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Accademia Italiana di Scienze, Lettere ed Arti e www.vesuvioweb.com Pagina 1 Antologia “Terra del Vesuvio” 2008 A cura dell’Accademia Italiana di Scienze, Lettere ed Arti “Terra del Vesuvio” Premessa L’Accademia Italiana di Scienze, Lettere ed Arti “Terra del Vesuvio” è una libera associazione che ha solo fini culturali; essa accoglie tutti coloro che si impegnano lealmente nella letteratura, nell’arte, nelle scienze, nella cultura in genere e nel sociale. L’Accademia ha per motto “Prima l’Uomo”. Prima l’uomo e poi… le ideologie, le certezze, l’avvenire programmato. Prima l’uomo con i suoi sogni, gli entusiasmi e la volontà di lottare soltanto per migliorare la vita di quanti vivono in questo piccologrande punto nell’Universo. (Dalla premessa alla I Antologia anno 2001) Sono trascorsi sette anni dalla pubblicazione della I Antologia “Terra del Vesuvio”, molte le attività svolte (elencate nella breve storia del decennale dell’Accademia), nel frattempo anche il mondo è cambiato così come le cellule del nostro corpo che, durante questi sette anni, sono state tutte sostituite, eppure i ricordi sono rimasti, passati da una cellula all’altra come avviene col testimone nella staffetta. Questa “proteica evoluzione” può aver cambiato anche i nostri pensieri, il modo di emozionarci, di rapportarci agli altri? Noi stessi non possiamo trovare risposta, in quanto, in analogia col principio di indeterminazione di Heisenberg, il pensiero non può verificare la sua stessa modalità di formazione perché nel momento in cui si pensa questa viene modificata. Allora bisogna creare dei punti fermi, importanti, per puntellare i

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Antologia “Terra del Vesuvio” 2008 A cura dell’Accademia Italiana di Scienze, Lettere ed Arti “Terra del Vesuvio” Premessa L’Accademia Italiana di Scienze, Lettere ed Arti “Terra del Vesuvio” è una libera associazione che ha solo fini culturali; essa accoglie tutti coloro che si impegnano lealmente nella letteratura, nell’arte, nelle scienze, nella cultura in genere e nel sociale. L’Accademia ha per motto “Prima l’Uomo”. Prima l’uomo e poi… le ideologie, le certezze, l’avvenire programmato. Prima l’uomo con i suoi sogni, gli entusiasmi e la volontà di lottare soltanto per migliorare la vita di quanti vivono in questo piccologrande punto nell’Universo. (Dalla premessa alla I Antologia anno 2001) Sono trascorsi sette anni dalla pubblicazione della I Antologia “Terra del Vesuvio”, molte le attività svolte (elencate nella breve storia del decennale dell’Accademia), nel frattempo anche il mondo è cambiato così come le cellule del nostro corpo che, durante questi sette anni, sono state tutte sostituite, eppure i ricordi sono rimasti, passati da una cellula all’altra come avviene col testimone nella staffetta. Questa “proteica evoluzione” può aver cambiato anche i nostri pensieri, il modo di emozionarci, di rapportarci agli altri? Noi stessi non possiamo trovare risposta, in quanto, in analogia col principio di indeterminazione di Heisenberg, il pensiero non può verificare la sua stessa modalità di formazione perché nel momento in cui si pensa questa viene modificata. Allora bisogna creare dei punti fermi, importanti, per puntellare i

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ricordi negli anni; quale migliore occasione di far avvicinare opere così varie, composte da autori con esperienze di vita diverse, ma aventi una cosa in comune: il piacere di comunicare. Dott. Giulio Caso - Presidente Accademia Italiana “Terra del Vesuvio” Via S. Anna, 13 – 84014 Nocera Inferiore (Sa) E-mail: [email protected]

