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TERRITORIO | ISTITUZIONI | IMPRESE E enti Attività editoriale a cura de Il Sole 24 ORE Business Media Settimanale - Anno 6 N ° 14 Lunedì 18 marzo 2013 Attività editoriale a cura de Il Sole 24 ORE Business Media PROGETTI / L’iniziativa del Milc in collaborazione con l’Università di Siena L’Italia è ancora caput mundi Una mappa georeferenziata delle aziende leader nell’export N on solo cibo, moda e vino. Sono ben 250 prodotti e oltre 4500 aziende (con un fat- turato superiore ai 5 milioni di euro), tutti rigorosamente ma- de in Italy, a collocarsi ai vertici dell’export mondiale in settori produttivi, spesso inaspettati, come rubinetti, navi, piastrelle, macchine per imballaggi e mo- bili. Una riserva di eccellenze, che dimostra come, nonostante la crisi, resiste un’Italia creativa e di successo, riconosciuta e ap- prezzata nel mondo. A portare alla luce il meglio dell’industria del nostro Pa- ese, nella convinzione che il rilancio del brand Italia passa anche attraverso la valorizza- zione e il sostegno delle sue eccellenze, è il progetto “Italia Caput Mundi”, messo a punto dall’agenzia di comunicazione di Siena Milc, in collaborazione con il master in Comunicazio- ne d’impresa dell’Università di Siena e il patrocinio del mini- stero dello Sviluppo economi- co. L’iniziativa vuole inserire queste realtà produttive al top nell’ambito di una mappa il- lustrativa georeferenziata e di- sponibile online, con l’obiettivo di creare una rete di sostegno concreto al loro sviluppo eco- nomico, che coinvolga grandi realtà italiane e internazionali fornitrici di servizi per l’impre- sa. “Dopo aver lanciato la cam- pagna di comunicazione “Mad in Italy” e aver dato voce, anche attraverso le pagine dell’omoni- mo libro, a tutti quegli impren- ditori italiani che hanno scelto di rimanere nel proprio Paese per sviluppare la loro idea d’im- presa, con questa nuova fase vogliamo fornire un supporto concreto a tutte quelle aziende che sono un’eccellenza indu- striale”, spiega Giampiero Cito, direttore creativo di Milc. “Co- sì oltre a posizionarle in una mappa georeferenziata, abbia- mo scelto di sostenerle nei fatti, chiamando a raccolta grandi player erogatori di servizi: dalla finanza, al business consulting; dall’energia alla connettività, fino alla logistica e alle risorse umane, disposti a offrire condi- zioni vantaggiose per chi lavora ogni giorno per mantenere e portare la produzione italiana ai vertici”. In altre parole, il pro- getto intende promuovere tra le aziende italiane la diffusione del concetto di coopetition (co- operation più competition), un approccio possibile per aiutarle a superare il difficile momento che stanno attraversando. Il progetto Italia Caput Mundi si basa su una ricerca inedita, con l’incrocio dei dati dell’Indi- ce Fortis-Corradini (che indivi- dua le categorie merceologiche in cui l’Italia detiene le prime posizioni nell’export mondia- le) e di quelli del database Aida (Analisi informatizzata delle aziende italiane, con informa- zioni su oltre 700mila società di capitale). La stragrande maggioranza delle aziende produttrici di prodotti leader è costituita da piccole e medie imprese (85%), per lo più localizzate al Nord, dove spicca il 27% di concen- trazione in Lombardia e il 19% in Veneto. Nord Ovest e Nord Est dell’Italia. Si distingue, co- munque, anche il Centro con una concentrazione di aziende che interessa prevalentemen- te Emilia Romagna e Toscana (12%) e Marche (6%). Il mag- gior numero di queste imprese opera nella produzione di semi- lavorati e prodotti finiti. L’Italia si conferma, dunque, un Paese manifatturiero, in cui l’idea di impresa e la capacità produt- tiva costituiscono un punto di forza distintivo di un sistema che deve approvvigionare la stragrande maggioranza delle materie prime dall’estero. Al primo posto, troviamo il settore tessile con circa il 17% delle imprese rilevate, seguito dalla fabbricazione di macchi- nari (circa il 15%), con i “rubi- netti” in posizione di assoluta priorità. Grande rilievo spetta anche alle produzioni di parti di mobili (12,4%), calzature (8%), indumenti e accessori per abbigliamento (7,5%), ghi- sa ferro e acciaio (6%), cuoio e pelli (5,5%), “minerali non me- talliferi”, in cui rientra il com- parto delle piastrelle (5,5%). Sono tutte collocate nelle pri- ma trenta posizioni dell’indice dei prodotti in cui l’Italia de- tiene la leadership nell’export mondiale. A sostegno degli imprenditori che hanno scelto di rimanere in Italia per sviluppare la loro idea di impresa Spedizione con tariffa Posta Target Magazine conv. naz./304/2008 del 01-06-2008 INDUSTRIALI D’ECCELLENZA © STUART MILES - FOTOLIA.COM

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TERRITORIO | ISTITUZIONI | IMPRESE

E entiAttività editoriale a cura de Il Sole 24 ORE Business Media

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Settimanale - Anno 6 N° 14 Lunedì 18 marzo 2013

Attività editoriale a cura de Il Sole 24 ORE Business Media

■ PROGETTI / L’iniziativa del Milc in collaborazione con l’Università di Siena

L’Italia è ancora caput mundiUna mappa georeferenziata delle aziende leader nell’export

Non solo cibo, moda e vino. Sono ben 250 prodotti e

oltre 4500 aziende (con un fat-turato superiore ai 5 milioni di euro), tutti rigorosamente ma-de in Italy, a collocarsi ai vertici dell’export mondiale in settori produttivi, spesso inaspettati, come rubinetti, navi, piastrelle, macchine per imballaggi e mo-bili. Una riserva di eccellenze, che dimostra come, nonostante la crisi, resiste un’Italia creativa e di successo, riconosciuta e ap-prezzata nel mondo.A portare alla luce il meglio dell’industria del nostro Pa-ese, nella convinzione che il rilancio del brand Italia passa anche attraverso la valorizza-zione e il sostegno delle sue eccellenze, è il progetto “Italia Caput Mundi”, messo a punto dall’agenzia di comunicazione di Siena Milc, in collaborazione con il master in Comunicazio-ne d’impresa dell’Università di Siena e il patrocinio del mini-stero dello Sviluppo economi-co. L’iniziativa vuole inserire queste realtà produttive al top nell’ambito di una mappa il-lustrativa georeferenziata e di-sponibile online, con l’obiettivo di creare una rete di sostegno

concreto al loro sviluppo eco-nomico, che coinvolga grandi realtà italiane e internazionali fornitrici di servizi per l’impre-sa. “Dopo aver lanciato la cam-pagna di comunicazione “Mad in Italy” e aver dato voce, anche attraverso le pagine dell’omoni-mo libro, a tutti quegli impren-ditori italiani che hanno scelto di rimanere nel proprio Paese per sviluppare la loro idea d’im-presa, con questa nuova fase vogliamo fornire un supporto concreto a tutte quelle aziende che sono un’eccellenza indu-striale”, spiega Giampiero Cito, direttore creativo di Milc. “Co-sì oltre a posizionarle in una mappa georeferenziata, abbia-mo scelto di sostenerle nei fatti,

chiamando a raccolta grandi player erogatori di servizi: dalla �nanza, al business consulting; dall’energia alla connettività, �no alla logistica e alle risorse umane, disposti a o�rire condi-zioni vantaggiose per chi lavora ogni giorno per mantenere e portare la produzione italiana ai vertici”. In altre parole, il pro-getto intende promuovere tra le aziende italiane la di�usione del concetto di coopetition (co-operation più competition), un approccio possibile per aiutarle a superare il di�cile momento che stanno attraversando.Il progetto Italia Caput Mundi si basa su una ricerca inedita, con l’incrocio dei dati dell’Indi-ce Fortis-Corradini (che indivi-dua le categorie merceologiche in cui l’Italia detiene le prime posizioni nell’export mondia-le) e di quelli del database Aida (Analisi informatizzata delle aziende italiane, con informa-zioni su oltre 700mila società di capitale). La stragrande maggioranza delle aziende produttrici di prodotti leader è costituita da piccole e medie imprese (85%), per lo più localizzate al Nord, dove spicca il 27% di concen-

trazione in Lombardia e il 19% in Veneto. Nord Ovest e Nord Est dell’Italia. Si distingue, co-munque, anche il Centro con una concentrazione di aziende che interessa prevalentemen-te Emilia Romagna e Toscana (12%) e Marche (6%). Il mag-gior numero di queste imprese opera nella produzione di semi-lavorati e prodotti �niti. L’Italia si conferma, dunque, un Paese manifatturiero, in cui l’idea di

impresa e la capacità produt-tiva costituiscono un punto di forza distintivo di un sistema che deve approvvigionare la stragrande maggioranza delle materie prime dall’estero. Al primo posto, troviamo il settore tessile con circa il 17% delle imprese rilevate, seguito dalla fabbricazione di macchi-nari (circa il 15%), con i “rubi-netti” in posizione di assoluta priorità. Grande rilievo spetta

anche alle produzioni di parti di mobili (12,4%), calzature (8%), indumenti e accessori per abbigliamento (7,5%), ghi-sa ferro e acciaio (6%), cuoio e pelli (5,5%), “minerali non me-talliferi”, in cui rientra il com-parto delle piastrelle (5,5%). Sono tutte collocate nelle pri-ma trenta posizioni dell’indice dei prodotti in cui l’Italia de-tiene la leadership nell’export mondiale.

A sostegno degli imprenditori che hanno scelto di rimanere in

Italia per sviluppare la loro idea di impresa

Spedizione con tariffa Posta Target Magazine

conv. naz./304/2008 del 01-06-2008

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EventiLunedì 18 marzo 20132 Industriali d’eccellenza

Lorena Antoniazzi, mar-chio italiano di maglieria

femminile di lusso, ha annun-ciato l’apertura del suo primo � agship store a Parigi. È un momento di grande euforia per il prestigioso marchio Lorena Antoniazzi che nell’arco di un mese festeggia l’approvazione di un rivoluzionario brevetto e l’apertura del monomarca a Parigi, nel centro del lusso della Ville Lumière. La nuova vetrina, situata al numero 10 di rue de Castiglione, nel cuore della capitale francese, tra place Vendôme e il Jardin des Tuile-ries, ha u� cialmente aperto le porte il 3 marzo 2013 durante la Fashion Week di Parigi. Il negozio ri� ette a pieno l’animo della designer, che insieme a un architetto si è occupata dell’ar-redamento, disegnando pezzi unici in perfetto “stile Lorena”: esempio di artigianalità che da sempre contraddistingue la marca. L’azienda, fondata nel 1993 dalla omonima designer

“High technology for motorsport”.

