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Natale 2006 ANNO XIII N. 42 RIVISTA TRIMESTRALE SPED IN ABB.P. ART. 2 COMMA 20/C LEGGE 662/96 FILIALE DI VE. NATALE: RICOMINCIARE A SPERARE Editoriale 1 Anche quest’anno vi siamo giunti.. Natale! Non c’è festa più aspettata e forse più scontata di questa.. Il rischio è di cadere nella retorica e nei luoghi comuni, cercando un consenso pressoché unanime su ste- reotipi soporiferi: la nascita di un bambinello, il "vogliamoci tutti bene", i doni dei Re Magi.. Ho ricevuto una lettera della mamma di un giovane in Comunità terapeutica, una storia di speranze alimentate e infrante, ma soprattutto racconto di una ricerca di sen- so e di compagnia. Vivere accanto a un figlio che ricade dopo un periodo di Comunità, non è facile.. come non è scontata la possibilità di ricercare un senso motivante al dolore e al dilemma del ricominciare. La storia della nascita di Gesù, la grotta, Maria e Giuseppe, i cammelli.. fanno parte di un passato lontano, ad un evento che appella ad un presente.. La storia di questa madre, di suo figlio e del rapporto con una Co- munità è la storia presente, è un po' la storia di tanti giovani e delle loro famiglie che la Cooperativa Olivotti ha accolto in questi 25 anni di attività. Se anche quest'anno celebriamo il Natale non signifi- ca che riconosciamo presente questa rinnovata volontà di Dio di farsi piccolo, indifeso con i piccoli e di accoglierci per ciò che siamo, camminando accanto a noi.. passo dopo passo? Natale dunque perché: la dinamica della speranza non rischi di diventare la costruzione di una cittadella esclusiva e ben difesa, alle porte della quale gli “ultimi” vengono respinti, ma ricrei essenzialmente e quasi ostina- tamente uno: Io spero con Te per noi.. Comunque Ciao, sono la mamma di un ragazzo di nome L. e vorrei raccontarvi la mia storia. L., che ora ha 29 anni, ha iniziato a manifestare in età adolescenziale dei disagi psico-somatici con coliche addo- minali e crisi depressive che non sono stati facilmente e tempestivamente diagnosticati dai numerosi medici a cui ci siamo rivolti. Attribuivo parte di questi disagi alla soffe- renza dovuta alla mia separazione dal padre quando lui aveva solo 6 anni e con il quale ha sempre avuto ed ha tuttora un rapporto difficile. Quello che non riuscivo ad accettare era il fatto che non si riuscisse a trovare la via della guarigione. Dopo molti anni di sofferenza passati tra medici e ospeda- li, L. ha iniziato a far uso di sostanze e, soprattutto, di alcolici. Pur abitando in una grande città, dopo molteplici interventi di specialisti e dopo infiniti tentativi di aiutarlo a curarsi risultati vani, ho dovuto prendere l’unica e dolorosa deci- sione che poteva dargli l’opportunità di capire cosa fare della sua vita: ho chiuso la porta di casa e me ne sono an- data lasciandolo per strada. Costretto da questa situazione che non gli era congeniale ha chiesto aiuto ed ha avuto la fortuna di entrare nella Comunità della Cooperativa Oli- votti dove ha svolto un programma terapeutico di recupe- ro. Durante questo periodo, superando le difficoltà della di- stanza, ho frequentato i gruppi settimanali di sostegno per i genitori che si tenevano a Mira e che mi sono stati di grande beneficio. In questo impegnativo percorso ho im- parato a superare i sensi di colpa, a capire il valore dei ruoli e l’importanza fondamentale di lasciare che i nostri figli “camminino da soli”. Si è stabilito tra noi genitori un bellissimo rapporto e, ancora adesso, ci si ritrova una vol- ta al mese per condividere gioie e... dolori! Purtroppo, a distanza di due anni dal termine del pro- gramma, L. ha avuto una pesante ricaduta, diventata per lui sempre più ingestibile. Alla sua richiesta di ritornare ad abitare con me (dopo una

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Natale 2006 ANNO XIII N. 42 RIVISTA TRIMESTRALE – SPED IN ABB.P. ART. 2 COMMA 20/C LEGGE 662/96 – FILIALE DI VE.