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MARIA TERESA BASELICE Nata a Nocera Inferiore (SA) nel 1959. Laureata in Giurisprudenza e diplomata presso l’Istituto Superiore di Scienze religiose con il massimo dei voti e la lode, è sposata e madre di due figlie. Insegna IRC presso il Liceo socio –psico – pedagogico di Nocera Inferiore. Fin da piccola ha mostrato una particolare attitudine alla pittura ed alle artifigurative in genere e, da alcuni anni, sta approfondendo l’Arte presso laScuola del M° Luigi Lombardo. Come pittrice ha partecipato a varie mostre collettive organizzate nei Comuni di Nocera Inferiore, Corbara, Pagani e Vico Equense. Al concorso internazionale letterario – artistico La Piazzetta (Salerno), per la sezione Fotografia, nel 2002 ha vinto il terzo premio e l’anno successivo si è classificata al secondo posto per la stessa sezione. L’ultimo successo, datato 21 aprile 2007, è il conferimento del Diploma ad honorem da parte del Premio nazionale Giovanni Paolo II per la sua opera pittorica “La Grazia”. Fortunata Fortunata, occhi azzurri, corti capelli bianchi, poche rughe sul viso, un sorriso che porta da 97 anni. Pomeriggio, scende tranquillamente la scala di pietra che porta in cortile. Ci saluta chiedendo subito con orgoglio unito a stupore: “Sapete quanti anni ho? 97!”. Con altrettanta serenità continua: “Sto un altro po’ e poi me ne vado”. Niente rassegnazione, niente nostalgia o malinconia, solo sapienza di una vita in compagnia della Fede. Il mio cuore si dilata. E poi, la capacità di fare progetti! Seduta nel cortile guarda su alle sue finestre: “Devo aggiustare il tetto. A Settembre, con il fresco”. Nel cortile c’è profumo di legna che viene dal forno del pizzaiolo vicino. Fortunata racconta che quando compiva opere buone le persone le auguravano di vivere cento anni. Anche mia nonna di 94 anni mi raccontava lo stesso pensiero. Non si fa più, se non raramente, questo augurio, così bello, così generoso. Chissà, forse in tempo di essenzialità, per ringraziare di un favore o di un dono, esistevano solo le preghiere. Dal cuore delle persone semplici sgorgava il massimo del bene umano, l’unico che poteva sdebitare, augurare all’altro di vivere cento anni. Cipolla Quando arrivavamo all’Istituto, i bambini ci correvano incontro e con gioia ci abbracciavano. Era per questo che, di ritorno nel pullman, tutti ci guardavano: avevamo il viso e le maglie piene di macchie.

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Cipolla era il più piccolo, dolcissimo e simpatico, e non ho mai capito se il suo fosse il nome o il soprannome. Un pomeriggio, non ci corse incontro nel cortile: era al piano di sopra a letto con la febbre. Salii e lo cercai per camerate fredde, buie e disadorne: lo intravidi appena, da solo, in un lettino. Aveva il viso rosso, il naso a cipolla ancora più rosso, e gli occhietti brillavano. Disegnammo e colorammo tutto il pomeriggio e, alla fine, purtroppo lo dovetti salutare, pur desiderando di portarlo a casa con me. Gli chiesi un bacetto ma lui rispose di no. Mentre usciva dalla camerata la sua vocina mi chiamò: “Signurì, venite ‘a cca! V’aggia dicere ‘na cosa int’ a recchia”. Tornai indietro, mi chinai per sentire. Cipolla mi circondò con le sue braccine e mi schioccò un bacio sulla guancia: “V’aggio fatta fessa!”. Bernardina Arrivo all’Ospedale col sorriso sulle labbra per donarlo agli altri, ma… che dolore nel cuore! Nel corridoio, su una panchina, vedo una vecchina in camicia da notte che guarda, dove, non si sa. Ma quello che ha negli occhi si intuisce benissimo. Non posso lasciarla sola, così mi siedo sulla panchina accanto a lei e comincio a parlare. Si chiama Bernardina perché è nata il giorno di Santa Bernardette, ha ottant’anni e fra poco è la sua festa. Deve fare vari accertamenti per capire il suo disturbo. Il giorno dopo vado in cerca di Bernardina ma nel suo letto non c’è perché è a fare degli esami. L’aspetto per chiedere i risultati. Finalmente la sua festa, le compro una scatola di cioccolatini, a forma di cuore e vado nella sua stanza per donargliela. Bernardina mi guarda senza emozioni, ho quasi paura che non abbia gradito. Poi, a fatica, si alza dal letto, mi viene vicina e mi abbraccia forte. Con le lacrime agli occhi dice che non ha mai avuto un regalo così bello. Mi sento piccola piccola. Giorni dopo, prima di andar via, la cerco per salutarla, ma non la trovo. L’ascensore arriva al piano e dentro c’è lei, che era venuta a cercarmi. Sotto gli occhi meravigliati di tutti mi abbraccia ancora e mi dice: “Non ti dimenticherò mai, per tutta la vita”. “…per tutta la vita”, quante volte mi è tornata in mente questa frase, per tutta la vita. Una vita che ho sempre percepito nell’Eternità. GAETANO CERCOLA È nato nel 1943 a Nocera Inferiore (Sa), dove risiede e insegna materie letterarie

