i rischi sanitari dei porcini extracomunitari dott giovanni rossi tecnico della prevenzione
TRANSCRIPT
I RISCHI SANITARI DEI PORCINI EXTRACOMUNITARI
Dott Giovanni Rossi Tecnico della Prevenzione
Importare funghi spontanei dai paesi extracomunitari risulta dal punto di vista
commerciale molto conveniente sia per l’abbondanza di questo micete presente in questi
paesi e sia per il basso costo della manodopera per la raccolta.
Il rovescio della medaglia è dato dalla scarsa qualità igienico-sanitaria nelle varie fasi
della filiera: raccolta, manipolazione, preparazione e conservazione , inoltre in alcune
nazioni (Ucraina, Biellorussia ecc.) molti siti di raccolta risultano fortemente inquinati da
scorie chimiche o nucleari.
Possiamo classificare i principali rischi sanitari in:
4.1 Micotossicologici
4.2 Contaminanti ambientali
4.3 Fitosanitari
4.4 Corpi estranei
4.5 Biologici
4.1.0 Micotossicologici
Il rischio risiede nella possibilità di commistione di specie non commestibili, velenose o
addirittura mortali frammisti nei porcini.
Questo può accadere a causa di raccoglitori inesperti o per negligenza o peggio
intenzionalmente per aumentare il peso della merce e quindi il valore della merce.
La normativa nazionale obbliga la certificazione micologica per i funghi freschi spontanei
da parte delle Aziende Usl destinate alla vendita al dettaglio e/o alla somministrazione.
-Specie fungine estranee rinvenute durante le cernite dell’Ispettorato Micologico
dell’Azienda USL di Parma presso l’Ortomercato di Parma-
SPECIE
COMMESTIBILITA ' SEGNI DISTINTIVI
Tylopilus felleus Non commestibile per carne amara
Superficie imenoforo (pori) bianca poi rosa- Reticolo sul gambo a maglie larghe- Carne Amara-
Russula mustelina Commestibile Cappello liscio bruno ocra. Lamelle fitte lardacee color crema. Gambo bianco Carne Gessosa Sapore mite.
Russula foetens Tossica
Cappello ocraceo o toni rossicci.Lamelle non fitte bianco crema. Gambo non pieno cavernoso bianco Odore forte di candeggina Carne gessosa. Sapore molto acre.
Russula Integra
Commestibile Cappello bruno anche molto scuro.Lamelle fitte poi più rade bianco a giallo ocracee. Gambo bianco, Carne gessosa ,Sapore mite
Xerocomus Badius
Commestibile Cappello color castagna o marrone Pori bianco-pagliarini, blu alla pressione Gambo privo di reticolo Carne biancastra con viraggio leggero all’azzurro.
Leucocortinarius bulbiger Commestibile Cappello rosso-canicino con residui di cortina. Lamelle fitte bianche poi ocracee Gambo bianco con bulbo smarginato.
Per quanto riguarda invece i funghi condizionati (secchi o trasformati) il controllo
micologico è affidato alle aziende alimentari che debbono garantire l’idoneità della merce
,l’esame micologico per i porcini condizionati è notevolmente più complesso e richiede
l’indagine microscopica e chimica in quanto il porcino sottoposto a trattamenti (taglio,
essiccazione, cottura ecc), perdono alcune caratteristiche botaniche come ad esempio il
colore, la consistenza della carne, ecc. impedendo un rapido riconoscimento della specie
come avviene per il fresco.
4.2.0 Rischio contaminanti ambientali.
Diversi sono i paesi extracomunitari importatori di boleti che hanno gravi problemi
d’inquinamento ambientale, in particolare: la Cina la quale ha un tasso d’inquinamento
idrico e atmosferico cresciuto negli ultimi anni in modo esponenziale, effetto dello
sviluppo economico e industriale di questi ultimi anni. Gli stati dell’ex Unione Sovietica
(Ucraina, Bielorussia, Mogilev, Russia ecc. ) risultano con vaste aree di territorio boschivo
contaminate da radioattività proveniente sia dell’incidente nucleare della centrale atomica
di Chernobyl e sia da discariche nucleari causate dallo smantellamento degli armamenti
nucleari sovietici. Nella Bosnia Herzegovina e nel Kosovo invece la contaminazione è
dovuta ad uranio impoverito rilasciato dagli ordigni bellici nel recente conflitto
Balcanico.