NATALE: RICOMINCIARE A SPERARE Editoriale

1

Anche quest’anno vi siamo giunti.. Natale! Non c’è festa più aspettata e forse più scontata di questa.. Il rischio è di cadere nella retorica e nei luoghi comuni, cercando un consenso pressoché unanime su ste-reotipi soporiferi: la nascita di un bambinello, il "vogliamoci tutti bene", i doni dei Re Magi.. Ho ricevuto una lettera della mamma di un giovane in Comunità terapeutica, una storia di speranze alimentate e infrante, ma soprattutto racconto di una ricerca di sen-so e di compagnia. Vivere accanto a un figlio che ricade dopo un periodo di Comunità, non è facile.. come non è scontata la possibilità di ricercare un senso motivante al dolore e al dilemma del ricominciare. La storia della nascita di Gesù, la grotta, Maria e Giuseppe, i cammelli.. fanno parte di un passato lontano, ad un evento che appella ad un presente.. La storia di questa madre, di suo figlio e del rapporto con una Co-munità è la storia presente, è un po' la storia di tanti giovani e delle loro famiglie che la Cooperativa Olivotti ha accolto in questi 25 anni di attività. Se anche quest'anno celebriamo il Natale non signifi-ca che riconosciamo presente questa rinnovata volontà di Dio di farsi piccolo, indifeso con i piccoli e di accoglierci per ciò che siamo, camminando accanto a noi.. passo dopo passo? Natale dunque perché: la dinamica della speranza non rischi di diventare la costruzione di una cittadella esclusiva e ben difesa, alle porte della quale gli “ultimi” vengono respinti, ma ricrei essenzialmente e quasi ostina-tamente uno: Io spero con Te per noi.. Comunque

Ciao, sono la mamma di un ragazzo di nome L. e vorrei raccontarvi la mia storia. L., che ora ha 29 anni, ha iniziato a manifestare in età adolescenziale dei disagi psico-somatici con coliche addo-

minali e crisi depressive che non sono stati facilmente e tempestivamente diagnosticati dai numerosi medici a cui ci siamo rivolti. Attribuivo parte di questi disagi alla soffe-renza dovuta alla mia separazione dal padre quando lui aveva solo 6 anni e con il quale ha sempre avuto ed ha tuttora un rapporto difficile. Quello che non riuscivo ad accettare era il fatto che non si riuscisse a trovare la via della guarigione.

Dopo molti anni di sofferenza passati tra medici e ospeda-

li, L. ha iniziato a far uso di sostanze e, soprattutto, di

alcolici. Pur abitando in una grande città, dopo molteplici interventi di specialisti e dopo infiniti tentativi di aiutarlo a curarsi risultati vani, ho dovuto prendere l’unica e dolorosa deci-sione che poteva dargli l’opportunità di capire cosa fare della sua vita: ho chiuso la porta di casa e me ne sono an-data lasciandolo per strada. Costretto da questa situazione che non gli era congeniale ha chiesto aiuto ed ha avuto la fortuna di entrare nella Comunità della Cooperativa Oli-votti dove ha svolto un programma terapeutico di recupe-ro. Durante questo periodo, superando le difficoltà della di-stanza, ho frequentato i gruppi settimanali di sostegno per i genitori che si tenevano a Mira e che mi sono stati di grande beneficio. In questo impegnativo percorso ho im-parato a superare i sensi di colpa, a capire il valore dei ruoli e l’importanza fondamentale di lasciare che i nostri figli “camminino da soli”. Si è stabilito tra noi genitori un bellissimo rapporto e, ancora adesso, ci si ritrova una vol-ta al mese per condividere gioie e... dolori! Purtroppo, a distanza di due anni dal termine del pro-gramma, L. ha avuto una pesante ricaduta, diventata per lui sempre più ingestibile. Alla sua richiesta di ritornare ad abitare con me (dopo una

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EDITORIALE:

Natale: ricominciare a sperare di P. Fabio

pag. 4 Progetti Ass. Incontro e Presenz - pag 4 S.O.S carcere

-pag 6 Il pozzo di Sicar

di Sicar

- pag 7 Corso formazione volontari

formazione volontari

- pag 7 Donna: alfabetizzazione,

alfabetizzazione,

mediazio ne linguistico culturale,

zio ne linguistico culturale, im-

imprese

pag. 10 Formazione: - Corso falegnami e restauratori

Pag.12 Testimonianze A cura dei ragazzi della Cooperativa Olivotti

SOMMARIO Trimestrale di incontro della Cooperativa Olivotti

Natale 2006

Direttore Responsabile Bano Giampietro

Redazione Laura Albori - Francesco Bravi - Loris Cugini

Graziella Fabbris - Narciso Marinello Impostazione e grafica

Federica Marchiori Stampa

Centro Studi Cooperativa Olivotti

SEDE CENTRALESEDE CENTRALESEDE CENTRALESEDE CENTRALE

Giuseppe Olivotti Società Cooperativa Sociale

ONLUS via Nazionele 57 - 30034 - MIRA (VE)

COMUNITÀ ACCOGLIENZA 041 420223 fax 041 421007 [email protected]

