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Pagina1 Settimanale di informazione sul settore radiotelevisivo dell’Associazione Coordinamento Nazionale Televisioni Terzo Polo Digitale www.coordinamentonazionaletelevisioni.it Anno X N. 7 del 27/02/2016 I N Q U E S T O N U M E R O - DTT: LCN, e adesso subito I bandi. Vergognoso ritardo - TV: canone Rai, no alla pubblicità su almeno due emittenti - TV: la morsa fiscale, Equitalia che truffa se’ stessa - TV:Vivendi all’attacco,pausa su Premium e Avanti su Telecom - FREQUENZE: MISE, diritti d’uso a non assegnate ai nazionali - TV LOCALI: raffica di controlli della GDF in tema di contributi - RADIO:Tribunale condanna emittente slovena su interferenze - TV: monopoli che avanzano, Viacom si fa spazio sul DTT - TV: Ascolti,parte a Luglio il super panel di Auditel, ma è guerra - TV: ecco quante sono le televisioni in Italia nel 2015 - DIGITALE: stallo in Italia, penultimo paese dell’Unione - NEWS in Breve:prossimamente si arricchisce la sezione radio NUMERAZIONE DEI CANALI SUL TELECOMANDO ADESSO SUBITO I BANDI Dopo la sentenza n. 1836/2016 della Corte di Cassazione che ha cancellato il lavoro di Tar e Consiglio di Stato (che stavano riportando legittima assegnazione degli LCN sul telecomando n.d.r.), non è più possibile aspettare oltre i vergognosi 4 anni già trascorsi nella piena illegittimità di molti posizionamenti LCN, e vanno immediatamente emanati i bandi per le nuove assegnazioni. Si deve, quindi, rispolverare dal cassetto la nuova delibera AGCom n. 237/13/CONS che si era fermata in corso di iter, e completare subito tutta la procedura che nel lontano 2013 il Consiglio di Stato aveva sollecitato a “carattere di urgenza”. ASCOLTI, ANZIANITA’ E INVESTIMENTI I CRITERI PER I PUNTEGGI A TV LOCALI Per ripristinare la legittimità delle corrette posizioni sul telecomando il CNT-TPD ricorda che, per costruire la giusta graduatoria, occorre tenere conto di quanto dettato sia in sede UE sia dalla stessa AGCom, e prevedere, tra gli altri, i principali criteri: 1) ASCOLTI, che traducono le preferenze del pubblico, da calcolare anche nel periodo prima del passaggio al digitale terrestre; 2) ANZIANITA’, vale a dire il periodo di attività nel settore; 3) INVESTIMENTI effettuati come operatore di rete che sottolinea gli sforzi sia in era analogica che digitale a testimonianza della solidità e grandezza di un’azienda che merita, ovviamente, punteggio maggiore rispetto a piccole realtà imprenditoriali. Non avendo rispettato tali criteri principali, molte emittenti hanno ottenuto posizione nel primo range delle locali, valga il clamoroso caso della Campania dove almeno 4 emittenti non dovrebbero occupare le attuali numerazioni, anche perché coinvolte in procedimenti giudiziari molto gravi. QUELLA SPORCA DECINA LA CONQUISTA DEGLI LCN DESTINATE ALLE TV NAZIONALI GENERALISTE Con la sentenza n. 1836/2016 gli attuali assegnatari delle posizioni 1-9 appartenenti al range destinato alle tv nazionali a carattere generalista, hanno tirato un sospiro di sollievo e, soprattutto quelle più a rischio “sfratto”, hanno proseguito con la “ripulitura” delle vecchie vesti di emittente tematica o semi-generalista. Il disastro, comunque, è stato compiuto nel 2010 non rispettando i corretti criteri di attribuzione. L’azione più clamorosa è stata messa a punto dalle due emittenti che, se fossero stati rispettati i criteri di assegnazione, non avrebbero occupato le posizioni 8 e 9 del telecomando trattandosi di tv storicamente musicali come, appunto, il loro marchio testimonia sin dalla loro nascita. L’unico modo, quindi, per cercare di mantenere tali posizioni, era quella di modificare palinsesto prima e marchio poi, cosa che è avvenuta gradualmente per migliorare la “digeribilità” di utenti, regolatori e giudici. Detto fatto: il celebre marchio MTV, poi MTV8 creato da Viacom, dopo l’entrata della nuova gestione Sky, è stato sostituito dal nuovo (Tv8) a partire dal 16 gennaio. Operazione seguita a ruota da DeeJayTV che è diventato Nove Deejay. (Segue)