4.2.1 Contaminanti e organismi fungini
I funghi hanno una elevata capacità di assorbire e/o accumulare elevate quantità di
contaminanti radioattivi e convenzionali anche con bassi livelli presenti nel terreno e sono
in grado inoltre di trattenere per lunghi periodi elevate concentrazioni d’inquinanti.
L'organismo fungino, o micelio, é formato dall'insieme di un numero grandissimo di
cellule, la cui differenziazione costituisce le sue varie parte La parte principale é formata
da una fittissima ed intricata rete di filamenti sottilissimi aventi diametro variabile tra 0,5 e
150 µm, detti ife, che si diramano anche per decine o centinaia di metri quadrati appena
sotto la superficie del terreno o la corteccia degli alberi o la materia in decomposizione, e
rappresentano una formidabile rete assorbente per tutti gli elementi che possono essere
assimilati o accumulati dall'organismo fungino (in particolare i metalli o particolari
sostanze organiche di sintesi non facilmente degradabili, IPA, PCB, ecc.). Per sua
costituzione quindi l'organismo fungino ha bisogno dei macro nutrienti tipici delle specie
vegetali, come il carbonio, idrogeno, ossigeno, azoto, fosforo , zolfo, magnesio e potassio,
tuttavia nella sua composizione sono sempre presenti almeno altri sei elementi da
considerare quindi micronutrienti essenziali, cioé ferro, zinco, rame, manganese,
molibdeno e calcio .
Oltre a questi si trovano almeno un'altra trentina d’elementi metallici tra cui non si sa
ancora quali considerare accidentali o fondamentali per la vita del fungo.
Questi elementi, pur non essendo micronutrienti essenziali, possono essere presenti in
maniera accidentale cioé soltanto quando il fungo cresce in un substrato che li contiene .
I funghi quindi sono organismi bioaccumulatori e tale caratteristica trova un interessante
campo d’applicazione nella “bioremediation”, una tecnica che prevede l'utilizzo d’agenti
biologici per il risanamento d’ambienti contaminati: sono già stati istallati impianti
modello che prevedono il trattamento dei residui della produzione primaria con funghi,
ottenendo mangime per animali.
La capacità dei funghi di fissare metalli pesanti assorbiti dal terreno è chiamata “Fattore di
accumulo” dato dal rapporto tra la concentrazione del metallo nel fungo e quella nel
substrato di crescita.
4.2.2 Radionuclidi
A seguito dell'incidente verificatosi il 26 aprile 1986 nella centrale nucleare di Chernobyl,
si sono disperse nell'atmosfera a causa del “fall-out”, considerevoli quantità d’elementi
radioattivi come il Cs 134 (emivita due anni) e il Cs 137 (emivita trenta anni) si tratta di
due isotopi del cesio, metallo alcalino con lo stesso comportamento chimico del potassio,
raro in natura e assente nell’uomo e nel cibo. In caso di assunzione, da parte dell’uomo il
cesio ha lo stesso metabolismo del potassio; se c’è intossicazione l’eliminazione avviene
per via urinaria e la sua permanenza nei vari organi è di alcuni mesi.
Malgrado sino trascorsi ormai parecchi anni alcuni prodotti del bosco come le bacche
selvatiche, mirtilli, bacche di rovo, lamponi, more di rovo e fragole selvatiche, nonché
varie specie fungine di “porcini”, la carne di selvaggina e i pesci carnivori d'acqua dolce in
talune regioni dell'Unione Europea continuano a registrare livelli di Cesio 137 che
superano i 600 Bq/Kg.
Dai dati ufficiali della Comunità Europea (Raccomandazioni della Commissione del 14
aprile 2003 “Sulla protezione e l’informazione del pubblico per quanto riguarda
l’esposizione risultante dalla continua contaminazione radioattiva da cesio di taluni
prodotti di raccolta spontanei a seguito dell’incidente verificatosi nella centrale nucleare
di Chernobyl” ) i porcini e le carne di cinghiale sono stati colpiti molto più tardi dalle
ricadute, ma presentano oggi livelli molto elevati di contaminazione da Cesio radioattivo.
