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La responsabilità sociale nello sport Massimiliano Angelucci

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La responsabilitàsociale nello sport

Massimiliano Angelucci

Copyright © MMIXARACNE editrice S.r.l.

[email protected]

via Raffaele Garofalo, 133 A/B00173 Roma

(06) 93781065

ISBN 978–88–548–2538–3

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: maggio 2009

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Indice

Premessa ........................................................................................... 15 Parte prima Capitolo 1 – La Responsabilità Sociale d’Impresa ................................... 19

1. Tappe evolutive della Responsabilità Sociale .......................... 25 2. Il Libro verde sulla Responsabilità Sociale .............................. 28 3. Le tipologie di Responsabilità Sociale ..................................... 30 4. Gli Stakeholder ......................................................................... 32 5. Come e perché essere socialmente responsabili ....................... 34 6. Stakeholder engagement Vs. Managerial capture ................... 40

Capitolo 2 – Gli strumenti della Responsabilità Sociale .......................... 43

1. Il Codice Etico .......................................................................... 45 2. La Finanza Etica ....................................................................... 48 3. Il Cause–related Marketing ..................................................... 49 4. La Certificazione Etica SA 8000 .............................................. 50 5. Il Bilancio Ambientale ............................................................. 51 6. Gli standard EMAS / ISO 14001 .............................................. 52 7. Le linee guida Q–RES .............................................................. 53 8. Cenni sul Bilancio Sociale ....................................................... 53

Capitolo 3 – Critiche alla teoria degli Stakeholder ................................... 55

Indice

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Capitolo 4 – Cosa non è Responsabilità Sociale ........................................ 59 Capitolo 5 – I numeri della Responsabilità Sociale ................................... 61 Parte seconda Capitolo 1 – Lo Sport .................................................................................. 71

1. Le nove matrici sportive ......................................................... 73 1.1 La matrice militare ............................................................ 74 1.2 La matrice sanitaria ........................................................... 75 1.3 La matrice educativa ......................................................... 75 1.4 La matrice competitiva ...................................................... 75 1.5 La matrice estetica ............................................................ 76 1.6 La matrice rappresentativa ................................................ 76 1.7 La matrice proiettiva ......................................................... 77 1.8 La matrice espressiva ........................................................ 79 1.9 La matrice virtuale ............................................................ 79

Capitolo 2 – Lo sport nel contesto europeo ................................................ 83

1. Il codice europeo di etica sportiva .......................................... 87 2. Il libro bianco sullo sport ........................................................ 88

Capitolo 3 – Lo sport in Italia ..................................................................... 91 Capitolo 4 – La Responsabilità Sociale nello sport ................................... 93

1. Il CIO e la Responsabilità Sociale ........................................ 95 2. Il CONI e la Responsabilità Sociale ..................................... 99

2.1 Il caso Ferrero .............................................................. 104 3. FIFA e Responsabilità Sociale ............................................ 108 4. UEFA e Responsabilità Sociale .......................................... 109 5. Il caso F.C. Barcelona ......................................................... 111 6. Il caso Honda ...................................................................... 116 7. Il caso Nike ......................................................................... 118 8. La Responsabilità Sociale dell’Atleta ................................. 122 9. Un podio socialmente responsabile .................................... 124 10. Il caso Schumacher ............................................................. 127

Indice

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Parte terza Capitolo 1 – Il Bilancio Sociale

dell’organizzazione sportiva nonprofit ............................. 131 1. Il nonprofit ............................................................................. 131 2. L’organizzazione sportiva nonprofit La Federazione Sportiva Nazionale ....................................... 135

2.1 Società ed Associazioni sportive ..................................... 136 3. Il Bilancio Sociale ................................................................. 139 4. Funzioni e vantaggi del Bilancio Sociale .............................. 141 5. I diversi modelli di redazione ................................................ 144 6. Il BS come strumento di comunicazione ............................... 149 7. Le fasi operative per la realizzazione del Bilancio Sociale

dell’organizzazione sportiva nonprofit .................................. 152 8. Stakeholder ed indicatori di performance nell’organizzazione sportiva nonprofit .................................. 157 9. L’indice di Responsabilità Sociale ........................................ 163

Capitolo 2 – La diffusione del BS nello sport italiano ............................ 165

1. La diffusione del BS fra le società di calcio in Italia ...............165 2. La diffusione del BS fra le organizzazioni sportive in Italia....170

Conclusioni .............................................................................................. 181 Bibliografia ............................................................................................. 183

Indice

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Prefazione È con grande piacere che ho accolto l’invito ad introdurre questo

argomento, in un volume che ho visto nascere e svilupparsi fino alla presente che è peraltro una delle rare pubblicazioni sulla Responsabili-tà Sociale in ambito sportivo.

