cnt-informa n.40

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Pagina1 Settimanale di informazione sul settore radiotelevisivo dell’Associazione Coordinamento Nazionale Televisioni Terzo Polo Digitale www.coordinamentonazionaletelevisioni.it Anno IX N. 40 del 21/11/2015 I N Q U E S T O N U M E R O - DTT: LCN, ecco come dovrà essere il nuovo telecomando - TV: tv indipendenti nella morsa del fisco, appello al condono - RADIO: avvio del digitale in Toscana con 24 imprese - TV: canone Rai, 10 rate in bolletta, destinare risorse a tv locali - TV: Rai tra maggiori broadcaster,Sky tra i più ricchi del mondo - PAY TV: guerra tra monopolisti, grosse spese per Premium - TV: le Tv 4k non decollano, prezzi alti e banda larga limitata - TV-TELCO: avanza Vivendi, con Telecom e poi con Mediaset - FREQUENZE: finalmente il Vaticano otterrà le risorse sottratte - PUBBLICITA’: il mercato degli investimenti nei primi 9 mesi - PUBBLICITA’:quali destinazioni per le risorse?Vince il digitale - NEWS in breve: Crisi radio e Tv locali, le ultime notizie NUMERAZIONE DEI CANALI SUL TELECOMANDO ECCO COME DOVRA’ ESSERE IL TELECOMANDO TV IN BASE ALLE SENTENZE DEL CONSIGLIO DI STATO Mentre continua l’interminabile attesa sul varo della nuova normativa che regola la numerazione dei canali sul telecomando (c.d. LCN), è possibile già evidenziare, senza ombra di dubbio, come dovrà presentarsi il nuovo assetto delle emittenti televisive se verranno rispettati (come deve essere) i dettami imposti dai supremi giudici amministrativi, i quali hanno ben chiarito i principali criteri cui il legislatore-regolatore deve attenersi. Tutto questo mentre manca ancora l’ultima e definitiva pronuncia dello stesso Consiglio di Stato sul ricorso presentato da Telenorba contro MTV e DeeJayTv. IL PRIMO RANGE DESTINATO ALLE NAZIONALI GENERALISTE EX ANALOGICHE 1) RaiUno 2) RaiDue 3) RaiTre 4) Rete Quattro 5) Canale 5 6) Italia Uno 7) La7 8) ReteCapri 9) Real Time Nel primo range 1-9 devono essere presenti tutte le emittenti a carattere generalista, senza esclusione di nessuna, che già operavano in tecnica analogica. Il CDS ha stabilito, inoltre, che MTV e DeeJayTV (che occupano i numeri 8 e 9), sono emittenti non generaliste, sicuramente non all’epoca del passaggio al digitale terrestre. Per questo, scalerebbe al N. 8 ReteCapri che, invece, pur essendo generalista ‘ex analogica’, era stata posizionata addirittura al terzo range con numerazione 20. A seguire, non essendoci altre Tv ex analogiche, possono essere posizionate le emittenti a carattere generalista con maggiore gradimento di pubblico (audience), dove risulterebbe Real Time del gruppo Discovery. IL SECONDO RANGE ALL’INSEGNA DEGLI ASCOLTI IN ERA ANALOGICA Se ci spostiamo al secondo range (9-19), quello dedicato alle Tv locali, i cambiamenti sono quelli più consistenti. Questo perché la vecchia normativa prevedeva come criterio di assegnazione la classifica stilata dai Corecom, mentre il Consiglio di Stato, nel rispetto di quanto già stabilito per le Tv nazionali e nei criteri generali in ambito UE, aveva chiaramente indicato il fondamentale elemento degli ascolti (audience), unico e principale parametro che può ben rispecchiare le cosiddette “preferenze del pubblicoesistenti nell’era della Tv analogica. Chiaro che in ogni regione, quindi, la griglia di numerazione ha le sue emittenti ma con l’unico criterio del dato Auditel: chi aveva più ascolti prima dello switch off ha oggi diritto ad avere la posizione più “bassa”.