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nella Scuola secondaria di primo grado “Ilaria Alpi”. Segnalato al Premio nazionale di poesia religiosa “Madonna di Montalto” (Messina), IX edizione, 1998, per il sonetto “Alla Vergine”, e premiato col diploma di riconoscimento al merito al concorso indetto dall’Accademia di Castiglione di Sicilia (Catania) “Il Convivio”, per la lirica “Tri ttico”. È presente nell’«Antologia 2001» “Terra del Vesuvio”, a cura dell’omonima Accademia fondata dal dott. Giulio Caso; nell’antologia poetica “Le parole per te” a cura di M. Schiaffini e G. Bianco, Giulio Perrone editore, Roma, 2006; nell’antologia “Cento poeti per l’Europa del terzo millennio” a cura di C. Aliberti, A. Manitta, G. Manitta, Accademia internazionale “Il Convivio, Castiglione di Sicilia (Ct), 2007. Notturno Salpa mesto il veliero del giorno nell’ultimo riso del cielo verso ponente: candido silenzioso lieve veliero che naufraga nel grido purpureo dell’orizzonte. Con ali d’ametista la notte il petto mi percuote Improvviso Nell’anima una gelida acquerugiola ostinata: nel cielo un singhiozzar di sole tra le nubi disperato. Notturno A Venezia la luna sta immobile nella laguna, spettro d’un sorriso ormai stanco. L’acqua Impeciata consuma la pietra.

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PINO CONTENTO Tommy Ti ha strappato dalle braccia di una inconsolabile Mamma l’oscena indegna mano di un mostro sembiante umano. Il Tuo pianto acuto era un disperato grido, “inevitabile” addio alla vita per un folle e rozzo bruto. Oh Destino che dirigi la sorte, nel permettere l’atroce evento sei stato crudele o distratto? ... Eppure, Tommy era innocente ignorava il male e non ne ha fatto. Non ci resta che il vuoto ormai e lo sdegno di una giustificata risposta che non arriverà mai. Semi nel vento S‘involarono semi nel vento e non si sa dove avranno messo radici. Il destino e le correnti conoscono il luogo segreto che mai riveleranno. Forse saranno fiori stupendi o frutta deliziose per nutrire bimbi da crescere. Sally Sally, favolosa mora, è la verde età tua amica che ti fa radiosa ancora. Sei eleganza di Venere, quando abbigliata nelle pregevoli sete si muovono le tue nobili linee. La tua presenza è solare, rinnova come la brezza marina nei giardini di un lungomare. Se gli anni per conto loro vanno ti si ferma saldo l’aspetto giovanile nella sua naturalezza. Ti è indifferente il tempo che passa né tanto o poco ti importa di questo dio che ci fa arrugginire, Tu Sally, serena

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sorridi al tempo e all’avvenire. Ad una poetessa Tu scrivi sul vapore acqueo dei vetri interni del cuore. E sono versi che mentre si sciolgono in molecolari gocce perline si riuniscono per diventare dolci parole e suoni cui salendo dal tenero scrigno esulta libero lo Spirito vagando gioioso nell’aria. Fervida, ancora scriverai perle brillanti per il mosaico della Vita che splende Amore come diamanti. Via col vento Improvvisamente con scherzosa prepotenza un’ardita folata di vento, ti scompiglia i capelli fluttuanti composti e ordinati poc’anzi. Socchiudi gli occhi per difesa, arricciando il naso con forza energica opponi resistenza. Sei apparsa: una magica figura. In quel confuso istante, quasi fossi discesa sulla terra sembravi eterea creatura.

