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DONNE IN...CARTATE IL gentil sesso nei mass media La Voce del Leone I.I.S. “Roncalli-Sarrocchi Anno VIII n° 5 Gennaio 2014

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DONNE IN...CARTATEIL gentil sesso nei mass media

La Voce del Leone I.I.S. “Roncalli-Sarrocchi

Anno VIII n° 5 Gennaio 2014

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IN QUESTO NUMERO:

Le donne e la TV

2 Editoriale

7 Progetto Martina

8-9 Sportello C.I.C

11-15“Giorno della Memoria”

10 La Voce degli studenti

Un giorno memorabile

pag. 16

La Voce del Leone

contatti: Facebook.com/giornalinoLaVocedelLeone

Anno VIII n°5 Gennaio 2014 Blog: La-voce-del-leone 1.webnode.it

Le nostre Rubriche: 20-21 La Rubrica di Daniel . . a cura di Daniel Prodan 26-28 Cuochi provetti a cura di Alessia Spedale

22-23 Storie di guerra sul mare a cura di Marco Nesi

30 Enigmistica a cura di Dr.Enigma e di PIDI

24 XpressMusic’s Betta a cura di Elisabetta Sasso

29 #lecosechenonvorrestisapere a cura di Clara Imbimbo

17-19 Videogiochi e dintorni a cura di Matteo Verdicchio

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Il “Roncalli” promuove la sicurezza informatica

Il nostro Istituto è da sempre protagonista,in Val d'Elsa e non solo,ed anche questa volta ha centrato un importante traguardo facendosi promotore insieme all' “Istituto Formazione Franchi” e ai Comuni di Poggibonsi e di Colle Val d'Elsa di un “Seminario per la Sicurezza informatica e Telematica” che promuove il progetto Scuola Digitale-LI M CL@SSE 2.0 voluto dal Ministero della Pubblica Istruzione.Che l'iniziativa fosse un'idea azzeccata lo si era visto dalle adesioni,infatti circa 1700 famiglie hanno risposto con interesse alla proposta e per questo motivo il calendario del Seminario,inizialmente previsto solo per il 28 gennaio,ha avuto una sensibile variazione con l'aggiunta di altri incontri,il primo dei quali si è svolto il 4 febbraio scorso.La Sicurezza Informatica e Telematica in un mondo,anche quello giovanile,sempre più caratterizzato dal WEB è certamente importante! Anzi,da genitore direi che è fondamentale e per questo tra gli interventi che ho ascoltato in Aula Magna il 28 gennaio sicuramente quelli del Vice Questore Aggiunto Gianluca Mazzantini e dell'ingegner Paolo Paparesta sono stati,a mio avviso, i più interessanti. È importante sapere che la P.S. Vigila sulla sicurezza informatica dei nostri figli e lo è altrettanto la possibilità di attivare dei filtri,come la Baby Sim o il Parental Control,che impediscano ai minori l'accesso a siti WEB potenzialmente pericolosi. Ormai il PC è ovunque.La sua presenza,talvolta “inquietante” per noi insegnanti,è rappresentata dalla LIM e dal registro elettronico che ormai caratterizzano la nostra professione e la nostra quotidianità;ma lo sarà ancora di più con il progetto Scuola Digitale-LI M CL@SSE 2.0 che il MIUR intende estendere a tutte le scuole e che prevede,in un futuro non troppo lontano, l'adozione di Ebook e di libri digitali per gli studenti. In un mondo digitalizzato anche la sicurezza legale è importante e ,a questo proposito,l'intervento dell'avvocato Francesco Parenti è stato veramente utile. È importante sapere che l'uso dei social network,primo dei quali Facebook,può essere fonte di “guai legali” e che l'accettazione di “amicizie” può essere anche causa di spiacevoli inconvenienti,come ci ha raccontato l'avvocato. Insomma i rischi legati all'uso del PC e soprattutto di Internet è bene conoscerli per evitare spiacevoli conseguenze ed anche ,anzi, soprattutto per questo le iniziative come questa del “Seminario Sicurezza Informatica e Telematica” sono meritorie ed auspicabili.

Patrizia Davini

Il LEONE SI RINNOVA

Con questo numero il Leone si arricchisce di una nuova pagina informativa che sostituisce il vecchio Sommario della prima pagina. D'altra parte il tempo passa e i cambiamenti sono necessari per migliorare la veste grafica del nostro giornalino. Alla copertina,altra novità di quest'anno,ormai vi siete abituati dal numero del Cinquantenario,ma la Redazione voleva ulteriormente migliorarne la qualità e la presentazione dei contenuti attraverso un “contenitore” diverso e, secondo noi ,più bello era d'obbligo!!

BUONA LETTURA!!

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Le donne e la TV

“Accendendo la televisione e facendo un po’ di zapping è difficile non imbattersi in donnine seminude alle quali non è richiesto comporre una frase di senso compiuto e che devono apparire solo come un oggetto decorativo all’interno di uno studio televisivo” dice Daniela Silva. “se si prova a guardare la TV per diverse ore consecutive alla fine si è sfiniti, nauseati per la quantità esagerata di gambe, seni, sederi e labbroni che vengono ripresi e trasmessi in primo piano senza alcun pudore” dice Lorella Zanardo nel suo video documentario “il corpo delle donne”. Secondo la giornalista Romina Spina “ I media e la televisione ci raccontano sempre più di donne e di stereotipi lontani dalla realtà, dalla vita di tutti i giorni. Ci mostrano corpi finti, rifatti e ci

propongono parole e discorsi sempre più inconsistenti e vuoti. le “donne vere” stanno scomparendo dalla televisione. l’assenza della donna “reale” dalla televisione, assenza camuffata da ibridi che sembrano bambole erotizzanti e offrono, attraverso il loro lavoro, importanti spunti di riflessione. Nei media italiani le donne vengono ridotte ad oggetti del desiderio, quasi senza eccezioni. La rappresentazione volgare consolida vecchi cliché e rende più difficile la posizione delle donne nella società. All’inizio degli anni ’80 sono entrate in scena le starlette, grazie al boom della televisione commerciale. All’epoca fu l’imprenditore milanese Silvio Berlusconi a salire alla ribalta con i suoi canali, rompendo così il monopolio della RAI. Presto fecero la loro comparsa nelle case degli italiani le prime immagini di donne svolazzanti. Se da una parte vi erano le discrete «signorine buonasera», che annunciavano i programmi serali della RAI, dall’altra si potevano vedere all’improvviso giovani donne carine e mezze nude.”(tratto da Professione starlette). Dello stesso tenore e con altrettanta sicurezza ci va dentro “Il Fatto Quotidiano” ,che in un articolo intitolato -Come la cultura televisiva italiana plasma la figura della donna – afferma: “Per esempio la trasmissione del concorso di bellezza «Miss Italia» dove le giovani italiane mostravano il proprio corpo in televisione con un numero oppure il programma Striscia la notizia.

(continua a pag.4)

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Il suo successo si deve soprattutto ai contributi dei telespettatori che mettono in luce i mali e i problemi del Paese. Il programma, oltre all’impegno per una maggiore giustizia sociale, ha fatto emergere un processo mediatico di lenta umiliazione delle donne italiane dando vita ad un fenomeno ormai tipico della televisione italiana: l’entrata in scena di giovani ballerine poco vestite, le cosiddette «veline>>. Le veline sono descritte come «oggetti decorativi in carne ed ossa>>. Eppure molte ragazze le prendono come modello da seguire; non sono richieste loro particolari competenze, quel che conta sono attributi fisici e un atteggiamento disinvolto e sicuro di sé. Con i loro abitini provocanti saltellano per lo studio per convincere lo spettatore a non cambiare canale. Le telecamere vanno su e giù soffermandosi soprattutto su seni e fondo schiena, entrambi poco coperti. Bionde e brune sorridono ammiccanti, non lesinano bacini o si sdraiano sul bancone davanti ai conduttori divertiti. Se alle veline viene data possibilità di parlare, è solo per dire sciocchezze. In Italia, dove Striscia la notizia è seguita da quasi sei milioni di persone, le veline

sono diventate un fenomeno sociale. La loro metamorfosi è stata così sorprendente da renderle persino una voce all’interno dei dizionari. La curiosa denominazione proviene dal loro incarico iniziale, che consisteva nel consegnare le notizie ai conduttori. Questi messaggi si chiamavano per l’appunto veline, con riferimento alla «carta velina» utilizzata durante il fascismo per la diffusione di messaggi di propaganda provenienti dal regime di Mussolini.

Il nome sembra calzare a pennello riferito a queste ballerine poiché descrive esattamente il loro ruolo all’interno del programma. Proprio come la carta, anche queste ragazze sono senza peso dato che servono di tanto in tanto ad alleggerire un programma che sfocia facilmente nel volgare. Eppure la loro popolarità non sembra averne risentito in alcun modo; ad ogni sostituzione delle veline inizia in tutta Italia la ricerca di nuove volti, o meglio di corpi. A questi cast-ing si presentano ogni volta anche 10mila ragazze. Per molte giovani donne cresciute davanti allo schermo un lavoro in televisione è un obiettivo importante. Tuttavia non tutte le ragazze sono interessate a fare carriera come star della televisione: molte di loro possiedono un buon titolo di studio e hanno tutt’altra ambizione. Ai cast ing dichiarano infatti di voler diventare avvocato, manager oppure giornalista. Siccome sono convinte che l’Italia non sia riuscita a trasformarsi in un Paese meritocratico, queste ragazze pensano prima di tutto a diventare famose, nonostante gli ottimi voti, in modo da poter usufruire in seguito di particolari raccomandazioni per poter fare il lavoro desiderato. Per intrecciare legami con personaggi politici influenti la televisione è mezzo ormai collaudato. Infatti, per esempio, Berlusconi una volta entrato in politica ha fatto sì che molte delle Starlette finissero nelle sue liste elettorali, permettendo loro, senza alcuna competenza o merito, di entrare non solo nel Parlamento italiano, ma anche in quello europeo. La 28enne napoletana Francesca Pascale (ex showgirl convertitasi alla politica) ha dichiarato recentemente che l’intrattenimento e la politica sarebbero molto simili. Dello stesso avviso sono anche molte giovani donne che, alla domanda sul loro futuro lavorativo, rispondono di voler diventare velina oppure entrare in politica, come se i due ruoli fossero intercambiabili.”