CENTRO STUDI 041 420349 fax 041 421007 [email protected]

www.olivotti.org

Gruppi FamiglieGruppi FamiglieGruppi FamiglieGruppi Famiglie Ogni sabato

Dalle ore 9.30 alle ore 11.00 Presso la Cooperativa

“G. OLIVOTTI” Via Nazionale, 57– Mira

COLLOQUI COLLOQUI COLLOQUI COLLOQUI RAGAZZI E FAMIGLIERAGAZZI E FAMIGLIERAGAZZI E FAMIGLIERAGAZZI E FAMIGLIE

Tutti i giorni per appuntamento

Asolo Convento S.Anna P. Olindo Tel. 0423 529186 Lendinara Convento S.Francesco P. Agostino Tel. 0425 641044 Verona Convento V. Fincato 35 P.Remigio Tel. 045 525374 Thiene Madonna dell’Olmo P. Paolo Tel. 0445 363953 Mestre Sesta Opera V.Costa 4 P. Fabio Tel. 041 420223

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Realizzato in collaborazione con l’Associazione Incontro e Presenza

e con il contributo del Centro di Servizi per il Volontariato di Venezia

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EDITORIALE

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serie di esperienze di lavoro e di convivenze negative nel Veneto), la mia prima risposta è stata negativa ma, riflet-tendo meglio e pur consapevole dei rischi a cui andavo incontro, ho deciso di accettare la sua proposta offrendo-gli un’ulteriore possibilità di ricostruire la sua vita. Negli otto mesi di coabitazione si è ripresentato esattamente lo stesso copione della precedente esperienza. Dopo varie peripezie burocratiche e non, causate anche da limitazioni delle leggi della mia regione, L. è approdato nuovamente alla Comunità Olivotti. Sono stata invitata a trascorrere una settimana in Comuni-tà e, sinceramente, non ero molto d’accordo su questa pro-posta. L. era lì da poco e mi sembrava una richiesta pre-matura ma, conoscendo e stimando le persone che gesti-scono la comunità, mi sono affidata alla loro competenza e capacità di valutazione ed ho accettato. Nell’esperienza passata avevo già trascorso un paio di giorni con i ragazzi. Conoscevo lo stile educativo chiaro e responsabilizzante della Comunità. Ho condiviso con loro tutti i momenti della giornata ma quello che è stato emotivamente molto forte per me è stata la partecipazione ai gruppi di psicoterapia che si svolge-vano nel pomeriggio. Toccare con mano le loro sofferenze, le loro paure e le difficoltà di chiedere aiuto per affrontarle e superarle mi ha fitto rivivere intensamente la storia con mio figlio. No-nostante questo ho percepito la loro forza, il coraggio di rimettersi in discussione e il desiderio e la consapevolezza che in questa famiglia possono trovare l’aiuto che nelle loro famiglie e nella nostra società non sono riusciti a tro-vare in molti anni di sofferenza. Tra le molte qualità di cui sono inconsapevoli c’è in ognuno

di loro una grande sensibilità e la capacità di cambiare la loro vita dipende dalla loro volontà e dalla fiducia nelle loro risorse interiori. Insieme possono fare il miracolo! Ho avuto modo di conoscere nuovi operatori, straordinari quanto i ragazzi ospitati... e ringrazio tutti per la disponi-bilità ed il calore di cui mi hanno circondata. Ho anche incontrato Marisa, una volontaria, che con la sua dolcezza e la sua costante presenza arricchisce la famiglia Olivotti. Infine, il mio particolare ringraziamento va a Padre Olin-do che è sempre pronto ad accoglierci amorevolmente ma, soprattutto, perchè ha tanto a cuore il bene dei nostri ra-gazzi. Il mio augurio è quello che i famigliari abbiano l’opportunità di trascorrere qualche giorno in comunità per vivere accanto ai ragazzi le emozioni che ho vissuto io e che spero, almeno in parte, di essere riuscita a trasmettere. Un abbraccio affettuoso a tutti e... .alla prossima!

Gabriella

Noi crediamo che sia possibile riscoprire in questa storia che significa Natale. E' trovare un luogo, un tempo e una comunità (che è la "grotta" dei nostri tempi) per passare dalla disperazione alla speranza, dalla solitudine alla condivisione... La "Grotta" è un rifugio di fortuna, è la Comunità in cui si viene accolti , anche perchè non si è trovato di meglio e di più, per essere rigenerati alla vita anche se i falli-menti continuano ad insidiare la nostra vita.... E' già Natale non quando avvengono cambiamenti stre-pitosi, ma quando troviamo insieme, ogni giorno, la spe-ranza e la forza per ricominciare a vivere. P. Fabio

