insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

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periodico per gli operatori della vita collettiva focus turismosociale e tempolibero n. 3 - 2010 Settimana sociale 2010: bene comune al primo posto Bilancio sociale degli enti non profit: le Linee guida “El Chajà”: un’esperienza rural-popolare in Uruguay fisco legge impianti guida agli acquisti Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in. L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1,Roma Aut. n.147/209 e ancora il lavoro stagionale la sicurezza la ricevuta fiscale aziende in vetrina Partire e viaggiare da soli o in gruppo alla ricerca di spazi interiori e fisici da esplorare

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periodico di informazione e formazione, documentazione e aggiornamento per gli operatori della vita collettiva

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Page 1: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

p e r i o d i c o p e r g l i o p e r a t o r i d e l l a v i t a c o l l e t t i v a

focusturismo socialeetempolibero

n. 3 - 2010

Settimana sociale 2010: bene comune al primo postoBilancio sociale degli enti non profit: le Linee guida“El Chajà”: un’esperienza rural-popolare in Uruguayfisco legge impianti guida agli acquisti

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Page 2: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

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Page 3: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

Nel numero che ci accompagna in questi mesi d’estate,

è d’obbligo parlare di turismo, vacanze, tempo libero.

E noi lo facciamo volentieri, ma senza tradire la nostra

missione di informazione, consulenza e aggiornamento

per gli operatori.

Il “Turismo sociale e tempo libero” del focus vede quindi

l’accoglienza come un’esperienza profondamente umana e

complessa, dove l’ospite è sacro e il riposo non è un tempo

“vuoto” ma “pieno”: tempo di incontro (con gli altri, con la

natura, con l’arte) e di svago; tempo di riflessione e di crescita.

Un turismo, cioè, che non persegua meri fini edonistici o

utilitaristici ma che sia veramente sociale, mettendo al centro

le persone e i loro bisogni.

Senza mai perdere di vista il momento di generale difficoltà

che sia le imprese sia le famiglie stanno attraversando, noi

ci occupiamo soprattutto delle strutture e del complesso dei

servizi che concorrono a realizzare un turismo “pieno”, ovvero

portatore di valori e ampiamente accessibile: a tutti, da ogni

punto di vista e in qualsiasi momento.

“Insieme” non intende dunque dare consigli a chi parte per una

vacanza: vuole piuttosto proporsi come sussidio a chi opera in

questo settore in ogni stagione dell’anno e trasmettere

strumenti finalizzati al mantenimento degli standard necessari

a garantire un buon livello di qualità. In questo senso

dedichiamo molto spazio ai luoghi per vocazione deputati

all’accoglienza, che per assicurare un buon servizio ed evitare

i cali stagionali devono poter contare su una gestione

altamente professionale, capace di coniugare lo spirito etico

con prestazioni efficienti, diversificazione dell’offerta, adeguata

comunicazione.

Abbiamo anche l’ambizione di dare piccoli stimoli - ai gestori,

agli animatori sociali, alle associazioni, agli enti locali - affinché

le strutture che restano inutilizzate o sottoutilizzate in alcuni

periodi dell’anno possano “riempire” i momenti di inattività

(totale o parziale) organizzando iniziative volte

all’aggregazione, alla ricreazione, alla valorizzazione del tempo

libero. Da questo punto di vista l’accoglienza recupererebbe il

suo pieno significato, offrendo un servizio anche a chi non può

permettersi di viaggiare e rappresentando una risorsa

importante per l’economia del territorio. Un argomento qui solo

accennato, ma su cui torneremo nei prossimi numeri.

Vogliamo esprimere il nostro ringraziamento agli organismi e

alle associazioni che hanno contribuito alla elaborazione dei

temi del focus e alla redazione dei servizi.

InSommario

3

N. 3 - 2010 Direttore editoriale: Paolo Treveri Gennari Direttoreresponsabile: Francesco Meloni Coordinamento redazio-nale/editing:Marinella Amato Segreteria di redazione: FedericaCannizzaro - Hanno collaborato: Stefania Averni, Laura Badarac-

chi, Gaetano Callocchia, Jr, Giovanni Callocchia, Fabio Panfilo Ciarletta, Giusy Colmo, GervasioMartinez, Alessandra Mauti, Claudio Pallotta, Aldo Ponzo, Federico Rossi, Emanuela Scanu, Mas-simo Scarpetta Grafica e impaginazione:Giuliana Caniglia Foto: Livia Resta, Camilla Macro, Ta-nia Amato - www.flickr.com

Direzione, redazione e pubblicità: Via Vigliena, 10 - 00192 Roma - Tel. 063230177 - Fax 06 3211359 - [email protected] - www.rivistainsieme.it - Edi-tore: EDITORIALE ITALIANA 2000 Srl - Via Vigliena, 10 - 00192 Roma - P. Ivae Codice Fiscale 05802841006 - [email protected] - www.edito-riale.it - Stampa: Gruppo Colacresi & C. Srl Via Tazio Nuvolari, 3 e16 - 00011 Tivoli Terme (Rm) - Iva assolta dall’Editore ex art. 74D.P.R. 633/72 - Iscritto al Registro degli Operatori di Comunicazione

Tempo di vacanza,tempo di incontro

InPrimoPianoUn’agenda di speranza per il futuro del Paese 5Marinella Amato

InComunitàIl Bilancio sociale degli enti non profit 9Stefania Averni e Claudio Pallotta

“El Chajà”, un volo ad alta quota 12Gervasio Martinez

InSalutePatologie rare 13Emanuela Scanu

InGestioneLa cappella di Celina Borzecka 14Eva Marvisi

focusturismo socialeetempo libero

Viandante, il tuo cammino è “andare” 15Francesco Meloni

Viaggi dell’anima 18Laura Badaracchi

Una pastorale nuova per andare 21incontro al mondo Don Mario Lusek

Terza età: si parte… ma sempre insieme 22Giusy Colmo

Studenti di oggi, turisti di domani 25Simone Maggio

Casa Piamarta: gestione di alta professionalità 26Aldo Ponzo

Per una vacanza alla portata di tutti 28Federica Cannizzaro

Questa Casa non è un albergo 30Massimo Scarpetta

Nell’oratorio non solo 34“un prete per chiacchierare”Marina Duelli

Legionella, batterio sempre in agguato 36Alessandra Mauti

InGestioneCase per ferie e ricevute fiscali 40Federico Rossi

Il lavoro stagionale nel settore 42turistico-alberghieroFabio Ciarletta

Strutture ricettive: adeguamenti 43per la sicurezzaGaetano Callocchia e Jr. Giovanni Callocchia

InLibreria 46

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Page 4: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

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Page 5: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

Ha senso oggi parlare di bene comune

in una società in cui predominano

spinte individualistiche, secessioniste

e federaliste contrarie allo spirito unitario e

solidaristico che dovrebbe caratterizzare la

vita collettiva del Paese?

Lo chiediamo ad Edo Patriarca, segretario

del Comitato scientifico e organizzatore del-

le Settimane sociali dei cattolici italiani, che

a Reggio Calabria, dal 14 al 17 ottobre 2010,

affronteranno il tema “Cattolici nell’Italia di

oggi - un’agenda di speranza per il futuro

del Paese”.

«Bene comune - esordisce Patriarca - è un con-cetto caro alla Dottrina sociale della Chiesa, oggimolto in uso ma, ahimè, non sempre propostonella sua accezione più autentica. Nell’encicli-ca Caritas in Veritate viene definito come “ilbene di noi-tutti formato da individui, famiglie egruppi intermedi che si uniscono in comunità so-ciale”, un bene indivisibile perché è comune, unbene che permette la realizzazione del bene di

ciascuna persona e non sopporta l’esclusionedi alcuno. Per il laicato cattolico è una sfida grande, e perquesto, nella prossima Settimana sociale, più cheribadire il principio ci è parso urgente porsi la do-manda: cosa si può fare perché cresca il bene co-mune nel nostro Paese? Come difendere la di-gnità della persona ovunque essa è minacciata?È una battaglia senza condizioni: vale per l’em-brione nel grembo della madre, per la persona an-ziana o malata terminale; e anche per i lavora-tori che rischiano, oggi più che mai, di essere trat-tati come oggetti o pedine da un mercato senzacontrolli o dagli imperativi esclusivi del rendimentofinanziario. Quali sono le scelte, le azioni, le de-cisioni da mettere in campo? Non è giunto il tem-po, per il laicato cattolico, di assumersi le re-sponsabilità che gli spettano e condizionarel’agenda del Paese?».

Il pensiero sociale della Chiesa afferma

con forza che l’economia di mercato, met-

tendo in secondo piano i fondamenti etici,

è destinata a produrre danni irreparabili.

Quali le strade percorribili per invertire

questo perverso sistema?

La crisi economica, che è soprattutto crisi di va-lori e di senso, ha svelato la confusione, voluta,di concetti che hanno un significato proprio. Si èoperato un vero e proprio svuotamento cultura-le di parole nate all’interno di un umanesimo at-tento alla persona e alla comunità. Espunto il qua-dro valoriale di riferimento, le parole vengono “frul-late” all’interno di un contesto antropologicoestraneo, che per di più si pretende neutrale e og-gettivo. Due esempi. L’impresa non è solo quel-

InPrimoPiano

Un’agenda di speranza

per il futuro del Paese Aspettando la Settimana sociale 2010una riflessione sul ruolo del laicato cattolico nella costruzione di una società più giusta e solidale. Con il bene comune al primo posto

Marinella Amato

5

Difendere, senza

compromessi, la dignità

della persona

da una politica

condizionata

da perversi interessi

privati, economici

e finanziari.

Nella foto in basso:

Edo Patriarca, segretario

del Comitato scientifico

e organizzatore

delle Settimane sociali

*

Page 6: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

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Page 7: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

7

InPrimoPiano

* la capitalistica come si vuol far credere: c’è l’im-presa sociale, l’impresa cooperativa, l’impresapubblica. Così per il mercato: l’ipotesi liberista del-la mano invisibile secondo la quale il mercato nonha bisogno di regole o di valori perché possiedein sé tutto quanto necessario per autoregolarsi,si è mostrata una grande fesseria, pagata a caroprezzo dalle categorie sociali meno protette. Ilmercato è uno strumento e non un fine; come nonlo è il profitto, pur necessario per la crescita eco-nomica. Il mercato è un’istituzione antica, uno stru-mento che sa allocare risorse nel modo miglio-

re; ma per fare questo ha bi-sogno di valori che lo regolino:la giustizia sociale, il lavorodecente e l’equa retribuzione, lafraternità nel processo di pro-duzione sono dimensioni chedevono stare “dentro” al mer-cato. La concorrenza, altroesempio, è indispensabile, maha bisogno di regole affinchéciascuno possa competere allapari e mettere a frutto i talentiche possiede.

Quale contributo possono

dare, in questo senso, grup-

pi e movimenti cattolici im-

pegnati nei vari settori del

sociale?

Intravvedo due piste di lavo-ro. Una è anzitutto culturale,per riappropriarsi di quellalunga tradizione di opere cheha dato vita, nei secoli scorsi,alle banche con l’istituzionedei Monti di pietà (nati adopera dei francescani per di-fendere i poveri dagli usurai)o degli scritti di Bernardino daSiena e di altri che misero i pri-mi “mattoni teorici” per fondareil concetto di mercato. Comenon ricordare le Confraternitedel Quattrocento, le Società dimutuo soccorso create nellametà dell’Ottocento o le coo-perative dei primi anni del se-colo scorso. Occorre unagrande università popolareper ridare alle parole il loro si-gnificato più profondo, non

per coltivare una sorta di nostalgia-del-tempo-che-fu, ma per poter guardare avanti eaprire una stagione di creatività sociale e nuo-ve opere. Sarebbe utile riaffermare - come già accennavo- che le tipologie d’impresa sono varie, che il con-cetto di mercato non coincide con quello di ca-pitalismo, che la finanza è nata per sostenere co-loro che intraprendono, che l’imprenditore non èuno speculatore ma colui che opera una crea-zione, fa un’impresa che produce ricchezza persé e per gli altri. La seconda linea è quella di ria-prire sul territorio una nuova stagione di operenel campo dell’economia e della finanza, senzacoltivare nicchie consolatorie ma intervenendocon nuovi strumenti nei processi economici. Dia-mo voce e spazio alle vocazioni imprenditoriali,troppo spesso trascurate anche nella comunitàcristiana. Il miglior modo per difendere il lavoroè quello di crearlo; e lo strumento migliore chegli uomini hanno inventato è l’impresa nelle va-rie forme in cui essa si configura.

Dal vostro punto di vista, coloro che ope-

rano nella Chiesa con la responsabilità di

amministrare beni e servizi quali “rischi” cor-

rono? Come possono, cioè, attenersi a dei

principi etici dovendo rispondere a leggi di

mercato?

I rischi che si corrono sono quelli comuni a tut-ti coloro che rispondono ad una chiamata peril bene comune. È il rischio dell’imprenditore chesi trasforma in speculatore e riduce l’impresanon ad una comunità di uomini che operano conefficienza nel campo dell’economia, ma ad unostrumento per realizzare i propri profitti/interessiegoistici; è il rischio del politico che dimenticail servizio a cui è chiamato e trasforma la poli-tica in affarismo, clientelismo, corruzione. È que-stione eminentemente spirituale, di persone cheesercitano quotidianamente le virtù della for-tezza, della prudenza, della giustizia e della tem-peranza. Una testimonianza che rende visibi-le la speranza che è Gesù Cristo, la sua paro-la, la sua promessa di giustizia. Credo occorra testimoniare concretamenteche si può stare nel mercato, competere con co-raggio, innovare con determinazione mettendoa frutto i talenti che si hanno e dare credito a chilo merita, senza per questo calpestare la dignitàdei propri dipendenti o agire nell’illegalità; sen-za dimenticare che l’impresa è anche una co-munità di persone e che, in virtù di ciò, perse-

La Settimana sociale dei cattolici italia-ni è un periodico appuntamento dellaChiesa cattolica italiana, a cadenzapluriennale. Vi partecipano vescovi, in-tellettuali del mondo cattolico, politici,economisti, imprenditori, sindacalisti eaggregazioni della società civile, perconfrontarsi su temi comuni, su comeapplicare la dottrina sociale della Chie-sa a temi concreti (politici, economici esociali), nell’intento di coniugare vita ec-clesiale e impegno sociale e politico.La prima Settimana sociale si tenne dal23 al 28 settembre 1907. A partire dal1927 l'Università Cattolica assunse unruolo cruciale nell'organizzazione delleSettimane, che sperimentarono unacrescente ostilità da parte dell’allora re-gime fascista. Nel 1934 subirono infat-ti un’interruzione, che si protrasse finoalla fine del secondo conflitto mondia-le. La ripresa del 1946, vide la parteci-pazione di importanti personalità delmondo culturale e politico cattolico, of-frendo un rilevante contributo alla re-dazione del testo della nuova Carta co-stituzionale, allora in discussione. Dopoalterne peripezie, le Settimane sociali su-birono un’ulteriore battuta d’arresto nel1970, per riprendere solo nel 1988, perimpulso di una Nota pastorale della Con-ferenza episcopale italiana (CEI).

Da allora, le tappe delle Settimane sisono così alternate: 1991: “I cattolici italiani e la nuova gio-vinezza dell'Europa” - Roma 1993: “Identità nazionale, democraziae bene comune” - Torino1999: “Quale società civile per l'Italia didomani?” - Napoli 2004: “Democrazia: nuovi scenari, nuo-vi poteri” - Bologna 2007: “Il bene comune oggi: un impe-gno che viene da lontano” - Pistoia/Pisa

Settimane sociali, cioè...

*

Page 8: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

Valorizzare

le energie

della società civile

per far crescere

tutte le

dimensioni

della vita sociale

gue il buon profitto senza il quale non si han-no risorse per creare cose nuove.

E allora qual è il messaggio di fondo che

Settimana Sociale 2010 intende proporre

alla società civile ed ecclesiale?

Anzitutto il coraggio di dire la verità sulle reali con-dizioni sociali ed economiche in cui versa il no-stro Paese: troppe le divaricazioni nelle analisie troppe le letture divergenti. Solo a partire da una“condivisione condivisa” si può chiedere una mo-bilitazione delle energie, delle competenze, del-le tradizioni di cui è ancora ricca l’Italia. Una chia-mata, dunque, alla responsabilità di tutti i soggetti

che costruiscono bene comune: dalle famigliealla politica, dall’economia all’associazionismodella solidarietà e della cittadinanza attiva.Questo Paese vive in molti suoi aspetti unacondizione drammatica (si pensi alla povertà,alla disoccupazione giovanile o alle condizio-ni disastrose in cui versa il Mezzogiorno); maaltrettanto possiede, nelle sue pieghe più pro-fonde, le energie necessarie per ritornare a cre-scere in tutte le dimensioni della vita sociale.In questo, il laicato cattolico può e deve svol-gere un compito di grandissimo rilievo, pena ilcommettere un peccato di omissione e di resaall’indifferenza e all’accidia.

*

InPrimoPiano

Page 9: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

Assicurare trasparenza,

efficacia ed efficienza

nella gestione

delle risorse

per il raggiungimento

della mission

9

Lo scorso febbraio si è tenuto all’Università Cat-tolica di Milano il convegno di presentazionedelle “Linee Guida per la redazione del bi-

lancio delle organizzazioni non profit” realizzato dal-l’Agenzia per le organizzazioni non lucrative di uti-lità sociale, meglio nota come “Agenzia per le On-lus”, che opera sotto la vigilanza della Presidenzadel Consiglio dei ministri.Il documento è il naturale seguito di quello sulle“Linee Guida e schemi per la redazione dei bilancidi esercizio degli enti non profit”, presentato dal-l’Agenzia nel 2008, che mirava a soddisfare la ne-cessità per gli enti del non profit di redigere modellidi bilancio specifici con una struttura uniforme perfornire ai terzi interessati informazioni circa le at-tività non lucrative di tali soggetti. Le Linee Guida riportano un modello di redazionedel bilancio sociale raccomandato e che tuttavianon rappresenta un vincolo normativo.Si sono così costituiti specifici strumenti informa-tivi per dare agli enti la possibilità di avere indica-zioni su precisi criteri di valutazione delle poste di

bilancio, per la comparazione dei datinel tempo, per la revisione di bilancioe diffondendo delle modalità di ren-dicontazione idonee ad assicurarela trasparenza, l’efficacia e l’effi-cienza della gestione. Il bilancio so-ciale è uno strumento di accountabi-lity, ovvero di rendicontazione delleresponsabilità, dei comportamenti edei risultati economici, sociali e am-bientali delle attività svolte da unaorganizzazione in armonia con gliscopi statutari istituzionali degli enti.Per i piccoli enti tale obiettivo si può

raggiungere anche solo con una specifica “rela-zione di missione”, che integri le informazioni de-gli amministratori con le notizie riguardanti l’attivitàistituzionale svolta. Per gli enti di maggiori dimen-sioni, sarà necessario redigere un documento aparte chiamato “bilancio sociale”, che vada al di làdella mera illustrazione dell’attività istituzionalesvolta ma che tenda a rappresentare, oltre che lamissione, l’impatto delle attività aziendali su tutti isoggetti che possono influenzarle o esserne in-fluenzati (stakeholder). Le Linee Guida hanno teso a creare un modello dibilancio volontario applicabile a tutte le organizza-zioni non profit per garantire agli stakeholder unainformativa strutturata e puntuale tenendo contodelle specifiche di questo settore quali:- la pluralità delle forme giuridiche (fondazioni

operative e di erogazione, organizzazioni divolontariato, associazioni di promozione so-ciale, organizzazioni non governative, ecc.);

- i diversi ambiti di attività (formazione, servizi so-cio-assistenziali, cultura, tempo libero, orga-nizzazioni non governative, ecc.);

- la complessità organizzativa (spesso le orga-nizzazioni non profit fanno parte di gruppi - an-che informali - o di reti/network);

- il quadro variegato di riferimento dei portatori diinteresse.

Il bilancio sociale proposto è uno strumento alta-mente flessibile, realizzato attraverso la predispo-sizione di moltissime schede che prendono in con-siderazione il numero massimo di casistiche,anche se ogni organizzazione è chiamata a sele-zionare e compilare solo quelle che rispondonoalle proprie esigenze.Con riferimento a ciascuna scheda le informazioni

Il Bilancio sociale

degli enti non profit Le Linee Guida dell’Agenzia per le Onlus definiscono

le modalità per fornire agli stakeholder informazioni chiare

sulle attività svolte e i risultati raggiunti, rimanendo fedeli

alla propria mission

Stefania Averni e Claudio Pallotta

Dottori commercialisti in Roma

*

InComunità

Page 10: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

sono state distinte in due categorie: - essenziali, che rappresentano il contenuto mi-

nimo e necessario che l’organizzazione nonprofit è tenuta a fornire con riferimento allascheda individuata;

- volontarie, che l’organizzazione non profit puòfornire qualora voglia rendere il contenuto delbilancio sociale maggiormente esaustivo.