Questo slogan da solo fa capire di quali passioni si nutre Veca Group. Ma la specialità di que-sta azienda di Soliera, in provincia di Modena, non si limita alla col-laborazione con le mi-gliori scuderie (tra tutte basta citare la Ferrari). Infatti, dal 1962 Veca Group o� re il know-how più avanzato per il mercato globale della meccanica d’eccellenza. Lavorazioni di preci-sione ad alto contenuto tecnologico consentono al gruppo di produrre componenti di altissima precisione per il settore motorsport e l’aeronau-tica.Nonostante la di� cile congiuntura economi-ca Veca continua a crescere: le nuove assunzioni e� ettuate nel 2012 portano il Gruppo ad avvalersi di un team a� atato di 130 persone, che lavora-no insieme seguendo i criteri dell’alta precisione, dell’e� -cienza e dell’eccellenza. Alle risorse umane si a� anca un parco macchine last-ge-

Fiore all’occhiello dell’azienda il brevetto della tracciabilità dei capi Dai motori sportivi all’aeronautica: ogni giorno una nuova s� da

Nuovo monomarca nel lusso parigino L’eccellenza in evoluzione

insieme al marito Gianluca Mirabassi, ha da sempre in-vestito in ricerca e tecnologia per o� rire un prodotto sempre più esclusivo e una qualità sen-za pari. Nel 2008 ha ottenuto la certi� cazione “Itf” (Italian Textile Fashion). Le collezioni sono realizzate interamente in Italia, all’interno della sede storica di Perugia. Il � ore all’oc-chiello dell’azienda è il pro-

neration per la produzione e il controllo. “I nostri clienti - a� erma Alessandro Verasani, titolare di Veca Group - ri-chiedono prestazioni al limite della fattibilità oggettiva, sia in termini di qualità che di consegna. Il nostro compito è superare ogni giorno nuovi traguardi”.

getto, appena brevettato, della tracciabilità dei capi, grazie al quale, per mezzo di un innova-tivo microchip, il consumatore può facilmente risalire a tutte le fasi di lavorazione del prodotto acquistato. Tessitura, rimaglio, lavaggi, controlli. Garanzia di un autentico made in Italy. Per sottolineare il collegamento tra l’artigianalità di Lorena An-toniazzi e il mondo dell’arte, all’inaugurazione era presente anche la scultrice di fama in-ternazionale Rabarama che ha esposto alcune sue opere. Oltre allo showroom di via Sant’Andrea a Milano, ora, il marchio conta anche uno showroom a Parigi. Nel mer-cato francese Lorena Anto-niazzi è già disponibile presso le Bon Marché e diversi punti vendita multimarca di grande prestigio. Con questa opera-zione Lorena Antoniazzi ha dimostrato una volta di più di essere un’azienda di grande tradizione e innovazione.

Il Gruppo investe ogni anno parte del ricavo nell’acquisto di nuove strumentazioni e tec-nologia che migliori la qualità del prodotto. Anche la fase del con-trollo riveste un’im-portanza strategica: un processo produttivo di qualità superiore si snoda attraverso con-trolli capillari, non so-lo a pezzo ultimato ma anche nelle fasi inter-medie. “Possiamo ri-durre - spiega Verasani - i costi di produzione prestando grande atten-zione alla ‘non qualità’ . In altre parole, riuscire a produrre bene sen-za scarti è sinonimo di competitività”.Se le missioni impossi-bili sono all’ordine del giorno, non mancano

certo le grandi soddisfazioni. Veca infatti, oltre alla Casa di Maranello, è a � anco dei principali protagonisti della Formula 1. Anche la � ducia di clienti come Agusta Westland del gruppo Finmeccanica è grati� cante. Il progresso non si ferma, Veca Group nemmeno.

Alessandro Verasani, titolare della Veca Group di Soliera (Modena)

■ LORENA ANTONIAZZI / L’alta maglieria femminile anche a Ville Lumière ■ VECA GROUP / Il gruppo modenese continua a investire in innovazione

Sede operativa: Via Carlo Pisacane, 120016 Pero - Milano

Attività editoriale a cura de: Stampatori:ll Sole 24 Ore S.p.A.Via Busto Arsizio, 36 20151 Milano;Il Sole 24 Ore S.p.A. Via Tiburtina Valeria; Km 68,7 - 67061 Carsoli (Aq);Società Editrice Arena S.p.A. Via Torricelli,1437060 Caselle di Sommacampagna - (Vr);

Stampa Quotidiana S.r.l - Via Galileo Galilei, 280/A 40059 Località Fossatone Medicina - (Bo);Centro Stampa Editoriale S.r.l. - Via Del Lavoro, 18 36040 Grisignano di Zocco - (Vi);Centro Stampa Quotidiani S.p.A. - Via dell’Industria, 52 25030 Erbusco - (Bs);

DIN NEWSLETTERSettimanale - Anno 6 - Numero 14Lunedì 18 marzo 2013

Direttore responsabile: Mattia Losi

TERRITORIO | ISTITUZIONI | IMPRESE

E enti Agente:AREA MEDIA sasVia Nannetti, 2/e 40122 BolognaTel.: 051 6492589Fax: 051 5282079Mail: [email protected]

Registrazione Tribunale di Milano numero 208 del 21 marzo 2005

EventiLunedì 18 marzo 2013 Industriali d’eccellenza 3

I contenuti innovativi dell’impianto per la

pirolisi dei pneumatici messo a punto da Curti si possono riassumere così: utilizzo del pneu-matico tal quale (il pneumatico viene intro-dotto nel reattore senza aver subito in preceden-za alcun tipo di tratta-mento) consentendo una maggiore economicità impiantistica, gestionale e un notevole risparmio di energia generalmente utilizzata per la tritura-zione e trasformazione del pneumatico; il re-attore ha un metodo di tenuta del syngas, me-diante guardia idrauli-ca, in estrema sicurezza antiscoppio. È in corso la progettazione di un im-pianto industriale con-tinuo per il trattamento degli pneumatici fuori uso in grado di funzio-nare 24 ore su 24.Ad oggi la soluzione pro-spettata dalla Curti e dal suo pirolizzatore in con-tinuo è la migliore sul mercato anche in termi-ni di riciclo delle materie prime secondarie.Semplificando, il proces-so di pirolisi produce cir-ca un 10% di acciaio che viene riciclato dalle ac-ciaierie; un 30% di car-bone amorfo con un con-tenuto di zolfo inferiore al 3% che può essere, per esempio, utilizzato come additivo di carboni atti-vi, impiegati per rimuo-vere metalli pesanti e altri inquinanti dai fumi di scarico di termovalo-rizzatori e acciaierie; un 30% di olio combustibi-le, simile al Btz (circa 1% di zolfo), che, tal quale, o previa leggera diluizione con altri carburanti, può essere commercializzato o impiegato per produr-re energia in situ. Infine, un 30% di syngas che, trasformato in energia termica, viene utilizzato dallo stesso processo. Va sottolineato come questa autoproduzione di energia eviti l’uso di energia proveniente da altre fonti esterne (ener-gia elettrica pregiata). Se necessario è anche possibile destinare una parte dell’energia termi-ca all’utilizzo per teleri-scaldamento.

Con la pirolisi si ottiene acciaio da riciclare

e si autoproduce energia

Semplifi cando: l’impianto di pirolizzazione

è una sorta di pentoladove si trasformano

gli pneumatici

Un impianto capace di “scomporre” nei mate-

riali originari gli pneumatici che hanno esaurito la loro funzione, recuperando ener-gia e componenti che possono essere riutilizzate in nuovi cicli produttivi.L’obiettivo è immettere sul mercato soluzioni sempre più innovative e aprire nuove prospettive di business (come un’ulteriore possibilità di rici-clo degli pneumatici), econo-micamente appetibili e sosteni-bili per l’ambiente. È questa la nuova frontiera in cui è impe-gnata Curti Costruzioni Mec-caniche ([email protected]) di Castel Bolognese (RA) con la sua di-visione Energia, che opera nel campo della progettazione am-bientale con la realizzazione di impianti di cogenerazione, di gassi� cazione, di produzione di energia sia da fonti alterna-tive, sia di recupero. “Si tratta di un impianto di pi-rolizzazione degli pneumatici, da cui si ricava olio combusti-bile, gas, polverino di carbone e acciaio”, spiega l’ingegner Alessandro Curti. Figlio di Libero che nel 1955 fondò l’azienda, dal 1992 è alla guida di una realtà industriale che ha saputo diversi� carsi partendo dalla sua competenza speci� -ca: la meccanica di precisione. È stato il know how in questo settore che ha dato impulso anche alla divisione Energia e alle soluzioni innovative che ha sviluppato, come l’ impianto per dare nuova vita ai materiali che sono stati impiegati per co-struire gli pneumatici. “Questo impianto”, illustra Curti, “è una sorta di pentola a bassissima pressione. Il bre-vetto ovviamente non è sul sistema di pirolizzazione, ma su quello di caricamento dei pneumatici nella “pentola”.Era infatti necessario trovare un sistema che consentisse di non perdere tempo e calore nell’immissione del materia-le. Ulteriore novità è rappre-sentata dal sistema di tenuta, che è ad acqua e perciò rende impossibile qualsiasi tipo di esplosione”. La pirolizzazione degli pneu-matici così come è stata pro-grammata nell’impianto ide-ato, progettato e costruito da Curti consente il recupero di gas (attraverso un sistema di

tubazioni che permettono di usare il gas per alimentare il processo dell’impianto), di olio combustibile, che può essere immediatamente impiegato per produrre calore ed energia per alimentare motori (per la produzione di energia elettri-ca) o venduto sul mercato, pol-verino di carbone (che si rac-coglie dopo che si è depositato su appositi nastri trasportatori) e l’acciaio, separato da oppor-tuni separatori magnetici. “La realizzazione dei sistemi per

il recupero di questi materiali così di� erenti tra loro”, prose-gue Curti, “è reso relativamen-te semplice dal fatto che essi hanno caratteristiche chimico-� siche e pesi speci� ci molto diversi”. Ulteriore tassello fon-damentale nel processo assicu-rato da questa nuova proposta di Curti è il controllo di quali-tà sui materiali ottenuti dalla scomposizione degli pneuma-tici. “È una fase essenziale”, di-ce Curti, “che assicura l’ottima commerciabilità dei prodotti ottenuti dal processo di piroliz-zazione degli pneumatici”. L’impianto sperimentale è già stato realizzato e la divulgazio-ne dei risultati ottenuti sta dan-do riscontri eccezionali, tanto che ora si è nella fase operativa: quella cioè che prevede la vera e propria messa in produzione industriale. “Stiamo valutando le prime realizzazioni in Italia, Serbia e in Brasile”, anticipa Curti. “L’idea è progettare e costruire l’impianto, ma non escludo che si possa anche ar-rivare a gestirlo magari in part-nership”.