(Continua a pag 5)

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Ribadisce ancora Romina Spina nel suo articolo Professione starlette: “Le condizioni che hanno reso possibile questo processo erano presenti già da tempo e avrebbero portato ad un risultato simile anche senza il contributo di Berlusconi. Il familismo è ben radicato in Italia e rende più difficile mostrare le proprie capacità al di fuori delle quattro mura; non è un caso infatti che la quota di donne italiane che lavorano fuori casa sia tra le più basse d’Europa.”

Il Censis, nell'ambito del progetto europeo “Women and media in Europe”, ha realizzato un'indagine sull'immagine della donna nella televisione italiana, in collaborazione con la Fondazione Adkins Chiti: Donne in musica e la Fondazione Risorsa Donna. Attraverso l'analisi dei contenuti di 578 programmi televisivi d'informazione, approfondimento, cultura, intrattenimento sulle 7 emittenti nazionali (RAI, Mediaset, La7), emerge che le donne, nella fascia pre-serale, ricoprono soprattutto ruoli di attrici (56,3%), cantanti (25%) e modelle (20%). L'immagine più frequente dunque è quella della donna di spettacolo. La donna in TV è rappresentata in maniera positiva piacevole, collaborativa, come protagonista della situazione, ma generalmente, lo spazio offerto alla figura femminile è gestito da una

figura maschile "ordinante". Belle, patinate e soprattutto giovani. L'immagine della donna risulta polarizzata tra il mondo dello spettacolo e quello della violenza della cronaca nera. C'è una distorsione rispetto al mondo femminile reale: le donne anziane sono invisibili (4,8%), lo status socioeconomico percepibile è medio-alto, e solo nel 9,6% dei casi è basso, mentre le donne disabili non compaiono mai. I temi a cui la donna viene più spesso associata sono quelli dello spettacolo e della moda (31,5%), della violenza fisica (14,2%) e della giustizia (12,4%); quasi mai invece alla politica (4,8%), alla realizzazione professionale

(2%) e all'impegno nel mondo della cultura (6,6%). L'intrattenimento: Il conduttore è uomo (58%), lo stile di conduzione è ironico (39,2%), malizioso (21,6%) e un po' aggressivo (21,6%); i costumi di scena sono audaci (36,9%), le inquadrature voyeuristiche (30%) e solo nel 15,7% dei casi sottolineano le abilità artistiche della donna. L'estetica complessiva è quella dell'avanspettacolo mediocre (36,4%) e scadente (28,9%). Nei reality in particolare, della donna si sottolineano invece doti di adattamento, furbizia e spregiudicatezza. Nell'informazione la donna compare soprattutto all'interno di un servizio di cronaca nera (67,8%), in una vicenda drammatica in cui è coinvolta come vittima di violenze, stupri e prevaricazioni di ogni tipo. E il suo intervento, in un servizio televisivo, dura fino a venti secondi, nel 45,2% dei casi. nei programmi di approfondimento Il timone della conduzione è in mano agli uomini (63%). Ma se le donne intervengono in qualità di esperte lo sono soprattutto su argomenti come l'Astrologia (20,7%), la Natura (13,8%), l'Artigianato (13,8%) e la Letteratura (10,3%). Le donne della fiction: E' il genere che meglio descrive l'evoluzione della condizione delle donna, la quale viene rappresentata come dirigente di distretti di polizia, come medico e avvocato in carriera. Molte italiane si sono lasciate sopraffare dalle umiliazioni senza alcuna resistenza. Un ruolo decisivo, secondo la sociologa Elisa Manna, lo giocherebbero fattori come il contesto storico. La televisione privata ha raggiunto il mercato subito dopo le conquiste dei movimenti femministi negli anni Settanta. Le donne all’epoca erano stanche e frustrate perché dopo successi come il divorzio e l’aborto notavano che le richieste di pari opportunità nel mercato del lavoro restavano inascoltate. «Questa sconfitta fu un brusco risveglio», prosegue Manna. Contemporaneamente i media italiani rappresentavano sempre di più la donna come un giocattolo sempre a disposizione. Di fronte ad un pubblico fatto di milioni di persone veniva riprodotta e confermata la posizione già in secondo piano della donna italiana all’interno della società. Le donne, con il loro consenso, venivano rese in televisione come una sorta di caricatura, portando ad una loro rappresentazione, sia in televisione sia nella vita pubblica, debole, superficiale, incapace e facilmente sostituibile. Ad oggi i ruoli in base al sesso sono consolidati non solo nei programmi di intrattenimento, ma anche all’interno dei notiziari e nei dibattiti. In questi ultimi raramente si vedranno scienziate o donne manager tra gli ospiti.

(Continua a pag 6)

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Nei programmi che si occupano di politica ed economia mancano voci femminili influenti, salvo poi essere interpellate quando si parla di salute, società, famiglia o relazioni. «Per quale motivo non reagiamo?», questo fu il monito nel 2009 di Lorella Zanardo nel suo significativo film documentario sulla rappresentazione della donna nei media. Per il suo «Il corpo delle donne» ha messo insieme molte scene grottesche provenienti dai programmi televisivi. Queste orribili immagini sembrano aver colpito allo stomaco non solo tante donne, ma sempre più uomini. Negli anni passati si è arrivati persino ad alcune campagne e azioni di protesta contro il sessismo. Dopo l’onda emotiva che ha portato ad una mobilitazione di massa è rimasto solo l’entusiasmo dell’opposizione a questa figura femminile, con donne e uomini tornati entro i propri limiti. Le donne vengono categorizzate! Si passa dalle veline «liberali», alle femministe «frustrate», oppure, come le stesse Boldrini, Camusso e Tarantola, alle bigotte «odiate».L’uso dell’immagine femminile in televisione, ma anche in pubblicità non è certo un argomento nuovo, in passato è stato ampiamente indagato, ma ancora di più dibattuto. Dalle gambe delle Kessler all’ombelico della Carrà, nelle case degli italiani sono sempre entrate corpi ammiccanti e seducenti. Eppure oggi il problema sembra diverso. Non si tratta più del “vero” richiamo morale della censura, bensì il campanello d’allarme verso una deriva culturale che sta producendo effetti devianti per la costruzione dei modelli ideali a cui si ispirano milioni di cittadini e adolescenti.

L’uso dell’immagine femminile in televisione, ma anche in pubblicità non è certo un argomento nuovo, in passato è stato ampiamente indagato, ma ancora di più dibattuto. Dalle gambe delle Kessler all’ombelico della Carrà, nelle case degli italiani sono sempre entrate corpi ammiccanti e seducenti. Eppure oggi il problema sembra diverso. Non si tratta più del “vero” richiamo morale della censura, bensì il campanello d’allarme verso una deriva culturale che sta producendo effetti devianti per la costruzione dei modelli ideali a cui si ispirano milioni di cittadini e adolescenti. Negli ultimi anni si sente sempre più spesso parlare di una cosa chiamata “mercificazione del corpo delle donne”, una sorta di vilipendio contro la “dignità delle donne”. Probabilmente, da un certo punto di vista è così, ci troviamo effettivamente di fronte alla mercificazione del corpo femminile, ma la colpa non è solo degli uomini; sembra assurdo far passare le veline (e chi per loro) come “vittime” di una presunta “oppressione patriarcale”, perché in fin dei conti si parla di persone profumatamente pagate per fare poco o nulla. Ciò allarma maggiormente è la totale indifferenza da parte delle donne, donne che costituiscono il 60% del pubblico televisivo, e riescono a vedere le altre donne solo con occhi maschili, donne che si trovano dall’altra parte dello schermo e non riescono a rendersi conto che una donna può e deve avere successo anche senza rifarsi le tette. Questo comportamento ha ripercussioni anche tra gli adolescenti soprattutto tra le ragazze che prendendo come esempio le donne in TV cercano di ridurre le proprie forme, agendo sull’alimentazione e sul peso ed attuando condotte più o meno pericolose come “l’anoressia” per assomigliare alle veline, starlette o modelle.

Roberta Santonastaso

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Notizie dall' Istituto

Lezioni contro i tumori - Lezioni contro il silenzioLA LOTTA CONTRO I TUMORI SI VINCE CON LA CULTURA

Al Roncalli- Sarrocchi, lezioni contro i tumori, lezioni contro il silenzio, gli obiettivi del Progetto Martina per informare,ricordandosi che la lotta contro i tumori si vince con la cultura

Nel quadro dell’educazione alla salute, attività educativa prevista nel piano dell’offerta formativa della scuola, nell’istituto scolastico Roncalli-Sarrocchi di via Senese in Poggibonsi, in collaborazione con il Lions Club Valdelsa, saranno svolte alcune lezioni (nei giorni 13-15-22 gennaio) allo scopo di informare e far conoscere ai giovani le problematiche inerenti i tumori. Sul perché alcune patologie cominciano il loro percorso in età giovanile, anche se la maggior parte si manifesta in età media o avanzata. Parleremo inoltre di tumori causati da mutazioni di geni indotte, nell’arco della vita, da fattori ambientali e da stili di vita scorretti: conoscere ed evitare fin da giovani questi fattori di rischio riduce il rischio di

ammalarsi; inoltre la diagnosi tempestiva di alcuni tumori effettuata mediante controlli periodici in soggetti sani, richiede l’impegno da parte del singolo individuo e permette di intervenire tempestivamente aumentando la probabilità di guarigione.

Tale attività fa parte di un progetto nazionale denominato “Progetto Martina”, ispirato all’eredità morale, realizzato in ricordo di una giovane che ha chiesto con molta insistenza che fossero promosse azioni di prevenzione e informazione in età giovanile. Attivato da qualche anno dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e Ricerca in alcuni distretti scolastici italiani, ha dimostrato di suscitare l’interesse e

l’attenzione dei giovani, oltre a rivelarsi molto efficace. Le lezioni saranno tenute dalla dott.ssa Chiara Mezzedimi responsabile operativa del progetto per il Lions Club Valdelsa, attraverso un percorso guidato di conoscenze e saperi volti a trasmettere tranquillità e non angoscia, insicurezza e paura come spesso accade quando si parla di questi argomenti. Con il sapere possiamo difenderci da una malattia, possiamo vincerla, permettendo di vivere con maggiore serenità.

