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Fattori di rischio Fattori = situazioni che concorrono a produrre un effetto = variabili indipendenti o concomitanti o intervenienti

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Fattori di rischio

Fattori = situazioni che concorrono a produrre un effetto

= variabili indipendenti o concomitanti o intervenienti

Fattore di rischio • un elemento negativo, una condizione

oggettiva e/o soggettiva di disagio che, da solo o in associazione con altri fattori, può comportare la probabilità di risvolti patologici, nella forma dell’emarginazione e della devianza.

• Può corrispondere al rischio sociale (o psicosociale) o al disagio oggettivo.

Rapporto tra fattori di rischio e comportamenti di rischio

3 tipi diversi di rapporti:

1. la causalità diretta;

2. la causalità multifattoriale;

3. la causalità processuale.

1. Causalità diretta Nesso causale tra fattori di rischio e risultato:

deterministico (come in medicina)

tre caratteristiche fondamentali:

• il rapporto tra causa (o fattore di rischio) ed effetto é diretto e automatico;

• la causa é costituita da una variabile singola della situazione di rischio. Anche quando i fattori di rischio sono molteplici essi vengono comunque valutati separatamente l'uno dall'altro;

• la nozione di causa é determinata in maniera univoca.

1. Causalità diretta (lineare) – tradizionale

FATTORE DI RISCHIO

devianza

•Povertà •Ignoranza, •Subcultura, •Tare ereditarie, •Esperienze precoci, ecc.

Produce (deterministi

-camente)

Presi uno ad uno

Causalità diretta a senso unico

2. Causalità multifattoriale • i fattori di rischio agiscono in maniera concomitante • si rafforzano con effetti cumulativi.

La situazione di rischio viene considerata in maniera globale e unitaria attraverso il ricorso ad una procedura valutativa, denominata «profilo di rischio», che consente di:

– mappare tutti i fattori presenti nella situazione (fattori genetici, relazionali, educativi, ambientali, traumatici, ecc.)

– misurare l'intensità di ciascuno di essi

Problema: l'esclusiva quantificazione del rischio si risolve a scapito della sua possibile definizione qualitativa.

2. Causalità multifattoriale

famiglia

Povera

analfabeta

immigrata

numerosa

Fattori insieme

Errori educativi

Figli

denutrita

3. Causalità processuale /1

La terza concezione del nesso causale si inquadra

nell'ambito della teoria interazionista dello

sviluppo che prevede un processo continuo di

significative interazioni fra l'individuo e

l'ambiente.

a) Nella misura in cui il soggetto interagisce con i

fattori di rischio egli non é destinato a subirli

come causa di effetti nocivi inevitabili ma può

anche fronteggiarli ed eventualmente

modificarli.

2. Causalità processuale/2

b) Nello «spazio vitale» del soggetto sono presenti non solo i fattori di rischio ma anche altri eventi di segno positivo che possono interagire con i fattori di rischio attenuando o inibendo la loro potenziale carica negativa.

c) Il fattore di rischio, a seguito delle interazioni descritte in a, b, può perdere la sua iniziale carica negativa e trasformarsi in una occasione di crescita psicologica per il soggetto, cioè in un «fattore protettivo» rispetto ad altri possibili rischi.

3. Causalità processuale/3 • Se non ci si limita ai fattori di

rischio • Si scoprono tanti altri fattori che

possono servire a livello prevenzione

• Basta attivarli, far forza su essi per aiutare le persone ad uscire dalla devianza come unico destino

• Aiutarle anche sul piano sociale (contro povertà, analfabetismo, errori educativi, ecc…).

• Le persone/famiglie, se aiutate, possono attivare le loro risorse migliori (resilienza) per non finire nella devianza

Povera

analfabeta

immigrata

denutrita

numerosa

Errori educativi

Fattori rischio

religiosa

unita

valori tradizionali

amore ai figli

solidale

lavoro

generosa sacrificio

Fattori protettivi

devianza

Fattori di rischio e sistemi

• Questo tipo di analisi si può applicare per ognuno dei sistemi

• Per esempio si può rimanere nell’ambito sociologico e considerare solo i fattori di rischio dell’ambiente (Macro e micro-sociale)

• Oppure si possono considerare solo gli aspetti psicologici o fisiologici

• Oppure tutti assieme (analisi sistemica)

La «teoria generale dei sistemi»

OGGETTO COME SISTEMA

IL SISTEMA = “un insieme di unità interagenti, in relazione tra di loro”.

Conseguenze:

a) ciò che accade in una parte del sistema ha degli effetti sia sulle singole altre parti che sull’intero sistema.

b) sistema nella sua totalità diverso e superiore alla semplice somma delle parti che lo formano.