Un’ottima soluzione di riciclo degli pneumatici che, se ha già riscosso interesse all’este-ro, potrebbe essere un’inte-ressante opportunità anche in Italia, dove sono state di re-cente costituite le società con-sortili Ecopneus ed Ecotyre per il rintracciamento, la raccolta, il trattamento e la destinazione � nale degli pneumatici fuori uso. “Lo sviluppo del nuovo impianto”, nota Curti, “è sta-

to reso possibile da un lavoro congiunto che abbiamo svolto con i dipartimenti di Ingegne-ria meccanica e Chimica indu-striale dell’Università di Bolo-gna, “una collaborazione che sta continuando”, dice Curti, “con una sperimentazione che applica la pirolizzazione alla � bra di carbonio per recupe-rare il prezioso � lo di carbonio dai manufatti che hanno ormai esaurito la loro funzione d’uso”.

Meccanica, il primo amore ma l’energia ha preso piede La storia: dal papà Libero, ex dipendente di una grossa aziendameccano tessile che decide di fare il salto, al � glio Alessandro, ingegnere col pallino della ricerca, l’azienda è cresciuta sui mercati globali

Curti Costruzioni Mecca-niche ha chiuso il 2012

con un fatturato di 58 milioni, che sale a 85 milioni di euro se si considera tutto il Gruppo. “Cifre che signi� cano un 20% in più sul fatturato del 2011”, a� erma l’ingegner Alessandro Curti. È lui, dal 1992, alla guida dell’impresa creata da suo padre che da dipendente sul � nire degli anni Cinquanta aveva deciso di diventare im-prenditore. Il mercato è quello internazio-nale e il Gruppo ha una ca-pacità d’azione che spazia in tutto il mondo, da Taiwan al Brasile passando per la Polo-nia e il Nord Europa. L’ingresso di Alessandro Curti in azienda portò a un deciso

cambio di rotta, pur non di-sconoscendo nulla di quello che era stata la storia impren-ditoriale � no a quel momen-to, ma anzi ampli� candone le possibilità. Il core business, infatti, ha continuato ad esse-re la meccanica di precisione “ma da terzisti siamo diven-tati produttori di macchine in conto proprio con un nostro marchio – spiega – e abbiamo cominciato a diversi� care i settori di applicazione, svilup-pando anche quelli in cui ave-vamo maturato esperienza”. È così che oggi Curti Costruzioni Meccaniche fornisce moduli, macchine e impianti completi per vari settori che spazia-no dal tessile alla robotica, dall’automotive al packaging

(alimentare, farmaceutico e cosmetico), costruisce com-ponentistica aeronautica e manufatti per il settore dello spazio. A tutto ciò si aggiunge la divisione Energia, nata nel 2006 e inserita nel mercato degli impianti per il recupero e la produzione di energia da fonti rinnovabili, del rispar-mio energetico e dell’ambiente. Curti Energia ha impostato le proprie attività su un so-lido bagaglio tecnico, frutto dell’esperienza pluridecennale della Direzione tecnica, su un costante aggiornamento volto alla realizzazione di soluzioni innovative coperte da brevetti e sulla stretta collaborazione con diversi Centri di ricerca ed Università.

■ CURTI COSTRUZIONI MECCANICHE / Una divisione focalizzata su impianti di cogenerazione e di gassi� cazione da fonti alternative

Per produrre energia non si butta via nientePneumatici esausti alimentano un impianto che recupera energia per nuovi cicli produttivi ecocompatibili

A fi anco: impianto sperimentale di pirolisi sviluppato da Curti Costruzioni Meccaniche,in grado anche di autoprodurre energia. Sotto: C80,case packer

A sx 1002AC, astucciatrice verticale con cambio formato completamente automatico. A dx C35, case packer & palletizer

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EventiLunedì 18 marzo 20134 Industriali d’eccellenza

ll Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Unimore, con sede a Modena

mentazioni interessanti per la veri�ca sperimentale, a dispo-sizione delle aziende, e l’ap-poggio intensivo dei docenti del nostro ateneo sulle attività che sono oggetto di conven-zione e �nanziamento”.Intermech è in grado di far fronte alle esigenze delle pic-cole e medie imprese del ter-ritorio, lavorando alla forma-zione di �gure professionali e fornendo competenze utili per una maggiore competi-

■ UNIMORE / I due centri interdipartimentali Intermech-MoRe (Meccanica) e So�ech-Ict (Tecnologie dell’Informazione)

Giovani svegli per imprese che vogliono crescere

tività. Peculiarità qualitative analoghe a quelle di So�ech-Ict, l’altro centro interdiparti-mentale.“Noi ci occupiamo tenden-zialmente di ingegneria infor-matica”, spiega Rita Cucchia-ra, direttore di So�ech-Ict, “oltre che di automazione, elettronica e telecomunica-zioni, di economia organiz-zativa e di marketing. Siamo circa 70 docenti e ricercatori, la nostra sede è distribuita nei

due dipartimenti di Modena, Ingegneria Enzo Ferrari ed Economia Marco Biagi”.Grazie a questa innovativa si-nergia tra i due dipartimenti, i ricercatori e docenti di In-gegneria dell’Informazione si a�ancano ai colleghi di Economia e organizzazione aziendale, favorendo una ri-cerca avanzata nelle nuove tecnologie, rivolte sia alle aziende propriamente Ict, operanti nei sistemi, servizi e applicazioni, sia alle aziende non Ict (manifatturiere, ter-ziarie...) che, soprattutto in questo momento, hanno bi-sogno di innovare i prodotti e processi produttivi.So�ech-Ict si occupa, inoltre, di cloud computing, di nuove ricerche in “Internet delle co-se”, di sensori, di multimedia e analisi di video, di sistemi informativi e sistemi mobili, di ingegnerizzazione e pro-gettazione del so�ware.“Siamo gruppi di ricerca gio-vani”, precisa Rita Cucchiara, “impegnati in molti contratti internazionali e in progetti europei, ma anche nel sup-porto alle imprese nascenti e agli spin o�. Soltanto il 10% dei nostri �nanziamenti de-riva da fondi della Regione, perché il 90% ci arriva di-rettamente dai contratti di ricerca che stipuliamo con le aziende”.Entro un anno gli spin o� e i laboratori di So�ech-Ict e Intermech-MoRe troveranno sede nella palazzina dell’In-novazione, in fase di costru-zione.

Robotica, biotech e multimediale: la ricerca promossa dal dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari

Sono promossi dal Diparti-mento di Ingegneria “Enzo

Ferrari” di Modena i due centri interdipartimentali di ricerca che eccellono in Emilia Ro-magna rispettivamente nella meccanica e nelle tecnologie dell’informazione: Intermech-MoRe e So�ech-Ict, entrambi co-�nanziati dal Programma Operativo Regionale del Fondo europeo Fesr 2007-2013 e a�e-renti alla Rete Alta Tecnologia della Regione.I due centri-laboratori sono espressione dell’Università

di Modena e Reggio Emilia (Unimore) e svolgono un ruo-lo di primo piano nelle piatta-forme regionali “Meccanica e Materiali” e “Ict e Design”, i cui responsabili scienti�-ci sono proprio i direttori di Intermech-MoRe e So�ech-Ict, ovvero i professori Angelo Andrisano e Rita Cucchiara.“Il laboratorio Intermech è stato voluto nel 2009 da Uni-more e Regione”, dice il diret-tore Andrisano, “e si è a�er-mato come polo d’eccellenza per l’alta meccanica e la mo-

toristica in Emilia Romagna. È un centro che attualmente consta di tre dipartimenti universitari, due nella sede di Modena e uno in quella di Reggio, nell’ambito sia dell’in-gegneria sia delle discipline complementari come la �sica delle super�ci. Abbiamo un organico di 150 unità, più i tecnici”.Sensibile alla sostenibilità energetica e all’innovazione, Intermech si occupa di auto-veicoli e motoristica ad alte prestazioni (con relativi studi per ridurre consumi ed emis-sioni nocive), automazione industriale, quindi robotica e meccatronica, rivestimen-ti super�ciali e materiali avanzati, attività nel disegno industriale di prodotto, pro-gettazione di protesi e di com-ponenti per il settore dell’im-piantologia nel biomedicale.“Mi piace sottolineare”, prose-gue Andrisano, “l’interazione continuativa che abbiamo con le imprese del territorio, ma anche la costanza nei rapporti contrattuali di ricerca appli-cata, l’a�ermazione di gio-vani ricercatori, il turnover del personale all’interno del laboratorio, una serie di stru-

L’area dove sorgerà la palazzina dell’Innovazione che ospiterà i laboratori di Softech-Ict e Intermech-MoRe

EventiLunedì 18 marzo 2013 Industriali d’eccellenza 5

EventiLunedì 18 marzo 20136 Industriali d’eccellenza

“Ingegneri@Mo”, organizzato annualmente dal Dief, è un momento di incontro tra studenti, giovani laureati e aziende

ti, che permettono ai giovani neolaureati di lavorare per le imprese e, nel contempo, alle imprese di usufruire di que-ste competenze.“Tra i laboratori aziendali che abbiamo istituito all’in-terno del nostro dipartimen-to”, aggiunge Capra, “ne spic-cano due voluti da Ferrari: il MilleChili e il Rosso. L’altra modalità, abbastanza arti-colata, di trasferimento tec-nologico è rappresentata dai nostri spin o�: ne abbiamo otto attivi nelle aree dell’elet-tronica, dell’informatica, dei

ciali per i settori: arredamenti metallici, carpenterie metal-liche, edilizia prefabbricata, forniture stradali di sicurezza, fotovoltaico, lamiere grecate, serramenti, sicurezza strada-le, trasporti industriali e vari utilizzi. Tre i brevetti frutto dello stu-dio e della ricerca del Gruppo Borgnini attualmente in uti-lizzo all’azienda. Il “Number one” riguarda “il pro�lo Orp utilizzato nella carpenteria