Si richiede quindi “cultura”... e la scuola parallelamente ai normali percorsi didattico-istituzionali, è il luogo più idoneo per favorire questo importante messaggio educativo.

Prof. Giancarlo Pecciarelli

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NOTIZIE DALL'ISTITUTO

La Redazione del giornalino è lieta di fornire ai suoi lettori l'orario annuale degli incontri con la dottoressa Emanuela Fontani nei due plessi. Gli incontri avverranno sempre il mercoledì dalle ore 11:30 alle ore 12:30 secondo le tabelle forniteci dal responsabile del progetto prof. Giancarlo Pecciarelli.

SPORTELLO CIC RONCALLI

Sportello di ascolto presso aula INFORMATICA MPS

Il Mercoledì dalle ore 11:30 alle ore 12:30

13 Novembre27 Novembre11 Dicembre8 Gennaio

22 Gennaio5 Febbraio

19 Febbraio5 Marzo

19 Marzo2 Aprile

16 Aprile14 Maggio28 Maggio

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NOTIZIE DALL'ISTITUTO

La Redazione del giornalino è lieta di fornire ai suoi lettori l'orario annuale degli incontri con la dottoressa Emanuela Fontani nei due plessi. Gli incontri avverranno sempre il mercoledì dalle ore 11:30 alle ore 12:30 secondo le tabelle forniteci dal responsabile del progetto prof. Giancarlo Pecciarelli.

Sportello CIC SARROCCHI

Sportello di ascolto presso aula Laboratorio di Fisica 2 Il MERCOLEDì dalle ore 11:30 alle ore 12:30

20 Novembre4 Dicembre

18 Dicembre15 Gennaio29 Gennaio12 Febbraio26 Febbraio12 Marzo26 Marzo9 Aprile7 Maggio

21 Maggio4 Giugno

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La Voce degli Studenti

Pubblichiamo un tema ,inviatoci dalla professoressa Elisa Prati,scritto da Alessio Zancan che ha collaborato con il Leone fino alla primavera del 2013. Con la speranza di poterlo nuovamente avere nel giornalino lo salutiamo.

«Avevo vent’anni. Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita» (Paul Nizan, Aden Arabia, 1931).Il candidato rifletta sulla dichiarazione di Nizan e discuta problemi, sfide e sogni delle nuove generazioni.

Quante volte capita di trovarsi a dialogare con persone che rimpiangono la gioventù, i cari vecchi vent'anni? E quante volte restiamo in silenzio, davanti a loro, con un finto sorriso, chiedendoci cosa ci sia di così bello nell'essere giovani? Forse un tempo i ragazzi riuscivano, accontentandosi della semplicità di pochi giocattoli fatti con poco o niente, o correndo nei campi, a divertirsi, senza dar parso a qualche imprevisto. Agli occhi di un giovane d'oggi, invece, quell'imprevisto si fonde con un'immensità di altre cose, fino a diventare un problema esistenziale, ed è facile rendersene conto provando a immaginare la giornata tipo di un adolescente. Suona la sveglia. Già alzarsi dal letto è un'impresa quasi impossibile. Poi il bagno, l'unica stanza che riesca a far aprire gli occhi di colpo, purtroppo, nel riflesso di un corpo pieno di difetti. Inizia quindi la vera guerra nel tentativo di accettarsi, con la stessa probabilità di riuscire che ha un vaso di terracotta di rompersi cadendo dal balcone. La lunga ricerca, ora, di qualcosa di accettabile da indossare per coprire i difetti, subito seguita da una rapida, intensa abbuffata. Di corsa, poi, verso scuola, per sentirsi ancora più giudicati e valutati, e di nuovo a casa, dove i genitori sottolineano la cosa. Arriva il pomeriggio, e finito lo studio, il momento per uscire e godersi la "bella gioventù", fatta di impegni,di frenesia... e quell'insano tira e molla di amicizie e amori che non possono far altro che distruggere definitivamente la speranza di una giornata tranquilla. Permane, ad oggi, la strana tendenza a svalutare i sentimenti, come fossero acqua che scorre addosso e se ne va; un giorno siamo tutt'uno con un amico, e quello dopo ce ne scordiamo per inseguire un amore che non durerà un mese. Quando poi, la sera, andiamo a letto, un breve film ideologico ci lascia al silenzio, per ripartire come sempre la mattina seguente. Terminato questo rapido sguardo alla giornata tipo di un adolescente medio, non uno di quelli che prende la vita come viene, che son sempre meno, dovrebbe risultare chiaro come sia, la gioventù, tutt'altro che la fase migliore della vita.

Alessio Zancan

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Gli Studenti e “Il Giorno della Memoria”In occasione della celebrazione del Giorno della Memoria,che cade ogni anno il 27 gennaio,la Redazione ha deciso di proporre ai suoi lettori alcuni articoli scritti da studenti del nostro Istituto che si sono recati al Mandela Forum di Firenze per assistere all'annuale commemorazione della Shoa. Li ringraziamo tutti per l'importante contributo.

Giorno della Memoria: racconti e storie di vitaLa Toscana si trova a Firenze per ricordare l'orrore dei campi di sterminio

“È impensabile ciò che è successo”,così ha introdotto la giornata Matteo Renzi e poi ha aggiunto “e non si può dimenticare”;parole queste con le quali non si può non essere d'accordo quando si pensa agli orrori che hanno vissuto i prigionieri dei campi di concentramento ed è per questo che si celebra il ricordo del 27 gennaio 1945,ovvero il giorno della memoria,quando furono liberati i prigionieri di Auschwitz. Essi furono liberati dalle catene dell'odio,dalla paura di morire,dal rancoredi altri esseri umani,dalla mente malata di un pazzo idealista come Hitler che per puro piacere uccise gli ebrei e chiunque la pensasse diversamente da lui. In migliaia hanno partecipato a questa celebrazione,che ,non a caso,ha avuto luogo al Mandela Forum di Firenze,il palazzetto intitolato ad uno dei maggiori combattenti per l'abbattimento delle barriere razziali.Fra i presenti alla manifestazione,oltre al primo cittadino di Firenze,c'erano il Presidente delle Province ed alcuni testimoni i quali ,a turno,sono intervenuti alla presenza di migliaia di studenti.In quella giornata,chiunque abbia parlato ha lasciato nei presenti un'emozione,un pensiero che rimarrà nel profondo dell'anima per sempre. È incredibile il silenzio che ha accompagnato i testimoni mentre parlavano delle loro esperienze. È il sintomo del fatto che quei testimoni delle atrocità naziste avevano catturato la piena attenzione dei ragazzi;e ce ne vuole per ammutolire più di 10.000 persone!!Intervistando alcuni ragazzi ci siamo resi conto che tra le emozioni provate c'era stata molta commozione,specialmente quando una delle due sorelle sopravvissute al campo di concentramento ha raccontato di come,per pura fortuna,si erano sottratte alla crudeltà con cui era stato ucciso il loro piccolo cugino. Un poco più ironico,anche se comunque traspariva il dolore sul volto segnato dalla brutta esperienza,è stato il racconto di un'altra testimone,Kitty Braun.La donna ha raccontato l'oblio in cui era stata,gli orrori che aveva visto e di come fosse stata fortunata nel restare in vita anche con l'aiuto di qualche anima buona in divisa che faceva parte di un sistema ingiustificabile.A questo racconto è seguito quello di un ex militare italiano che ha rifiutato,in tutti i sensi,la camicia nera fascista e poi quello di un politico,di idee opposte a quelle di Mussolini,entrambi sopravvissuti ai campi di concentramento.Ciò che accomuna tutti i testimoni e che ha colpito l'attenzione di tutti i presenti è stato il racconto dell'arrivo nei campi di sterminio caratterizzato sempre dalla disinfestazione e dalla depilazione totale dei prigionieri,perché essi erano un modo per umiliare profondamente le vittime e togliere loro ogni dignità umana.Tra le emozioni e i racconti fatti i presenti hanno potuto ascoltare anche la memoria di un uomo che è stato proclamato “giusto” per quanto ha fatto per salvare vite umane. Quest'uomo,Gigli,fornendo passaporti falsi agli ebrei e agli antifascisti ha salvato migliaia di persone.Tra gli applausi degli olter 10.000 ragazzi e fra le lacrime di gioia dei testimoni la musica suggestiva della Homeless Light Orchestra di Enrici Fink ci ha accompagnato al termine della manifestazione. Il 27 gennaio 2014 è stata una giornata da non dimenticare.