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27 Febbraio 2016

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Settimanale di informazione sul settore

radiotelevisivo dell’Associazione Coordinamento Nazionale Televisioni

Terzo Polo Digitale www.coordinamentonazionaletelevisioni.it

Anno X N. 7 del 27/02/2016

I N Q U E S T O N U M E R O

- DTT: LCN, e adesso subito I bandi. Vergognoso ritardo

- TV: canone Rai, no alla pubblicità su almeno due emittenti

- TV: la morsa fiscale, Equitalia che truffa se’ stessa

- TV:Vivendi all’attacco,pausa su Premium e Avanti su Telecom

- FREQUENZE: MISE, diritti d’uso a non assegnate ai nazionali

- TV LOCALI : raffica di controlli della GDF in tema di contributi

- RADIO:Tribunale condanna emittente slovena su interferenze

- TV: monopoli che avanzano, Viacom si fa spazio sul DTT

- TV: Ascolti,parte a Luglio il super panel di Auditel, ma è guerra

- TV: ecco quante sono le televisioni in Italia nel 2015

- DIGITALE: stallo in Italia, penultimo paese dell’Unione

- NEWS in Breve :prossimamente si arricchisce la sezione radio

NUMERAZIONE DEI CANALI SUL TELECOMANDO

ADESSO SUBITO I BANDI Dopo la sentenza n. 1836/2016 della Corte di Cassazione che ha cancellato il lavoro di Tar e Consiglio di Stato (che stavano riportando legittima assegnazione degli LCN sul telecomando n.d.r.), non è più possibile aspettare oltre i vergognosi 4 anni già trascorsi nella piena illegittimità di molti posizionamenti LCN, e vanno immediatamente emanati i bandi per le nuove assegnazioni. Si deve, quindi, rispolverare dal cassetto la nuova delibera AGCom n. 237/13/CONS che si era fermata in corso di iter, e completare subito

tutta la procedura che nel lontano 2013 il Consiglio di Stato aveva sollecitato a “carattere di urgenza”.

ASCOLTI, ANZIANITA’ E INVESTIMENTI I CRITERI PER I PUNTEGGI A TV LOCALI Per ripristinare la legittimità delle corrette posizioni sul telecomando il CNT-TPD ricorda che, per costruire la giusta graduatoria, occorre tenere conto di quanto dettato sia in sede UE sia dalla stessa AGCom, e prevedere, tra gli altri, i principali criteri: 1) ASCOLTI, che traducono le preferenze del pubblico, da calcolare anche nel periodo prima del passaggio al digitale terrestre; 2) ANZIANITA’, vale a dire il periodo di attività nel settore; 3) INVESTIMENTI effettuati come operatore di rete che sottolinea gli sforzi sia in era analogica che digitale a testimonianza della solidità e grandezza di un’azienda che merita, ovviamente, punteggio maggiore rispetto a piccole realtà imprenditoriali. Non avendo rispettato tali criteri principali, molte emittenti hanno ottenuto posizione nel primo range delle locali, valga il clamoroso caso della Campania dove almeno 4 emittenti non dovrebbero occupare le attuali numerazioni, anche perché coinvolte in procedimenti giudiziari molto gravi.