■ DIEF/ Il Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari di Modena. Ben otto spin o� nelle aree elettronica, informatica, meccanica e �uidodinamica

■ GRUPPO BORGNINI / Quattro società: Pro�lumbra, Traspumbra, Mifa e Edacomsid

Ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico

Cresciuti con volontà di ferro e brevetti

materiali e della meccanica”.In pochi mesi il Dief ha già raggiunto un forte radica-mento, che si basa soprattutto sull’interazione con Modena, terra dei motori, della mec-canica e dell’automotive. Si segnalano, poi, le collabora-zioni col distretto della cera-mica di Sassuolo, nell’ambito dei materiali, e col distretto biomedicale di Mirandola, per quanto riguarda i senso-ri, le misure, l’elettronica e i materiali.Le sinergie diventano fonda-mentali per un dipartimento originato proprio dall’unione sinergica di tre dipartimenti, in quanto consentono di raf-forzare le competenze e favo-rire l’interdisciplinarità delle azioni. Il budget del Dief è costituito per il 50% da inte-razioni con le aziende: una percentuale considerevole sul bilancio, destinata a crescere ancora.“Attualmente”, entra nel me-rito il professor Luigi Rova-ti, delegato del direttore per i rapporti con il territorio e il trasferimento tecnologi-co, “abbiamo quattro spin o� nell’area dell’elettronica e informatica: l’innovativo

metallica - spiega Borgnini -. È una soluzione che consente di far risparmiare il 30% di materia prima e costa il 30% meno dei suoi simili pur dif-ferenziandosi in positivo per un 40% in più di caratteri-stiche tecniche. Questo - ag-giunge - è un brevetto su cui stiamo ulteriormente lavo-rando, per svilupparlo”. Un altro brevetto targato Borgni-ni è quello per la realizzazio-ne delle lamiere grecate, for-nite di particolari agganci per l’ancoraggio al calcestruzzo. Il terzo brevetto in utilizzo ha sempli�cato il getto delle tra-vi adoperate in edilizia. Complessivamente, sintetiz-za Borgnini, “produciamo oltre 5mila pro�li diversi e un migliaio con caratteristi-che nuove sono stati studiati

Bisy, che sviluppa so�ware; RSens, che realizza sensori all’avanguardia per la misura del gas radon, seconda causa del tumore al polmone (do-po il fumo); Data River, spin o� di informatica incentrato sui database; Vision-E, che si occupa di sistemi di visione”.“Abbiamo altri quattro spin o� nell’area della meccanica e materiali - prosegue Ro-vati - ovvero R&D Cfd sulla motoristica, EcoTecnoMat sull’ecologia e sui materiali, AstrA Research sulle simu-lazioni �uidodinamiche e meccaniche, Mimesis sulla mobilità sostenibile e sulla �uidodinamica”.Il Dipartimento di Ingegne-ria “Enzo Ferrari” �gura tra le prime strutture universi-tarie per il livello occupa-zionale, nel senso che i suoi studenti trovano occupazio-ne pochi mesi dopo la laurea. Ma c’è di più, perché, grazie agli spin o�, alcuni laureati si creano da soli una struttu-ra lavorativa per valorizzare economicamente la ricerca intrapresa nei laboratori.Aziende e studenti si in-contreranno anche in un evento organizzato e ospi-tato dal Dief, alla sesta edi-zione: “Ingegneri@Mo”, in programma il 20 marzo. L’obiettivo è mettere in rete il tessuto produttivo del ter-ritorio e gli studenti, laurea-ti e neolaureati, dando loro la possibilità di consegnare il curriculum e di partecipa-re a colloqui individuali nei vari stand.

da noi. Il 70% della nostra produzione è assorbita dal mercato italiano, il 20% rag-giunge l’estero attraverso no-stri clienti, mentre la nostra esportazione diretta è attor-no al 10% della produzione”. Oggi il cavalier Arsenio Borgnini è impegnato su un ulteriore fronte, oltre quello squisitamente produttivo, ovvero il passaggio genera-zionale. “Un processo avve-nuto al 90%”, racconta facen-do riferimento all’ingresso già avvenuto in azienda dei �gli: Mirko, Fabio e Aurora. “Una scelta che hanno com-piuto autonomamente - con-clude Borgnini -, anche se su di essa può aver in�uito l’aver condiviso sin da pic-coli la vita della famiglia in azienda”.

Il 50% del budget grazie a interazioni con le aziende. Il 20 si svolgerà Ingegneri@Mo anche per chi cerca lavoro

Lavorazioni di coil e pro�lati per i mercati globali e tecnologia sviluppata in casa

Sta nel trasferimento tec-nologico e nei conseguen-

ti rapporti con le aziende il tratto distintivo della qualità del nuovo Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” (Dief) di Modena, in cui sono con�uite le attività di-dattiche precedentemente gestite dall’omonima facol-tà di Ingegneria e quelle di ricerca dei dipartimenti di Ingegneria dell’informazio-ne, Ingegneria meccanica e civile e Ingegneria dei mate-

Un industriale d’eccellen-za il cavaliere del lavoro

Arsenio Borgnini lo è senza ombra di dubbio. Lo testi-moniano i risultati di quasi 40 anni d’impresa: un Grup-po che oggi è organizzato in quattro società, che detiene diversi brevetti, tre dei quali sfruttati direttamente, e che rappresenta un punto di rife-rimento nel settore dei pro�-lati metallici a freddo, ricavati direttamente da coil. “Per fare l’imprenditore un po’ di vocazione nel Dna la si deve avere - ammette Borgni-ni -, ma questa percentuale, anche minima, deve essere incrementata con alcuni ad-ditivi importanti: tenacia, volontà, capacità di non farsi mettere sotto da nessuno, ma neppure tentare di fagocitare qualcuno”. Ripercorrendo la sua “avventura” dagli inizi, l’imprenditore ricorda un ac-cumulo tale di stanchezza da farlo fermare sul ciglio della strada a notte fonda per un po’ di sonno prima di poter pro-seguire in sicurezza, o i viaggi memorabili fatti sugli Appen-nini sotto la neve. Niente lo ha fermato, però, nell’intento di costruire un’azienda il cui

riali e dell’ambiente. Nato nel giugno 2012 in seno all’Uni-versità di Modena e Reggio Emilia (Unimore), il Dief si muove quindi nelle aree del-la meccanica, dei materiali, dell’elettronica, dell’informa-tica, dell’ingegneria civile e ambientale, opera principal-mente sul territorio e inte-ragisce con varie aziende in diversi modi.“Puntiamo molto sull’aspetto territoriale”, a�erma il pro-fessor Alessandro Capra, di-

nome fosse sinonimo di qua-lità, sicurezza, mantenimento della parola data, autonomia dei cicli produttivi. “Siamo stati tra i primi in Umbria a produrre qualità - precisa -, non abbiamo mai ceduto alle sirene che potevano lu-singare con facili guadagni a discapito della qualità e oggi al 90% sono i clienti a chia-mare il Gruppo Borgnini. Ulteriore azione strategica è stata quella di attrezzarci per essere autonomi e autosu�-cienti per quanto concerne le attrezzature e tutte le fasi di produzione, ad eccezione del reperimento della materia prima. Anche le operazioni di manutenzione degli impianti e i controlli sui manufatti so-no realizzati da forze interne”. “Questa indipendenza - pro-segue Borgnini - ci consente di rispondere al committente al meglio delle nostre possibi-lità, con celerità e �essibilità”. In questo processo di auto-nomia, il Gruppo si è dotato anche di un laboratorio per tutte le prove necessarie sui metalli. Partito con un socio e tre operai, oggi Arsenio Borgnini guida una realtà che controlla

rettore del Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari. “In-fatti partecipiamo alle attività del Tecnopolo di Modena, istituito dalla Regione per fa-cilitare i rapporti tra aziende e università. Crediamo che la ricerca debba necessariamen-te essere a�ancata dal trasfe-rimento tecnologico, da cui può trarre vantaggio”.Ne deriva una straordinaria valorizzazione della ricerca, unita all’applicazione delle conoscenze. Nel Dief conti-nuano a svilupparsi laborato-ri aziendali, dunque �nanzia-

completamente ed è costituita da più di 90 addetti e quattro società: la storica Pro�lum-bra, Traspumbra (società de-dicata ai trasporti conto terzi nazionali e internazionali) e le altre due commerciali Mi-fa e Edacomsid, quest’ultima appena nata: il primo marzo scorso. Pro�lumbra produce pro�-lati metallici a freddo da 0,3 millimetri a 10 millimetri di spessore, tra cui pro�lati spe-

Il professor Alessandro

Capra, direttore del

Dipartimento di Ingegneria

“Enzo Ferrari”, e il professor Luigi Rovati, delegato del direttore per

i rapporti con il territorio e il trasferimento

tecnologico

La produzione Profilumbra

Il fondatore del Gruppo, cavaliere del lavoro Arsenio Borgnini

EventiLunedì 18 marzo 2013 Industriali d’eccellenza 7

quella di favorire un passag-gio di conoscenze e servizi a senso unico dalla FasTech alle società più aperte all’innova-zione di quei Paesi, in poco tempo l’idea è mutata. Abbia-mo capito il valore aggiunto della possibilità di collaborare con i nostri clienti per poter continuamente migliorare i nostri processi industriali di produzione”.Proprio in virtù dell’interesse per il settore petrolchimico, il cuore tecnologico della socie-

supportare l’imprenditorialità anche nel settore sociale, per la quale stiamo lavorando con Koiné, cooperativa sociale di Arezzo”. L’incubatore, inoltre, ha instaurato una forte colla-borazione con la Fondazione Masaccio, che riunisce impor-tanti aziende e numerosi enti locali del Valdarno. “Il Centro - evidenzia Car-pinelli - promuove iniziative imprenditoriali di tipo inno-vativo, le sostiene nella fase delicata dello start up ed è attrezzato per ospitare nell’in-

