limits to growth
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17/04/2013
La cura della Terra e degli esseri viventi secondo il Movimento per la Decrescita Felice e della Transizione. Verso un modello sostenibile non dipendente dal petrolio.
Biblioteca civica di Scandicci
Che significa “Decrescita Felice” ?
“Chi crede che una crescita esponenziale possa continuare infinitamente in un mondo finito* è un folle, o un economista”
Kenneth Boulding
* “finito” non in senso di “terminato”, ma nel senso che ha dei limiti fisici cioè “non-infinito”
La decrescita non è la riduzionequantitativa della produzione.
Non è la recessione.
E non è nemmeno la riduzionevolontaria dei consumi per ragioni etiche.
Perché la rinuncia implica una valutazione positiva di ciò a cui si rinuncia.
La decrescita è il rifiuto razionale di ciò che non serve.
Maurizio Pallante – “Meno e meglio. Decrescere per progredire.”Mondadori 2011.
“La felicità, il benessere, la qualità della vita non hanno alcuna relazione diretta con la ricchezza materiale.”
“Avere molto non significa stare bene.Al contrario, staremo molto meglio se sapremo porci come obiettivo non il meno in termini assoluti ma il meno quando è meglio.”
Definizione di “Decrescita Felice”
Maurizio Pallante – “Meno e meglio. Decrescere per progredire.”Mondadori 2011.
differenza fra beni e merci
I “beni ” sono oggetti e servizi che migliorano le condizioni di vita degli esseri umani, fanno vivere meglio e quindi aumentano il benessere dell’uomo.
Le “merci ” sono oggetti e servizi che vengono scambiati con denaro.
Nella visione “sviluppista” della crescita del PIL sono prese in considerazione solo le merci.
Nella visione “decrescita” sono prese in considerazione anche le merci ma soprattutto i beni.
Benessere e PIL
Il benessere umano si misura anche con quei beni che non sono merci e che non fanno crescere il Pil.
Pensiamo a quegli oggetti e servizi autoprodotti o beni e servizi donati per amore (il baby-sitting dei nonni): non vengono scambiati per denaro, non fanno crescere il Pil ma soddisfano delle esigenze umane in maniera molto migliore rispetto alle merci equivalenti
La decrescita esercita un fascino sempre più forte su un numero sempre più vasto di persone.
La decrescita non rinuncia alla tecnologia infatti occorre ad esempio molta più tecnologia per costruire una casa ben coibentata e a risparmio energetico che una casa ordinaria piena di spifferi e ad alta dispersione di energia. Oppure un motore a energia rinnovabile rispetto a un motore che gira semplicemente bruciando benzina.
La forza della decrescita consiste nel fatto che destabilizza il sistema dei valori su cui l’economia della crescita si è resa desiderabile e ha omologato progressivamente le persone.
La decrescita ha una forza sovversiva incredibile perché è in grado di smantellare il lavoro tenace e paziente con cui le potentissime agenzie pubblicitarie, le istituzioni scolastiche, e i mass-media hanno plasmato giorno dopo giorno le menti, i modi di pensare, i gusti e i desideri delle persone.
Impatti sociali della Decrescita
Se la Decrescita è “felice”…
La decrescita stimola la auto-produzione locale, cerca di ridurre i viaggi intercontinentali delle merci, stimola il saper-fare ed è in grado di apportare miglioramenti alla qualità della vita dell’uomo e all'ecosistema.
Una decrescita guidata in questa direzione, racchiude intrinsecamente un fattore di felicità (la gente si sente più autosufficiente e attiva).
Da qui il termine di “Decrescita Felice”.Una decrescita ci sarà comunque: spetta a noi decidere se sarà “felice” cioè
preventivata e pianificata oppure “in-felice” cioè improvvisa, di impatto e choccante.
Secondo voi vive felicemente chi si propone di avere sempre maggiori quantità di merci e spende tutta la vita per questo obbiettivo
trascurando affetti, relazioni e calpestando gli altri e l’ambiente e sacrifica a questo
obbiettivo la qualità dell’aria, delle acque e dei suoli?
Secondo noi vive più felicemente chi sceglie solo i beni di cui ha realmente bisogno in base alla loro qualità e utilità effettiva, lavorando
anche di meno per dedicare più tempo ai suoi affetti cioè antepone la qualità della vita e dell’ambiente, alla crescita della produzione
di merci
Donella Meadows – Dennis Meadows – Jorgen Randers
1972: “Limits to Growth” I nuovi limiti dello sviluppo 2008: Thinking in systems (opera postuma)
1972 M.I.T. – “Club di Roma” commissiona studio per modello computerizzato “Mondo 3” (World3)
Teoria dei sistemi complessi
Dimostrò che il sistema Terra non poteva avere durata illimitata essendo basato su risorse non rinnovabili
I limiti della Terra
Il sistema attuale non è resiliente (non si adegua ai cambiamenti esterni)
Non è possibile comprendere un sistema così complesso con miliardi di interconnessioni parallele
Ogni metodo correttivo inserito nel sistema per risolvere un certo problema genera irreparabilmente un impatto imprevisto e imprevedibile in un’altra parte del sistema (vedi picco del petrolio ed effetto serra)
Il Picco di Hubbert:Teoria scientifica (o modello) formulata nel 1956 dal geofisico americano Marion King Hubbert, riguardante l'evoluzione temporale della produzione di una qualsiasi risorsa minerale o fonte fossile esauribile o fisicamente limitata. Hubbert predisse nel 1956 con estrema precisione tutta la storia dei picchi che abbiamo vissuto dal 1972 ad oggi.