QUELLA SPORCA DECINA LA CONQUISTA DEGLI LCN DESTINATE ALLE TV NAZIONALI GENERALISTE

Con la sentenza n. 1836/2016 gli attuali assegnatari delle posizioni 1-9 appartenenti al range destinato alle tv nazionali a carattere generalista, hanno tirato un sospiro di sollievo e, soprattutto quelle più a rischio “sfratto”, hanno proseguito con la “ripulitura” delle vecchie vesti di emittente tematica o semi-generalista. Il disastro, comunque, è stato compiuto nel 2010 non rispettando i corretti criteri di attribuzione. L’azione più clamorosa è stata messa a punto dalle due emittenti che, se fossero stati rispettati i criteri di assegnazione, non avrebbero occupato le posizioni 8 e 9 del telecomando trattandosi di tv storicamente musicali come, appunto, il loro marchio testimonia sin dalla loro nascita. L’unico modo, quindi, per cercare di mantenere tali posizioni, era quella di modificare palinsesto prima e marchio poi, cosa che è avvenuta gradualmente per migliorare la “digeribilità” di utenti, regolatori e giudici. Detto fatto: il celebre marchio MTV, poi MTV8 creato da Viacom, dopo l’entrata della nuova gestione Sky, è stato sostituito dal nuovo (Tv8) a partire dal 16 gennaio. Operazione seguita a ruota da DeeJayTV che è diventato Nove Deejay. (Segue)

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IL PRIMO RANGE LCN DEVE CONTENERE TUTTE LE TV GENERALISTE E chi, invece, nel 2010 possedeva i corretti requisiti per entrare a far parte delle prime 9 posizioni? Semplice, ha avuto per il momento il ben servito. Resta soltanto una anomalia: ammesso che TV8 e Nove DeeJay siano considerate tv generaliste (diciamo, “per acquisizione”), le tv nazionali generaliste sono 10, per cui il range dovrebbe essere 1-10 (e non 1-9 + il 20) per garantire a tutte, senza discriminazioni, il posizionamento nel primo range.

NO ALLA PUBBLICITA’ IN RAI CON L’AUMENTO

DELLE RISORSE DAL CANONE IN BOLLETTA

Gli analisti di Mediobanca hanno stimato il recupero fiscale proveniente dal canone Rai in complessivi 848 milioni (la quota riservata alla Rai per il 2016 sarebbe di 568 milioni, il 67%). La quota relativa all’Erario sarà tripartita tra l’istituzione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione e l’alimentazione del Fondo per la riduzione della pressione fiscale; inoltre si potrà procedere “all’ampliamento sino ad euro 8.000 della soglia reddituale prevista, ai fini della esenzione” dal pagamento dell’imposta.

La cifra complessiva stimata da Mediobanca cifra ha fatto saltare in piedi molti diretti competitors del monopolista pubblico irritati da un così elevato introito che altera la concorrenza, essendo i canali pubblici ormai pieni di spazi commerciali. Già La7 e Mediaset hanno chiesto che la Rai rimuova gli spazi pubblicitari su almeno due delle maggiori emittenti. “Il servizio pubblico va affidato alla Rai che è una realtà adatta a questa mission e che andrebbe finanziata prevalentemente con i soldi pubblici”. Se questa sballata concorrenza da fastidio a due monopolisti privati quali Berlusconi e Cairo, figuriamoci al mondo della televisione indipendente che deve lottare contro i grandi players che si spartiscono quasi totalmente l’intera torta pubblicitaria. In particolare le tv locali, che di sola pubblicità vivono, avvertono maggiormente il peso della privazione se restano solo le briciole. La soluzione sarebbe destinare interamente le preziose risorse del canone proprio alle tv minori, una misura adatta per salvare il settore dalla morte.