■ FASTECH / Da 10 anni specialisti in tecnologia e servizi d’ingegneria nella petrolchimica. Bene il bilancio 2012

■ CAVRIGLIA / Il Csii (Centro servizi incubatore di imprese) fa maturare idee imprenditoriali. Nell’area sono disponibili ancora otto lotti

La crisi si affronta così. E funziona

Esaurita la miniera è aumentata la creatività

tà è in Emilia, con sede tecni-co-scienti�ca a Ferrara: una delle città che ha maggior-mente dato impulso allo svi-luppo dei materiali polimerici grazie al gruppo di scienziati del professor Natta. Invece il centro direzionale e gli u�ci amministrativi sono a Sere-gno (MB), ove è presente an-che la holding Tecnopolimeri Spa, partner e stakeholder di FasTech.Tecnopolimeri è una società che opera a livello mondiale da più di 25 anni con un ruo-lo di leadership nel campo del trading di gomme sintetiche, materiali plastici e intermedi petrolchimici. Grazie anche a questo rapporto societario FasTech ha accesso a infor-mazioni peculiari sull’anda-mento del mercato e sulle future richieste dei potenziali clienti.

cubatore sia aziende manifat-turiere, per le quali servono spazi importanti, sia aziende innovative di tipo profes-sionale, per le quali mette a disposizione u�ci attrezzati. Al termine del periodo di in-cubazione - prosegue -, le im-prese possono insediarsi nella zona industriale, arricchen-dola e contemporaneamente usufruendo dei servizi o�erti dal Centro servizi, con conse-guente abbattimento di costi”. Tra le iniziative del Csii per

L’azienda ha investito in que-sti anni principalmente in due settori chiave: i giovani e la ricerca scienti�ca. Per esempio, nell’anno appena trascorso, FasTech ha �rmato una convenzione con l’Uni-versità degli Studi di Ferrara per sponsorizzare la ricerca scienti�ca su temi di comune interesse. Per quanto riguar-da, invece, l’età anagra�ca dei dipendenti “ È fondamentale investire sulla formazione dei giovani neolaureati, con ma-ster o dottorato, che lavorano con noi”, prosegue Susa. “Ri-teniamo che puntare sui mi-gliori laureati italiani signi�-chi assicurarsi, per i prossimi vent’anni almeno, le più pro-mettenti energie del Paese, con un bagaglio di compe-tenza, inventiva e intrapren-denza. A loro a�anchiamo persone con un’esperienza decennale, svolta nelle prin-cipali aziende petrolchimiche italiane e internazionali”. Questi presupposti portano a risultati che danno ragione all’azienda. Per esempio l’ul-tima grossa commessa che FasTech si è aggiudicata, con la �rma u�ciale nel genna-io del 2012, ha riguardato la progettazione di un impian-to per la produzione dell’ela-stomero Epdm (utilizzato in molteplici campi, tra cui quello automobilistico, per la produzione di manufatti) e la concessione della relativa licenza alla famosa azienda petrolchimica cinese Shaanxi Yanchang Petroleum Energy And Chemical Co.

stimolare la voglia d’impresa anche tra i giovani, c’è l’immi-nente indizione della prima edizione di “Stor_age”, premio promosso con Power One per idee progettuali sul tema del-lo storage energetico (www.incubatoredicavriglia.it). “Il vincitore si aggiudicherà 20

mila euro e il supporto per l’insediamento della start up nell’incubatore”, spiega Carpi-nelli, sottolineando come ogni iniziativa sia pensata non per esaurirsi in sé ma per ra�or-zare sempre più il tessuto im-prenditoriale di Cavriglia. Presso l’area industriale sono ancora disponibili 8 lotti, per una super�cie di circa 88.400 metri quadri di cui 54.400 edi-�cabili. Fra le infrastrutture disponibili, a breve anche il servizio di cloud computing.

Ottime prospettive anche nel 2013 grazie a internazionalizzazione, formazione e ricerca

Geotecnologie, fonti rinnovabili e innovazione sociale sono i settori in cui si sta investendo dal 1994

Si è chiuso in positivo il bilancio di FasTech del

2012, con un aumento del portafoglio clienti. E le sti-me per il 2013 sono molto incoraggianti. Nonostante la situazione economica euro-pea non sia ottimale e l’Italia, usando un eufemismo, non sia in uno dei suoi momenti storici di maggior espansione (il Pil italiano ha chiuso nel 2012 con una variazione del -2,4%, fonte: Istat), FasTech fa parte di quel gruppo di

“Investiamo perché si svi-luppino idee innovative

che si traducano in imprese, generando in questo modo lavoro e sviluppo”. Così il sin-daco di Cavriglia, Ivano Fer-ri, sintetizza l’imperativo che vent’anni fa il Comune si è dato facendo una scommessa che ora sta dando i suoi frutti. Perché in questo tempo l’am-ministrazione ha mantenuto fermo l’obiettivo, lavorando perché si concretizzasse. È da quella s�da che è nato il Csii, Centro servizi incu-batore di imprese insediato nell’amplissima area indu-striale di Cavriglia (35 ettari) con un duplice scopo: attra-verso l’incubatore portare a maturazione idee imprendi-torialmente valide che dopo la fase di start up possono inse-diarsi direttamente nella zona industriale completamente at-trezzata e vicina alle principali vie di comunicazione; avere un Centro servizi che mette a disposizione delle imprese servizi logistici di base (dal-le aule per le conference call alla sala congressi) e servizi professionalmente avanzati, frutto di star up che si sono fermate in loco.

aziende italiane che sono ri-uscite comunque a non farsi schiacciare dalla crisi pun-tando su due armi vincenti: l’internazionalizzazione e la tecnologia.La società, che festeggia quest’anno il suo decimo compleanno, nasce dall’intui-zione del suo fondatore e Ceo, l’ingegner Luigi Torti. È lui che ha avuto l’idea di fare da ponte per il trasferimento di tecnologie, di know-how e di servizi d’ingegneria, soprat-

“Cavriglia, un centro di 9.500 abitanti, ha fatto uno sforzo enorme per investire nell’in-novazione e dunque nel futuro suo, del Valdarno e della pro-vincia di Arezzo - prosegue il sindaco -, cercando anche di realizzare partnership con re-altà strategiche del territorio a�nché il Csii avesse tutte le migliori possibilità per esse-re volano di sviluppo”. Uno sforzo sostenuto anche dalla Regione Toscana, con la par-tecipazione alla realizzazione dell’incubatore d’imprese. Il progetto è cominciato a deli-nearsi agli inizi degli anni No-vanta, quando si stava esau-rendo la miniera di lignite che alimentava una centrale Enel di 250 Megawatt. Che fare, ci si è chiesti, dopo la chiusura di questa realtà? (La miniera si è esaurita nel 1994 e i terreni sono stati venduti dall’Enel al Comune per una cifra simbo-lica). Da qui l’idea di riconver-tire l’area in zona industriale urbanizzandola per attirare attività imprenditoriali e inse-diandovi il Csii, pensato come strumento per alimentarla in forma innovativa. Sono tre i �loni imprendito-riali su cui ha deciso di con-

tutto nel settore della petrol-chimica, verso i Paesi con una forte crescita interna: i famosi Bric (Brasile, Russia, India, Cina) e altri Paesi emergenti. Si tratta di Nazioni che molte delle grandi aziende del mon-do occidentale osservano tuttora con un atteggiamento di sostanziale chiusura alla concessione di conoscenze tecniche. Ma non la FasTech. In proposito Alessandro Susa, general manager di FasTech, a�erma “Se l’idea iniziale era

centrarsi l’incubatore d’im-presa, spiega Irene Carpinelli, temporary manager del Csii: “Le geotecnologie, come for-ma di valorizzazione del ter-ritorio, per le quale abbiamo stretto una collaborazione con il Centro di GeoTecnologie dell’Università di Siena che ha insediato presso l’incubatore uno spin o�; le energie rinno-vabili, un settore per il quale abbiamo avviato una colla-borazione con la Power One, azienda leader per gli inver-ter; l’innovazione sociale, per

Firma della convenzione con l’Università di Ferrara alla fine del convegno “Università ed industria: le sinergie possibili nel settore dei materiali polimerici”

Cerimonia per la firma del contratto con la società petrolchimica cinese Shaanxi Yanchang Petroleum Energy And Chemical Co.

Il Csii sostiene le iniziative nella fase di start up

Trovano posto nell’area sia attività manifatturiere che high tech

EventiLunedì 18 marzo 20138 Industriali d’eccellenza

cerotti, le bende e le siringhe. La linea degli elettromedica-li, inoltre, è aggiornata con misuratori di pressione e ter-mometri digitali ed infrarossi (misurazione in 0,5 secondi) dotati della più alta a�dabi-lità ed ergonomicità. L’aero-solterapia presenta a �anco degli apparecchi da tavolo la versione compatta.La linea Farmactive di me-dicazione avanzata per le le-sioni cutanee e le piaghe da

■ FARMAC ZABBAN / Forniture per farmacie, ospedali, case di riposo, grossisti sanitari e laboratori

Dal 1895 tutto per la salute e il benessere

decubito presenta una gam-ma completa di medicazioni idrocolloidi e poliuretani e di spray che unisce l’azione antibatterica dell’argento con quella riepitelizzante dell’aci-do ialuronico e si arricchita di recente con una medicazione brevettata in materiali nuovi per ridurre le cicatrici.Fra i prodotti per l’igiene per-sonale e per la detergenza, ampiamente utilizzati negli ospedali per la delicatezza e

l’e�cacia e disponibili in far-macia, la linea Soavì, a base di estratti vegetali dermopro-tettivi come l’olio di germe di grano e ad alto contenuto di vitamina E, si è ampliata con l’inserimento delle salviette in cotone senza parabeni, peg ed additivi.Una piacevole novità per la donna e per l’ambiente sono gli assorbenti femminili So-avì Nature composti al 100% cotone biologico e compo-stabili cioè completamente biodegradabili in 90 giorni con grande bene�cio per la riduzione dei ri�uti e per la sostenibilità ambientale.Sempre per la donna-mam-ma, i prodotti per l’allatta-mento al seno con il marchio Ardo sono fra i tiralatte e pro-dotti accessori più innovativi, silenziosi ed e�caci sul mer-cato.Farmac Zabban è anche pre-sente nel mondo dell’orto-pedia con il marchio Oppo rappresentato da una linea completa di polsiere, caviglie-re, ginocchiere, tutori lomba-ri e prodotti per tutte le ne-cessità ortopediche realizzati in materiali innovativi come il neoprene traspirante, il co-tone elasticizzato, il coolprene e il maxwrap.I prodotti Farmac Zabban so-no disponibili in farmacia e tramite la distribuzione inter-media del canale farmaceu-tico. L’azienda sarà presente alla �era Cosmofarma, che si terrà a Bologna dal 19 al 21 aprile 2013. Per informazioni: www.farmaczabban.it.

