margini

19
Se i tuoi progetti valgono un anno, semina il grano. Se valgono dieci anni, pianta un albero. Se valgono cent’anni istruisci le persone. “Estraneità”: non solo perché la dispersione può produrre diffidenza e ostacolare le relazioni di aggregazione sociale, ma anche perché questo Municipio si caratterizza per una massiccia presenza di stranieri: è il secondo Municipio di Roma per numero di stranieri residenti ed è il primo per presenza di famiglie straniere. Sul territorio sono presenti vecchie e nuove povertà: vecchi nuclei di stampo contadino nella parte più periferica, e nuovi insediamenti in cui mancano i servizi che favoriscano la creazione di comunità : spazi di socialità, cinema, teatri. Il territorio del XX Municipio ha un’area pari a quella del Comune di Milano, il 14,5% del territorio comunale e allo stesso tempo uno dei più “periferici” tra i Municipi. La densità abitativa non è alta: circa un terzo della densità media di Roma; è composto da diversi agglomerati urbani distanti fra loro, immersi in un’area verde di notevoli dimensioni (pari a quasi il 50% dell’intero territorio). La popolazione, (circa 150.000 persone) è pari a quella di una grande città italiana, si distribuisce in modo dispersivo e accanto a zone residenziali molto popolate vi sono aree con piccoli nuclei abitativi che sono in aumento, per i nuovi insediamenti dovuti allo spopolamento progressivo del centro storico. “Dispersione” ed “estraneità” sono le parole utilizzate ne Piano di Zona per descrivere le peculiarità di questo territorio. “Dispersione” perché il Municipio Roma XX è il più esteso e allo stesso tempo uno dei più “periferici” tra i Municipi. La densità abitativa del resto non è alta: circa un terzo della densità media di Roma. Le associazioni Margini e Armadilla promuovono attività di informazione e solidarietà nel XX Municipio Contribuire al miglioramento della qualità della vita sociale e culturale nel territorio dei quartieri di Labaro e Prima Porta, prevenire i fenomeni di degrado e di esclusione sociale e culturale che caratterizzano molti spazi periferici della città. “Promuovere la cultura per creare comunità - da borgata a quartiere, anche a Labaro e Prima Porta”

Upload: pira-vincenzo

Post on 11-Mar-2016

214 views

Category:

Documents


2 download

DESCRIPTION

“Promuovere la cultura per creare comunità - da borgata a quartiere, anche a Labaro e Prima Porta”

TRANSCRIPT

Se i tuoi progetti

valgono

un anno,

semina

il grano.

Se valgono

dieci anni,

pianta un

albero.

Se valgono

cent’anni

istruisci

le persone.

“Estraneità”: non solo perché la dispersione può produrre diffidenza e ostacolare le relazioni di aggregazione sociale, ma anche perché questo Municipio si caratterizza per una massiccia presenza di stranieri: è il secondo Municipio di Roma per numero di stranieri residenti ed è il primo per presenza di famiglie straniere.

Sul territorio sono presenti vecchie e nuove povertà: vecchi nuclei di stampo contadino nella parte più periferica, e nuovi insediamenti in cui mancano i servizi che favoriscano la creazione di comunità : spazi di socialità, cinema, teatri.

Il territorio del XX Municipio ha un’area pari a quella del Comune di Milano, il 14,5% del territorio comunale e allo stesso tempo uno dei più “periferici” tra i Municipi.

La densità abitativa non è alta: circa un terzo della densità media di Roma; è composto da diversi agglomerati urbani distanti fra loro, immersi in un’area verde di notevoli dimensioni (pari a quasi il 50% dell’intero territorio).

La popolazione, (circa 150.000 persone) è pari a quella di una grande città italiana, si distribuisce in modo dispersivo e accanto a zone residenziali molto popolate vi sono aree con piccoli nuclei abitativi che sono in aumento, per i nuovi insediamenti dovuti allo spopolamento progressivo del

centro storico. “Dispersione” ed “estraneità” sono le parole utilizzate ne Piano di Zona per descrivere le peculiarità di questo territorio.

“Dispersione” perché il Municipio Roma XX è il più esteso e allo stesso tempo uno dei più “periferici” tra i Municipi. La densità abitativa del resto non è alta: circa un terzo della densità media di Roma.