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MARIA RITA CUCCURULLO Ha partecipato con successo a Premi di Poesia Nazionali ed Internazionali. Laureata in Scienze del Servizio Sociale, lavora in un Ente Pubblico. Giornalista Pubblicista, è Direttore Responsabile di una rivista di informazione di utenti e operatori del DSM di Nocera Inferiore. Accademica di “Terra del Vesuvio”. Scrive su quotidiani e periodici culturali ed ha lavorato presso un’emittente televisiva locale. È presente nelle Antologie Orizzonti, Terra del Vesuvio, ha pubblicato i libri di poesie “Frammenti di Vita”, “Dedicato a lei”, “Attimi”, “Rime D’Amore”. È iscritta all’Albo Ufficiale dei Poeti Italiani. Ultimi libri per bambini pubblicati: Le avventure di Winda e Parole in girotondo, entrambi molto apprezzati dalla critica e diffusi particolarmente negli ambienti scolastici. Nostalgie d’autunno Rami piegati dal vento nell’ondeggiare composto di foglie che cadono stanche in questo scorcio d’autunno, mentre le gocce di pioggia vagano insieme ai pensieri e ai ricordi che migrano fitti. Ritratti d’autore rispolverati dal tempo nel sibilo sottile del vento che sfiora i giorni e l’eco di antichi amori. Amarvi Nel cheto canto del mare ascolto le vostre voci che a nanna s’apprestano, stanchi del giorno e dei giochi vivaci. Una dolce nenia che culla l’anima e carezza il volto di velata fatica. Tenervi tra le braccia e guardare nei vostri occhi la mitezza delle onde dolci, l’abbandono lento nelle luci che assopiscono il giorno e gli ultimi spruzzi di onde ballerine. Amarvi, amarvi immensamente, sentirvi come gli attimi che pervadono il cuore di materno vivere. Amarvi, amarvi e null’altro. Amarvi nella bellezza infinita del tempo amarvi nel cheto canto del mare della vita!

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CARLA D’ALESSANDRO Nata e vive a Nocera Inferiore. Da più di trent’anni opera nel campo dello scrivere sia come poetessa che come scrittrice. Ha pubblicato varie recensioni, articoli culturali e di attualità oltre che racconti, fiabe e poesie. Nel 1976 ha pubblicato il suo primo libro di poesia “La mia bambola di carta pestata” edito da Galzerano, nel 2005 è uscito il secondo libro “L’Amore della vita” edito da Menna. Ha partecipato a vari concorsi letterari nazionali ed internazionali ottenendo riconoscimenti importanti. A te, figlio nato da stupro Tu, figlio, nato da stupro sei il mio odio a quell’uomo nemico, che mi ha presa come preda di guerra. Tu, figlio, nato sei la mia vergogna di donna sconfitta. Tu, figlio, comunque nato da quello stesso dolore di madre che soffre il travaglio del parto. Tu, figlio, nato sei il mio contrario di odio-amore. Io donna-madre-preda ti odio, figlio della violenza, ti amo, figlio innocente. Non ti ho soppresso, non ti ho violato nella tua vita di uomo futuro. Ti ho allattato ma avrei voluto ucciderti quando piangevi. Ti ho abbracciato nel sonno, uccidendo in me l’odio per quell’uomo-belva, che ha ucciso la mia vita. Stringimi, figlio di stupro ho bisogno, io donna [sconfitta,] della tua forza per continuare a lottare e a vivere. Linfa (II posto Premio Letterario “Città di Tramonti”) Nasceva dalla linfa pura del cuore quel sentimento forte che bambina mi spingeva ad esserti amica, o Claudia. Ricordo ancora

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il tuo viso paffuto e lentigginoso da pel di carota, quel ciuffetto alto dei tuoi capelli corti. Nel banco sedevamo insieme : io minuta e tu corpulenta, io silenziosa e tu loquace. Finimmo le elementari, a Napoli andasti. Mai più ti vidi! Seppi solo che il destino avea reciso il tuo sorriso. A me di te, Claudia, resta il limpido ricordo di una cara amica ed una ingiallita vecchia foto di classe, dalla quale mi sorridi eternamente bambina, fonte di pura linfa.

