i cubetti e i piedini: storia di legno … · di dimitri santini diffusori bookshelf russell k red...

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Avendo una figlia di 9 anni, se uno mi dice Russell penso al protagonista del film di ani- mazione Disney “Up” e non so perché la “K” mi fa pensare alla Ford Model K che fu un flop storico per la casa americana. In più ci si sono messi pure dei piedini per elettroni- che, oggetti che non frequento perché sono superstizioso. Ma che c’entra tutto ciò con la prova? Niente, solo che certe associazioni di idee aiutano a superare l’horror vacui e a partire con la tastiera... 44 FDS 264 Il Regno degli Ascolti di Dimitri Santini DIFFuSoRI BooKSHelF RUSSELL K ReD 50 (FeAt. HARMONIX tu-666M) I CUBETTI E I PIEDINI: STORIA DI LEGNO LEGGERO E METALLO PESANTE

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Avendo una figlia di 9 anni, se uno mi dice Russell penso al protagonista del film di ani-mazione Disney “Up” e non so perché la “K” mi fa pensare alla Ford Model K che fu unflop storico per la casa americana. In più ci si sono messi pure dei piedini per elettroni-che, oggetti che non frequento perché sono superstizioso. Ma che c’entra tutto ciò conla prova? Niente, solo che certe associazioni di idee aiutano a superare l’horror vacui e apartire con la tastiera...

44 FDS 264 ▼ Il Regno degli Ascolti

di Dimitri Santini

DIFFuSoRI BookShelFRUSSELL K ReD 50 (FeAt. HARMONIX tu-666m)

I CUBETTI E I PIEDINI:STORIA DI LEGNOLEGGERO E METALLOPESANTE

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Arrivano in fretta e furia questidue bookshelf sui quali il Di-rettore mi dice quasi niente,

solo che li ha sentiti e se ne è inna-morato. C’è anche da dargli priorità,quindi mi metto subito a sballare emontare e appena prendo in mano idue cubetti (che hanno soggiornato al-cuni giorni sulle Tannoy Stirling pri-ma di essere omaggiati di supporti piùconsoni) mi rendo conto che ho in casaqualcosa di speciale. La mia collezio-ne di dischi, seppur grande, non è in-finita e allora dopo pochi minuti diascolto “a freddo” comincio a rimu-ginare su quali userò per il test, perchéquesti piccolini si meritano musicabuona. A maggior ragione visto che ar-rivano a casa mia dopo mesi di abi-tudine acustica alle Tannoy e fanno su-bito bella figura, nonostante un deci-mo del litraggio. Ma siccome nonposso andare tutti i giorni in negozioa comprar dischi e siccome il tempostringe, ecco che pesco “When it Falls”

degli Zero 7, tanto per cominciare: unCD che acquistai sull’onda della fa-scinazione subita con “Simple Things”e che vale quasi quanto il primo.Per fortuna ai rinforzi ci ha pensato laconsorte, che si è presentata a casa unasera con una raccolta massiva di Iva-no Fossati (“Contemporaneo”, ben 4CD!) di cui avrò modo di parlare sot-to, anche se in minima parte.Infine la man santa è arrivata dalGiappone ed è targata Combak, ed hala foggia di quattro piedini di acciaiopesante (vedi riquadro). Stavolta misono proprio divertito, tanto che misento ringiovanito e ho infilato un “fea-turing” nel titolo, che va tanto dimoda tra tutti quei cantanti che sem-brano non farcela più da soli a canta-re un pezzo...

DESCRIZIONEVery nice! Piccole ma abbastanza pe-santi, la finitura black piano (la miapreferita) e pochi fronzoli le rendonofacili da posizionare per l’uomo e fa-cili da digerire per l’occhio. Anzi, di-rei che danno un tocco di pregio. La se-zione di base è quadrata (che strano:dove sono finite le sezioni auree e igrandi calcoli sulle proporzioni del ca-binet per tenere sotto controllo le sta-zionarie? Mistero…) e le dimensionidavvero così contenute da poterlemettere ovunque. Niente griglia, equi critico: davvero, non sono belle, ma

servono! Riparano dalla polvere quan-do non si ascolta! Dopo lo sfogo tornerei a parlare del belfrontale con una modanatura oriz-zontale all’altezza del centro del twee-ter e niente più. Piccolo anche il con-dotto reflex posteriore e belli i bindingpost. A me piacciono molto, in gene-rale, le targhette poste dietro: quelladelle Russell ha un’orgogliosa coppiadi Union Jack (gli Inglesi, si sa, ci ten-gono) e il seriale scritto a mano, anchequesto è un dettaglio che mi piace ve-dere in un prodotto comunque indu-striale e a basso costo. Avrei voluto un