Ritengo estremamente importante il ruolo di questa tematica, ed in particolare del Bilancio Sociale, quale strumento di monitoraggio e rendicontazione del processo di gestione responsabile, in quanto rappresenta l’esito di un andamento con il quale l’Ente vuole rende-re conto delle scelte, dell’attività, dei risultati e dell’impiego di ri-sorse, in modo da consentire alla collettività, ai Soci ed agli altri Enti e/o Associazioni interlocutori di conoscere e formulare un proprio giudizio su come l’amministrazione interpreta e realizza la missione statutaria.

Avendo esperienza nella redazione di tale documento, posso dire che è organizzato in più sezioni riguardanti i diversi aspetti gestionali quali: l’Identità Aziendale, per rendere espliciti i valori, la mission, la corporate governance, il disegno strategico; il Rendiconto, per evi-denziare il processo di formazione del Valore Aggiunto e la sua distri-buzione agli stakeholder; il Rapporto sulle attività svolte, per esplici-tare in modo diretto le principali attività delle divisioni; la Relazione di scambio sociale, per raccontare i rapporti tra l’Ente e il contesto in cui opera e la Proposta di miglioramento futuro, per orientare sempre più la gestione verso obiettivi di sviluppo socialmente sostenibili.

Prefazione

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Il Bilancio sociale si pone quindi in posizione di continuità e com-plementarietà rispetto al bilancio di esercizio, arricchendo l’informati-va aziendale con la rappresentazione dei Valori cui l’attività dell’Ente si ispira e degli effetti che la stessa produce sull’ambiente e sull’insie-me degli interlocutori con i quali crea rapporti e realizza progetti. Per-tanto, il Bilancio Sociale rappresenta la certificazione di un profilo eti-co, l’elemento che legittima il ruolo di un soggetto / Ente, non solo in termini strutturali ma soprattutto morali, agli occhi della comunità di riferimento, un momento per enfatizzare il proprio legame con il ter-ritorio, contribuendo a migliorare la qualità della vita dei membri della società in cui è inserito, quale strumento indispensabile per continuare a far crescere un settore, quale quello sportivo, in cui per troppo tempo l’aspetto del volontariato ha permesso comportamenti al limite del ri-spetto sociale.

Desidero augurare a questo libro di riuscire ad aprire una piccola breccia in termini di sensibilizzazione dello sport sulle tematiche lega-te alla Responsabilità Sociale, ed all’autore che questo possa rappre-sentare un nuovo punto di partenza verso traguardi sempre più elevati.

Graziano D’Intino1

1 Docente del Corso di Organizzazione Sportiva, del Corso di Organizzazione e gestione

delle attività sportive adattate presso la Facoltà di Scienze dell’Educazione Motoria e del Cor-so di Diritto dell’Unione Europea presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti–Pescara. Ha pubblicato, con la FrancoAngeli Edizioni: Far-macoeconomia e analisi dei processi qualitativi nel settore sanitario (2008) L’ordinamento e l’organizzazione della sanità (2007), Istituzioni europee e UEFA (2006), Istituzioni europee e sanità (2006), Manuale del turismo sportivo (2006), Terapia occupazionale: una scelta di vita (2005), L’ordinamento e l’organizzazione delle attività e delle competizioni sportive adattate (2005).

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Premessa Lo scopo di questo lavoro si potrebbe esprimere citando l’aforisma

di William C. Faulkner1: «Non preoccuparti solo di essere migliore dei tuoi contemporanei o dei tuoi predecessori. Cerca solo di essere mi-gliore di te stesso». Infatti l’impegno in una forma di rendicontazione etico–sociale da parte delle organizzazioni che operano in ambito sportivo, qui fortemente auspicato, consiste proprio in un migliora-mento di se stessi. Non solo in quanto soggetti del mondo sportivo, ma in quanto figure aventi l’onore e l’onere di rivestire un ruolo assolo-tamente centrale nella società. Un ruolo multidimensionale; talvolta come metafora della società stessa, con i suoi stessi pregi e difetti, tal-volta capace di emergere, esercitare importanti funzioni e condiziona-re le masse, capace soprattutto di trasmettere valori quali la lealtà, lo spirito di gruppo, l’importanza del sacrificio nel conseguimento dei ri-sultati. Per questi, ma anche molti altri motivi spesso imponderabili, i risultati sportivi finiscono con l’assumere una eco ed una rilevanza fra la popolazione che vanno ben oltre la mera dimensione sportiva.