Il modello di bilancio sociale che ne è risultato èmolto operativo, adattabile alle specificità dei di-versi settori, di facile comprensione e adozione an-che grazie alla scelta di articolarlo in moduli, con-sentendo ad ogni operatore di utilizzare quelli a luipiù congeniali e di poter adottare le Linee Guida inmodo graduale.Le informazioni debbono consentire agli stakehol-der un’efficace valutazione delle attività svolte e deirisultati raggiunti dall’ente, rendendoli comparabilinel tempo e idonei a consentire il confronto con al-tri enti analoghi.Il fine è inoltre quello di:- implementare l’organizzazione con un sistema

informativo di natura non esclusivamente eco-nomico/contabile;

- affinare i processi di pianificazione, program-mazione e controllo capaci di esprimere la mul-tidimensionalità dei risultati raggiunti.

Il bilancio sociale redatto secondo le Linee Guida:a)consente all’organizzazione non profit di ren-

dere conto ai propri stakeholder del grado di per-seguimento della missione, della responsabilitàper gli impegni assunti, dei comportamenti edei risultati prodotti nel tempo;

b)aiuta nella definizione delle strategie, degli im-pegni e dei risultati generati dall’organizzazionenel tempo;

c) favorisce all’interno dell’organizzazione i pro-cessi di rendicontazione, valutazione e controllo

dei risultati che possono contribuire a una ge-stione più efficace e coerente con i valori di mis-sione.

L’organizzazione non profit deve considerare lapluralità dei propri stakeholder, il tipo di relazioneesistente con i medesimi, e valutare la coerenzatra i risultati raggiunti e i loro bisogni e aspettative.Ciò avviene tramite il coinvolgimento diretto degliorgani di governo della struttura, degli operatori in-terni all’organizzazione e delle diverse categorie diportatori di interesse nel processo di rendiconta-zione sociale in una logica compartecipata di ge-stione. Per fare ciò sono previste diverse azioni di“stakeholder engagement” :1)azioni monodirezionali di tipo informativo (es:

pubblicazione del bilancio sociale sul sito inter-net dell’organizzazione non profit);

2)azioni di tipo consultivo (es: questionario di va-lutazione del bilancio sociale);

3)azioni bidirezionali di dialogo (es: workshop e in-contri con gli stakeholder volti al confronto sulleinformazioni fornite dal bilancio sociale);

4) iniziative di partnership (ad esempio, focusgroup finalizzati a collaborare con stakeholderesterni per lo sviluppo del processo di rendi-contazione o di specifiche attività ritenute mi-gliorative sul piano operativo ed informativo).

Nel bilancio sociale vanno altresì definite le mo-dalità e i canali di diffusione dello stesso agli as-sociati, ai dipendenti dell’ente, ai beneficiari dei ser-vizi erogati, ai finanziatori, a potenziali nuoviinvestitori, alle istituzioni ecc.Le Linee Guida sono, ad oggi, un manuale opera-tivo di sicuro aiuto per pianificare l’attività gestio-nale dell’ente, tenendo conto della sua mission nelcontesto in cui opera, e rappresentano un sicuropunto di riferimento per tutti coloro che sono chia-mati a gestire queste realtà.

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*

Page 11: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

In un momento difficile e complesso perl’economia del pianeta, e dello stessoagroalimentare, il biologico appare comeun caso particolare di buona – anzi ottima,dati i tempi - salute, e però non vogliamoparlare solo dei successi di mercato. Per-ché avere superato gli ultimi due anni –quelli che hanno portato alla nascita del ter-mine “decrescita” – con indici in costantecrescita ha quasi dell’incredibile. Questotuttavia non ci deve fare abbassare la guar-dia, ed è quello che abbiamo voluto fareanche nell’ambito della nostra Assemblea diBilancio, che come ogni anno si è tenutaverso la fine di maggio: quindi Crescita maanche Ricerca di maggiore Efficienza. Ar-gomenti in caratteri maiuscoli, come è giu-sto che sia, che non casualmente abbiamomesso al centro di un seminario molto se-guito e apprezzato.

Ma in questa fase non potremmo evitare l'ar-gomento BIO e Crisi, per osservare che nel-l’ultimo anno per il biologico – in Italia e nonsolo - le cose sono andate abbastanza bene,anche perché probabilmente l’esperienza ciha aiutato a non fare troppi errori, e questoin certi momenti è parecchio difficile. Il nostrovantaggio, come Consorzio, è stato anchequello di essere costituiti da imprese (e pro-dotti) che in molti casi arrivano al consuma-tore finale dotati di una marca chiaramentericonoscibile, sia che si tratti di prodotti fre-schi, sia di prodotti trasformati. Il consuma-tore rimane fedele perché continua ad asso-ciare marca e qualità, sicurezza eprestazioni. Ma in questa occasione vo-gliamo parlare dell'America, che non è poicosì lontana, e - a parte l'Europa - è l'altrogrande mercato del biologico; e ne parliamoa pochi giorni dalla chiusura del Fancy Fooddi New York. Nei giorni scorsi, a New York, si è tenuto il

Fancy Food, che non è davvero una fieracome le altre, ma per il biologico sta diventan-do “strategica”, quindi di grande importanza an-che per noi. Il mercato biologico nord ameri-cano, e quello degli USA in particolare, è dasempre un luogo di elezione per i nostri miglioriprodotti biologici. La crescita dei consumi registrata nel 2009 ri-spetto all’analogo periodo del 2008, pari al 5%,testimonia la vivacità di un mercato che, no-nostante la crisi, continua a dare soddisfazio-ne anche in questa importante area economi-ca. Un’edizione, quella estiva, che ha messo inmostra più di 180.000 prodotti da oltre 2.500espositori provenienti da 81 Paesi; una rasse-gna internazionale a cui CONSORZIO il BIO-LOGICO non ha voluto rinunciare, al fine di pre-sentare l’esperienza e i principali prodotti del-le imprese ad esso consorziate.

È stata sicuramente un’occasione per far co-noscere maggiormente i prodotti biologici del-la nostra migliore tradizione gastronomica in unPaese e in un’area geografica in cui il “sound”italiano è molto presente ed apprezzato, oltreche per i prodotti anche per lo stile di vita. E, per concludere, una riflessione sui “fonda-mentali” del biologico, per dire come e perchésiamo nati, pur senza sminuire i buoni successidi mercato che si stanno ottenendo da diversianni. Biologico – lo ricordiamo ai nostri lettori-, è cosa ben diversa dal lasciare la natura “ase stessa”, come se potesse rigenerarsi dasola. Invece, biologico significa fare tantissimaricerca e sperimentazione, individuazione dinuove tecniche e, perché no, riproposizione dimetodiche che ritornano attuali, come le rota-zioni colturali per esempio. Biologico, quindi,come modello produttivo efficace, per l'am-biente, l'uomo e la società.

*Ufficio Stampa Consorzio

il Biologico/CCPB Srl

L’azienda informa

IL BIOLOGICO NEL MONDO

E IL FANCY FOOD DI NEW YORK Luciano Didero*

ccpb srlwww.ccpb.it

Page 12: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

In Uruguay, negli ultimi anni, si è registrato unprogressivo invecchiamento della popola-zione. Con l’avanzare dell’età, i pensionati e

le pensionate hanno meno risorse e, in non po-chi casi, soffrono problemi di alimentazione enon possono usufruire di una dieta naturale edequilibrata. La tradizionale e sana alimentazioneè stata spazzata via da un consumismo irra-zionale e sconsiderato, maldestramente im-portato e pubblicizzato dal ricco e opulento mon-do occidentale, che ha preso piede soprattut-to nelle zone turistiche costiere, alla foce del Riode La Plata e sul fronte dell’oceano Atlantico(Montevideo, Maldonado, Punta del Este, LaPalma, Aguas Dulces, ecc).In questo contesto nasce "Produzione alimenta-re e salute" (PAS), un progetto-esperienza co-munitaria, rural-popolare e socio-sanitaria, realiz-zata nel territorio del Dipartimento (Provincia) del-la Florida, nel Nord dell’Uruguay, a ridosso dei con-fini meridionali del Brasile.Promotore e colonna portante di questa espe-rienza è il Centro per l'istruzione e la cultura ru-rale “El Chajà” (in località El Tornero, a 145 kmdalla capitale Montevideo e a 50 km dalla cit-tà-capoluogo Florida): un progetto di formazionee salvaguardia delle culture locali, di lavoro edi coinvolgimento di queste popolazioni, fina-lizzato alla attivazione di una “cultura di sanaproduzione alimentare”, attraverso praticheagricolo-produttive di micro-appezzamenti ru-rali e orti biologici, che permettano di preser-vare la produzione e l’auto-consumo di alimentisani e di buona qualità, soprattutto tra gli an-ziani abitanti della zona. In termini giuridico-sociali “El Chajà” si configu-ra come una piccola impresa sociale, costitui-ta giuridicamente come Srl e riconosciuta dal-le autorità nazionali uruguayane come “Asso-

ciazione civile attiva, orientata allo sviluppo in-tegrale delle popolazioni locali”. E perseguel’obiettivo di "promuovere la coltivazione-pro-duzione di alimenti sani delle persone anzianesopra i 65 anni, residenti in mini appezzamen-ti rurali, nelle zone più povere della Provincia”. Le principali attività sono orientate alla forma-zione “pratica” degli anziani oltre i 65 anni, re-sidenti tra le popolazioni delle aree rurali. Il con-sistente gruppo dei destinatari conta oltre 200anziani, non di rado esposti all’isolamento e al-l’abbandono. A ciò si aggiunge un cammino di assistenza tec-nica e di sostegno diretto e partecipativo, at-traverso il quale gli abitanti apprendono comefar fruttare piccoli appezzamenti di terreno, rea-lizzando e ponendo in essere orti bio-compa-tibili, in prossimità delle loro abitazioni. Agli ortifamiliari si associa l’allevamento di piccoli ani-mali (come conigli, polli, suini) e il cerchio pro-duttivo di verdure, uova e carni bianche. Il tut-to associato all’elaborazione di una corretta die-ta, sotto la guida didattico-pratica di operatoriprofessionalmente qualificati, con l’obiettivo fi-nale di innescare e rendere permanente un pro-cesso di sviluppo auto-sostenibile.Il centro “El Chajá”, ha alle spalle una qualifi-cata e pluriennale esperienza di accompa-gnamento e produzione, con il diretto coinvol-gimento di piccoli produttori locali.Il sistema di sviluppo è concepito in modo taleda permettere la produzione di verdure di sta-gione, coltivate al suolo o in serre, con coper-ture in nylon. Per raggiungere il necessario ap-porto proteico, si è pensato a un sistema di al-levamento misto di polli e conigli, come previ-sto nel “sistema californiano”, cioè a produzionecontrollata ed equilibrata.

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El Chajà, un volo

ad alta quota Un’esperienza socio-sanitaria e rural-popolare

in Uruguay, per non lasciare gli anziani soli

Gervasio Martínez

Gerente sociale di “El Chajà”

InComunità

Il Chauna torquadaè un volatile urlatore

di alta quota, macon “i piedi per

terra”. Emette unrichiamo

particolarissimo,simile a un urlo: èinfatti conosciuto

anche comeSouthern screamer

(urlatoremeridionale). InAmerica Latina,

dove è moltodiffuso, viene

chiamato Chajà,termine

onomatopeico chericorda il suo tipicoverso. In volo lo sipuò paragonare a

un rapace; a terra ètranquillo e paziente

ma difende conforza il suo territorio.Con tutta probabilità

è per questecaratteristiche che i

promotori delprogetto hanno

identificato questasingolare

esperienza con gliabitanti delle zone

rurali come “ElChajà”

Page 13: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

Ho conosciuto Lucia circa unanno fa a Roma ad unaconferenza sulle malattie

rare. Minuta, lo sguardo è celato dalenti scure, di lei mi ha colpito il co-raggio e la determinazione. Congrande dignità mi ha raccontato ilsuo calvario, iniziato nel 1999:malesseri, dolori, cinque ricoveri, unlungo, difficoltoso e dispendiosopellegrinaggio tra medici e spe-cialisti fino ad arrivare alla diagnosi:Sindrome di Sjögren.

I malati e le carenze dei

servizi socio-assistenziali

Le persone colpite da questa pa-tologia in Italia sono 16.211: non cisono farmaci curativi e manca uncentro poli-specialistico per il mo-nitoraggio e la prevenzione di talegrave patologia. In questo quadro,tutt’altro che idilliaco, Lucia non siarrende e nel 2005, con altri 19 ma-lati e volontari, fonda L’Associa-zione ANIMaSS per tutelare i dirit-ti negati di chi deve fare i conti conquesta grave malattia. Non anco-ra ufficialmente inserita nel RegistroNazionale delle Malattie Rare, chiè colpito da questa patologia è inuna condizione di estrema fragilità,per mancanza di presa in carico alivello socio-assistenziale. “Ci stia-mo battendo - ricorda Lucia Marotta- per il riconoscimento dei farmacidi fascia C e parafarmaci. Un ma-lato di media gravità spende men-silmente circa 2.000 euro per far-

maci di fascia C, parafarmaci, te-rapie antalgiche e cure odontoia-triche. A tale somma andrebberoaggiunte le spese di trasporto e diassistenza”. L’Associazione dicui Lucia è Presidente, denunciale discriminazioni assistenziali a li-vello regionale; e aggiunge: “E’ ne-cessario che la Sindrome di Sjö-gren venga inserita nei LEA e nelRegistro Nazionale delle MalattieRare. Infatti nella Regione Tosca-na è stato esteso il rimborso deiparafarmaci, farmaci di fascia C efarmaci omeopatici, fino a 450euro mensili, a tutte le persone af-fette dalla Sindrome di Sjögren;mentre nella Regione Veneto sonorimborsati fino a 50 euro mensiliper parafarmaci e farmaci di fa-scia C per chi ha certificazioneISEE. Nelle altre regioni non esi-ste alcun beneficio”.

Impegni concreti, cittadini

e organismi coinvolti

La voce di Lucia, sebbene instan-cabile e motivata, ha difficoltà adessere ascoltata come succede aidue milioni di persone colpite in Ita-lia da una malattia rara. Nasce cosi,nel 2007, la Consulta Nazionaledelle Malattie Rare, costituita dal-l’allora ministro della Salute, con latenace volontà, da parte dei vo-lontari eletti dalle Associazioni deiPazienti delle Malattie Rare, dirafforzare ed integrare le attività cheruotano intorno a queste patologie.

Il lavoro della CNdMR (organismorappresentativo di 278 Associazionidi Pazienti) è un impegno concre-to per dare risposte certe al bisognodi “fare rete” intorno alle criticità del-le Malattie Rare e spingere le isti-tuzioni ad una nuova consapevo-lezza, supportandole nell’indivi-duazione di obiettivi certi e portan-ti. Alcuni dei quali, finalmente, sonosul punto di essere presi in consi-derazione. Merito di un lungo per-corso attivato per ottenere, adesempio, l’aggiornamento dellanormativa sul tema delle MalattieRare: la costituzione del RegistroEpidemiologico Nazionale, l’ado-zione di un Piano Nazionale chetenga conto delle raccomandazio-ni dell’Unione Europea, ricono-scendo la competenza delle As-sociazioni e il loro ruolo di “esper-ti” nel settore; infine, l’obbligatorie-tà dello screening neonatale per lemalattie per le quali esiste o esisteràuna cura. L’estensione all’obbliga-torietà dello screening neonatale,il migliore accesso al farmaco edil finanziamento della ricerca,sono le tre istanze fondamentalisulle quali la Consulta delle Ma-lattie Rare assume una presa diposizione definitiva, per arrivarefinalmente ad una normativa ca-pace di tutelare i circa 2 milioni diMalati Rari italiani. La notizia che il disegno di leggesulle Malattie Rare diventerà Leg-ge Quadro entro il 2010, è stato

accolto con soddisfazione dallaConsulta. Ma c’è ancora da su-perare lo scoglio della copertura fi-nanziaria, valutata in circa 100 mi-lioni di euro per l’avvio del prov-vedimento. “Questo sembrerebbeessere l’unico ostacolo per unaLegge, accolta bipartisan dal mon-do politico, dalle Associazioni di pa-zienti, dalla Rete che deve soste-nere il mondo dei Malati Rari”, hacommentato Flavio Bertoglio, Se-gretario Generale della ConsultaNazionale delle Malattie Rare ePresidente dell’Associazione Ita-liana Mucopolisaccaridosi e Ma-lattie Affini. Che ha aggiunto: “nonrimane altro che affidarsi alle pa-role del Senatore Tomassini sullanecessità di una nuova consape-volezza e responsabilità che gui-di le scelte”.

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InSalute

è una malattia rara auto-immune, sistemica, de-

generativa ed inguaribile.Attacca tutte le mucose

dell’organismo: occhi,bocca, naso, apparato

respiratorio; e non trala-scia reni, pancreas, fe-

gato, apparato cardiocir-colatorio e apparato os-seo-articolare. Ha un untasso di mortalità del 5-

8%. Colpisce soprattuttole donne con una preva-

lenza di 9 a 1.

Malattie Rare

7.000/8.000 patologie,molte delle quali

invalidanti o fatali. In Europa le persone af-

fette da Malattie Raresono circa 20-30 milioni.

In Italia circa 2 milioni,moltissime delle quali

in età pediatrica. L’80% di queste malattie

è di origine genetica. Per il restante 20%

dei casi si tratta di malattie acquisite

Sindrome di Sjögren Patologie rarePerché ancora ignorate e discriminate?

Una testimonianza di chi ha scelto di vivere la malattia

come opportunità di riscatto e di denuncia

Emanuela Scanu

Page 14: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

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InGestione

Quando nell’ottobre 2007, madre CelinaBorzecka, fondatrice della Congrega-zione delle Suore della Resurrezione, è

stata solennemente beatificata in San Giovan-ni in Laterano, il Consiglio generalizio ha decisodi realizzare nella Casa madre della Congrega-zione in Roma una cappella votiva a lei dedica-ta. Per la progettazione e la direzione dei lavo-ri è stato scelto lo Studio Callocchia, al qualesono state affiancate ditte molto qualificate nel-l’ambito dell’architettura sacra e artigiani sele-zionati di grande esperienza. La professionali-tà di questo gruppo di lavoro ha portato alla rea-lizzazione di un’opera molto sobria che, grazieanche ai materiali di pregio utilizzati, è in perfettaarmonia con la simbologia religiosa che essa vuo-le esprimere. La cappella, su pianta quadrata, ècaratterizzata architettonicamente dalla pre-senza di due colonne con capitelli, a sostegnodi una candida volta a crociera, e da un originaleinginocchiatoio in marmo con due cuscini che,con andamento curvilineo, attraversa quasi in dia-gonale il pavimento. Una delle due colonne è av-volta da una lunga spirale dorata.Un altro importante elemento decorativo è co-

stituito dalla presenza nellaparete di fondo di un quadro

dell’Annunciazione e di una stele monolitica inmarmo rosa nella parete di destra, con l’imma-gine terrena della fondatrice inserita in un ova-le e accompagnata da scritte dorate. La scelta dei materiali e dei colori mira a raffor-zare le simbologiepresenti nella cap-pella: il marmo ros-so Francia del pa-vimento a ricordodei martiri dellafede; il marmo rosadel Portogallo per-ché l´uomo, portan-do il peccato origi-nale, non può es-sere rappresentatodal bianco assoluto;la candida volta che rappresenta la Chiesa, lafede, il Creato; le due colonne viste come sostegnisia del Creato che della Chiesa; infine, la stele mo-nolitica, a simboleggiare “il passaggio” di una vitasulla terra. Le pareti sono state trattate con unospeciale intonaco lucido che garantisce nel tem-po stabilità e resistenza; l’impianto di illuminazioneè stato studiato al fine di esaltare tutti gli elementisimbologicamente rappresentati.