EQUITALIA CHE TRUFFA SE’ STESSA Non bastano le irremovibili cartelle esattoriali che piovono sulle teste di molti editori televisivi indipendenti nazionali e locali stretti nella morsa della crisi e dell’oligopolio Rai-Mediaset-Sky-Telecom-Viacom-Discovery. La macchina Equitalia è inquinata: c’era chi avrebbe contattato l’amico dipendente di Equitalia per avere informazioni riservate sulla posizione debitoria propria o di parenti e interessarsi per eventuali rateizzazioni e chi avrebbe versato la mazzetta per ottenere visure seguendo un iter amministrativo diverso da quello prescritto. C’era persino chi, e in questo caso l’accusa è rivolta ai presunti dipendenti infedeli, si sarebbe organizzato come in un’associazione a delinquere per compiere “delitti contro la pubblica amministrazione, la fede pubblica e il patrimonio”. Per tutti la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio. Le indagini hanno svelato l’esistenza di due gruppi, uno formato da quattro fra dipendenti e funzionari di Equitalia Sud spa e un secondo gruppo che faceva capo a un dipendente dell’ente di riscossione, un addetto alla vigilanza e un addetto alla portineria. Abuso d’ufficio, corruzione, rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio, falso e truffa sono a diverso titolo le accuse contestate.

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ALL’ATTACCO

BREVE “PAUSA” PER LA SCALATA SU PREMIUM E AVANTI TUTTA SU TELECOM

Vivendi è, al momento, impegnata con altri progetti per concentrarsi sui negoziati con Mediaset per acquistare la pay tv Premium. E’ quanto dichiara una fonte vicina alla media company francese riguardo alle indiscrezioni circolate negli ultimi giorni che parlavano di fitte trattative tra le due aziende e che avevano fatto volare in Borsa il titolo di Mediaset. Anche Mediaset ha negato operazioni all’orizzonte: “Nessuna trattativa in corso“, ha detto una fonte del gruppo, precisando “Non sono mai stati interrotti gli ottimi e abituali contatti con Vivendi, come con altri operatori del settore”. A nostro avviso si tratta solo di una calma apparente e momentanea. L’Italia resta, infatti, una priorità nella strategia di Vivendi che continua a rafforzarsi anche in Telecom. Il gruppo guidato da Vincent Bolloré, tra il 16 e il 19 febbraio, ha, infatti, acquistato 190,2 milioni di azioni ordinarie Telecom Italia, pari a circa l’1,4% del capitale, per 161,4 milioni di euro. Con queste operazioni, comunicate attraverso l’internal dealing, il gruppo francese sale dal 21,39% al 22,79% circa in Telecom.

BEN AMMAR PONTE DI CONTATTO TRA VIVENDI E MEDIASET Come riferisce Key4biz.com, il nostro Paese rappresenta un importante avamposto per Vivendi che punta a diventare la prima media company del sud d’Europa. La strategia è di offrire contenuti di qualità, specie quelli sportivi come testimonial’accordo commerciale raggiunto in Francia con la qatariota BeIN Sport. E in Italia la società appare interessata anche a Cattleya che ha prodotto diversi film e serie di successo negli ultimi anni, come Romanzo Criminale o Gomorra. Vivendi si trova davanti un competitor molto forte come Sky Europe. Per questa ragione, secondo gli analisti, un accordo con Premium sarebbe molto interessante e avrebbe senso strategico. La figura chiave di questi possibili negoziati potrebbe essere il finanziare franco-tunisino Tarak Ben Ammar che siede nel Consiglio di sorveglianza di Vivendi, oltre ad essere amico della famiglia Berlusconi e grande conoscitore del mercato audiovisivo dell’Italia e del Nord Africa dove il gruppo francese ha forti interessi.