Le associazioni Margini e Armadilla promuovono attività di informazione e solidarietà nel XX Municipio

Contribuire al miglioramento della qualità della vita sociale e culturale nel territorio dei

quartieri di Labaro e Prima Porta, prevenire i fenomeni di degrado e di esclusione sociale e

culturale che caratterizzano molti spazi periferici della città.

“Promuovere la cultura per creare

comunità - da borgata a quartiere,

anche a Labaro e Prima Porta”

P A G I N A 2

“Il segreto è nei

piccoli

cambiamenti

locali, è a livello

locale che

possono avvenire i

cambiamenti più

sostanziali”

Partecipare è un buon Consiglio

CONSIGLIO REGIONALE LAZIO -http://www.regione.lazio.it

Il Consiglio regionale del Lazio si trova a Roma in via della Pisana 1301, due chilometri oltre il Grande Raccordo Anulare, facilmente accessibile per chi proviene dagli altri comuni del Lazio. E’ costituito da sei palazzine collegate fra

loro che ospitano l’Ufficio di Presidenza, le Commissioni e le sedi dei gruppi politici. Una nuova e funzionale Aula consiliare, dotata di tecnologie moderne, permette lo svolgimento efficace del lavoro legislativo. Vicino l’Aula

consiliare, la Sala Mechelli ospita convegni, conferenze, seminari ed altri eventi. Ampi parcheggi sono a disposizione per coloro che raggiungono il Consiglio in auto. Il complesso immobiliare è

22 febbraio 1996, fu messo a dimora un ulivo, simbolo della pace, donato dal Kem Kayameth Loisrael alla Regione Lazio. Indirizzi utili:

Consiglio regionale del Lazio

Via della Pisana, 1301 – 00163 Roma

Tel. 06 65931 –

Fax 06 65000678 Sede di rappresentanza: Via Poli, 29 – 00187 Roma Tel. 06 69380623 – Fax 06 65937507

circondato da una vasta area verde di 20 ettari denominata “Parco della pace – Yitzhak Rabin”, in onore dello statista israeliano ucciso nel 1995. In occasione della cerimonia dell’intitolazione del Parco, che si tenne il

Legge Statutaria della Regione Lazio

Art. 6 (Diritti e valori fondamentali)

1. La Regione fa propri i principi della Dichiarazione universale dei diritti umani.

2. Riconosce il primato della persona e della vita, tutela i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza sanciti dalle convenzioni internazionali nonché il diritto degli anziani ad un’esistenza dignitosa ed indipendente nell’ambito familiare e sociale.

3. Salvaguarda e valorizza il diritto alla libertà e garantisce l’eguaglianza di ogni componente della comunità laziale nell’esercizio dei diritti civili, sociali, economici e politici sanciti dalla Costituzione e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

4. Opera affinché siano garantiti i diritti alla riservatezza della sfera personale dei singoli individui, i diritti dei consumatori nonché il diritto alla informazione ed alla fruizione dei mezzi di comunicazione di massa e delle reti informatiche.

5. Riconosce nel diritto al lavoro di ogni persona e nella funzione sociale del lavoro valori fondamentali ed irrinunciabili ai quali ispirare la propria attività e assume iniziative per rendere effettivo tale diritto.

6. Rimuove ogni ostacolo che impedisce la piena parità delle donne e degli uomini nei vari settori di attività attraverso l'attivazione di azioni positive. Garantisce le pari opportunità tra donne e uomini nell'esercizio delle funzioni regionali ed assicura l'equilibrio tra i sessi nelle nomine e designazioni di competenza degli organi regionali.

7. Promuove i valori della democrazia, della partecipazione e del pluralismo, ripudiando ogni forma di discriminazione e di intolleranza e sostiene il libero svolgimento delle attività nelle quali si esprime la personalità umana e la coscienza democratica, civile e sociale della Nazione.