Questo significa che un sistema nella sua totalità non può essere dedotto dalla somma delle parti che lo compongono, ma che deve essere osservato e studiato in quanto tutto.

"MODELLO SISTEMICO DI LETTURA DELLA REALTÀ“

• l’interrelazione e interdipendenza tra gli elementi.

• la loro unità globale

• l'organizzazione delle interrelazioni tra di loro.

"sistema di sistemi"

tre leggi fondamentali:

TGS

• Presente in discipline diverse: “disciplina logico-matematica, puramente formale e quindi applicabile a diversi settori scientifici”

• Ogni oggetto preso come elemento di un sistema superiore

• Consente di raccordare l’uno al molteplice • Approccio interdisciplinare allo studio dei vari

fenomeni, superando la solitudine dei linguaggi delle specializzazioni

• Riferita ai sistemi umani, essa li considera come una rete di relazioni interconnesse al punto tale che ogni azione su un comportamento modifica l'intero sistema.

Il sistema «uomo»

L’UOMO: • sul piano biologico, è composto da cellule che possono,

esse stesse, essere considerate come sistemi. Gruppi di cellule con le medesime funzioni formano un organo che può essere opportunamente considerato come un sistema, e così via.

• Sul piano sociale, l'uomo può essere visto come un membro di un sistema familiare, come parte di un sistema politico, di sistemi organizzativi, di un sistema di informazione, ecc.

• Anche sul piano psicologico l'organizzazione umana può essere vista come un complesso sistema suddiviso in sottosistemi

Sistema scheletrico

Sistema nervoso

Sistema muscolare

Sistema endocrino

Apparato digerente

Apparato respiratorio

Apparato circolatorio

Individuo e sistemi sociali

TGS e Psicologia

• Nella psicologia la TGS ha trovato applicazione nel campo della “comunicazione”. Soprattutto grazie alla scuola di Palo Alto ed in particolare dall’opera di Watzlawick, essa ha avuto un forte impulso, che ha influito sullo sviluppo di tale prospettiva in altre scienze, collegate con l’uomo e la società.

• La psicoterapia relazionale fa riferimento alla teoria generale dei sistemi e considera seriamente che noi costituiamo dei sistemi e che i nostri comportamenti, interattivi ed evolutivi, non siano indipendenti da essi e che, se un membro del sistema cambia, cambia anche il sistema a cui appartiene (Maturana-Varela, 1990).

L’approccio comunicativo- sistemico nell’interpretazione

della devianza

(Esempio di applicazione dell’approccio “processuale”)

L’approccio comunicativo- sistemico nell’interpretazione della devianza

Nel campo della devianza, soprattutto se agita da un minore,

l’approccio processuale-sistemico rivela insospettate

potenzialità.

In una visione sistemica, infatti, le cause della devianza sono

da ricondurre alle varie sfere della società entro la quale

l’individuo è collocato.

Vanno valutate tutte le componenti: la fragilità personale del

soggetto sommata alla tipicità dell’età e al peso dei

condizionamenti sociali, ma anche i fattori protettivi o quei

fattori di rischio che possono cambiare di segno. Non va

nemmeno dimenticato il senso di responsabilità del soggetto

“deviante” e la sua possibilità di recupero ad una convivenza

sociale pacifica.

Modello sistemico e mondo adolescenziale

• Il mondo esterno (sistema familiare, sistema dei pari e sistema degli adulti), con i suoi compiti adattivi entra in gioco costantemente con il mondo interno (sistemi intrapsichici), con i suoi compiti integrativi ed evolutivi.

• Occuparsi solo del mondo esterno o solo di quello interno renderebbe riduttivo il lavoro psicoterapico;

• la psicoterapia, infatti, in quanto tentativo di stabilire nessi intrasistemici e collegamenti intersistemici, non agirebbe laddove si è creato il problema che, secondo il nostro modello, è soprattutto nell'articolazione tra i due mondi (Baldascini, 1993)

Il modello sistemico, nei confronti dell’adolescente, può:

• Raccordare, individuando alcuni isomorfismi, le realtà intrapsichiche, intese come sistemi relazionali e le realtà esterne anch'esse viste come insiemi di complessi sistemi interagenti.

• Cogliere nessi intersistemici indispensabili al processo di crescita, soprattutto nella fase adolescenziale.

• Valutare l'adolescente in interazione con l'ambiente secondo criteri descrittivi che permettono di individuare gli aspetti di funzionalità e di disfunzionalità in rapporto ai suoi sistemi di riferimento.