La cappella di Celina Dedicata alla beata Celina Borzecka

e realizzata dallo studio Callocchia,

l’opera è un esempio di sintesi tra fede e arte

Eva Marvisi

La cappella votiva, dedicata a Celina Borzecka, è stata realizzata con il contributo delle ditte:* Fratelli Moncelsi

via Q.F. Pittore, 2400136 Roma tel/fax 06 87191842

* Imelco

via P. Santovetti, 100044 Frascati (Rm) tel/fax 06 9420866cell. 3351022293/4

* Co.me.g srl

via Einaudi, 1300043 Ciampino/Rmtel. 06 7914212fax 06 7914281

* BE.MA.

loc. Moletta s.n.c.00030 Genazzanotel/fax 06 9578855

* Luigi Franti

via M.te Cervialto,10200139 Roma tel. 06 87136007cell. 3498726501

CELINA BORZECKAfondatrice della Congregazione Suore della Resurrezione

Celina Borzecka nacque ad Antowil presso Orsza (odierna Bielorussia) il 29 ot¬tobre 1833. Fu sposae madre esemplare, dedita alla cura del marito paralizzato e all'educazione delle figlie. Rimasta ve-dova, nel 1875 si trasferì a Roma dove, tramite il Servo di Dio Pietro Semenenko, venne a cono-scenza della spiritualità resurrezionista. Nel 1882 iniziò a vivere questa esperienza, insieme alla figliaCelina e altre compagne, sotto la guida spirituale di Padre Semenenko. La professione dei voti reli-giosi, nel 1891, segnò la fondazione ufficiale della Congregazione delle Suore della Risurrezione. Nel1911 convocò il primo capitolo generale della congregazione, dove fu eletta superiora generale a vita.Morì a Cracovia nell’ottobre 1913. Dopo la sua morte la Congregazione si è diffusa in molti Paesi: quat-tro province e cinque regioni con membri in cinquanta case, in Argentina, Australia, Bielorussia, Ca-nada, Inghilterra, Italia, Polonia, Stati Uniti e Tanzania. Madre Celina Borzecka è stata beatificata il 27ottobre 2007 nella basilica di San Giovanni in Laterano a Roma.

Arte sacra

Particolare del dipinto

dell’Annunciazione

Page 15: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

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Viandante, il tuo cammino è “andare”

“Caminante, son tus huellas el ca-

mino, y nada más. Caminante, no

hay camino, se hace camino al an-

dar (Viandante, il cammino sono le tueorme, nient’altro. Viandante, non esi-ste una strada, è il tuo stesso andareche si fa cammino)”. Sono parole delgrande poeta spagnolo Antonio Ma-chado: con impareggiabile efficacia,esprimono e descrivono quella che, lai-camente e spiritualmente, è la miste-riosa e avventurosa vicenda esisten-ziale di ogni essere umano, spinto o

“condannato” a camminare, a proce-dere alla ricerca di se stesso, del si-gnificato e del senso del suo esisteree del suo agire. Si tratta di evidenti “licenze poetiche”che abbiamo voluto prendere a pre-testo per introdurre le inter-connessioniche attraversano le maxi-tipologie delfenomeno “mobilità umana”, turismo ingenerale e socio-religioso in partico-lare, che rimandano agli opportuni enecessari approfondimenti all’internodel nostro Focus.

focusturismosocialeetempolibero

all’interno:Viaggi dell’anima 18“Itinerari” di viaggio 20Una pastorale nuova per andare incontro al mondo 21Terza età: si parte… ma sempre insieme 22Le vacanze preferite dagli italiani 24Studenti di oggi, turisti di domani 25Casa Piamarta: gestione di alta professionalità 26Per una vacanza alla portata di tutti 28La buona vacanza comincia dalla colazione 28Questa Casa non è un albergo 30Opportunità per il turismodai Fondi strutturali 33Nell’oratorio non solo “un prete per chiacchierare” 34Legionella, batterio sempre in agguato 36

Partire e viaggiare da soli o in gruppo, ognuno secondo le proprie

esigenze ma tutti alla ricerca di spazi interiori e fisici da esplorare

Francesco Meloni

*

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Mobilità umana e turismo

Turismo sociale, culturale, reli-gioso, accessibile, sostenibile,parrocchiale e scolastico; pergiovani, bambini e anziani, pergruppi o singoli. Difficile indivi-duare ed entrare nel merito diquesto vasto e trasversale am-bito della più generale “mobili-tà umana”, che evoca spinte in-teriori ed esigenze profondedell’animo umano, ma coinvol-ge settori produttivi, ammini-stratori e operatori economici,strutture di accoglienza, territo-ri e popolazioni ospitanti.Il turismo è un settore essenzialedella vita sociale, culturale edeconomica del Paese. Qualcu-no azzarda addirittura il prono-stico che il turismo sarà “la lo-comotiva che trascinerà l'eco-nomia mondiale del ventunesi-mo secolo”, l'industria turistica sidelinea come il settore produt-tivo con il più alto tasso di cre-scita. E gli esperti prevedono unsignificativo aumento dei lavo-ratori turistici: dagli attuali 212 mi-lioni a circa 330/350 milioni.

Il turismo sociale

Si tratta di un ambito molto com-plesso e in continuo sviluppo,che difficilmente trova riscontro

in statistiche ufficiali. Il turismo so-ciale si configura infatti come: • un servizio sociale, finalizza-

to a rendere “economica-mente” accessibile il dirittoalle vacanze anche per lepersone meno abbienti o fi-sicamente svantaggiate;

• un servizio promosso e rea-lizzato da organizzazioni nonprofit , cioè senza finalità lu-crative; che mette in secon-do piano gli aspetti consumi-stici della comune vacanza;

• un servizio che soddisfa so-prattutto bisogni sociali, cioèdi incontro, di relazione, discambio di esperienze reci-proche, di salvaguardia, tu-tela e sviluppo delle comuni-tà ospitanti, di conoscenza diculture diverse e di arricchi-mento della personalità delviaggiatore.

Un turismo, dunque, sociale, so-lidale e generatore di opportu-nità e di ricchezza. Proporre,promuovere, incentivare e farequesto tipo di turismo reclamarisposte ad un bisogno di so-cialità diffusa e diffusiva: è unostile di vita, una scelta di valo-re da parte degli enti che lo or-ganizzano e degli “attori” che lopraticano, proiettati alla salva-guardia e allo sviluppo di lega-mi culturali e ambientali, alla va-lorizzazione e alla crescita del-le risorse del territorio e dellepopolazioni ospitanti.Il turismo sociale è erronea-mente considerato un turismo diserie B, perché - dicono - con-centrato in periodi di bassa sta-gione e destinato a categoriesvantaggiate. Ma i dati dimo-strano, al contrario, che esso puòoffrire valide e promettenti op-portunità di business per ope-ratori turistici, imprese, organiz-zazioni non profit. Quindi, ri-spetto al turismo tradizionale eleisure (tempo libero, diverti-mento, svago, ecc.), quello so-

ciale si caratterizza per alcuni si-gnificativi aspetti. È vero che ladomanda si concentra in perio-di di bassa stagione, ma è piùde-stagionalizzato e ha unapermanenza media più lunga,permettendo un utilizzo dellestrutture turistiche ricettive piùspalmato nel tempo.Tale tipologia di domanda turi-stica ha bisogno di condizioniparticolari, che investono l’inte-ra filiera dell'offerta turistica (peril trasporto, le escursioni, l'al-loggio, il vitto, le informazioni,ecc.) e richiede servizi tali da at-tivare e promuovere l'economiadei luoghi visitati dai turisti.Investire nel turismo sociale è,di conseguenza, una sfida e unaopportunità vincente, anche daun punto di vista strettamenteeconomico.

Viaggi religioso-culturali

e pellegrinaggi

Il pellegrinaggio “consiste nelrecarsi individualmente o col-lettivamente a un santuario oin un luogo particolarmentesignificativo per la fede, percompiervi speciali atti di de-vozione, sia a scopo di pietàche a scopo votivo o peniten-ziale; e per favorire un’espe-rienza di vita comunitaria, lacrescita delle virtù cristiane euna più ampia conoscenza diChiesa” [Cfr: Commissioneepiscopale per le migrazioni eil turismo, Orientamenti per la

pastorale del tempo libero e del

*

Il turismo sociale

come risposta

al desiderio

di viaggiare

valorizzando

le relazioni umane

e i territori ospitanti

Imprese e strutture coinvolte,un investimento vincente- Un miliardo e mezzo di euro è il fatturato prodotto dal tu-

rismo sociale e associato in Italia. - Più di 800 mila i turisti che, lo scorso anno hanno pre-

notato la propria vacanza attraverso il circuito sociale eassociato, per un totale di un milione e 126 mila vacanze.

- 6.400 le strutture coinvolte in queste forme di domandaturistica, equivalenti al 9,3% del totale nazionale.

- Le case per ferie sono le strutture più utilizzate (28%),seguite dagli ostelli per la gioventù (22,4%), dagli alber-ghi (15,5%) e dai villaggi turistici (15%).

- Le associazioni sportive (5,2%) e quelle culturali (4,7%),invece, risultano essere le tipologie più diffuse a livellonazionale, immediatamente seguite dai cral aziendali(3%) e dalle scuole (2,7%).

Fonte: Indagine Isnart (Istituto Nazionale Ricerche Turistiche ), presentata alla Btsa (Borsa del Turismo Sociale e Associato) 2010

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turismo in Italia, 41].Un dato è certo: i viaggi “reli-giosi” sono in netta ripresa,come sottolineato al workshop“Turismo e Religioni”, curato daTtg Italia (società del gruppoRimini Fiera):• Il fenomeno muove ogni

anno 330 milioni di persone;• 35 milioni di viandanti italia-

ni si mettono ogni anno incammino;

• 100.000 chiese e oltre 1.700santuari, i possibili e prefe-riti luoghi di destinazione;

• 14 milioni i pellegrini veri epropri: i cosiddetti “turistidella fede”;

• 21 milioni coloro che viag-giano e soggiornano, permotivi cultural-religiosi, inmonasteri, eremi, case d’ac-coglienza; e, congiunta-mente, visitano musei, mo-stre, pinacoteche, santuari,conventi;

• 40 milioni di cattolici in mo-vimento, previsti nel 2010;

• 13 miliardi di euro il businesslegato ai viaggi religiosi;

• Oltre 20 milioni i pernotta-menti nelle strutture d’ospi-talità vicine ai luoghi di culto;

• Il 35% delle persone con“esigenze speciali” e disa-bilità pratica il turismo-pel-legrinaggio.

Con una certa insistenza, mol-ti si domandano se non sia op-portuno tracciare una linea di di-stinzione (e, necessariamente,non di contrapposizione!) tra tu-

rismo religioso-culturale e pel-legrinaggio, come sottolineatoanche dall’arcivescovo Agosti-no Marchetto, per conto del“Pontificio consiglio della Pa-storale per i migranti e gli itine-ranti”. E ciò anche per restitui-re al pellegrinaggio il suo “spe-cifico”, inteso come un “cam-mino” attraverso cui tutta unaserie di bisogni spirituali ed esi-stenziali dell’uomo vengano ri-conosciuti e riaffermati. Tra diessi, il bisogno fondamentale didare un senso alla vita e allamorte, al cammino stesso del-l’uomo. All'origine di ogni viag-gio-pellegrinaggio vi è, infatti, uninsopprimibile desiderio di cam-biamento, talvolta inconscio,che può portare ad una più con-sapevole riflessione su se stes-si e sul mondo; o, anche se nonnecessariamente, a scelte di vitain una prospettiva di fede. Così inteso, il pellegrinaggio ècertamente un'espressione del-la religiosità popolare, comunea tutte le grandi religioni, che ri-sponde all’ansia di ricerca iscrit-ta nel cuore di ogni uomo; e an-che, non si può nasconderlo, aquel desiderio di “avventurosascoperta” che tutti, almenoqualche volta, nella vita, pos-sono avvertire.

Il turismo accessibile

Per turismo accessibile si in-tende l’insieme di servizi estrutture in grado di permette-re a persone con “esigenzespeciali” il diritto alla fruizionedella vacanza e del tempo li-bero: si tratta di anziani, per-sone con disabilità fisica, conparticolari esigenze dieteticheo con problemi di allergie, chenecessitano, per i loro spo-stamenti, di specifiche agevo-lazioni, ausili e servizi. Regioni ed enti locali hannoavviato negli ultimi anni politi-che di sostegno nei confronti

delle strutture ricettive e pro-mosso iniziative rivolte a que-ste specifiche categorie di tu-risti. Non c’è però al momen-to un raccordo di queste ini-ziative, né un adeguato si-stema di informazione agli in-teressati. Indagini autorevolievidenziano che la categoriapiù disagiata è quella dei di-sabili fisici, costretti a fare iconti con barriere architetto-niche e impianti a rischio, ca-renza di personale preparato,mezzi di trasporto inadeguati.

Il turismo responsabile

Secondo la definizione pro-

posta da Aitr (Associazione ita-liana turismo responsabile),“il turismo responsabile è il tu-rismo attuato secondo princi-pi di giustizia sociale ed eco-nomica e nel pieno rispettodell’ambiente e delle culture. Ilturismo responsabile ricono-sce la centralità della comunitàlocale ospitante e il suo dirittoad essere protagonista nellosviluppo turistico sostenibile esocialmente responsabile delproprio territorio. Opera favo-rendo la positiva interazionetra industria del turismo, co-munità locali e viaggiatori”(www.aitr.org).Sull’identikit e sul profilo del tu-rista responsabile, è difficiletracciarne uno completamenteesaustivo. Una elevata quota dituristi responsabili è presentetra i giovani e i single. Molto ele-vata (60%) la componente

femminile. La regione checonta la percentuale maggioredi turisti responsabili è il FriuliVenezia Giulia (25% della po-polazione), seguita da Molise(25%), Sardegna (24,2%), Li-guria (20,7%), Lombardia(16,5%) e Veneto (15,9%).

Il turismo sostenibile

Se il turismo responsabile èattuato secondo “principi digiustizia sociale ed econo-mica, nel pieno rispetto del-l’ambiente e delle culture lo-cali”, quello “sostenibile” èrivolto alla conservazione ealla tutela degli ecosistemi. In

questa ottica si può parlare,a ragion veduta, di turismoeco-compatibile. Secondol’organizzazione mondialedel turismo (Wto), “lo svi-luppo del turismo sostenibi-le deve soddisfare i bisognidei turisti e delle regioni ospi-tanti, proteggere e migliora-re le opportunità per il futuro”,salvaguardando l’integritàculturale, i processi ecologi-ci essenziali, la diversità bio-logica e le condizioni di baseper la vita. Ciò reclama so-luzioni gestionali e di svilup-po integrate ed equilibratequali: il principio di precau-zione; la parità inter-genera-zionale e all’interno dellastessa generazione; il sensodi responsabilità per la tute-la dell’ambiente e delle ri-sorse naturali verso le ge-nerazioni future.

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Un settore che non haavvertito il contrac-colpo della crisi eco-

nomica, anzi: il turismo reli-gioso continua a crescere, ri-chiamando migliaia di pel-legrini dall'età trasversale edalle provenienze più di-sparate. I dati parlano dasoli: secondo la World Tra-

de Organization, ogni annoil fenomeno muove nel mon-do circa 330 milioni di visi-tatori, tra i quali 35 milioni diconnazionali, per un fattu-rato annuo pari a 18 miliar-di di dollari, 4,5 dei quali ge-nerati solo dall’Italia. E amettersi in cammino per lafede sono giovani e adulti: il52% dei pellegrini del nostroPaese non ha compiuto 50anni e per l’Istituto naziona-le di scienze turistiche il18,24% ha tra i 30 e i 40anni, mentre il 12,59% oscil-la tra i 20 e i 30 anni. Tra gli

ultracinquantenni, invece, il19,3% arriva fino a 60 anni,il 17% ha tra i 60 e i 70, in-fine il 7,8% ha oltrepassatoquota 70. Gli italiani cattolici che pun-tano a mete estere scelgo-no soprattutto Lourdes, San-tiago de Compostela, Fati-ma, Gerusalemme e Gua-dalupe ma, dopo l'elezionedi Benedetto XVI al sogliopontificio, anche la Bavieraincalza; la città della Galiziaha raggiunto il primato eu-ropeo del turismo religioso(41,2%), seguita dal luogodelle apparizioni mariane aSanta Bernadette Soubi-rous (35,6%) e da Fatima(29,8%). Le destinazioni no-strane più gettonate, invece,risultano il Vaticano-Roma eSan Giovanni Rotondo, poiAssisi, Padova, Montecas-sino, la Via di San France-sco, la Via Francigena e

Oropa. A mettersi in marciaanche ebrei (verso Gerusa-lemme), musulmani (chevogliono raggiungere LaMecca) e buddhisti che spic-cano il volo per Thailandia,Sri Lanka, Birmania, oppu-re Cina e Giappone. Per quanto riguarda le pre-senze nel Bel Paese, i 40 mi-lioni di pellegrini che ognianno lo attraversano trovanoospitalità soprattutto nelle cir-ca 4 mila strutture ricettive(per un totale di circa 250mila posti letto) gestite da entireligiosi; oltre un migliaio lecase di accoglienza nel Nord(1.030), seguite dalle 980nelle regioni del Centro edalle 400 nel Mezzogiorno.Circa 19 milioni - lo riferisco-no i dati Trademark Italia - ipernottamenti annui e ungiro di affari complessivo chesupera i 4 miliardi di euro, re-cessione permettendo.

La scelta delle

destinazioni: chi e come

Una ricerca compiuta nel2009 per l'Università “Iulm”di Milano da Maurizio Bo-iocchi, amministratore diTourismix, rivela che anco-ra oggi per il pellegrino ilpunto di contatto principaleper organizzare il proprioviaggio è la parrocchia: nel46% di casi si prenota dalprete. Il sondaggio, effet-tuato su un campione di1.400 viaggiatori per la fede,vede la chiesa come puntodi informazione (25%) ac-canto alle agenzie di viaggio(25%) e ai cataloghi (29%):nell'era di internet il passa-parola sembra resistere an-cora come il marketing piùappropriato. Si tratta, co-munque, di un turismo “col-to e di qualità, interessato astrutture di significato reli-gioso, ma anche di impor-

Viaggi dell’animaTurismo religioso e pellegrinaggi fanno bene anche al corpo

e al portafoglio, al cuore e all’economia: lo assicurano sacerdoti,

operatori, agenzie di viaggi e strutture ricettive

Laura Badaracchi

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tanza storica e/o artistica,coinvolto da eventi o festereligiose percepiti come se-gno d'identità locale”, fa no-tare Boiocchi.Insomma, il fascino del pel-legrinaggio non sembra tra-montare. Le previsioni perla stagione estiva, infatti,sono rosee: un sondaggioTrademark prevede unanno record per il turismoreligioso. Guardando al fu-turo, lo studio sui trend deiviaggi stilato da Emarke-

ter.com (sito specializzatonello studio di marketing ebusiness on line) ipotizzaun profilo dei viaggiatoridopo-crisi: ecologici e con-sapevoli, che non guardanosolo al low cost, ma al rap-porto qualità-prezzo, chie-dendo esperienze perso-nalizzate. In aumento l’ospi-talità sostenibile di alberghiimpegnati nel rispetto del-l’ambiente. Le mete da visitare nel nostroPaese? Oltre 30 mila basili-che e chiese, 700 musei dio-cesani, 220 santuari, mona-steri e conventi e altre “pro-prietà” della Chiesa cattolica,che costituiscono il 70% deibeni culturali esistenti in Italia.Tra le realtà con una conso-lidata esperienza in questocampo figura l'Opera romana

pellegrinaggi, che da oltre 75anni punta a valorizzare - at-traverso un assistente spiri-tuale e un animatore pasto-rale presenti a ogni viaggio -“l’incontro tra i popoli, i territorie le tradizioni religioso-cultu-rali, in contesti e con modali-tà che fondono religione, sto-ria, cultura e tecnologia”, per-ché il pellegrinaggio “sia per-cepito da tutti, nessuno esclu-so, come un'esperienza uni-ca per la propria esistenza”. “La pratica del pellegrinag-

gio deve essere concepitacome un cammino di fede edunque va preparata, cura-ta e seguita, in ogni suafase, da un pastore chepossa illustrare e far coglie-re con il suo dono ministe-riale gli aspetti trascenden-ti e straordinari dell’espe-rienza proposta ed inten-samente vissuta”, sostieneNorberto Tonini, presidentedel Bits, l’Ufficio internazio-nale di turismo sociale.

Pellegrini, verso dove?

Ecco quindi alcuni itinerari dipellegrinaggi, anche a piedi,ormai classici: • la Via Francigena, per-

corsa da migliaia di pel-legrini da Canterbury finoa Roma, a piedi, con unpercorso di 20-25 chilo-metri al giorno verso iluoghi santi del cristiane-simo, principalmente ver-so i luoghi del martiriodei santi Pietro e Paolo(www.viafrancigena.com).

• Santiago de Compostela,dove l'apostolo san Gia-como aveva scelto di ri-posare in pace (le stradefrancesi e spagnole checompongono il percorsosono state dichiarate dal-l'Unesco “patrimonio del-l'umanità”).

• Gerusalemme, in TerraSanta.