La CEE ha emanato un regolamento circa le condizioni d'importazione dei prodotti
agricoli originari dei Paesi Terzi (Regolamento 1707/86) indicando per i funghi il valore
massimo di 600Bq/kg . Il Regolamento (CEE) n. 737/90 impone agli stati membri di
assicurare che i certificati di esportazione rilasciati dalle Autorità competenti dei paesi
terzi attestino che i prodotti che essi accompagnano rientrano nei livelli consentiti fissati
dall'art. 3 del regolamento (CEE) n. 737/90 (600Bq/kg ).
Nella pubblicazione del Centro Studi per la Flora Mediterranea sul monitoraggio
radiometrico dei funghi superiori nella Valli del Taro e del Ceno della provincia di Parma,
il genere Boletus edulis (raccolte effettuate dal 1994 al 1997) ha evidenziato un
superamento della soglia fissata dal regolamento CE di 600 Bq/Kg in Cesio totale,
addirittura in un campione la concentrazione ha superato i 3000 Bq/Kg ;da questo lavoro
risulta che il B. edulis tra i “Porcini” è quello più sensibile e specializzato nei confronti del
Cesio.
4.2.3 Uranio impoverito
L’Uranio impoverito (DU = depleted uranium) è il materiale di scarto delle centrali
nucleari contiene meno dello 0.7% di 235U. Il DU è quindi meno radioattivo dell’uranio
naturale di circa il 40%, ha comunque un tempo di disintegrazione naturale di centinaia di
milioni di anni.
Il DU possiede alcune proprietà fisiche particolari quali la densità elevatissima (19 g/cm3,
1.7 volte maggiore della densità del piombo) una notevole duttilità e inoltre risulta
piroforico cioè piccole particelle prendono spontaneamente fuoco a contatto con l'aria.
Queste caratteristiche fisiche del DU sono state utilizzate per fini bellici nella produzione
di particolari proiettili che poi sono stati utilizzati nei recenti conflitti (Guerra del Golfo,
Afghanistan, Balcani) .
Nel 1998, allora Ministro Federale Jugoslavo per l'Agricoltura denunciava ai Ministri dei
Paesi Europei l'utilizzo dell'uranio impoverito nei proiettili nella guerra dei Balcani con
l’aumento non trascurabile di radioattività e la possibile contaminazione degli alimenti
agricoli e forestali. Per i ricercatori del CNR (24) invece la radioattività che si disperde
nell'ambiente, in seguito all'esplosione di un proiettile all'uranio impoverito, è così bassa
che non altera quella presente naturalmente
Da una ricerca svolta dall'Università di Modena (26) i tumori e le leucemie riscontrate nei
militari italiani non sarebbero direttamente legati all'esposizione alla radioattività
dell'uranio impoverito, ma bensì alle nanoparticelle non biocompatibili che si formano
durante le esplosioni ad alte temperature tipiche dei proiettili all'uranio impoverito e al
tugsteno. Polveri che poi entrano nella catena alimentare e così nel corpo umano.
I funghi porcini importati dall'ex Jugoslavia quindi potrebbero essere potenzialmente
pericolosi. Per questo motivo il Ministero della salute ha emanato un Decreto 27 agosto
2004 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 254 del 28 ottobre 2004 “Attuazione di un
programma di monitoraggio per la ricerca di contaminanti chimici-fisici nelle derrate
alimentari, provenienti dalla Bosnia –Herzegovina e dal Kosovo”con il quale si avvia un
programma di monitoraggio sulle derrate alimentari provenienti da Bosnia Erzegovina e
Kossovo. Sono due i contaminanti chimico-fisici ricercati: uranio ed arsenico quest’ultimo
contaminante conseguente dei bombardamenti americani sui centri petrolchimici nel
1999.
4.2.3 Cadmio
Il cadmio è presente assieme allo zinco nel regno minerale, ma in quantità mille volte
inferiore. Il cadmio non ha nessuna funzione biologica nel corpo umano, mentre è ben
conosciuta la sua tossicità che tocca polmoni, fegato e reni. Il cadmio è utilizzato
nell'industria di produzione di leghe, di pigmenti per vernici, di batterie al Cd-Ni, di
plastiche. Molti fertilizzanti fosfatici contengono alte concentrazioni di cadmio .
