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anno 2 - marzo 2011 ecoarea avvicina il mondo delle imprese all’ambiente ECO A REA MAGAZINE 06 www.ecoarea.eu ecoar ea è una testata giornalistica iscritta al nr. 9 del Reg. dei giornali e periodici del Tribunale di Rimini in data 31.03.2010. direttore responsabile Federico Bertazzo ecoarea srl - via Flaminia, 134/n - 47900 Rimini Rn p.iva 03654140403 - [email protected] - www.ecoarea.eu W E

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Futuro energetico. Mercato dotato di regole trasparenti, consumatori consapevoli e capaci di far pesare il proprio potere per orientarlo. Come scoprire il valore degli ingredienti, anche quando si parla di architettura. Il nuovo numero di Ecoarea Magazine l nuovo numero del foglio di Ecoarea better living affronta i diversi aspetti, al centro delle cronache, legati al tema del nucleare. I reattori giapponesi, il referendum in Italia e la voglia di spegnere le centrali in Germania La ricerca di consapevolezza. La sfida dei consumatori, tra desiderio di qualità e mancanza di informazioni adeguate, nel commento di Alberto Bergamaschi (la Scienza della qualità). I rischi che nascondono le lusinghe degli oggetti economici - possono essere mobili - e il confronto con la provocatoria "autoprogettazione" di Enzo Mari, nell'articolo di Federico Alfonso.

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anno 2 - marzo 2011

ecoarea avvicina il mondo delle imprese all’ambiente

ECOAREAMAGAZINE 06

www.ecoarea.eu

ecoarea è una testata giornalistica iscritta al nr. 9 del Reg. dei giornali e periodici del Tribunale di Rimini in data 31.03.2010. direttore responsabile Federico Bertazzo

ecoarea srl - via Flaminia, 134/n - 47900 Rimini Rnp.iva 03654140403 - [email protected] - www.ecoarea.eu

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bolletta

continuiamo a parlare di energia, pulita e rinnovabile, perchè è questo il futuro che dobbiamo cominciare a costruire oggi. c’è una italia unita e sempre meno si-

lenziosa che sta facendo delle scelte importanti per cambiare le cose. Una italia che si riflette nel sondaggio realizzato da GfK eurisko e contenuto nel sesto Rapporto moPambiente - Risl, e che contribuisce al successo di manifestazioni come Fa’ la cosa giusta che si è conclusa lo scorso fine settimana a milano. in generale, gli italiani attribuiscono al tema delle energie rinnovabili grande importanza e valore non solo sot-to il profilo ambientale. Se nell’indagine demoscopica il 65% degli intervistati riconosce che le fonti rinnovabili non inqui-nano l’ambiente, solo il 20% sa che queste non esauriscono le risorse del nostro pianeta. ma c’è un altro dato contenuto in questo studio promosso dal ministero per l’ambiente che merita attenzione: il 76% degli intervistati dichiara di essere disponibile ad aumenti nelle bollette se finalizzati all’incenti-vo di tali fonti. dal primo aprile le tariffe dell’energia elettrica aumenteranno del 3,9% e quelle del gas del 2%. alla base della decisione dell’autorità dell’energia ci sarebbe l’anda-mento del mercato e il sostegno alle rinnovabili.

Se da un lato il petrolio sta condizionando i costi di pro-duzione dell’energia italiana (+45% nelle quotazioni degli ultimi 12 mesi e +145% in due anni), sul prezzo

delle nostre bollette - come scrive il quotidiano la Repubblica - pesa “il finanziamento delle rinnovabili per complessivi 4,9 miliardi di euro, tra cui 1,4 miliardi di euro per i certificati ver-di e 2,4 miliardi di euro per il fotovoltaico”. c’è di che riflette-re, certamente, ma a proposito del presunto “sostegno” alle rinnovabili ci sono molti dubbi: quella porzione addebitata nelle nostre bollette serve veramente a finanziare uno svilup-po energetico da fonti rinnovabili? Sembrerebbe di no. Se-condo alcune ricerche solo una piccola porzione degli “oneri di sistema” andrebbe a finanziare lo sviluppo delle energie rinnovabili. la porzione più consistente - come rivela Bioe-coGeo - serve a coprire i costi che stiamo ancora sostenendo per liberarci delle vecchie centrali nucleari (decomissioning del nucleare).