Danny Maisto

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Gli Studenti e “Il Giorno della Memoria”

Il Mandela Forum di Firenze è “alla ricerca dei Giusti”

Firenze,27 gennaio 2014

“Chi salva una vita salva il Mondo”,è questo lo slogan del meeting che si è svolto al Mandela Forum il 27 gennaio scorso per l'annuale ricorrenza del “Giorno della Memoria”.I 10.000 studenti presenti,provenienti da tutte le province della Toscana,si sono ritrovati per l'ottava volta ad assistere a questo evento d'informazione e consapevolezza realizzato grazie alla collaborazione: della Fondazione “Museo della Deportazione” di Prato; all' Associazione Gariwo, La foresta dei Giusti” e all'Ufficio Scolastico della Toscana..L'evento,che ad anni alterni si svolge anche attraverso l'organizzazione (i promotori sono gli stessi) del “Treno della Memoria” per Auschwitz, è stato aperto dal sindaco di Firenze,Matteo Renzi,il quale rivolgendosi agli studenti ha auspicato che esso possa diventare anche il mezzo per costruire un futuro migliore e non solo un momento per ricordare un passato triste.Dopo il sindaco sono intervenuti: Andrea Pieroni,Presidente delle Province Italiane;Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana;ma i veri protagonisti sul palco del Mandela sono stati i sopravvissuti dei campi di concentramento.Questi testimoni,nonostante le difficoltà, portano ancora l'esperienza vissuta agli studenti presenti e trasmettono immagini e sensazioni indimenticabili. La prima a prendere la parola è stata una delle sorelle Bucci,Tatiana e Andra; entrambe sono state deportate ad Auschwitz ed hanno commosso tutti con la loro storia per la quale non ho parole sufficienti per raccontarla a mia volta. A seguire hanno parlato: Kitty Braun ; Marcello Martini,uno dei più giovani partigiani italiani ed infine Antonio Ceseri,un “sopravvissuto per miracolo” come ama definirsi,un uomo che per portare avanti i propri ideali ha visto la morte cadergli addosso, nel senso letterale del termine,infatti è stato sepolto dai cadaveri dei suoi compagni d'armi fucilati con lui dai nazisti.Molto interessante è stato l'intervento del sindaco di Mathausen,città tristemente famosa a causa del campo di sterminio,e poi il racconto di Paolo Gigli e la lettura di alcuni documenti umani fatta da Miriam Cividalli.Questa importante giornata si è conclusa sulle note di Enrico Fink e della sua Homeless Light Orchestra accolte dal caloroso applauso di tutti gli studenti,un applauso colmo di consapevolezza e solidarietà.

Marta Chiari

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Gli Studenti e “Il Giorno della Memoria”

GIORNO DELLA MEMORIA

10.000 studenti al Mandela Forum

Firenze,27 gennaio 2014

Questa mattina al “Mandela Forum” di Firenze ha avuto luogo l'evento dedicato al “Giorno della Memoria” intitolato”Chi salva una vita salva il Mondo intero-Alla ricerca dei giusti”.La manifestazione organizzata dalla Regione Toscana ha visto la partecipazione di circa diecimila studenti provenienti da tutta la Toscana.La mattinata è cominciata con gli interventi del primo cittadino di Firenze,Matteo Renzi,e di Enrico Rossi,presidente della regione Toscana,dopodiché ci sono state le testimonianze dei sopravvissuti.In primis hanno parlato Tatiana e Andra Bucci che,all'epoca dei fatti,avevano solamente 4 e 6 anni e furono deportate ad Auschwitz. Le due sorelle durante la deportazione furono scambiate per gemelle e lo scienziato Joseph Mengele,il quale ne aveva bisogno per i suoi esperimenti,le salvò dalla camera a gas. Poi è stata la volta di Kitty Braun,deportata a Bergen Belsen all'età di 9 anni,dopo vari tentativi di fuga. La ignora Kitty ricorda la propria esperienza con lo sguardo di una bambina. L'incontro non ha visto solo testimonianze di deportati,ma anche di prigionieri politici e di militari.Prigioniero politico è stato Marcello Martini,il quale fu arruolato come staffetta partigiana a soli 14 anni d'età e deportato a Mathausen. Interessante è stata la testimonianza di Antonio Ceseri,militare al tempo della prigionia in un lager vicino a Berlino,e salvatosi rimanendo nascosto sotto i corpi dei suoi commilitoni fucilati dai nazisti. Dopo le testimonianze ci sono stati alcuni interventi,il primo dei quali è stato quello di Thomas Punkenhofer,sindaco di Mathausen,e poi quello di una sopravvissuta al genocidio cambogiano,Claire Ly.L'ultimo a parlare è stato Gabriele Nissim,presidente dell'Associazione Gariwo,il quale ha sollecitato tutti gli studenti presenti a fare una riflessione molto profonda sulla Shoa e non solo.L'evento si è concluso con l'esibizione dell'orchestra multietnica di Arezzo diretta dal signor Enrico Fink.Una mattinata che è servita sicuramente a tutti i ragazzi.

Sabino Loffredo

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Gli Studenti e “Il Giorno della Memoria”

Il Giorno della MemoriaIl giorno 27 gennaio 2014,anniversario della Giornata della Memoria, si è tenuto al Mandela Forum di Firenze,un incontro con alcuni dei sopravvissuti alla Shoa,A questo meeting hanno partecipato professori e studenti di tutta la Toscana,per non dimenticare le atrocità naziste e soprattutto per evitare che si ripetano barbarie che non hanno niente di umano.Non per niente il titolo di questo incontro indica e promuove la tolleranza verso i popoli di tutto il Mondo.“Chi salva una vita salva il Mondo intero”.Questa frase può essere utilizzata come “manifesto” per evitare che si ripeta uno sterminio insensato e disumano che coinvolse non solo gli ebrei ma anche oppositori politici e omosessuali e che ha causato più di 6 milioni di morti.Il meeting ha avuto protagonisti proprio alcune persone che hanno vissuto sulla loro pelle le atrocità della Shoa e che hanno accettato di raccontare le loro testimonianze per fornire una ulteriore prova certa di quanto è stato terribile questo genocidio e non permettere che si ripeta.Ovviamente questi sono “documenti” soggettivi,che risentono molto del modo in cui le singole persone hanno vissuto i fatti,ma tutte concordano sulle atrocità viste e subite.Le prime due dichiarazioni sono state fatte da due sorelle,Tatiana e Andra Bucci, che all0epoca avevano 4 e 6 anni,ma nonostante la tenera età si evince dal loro racconto che sono state molto colpite dall'esperienza dell'internamento e della deportazione,tanto che l'emozione le fa commuovere ad ogni frase pronunciata.Tatiana e Andra erano state portate nel campo di sterminio di Auschwitz e si erano salvate dalla camera a gas perché scambiate per gemelle. Infatti lo scienziato Joseph Mengele aveva bisogno di gemelli per i suoi esperimenti e per questo esse evitarono di fare la fine della maggior parte dei bambini ebrei deportati.Nel campo di concentramento esse vissero delle atrocità inimmaginabili come la deportazione,avvenuta con l'inganno della promessa di ricongiungimento con la propria madre, del cugino Sergio ad Amburgo,poiché era stato scelto,insieme ad altri,come cavia per esperimenti.La seconda testimonianza è stata quella di Kitty Braun,deportata a Bergen Belsen all'età di 9 anni,dopo una fuga per l'Italia con la famiglia. Ella ha spiegato che Kitty,nome americano,in realtà non era il suo vero nome e che il suo ricordo più vivo di quei tristi giorni è il freddo patito dai prigionieri del campo di concentramento. A seguire c'è stato l'intervento di Marcello Martini,staffetta partigiana internata a Mathausen a soli 14 anni di età.. Martini è la prova che nello sterminio non furono coinvolti solo gli ebrei. Marcello portava al collo un foulard con un triangolo rosso ricamato sopra che lo contraddistingueva nel lager e ha raccontato che l'esperienza vissuta è stata terribile anche per la fame patita e ricorda che allora si lottava anche per una buccia di banana.Poi è stata la volta di Antonio Cesari,militare della Regia Marina,internato in un lager vicino a Berlino e costretto a lavorare in una fabbrica dopo aver rifiutato di collaborare con il Regime. Antonio si è salvato dalla morte perché è stato sommerso dai corpi dei suoi compagni fucilati dai nazisti e poi è stato reclutato nel Corpo degli Sminatori.Gli interventi di Matteo Renzi,sindaco di Firenze,di Enrico Rossi,presidente della Regione Toscana e dell'attuale sindaco di Mathausen hanno contribuito a dare valore a questo incontro e a far capire ai ragazzi,molti dei quali già maggiorenni,che tutto quello che è accaduto non deve ripetersi.

Davide Ciardi

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Gli Studenti e “Il Giorno della Memoria”

RICORDARE è DIFFICILE,DIMENTICARE è IMPOSSIBILE

“Chi salva una vita ,salva il Mondo intero-Alla ricerca dei giusti.”

Il 27 gennaio 2014 gli alunni della classe 5 A/Igea dell'Istituto Roncalli-Sarrocchi di Poggibonsi si sono recati al teatro “Mandela Forum di Firenze per il “Giorno della Memoria.Il tema della manifestazione era “Alla ricerca dei giusti”ed era in memoria delle vittime dei campi di sterminio nazisti. Gli spettatori,più di 10.000 tra studenti e professori provenienti da tutta la Toscana,hanno assistito a numerosi interventi sul tema e sono stati accompagnati dall'esibizione del maestro Enrico Fink e della sua Homeless Light Orchestra con canti popolari ebrei.All'inizio la parola è stata data al sindaco di Firenze,Matteo Renzi,che ha aperto li suo discorso ricordando l'importanza del Giorno della Memoria che si celebra proprio il 27 gennaio di ogni anno in ricordo della liberazione dei prigionieri del campo di sterminio di Auschwitz ad opera dell'Armata Rossa avvenuta proprio in quella fredda giornata del 1945. Il presidente della Regione Toscana è poi intervenuto dicendo che “la pura dell'ignoto si può trasformare spesso in violenza verso i più deboli”.Al meeting erano presenti cinque sopravvissuti ai campi di concentramento:Andra e Tatiana Bucci,Marcello Martini,Kitty Braun e Antonio Ceseri.I racconti sono iniziati con le sorelle Bucci,le quali con emozione hanno ricordato il loro passato parlandone ai 10.000 ragazzi convenuti. La loro è una storia triste che vede un loro cugino morto impiccato ad un gancio da macello. Andra e Tatiana invece si sono salvate perché un generale pensava che fossero gemelle e quindi utili per degli studi. Subito dopo è intervenuta Kitty Braun che ha ricordato la sua infanzia,seppur triste,con molta felicità perché all'epoca la donna aveva intorno ai nove anni. Marcello Martini ricordava la sua giovinezza molto bene,perché era stato il più giovane partigiano italiano e all'età di quattordici anni era riuscito a scappare dalle mani dei nazisti. Il più “grande” all'epoca dei fatti era però Antonio Ceseri, diciassettenne militare di Marina che si era salvato rimanendo nascosto sotto dei cadaveri;la cosa la raccontava sdrammatizzando poiché ,secondo lui,la cosa più strepitosa fu riuscire a rimanere vivo dopo essere stato,a guerra finita,inviato in Sardegna come sminatore.Mi hanno colpito tutti questi racconti fatti di ricordi offuscati dagli anni soprattutto perché in tutti emergeva vivida ancora la paura della morte provata.Quasi al termine della manifestazione ha fatto il suo intervento il sindaco di Mathausen che ha riconosciuto gli errori fatti in quegli anni e ha preso l'impegno a mantenerne vivo il ricordo affinché non accadano più orrori simili.La mattinata si è conclusa come si era aperta,con l'orchestra del maestro Fink e i suoi canti popolari che hanno accompagnato all'uscita i diecimila studenti convenuti.

