostra nazionale. E’ molto meno consueta l’indecisione che ancora riguarda tutti i reparti e persino il ruolo - solitamente blindato - del portiere, con numerose scelte per il terzo uomo dietro gli intoccabili Buffon e Sirigu. In difesa, vista l’intenzione di

Prandelli di giocare a quattro si pone il problema degli esterni, ruolo nel quale non abbiamo scelte di altissima qualità. A centrocampo, le certezze si chiamano Pirlo e De Rossi, mentre gli interpreti da posizionare al loro fianco dipendono anche dal progetto tattico, con Montolivo e Verratti che scalpitano. In avanti, ci affidiamo a Balotelli, dai cui umori può dipendere l’esito finale della spedizione, ma per chi dovà affiancarlo c’è solo l’imbarazzo della scelta. Tra tanti dubbi ancora aperti, il pronostico resta apertissimo: l’Italia può uscire al primo turno, visto che il girone è molto difficile, come arrivare fino in fondo. g

DI LORENZO ZACCHETTI

buffon

bonucci

de sciglio

barzagli

chiellini

pirlo

candreva

T.mottade rossi

cerci

balotelli

montolivo

cerci(destro)

Dall’albero di Natale al 4-4-2 a rombo

(pasqual)

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Prandelli non lascia ...ma raddoppia!PORTIeRIbuffon (Juventus) +Sirigu (Paris Saint Germain) =Perin (Genoa) +Scuffet (Udinese) +Mirante (Parma) =DIfenSORIbonucci (Juventus) =Chiellini (Juventus) =barzagli (Juventus) =Paletta (Parma) +Abate (Milan) -De Sciglio (Milan) =Astori (Cagliari) =Criscito (Zenit S.Pietroburgo) =Pasqual (fiorentina) =Ogbonna (Juventus) -Darmian (Torino) +

CenTROCAMPISTIPirlo (Juventus) +

Ranocchia (Inter) -

De Rossi (Roma) +Verratti (Paris Saint Germain) =T.Motta (Paris Saint Germain) =Parolo (Parma) +

ATTACCAnTIbalotelli (Milan) =Cerci (Torino) +Immobile (Torino) +G.Rossi (fiorentina) =Osvaldo (Juventus) -Destro (Roma) +Diamanti (Guangzhou) =Zaza (Sassuolo) +berardi (Sassuolo) +Gabbiadini (Sampdoria) =el Sharaawy (Milan) =Cassano (Parma) +

Marchisio (Juventus) +Romulo (Verona) +Aquilani (fiorentina) +Montolivo (Milan) =Poli (Milan) =Giaccherini (Sunderland) =Candreva (Lazio) +florenzi (Roma) =bertolacci (Genoa) -bonaventura (Atalanta) =bernardeschi (Crotone) +

L.Insigne (napoli) =

De Silvestri (Sampdoria) +Maggio (napoli) -

Totti (Roma) +Toni (Verona) +

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sICuRO IN DuBBIO EsCLusO

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78 Champions City

La dedica Nel 1980 il Comune di Milano intitolò san siro al grande Peppino Meazza. La lapide che ricorda il mitico bomber di Inter e Milan è all’ingresso della prestigiosa area corporate.

Il parcheggio dei vIP Nei sotterranei dello stadio c’è il parcheggio al quale si accede da via Achille. Qui vengono parcheggiati anche i pullman delle squadre.

Le aree riservate Per le molte persone che allo stadio vanno per lavorare, ci sono zone dedicate alle varie funzioni. In questa foto, i cartelli posizionati per la Champions League.

sCoPRI sAN sIRoPer non perdersi le gesta di del Piero, molti tifosi italiani hanno cominciato a seguire persino la modesta a-league australiana. Travolto da tanto affetto, il modesta

Picture special

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Il media center I giornalisti vengono accolti nella struttura in prefabbricato accanto all’area corporate e le due squadre di casa (se si gioca in notturna) offrono loro la cena.

La tribuna stampa finiti i convenevoli, si comincia a lavorare: i giornalisti accreditati si vanno a collocare nella zona a loro riservata, nel punto più alto del secondo anello.

La tribuna d’onore I posti più prestigiosi dello stadio sono quelli nella parte alta della tribuna rossa. Qui si accomodano i dirigenti, i giocatori e gli ospiti delle società.

La tribuna rossa e’ la zona più ambita dai “comuni mortali”. Di fronte c’è la tribuna arancione, mentre le due curve sono di colore blu (sud, Milan) e verde (nord, Inter).

Area hospitality sotto la tribuna centrale rossa, i vIP (qui ad esempio c’è fonseca) pasteggiano con un ricco buffet e seguono la partita in piedi sul terrazzino dietro le panchine.

La mixed zone Alla fine della partita, i giornalisti aspettano i giocatori (qui vediamo victor valdes del Barcellona) per ascoltarne le dichiarazioni a caldo.

Gli sky Lounge Accanto alla tribuna rossa e nella tribuna arancio, gli ospiti della pay-tv trovano comode poltroncine in pelle e un monitor per i replay delle azioni.

Il sancta sanctorum Il posto che ogni vero tifoso vuole visitare, prima o poi, è quello dove abitualmente entrano solo i suoi idoli. Di persona (invece che in tv) fa davvero effetto.

Lo spogliatoio del Milan Nel covo rossonero trionfa la tecnologia e lo stile di arredamento è ultramoderno, con schermi piatti e loghi degli sponsor del club messi in bella mostra.

Lo spogliatoio dell’Inter Al contrario dei loro cugini, i nerazzurri hanno optato per un ambiente retrò, il cui fascino è aumentato dalle immagini dei campioni del passato.

Accesso vietatissimo All’uscita degli spogliatoi c’è un corridoio che porta al campo da gioco. Qui è veramente difficile entrare, a meno che non si faccia il tour organizzato dello stadio.