intanto, mentre a 300 metri dalla costa di Fukushima si re-gistrano livelli di radioattività record (il tasso di iodio radio-attivo è 4.385 volte superiore al limite legale), in Germania

la preoccupazione dei cittadini ha favorito i risultati elettora-li di chi si oppone al nucleare - aprendo scenari inediti ma molto interessanti sul futuro energetico tedesco -, in italia, a maggio, un quesito referendario ci riproporrà il dilemma: centrali sì o centrali no. l’attenzione sarà polarizzata dal so-lito scontro politico e si perderà il punto della discussione.

www.ecoarea.eu

VERDE

[email protected] ETICA, ECOLOGIA, ECONOMIA, EFFICIENZA

ETHICS, ECOLOGY, ECONOMY, EFFICIENCY

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bolletta

alcuni giorni or sono, mentre ero in automobile, la radio ha fornito la seguente notizia: ”la contraffazione colpisce il cosmoprof, 800 pro-dotti sequestrati”.Fin qui tutto nella normalità, le solite truffe in commercio. Parlo di normalità, anche se in realtà non dovrebbe essere tale, ma l’espe-rienza mi ha insegnato, purtroppo, che questi sono gli anni delle per-cezioni che offuscano la realtà e della mistificazione della qualità, la quale si sta abbassando in modo inquietante e continuo: raffiguro questo processo come una retta, inclinata verso il basso, che si sta avvicinando lentamente ma inesorabilmente all’asse delle ascisse, uno scivolo verso il baratro. comunque, benissimo, ne prendevo inconsciamente atto e stavo pas-sando ad altri pensieri, quando sono stato bloccato dal commento di un addetto ai lavori, uno dei soliti che spesso parla perché è obbliga-to a farlo, anche se, effettivamente, non ha moltissimo da dire. “i consumatori, al momento dell’acquisto di un prodotto cosmetico, dovrebbero usare la testa come quando acquistano un prodotto ali-mentare”. e qui anche il mio solito sorrisino ironico che utilizzo in questi casi non può rappresentare compiutamente lo stato d’animo che mi pervade e il furore rischia di strabordare. com’è possibile usare la testa per determinare un acquisto, quando le informazioni propedeutiche allo stesso sono così superficiali? Se non ci viene dato un navigatore per orientarci, ma solo qualche consiglio abbozzato sulla strada da percorrere, in quale modo pos-siamo usare la testa, oltre che sbatterla violentemente contro qual-che ostacolo molto robusto?la percezione comune è che, visto la conoscenza atavica, tattile e gu-stativa degli alimenti, si abbia all’interno del nostro dna la capacità istintiva di riconoscere gli alimenti “buoni” da quelli “no buoni”.ognuno di noi è assolutamente convinto di servirsi dal macellaio che ha la carne migliore, di essere cliente del negozio che vende un for-maggio unico, di conoscere astutamente la gelateria che produce il miglior gelato della città o, come mi è capitato di ascoltare, il miglior cioccolato d’europa. lasciando stare le folcloristiche puntate all’in-terno del nostro amato vecchio continente, è evidente che questa

usARE lA tEstA

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[email protected]