PROCEDURA ASSEGNAZIONE DIRITTI D'USO FREQUENZE NON ASSEGNATE A OPERATORI DI RETE NAZIONALI

Sul sito del MISE-Com è stato pubblicato un documento recante le linee guida che illustrano i criteri e le modalità che verranno adottati per la formazione di graduatorie regionali di operatori di rete televisivi operanti in ambito locale, finalizzate all’assegnazione di diritti d’uso di frequenze, attribuite a livello internazionale all'Italia e non assegnate a operatori di rete nazionali, per il servizio televisivo digitale terrestre. Di seguito il link per scaricare il documento: http://mise.gov.it/images/stories/documenti/Linee_guida_bando_frequenze_versione_22-2-2016.pdf

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CONTRIBUTI STATALI TV LOCALI RAFFICA DI CONTROLLI DELLE FIAMME

GIALLE PRESSO LE EMITTENTI: AL CENTRO DELLE VERIFICHE LA

SEPARAZIONE CONTABILE

Secondo quanto riferito dal periodico Newslinet, si sono moltiplicate presso le sedi delle emittenti televisive le visite della Guardia di Finanza. Si tratta, quasi sempre, di controlli di natura amministrativa connessi alle domande per l’ottenimento dei contributi ex Legge. 448/1998, anche se qualche volta le ispezioni traggono spunto da accertamenti disposti da AGCom o dai Corecom regionali. In gran parte dei casi, le contestazioni mosse riguardano la separazione contabile, come noto, obbligo in capo ai soggetti che operano nell’ambito delle trasmissioni radiotelevisive digitali. Ma ad essere oggetto di approfondimento non è tanto e non solo la distinzione tra l’attività di operatore di rete e quella di fornitore di servizi di media audiovisivi, ormai pacifica e pressoché unanimemente adottata, quanto la scorporazione all’interno della sfera dei content provider, in altri termini la ripartizione tra singoli programmi. Un problema gestionale non da poco, se si considera che, spesso, un’emittente tv locale ex analogica gestisce anche 6 autorizzazioni per la fornitura di servizi di media audiovisivi locali oltre all’attività di operatore di rete (nel qual caso, secondo un’interpretazione rigida, occorrerà realizzare sezioni contabili per 7 attività all’interno della medesima società). Non solo, oggetto di confronto coi controllori è sovente anche l’attività di “carrier in house”, cioè destinata a veicolare esclusivamente programmi propri (quindi. In tal caso, sempre secondo una lettura rigida, occorrerebbe comunque ricostruire le poste dell’attività di network provider come se si avesse una veicolazione per conto terzi).

RADIO: TRIBUNALE ORDINARI O CONDANNA UN’EMITTENTE

SLOVENA PER INTERFERENZE Una sentenza del Tribunale Civile di Treviso del 04/02/2016 ha condannato un’emittente slovena a rimuovere le interferenze provocate ad una stazione italiana a carattere comunitario, ritenendo non rilevanti gli accordi internazionali perché sottoscritti fra Stati e non vincolanti per i cittadini. Bisogna tuttavia evidenziare che si tratta di una sentenza di prime cure, che potrebbe quindi essere ribaltata in seguito e anche il fatto che, essendo il condannato un ente estero che opera in uno Stato diverso dal nostro, l'esecuzione troverebbe non facile applicazione.

TV LOCALI

Con due decreti del 28/1/2016 pubblicati il 19/2/2016, il MISE-Com ha emanato i nuovi riparti per i contributi alle tv locali per gli anni 2011 e 2012

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MONOPOLI CHE AVANZANO

Viacom International Media Networks Italia, l’azienda guidata dall’Amministratore Delegato Andrea Castellari, con l’obiettivo di ampliare il proprio portfolio in Italia, annuncia l’arrivo di Paramount Channel, un nuovo canale di intrattenimento disponibile sull’LCN 27 del digitale terrestre a partire da Sabato 27 Febbraio.

Paramount Channel è il quarto brand del portfolio di Viacom International Media Networks Italia. Il nuovo progetto editoriale si aggiunge, infatti, a MTV (ora TV8), Comedy Central e Nickelodeon, andando così a rinforzare l’impegno dell’azienda nel proporre contenuti di intrattenimento per ogni tipologia di audience in Italia, sia sul segmento pay che sul segmento free to air. Come per tutti gli altri brand di Viacom in Italia, la concessionaria del canale sarà Viacom Pubblicità & Brand Solutions.