Il tunnel A san siro si “scende in campo” nel vero senso della parola: dopo i gradini, comincia il tunnel che sbuca in campo, tra le due panchine. Che la partita abbia inizio.

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Calcio internazionale

Molti tifosi italiani hanno scoperto l’esistenza dell’al ahly soltanto in occasione del discusso sorpasso degli egiziani a danno del Milan nella classifica dei trofei internazionali. Conosciamo meglio una squadra che per milioni di persone conta molto di più della fede politica e di quella religiosa

il CluB Più TiTOlaTO

al MOndODI LORENZO ZACCHETTI

80 Champions City

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avolte viene scritto con la “i” finale al posto della “y”, ma in ogni caso “Al Ahly” in arabo significa “nazionale”. Fondato nel 1907, il club

adottò questa denominazione per manifestare la propria opposizione nei confronti dei coloni inglesi, che si erano installati nel Paese grazie ad un’influenza che si basava sugli ingenti prestiti che avevano permesso la realizzazione di grandi opere quali il canale di Suez, aperto nel 1869. Con la scusa dello sport, i leader della protesta studentesca che montava al Cairo potevano incontrarsi quotidianamente, sfuggendo alla repressione britannica. Eppure, il primo presidente dell’Al Ahly fu proprio un inglese, Mitchell Ince, il quale si premurò di reperire i permessi necessari per la costruzione del quartier generale del sodalizio e, nel 1922, per la sua connessione alla rete elettrica, che prese il posto del petrolio come fonte di energia. Nello stesso anno, i coloni dovettero riconoscere che il protettorato inglese era giunto al capolinea e l’Egitto, finalmente sovrano, si preparò alle prime elezioni del nuovo Stato, in programma due anni dopo. Contemporaneamente l’Al Ahly decise di ammettere soltanto egiziani tra i propri soci, svolta che la portò a connotarsi come “la squadra del popolo”, nomignolo che ancora oggi molti amano usare. Un altro popolare appellativo è “la squadra dei valori”, coniato dal leggendario Saleh Selim. Noto anche come attore, Selim fu prima calciatore, poi allenatore ed infine presidente del club, che durante la sua gestione faceva un vanto della moralità che accompagnava ogni scelta societaria. Pur avendo dedicato tutta la sua vita calcistica all’Al Ahly, Selim ebbe anche una breve parentesi europea nella stagione 1962/63, quando fu il primo giocatore egiziano a sbarcare nel campionato austriaco, dove segnò tre gol con la maglia del Grazer. In patria fu protagonista di un vero e proprio ciclo trionfale, nel corso del quale l’Al Ahly conquistò

nove campionati di fila, dal 1948 al 1959. Quello fu il periodo migliore nella storia nazionale del club, che per il primo successo in campo internazionale dovette attendere il 1982, anno della vittoria nella coppa dei Campioni d’Africa, bissata nel 1987. Tra il 2001 e il 2013, la società ha incamerato altre sei edizioni del trofeo, nel frattempo ribattezzato African Champions League per seguire la scia dell’omologa manifestazione europea. Il tecnico portoghese Manuel Josè, con quattro successi, è stato uno dei principali fautori della marcia che ha portato l’Al Ahly a superare il Milan come club più titolato al mondo. Prima ancora che cominciasse l’impressionante serie di vittorie, nel 2000 la CAF ha nominato il sodalizio del Cairo come “squadra africana del secolo”. Con oltre cinquanta milioni di tifosi, sparsi in tutto il Continente Nero, i “Diavoli Rossi” sono tra i club più popolari del pianeta, eppure si sforzano di mantenere un’identità strettamente legata alla propria tradizione. L’attuale presidente, Hassan Hamdy, è stato nominato nel 2002 dopo la morte di Selim, del quale era il vice. In precedenza, Hamdy aveva giocato come difensore e centrocampista a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, giungendo ad indossare la fascia di capitano e a meritarsi un posto in nazionale. Dopo avere appeso le scarpe al chiodo, a soli trent’anni era diventato direttore sportivo del club, per poi intraprendere una brillante carriera da manager non solo in campo calcistico, ma anche nel settore pubblicitario. Non a caso, in Africa l’Al Ahly è uno dei club più ricchi in assoluto, oltre ad essere stato il primo a lanciare un canale tematico e una catena di negozi ufficiali. Il suo seguito è talmente diffuso che uno dei principali gruppi di tifosi organizzati, gli Ultras Devils, hanno sede ad Alessandria d’Egitto e non al Cairo, dove invece hanno base gli Ultras Ahlawy. Questi gruppi, insieme ai Red Venom, uniscono le forze nella “Talta Chimal” (curva nord) del

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82 Champions City

Cairo Stadium. Il clima allo stadio è spesso rovente. La rivalità più accesa è quella con i “cugini” dello Zamalek, che nel corso dei decenni ha causato morti, feriti ed addirittura la sospensione dell’intero campionato per motivi di ordine pubblico, negli anni Settanta. Le origini di tanto odio risalgono alla lotta per l’indipendenza, quando l’Al Ahly scelse il colore rosso, ispirandosi alla bandiera precoloniale, e lo Zamalek un bianco chiaramente ispirato ai coloni inglesi. Oltretutto, lo Zamalek era la squadra dell’odiato Re Farouk, del quale addirittura portò il nome fino alla sua abdicazione. Ancora oggi, il solco segnato dalla storia si rispecchia nel fatto che i tifosi dello Zamalek siano principalmente borghesi liberali, mentre l’Al Ahly attira simpatie dai ceti proletari. La tensione in occasione del derby è tale che lo si fa giocare in campo neutro, allo stadio internazionale del Cairo, e spesso si chiama un arbitro straniero per dirigerlo. Durante la rivolta popolare contro Mubarak, la tifoseria dell’Al Ahly è stata in prima linea, ottenendo anche un timido appoggio temporaneo da parte di alcune frange di ultras dello Zamalek. La più grande tragedia legata ai tifosi dell’Al Ahly si è però verificata al termine di una partita (persa) sul campo dell’El-Masry. I tifosi locali hanno invaso il campo per assaltare gli ultras ospiti, con tanto di coltelli e pistole. E’ finita in un’autentica