Nel 2015 è previsto che la domanda mondiale di greggio superi la totalità dell’offerta disponibile con le conseguenti ricadute sul tessuto economico e sociale e il nostro stile di vita.
Il picco del petrolio
Il picco del petrolioThe Hirsch report:
Nel 2005 lo US Department of Energy commissionò uno studio sul picco del petrolio al fisico americano Robert Hirsch. Lo studioso arrivo alle seguenti conclusioni:Il picco del petrolio sicuramente avverrà e quando avverrà probabilmente sarà bruscoIl picco del petrolio avrà effetti negativi sulla economia mondialeUno dei più grossi problemi è quello dei combustibili liquidi che sono usati per i trasporti, i trasporti andranno in crisi sia di terra che aerei e navaliSenza una sua mitigazione massiccia il problema sarà pervasivo e a lungo termine Fare precoci sforzi di mitigazione rispetto a quando sia richiesto può essere assai costoso, se il picco fosse a lungo ritardato. D'altra parte, se il picco avviene presto, il mancato avvio dell’ attenuazione del rischio potrebbe essere estremamente dannoso. Gli sforzi di mitigazione richiederanno ancora molto tempo prima di sentirne gli effetti.Rimanere in attesa fino al picco di produzione del petrolio potrebbe lasciare il mondo con un deficit di combustibile liquido per 20 anni. L’avvio di un programma accelerato 10 anni prima del picco lascia il mondo con un deficit di combustibili liquidi di un decennio.L’avvio di un programma accelerato antecedente di 20 anni prima del picco potrebbe evitare al mondo un deficit da combustibili liquidi.
Uno scenario disastroso …
Leggi il report: http://www.netl.doe.gov/publications/others/pdf/Oil_Peaking_NETL.pdf
Il picco del clima
Temperatura media al terreno senza effetto serra ~ -18° L’aumento CO2 aumento temperatura media della Terra (stima IPCC del 2007 di ~ 0,76° rispetto alla fine del 1800) entro 2100 si stima aumento progressivo da un minimo di 1,1° a max 6,4° con 4° di aumento di temperatura media vaste zone terrestri saranno inabitabili
Detto anche impropriamente “Effetto serra”.L’effetto serra è quello strato di anidride carbonica (CO2) che permette alla terra di avere una temperatura di circa 30° superiore a quella che avrebbe senza la CO2:
limite posto precedente al 2010 350 ppm rilevazione al 2010 390 ppm spostamento assicella del limite 450 ppm richiesta di ulteriore alzamento del limite 500-550 ppm tendenza attuale se non abbassa 650 ppm nel 2100
studi su ere geologiche passate (M/y): CO2 > 500 ppm (per cause naturali) si sono innescati meccanismi di estinzione diffusa sul pianeta
Densità Co2
CO2: mai così alta da 700.000 anni
?
DOME C – EPICA - Antartide
2010
Summit internazionali sul clima 1992 Earth Summit Rio de Janeiro: conferenza sulla sostenibiltà della Terra
Kyoto Protocol–1997(Japan) in vigore dal 2005-2012 (55/55 Russia, no USA Canada etc) riduzione del 5,2% emissioni di “gas serra” entro il 2012
Cop15 Copenaghen–12/2009: impegno rimanere sotto i 2° di aumento temperatura media
Cop16 Cancun–11/2010 : certifica tendenza ad aumento medio di 3,2° - Impone di rimanere con emissioni di gas serra sotto i 44 mldT/anno (2010 = 50 mldT/anno).Prende nuovo impegno degli Stati ad adottare il Protocollo di Kyoto . Richiede 100 mld$/anno fino al 2020 per supporto ai paesi in via di sviluppo per adottare il P.Kyoto ad oggi non ci sono tali fondi.
Durban 2011+Qatar 2012 (Kyoto-2) rinnovato protocollo di Kyoto dal 2013 al 2020 (no Russia, Jap,NZ, Canada)
Giugno 2012 conferenza Rio + 20… un disastro.