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GIULIA D’ALESSANDRO Nata nel 1983; vive a Nocera Inferiore. Poetessa, cantante, autrice di testi di canzoni e di format televisivi. Ha pubblicato di recente il suo primo singolo “Dietro il velo della libertà”. Dietro il velo della libertà Vento d’oriente…, sabbia del deserto… raggi d’argento che filtrano sulla terra dorata… infondendo calore! Ma a te donna! Di tutto questo Non assaporasti Per via di quel velo Che occhi e viso Ti coprivan. Un giorno gridasti… Libertà… libertà! Dove sei… libertà… … prendimi fra le tue braccia… Portami via… via… … via di qua. Sognasti di volare come fa un airone verso l’ambra del tramonto e l’argento delle acque per trovare finalmente quella per tutti scontata libertà. Libertà… libertà! (Rip).

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VINCENZO LIBERALE Nato a Nocera Inferiore (SA) l’11 febbraio 1941, risiede a Vicenza dal 1975. Esperienze giornalistiche: 1962-68 collabora con “Il Mattino” di Napoli, con il settimanale “Sport Sud”, con “Lo Sport Del Mezzogiorno”, con “La Gazzetta Del Sud” di Messina, con “La Voce Di Salerno”, con “Il Risorgimento Nocerino”. Esperienze letterarie: 1962-68 ha pubblicato numerose composizioni poetiche nella Rivista “Fiorisce Un Cenacolo”. Attualmente pubblica poesie e racconti su “Il Risorgimento Nocerino” e sulla rivista “Poeti Nella Società”. Una sua composizione “L’Assoluto e il Silenzio” si è classificata terza ex aequo al Premio “Nocera Poesia”. La Quinta Stagione Sei mesi…sette Mi restano Forse anche meno Vivo Grazie a un esile peduncolo Legata come una foglia a un ramo di pesco, Lei disse Mentre una lama di sole Affidava tepore alla sua mano. E aggiunse Non conto più i giorni Né le ore Rassetto finanche i minuti E li tramuto in attimi Cercando di imbrogliare il tempo. È scritto che in Autunno La mia foglia staccherà il peduncolo dal ramo Calerà danzando nell’aria infreddolita E con le altre foglie In un corteo di silenzi solenni Mi apparirà Il primo attimo Della Quinta Stagione.

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RAFFAELLA MARESCA Nata a Scafati, vive a Nocera Inferiore. Dopo gli studi scientifici ha intrapreso, con passione, il lavoro di consulente di moda. Scrive pensieri e riflessioni ispirate da sentimenti ed emozioni che fanno vibrare, sull’onda dei sogni, ancora il suo animo. Pensieri sulle ali di un Angelo Nostalgia… rimpiangere quello che non è mai successo. Ridere del passato. Sei la mia grande voglia di vivere, la luce lungo il mio cammino… la positività, l’amore, la mia fortuna, il mio sangue, i miei occhi… il mio respiro. L’amore è un dogma, una verità incontestabile… prigioniera del cuore. Se potessi tramutare la felicità in cose tangibili sarebbe un universo di stelle supernove cariche di energia, di vita e di luce. Ogni mattina guardo l’alba nascente, il Paradiso e lo guardo da lontano. Voglio essere musica dolce, gioia, serenità. 58 Amo chi sorride, amo chi è felice, amo il calore della famiglia, amo la dolcezza, amo tutto ciò che è vita. Riprendi la vita, il mondo in cui viviamo è troppo stretto; tu cavallo selvaggio va via senza padrone. Abbatti lo steccato che t’imprigiona e… corri. Se non hai tempo di pregare… Dio illumini la tua mente, non te ne preoccupare, tua madre ed io preghiamo per te. Quanto tempo sprechiamo della nostra vita. Essa è breve, fugace; il tempo scorre veloce, invisibile; il nostro corpo e la nostra mente corrono verso la morte; ogni respiro ci avvicina all’ultimo respiro. La vita! Che cos’è la vita? È un continuo morire, un continuo soffrire; tace chi è triste, chi si sente il cuore in gola che gli soffoca il respiro; tace chi in tanta sofferenza aspetta… per non soffrire più. Il corpo trema, una lacrima solca il viso, gli occhi guardano nel vuoto alla ricerca di uno spiraglio di luce che possa far vibrare il cuore… ma il sole non c’è. Quanto è triste il mio cuore. Soffro del tuo soffrire… e non so darti una mano, la soluzione dei tuoi problemi è dentro di te.