carneficina: 72 morti, dei quali molti sono spirati negli spogliatoi, dove erano stati prestati i primi soccorsi d’urgenza. Uno di loro è morto tra le braccia di Mohamed Aboutrika, il Messi del calcio egiziano. Vincitore per quattro volte del pallone d’Oro africano, nel suo palmarès ha anche cinque Champions League e le due coppe d’Africa vinte con la nazionale. Il suo nome è già nella storia del club, insieme a quello di Selim. Aboutrika è noto anche per la sua passione politica, che lo ha portato a mostrare la scritta “solidarietà con Gaza” sulla sottomaglia, mentre esultava per un gol. Dopo la strage dello stadio di Port-Said, è stato necessario sospendere nuovamente il campionato e farlo ripartire, dopo mille cautele, soltanto a porte chiuse. Insieme agli ultras dell’Al Ahly, Aboutrika si è opposto alla ripresa delle partite, prima che tutti i responsabili della mattanza fossero adeguatamente puniti. Benchè il contesto sia decisamente difficile, il pallone ha ripreso a rotolare anche all’ombra delle Piramidi e oggi il calcio egiziano può vantare il club più titolato del mondo, con 126 trofei, dei quali 19 in campo internazionale. Certo, Galliani non ha tutti i torti quando contesta il valore tecnico della coppa Intercontinentale Africa-Asia, che gli egiziani hanno vinto nel 1988, ma i numeri delle statistiche sono freddi e non ammettono interpretazioni. g

aL aHLY19 TiToli inTernazionali:8 Champions League, 4 Coppe delle Coppe, 6 Supercoppe, 1 Coppa dei Campioni arabi, 1 Coppe delle Coppe arabe, 1 Coppa Intercontinentale Africa-Asia107 TiToli nazionali:36 Scudetti, 16 Cairo League, 7 Supercoppe, 35 Coppe d’Egitto, 7 Coppe del Sultano Hussein, 1 Coppa della Repubblica araba, 1 Coppa della federazione egiziana

aC mILan18 TiToli inTernazionali:1 Mondiale per club, 3 Coppe Intercontinentali, 7 Champions League, 5 Supercoppe, 2 Coppe delle Coppe29 TiToli nazionali:18 Scudetti, 5 Coppe Italia, 6 Supercoppe

boCa junIors18 TiToli inTernazionali:3 Coppe Intercontinentali, 6 Libertadores, 2 Copa Sudamericana, 4 Recopa, 1 Copa de Oro, 1 Supercoppa Masters41 TiToli nazionali:30 Scudetti, 2 Coppe d’Argentina, 2 Coppe Jockey Club, 5 Coppe Ibarguren, 1 Coppa Estimulo, 1 Coppa Giorgio VI

L’addio del mito ormai trentacinquenne, Mohamed Aboutrika ha lasciato l’Al Ahly per chiudere la carriera negli emirati Arabi con il Baniyas

TesTa a TesTa

aderisci su

TormentareMortificareFerire

Questa è violenza

Impegnati anche tuUomini contro la violenza sUlle donne

CT della Nazionale italiana di calcio

Cesare Prandelli

CON IL PATROCINIO DI

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allenarsi

QUANDo CI sI ACCoRGe di aver perduto la forma fisica, correre ai ripari non è poi così difficile. Non serve nemmeno uscire di casa, visto che l’enorme diffusione dei programmi di riduzione del peso ha portato ad un autentico proliferare su internet di schemi dietetici e tabelle di allenamento. Il livello di personalizzazione di questi programmi è discretamente elevato, perché al mutare di variabili quali età, altezza e peso del soggetto corrispondono i necessari cambiamenti in termini di ore di corsa e/o di calorie da ingerire. Se vi è capitato di far ricorso a questi metodi, però, sapete bene che cosa vi è mancato: il contatto diretto con uno specialista, sia esso un dietologo o un personal trainer. Per calcolare il rapporto tra massa magra e massa grassa basta una semplice impedenzometria, ma ben altra difficoltà viene dalla gestione della frustrazione e dal confronto con modelli sociali inarrivabili. I tempi di allenamento, i carichi di lavoro, la tipologia degli esercizi, il recupero

tra una seduta e l’altra… non c’è una singola variabile che si possa applicare tout-court a più di un paziente e per definirle è necessario stabilire una relazione diretta con lui. Scegliere uno specialista abile è quindi il primo passo, necessario per un percorso di recupero della forma perduta. CINQUe ReGoLe PeR sCeGLIeRe UN tRAINeR:1) Valutatene la preparazioneQuesta professione negli ultimi anni ha avuto un autentico boom, che ha spinto molte persone ad improvvisarsi preparatori atletici. Quando valutate la scelta di un personal trainer, chiedetegli sempre il suo curriculum e prestate particolare attenzione al suo percorso formativo: per le ragioni sopra esposte, oltre ad essere un esperto di scienze motorie, deve essere adeguatamente formato anche in materie psicologiche, alimentari e biomeccaniche. Fate anche attenzione ai corsi di specializzazione post-laurea, che possono

84 Champions City

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a qualunque livello si pratichi lo sport, è fondamentale individuare la persona giusta alla quale affidarsi per orientare il proprio programma di training. dal

livello agonistico al semplice desiderio di rimettersi in forma, ci sono variabili oggettive e soggettive che non vanno mai trascurate

come si sceglie il

preparatoreadatto?