Dunque risulta evidente che un impegno in direzione della Responsabi-lità Sociale da parte del mondo sportivo è doveroso quanto fondamentale.

In questa sede si percorrerà quindi, il tema della Responsabilità So-ciale e lo Sport attraverso un filo continuo che è anche un comune de-nominatore: la virtù etica.

1 Premio Nobel per la letteratura 1949.

Premessa

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A tale scopo, si dedicherà la prima parte all’argomento della Re-sponsabilità Sociale e le sue caratteristiche nel dettaglio, attraverso la trattazione delle tappe evolutive, delle tipologie e dei numerosi stru-menti. Descrivendone anche le critiche e le zone d’ombra; e fornendo qualche statistica sullo stato attuale.

Nella seconda parte si tratterà invece l’altro elemento centrale, lo sport. Attraverso le sue molteplici componenti, la sua visione in chiave italiana e soprattutto europea evidenziandone i documenti più incisivi.

Per quanto riguarda la Responsabilità Sociale nello Sport si appro-fondirà quanto fatto dai maggiori organismi nazionali ed internaziona-li. Ma anche, attraverso specifici casi studio, la relazione fra RS ed al-tre figure importanti nel mondo sportivo o comunque incisive al suo interno.

Nella terza parte infine, si potrà affrontare grazie a quanto definito nelle prime due, quello che più nel dettaglio è il tema centrale: il Bi-lancio Sociale dell’organizzazione sportiva nonprofit.

In questa parte si troveranno doverose ma brevi descrizioni di quest’ultimo, della Federazione Sportiva Nazionale e di Società ed Associazioni sportive. Come anche naturalmente approfondimenti sul Bilancio Sociale, sulle sue funzioni e vantaggi, sui diversi modelli di redazione e sull’importanza dell’aspetto comunicativo.

Non mancherà poi una parte più operativa sul BS sotto forma di li-nee guida per la stesura, mentre le pagine conclusive verteranno sulle uniche due indagini relative a RS e sport, una delle quali condotta proprio per il presente lavoro.

Da quanto detto, questo scritto si propone evidentemente l’obiettivo di essere strumento di conoscenza della la Responsabilità Sociale ed del Bilancio Sociale rivolto agli operatori dello sport. Ma anche, e soprat-tutto, un sprono che li induca ad agire verso tale virtuosa direzione.

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Parte prima

Premessa

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Capitolo 1 La responsabilità sociale d’impresa

Nel XIII secolo Albertanus causidicus Brixiensis1 formulò «Il pro-

fitto o il vantaggio deve essere onesto e non turpe, deve essere mode-rato e non contro natura. È equo che nessuno si faccia più ricco con nocumento altrui»2.

Nel 1859 John Stuart Mill3 introdusse con il suo saggio “On Li-berty” il principio della sovranità del consumatore affermando che

... il commercio è un atto sociale. Chiunque venda un genere di beni al pub-blico compie un atto che coinvolge gli interessi di altri e della società in ge-nerale; e quindi la sua condotta rientra in linea di principio sotto la giuristi-zione sociale [...] sia il prezzo sia la qualità delle merci sono garantiti più ef-ficacemente lasciando perfettamente liberi produttori e venditori, con il solo vincolo della uguale libertà per gli acquirenti di rifornirsi dove preferiscano. Si potrebbe ricondurre a questi principî la prima comparsa di ciò

che più di un secolo dopo prese corpo nel concetto di Responsabilità4

1 Giurista e letterato bresciano. 2 In Luciano Hinna, Come gestire la responsabilità sociale dell’impresa – Manuale pratico–ope-

rativo. Processi, strumenti e modelli. La redazione del Bilancio sociale, “Il Sole 24 Ore”, Milano 2005. 3 Filosofo ed economista inglese. 4 Forse, come notato da Hinna, volendo fare una considerazione puramente terminologica

sarebbe stato più opportuno usare il termine “sensibilità” o “consapevolezza” sociale, anziché responsabilità che in italiano presenta una negativa accezione giuridica.