Nel 2003 sono stati inaugu-rati, nella Valle Reatina, gli80 chilometri che costitui-scono il Cammino di Fran-

cesco, incastonato tra Assi-si e La Verna: in 8 tappe ipellegrini – a piedi, in bici-cletta, a cavallo, in auto perchi ha difficoltà motorie –possono approdare nei san-

tuari di Greccio (dove nel1223 inventò il presepe), La

Foresta, Poggio Bustone e

Fontecolombo, incastonatinel verde. Nei boschi attor-no a questi luoghi il santo pa-trono d'Italia scrisse la Re-gola definitiva dei frati minorie, probabilmente, il “Canticodelle Creature” (www.cam-

minodifrancesco.it).

Per gli amanti della monta-gna, attraversano l'Italia ben17 percorsi intitolati a un gio-vane Beato: i Sentieri Fras-sati, una grande cordatache sarebbe piaciuta a PierGiorgio, sintetizzata nel vo-lumetto edito dall'Ave e inti-tolato In cammino sui Sen-

tieri Frassati. Guida ai per-

corsi, regione per regione,curato da Antonello Sicache dell'iniziativa è ideatoree coordinatore appassiona-to (www.sentierifrassati.org).

Numerose ogni anno an-che le adesioni a pellegri-

naggi estivi: ad agosto, unesempio tra i tanti, i missio-nari del Pime propongono aigiovani un itinerario versoTaizé, in Francia (www.tai-

ze.fr): 270 chilometri dal si-lenzio dell'abbazia trappi-sta di Tamié alla fraternitàuniversale fondata nel do-poguerra da frère RogerSchutz, solcando tratti delcammino di Santiago attra-verso i borghi medioevali diAnnecy, Ars e Cluny. Insomma, a partire dall'Ita-lia c'è davvero l'imbarazzodella scelta per ipotizzare unitinerario, zaino in spalla ovaligia in macchina, in voloo in treno, in bici o a piedi,compiendo anzitutto unviaggio interiore paralleloai passi e alle vie percorse.Per tornare a casa con unbagaglio prezioso da con-servare.

Potenzialmente sareb-bero 50 milioni gli euro-pei con vari tipi di disa-

bilità che vorrebberopartire per un pellegri-

naggio, ma la cifrascende a 6 milioni a

causa delle barriere ar-chitettoniche. I dati

sono stati diffusi da TtgItalia, società che si oc-cupa di turismo religio-so. E uno studio recen-te di Maurizio Boiocchi,

che si occupa di mar-keting per la “Iulm” (uno

degli Atenei milanesi),rivela che ancora oggi

per il pellegrino il puntodi contatto principaleper organizzare il pro-

prio viaggio resta laparrocchia: nel 46% di

casi ci si prenota dalprete. Il sondaggio, ef-fettuato su un campio-ne di 1.400 viaggiatori

per la fede, vede lachiesa come punto di

informazione (25%) ac-canto alle agenzie di

viaggio (25%) e i cata-loghi (29%). Sembra

proprio che il passapa-rola resti la migliore

strategia di marketing.

Pellegrini

disabili:

respinti

dalle barriere

Page 20: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

Coniugare acco-glienza e sobrietà sipuò, soprattutto in

tempi di crisi che induconoa ridurre i consumi e lespese. Perché ci sono sulnostro territorio migliaia diluoghi dove respirare un'at-mosfera di profonda spiri-tualità, gustare cibi genui-ni e pernottare in modoconfortevole a prezzi ac-cessibili.

Ne disegna la mappa lasesta edizione di Itinerari.

Guida annuario all’ospitali-

tà religiosa in Italia, pubbli-cazione di Editoriale Italia-na 2000 (disponibile in for-mato cartaceo e su cd rom),rivolta a chi opta per un tu-rismo sostenibile di tipo re-ligioso, sociale, culturale eimmerso nella natura.

Sfogliandolo attentamen-te, Itinerari si rivela un pre-zioso strumento di consul-tazione in cui trovare ac-curate schede informativecon recapiti e caratteristi-che di circa 3.500 centri diaccoglienza extra-alber-ghiera, gestiti soprattuttoda religiosi ma anche dalaici e da enti e associa-zioni di turismo sociale:

dalle abbazie agli alberghiper la gioventù, dai mona-steri alle colonie, dagli agri-turismo agli eremi, dallecase del pellegrino agliostelli. Un autentico censi-mento dell'ospitalità decli-nata in case per ferie edesercizi spirituali, campi-scuola e luoghi di soggior-no estivi e invernali, con-venti e pensionati studen-teschi, senza trascurare lepossibilità di autogestione,sempre nel rispetto del-l'ambiente circostante.

Suddivisa per regioni, pro-vince e località, per ogniarea la Guida presenta lestrutture ricettive in ordinealfabetico: ben 752 paginecon oltre un migliaio di fotoa colori e utilissimi indici pernome dell’ente e località,con informazioni sui pe-riodi di apertura, la tipolo-gia di ospiti (sacerdoti, re-ligiosi, laici, studenti, grup-pi, famiglie e giovani) e dicamere, i servizi offerti. Inmolti casi si tratta, infatti, diluoghi pensati per incontri(dotati quindi di sale riu-nioni e di spazi esterni) eper la preghiera (in molti sipuò trovare una cappellainterna all'edificio). Viene

anche segnalata l'accessi-bilità per le persone disabili;in caso di possibile auto-gestione, la Guida informasulla presenza di una cu-cina attrezzata.

«Una vera e propria fontedi idee per chi, stanco delturismo commerciale e delruolo “turista-cliente”, vogliasperimentare nuovi per-corsi di viaggio, “itinerari”appunto, più agevoli edaccessibili»: così il diretto-re editoriale Paolo TreveriGennari definisce la Guida,che «ha accompagnato ne-gli anni l’evoluzione di quel-lo che da fenomeno di nic-chia si è trasformato inuna diffusa cultura del“viaggio” come scelta re-sponsabile, esperienza for-mativa e stile di vita». Unturismo diverso è possibi-le, dunque, «abbattendole barriere fisiche, sociali,economiche», concludeTreveri Gennari.

l.b.

“Itinerari” di viaggio, leggeri e accessibili

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Vademecum per il turismo

religioso e socio-culturale,

sostenibile e solidale

La guida Itinerari,pubblicata da EditorialeItaliana 2000, censisce

oltre 3500 strutturericettive per il turismo

sociale e religioso in Italia: monasteri,

abbazie, eremi, case per ferie,

ostelli, pensioni,agriturismo ecc.

La VI edizione, è attualmente

disponibile al prezzopromozionaledi 25,00 euro

(invece di 45,00). A scelta nella versione

libro o cd-rom

InformAzIonI:www.editoriale.ittel. 06/3230177fax 06/[email protected]

Page 21: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

Sotto il nome di “turismoreligioso” e “pastoraledel turismo” raccoglia-

mo diverse modalità di ap-proccio e, di conseguenza, di-verse tipologie di “destinatari”.Per andare al cuore del pro-blema, in queste diverse mo-dalità, recepite dal sentire co-mune, confluiscono: - il pellegrinaggio: e qui s’in-

nesta la rete di santuari, mo-nasteri, eremi, antiche viedei pellegrini;

- l’ospitalità: case per ferie, fo-resterie, strutture di forma-zione;

- viaggi culturali e di studio,viaggi missionari, viaggi del-la solidarietà;

- la fruizione dei beni culturaliecclesiastici: la rete delle cat-tedrali e dei musei ecclesia-stici e il linguaggio della bel-lezza;

- le tradizioni: feste patronali,rievocazioni storiche, ecc.

- l’accoglienza degli ospiti: gui-de ecclesiali, iniziative cultu-rali, musicali, ludiche che fa-voriscono l’accoglienza e l’in-contro.

La pastorale del turismo è il

modo di agire della Chiesaverso la mobilità umana ed hacome sue parole chiave nonsolo il viaggiare, il visitare masoprattutto l’accogliere. È una pastorale- ponte sia neicontenuti (non di annunciospecifico ma di trasmissione divalori, dare un’anima al turi-smo), sia nei destinatari (nonsolo il credente ma quel mon-do itinerante vasto e frasta-gliato, con cui si caratterizzaoggi la mobilità umana) sia perl’efficacia (gettare semi su ter-reni di vario tipo). Una pasto-rale, nuova, che ci fa andarefuori dalle sacrestie con il co-raggio del confronto con ilmondo.Alla Chiesa preme cogliere lemotivazioni che spingono tan-te persone a muoversi, so-prattutto verso luoghi “sacri”,per rafforzare questa cre-scente riscoperta di valori re-ligiosi, di spiritualità, del biso-gno di pensare e riflettere. Edeve essere sempre attentanel distinguere e discernerevari aspetti:- la pastorale del turismo

come attenzione della Chie-

sa al fenomeno, come pro-mozione dell’arte del viag-giare, di un turismo re-sponsabile e sostenibile,come accoglienza, atten-zione e proposte evange-lizzanti verso gli ospiti

- la pastorale del pellegrinag-gio come un vero e propriogesto di culto e di evangeliz-zazione

- il cosiddetto turismo religiosoche veicola diversi atteggia-menti (fede, tradizioni, cultu-ra, storia…) si organizza (touroperator, agenzie, coopera-tive, case per ferie) e pro-muove una serie di servizialla persona (guide, accom-pagnatori, ministri dell’acco-glienza).

Al centro di questa “attenzione”deve essere collocata quellarealtà territoriale che rendepiù vicina la Chiesa alla gente:la Parrocchia. Gli Operatori pastorali avver-tono che l’uomo di oggi, l’uo-mo contemporaneo sta ri-scoprendo, in maniera co-stante e progressiva, il biso-gno di un cammino, di unameta, di un incontro che pos-

sa soddisfare la sua ricerca disenso e di verità. E la trova inluoghi segnati da un ricordo,da un’esperienza, da un in-contro, da una presenza (delSignore, della Vergine, degliApostoli e dei Santi) che nonti lascia più come prima. “Ilpellegrinaggio, gli itinerari difede, sono una grande tradi-zione della Chiesa. I tempi ei luoghi non sono causali.Essi infatti parlano di Dio e Dioparla all’uomo” soprattuttooggi che la cultura dominan-te è caratterizzata da quellache è stata chiamata “l’apo-stasia dell’anima”. La parolachiave resta sempre l’acco-

glienza. Anche la pastoraledel turismo la declina su tre di-mensioni esigenti: la compe-tenza, la professionalità, l’eti-ca. Un insieme di elementiche contribuiscono a renderei diversi territori “comunitàospitali”, non solo negli ele-menti strutturali, ambientali edi servizio ma soprattutto cul-turali ed emozionali. Il territorio diventa così “dimo-ra” e la Chiesa manifesta il vol-to di “casa comune”.

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Una pastorale nuovaper andare incontro al mondoL’agire della Chiesa verso la mobilità umana ha

come parole chiave viaggiare, visitare e soprattutto accogliere.

Con competenza, professionalità ed etica

Don Mario LusekDirettore Ufficio nazionale Cei - Pastorale del tempo libero, turismo, sport

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Sulle spiagge assola-te del Mediterraneo,in crociera lungo i

fiumi dell’Europa, in pas-seggiata nei boschi delleDolomiti… ovunque sia: mainsieme. Visitando grandimetropoli o sperduti siti ar-cheologici, l’importante èche sia all’insegna dello sta-re in compagnia, del diver-tirsi e del conoscere.Gli ultrasessantenni amanosempre di più viaggiare enegli ultimi trent’anni hannosignificativamente contri-buito alla crescita del turi-smo italiano, sia sul suolonazionale che all’estero. Gliover 65 sono il 25% dellaclientela nei tour culturali earcheologici e rappresenta-no circa il 70% nei soggior-

ni termali e terapeutici. È a questa categoria diviaggiatori e vacanzieri chedal 1989 l’Auser (Associa-zione per l’autogestione deiservizi e la solidarietà - On-lus) si rivolge nel promuo-vere attività per il tempo li-bero che favoriscano l’in-vecchiamento attivo deglianziani attraverso la socia-lizzazione, l’approfondi-mento culturale, la praticadella solidarietà. “Noi siamo convinti che glianziani oggi non voglionosapere solo dove si va, macon chi, come e cosa si vi-sita”, afferma Michele Man-gano, dal giugno 2007 pre-sidente nazionale dell’Auser.“Gli anziani - prosegue - ri-vendicano la qualità dell’of-

ferta. Per questo noi ritenia-mo importante assegnareagli anziani un ruolo attivonell'organizzazione e nel-l'offerta di un nuovo turismosociale, ascoltando le loro ri-chieste e i loro bisogni”. Ma quali sono le esigenzedel turista anziano? “L’an-ziano vuole viaggiare in si-curezza - puntualizza Man-gano - sente in sé l’energia,ma riconosce i propri limiti.Inoltre spesso non conoscele lingue straniere, eccoperché preferisce i viaggi or-ganizzati, di gruppo, contanto di guida turistica e ac-compagnatore. Da questotipo di viaggi gli anziani ri-cavano anche un grandevantaggio: stare insieme efarsi nuovi amici”. L’Auser è impegnata a pro-muovere fra i propri soci an-che il “turismo d’accoglien-za”, inteso come attività cheviene svolta dalle realtà lo-cali dell’associazione peraccogliere nel migliore deimodi i turisti Auser che vo-gliono visitare quel territorio,mettendo a disposizionemateriale informativo, indi-cazione di percorsi, visiteguidate ecc.Viaggiare e divertirsi con

un occhio attento a chi èmeno fortunato. Questa è laformula del “turismo soli-dale”, promossa dall’Auserper i propri soci: coniugarela visita ad alcuni progetti disolidarietà internazionalegià esistenti con la più tra-dizionale visita ai Paesi incui questi progetti sono ope-rativi. Una quota del prezzototale viene direttamenteversata agli operatori delprogetto.

Turismo sociale,

gli ultimi dati Auser

Le iniziative in questo cam-po sono in crescita: secon-do il Rapporto di Missione

2008, sono 652 le sedi chehanno svolto nel corso del2007 attività di turismo, con-tro le 634 della precedenterilevazione 2005. I volonta-ri impegnati sono stati 4.003,di cui 2.303 donne.3.712 le iniziative realizza-te: nella maggior parte deicasi (66%) si è trattato di pic-cole gite, da uno a tre gior-ni, certamente più semplicida organizzare, realizzabilicon maggiore frequenza edeconomicamente più ac-cessibili. Il 20% delle inizia-tive di turismo sociale ha in-

Terza età: si parte…

ma sempre insiemeIl viaggio e il tempo libero come opportunità di socializzare,

stare in compagnia, divertirsi e contrastare la solitudine.

L’Auser in prima fila nel favorire e valorizzare l’invecchiamento attivo

Giusy Colmo

Page 23: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

vece riguardato i soggiorniclimatici e le cure termali: ildato conferma dunque unabuona risposta dell’Asso-ciazione ad un’esigenza par-ticolarmente sentita daglianziani, soprattutto duranteil periodo estivo. La partecipazione alle ini-ziative turistiche è preva-lentemente femminile: il 63%delle 117.846 persone chehanno partecipato a gite osoggiorni è infatti rappre-sentato da donne.

E nel tempo libero,

esercizio fisico

Per tutelare il diritto del cit-tadino anziano alla socialità,Auser ritiene importante la

promozione di attività per iltempo libero: feste, ballo, ri-storo, azioni di solidarietà,giochi da tavolo, ecc.Le attività sono in crescita.Le associazioni che hannosvolto attività ricreative de-dicate al tempo libero sonostate in tutto 787, il 67,4%del totale, contro le 679 as-sociazioni del 2005.Anche il numero dei volon-tari è salito rispetto all’ultimorilevamento: se nel 2005 lepersone impegnate in que-sta attività erano in totale8.401, nel 2007 sono arri-vate a 11.741, con un in-cremento del 39,8%.La regione più attiva in que-sto campo è la Lombardia,

con 3.719 volontari impe-gnati in attività di tempo li-bero, seguita dalla Toscana(1.942), dal Veneto (1.723)e dalla Calabria (804).Infine alcuni dati che testi-moniano quanto l’anziano dioggi attribuisca importanzaalla forma fisica.Nel 2007, 288 sedi sul terri-torio nazionale hanno svol-to iniziative dedicate all’atti-vità fisica, con un incre-mento di oltre il 3% rispettoal 2005. I volontari impegnatiper questo tipo di attivitàsono stati 2.164, a fronte dei757 del 2005. Quello dell’esercizio fisico ècertamente un settore in cuila presenza femminile è pre-

valente. Lo si evince conchiarezza osservando la di-stribuzione dei volontari:1.403 le donne, 761 gli uo-mini. Lo si può notare daidati relativi agli insegnanti:214 le donne, 112 gli uomi-ni. E lo si vede, con anco-ra più chiarezza, se si valutail numero complessivo dipartecipanti alle attività: suoltre 30 mila persone chehanno partecipato nel cor-so del 2007 ad attività le-gate all’esercizio fisico, piùdi 21 mila sono donne, se-gno evidente che il benes-sere legato all’attività fisicaè un’esigenza maggior-mente sentita dall’univer-so femminile.

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Page 24: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

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Le vacanze costitui-scono un aspetto im-portantissimo dell’ac-

coglienza, dell’ospitalità edelle attività ad esse con-nesse. Gli italiani hannoun’idea molto particolare e“plurale” delle loro vacanze,come evidenziato dalla ri-cerca Accoglienza e assi-

stenza in Italia: la tentazio-

ne del privato (parte III, “Levacanze degli italiani”), com-missionata da Editoriale2000-Sevicol, coordinata daDaniele Tirelli e presentataalla 45a edizione della mo-stra convegno “Vita colletti-va”, nel 2009. Vediamo, in sintesi, i puntiche possono interessare ecoinvolgere direttamenteimprenditori, operatori e de-stinatari. • Qual è la durata media

delle vacanze? Esclusi iweek-end, esse durereb-bero normalmente due ouna sola settimana.

L’82% degli intervistati ri-tiene che una vacanzanormale totale annua diuna famiglia con 2 figli siadi 2 settimane o meno.Solo il 3% ritiene che ci sipossa permettere 4 setti-mane o più. Anche sel’evidenza statistica dellafruizione di settimanebianche, di viaggi al-l’estero e di permanenzanelle strutture turistiche dimilioni di italiani, con-traddice ovviamente que-ste opinioni.

• Cosa cercano gli italiani,durante le loro vacanze?in rapida successione, lerisposte:

relax (83% degli interpella-ti); sole e mare (46,1%);immersione nella natura(28,3%); cultura e arte(26,7%); avventura (20,3%);ritrovarsi in famiglia (18,0%);un po’ di sana pazzia(15,7%); baldorie con gliamici (12,3%); sport (7,9%);

silenzio (6,9%); meditazionee spiritualità (4,8%); tra-sgressione (4,1%); esoti-smo (1,9%); solitudine(1,5%); altro (0,5%).Dalle risposte sembrerebbeemergere un concetto divacanza come periodo di “ri-carica” dallo stress dellavita quotidiana. Questo conl’ovvia eccezione dei ven-tenni che, pur mettendo alprimo posto il relax, dichia-rano di cercare baldorie,avventure e un po’ di pazzia,in almeno un caso su tre.• Dove e come trascorrere

le vacanze? Alla doman-da su possibili alternativeal mero soggiorno alber-ghiero tradizionale, il50% della popolazioneadulta ha sorprendente-mente risposto: “Mi pia-cerebbe provare una va-canza in strutture di ospi-talità familiare non co-stose (conventi, eremi,case per ferie, ecc.) doveincontrare altre famiglie evivere momenti serenianche di crescita spiri-tuale”. Un dato che sisposta addirittura più inalto tra le fasce di popo-lazione più giovane. Adaverne una qualcheesperienza diretta di que-ste “alternative” è però (inmedia nazionale) solo il21%. La qual cosa rendela prima risposta ancorpiù interessante. Tantopiù se si aggiunge il fat-to che il 45% ritiene che

sarebbe comunqueun’esperienza soddisfa-cente.

• Quali vacanze, quando cisono anziani da assiste-re in famiglia? Dalla ri-cerca emerge che il 63%degli intervistati manifestail disagio di dover lascia-re soli i propri anziani; o,viceversa, di rinunciare alproprio tempo libero ealle proprie vacanze peraccudirli. Si apre quindiuno spazio enorme (an-che sul piano economicodell’accoglienza) per ser-vizi personalizzati chesollevino le famiglie daquesto onere. Si potreb-be parlare, in questocaso, di case-vacanzaspecializzate, che sianoin grado di garantire il giu-sto grado di sicurezza(medica, dietetica, ecc.) eattività di intrattenimento,senza trasformarsi in de-motivanti parcheggi-dor-mitori. Le difficoltà nelcreare ambienti adegua-tamente attrezzati e psi-cologicamente acco-glienti, disponibili secon-do la stagionalità delle va-canze delle famiglie ita-liane, sono evidenti e pre-supporrebbero coeren-temente un ridisegno del-la programmazione deltempo libero degli occu-pati, in linea con quantosta avvenendo in altriPaesi.

f.m.