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Non ho paura di affer-mare che questo duo nerolucido (certo, col nome REDci azzecca poco o niente) èquanto di meglio io abbiaprovato in fascia di prezzo“una cucuzza” che secondome è il margine, il limen chedelimita un bookshelf eco-nomico da uno non. Cor-rette, precise, grande scenae buona versatilità.

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qualche tipo di piedino sul fondo, masolo perché la finitura, prima o poi, sirovinerà e, sebbene sia la parte che nes-suno vede, è pur sempre un dispiace-re.

TECNICANel mondo dell’Hi-Fi si dice tutto e ilcontrario di tutto. C’è chi accoppia echi disaccoppia, chi sostiene che oc-corrono peso e rigidità per conferire unbuon suono e chi asserisce che invecequeste qualità sono causa di coloritu-ra delle voci. Di questo secondo pareresono la BBC e la Russell K (guar-da caso entrambe inglesi) edecco che Mister Kaufmann de-cide di costruirle con pannellileggeri e senza fonoassorbente.Ma stiamo scherzando? E le sta-zionarie? E l’energia dissipata? Ele risonanze? E…? Magari è solouna trovata per rendere specia-li dei banali due vie reflex e far-li sembrare più studiati o maga-ri no, ma sta di fatto che – comedirò sotto – funziona eccome. Ef-fettivamente lo schema utilizza-to è quanto di più banale e scon-tato ci sia in campo diffusori, conun tweeter da un pollice e unmidbass in carta impregnata dacinque. In realtà l’accordo reflexgià di per sé nasconde il truccopoiché all’interno, al posto del-l’assorbente, ci sono dei “ripia-ni” a regolare le risonanze e a ga-rantire almeno un po’ di rigidi-tà, consentendo al cabinet di vi-brare solo per il tempo necessa-rio e di fermarsi con la stessa ra-pidità con cui è partito. NelleRED 50 il ripiano è uno solo, nel-le sorelle maggiori sono di più el’aria del woofer finisce nel condottoreflex attraverso un gioco di fori che nesmorza un po’ l’energia. Come hodetto queste scelte tecniche sono figliedi alcuni studi di origine BBC, volti al-l’intelligibilità delle voci nelle ripro-duzioni del parlato, e si sa che gli In-glesi sono molto fieri delle loro scien-ze e conoscenze… Coerente con la fa-scia di prezzo, il monowiring e co-munque i morsetti sono di ottima fat-tura: meglio due buoni che quattro in-sipidi. Grande studio, a detta dei pro-gettisti, attorno al crossover, che van-ta di avere un solo componente perdriver sul percorso di segnale. Se-condo il test di ascolto la pendenzaideale è stata trovata in 12 dB/ottava.

ASCOLTOIn principio era il signor A200 con il

nipponico DP-410. E così iniziai l’ascol-to critico. Poi furono gli Harmonix e dalì mai più li tolsi. Questo giusto peronor di cronaca, poiché parlerò discena, di dettaglio, di precisione: tut-te doti insite nel progetto RED 50 mache – dopo il primo disco – sono sta-te esaltate dai piedini-piedoni giap-ponesi. A farne le spese, insomma,sono stati solo gli Zero 7, poiché dopodi essi si è aperto un altro mondo, unmondo fatto di accessori che costanoesattamente quanto i diffusori prota-gonisti di questa prova. Ma il benefi-