L’OPERAZIONE INQUADRATA NEL CONTESTO DELLE CONTRATT AZIONI LCN Questa operazione si colloca nelle contrattazioni riguardanti gli LCN che hanno visto, poi, spostare al n. 50 l’ex inquilino del 27, vale a dire SkyTg24. Sono momenti di forte concitazione che vedono in corso di assestamento il mercato della tv digitale terrestre, ed è quindi interesse dei grandi players spingere sull’accelleratore evitando che i competitors possano rafforzarsi a loro discapito.

PARTE A LUGLIO IL SUPER PANEL DI AUDITEL Dalla riunione del consiglio della società di rilevazione delle audience televisive, fondata nel 1984 (prima riunione presieduta da Andrea Imperiali di Francavilla che succede allo storico presidente Giulio Malgara), si è ribadito che il nuovo super panel di 10mila famiglie dotate di Set Meter sarà operativo dal prossimo luglio. E che, dopo l’incidente Nielsen dello scorso autunno in cui, per alcune settimane, i dati di audience non sono stati pubblicati, sono state riviste le clausole contrattuali. Nielsen, infatti, a sue spese, ha dovuto rifare l’intero campione. A questo punto Auditel è tutelato su prefissate performance Nielsen relative sia al panel base, sia al super panel. Se ci fossero mancanze da parte di Nielsen, Auditel avrebbe facoltà di rescindere il contratto già in luglio, facendo perdere a Nielsen Italia, quindi, un budget vicino ai 20 milioni di euro all’anno.

INTANTO SCOPPIA LA GUERRA TRA MONOPOLISTI SUL SIST EMA OBSOLETO Intanto continua a divampare la polemica attorno alle fasce Auditel, con i gruppi televisivi che insistono nel mettere in discussione i sistemi di rilevazione delle audience. Il problema sorge principalmente perché il sistema Auditel, incapace di aggiornarsi, continua ad essere impostato su fasce orarie ferme a più di 30 anni fa; i nuovi ritmi di vita hanno imposto una riprogrammazione dei palinsesti televisivi, che oramai vedono la c.d. “prima serata” iniziare anche alle 21.30. Insistendo nel proporre i dati relativi agli ascolti nella fascia oraria 20.30 – 22.30, si è venuto a creare un polverone confusionario di rilevazioni statistiche, nel quale ciascun emittente è molto abile nel tirare l’acqua al proprio mulino. Ognuno può decidere, a seconda dei propri interessi, di utilizzare e fregiarsi di dati relativi a particolari fasce orarie o determinati target di individui.

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TV IN ITALIA NEL 2015

Con il disastro della gestione riguardante il passaggio alla tv digitale terrestre e con la concomitante crisi economica, abbiamo assistito ad una strage di emittenti, soprattutto le più piccole e indipendenti dai trust politica-industria. Per molto tempo nessuno è stato in grado di quantificare “morti, feriti e sopravvissuti”. Riportiamo, quindi, i dati frutto di calcoli di Confindustria Radio Tv sui canali televisivi nazionali diffusi, via digitale terrestre o satellite, in chiaro o in pay, in Italia che conferma la “decimazione” nel settore.

Nel 2015 il numero dei canali televisivi ricevibili sull’intero territorio nazionale sono stati 406, 8 in meno rispetto al 2014. Il numero include tutti i canali trasmessi sui Mux nazionali terrestri, sulle piattaforme satellitare Sky e Tivusat, e include le versioni Time Shift +1 (39), HD (95) e i canali stranieri (lingua) (55). L’anno che si è da poco concluso registra un saldo netto, tra la chiusura e il lancio di nuovi brand, negativo rispetto al 2014 e pari a – 8 canali. Si tratta di un’inversione di tendenza, dopo un periodo di crescita ininterrotta dal 2012, anno di completamento della digitalizzazione del segnale terrestre, quando i canali ricevibili sul territorio nazionale erano 385 (+5%). Nel 2015 i canali presenti sulla piattaforma digitale terrestre si sono attestati a 130 unità, in lieve aumento rispetto all’anno precedente (+3 canali) contro un valore al di sotto delle 100 unità nel 2012 (+33%). Il satellite (pay+free) passa invece da 343 a 335 canali televisivi (-8 unità). Si tratta di dati al lordo delle duplicazioni sulle diverse piattaforme.

