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LE CLASSI IN DIRETTA NUMERO XXVI SETTEMBRE- OTTOBRE RICORDATE L’ INDIRIZZO DELLA REDAZIONE! INVIATE I VOSTRI ARTICOLI A: REDAZIONEGIORNALINOMAJNO: HOTMAIL.IT 1 N. XXVIII LE CLASSI IN DIRETTA NOVEMBRE- DICEMBRE 2014

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LE CLASSI IN DIRETTA

NUMERO XXVI

SETTEMBRE- OTTOBRE

RICORDATE L’ INDIRIZZO DELLA REDAZIONE! INVIATE I VOSTRI ARTICOLI A:

REDAZIONEGIORNALINOMAJNO: HOTMAIL.IT 1

N. XXVIII

LE CLASSI IN DIRETTA NOVEMBRE- DICEMBRE 2014

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Che cosa avrei voluto sentirmi dire il primo giorno di scuola dai miei professori o cosa vorrei che mi dicessero se tornassi studente? di A. d'Avenia Il racconto delle vacanze? No. Quelle dei miei compagni? No. Saprei già tutto. "Devi studiare"? "Sarà difficile"? "Bisognerà impegnarsi di più"? No, no grazie. Lo so. Per

uesto sto ui, e poi dall’o e hio dei dove i o i se to. Dite i ual osa di diverso, di nuovo, perché io non cominci ad annoiarmi da subito, ma mi venga al e o u po’ voglia di o i ia lo uest’a o s olasti o. Dall’o e hio della passio e i se to e issi o. Dimostratemi che vale la pena stare qui per un anno intero ad ascoltarvi. Ditemi pe favo e he tutto uesto ’e t a o la vita di tutti i gio i, he i aiute à a capire meglio il mondo e me stesso, che insomma ne vale la pena di stare qua. Dimostratemi, soprattutto con le vostre vite, che lo sforzo che devo fare potrebbe riempire la mia vita come riempie la vostra. Avete dedicato studi, sforzi e sogni per insegnarmi la vostra materia, adesso dimostratemi che è tutto vero, che voi siete i mediatori di qualcosa di desiderabile e indispensabile, che voi possedete e volete regalarmi. Dimostratemi che perdete il sonno per insegnare quelle cose che – dite – valgono i miei sforzi. Voglio guardarli bene i vostri occhi e se non brillano mi annoierò, ve lo dico prima, e farò altro. Non potete mentirmi. Se non ci credete voi, perché dovrei farlo io? E non mi parlate dei vostri stipendi, del sindacato, della Gelmini, delle vostre beghe familiari e sentimentali, dei vostri fallimenti e delle vostre ossessioni. No. Parlatemi di quanto amate la forza del sole che brucia da 5 miliardi di anni e trasforma il suo idrogeno in luce, vita, energia. Ditemi come accade questo miracolo che durerà almeno altri 5 miliardi di anni. Ditemi perché la luna mi dà sempre la stessa faccia e insegnatemi a interrogarla come il pastore errante di Leopardi. Ditemi come è possibile che la rosa abbia i petali disposti secondo una proporzione divina infallibile e perché il cuore è un

us olo he atte i volo ta ia e te e o e fa l’o hio a t asfo a e la lu e i immagini.

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LETTERA PRIMO GIORNO DI SCUOLA

NOVEMBRE- DICEMBRE 2014 LE CLASSI IN DIRETTA NOVEMBRE- DICEMBRE 2014

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Ci sono così tante cose in questo mondo che non so e che voi potreste spiegarmi, con gli occhi che vi brillano, perché solo lo stupore conosce. E ditemi il mistero dell’uo o, ditemi come hanno fatto i Greci a costruire i loro templi che ti sembra di essere a colloquio con gli dei, e come hanno fatto i Romani a unire bellezza e utilità come nessun altro. E ditemi il segreto dell’uo o che crea bellezza e costringe tutti a migliorarsi al solo respirarla. Ditemi come ha fatto Leonardo, come ha fatto Dante, come ha fatto Magellano. Ditemi il segreto di Einstein, di Gaudì e di Mozart. Se lo sapete ditemelo. Ditemi come faccio a decidere che farci della mia vita, se non conosco quelle degli altri? Ditemi come fare a trovare la mia storia, se non ho un briciolo di passione per quelle che hanno lasciato il segno? Ditemi per cosa posso giocarmi la mia vita. Anzi no, non me lo dite, voglio deciderlo io, voi fatemi vedere il ventaglio di possibilità. Aiutatemi a scovare i miei talenti, le mie passioni e i miei sogni. E ricordatevi che ci riuscirete solo se li avete anche voi i vostri sogni, progetti, passioni. Altrimenti come farò a credervi? E ricordatemi che la mia vita è una vita irripetibile, fatta per la grandezza, e aiutatemi a non accontentarmi di consumare piccoli piaceri reali e virtuali, che sul momento mi soddisfano, ma sotto sotto sotto i a oia o… Sfidatemi, mettete alla prova le mie qualità migliori, segnatevele su un registro, oltre a quei votiche poi rimangono sempre gli stessi. Aiutatemi a non illudermi, a non vivere di sogni campati in aria, ma allo stesso tempo insegnatemi a sognare e ad acquisire la pazienza per realizzarli quei sogni, facendoli diventare progetti. Insegnatemi a ragionare, perché non prenda le mie idee dai luoghi comuni, dal pensiero dominante, dal pensiero non pensato. Aiutatemi a essere libero. Ri o date i l’u ità del sape e e o i a o tate l’u ità d’Italia, a siate u iti voi dello stesso consiglio di classe: non parlate

ale l’u o dell’alt o, vi p ego. E i o date elo ua to ello uesto Paese, parlatemene, fatemivenire voglia di scoprire tutto quello che nasconde prima ancora di desiderare una vacanza a Miami. Insegnatemi i luoghi prima dei non luoghi. E per favore, un ultimo favore, tenete ben chiuso il cinismo nel girone dei traditori. Non nascondetemi le battaglie, ma rendetemi forte per poterle affrontare e non avvelenate le mie speranze, prima ancora che io le abbia concepite. Per questo, un giorno, vi ricorderò.

