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Testi utilizzati
A.Cheng, Storia del pensiero cinese, Einaudi 2000;
Lao Tzu, Tao Te Ching, Feltrinelli 2011;
Anonimo, I Ching (Il Libro Dei Mutamenti), Adelphi 2010 (con introduzione di C.G.Jung);
Zhuangzi, Zhuangzi, Rizzoli 2009;
F.Capra, Il Tao della fisica, Adelphi 1995.
lucio celot - Il Taoismo
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R.Laffont, Saggi sulla cultura e la politica cinesi:
Dal punto di vista occidentale, la Cina è semplicemente l’altro polo dell’esperienza
umana. […]
La Cina è quest’Altro fondamentale senza il cui incontro l’Occidente non può diventare veramente consapevole dei contorni e dei
limiti del suo Io culturale.
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Una avvertenza: un linguaggio «altro»
Ciò che colpisce immediatamente un lettore occidentale alle prese con i testi della sapienza cinese, è il loro carattere «oracolare», «oscuro», fatto di brevi sentenze poetiche, aneddotiche, paradossali, ricche di immagini e metafore spesso difficilmente comprensibili: un linguaggio molto lontano da quello cui siamo abituati, espressione del logos nato in Grecia 2600 anni fa.
L’assenza di teorizzazione o speculazione astratta alla maniera greca dai testi del pensiero cinese antico è così spiegata:
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A.Cheng, Storia del pensiero cinese, pp.14-15:
[i testi] non si rivolgono al solo intelletto, ma alla persona tutta intera; servono meno a raziocinare di
quanto non siano da frequentare, da praticare e, infine, da vivere, poiché il fine ultimo cui si mira non è la
gratificazione intellettuale delle idee ma la tensione costante di una ricerca di santità: non il ragionare
sempre meglio, ma il vivere sempre meglio la propria natura d’uomo in armonia con il mondo.
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Cos’è il Tao?
Durante il periodo della storia cinese detto degli Stati Combattenti (403-256 a.C.), si diffuse la corrente di pensiero del Taoismo ad opera principalmente di due Maestri, Zhuangzi e Lao Tzu.
Anche i Cinesi, come gli Indiani e i Greci, ritenevano che esistesse una realtà ultima e unificante, nascosta e soggiacente alla molteplicità dei fenomeni sensibili: questa realtà è appunto il Tao(o Dao), il cui significato originario è la Via.
Il Tao è la Via, il procedere dell’universo, l’ordine della natura.lucio celot - Il Taoismo
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Zhuangzi, XXII:
Tre grandi parole:
onnicomprensività,
universalità,
totalità;
nomi diversi per indicare
un’unica realtà.lucio celot - Il Taoismo
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Il Tao indica che le qualità intrinseche dell’universo sono la dinamicità e il mutamento continui; è il processo cosmiconel quale tutte le cose sono immerse; il mondo è visto come flusso e mutamento ininterrotti.
In questi mutamenti continui, però, esistono degli schemi costanti osservabili dall’uomo: saperli riconoscere e regolare le nostre azioni in conformità ad essi ci rende saggi e «tutt’uno con il Tao», in armonia con la natura.
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Yin e Yiang: ciclicità e polarità del cosmo
Come gli antichi Greci, anche i Cinesi riconoscono la ciclicità degli eventi come caratteristica fondamentale del cosmo, del Tao:
C’è un essere caoticamente perfetto,
nato prima di cielo e terra […]
Si muove ciclicamente e non si esaurisce mai.
Io non so il suo nome: per indicarlo lo chiamo Tao(Lao Tzu, Tao Te Ching, 25)
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Tutti i fenomeni, quelli della natura e quelli legati alle situazioni umane, presentano configurazioni cicliche di «andata e ritorno», di espansione e contrazione:
Tornare alle radici è la quiete,
è tornare al proprio destino.
Tornare alle proprie radici è l’eterno.(Lao Tzu, cit., 16)
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E proprio come i Greci, e Eraclito in particolare, i Cinesi introducono nel loro pensiero le polarità opposte yin e yang: questi sono i due «elementi polari» che pongono i limiti entro i quali avvengono i cicli del mutamento cosmico.