I canali gratuiti passano da 159 a 163 nell’ultimo anno (+4 canali): si tratta di una crescita di 35 unità (+27%) dal 2012, grazie allo sviluppo di nuovi canali specializzati precedentemente prerogativa della sola offerta a pagamento, ma il tasso di incremento annuale risulta molto ridimensionato. Nell’ultimo anno, i canali a pagamento calano invece di 12 unità. L’offerta a pagamento nel complesso appare più variabile, e in calo rispetto ai livelli del 2012. Nell’ultimo anno i maggiori avvicendamenti, in termini numerici, si sono verificati nell’ambito delle offerte a pagamento, soprattutto nei mesi centrali dell’anno, con la riorganizzazione di aree tematiche dedicate e il riassetto di alcuni Gruppi societari. Nel mese di giugno RTI-Mediaset, in previsione della nuova stagione autunnale del campionato di calcio di Serie A e della Champions League (dopo l’acquisizione dei diritti in esclusiva), ha rivisto l’intera offerta a pagamento di Mediaset Premium, lanciando una serie di nuovi canali, tra cui alcuni in alta definizione. Sempre nel periodo estivo, la piattaforma satellitare ha perso alcuni canali a pagamento, prodotti da editori internazionali (AMC Networks) e ha visto la riorganizzazione della famiglia di canali di Viacom International Media Networks, a seguito del più ampio accordo che ha segnato il passaggio di proprietà del canale MTV sul digitale terrestre (LCN 8) a Sky Italia.

All’interno del comparto dei canali in chiaro si segnala l’avvicendamento nella proprietà di alcuni canali (DeejayTv è passato dal Gruppo Espresso a Discovery Italia, MTV da Viacom a Sky Italia); la cessione dell’autorizzazione a trasmettere all’LCN 27, passato da Class TV a SkyTg24; il lancio del canale Gazzetta Tv. Ma l’aspetto più qualificante è stato l’aumento dell’offerta gratuita in alta definizione: nel 2015 hanno visto il lancio le versioni HD dei canali La7, La7D e Rai Sport 1. L’offerta di canali in alta definizione è passata da 65 canali nel 2012 a 95 nel 2015, con ben + 9 canali negli ultimi due anni. L’offerta in HD è presente soprattutto sulla piattaforma satellitare (più capiente agli attuali standard di compressione del segnale), che ospita anche un canale 3D. Ma gli sforzi e gli investimenti sono in aumento da parte di tutti i principali editori televisivi.

Nelle prime settimane del 2016, Gazzetta Tv di RCS Media Group, a solo un anno dal suo lancio, ha chiuso le trasmissioni sul digitale terrestre (LCN 59) lasciando spazio al canale Split Tv di DeAgostini Editore, e probabilmente continuando a portare avanti il proprio progetto sul Web. Nelle prossime settimane è stato annunciato lo sbarco del canale Paramount Channel targato Viacom al posto di Sky TG24 (LCN 27) che passa alla posizione di Effe TV (LCN 50), tra i canali all-news. Effe Tv esce dal digitale terrestre e dalla ricezione in chiaro, rimanendo un’esclusiva all’interno dell’offerta a pagamento di Sky Italia.