Le vacanze preferite dagli italianirelax, natura, cultura: le scelte

dei nostri connazionali secondo

una ricerca destinata

agli operatori del settore

Page 25: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

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Itermini più ricorrenti peridentificare questo spe-cifico settore del turi-

smo risultano essere “gitascolastica”, “uscite”, ”visi-te guidate”. In ambito bu-rocratico e ministeriale siadotta l’espressione “viag-gio d'istruzione”. Secondoesperti del mestiere, sa-rebbe opportuno coniuga-re istruzione con momen-ti di svago, relax e socia-lizzazione. Se non si vuo-le che il viaggio si trasfor-mi e finisca (per insegnantie alunni) in un'esperienza“forzata”, stressante e dadimenticare (cfr. www.non-

soloscuola.org).Da diversi anni TCI (TouringClub Italiano) segue con at-tenzione e competenzaquesto settore, offrendocataloghi specifici di viag-gio, promuovendo eventi(dal 2007 è attivo il con-corso “Classe turistica”) emonitorando il mercato di ri-ferimento (Osservatorio sul

Turismo scolastico).

Il Touring sul turismo

di domani

Il Touring, interlocutore pri-vilegiato del mondo della

scuola, si pone il problemadi pensare, già oggi, alturismo scolastico del fu-turo, considerando che laformazione dei giovani dioggi spioverà su turisti-adulti di domani e che nonpuò prescindere dal coin-volgimento diretto in pro-gettualità educativa, di cor-po docente e studenti,operatori e gestori dei flus-si turistici. Senza dimenti-care una coerenza di fon-do tra le destinazioni delviaggio e il programma distudi. Da questo discendeche il turismo scolasticodovrebbe puntare su unaoculata ricerca dei luoghie città di destinazione; an-che “lontani” dai circuitipiù battuti o, più in gene-rale, da quelle mete che glistudenti potrebbero visita-re autonomamente o inaltre occasioni.E perché, in questo senso,non prediligere il “viaggioin Italia”? Troppo spesso -secondo Matteo Monte-belli, responsabile del-l’Osservatorio sul turismoscolastico del TCI - siscelgono viaggi all’estero(che molti ragazzi potreb-

bero effettuare con la fa-miglia o con il gruppo diamici) senza effettivi col-legamenti con il program-ma scolastico, facendolidiventare qualcosa di mol-to simile a una qualunquevacanza. Potrebbe esse-re più formativo e inte-ressante, invece, orienta-re i ragazzi alla scopertadell’Italia – anche e so-prattutto quella meno nota– con destinazioni che,probabilmente, non visi-terebbero se non in occa-sione del viaggio di istru-zione. Altro aspetto rilevante èquello di promuovere unamaggiore de-stagionaliz-zazione dei viaggi, con-centrati quasi esclusiva-mente tra marzo e aprile.Una questione di difficilesoluzione, legata a vinco-li organizzativi delle scuo-le (programmazione delleattività didattiche, scrutini,riunioni, ecc.), ma che po-trebbe rappresentare an-che un’opportunità di con-tenimento dei costi, viag-giando in periodi in cui lestrutture ricettive risultanomeno affollate.

Studenti di oggi, turisti di domaniLa "gita scolastica", se ben organizzata e gestita,

può essere un'ottima esperienza di apprendimento

e un'occasione di formazione e socializzazione.

“Istruzioni per l’uso” secondo il Touring Club Italiano

Simone Maggio

Il flusso del turismo scola-stico – riferito agli istituti

superiori di secondo gra-do italiani – complessiva-mente coinvolge 1,3 mi-

lioni di studenti, si con-centra prevalentementetra marzo e aprile (quasi

l’80% dei viaggi) e registraun fatturato di circa 370

milioni di euro. Le destinazioni del viag-

gio di istruzione si divi-dono quasi equamente

tra Italia ed estero. Le finalità si concentrano

prevalentemente suaspetti storico-artistici

(90,9%) e sulla conoscen-za di culture straniere(44,2%). Seguono, a

grande distanza, i viagginaturalistici (13,3%), ar-

cheologici (10,9%), scien-tifici (7,3%) e, in ultimo,

sportivi (2,4%).Il mezzo di trasporto più

utilizzato si conferma l’au-tobus (oltre il 60%), anchese negli ultimi anni l’aereoha guadagnato posizioni:

boom favorito dai voli low cost soprattutto ver-

so l’estero. L’hotel, siconferma la tipologia ri-

cettiva più utilizzata (oltrel’80%). Cresce poi l’inte-resse per i pernottamentipresso le famiglie. Il costodel viaggio è mediamentedi 290 euro per studente.Costo che, come preve-

dibile, cambia decisa-mente in base alla desti-

nazione e alla durata: ilcosto medio in Italia è di

circa 195 euro, mentrequello all’estero sale a

348 euro.

osservatorio sul Turismo scolastico Touring Club Italiano

Il turismo

scolastico

in Italia

Page 26: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

26

Immersa nel cuore dei Ca-stelli Romani, alle pendi-ci dei Colli Albani nel co-

mune di Ariccia, si trova laCasa per ferie “Piamarta”.Con 31 stanze per un tota-le di 70 ospiti, la casa, gestitadalla Cooperativa socialeintegrata “Spazio LavoroServizi”, rivolge la propria of-ferta ad un target differen-ziato, costituito in gran par-te da gruppi di preghiera eda comunità parrocchiali (la-scito della precedente ge-stione dei religiosi della Con-gregazione della “Sacra Fa-miglia di Nazareth”), ma an-che da scolaresche, fami-glie, associazioni per disabilie svantaggiati, studiosi, so-cietà sportive e altro ancora.L’apertura è annuale, conmomenti di bassa stagionenel primo trimestre di ognianno, mentre è il mese diagosto, durante il quale l’in-tera struttura è messa a di-sposizione della Cooperati-va “Raggio di Sole” per ilsoggiorno estivo dei disabi-li, il periodo di maggioreredditività ma anche quello

in cui più completo è il rag-giungimento degli obiettividella cooperativa.L’attuale grado di occupa-zione medio della struttura(in cui lavorano undici ad-detti, dei quali cinque disa-bili o svantaggiati, più duevolontari) non è tuttavia con-siderato soddisfacente edeconomicamente redditizio:azioni di destagionalizza-zione sono, perciò, statemesse in atto, unitamente auna campagna di marketingdiretta alle scolaresche, aicentri anziani, ai servizi so-ciali dei comuni e, natural-mente, alle agenzie turisti-che e ai tour operator na-zionali ed europei, agendosu diversi media, tra i qualilo stesso sito della casa,www.casapiamarta.org.

È dal maggio 2007 che lacooperativa Spazio Lavo-ro, dopo una trattativa con lacongregazione, ha in ge-stione la casa dietro corri-spettivo di un canone annuodi affitto. Il fabbricato, oltre alle stan-

ze per gli ospiti, dispone didue grandi sale da pranzo,cinque sale per riunioni,un’ampia struttura esternaper l’organizzazione di feste,un campo di calcetto, unospazio verde alberato di20.000 metri quadri: requisitiche hanno indotto la SpazioLavoro Servizi a impegnar-si in un progetto di offerta in-tegrata di servizi per il so-ciale unica, forse, nell’interaregione. Il progetto ha ri-chiesto massicci investi-menti e uno sforzo notevo-le nel seguire l’iter burocra-tico di completamento dellepratiche avviate dalla con-gregazione.Il ricorso al finanziamento re-gionale attraverso la legge20/03 ha reso necessario unimpiego di risorse vicino ai180.000 euro, reperiti attra-verso l’impegno congiuntodelle tre cooperative delgruppo Spazio Lavoro, e inparticolare di quello dellacooperativa madre che hareso possibile l’acquisizionedi un mutuo ipotecario, ac-ceso sul fabbricato nel qua-

le è situata la sede sociale.Proprio il ricorso al finanzia-mento regionale ha indottoil gruppo dirigente della coo-perativa a mettere a puntoun progetto di gestione ca-pace di guardare allo svi-luppo almeno decennaledella casa per ferie, elabo-rando un business plan im-perniato sull’adeguamentostrutturale dell’immobile, sulrinnovo delle attrezzature edegli arredi, unitamente a unpiano di internazionalizza-zione e di comunicazione ingrado di adeguare l’offertaad un mercato più ampio diquello rilevato dalla congre-gazione, capace di consen-tire l’inserimento lavorativodei disabili soci della coo-perativa, di ampliare il nu-mero dei dipendenti e, so-prattutto, di mettere in cam-po tutte le possibili opzioni digestione di servizi a conte-nuto sociale che la strutturapuò consentire. La direzione della Casa “Pia-marta” è affidata al Consigliodi amministrazione dellaSpazio Lavoro Servizi e da

Casa Piamarta:

gestione di alta

professionalità Un progetto che guarda lontano, puntando a una ricettività estesa

ma di qualità e ad un’offerta di servizi a disposizione del territorio

Aldo Ponzo

Page 27: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

questo, per la gestione ordi-naria, ad un volontario confunzione di manager. La ge-stione economica è impron-tata a criteri di redditività nel-la consapevolezza della ne-cessità di un confronto con ilmercato, ma anche nellaconvinzione che ogni euro direddito prodotto potrà con-sentire un ampliamento del-l’offerta di servizi a favore delterritorio e delle sue fasce de-boli, così come un incre-mento dell’occupazione dipersone svantaggiate.L’iter per ottenere la licenzaper l’esercizio dell’attività dicasa per ferie è stato com-plesso: sono stati necessa-ri ulteriori interventi per ope-

re murarie e per attrezzatu-re al fine di garantire la ge-nerale conformità alle normeigienico sanitarie e all’igienedegli alimenti. Una volta ottenuta la licenzala struttura è stata inseritanell’elenco delle imprese ri-cettive dell’Azienda di pro-mozione del turismo dellaProvincia di Roma.La presenza di uno spazioverde e di strutture adatteallo scopo, ha consentito

alla Spazio Lavoro Servizi ead un’altra cooperativa delgruppo, la “Spazio LavoroSocio Educativa”, di attiva-re - con la collaborazione dipreziose operatrici presentinel territorio - un centro esti-vo per minori, aperto anchenei periodi di vacanza in-vernali. La cooperativa hainoltre fatto richiesta di fi-nanziamento di un’attivitàdi formazione continua ri-volta a tutti i dipendenti del-

le cooperative Spazio La-voro, utilizzando le risorsedella legge 236. Per con-cludere, l’esperienza chela cooperativa sta portandoavanti è indirizzata a realiz-zare, nell’area dei CastelliRomani, oltre a un serviziodi ricettività confortevole,un punto di riferimento im-portante per tutti coloro chenel territorio hanno esigen-za di servizi sociali di livel-lo avanzato.

Nella foto

a destra: la

Casa sociale per

ferie Piamarta

ad Ariccia

(Roma)

trk_168x124mm_roma 08.04.2010 11:34 Uhr Seite 1

Page 28: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

28

Buoni Vacanze: c’è chine parla bene e chi ècritico. Sono ancora po-

chi i fortunati che vi hanno avu-to accesso e forti le pressioninei confronti del governo perulteriori stanziamenti, al fine dioffrire ad un numero di fami-glie e persone singole in si-tuazione economica disagiatail diritto alla vacanza (secondoultime stime solo il 45% degliitaliani può andare in ferie).Mentre c’è chi è già di ritornodalla vacanza di giugno (in alta

stagione il buono non è spen-dibile) e chi spera di ricevereil buono per partire a settem-bre, rivediamo con MassimoAbbate, direttore generaledella Fitus, la Federazione Ita-liana turismo sociale che nel2007 ideò e promosse questainiziativa, i meccanismi dierogazione dei Buoni Va-canze Italia.

Quali cittadini hanno di-

ritto ai Buoni per la vacanza?

I Buoni Vacanze Italia sono

uno strumento per favorire il tu-rismo sociale. In particolaresono un aiuto offerto a famiglie,giovani, anziani, disabili e a tut-ti coloro che hanno difficoltàeconomiche. Per usufruire delcontributo occorre essere cit-tadini italiani maggiorenni, re-golarmente residenti in Italia.L’accoglimento e l’accettazio-ne delle richieste sono condi-zionati dalla disponibilità dellerisorse economiche previste. Ilcriterio di assegnazione deibuoni è quello cronologico. Il

Buono si avvale di un mecca-nismo di contribuzione stataleche va dal 20% al 45% dellaspesa turistica richiesta dalcittadino in base al numero deicomponenti del proprio nu-cleo familiare e del reddito. Ad esempio una famiglia di 4persone con reddito inferiore ai25.000 euro, può richiedere unlibretto di buoni (del valoresingolo di 20 o 5 euro) per unvalore totale fino a 1230 euro,pagandoli solo 676,50 (55%).In tal modo li può spendere sin-

Per una vacanza alla portata di tuttiUn “bonus” può aiutare il turismo ad uscire dalla crisi

e regalare un periodo di ferie a chi non può permetterselo.

Intervista a massimo Abbate, direttore generale della fitus

Federica Cannizzaro

I ritmi frenetici a cui siamosottoposti ogni giorno ci im-pongono spesso pratichescorrette. La vacanza po-trebbe rappresentare un mo-mento ideale per riprenderesane abitudini… a comin-ciare dalla tavola.Quanti di noi possono dirsiindenni ai ritmi sempre piùserrati della vita quotidiana?In quanti onestamente pos-sono vantarsi di riuscire a se-guire uno stile di vita sano?Non mi metterò a fare con-teggi e presentare statistiche,poiché tutti, chi più chi meno,dobbiamo fare i conti conabitudini sbagliate. Moltissi-mi italiani saltano la prima co-

lazione riducendola, nel mi-gliore dei casi, ad un caffè inufficio. Purtroppo questa in-sana consuetudine vienetrasmessa anche ai nostri fi-gli ai quali viene sottratta, nelperiodo scolastico, la caricanecessaria per mantenere lagiusta concentrazione. Con-siderando che la colazionerappresenta il 20-25% delnostro fabbisogno caloricogiornaliero, almeno in va-canza sarebbe importanteseguire uno stile più sano.Ai gestori delle comunità estrutture di accoglienza con-siglio di proporre agli ospitiuna vasta scelta di alimentiper la colazione che aiutano

a fare un pieno di energia: daiclassici latte, caffè, biscotti ecereali al pane tostato, bur-ro e marmellata senza di-menticare frutta e yogurt. A pranzo pasta fredda oriso, conditi con olio extravergine d’oliva a crudo, etante verdure (crude, lesse,alla piastra). Queste ultimesaranno molto apprezzatedalle persone che, per man-canza di tempo, di solitonon introducono nella lorodieta giornaliera una buonavarietà di alimenti e finisconoper mangiare solo insalata,meglio se confezionata egià lavata! La sera carne e pesce, da

prediligere la cottura alla gri-glia, accompagnati da bru-schette e - ancora - un ric-co assortimento di verdure,ottime riserve di sali mineralie vitamine per reintegrarequelle che durante la sudo-razione vengono in gran par-te perse. Che si sia in vacanza o no,nei mesi estivi è bene per tut-ti limitare l’uso di alcolici(vino, birra ecc.) e super al-colici. Ridurre al massimo lebevande gassate e troppozuccherate e prediligere, in-vece, acqua naturale: percontrastare la disidratazionene sono necessari almenodue litri al giorno.

La buona vacanza comincia dalla colazioneEmanuela Scanu Esperta in nutrizione e in disturbi dell’alimentazione

� Autorizzazione all’esercizio: assistenza alla richiesta ed al mantenimento per qualsiasi attività.

� Aggiornamenti: normativa nazionale, regionale e comunale in merito alle attività svolte, in materia di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro.

� Assistenza: in caso di ispezioni da parte degli organi di vigilanza sulle autorizzazioni amministrative, in materia di sicurezza, infortuni sui luoghi di lavoro, ispezioni sulla normativa ambientale, perizie tecniche. Indagini tecniche ambientali per le attività legate alla sicurezza sui luoghi di lavoro (agenti chimici, fi sici e biologici).

� Organizzazione: piani di fattibilità per la riconversione delle attività, piani di riorganizzazione gestionale, piani di ottimizzazione dei costi, modelli organizzativi e di gestione, avviamento delle attività nuove e in fase di riconversione.

� Certifi cazioni: progettazione e implementazione di sistemi di gestione per la qualità (UNI EN ISO 9001), sicurezza, (OHSAS 18001) ambiente (UNI EN ISO 14001), Etica (SA 8000), Modelli organizzativi per la prevenzione dei reati amministrativi (D.Lgs. 231/01).

� Comunicazione e marketing: modelli di gestione della comunicazione interna ed esterna, immagine coordinata, piani di posizionamento e marketing, gestione dell’immagine.

� Programma di formazione: in merito a organizzazione aziendale, comunicazione, sicurezza ed igiene, qualità, ambiente, marketing, etica e comportamento.

che fa benela consulenza

RCS CONSULTING s.r.l.00142 Roma - via Laurentina, 476

Tel. e Fax 06 51.53.11.8803039 Sora (FR) - Via Principe Umberto, 5

tel. 0776 83.91.59 Fax 0776 82.32.11www.rcsconsulting.it - [email protected]

tabellare_INSIEME.indd 5 09/06/10 15.08

Page 29: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

29

golarmente, anche in diversiperiodi presso le diverse strut-ture convenzionate che a lorovolta applicano un ulterioresconto su prezzi normalmen-te praticati nel periodo.

La scadenza del 30 giugno

per richiedere il contributo

penalizza quanti non hanno

avuto per tempo le informa-

zioni necessarie.

Attualmente la scadenza deibuoni emessi è il 30 giugnoma si sta lavorando per l’ema-nazione di un decreto leggeche ne proroghi la validitàfino al prossimo 20 dicembre,con l’esclusione del periodoche va dal 4 luglio al 23 ago-sto. Il decreto inoltre permet-terebbe a chi ancora non lo

avesse fatto, di richiedere ibuoni per l’anno prossimo.Poiché hanno lo scopo di so-stenere la richiesta turistica neiperiodi di bassa stagione e diminor afflusso; non possonoessere utilizzati nei mesi di lu-glio e agosto.

Quante sono le strutture

ricettive che hanno aderito

al sistema Buoni Vacanze?

Sono oltre 4500 strutture dislo-cate in tutte le regioni italiane, in-cluse la Repubblica di San Ma-rino e la Città del Vaticano. Gliutilizzatori dei buoni hanno lapossibilità di scegliere di anda-re in località marittime, monta-ne, termali e nei centri dei pic-coli borghi e delle città d’arte.L’elenco delle strutture con-

venzionate e dei servizi offerti èconsultabile sul sito www.buo-

nivacanze.it .

Qual è il meccanismo di

erogazione del contributo?

Il cittadino richiede il totale del-la spesa turistica al momen-to della compilazione dellarichiesta on line e il contribu-to statale cui ha diritto vienecalcolato automaticamente.Affinché la richiesta vada abuon fine, il cittadino deve re-carsi presso una filiale delgruppo bancario SanPaoloIntesa ed effettuare il versa-mento della parte della spesarichiesta non coperta dal con-tributo statale. Una volta ef-fettuato il versamento i buoniarrivano direttamente a casa.

A quanto ammontano gli

stanziamenti per il 2010?

Per quest’anno sono statistanziati 5 milioni di euroche hanno dato modo a cir-ca 7000 famiglie di andarein vacanza. Il totale di con-tributo statale erogato finoa questo momento è pocoinferiore a 3 milioni di euro.Il ministro Brambilla si è im-pegnata a garantire la con-tinuità del sistema dei Buo-ni Vacanze. Si sta inoltre elaborando unprogetto di defiscalizzazio-ne dei Buoni sul modelloapplicato da altri stati eu-ropei come la Francia,dove i buoni sono ormaiuno strumento ben collau-dato.

� Autorizzazione all’esercizio: assistenza alla richiesta ed al mantenimento per qualsiasi attività.

� Aggiornamenti: normativa nazionale, regionale e comunale in merito alle attività svolte, in materia di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro.

� Assistenza: in caso di ispezioni da parte degli organi di vigilanza sulle autorizzazioni amministrative, in materia di sicurezza, infortuni sui luoghi di lavoro, ispezioni sulla normativa ambientale, perizie tecniche. Indagini tecniche ambientali per le attività legate alla sicurezza sui luoghi di lavoro (agenti chimici, fi sici e biologici).