Dai Frati,

i ragazzi,

operatori e volonta-

ri della Cooperativa

Giuseppe Olivotti

Particolare del presepe realizzato dai ragazzi con l’aiuto di alcuni vo-lontari

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PROGETTI ASSOCIAZIONE INCONTRO E PRESENZA

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Associazione

Incontro e Presenza L’Associazione di Volontariato “Incontro e Presenza” si costituisce nel 1992, nel territorio del Comune di Mira, da un gruppo di volontari che già vi operava-no dal 1982, con l’obiettivo di realizzare interventi di sostegno al disagio e creare percorsi di reinseri-mento socio-lavorativo a favore di detenuti, ex-detenuti e tossicodipendenti. L’impegno dei volontari dell’Associazione s’intreccia, da molti anni, con le attività della Cooperativa “G. Olivotti” di Mira quali la Comunità Terapeutica per Tossicodipenden-ti, la Comunità per Minori, il percorso di reinseri-mento socio-lavorativo per detenuti in regime alter-nativo alla pena, le attività di formazione e preven-zione del Centro Studi, i progetti di mediazione lin-guistico-culturale, lo sportello immigrazione. Negli anni le richieste del territorio hanno reso sempre più forte la necessità di organizzare la disponibilità dei volontari, le diverse professionalità messe in campo e l’esperienza maturata in tali ambiti, in funzione delle risorse della comunità locale realizzando spe-cifici progetti di prevenzione e sempre di più in rete con la Conferenza dei sindaci, l’ULSS 13, altre real-tà del privato sociale, e le scuole del territorio del-la Riviera del Brenta e del Miranese. Le attività dell’Associazione (attualmente l’Associazione riunisce e coinvolge più di 60 volontari attivi) dunque, si so-no ampliate ed arricchita di sempre nuove iniziative, capacità e professionalità divenendo una risorsa preziosa per il territorio con il quale sempre più col-labora e intreccia rapporti di sostegno reciproco.

“S.O.S. oltre il carcere”

Il progetto nasce proprio in questo contesto, dalla condivisione delle esperienze pluriennali in ambito carcerario e nel territorio di realtà come l’Associazione “Incontro e Presenza” (per la zona del Miranese/Riviera del Brenta) e il “CEIS d.L. Mila-ni" (per il Comune di Venezia), e della considerazio-ne condivisa con il C.S.V. di Venezia che un pieno e completo reinserimento del soggetto detenuto nella

società possa e debba essere sostenuto e accompa-gnato dalla preziosa risorsa che il mondo del volon-tariato rappresenta nei nostri territori. Perchè questo sia reso possibile è necessario atti-vare dei percorsi che permettano di diffondere nel volontariato l’idea che il “mondo detentivo” è luogo dove il volontario stesso può esprimersi, dare un im-pulso anche visibile all’opera di volontariato a favore di detenuti, ex-detenuti e famiglie, insomma di quel-le persone che avendo (o avendo avuto) a che fare con la “giustizia” in qualche modo versano in uno sta-to di bisogno. È inoltre fondamentale creare una rete di volontari, non solo motivati, ma anche e oserei dire soprattutto, preparati attraverso specifici percorsi formativi e sostenuti da personale qualificato per poter affrontare questa sfida. Lo scopo quindi dei progetti (ne sono stati attivati due paralleli per poter meglio venire incontro alle esigenze e specificità di due territori così diversi co-me sono il Comune di Venezia e la zona del Mirane-se/Riviera del Brenta) era quello, da un lato, di atti-vare delle azioni concrete di sostegno alla popola-zione detenuta, in particolare facilitandone il reinseri-mento socio-lavorativo, dall’altro, di aprire un dialo-go con il territorio ed in particolare con le realtà del volontariato che rendesse coscienti dei bisogni che vengono da un mondo, quello del carcere, che spes-so, anche da alcuni volontari, è ghettizzato/emarginato, non riconosciuto come luogo di bisogni. In questo anno di lavoro si sono dunque attivati due corsi di formazione per volontari, uno per realtà territoriale a cui hanno partecipato in media circa 50 iscritti. Per il corso attivato in Riviera del Brenta si è inte-so dare, attraverso la scelta delle tematiche degli incontri, un’impronta formativa generale nell’ambito delle attività di volontariato con persone in situazione di difficoltà e marginalità sociale, affiancando ai contenuti più tecnici sull’ambito carcerario (leggi, nor-mative, servizi e rispettive funzioni), testimonianze dirette di personale, volontario e non, che opera da anni in questo contesto e incontri su tematiche come la comunicazione, l’ascolto nella relazione d’aiuto ecc. Tra i partecipanti si sono resi disponibili dei volontari,