Da un’indagine effettuate dalla Facoltà di Agricoltura Ceske Budejovice in
Cecoslavacchia (36) su 149 campioni di funghi selvatici appartenenti a undici specie
commestibili di cui anche i porcini, raccolti a una distanza di sei chilometri da una
fonderia di piombo nella Boemia centrale in funzione dal 1786 , è emerso che il Cadmio è
presente nei funghi con valori di 28,6 mg/kg di sostanza secca (il valore limite in
Cecoslovacchia è di 0,5 mg/Kg), Mercurio di 11,9- 6,5 mg/Kg e di Rame 280- 193 mg/Kg
sost. secca. L'organizzazione Mondiale della Sanità ha fissato che il limite massimo
raccomandabile di assunzione settimanale di cadmio non superi i 0,5 mg..
4.2.5 Piombo
Il piombo è un metallo tossico e si trova principalmente nel minerale galena (PbS). E’
utilizzato nell'industria di produzione di vernici, batterie elettriche e sempre meno
utilizzato come additivo (piombo tetraetile) antidetonante nelle benzine.
L'intossicazione da piombo provoca patologie cardiovascolari negli adulti, aumento della
pressione sanguigna, cefalea, delirio, insufficienza renale, anemia, coliche dolorose dette
saturnine (dal nome dato al piombo dagli alchimisti medioevali). L'Organizzazione
Mondiale della Sanità ha fissato che il limite massimo raccomandabile di assunzione
settimanale di piombo non superi i 0,3 mg. I funghi raccolti (22) a 10 metri di distanza da
un’autostrada, pur avendo generalmente valori di contaminazione inferiori al substrato,
hanno concentrazioni di piombo altissime, mentre tra i 250 e i 500 metri i valori variano
da 0,1 a 0,3 mg per Kg di peso fresco.
4.2.6 Mercurio
Il mercurio è un elemento presente in gran quantità nella biosfera. Si tratta di un elemento
altamente tossico responsabile di diverse malattie professionali causate dall’inalazione o
dall’ingestione. Il mercurio non ha nessuna funzione essenziale nel corpo umano. Il
mercurio nell’alimentazione proviene principalmente dai pesticidi e dai pesci di grandi
dimensioni.
La tossicità del mercurio si manifesta attraverso:
- danno renale da assunzione di vapori;
- pigmentazione nera della pelle;
- riduzione della sintesi dell’acido ribonucleico;
-idrargismo: intossicazione cronica che si caratterizza con il tremito mercuriale.
L'organizzazione Mondiale della Sanità ha fissato il limite massimo raccomandabile di
assunzione settimanale di mercurio in massimo 0,3 mg.
Elevate concentrazioni di mercurio sono state rilevate su 404 campioni di funghi selvatici
e in particolare su porcini raccolti nel parco Tròjmieski nella Polonia del Nord (19). La
tossicità del mercurio è legata al fatto che i funghi hanno la capacità, come altri organismi,
di "metilare" il mercurio, cioè di formare con esso molecole organiche liposolubili
eliminabili molto lentamente funghi non coltivati possono contenere concentrazioni di
mercurio anche 50 volte superiori a quelle del substrato: anche 1 mg/Kg di peso fresco nel
Boletus edulis .
4.2.7 Selenio
Il selenio è diffuso sulla crosta terrestre con concentrazione inferiore a 0,2 mg/Kg, è un
oligoelemento essenziale per mammiferi e uccelli, però ad alte concentrazioni risulta
tossico, dosi eccessive di selenio determinano un'intossicazione che si manifesta con
nausea, vomito, dolori addominali, diarrea, dermatiti e anomalie neurologiche.
L'assunzione giornaliera raccomandata di selenio per adulti non dovrebbe superare 1
microgrammo per Kg di peso corporeo.
E' un elemento semimetallico che si ottiene dalle melme anodiche della raffinazione
elettrolitica del rame. E' usato nella fabbricazione di raddrizzatori, cellule fotoelettriche,
nella preparazione di smalti e di pigmenti.
Concentrazioni elevate di selenio (fino a 20 ppm) sono state trovate in Boletus edulis e
nel Boletus pinophilus.