Linee complete per medicazioni, strumenti diagnostici e medicali all’insegna della totale qualità

Dall’ortopedia all’igiene personale, dai dispositivi

medici ai prodotti per auto-medicazione: ricerca ed inno-vazione connotano l’azienda Farmac Zabban Spa fondata nel 1895 a Bologna, leader nel settore dei dispositivi medici di medicazione, strumenti diagnostici e medicali.Le principali categorie di clienti, tra cui farmacie, ospe-dali, case di cura e di riposo, cooperative farmaceutiche e grossisti, sanitarie e labora-tori, ne apprezzano la profes-sionalità e l’assortimento di prodotti di alta qualità, che fa

dell’azienda un punto di rife-rimento importante per il pa-norama nazionale ed europeo dei dispositivi medici. L’eccel-lenza dell’azienda è testimo-niata dalle performance: oggi con un fatturato di oltre 30 milioni di Euro, 180 persone fra dipendenti e forza vendita e circa 10.000 clienti serviti, garantisce una distribuzione capillare di prodotti moderni in diverse linee di prodotto del mondo della salute. Nel 2012 è stato lanciato il nuovo marchio Med’S che ri-assume la mission aziendale di o�rire prodotti medicali

di eccellenza e di progettare e realizzare nuove soluzioni per le esigenze del mondo della salute. I prodotti Med’S sono idea-ti e progettati da un team di esperti di dispositivi medici e realizzati in stabilimenti tecnologicamente avanzati, dotati di camere bianche a contaminazione particellare controllata secondo i più alti standard qualitativi. Presti-giosi istituti ne certi�cano la qualità conforme alle più restrittive norme del setto-re. Qualità ed attenzione alla sostenibilità: nel 2011 è en-trato in funzione un impianto fotovoltaico posizionato sul coperto del magazzino che fornisce il 40% del fabbiso-gno energetico aziendale ren-dendo il processo produttivo pulito e sostenibile per l’am-biente.Farmac Zabban è azienda leader nella produzione dei prodotti di medicazione per ospedale e per automedi-cazione in farmacia con la nuova linea Med’S che ha ri-visitato l’assortimento delle compresse di garza idro�la, di tessuto non tessuto, le me-dicazioni pronte adesive, i

Detergenti e assorbenti biodegradabili

Cerotti e medicazioni Med’s

e Sviluppo allo scopo di con-traddistinguere ogni prodotto con componenti tecnologici, originali ed esclusivi. Negli anni il mercato di rife-rimento di Lam è cambiato. La produzione di autobus ha praticamente lasciato l’Ita-lia. “Ecco perché - dichiara Davide Malagoli - la parola chiave è diventata internazio-nalizzazione”. Nel 2011 Lam ha aperto una �liale in Bie-lorussia, e in questo modo è riuscita a non cedere terreno ai concorrenti turchi e cinesi,

■ LAM / Dal 1960 lavorazione per veicoli industriali, automotive, movimento terra, settore ferroviario e nautica

I sarti dei componenti per l’automotive

soprattutto per quanto riguar-da i mercati dell’ex Unione Sovietica, come il Kazakistan, la stessa Bielorussia, la Rus-sia e l’Ucraina. Producendo più vicino ai territori in cui il mercato è ancora attivo, Lam riesce a contenere i costi e a ri-tagliarsi uno spazio ancora in-teressante. Così, dopo un pe-riodo di avviamento alquanto faticoso, oggi la �liale lavora bene, e svolge in autonomia, con le proprie forze, attività che in Italia sono piuttosto a�date all’esterno, per poi

procedere internamente solo all’assemblaggio. Per esempio lo stampaggio su materie pla-stiche.Dopo l’esperimento positivo in Bielorussia, mentre in Italia l’azienda mantiene l’interesse e una posizione tra i leader nel comparto delle macchi-ne agricole e delle macchine movimento terra, Malagoli e famiglia stanno ora pensando a un altro mercato in espan-sione per quanto riguarda la produzione di tendine e boto-le per autobus: il Brasile. Qui pensano di aprire presto una nuova �liale, poiché la ven-dita dall’Italia verso un paese così lontano è impossibile a causa dei dazi di esportazione delle merci, che sono davvero alti e inciderebbero troppo sul prezzo di mercato. Con una crescita costante e obiettivi così lungimiranti, Lam si è allineata con suc-cesso alle nuove normative, esigenze e tendenze del mer-cato. Da una parte ha colto l’opportunità dell’ultimo tra-sferimento di sede per agire in favore dell’ambiente, in-stallando un impianto foto-voltaico da 60.000 kW/anno che garantisce i 2/3 del fabbi-sogno di energia dell’azienda, riducendo drasticamente le emissioni di CO2. Dall’altra, è in corso - sotto la guida di Porsche Consulting - una im-portante ristrutturazione su tutti i processi, allo scopo di ottimizzare il più possibile il �usso produttivo e ottenere un servizio verso il cliente di qualità ancora maggiore.

Testa pensante e stabilimento in Italia ma pure una �liale in Bielorussia e, presto, anche in Brasile

Una sede da 4.000 metri quadrati, 32 dipendenti e

7, 4 milioni di fatturato. Que-sti i macro numeri di Lam Spa, azienda italiana di eccellenza nella progettazione, produ-zione e commercializzazione di accessori - botole e tendine a rullo - per pullman, camion, veicoli industriali, macchine agricole, treni e barche.Lam Spa (Lavorazione Arti-giana Metalli) ha una storia lunga più di un cinquanten-nio, da quando nel 1960 fu fondata dal cavalier Livio Gozzi - a quei tempi l’azienda si chiamava Lem (Lavorazio-

ne Emiliana Metalli) - per poi passare al �glio e oggi al nipo-te, Davide Malagoli, che ne è direttore generale. Dal mercato dell’accessoristi-ca per autobus e corriere, da cui si partì negli anni Sessanta e Settanta e che ancora oggi rappresenta il core business aziendale, oggi le categorie di mezzi per le quali Lam opera e produce accessori si sono di-versi�cate: si va dalle macchi-ne movimento terra (le gru) alle camionette dei carabinie-ri, passando per i mezzi di trasporto cavalli, negozi mo-bili di alimentari e, in pratica, tutto ciò che è Automotive, a parte le autovetture. Oltre, ov-viamente, ai treni e le barche, segmento dove l’accessoristica è fondamentale e dove l’espe-rienza di Lam può fare la dif-ferenza nell’aggiudicarsi lotti e commesse importanti.“Lam non vende un prodotto, ma competenza, professio-nalità e servizio”. Un motto signi�cativo per una azienda che ha le idee chiare su come impostare un successo che dura da così tanti anni. Da una parte la valorizzazione del made in Italy, quindi la capa-cità di aggiungere nel lavoro,

sia in fase di progettazione sia in fase di produzione, anche quell’elemento estetico che di-stingue i prodotti italiani nel mondo. Dall’altra un’attenzio-ne massima all’e�cienza del servizio o�erto: una rami�-cata rete di dealer in grado di supportare il cliente in tempi brevissimi e ovunque; la mas-sima �essibilità in termini di personalizzazione, con una “cura sartoriale nel realizza-re ogni singolo pezzo”; una innovazione costante grazie a investimenti nella Ricerca

Lo stabilimento di Spilamberto (MO) spicca anche per l’impianto fotovoltaico da 60.000 kW l’anno che garantisce i 2/3 del fabbisogno dell’azienda

Il dir. gen. Davide Malagoli

EventiLunedì 18 marzo 2013 Industriali d’eccellenza 9

■ EFFER / Dal 1965 ad oggi: quasi cinquant’anni di esperienza per confermarsi oggi leader mondiale nel settore del sollevamento

Gru idrauliche, l’innovazione spinge le performance

no la sicurezza, l’a�dabilità e un’altissima longevità. “Ogni gru - a�erma il respon-sabile marketing e comunica-

questi, 3 stabilimenti si trova-no nell’immediata periferia di Bologna, mentre il quarto nei pressi di Taranto.E�er, presente con una pro-pria rete vendita in tutto il mondo, si rivolge a una clientela vasta e di�erenziata: dall’impresa edile alle aziende di servizio di noleggio, �no al Vaticano, dove sono presen-ti automezzi con gru E�er. Inoltre, due gru marine E�er 200000 hanno preso parte alle operazioni svolte presso l’Iso-la del Giglio nell’ambito delle attività previste per il recu-pero in sicurezza delle relitto della Concordia. L’azienda, che dal 2005 è di-venuta parte del gruppo Cte specializzato nella produzio-ne e commercializzazione di attrezzature per il solleva-mento persone, sta vivendo un notevole momento di svi-luppo, ma soprattutto conti-nua a dare molta importanza alla ricerca al �ne di creare prodotti sempre più perfor-manti.“In tal senso, abbiamo anche collaborazioni con alcune università nell’ambito di ricer-che su materiali innovativi”, conclude Giampaolo Piovan.