8. Fa propri i principi della Carta europea dell’autonomia locale e si impegna a darne piena attuazione.

9. Promuove la pace e l'amicizia tra i popoli e sostiene ogni iniziativa volta a favorire la loro realizzazione.

10. Collabora con la Chiesa cattolica, nel rispetto delle previsioni del quadro concordatario nonché con le confessioni religiose con le quali lo Stato stipula intese, al fine di tutelare la dignità della persona e perseguire il bene della comunità, in conformità ai principi della Costituzione.

P A G I N A 3

Ci sono molti Margini di miglioramento

P A G I N A 4

Combattere il degrado e l’esclusione sociale

Costruire comunità MARGINI è una libera associazione nata per favorire la democratica p a r t e c i p a z i o n e a l l a cittadinanza. Viviamo e operiamo nella periferia nord di Roma. Pensiamo che i problemi, che sono tanti, si debbano risolvere valorizzando le specificità dei territori di frontiera, attraverso un grande progetto di cittadinanza civile e culturale, che tenga conto delle caratteristiche

dei luoghi e dei bisogni e dei desideri dei cittadini. Ai margini dei territori mentali e fisici esistono realtà di confine, culture, comportamenti meno omologati da scoprire, da f a r e m e r g e r e , d a organizzare. La periferia è un limite, una linea di demarcazione,

U n a s o l u z i o n e d i continuità.

Come afferma Renzo Piano il termine periferia ha perso il suo valore di sostantivo per trasformarsi in un aggettivo volto a qualificare uno spazio “dove i valori della città muoiono”.

N o n è s u f f i c i e n t e migl iorare i serviz i essenziali, come luce, acqua, gas, segnaletica stradale, “segni esterni” della modernità.

ma al centro della nostra attenzione e dei nostri interessi.

L’associazione opera per:

p r o m u o v e r e i l miglioramento della qualità della vita nei quartieri di Labaro/Prima Porta e in generale delle periferie romane

p a r t e c i p a r e a l l a individuazione ed alla soluzione dei problemi

presenti sul territorio

contribuire al progresso ed al rispetto economico, culturale e sociale del territorio

realizzare le attività culturali necessarie per favorire il progresso ed il rispetto sociale

progettare la formazione per la cittadinanza e per il lavoro sul territorio

Occorre un processo di valorizzazione economica ma anche culturale, servizi sociali essenziali, ma anche scuole migliori, luoghi di r i t r o v o i n t e r e t n i c o , cinema, biblioteche, attività di aggregazione per i giovani con i loro tipici concerti e la loro musica. Per ridurre sempre più il divario centro-periferia bisogna portare il centro nella periferia. Ai Margini,

P A G I N A 5

Freddo con effetti di possibile diffusione di buone pratiche anche nei contesti territoriali limitrofi d e l l a V a l l e d e l l ’ A n i e n e , contribuendo a favorire e indirizzare interventi delle amministrazioni locali e della Regione Lazio.

P r e s e n t a z i o n e l i b r o

“Modernita’ e tradizione tra

locale e globale” 7 Maggio 2010 ore 18,30 c/o la Biblioteca Comunale Via delle Galline Bianche 105 Come coniugare gli aspetti di appartenenza locale con problemi, anche di identità, che non possono che essere affrontati globalmente? I processi di globalizzazione, la lotta alla povertà nel mondo, la difesa dei diritti umani, gli obiettivi di sviluppo del Millennio affrontati da un doppio punto di vista: una comunità con le sue esigenze locali e quelle di governo del pianeta con i suoi problemi globali”.

Cinema e musica attraverso

" i mu s i c a r e l l i " . I n collaborazione con la Discoteca di Stato

a cura di Roberto Scrivano e Antonello Baranta. 21 maggio 2010 ore 18,30 c/o la Biblioteca Comunale Via delle Galline Bianche 105

Sei felice? Video- inchiesta

sulla Felicità in collaborazione

con UPTER Culture diffuse

Che cos'è? Cosa la rende possibile? Cosa ci manca per averla?

A cura di Erasmo Catavolo e Adolfo Bartoli e le corsiste Upter Martina Ciancarella, Marina Piccone , Carlotta Veron i , Bernadette Weber

Partendo dal video realizzato con interviste e da un reading di testi appositamente selezionati, si cercherà di avviare una riflessione su di un tema come questo che coinvolge aspetti di natura politica, sociale, etica e religiosa.