orientare l’approccio del professionista verso un filone particolare, incidendo sul suo stile globale di lavoro.2) Acquisite referenze dagli altri clientiSoprattutto se lo scegliete in una palestra, non vi sarà difficile sentire il parere di altre persone già seguite dal professionista che state valutando. Proprio perché è importante la capacità di adattarsi al singolo paziente che di volta in volta gli si presenta, ascoltare le opinioni di più persone può dare un quadro credibile delle sue capacità. Un allenatore capace di adattarsi alle esigenze del proprio cliente può essere più prezioso di uno che ha alle spalle una carriera da atleta di successo.3) Prestate attenzione al suo aspetto fisicoOvviamente, un allenatore che si presenta fuori forma o con un look trasandato non può ispirare molta fiducia, dato che è almeno improbabile che dedichi al vostro corpo le attenzioni che non ha prestato al suo! D’altra parte, non bisogna lasciarsi impressionare da chi invece

esibisce masse muscolari imponenti, che possono derivare da pratiche dopanti dalle quale è meglio stare lontani o, nel migliore dei casi, da un’esasperazione dell’allenamento che è molto distante dai vostri obiettivi. 4) Valutate con attenzione il prezzo del servizioBenché le tariffe possano variare, è consigliabile giungere ad un valore medio confrontando i prezzi delle palestre nella vostra zona. Una tariffa troppo bassa potrebbe indicare il basso livello del professionista. Ricordatevi, inoltre, che un personal trainer serio è anche assicurato per eventuali danni che col suo lavoro potrebbe causare ai suoi assistiti.5) Prestate attenzione al contestoE’ importante scegliere un contesto idoneo alle proprie caratteristiche ed alle proprie aspettative: ad esempio, una palestra frequentata da maniaci del culturismo potrebbe non essere adatta a chi ha la semplice esigenza di fare del movimento con cadenza regolare. g

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Lucky numbers

Quelli che... lo fanno stranoI protagonisti dello sport sono degli esempi per i giovani e in generale per tutti coloro che li seguono con affetto e partecipazione. Molto spesso, però, i loro comportamenti sono tutt’altro che lineari. Anzi: una certa dose di follia sembra essere necessaria per raggiungere il successo. Ecco alcuni esempi di stranezze legate alle celebrità

La durata, in minuti, dell’astinenza da donne e alcool che George Best disse di aver osservato nel 1969. “Ho dato un taglio a donne e alcool e sono stati i peggiori venti minuti della mia vita!”, disse l’irlandese.

5I mesi di durata del matrimonio tra Dennis Rodman e Carmen Electra, celebrato nel novembre 1998 e finito nell’aprile 1999. Tra le tante stranezze nella carriera del cestista, si ricordano i tatuaggi, i capelli colorati in maniera improbabile, l’abito da sposa indossato alla presentazione della autobiografia, un arresto per violenze su una donna, infinite ubriacature ed alcune incursioni nel mondo del cinema e della tv.

Il peso, in kg, raggiunto da Ronaldo

al momento della sua iscrizione al

reality show “Medida certa”, nel quale

i partecipanti cercando di rimettersi in

linea. Quando giocava, il Fenomeno

aveva un peso forma di 78 kg e già nel

2002, in occasione del suo passaggio al

Real Madrid, lo misero a dieta per fargli

perdere 4 kg di troppo. In dieci anni, ne ha

messi su addirittura 40,4.

11 Il numero di maglia al quale Gigi Riva rimase fedele per tutta la carriera. L’unica volta nella quale il bomber del Cagliari accettò di cambiare casacca, indossando quella col numero 9, subì una terrificante frattura alla gamba durante Italia-Portogallo all’Olimpico di Roma, anno di (dis)grazia 1967.

90Il peso, in kg, delle zucche di Halloween che, una volta svuotate, diventano delle piccole imbarcazioni, in grado di trasportare un uomo. A Ludwigsburg, in Germania, nel Land del Baden-Wurttemberg, organizzano persino una regata con queste barche particolarissime!

‘81L’anno nel quale Marco Lucchinelli vinse il mondiale di moto nella classe 500 indossando giacca e cravatta sotto la tuta da gara. A proposito di scaramanzia, Loris Capirossi è sempre salito sulla sua moto dal lato destro.

220Il peso minimo, in grammi, che deve avere un telefono cellulare per poter essere impiegato nella gara di lanci che dal 2000 si svolge a Savonlinna, in Finlandia. Vince chi lo scaraventa più lontano, con premi anche per il miglior stile.

20

Pazzesco Il look sfoggiato da Rodman in una recente partita benefica

118,4

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Champions City 87

Il numero della maglia che il portiere scozzese Alan Rough indossava sotto quella tradizionale, con il numero 1. La scaramanzia faceva parte di un complesso rituale che il giocatore osservava in maniera scrupolosa.

Le ore che Paul Gascoigne ha trascorso in ospedale nel 2008, dopo essere stato fermato dalla

polizia e sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio per via dei

suoi evidenti problemi psicologici.

L’età nella quale il cestista Ferdinand Lewis Alcindor si convertì all’Islam e cambiò il suo nome in Kareem Abdul Jabbar, con il quale divenne una stella dell’NBA, indossando la maglia dei Los Angeles Lakers.

Le esperienze in prigione di Joey Barton, calciatore inglese dal carattere decisamente poco urbano. In un caso è stato condannato per aver colpito il compagno di squadra Ousmane Dabo e nell’altro per violenze commesse su un ragazzo di colore.

24 Gli anni di Gigi Meroni al momento della sua tragica morte in Corso Re Umberto a Torino, dove fu investito da un auto guidata da Attilio Romero, suo tifoso e futuro presidente dei granata. Soprannominato “il quinto Beatle”, Meroni era anche un prolifico pittore, ancora oggi apprezzato nelle mostre.

‘97L’anno nel quale Mike Tyson stacca un pezzo d’orecchio a

Evander Holyfield durante il loro incontro a Los Angeles.

Holyfield vince per squalifica.