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Il Consiglio di Zona dei Ragazzi e delle Ragazze

Il candidato perfetto Autunno 2014. Le classi 1°A e 1°C della scuola media Majno di via Commenda hanno aderito al progetto proposto da UNICEF (United Nations International Children's Emergency Fund). Il Consiglio di zona 1 Ragazzi e Ragazze (Cdz1RR) nasce con l'intento di migliorare la zona 1 permettendo ai ragazzi di esprimere le proprie opinioni sulla città in cui vivono. Per ogni classe vengono eletti due rappresentanti (un ragazzo e una ragazza) con i rispettivi sostituti. Gli eletti parteciperanno alle riunioni, tre o quattro lunedì all'anno, dalle 17.00 alle 18.30 in via Marconi 2. Nella classe 1°C si è svolta un’approfondita indagine sulle caratteristiche del candidato perfetto. Tutti d'accordo nel dire che deve essere altruista, responsabile, serio deciso, puntuale, preciso e rapido. Deve dimostrare spirito d'iniziativa, solidarietà, entusiasmo e amore per ciò che fa. E proporre idee costruttive, realizzabili, concrete e chiare, in accordo con gli altri eletti. Dal 27 ottobre al 31 ottobre i candidati si sono impegnati nell'esporre cartelloni e nel distribuire volantini con i loro slogan, proprio come in una vera campagna elettorale. Le votazioni da parte di tutte le prime della scuola si sono tenute il 7 novembre 2014. Allegra P. 1C

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Il CdZRR Che cos’è il consiglio di zona delle ragazze e ragazze? CdZRR è la sigla di consiglio di zona ragazzi e ragazze, che ha l’obbiettivo di far valere le opinioni dei ragazzi sulle varie zone di Milano per migliorarle. Il progetto è rivolto alle classi quarte e quinte della scuola primaria e alle prime, seconde e terze della scuola secondaria. Nel caso della Zona 1 l’associazione che gestisce il progetto è l’UNICEF, che fa sempre valere le opinioni e i bisogni dei ragazzi e lavora a livello mondiale. Ogni alunno: - può candidarsi per rappresentare la scuola e le sue opinioni. - vota un ragazzo e una ragazza e al termine della campagna elettorale verranno eletti due maschi e due femmine in tutta la scuola con un sostituto a persona in caso l’eletto non potesse andare alla riunione. - prepara uno slogan, dei volantini o dei cartelloni per far conoscere le proprie idee. - le sue idee devono essere chiare, fattibili e realizzabili. Dovranno essere delle idee riguardanti i bisogni di tutti. Per esprimere le proprie idee il candidato deve osservare attentamente i problemi della zona 1, per esempio i marciapiedi sporchi o barriere architettoniche. Il progetto si è concluso con una votazione di tutte le classi prime della nostra scuola. Jacopo S. e Pietro C. 1C

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I candidati della 1C Sono 3 ragazzi e 4 ragazze. Sono tutti bravi, simpatici e con delle buone idee, ma soprattutto sono pronti a migliorare la zona 1. Per essere votati e per farsi conoscere dalle altre classi hanno preparato dei magnifici cartelloni e dei volantini con le loro principali proposte e iniziative. I nostri candidati sono: BOLINAS BRIGITTE: è una ragazza piena di idee e sicura di sé. CATALANO LISA: è una ragazza intraprendente, creativa e molto determinata a migliorare la zona 1. COFFANO FRANCESCO: è un ex eletto, con molte idee, è intraprendente e molto deciso. FAVERIO MATTEO: è un ragazzo molto competitivo, che ama la sua zona e farà di tutto per migliorarla. MAZZUCA FRANCESCA: è una ragazza competitiva e non si ferma davanti agli ostacoli. MIJARES JUSTIN: ha tantissime idee da proporvi e non si arrenderà facilmente. ROSSETTI SIMONE: è un ragazzo responsabile, sicuro di sé e volenteroso. .

Asia F. e Giulia P. 1C

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Intervista agli eletti A rappresentare la nostra scuola al Consiglio di Zona 1 saranno i ragazzi della 1A e della 1C: Cecilia Di Pietto, Giulia Bona, Francesco Raimondo e Matteo Faverio. Abbiamo rivolto loro qualche domanda per capire quali sono le loro emozioni e i loro progetti. D. Perché ti sei candidata? Cecilia: Mi sono candidata perché mi entusiasmava molto l’idea di vivere un’esperienza così importante e di potere contribuire a migliorare la zona 1 di Milano. D. Avevi già partecipato a questo progetto? Ti senti fortunato di farne parte? Matteo: Mi sento molto fortunato e sono davvero orgoglioso che i miei compagni abbiano scelto me per rappresentarli. Non avevo ancora partecipato a questo progetto e mi impegnerò per farlo al meglio. D. Hai intrapreso da sola la scelta della candidatura o ti ha spinto qualcuno a farlo? Giulia: Ho scelto da sola di candidarmi, ma è stato fondamentale il supporto dei miei parenti e delle mie amiche che mi hanno incoraggiato ed aiutato. D. Cosa vuol dire per te essere stato eletto? Francesco: Per me essere eletto vuol dire rappresentare la scuola e le idee di tutti i ragazzi della scuola Majno e avere la loro fiducia. Si tratta di un compito impegnativo ed importante, ma ne sono davvero felice. Il giorno 21 novembre gli eletti hanno partecipato alla seduta di insediamento a Palazzo Marino, hanno presentato il loro programma e incontrato il sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Ha inizio così il CdZ1RR. Buon lavoro a tutti! Elena P. e Margherita N. IN

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Progetto bookcity 2014 “Come si misura la felicità?” Vado a essere felice di Loredana Frescura