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PROGETTI ASSOCIAZIONE INCONTRO E PRESENZA

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circa una ventina, nuovi e non, ad entrare nelle altre fasi del percorso supportando alcune delle attività progettuali. Abbiamo organizzato alcuni Incontri pubblici con le Consulte del Volontariato dei comuni della Riviera per promuovere il corso per volontari in ambito peni-tenziario e per porre le basi per una comune proget-tazione e sperimentazione di interventi. Numerosi so-no stati gli Incontri e i contatti con gli assessori ai ser-vizi sociali e gli assistenti sociali dei comuni della Ri-viera e del Miranese per raccogliere bisogni, esigen-ze e risorse, informare circa le opportunità offerte dal progetto e improntare un lavoro di rete, di invio e di intervento rispetto ai singoli casi. Il nucleo del progetto era improntato all’attivazione di percorsi lavorativi per detenuti, be-neficiari di misure alternative alla pena, attraverso la possibilità di offrire borse lavoro e contesti lavorativi “protetti” in cui, a fianco alla funzione professionaliz-zante veniva data loro la possibilità di sperimentarsi e riappropriasi della capacità di “stare” nei contesti, con i tempi e secondo i codici di comportamento ri-chiesti dal mondo del lavoro. Preziosa è stata in questa fase del progetto la collaborazione con l’U.E.P.E. di Venezia che ci ha per-messo di poter avere segnalazioni e invii di soggetti detenuti in detenzione domiciliare e/o alternativa alla pena, detenuti in permesso premio o che devono riparare (“restituzione del danno”), ottenere il per-messo di visitare i detenuti domiciliari e avere consu-lenze in merito a situazioni problematiche. Le persone in detenzione domiciliare sono una re-altà spesso sottovalutata in relazione all’entità dei loro bisogni. L’impossibilità di uscire dalla propria abitazione e/o la difficoltà ad ottenere delle dero-ghe agli obblighi comporta grosse difficoltà e neces-sità di ordine materiale (ad es. il non poter fare la spesa, pagare le bollette ecc.), in particolare se non ci sono familiari che possano farsene carico. Non me-no importanti sono il bisogno di sostegno psicologico e la possibilità di avere contatti umani. Anche la pos-sibilità e necessità per alcuni detenuti di usufruire di permessi premio, ci siamo resi conto, porta con sé problematiche spesso sottostimate. Molte persone, che sono nei termini per godere di questi benefici,

non hanno luoghi che li possano accogliere – in alcuni casi è il giudice stesso a vincolare il godimento del beneficio presso una struttura di accoglienza – e an-che quando questo sia possibile, si rende necessario un affiancamento, perché al godimento della misura sia accompagnato un percorso di elaborazione dell’esperienza, della nuova opportunità di socializ-zazione in previsione di un graduale reinserimento sociale. Nel caso di detenuti che usufruiscono di misure col-legate alla possibilità di avere un lavoro all’esterno le difficoltà maggiori risiedono proprio nelle scarse opportunità di lavoro e nella mancanza di una fase preliminare che consenta di individuare le soluzioni più adeguate per l’inserimento lavorativo. Va ri-cordato che queste persone sono a tutti gli effetti dei detenuti e la possibilità di svolgere un lavoro all’esterno del carcere – a seconda della misura in atto – è comunque regolata da un insieme di vincoli i quali limitano notevolmente sia i movimenti che le ti-pologie di occupazione e dunque le opportunità a disposizione dei detenuti stessi. Inoltre, molto spesso, la fase lavorativa precede un pieno reinserimento sociale, è quindi importante accompagnare alla ri-cerca di un lavoro la costruzione di una rete sociale di sostegno che possa gradualmente affiancarsi alla persona nel suo percorso di affrancamento dai vincoli giudiziari. Molti sono inoltre i detenuti di origine straniera presenti nelle carceri italiane. Quello che risulta ar-duo per i familiari di persone italiane ristrette in car-cere lo è ancor di più le famiglie di detenuti stranieri, il disorientamento che ne deriva provoca, spesso, un’ulteriore situazione di marginalità ed emarginazio-ne che va a sommarsi alle problematiche del “vivere da immigrati”. Di tutto questo abbiamo “cercato” di occuparci, le difficoltà sono state numerose ma possiamo anche dire di aver gettato le basi per la creazione di un lavoro sempre più ampio e articolato ma allo stesso tempo attento e sensibile ai bisogni e alle esigenze che, soprattutto alla luce del recente indulto, sono mutevoli e spesso imprevedibili.

Associazione di volontariato Inconto e Presenza

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PROGETTI ASSOCIAZIONE INCONTRO E PRESENZA

Il pozzo di Sicar

Descrivere che cos’è Casa Sicar ed il progetto di

Accoglienza Bambini in affido, è come raccontare

l’inizio di una bella ed imprevedibile avventura!

Anche se l’idea dell’affido la coltiviamo già da di-

versi anni è solo da quando abbiamo conosciuto la

realtà di famiglie che riescono a vivere assieme che

abbiamo cominciato a pensarci seriamente…

Le comunità di famiglie che abbiamo visitato infatti

riescono a condividere la casa, il lavoro, il salario e

in più avviano progetti di accoglienza per varie si-

tuazioni che la nostra società, a torto, chiama

“deboli”: bambini, “diversamente abili”, mamme da

sole, anziani…

Attraverso le esperienze della nostra vita, alla fine,

solo quest’anno il nostro desiderio ha preso consi-

stenza, spessore, concretezza…

Aver conosciuto persone che come noi credono

nell’educazione, nella formazione, nel recupero, nel

sostegno alle persone in quanto tali, l’aver indivi-

duato e acquisito una struttura che corrispondesse

appieno ai requisiti giuridici richiesti per aprire una

casa – famiglia, condividere il progetto, trovare

appoggi e aiuti , costituirsi in associazione…è cosa

di questi ultimi mesi!