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21 Novembre 2015

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Settimanale di informazione sul settore

radiotelevisivo dell’Associazione Coordinamento Nazionale Televisioni

Terzo Polo Digitale www.coordinamentonazionaletelevisioni.it

Anno IX N. 40 del 21/11/2015

I N Q U E S T O N U M E R O

- DTT: LCN, ecco come dovrà essere il nuovo telecomando

- TV: tv indipendenti nella morsa del fisco, appello al condono

- RADIO: avvio del digitale in Toscana con 24 imprese

- TV: canone Rai, 10 rate in bolletta, destinare risorse a tv locali

- TV: Rai tra maggiori broadcaster,Sky tra i più ricchi del mondo

- PAY TV: guerra tra monopolisti, grosse spese per Premium

- TV: le Tv 4k non decollano, prezzi alti e banda larga limitata

- TV-TELCO: avanza Vivendi, con Telecom e poi con Mediaset

- FREQUENZE: finalmente il Vaticano otterrà le risorse sottratte

- PUBBLICITA’ : il mercato degli investimenti nei primi 9 mesi

- PUBBLICITA’ :quali destinazioni per le risorse?Vince il digitale

- NEWS in breve: Crisi radio e Tv locali, le ultime notizie

NUMERAZIONE DEI CANALI SUL TELECOMANDO

ECCO COME DOVRA’ ESSERE IL TELECOMANDO TV IN BASE ALLE

SENTENZE DEL CONSIGLIO DI STATO

Mentre continua l’interminabile attesa sul varo della nuova normativa che regola la numerazione dei canali sul telecomando (c.d. LCN), è possibile già evidenziare, senza ombra di dubbio, come dovrà presentarsi il nuovo assetto delle emittenti televisive se verranno rispettati (come deve essere) i dettami imposti dai supremi giudici amministrativi, i quali hanno ben chiarito i principali criteri cui il legislatore-regolatore deve attenersi. Tutto questo mentre manca ancora l’ultima e definitiva pronuncia dello stesso Consiglio di Stato sul ricorso presentato da Telenorba contro MTV e DeeJayTv.

IL PRIMO RANGE DESTINATO ALLE NAZIONALI GENERALISTE EX ANALOGICHE 1) RaiUno 2) RaiDue 3) RaiTre 4) Rete Quattro 5) Canale 5 6) Italia Uno 7) La7 8) ReteCapri 9) Real Time

Nel primo range 1-9 devono essere presenti tutte le emittenti a carattere generalista, senza esclusione di nessuna, che già operavano in tecnica analogica. Il CDS ha stabilito, inoltre, che MTV e DeeJayTV (che occupano i numeri 8 e 9), sono emittenti non generaliste, sicuramente non all’epoca del passaggio al digitale terrestre. Per questo, scalerebbe al N. 8 ReteCapri che, invece, pur essendo generalista ‘ex analogica’, era stata posizionata addirittura al terzo range con numerazione 20. A seguire, non essendoci altre Tv ex analogiche, possono essere posizionate le emittenti a carattere generalista con maggiore gradimento di pubblico (audience), dove risulterebbe Real Time del gruppo Discovery.

IL SECONDO RANGE ALL’INSEGNA DEGLI ASCOLTI IN ERA A NALOGICA Se ci spostiamo al secondo range (9-19), quello dedicato alle Tv locali, i cambiamenti sono quelli più consistenti. Questo perché la vecchia normativa prevedeva come criterio di assegnazione la classifica stilata dai Corecom, mentre il Consiglio di Stato, nel rispetto di quanto già stabilito per le Tv nazionali e nei criteri generali in ambito UE, aveva chiaramente indicato il fondamentale elemento degli ascolti (audience), unico e principale parametro che può ben rispecchiare le cosiddette “preferenze del pubblico” esistenti nell’era della Tv analogica. Chiaro che in ogni regione, quindi, la griglia di numerazione ha le sue emittenti ma con l’unico criterio del dato Auditel: chi aveva più ascolti prima dello switch off ha oggi diritto ad avere la posizione più “bassa”.

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TV INDIPENDENTI NELLA MORSA DEL FISCO

CONDONO FISCALE

Se nel 2014 la Commissione UE intervenne nel pieno della crisi economica nell’intento di salvaguardare la produttività degli Stati membri; lo fece dimostrando chiaramente il suo via libera al blocco del dissanguamento fiscale attraverso il condono, azione una tantum in via straordinaria per tentare di favorire il rilancio della produzione. Fu un invito chiaro a poter disporre di tale strumento nei modi più consoni alle strutture finanziarie ed economiche dei singoli Stati. Fu una grande notizia perché consentiva di agire. Purtroppo, da allora, l’Italia che è tra i Paesi più tartassati fiscalmente, non ne ha mai approfittato per il sano

egoismo del Governo, insensibile alla scomparsa di taluni settori del made in Italy, come quello della tv locale. Non è un caso se molte realtà produttive tipiche del nostro Paese si sono impoverite o non esistono più, o sono state assorbite dalla mano estera. Neanche la notizia bomba arrivata poche settimane fa dal Lussemburgo ha smosso il Palazzo; in maniera inaspettata il Paese più ricco dell’UE, nonché sede di molte istituzioni UE, ha scelto di programmare un condono fiscale.