C/O teatro Parrocchia di S. Melchiade

Seminario formativo, in

collaborazione con “Culture

diffuse” dell’UPTER A

Labaro, mercoledì 10 marzo, 7 presso la Biblioteca Comunale di via delle Galline Bianche 105, Rosalba Spagnoletti e Roberto Falcinelli hanno presentato “Archeologia e fotografia: la villa di Livia a Prima Porta”, una rappresentazione della campagna r o m a n a n e l l a f o t o g r a f i a a r c h e o l o g i c a e n e l l a testimonianza storica di Rodolfo Lanciani e Thomas Ashby, i due archeologi che con il loro lavoro f o t o g r a f i c o o p e r a r o n o assiduamente nei dintorni di Roma a cavallo tra la fine dell’800 e l’inizio del 900.

Nell’ambito della iniziativa

“Culture Diffuse” l’Upter di

Roma, sede di Via Baccano

38 a Labaro, ha organizzato

una visita guidata al sito

archeologico di “Villa di Livia

a Prima Porta” nella giornata di domenica 18 aprile 2010. La visita fa seguito a incontri preparatori tenutosi presso la Biblioteca Comunale di Via delle Galline Bianche a Labaro, dedicato all ’archeologia e fotografia e sulla Villa di Livia.

Befana solidale 2011

Al Campo River solidarietà alla comunità Rom.

.

Vivere ai margini della città – Labaro da borgata a quartiere I problemi, le risorse e le proposte per la qualità della vita nelle periferie - 26 / 11 / 2009

Seminario pubblico Teatro parrocchia S. Melchiade - Labaro

Un incontro con esperti e testimoni per meglio capire i problemi, ma anche le risorse spesso non valorizzate con opportuni intervent i degl i amministratori, della nostra realtà territoriale nel contesto più ampio della città di Roma .

“Castellum”

Marketing territoriale dei Comuni di Anticoli Corrado, Roviano, Rifreddo

Progetto presentato al Consiglio Regionale della Regione Lazio il 16 / 02 / 2010

Il Progetto si propone di realizzare un'indagine conoscitiva attraverso una serie di interviste e di materiale documentario in grado di descrivere le potenzialità, le criticità e le ipotesi di interventi coerenti, praticabili, sostenibili e condivisi dalla società civile, dal tessuto produttivo e dagli amministratori locali, che si concretizzerà nella produzione di un DVD in grado di funzionare, con opp ortune az ion i di a c c o m p a g n a m e n t o , a v a n t i descritte, come animazione territoriale e come strumento di start up di un processo di marketing per lo sviluppo ter r itor ia le . L e in terv iste coinvolgeranno i diversi attori del territorio come i decisori politici, gl i esponenti del tessuto produttivo, le associazioni, gli esponenti significativi della società civile.L’obiettivo è contribuire allo sviluppo socio-economico e al miglioramento della qualità della vita nel territorio dei Comuni di Anticoli Corrado, Roviano e Rio

ATTIVITA’ REALIZZATE DA “MARGINI”

Non

eMarginiamo

nessuno !

Il segreto è nei piccoli cambiamenti locali, è a livello locale che possono avvenire i cambiamenti più sostanziali.

Via Botero 16 A 00179 ROMA Tel. 06 97619575

P A G I N A 6

Globalizzare i diritti, globalizzare la solidarietà

Una città e un mondo in cui nessuno si senta solo

Armadilla SCS - Onlus

è una cooperativa sociale nata a Roma nel 1984. Il suo scopo è quello di realizzare attività di interesse generale per la c o m u n i t à , d a l miglioramento d e l l e condizioni di vita all’integrazione sociale, attraverso la gestione di servizi socio-sanitari ed educativi a favore di cittadini italiani, stranieri, immigrati e categorie della

p o p o l a z i o n e p a r t i c o l a r m e n t e vulnerabili.