INSOMMA…

Che cos’è “Casa Sicar”? Casa Sicar è:

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� una grande casa per accogliere bambini in difficol-tà, attraverso lo strumento giuridico dell’affido;

� una famiglia che ha deciso, dopo vent’anni di cam-biar vita (casa, abitudini e ritmi);

� un gruppo di famiglie che credono ad un progetto di solidarietà;

� un’Associazione di Promozione Sociale, che sostiene il progetto;

� un modo per sperimentare ed attuare la condivisione fraterna;

� una sfida ed una pazzia per chi crede che si debba aver tutto pronto prima di partire per la realizzazio-ne di un progetto…

� uno scoperto di 5000 mq, da attrezzare con giochi e gazebo…

� un cane di nome “Uno”, due galline, “Score” e “Gina” e…, per riprendere a conoscere e stare con gli animali;

� un’opportunità da dare a tutti per fare del bene!

Diacono Alberto, Nicoletta, Isacco, Giovanni e Leonardo e…

Associazione “Incontro e Presenza” Associazione “Al pozzo di Sicar”

Per condividere e aiutare economicamente la rea-lizzazione del Progetto: Conto Corrente Bancario n. 044000078048 – intestato a “Ass.ne Incontro e Presenza Progetto al Pozzo di Sicar” C/0 Banca di Credito Cooperativo del Veneziano – Filiale di Mira Porte (Ve) Cod. ABI 8407 cod. CAB 36180 Cin “I” (*) (*) i bonifici sono esenti da commissioni

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PROGETTI ASSOCIAZIONE INCONTRO E PRESENZA

Alfabetizzazione Mediazione linguistico - culturale -

impresa

Corso di formazione per volontari 2007

A.A.A. Associazione Accoglienza Ascolto

Incontri presso la sala P. Gildo Bavero (casa rossa)

Inizio ore 20:30

20 Dicembre 2006

Presentazione Associazioni Incontro e Presenza: esse-re volontario nelle relazioni e nelle attività Relatore: dott. Lazzaretto Monica, Presidente Associazione Incontro e Presenza

9 Gennaio 2007

Fare servizio in comunità terapeutica: l’accoglienza del disagio psichico Relatore: Giuliana Zulpo, medico psichiatra

23 Gennaio 2007

Ascolto e relazione Relatore: Paola Ronzoni, psicologa - psicoterapeuta

6 Febbraio 2007

Come muoversi in comunità: regole, riferimenti, orga-nizzazioni Relatore: Dottor Andrea Bordignon, Responsabile Comunità G Olivotti

20 Febbraio 2007 San Francesco e il lupo: accoglienza e condivisione Relatore: P. Fabio Squizzato, direttore Coperativa G. Olivotti

6 Marzo Facciamo insieme il punto: nuove opportunità, nuove idee Relatore: Dott. Lazzaretto Monica, Presidente Associazione Incontro e Presenza

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PERCHE’ UN CORSO DI LINGUA E CULTURA ITALIANA?

Le donne rappresentano la maggioranza dei migranti verso molte aree del mondo ,comprese zone importanti come Europa, Nordamerica ed Oceania. Moltissime lavo-rano e contribuiscono all’economia, al benessere del pa-ese di accoglienza e d’origine. Sono mogli, compagne, badanti, operaie o collaboratrici domestiche. Quando poi tornano al loro paese d’ origine hanno maturato au-tostima e rispetto e portano testimonianza ed esperien-za. Mentre gli uomini investono in beni materiali ,le don-ne impiegano le loro rimesse in salute ed istruzione ,elementi fondamentali per innalzare la qualita’ della vita. Sono dati che emergono dal Rapporto 2006 sullo stato della popolazione nel mondo, intitolato “ In movi-mento verso il futuro. Donne e migrazione internaziona-le”. I recenti casi di cronaca di violenza contro le donne sono ancora presenti nelle nostre menti e ci inducono a riflettere sulla loro presenza , spesso silenziosa .E’ im-portante avvicinare le donne straniere, ascoltar-le,conoscere le loro situazioni e soprattutto alfabetizzar-le. Devono conoscere la lingua e la cultura italiana solo cosi’ prenderanno coscienza dei diritti elementari.Nella sede di Mira già da alcuni anni si svolgono corsi di lin-gua e cultura italiana per donne immigrate in orario antimeridiano ,due volte alla settimana. Nella primavera 2006 su richiesta e proposta della assistente sociale nel comune di Vigonovo è stato tenuto un corso di lingua e cultura italiana per donne immigrate. L’esperienza bre-ve ma positiva è stata ripresa nel mese di ottobre . La richiesta caldeggiata dall’Ente locale parte dalle donne immigrate residenti da tempo nel comune. Queste donne giunte, in Italia per ricongiungimento al marito, molte hanno dei bambini, altri sono nati in Italia. Tra queste alcune sono sole e vivono presso anziani /e che accudiscono. La richiesta di conoscere la lingua italiana, a livello orale e scritto, nasce dall’esigenza di poter svol-gere in modo autonomo le semplici mansioni giornaliere: fare acquisti,accompagnare i figli a scuola,seguirli nei compiti, andare dal medico ecc. Queste incombenze pri-ma venivano svolte sempre e solo se accompagnate dal marito,che poteva portarle e fare da traduttore.