• Formulare ipotesi di interventi psicoterapeutici utili all'articolazione e al raccordo di questi sistemi, onde garantire un armonico processo di crescita.

Approccio comunicativo-sistemico e interazione sociale

La teoria “comunicativo-sistemica” é centrata sullo studio degli effetti e delle interazioni dei processi comunicativi: • tra i soggetti che producono devianza (considerati nella

loro famiglia, tra gli amici, nel vicinato, nella scuola, nel lavoro, ecc.)

• e quelli che producono il controllo sociale, come gli operatori sociali, le istituzioni e le strutture sociali.

La metodologia di analisi dell’azione comunicativa si focalizza pertanto su due livelli rilevanti e sulle loro interazioni:

a) il sistema di azioni trasgressive; b) il sistema di azioni di controllo;

L’azione (Von Cranach)

• l’azione si può considerare come un costrutto psico-sociale, che contiene l’aspetto cognitivo, interattivo e comportamentale

a) comportamento osservabile; b) cognizioni consapevoli; c) significati sociali che l'azione può assumere nei diversi contesti sociali.

a

b c

Effetti strumentali ed espressivi

• 1 - Gli effetti strumentali vengono anticipati dal soggetto consapevolmente, per esempio: «rubo un gioiello perché mi piace»; «metto il cappotto perché fa freddo».

• 2 - Gli effetti espressivi e comunicativi vengono comunicati attraverso l'azione, per organizzare il Sé e le relazioni;

Modello comunicativo-sistemico «costruzionismo complesso» (De Leo)

Interazione tra azioni-messaggio, in coevoluzione

La devianza è il risultato dell’interazione tra

• le azioni-messaggio del soggetto e

• le azioni-messaggio del controllo sociale,

• mediante un processo circolare comunicativo, che dalla devianza porta al controllo sociale e da questo a quella, ricorsivamente in un processo di “coevoluzione” (Foerster, 1984).

Circolarità del processo

Infatti, vi sarebbe un’interazione circolare

• tra il soggetto che attraverso il comportamento deviante manda dei messaggi

• ed il controllo sociale, che attraverso la reazione sociale manda, a sua volta, dei messaggi simbolici al soggetto riguardanti la salvaguardia dell’ordine sociale.

Modello comunicativo sistemico

La comunicazione del deviante

Gli adolescenti con i comportamenti devianti (o di rischio) comunicano agli altri che stanno cercando nuove forme di equilibrio

• per potere organizzare l’immagine del Sé

• realizzare più adeguate modalità di rapporto con il mondo degli adulti e delle istituzioni

• Esprimono esigenze, bisogni, compiti di sviluppo.

• Sono segnali di allarme di uno stato di disagio (De Leo - Patrizi, 1999a, 159).

La comunicazione del controllo sociale

• Riguarda le attese di ordine sociale • Si esprime con sanzioni (disapprovazioni, punizioni,

stigmatizzazioni, ecc.). • Tale comunicazione rischia di non essere capita, di

essere percepita come “rumore” • e quindi di non essere decifrata come dovrebbe.

Comunicazione disfunzionale, ridondante

• Ciò rischia di produrre risposte “insensate”, impossibili da decifrare, che stimolano a loro volta risposte inadeguate, che, invece di ridurre la devianza, la amplificano.

• Si cadrebbe così in un circolo vizioso di domande-risposte-controrisposte, ripetute all’infinito, secondo lo schema di “comunicazione disfunzionale” (ridondanza).

Utilità dell’approccio comunicativo-sistemico

• Questo tipo di approccio permette di recuperare l’intenzionalità del soggetto in termini creativi, favorendo lo sviluppo delle capacità dell’individuo di pensarsi e concepirsi diversamente, al di fuori di schemi rigidi e ripetitivi, e di agire socialmente ricostruendo la realtà da un nuovo punto di vista.

• La devianza, può essere vista come opportunità per il soggetto, occasione di crescita (o di resilienza).

Modello comunicativo-sistemico «costruzionismo complesso» (De Leo)

Comportamento

deviante (a rischio)

Società -

educazioneAdolescente

bisogno

interpretazione

Provocazione (ridondanza)

comunicazione

Ascolto

disagio

Valorizzare le capacità del soggetto deviante

• Per valorizzazione delle capacità del soggetto ai fini di “risalire” da una situazione di partenza svantaggiata e deviante ad un recupero alla convivenza civile ed ad una esistenza soddisfacente viene impiegato il concetto di “auto efficacia” (self-efficacy) di Bandura (1996), o quello di coping di Lazarus (1966).