Nel 1994 prende avvio una nuova fase del lavoro della Cooperativa nel campo dell'immigrazione, con l'approvazione di un progetto di accoglienza in convenzione con l'Ufficio Immigrazione del Comune di Roma. Nasce a Roma il Centro Armadillo, che ospita nuclei di famiglie immigrate, alle quali offre

oltre all'accoglienza, servizi di assistenza diretti a facilitare l'inserimento nel tessuto sociale e produttivo italiano. Dal 1996 il Centro ospita anche un progetto di sostegno all'integrazione di minori immigrati in età compresa dai sei ai quattordici anni, Offre un supporto scolastico, pediatrico e psico - pedagogico ai bambini e alle famiglie. In estate il

programma si propone c o m e s p a z i o p e r consolidare partnership territoriali tra l’Italia e il Mozambico. Diversi attori del pubblico, del privato e d e l T e r z o S e t t o r e condividono l’obiettivo di contribuire a realizzare concrete azioni di scambio e d i c o o p e r a z i o n e decentrata per lo sviluppo umano sostenibile nelle due città capitali.

Nell’ambito delle attività di c o o p e r a z i o n e

i n t e r n a z i o n a l e l a Cooperativa Armadilla real izza progett i di solidarietà in Siria nel settore della sanità e dell’inclusione sociale di portatori di handicap.

P r o m u o v e p r o g e t t i f i n a n z i a t i d a l l a Commissione Europea nel s e t t o r e d e l l a comunicazione e della formazione. Opera nel settore del commercio equo e solidale.

servizio si trasforma nel “Punto Verde”, con attività ludiche e ricreative.

In collaborazione con diverse entità presenti nel t e r r i t o r i o r o m a n o , coordinate da Armadilla, si realizza da anni una iniziativa di cooperazione internazionale chiamata “Roma Maputo Andata e R i t o r no ” ch e ve de c o i n v o l t e d i v e r s e asso c iaz ion i , scu ole , imprese, ecc. Questo

P A G I N A 7

centinaia di persone colpite da due malattie del sangue, la leucemia e la talassemia, molto diffuse nell’area mediterranea.

Sono state coinvolte anche alcune scuole romane che hanno contribuito a realizzare alcuni progetti di solidarietà (costruzione di edifici scolastici, pozzi, centri di accoglienza) e che hanno favorito, soprattutto, il consolidamento di un rapporto di cooperazione e solidarietà in Mozambico.

Gruppi vulnerabili. In tale ambito Armadilla intende realizzare uno studio di fattibilità e identificazione dei bisogni di gruppi socialmente vulnerabili, dando priorità a minori portatori di handicap f i s i c o e m e n t a l e n e l governatorato di Damasco. Il punto di partenza per tale studio è l’esperienza realizzata, a livello comunitario, nell’area per i fer ica di Damasco, dall’associazione Zahret Al Mada’en con cui Armadilla ha stabilito un rapporto di partenariato.

L ? U n i o n e E u r o p e a h a f inanz iato un progetto triennale che ha l’obiettivo di contribuire ad aumentare la consapevolezza dei soggetti c h e m a g g i o r m e n t e contribuiscono a informare e formare l'opinione pubblica (insegnanti, educatori, autorità locali, operatori per lo sviluppo locale) in Italia, Belgio,

Bulgaria e Romania sui temi inerenti il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e le attività di cooperazione allo sviluppo umano sostenibile, lotta alla povertà e ai rapporti internazionali tra mondi ricchi e poveri del pianeta.

Il progetto prevede la collaborazione con la RAI per la realizzazione di otto D o c u m e n t a r i c h e p r e s e n t an o e s p e r i e n z e significative sugli otto obiettivi di sviluppo della Dichiarazione del Millennio e le sfide che b iso gna assumere pe r rispettare l'impegno preso - ( w w w . u n . o r g /millenniumgoals).

Si prevede Elaborazione e divulgazione di tre Manuali per favorire l'informazione e formazione sui temi dell'inclusione sociale, dello sviluppo umano sostenibile e d e l l a e d u c a z i o n e a l l a mondialità .

Www.armadilla.coop

Armadilla ha assunto come metodologia di intervento q u e l l a p r o p o s t a d a l l a cooperazione decentrata fondata sulla partecipazione, sulla promozione dei diritti uman i e del le l iber t à f o n d a m e n t a l i , s u l rafforzamento delle capacità e dei poteri degl i attori decentrati e in particolare dei gruppi sociali più svantaggiati.