Donne

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FORMAZIONE

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PERCHE’ UN CORSO DI LINGUA E CULTURA ITALIANA?

Vista la richiesta occorreva attivare subito un corso di lingua e cultura italiana dove risiedevano perché non era per loro possibile spostarsi o raggiungere altre sedi. Due docenti volontarie ,con precedenti e-sperienze nell’insegnamento dell’italiano a stranieri, si sono messe a disposizione. Al primo incontro si sono presentate donne e uo-mini, sia a Mira che a Vigonovo. Provengono da: Al-bania, Argentina, Bangladesh, Brasile, Cameroun, Co-lombia, Cuba, Honduras, Irak, Macedonia, Marocco, Moldavia, Nigeria, Panama, Polonia, Rep.Ceca, Ro-mania, Spagna, Thailandia, Turchia, Ucraina, Vene-zuela. Ed ora risiedono nei comuni della Riviera del Brenta Il livello di scolarità e’ molto diversificato : licenza ele-mentare, a scuola media di I° grado ,il college inglese o pochi anni di scuola dell’obbligo. La diversa provenienza non fa emergere difficoltà di incontro tra donne provenienti dai paese dell’est europeo,molte sono le cose comuni, il sistema scolastico simile,la conoscenza della lingua russa, l’uso dello stes-so alfabeto o la comprensione di più lingue slave, la non conoscenza di lingue europee. Diversa si presenta la realtà delle donne provenienti dal Bangladesh. Molto giovani, dai 18 ai 26 anni, alcune sposate con figli o in attesa e residenti con i mariti in Italia, altre giovani non sposate ancora. Poche conoscevano la lingua inglese. Diverso l’abbigliamento, molto sobrio e prtico quello delle europee, molto colorato e curato quello delle bengalesi e delle africane. Dalle conver-sazioni emerge che appartenevano alla religione mu-sulmana,alcune conoscono bene l’arabo in forma orale e scritta,altre solo il testo del Corano. Dopo un semplice test d’ingresso per individuare i livelli di partenza,visti i risultati abbiamo deciso di suddividere il gruppo di partenza i più gruppi :

� primo gruppo formato da est euro-pa ed Africa, diviso in sottogruppi,

� secondo grup-po solo donne del Bangladesh Certamente una discreta conoscenza della lingua italiana ed un primo approc-

cio conoscitivo agli usi e costumi locali,nonché ai servi-zi istrituzionali e socio-sanitari del territorio costitui-scono un valido momento propedeutico irrinunciabile per qualsiasi intervento di integrazione. Per poter of-frire un servizio migliore e un approccio più accoglien-te abbiamo chiesto lo scorso anno la collaborazione di una mediatrice culturale di origine bengalese che vive in Italia da tanti anni . Insieme abbiamo programmato le attività,i conte-nuti,i metodi e i tempi per stimolare le donne nell’apprendimento della lingua italiana. Per loro occorre partire dall’alfabeto o meglio dai suoni presenti nelle due lingue e soprattutto trovare i suoni vicini o uguali e i nuovi fonemi.

CORSO DI ITALIANO PER IMMIGRATI

E’ iniziato nel mese di ottobre il corso di lingua e cultura italiana per immigrati organizzato dall’Ass. Incontro e Presenza e dalla Coop. Olivotti di Mira:Il corso si concluderà nel mese di maggio 2007 con fre-quenza bisettimanale al mattino dalle ore 9,30 alle 11.00 il lunedì e mercoledì presso la sede della coo-perativa in Via Nazionale 57 (dopo il Distretto Sani-tario per chi proviene da Dolo). Il progetto si rivolge ,ma non esclusivamente ,alle donne ,che per varie motivazioni non possono frequen-tare i corsi pomeridiani o serali . Il corso è tenuto da docenti formate ,con esperien-za nel settore e si struttura con un percorso di alfabe-tizzazione , ma con la possibilità di creare piccoli gruppi differenziati per livelli di conoscenza della lingua italiana. I partecipanti alla fine riceveranno un attestato di frequenza. Le iscrizioni sono aperte . Per informazioni o iscri-zioni contattare la Coop, Olivotti Centro Studi dalle 9.00 alle 12.00 possibilmente nei giorni di lune-dì e mercoledì allo 041/420349.