convinzione di possesso di certezze sia molto presuntuosa. le armi che possediamo, infatti, sono solo i nostri sensi e le scontate attestazioni di qualità che ci manda il venditore attraverso il suo marchio e la sua immagine.Per cui occorrerebbe un approfondimento molto accurato riguardo il concetto di “buono”. Ma, in realtà, che cosa vuol dire esattamente il vocabolo? che organoletticamente è di mio gusto? che riteniamo che sia prodotto in modo conforme alle nostre aspettative etiche? che mi permette, essendo cool, di far bella figura all’inter-no del gruppo di conoscenti? che, avendo qualche allergia, mi garantisce di non avere pericolose, strane e imbarazzanti reazioni? le possibilità sono molteplici, di numero pratica-mente infinito e, a mio avviso, tutte con medesima dignità di esistere. non discuterò mai, anche se lontanissima dal mio modo di essere, il diritto di esistenza di un’aspettativa di ac-quisto, ne discuterò, semmai, la sua consapevolezza.che certezza può avere un consumatore di acquistare un prodotto conforme alle proprie attese, anche di una catego-ria apparentemente più nelle sue corde come un alimento, rispetto a un cosmetico?il fatto di conoscerne quasi tutti gli ingredienti, al contra-rio di un prodotto cosmetico di cui, sia per le caratteristiche intrinseche sia per il modo molto “chimico” e misterioso di essere evidenziati, ci garantisce di poterlo valutare in modo approfondito? Penso proprio di no.So che nel gelato c’è una parte grassa, ma qual è e come viene ottenuta? ci sono dei conservanti? Quali? la percen-tuale di colesterolo qual è?So cos’è la carne, ma come e dove è stato allevato il capo di bestiame? com’è stata conservata? ci sono sostanze indesi-derate come ormoni e antibiotici? la manodopera utilizzata è in regola o ci sono casi di sfruttamenti, anche minorile?l’olio extravergine di oliva che trovo sullo scaffale è italiano o nel nostro bel paese viene solo confezionato?i fagioli vengono dalla cina? e come mai? costano meno di quelli umbri?i punti interrogativi si stanno moltiplicando e rendono il vi-deo (o il foglio) una piccola foresta di dubbi.e questi dubbi devono essere in tutto o in parte dissipati per poter effettuare quell’acquisto consapevole che deve essere alla base di qualsiasi mercato e che lo fa evolvere sicura-mente in modo positivo, in modo qualitativamente più ele-vato e, soprattutto, impedisce che i consumatori vengano plasmati verso un’accettazione di uno standard qualitativo che va a vantaggio unicamente della parte con meno scru-poli del mercato.I dubbi devono essere eliminati per poter “usare la te-sta”.Per concludere, modificherei l’auspicio dell’addetto ai lavori in questo modo: speriamo di arrivare al momento in cui ai consumatori viene concesso, per fare l’acquisto di qualsiasi prodotto, di usare la testa per valutare le molteplici informa-zioni “certe” che lo accompagnano.così sono più tranquillo. albertobergamaschi laScienza della Qualità

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buONA tECNICA E INGREdIENtI sCEltI

ABITARE

i materiali sono gli ingredienti di base di una costruzione. come una qual-siasi “preparazione”, costruire richiede una ricetta (il progetto) che indi-chi gli ingredienti necessari e le giuste tecniche di preparazione. Per la buona riuscita dell’impresa è indispensabile disporre di buona tecnica e di ingredienti scelti. Partire da ingredienti di qualità, adeguati alle esigen-ze del progetto è il primo passo per realizzare un buon lavoro.

Per millenni l’uomo ha fabbricato piccoli e grandi edifici impiegando di-rettamente le materie prime disponibili in natura, la terra, la paglia, il le-gno, la pietra. Ha imparato nel tempo a “trattarle” per ottenerne materiali con caratteristiche tecnologiche più evolute, il laterizio ad esempio, e più recentemente il vetro, l’acciao e il calcestruzzo. Questa ricerca instan-cabile di possibilità tecnologiche ci consegna in continuazione materiali “nuovi”che rispondono a nuove esigenze o antiche necessità. da tempo la disponibilità di materiali e tecnologie costruttive è così vasta da con-sentirci di realizzare qualsiasi forma architettonica, e soprattutto elevati standard di confort abitativo. oggi finalmente abbiamo capito che dob-biamo anche preoccuparci di come produciamo edifici belli e confortevoli e degli effetti durevoli che questi edifici (ed i processi di produzione e di smaltimento a fine vita) hanno sulla salute nostra e del pianeta, l’ecosi-stema di cui siamo parte.

ingredienti di qualità. certo. ma come si misura la qualità dei materiali da costruzione? e quali sono le qualità importanti per un materiale? la qua-lità è una caratteristica piuttosto difficile da definire. Penso che la qualità di un materiale abbia a che fare con la sua capacità di rispondere alle caratteristiche richieste dalla funzione cui il materiale è destinato. Per le strutture di una casa, ad esempio, avremo bisogno di un materiale mol-to resistente allo sforzo meccanico, mentre per isolarla termicamente ci serviremo di un materiale resistente alla trasmissione del calore. Quindi i materiali possono essere considerati di una qualità più o meno alta, in relazione alle caratteristiche prestazionali che possiedono: resistenza meccanica, stabilità, resistenza al fuoco, resistenza termica e acustica, igroscopicità e permeabilità al vapore e all’acqua. Queste sono le più ri-levanti tra le proprietà prestazionali dei materiali edilizi. Un ottimo mate-riale termo-isolante può talvolta essere anche un buon isolante acustico (ma non necessariamente), ma è difficilmente anche un buon materiale strutturale. e viceversa.