4.2.8 L'arsenico
L'arsenico è abbondantemente presente nella crosta terrestre e nei suoli ed è variamente
distribuito (concentrazione media 1,8 mg/kg); è rilevabile in molte acque ed in quasi tutti i
tessuti animali e vegetali. Anche se la sua diffusione sta diminuendo, una notevole
quantità di arsenico, in varie forme chimiche ed in vari stati di ossidazione, può trovarsi
nell'ambiente sia per effetto dei processi di erosione che per le attività produttive umane.
Diversamente dalla forma organica ,la forma minerale (III o V) è molto tossica assunzioni
di 70 mg possono causare morte, 20-50 mg intossicazione grave.
Le concentrazioni medie per i funghi eduli Porcini è in media di 46,4 µg/kg .
4.3.0 Residui fitosanitari
I porcini essendo un prodotto spontaneo non subisce come per i prodotti agricoli
trattamenti chimici per ottimizzare le rese delle produzioni, ma invece possono essere
interessati da inquinanti indiretti in particolare da pesticidi e fitofarmaci irrorati sui prati
limitrofi ai boschi. Trattamenti specifici, invece, possono essere effettuati dopo la raccolta
e finalizzati alla disinfestazione.
In Italia gli additivi consentiti sono quelli previsti dai DD.MM. 31.3.1965 e successive
modifiche e integrazioni.
Per i funghi secchi il D.M. 21.1.1981 fissa il limite del trattamento di SO2 residua a 100
mg/kg è ammesso il Clorfenvinfos in dose dello 0,05 mg/kg e il bromuro di metile in dose
di 0,01 ppm ogni altro residuo è illegale. Nei paesi extracomunitari sono in uso ancora
numerosi fumiganti ormai da anni banditi dalla U.E (solfuro di carbonio ecc. ) perché
pericolosi per la salute pubblica .
4.4.0 Rischio corpi estranei
Il rischio particellare può essere di tipo:
1. accidentale
2. volontario
E’ inevitabile che in fase di raccolta dei porcini si ritrovino tracce di terriccio, che può
essere più o meno abbondante. Talvolta i corpi estranei sono legati a caratteristiche del
fungo. Quelli provenienti dal Nord Africa presentano tracce di silice fissate
sull'epidermide e sulla carne di tutto il fungo, il fenomeno è dovuto al vento costante che
spira in quelle regioni e che trasporta sabbia. Le particelle vengono poi incluse nella carne
del fungo durante la crescita. Nel corso del 2000-2001 presso gli Ispettorati Micologici del
Nord Italia, si sono registrati alcuni casi di persone con sintomi da irritazione alle mucose
boccali e dolori lancinanti a seguito al consumo di funghi porcini secchi, acquistati in
confezioni presso attività commerciali. La causa è stata individuata nella contaminazione
del prodotto in modo accidentale con resti vegetali provenienti da piante della famiglia
delle Aracnee. Sembra che le ampie foglie di questa pianta siano state utilizzate nel Sud-
Est Asiatico per imballare e trasportare i funghi. Le foglie di aracnee se masticate
determinano un’intensa sensazione di bruciore in tutto il cavo orale con possibile edema
delle strutture del retro-bocca e possibile difficoltà respiratoria. I fenomeni di
infiammazione e edema possono anche interessare l'esofago e lo stomaco in caso di
quantità maggiori di piante questo a causa delle presenza di cristalli aghiformi di Ossalato
di Calcio che causano se ingerite la sintomatologia descritta. Corpi estranei si reperiscono
all’interno delle cassette di porcini freschi o nelle confezioni contenenti funghi secchi o
condizionati si tratta di sassolini, chiodi, pallini da caccia ecc.. La loro presenza può
essere accidentale, ma spesso è legata alla frode commerciale di aumentare il peso del
prodotto. Durante l’ispezione del controllo ufficiale non è difficile rinvenire porcini con
infissi all’interno pezzi di stuzzicadenti o bastoncini utilizzati per assemblare il cappello e
il gambo che precedentemente risultavano staccati o rotti.