TV LOCALI E NAZIONALI INDIPENDENTI TRA I SETTORI PIU’ MARTORIATI La televisione locale e quella nazionale indipendente, nonostante già a dura prova a causa del duopolio Rai-Mediaset, negli ultimi cinque anni ha dovuto attraversare in primo luogo la crisi generale economica che ha contratto le entrate derivanti dal mercato pubblicitario; contemporaneamente il passaggio epocale dalla tv analogica a quella digitale terrestre imposta dallo Stato ha avuto effetti sismici di elevata portata modificando audience, struttura finanziaria ed economica, ridisegnando alla fine l’intera mappa del mercato. Purtroppo il tutto senza alcun decisivo intervento dei Governi che nel frattempo si sono succeduti. Blande iniziative si sono evidenziate a livello regionale a sostegno delle imprese, ma il tutto a macchia di leopardo e senza alcuna regia nazionale. Sarebbe stato necessario garantire le misure di sostegno alla radiotelevisione locale senza continuare a decurtarle, e nel contempo utilizzare lo strumento del condono il più presto possibile per mettere almeno un cerotto sul fronte delle uscite fiscali.

AVVIO DEL DIGITALE RADIOFONICO IN TOSCANA:

24 IMPRESE RADIOFONICHE LOCALI HANNO COSTITUITO DUE SOCIETA’ PER

DIFFONDERE I PROPRI PROGRAMMI Il 17 novembre scorso sono state costituite, a Firenze, due società consortili, partecipate complessivamente da ventiquattro imprese radiofoniche locali (concessionarie per le trasmissioni radiofoniche analogiche autorizzate quali fornitori di contenuti per la radiofonia digitale terrestre in ambito locale), per l’esercizio dell’attività di operatore di rete per la radiofonia digitale terrestre (in tecnica dab+) nel territorio corrispondente al bacino delle province di Firenze, Pistoia, Prato, Arezzo e Siena nel quale verrà, a breve, avviata, come deciso dall’AGCom, la nuova tecnologia trasmissiva.

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LA VERGOGNA DEL CANONE RAI

LA PROPOSTA: DIECI RATE IN BOLLETTA ELETTRICA

Se la poposta riceverà il via libera del Parlamento, il canone Rai non dovrà più essere corrisposto in un’unica soluzione, ma sarà “spalmato” sulla bolletta elettrica in 10 rate mensili. Lo prevede un emendamento alla Legge di Stabilità, firmato dalle due relatrici, Magda Zanoni (Pd) e Federica Chiavaroli (Ap).

La proposta di modifica prevede, se riceverà il via libera, che il pagamento del canone della Tv di Stato avvenga "in dieci rate mensili, addebitate sulle fatture emesse dall'impresa elettrica aventi scadenza del pagamento immediatamente successiva alla scadenza delle rate". Le rate scadute al primo gennaio 2016, secondo la proposta contenuta nell'emendamento, saranno "cumulativamente" addebitate nella prima fattura successiva al primo luglio 2016.

DESTINARE IL MAGGIORE GETTITO

ALLE TV LOCALI A far discutere sulla destinazione del Canone Rai in bolletta elettrica è ancora la misura che prevede di destinare i maggiori introiti del canone al Fondo per la riduzione della pressione fiscale. Ben venga la riduzione della morsa fiscale se questa prevedrebbe

anche un condono, ma emergono altre priorità su una migliore destinazione di queste entrate. Posto che la Tv pubblica nonostante riceva gettito attraverso il canone continui a raccogliere anche pubblicità, è evidente che si pone in concorrenza falsata nei confronti di quelle televisioni che vivono di sola pubblicità, soprattutto di quelle medio-piccole come le tv locali.