Questo processo ha come p u n t o d i p a r t e n z a l a definizione del territorio e implica l’impegno di solidarietà d e i s u o i c i t t a d i n i , dell’amministrazione pubblica, delle ONG, delle associazioni e gruppi locali, dei sindacati, delle cooperative, delle imprese, degli enti formativi, ecc.

D e c e n t r a m e n t o e partecipazione sono le parole chiave. La solidarietà tra comunità è la base da cui partire per realizzare le attività di cooperazione decentrata dove i diversi attori coinvolti condividono un accordo quadro tra due territori partner (patti inter-territoriali) in cui tutti i soggetti sono chiamati a progettare e realizzare gli interventi in sinergia.

Per realizzare ha realizzato e continua ad operare attraverso diversi progetti :

Il progetto denominato Árime, (2005—2008) realizzato in c o l l a b o r a z i o n e c o n l a Fondazione IME (Istituto Mediterraneo di Ematologia), ha contribuito a curare

ATTIVITA’ REALIZZATE DA “ARMADILLA”

P A G I N A 8

Combattere il degrado e riqualificare le periferie

Labaro e Prima Porta sono dei quartieri, circondato dal verde del Parco di Vejo. Sono circa 30 mila le persone che abitano nelle case costruite in colline le cui strade ricordano i film di San Francisco.

Le autorità del XX° Municipio alcuni anni fa decisero che era i n d i s p e n s a b i l e riqualificare il territorio e p r o g r a m m a r e interventi urbanistici che p e r m e t t e s s e r o d i d i m i n u i r e l a frammentarietà degli insediamenti e offrire spazi di convivenza e di i n c o n t r o p e r l a popolazione.

Come d’incanto, nel bel mezzo della povertà architettonica delle case popolari di via delle Galline Bianche, di fronte alla povera ma utilissima Biblioteca Comunale si costruisce u n a f o n t a n a monumentale, ideata a

p r o g e t t a t a dall’architetto Paolo Angeletti.

A ridosso del parco Marta Russo, al centro esatto del punto nodale d e l t r a f f i c o d e l quartiere, si erge la particolare, un po’ fuori luogo, la figura della fontana:

due grosse pareti in cemento si incrociano per definire al proprio interno, in uno spazio vuoto, la sagoma dell’importante fontana di piazza Sant’Andrea della Valle, nel centro di Roma.

Col passare del tempo, gli abitanti di Labaro hanno però iniziato ad abituarsi a questo “strano” monumento, a cercare di valorizzarlo per creare intorno un Centro civico, uno spazio di incontro e di ricreazione.

Purtroppo il disinteresse e l’indifferenza delle autorità comunali nei

c o nf r o n t i d e l l e p e r i f e r i e , l u o g h i trascurati, distaccati dal centro, di cui troppo spesso ci si dimentica, hanno ridotto la fontana in uno stato pietoso.

Lo smog ha annerito le pareti di cemento, scr i t t e e gra f f i t i r i c o p r o n o l a pavimentazione e i gradoni intorno alla fontana, per non parlare della sporcizia e

dei rifiuti che invadono l ’ i n t e r o s p a z i o monumentale.

“La fontana ha perso totalmente il suo ruolo d e c o r a t i v o e d i abbellimento, ormai non è che un inutile e i m b a r a z z a n t e t e s t i m o n i a n z a d e l degrado delle nostre periferie” denuncia l’associazione culturale Margini che ha nel suo programma la lotta al degrado nel quartiere di Labaro.

Il grave problema irrisolto della mobilità :