cio che anche la prova delle RED hatratto dall’adozione di questo fine tu-ning ha fatto sì che il cuoricino lascia-to dalle Russell K sulla corteccia fos-se ancora più inciso e profondo.E allora vai con “When it Falls” e subitocon Warm Sound, non solo perché è lan.1 ma anche e soprattutto perché è unbel brano e mette alla frusta da subi-to l’impianto. Bella precisione, giustamisura anche nei passaggi più densi,capacità di emozionare e soprattuttosi capisce al volo qual è - quale sarà –il cavallo di battaglia: le voci. Siaquelle maschili che quelle femminilicome in Home, dove il timbro di TinaDico è ben riprodotto e molto evoca-tivo. Sebbene non siano particolar-mente piene in gamma bassa, la ca-pacità di discesa di queste RED 50 è ve-ramente ottima: le gravissime si sen-

tono bene e le gravi, più indietro,non sporcano una gamma media di li-vello veramente notevole. Se propriodevo fare una critica riprendo dalprimo pezzo e dico che la capacità didistricarsi in situazioni di estremacomplessità è limitata, come spessoperò accade in diffusori di queste di-mensioni. Inoltre qualche difficoltànel rendere con realismo gli ottoni c’è,ma tutti gli altri strumenti, per contro,sono disegnati con coerenza e corret-tezza. La cosa che stupisce (ed è unavera goduria) è la gamma alta, evi-

dente e cristallina che ricrea unascena che ho sentito solo con dif-fusori molto, molto più costosi.Ma il capolavoro restano le voci:quella – particolarissima – diuna Sia non ancora famosa inSommersault è semplicementeincantevole. In When it Falls, ilbrano che dà il titolo al disco,emergono la grande capacità diqueste Russell K di creare unaparticolare magia nel modo incui le parti emergono, si incro-ciano, passano dal background alprimo piano. Bassi, medi, alti,tutto al posto giusto e grande ri-soluzione di grandi trame.L’ascolto è sognante, quasi li-sergico, con echi lontani stileMorcheeba – e scopro armoniz-zazioni che non avevo mai sen-tito. Anche le corde non sono perniente male: in Look Up le chitarresi incastrano alla perfezione conpiatti e rullante, definite e sepa-rate, presenti anche quando si al-lontanano. Nonostante ne abbia parlato an-che nell’introduzione, andrò ve-

loce sull’argomento Ivano Fossati erelativa super raccolta “Contempora-neo”, ma solo perché ci sarebbe trop-po da dire. Se posso fare una criticavorrei dire che, pur trattandosi di unremaster attuale, alcuni pezzi vec-chiotti non riescono ad avvicinarsiallo splendore delle magistrali incisionipiù recenti, ma questo è un commen-to puramente audiofilo e che poco haa che fare con la qualità artistica (in-contestabile) dell’opera omnia delcantautore italiano. Ho scelto di cita-re La Pianta del Tè perché possedevol’originale in CD e ci sono particolar-mente legato: i suoni sono ancoraanni ‘80 però la profondità delle per-cussioni e un certo dettaglio rendonoquesto pezzo bellissimo e ancora mol-to emozionante. Le Russell K sonosempre composte e molto brave a ti-rare fuori l’anima, anche se in altri bra-

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(...) si apre qualcosa di nuovo, incui il dettaglio si acuisce senza es-sere fastidioso, i bassi si amplianosenza interferire con i medi, la scenasi allarga e tutto è più chiaro. Sem-bra di togliere un velo e vedercibene; dopo cinque minuti tutto di-venta naturale, come se semprefosse stato così. Aria nuova, e tantain più, se li togliete vi accorgete diquanto mancano. Le chitarre sonopiù libere, la voce più scandita, nonc’è iperrealismo ma si sente di più.La timbrica non cambia di una vir-gola, come è logico attendersi, mava tutto meglio e sembra normaleche sia così: l’informazione in piùarriva, ospite inattesa e quanto mai

gradita.