In origine, i due termini indicavano rispettivamente il fianco in ombra (yin) e al sole (yang) di una montagna: questa polarità è il concetto fondamentale del pensiero cinese.
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• Lo yin:
- Femminile
- Flessibile
- Sotto
- Elemento materno e ricettivo
- Terra
- Immobilità
- Intuito femminile
• Lo yang:
- Maschile
- Rigido
- Sopra
- Potere creativo e maschile
- Cielo
- Movimento
- Razionalità maschilelucio celot - Il Taoismo
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Quando lo yang ha raggiunto il suo massimo,
esso si ritira in favore dello yin;
quando lo yin ha raggiunto il suo massimo,
esso si ritrae in favore dello yang
(Wang Ch’ung, 80 d.C.)lucio celot - Il Taoismo
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Il carattere dinamico dello yin e dello yang è espresso dall’antico simbolo chiamato T’ai-chi T’u, o «Diagramma della realtà Ultima»: i due punti rappresentano l’idea che ogni volta che una delle due forze arriva al suo massimo, essa contiene già in sé il seme del suo opposto.
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Questo diagramma è una disposizione simmetrica
dell’oscuro yin e del luminoso yang, ma la simmetria non è
statica. E’ una simmetria rotazionale che richiama alla
mente, con estrema suggestione, un movimento ciclico continuo.
(F.Capra, Il Tao della fisica, p.126)lucio celot - Il Taoismo
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A.Cheng, Storia del pensiero cinese, pp.22-23:
[…] i cinesi hanno preferito la polarità dello Yin e dello Yang, che preserva la corrente alternata della vita e il carattere
correlativo di ogni realtà organica: coesistenza, complementarità.
Ne risulta una visione del mondo non come insieme di entità discrete e indipendenti [...] ma come una rete continua di
relazioni fra il tutto e le parti, senza che l’uno trascenda le altre […] La riflessione non si pone il problema dell’esistenza di
un Dio creatore: ciò che essa percepisce come primario è il mutamento, la molla del dinamismo universale […]
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Il Tao: uomo e natura. Il non-agire
Il Tao di cui si può parlare non è l’eterno Tao: il Tao Te Ching inizia con una dichiarazione di impotenza dell’intelletto umano.
Rispetto ai Greci, impegnati a emanciparsi dalla mentalità mitica e a costruire una visione logico-razionale del mondo, i Taoisti disprezzano l’argomentazione logica e il ragionamento, deridono la ragione e il linguaggio, poiché il Tao è una realtà incommensurabile e altra rispetto alla percezione di ciò che è familiare e consueto:
Il letterato confinato nella sua saccente arroganza non può parlare del Tao, prigioniero com’è di quanto ha appreso.
(Zhuangzi, XXXIII)lucio celot - Il Taoismo
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Il sapiente taoista (il «Santo») non è interessato ad una conoscenza «scientifica» della natura ma ad una «osservazione» finalizzata al coglimento delle «caratteristiche del Tao» per sentirsene parte integrante.
Dalla consapevolezza che il Tao si muove attraverso l’interazione tra gli opposti, il saggio trae due conseguenze:
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1) Ogni volta che si vuole ottenere una cosa,bisogna iniziare dal suo opposto.
Ecco cosa scrive Lao Tzu nel Tao Te Ching, 36:
Se si vuole restringere, bisogna estendere.
Se si vuole indebolire, bisogna rafforzare.
Se si vuole far perire, bisogna far fiorire.
Se si vuole pender possesso, bisogna offrire.
Questo è ciò che si chiama una visione sottile.
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E’ questo il modo di vivere del sapiente, che in tal modo raggiunge un punto di vista superiore, una prospettiva dalla quale si percepisce chiaramente la relatività di ogni cosa e la relazione polare di tutti gli opposti.