� Organizzazione: piani di fattibilità per la riconversione delle attività, piani di riorganizzazione gestionale, piani di ottimizzazione dei costi, modelli organizzativi e di gestione, avviamento delle attività nuove e in fase di riconversione.

� Certifi cazioni: progettazione e implementazione di sistemi di gestione per la qualità (UNI EN ISO 9001), sicurezza, (OHSAS 18001) ambiente (UNI EN ISO 14001), Etica (SA 8000), Modelli organizzativi per la prevenzione dei reati amministrativi (D.Lgs. 231/01).

� Comunicazione e marketing: modelli di gestione della comunicazione interna ed esterna, immagine coordinata, piani di posizionamento e marketing, gestione dell’immagine.

� Programma di formazione: in merito a organizzazione aziendale, comunicazione, sicurezza ed igiene, qualità, ambiente, marketing, etica e comportamento.

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Page 30: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

Nel mio continuo viag-giare tra case per fe-rie, fornendo consu-

lenze a gestori, direttori, pro-prietari, addetti al ricevimen-to, mi accorgo che tra glioperatori dell’ospitalità ser-peggia, da un (bel) po’ di tem-po, una vera e propria “fobiada prezzi”, un’angoscia col-lettiva che li spinge a farsiconcorrenza a suon di ribas-si, offerte speciali, conces-sioni di gratuità. Perfino nelle località più get-tonate, quali ad esempioRoma o Venezia, si perce-pisce questo atteggiamentodi sconfitta per cui l’ospitepuò essere “catturato” soloattraverso sconti e prezzibassi. L’ospite non è vissu-to come una persona daconquistare con servizi, ca-pacità di comprensione del-le diverse esigenze, acco-glienza e trasmissione dielementi valoriali. Piuttosto,vedo in giro un atteggia-mento comune di affannosaricerca del “cliente” (non piùospite) a qualunque prezzoo al prezzo più basso pos-sibile. Oggi il concetto cheguida le strutture è: “bisognariempire, poi una volta che ciconoscono ritorneranno eci faranno pubblicità”. Con questa politica chi è for-

tunato riesce ad aumentarel’occupazione grazie allasvendita delle camere, sen-za “lasciare traccia”, quasinell’anonimato. È questa lacosa più triste. Non dimentichiamo che lecase per ferie si distinguonodalle strutture alberghiereproprio per le finalità: sonostrumenti per la trasmissionedel carisma, sono delle “po-stazioni missionarie”.È anche vero però che par-liamo di strutture “commer-ciali” con l’obiettivo di farquadrare i conti, cosa non fa-cile di questi tempi. Ma pos-sono convivere i due aspet-ti, quello spirituale e valoria-le con quello economico?Devono! Vanno però gestitecon competenza. Su un con-cetto non possiamo spostar-ci: l’ospitalità è così sacra chenon si può demandare ad al-tri. C’è un proverbio che dice “sehai bisogno di una mano,prendi quella che si trova infondo al tuo braccio”. Allora laparola d’ordine è: riprenderein mano la situazione, diret-tamente, e innovarsi ed in-novare fortemente il model-lo organizzativo e gestionale.Un nuovo modello per un fu-turo aperto al possibileRicordiamo che il settore ha

una serie di complessità tipi-che che già da sole diventa-no critiche; ne citiamo qual-cuna in particolare:1. non immagazzinabilità dei

servizi o meglio deperibili-

tà (impossibilità di riutiliz-zare il prodotto: un per-nottamento disdetto all’ul-timo momento non potràmai essere recuperato,quindi genera un imme-diato mancato ricavo)

2. politiche tariffarie com-

plesse (la discontinuità del-la domanda costringe ilresponsabile ad una fortedifferenziazione di tariffe,ciò significa… rischio disvendere o, peggio, nonvendere)

3. alti costi fissi (personalepresente 365 giorni all’an-no, manutenzione)

4. elevati investimenti (sianell’acquisto che nel man-tenimento: per evitare, fral’altro, caduta di immagi-ne).

A questo si aggiunga il “qua-si anonimato” che a voltel’ospite vive. Capita soventeche chi pernotta in case perferie gestite da religiosi nonsia in grado di ricordare né“l’esperienza” vissuta, né(peggio) da quale ordine re-ligioso sia stato ospitato, qua-si le strutture fossero tutte

identiche. Quindi si assiste aduna massificazione dell’of-ferta che non lascia alcunatraccia. Questo sembrerebbeessere il punto di partenza.Dall’altra parte, capita altresìche il gestore (congregazio-ne o responsabile) vada incrisi per la mancata quadra-tura dei conti. Il modello in-novativo proposto, esperien-za che già alcune congrega-zioni stanno attuando, si svi-luppa su un assunto di baseche è il seguente: un’orga-nizzazione di servizi trattainformazioni e prodotti intan-gibili e non ha necessità,quindi, di raggiungere gran-di dimensioni. Le sue mag-giori economie vengono ot-tenute attraverso la disag-gregazione in piccole/medieunità che possano esseresituate in luoghi geografica-mente diversi. Allora la soluzione è proprioquella di creare un unicoblocco, una “catena di caseper ferie” (già due strutturebastano) che faccia riferi-mento, nell’ambito del mo-dello gestionale congrega-zionale o centrale, al consiglioattraverso risorse qualificate. Attribuire a questa catenaun logo che evochi forte-mente la congregazione, l’isti-tuto, il carisma e che, oltre a

30

Per conquistare l’ospite, e non il cliente, non basta praticare

offerte e sconti. occorrono servizi efficienti per diverse esigenze,

accoglienza calda e trasmissione di valori

Massimo ScarpettaEsperto di organizzazione RCS Consulting srl

Questa Casa non è un albergo

Page 31: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

rafforzare il valore evocativo-simbolico, contribuisca a rin-forzare la promessa e la ga-ranzia verso il potenzialeospite e i partner commer-ciali. Si tratta quindi di un mo-dello gestionale che basal’immagine e la comunica-zione sull’identità di tutta lacongregazione, espressa inun simbolo che garantiscel’accoglienza, l’uniformità del-la qualità in ogni casa ap-partenente al gruppo. Come si procede? Alla basec’è la definizione di un piano

strategico di riorganizzazione.I punti salienti per l’efficaciadel progetto sono:1. fissare obiettivi economici

- finanziari e di marketing- generali e riconfermarlinella fase di avviamentodel progetto;

2. dotarsi di una struttura or-ganizzativa “centrale” conassegnazione formale diruoli e responsabilità;

3. gestire in maniera formalei processi interni (creareprocedure e registrare leattività);

4. puntare su servizi “attinenti”(qualità, spiritualità ecc.);

5. coordinare i servizi centralicon i responsabili dellesingole funzionalità.

In tutto questo è evidenteche la tecnologia aiuta so-prattutto a livello di orga-nizzazione, comunicazionee controllo. Uno dei punti diforza sarà la realizzazione diun “portale unico” che ospi-ti tutta la catena (quindi tut-te le strutture) con possibi-lità di prenotazione direttaalle singole strutture o cen-tralizzata. La promozionedelle case, del portale edei percorsi verrà fatta at-traverso il posizionamento

nei motori di ricerca: nondella singola casa ma dellacatena, quindi del portale.Ogni altra forma di comuni-cazione (dépliant, catalo-ghi, questionari di soddi-sfazione e altro) avrà il logoprescelto e unico e farà ri-ferimento a tutte le struttu-re della catena. Nello scenario appena de-scritto, diviene strategicocreare un binomio “orga-nizzazione-strumenti di sup-porto” per un recupero di ef-ficienza, frequentazione del-le strutture e redditività. Ecosì finalmente le struttureinizieranno a far quadrare iconti.

Questa Casa non è un albergo

Page 32: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva
Page 33: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

IFondi strutturali europeisono uno strumento finan-ziario utilizzato dall’Unione

Europea per sostenere le Re-gioni meno sviluppate o indifficoltà, mettendo a disposi-zione considerevoli sommedi denaro in vari settori - turi-smo e commercio in partico-lare - attraverso finanziamen-ti per investimenti nelle infra-strutture, nella formazione enella promozione dello svi-luppo. Possono beneficiarnesia le amministrazioni pubbli-che che le imprese private. Chi può essere interessato aquesti contributi?• Piccole e medie imprese

(PMI), nei settori del com-mercio e del turismo, chedesiderano migliorare i lororisultati economici e che atal fine richiedono un so-stegno finanziario.

• Organizzazioni intermedia-rie ed enti pubblici nei set-tori del commercio e del tu-rismo che desiderano potercontribuire allo sviluppo delsettore e informare le im-prese da essi rappresenta-te circa le possibilità offertedai Fondi strutturali europei.

• Amministratori, economi eresponsabili nei settori delcommercio e del turismo.

Per quali finalità, nel settore tu-ristico in particolare?

I Fondi strutturali perseguo-no anche obiettivi umani esociali: favorire opportunità dilavoro, migliorare la qualitàdella vita, la sicurezza dei cit-tadini, la sostenibilità dellasocietà; nonché la ripresacommerciale e turistica diaree e settori in difficoltà. Le idee “virtuose” indirizzatealla promozione dello svi-luppo economico di una re-gione e a contribuire agliobiettivi del programma han-no buone possibilità di otte-nere un finanziamento. A titolo d’esempio, nel set-tore del turismo: migliora-mento della qualità di un al-bergo e di un servizio ricet-tivo, iniziative comuni dicommercializzazione deiprodotti locali, attività co-muni per la promozione tu-ristica, corsi di formazionemirati a migliorare le com-petenze del personale diun’impresa, realizzazione dinuovi prodotti, ecc.Molte imprese turistichesono di piccole dimensionie non dispongono della ne-cessaria capacità finanzia-ria. Pertanto, miglioramen-to della qualità ricettiva,rinnovo di stanze d’albergo,sistemi fognari e parcheg-gi costituiscono esempi diattività che possono otte-

nere un finanziamentoCome ottenere il contributodei Fondi strutturali?Una piccola e media impresao un’organizzazione interme-diaria devono innanzituttoesaminare il modo per mi-gliorare il proprio funziona-mento e “soddisfare” gli obiet-tivi dell’UE (una maggiore oc-cupazione, infrastrutture piùadeguate, un afflusso piùconsistente di visitatori o unamaggiore cifra d’affari). È poiindispensabile una visita ouna presa di contatto con leamministrazioni istituzionali

più vicine (Regione, Provincia,Comune) e/o con le organiz-zazioni di settore (del com-mercio o del turismo), parte-cipanti ai programmi euro-pei. Informazioni utili possonoessere fornite anche dagliEuro Info Centre. Questi rife-rimenti istituzionali e settorialidaranno esaurienti informa-zioni sul tipo di progetti am-missibili, sul modo migliore dipresentare la richiesta e, ingenerale, su come orientar-si nel labirinto delle sovven-zioni dei Fondi strutturali.

f.c.

Opportunità per il turismo

dai Fondi strutturali Ingenti somme di denaro dall’Europa a disposizione

di strutture ricettive e piccole e medie imprese. Come ottenerli

33

Molte imprese turistiche di piccole dimensioni

non dispongono della necessaria capacità finanziaria.

Miglioramento della qualità ricettiva, rinnovo di stanze

d’albergo, sistemi fognari e parcheggi

sono attività che possono ottenere finanziamenti

Page 34: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

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Dar vita a un luogoeducativo che vengapercepito dalla co-

munità come un elemento diforza, capace di accogliere,orientare, dare speranza eaiutare i giovani a costruireil proprio progetto di vita. Unluogo aperto in cui personediverse per età, stili di vita ematurità di fede, possano ri-trovarsi e vivere un’espe-rienza di convivialità e dicrescita personale. Conquesto traguardo si è mos-sa la Fondazione GiovanniPaolo II per lo sport, insie-me al Centro sportivo ita-liano (CSI) e all’Istituto peril credito sportivo (ICS), lan-ciando una grande campa-gna di formazione per lapromozione di “nuovi luoghieducativi in parrocchia” chesiano competitivi con i luo-ghi dello “sballo”, capaci di“accogliere, allenare, orien-tare, accompagnare e daresperanza”, per promuovereil “bene della persona e di-

fendere il valore non nego-ziabile della vita”. A più di un anno dall’avviodella campagna, facciamo ilpunto con Edio Costantini,presidente della “Fondazio-ne Giovanni Paolo II per losport” e coordinatore delprogetto.

Perché un Laboratorio

per una “nuova genera-

zione” di luoghi educativi

in parrocchia?

La spinta iniziale che ci hamossi a riprendere con forzal’idea di affrontare in modopiù maturo e propositivo iltema dei luoghi sportivi par-rocchiali è la constatazionedello stato di abbandono incui versano tante strutture e,soprattutto, la loro invisibilitàe inefficacia nel territorio.Inoltre, la parrocchia nonpuò rimanere indifferente difronte al nodo cruciale dellacrescita dei ragazzi e deigiovani, in un tempo tantopieno di retorica sull’educa-

zione quanto povero di pro-spettive condivise e di azio-ni efficaci. La questione pernoi è drammaticamente ur-gente e non può essere li-quidata né in modo frettolo-so né con modelli culturali eorganizzativi di trent’anni fa.Rispetto agli spazi esistenti eai tempi tradizionali del-l’azione educativa, i nuoviluoghi sportivi devono esse-re “competitivi” con i luoghidello sballo dove i solertimercanti del nulla, sono sem-pre pronti ad ogni genere dirisposta prefabbricata, ad il-ludere e vendere fumo… epoco attenti ai bisogni interioridelle persone.

Come mai guardare allo

sport per lanciare una sfi-

da educativa?

La condizione dei nostri ra-gazzi in Italia è quella che è,in un Paese privo di politichepubbliche giovanili, con la fa-miglia e la scuola in apnea,con la bottega dei “cattivi

maestri” che non solo èsempre aperta, ma è diven-tata ormai un supermarketall’ingrosso. Com’è noto, i giovani cer-cano disperatamente una ri-sposta alla loro voglia di in-contrarsi, di stare insieme,di crescere: lo sport è ri-masto uno dei pochi “beni”educativi a nostra disposi-zione in grado di contra-stare la “maleducazione”giovanile e, al tempostesso, uno trai contesti

Partendo dallo sport, la proposta di un Laboratorio per una “nuova

generazione” di luoghi educativi e ludici in parrocchia. Intervista con Edio

Costantini, presidente della fondazione Giovanni Paolo II per lo sport

Marina Duelli

Nell’oratorio

non solo “un prete

per chiacchierare”

Page 35: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

35

che hanno grandi possibili-tà di incidere positivamentesulla loro crescita. La sfida è quella di propor-re ai ragazzi una radicale al-ternativa allo spreco dellavita, al vuoto, all'analfabe-tismo dei valori, attraversoun’attività sportiva di quali-tà capace di generare nuo-vi e positivi stili di vita. Chipratica uno sport, affrontaquesto impegno con serie-tà; le figure educative go-dono di grande considera-zione e possono esseremolto efficaci quando eser-citano la loro funzione conautorevolezza, assumendonei confronti dei ragazzi edei giovani atteggiamentiin grado effettivamente dieducare.

In questo progetto è ne-

cessario, dunque, puntare

sulla serietà e professio-

nalità degli educatori e al-

lenatori?

Non c’è strategia educativanello sport che tenga se nonè centrata sul ruolo attivo eproattivo dei soggetti, dellepersone, siano esse allena-tori, istruttori, educatori, ge-nitori, insegnanti, atleti.Lo sport ha bisogno di “edu-catori” e non di “prestatori

d’opera”. Ciò significaavere la grinta e

le motivazioni per andarecontrocorrente, essere di-sposti ad abitare i territori piùaridi dello sport per portarviun messaggio di umanità edi speranza. Questa idea-chiave costituisce il filo con-duttore del concetto edu-cativo di tutto lo sport. Infatti,esso deve essere vissutocome un itinerario, un per-corso, un cammino. Fatto diattività fisica, di allenamen-to, di gare, di ricerca inte-riore, di sacrifici, di miglio-ramento di se stessi. I corsidi formazione di nuovi ani-matori parrocchiali in pro-gramma sono circa un cen-tinaio su tutto il territorio na-zionale. Dopo l’estate ini-zieranno corsi specifici per lagestione degli impianti e laprogrammazione di eventiculturali e sportivi.

Potete fare già un primo

bilancio della campagna?

In realtà, abbiamo lavoratoper più di un anno alla rea-lizzazione di un progetto ca-pace di promuovere una“nuova generazione” di strut-ture sportive parrocchiali. Oraè iniziata la grande campa-gna di sensibilizzazione perorientare e accompagnarele parrocchie a investire nel-lo sport come bene educati-vo, sociale e pastorale. Oggi,se si vuole fare attività spor-tiva ed educativa a carattered’eccellenza, non si può pre-scindere da un’impiantisticaidonea, da un progetto for-

mativo e da motivati e com-petenti educatori.Non è difficile costruire unimpianto sportivo. Difficile,invece, è la sua gestione siasotto il profilo economicoche nella promozione di at-tività formative. La man-canza di programmazionedelle attività, una non cor-retta manutenzione e ge-stione degli impianti portanoal fallimento culturale, eco-nomico ed educativo di unastruttura sportiva.

Potete darci qualche nu-

mero sulle realizzazioni av-

viate?

Ogni anno, nelle diverseparrocchie italiane, vengonoavviati circa 100 progetti diriqualificazione e la costru-zione di una decina di nuo-vi impianti. Fino ad ora sonostate tantissime le richiestedi informazioni e di aiuto.Sono in fase di istruttoriauna quindicina i progetti di ri-qualificazione di impiantiesistenti e altre 7 nuovestrutture polisportive. L’Istituto per il credito spor-tivo ha messo a disposizio-ne del Centro sportivo ita-liano, ogni anno, l’accessoai mutui per 30 milioni dieuro. Per l’anno in corsosono stati già presentatiprogetti per circa 5 milioni dieuro. Occorre lavorare mol-to sulla sensibilizzazionedelle parrocchie per poteralmeno raddoppiare i pro-getti di ristrutturazione e ri-

qualificazione delle struttu-re esistenti.

Prima di concludere, an-

cora qualche parola sul

ruolo chiave della parroc-

chia in questo progetto.

La parrocchia rimane, an-cora oggi, un luogo privile-giato per la promozionesportiva e un avampostoeducativo strategico nel ter-ritorio, capace di accoglieretutti a partire dall’interesseper la persona. Non a caso,le parrocchie e gli oratorihanno contribuito enorme-mente a far crescere l’inte-ro sistema sportivo italiano,formando dirigenti, atleti,tecnici.In un contesto sociale cosìdebole dal punto di vistadelle opportunità di educa-zione e formazione per legiovani generazioni, la par-rocchia costituisce senzadubbio un impegnativo ban-co di prova, una sfida posi-tiva e di enorme utilità per lasocietà civile. Il nostro pro-getto vuole aiutare le par-rocchie a investire nellosport come un bene edu-cativo di primaria importan-za e, nello stesso tempo,formare gli educatori.Dobbiamo però offrire, in-sieme con l'opportunità difare sport, che è già unacosa importante, un beneancora più prezioso: la fon-te della speranza che nondelude e che fa crederenella vita.

Page 36: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

Nelle strutture di acco-glienza l’acqua forni-ta dagli impianti idri-

ci e l’aria utilizzata dagli ap-parati di condizionamentopossono subire una conta-minazione da diversi mi-crorganismi e sostanze tos-siche, con effetti lesivi sullasalute degli ospiti.Un aspetto fondamentalecirca la corretta progettazio-ne, realizzazione e gestionedegli impianti idrosanitari,nonché di quelli di condizio-namento e umidificazionedell’aria, riguarda la loro po-tenziale colonizzazione daparte di un microrganismo-batterio, diventato recente-mente di grande attualità,denominato Legionella

Pneumophila.Questo batterio è stato iso-lato, per la prima volta, in oc-casione di un’epidemia dipolmoniti acute insorta tra exlegionari americani che par-tecipavano ad un convegnoa Filadelfia, nel luglio del1976. La fonte del contagio,che fece registrare oltre 200casi con 34 decessi, risultòessere il circuito di climatiz-zazione dell’albergo in cui

avevano soggiornato i par-tecipanti.La Legionellosi è considera-ta un’infezione batterica pol-monare a letalità elevata,per cui è prevista la notificaobbligatoria alle autorità com-petenti, e che può dar luogoa quadri clinici più o menogravi (polmonite, sindromesimil-influenzale).La Legionellosi o “Morbo delLegionario” è classificata trale 30 nuove malattie infettiveemerse negli ultimi 20 anni erappresenta un reale pro-blema di sanità pubblica,tanto da essere sottopostaad un sistema di sorveglian-za da parte dell’Organizza-zione mondiale della sanità(OMS) e dall’Istituto supe-riore di sanità (ISS).Secondo dati ufficiali, nelnostro Paese si riscontranoqualche centinaio di casil’anno ma la malattia appa-re sottostimata, specialmentenel centro-sud.