Classe 2° C

Vado a essere felice, sarebbe bello dirlo ogni tanto. Ci sono tanti modi per essere felici ed ognuno ha il proprio. Quello della protagonista del libro, che noi, la 2° C, abbiamo letto in classe, è stato donare il proprio midollo osseo alla cugina in difficoltà. C’è tanto da dire, ma iniziamo dalla trama del libro… Il libro parla della vita di Andrea, una ragazza un po’ sovrappeso la cui autostima è molto scarsa, tanto da definirsi una “rospa”, la cui vita viene completamente stravolta dall’arrivo di Gigliola, la cugina. Andrea vede Gigliola come una figura insopportabilmente perfetta: alta, magra, elegante, tutte caratteristiche che lei non possiede e la cui mancanza la rende scontrosa nei suoi confronti. Solo più avanti, dopo aver vissuto mille esperienze, tra cui la conoscenza di Fabio, un suo goffo e “imbranato" compagno di scuola, Andrea capirà che la “fata” che ha sempre visto in Gigliola è in realtà una persona triste, schiacciata dalle aspettative che gli altri hanno verso di lei. Proprio quando le due cugine sembrano essersi finalmente av vicinate una all’altra, un nuovo inconveniente arriva a sconvolgere le loro vite: Gigliola è malata di leucemia. Così Andrea si troverà a confrontarsi con il mondo della donazione, che noi siamo andati a scoprire. Come classe, infatti, abbiamo potuto conoscere Loredana Frescura, l’autrice del libro, e discutere con un rappresentante dell’associazione ADMO (Associazione Donatori Midollo Osseo) che sono venuti in classe e a cui abbiamo rivolto domande sul tema del libro. Grazie a Mauro, rappresentante dell’ADMO, abbiamo potuto capire i disagi che causa la malattia e come avviene la donazione. Dopo gli incontri e la lettura del libro abbiamo realizzato una presentazione Power-Point che abbiamo arricchito con i nostri pensieri, le nostre frasi, le nostre ricerche, i nostri disegni e con una nostra fotografia. Grazie a questa esperienza, a cui ci è piaciuto moltissimo aver partecipato, abbiamo potuto affrontare diversi argomenti, a volte difficili come quello della malattia, e ci siamo chiesti cosa sia la felicità e come si possa misurare. CECILIA B. ELENA .C

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BOOKCITY A circa metà settembre la prof di italiano ci ha detto che avremmo partecipato al progetto Bookcity, che consisteva nel leggere un libro e, dopo una preparazione, presentarlo in un’occasione pubblica ad altre dieci classi. Ci ha spiegato anche che, per aiutarci nel lavoro, ogni giovedì a partire dal 16 ottobre sarebbe venuta da noi una studentessa del master di editoria, di nome Letizia. Noi eravamo molto contenti della notizia. Al primo incontro, Letizia ci ha spiegato molto bene coda avremmo dovuto fare per presentare il libro scelto,che era “L’inventore di sogni” di Ian McEwan. Così, già al secondo incontro, abbiamo deciso che per raccontare il libro alle altre classi avremmo fatto una rappresentazione teatrale di uno degli episodi. Ci siamo divisi in tre gruppi: gli addetti all’introduzione, gli attori della scenetta e infine gli incaricati alla conclusione. Ogni gruppo aveva un compito: presentare i personaggi; fare una scenetta e pensare ad un bel modo per chiudere la presentazione. Abbiamo provato in classe molte volte, finchè non siamo riusciti ad ottenere un buon risultato.Il lavoro per noi è stato molto divertente. Il 12 novembre siamo andati nell’ Auditorium di via Valvassori Peroni e ci siamo sistemati, in attesa di presentare il libro. Eravamo molto emozionati: chi provava le battute con il vicino, chi non riusciva a proferire parola per il terrore e chi, al contrario non riusciva a stare zitto e continuava a bisbigliare…Per molti era la prima esperienza su un palcoscenico! Abbiamo sentito Letizia annunciarci: “La 1H dell’ Istituto Luigi Majno, che presenterà “L’inventore di sogni!””. Siamo saliti in massa sul palco, dimenticandoci di piazzarci bene al centro per l’ansia. Il gruppo dell’introduzione ha parlato, noi attori abbiamo fatto la scenetta e gli addetti alla conclusione hanno chiuso cercando di invogliare il pubblico a leggere il nostro libro. Abbiamo ricevuto moltissimi applausi. Siamo tornati ai posti molto felici: era andato tutto bene! La professoressa era contenta, e anche Letizia, e senza dubbio anche noi. È stata una bellissima esperienza, e speriamo che ce ne saranno altre divertenti allo stesso modo. Maria B. Alessandra I. 1 H

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L’IMPRESA” Progetto di Bookcity sul libro “Non dirmi che hai paura”

Il 12 novembre è stata una delle giornate più piovose di questo mese e ovviamente dovevamo fare la nostra presentazione, in occasione del progetto

“leggere insieme” organizzato da Bookcity. Eravamo tutti stanchi, insonnoliti e bagnati fradici malgrado avessimo gli

ombrelli, dovevamo prendere il 23 per arrivare all’Auditorium di via Valvassori Peroni ma non eravamo sicuri di uscirne indenni. Le pozzanghere ci

ostacolavano a ogni passo, la pioggia era sempre più forte e si abbatteva su di noi e sui nostri compagni, ma dopo un’ora circa abbiamo visto la meta: un

edificio con una piccola salita scivolosa. All’interno della sala ci siamo seduti e riscaldati, sebbene un po’ traumatizzati dal viaggio. Dopo poco ha avuto inizio la prima presentazione, poi la seconda, la terza: c’erano undici classi di scuole di Milano e provincia, ognuna delle quali

aveva scelto come rappresentare un libro letto. Io ero sempre più tesa e agitata, come i miei compagni dovevamo presentare il libro “Non dirmi che hai paura” di Giuseppe Catozzella. Verso metà incontro ci hanno avvisati che il nostro video, (sul quale avevamo fatto moltissime prove,

nelle ore di italiano e con l’aiuto di Simona, una studentessa del master di editoria) non funzionava sul computer.

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Ci siamo arresi, ormai pensavamo che fosse tutto perduto; tutti quei tempi registrati per essere al pari con le immagini, non erano serviti a niente… stavamo già facendo questi ragionamenti quando, dopo aver cambiato computer, ci hanno fatto concludere con il gran finale. Quando sei seduto in mezzo a tutti gli altri, non hai la più pallida idea di come ci si senta a stare sul palco, davanti a tante persone, temendo di sbagliare, non guardare il pubblico, fare scena muta, sbagliare i tempi delle immagini e un sacco di altri particolari, che dimentichi in pochi secondi. La soddisfazione per essere riuscita a presentare un libro e aver tenuto l’attenzione di quasi tutti è assurdamente rilassante. Dopo tutto questo non era ancora finita. All’uscita la pioggia era ancora più fitta ed era aumentata, i nostri ombrelli, ridotti non esattamente bene, servivano a poco niente contro la pioggia e gli spruzzi delle macchine, che ci facevano la doccia mentre aspettavamo il tram, che sembrava non arrivare mai. Ma alla fine, sani, salvi ma non esattamente asciutti, siamo ritornati nel nostro imponente edificio: la scuola. ASIA P. 3M