Parte prima

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Sociale d’Impresa (RSI)5 più frequentemente noto come Corporate Social Responsibility (CSR) introdotto per la prima volta da Howard R. Bowen con il testo “Social Responsibility of the businessman” del 1953 in cui propose la definizione «il dovere di perseguire quelle poli-tiche, di prendere quelle decisioni, di seguire quelle linee d’azione che sono desiderabili in funzione degli obiettivi e dei valori riconosciuti dalla società»6, 7.

Si tratta di una idea rivolta inizialmente al mondo delle imprese, quindi profit, a livello internazionale, ma che soprattutto nell’ultimo decennio sta suscitando frequenti dibattiti anche in altri settori molto distanti.

La complessità della RSI è motivata dalla moltitudine di punti di vista che presenta: economico, giuridico, sociologico, manageriale, e-tico, istituzionale. Di conseguenza, la pluralità degli ambiti coinvolti e l’applicabilità pressoché internazionale ha portato alla stesura di mol-teplici definizioni8 di Responsabilità Sociale. Il libro verde9 della Commissione Europea Promuovere un quadro europeo per la respon-sabilità sociale delle imprese pubblicato nel 200110, fornisce quello che probabilmente rappresenta il punto di arrivo di tale evoluzione (Hinna, 2005) «…l’integrazione volontaria delle preoccupazioni so-ciali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate».

Questo approccio europeo considera l’etica un aspetto integrato nella strategia di gestione atto a costituire un “comune denominatore” capace di interagire con tutti gli ambiti della gestione aziendale.

5 Nel prosieguo della trattazione l’espressione Responssabilità Sociale dell’Impresa verrà

più frequentemente utilizzata con l’acronimo RSI o RS nelle parti relative alla Responsabilità Sociale in ambito sportivo.

6 Howard R. Bowen in Luciano Hinna, op. cit., p. 9. 7 Precedentemente, nel 1889 Andrew Carnegie, capitalista filantropo affermò che l’im-

prenditore deve considerarsi “depositario e garante degli interessi della comunità” (in Luciano Hinna, op. cit., p. 40).

8 Un’ampia panoramica delle definizioni attribuite alla RSI nel tempo è consultabile in Luciano Hinna, op. cit., p. 26.

9 I Libri verdi sono documenti di riflessione su un tema politico specifico pubblicati dalla Commissione Europea. Sono prima di tutto documenti destinati a tutti coloro, sia organismi che privati, che partecipano al processo di consultazione e di dibattito. In alcuni casi, rappre-sentano il primo passo degli sviluppi legislativi successivi. http://europa.eu.

10 COM 2001/366 del 18/07/2001.

Capitolo 1 – La responsabilità sociale d’impresa

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Il che implica necessariamente la tensione a soddisfare le legittime attese, economiche e non, di tutti gli stakeholder 11 interni ed esterni. (Concetto estremamente importante questo dei “portatori di interesse”, introdotto per primo da Edward R. Freeman12 nel 1984 attraverso il volume: Strategic Management: a Stakeholder Approach).

Inoltre comporta l’esistenza di gradi di libertà nel decidere ambiti e modalità ma anche e soprattutto la volontà di rispondere, cioè rendere conto dei propri comportamenti e risultati, e stabilire un dialogo co-struttivo, basato sulla reciproca fiducia con gli stakeholder.

Alla luce di queste implicazioni il concetto di Responsabilità Sociale impone di considerare che il valore di un prodotto o di un servizio è costi-tuito non solo dalle sue caratteristiche intrinseche ma anche da molte altre caratteristiche immateriali ad esso imprescindibilmente legate.

Alcune di queste, come ad esempio l’immagine, sono “da sempre” universalmente considerate sia dalle aziende che dai consumatori. Al-tre invece solo più recentemente si stanno ritagliando tra gli attori del mercato attenzione sempre maggiore; grazie, da una parte alla diffusa percezione di queste come nuove leve competitive e dall’altra al più largo orientamento al consumo critico.

Il concetto di RSI, da alcuni autori riassunto con la massimizzazio-ne dell’impatto positivo e la minimizzazione dell’impatto negativo delle scelte strategiche, è sostenuto da alcuni temi portanti: – sostenibilità: «È lo sviluppo che soddisfa i bisogni del mondo pre-

sente senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare, a loro volta, i propri bisogni»13. O comunque, in base ad una definizione più recente: «Lo sviluppo sostenibile è quello sviluppo che consente la soddisfazione dei bi-sogni economici, ambientali e sociali delle attuali generazioni sen-za compromettere lo sviluppo delle generazioni future»14;

11 Termine coniato nel 1963 dallo Stanford Research Institute, e definiti da Edward R.

Freeman come “Ogni gruppo o individuo che può influenzare il raggiungimento degli obietti-vi dell’impresa o ne è influenzato”.