ma oggi che siamo necessariamente impegnati nel risparmio delle ri-sorse energetiche e materiali del pianeta, tra le qualità importanti dei materiali valutiamo anche proprietà prima considerate irrilevanti o nemmeno prese in considerazione. Si tratta di quelle caratteristiche che definiscono la qualità ambientale delle risorse messe in campo nel pro-

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“...perfareuntavolocivuoleillegno perfareillegnocivuolel’albero perfarel’alberocivuoleilseme...” G.rodaris.endrigo

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cesso edilizio. e innanzitutto dei materiali impiegati nella costruzione o ristrutturazione degli edifici.

in europa dedichiamo al solo costo energetico connesso al periodo attivo di vita degli edifici (riscaldamento, raffrescamento, illuminazione) tra il 40 e il 50% del consumo energetico complessivo del continente. volendo considerare le ulteriori risorse energetiche e materiali impiegate nella costruzione e quelle disperse nello smantellamento a fine vita, il bilancio risulta ancora più pesante.Per questo motivo è fondamentale inserire tra i parametri di qualità glo-bale dei materiali edilizi anche la qualità dei processi di produzione e delle procedure di smaltimento previsti, in modo che siano garantite ed eventualmente premiate le pratiche ambientali virtuose durante l’intero ciclo di vita: - in fase di produzione, di trasporto, di posa e di lavorazione; - durante la vita “attiva” degli edifici; - al momento della demolizione e smaltimento dei materiali.

la scelta di materie prime rinnovabili per la produzione dei materiali edi-li consente di ridurre l’impatto ambientale del prelievo e del trattamen-to a fine vita, con il riciclo (se il materiale è stato lavorato e posato con tecniche compatibili). Se i materiali vengono prodotti entro una distanza ragionevole dal cantiere è possibile ridurre notevolmente l’impatto dovu-to al trasporto, ormai divenuto insostenibile in un’economia di carattere globale. Finché sono abitati gli edifici devono essere in grado di garantire il giusto livello di confort e salubrità con il minor impiego possibile di ri-sorse energetiche ed economiche, quindi la scelta deve essere mirata a materiali dalle buone performance energetiche sia in regime invernale che estivo e che non rilascino sostanze tossiche.Un approccio affidabile nella valutazione della qualità ambientale ed ener-getica dei materiali non può prescindere dalla analisi del ciclo di vita, il cosiddetto lca (life-cycle assessment). Questo approccio, generalmente riconosciuto oggi come il più attendibile a livello globale, si trova anche alla base dei più affermati protocolli di certificazione ambientale per l’edi-lizia (ma anche di prodotto) in tutto il mondo e in particolare in europa.

Per godere negli anni di un’esperienza abitativa gratificante dentro le mura di casa, dovremo prepararci con grande cura alla realizzazione dei lavori di costruzione o di ristrutturazione, munirci di un progetto architet-tonico che sia una buona ricetta e scegliere gli ingredienti migliori, mate-riali con un eccellente pedigree ambientale. Buon abitare a tutti!

riccardosartori

ETICA, ECOLOGIA, ECONOMIA, EFFICIENZAle 4 E di ECOAREA

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“...perfareuntavolocivuoleillegno perfareillegnocivuolel’albero perfarel’alberocivuoleilseme...” G.rodaris.endrigo