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IL MIO PRIMO LIBRO La prima volta che ho letto un libro è stato in prima elementare. Ero con mia mamma, la quale mi aiutava a leggere il racconto e io ero eccitatissima. Il libro narrava le avventure della nuvola Olga; non ricordo di preciso l’ episodio di quel libro, ma ho ancora in mente che agivano tanti personaggi simpatici e divertenti. Era un libro di appena un ventina di pagine o forse anche meno. L’ autrice, Nicoletta Costa, ha scritto il racconto con parole semplici e in stampatello maiuscolo in modo tale da facilitare la lettura ai piccoli lettori ancora poco esperti. La storia era così coinvolgente che non riuscivo a spegnere la luce perché volevo sapere come continuava la narrazione. In particolare apprezzavo, in quelle avventure, il clima di collaborazione che serpeggiava tra i personaggi sempre pronti ad aiutare chi aveva bisogno; questa atmosfera mi infondeva tanta sicurezza e mi faceva dormire sonni tranquilli. Quando ho finito di leggere quel libro ero soddisfatta di me stessa, ma anche dispiaciuta di averlo terminato. Il giorno dopo ho chiesto alla mia mamma di recarci in libreria per acquistarne un altro della stessa collana. Ringrazio moltissimo quella scrittrice che mi ha fatto scoprire il piacere della lettura; da allora infatti non rinuncio mai, prima di addormentarmi, al mio appuntamento con i libri che nel corso degli anni sono andati via via diversificandosi: dalle peripezie di Geronimo Stilton ai complicati intrecci dei racconti mitologici fino alle toccanti storie realistiche. Ora ho una certezza: come dice lo scrittore Massimo Birattari nel suo ultimo libro, “Leggere è un’ avventura”! Elisa C. 1 C

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Il mio primo libro fu “Il prode Anselmo” di G.Visconti Venosta. Iniziai a leggerlo in prima elementare, prima di andare a letto mi sdraiavo con mia mamma e lo leggevamo insieme. All’inizio, non sapendo ancora leggere, guardavo solo le illustrazioni, ma pian piano sono riuscito a leggerlo da solo. Il libro racconta di un coraggioso crociato che viene chiamato a combattere. Purtroppo muore in battaglia e io ogni volta arrivato alla fine ci rimanevo male e provavo a immaginare un finale senza la morte del prode cavaliere. Il libro è scritto sotto forma di filastrocca in rime, in modo giocoso e buffo, come le illustrazioni da cui traspare la comicità e l’ ironia del personaggio. Il libro evidenzia il contrasto tra la solennità della Crociata in cui occorre coraggio ed esperienza di guerra e la descrizione del prode Anselmo c he è goffo, cicciottello e piuttosto imbranato. Jacopo S. I C

Quando avevo otto anni non mi piaceva per niente leggere. Una sera mia sorella Carolina dopo mille litigi mi costrinse a leggere un vero libro, di almeno trecento pagine. Caro si ostinava a farmelo leggere ormai da settimane, quasi un mese! Quel libro era importante per lei perché fu il suo primo libro e lo aveva letto ad otto a i, osì volle he lo leggessi a h’io a uell’età. Il li o s’i titola Nives, p i ipessa dei ghia i . La prima sera chiesi a mio padre di leggerlo con la scusa che ero troppo stanca per farlo da sola e, neanche dopo due pagine, ero lì stesa nel letto che dormivo come un ghiro, mentre mio padre leggeva e mia sorella commentava il libro. A me il libro non piaceva tanto e per questo tutte le sere era la stessa storia. Più o meno a metà libro Caro s’a a iò pe h di eva he il li o lo stava legge do papà e non io; il punto era che a me non piaceva leggere e non mi piaceva neanche il libro! Il esto dovetti legge lo da sola e iò o i a dava p op io giù…pe fi i lo i isi più o meno due o tre mesi. Quando ebbi finito provai una gioia immensa perché avevo appena letto il mio primo e vero libro. Il libro che avevo finito faceva parte di una saga e ovviamente Caro, neanche dopo una settimana, iniziò a dirmi di leggere il secondo libro, ma dopo tanti litigi si mise in testa che non avrei mai letto gli altri libri! Elena Panella I C

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La mia prima esperienza di lettura è stata quando avevo sei anni e frequentavo la prima elementare. Un giorno, poiché avevo imparato a leggere da solo, chiesi a mia madre sdi comprarmi un libro. Il giorno dopo la mamma mi accompagnò in libreria e, tra i tanti titoli che avevo a disposizione, scelsi quello dal titolo “La nuvola Olga e il temporale”. Durante il tragitto di ritorno verso casa ero eccitato e non vedevo l’ora di leggere il mio libro. Una volta arrivati a casa, scorsi sul divano a leggere. La mamma mi stava vicino e mi aiutava ogni volta che ero in difficoltà. Mi ricordo che quel pomeriggio mi sentii per la prima volta grande, perché anch’io, come mamma e papà, ero in grado di leggere un libro tutto mio e da solo.

Alessandro P. I C

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INVITO ALLA LETTURA

Ci sono vari libri che mi hanno fatto pensare di non essere più sulla terra, ma dentro la storia che leggevo. Però ce n’è uno in particolare che mi ha fatto sognare all’infinito. Il libro di cui sto parlando è Ventimila Leghe sotto i Mari. La storia è scritta da Jules Verne e ti porta, insieme al sottomarino Nautilus e al suo comandante Nemo, negli abissi dell’Oceano Atlantico. Quando leggi questo libro lo immagini meglio di un film, ti senti proprio dentro la scena a fianco ai personaggi. La storia parla del professore francese Pierre Aronnax che, insieme al suo domestico Conseil e al fiociniere Ned Land, va a caccia di un mostro marino che infesta e affonda le navi. Ma una grande sorpresa li aspetta: il Nautilus che li porterà a scoprire nuove e affascinanti cose nelle acque più profonde. Per questo io vi invito a leggere questo libro perché è molto avvincente e non smetteresti mai di leggerlo. A me è piaciuto così tanto che qunado l’ho finito ero deluso perché avrei voluto che la storia continuasse ancora.

Francesco B. 1 C

Il libro Cacciatori di Tesori, narra la storia di quattro fratelli a cui scompaiono entrambi i genitori, il padre durante una tempesta in mare aperto, la madre viene rapita e portata a Cipro. I ragazzi sono impegnati a comprare e vendere oggetti e tesori antichi con gente dal carattere e dal modo di fare un po’ strano; questo lavoro è lo stesso del padre e lo svolgono per cercare indizi sui loro genitori. Il libro narra una serie di avventure misteriose e interessanti, che oltre ad appassionare stimolano la fantasia del lettore. Mi sono immedesimato in questo libro perché rispecchia i miei interessi: è avventuroso, affascinante, imprevedibile, alcuni personaggi sono spericolati e altri intelligenti e astuti. È un libro per ragazzi e adulti piacevole da leggere e scorrevole e per questo consiglio di leggerlo ai miei compagni.