Ad esempio, né bene né male sono assoluti, ma sempre in relazione l’uno con l’altro: per cui, più che seguire le norme morali, il sapiente cerca di mantenersi sempre in un punto di equilibrio dinamico tra «buono» e «cattivo»:
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Perciò, dire «Seguire ed onorare il bene ed evitare il male» significa non capire i
principi del Cielo e della Terra e le qualità naturali delle creature. Sarebbe come seguire e onorare il Cielo e non tener
conto della Terra, seguire e onorare lo yine non tener conto dello yang: è chiaro che
non si può fare. (Zhuangzi, XVII)
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2) Bisogna agire assecondandoi mutamenti spontanei della natura: il wu-wei
Il mutamento cosmico non è il prodotto di qualche forza esterna, ma una tendenza innata in tutte le cose e in tutti gli esseri: i movimenti del Tao si verificano naturalmente e spontaneamente; la spontaneità è il principio di attività del Tao.
Tale spontaneità è qualcosa di «inevitabile», è un «percorso necessario», il «destino» cui nulla può sottrarsi.
E poiché la condotta umana dovrebbe conformarsi ai mutamenti del Tao, la spontaneità dovrebbe caratterizzare anche tutte le azioni umane: la metafora del nuotatore può aiutare a comprendere meglio questo concetto…
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Zhuangzi, 19:
Sorpreso dall’abilità di un nuotatore che riesce a uscire incolume dalle acque altissime e agitate di una cascata, un saggio (Confucio) chiede all’uomo quale sia il metodo (tao) per riuscire a stare a galla in tal modo. Questa la risposta:
Mi tuffo con l’afflusso, e riemergo con il riflusso;
seguo il tao dell’acqua senza cercare di imporvi il mio,
ed è così che sto a galla […]
Così avviene senza che io sappia perché: questo è il destinolucio celot - Il Taoismo
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Spontaneità è il non-agire (wu-wei): non nel senso di «non fare nulla» ma nel senso di astenersi da attività in contrasto con la natura, lasciare che ogni cosa faccia ciò che naturalmente deve fare in modo che la sua natura sia soddisfatta.
Se ci asteniamo dall’andare contro la naturale inclinazione delle cose siamo in armonia con il Tao e le nostre azioni saranno coronate dal successo: è questo il senso delle enigmatiche parole del Tao Te Ching, 48:
Non agendo, non esiste niente che non si faccia.lucio celot - Il Taoismo
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Il wu-wei è uno stato in cui chi agisce non si concepisce come separato dalla totalità dell’esistente: il saggio è diventato, come un
albero, un sasso o l’acqua che scorre, parte del tutto (Tao).
Il suo agire e la sua intelligenza sono parte dell’agire e dell’intelligenza delle forze naturali…
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«Fondendosi» con il Tao, il sapiente ritrova il proprio centro e non è più ferito o turbato da ciò che abitualmente considera come sofferenza: il declino fisico, la malattia, la morte…Tale eventi non vanno considerati come il male assoluto ma come parte del processo naturale:
Il Tao non ha fine né inizio. Gli esseri conoscono morte e vita, senza aver mai certezza del loro compimento […] Declino e
crescita, pienezza e vuoto, tutto non finisce che per ricominciare
(Zhuangzi, XVII)lucio celot - Il Taoismo
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Un testo fondamentale:I Ching (Classico dei Mutamenti)
Insieme ai testi di Lao Tzu e Zhuangzi, è la fonte essenziale del pensiero
cosmologico e della filosofia cinese in generale: in tutte le epoche non c’è
stato un solo pensatore cinese che non sia stato ispirato dai Mutamenti.
Così il sinologo R.Wilhelm:
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Il Libro dei Mutamenti, in cinese I Ching, appartiene indiscutibilmente ai libri più importanti della letteratura mondiale. Le sue origini risalgono all’antichità mitica, ma
ancora oggi i più illustri dotti della Cina continuano a occuparsene. Quasi tutto ciò che in più di tremila anni di storia cinese è stato pensato in fatto di idee grandi e importanti è in
parte stato suscitato da questo libro e in parte ha influito sulla sua interpretazione, così che si può tranquillamente affermare
che nell’I Ching è contenuta l’elaborazione più matura della saggezza di millenni.