12 Professore di Business Administration presso la Darden School of Business (University of Virginia, U.S.A.).

13 Rapporto della Commissione Brundtland delle Nazioni Unite Il futuro di tutti noi su ambiente e sviluppo, 1987.

14 ISEA, 1999.

Parte prima

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– cittadinanza d’impresa (Corporate citizenship)15: è la capacità di contribuire alla creazione di benessere in favore della comunità in cui l’azienda opera oltrepassando i propri doveri e quindi andando beyond compliance, ovvero oltre gli obblighi previsti dalle leggi. Esprime la consapevolezza che non esiste antitesi tra lungimiranza economica e responsabilità sociale, ma al contrario la loro congiun-zione può dare risultati molto positivi. Da essa ne deriva una visio-ne dell’impresa come “agente sociale”;

– triple bottom line16 (letteralmente la bottom line è la linea finale dei rendiconti finanziari): è una logica di perseguimento contestuale ed integrato di obiettivi che include in un documento di rendicontazio-ne non soltanto informazioni relative alla prosperità economica (crescita, equità, efficienza), ma anche all’equità sociale (rispetto dei diritti, partecipazione, coesione, rispetto dell’identità culturale, sviluppo delle istituzioni) ed alla salvaguardia ambientale (ecosiste-mi, costi, partecipazione, biodiversità). Chiamato anche Triple P Approach (People = persona; Planet = pianeta, ambiente; Profit = profitto). Sebbene lo stesso ideatore17 l’abbia definita come una logica “…in un certo senso, da superare”18, ha indubbiamente il pregio di essere “…un punto di partenza comprensibile per molti…”19 e per questo importante “porta d’ingresso”20 ad un tema così complesso. Nel contesto della RSI l’Unione Europea si è ritagliata un ruolo

preminente e stabilito una serie di compiti:

– stimolare la diffusione della cultura della RSI, promuovendo l’or-ganizzazione di workshop, conferenze o altro ma anche creando dei luoghi condivisi come newsletter, e siti internet;

15 Business for Social Responsibility, www.bsr.org. 16 John Elkington, Cannibals with Forks: the Triple Bottom Line of 21st Century Business,

Capstone Publishing, Oxford 1997. 17 John Elkington è autorità indiscussa su sviluppo sostenibile e strategie aziendali. 18 John Elkington in Gianfranco Rusconi et al., Modelli di rendicontazione etico–sociale e

applicazioni pratiche, Franco Angeli, Milano 2005. 19 Ernst Ligteringen (CEO della GRI), in Gianfranco Rusconi et al., ibidem. 20 Ernst Ligteringen, ibidem.

Capitolo 1 – La responsabilità sociale d’impresa

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– garantire la qualità e l’efficacia degli interventi di imprese, gruppi di imprese, associazioni e così via, dando visibilità alle best practi-ces tramite l’istituzione di premi e l’adozione di idonei strumenti di comunicazione;

– promuovere una normazione della materia prevedendo, per il com-portamento etico delle imprese, linee guida europee che identifichino i temi riguardo la materia che le imprese stesse devono affrontare.

Figura 1

Parte prima

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Figura 2

Capitolo 1 – La responsabilità sociale d’impresa

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1. Tappe evolutive della responsabilità sociale

Nessuno può essere perfettamente libero finché non sono liberi tutti; Nessuno può essere perfettamente morale finché non sono tutti morali;

Nessuno può essere perfettamente felice finché non sono tutti felici

Herbert Spencer Statica sociale

1992, Rio de Janeiro, Conferenza delle Nazioni Unite sullo svi-

luppo sostenibile e relativa dichiarazione conclusiva (ri-afferma la Dichiarazione della Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente adottata a Stoccolma il 16 giugno 1972 ed opera in direzione di accordi internazionali che rispettino gli interessi di tutti).

1993, Libro Bianco Crescita, competitività ed occupazione. Le sfide e le vie da percorrere per entrare nel XXI secolo21 (propone ai Paesi membri di costruire una nuova econo-mia sana, aperta, decentrata, competitiva e solidale. In questo modo la Commissione Europea individua nella crescita del capitale umano e nello sviluppo del senso di responsabilità collettiva di ognuno il suo punto di forza per il potenziamento dell’occupazione).