Simone R. 1 C

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Leggendo, mi capita spesso di isolarmi dagli altri e di entrare in mondi immaginari, dove si vivono nuove esperienze. A volte però mi immergo così tanto nella lettura che non ascolto le persone che mi parlano nella realtà; così, di conseguenza, non lo ricordo. Uno dei libri che mi ha fatto sognare e appassionato di più è stato Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien, che racconta di una compagnia composta da hobbit, elfi, nani, maghi e uomini che deve distruggere l’Unico anello, un’opera malefica creata da Sauron di Mordor, l’antagonista. Il libro è ovviamente di genere fantasy ed è lungo più di 1000 pagine! Nel loro lungo viaggio fatto di imprevisti e battaglie, si dividono più volte, un compagno muore e infine il protagonista giunge al Monte Fato, dove l’anello viene distrutto. La compagnia dell’anello è composta da Frodo, Sam, Pipino, Merry, Gandalf, Aragorn, Boromir, Gimli e Legolas. Il libro è suddiviso in tre parti: La Compagnia dell’Anello, Le due Torri e Il ritorno del re. E’ stato girato anche un film suddiviso in tre lungometraggi, che corrispondono alle tre parti del libro. Consiglio a tutti di leggere questo libro, perché mi ha appassionato molto e credo che possa piacere moltissimo.

Matteo F. 1 C

Leggere un libro trasmette una sensazione molto piacevole e serve anche ad arricchire il proprio lessico. Leggere è bello perché può significare anche immaginarsi in mondi diversi come per esempio lo spazio, una foresta o il mare. Un libro che ho letto è stato Chiave segreta per l’universo di Stephen Hawking. In questo libro mi è capitato di avere l’ impressione di vivere altre vite e di provare piacere a entrare in altri mondi. Mi sono immaginato di essere su una navicella spaziale che andava a visitare tutto l’universo vedendo attorno a me costellazioni, galassie, pianeti, stelle e perfino la bandiera americana piantata sulla luna. Non volevo mai smettere di leggere perché mi ero molto appassionato e desideravo conoscere in fretta la fine della

Pietro C. 1 C

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La sera invece di spegnere la luce e dormire, di nascosto continuavo a leggere e una notte mi sono addormentato con la luce accesa, gli occhiali e il libro sul viso. Una volta terminato mi sono subito fatto regalare un altro libro dello stesso autore. Per questo motivo consiglierei a chiunque di leggere questo libro, anche a chi non trova così interessante lo spazio.

Mi è capitato di immedesimarmi nel personaggio principale e di avere l’impressione di vivere altre vite in molti libri, ma quello più appassionante è stato Occhio al gatto di Silvana Gandolfi, Salani editore. La vicenda ha inizio nell’affascinante Venezia, dove Dante, il bambino protagonista, costretto dalla nonna, va a casa di Cosimo Dolente, un maestro in pensione che avrebbe dovuto aiutarlo nella scuola. I due diventano subito amici e quando Cosimo gli offre una tazza di cioccolata calda, Dante dopo un sorso riesce a vedere il pavimento della stanza anche con la testa alzata in aria. Lì per terra c’è il piccolo gatto Virgilio, che era stato regalato a Dante da Cosimo. Così, il maestro Dolente gli spiega della cioccolata magica che aveva prodotto nel laboratorio e gli dice che d’ora in poi sarebbe riuscito a vedere qualche volta quello che vedeva Virgilio. Dopo un po’ il gatto si perde e Dante, che lo vuole ritrovare, usa il suo potere per cercarlo e così viene coinvolto in rapimenti e delitti. Ma anche i gatti hanno la fantasia… Questo libro mi ha coinvolto molto, al punto tale che, mentre lo leggevo, mi sembrava di essere a Venezia e di investigare al posto del bambino.

Eliana C.1 C

Esiste una collana di libri intitolata “La magica casa sull’albero”, opera di Mary Pope Osborne, che raccoglie le avventure di due fratelli, Jack e Annie, che viaggiano per il mondo antico per raccogliere antichi manoscritti per incarico della fata Morgana. Tra le varie destinazioni, una delle più interessanti, secondo me, è stata l’antica Grecia. In Olimpiadi nell’antica Grecia Jack, il bambino in cui mi immedesimo, vive l’avventura meravigliosa di partecipare come spettatore alle Olimpiadi in compagnia del filosofo Platone. Annie, essendo una ragazza, non può partecipare allo spettacolo e, presentandosi travestita, viene scoperta dalle guardie. Jack riesce a salvarla grazie all’intervento di un cavallo bianco che traina una biga. Ad un certo punto il cavallo spiega le sue gigantesche ali: è Pegaso! Il magico cavallo li trasporta fino alla magica casa sull’albero che, girando velocemente, li riporta a casa, in Pennsylvania.

Edoardo G. 1 C

LE CLASSI IN DIRETTA NOVEMBRE- DICEMBRE 2014

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#migliorisipuò Anche le parole possono uccidere! Aderiamo alla campagna contro le discriminazioni e il razzismo. #migliorisipuò è una campagna promossa da Avvenire, Famiglia Cristiana e dalla Federazione italiana settimanali cattolici, fatta arrivare in tutti gli oratori, luoghi di lavoro e scuole del nostro Paese sotto forma di pubblicità progresso. Queste pu l ità so o olto effi a i pe h i ost a o i odo di etto l’effetto esplosivo e incontrollato che possono avere le parole quando raggiungono la sede della nostra coscienza, il cervello. Di e a ual u o: “ei g asso! o e olpevolizza lo, o e se esse e g assi, bassi o di un colore diverso dal nostro fosse una colpa. Le parole spaccano il cervello quando ci arrivano come un giudizio, un accusa che ci schiaccia, che ci fa sentire inferiori di fronte agli altri o inadeguati rispetto a modelli di un mondo che ci vuole sempre perfetti, in forma, di successo, capaci di adattarci a uno stile di vita he uello esaltato dalle pu li ità eg esso . “i eg edis e ve so i luoghi comuni dei benpensanti, di quelli che pensano di sapere cosa è bene o male per noi.