(R.Wilhelm, Introduzione a I Ching, cit., p.39)lucio celot - Il Taoismo
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Come si è detto, l’idea fondamentale alla base del Taoismo è quella del mutamento, basata sui due stati fondamentali della realtà che sono lo Yin e lo Yang: l’esistenza in ogni sua forma si edifica sul mutamento e sul «continuo trapasso» di queste due forze, che si rovesciano continuamente l’una nell’altra (si ricordi il Taichi).
Questo trapasso non è però senza senso, poiché altrimenti non potremmo averne alcuna nozione, ma è soggetto alla legge del Tutto, il Tao.
Qual è la funzione dell’I Ching in questo contesto?
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Il testo è una raccolta di 64 esagrammi, figure costituite da sei linee intere (Yang) o spezzate (Yin) che rappresentano altrettante
configurazioni differenti e insieme tipiche della Natura e delle situazioni umane: ecco alcuni esempi
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Ognuna delle 64 figure rappresenta una situazione in stato di trapasso, cioè mutevole, non statica, una processualità: l’I Chingnon è un testo divinatorio per predire il futuro, ma un insieme di rappresentazioni dello stato del mutamento in un determinato momento che richiede un particolare modo di agire per potervisi adattare, secondo la pratica del wu-wei:
I Mutamenti sono delle figure nel senso che essi sono a somiglianza delle cose […] I tratti degli esagrammi riproducono i moti del
mondo.
(Grande Commentario a I Ching)lucio celot - Il Taoismo
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L’interpretazione dell’esagramma, dunque, consente all’uomo di comprendere il divenire in corso e dominarlo, poiché ognuna delle 64 combinazioni non rappresenta un dato rigido ma la prefigurazione di un esito:
Lo stolto non vede neanche ciò che si è compiuto, il saggio vede ciò che non è ancora in germe.
(Il Libro del Signore di Shang)
L’agire sta in ciò che non è ancora
(Tao Te Ching, 64)lucio celot - Il Taoismo
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Il «Santo» è quindi in armonia con il Tao e con le sue molteplici trasformazioni: adattarsi al mutamento significa concepire il tempo come un processo costituito da momenti più o meno favorevoli.
La nozione di «opportunità» ricorda qui quella greca di kairόs, il «momento giusto o opportuno»:
[Il Santo] risponde ai mutamenti e si piega al movimento del tempo, agendo al momento opportuno e adattandosi alla
situazione. Attraverso mille movimenti e diecimila mutamenti, il suo tao resta uno.
(Grande Commentario, cit.) lucio celot - Il Taoismo
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Un esempio dall’I Ching:
LA SENTENZA: La Pace. Il piccolo se ne va, il grande viene. Salute! Riuscita!
COMMENTO: Il cielo (trig.inf.) si è posto sotto la terra (trig.sup.). Così le loro forze si uniscono in intima armonia, e nascono pace e prosperità per tutti gli esseri.
Nel mondo degli uomini è un tempo di concordia sociale. I superiori si chinano verso gli inferiori, i quali sono ben disposti verso i superiori; così che cessa ogni ostilità.
Sono dunque i piccoli, deboli, cattivi che se ne vanno, e i grandi, forti, buoni sono in ascesa. Ciò reca salute e riuscita.
(I Ching, cit., pp.95-96) lucio celot - Il Taoismo
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Esagramma 11
T’ai – La Pace
…per concludere:
L’universo appare come un ambito in perenne mutamento, in cui le cose non hanno contorni individuali fissi e gli eventi non hanno riferimenti temporali stabiliti: un universo di situazioni che si
trasformano costantemente in nuove configurazioni. Il saggio vi si integra poiché conosce e, in certa misura, guida il flusso degli
eventi.
La cosmologia elaborata attorno ai Mutamenti è al centro di tutta una visione del mondo che trova la sua pima compiuta espressione.
(A.Cheng, Storia del pensiero…, cit., p.292)lucio celot - Il Taoismo
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