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navigando in internet, perso alla ricerca di alcune informazioni su enzo mari, vagavo e ormai alla deriva ho avvistato una strana foto. l’immagine mi ha sorpreso molto. la descrivo: un tavolo di legno su di un fondo bianco, le ombre del tavolo appena accennate, alla sinistra in alto un testo “coming soon” e, sulla destra in alto il logo di iKea. il tavolo, per niente in stile ikea, mi ricordava tantissimo i progetti di enzo mari chiamati autoprogettazione. enzo mari, storico designer ancor oggi in attività, ideologo accanito e designer sofisticato ha sempre sostenuto che “l’etica é l’obiettivo di ogni progetto”. la proposta per una autoprogettazione é un progetto del 1973: quarant’anni fa enzo mari proponeva una alternativa al consumo di massa. Un libro manuale fatto per provocare, nel quale spiega con piani tecnici la costruzione di differenti mobili tra i quali sedie, un armadio, una panchina, una libreria, un letto e vari tavoli; è proprio uno di quelli che ho ritrovato nella foto che avevo visto. Questo progetto o meglio questa serie di progetti volevano dimostrare la grande importanza dell’atto intellettuale di fronte alla necessitá di rallentare i ritmi di produzione, in un momento di piena crescita economica, proponendo allo stesso tempo un disegno volutamente antindustriale - troppo complicato o artigianale - da renderne impossibile la produzione industriale. il risultato finale non é poi cosí interessante dal punto di vista formale: sembrano tutti mobili da giardino, adatti per lo più a decorare case di campagna, una specie di neo rustico fatto con assi di legno e tanti chiodi. ma il punto espresso da mari é la rivendicazione del progetto; quei disegni volevano solo essere una guida, dovevano aiutare a capire il meccanismo con cui funzionano alcuni oggetti di uso quotidiano, le cose che ci circondano.mari é convinto, ed io sono d’accordo con lui, nel valore sociale che deve avere il design. i mobili sono e devono essere un valore collettivo, un patrimonio nel quale si rappresenta una comunitá che li utilizza. nei quali si esprime un progetto che in questo caso vorremmo fosse anche etico. ma allo stesso tempo, cosí come la mattina ci vestiamo e abbiamo voglia di cambiare il pantalone e la camicia del giorno prima e sembrare diversi, abbiamo la necessitá di esprimere attraverso le cose che ci circondano parte della nostra personalitá. o almeno cosí crediamo che sia. alla base di tutto ció credo esista un importante autoinganno: spesso ció che facciamo é invece rappresentare una condizione , l’appartenenza ad un gruppo, ad un inconscio collettivo. e cosí come ogni inverno sostituiamo la giacca con una piú alla moda, sentiamo anche con i mobili questa necessitá. e non solo compriamo mobili costosi ma anche, e forse é peggio, compriamo e cambiamo con rapiditá mobili economici. L’innegabile valore costituito dalla durevolezza delle cose sembra non essere piú cosí importante oggigiorno. É importante che le cose durino e che non si programmi la durata in funzione di una vita fugace, al contrario abbiamo bisogno che le cose siano in grado di resistere. due ragioni sono molto importanti e riguardano piú le conseguenze che genera l’acquisto: il consumo di materie prime utilizzate per costruire

“Tutti devono progettare: in fondo é il modo migliore per evitare di essere progettati” Enzo Mari

Mobili democratici . lA democrazia del design

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cose nuove con materiali non sempre riciclati o riciclabili e successivamente incide sullo smaltimento e sugli scarti che si generano da questa produzione, dall’imballaggio allo stesso oggetto.i mobili di iKea sono economici, come le magliette e i pantaloni di H&m (anche loro svedesi). alla base una filosofia commerciale che si fonda attorno a due concetti base: il Ready To assembly, il pronto da montare, permette di costruire dei margini altissimi nel profitto e il do it Yourself, il fallo tu stesso, (concetto molto piú affine al marketing del precedente) propone il montaggio dei mobili all’utente finale, ed evoca le felici immagini familiari del bricolage. É sottile questa proposta, trasforma un espediente assolutamente commerciale pensato per il profitto economico in un valore aggiunto, la democrazia dei mobili per la casa, con i mobili della casa. democrazia. Prezzi bassi, mobili per tutti. automontaggio, la percezione di averlo fatto tu stesso.non c’é dubbio che siamo di fronte ad una vera rivoluzione democratica, il cosiddetto low-cost ha democraticizzato i prodotti, la merce, i beni di consumo. e non solo, tutti partecipiamo a questo cambio di abiti culturali, in qualche modo tutti godiamo di questa conquista sociale, ma questo progresso in realtá ha una faccia oscura e alcune possibili soluzioni.Per esempio, interrogarsi sulla provenienza della merce. Se ogni volta che compriamo qualcosa guardassimo alla sua origine sapremmo che é li che stiamo generando lavoro, ma a seconda dei casi é li che stiamo generando condizioni di lavoro e welfare. non è solo la responsabilitá dei marchi, che delocalizzando la produzione, non generano impiego nel paese dove si rappresentano e approfittano del vantaggio economico che ne deriva ma anche nostra la responsabilitá come compratori, i consumatori sono i responsabili di generare un mercato e alimentarlo.Quindi abituarsi a vivere con poche cose, interrogarsi sulle nostre necessitá, senza per questo convertirsi in asceti, vivere in armonia emozionale con gli oggetti, di fronte alla sensazione di inganno, di materialismo. Rallentare e decidere le cose con calma, recuperare una scala umana e il significato del tempo. il significato del tempo trasmesso attraverso un oggetto duraturo. Progettare la propria casa, riparare gli oggetti che si rompono, farli vivere di piú, stabilire dei vincoli emozionali con le cose affinché possano realmente trasmettere qualcosa di noi stessi e che ci possano riconfortare di fronte alla vacuitá e alla velocitá della nostra vita. Scoprire attraverso l’atto creativo la capacitá che abbiamo di immaginare il nostro mondo.