Edoardo Bozzi

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Un giorno memorabileovvero personaggi ed eventi della Storia

29 gennaio 1886La prima vettura a motore

Immaginate di trovarvi a Parigi nel 1769 sdraiati sul vostro comodo divano e in procinto di fare il vostro riposino pomeridiano....ebbene,proprio in quel momento siete presi di soprassalto da un rumore particolarmente forte,quasi assordante, che sembra provenire dall'esterno. Incuriositi, e forse anche un po' stufati, vi alzate in fretta e vi dirigete verso la finestra che dà sulla strada e vi trovate di fronte ad una cosa che non avete mai visto prima, una cosa che irrimediabilmente segnato il Progresso e la società da quel momento in poi:la vettura a motore!

In un'epoca nella quale i principali mezzi di trasporto erano carri e carrozze trainati da cavalli, il mondo del trasporto fu rivoluzionato da invenzioni che avevano come obiettivo quello di migliorare e rendere più piacevole la vita dell'umanità. Il carro, inventato nel 1769 dall'ingegnere militare Joseph Nicolas Cugnot prendeva il nome dal suo inventore e pesava circa 5 tonnellate e circolava rumorosamente per le strade di Parigi alla velocità di circa 5 km/h. Tale veicolo, azionato da una macchina a vapore bicilindrica, veniva impiegato per il traino di cannoni ed era guidato mediante un manubrio. Attualmente il Carro di Cugnot può essere ammirato presso il Conservatoire National des Arts e Métiers di Parigi.

La novità era stata enorme ma si dovette aspettare oltre 100 anni per vedere la prima vettura a motore.Ed eccoci arrivati perciò a quel fatidico 29 gennaio 1886! Il prototipo,la Velociped, fu brevettato proprio quel giorno da Karl Benz e poi migliorato e perfezionato nel 1895,quando lo stesso ingegnere tedesco mise sul mercato la nuovissima Velo. In realtà, altri prima di lui avevano tentato di far viaggiare le persone su una vettura a motore, ma furono tutti esperimenti goffi e senza seguito. La Benz Patent Motorvagen (detta anche Velo), invece, così si chiamava il triciclo con motore monocilindrico da quasi un cavallo, era sicura, affidabile e veloce (15 Km/h) ed ebbe un grande successo di pubblico e di mercato. Per questo motivo, infatti,essa viene considerata la prima autovettura a motore.Fu un successo incredibile che, paragonato ai precedenti mezzi di trasporto, dimostrò di presentare diversi vantaggi. Innanzitutto, quei fastidiosi rumori che inizialmente tormentavano la popolazione, diventarono sempre meno densi e fastidiosi; inoltre, i nuovi modelli permisero di avere maggiore velocità e, soprattutto,di trasportare le persone. Anche se successivamente altri nomi celebri come quelli di Henry Ford, Henry Royce e Charles Rolls avrebbero ulteriormente migliorato l'automobile, non potremo mai dimenticare quel famoso progettista, Karl Benz, che inventò la prima macchina a motore. Perciò, ogni qualvolta salite nella vostra auto ,confortevole e all'avanguardia, tornate con la mente indietro e immaginatevi di guidare quel meraviglioso gioiellino chiamato Velociped!Attenti però a non fare incidenti!

Daniel Prodan

La Velociped del 1886

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Videogiochi e dintorni

BioshockCome si vive sott’acqua

Caratteristiche:

Grafica: 7/10

Sonoro: 8.5/10

Intrattenimento: 9.5/10

Giocabilità: 9/10

Rigiocabilità: 7.5/10

Genere: FPS/Survival Horror

Sviluppatore: Irrational Games

Pubblicazione: 2K Games/Steam

Mutliplayer: No

Pubblicazione: 21/08/2007 (esclusiva Microsoft)-21/10/2008 (multi piattaforma)

Prequel: /

Sequel: Bioshock 2 (9/02/2009)-Bioshock Infinite (26/03/2013)

PEGI: +18

TRAMA DEL GIOCOTutto comincia con un atterraggio di fortuna nel bel mezzo dell’oceano Atlantico durante l’anno 1960.

Tu, Jack, l’unico sopravvissuto allo schianto, devi metterti in salvo ad ogni costo prima di essere risucchiato dalla violenza delle acque. Raggiungi un faro e all’interno trovi una batisfera. Vi entri. La batisfera si muove, scende e ti porta a Rapture, una misteriosa e segretissima città subacquea costruita nel 1946. La città è alimentata dall’energia sprigionata dai numerosi vulcani marini e l’ossigeno è ricavato dagli alberi piantati all’interno della città ,che è composta da un labirinto di corridoi i quali si snodano per tutto il fondale marino. Appena “atterrato” scopri che Rapture è caduta nell’anarchia a causa di alcuni tonici, che donano poteri sovrumani chiamati “Plasmidi”. Ci sono diversi tipi di plasmidi e ,ovviamente, durante il gioco sarà possibile acquistarli ed usarli. Ogni giocatore potrà lanciare palle di fuoco, scariche elettriche, controllare la mente dei nemici, spostare gli oggetti a distanza ecc… Per caricare questi plasmidi servono delle siringhe che contengono uno strano liquido di color blu acceso ,l’ Eve (detto anche Adam). Esso è ricavato da una lumaca marina e dà assuefazione se preso in dosi massicce. Le persone che in precedenza popolavano Rapture sono diventati dei veri mostri, accecati dall’astinenza da Eve ed essi non esiteranno quindi ad attaccare per avere anche solo una goccia della miracolosa sostanza. Per fortuna nella batisfera c’è una radio. Da questa radio parla un tizio di nome Atlas, un uomo che tirerà fuori dai guai il giocatore se questi in cambio salverà la sua famiglia in pericolo. Atlas guiderà per buona parte dell’introduzione, spiegando i vari nemici, i plasmidi, i kit Eve, le Camere della Vita (punti di respawn) e come muoversi per le vie di Rapture.

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Videogiochi e dintorniAtlas dirà che la città è governata dal magnate folle Andrew Ryan per sfuggire ai tre grandi poteri che controllano e giudicano il Mondo e le persone: l’America, il Vaticano e l’URSS. Dopo essere andati avanti e aver affrontato alcuni ricombinanti (paesani accecati dalla voglia di Adam) faremo conoscenza con due figure di spicco del gioco: un Big Daddy

e una Sorellina.

La Sorellina è una bambina nella quale è stata impiantata la lumaca dalla quale si può ricavare l’Adam.

In pratica le Sorelline sono delle vere e proprie “banche viventi” di Adam. Il Big Daddy invece è un mastodonte, alto più di due metri, e indossa una tuta da palombaro. Può avere entrambi i pugni, oppure un pugno e una trivella, a seconda del modello. L’unico scopo del Big

Daddy è quello di proteggere la Sorellina a lui assegnata. Ogni Sorellina ha il suo Big Daddy personale. Possiamo interagire con la Sorellina solo dopo aver sconfitto il Big Daddy che la protegge, ma non sarà una passeggiata. Fortunatamente in questa occasione il Big Daddy è già morto e la Sorellina è rimasta sola. Conosceremo quindi la donna che si occupa delle Sorelline: la dottoressa Brigit Tenenbaum, una scienziata tedesca che in precedenza era stata assistente del dottor Josef Mengele ad Auschwitz. A questo punto il giocatore si troverà davanti al primo bivio del gioco: salvare o no la Sorellina. Infatti Atlas dirà di uccidere la Sorellina e prosciugarla di tutto l’Adam che possiede in corpo, mentre la dottoressa Tenenbaum dirà di uccidere la lumaca all’interno della bambina per farla tornare alla sua forma naturale senza mutazioni. Tenebaum lancerà infatti un marchingegno per uccidere la fonte di Adam senza nuocere alla salute della bambina. In tutto il gioco troveremo sempre delle Sorelline con i rispettivi Big Daddy e tutto dipenderà dalla decisione di salvarle o meno presa dal giocatore ,comunque sia si andrà incontro ad un finale diverso.

Se uccide la Sorellina il giocatore riempirà lo slot dell’ Eve, se invece deciderà di salvarla riceverà in seguito dei premi come, per esempio, slot aggiuntivi per i plasmidi o dei tonici (potenziamenti per le abilità; per esempio salute, scasso, Eve ecc…).

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Videogiochi e dintorniDurante il gioco il giocatore troverà numerose armi. Queste armi potranno essere modificate e potenziate. Così anche le munizioni potranno essere create in forme diverse, come per esempio i proiettili incendiari o i proiettili esplosivi. Durante il gioco troveremo alcuni distributori automatici che ci forniranno kit medici, kit

Eve e munizioni, tutto ovviamente in cambio di denaro. Questi distributori potranno però essere “aggirati”, ovvero scassinati, risolvendo un rompicapo nel minor tempo possibile. Se non si riuscirà a risolvere il rompicapo il giocatore si beccherà una scossa elettrica perdendo quindi buona parte della salute. Se invece riuscirà a risolvere il mini-gioco e quindi ad aggirare il macchinario, i prezzi del distributore automatico saranno dimezzati. Durante la partita potremmo imbatterci nei

“Diari”, ovvero dei nastri incisi con parole e riflessioni dei personaggi principali del gioco. Nel corso della “missione” viene data al giocatore una macchina fotografica, con la quale immortalare tutti i suoi nemici. Se si raggiungerà un certo numero di scatti fatti a un nemico in particolare il giocatore riceverà alcune informazioni sul quel personaggio che ne faciliteranno l’uccisione. Il gioco è ricco di colpi di scena ed è possibile,nel caso si sia particolarmente abili, scegliere il finale della partita, poiché a seconda delle azioni fatte si andrà incontro ad un finale diverso (ne esistono tre tipi ). Nel 2009 è uscito un sequel, Bioshock 2;un altro è uscito nel 2013, Bioshock Infinite.Il voto generale che do a questo gioco è: 9 ,perché mi ha coinvolto molto e, da amante del genere, mi è piaciuto e mi sono divertito tantissimo. Lo consiglio a tutti coloro che desiderano azione, suspense e un po’ di sangue . Sono sicuro che vi piacerà.