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I Piedini TU-666M MillionNon nascondo la scarsa inclinazione che ho nell’adottare dispositivi sedicenti esoterici quali puntine, piedini, “stregonerie” chenon hanno molto a che fare con elettronica o acustica, ma questo del recensore è uno sporco lavoro, e qualcuno deve pur far-lo. Fermo restando che è molto più utile riempire le pagine di una rivista parlando bene di cose che valgono piuttosto che stron-care cose che non valgono, ho manifestato la mia perplessità riguardo l’affidamento dei suddetti piedini proprio a me. Un po’come far scrivere qualcosa sulla Bibbia a un ateo. Dialoghi deliranti via WhatsApp con il Direttore. DS: “I piedini li devo ancora installare. Se non migliorano di nulla che ci fac-ciamo, ci giochiamo a ruzzola?”. AB: “Se non migliorano ne parliamo comunque, ma se invece migliorano?!?”. DS: “Ne par-liamo comunque...”.Ebbene io qui affermo che, dopo averli piazzati sotto l’Accuphase non senza fatica, non li ho più tolti! O meglio: tolti e subito rimessi.Ma partiamo dall’inizio. Tanto per cominciare siffatti piedini sono arrivati a casa del collega Gabriele Brilli, quindi li ho avuti tar-

di. Poi ho scoperto che la scatola era di un altro modello (meno male: era la scatola di pie-dini per spike, io avevo bisogno di quelli per elettroniche!). Infine ho letto il listino

e mi sono spaventato. Per quanto siano dei gran bei pezzi di “machinery”costano come un CDP top di gamma Marantz usato. E allora, cerca che

ti cerca, ho provato a vedere come, in Combak Corporation, giustifi-chino tale esborso. Risultato: picche e sembra che Mr. Kazuo Kiu-

chi non si “apra” molto sul come sono fatti questi supporti di “tu-ning”. Anche una chiacchierata con il simpatico (e appassionato)distributore Silvano Del Basso non ha rivelato particolari ulterio-ri sul principio di funzionamento di questi oggetti. A voler fare del-le supposizioni è probabilmente il legno di appoggio ad “accordare”le armoniche, mentre l’acciaio funge da contenitore di lusso e benpiantato. Ma sono solo supposizioni, appunto. Data la scarsità dielementi potete immaginare con che spirito ho approcciato il test.Abbassa la mensola del flexi table per dare al CDP Accuphase la

“luce” necessaria per ospitare il centimetro buono in più, verificase i cavi ci arrivano, metti in bolla lavorando di livella e mollando-ti-rando… Poi “Musicology” di Prince e… bum! Confesso di essere rimastoun po’ spiazzato, perché è arrivato un altro disco rispetto a quello che

stavo sentendo. Già di per sé una bella registrazione, e la meccanicadel DP-410 non è che sia proprio da buttare (!); eppure si apre qualco-

sa di nuovo, in cui il dettaglio si acuisce senza essere fastidioso, i bassi si am-pliano senza interferire con i medi, la scena si allarga e tutto è più chiaro. Sem-

bra di togliere un velo e vederci bene; dopo cinque minuti tutto diventa natura-le, come se sempre fosse stato così. Aria nuova, e tanta in più, se li toglietevi accorgete di quanto mancano. Le chitarre sono più libere, la voce piùscandita, non c’è iperrealismo ma si sente di più. La timbrica non cam-bia di una virgola, come è logico attendersi, ma va tutto meglio e sem-bra normale che sia così: l’informazione in più arriva, ospiteinattesa e quanto mai gradita. Ad essere onesti non è che questipiedini, pur facendo un effetto notevole, abbiano stravoltol’ascolto, ma è possibile che in configurazioni meno fortunate (ilmio tavolino porta elettroniche va benino) facciano un mezzo mi-racolo o che con impianti sopraffini portino a livelli di realtà au-mentata: Silvano narra di persone che “andate per cambiare lettoreCD sono uscite con siffatti “accordatori”...”. La loro costruzione èeccezionale, danno l’idea di lavorazione meccanica di precisionealtissima, con acciaio e legno fusi insieme in un tipico stile giap-ponese di ricerca estrema della perfezione, e tolleranze microme-triche. Di materiale poi ce n’è, visto che peseranno più di un chilotutti e quattro e sono in grado di reggerne 80 (l’uno o tutti insieme?Ma esiste un CD player che pesa 320 Kg?). Io ho preferito allineare lamensola del tavolo, ma ovviamente i piedini (piedoni) TU-666M sono com-posti di due parti filettate per variarne l’altezza e ottenere una planarità per-fetta dell’elettronica anche in caso di appoggio non perfettamente pianeggiante.Ora passiamo alla domanda fondamentale: li comprerei? Secondo me sono oggetti destinati ad un pubblico con portafogli generoso e con in casaroba grossa: alcuni di essi risponderebbero “sì” senza indugio, una volta provati. Secondo me occorre provare caso per caso...Certo è che costano come un pezzo di Hi-Fi ed è altrettanto certo che finché gli uomini di Kiuchi non me li richiedono io li ter-rò lì sotto a fare buona guardia alle vibrazioni, per il resto non risponderò alla domanda che mi sono fatto: è solo questione dipriorità e non di gusti.