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VALERIA NASTRI Vive a Nocera Inferiore. Poetessa e scrittrice. Pluriaccademica, collabora con varie riviste e giornali. Ama l’arte in genere; ama scrivere racconti per l’infanzia e poesie religiose. Ha ricevuto numerosi i premi e riconoscimenti letterari. Donna Donne come rose profumate….. donne fragili e delicate. Donne sole e abbandonate….. anche se sposate. Donna al bivio della vita….. devi scegliere tu quale partita. Donne sole senza amore….. accettano brandelli di vita a due, per non rimanere sole. Donne sole e disperate….. dalle famiglie abbandonate, vendute come merce da mercato. Donne ai margini della vita….. usate e calpestate, dalla società rifiutate. Donne mute senza voce….. come fantasmi senza volto. Donne forti e indipendenti….. che si ribellano ad una società dalla falsa apparenza. Donne madri, mogli, amanti….. Donne ….. tutte uguali….. Donne, donne, donne….. semplicemente donne.

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MARIA PETROSINO Laureata in Giurisprudenza, esperta di moda. Scrive di se stessa: «Ho donato la vita all’amore e sono mamma». I tuoi raggi nei miei ricordi Luna, superba luna che tanti amori crei e distruggi. Un tempo lontano parole d’amore tessevi per me e una sera mi illuminasti di dolce bellezza. Crudele ora accendi i tuoi raggi in quell’angolo dei miei ricordi. Un sogno per un amore mancato. Lo sdegno di un peccato incompiuto. Un nome in cui ritrovarsi, un libro, caro compagno che racconta una vita. Il buio e il silenzio Non sono più padroni delle mie notti. L’uno s’illumina del tuo volto, l’altro si rompe al sussurro delle tue parole. Entrambi assistono al tuo abbraccio, gelosi spiano il desiderio che hai di me; di esso m’inebrio mentre il sonno mi rapisce a un piacere senza fine. Io sono La mano che ti accarezza, la bocca che ti sorride, gli occhi che ti illuminano. Io sono la preghiera che ti accompagna. Figlio. Sono colei che ti ama.

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MARIO RAITO Nato l’11/11/1940 a Nocera Inferiore (SA). Bibliografia: 1989 - Filo spinato (Casa Editrice Duemila – Ragusa); 1992 - Ruolino di marcia (Lo Faro Editore – Roma), Un gioco a perdere (prologo). 1995 - Consueti limiti (Casa Editrice Firenze Libri –Firenze), Una scelta fuori moda (prologo); 2003 - Coincidenze impreviste (Casa Editrice Firenze Libri – Firenze), Il risparmio esistenziale (prologo). Eva (I parte) Ora mi siedo contro il tempo e scriverò poesia a fior di passione che, nella florida radura della grazia, raccoglie bacche, semi e gustosi vermi da conservare prima che venga il gelo. Saranno versi per il nostro focolare e per la stregoneria delle stagioni; avranno l’ardore e malìa di strale tutto fuori di sé, tutto allo scoperto come assalitore furente e tenero che stende drappi e terra non tocca; saranno versi, dal talento di serpente, distanti dalle grida e umori del cielo, da maledizioni o sentori di metà mela e da quell’aria che fluttua come vela, anticipa i nostri passi e ci spaventa. Sia! scriverò poesia a fior di maggio; rinuncio alla clava, trascuro la caccia, ignoro la preda che si scalda al sole e guarderò l’ape sul germoglio d’ortica … Oh, Eva si solleva dall’impluvio nella roccia … Color malva Sfigurati dalle stagioni ammetteremo la nostra condanna, sorreggendoci alle tentazioni di sfaldarci nella svista o sciatta negligenza delle ore quasi stazionanti tra i piedi. Un velo verde ricopre il prato e la rosa si limita ad essere il netto criterio di bellezza da ferire con rorido scalpore. Fuori luogo e fuori tempo come smarriti e tardi dialoganti scivoleremo in pezzi sbiechi dal leggiadro dorso della vita, sbocconcellando scarsi frasari e idolatrando soffusi fonemi