Per questo mese è tutto. Ci vediamo il mese prossimo con una nuova recensione!

Se volete contattarmi per chiarimenti o richieste vi lascio la mia mail: [email protected]

Matteo Verdicchio

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La Rubrica di Daniel

Come faccio ad andare d’accordo con i miei fratelli?

“La vostra ragionevolezza divenga nota a tutti gli uomini”. — Filippesi 4:5.

In una scala da1 a 5 (dove1 corrisponde a “pessimo” e5 a “ottimo”) come descriveresti il tuo rapporto con i tuoi fratelli? .....

CI SONO fratelli che sono molto uniti. Per esempio Federica, una diciannovenne, dice: “Mia sorella Irene, che ha 16 anni, è una delle mie migliori amiche”. Il nostro rapporto è troppo bello. Non litighiamo mai”.

Molti invece si riconoscono di più nelle parole di Laura e Maria. “Litighiamo per qualunque cosa”, racconta Laura, “anche per la minima sciocchezza”. O forse ti suonano familiari le parole di Alice, di 12 anni, a proposito di suo fratello Dennis, che ne ha 14: “Mi dà ai nervi! Si intrufola in camera mia e prende le mie cose ‘in prestito’ senza chiedermelo. È così infantile!”

Hai un fratello o una sorella che ti dà ai nervi? Anche se ovviamente sono i tuoi genitori ad avere la responsabilità di mantenere la pace in casa, prima o poi dovrai imparare ad andare d’accordo con gli altri. Perché non farlo mentre vivi ancora in famiglia?

Fai mente locale sui contrasti che hai con tuo fratello o tua sorella. Per che cosa litigate più spesso? Guarda l’elenco qui sotto e spunta le ragioni per cui ti irriti.

□ Oggetti personali. Prende le mie cose “in prestito” senza chiedermelo.

□ Contrasti di personalità. È un egoista e non gliene importa niente degli altri. Oppure: cerca di controllare la mia vita.

□ Privacy. Entra nella mia stanza senza bussare o legge le mie e-mail o i miei SMS senza chiedermi il permesso.

□ Altro. .....

Se tuo fratello o tua sorella non fa che irritarti, magari facendo il capetto o invadendo i tuoi spazi, potrebbe essere difficile non nutrire risentimento. Un proverbio biblico però afferma: “Torcendo il naso ne esce il sangue e spremendo l’ira ne esce la contesa”. (Proverbi 30:33, La Nuova Diodati) Covare rancore può facilmente portare a uno scatto d’ira, un po’ come torcere con forza il naso può far uscire il sangue. E così si va di male in peggio. Come puoi evitare che l’ostilità si trasformi in una lite furibonda? Il primo passo è individuare il vero problema.

Qual è il vero problema?

I problemi tra fratelli sono come i brufoli. All’apparenza un brufolo è solo un’antipatica irritazione della pelle, ma in realtà c’è sotto un’infezione. Allo stesso modo, uno scontro tra fratelli spesso nasconde un problema più profondo.

È vero che quando si ha un brufolo lo si può schiacciare, ma in questo modo si agisce solo sul sintomo e inoltre si corre il rischio di lasciare una cicatrice o di aggravare l’infezione. È meglio curare l’infezione, evitando così che spuntino altri brufoli. Questo vale anche per i litigi tra fratelli. Impara a individuare il vero problema: in questo modo non ti soffermerai sul singolo episodio ma andrai al nocciolo della questione. E così seguirai anche il consiglio del saggio re Salomone, che scrisse: “La perspicacia di un uomo certamente rallenta la sua ira”. —Proverbi 19:11. Cos’è però la perspicacia? In poche parole, è la capacità che ti permette di andare oltre alle apparenze e capire cosa c’è dietro ad un’azione o reazione e, di conseguenza, ti fa agire con prudenza e discrezione per avere successo. Per esempio Alice, già citata, ha detto di suo fratello Dennis: “Si intrufola in camera mia e prende le mie cose ‘in prestito’ senza chiedermelo”.

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La Rubrica di Daniel

Al di là del singolo episodio, secondo te qual è il vero problema? Molto probabilmente è la mancanza di rispetto.

Alice potrebbe affrontare la faccenda dicendo a suo fratello di non entrare mai più in camera sua o di non usare mai più le sue cose. Ma in tal modo agirebbe solo sui sintomi, il che potrebbe portarli a ulteriori conflitti. Se invece Alice aiutasse Dennis a mostrare rispetto per la sua privacy e per le sue cose, questo senza dubbio migliorerebbe il loro rapporto.

Impara a risolvere i conflitti o a evitarli

Naturalmente, individuare il vero problema che c’è tra te e tuo fratello o tua sorella è solo il primo passo verso la soluzione. Cosa puoi fare per risolvere i conflitti e impedire che se ne generino altri? Prova a seguire questi sei suggerimenti.

1. Concordate insieme alcune regole di base. Ripensa alle ragioni per cui, come hai indicato prima, tu e tuo fratello vi scontrate. Cercate di capire se potete concordare insieme delle regole che contribuiscano a risolvere il problema di fondo. Per esempio se vi scontrate a motivo degli oggetti personali, la regola numero uno potrebbe essere: “Chiedi sempre il permesso prima di prendere qualcosa che non è tuo”. E la regola numero due? “Ricorda che tuo fratello ha il diritto di dirti di no”. Quando stabilite queste regole, pensate al comando di Gesù: “Tutte le cose dunque che volete che gli uomini vi facciano, anche voi dovete similmente farle loro”. (Matteo 7:12) Così le regole che stabilirete andranno bene a entrambi. Poi assicuratevi che i vostri genitori siano d’accordo su quanto avete deciso.2. Rispetta tu per primo le regole. L’apostolo Paolo scrisse: “Tu, dunque, che insegni a qualcun altro, non insegni a te stesso? Tu, che predichi di ‘non rubare’, rubi?” (Romani 2:21) Come puoi applicare questo principio? Se vuoi ad esempio che tuo fratello o tua sorella rispetti la tua privacy, anche tu devi bussare prima di entrare in camera sua o evitare di leggere senza permesso le sue e-mail o i suoi SMS.

3. Non offenderti subito. Sai perché è un buon consiglio? Perché come dice un proverbio biblico “è da stolti lasciarsi dominare dalla rabbia”. (Ecclesiaste 7:9, Parola del Signore) La vita di chi si offende facilmente è davvero triste. Senz’altro tuo fratello o tua sorella dirà o farà cose che ti irriteranno. Ma potresti chiederti se non è capitato anche a te di fare la stessa cosa. “Quando avevo 13anni pensavo di essere un tipo davvero tosto”, dice Giacomo. “Credevo di avere sempre ragione e che gli altri dovessero darmi retta. Adesso la mia sorellina sta attraversando la stessa fase, quindi cerco di non prendermela per quello che dice”.

4. Perdona e dimentica. I problemi seri vanno affrontati e risolti. Ma è proprio necessario discutere con tuo fratello o tua sorella per ogni errore che fa? Dio è contento quando siamo pronti a “passare sopra alla trasgressione”. (Proverbi 19:11) Andrea, che ha 19 anni, dice: “Di solito io e mia sorella Rachele riusciamo ad appianare le nostre divergenze. Tutt’e due siamo pronte a chiedere scusa e a chiarirci. Qualche volta, prima di affrontare un problema, ci dormo su. Spesso la mattina dopo è come se non fosse successo niente e non c’è nemmeno bisogno di parlarne”.

5. Chiamate in causa i vostri genitori. Se tu e tuo fratello non riuscite a risolvere un problema spinoso, i vostri genitori possono aiutarvi a fare pace. In Romani 14:19 la Bibbia dice: “Così, dunque, perseguiamo le cose che contribuiscono alla pace e le cose che sono reciprocamente edificanti.” Ricorda, però, che la capacità di appianare i contrasti senza ricorrere a mamma e papà è un segnale importante: indica che hai raggiunto una certa maturità.

6. Apprezza le buone qualità dei tuoi fratelli. Probabilmente i tuoi fratelli hanno delle qualità che ti piacciono. Scrivine una che apprezzi di ciascuno di loro.

Nome Qualità

..... .....

Invece di fissarti sui difetti dei tuoi fratelli, perché non cogli l’occasione per lodarli a motivo delle qualità che ammiri in loro?

La Bibbia riconosce che tuo fratello potrebbe anche non essere il tuo migliore amico. Eppure potete rafforzare la vostra amicizia se “continuate a sopportarvi”, anche quando c’è un valido “motivo di lamentarsi”. (Colossesi 3:13) Se lo farai, è probabile che troverai meno irritanti i tuoi fratelli. E magari anche tu potresti risultare meno irritante per loro.

Daniel Prodan

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Che cosa sarebbe successo se....

Storie di guerra sul mareIl massacro di Sinope

Carissimi lettori, prima di parlarvi delle guerre sul mare al tempo delle navi a motore, vorrei attirare la vostra attenzione su una vicenda che mi ha colpito profondamente. Questo fatto si colloca, precisamente, il 30 novembre 1853 (a metà tra il tramonto della Vela e l’alba dei motori).Sto per narrarvi il “massacro di Sinope”, detto anche “la devastazione della Granata Esplosiva”.

“37 morti da una parte. . . 3.260 dall’altra” sono dati che oggi giorno non stupiscono eccessivamente, ma a quei tempi sì e l’opinione pubblica si emozionò nell’apprendere il bilancio della schiacciante vittoria della Russia contro i Turchi, a Sinope.