1995, Manifesto delle imprese europee contro l’esclusione so-ciale. (Evidenzia il valore della solidarietà ed il rispetto dei diritti umani).

2000, Lisbona, Consiglio europeo22. Viene definito l’obiettivo strategico dell’U.E. per il 2010 («divenire l’economia della conoscenza più competitiva e più dinamica del mondo, capace di una crescita economica sostenibile ac-compagnata da una maggiore coesione sociale»).

2000, Nizza, Consiglio europeo23, Agenda sociale europea (sot-tolinea l’importanza della Responsabilità Sociale misu-randone il peso in termini di conseguenze sociali).

21 COM 700 del 05/12/1993. 22 Bollettino UE, n. 3, Marzo 2000, p. 1. 23 del 7, 8 e 9 dicembre 2000, G.U.C.E. n. 157C del 30/05/2001, pp. 4–12.

Parte prima

26

2001, Göteborg, Consiglio europeo24, adesione alla comunica-zione della Commissione sullo sviluppo sostenibile (vie-ne rimarcata l’importanza che le imprese integrino gli a-spetti ambientali e sociali nella loro attività).

2001, Libro verde della Commissione Europea; Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle im-prese25, (sensibilizzazione verso il tema della RSI affin-ché possa diventare parte integrante del comportamento imprenditoriale).

2001, Risoluzione26 del Consiglio dell’Unione europea. Ha dato mandato alla Commissione di valorizzare le conclusioni raggiunte nelle discussioni portate avanti negli Stati mem-bri sul tema e di avviare una serie di consultazioni sia a li-vello nazionale che europeo, al fine di raccogliere il mag-gior numero di contributi possibili fra i partner sociali. A seguito di ciò il Parlamento europeo ha redatto la pro-posta di risoluzione sul Libro Verde. Ha inoltre proposto una regolamentazione della RSI con la sua integrazione in tutte le politiche europee. Significativa, tra gli stru-menti proposti dal Parlamento, è la creazione di un orga-nismo di consultazione: il “Forum Europeo per la RSI”, pensato come luogo di dialogo tra gli stakeholder e stru-mento per la standardizzazione delle pratiche esistenti (Bilanci sociali ed altro).

2002, Comunicazione Responsabilità sociale: un contributo delle imprese allo sviluppo sostenibile (sintesi della con-sultazione relativa al Libro verde e principi per un’azione comunitaria in tema di RSI).

2002, Parigi, Forum (La Banca Mondiale si esprime in favore di Agenda 2127 e Global Compact28).

24 del 15–16 giugno 2001, Bollettino UE n. 2, 2002, pp. 58–59. 25 Del quale si parla più ampiamente nel paragrafo seguente. 26 Risoluzione del Parlamento europeo sul Libro verde della Commissione “Promuovere

un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese” COM(2001) 366 – C5–0161/2002 – 2002/2069 (COS), G.U.U.E. n. 187 E del 07/08/2003 pp. 180–188.

27 È un documento di intenti ed obiettivi programmatici su ambiente, economia e società sottoscritto da oltre 170 paesi di tutto il mondo, durante la Conferenza dell’ONU su Ambiente e Sviluppo (UNCED) svoltasi a Rio de Janeiro nel giugno 1992. Tale documento è formato da

Capitolo 1 – La responsabilità sociale d’impresa

27

2002, Johannesburg, Summit mondiale sullo sviluppo sosteni-bile (per fare il punto sulla situazione in merito a quanto definito nel vertice di Rio de Janeiro e mettere in atto nuovi provvedimenti).

2002, multistakeholder Forum; con l’obiettivo di «accrescere il livello di conoscenza della RSI, e facilitare il dialogo tra imprese, sindacati e società civile» (Migliorare la cono-scenza delle relazioni tra responsabilità sociale, sviluppo sostenibile e conseguente impatto su competitività, coe-sione sociale e protezione dell’ambiente; valutare l’op-portunità di un approccio comunitario al tema della RSI, tenendo presente le esperienze già realizzate in Europa e le iniziative internazionali).

2003, Relazione sulla comunicazione della Commissione relati-va alla responsabilità sociale delle imprese del 28 Aprile 2003: Un contributo delle imprese allo sviluppo sosteni-bile29: in risposta alla comunicazione della Commissione il Parlamento europeo esamina e approva la proposta di risoluzione avanzata dalla Commissione per l’occupazio-ne e gli affari sociali. La risoluzione conferma l’impor-tanza della RSI e il ruolo cruciale delle Piccole Medie Imprese per la sua diffusione, dando piena approvazione all’istituzione del forum multilaterale sulla RSI e sugge-rendo l’integrazione dei suoi principî con questioni con-cernenti la parità tra i generi.