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Le parole possono ferire più delle pietre, perché lasciano segni non immediatamente visibili, ma che producono danni nel tempo. Alle volte ciascuno di noi inconsapevolmente usa termini che, apparentemente inoffensivi, creano invece disagio e sofferenza. La nostra superficialità ci rende incapaci di prestare attenzione al senso vero che al u e pa ole posso o app ese ta e pe l’alt o. “pesso l’i apa ità di as olta e ve a e te gli alt i i i pedis e di ivolge i a lo o con la dovuta prudenza verbale. Il medesimo termine pronunciato in situazioni diverse può essere interpretato in vari modi.Le parole dette hanno il potere di umiliare o di valorizzare un individuo. Pe h il li guaggio la assi a esp essio e dell’esse e u a o. LUNA D., SARAH C. , JASMIN B. 3N

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La scelta del liceo classico La decisione difficile al termine della terza media è la scelta del futuro liceo: è

necessario compierla in modo responsabile e consapevole, in base alle proprie

capacità e ai propri interessi. In questi tre anni di scuola secondaria di primo grado,

noi quattro abbiamo apprezzato molto le materie umanistiche. Pensiamo che il liceo

classico dia una preparazione più completa rispetto agli altri indirizzi, consenta

l'accesso a qualsiasi università, anche scientifica, e sia tuttora la scuola di eccellenza

del sistema scolastico italiano. L’attitudine al dialogo, la capacità di lettura e comprensione dei testi, la padronanza linguistica, l’acquisizione di metodi di lavoro e di ricerca autonomi e l’assimilazione di informazioni e concetti caratterizzano la tradizione classica. La riforma ha inoltre potenziato l'insegnamento delle materie

scientifiche e lo studio della lingua straniera. Per questo motivo, scegliere un liceo

classico ancora oggi nell'era della tecnologia significa intraprendere un corso di studi

attuale, formativo, completo, qualificante e prezioso. Soltanto studiando le origini

della nostra civiltà, attraverso la lingua greca e latina, possiamo capire chi siamo

veramente: difatti termini scientifici, giuridici e medici derivano da queste due lingue.

La metodologia utilizzata per la traduzione dal latino e dal greco è propedeutica a

quella utilizzata nell'analisi scientifica. Un'altra affascinante materia che si studia solo

a partire dal triennio è filosofia: anch'essa si ricollega alla cultura greca e latina e

studiarla significa porsi delle domande ed essere educati al dubbio e alla curiosità del

sapere. Di recente, per orientarci nella scelta abbiamo partecipato a quattro diversi Open Day

e vi illustriamo le caratteristiche dei licei classici che abbiamo visitato.

-Liceo Manzoni:

Il Liceo Alessandro Manzoni è uno liceo classico milanese storico nato nel 1884 con sede in Via Orazio 3, è il terzo liceo ginnasio fondato a Milano dopo il Beccaria e il Parini. L’azio e edu ativa e didatti a all’i te o del li eo fi alizzata alla formazione di persone consapevoli di sé, rispettose degli altri e dotate di coscienza critica. Ancora oggi è vivo in questo liceo il dibattito politico fra gli studenti.

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Dopo la presentazione del liceo, la direzione ha introdotto, per gli studenti di

terza media, una novità rispetto agli anni passati: accompagnati da un liceale, i

ragazzi hanno avuto la possibilità di assistere a delle lezioni. Questo è un liceo

aperto, ricco di iniziative e di attività extracurricolari (incontri con l'autore-

cineforum- scuola aperta- corsi di fotografia, sport, lingue, teatro, coro...),

molto vitale e accogliente. Lo abbiamo trovato davvero molto stimolante.

L'open day è una giornata molto partecipata dagli alunni e dai professori.

-Liceo Berchet:

Il Liceo Giovanni Berchet, nasce nel 1911 con

sede in Via della Commenda 26. E' considerato

uno dei primi e dei più importanti licei classici

della città di Milano per la qualità

dell'insegnamento. E' un liceo molto tradizionale e anch'esso offre dei

progetti e delle iniziative in orari pomeridiani:

come per esempio il teatro, il coro e numerosi

corsi di lingua in preparazione alle certificazioni

PET -FCE- CAE. Lo abbiamo trovato molto

conservatore, ma egualmente abbastanza

stimolante.

-Liceo Tito Livio:

Il Liceo Tito Livio, così

denominato dal 1976, ha sede in

Via Circo 4. Questo liceo si pone

come luogo di cultura e

formazione e insegna a pensare,

immaginare, riflettere, rielaborare

attraverso un'equilibrata

combinazione di sapere classico e

scientifico. Abbiamo elaborato

cinque ottimi motivi per scegliere

questo liceo: la stabilità dei

docenti, che sono tutti di ruolo; la

qualità e la ricchezza dei progetti e

delle iniziative; la ricca

Biblioteca, il cui catalogo sarà

consultabile a breve on line le

iniziative a difesa dell’ambiente; le iniziative di volontariato.

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Lo abbiamo trovato molto interessante per le numerosissime iniziative, alcune

delle quali assimilabili all'offerta della scuola privata, tra cui: il progetto della

sezione musicale e della sezione teatrale, i corsi di potenziamento di lingua

inglese e i corsi di cinese (che comprendono uno stage in Cina). Inoltre il fatto

che sia un liceo abbastanza piccolo, rende il suo ambiente accogliente e

controllato; purtroppo, sempre per questo motivo, non lo abbiamo trovato molto

vitale. -Liceo Parini:

Il Liceo Giuseppe Parini, nasce nel 1774 con sede in via Goito 4. E' con il

Beccaria la scuola superiore più antica di Milano: accogliente, vivace e di

rigore, ma ugualmente aperta al confronto. Durante l'Open Day, alunni e docenti

hanno descritto le loro esperienze con vivacità e chiarezza, rassicurandoci e

fornendo informazioni sull'aiuto che alcuni ragazzi più grandi prestano ai “nuovi arrivati”, attraverso un sistema di tutoraggio consolidato ed efficiente. Un'interessante possibilità che dà, inoltre, questo liceo è quella di poter visitare

durante la notte, accompagnati dagli insegnanti, l'osservatorio astronomico della

scuola. Questo liceo ci è piaciuto molto perché ci è sembrato molto stimolante,

anche se non ha presentato un'offerta altrettanto ampia di corsi extracurricolari.

Qui hanno studiato numerosi protagonisti della storia civile, letteraria, culturale

ed economica di Milano tra cui citiamo Alessandro Manzoni, Carlo Cattaneo,

Cesare Correnti, Walter Tobagi e Giorgio Strehler. E adesso tocca a noi scegliere!