Tecnologica per vocazione, l’azienda personalizza le soluzioni in linea con le esigenze più speci�che e le situazioni più estreme

“Datemi un punto di appoggio e solleverò

il mondo”. Il celebre motto di Archimede racchiude alla perfezione la mission di Ef-fer, azienda che da quasi 50 anni progetta e costruisce gru idrauliche, per autocarro, gru marine, e si presenta oggi co-me leader a livello mondiale nel settore del sollevamento. Dal 1965, anno della fonda-zione, ad oggi, la sua storia è strettamente legata all’in-novazione tecnologica. Già all’inizio degli anni Sessanta E�er realizza una gru da 40 tonnellate/metro utilizzan-do acciai speciali, mentre alle �ne degli anni Novanta costruisce la gru da autocarro più grande al mondo, dotata di un braccio in grado di ar-rivare a 50 metri di distanza e con una capacità di solleva-mento nominale di 200 ton/metro. E ancora, nel 2008 bre-vetta il sistema di stabilizzato-ri gru “CrosStab”che permette di aumentare notevolmente la capacità di carico e la stabilità della gru davanti alla cabina, mentre nel 2010, introduce nella gamma il nuovo sistema “Progress” che è in grado di assicurare il completo con-

trollo della gru e della stabi-lità del veicolo, per massimiz-zare le performance in tutte le condizioni di lavoro, nella massima sicurezza operativa.“Anche la realizzazione del modello E�er 3000 per il re-cupero di treni incidentati rappresenta il risultato di una ricerca unica al mondo”, a�er-ma il direttore commerciale Giampaolo Piovan. “Si tratta di una sorta di progetto fan-tascienti�co che, voluto dalle ferrovie della Danimarca, ha previsto la realizzazione di un mezzo che può viaggiare sulla strada ma che può anche essere collocato sui binari fer-roviari e trasformarsi in car-ro soccorso per recupero dei treni: il mezzo è in uso già da alcuni anni.”Con un core business incen-trato sui modelli per autocar-ro, E�er produce la più vasta gamma di gru idrauliche ri-piegabili per autocarro, sud-divise in gamma small, me-dium e large, caratterizzate da un rapporto potenza/peso tra i migliori sul mercato e da una capacità di sollevamen-to da 2 txm a 300 txm. E�er produce anche gru per uso in ambiente marino, molte delle

quali progettate per utilizzi o�shore.“Spesso i clienti, per loro spe-ci�che esigenze, necessitano di un’attrezzatura diversa da quello che è il prodotto stan-dard - a�erma Gian Carlo Marcheselli, responsabile vendite Italia - in tal senso disponiamo di una sezione dell’u�cio tecnico che rac-coglie queste esigenze e che, partendo da modelli esistenti, è in grado di sviluppare e rea-lizzare prodotti personalizza-

ti”. Oltre all’ampiezza di gam-ma e all’inimitabile rapporto potenza/peso, i punti di forza dei prodotti E�er riguarda-

zione Luca Piovan - viene rea-lizzata in toto all’interno della nostra organizzazione: dal design �no alla produzione, che comincia dalla lavorazio-ni delle carpenterie di acciaio (taglio laser, saldatura, ecc.) e prosegue con la verniciatura, l’assemblaggio e i test �nali. Non da meno, tutte le saldatu-re sono eseguite da personale selezionato altamente specia-lizzato”.La struttura produttiva si av-vale di 4 stabilimenti in Italia, per una super�cie coperta totale di oltre 25.000 mq. Di

Le gru Effer sono in grado di intervenire su rotaia, oltre che su strada o in mare

EventiLunedì 18 marzo 201310 Industriali d’eccellenza

energeticamente autonomo al 100%, e questo signi�ca che tutta l’energia necessaria all’attività produttiva, non-ché al riscaldamento e raf-freddamento dell’ambiente di produzione, è generata dall’impianto fotovoltaico in-stallato sull’edi�cio, il quale a sua volta è un esempio di edilizia ecosostenibile, intera-mente coibentato e realizzato in classe A dalla ditta Edilce-mento S.p.A. di Gubbio.L’altro progetto a cui l’im-prenditore umbro tiene mol-tissimo è arrivato alle fasi �nali di sperimentazione. Si tratta della realizzazione da parte della Società I.E.S. S.r.l.,

■ ECOSUNTEK / Sistemi energetici da fonti rinnovabili è il core business dell’azienda fondata cinque anni fa

Il sole, il vento e la voglia dei giovani

di una unità abitativa ver-satile e autonoma dal punto di vista energetico, studiata per un utilizzo in molteplici contesti: dalle situazioni di emergenza dovute a calamità naturali, per esercito e prote-zione civile, �no all’installa-zione presso i grandi cantieri nelle aree depresse in cui non arriva l’elettricità, dove an-cora non sono state scavate le fognature, né arrivano le acque bianche. Sul tetto del modulo abitativo sono instal-lati pannelli fotovoltaici di ul-tima generazione in grado di generare e immagazzinare (in apposite batterie) energia per l’elettricità e per il riscalda-

mento dell’acqua. Quest’ul-tima è contenuta in serbatoi che si trovano all’interno del-le pareti dell’unità abitativa ed è su�ciente per il fabbi-sogno dei suoi abitanti (doc-cia, lavandino, scarichi, ecc.). Una cisterna permette anche la raccolta di acqua piovana che prima viene �ltrata e poi immessa nei serbatoi all’in-terno delle pareti. Il modulo, in�ne, è dotato anche di una pala eolica da un kWp. E se non c’è né il vento né il sole, entra in funzione un genera-tore a gas che, con due bom-bole, è in grado di gestire il fabbisogno dell’unità abitati-va per 15 giorni.

Impianti chiavi in mano per produrre e vendere energia. La casa “autonoma” è realtà

Ecosuntek S.p.A.: “Sistemi energetici da fonti rinno-

vabili”. Nel nome e nello slo-gan di questa impresa umbra, nata e sviluppatasi a Gualdo Tadino in provincia di Peru-gia, è spiegato l’obiettivo stes-so dell’azienda, cioè investire nella produzione e nella ven-dita di energia proveniente da fonti naturali. L’avventura imprenditoriale del fondato-re Matteo Minelli, oggi am-ministratore unico, è partita cinque anni fa, e da allora Minelli ha dato vita a diversi altri progetti di successo, tut-ti collegati allo sfruttamento delle energie rinnovabili. Ma procediamo con ordine.Ecosuntek nasce da un’espe-rienza pregressa nel settore edile ed è attualmente oppor-tunamente indirizzata verso il settore delle installazioni di sistemi di produzione e ven-dita di energia rinnovabile, quali il fotovoltaico e l’eolico. Oggi ha un giro di a�ari di 100 milioni di euro l’anno, con una dozzina di dipenden-ti e circa 140 persone coinvol-te a vario titolo nell’indotto, nei subappalti e in diverse collaborazioni. La competen-za e la preparazione del per-

sonale è senza dubbio uno dei fattori di successo dell’azien-da, che vanta la realizzazio-ne di impianti fotovoltaici sia su terreni sia su edi�ci per una potenza complessiva di 150 MWp, più 30 MWp di proprietà. “È anche mol-to importante sottolineare”, spiega Minelli, “che abbiamo sempre investito sui giovani, infatti l’età media dei nostri dipendenti non supera i 30 anni, e questo è sicuramen-te un indice rivelatore molto importante del fatto che tutti noi crediamo nelle energie rinnovabili come mezzo di sviluppo economico e sociale del Paese”. Insieme all’attività di Gene-ral Contractor (interlocuto-re in grado di realizzare un progetto in modalità “chiavi in mano”, cioè dalle fasi di consulenza, scelta del �nan-ziamento, progettazione di un impianto, �no alla sua rea-lizzazione e manutenzione) e di Power Generator (l’azienda investe essa stessa in impianti di proprietà per poi rivende-re energia), Ecosuntek è oggi promotrice di altri due pro-getti coerenti con il proprio orientamento verso l’autosuf-

�cienza energetica, nell’attivi-tà imprenditoriale come nella vita privata.Nell’ultimo anno, infatti, Mi-nelli ha investito molte risor-se nella realizzazione di uno stabilimento per la produzio-ne di birra agricola a Gualdo Tadino. Una birra denomina-ta Birra Flea, che viene pro-dotta secondo i dettami della cosiddetta “�liera corta”, con l’acqua pura delle sorgenti ab-bondanti e famose in quel ter-ritorio, e con le risorse agri-cole dirette della zona: l’orzo, infatti, proviene dai terreni di proprietà che si trovano intorno allo stabilimento. Ma soprattutto, lo stabilimento è

L’Amministratore Unico

di Ecosuntek Spa, Matteo Minelli

Pensilina fotovoltaica per la ricarica delle auto elettriche

“Il futuro ha radici antiche” e, nel ca-

so di Tombolini, a�on-dano negli anni 50 del secolo scorso, quando Eugenio Tombolini, classe 1933, diventa ap-prendista sarto, dando di fatto il via a quella sarà una lunga storia di successi e che lo vedrà imprenditore, innova-tore e creatore di stile nel settore della moda. Oggi, l’azienda conti-nua a vivere di questa linfa e dello stesso vigo-re, con una passione che si rinnova di generazio-ne in generazione. Ma che cosa è cambia-to e, soprattutto, quale il segreto che permette al Gruppo di essere sempre alla ribalta? Fiorella Tombo-lini, oggi alla guida, dice: “È quello che chiamiamo il no-stro ‘cromosoma T’. Abbiamo mantenuto la tradizione, i va-lori attorno ai quali mio padre ha costruito l’attività, ancora estremamente moderni, come l’attaccamento al territorio, la qualità e l’eleganza. L’uo-mo Tombolini è la sintesi di eleganza italiana, leggerezza, modernità, comfort: caratte-

Fiorella, �glia del fondatore “Ora linea donna e canale retail”

Nel nome del padre e dello stile

ristiche apprezzate in tutto il mondo”. A supportare Fiorel-la Tombolini è un manage-ment altamente quali�cato. Innovazione, ricerca, stile, sono senza dubbio i pilastri di una realtà che non smette di conquistare i mercati. “Con-tinuità e passione contraddi-stinguono il gruppo di ma-nager e collaboratori - precisa Tombolini -. C’è simbiosi: una forza positiva, tra la famiglia e i nostri manager, così come

con i clienti, che per noi sono partner, perché contribuiscono al suc-cesso del progetto, ap-partenendovi con calo-re, anche dall’altra parte del mondo, dove il no-stro vero made in Italy è molto apprezzato: dalla Cina e dall’Asia, a tutta la Russia, al Nord Ame-rica”.Ingredienti vincenti per quello che è un marchio ben a�ermato nel mon-do e che non manca di guardare al futuro con obiettivi tutt’altro che futili, riassunti in breve da Fiorella Tombolini. “Vogliamo consolidare le nostre posizioni, raf-forzare l’immagine del

brand Tombolini, sviluppare il womanswear, sviluppare il retail monomarca, sempre mantenendo fede al nostro Dna, del ‘fatto’ interamente in Italia per esprimere eleganza e ra�natezza”. Che dire altro a parte il fatto che dove c’è professionalità, ambizione, voglia di impe-gnarsi, l’a�ermazione e il suc-cesso divengono la testimo-nianza concreta di qualità ed eccellenza.