Ma cos’è una granata esplosiva?La granata esplosiva era un’invenzione francese.

Ai tempi della Marina di legno i proiettili esplosivi erano lanciati per mezzo di mortai a traiettoria curva, generalmente installati a bordo di natanti speciali, come ad esempio le bombarde, che dovevano avvicinarsi notevolmente all’obiettivo prima di poter far fuoco. Fu nel 1821 che il

Generale francese Paixhans propose, per la prima volta, di adattare le granate esplosive ai cannoni a tiro teso, quelli per intenderci, montati a bordo delle navi. Tre anni dopo egli forniva una prova schiacciante della sua tesi, affondando con un solo colpo il Pacificateur, un vecchio vascello da 80, che il Ministero della Marina gli aveva concesso (tanto doveva essere smantellato) per il suo esperimento. Nel 1837 la granata era ufficialmente adottata in Francia; e l’anno successivo la Marina francese riportava la vittoria durante l’attacco a Vera Cruz, dove il forte di San Juan fu messo a tacere nel giro di solo 2 ore!! E la fortezza di San Juan era conosciuta a quei tempi come una delle più inespugnabili roccaforti del Mar dei Carabi.

Per spiegare meglio questa vicenda, dato che essa è sconosciuta ai più, alcuni messicani si ribellarono e Luigi Filippo, re di Francia, decise di inviare una divisione comandata dal contrammiraglio Charles Baudin per risolvere la questione. Dopo un mese di trattative andate a vuoto, Baudin decise di passare all’azione. Alle ore 14: 35, forte di una divisione di 12 vascelli tutti muniti della speciale granata esplosiva, polverizzò la roccaforte di San Juan. Un americano, il futuro ammiraglio Ferraguti e allora ufficiale della Marina, destinato qualche tempo dopo a lasciare il suo nome impresso nella Storia assistette da Vera Cruz a quest’impressionante dimostrazione.

È indicativo il commento dell’episodio fatto dal Duca di Wellington “Questo è l’unico esempio, a mia conoscenza, di una piazzaforte che si sia arresa ad una forza puramente navale.”

Fu un avvenimento importante, ma non lasciò un gran segno. . . Visto che il conflitto era stato limitato ad unità navali e ad una fortezza.

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Il generale Paixhans

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Che cosa sarebbe successo se....

Dovremo attendere 15 anni per una vera dimostrazione puramente navale della granata esplosiva. È da qui che inizia l’eterna guerra “fra la corazza e il cannone”. Fu questo il compito dei Russi a Sinope il 30 novembre 1853. Conosciamo l’eterna rivalità storica tra la Russia e la Turchia,

e stavolta lo Zar Nicola I guardava con occhio voglioso i Dardanelli che da sempre avevano eccitato la cupidigia di Mosca. Sinope è un piccolo porto situato all’estremità della punta che si erge al centro della costa turca del Mar Nero. Sorpresa da un fortunale, la flotta d’ Osman Pascià, aveva trovato rifugio a Sinope, dove l’ammiraglio russo Nakhimov non avrebbe tardato a scoprirlo. Nakhimov contava 3 vascelli da guerra dalla sua parte, Osman aveva, sì e no,

una decina di fregate. Molto presto l’ammiraglio russo chiese rinforzi e da Sebastopoli, gli furono inviati 3 bastimenti da 120 a tre ponti, tutti armati della celebre granata esplosiva. Le ostilità si aprirono il 30 novembre, alle ore 14:30, quando la flotta russa uscì dal piovasco e i turchi non si fecero trovare impreparati….addirittura furono loro i primi ad aprire il fuoco!!. L’azione fu condotta con fermezza e decisione e dopo solo venti minuti di fuoco la Granduca Costantino, da 120, mise a tacere 3 batterie costiere e 2 fregate nemiche.

Alle ore 16: 00 Nahkimov si ritirò. . . . . . . Nel porto non era rimasto a galla più nulla.

I Turchi si erano battuti con ardore, ma cosa potevano fare l’ardore e le palle di ferro pieno, contro la granata esplosiva?!

La cosa più divertente fu che... L’OCCIDENTE SI INDIGNÒ !!!!Perché?. . . Bella domanda, ma forse la risposta si può intuire.

Inghilterra e Francia si erano apertamente schierate dalla parte della Turchia, le loro flotte incrociavano nel Mar di Marmara per intimidire i Russi .Vi ricordate che nella battaglia di Navarino nella quale Inghilterra, Francia e Russia combattevano contro la Turchia?!!?

Ebbene,adesso le prime due si erano alleate con il precedente nemico!?

Non è sorprendente? Pensateci un secondo. . . Che stranezza!

Questa dimostrazione di potenza distruttiva aveva influito di più sui governi di Parigi e Londra dei 2000 marinai turchi morti (è importante sottolinearlo) che erano stati uccisi sui loro mezzi di salvataggio, in spregio ad una fra le più onorate tradizioni della guerra sul mare.

Così la vittoria di Sinope fu, in definitiva, più nociva che utile alla causa russa.

Ciò non toglie che sia stata, come ha scritto un biografo inglese: “Una sorpresa brillantemente concepita e mandata ad effetto” ed i cui insegnamenti per lunghi anni avrebbero dato di che riflettere alle grandi potenze navali.

E qui sorge spontanea la nostra solita domanda:

“Che cosa sarebbe successo se i russi non avessero usato la granata esplosiva e avessero combattuto con le loro sole forze !? “

Marco Nesi

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XpressMusic’s Betta

Wolfgang Amadeus Mozart

Wolfgang Amadeus Mozart nacque a Salisburgo nel 1756. Il padre, Leopold ,era un musicista e fu lui a dare l'educazione musicale al piccolo Amadeus e a sua sorella Nannerl. Mozart rivelò precocemente eccezionali doti musicali, tanto che a quattro anni già suonava il clavicordo (strumento musicale a corde dotato di tastiera) e componeva minuetti.Leopold fece in modo di sfruttare al massimo le doti precoci dei suoi due figli e li fece suonare alla presenza dell'imperatrice Maria Teresa suscitando lo stupore dei presenti. L'anno seguente,il 1763, iniziò per i piccoli Mozart una tournée che li portò a : Monaco, Mannheim, Francoforte, Bruxelles e molte altre città importanti tra cui Parigi e Londra. Durante questo periodo Mozart imparò a suonare anche il violino e l'organo, mentre al clavicembalo destava ammirazione

come esecutore di composizioni in stile elegante. Durante questo viaggio Mozart ebbe la possibilità di inserirsi nei migliori ambienti culturali e musicali. Queste esperienze lo arricchirono al punto che poté apprendere nuove tecniche compositive.Nel 1767, i Mozart tornarono a Salisburgo e da quel momento il piccolo Amadeus compose ininterrottamente, sino alla morteIl grande musicista ,dall'età di undici anni, si recò innumerevoli volte a Vienna dove era conteso dalla nobiltà e il suo genio già suscitava invidie negli ambienti musicali. Intanto, nel 1769, Mozart ,accompagnato dal padre ,andò in Italia dove fece tappa nelle maggiori città sempre suscitando molta ammirazione.A questo proposito c'è un aneddoto molto famoso che contribuì non poco ad accrescerne la fama di ragazzo prodigio. Si racconta che :“Mozart ascoltato nella Cappella Sistina il Miserere di Gregorio Allegri lo riscrisse di sana pianta.” Durante la permanenza in Italia andò a lezione da padre Martini ,a Bologna, e conobbe moltissimi musicisti tra cui Sammartini e Piccinni. Tornato a Salisburgo riprese la sua attività compositiva ,anche se essa in realtà non si era mai interrotta, arricchendola dell'esperienza italiana e della conoscenza della tecnica del bel canto.Nel 1772 morì l'arcivescovo Sigmund III von Schrattenbach che lo proteggeva e ,nel 1777,Amadeus decise di dimettersi dalla corte vescovile a causa degli scontri avuti con l'arcivescovo Colloredo, e lasciò Salisburgo.

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Sigmund III von Schrattenbach

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XpressMusic’s Betta

Da quel momento,per vivere, impartì lezioni e compose le sue opere mentre studiava i musicisti che aveva ascoltato a Monaco e a Mannheim.Nel 1778, morì la madre Anna Maria e il musicista, affranto dal dolore, tornò a Salisburgo,anche se nel 1781 decise infine di abbandonare quella città per vivere stabilmente a Vienna. Qui ,nel 1782, sposò Costanza Weber ed ebbe l'incarico dall'imperatore di scrivere un opera, Il ratto dal serraglio.Successivamente si dedicò alla composizione di altri generi abbandonando il Teatro per alcuni anni, fino a quando strinse amicizia con Lorenzo Da Ponte e compose Le nozze di Figaro e il Don Giovanni, entrambe destinate ad un successo delirante.Nonostante il prestigio e la genialità del maestro, egli si trovò in condizioni economiche precarie che si aggiunsero alle sue condizioni di salute non buone sin dall'infanzia. Ad aggravare tutto ciò giunse la morte del padre ,nel 1787. Altre sventure portarono il grande musicista al deperimento fisico grave,non ultima la condizione economica disastrosa.Mozart aveva rifiutato una buona offerta fattagli dall'imperatore prussiano Giuseppe II per restare fedele all'imperatore d'Austria che, purtroppo, morì lasciando Amadeus nei guai a causa del disinteresse che il suo successore, Leopoldo II, provava per la Musica.Tornato a Vienna Amadeus compose Il flauto magico su testo di Schikaneder e cominciò il bellissimo Requiem che la tradizione narra commissionato da un uomo

misterioso. Il Requiem ,rimasto incompiuto, per la prematura ed improvvisa morte del maestro nel 1791, venne terminato dall'allievo Sussmayr. Mozart venne sepolto in una fossa comune.Le cause della sua morte rimasero misteriose; la leggenda narra che fu avvelenato dal musicista italiano Antonio Salieri il quale lo invidiava al punto di desiderarne la fine.