Cecilia R., Alessandro V. Arianna C., Giacomo B. 3C

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MONTE ISOLA

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Monte Isola è un piccolo comune italiano di soli 1.806 abitanti della provincia di Brescia in Lombardia, nel Lago d'Iseo.

Geografia Fisica

In Europa sono presenti isole lacustri di maggior estensione, come l'isola di Visingso nel lago svedese di Vättern e l'isola artificiale di Sääminginsalo, ma Monte isola è la prima come altezza sul livello del mare. L'isola è raggiungibile in traghetto dalla sponda bresciana, ma anche da quella bergamasca.l'isola è dotata di molte piste ciclabili e punti in cui si possono noleggiare biciclette. È consentito l'utilizzo di veicoli a motore solo al dottore e al prete dell'isola.

Storia Nel V secolo d.C. fu cristianizzata dal vescovo bresciano San Vigilio. Nel Medioevo fu contesa da varie signorie, il territorio fu assegnato ai longobardi; in seguito i cluniacensi vi insediarono un monastero. L'isola vide dapprima nascere borghi agricoli nelle posizioni più elevate e, in epoca successiva, borghi di pescatori lungo la costa. Musei I musei più conosciuti e visitati sono. Museo Della Basilica di Santa Maria Assunta Museo Agricolo e Del Vino Ricci Curbastro

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Monumenti e luoghi d'interesse

Santuario della Ceriola o Santuario della Madonna della Ceriola, si trova sulla cima del monte che sovrasta l'isola. Edificato nel 1500, probabilmente sui resti di una cappella dell'XI secolo.

Cucina Una caratteristica locale consiste nello stendere a seccare al sole i persici, gli agoni (localmente, ma impropriamente, chiamati sardine) e le alborelle sugli archi di legno, e la tradizione sopravvive ancora. “i p odu e u olio tipi o p egiato hia ato olio di o te isola .

Retifi io La “e ino reti Su monte isola é presente un retificio chiamato La Sebino Reti che é il leader nel settore di produzione di reti da pesca per mare e acqua dolce... questa ditta é presente su quest'isola da quasi 50' anni.

Sumire B. II N Eva Z. II M

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IL RACCONTO COMICO Cosa sono la comicità e l'umorismo? Qualcuno dice che ridere fa bene alla salute (addirittura ci sono dei pagliacci che girano per gli ospedali), e altri dicono che il riso abbonda sulla bocca degli stolti. QUALE SARÀ LA VERITÀ? Far ridere è una cosa seria. Ridere è una caratteristica tipicamente umana: un sorriso e una risata sono senza dubbio fra le espressioni più spontanee dello stato d'animo di una persona. Che cosa suscita il nostro sorriso? Spesso è proprio la vita di tutti i giorni a offrirci tante occasioni per ridere: l'importante è

saper cogliere, il lato divertente di certe situazioni o di certi comportamenti.La comicità è l'umorismo sono spesso soggetti di grande riflessione filosofica.

Questa capacità di essere comici é un concetto molto semplice in se stesso ma suscita parecchie domande non appena ci si interroga sulle sue capacità; In più è un grande punto di incontro tra diverse strade artistiche.

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É un genere che si collega alla commedia ma si distingue dal dramma e soprattutto dalla tragedia. Ma che differenza c' è tra comicità e umorismo? La comicità suscita divertimento, è buffo e a dir poco ridicolo e di conseguenza muove all'aperta risata di tipo meccanica mentre l'umorismo è un modo intelligente, ingegnoso di ridere che fa riflettere e che può variare dal modo in cui l'artista vive la realtà. Inoltre, mentre la comicità è sempre espressione di una gioia immediata e istintiva, nel l'umorismo assume un' importanza notevole anche il sentimento. Le tecniche narrative sono... -Esagerazione -L'imprevisto -La caricatura -Il contrasto -I colpi di scena -Doppi sensi -I giochi di parole Sono tutte le scelte linguistiche che producono una risata. Alissa G. Sumire B. II N

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Solitario e di indole malinconica,crebbe in condizioni estremamente disagiate e fin da bambino dimostrò una forte vocazione artistica che gli impediva di dedicarsi allo studio, così che dalla quarta elementare fu riportato in terza. Dopo il servizio militare, avrebbe dovuto fare l'ufficiale di marina ma, non digerendo la disciplina, scappò di casa per esibirsi ancora come macchiettista Con la disapprovazione totale dei genitori, fu scritturato come "straordinario"cioè un elemento da utilizzare occasionalmente e senza nessun compenso. L'attore iniziò a ponderare l'idea di esibirsi da solo e dunque decise di mantenere un particolare modello di imitazione, che Totò, esercitandosi davanti allo specchio, riusciva ad imitare senza particolari sforzi. Totò rinnovò il suo corredo teatrale (che fino a quel momento era composto da un singolo abito di scena sempre più consumato): una logora bombetta, un tight troppo largo, una camicia lisa con il colletto basso, una stringa di scarpe per cravatta, un paio di pantaloni corti e larghi a zompafosso, calze colorate e comuni s a pe asse e e e.La se a dell'eso dio l’atto e diede il meglio di sé, lasciandosi andare in mimiche facciali, piroette, doppi sensi e le immancabili macchiette di Gustavo De Marco.

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Un grande comico italiano....TOTÒ

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T a g ida di is ed applausi, l’espe ie za al salo e U e to I seg ò pe Totò l’affe azio e defi itiva ello spetta olo di va ietà. Questi p i i espe i e ti cinematografici surreali non ottennero il successo di pubblico che Totò aveva invece sul palcoscenico. Quando tornò a teatro, alla fine del 1940, l'avanspettacolo era già tramontato, sostituito dalla "rivista", un genere teatrale sorto a Parigi e dal carattere (almeno nel primo periodo) esclusivamente satirico - per quanto concesso dal regime fascista presentato sotto forma di azioni s e i he i he di allusio i e di a e i pi a ti.I uel pe iodo l’Italia e a da poco entrata in guerra e la ferrea censura del fascismo era attentissima a qualsiasi battuta ambigua o accenno negativo sul Governo di Mussolini.

lol mdr 555 mdm ha3 . . .