11Le ore di lavoro nei servizi sociali che Eric

Cantona dovette eseguire per scontare la

condanna ricevuta per la sua famosa aggressione

ad un tifoso del Crystal Palace. L’episodio

si verificò nel 1995, quando l’attaccante del

Manchester United, in procinto di uscire dal

campo, sentì un tifoso che lo insultava e lo colpì

con un acrobatico calcio in stile kung-fu.

9I mesi di durata del matrimonio tra Joe Di Maggio e Marylin Monroe. Il mito del baseball era molto geloso dell’attrice, in particolare della scena della gonna alzata in “Quando la moglie è in vacanza”. I loro continui litigi, con tanto di percosse, portarono alla separazione.

120

15Gli euro di multa comminati dalla Uefa ad Antonio Cassano per alcune dichiarazioni considerate discriminatorie nel corso di una conferenza stampa ad Euro 2012. L’attaccante aveva detto: “Gay in nazionale? Sono problemi loro. Ma spero di no”.

IncompiutoMeroni è morto prima di completare il ritratto di Cristiana, suo grande amore

17

72

2

12 L’età nella quale Mauro Icardi si fece fare un autografo dal suo idolo, che giocava nel Barcellona. Come si chiamava quel campione? Maxi Lopez

52L’età alla quale Gene

Gnocchi venne tesserato dal Parma,

nella stagione 2006/07, ma senza mai giocare.

.000

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88 Champions City

Non solo racchette Nato a Roma il 9

luglio del 1950, Panatta a 26 anni è stato il trascinatore

della nazionale azzurra che ha vinto

la sua prima (e unica) Coppa Davis.

e’ stato inoltre l’unico a sconfiggere Borg, per due volte, agli open di francia.

A 33 anni, però, aveva già chiuso

la sua carriera, per dedicarsi

alla famiglia e alle sue passioni

extrasportive

miTi

88 Champions City

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Champions City 89

divenne un simbolo sportivo dell’italia negli anni Settanta, così difficili da un punto di vista sociale. Pur non negandosi alcune fortissime prese di posizione politiche, adriano Panatta ha lasciato presto il tennis, non riconoscendosi del tutto nelle regole non scritte del gioco

Ll suo nome è legato a doppio filo alla mitica Coppa Davis del 1976, l’unica mai conquistata dalla nazionale italiana. Di

quella straordinaria impresa restano impresse nella memoria che Panatta e Paolo Bertolucci indossarono nell’incontro definitivo della finale contro il Cile, come forma di protesta nei confronti del dittatore Augusto Pinochet e del suo sanguinoso regime militare. Fu un gesto altamente significativo, da parte di un atleta-simbolo dello sport italiano, che per cultura familiare era affine alle posizioni della sinistra e che era cresciuto leggendo “Il Manifesto”. “Sono cresciuto in una famiglia socialista”, racconta Panatta. “Mio nonno lavorava il marmo, professione pagata con la cecità, è stato uno degli operai che hanno costruito il Colosseo quadrato a Roma. Ora faccio fatica a farmi rappresentare, al cambiamento non ci credo più, dagli anni Ottanta il disfacimento culturale è stato totale, anche in tv”. Suo padre era il custode del Tennis Club Parioli e, per via della sua aria sofferta sul campo, Adriano veniva soprannominato “il Cristo dei Parioli”. Nel 1997 è entrato nel consiglio comunale di Roma, con Francesco Rutelli come Sindaco, e fino al 2009 è stato assessore allo sport e ai grandi eventi della Provincia. “La politica ormai è un capitolo chiuso, ma devo dire che in quel periodo ho imparato moltissimo e sono cresciuto molto. In particolare nei tre anni della Giunta Gasbarra, che era una squadra molto ben costruita e coesa. Tra le persone che ho conosciuto, il più svelto di testa è senza dubbio Giuliano Amato. Un altro uomo di grande intelligenza è Massimo D’Alema, che in privato è anche molto simpatico. Sono sempre

stato socialista, ma non comunista, anche perché grazie al tennis avevo visto da vicino com’era il regime in Polonia, Romania e Cecoslovacchia, dove i miei giovani colleghi cercavano di diventare forti non per amore del tennis, ma solo per fuggire da quei luoghi opprimenti”. Nato nel ‘50, iniziò a giocare molto presto per via dell’influenza paterna e a soli vent’anni vinse i campionati italiani battendo il favoritissimo Nicola Pietrangeli, in una sorta di passaggio di consegne. Pur non brillando per continuità, negli anni seguenti

DI UGO MARZIO

conquistò successi importanti nei tornei internazionali di Bournemouth nel 1973, di Firenze nel 1974, di Kitzbühel e di Stoccolma nel 1975. Nel 1976, l’anno della Davis, vinse anche gli Internazionali d’Italia, annullando ben 11 match ball al primo turno contro l’australiano Warwick, per poi battere anche anche John Newcombe in semifinale e Guillermo Vilas in finale. Poche settimane dopo, vinse il Roland Garros, dopo aver battuto il grande Bjorn Borg nei quarti e Harold Solomon in finale. Il suo ricordo del campione svedese è decisamente