Habitat e diffusione del te-

mibile microrganismo

L’unica sorgente di infezionedi Legionella Pneumophila

sembra essere l’ambiente, in

particolare l’habitat acquatico(fiumi, laghi, acque termali).Da tali serbatoi naturali, il bat-terio può diffondersi nei siti ar-tificiali quali l’acquedotto cit-tadino e gli impianti idrici e dicondizionamento dell’aria deisingoli edifici, dove si molti-plica in presenza delle con-dizioni adatte. Esso vienenormalmente contratto pervia respiratoria, medianteinalazione di piccole goccio-line di acqua, contenenti ilbatterio, trasportate dall’aria(aerosol). Al momento, sem-bra esclusa la trasmissionediretta tra uomo e uomo.I casi di Legionellosi fino adoggi segnalati sono legati asostanze aero-disperse pro-dotte da circuiti di condizio-namento e, il più delle volte,ad aerosol derivati da siste-mi periferici che distribui-scono acqua calda.

L’utilizzo dell’acqua per le at-tività quotidiane e ricreative(docce, vasche, boiler, pi-scine), di cura (saune, ne-bulizzatori), di climatizzazio-ne (condizionatori, umidifi-catori, torri di raffreddamen-to), può permettere la diffu-

sione della Legionella, fa-vorendone la trasmissione.La presenza di biofilm (cal-care, alghe, ruggine o altromateriale organico) che sicrea nelle reti idriche, so-prattutto in seguito a lunghiperiodi di inattività o al ridottoflusso d’acqua, può incre-mentare il grado di conta-minazione. Sono pertanto da considera-re a rischio di Legionella

Pneumophila tutte le struttu-re comunitarie ricreative (al-berghi, stabilimenti termali,centri sportivi) e assistenzia-li (case di riposo, convitti,case di cura, RSA, ecc.).

A tal proposito, l’ISS ha pre-disposto delle Linee Guidasulla prevenzione e sul con-trollo della Legionellosi (cfr.atto n. 963 del 4/4/00 pub-blicato sulla G.U. n. 103 del5/5/00; provvedimento del13/1/05 della Conferenzapermanente Stato-Regioni,pubblicato sulla G.U. n. 28del 4/2/05).La finalità di tali provvedi-menti è quella di fornire airesponsabili delle comunitàgli elementi di giudizio per la

36

Legionella, batterio sempre in agguatoA rischio comunità di accoglienza, strutture turistiche e ricreative.

monitoraggi, severi controlli ed efficaci strategie di prevenzione

e di notifica nelle linee guida, nelle norme e nei provvedimenti

internazionali e nazionali in materia

Alessandra Mauti Dietista Ristohelp Consultant, divisione della Dipres Srl

Page 37: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

valutazione del “rischio Le-gionellosi“ e le norme com-portamentali che possonoridurre al minimo tale peri-colo.Una corretta prevenzionedel rischio deve partire dal-l’analisi dello schema ag-giornato dell’impianto idro-sanitario per individuarne ipunti critici, e dalla valuta-zione dell’utilizzo delle suevarie sezioni, alla ricerca dibracci morti o comunquesoggetti a ristagno di acqua.I più importanti fattori di ri-schio da prendere in consi-derazione possono essere,infatti, la presenza di im-pianti in grado di formare unaerosol veicolante la Legio-nella (rubinetti, docce, ser-batoi di accumulo, scaldaacqua elettrici, torri di raf-freddamento) e l’esistenza ditubature con flusso d’acquaminimo o assente.Nell’ambito di ciascuna real-tà collettiva, indicata dallesuddette Linee Guida, oc-corre individuare un respon-sabile per la gestione del ri-schio biologico e per la pun-tuale verifica sull’efficienzadei sistemi di riscaldamentodell’acqua e di condiziona-mento dell’aria. La pianificazione dei con-trolli svolti sui circuiti idrici edi climatizzazione e l’esecu-zione degli interventi di ma-nutenzione ordinaria e stra-ordinaria devono essere do-cumentati in un apposito re-gistro.Se si evidenzia l’ipotesi di unpotenziale rischio (tempera-tura dell’acqua calda inferio-re a quella raccomandata,tortuosità degli impianti, pre-senza di tratti terminali pocoutilizzati) occorre procedere,ad intervalli periodici, ad uncampionamento dell’acquaper la ricerca di Legionella

Pneumophila in un numerodi siti che sia rappresentati-vo dell’impianto idrico nelsuo complesso. Per la retedell’acqua calda, sarebbeopportuno campionare labase del serbatoio principalee almeno 2 siti di erogazio-ne, a media e massima di-stanza da tale serbatoio.Per le indagini microbiologi-che di verifica, le comunitàdevono avvalersi di laboratoriattrezzati ai sensi del prov-vedimento del 13/1/05 dellaConferenza Stato-Regioni,pubblicato sulla G.U. n. 29del 5/2/05.

Se la Legionella

è ospite inatteso

Nel caso di esito positivodell’esame batteriologico, sela carica di Legionella ri-scontrata è maggiore di 100UFC/L (Unità formanti colo-nia/litro) deve essere effet-tuata una bonifica del siste-ma idrosanitario; al di sotto diquesto valore-soglia, la pro-babilità di contrarre infezioneè, invece, estremamentebassa.I metodi di disinfezione più in-dicati risultano essere loshock termico (riscaldamen-to dell’acqua fino a 70-80 °C),l’iperclorazione shock o con-

tinua (trattamento chimico abase di aggiunta di cloro, dinorma sotto forma di biossi-do di cloro), l’irradiazionedell’acqua con lampade araggi ultravioletti.Ogni procedura di bonificapresenta vantaggi e svan-taggi peculiari e richiede,sempre, ulteriori controlli a po-steriori. È quindi opportunopreparare, con l’ausilio di per-sonale tecnico qualificato, unprotocollo scritto che specifi-chi la periodicità e l’esito deitrattamenti di pulizia e disin-fezione dell’impianto, dimo-strando l’efficacia delle misu-re di controllo adottate.Al verificarsi di un caso con-clamato di Legionellosi inuna comunità ricettiva de-vono attivarsi le Autorità sa-nitarie locali, che condur-ranno un’accurata indagineepidemiologica e ambien-tale, ricorrendo a Laborato-ri regionali di riferimento. Ilpersonale di vigilanza uffi-ciale è deputato, al-tresì, alla consulta-zione e valutazionedei piani di auto-controllo e dei regi-stri degli interventimanutentivi svolti suidiversi impianti pre-senti.

Anche per questo aspetto,così come per l’erogazionedel servizio mensa e l’uti-lizzo dell’acqua potabile aduso alimentare, è richiestaai responsabili delle strut-ture collettive la tutela del-la sicurezza in tutti i com-parti, secondo il modello di“impresa sicura”, dettatodal Dlgs. 626/94.La multidisciplinarietà delleprocedure preventive e ge-stionali sottintende, però,un’estrema responsabiliz-zazione e una fattiva parte-cipazione di tutto il perso-nale preposto per garantireagli ospiti l’innalzamentodegli standard igienico-sa-nitari degli istituti.

37

Mantenere costantemente l’acqua calda a una tempera-tura di erogazione superiore ai 50 °C e quella fredda en-tro i 20 °C.

Mantenere i diffusori delle docce e i rompigetto dei rubinettipuliti e privi di incrostazioni, sostituendoli all’occorrenza.

Pulire e disinfettare regolarmente i serbatoi di accumulodell’acqua calda (compresi i boiler), i filtri dell’acqua, le boc-chette di uscita dell’aria condizionata, le vasche di raccoltadell’acqua, le torri di raffreddamento ed i condensatorievaporativi.

Prevenzione e controllo: le strategie

Page 38: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

38

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Page 39: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

39

Ancora una volta, a mio avviso, il fenome-no delle nuove tecnologie va affrontato in ma-niera strumentale e non finalistica, intendo direche l’informatica va considerata non comeobiettivo bensì come mezzo per perseguire al-tre finalità.Ritengo che i settori principali di applicazione,per le strutture ricettive, siano due: quello del-la comunicazione e quello gestionale.

Comunicazione

Non possiamo ignorare che internet sia ora-mai una realtà concreta e imprescindibile; essorappresenta una grande opportunità ma, semal sfruttato, può significare solo inutili costi.Bisogna pertanto trasformare un “sito vetrina”statico e inattuale in un utile strumento di co-municazione interattiva con tutti i visitatori (chesono anche i potenziali ospiti). Tra i principa-li responsabili di questo proliferare di siti ina-deguati troviamo proprio le web agency, cherealizzano siti graficamente sempre più ac-cattivanti, ma pongono in secondo piano la ge-stione dei contenuti, la fruibilità e soprattuttoi bisogni dell’utente.Se finora l’imperativo era essere presenti nel-la rete con il sito, oggi è fondamentale far tro-vare al visitatore le informazioni e notizie chesi aspetta, dove se le aspetta e quando se leaspetta: altrimenti non tornerà più a visitarci!Dobbiamo riconoscere ad internet due ca-ratteristiche fondamentali: la diffusione ca-pillare e la velocità di scambio delle infor-mazioni; per questo è sempre più il mezzopreferito di comunicazione. Per sfruttare almassimo queste caratteristiche dobbiamoperò eliminare i tempi morti tra la creazionedei contenuti e la loro pubblicazione in inter-net. Affidare a terzi la messa on line dei con-tenuti del proprio sito, oltre ad essere unospreco in termini di tempo, rappresenta pur-troppo anche un inutile costo.È per questa ragione che moltissime Case per

ferie utilizzano il sistema soluzione-web, unostrumento che permette di gestire in modo au-tonomo il proprio sito internet senza compe-tenze informatiche ed a costi più che abbor-dabili.

Area gestionale

Nell’attività quotidiana di gestione di una strut-tura ricettiva esistono numerose operazioni ri-petitive e noiose che possiamo facilmente de-legare ad uno “stupido computer”, anziché im-piegare preziose risorse umane. Natural-mente risulta indispensabile una duplice at-tenzione: da un lato una corretta scelta di ap-plicativi software che integrino gli aspettigestionali (prenotazioni, accettazione, pre-senza, check-out, statistiche, qualità, ecc.) congli aspetti amministrativi (contabilità, IVA,bilancio, ecc.), dall’altro un’equilibrata logicasistemistica nella definizione della rete di com-puter e dei profili dei vari utenti che si colle-gano.Il software più utilizzato in Italia dalle Case perferie è “Hospitalis”, prodotto da Soluzione, checoniuga semplicità e completezza. Natural-mente l’assistenza sul programma è garanti-ta dalla rete tecnica di Soluzione che constadi 4 sedi (Milano, Roma, Vicenza e Messina)e 18 centri di assistenza in tutta Italia; la tem-pestività degli aggiornamenti e degli interventiè possibile anche con l’ormai diffuso serviziodi tele-assistenza.

Conclusione

Le nuove tecnologie possono fornire davveroun valido contributo alle strutture che le adot-tano, ma richiedono di venire inserite in un qua-dro più ampio di obiettivi strategici di comuni-cazione da un lato e di ottimizzazione gestio-nale dall’altro. Così facendo riusciamo a go-vernarle anziché subirle, diventano punti di for-za anziché di debolezza, rappresentano pro-ficui investimenti invece che inutili costi.

l’azienda informa

L’inutilità del “sito vetrina” Case per ferie: non basta esser presenti nella rete, occorre dare informazioni veloci e complete

Gabriele Torresan Amministratore unico - Soluzione srl

soluzione srl

www.soluzione.it

Page 40: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

Le prestazioni rese dai com-plessi ricettivi di case per ferie,quale attività di natura extra-al-berghiera, rientrano a pieno ti-tolo tra le operazioni per lequali c’è obbligo di emissione diricevuta fiscale; nonché, comevedremo, anche di fattura, masolo dietro richiesta del cliente.

Chi è soggetto all’obbligo

Sono soggetti all’obbligo dellaricevuta fiscale coloro che of-frono prestazioni alberghiere,comprese quelle rese da com-plessi ricettivi complementaria carattere turistico-sociale, trale quali rientrano appunto lecase per ferie (DM 13/10/1979art. 1 lett. B e CM n. 3/380101del 19/01/1980). Sono pertanto soggetti al pre-detto obbligo tutti i contribuentiche effettuano prestazioni di al-loggio rilevanti ai fini dell’IVA,compresi, quindi, gli enti noncommerciali (associazioni, fon-dazioni, enti religiosi) che effet-

tuano prestazioni extra-alber-ghiere di alloggio, essendo tali at-tività considerate in ogni casocommerciali, ai sensi del comma5, dell’art. 4, DPR 633/72. Di con-seguenza sono soggette all’ob-bligo del rilascio della ricevuta fi-scale anche le associazioni re-ligiose, culturali, assistenziali cheoffrono i servizi in argomento(CM 9/380640 del 14/02/1980).Per prestazione alberghiera deveintendersi, non soltanto la pre-stazione di alloggio, ma anchetutta una serie di operazioni adessa connesse o accessorie(ad esempio: lavanderia, garage,prenotazioni, ecc.).

Quando si rilascia

la ricevuta fiscale

La ricevuta fiscale deve esse-re emessa nei seguenti mo-menti:• all’atto del pagamento del

corrispettivo totale o parzia-le, antecedente o successivoal termine della prestazione;ciò vuol dire che se vienedato un acconto, deve esse-re rilasciata ricevuta fiscaleper l’importo anticipato;

• all’atto dell’ultimazione dellaprestazione, in ogni caso:

- se al termine della presta-zione il corrispettivo nonviene pagato, in tutto o inparte, deve esserne fattamenzione sul documentostesso; e la ricevuta fiscaleemessa al momento del pa-gamento dell’importo dovu-to deve contenere gli estre-mi di quella precedente-mente rilasciata;

- se al termine della presta-zione il corrispettivo è giàstato pagato, in tutto o inparte, per effetto di un antici-po, la ricevuta fiscale deve in-dicare gli estremi di quellaprecedentemente emessa(DM 30/03/1992).

Normalmente, la prestazione siintende ultimata al momentodella presentazione del conto.La ricevuta fiscale deve esse-re rilasciata per ciascuna pre-stazione, e si considera unicaquella fornita a due o più per-sone, purché sia richiesto ununico conto.

Modalità di rilascio

della ricevuta fiscale

La ricevuta fiscale può essereemessa dal soggetto che ef-fettua la prestazione utilizzan-do un bollettino a ricalco “madree figlia”. La sezione “figlia” deveessere consegnata al cliente.Le case per ferie possono ot-tenere i due esemplari anchemediante stampa di due copie,anziché con il modello a ricalco(RM 30/7/1998 n. 96/E). Inoltreè consentito impostare il conto-ricevuta fiscale al momentodell’arrivo dei clienti nella casa,anche se tale sistema non con-sente la numerazione progres-siva delle ricevute rispetto alladata, a causa della differenzadei giorni di permanenza deiospiti (CM 25/381077 del13/06/1980).

Fattura rilasciata in luogo

della ricevuta fiscale

Se viene richiesta dal cliente la

Case per ferie e ricevute fiscaliGli obblighi previsti dalla legge per i complessi ricettivi

a carattere turistico-sociale

La ricevuta fiscale deve

essere rilasciata per cia-

scuna prestazione, e si

considera unica quella

fornita a due o più per-

sone, purché sia richie-

sto un unico conto

InGestione

40

Il fisco a cura di Federico Rossi, dottore commercialista e revisore contabile

La ricevuta fiscale deve contenere:• i dati di identificazione del prestatore del servizio;• la natura, la qualità e la quantità dei servizi oggetto

della prestazione;• per le prestazioni comprensive dei pasti, la ricevuta

fiscale può contenere l’indicazione “pensione com-pleta” o “mezza pensione” e l’importo relativo; nonchéla specificazione dei giorni di permanenza (CM3/380101 citata);

• l’ammontare del corrispettivo dovuto, comprensivodell’IVA.

La ricevuta fiscale

Page 41: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

41

fattura, non oltre il completa-mento dell’operazione, il ge-store della casa per ferie è te-nuto a rilasciarla; e questa do-vrà riportare, separatamente,l’imponibile e l’imposta, non inrelazione ad ogni singolavoce della prestazione, masoltanto all’ammontare com-plessivo. In aggiunta alla nu-merazione progressiva,stampata sul modello dalle ti-pografie autorizzate, la fat-tura (ricevuta fiscale) dovràcontenere la numerazioneprogressiva attribuita dal ge-store e i dati fiscali identifi-cativi del richiedente.

LA CASA PER FERIE:

ESEMPI TIPICI

Prestazioni accessorie alla pre-

stazione alberghiera (prima

colazione, lavanderia, garage,

ecc.): le singole prestazioni ac-cessorie, se pagate dal clien-te indipendentemente daquanto dovuto per l’alloggio,sono escluse dall’obbligo delrilascio della ricevuta fiscale.Quest’ultima dovrà essereemessa, pertanto, anche perle prestazioni accessorie solose il cliente le paga unita-mente all’alloggio, e in questocaso andranno distintamenteannotate nel documento (RM9/380640 citata).

Prestazioni accessorie nei

pranzi a prezzo fisso o nel trat-

tamento di pensione (extra,

bevande o pietanze): vannospecificate distintamente nel-la ricevuta fiscale o fattura(se richiesta dal cliente) uni-tamente all’indicazione dipranzo a prezzo fisso o pen-sione, anche se consistono insomministrazione di sole be-vande (RM 9/380640 citata).

Prestazioni alberghiere e som-

ministrazioni di pasti in dipen-

denza di convenzioni (agenzie

di viaggio, enti, ecc.), anche a

comitive: la ricevuta fiscaleper le prestazioni alberghieree le somministrazioni di ali-menti e bevande a favore disoggetti diversi dal commit-tente (agenzie di viaggio, enti,associazioni, ecc.), in virtù dicontratti o convenzioni, va ri-lasciata al termine della pre-stazione al committente delservizio o ad un suo incarica-to, se presente; o, in mancan-za, ad uno dei soggetti chehanno usufruito dei servizi.Se la ricevuta viene rilasciataal committente presente equesti pagherà subito il conto,la ricevuta fiscale non presentaelementi particolari; se, inve-ce, il committente pagherà inbase alla convenzione (adesempio in maniera mensile),la ricevuta fiscale conterrà ladicitura di “corrispettivo nonpagato”. Se la ricevuta fisca-le viene rilasciata al cliente, alposto dell’ammontare del cor-rispettivo deve essere indi-cato il nome del committente(che effettuerà il pagamento)e il riferimento alla conven-zione, la quale dovrà esserecomprovata da atto scrittoprecedentemente stipulato, oanche dalla sola corrispon-denza commerciale. Il rapporto con il committenteai fini del pagamento sarà re-golato come segue:• se il committente richiede

fattura, questa sarà rila-sciata indicando il numero ela data della ricevuta fisca-le consegnata all’utilizzato-re del servizio;

• se non richiede fattura, gliestremi della ricevuta fisca-le andranno indicati nellaquietanza.

Qualora l’utilizzatore del ser-vizio inviato da agenzie nondebba conoscere il corrispet-

tivo, nel caso venga utilizzatoil conto albergo come ricevu-ta fiscale, si può indicare l’im-porto solo sulla sezione ma-dre, o su una copia. Non esi-ste comunque l’obbligo di in-dicare il corrispettivo.Se il servizio viene reso neiconfronti di comitive, comedetto sopra, è sufficiente rila-sciare la ricevuta fiscale ad uncomponente della comitiva,in genere al capogruppo (RM25/381077 del 13/16/1980).

Prestazioni alberghiere con

trattamento di pensione

completa o mezza pensione

Come detto precedentemen-te, nel caso di soggiorno con-tinuato con pagamenti frazio-nati (ad esempio settimanali),deve essere rilasciata rice-vuta fiscale per la parte di cor-rispettivo pagato. Alla ultima-zione della prestazione, la ri-cevuta fiscale conterrà il rife-rimento alle precedenti rice-vute fiscali già emesse.Nel caso in cui un clientecon trattamento di mezzapensione consumi, durante ilsoggiorno, pasti aggiuntivi,questi dovranno essere se-paratamente indicati nella ri-cevuta fiscale. Nel caso dipassaggio dal trattamento dimezza pensione a quello di

pensione completa, dovrà es-sere rilasciata una sola rice-vuta fiscale, con la precisa in-dicazione dei periodi di trat-tamento a mezza pensione ea pensione intera.

Prestazioni alberghiere e

somministrazione di pasti a

persone “ospiti” dei clienti

di albergo

Per prestazioni fornite a per-sone occasionalmente ospitidi clienti alloggiati, con ad-debito sul conto del clientestesso, deve essere rilascia-ta ricevuta fiscale all’ospite delcliente al termine della pre-stazione, con indicazione“corrispettivo non pagato”.