SUMIRE B. ALISSA G. II N

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LE BARZZELETTE LOL : i i glese la sigla di laugh out loud : ide e ad alta vo e MDR : i f a ese la sigla di o t de i e : o to dalle isate 555 : i thaila dese il 5 si p o u ia ha , ette do e t e dive ta ha ha ha R“ : i asiglia o l'a eviavio e della pa ola isos : isate jajaja : i spag olo la j si p o u ia uasi o e u a H HA3 :i alese vuole di e he isog a p o u ia e pe t e volte HA barzellette La maestra corregge il tema di Andrea: Co e ai s ivi osì pi olo? Pe h gli e o i si vedo o di e o

Tommaso tornaa casa da scuola tutto soddisfatto e dice alla mamma: Ma a, oggi devi esse e fie a di e Pe h so o stato l'u i o a sape ispo de e alla do a da della aest a Ah sì? B avo! Che do a da e a? Chi ha otto il vet o della fi est a?

Pierino é stato bocciato per l'ennesima volta e un amico cerca di aiutarlo a capire il suo problema. Ma, studi ai dopo la e a pe ese pio hiede il o pag o Dipe de... Da he osa dipe de? Ho u siste a: uso la o eta e ua do vie e testa vado al a o gli a i i, se

vie e o e sto a asa a gio a e ai videogio hi e se i ve e i a e d itte, studio. Tra amici: il io o pute ha p eso t e utti vi us Quali? Il aff eddo e, l'i flue za e l'e ola

Alissa G. 2N Sumire B. 2N

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Sui videogiochi si è già detto tanto. Si dice che essi portino obesità, ansia, depressione, alienazione dalla vita reale, sedentarietà e, per alcuni, addirittura epilessia. Non guardiamo però solo alla parte negativa; alcuni videogiochi allenano davvero il cervello e migliorano la capacità di apprendimento e la risoluzione di p o le i; so o i osiddetti ai ga es , i gio hi i tellige ti, he as o o come strumento per tenere in forma il nostro cervello. Spesso chi condanna i videogiochi sono gli adulti, ma semplicemente perché non li conoscono. Certo ci sono delle regole basilari da rispettare come non esagerare con la permanenza davanti al video che non dovrebbe durare più di 30 minuti di seguito; bisognerebbe fare a meno di giochi con sovrapposizioni di immagini troppo rapide e con colori contrastanti, che si pensa possano favorire crisi convulsive, e preferire piuttosto giochi che richiedano un impegno mentale di tipo logico, piuttosto che prontezza di riflessi; La distanza tra viso e computer e/o tv dovrebbe essere di almeno di 60-80 centimetri e, alle prime avvisaglie di affaticamento visivo, è bene imporre di fermarsi. Insomma, siamo convinti anche noi che certi giochi possono provocare crisi epilettiche in soggetti particolarmente a rischio o che giocare per ore davanti a uno schermo può portare ad estraniarsi completamente dalla realtà, ma sarebbe frutto di un pregiudizio fermarsi solo qui. Una soluzione a questi eventuali problemi è già quella di preferire il gioco in gruppo al fine di favorire la socializzazione. Inoltre, bisognerebbe conoscere meglio le varie tipologie di gioco. Ad esempio, i giochi cosiddetti "arcade" o "sparatutto", che sono proprio quelli in cui è meno implicata la riflessione, quindi più criticati dagli adulti, sviluppano alcune abilità manuali ed i riflessi del giocatore, costringendolo ad affrontare difficoltà seminate sul percorso. I gio hi di st ategia, i ve e, o liga o l’ute te a fa e delle s elte o ulate, i ua to, se il gio ato e o effettuasse le o ette azio i he l’avve tu a i hiede pe esse e risolta, la storia non progredirebbe. I giochi di cui noi vorremmo, però, più specificamente raccontarvi appartengono si alla atego ia della st ategia, a so o a he u po’ viole ti e a oi so o pia iuti per i contenuti e i valori che promuovono, come il combattere per la libertà e la giustizia, valo i tutt’oggi uasi di e ti ati. I olt e, i u o di essi, a he l’a ie tazio e spetta ola e, o fedeli i ost uzio i di scenari storici su vascelli o di villaggi e ciò ci permette di conoscere meglio posti a noi sconosciuti e di viverli in prima persona.

VIDEOGIOCHI

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I giochi in questione sono Call of Duty Ghosts e Assassi ’s Creed III . In Call of Duty Ghosts l’a ie tazio e si svolge ai giorni nostri e precisamente il gioco tratta della guerra fra Stati Uniti e Unione Europea, affrontata in luoghi insoliti come ell’o ea o, nello spazio e in luoghi devastati da terremoti. Inizialmente si gioca a fianco degli americani, la squadra si chiama “ uad a Speciale Ghosts e si combatte un nemico, di nome Rorche, che, mentre prima faceva parte come te dei ghosts, ora si è schierato dalla parte della Federazione Europea a causa di u ’azio e effettuata dal tuo comandante. Il tuo personaggio, cioè il protagonista del gioco, si chiama Logan e ha un fratello, Hesh, anche lui facente parte dei ghosts. La tua missione è ovviamente quella di uccidere Rorche per fare in modo che la guerra finisca. Mano a mano la storia va avanti, si ha l’illusio e di essere vincente, ma alla fine si spara al proprio nemico credendolo morto; Rorche, che invece non è morto, ti porta via, risultando così lui il vincente. La saga di Call of Duty si completa con un ultimo gioco, appena uscito nei negozi, che si chiama Call of Duty Advance War Fare , ma che pu t oppo non abbiamo ancora avuto la possibilità di provare. L’alt o gioco, simile a questo, è appunto Assasi ’s Creed III . Anche qui, dalle ceneri di un villaggio distrutto e in fiamme, nascerà un nuovo assassino e la sua battaglia per la libertà e per la giustizia infiammerà la rivoluzione. Connor, l’a e i a o assassino protagonista, aiuterà la popolazione ribelle nella battaglia contro il dominio inglese. Il giocatore è Desmond Minds, un ragazzo che con l’ A i us (oggetto che ti permette di vivere i ricordi dei tuoi antenati assassini) vive le avventure di Connor nel passato combattendo gli inglesi. Il gioco termina quando si riesce ad uccidere Charles Lee, il comandante antagonista dell’a ata inglese. La saga di Assassi ’s Creed si conclude con la nuova uscita di un gioco Assassi ’s Creed U ity , da poco nei negozi, dove, questa volta, quattro assassini e non più uno, uniti, combattono aiutando la popolazione francese durante la Rivoluzione. Davide O. & Ghenim M. (2^H)

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