IPOTESI FORMULATA GIA’ MOLTO TEMPO FA DAL CNT-TPD Per sanare questo gap, e contemporaneamente porre una toppa alla crisi del settore dell’emittenza locale, sarebbe opportuno che gli introiti del canone (o parte di essi) andassero a tale comparto. Questa ipotesi l’aveva già formulata tempo fa il CNT-TPD, e da questo spunto sono stati presentati diversi emendamenti che chiedono l’istituzione presso il Ministero dello Sviluppo economico di un Fondo di sostegno economico dell’emittenza RadioTv locale per il servizio svolto in ambito territoriale a cui andrebbe il 10% delle risorse derivanti dal pagamento del canone di abbonamento televisivo. Il 30% andrebbe alle emittenti radiofoniche locali i cui ricavi da pubblicità non superano 500 mila euro. Ma c’è anche chi vorrebbe che i proventi del canone di abbonamento alla televisione per uso privato fossero versati per il 90% alle regioni e ripartiti poi tra le emittenti locali su base di un regolamento MISE.

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MONOPOLI RAI TRA I MAGGIORI

BROADCASTER D’EUROPA, SKY TRA I PIÙ RICCHI DEL MONDO

Ci sono ben dodici aziende europee nella classifica dei 50 più importanti gruppi audiovisivi mondiali, stilata dall’Osservatorio europeo dell’audiovisivo. Cinque tra queste sono broadcaster del servizio pubblico radiotelevisivo: ARD, BBC, France Télévisions, RAI e ZDF. Anche se queste aziende non hanno realizzato che una frazione molto limitata dei loro ricavi fuori dall’Europa, il fatturato cumulato per il 2014 (62%) rappresenta già una fetta consistente e crescente del mercato europeo, il resto è rappresentato dalle compagnie con sede negli Stati Uniti e da altri piccoli operatori. Gli Stati Uniti, con 27 aziende e il 69% dei ricavi mondiali cumulati, fanno la parte del leone in questa classifica. I primi tre posti della classifica mondiale sono occupati da Comcast (36.062 milioni di ricavi nel 2014),Walt Disney (25.407 milioni) e DirecTv (25.065 milioni). Nella top-ten entra anche una società europea, Sky, con 13.612 milioni di ricavi registrati lo scorso anno.

ITALIA STORICAMENTE LEGATA A MONOPOLI NONOSTANTE L ’ UE Negli ultimi cinque anni, il fatturato cumulato delle principali società dell’audiovisivo è aumentato più velocemente dello stesso mercato a causa di una continua tendenza al consolidamento negli Stati Uniti. In Europa, e ancora di più in Giappone, le principali società si sono sviluppate più lentamente poiché questo processo di concentrazione non è ancora entrato nel pieno, ad eccezione dell’acquisizione di Sky Italia e Sky Deutschland da parte di BSkyB che ha portato alla nascita di Sky Europe. L’Italia, in particolare, si trova in situazione di pericolo dettato da grandi operatori che dominano i mercati del settore, da quello digitale terrestre (ex analogico) a quello satellitare. Non è certo un quadro florido se si pensa al pluralismo. Il nostro Paese è storicamente dominato da monopoli e neanche l’Unione Europea è riuscita ad abbattere le barriere in questo senso favorendo la concorrenza, nonostante pluralismo e concorrenza siano uno dei pilastri fondamentali su cui si basa l’unione stessa.

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GUERRA TRA I MONOPOLISTI PAY

IL POTENZIAMENTO DI MEDIASET

PREMIUM E’ COSTATO PIÙ DI 1,8 MLD

Per Mediaset l'esborso più consistente (1,1 miliardi), scrive MF-Milano Finanza di qualche giorno fa, e' stato quello relativo all'acquisto dei diritti delle partite degli 8 migliori club di Serie A per il periodo 2015-2018. Ma anche l'ottenimento, in esclusiva, dei match della Champions League e' stato oneroso: 714 milioni. E ha rappresentato, in chiave strategica e industriale, la svolta nelle intenzioni del management del gruppo tv di Cologno Monzese per resistere all'offensiva di Sky Sport e per dare un senso all'esistenza della stessa pay tv digitale in perdita dalla nascita.

Ma, a leggere i documenti contabili del gruppo guidato dal vicepresidente Pier Silvio Berlusconi pare che ancora ce ne sia di strada da percorrere per raggiungere l'obiettivo del break even. Anche se attualmente il bacino di abbonati è salito a 1,9 milioni di clienti e i ricavi lentamente crescono: 406,1 milioni, +0,9% rispetto al 30 settembre di un anno fa. Ma al contempo crescono in maniera significativa anche i costi operativi, saliti in totale da 699,5 a 769,4 milioni (+10%), e in particolare nel terzo trimestre del 36,9% (+67,6 milioni rispetto all’anno precedente).