Federicoalfonso

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il 12 e il 13 giugno i cittadini italiani si dovranno esprimere su quattro quesiti referendari: i primi due interessano il tema della privatizzazione delle risorse idriche, il terzo il ritorno al nucleare, mentre il quarto avrà come tema il legittimo impedimento. il primo quesito - “modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. abro-gazione” – e il secondo - “volete voi che sia abrogato il comma 1, dell’art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “norme in materia ambientale”, limitatamente alla seguente parte: “dell’adeguatezza della remunerazione del capitale in-vestito”? – interessano il tema della privatizzazione delle risorse idriche, la gestione e le procedure di affidamento. la corte di cassazione ha infatti ritenuto ammissibili due dei quattro quesiti referendari proposti dalla raccolta di un milione e 400 mila firme.

il referendum si esprimerà con il primo quesito contro il cosiddetto decreto Ronchi e in particolare l’abrogazione dell’art. 23 bis (dodici commi) della legge n. 133/2008, la quale ha sancito nel 2009 che il servizio idrico non potrà più essere gestito da società pubbliche, ma dovrà essere affidato a società private o comunque possedute da priva-ti almeno per il 40 per cento. il secondo quesito, invece, riguarda la cancellazione della norma del cosiddetto co-dice dell’ambiente che prevede una quota di profitto sulla tariffa per il servizio idrico, la “remunerazione del capitale investito”.Se il comitato promotore dei primi due referndum insiste sul fatto che l’acqua sia un bene comune e un diritto uma-no universale che appartiene a tutti, sul fronte opposto si fa leva sul valore della gestione che deve essere inserita in un quadro di libero mercato.l’acqua rimane di proprietà pubblica, insomma, con ta-riffe stabilite dagli enti locali, secondo leggi regionali che si ispirano alla normativa nazionale, come recentemente ribadito dalla corte costituzionale. ma con il vantaggio di avere una sana concorrenza tra soggetti gestori in grado di migliorare la rete idrica e i servizi nazionali che una gestione pubblica non può garantire.

il terzo quesito, quello sul nucleare rappresenta un’oc-casione unica per il nostro Paese. votando Si, i cittadini si esprimeranno a favore dell’abrogazione parziale del decreto legge del 25 giugno 2008 (poi convertito in leg-ge con modifiche successive) che riguarda “disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e perequazione tributaria”.

a 24 anni di distanza dal primo referendum sul nuclea-re, gli italiani torneranno a votare per la cancellazione dei

referendum

e il nucleare che avanza

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Pronti a superare il nucleare