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d’imperitura e modale incertezza. Di color malva sarebbe il cuore e le spine incrementano la grazia: no, non si può guardare al suolo o arrestare la piena del sangue, aspettando l’altrui recisione. Nel tardi d’una serata di cera un dolore sarà rimpianto letale, un altro sarà preambolo d’agonia; un amore avrà insabbiati ardori, un altro avrà acini di tartaro; un odio coverà incuria di corte, un altro incuberà screzi di sorte. Di color malva saranno gl’infusi che ci faranno dormire e sognare una bella scampagnata all’aperto…

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ANTONIO RANUCCI (NINO) Nato a Nocera Inferiore ove vive, da sempre s’è dedicato sia alla narrativa che alla poesia prediligendo il vernacolo napoletano. Molte volte premiato, ha ottenuto il terzo posto al concorso dedicato a F. Liccardi ed il secondo al concorso dedicato a P. Tagliaferro indetto dal Comune di Tramonti, nell’anno in corso, nonché medaglia d’argento al concorso indetto dalla rivista “Brontolo” di Salerno. In questi ultimi anni si è dedicato, con uguale impegno, al volontariato avendo assunto la carica di Presidente dell’Associazione “Solidarietà Nocerina Onlus”. ‘A casa mia È bella ‘a casa mia chiù ‘e ‘na reggia Ddoje belle cammere e ‘o cesso fore ‘a loggia ‘A cucina è chella cu’ ‘o fucularo ‘e preta E ‘e mmure fatte a cavece so’ nere p’’a fumeta. Pateme ‘nce nato e primm’ancora ‘o pate E po’ ‘na mmorre ‘e figlie uno appriesso a ‘n’ate Nun se trove pace manco dinto ‘o cesso Cunfròmme trase ‘nce sta ‘n’ato appriesso. Quanno se magna se stà sempe chiù stritte Si nun a faje ‘e corze nun t’assitte E si mamma se sbaglia a fa’ ‘a spartenza Quaccuno rummane pure a meza panza. ‘A notte m’arricorda ‘e tiempe ‘e guerra Divane, brande e matarazze ‘n terra ‘O stesso posto nun ‘o truove maje Addo’ te piglie ‘o suonno là te staje. Ma è bella ‘a casa mia chiù ‘e ‘na reggia Ddoje belle cammere e ‘o cesso fore ‘a loggia Ma mieze a tutte chistu parapiglia ‘O chiù bello da’ casa è ‘a famiglia. Amore al chiar di luna Vieni amore, vieni alla finestra è notte fonda ma il chiar di luna illumina nel parco la ginestra e le stelle conto una ad una vieni, ti prego, lascia cadere il velo e fa che il chiaror possa illuminare i tuoi occhi che come stelle in celo e più di esse possano brillare. Orsù, stellina, e fa che le tue mani Rese più belle dal rosso dello smalto Per tutta la notte mentre fa domani Mi facciano volare molto in alto. Vieni, dunque, qui tra le mie braccia O dolce principessa del mio cuore E mentre ti bacio lascerò che faccia Di questo amante il servo dell’amore.

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Alla tua grazia ruberò la rosa E padrone sarò del tuo giardino Anima e corpo una sola cosa Sorgerà il mattino su un unico cuscino. Nov. 2006

Prima antologia 2001

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