FORMAZIONE SULLA MEDIAZIONE

LINGUISTICO CULTURALE

Grazie ad un finanziamento della Conferenza dei Sindaci dell’ASL 13 la Coop.Olivotti e L’Ass.Onlus Marco Polo di Mirano hanno organizzato ,nei mesi di ottobre e novembre, un laboratorio formativo per insegnanti ed educatori su” Accoglienza alunni stra-nieri pronto soccorso per la mediazione interculturale” al quale hanno partecipato docenti della scuola pri-

Page 9: Editoriale NATALE: RICOMINCIARE A SPERARE a capo natale 2006_2.pdf · Vivere accanto a un figlio che ricade dopo un periodo di Comunità, non è facile.. come non è scontata la possibilità

FORMAZIONE

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maria e secondaria di I° grado, mediatori linguistico culturali ed educatori.L’iniziativa voleva offrire rispo-ste operative ai bisogni emergenti in campo educativo interculturale in concomitanza dell’arrivo di un alunno straniero e della sua famiglia nella scuola e nel terri-torio. Per agevolare la frequenza ai partecipanti il corso si è svolto in due sedi :a Mirano e a Mira con gli stessi relatori e in date diverse. Il percorso formativo si è articolato in tre incontri de-dicati : “Arrivo di un nuovo alunno e compagno in clas-se:percezioni, immagini e bisogni di accoglienza” con la dott.Lucrezia Pedrali che ha affrontato il pro-blema ponendo l’accento sulle esperienze attuate nel-la propria realtà scolastica. Poi con l’esperto di politiche per l’immigrazione e l’interculturalità del Comune di Venezia Gianfranco Bonesso si è parlato di “ Facilitazione linguisti-ca,mediazione culturale ed interculturale:tra risorse del territorio e dell’insegnante-educatore dove

l’attenzione si è spostata sul rap-porto educativo tra minore e do-cente o educatore. Questi deve utilizzare tutti gli strumenti utili per accoglie-re ,comprendere e guidare nel cammi-no dell’inserimento scolastico il nuovo alunno cercando di

instaurare una comunicazione e poi una relazione po-sitiva e rispettosa della cultura di tutti. Il terzo incontro ha visto l’esperta di didattica in-terculturale Anna Maria Comin proporre alcune stra-tegie di primo intervento per l’accoglienza, l’inserimento e l’integrazione interculturale. Una tavola rotonda finale , martedì 21 novembre, ha concluso il due corsi presentando “ Tra scuola e territorio :una rete dei servizi per l’inserimento e l’integrazione dell’alunno straniero e della sua fami-glia” dove comuni, ASL , Coop,Olivotti e Marco Polo hanno presentato le iniziative e i servizi presenti nel territorio. I partecipanti alla fine hanno manifestato interesse e soddisfazione per l’approccio teorico-pratico utiliz-zato per promuovere e rinforzare le capacità utili per costruire contesti educativi di accoglienza non

solo per gli alunni stranieri ,ma per tutti gli alunni e la creazione di processi di relazioni tra docenti e genitori per la realizzazione di una vera comunità educativa.

DONNE E IMPRESA

Venerdi’ 27 novembre si è concluso con l’incontro con una imprenditrice del territorio il corso “saper fare,saper essere … Impresa femminile nel sociale” che aveva come obiettivo di sostenere e valorizzare le risorse femminili offrendo alcune indicazio-ni ,strumenti o informazioni utili per coltivare il sogno di diventare imprenditrici di se stesse. Il progetto è partito dalle operatrici del Centro Studi e dello Spor-tello di Mediazione Linguistico Culturale che è stato aperto presso la Cooperativa Olivotti. L’idea era di focalizzare l’attenzione sul femminile , creare una a-pertura verso il mondo delle donne e facilitare il ruo-lo femminile nel sociale. Hanno partecipato con inte-resse e curiosità 20 donne di età,formazione e prove-nienza diverse. Nel primo incontro ,con l’ass, alle Pari Opportunità del comune di Mira Silvana Zanon sono state presen-tate le opportunità e i servizi presenti nel territorio quali; la Consulta delle donne che ha compiti proposi-tivi,la Consulta dei Cittadini Stranieri,lo Sportello Ri-sorsa Donne, che vede in rete piu’ Comuni,i progetti attivati come Mamme per mamme,o i corsi di forma-zione con associazioni di categorie, o i corsi offerti dai Centri per l’impiego o gli sportelli infolavoro.

E’ seguito un incontro tecnico sugli aspetti dell’azienda , forme giuridiche,attività aziendale con contabilità e budget,associazione e cooperativa con