4.6.0 Rischio biologico.
4.6.1 Microrganismi patogeni
Da recenti studi risulterebbe che i funghi eduli freschi possono veicolare tossinfezioni: si
tratterebbe di infezioni batteriche, virali o fungine (micromiceti), in cui il carpoforo del
fungo superiore servirebbe solamente da veicolo di introduzione del microrganismo
patogeno. I funghi quindi possono veicolare: Coliformi totali, Streptococchi fecali, E coli,
B. cereus, Clostridi S.R., Salmonella sp., L. monocytogenes, Shighelle, Colibatteri, cisti di
Protozoi (amebe) e uova di Elminti (ascaridi) che giungono ai miceti attraverso le acque
luride e le discariche di rifiuti. Il cattivo stato di conservazione dei funghi, che sono
alimenti altamente deperibili può solo peggiorare questi fenomeni di inquinamento da
microrganismi. Un grosso pericolo tossinfettivo è rappresentato dal consumo di porcini
crudi. Questi infatti vengono venduti ai consumatori appena raccolti, ma la maggior parte
delle volte arivano al consumatore in incipiente stato di decomposizione, infatti in media
tra la raccolta e la spedizione trascorrono circa dai due ai tre giorni e il trasporto e la
conservazione risulta molte volte del tutto inadeguata.
4.6.2. Muffe
Nei paesi terzi fornitori di porcini secchi a causa di carenze tecnologiche, la pulizia e il
taglio delle fettine viene fatto a mano e l'essiccazione viene realizzata utilizzando anche
mezzi naturali (sole e aria). Il prodotto secco che è altamente igroscopico e se non è
idoneamente conservato e protetto dall’umidità in condizioni di andamento stagionale
piovoso e umido, possono essere facilmente preda da micromiceti In particolare il
Sepedonium Chrjsospermum (fries) con conidi giallo-dorati, globosi che penetrano
lentamente nel tessuto fungino, rovinandoli e ricoprendo le fette di polvere giallastra .
Formazione di muffe di colore diverso di colore bianco/ giallo/ giallo verdastro/ rossiccio/
violaceo nero sono causate da micromiceti dei generi Mucor/ Fusarium/ Pennicilli/
Aspergilli, alcuni di questi producono micotossine.
4.6.3 Parassiti
I funghi sono comunemente infestanti da numerosi parassiti che possiamo dividerli in tre
gruppi differenti:
1. Micetobionti
2. Micetofili
3. Micetoxeni
Nel primo gruppo sono comprese quelle specie che compiono tutto il loro ciclo vitale nel
carpoforo fungino: uovo-larva-adulto-uovo e non possono quindi vivere senza la loro
presenza troviamo coleotteri appartenente alle Famiglie dei Cisidi, Anobidi, Safididi,
Temnochilidi, Tetratomidi, Alleculidi. Nei Micetofili, invece troveremo tutti quei
organismi che si adattano a vivere bene anche in altri ambienti, in particolare Ditteri,
Stafinilinidi, Nitidulidi e Criptofagidi. I Micetoxeni, che hanno rapporti del tutto casuali
con i miceti o per trovare un rifugio temporaneo.
L'ordine Diptera, con le famiglie Mycetophilidae, Chironomidae, Phoridae e numerose
altre sono quelle che infestano maggiormente i funghi. Il ciclo dei Ditteri è molto variabile
e dipende da numerosi fattori quali la temperatura, l'umidità, habitat e la stagione
(primavera estate-autunno inverno). Le loro larve usano il carpoforo quale veicolo per
trasferirsi nel terreno, per poter passare l’inverno sotto forma di crisalide e questo non
prima di averlo per buona parte divorato e ridotto ad un misero ammasso putrescente.
I porcini freschi delle specie Boletus aestivalis e B. aereus risultano spesso invasi e
infestati da larve in quanto è un fungo che cresce nei primi mesi caldi nelle radure aperte
di qualsiasi tipo di bosco.
I porcini destinati al secco vengono toelettati, puliti e tagliate a fette, man mano che il
fungo si dissecca, le larve dei ditteri micetofilidi in parte fuoriescono. L'allontanamento
dipende da alcuni fattori come lo spessore delle fette, la dimensione delle larve, il tipo di
essiccazione. Fette troppo spesse con presenza di larve di ditteri molto piccole fa si che
l'insetto rimanga all'interno della fetta rendendola cava o cavernosa con la presenza di
carcasse di larve all'interno. Essiccazione rudimentale ad aria o sole comporta
un’essiccazione più lenta e quindi favorisce l'allontanamento in parte degli infestanti.