Gli altri picchi
Picco dell’acqua l’acqua potabile o almeno non inquinata diventerà il bene più prezioso per la sopravvivenza umana, mentre ci sarà una sovrabbondanza di acqua come residuo industriale inutilizzabile o dannosa
Picco dei Metalli le riserve di rame sono in via di estinzione
Picco dei Minerali le riserve di fosforo, sostanza che serve alla agricoltura intensiva, sono quasi esaurite, i ricercatori si sono rallegrati avendo scovato un nuovo giacimento stimato come durata sufficiente per soddisfare la domanda per altri 2/3 anni !!
Picco del carbone e degli altri combustibili fossili
Viviamo al di là delle nostre possibilità – dal punto di vista ecologico: la nostra “impronta ecologica” (*) è maggiore rispetto alla capacità di rigenerazione della Terra.
Com'è possibile ? Perché utilizziamo tre fonti extra per gli input di energia e per lo smaltimento dei rifiuti:
Ettari fantasma: cioè usiamo risorse non nostre - importiamo cibo, legna, vestiti, minerali e altre risorse di materie prime oppure beni finiti da altri paesi.
Ettari fossili: ettari “del passato” cioè energia da risorse fossili ma anche l'estrazione di metalli ed altri minerali.
Anticipi. Utilizziamo quantità eccessive di risorse naturali senza considerare il tempo necessario per il loro rinnovo. Diamo in eredità ai nostri figli un mondo sempre più deteriorato – con meno acqua, foresta, pesce, ambienti selvatici, alberi, specie, terra, ecc.
(*) Impronta ecologica: Quanti ettari di terra occorrono per rigenerare le risorse naturali che consumiamo e per assorbire i rifiuti che produciamo (compreso CO2).
Oltre il limite
Mappa del Global Foot Print
L'INFERNO DELLA CRESCITA
La società della crescita non è sostenibile (base annua):
Terra: 51 miliardi di ettari
spazio bioriproduttivo: 12 miliardi di ettari 1,8 ettari procapite
Consumo umano medio 2,2 ettari!!! (30% in più della capacità rigenerazione della biosfera)
cittadino americano: 9,6 ettari
cittadino italiano: 3,8
nel 2050: 9 miliardi persone 1,2 ettari procapite
modi di vita occidentali per tutti 6 pianeti!
E’ tempo di cambiare …
LA SOLUZIONE: CHIUDERE IL CICLO
L’impostazione economica mondiale è basata sull’approccio INOUT“dentro le risorse – fuori i rifiuti”
il sistema produttivo è aperto e disconnesso dall’ambiente esterno.
Dobbiamo passare ad una visione di sistema “pianeta” nel suo insieme che è un sistema “chiuso”.
• Riciclo-Riuso – dove l'output di un sistema diventa l'input di un altro. Es. cartoni si trasformano in biocarburanti, i rifiuti organici diventano concime per l’agricoltura, etc.• La Permacultura è un modo di progettare sistemi chiusi.• Anche i sistemi di vita indigeni e pre-industriali mostravano come poter realizzare cicli chiusi: niente veniva sprecato e ci si ingegnava per riutilizzare tutto ciò che non era usato.
La Permacultura
“permanent agricolture” = permacoltura “permanent culture” = permacultura
Australia, 1978, Bill Mollison e David Holmgren (“Permacultura” edizioni Arianna)
Progettare permacultura significa creare sistemi produttivi che durino nel tempo, che siano sostenibili, equilibrati e stabili; ovvero in grado di auto-mantenersi e rinnovarsi (resilienza) con un basso input di energia.
Prende come esempio, come misura della produzione, le modalità di produzione eco-compatibli ed eco-sostenibili della natura. Lavorare con la natura e non contro la natura.
La permacultura non è orientata al profitto.
I fondamenti etici della permacultura sono:prendersi cura della terra;prendersi cura della gente;condividere le risorse.
Le Transition Towns
2005, Kinsale (Irlanda): Rob Hopkins crea la prima Transition TownTransition Town = comunità organizzata per sopravvivere al picco del petrolio
Parola d’ordine : Resilienza
Bill Mollison: “non posso cambiare il mondo da solo dobbiamo essere almeno in tre”
senso di comunità e aiuto reciproco (socialità) recupero del saper fare e autoproduzione locale, permacultura sobrietà dello stile di vita (saggezza, parsimonia, no al consumismo) utilizzo ultime tecnologie per risparmio energetico sfruttamento energie alternative e rinnovabili forniture su “filiera corta” e produzioni locali contrasto speculazioni finanziarie utilizzo monete locali e/o sistema di credito alternativo (banca del tempo)
Transition Towns nel mondo
e in Italia?
Monteveglio (BO) Montespertoli Firenze (gruppo teatro) …pochi altri …
“ll miglior discorso del Mondo”L’unica voce d’allarme che è pervenuta dal summit di
Rio +20: il Presidente Uruguay José “Pepe” Mujica
Concludendo…
Buona decrescita a tutti