LA CHAMPIONS COSTA A MEDIASET ALTRI 100 MLN “Il risultato operativo delle attività televisive come previsto ha risentito a partire dal terzo trimestre dei costi principalmente relativi alla nuova stagione della Champions League”, si legge nella relazione al 30 settembre. A questo dato vanno poi gli ammortamenti dei diritti tv balzati a 558,2 milioni (+5%) nei nove mesi, di cui 177,4 milioni (+18,2% pari a 27,3 milioni) nel solo periodo luglio-settembre. In totale, quindi, nel solo terzo quarter la Champions è costata quasi 100 milioni a fronte di ricavi di periodo di 140,7 milioni (+9,8%). I numeri evidenziati sono un vero macigno per gli stessi grandi competitors, e rischiano di compromettere i loro conti pur di garantirsi una posizione di monopolio; figuriamoci come sia inimmaginabile che un operatore minore possa permettersi solo il lusso di pensare di fare un investimento in questo mercato: follia pura, utopia. E mentre i monopolisti lottano tra loro, un esercito di editori indipendenti deve accontentarsi del nulla (se parliamo di diritti tv calcistici).

LE TV 4K NON DECOLLANO PREZZI TROPPO ALTI E ACCESSO

LIMITATO ALLA BANDA LARGA Il 4k in Italia stenta a prendere il volo. L’indicazione arriva dall’Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano, che ha analizzato le prospettive del settore degli apparecchi tv di ultima generazione e le dinamiche future. In Italia nel 2014 sono stati venduti meno di 150mila tv 4k, ossia il 3% del totale, e la previsione per il 2015 non è strabiliante: la percentuale salirà solo al 5%.

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L’AVANZATA DEL MONOPOLISTA

FRANCESE

VIVENDI PRONTA A INGRESSO IN CDA TELECOM

E POI PUNTA A MEDIASET

Il capolavoro diplomatico di Vivendi si sta completando: dopo aver negato per settimane di ritenere indispensabile l'ingresso di suoi rappresentati nel Cda di Telecom, si

appresta a entrarci con due o forse anche tre componenti. Poi potrà dedicarsi a un obiettivo che e' sempre stato presente: rafforzarsi nei contenuti in Italia guardando a un investimento in Mediaset, magari partendo dalla pay tv Premium i cui conti tengono in questo momento di calo dei consumi e che ha in pancia per tre anni i diritti esclusivi sulla ricca Champions league di calcio. Il board di Telecom conta oggi 11 componenti e può arrivare fino a 19, quindi non c'e' teoricamente bisogno di lasciare spazio ai francesi.

Discorso molto diverso per l'altro azionista francese, quel Xavier Niel che ha in pancia un 15% di Telecom Italia, in opzioni e derivati: per ora non possiede un vero pacchetto di azioni e - secondo diverse fonti di mercato - si tratta di un investimento speculativo in attesa di vedere come vanno le cose nel settore e nella società italiana. Ma per ora non sta guadagnando molto: il titolo Telecom - da quando si è capito che l'ipotesi Opa, anche obbligatoria, e' lontanissima - ha perso in l'8%. Non ha fatto molto meglio Vivendi (-7% dalla presentazione dei conti), che però può essere il vero socio 'industriale' di Telecom, quello che non e' stato Telefonica.

FREQUENZE RADIOTV IN ARRIVO LA CAPACITÀ TRASMISSIVA NAZIONALE PROMESSA AL VATICANO

PER LA RINUNCIA ALLE FREQUENZE TV Secondo quanto si apprende dal periodico Newslinet, dopo anni di attesa a seguito di un accordo siglato con l’Italia nel 2009, un emendamento della nuova legge di stabilità dispone un’asta per individuare l’operatore che trasporterà i programmi del Vaticano. Con l’arrivo dei primi emendamenti della legge di stabilità 2016, si ritorna a parlare della questione riguardante la capacità trasmissiva DTT dovuta dallo Stato italiano alla Santa Sede. Correva infatti l’anno 2009 quando l’allora ministro Paolo Romani siglava un accordo con lo Stato sovrano per ottenere l’utilizzo di quattro canali all’epoca di proprietà del Vaticano, in modo da aumentare le risorse radioelettriche a disposizione della regione Lazio per la migrazione delle emittenti al segnale digitale. I canali in questione erano il 6 e l’11 VHF, il 21 e il 57 UHF. In cambio, l’Italia si impegnava a fornire alla controparte, entro la fine del 2012, un’emittente radiofonica ed una televisiva con “copertura nazionale” e il tutto “senza oneri”. In pratica, un operatore di rete tv ed uno radiofonico (presumibilmente un consorzio DAB) si sarebbero dovuti far carico di ospitare i programmi del Papa con oneri a carico dello Stato. Tuttavia, la scadenza non venne mai rispettata.