2004, Il Forum termina i suoi lavori con la pubblicazione di un Report finale30. In cui si sottolineano gli elementi che do-

40 capitoli e suddiviso in 4 sezioni: dimensioni economiche e sociali, conservazione e gestio-ne delle risorse per lo sviluppo, rafforzamento del ruolo delle forze sociali e strumenti di at-tuazione.

28 È un’iniziativa internazionale che promuove nove (poi dieci) principî universali (relati-vi ai diritti umani, al lavoro e all’ambiente) che dovrebbero unire imprese, agenzie delle Na-zioni Unite, organizzazioni sindacali e società civile. Fu proposto per la prima volta dal Se-gretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan il 31 gennaio 1999 al World Economic Fo-rum.

29 COM(2002)347–2002/2261(INI). 30 European Multisthakeolder Forum, Social Responsability Final results & recommenda-

tions. Final report, 2004.

Parte prima

28

vrebbero essere contenuti in tutti gli strumenti di respon-sabilità sociale, quali: l’attenzione alla catena di fornitu-ra, l’inserimento della responsabilità sociale nel core bu-siness, il coinvolgimento dei manager, una comunicazio-ne chiara a trasparente sui benefici della RS. Il documento ricorda inoltre come le autorità locali deb-bano assicurare le condizioni per lo sviluppo della RS ed il successo delle imprese che la praticano.

2005–2010, Agenda sociale31 della Commissione Europea, che rap-presenta la dimensione della politica sociale della nuova strategia di Lisbona riorientata alla strategia della cresci-ta e del lavoro. Tra gli obiettivi che la Commissione si propone c’è il raggiungimento del pieno impiego e una società più coesa con uguali opportunità per tutti. Obiet-tivi raggiungibili anche attraverso il rafforzamento del principio della responsabilità sociale delle imprese.

2. Il libro verde sulla responsabilità sociale

Una grande società è una società in cui gli uomini d’affari hanno una grande idea delle loro funzioni

Alfred North Whitehead

Avventure delle idee Il Libro verde sulla proposta Promuovere un Quadro Europeo per

la Responsabilità Sociale delle Imprese (COM 2001)366 fu lanciato il 18 luglio 2001 dalla Commissione Europea. Una proposta considerata fattore strategico per l’attuazione delle linee politiche delineate a Li-sbona: «divenire l’economia della conoscenza più competitiva e di-namica del mondo, capace di una crescita economica sostenibile ac-compagnata da un miglioramento quantitativo e qualitativo dell’occu-pazione e da una maggiore coesione sociale».

31 Commissione delle comunità europee, Comunicazione della Commissione sull’Agenda

sociale; COM (33), 2005 def., G.U.U.E. n. 64 C del 16–03–2005, p. 2.

Capitolo 1 – La responsabilità sociale d’impresa

29

Il libro attribuisce un ruolo centrale alla promozione della respon-sabilità sociale a tutti i tipi di imprese e società, di qualunque dimensione e categoria; sottolineando in particolare la positiva influenza nella diffu-sione delle buone prassi che potrebbero esercitare le piccole imprese, in ragione del loro maggiore radicamento territoriale e culturale.

Si definisce anche come i comportamenti socialmente responsabili vadano al di là della mera soddisfazione degli obblighi giuridici vigen-ti; ma implichino una volontaria adozione di azioni che investano nel capitale umano, nell’ambiente e nella valorizzazione dei rapporti con le altre parti interessate.

Gli impatti economici conseguenti a comportamenti così orientati sono distinguibili in impatti indiretti (approvazione dei consumatori ed investitori, miglioramento dell’immagine e del marchio in genera-le) e diretti (crescita della produttività dei lavoratori, miglioramento della comunicazione e dell’ambiente di lavoro).