Pigro e ribelle

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particolare: “Borg lo chiamavo «il matto calmo». Le sue nevrosi mi facevano proprio ridere: stava delle ore negli spogliatoi a provare l’accordatura delle racchette, quando a me bastavano pochi minuti”. Sul piano meramente tecnico, però, Panatta inserisce Borg tra i primi dieci tennisti di ogni tempo, dietro Rod Laver, ma davanti a Pete Sampras, Roger Federer, Rafa Nadal, John McEnroe, Jimmy Connors, Boris Becker, Stefan Edberg e Andrè Agassi. In quanto a se stesso, ammette di non aver vinto quanto avrebbe potuto: “Sì, avrei potuto conquistare qualche trofeo in più. Certo, errori se ne fanno tanti nella vita. Ma io non accetto gli stupidi che di me hanno sempre detto che non mi allenavo e che ero un pariolino con la puzza sotto al naso. Quelli non capiscono niente di tennis. Ho dato quello che potevo, quello che era nelle mie corde, altrimenti non avrei giocato in quel modo e non sarei stato io. E della mia carriera sono contento: ho vinto quello che volevo. Non è da tutti”. Per nulla fissato col tennis, Panatta ha sempre mantenuto la mente aperta nei confronti di tutto quello che accadeva nel mondo, evitando di fossilizzarsi con un solo interesse. Anche per questo, ha lasciato l’attività a soli 33 anni, dopo l’ultima sfida al Foro Italico in Coppa Davis, in coppia con Bertolucci contro gli argentini Guillermo Vilas e Josè Luis Clerc. Perde e se ne va, dopo aver regalato

tutte le sue racchette ad un fortunato ragazzino che si sarebbe accontentato di molto meno per non dimenticarsi più di quella giornata. “Ero stanco e non ne potevo più”, ha raccontato a “La Repubblica”. “Facevo fatica a metterci la testa, avevo tre figli, stare sempre fuori era pesante, mi ero sposato con Rosaria a 25 anni, smettere era una liberazione. Avrei potuto tirare avanti ancora un paio di stagioni, ma non avevo più voglia”. D’altronde, Panatta è sempre stato lontano dallo stereotipo dello sportivo-primadonna, che dagli anni Settanta si è evoluto fino al divismo di oggi: “Il professionismo esasperato non è per me. Trovo insopportabili i giocatori che girano con baby-sitter, guardie del corpo, preparatori atletici. Io ero gestito dal gruppo di Mc Cormack e non sopportavo i lacci: dovevo dire dove andavo, chi vedevo, come e quando. Un’intrusione nella mia vita privata. Così per tornare libero m’inventai che ero ricco di famiglia e che mi sarei ritirato nel mio castello in Toscana”. All’epoca Panatta stava con Mita Medici, ma la tradì con Loredana Bertè. In seguito, è diventato un tranquillo uomo di casa, padre di tre figli, che lo hanno reso anche un nonno felice. Le amicizie con Vittorio Gassmann, Ugo Tognazzi e Paolo Villaggio sono ormai un ricordo, così come l’esperienza da capitano non giocatore della nazionale azzurra e quella, più recente, da opinionista per La7 accanto ad Antonio Piroso. Gli anni Settanta sono davvero lontani.. g

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tre volte sportivo Calcio (con Renato Zero), rally e rafting, ma è sempre Adriano Panatta!

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gli sportivi milanesi uniti per lavorare sulla coesione sociale

da maggio a ottobre. Cinque mesi di attività intense ed entusiasmanti, per ribadire il valore

sociale dello sport ed oggettivarlo, al di là delle chiacchere. E’ questo lo scopo di “Sport Community”, il progetto che il Consiglio di Zona 7 ha deciso di lanciare, con un focus particolare sul Parco di Trenno e su due strutture comunali in concessione ai privati: il prestigioso Harbour Club e la cascina Bellaria, dove l’associazione Atlha si occupa di tempo libero per i disabili. Il programma prevede eventi di molti sport, dal softball al basket, dal calcio al karate, con una costante integrazione tra normodotati e disabili. “Sport Community” comincia il 24 maggio con il convegno organizzato dall’Associazione La Comune sullo sport per i soggetti con handicap e prosegue con il “Tour della Zona 7”, manifestazione che, a dispetto del nome, è tutt’altro che competitiva, ma consiste nel promuovere la cultura della bicicletta con un giro tra i parchi, ricordando la figura di Giuseppe Perucelli, consigliere di zona scomparso nel 2011. Sono molte le associazioni partecipanti, tra cui i Podisti da Marte, Dynamo Camp, Fraternità & Amicizia e Sport Senza Frontiere, che utilizzando un contributo della Fondazione Vodafone organizza

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un corso di formazione per chi nelle società sportive si occupa dei nostri figli, spesso senza un’adeguata preparazione. Gli stessi Podisti da Marte, attraverso l’evento “Polifonia”, hanno raccolto i fondi necessari per sostenere un corso di nuoto per bambini autistici, che verrà realizzato nella piscina dell’Harbour Club a cura della cooperativa Cascina Bianca. L’elemento distintivo di questo progetto sta nella sua continuità temporale. I singoli eventi non sono infatti slegati, ma uniti dall’osservazione di un comitato scientifico formato da psicologi,

educatori ed assistenti sociali, che intendono seguire i lavori, valutandone gli effetti attraverso criteri oggettivamente misurabili. Il risultato di questa osservazione verrà quindi reso pubblico nel corso dell’evento finale, che prevede una conferenza stampa nella quale saranno esposti anche gli esiti del lavoro che Zacchetti sta facendo con le società sportive della Zona 7. Non mancheranno nemmeno i momenti di puro divertimento, come le partite dei mondiali di calcio seguite insieme, alla presenza di big del mondo dello sport, mescolati ai cittadini della Zona. g

il Consiglio di Zona 7, su proposta del nostro direttore lorenzo Zacchetti, ha lanciato il progetto “Sport Community”, che mira ad evidenziare l’utilità sociale dello sport rendendola addirittura misurabile

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in sella al Quad, scavalco ogni barrierail disabile andrea de Beni sta partecipando al campionato italiano per normodotati

Si è conclusa senza la conquista di alcuna medaglia l’esperienza della delegazione azzurra a Sochi 2014. Nell’ultima giornata

dell’evento, Enzo Masiello non è andato oltre il sesto posto nella Sitting di fondo, con Francesca Porcellato soltanto decima nella gara femminile. Svanite le speranze di salire sul podio almeno per una volta, il presidente federale Luca Pancalli ha tracciato un bilancio realistico, ma non deprimente: “E’ stata un’esperienza difficile, ma lo sapevamo già prima di partire. In ogni caso, il livello di competitivià si è mostrato nettamente superiore a quello di Vancouver. Il movimento paralimpico è giovane, ma cresce molto velocemente. Se si analizza il medagliere, si vede come certi paesi abbiano raccolto molto più di altri. Ad esempio, a Russia ha speso cifre esorbitanti per il settore dello sci nordico, soldi che noi dividiamo tra 35 discipline. Per competere ad alti livelli nelle prossime edizioni delle Paralimpiadi ci vorranno professionalità e supporto economico”. g