Prestazioni con corrispetti-

vo forfetario mensile

Per le somministrazioni dipasti con corrispettivo forfe-tario mensile pattuite diretta-mente con i clienti o, per loroconto, con agenzie di viaggio,enti, ecc., dovrà essere rila-sciata al cliente stesso una ri-cevuta fiscale per ogni pastoconsumato, con l’indicazione,nel primo caso, di “corrispet-tivo non pagato” o, nel se-condo caso, dei dati di iden-tificazione del committentestesso e della convenzionestipulata.

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InGestione

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L’attività lavorativa è definita“stagionale” quando vienesvolta in modo non continua-tivo, bensì solo in determina-ti periodi dell’anno.Tale caratteristica la rende unatipologia di lavoro idonea a par-ticolari ambiti, come il settore tu-ristico-alberghiero e quello agri-colo, che non richiedono la con-tinuità delle lavorazioni, essen-do queste ultime concentratenell’arco di periodi, più o menolunghi, dell’anno solare.Il legislatore ha individuato tas-sativamente le attività stagionaliattraverso l'allegato al DPR1525/1693, confermato dallapiù recente legge 247/2007(Protocollo del Welfare) che, nelprevedere la deroga al tettomassimo di durata dei contrat-ti a tempo determinato per le at-tività stagionali, formula unesplicito richiamo al primo prov-vedimento legislativo. In parti-colare, la prestazione lavorati-va stagionale si caratterizzaper due elementi: la legittimaapposizione di un termine alcontratto di lavoro e il diritto diprecedenza dei lavoratori.Riguardo a tali facoltà è ne-cessario in primis rilevare che ildecreto legislativo 368/2001,nell'ambito più generale dellafattispecie dei contratti di lavo-ro a tempo determinato, dispo-ne che, se il “rapporto di lavo-ro fra lo stesso datore di lavo-ro e lo stesso lavoratore abbia

complessivamente superato itrentasei mesi comprensivi diproroghe e rinnovi, indipen-dentemente dai periodi di in-terruzione che intercorrono traun contratto e l’altro, il rappor-to di lavoro si considera a tem-po indeterminato”; tale disposi-zione, tuttavia, “non trova ap-plicazione nei confronti delle at-tività stagionali definite dal de-creto del Presidente della Re-pubblica 7 ottobre 1963, n.1525”.Si evince chiaramente un primoprincipio: il rapporto di lavoro inambito stagionale è esclusodalle limitazioni quantitative in-dividuate dalla contrattazionecollettiva per la generalità deicontratti a termine. Altro princi-pio caratterizzante è, poi, che illavoratore stagionale è titolare diun diritto di precedenza in casodi nuove assunzioni a termine daparte dello stesso datore di la-voro. Ciò consente al lavorato-re, previa specifica manifesta-zione di volontà, entro sei mesidalla cessazione del rapporto, diessere riassunto; tale diritto, tut-tavia, si estingue entro un annodalla data di cessazione delrapporto di lavoro.Il diritto ai trattamenti retributivi edal periodo di ferie è il medesimospettante ai lavoratori a tempo in-determinato, ovviamente pro-porzionalmente commisuratoalla durata del contratto e ade-guato alle previsioni della relati-

va contrattazione collettiva; inol-tre, in presenza delle condizio-ni necessarie (2 anni di assicu-razione all'Inps e almeno 78giorni di lavoro nel corso del-l'anno di riferimento, nei qualivanno conteggiati anche giornidi assenza per ferie, malattia egravidanza), i lavoratori posso-no richiedere, entro il 31 marzodell'anno successivo a quello disvolgimento della prestazione,l'indennità di disoccupazionecon requisiti ridotti (il trattamen-to spettante per un numero digiornate pari a quelle lavoratenell'anno di riferimento e, co-munque, non superiore ai 180giorni, è pari al 35% della retri-buzione per i primi 120 giorni eal 40% per i successivi).

Lavoro flessibile

e tutela del lavoratore

Il lavoro stagionale, dunque,soddisfa l’esigenza, per le im-prese impegnate in determina-ti settori, di avvalersi di una for-ma flessibile di lavoro che co-stituisce una delle principalechiavi del processo di moder-nizzazione, fornendo, nel con-tempo, uno strumento irrinun-ciabile per la gestione del per-sonale in un contesto di globa-lizzazione e terziarizzazionedelle economie. Se, tuttavia, siaffronta il problema dalla pro-spettiva di coloro i quali sonochiamati a prestare tale tipo diattività lavorativa, la tempora-

neità dell'impiego, tanto più sepoco tutelata sul piano contrat-tuale, si risolve spesso nellamancanza di protezione so-ciale, nell'esclusione da pro-grammi di formazione e cosìvia, rivelando le carenze e ne-gatività del sistema.Le numerose lacune normati-ve, infatti, non garantiscono ailavoratori stagionali, ma ingenerale un po’ a tutti i lavo-ratori atipici, alcune tutele fon-damentali. Si pensi al fatto chenon esistono norme specifichein materia di libertà e attivitàsindacale, di durata della pre-stazione e di diritto al riposo;né è regolamentato l'obbligoper il committente di comuni-care al lavoratore parasubor-dinato il recesso per iscritto dalcontratto, e tantomeno i moti-vi che lo hanno determinato.La necessità di colmare tali vuo-ti normativi è forte e, per far sìche il ricorso a contratti di brevedurata non si traduca in cre-scente sottoccupazione o inuna delle cause di bassi redditicon conseguente impoverimentodelle famiglie, come è avvenu-to sino ad oggi, è necessario chesiano emanate norme che ga-rantiscano l'utilizzo degli stessi inmodo coscienzioso e intelligen-te, consentendo così a tali stru-menti di esplicare concreta-mente la loro forza innovativa.

ha collaborato

l’avv. Daria Angrisano

Il lavoro stagionale

nel settore turistico-alberghieroColmare i vuoti normativi e conciliare l’esigenza delle imprese

di avvalersi di forme flessibili di lavoro con il diritto dei lavoratori

ad essere tutelati sul piano contrattuale

Le leggi a cura di Fabio Panfilo Ciarletta, avvocato giurista d’impresa

Page 43: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

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È prossima la scadenza del31 dicembre 2010 per il com-pletamento dei lavori di ade-guamento delle attività ricetti-ve così come prescritto dalDM 9/04/1994 e s.m.i. (notadel 20/05/94 n. 116; DM6/10/03; DM 15/09/05), prov-vedimento emanato con de-creto legge 1/07/2009 n. 78convertito con modifiche ed in-tegrazioni in legge n. 102 del3/08/2009.Per chi non ha ancora pro-grammato gli interventi di ade-guamento richiesti dalla norma,considerato l’esiguo tempo di-sponibile e per non trovarsi indifficoltà gestionali, consigliamodi valutare tempestivamente leinadempienze e attuare tutte le

opere finalizzate a garantire lasicurezza degli ospiti, la sal-vaguardia della struttura, il ri-spetto della norma.

Quali interventi realizzare?

Ogni struttura e ogni attivitàha una propria “storia” ine-rente la sicurezza. Tenutoconto che il decreto è del1994, tante opere sono stategià realizzate e tanti adempi-menti già assolti. Tuttavia, considerando cheper le attività esistenti, alladata di entrata in vigore dellanorma (DM 9/04/1994), veni-vano autorizzati interventi diadeguamento scaglionati neltempo e che detto tempo èstato prorogato a tutto il 2010,si può correttamente pensareche molti gestori di attività ri-cettive abbiano scelto di po-sticipare gli interventi di ade-guamento, così come la nor-ma consentiva, trovandosi orain questo lasso di tempo di cir-ca sei mesi “costretti” a doverrealizzare tutte le opere ne-cessarie e prescritte dalla nor-ma stessa.

Non potendo riportare in que-sto contesto tutte le norme ine-renti le attività ricettive (chi èinteressato all’argomento puòconsultare la recente pubbli-cazione - edita da EPC nelmaggio 2010 - dal titolo Sicu-rezza antincendio nelle attivi-tà ricettive turistico alberghie-re), si riportano in forma sche-matica gli interventi di ade-

guamento per argomenti sud-divisi per blocchi:A: provvedimenti inerenti la

gestione;B: provvedimenti inerenti la

struttura;C: provvedimenti inerenti gli

arredi.

Nei provvedimenti del gruppoA rientrano:- l’addestramento e forma-

zione del personale;- la corretta gestione della

struttura e dei mezzi antin-cendio installati nella strut-tura stessa;

- la corretta tenuta dei registridi controllo, dei contratti,delle manutenzioni.

Nei provvedimenti del gruppoB rientrano:- la separazione della strut-

tura da altre attività nonpertinenti;

- la realizzazione di struttureresistenti al fuoco;

- la realizzazioni di adeguaticompartimenti;

- il corretto dimensionamen-to dei corridoi e delle scale;

- l’adeguamento delle areee degli impianti a rischiospecifico (cucine, impiantitermici, autorimesse ecc.);

- la realizzazione di impiantidi allarme, di rilevazione, disegnalazione, di illumina-zione in conformità alle pre-scrizioni;

- la realizzazione e l’installa-zione di impianti atti allospegnimento degli incendi(estintori, naspi, idranti ecc.).

Nel gruppo C rientrano tuttiquei provvedimenti inerentigli arredi quali:- materassi, tendaggi, rive-

stimenti che devono averecaratteristiche di reazione alfuoco classificati, con certi-ficazione conforme alle di-sposizioni vigenti.

Elencati così in sintesi, gli in-terventi di adeguamento pos-sono indurre ad una sottosti-ma delle difficoltà di attuazio-ne nell’ambito di una struttura,ma esperienza insegna che inalcune realtà non è sempliceconformare i lavori alle pre-scrizioni di norma, salvo costiconsiderevoli e trasformazio-ni della struttura stessa.Un altro elemento condizio-nante è costituito dal fattoche molti edifici di proprietà dienti senza fini di lucro rientra-no sotto tutela del ministerodei Beni culturali e che, perdetti immobili, alcuni inter-venti (scale, corridoi, porteecc.) non è sempre possibileattuarli nemmeno in deroga. Sulla base delle considera-zioni sopra esposte, si evin-ce che per alcune attività i la-vori di adeguamento potreb-bero essere ancora tanti: per-tanto è buona cosa, nel tem-po ancora disponibile (entro il2010), programmare ed ese-guire le lavorazioni necessa-rie al fine di rendere la strut-tura ricettiva conforme e ade-guata alle prescrizioni in ma-teria di sicurezza e preven-zione incendi.

Strutture ricettiveA che punto siamo con gli adeguamenti?

Occorre fare presto nel portare a termine le opere

finalizzate alla sicurezza delle strutture e degli ospizi

InGestione Gli impianti a cura di Gaetano Callocchia e Jr. Giovanni Callocchia, architetti

Page 44: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

La presenza di N&W nel settore HoReCa risalealla fine degli anni Sessanta, quando Zanussi GrandiImpianti (poi acquisita dalla svedese Electrolux)decide di lanciare una gamma di macchineautomatiche e dispenser caffè. La società diventacelebre grazie a prodotti come Domino, unamacchina per caffè pensata per la prima colazioneche ottiene un grande successo grazie alleprestazioni di assoluta eccellenza e al designinnovativo. Alla fine degli anni Novanta, Zanussi siscorpora da Electrolux e, acquisito il nome di NectaVending Solutions (Necta), si fonde con Wittenborgdando vita al Gruppo N&W, leader assoluto a livellomondiale.

Oggi N&W occupa circa 1.700 dipendenti, di cui oltre1.100 in Italia, e conta 7 siti produttivi. In tema dicertificazioni internazionali, N&W ha da tempoconseguito quella relativa ai sistemi di gestioneaziendale in materia di qualità UNI EN ISO9001:2008.In un mondo che cambia e che si evolve, N&W poneparticolare attenzione allo sviluppo di prodotti eprocessi in grado di minimizzare lʼimpattoambientale. Per questo nel 1997 N&W ha ottenuto lacertificazione ambientale ISO 14001, ritenendo chequesto standard sia il dovere di ogni produttoreresponsabile.

Dal lancio di Domino, avvenuto negli anni Ottanta,N&W ha saputo mantenere e coltivare unastraordinaria cultura del caffè, come dimostra lanuova gamma di macchine superautomatichelanciata negli ultimi anni. Il ritorno nel mondoHoReCa è vissuto dallʼazienda come uno sbocconaturale della propria attività, nonché una sceltafortemente strategica, supportata da tecnologiecollaudate e da un know how frutto di molti anni diesperienza progettuale e industriale, il tutto unito aunʼevidente attitudine allʼinnovazione e alla cura deldesign.

F

Da Zanussi a Necta. C’è più gusto a fare bene le cose.

Gamma Domino

Piccolo Mattino

L’azienda informa w

Dall’esperienza di Zanussi all’innovazione di Necta. La storia di un’azienda che ha saputo crescere ed evolversi, sempre nel segno della ricerca e della qualità dei propri prodotti.

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Page 45: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

Fedele a questa visione, ogni anno N&W investerisorse economiche rilevanti nella Ricerca e Sviluppo,con oltre 100 persone impegnate nel suo repartoR&D, proponendo costantemente nuove tecnologiee apparecchiature allʼavanguardia, con la massimaattenzione alla qualità di tutti i prodotti erogati. Ilgrande impegno profuso dal Gruppo in questosettore è ben visibile dal suo patrimonio di oltre 100brevetti.

N&W pensa globalmente e agisce localmente. Oggila rete HoReCa di N&W è presente direttamente intutti i principali Paesi europei. In Italia esiste unastruttura completamente dedicata, che ha tra i suoipunti di forza la presenza capillare in tutte leprovince, il continuo aggiornamento anche a livellolocale nella formazione dei tecnici, l'organizzatoservizio ricambi e la puntuale assistenza post-vendita.

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di Valbrembo (BG)

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www.nwglobalvending.it

D

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Page 46: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

InLibreria

Sicurezza antincendionelle attività ricettive turistico alberghiereGuida pratica alla corretta applicazione delle normative e della regola tecnica alle strutture nuove ed esistenti Gaetano Callocchia

Giovanni Callocchia

Guido Eugenio Callocchia

Edizioni EPC libri, 2010

Un contributo tecnico, siste-matico e aggiornato, rivoltoa professionisti e operatoridel settore, per migliorare lasicurezza antincendio neiluoghi di lavoro delle attivitàricettive e per facilitare l’ade-guamento delle strutture esi-stenti o di nuova realizza-zione. Il contributo si snodain riferimento a leggi, decreti

e circolari, nonché a conve-gni, pubblicazioni e studi cheprescrivono e descrivono uncorretto percorso per garan-tire la massima sicurezzanegli ambiti specifici del turi-smo ricettivo e dell’acco-glienza, e che riguarda strut-ture e operatori, viandanti epellegrini.

Fiscalità ed enti religiosi Tasse e tributi, agevolazioni e sovvenzioni: un confronto apertoAntonio Fiorilli

Telos Edizioni, 2009

Perché e quando gli enti reli-giosi pagano e sono tenuti apagare le tasse? In cosa con-siste e su cosa si fonda lacorretta determinazione deitributi delle opere e dei serviziche erogano gli enti religiosi?

Quale ruolo rivestono leopere religiose nell’articolatae complessa società mo-derna e in particolare nellavita collettiva, nell’economiasociale e civile? Come in-quadrare la fiscalità localeapplicata agli enti religiosi, traesigenze di gettito, dinami-che economiche e promo-zione del territorio? L’autore risponde a questi ealtri interrogativi, inoltrandosi,in particolare, nella com-plessa lettura delle leggi diimposta, con una specificaattenzione al principio di equi-parazione degli enti e delleattività religiose e di culto conaltre attività di beneficenza edi istruzione. Ma si sofferma anche su Ir-peg, imputazione dei costipromiscui, detrazione dell’Iva,calcolo della base imponibileIrap, fino alla più recente etormentata vicenda dell’Ici. L’ultima parte del libro è piùpropriamente dedicata allesovvenzioni per gli enti reli-giosi, illustrando le diverse ti-pologie di offerta e le moda-lità di devoluzione delle quotedi gettito Irpef (8 per mille e 5per mille). Uno strumento di grande uti-

lità per operatori, responsabilieconomici di comunità, com-mercialisti, responsabili di on-lus e di imprese sociali.

La città ospitaleCome avviare un sistema turistico locale di successoNicolò Costa

Bruno Mondadori Editore,

2008

Come progettare il rilancio delturismo italiano? Il volumesuggerisce gli strumenti teo-rici e metodologici per avviareSistemi turistici locali di suc-cesso, attraverso partnershipcollaborative tra enti locali eimprese dell’accoglienza, alloscopo di attuare un pianostrategico della città ospitale. Una città che soddisfi i visi-tatori e che produca positivieffetti economici, sociali eculturali per le comunità lo-cali ospitanti.

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Page 47: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

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CANTINE VOLPETTI Srl00040 Ariccia (Rm)Via Nettunense, 21 Km 7,800Tel. 06 9342000Fax 06 [email protected]

COCKTAIL CATERING Srl00166 Roma (Rm)Via Alessandro Santini, 138Tel. 06 66180140Fax 06 [email protected]

CONSERVE ITALIA SOC. COOP.AGRICOLA40068 San Lazzaro di Savena (Bo)Via Paolo Poggi, 11

Tel. 051 6228311Fax 051 [email protected]à: Conserve Italia raccoglie il sa-pere e l'esperienza di oltre 15.000 agri-coltori italiani. Con Foodservice, Con-serve Italia, primo produttore d'Europa diderivati ortofrutticoli, offre una gammacompleta di conserve di frutta, pomodo-ro e vegetali per la ristorazione, con cuimette a disposizione dei professionisti delgusto tutta la sua tradizione di genuini-tà, sicurezza e grande qualità, che hasolo chi segue il proprio prodotto dalla ter-ra fino al consumo.

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CONVIVIO Srl20040 Cavenago Brianza (Mi)Via Primo Maggio, 5Tel. 02 95335266Fax 02 [email protected]

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LA CASCINA COOPERATIVA00173 Roma (Rm)Via Francesco Antolisei, 25Tel. 06 729961 Fax 06 [email protected]

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Page 48: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

InVetrina

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Page 50: Insieme - periodico per gli operatori della vita collettiva

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pagamento a mezzo assegno bancario intestato a Editoriale Italiana 2000 Srl

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Cap_______Città__________________Prov___ Data________________ Firma__________________________________

Informativa privacy: i dati forniti saranno inseriti nelle banche dati della EDITORIALE ITALIANA 2000 Srl e trattati nel rispetto di quanto disposto dal D.Lgs. 196/2003 e successive modifiche.

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iL Primo PercorSoassociazioni cattoliche, enti e operatori di servizio socialesaranno i protagonisti del primoappuntamento, in programma dal 28 al 30 ottobrein una delle sedi espositive più suggestive della capitale, ad un passo da San pietro.Tre intense giornate di esposizione,convegni, workshop per essereaggiornati sulle novità tecniche,normative e gestionali e scegliere,con l’aiuto di esperti e aziendespecializzate, le soluzioni più efficaci e competitive per l’organizzazione di ogni tipo di collettività.

La Locationl’evento si svolge all’internodel complesso monumentaledi Santo spirito in Sassia,lungo un percorso obbligatoche attraversa le areeespositive (sala Baglivi e chiostro dei Frati) perarrivare alla zona convegni(sale lancisi e Alessandrina).la storia stessa di questoedificio, le sue saleaffrescate, la vicinanza con il Vaticano ne fanno la sede ideale peruna manifestazione centratasui valori dell’accoglienza e dello spirito di servizio.

iL ProGettoprevede una serie di eventi speciali-Percorsi- che, nel corso dell’anno,approfondiranno settori e tematiche legati alla Settimanadella Vita collettiva,la storica mostraconvegno perl’accoglienza civile e religiosa la cui 46a edizione si svolgerà nel 2011.

28/30 ottobre 2010 ROmA, COmplESSO mONumENTAlE

SANTO SpIRITO IN SASSIA

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45a VITA COLL

n.1 novembre/dicembre 2009

InComunitàNon solo profittoma etica e professionalitàInSaluteGli anziani e la sanità da curareInAmbienteRiscaldamento nelle chieseu l ll d’

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Cittadini e Istituzioni: un controverso legame

Crisi economica e lavoro, il futuro dell’occupazione

Energie alternative: fotovoltaico e nucleare a confronto

terzo settorefisco

leggeguida agli acquisti

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La situazione sanitaria del Paese nell’ottica

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� � � � � � � �VITAC LLETTIVA

SEVICOLmoltiplica le opportunità con un nuovo progetto

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