In sostanza, all’adozione di prassi socialmente responsabili è attri-buita una funzione decisiva nel raggiungimento di vantaggi competiti-vi per affrontare le maggiori sfide del futuro:

– reclutamento e conservazione di lavoratori qualificati: attraverso

l’adozione di pratiche che includono formazione professionale per tutto l’arco della vita; un miglioramento del circuito d’informazio-ne nell’impresa, un miglior equilibrio tra lavoro, famiglia e tempo libero; una maggior diversità delle risorse umane; l’applicazione del principio di uguaglianza per le retribuzioni e le prospettive di carriere delle donne, la partecipazione ai benefici e le formule di azionariato, nonché la presa in considerazione della capacità d’in-serimento professionale e della sicurezza sul posto di lavoro;

– salute e sicurezza sul lavoro: innalzando gli standard di sicurezza e pro-tezione della salute presenti sui luoghi di lavoro propri e verificandone il rispetto presso quelli dei fornitori e subappaltatori. La diffusione della cultura della prevenzione e l’implementazione di misure di tutela volon-tarie ad integrazione delle attività legislative promosse dalle autorità pubbliche rappresentano un importante elemento di marketing per la commercializzazione dei propri prodotti e servizi;

– adattamento alle trasformazioni: consentendo di intraprendere ri-strutturazioni aziendali attraverso l’ascolto delle preoccupazioni ed

Parte prima

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il coinvolgimento di tutte le parti interessate, cercando in tal modo le soluzioni più adeguate al cambiamento, i rischi ed i costi connes-si, proteggendo in prima istanza i diritti dei lavoratori;

– salvaguardia dell’ambiente e delle risorse naturali: intraprendendo politiche di incremento dell’efficienza energetica che, riducendo il consumo delle risorse e delle emissioni inquinanti, oltre ad addurre effetti benefici all’ambiente conduce ad un consistente risparmio economico a vantaggio dell’impresa e della sua redditività. La responsabilità sociale rappresenta pertanto, quell’imprescindibi-

le strumento capace di coniugare la storica attenzione dell’Europa per la solidarietà e coesione sociale con il raggiungimento di più elevate prestazioni competitive.

3. Le tipologie di responsabilità sociale Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfa-zione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare sen-za fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow–Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto interno lordo (PIL). Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carne-ficine dei fine–settimana. Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le pri-gioni per coloro che cercano di forzarle […] Non tiene conto della salute del-le nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. […] Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribu-nali, né dell’equità nei rapporti fra di noi. Il PIL non misura né la nostra argu-zia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani32.

Robert F. Kennedy

32 Discorso del 18 Marzo 1968 alla Kansas University.

Capitolo 1 – La responsabilità sociale d’impresa

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Secondo un’analisi che ha messo a confronto gli approcci di RSI in Europa e negli Stati Uniti, Matten&Moon ne hanno definito due tipo-logie; esplicita ed implicita.

Esplicita è quella statunitense in cui maggiormente le compagnie, attraverso le loro politiche, indirizzano risorse verso importanti pro-blematiche sociali ed economiche. Ciò avviene soprattutto su base vo-lontaria dal momento che la legislazione in quei Paesi è meno restrit-tiva. È invece definita implicita quella che si verifica molto spesso in Europa per via del fatto che la legislazione prevede obbligatoriamente il rispetto di molti adempimenti in materia. (Matten&Moon, 2004 in “Implicit” and “Explicit” CSR: A conceptual framework for under-standing CSR in Europe).

In riferimento a tale valenza istituzionale alcuni governi hanno in-trapreso azioni per incentivare la diffusione della RSI; il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali italiano ad esempio ha introdotto l’iniziativa CSR–SC33, altri hanno preferito lasciare il mercato e la so-cietà liberi, altri ancora hanno previsto misure relativamente solo ad alcuni aspetti.

Si tratta di un’annosa questione strettamente legata alla concezione dello Stato, di ciò che si crede esso debba fare o no, ma che implica anche altri aspetti, in primis quello culturale. Questi sono i fattori di-scriminanti che sottolineano le grandi differenze fra l’approccio di due sistemi, come sono quelli statunitense ed europeo, che in moltissimi altri ambiti invece presentano grandi convergenze.

A questo proposito è stata evidenziata anche un’ altra definizione delle due tipologie di Responsabilità Sociale, che ne presenta una con-cezione estesa ed una ridotta.

La concezione estesa presenta l’economia come un importante a-spetto della vita sociale, se non come uno fra i più importanti; per que-sto motivo il mondo economico ha la responsabilità di contribuire in tutti i modi al benessere della società (Megginson et. al. 2002).

È questa la concezione di RSI che anima anche il presente testo. La concezione ristretta, spesso definita “Neoclassica”, invece è sta-

ta fortemente sostenuta da Milton Friedman e verrà trattata più am-piamente nel capitolo Critiche alla teoria degli stakeholder.

33 Corporate Social Responsibility - Social Commitment.