Con l'utilizzo di essiccatori industriali, il processo risulta molto più rapido ciò impedisce
l'uscita naturale delle larve, ma si impedisce che le fette vengano mangiate all'interno.
Per i porcini destinati alla conservazione (salamoia, sott'olio ecc.) interi che non abbiano
subito un’idonea pulitura è inevitabile la presenza di larve.
Numerose sono le partite di porcini extracomunitari che sono stati respinti dai posti
frontalieri perché completamente infestati da parassiti o sequestrati in fase di
commercializzazione perché non idonei al consumo umano.
BIBLIOGRAFIACONSULTATA :
1. G. secchi “I nostri alimenti” Ed. Hoepli (MI), 1967;
2. F. Ferri “I funghi Micologia, isolamento coltivazione” Edagricole, 1987;
3. E. Borghi “Il controllo sanitario dei funghi conservati” Ed.GEMA ,2001;
4. F.Ferri “I Funghi” Edagricole Bologna, 1985;
5. FAO “ by Eric Boa “ Wild Edible fungi da global overview of their use
and importance to people, 2004;
6. G. Gagliardi & G. Persian “Funghi Freschi Secchi, Commestibili Velenosi,
Tartufi” Ed. Hoepli,1963;
7. Centro Studi per la Flora Mediterranea “I funghi porcini secchi”
Fondazione di Parma, 2001;
8. E. Borghi “Il controllo sanitario dei funghi conservati” ed. GEMA, 2001;
9. R. Singer & B. Harris, “Mushrooms and Truffles” Ed. Koeltz, 1987;
10. Centro Studi per la Flora Mediterranea “Atti del Symposium internazionale
di micologia 1981” Borgo Val di Taro, 1981;
11. Atti II° Convegno Nazionale sugli Avvelenamenti da Funghi “Rilevamento
di inquinamento ambientale” - Rovereto 3-4 Aprile 1991;
12. G. Goldanich G. Govi “Funghi e ambiente” Edagricole, 1982;
13. G. Dojmi Di Delupis e F. Dojmi Di Delupis “Contaminazione di funghi
commestibili con mercurio, cadmio e piombo” Istituto Superiore di Sanità
Roma, 19 pp, 1996;
14. Kalac P., Burda J, Staskova I. “Concentrations of lead, cadmium, mercuri
and copper in mushrooms in the vicinità of lead smelter” Faculty of
Agricolture, Czchoslovakia, 1991;
15. Falandysz,J-Gucia M., Brzostowski A., Kawano M.,Bielawski;
16. L.,frankowska A.,Wyrzkoska B. “Content and bioconcentration of mercuri
in mushrooms from northen Poland “Food additives and Contaminats, Vol.
20, Number 3, pp 247-253, 2003;
17. Giovani C. ,Nimis P.L. ,Padovani R. “Radiocasium in Macromycetes of NE
Iatly in the First Threee Years after the Chernobyl Accident” Radiation
Protection, Selected topics Dubrovnik, pp 410-415,1989;
18. Centro Studi per la Flora Mediterranea “Funghi e contaminazione
radiometrica nelle alte valli del taro e del ceno” Ed. Fondazione Monte di
Parma, 2000;
19. Gruppo Micologico e Naturalistico “R. Franchi” di Reggio Emilia Luigi
Cocchi “Considerazioni sul contenuto d’elementi chimici e radioisotopi
nei funghi. Metalli pesanti nel genere Agaricus “Atti del seminario
Micologia e Medicina Istituto Superiore di Sanità, pp 83-99, 1998;
20. Gabriele Tomasina “Possibili rischi igienico-sanitari con riferimento al
contenuto di metalli pesanti e radioisotopi nei funghi “Centro Micologico
Friulano;
21. Laboratorio Cantonale Bellizona “Contaminanti radioattivi e valutazione
qualitativa nei funghi” 16 agosto 2005;
22. Relazione Mandelli “Relazione preliminare della commissione istituita dal
Ministero della Difesa sull’incidenza di neoplasie maligne tra i militari