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ITALIA DIGITALE FERMA PENULTIMI IN UE PER LE RETI ULTRABROADBAND Il digitale in Italia non decolla e l’ennesima conferma del nostro ritardo arriva dal capitolo sul nostro paese del DESI (Digital Economy and Society Index 2016), l’indice

sviluppato dalla Commissione Europea che misura il grado di diffusione del digitale nei paesi Ue, basato su cinque indicatori (Connettività, capitale umano, uso di Internet, integrazione di tecnologie digitali e servizi pubblici digitali). Il nostro paese a giugno 2015 si piazza al 25esimo posto, perdendo una posizione rispetto al 2014 con uno score di 0,4 rispetto alla media Ue a 28 di 0,52. La Danimarca, i Paesi Bassi, la Svezia e la Finlandia rimangono in testa alla classifica del DESI. I Paesi Bassi, l’Estonia, la Germania, Malta, l’Austria e il Portogallo sono i paesi che crescono più in fretta e stanno distanziando gli altri. Il problema principale resta la scarsa copertura delle reti a banda larga veloce (NGA almeno 30 Mbps), tanto che siamo al 27esimo posto nella speciale classifica europea della connettività, con appena il 5,4% delle famiglie che ha un abbonamento Nga sul 53% di quelle abbonate. A livello europeo, il 71% delle famiglie ha accesso alla banda larga ad alta velocità (almeno 30 Mbit/sec) rispetto al 62% dell’anno scorso.

IN BREVE

IN BREVE

FREQUENZE IN DTT L’ASSETTO DI MERCATO

FORTEMENTE SQUILIBRATO ------------------------------------------------------------------------------------

Ricordiamo che la divisione dei multiplex nazionali in DVB-t tra gli operatori di rete del nostro Paese resta ancora fortemente squilibrata tale da non consentire la chiusura della procedura di infrazione da parte della Commissione UE nei confronti dell’Italia. Di seguito l’assetto di mercato per numero di operatori e mux assegnati:

• E. Industriale (EI Towers–Mediaset): 5

• RaiWay (Rai): 5

• Persidera (Telecom-L’Espresso): 5

• Premiata Ditta Borghini e Stocchetti di Torino (ReteCapri): 1

• Prima Tv: 1

• Europa Way: 1

• H3G: 1

• Cairo Network: 1

ADERISCI ALLA

NOSTRA ASSOCIAZIONE Questo momento delicato per le emittenti locali e nazionali indipendenti vede il CNT-TPD fortemente attivo sul campo allo scopo di tutelarle. Gli editori che lo volessero, possono aderire allo nostra associazione collegandosi al sito: www.coordinamentonazionaletelevisioni.it dove poter scaricare il modulo di adesione. Uniti si vince .

PROSSIMAMENTE LA SEZIONE RADIO

SI ARRICCHISCE

L’associazione CNT-TPD rinforza la sua struttura e si trasforma in Coordinamento Nazionale Radio Televisioni – Terzo Polo Digitale. Si aggiunge, infatti, una importante divisione di rappresentanza dell’emittenza radiofonica che sarà diretta da Gino Conte, esperto della settore, che curerà sia, come detto, la rappresentanza del comparto radiofonico, sia l’area delle news dedicate. Prossimamente, infatti, nel sito dell’associazione sarà aperta una sezione news esclusivamente dedicata alla radio. Il CNT-TPD intende, quindi, confermare e rafforzare, la rappresentanza di radio e tv nelle sedi istituzionali.

Comunicazione per i destinatari di “CNT Informa”: In base all’art. 13 del Decreto Legislativo N°196 del 2003, i vostri recapiti vengono utilizzati esclusivamente ai fini di questo servizio di informazione e non sono, pertanto, comunicati e/o diffusi a terzi. Nel caso non desideriate ricevere più il “CNT Informa”, ed essere cancellati dal suo elenco, inviate un fax al N. 0818370421 oppure una e-mail all’indirizzo [email protected]

Direttore Responsabile: Manfredi Pagano Reg.Tribunale di Napoli N. 4/07 del 17/01/2007 SEDE: Piazza Municipio, 80 - 80133 NAPOLI

C.N.T. Terzo Polo Digitale - Informa - Spedizione gratuita via e-mail e-mail: [email protected] Sito: www.coordinamentonazionaletelevisioni.it