Elisabetta Sasso

Costanza Weber

Antonio Salieri

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Cuochi Provetti

Due golose ricette col cioccolatoIl cacao... diciamocelo chi non è goloso di cacao?! Beh credo nessuno e in questo articolo parleremo di questo sublime frutto e dei suoi utilizzi. Già il termine scientifico dice tutto, Theobroma cacao ovvero cibo degli dei. Dobbiamo sapere che il cacao nasce nell'America centrale e non veniva utilizzato dai popoli americani come nei giorni nostri, ma lo utilizzavano come un vero e proprio metodo curativo sia per il corpo che per la mente; veniva utilizzato per disturbi come ad esempio la diarrea o mal di stomaco e addirittura per eritemi cutanei. Il vero frutto del cacao è un seme il cui colore può variare a seconda della qualità. Secondo la classificazione in uso in America Latina, i tipi di cacao prodotti sono tre: Criollo, Forastero e Trinitario. Il Criollo, che vuol dire “creolo”, è originario del Messico ed è il migliore. Esso è utilizzato per la lavorazione del cioccolato più pregiato. Il Forastero, che significa straniero,originario della bassa Amazzonia,è un cacao mediocre ma è il più utilizzato nella produzione mondiale del cioccolato. Il Trinitario invece è un ibrido tra il Forastero e il Criollo e prende il nome appunto dalle isole Trinidad. Oggi i maggiori produttori sono la Costa d'Avorio, il Ghana e il Brasile. Sotto l'aspetto alimentare il cacao era per i nativi, ingrediente fondamentale per diverse bevande, classificate in base alla qualità dei semi e dei prodotti associati. Famosa era la “pasol”, cacao abbinato al mais, che confezionata in forma di palline diventava alimento corroborante di facile trasporto, da consumare dopo l'immersione in acqua calda. Ai giorni nostri la polvere di cacao viene utilizzata principalmente per creare il nostro amatissimo e rinomatissimo cioccolato. I tre tipi di cioccolato più comuni sono bianco, al latte e fondente. Ognuno di questi è

caratterizzato da un suo ingrediente che lo caratterizza, ma in generale tutti sono composti da burro di cacao e zucchero. Per il cioccolato al latte si aggiunge pasta di cacao come nel fondente e latte in polvere o semplice, per il cioccolato bianco, invece, si utilizza solo il burro di cacao, la vaniglia e anche qui latte. Il colore ideale del seme dovrebbe essere rosso mogano-cannella e non è vero che un cioccolato per essere buono deve essere sempre e solo scuro, marrone-nero, qualche volta questo

colore serve a nascondere qualche difetto. Il colore deve essere brillante, non opaco, senza patine, bianche o grigiastre, che nel primo caso sono affioramenti di burro di cacao mentre nel secondo si tratta di zucchero ma entrambe sono causate da una cattiva conservazione. Per evitare questi inconvenienti, vi darò alcuni consigli. La temperatura giusta è tra i 16 e i 18 °C,ma non andrebbe conservato in frigo perché altri odori estranei potrebbero inquinare le caratteristiche aromatiche del cioccolato;se proprio non abbiamo alternative sarà opportuno metterlo in un contenitore chiuso ermeticamente.Il cioccolato, si pensa sia usato solo in cucina per la preparazione di torte o pasticceria oppure per i cioccolatini o le uova pasquali, ma non è così !

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Cuochi Provetti

Da un po' di anni sono state sperimentate ricette con il cacao e il cioccolato anche nella preparazione di piatti salati, cosa abbastanza insolita, e come redattrice curiosa ho cercato per voi una ricettina particolare e gustosa. L'altra invece è una ricetta più classica.

Ravioli al cacao aromatizzati al tartufo

Ingredienti:

200 g. di farina

4 uova

3 cucchiai di Grana

70 g. di nocciole

150 g. di burrata

1 tartufo scorsone

25 g. di cacao amaro

sale e pepe q.b.

100 g. di burro al tartufo

Preparazione:

Preparare una fontana con la farina alla quale aggiungerete i tuorli d'uovo, il sale, il cacao amaro in polvere e l’acqua. Lavorare gli ingredienti fino ad ottenere una pasta liscia ed elastica da lasciar poi riposare in frigorifero per mezz'ora. Stendere, quindi, la pasta in una sfoglia e tagliarla a strisce. Su ogni striscia disporre il ripieno composto da un pezzo di burrata, una nocciola e una spolverata di parmigiano e ricoprire con altra sfoglia. Con la pressione dei polpastrelli far aderire bene il ripieno alla pasta e, con l'aiuto di un coppa pasta, tagliare il raviolo. Metterlo a cuocere per pochi minuti in acqua bollente salata e condirlo con del burro al tartufo, scaglie di scorsone e del parmigiano.

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Cuochi Provetti

Tortino al cioccolato con cuore fondente biancoIngredienti per il tortino:

150 g. di cioccolato fondente

20 g. di farina “00”

90 g. di zucchero a velo

2 uova

1 tuorlo

1 bustina di vaniglina

80 g. di burro

10 g. di cacao amaro

Ingredienti per il ripieno:

80 g. di cioccolato bianco

Preparazione:Per preparare il nostro tortino come prima cosa, tagliate a tocchetti la dose di cioccolato bianco per creare il cuore. Dopodiché prendete un pentolino, riempitelo d'acqua fino a un quarto e posizionateci sopra una ciotola. Trasferite i tocchetti di cioccolato bianco all'interno della ciotola e fateli sciogliere a bagnomaria a fuoco basso , fino a quando non avranno raggiunto una consistenza liquida. Quindi munitevi di stampini in silicone per cioccolatini e versate il cioccolato bianco sciolto all'interno. Mettete gli stampini in freezer e lasciate rassodare per un paio d’ore. Ora dedicatevi alla preparazione dell’impasto per i tortini: fate sciogliere il cioccolato fondente in un tegamino a bagnomaria e quando avrà raggiunto una consistenza semiliquida, aggiungete il burro a temperatura ambiente tagliato a tocchetti e mescolate per amalgamare il tutto. Quando il cioccolato fondente e il burro si saranno completamente sciolti e amalgamati, spegnete il fuoco e lasciate leggermente intiepidire. Nel frattempo versate le uova e il tuorlo nella ciotola di una planetaria, o in una ciotola normale per poi lavorare con uno sbattitore elettrico, e azionate, quindi unite la vanillina e lo zucchero a velo. Quando il composto risulterà spumoso, aggiungete anche il cioccolato fondente sciolto assieme al burro, sempre continuando a mescolare. Dopodiché setacciate la farina e il cacao amaro in polvere e uniteli al composto nella planetaria, fino a che non otterrete un composto denso e compatto. Munitevi di 4 stampini monoporzione in alluminio, imburrateli e spolverizzateli con un cucchiaio raso di cacao amaro in polvere. Tirate fuori dal frigo gli stampini in silicone contenenti il cuore di cioccolato bianco e sformateli delicatamente. Quindi riempite per ¾ gli stampini in alluminio con il composto al cioccolato fondente e posizionate al centro il cuore di cioccolato bianco. Terminate di riempire gli stampini monoporzione, dopodiché sistemateli in una teglia con i bordi alti. Cuocete in forno statico preriscaldato a 180° per 13-15 minuti (non di più), se usate il forno ventilato, cuocete a 160° per 7-10 minuti. Quando la superficie risulterà leggermente brunita, i vostri tortini al cioccolato saranno pronti. Lasciateli intiepidire leggermente e poi capovolgeteli su un piattino da portata. Non vi resta che servire e gustare i vostri tortini al cioccolato con cuore fondente bianco!

Alessia Spedale

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#lecosechenonvorrestisapere

Sul “gentil sesso”

Ecco la rubrica delle cose che non vorresti sapere . Buona Lettura

1) Circa il 90 % delle ragazze soffre di atelophobia, ovvero la paura di non essere abbastanza

2) Secondo uno studio,le ragazze italiane sono le più simpatiche del mondo3) La leggenda giapponese narra che la nostra anima gemella è collegata con un filo rosso.4) 80% DELLE RAGAZZE VORREBBE UN ABBRACCIO IN QUESTO MOMENTO5) Solo le zanzare femmine pungono6) La fede si porta all'anulare della mano sinistra perché è l'unico dito collegato con il

cuore7) La parola 'imperfect' (imperfetto/a) contiene la parola 'I’m perfect' (sono perfetto/a)8) Quando un pinguino trova la sua compagna, staranno insieme per sempre9) Due persone su cinque si sposano con il loro primo amore10) Il cioccolato aiuta a vivere più al lungo11) Colui che ha dato la voce a Topolino (Wayne Allwine) e colei che ha dato la voce a

Topolina (Russi Taylor), sono ,nella vita reale,sposati 12) I crackers sono stati inventati per calmare gli impulsi sessuali.13) Quando hai l'impulso di guardarti allo specchio significa che qualcuno ti sta

nominando14) Se una cotta dura più di 4 mesi è amore15) 29% delle donne che si sposano sono vergini16) Il 91% delle donne mente abitualmente17) In media i reggiseni sono progettati per un utilizzo massimo di 180 giorni18) In situazioni imbarazzanti, tutti facciamo finta di massaggiare19) 'Ognuno nel mondo ha sette sosia'20) Ogni casa ha il suo odore... ma tu non puoi sentire quello di casa tua

Clara Imbimbo

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SudokuObiettivo: Riempire gli spazi vuoti affinché ogni riga, ogni colonna e ogni riquadro contenga i numeri da 1 a 9. (Attenzione. Ogni riga, ogni colonna e ogni riquadro non possono contenere più di due volte lo stesso numero)

(PIDI)

1 5 32 8 4

3 1 24 5 1

5 3 66 8 5

4 7 87 1 6

8 6 5

La Voce del Leone Redazione Afzali R.; Butuc L. Checcucci D.;Chiari M. Costanza G.; Imbimbo C.; Prodan D.; Lucà N.;Marrone S.; Ruggero C. Santonastaso R., Sasso E. Socha O.; Spedale A. Tapinassi G.;Viti C.; Zilnyk Y Caporedattore Marco Nesi

Collaborazioni esterne Matteo Verdicchio