“le terribili immagini provenienti dal Giappone e i tremendi eventi che hanno colpito il Giappone hanno rappresentato l’argomento principale delle ultime settimane”, ha detto il leader cristiano-democratico della cdU del laden Baden-Württemberg Stefan mappus, uscito sconfitto dalle elezioni. le notizie delle ultime ore sono un conferma; il risultato delle elezioni nel land Baden-Württemberg rappresentano la risposta del comportamento “saltellante” della signora merkel nella discussione sulla energia nucleare. lo“spengo, non spengo” , “spengo per tre mesi, finite le elezioni regionali, poi ri-accendo”, il mancato appoggio al proprio ministro dell’ambiente che chiedeva di

provvedimenti che hanno riproposto il tema dell’energia nucleare in italia.il tema energetico rappresenta, soprattutto in questo periodo, uno degli argomenti più caldi. Gli effetti del terremoto in Giappone, ma anche le difficoltà di approvvigionamento di fonti fossili a se-guito della situazione in libia. l’italia, anche in questa circostan-za, ha la possibilità di far tesoro degli avvenimenti che accadono in altre parti del mondo. il nucleare ha il vantaggio di offrire una potenza energetica unica e una riduzione delle emissioni di gas serra che rappresentano un problema gravissimo in relazione ai cambiamenti climatici. ma non è l’unica strada da percorrere. l’italia, grazie alle sue particolari condizioni, non rappresenta il posto più adatto per sviluppare una tecnologia così delicata e pe-ricolosa come quella atomica. ma è il posto ideale per cercare una via sul fronte dell’energia rinnovabile. anche perché, a distanza di 24 anni, continuiamo a fare i conti con le scorie radioattive che abbiamo prodotto. Se il problema energetico può essere risolto seguendo opzioni alternative, il tema delle emissioni di gas ser-ra è assolutamente risibile. ci sono modi molto più efficienti ed ecosostenibili per ridurre gli effetti del gas serra. Partendo, ad esempio, dall’agricoltura biologica che è in grado di favorire l’as-sorbimento di co2 nei terreni. Le alternative ci sono.

referendum

e il nucleare che avanza

far pagare, finalmente, una tassa ai gestori delle centrali per le barre di combustibile nucleare utilizzato, non hanno giovato in questa tornata elettorale e i cittadini tedeschi hanno punito la cancelliera. la cdu, il partito della merkel ha perso due elezioni tra le più importanti dell’anno (nel Baden-Württemberg e nel Rheinland-Pfalz , Rhenania-Palatinato), entrambe aree ricchissime e popolose, roccaforti del partito sin dal principio della Repubblica Federale, cioè da oltre 50 anni.come ha spiegato lo scorso 16 marzo il quotidiano Süddeutsche Zeitung oggi in Germania vi sarebbe un eccesso energetico di 15 gigawatt. l’eventuale smantellamento di 9 centrali,

quindi, non influirebbe sulla disponibilità energetica. l’uscite totale dal “nucleare”, secondo recenti analisi, è possibile già nel 2017. entro il 2050 il fabbisogno energetico in Germania potrebbe essere completamente coperto da fonti rinnovabili, grazie anche alla sempre più diffusa sperimentazioni di centrali di teleriscaldamento blockheizkraftwerk.

a cura di Klaus [email protected]

GERMANIA

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l’impulso ECOsostenibile: le aziende che hanno scelto ecoarea e.s.p.

Storica gelateria di Rimini, nata nel centro di Rimini nel 1947, oggi rappresenta una realtà produttiva riconosciuta a livello internaziona-le - con punti vendita aperti in tutto il mon-do grazie al progetto di franchising Romana group- dove il gelato continua a trasmettere gli stessi valori che accompagnano la fami-glia Zucchi da oltre 60 anni. Prodotti genuini di qualità, creatività e una rigorosa attenzione

www.gelateriaromana.com

Ecoarea sustainability Program le BUone PRaTicHe della GReen economY

all’ecosostenibilità, sono queste le caratteristiche che accompagnano la gelateria la Romana dove il gelato viene sempre servito entro due ore dalla produzione. al Salone del Gusto edi-zione 2010, insieme a ecoarca ha presentato il gelato contenente il latte di vacca Bianca mo-denese certificato biologico e Presidio Slow Food® - limone con veri limoni interdonato, Fior di latte al latte di vacca bianca modenese Biologico, crema variegata all’aceto balsamico di modena iGP” Biologico, Yogurt alla crusca rossa di Romagna Biologica addizionato di princi-pio attivo (Biologico), Frutti rossi con principio attivo dalle Uve di lambrusco (Biologico) - con principi attivi antiossidanti e con funzioni prebiotiche estratti con un innovativo procedimento a basso impatto ambientale frutto della ricerca sviluppata presso l’Università di Bologna.