Bilancio negativo alle Paralimpiadi 2014nessuna medaglia, ma Pancalli non si perde d’animo: “Possiamo crescere moltissimo”

S embra davvero una favola, ma è “soltanto” una delle meravigliose storie che giorno

dopo giorno ci vengono regalate dagli eroi dello sport paralimpico. Il protagonista assoluto si chiama Andrea De Beni ed è il fondatore della prima squadra di disabili sul Quad: “Garpez - Disabili in Quad”. Ci sono diversi sport che, con gli opportuni adattamenti, possono essere praticati anche da chi è diversamente abile, ma l’impresa di De Beni è davvero straordinaria, visto che ha scelto di competere nel campionato italiano Quadcross 2014 FMI per normodotati. Il suo esordio è stato a Cremona, all’inizio di aprile, dove è stato accolto

CanadeseBraydon Luscombe nella gara di sci alpino

con entusiasmo dagli spettatori presenti, conquistati da una forza d’animo e da uno spirito veramente trascinanti: “Dovranno mangiare la mia polvere... anche se solo ed esclusivamente quando si tratterà di doppiarmi”, ha detto De Beni. Quindicesimo su sedici partecipanti, ha comunque raggiunto il suo obiettivo, portando a termine la gara senza particolari difficoltà, in una specialità nella quale la differenza tra normodotati e disabili era sempre sembrata incolmabile. De Beni, che ha una sola gamba, ha scelto apposta questa categoria, dimostrandosi assolutamente all’altezza della situazione. Il che vale più di una vittoria. g

Coraggiososenza una gamba, De Beni ha meno controllo del Quad durante i salti

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arthur ashe StadiumE’ il campo centrale di FluSHing MEadOWS e ricorda uno dei più grandi personaggi nella storia del tennis mondiale. Tappa fondamentale per chi va in gita a new York

Stadiomania

Inaugurato nel 1997, ha una capienza di 22.547 posti a sedere ed è quindi il più grande stadio di

tennis all’aperto esistente al mondo. Grazie alle sue imponenti strutture, che comprendono anche 90 box, cinque ristorante ed un salone a due piani per i tennisti, ha rimpiazzato il Louis Armstrong Stadium come campo centrale degli US Open. I suoi detrattori evidenziano però la mancanza della copertura, peraltro prevista nel progetto originale, sottolineando come solo con la sua installazione si potrebbe sfruttare appieno l’impianto, rendendolo praticabile anche in condizioni di tempo avverso. Il progetto per dotare lo stadio di un tetto ha un valore di 100 milioni, su un totale di 550 milioni previsti per le opere di ammodernamento, e dovrebbe essere completato tra il 2016 e il 2017.Costato finora 254 milioni di dollari, l’Arthur Ashe Stadium è il cuore pulsante del complesso sportivo USTA Billie Jean King

National Tennis Center, nel parco di Flushing Meadows nel Queens, a New York. I 32 impianti che lo costituiscono sono collegati al vicino Citi Field, stadio dei Mets di baseball, attraverso sette linee della metropolitana. Come gli altri grandi stadi del tennis utilizza “l’occhio di falco” per controllare la correttezza delle decisioni prese dai giudici di linea. Il fondo del campo, realizzato con la tecnologia DecoTurf, è stato cambiato in blu, per favorire la visuale della pallina (gialla) da parte degli spettatori televisivi, lasciando il verde nella parte esterna. Lo stadio è intitolato ad Arthur Ashe, il tennista afroamericano che nel 1968 fu il primo professionista a vincere lo Slam statunitense dell’era Open, approfittando dell’apertura

nel regolamento. Ashe è rimasto nella storia del tennis anche per le sue battaglie umanitarie contro l’Apartheid. La sua carriera fu accorciata da un infarto e dopo il suo ritiro, quando lavorava come commentatore, ne subì un secondo. Nel 1988 scoprì di essere ammalato di AIDS, notizia che venne resa pubblica nel 1992. Morì per questo motivo il 6 febbraio 1993, a 49 anni, una settimana dopo aver finito la sua autobiografia “Days of grace”. g

lo sapevi?Il progetto dello stadio

è stato firmato dalla Rossetti Architects, fondata da Gino Rossetti e con sede a Detroit.

Il 19 luglio 2008qui si è giocata la partita di basket femminile Indiana Fever-New York Liberty (71–55), con incasso devoluto alla ricerca sul cancro.

Arthur Ashefece nascere una fondazione per i malati di AIDS e per questo venne nominato “sportivo dell’anno”.

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POST@UN PUGILe CoNtRo L’INGIUstIZIACaro Direttore,sono rimasto piuttosto sorpreso dai commenti sulla morte di Rubin Carter, detto “The Hurricane”. Pur essendo stato un grandissimo pugile, non bisogna dimenticare che è stato a lungo in prigione per omicidio, quindi non trovo giusto che venga ricordato come un eroe. Lei che cosa ne pensa?

DIEGO GUASTELLA

Certo, Carter è stato in prigione per vent’anni con un’accusa infamante, ma era del tutto estraneo ai fatti. La sua innocenza è stata riconosciuta soltanto dopo un incubo giudiziario e, dopo la sua liberazione, si è fatto paladino di tutti coloro che stavano affrontando vicissitudini simili alla sua. La canzone “Hurricane” del grande Bob Dylan ha contribuito a renderlo una leggenda e non c’è proprio nulla di sbagliato in questo.