■ TOMBOLINI / Brand maschile ricercato negli Usa, Cina, Asia e Russia

Fiorella Tombolini

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anni in Romania a Bucarest, con una sede operativa, gestita da Roberto Umbrico �glio del fondatore, dove ha già portato a termine diverse realizzazioni. “La nostra è un’azienda a carat-tere familiare - sottolinea il pre-sidente - e tutti i componenti della mia famiglia vi lavorano a vario titolo; ora che ho rag-giunto i 70 anni, dei quali quasi 50 passati a lavorare nell’edili-zia, sto passando il testimone alle nuove generazioni”.“Rispetto al settore in cui ope-riamo, siamo una realtà in con-trotendenza - prosegue Umbri-

sempre più basse e con garan-zie sempre più elevate, ren-dendo molto più di�coltosa la vendita che ormai può es-sere a�rontata solo da chi ha una buona quota di liquidità o un’abitazione da vendere e comunque buone garanzie in termini sia di contratto di lavoro sia di �dejussioni di familiari”. Gravi anche i problemi di natura �scale. “Il governo Monti ha appe-santito la �scalità nel settore immobiliare sia verso l’utente

■ SEA / Società Edile Appalti. Impresa generale di costruzioni fondata nel 1976 da Claudio Umbrico

■ COSTRUZIONI E. DALLACASA / Edi�ci, materiali e scelte impiantistiche sono da sempre all’insegna delle più attuali norme prestazionali

L’importanza della riqualificazione

Costruire con uno sguardo attento al futuro

co -, infatti stiamo crescendo sia come numero di dipendenti sia come fatturato e contiamo di raggiungere un giro d’a�ari di circa 40 milioni di euro en-tro il 2014.Una delle peculiarità di Sea è la grande attenzione al cliente. “Finito l’appalto il cliente non è abbandonato al suo destino - precisa Umbrico - ma viene seguito negli anni, ben oltre i limiti di legge, �no ad instaura-re un vero rapporto �duciario”. Un altro aspetto di Sea che Um-brico tiene a sottolineare è l’at-tenzione all’edilizia residenzia-le per le fasce più deboli della popolazione: “Nel corso degli anni abbiamo realizzato molti interventi di edilizia agevola-ta e ora stiamo sviluppando il Social Housing, una formula di edilizia in cui crediamo molto”. Sea è un’azienda con un’orga-nizzazione moderna ed è in

della prima casa e ancora di più verso il piccolo investi-tore, creando un clima di in-certezza che frena il mercato immobiliare. Ritengo - prose-gue Cristina Dallacasa - che l’Imu sia del tutto iniquo e prima ancora l’Ici, che dob-biamo pagare sia sugli alloggi invenduti sia sulle aree e sui cantieri. Pochi sanno che nel nostro settore il magazzino paga le imposte due volte a bilancio e attraverso l’Imu. Le istituzioni non si rendo-

possesso di tutte le attestazioni necessarie ad operare negli ap-palti pubblici; adotta inoltre un Sistema di Gestione Integrato Qualità Ambiente Sicurezza e Responsabilità Sociale, che recepisce in pieno l’impegno dell’azienda per il rispetto del-le tempistiche contrattuali, la soddisfazione del cliente, oltre che l’attenzione nei confronti dei dipendenti, fornitori e su-bappaltatori.Sea ha adottato anche un pro-prio Codice Etico, improntato ai principi di correttezza e se-rietà in cui la proprietà crede fermamente.L’azienda aderisce a numerose iniziative bene�che e di carat-tere sportivo rivolte ai giovani. “Credo sia bene investire nei giovani - a�erma Umbrico - in particolare nelle attività sporti-ve, perché ritengo che lo sport sia una palestra di vita”.

no conto di come il settore immobiliare sia trainante per l’economia e spesso anche a livello locale sembra che non comprendano quale sia la re-altà continuando a ostacolare, con norme e cavilli, l’avvio di nuove iniziative”.Diverse le problematiche an-che sul fronte del risparmio energetico. “Le tecnologie avanzate hanno creato una nuova generazione di abita-zioni non confrontabile con quelle anche del recente pas-sato. Ma - sostiene Cristina Dallacasa - i problemi persi-stono. Se da un lato il proto-collo di Kyoto ci obbligherà a breve a mettere in atto ogni azione per ridurre l’inquina-mento derivante dalle abita-zioni, dall’altro la legislazione �scale non incentiva l’acqui-sto di nuove costruzioni. Chi compra un’abitazione usata paga il 3% sul valore cata-stale, mentre chi acquista un appartamento nuovo paga il 4% di Iva sull’intero valore. Inoltre, i vantaggi �scali in termini di detrazione d’im-posta sono concessi per ri-strutturazioni a prescindere dalle prestazioni energetiche raggiunte”.La Costruzioni E. Dallacasa guarda al futuro. Nel 2014 verranno aperti nuovi can-tieri a Bologna, nel quartiere Lame. “Il cliente è sempre al centro delle nostre attenzio-ni, nel grande rispetto di chi si appresta a compiere un passo importante nella pro-pria vita e con l’onestà che mi ha tramandato mio padre”.

Alti standard qualitativi e innovazione tecnologica per un nuovo modo di concepire l’edilizia

Secondo la storica mission di profondo rispetto per il cliente, l’azienda è pronta a inaugurare nuovi cantieri

Sea Spa, Società Edile Appal-ti, opera dal 1976 come Im-

presa Generale di Costruzioni; la sua nascita si deve a un’idea di Claudio Umbrico, attuale presidente della Sezione Terri-toriale Media Valle del Tevere di Con�ndustria Perugia, che all’epoca aveva alle spalle già dieci anni di esperienza nel set-tore edilizio. Nel corso degli anni, sempre sotto la guida di Claudio Um-brico, Sea è costantemente cresciuta e ha realizzato com-plessi residenziali, direzionali e commerciali, ospedali, edi�-ci di culto, edi�ci industriali e parcheggi, acquisendo inoltre una grande esperienza nel set-tore del restauro degli edi�ci monumentali e artistici, non-ché nella realizzazione di ope-re infrastrutturali. La società è attiva sia in Italia sia all’Estero, dove realizza progetti “chiavi in mano” con gestione diretta di tutte le fasi di ingegnerizzazio-ne e realizzazione. La correttezza nella conduzio-ne del “business”, la puntualità nelle consegne, gli elevati stan-dard qualitativi, la capacità di innovazione tecnologica e la solidità economico-�nanziaria hanno consentito a Sea di ac-

Fondata nel 1959 da En-rico Dallacasa, l’azienda

realizza con proprie attrezza-ture e maestranze complessi residenziali che vende diret-tamente attraverso proprio personale di vendita.L’innovativo uso di materia-li e tecnologie di isolamenti termoacustici, le scelte im-piantistiche oltre all’utilizzo di energie rinnovabili hanno portato da un lato a un con-creto miglioramento del com-

quisire, nella sua storia ultra-trentennale, una reputazione che la colloca nel novero degli operatori più a�dabili nel set-tore delle costruzioni. Umbrico, che riveste anche la carica di presidente, spiega “Il 1997, l’anno del terremoto in Umbria, è stato il momento in cui l’azienda ha diversi�cato la propria attività, iniziando a operare di�usamente anche nell’ambito delle ristrutturazio-ni e del miglioramento sismico. Abbiamo così formato perso-nale altamente specializzato prendendo anche possesso delle più moderne tecniche di consolidamento e ricostruzio-ne utilizzando materiali, attrez-zature, metodologie di ultima generazione e sistemi e tecno-logie innovative, alcune delle quali coperte da brevetto”. “Da tre anni - aggiunge Umbrico - stiamo lavorando a L’Aquila nella ricostruzione post sisma, ove abbiamo già portato a ter-mine con successo alcuni can-tieri utilizzando, ancor più che in passato, tecnologie di con-solidamento di ultima genera-zione assieme a tutta la nostra esperienza e professionalità”. Sea intende ora rendere dispo-nibile lo stesso know-how nella

fort e, dall’altro, a un sempre maggior risparmio energeti-co che oggi si concretizza nel posizionamento dei propri edi�ci in elevate classi energe-tiche. Tra le opere realizzate, troviamo Palazzo Adige, un edi�cio di nove piani costi-tuito da 24 appartamenti nel quartiere Savena di Bologna, in classe energetica A a eleva-te caratteristiche prestaziona-li in termini di risparmio sia energetico che idrico, con ele-

ricostruzione post terremoto in Emilia Romagna. Precisa Um-brico “è importante riquali�ca-re e manutenere il patrimonio edilizio in modo da non dover più operare in emergenza. La nuova �loso�a dell’edilizia do-vrà sostituire il consumo del territorio con il mantenimento, la riquali�cazione energetica ed il miglioramento sismico”.La società è presente sul terri-torio nazionale, oltre che con la sede storica di Marsciano (PG), con le unità operative di L’Aquila, Bologna e Roma.Sea è anche presente da diversi

vati standard di verde; I Car-pini Bianchi, un edi�cio di piccole dimensioni, costituito da 9 appartamenti nel quar-tiere Savena di Bologna, in classe energetica A; I Giardi-ni di Persiceto, un complesso immobiliare costituito da tre palazzine di 4 piani per com-plessivi 38 appartamenti, che fa parte di un comparto ur-banistico innovativo proget-tato e realizzato secondo un modello urbanistico olandese chiamato Woonerf, studiato per rallentare il tra�co e dare vivibilità alle strade e al verde.Alla testa della società, Cristi-na Dallacasa, che opera in un settore che sta attraversando un periodo di grande di�-coltà. “Facendo parte del co-mitato di presidenza di Ance Bologna - dichiara - riesco ad avere un confronto costante sia con i colleghi imprendito-ri sia con istituzioni e opera-tori vari del mercato.I problemi che a�iggono il nostro comparto sono di va-ria natura; per esempio, le banche hanno ridotto in mo-do incredibile il credito ver-so i privati ai quali vengono concessi sempre meno mutui, a percentuali di �nanziabilità

Una recente costruzione immobiliare

Cristina Dallacasa, amministratore unicodella Costruzioni E. Dallacasa. Sullo sfondo Palazzo Adige

Palazzo “Varini” in Foligno (PG). Intervento di risanamento e restauro conservativo su immobile sottoposto a tutela

Claudio, Milena, Roberto e Sonia Umbrico (presidente e fondatore, direttore generale, direttore commerciale, vice presidente)

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