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INVESTIMENTI PUBBLICITARI NEI PRIMI 9 MESI A +1%

CONSIDERANDO ANCHE IL WEB

I NUOVI DATI NIELSEN

Il mercato degli investimenti pubblicitari nei primi 9 mesi del 2015 cresce dell’1%, considerando anche la porzione web (principalmente search e social) stimata da Nielsen. Sulla base del perimetro attualmente rilevato nel dettaglio si registrano invece un calo dell’1,6% rispetto allo stesso periodo del 2014 (70,7 milioni in meno) e un incremento del 3,8% per il singolo mese di settembre. Lo dicono i nuovi dati Nielsen relativi al mese di settembre 2015, diffusi il 5 novembre. “Gli ultimi due mesi hanno favorito una significativa ripresa del mercato, grazie a un apporto complessivo di circa 32 milioni di euro” – ha dichiarato Alberto Dal Sasso, Advertising Information Service Business Director di Nielsen. “Alla luce di questo consolidamento del trend, stimiamo che tutti i mezzi, a eccezione di stampa e direct mail, possano chiudere in crescita i mesi che ci separano dalla fine dell’anno, impattando positivamente sull’andamento generale del mercato 2015”.

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LA DESTINAZIONE DEI BILANCI PUBBLICITARI NEL 2016

SECONDO MDG ADVERTISING Secondo l’agenzia specializzata in stampa, web e graphic design Mdg Advertising le pubblicità digitali avranno un grande impatto e nel 2016 supereranno quelle televisive:

IN BREVE

IN BREVE

FREQUENZE IN DTT L’ASSETTO DI MERCATO

FORTEMENTE SQUILIBRATO

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Ricordiamo che la divisione dei multiplex nazionali in DVB-t tra gli operatori di rete del nostro Paese resta ancora fortemente squilibrata tale da non consentire la chiusura della procedura di infrazione da parte della Commissione UE nei confronti dell’Italia. Di seguito l’assetto di mercato per numero di operatori e mux assegnati:

• E. Industriale (EI Towers–Mediaset): 5

• RaiWay (Rai): 5

• Persidera (Telecom-L’Espresso): 5

• Premiata Ditta Borghini e Stocchetti di Torino (ReteCapri): 1

• Prima Tv: 1

• Europa Way: 1

• H3G: 1

• Cairo Network: 1

ADERISCI ALLA

NOSTRA ASSOCIAZIONE Questo momento delicato per le emittenti locali e nazionali indipendenti vede il CNT-TPD fortemente attivo sul campo allo scopo di tutelarle. Gli editori che lo volessero, possono aderire allo nostra associazione collegandosi al sito: www.coordinamentonazionaletelevisioni.it dove poter scaricare il modulo di adesione. Uniti si vince .

CRISI RADIOTV LOCALI -----------

Versa ormai in condizioni critiche RomaUnoTv, la prima emittente televisiva romana interamente dedicata alla capitale, assolutamente difficili da risollevare. La scorsa settimana i 29 dipendenti hanno manifestato la loro esasperazione in piazza Madonna di Loreto.

---------- Fine delle trasmissioni per Rete Alfa, storica stazione locale di Ferrara, collegata all'emittente tv Telestense. Ne hanno dato notizia in onda i giornalisti Nicola Franceschini (collaboratore anche di questo periodico) e Luciano Sabbatucci, ringraziando dal sito della radio e dai social network tutti gli ascoltatori “per averci seguito in questi anni”.

Comunicazione per i destinatari di “CNT Informa”: In base all’art. 13 del Decreto Legislativo N°196 del 2003, i vostri recapiti vengono utilizzati esclusivamente ai fini di questo servizio di informazione e non sono, pertanto, comunicati e/o diffusi a terzi. Nel caso non desideriate ricevere più il “CNT Informa”, ed essere cancellati dal suo elenco, inviate un fax al N. 0818370421 oppure una e-mail all’indirizzo [email protected]

Direttore Responsabile: Manfredi Pagano Reg.Tribunale di Napoli N. 4/07 del 17/01/2007 SEDE: Piazza Municipio, 80 - 80133 NAPOLI

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