IL fUtURo DI PoGBASono un tifoso della Juventus e il mio idolo è Paul Pogba, che sicuramente diventerà presto il numero uno al mondo. Lei crede che anche l’anno prossimo riuscirò a vederlo con la maglia bianconera oppure andrà via?

MIRKO

Sarà sicuramente uno dei giocatori più richiesti del prossimo mercato, anche per via della vetrina che avrà al mondiale. Se dovesse arrivare

un’offerta stellare, penso che la Juve accetterà di privarsene, visto che con i soldi potrà attrezzarsi per affrontare la prossima Champions League con migliori possibilità di successo.

MoYes: tRoPPA fRettA?Amo il calcio inglese e sono molto deluso dai risultati ottenuti da David Moyes nel suo primo anno al Manchester United. Lei è d’accordo con la decisione di esonerarlo sul finale di stagione o sarebbe stato meglio aspettare l’estate?

TONY FABBRINI

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Mi limito a ricordare che anche il mitico Ferguson sembrava sull’orlo dell’esonero appena arrivato allo United e che vinse il suo primo trofeo dopo tre anni e mezzo. Poi è finita come tutti sanno, ma, certo, oggi il calcio è cambiato e nessuno sembra più avere il tempo per fare programmi a lunga (o anche media) scadenza.

PRoCesso RossoNeRoDa tifoso del Milan, sono veramente furibondo per il livello nel quale si trova la mia squadra. Secondo lei, chi ha più colpe tra Seedorf, Allegri,

the story of the hurricaneLa carriera di Rubin Carter venne stroncata dal suo arresto per un duplice omicidio commesso nel 1966. La sua odissea giudiziaria è finita solo nel 1985

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la squadra, Galliani e Barbara Berlusconi? Complimenti per il suo splendido giornale.

VALENTINO (Como)

Quasi sempre i risultati ottenuti dalle squadre sono il prodotto della programmazione effettuata dalla società. Ormai da tempo, la dirigenza del Milan mi pare non avere le idee molto chiare.

A sAN sIRo seNZA MACChINAGentile Sig. Zacchetti, so che lei, oltre ad occuparsi di sport, ha un ruolo politico nella zona dove abito. Vorrei quindi chiederle cosa pensa della possibilità di istituire una zona a traffico limitato intorno allo stadio di San Siro. Per noi residenti, che dobbiamo fare i conti con il traffico, sarebbe davvero un cambiamento molto utile. Saluti.

SILVANA

Sono convinto che l’istituzione di una zona a traffico limitato sia un passaggio obbligato. Bisogna però attendere che sia pronta la fermata della linea 5 della metropolitana accanto allo stadio, cosa che dovrebbe accadere il prossimo anno. Con una valida alternativa, si possono bloccare le auto.

PIPPo è GIà PRoNto?Cosa ne pensa dell’ipotesi di affidare il Milan a Pippo Inzaghi per la prossima stagione? Io sono stato un grande tifoso di Inzaghi come bomber, ma credo che alla mia squadra serva un allenatore con maggiore esperienza. Oppure dopo tanti anni vissuti nel calcio si può saltare la gavetta?

GIORGIO MENTI

In alcuni casi, l’esperienza da calciatore sopperisce alla mancanza di gavetta come allenatore, ma una grande squadra come il Milan non deve mettersi nella condizione di scoprirlo strada facendo. C’è un lungo elenco di allenatori di blasone che farebbe carte false per guidare i rossoneri. Darei più tempo a Pippo per prepararsi al grande salto.

BeNIteZ RIMANDAto A setteMBReMi rendo conto che il vostro è un giornale “made in Milano” e quindi un po’ nordista, ma io che sono nato a Napoli ed abito a Rho vorrei chiedervi di parlare un po’ della mia squadra del cuore. Come giudicate l’annata di Rafa Benitez? Non ci si poteva aspettare qualcosa di più dal Napoli, con giocatori del calibro di Higuain e Callejon a disposizione?

RINO

Probabilmente sì. Ci sono stati sicuramente dei momenti nei quali si è evidenziata una certa confusione, ad esempio sulla miglior posizione tattica per Hamsik. Detto questo, non si deve dimenticare che il Napoli ha ben figurato in Champions League e che davanti a se’ ha trovato due grandissime squadre come Juventus e Roma. Ci sono tutte le ragioni per inserire gli azzurri tra i protagonisti annunciati della prossima stagione, ne siamo certi. Ovviamente siamo “made in Milano”, ma ci occupiamo con piacere di tutto quello che accade sul territorio e sappiamo bene che a Milano e in Lombardia vivono tanti tifosi del Napoli, che salutiamo con affetto.

DIPLoMAZIA e fAIR-PLAYDa esperto di calcio internazionale, vorrei una sua opinione sul caso Courtois. E’ corretto che il Chelsea, proprietario del suo cartellino, abbia chiesto all’Atletico Madrid di non farlo giocare nello scontro diretto di Champions League?

GIGI

Assolutamente no. Accordi di questo tipo violano il regolamento del torneo, ma anche lo spirito sportivo che deve caratterizzare il gioco del calcio, anche ai massimi livelli.

PIù sPoRt NeLLe sCUoLeSono un insegnante di educazione fisica e ho letto con interesse le dichiarazioni del presidente del Coni sullo sport a scuola. Malagò sostiene che la soluzione di questo enorme problema sia affidare alle società private la gestione delle attività nelle ore postscolastiche. Lei è d’accordo?

MARINO

Sì. Rilanciare l’attività sportiva nelle scuole è un intervento che viene invocato ormai da anni. Vista la cronica difficoltà di organizzare lo sport attraverso risorse soltanto pubbliche, le concessioni degli impianti a società private (se ben fatte) possono essere uno strumento vincente. Speriamo che alle parole seguano i fatti.

Maestro di calcioInzaghi sul campo con i bambini. Con i fenomeni della serie A, però, è tutta un’altra cosa

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