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ni del mastodontico cofanetto ci sonopassaggi troppo impegnativi che sonoriusciti a mettere un po’ in difficoltà ledue inglesi.Arriva il momento di tirare fuo-ri un disco top tra quelli che hoa casa, visto che lo usai ormaiquasi un anno fa nella mia primarecensione su questa rivista e –guarda caso – proprio di un dif-fusore: “Lento” di Youn Sun Nah(나윤선, guardate com’è belloscritto in coreano…). Complici ipiedini-piedoni Harmonix,l’ascolto è stato bellissimo: regi-strazione capolavoro, YSN esprime lesue doti con delle esecuzioni che sonofatte di fascino. Sebbene sia ostico ingamma bassa, devo dire che le Red 50hanno retto bene e nessuna frequenzaè andata in giro per casa – salvo forserare eccezioni come in Lament. In ge-nerale in gamma alta niente da invi-diare a diffusori due-tre volte più co-stosi; la scena è ottima e il dettaglio ri-prodotto con maestria, sebbene la

grana venga fuori in qualche spazzo-lato. Ma le corde di Hurt sono splen-dide e vere e penetranti, mentre la voceti prende e ti porta via: ravvisante, di-

rebbero i francesi… Il pizzicato nel fi-nale è da pelle d’oca, come pure le ar-moniche favolose della voce che in cre-scendo diventa prima piena, poi for-

te. Bellissimo anche l’organetto diEmpty Dream che arriva come un ven-to leggero dopo una lunga introdu-zione di voce e contrabbasso, perfet-

tamente raccordati dalle RussellK: il solo finale vale tutto il pez-zo, con la batteria ad incitare unvirtuosismo che però non arrivaperché sarebbe fine a se stesso elascia la scena alla meravigliadell’armonia. Brave le Russell Kanche nella corsa come in Mo-mento Magico, dove certe parti dichitarra schizzano letteralmente

fuori dalla scena allargandola diun ulteriore mezzo metro, mentre il rit-mo frenetico incalza. Solo di chitarrasemplicemente egregio, direi una Gib-son – e molto ben suonata. Qui si suo-

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CARATTERISTICHE TECNICHE

RUSSELL K RED 50TIPO: Due vie accordato in reflex.FREQUENZA DI ACCORDO: 55 HzCABINET: MDF 16 mm (frontale 19 mm)senza fonoassorbente. Ripiano foratoper il carico acustico sopra il wooferDRIVER: Woofer 5” in carta impregnata(magnete in ferrite con bobina da 25mm); Tweeter a cupola morbida da 25mm (magnete singolo in ferrite)CROSSOVER: Incrocio a 2200 Hz con pen-denza di 12 dB/OctRISPOSTA IN FREQUENZA IN AMBIEN-TE: 45 Hz - 22 kHzDIMENSIONI: 310 x 205 x 200 mm (A xL x P)

Prezzo: €1.290,00 finitura legno (quer-cia, noce, mogano), €1.585,00 finituralacca (bianca o nera)

HARMONIX TU-666MFINITURA: Silver con parte superiore inlegno scuroBASE: regolabile in altezzaDIMENSIONI: 50 mm (diametro), 33mm (altezza)CARICO SUPPORTATO: 80 kg

Prezzo: €1.220,00 (set da quattro pezzi)

Distributore:Ethos Srlwww.ethosfineaudio.com

(...) scena, di dettaglio, di preci-sione: tutte doti insite nel progettoRED 50 ma che – dopo il primo disco– sono state esaltate dai piedini-piedoni giapponesi.