impiegati in Bosnia e Kosovo “,Roma 19 marzo 2001;
23. Università di Modena Antonietta Gatti “Approccio bioingegneristico alla
Sindrome dei Balcani”,2004;
24. J. Falandysz and A. Frankowska “Accumulation factors of mercury by king
Bolete Boletus edulis” University of Gdansk Sobieskiedgo ,Poland, 2003;
25. Falandysz J.,gucia M.,brzostowski A.,Kawano M. ,Bielawski
L.,frankowska A. ,Wyrzkowska B. “Content and bioconcentration of
mercury in mushrooms from northern Poland” University of Gdansk
Sobieskiego Poland, 2003;
26. Jorhem L., Sundstrom B. “Levels of some trace elements in edible fungi
” National Food Administration, Uppsala, Sweden ,1995;
27. Stijve T. “Selenium content of mushrooms” ,Lebensm Unters Forsch, 1977;
28. Roberto Bargagli "Accumulo di mercurio nei funghi eduli ed eventuali
implicazioni nei consumatori " - Mic. Ital., 1,23-1986;
29. Biljan Bauer Petrovska “Mineral composition of some Macedonian edible
mushrooms” Institute of Bromatology, Faculty of Pharmacy, 1998;
30. Bergagli R. Atti 2° Convegno Nazionale sugli avvelenamenti da funghi
“Possibili implicazioni igienico sanitarie nel consumo dei funghi eduli,
effetti accumulatori di metalli pesanti” Supp. Museo Civico Rovereto 79-
96 ,1992;
31. Mislin H. &Ravera O. “Cadmiun in the environment” Ed Birhauser Verlag,
1986;
32. Campanini. G., Delbono G., Ghiaini “L’Arsenico negli
Alimenti”Università di Parma,1998 ;
33. Kalac P. Burda J. Staskova “ I. Concentration of lead, cadmium, mercury
and copper in mushroom in the vicinity of lead smelter”;
34. Z Lebensm Stijve T.Unters “Selenium content of mushrooms” Forsch Jul
29, 1977;
35. Bronzetti G.L. “I due volti del selenio” in Le Scienze 382:58-64 ,1988;
36. Giuseppe Cerutti” Residui, additivi e contaminanti degli alimenti”
Tecniche Nuove Milano,1999;
37. A. Ceruti M. Ceruti “Funghi cancerogeni e anticancerogeni dell’ambiente
degli alimenti dei mangimi” Musumeci Editore ,1986;
38. Atti II° Convegno Nazionale Ispettori Micologi U.N.P.I.S.I. F. Bellù “I
principali funghi velenosi e le loro intossicazioni” Borgo Taro Val di Taro
(PR), 2003;
39. Lampe K.F. “ Toxic fungi” Ann. Rev. Pharmacol . Toxicol, 1979;
40. A. Busetto I Funghi dove..quando Edinatura srl “Insetti e funghi: un
legame indissolubile” Ed. Edinatura srl pp.41 ,2001;
41. Nicola Sitta “Funghi epigei spontanei Raccolta, riconoscimento e
commercializzazione” Cisniar ,1997;
42. Nuova Micologia Atti del seminario “Micologia e Medicina” Istituto
Superiore di Sanità Roma ,1998;
43. Azienda USL di Parma “Atti dei corsi di aggiornamento di
micotossicologia” anni 1997-2000 Ed. Grafica Piemme ,2000;
44. Nando Togni Filiberti Fiandri “I funghi freschi, secchi e conservati nella
pratica ispettiva” Edagricole, 1987;
45. Pier Giovanni Bracchi, Emidio Borghi “Alcuni aspetti sul controllo
sanitario dei funghi commestibili” Università di Parma;
46. M. Moser “Guida alla determinazione dei funghi” vol.1 Ed. Saturnia, 1980;
47. Lionello Rizzatti Egidio Rizzatti “Tutela igienico sanitaria degli alimenti e
bevande e dei consumatori” Ed. Il Sole 24 Ore SpA ,2001;
48. Riccardo Mazza “I funghi” Ed. Sonzogno, 1997;
49. Gilardi G.,D’Angeli A.,Gilardi B., Iodice P. “I controlli ispettivi nel settore
alimentare” ed. EPC ,2000;
50. Dario Culot “Guida alla vigilanza sanitaria” Maggioli Editore, 2000.
----------