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na bene ragazzi e si suona poco, allafaccia di quelli che riempiono gli spar-titi di mosche per far vedere che sonobravi... Licenzio Youn Sun Nah, nonprima di aver fatto suonare Waiting, lapreferita di mia figlia e tiro di nuovofuori un album che a periodi amoascoltare incessantemente: “Zaz”, ope-ra prima della cantautrice francese, benpreso e ben masterizzato, salve qual-che indugiare ingamma altissima.Già nel primopezzo, Les Pas-sants, si palesauna chitarra unpo’ low-fi moltointeressante, con ilegni del rimshotmaterici e un bas-so quasi perfetto.Salto a piedi parila celeberrima JeVeux per andare dritto a Le Long de laRoute, dove il ritmo saltellante lasciamodo di definire le parti di un bassoben articolato e di una chitarra dav-vero tanto presente. Come sempre leRussell K sono capaci di districarsi coneleganza, distinguendo con facilità learmonie anche se rimane qualche pic-cola difficoltà in gamma medio-bassacome in Trop Sensible, ma niente chepossa rovinare un ascolto. D’altraparte questa è un’incisione che ingamma bassa mette in crisi più di unimpianto, sebbene sia assolutamentesuperiore al successivo “Recto-Ver-

so”. In ogni caso, anche con qualchesbavatura che si può concedere a undiffusore di questa fascia di prezzo,tutto è assolutamente godibile, comein Prends Garde à ta Langue dove è dif-ficile non muoversi o battere almenoil piede… Sarà magari un masterasciuttino, ma l’ensemble viene fuoriomogeneo senza inutili protagoni-smi, fermo restando la voce che è

sempre l’inter-prete numerouno: per confer-me ascoltare J’ai-me à Nouveau.Chiudo questaprolissa parte diascolto citandoun ultimo branoche mi è piaciutodavvero molto,Dans ma Rue: bra-ve le Red 50 col

piano e la voce, brava Zaz a renderebene questo meraviglioso pezzo del-la leggendaria Edith Piaf.

CONCLUSIONINon ho paura di affermare che questoduo nero lucido (certo, col nome REDci azzecca poco o niente) è quanto dimeglio io abbia provato in fascia diprezzo “una cucuzza” che secondo meè il margine, il limen che delimita unbookshelf economico da uno non.Corrette, precise, grande scena e buo-na versatilità. Si comportano da grandissime pur es-

sendo piccole. Per gli amanti della neutralità chenon vogliono rinunciare al dettaglioquesto è davvero un “Best Buy” cheviene a casa con un esborso molto,molto umano. Non cito per correttezza, ma le ho pre-ferite ad altri concorrenti in fascia diprezzo e – come a volte mi è già acca-duto – le ho rimesse in scatola appe-na potuto: sono alla portata del mioportafoglio, con qualche piccolo sa-crificio, e una eccessiva abitudineavrebbe portato inevitabilmente al-l’acquisto. E questo è il modello di in-gresso: il resto della gamma mi fa giàvenire l’acquolina in bocca anche senon l’ho sentita… Da provare, ma con cautela, perché èfacile innamorarsene.

IL MIO IMPIANTO

Sorgente digitale per musica liquida:Mac Book Air (Amarra Simphony), Win-dows 10 (Foobar)Sorgente digitale: SACD Sony DVPNS930VL, CDP Accuphase DP-410Amplificatore integrato: Musical Fi-delity A200Diffusori: Audiovector SR1 AvantgardeCavi di segnale: Sound Fidelity Silver,Acrolink 7N-A2200 IIICavi di potenza: Autocostruiti a 24conduttori solid coreCavi COAX: Sound Fidelity SilverCavo di alimentazione: Goldkabel Su-percord 120 Gold

ALCUNI DEI DISCHI UTILIZZATI

When it Falls – Zero 7 – Ultimate Di-lemmaContemporaneo – Ivano Fossati –BMG/SonyLento – Youn Sun Nah – Hub MusicZaz – Zaz – Play On (Sony)

(...) la capacità di disce-sa di queste RED 50 è vera-mente ottima: le gravissimesi sentono bene e le gravi,più indietro, non sporcanouna gamma media di livel-lo veramente buono.

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