troppo traffico e strutture poco adeguate

Il territorio del Municipio Roma XX è molto esteso; ha un’area pari a quella del Comune di Milano, il 14,5% del territorio comunale e allo stesso tempo uno dei più “periferici” tra i Municipi. La popolazione, (circa 150.000 persone) è pari a quella di una grande città italiana, si distribuisce in modo dispersivo e accanto a zone residenziali molto popolate vi sono aree con piccoli nuclei abitativi. La dispersione spaziale aggrava i problemi di mobilità, programmata e pensata a un bacino demografico molto inferiore a quello attuale.Le vie Cassia e Flaminia sono le arterie storiche in cui questa parte di città è cresciuta considerevolmente negli ultimi decenni.Molti quartieri sono sorti in modo abusivo e sono cresciuti senza una previa programmazione urbanistica. Per cui si hanno strade strette, in tanti casi senza uscita, ove è impossibile transitare e parcheggiare. Le strade e i quartieri non sono adeguati per gestire in modo sostenibile l'aumento del numero di auto private. I parcheggi e il sistema stradale sono del tutto insufficienti. La segnaletica stradale è inadeguata, molto spesso inesistente. Del tutto carente la sua manutenzione.I vigili urbani sono del tutto assenti nella maggior parte del territorio. Numerosi gli incidenti stradali, speso mortali, a causa dell'alta velocità e guida in stato di ubriachezza. Gli investimenti per costruire un moderno sistema viario e di diversificazione dei trasporti è stato negli anni del tutto insufficiente in relazione alle necessità. Si è privilegiato il “lasciar fare” ed è aumentato esponenzialmente il numero di vetture private anche a causa di un mal funzionante ed inefficace sistema pubblico. La crescente complessità del sistema produttivo della capitale e l’aumento della domanda di servizi e di mobilità, hanno tradotto il Grande Raccordo Anulare GRA in una circonvallazione complessa, interna rispetto alla città, riproponendo lo stesso quesito che ne aveva costituito la ragion d’essere: la necessità di progettare sul territorio esterno alla città linee di collegamento infrastrutturale di portata regionale e nazionale. Il flusso del traffico automobilistico e delle persone è unidirezionale : la mattina verso il centro e la sera verso le periferie. Il modello di città che si è costruito privilegia l'anello centrale dove si concentrano servizi, posti di lavoro, commercio, centri culturali e ricreativi. Le periferie sono per lo più residenze / dormitorio per ceti sociali che non possono permettersi di vivere in zone centrali di Roma. Il servizio ferroviario nelle due linee Piazzale Flaminio – Montebello e la FM3 – Ostiense – Cesano sono del tutto inadeguate agli standard di trasporto di un paese europeo : treni insufficienti negli orari di maggior afflusso; treni vecchi e inadeguati per condizioni igieniche e mancanza di condizionatori d'aria; stazioni insicure, inadeguate, spesso in condizioni di deterioramento e abbandono. Alcune sono in fase di ristrutturazione da anni; lavori che non finiscono mai. Il servizio finisce alle 23:00 obbligando dopo tale ora a dover utilizzare mezzi di trasporto privati.

Le linee di autobus oggi esistenti nel Municipio sono del tutto inadeguate: i tempi di attesa sono lunghissimi e molte aree del municipio sono scoperte. Carente o inesistente il servizio notturno.

P A G I N A 9

P A G I N A 1 0

Da Borgata a Quartiere : a che punto siamo ?

La storia, e tante storie, vengono scritte per avere una origine per capire la propria origine e dare valore alla terra in cui si è nati e si vive. Ha un enorme valore il lavoro fatto da alcune scuole per ricostruire, attraverso le testimonianze di alcuni anziani, la storia recente del XX° Municipio e della lotta delle borgate per diventare quartieri, comunità vive di una città dove non esiste più un centro e tante periferie. Sono state definite borgate quegli insediamenti urbanistici di edilizia popolare realizzati a Roma dal 1924 al 1937 in quelle che allora erano le zone dell'Agro Romano, lontane dal centro abitato della Capitale. Rispetto ai borghetti e alle borgate spontanee, quelle ufficiali furono espressamente pianificate dal Governatorato di Roma allo scopo di trasferirvi i residenti delle vecchie case del Centro Storico, oggetto di sventramenti e ristrutturazioni per permettere la costruzione di vie più ampie quali Corso Rinascimento o via della Conciliazione. La nuova situazione sociale venutasi a creare dopo la guerra impose anche una revisione politica sull'uso delle borgate, anche se vi furono alcuni residuali trasferimenti di persone (più che altro dovuti alla necessità di sfollare palazzi dichiarati pericolanti o inagibili) fino al 1950.

Furono realizzate a Roma 12 borgate ufficiali, tutte esterne al Piano regolatore generale del 1931, sulle direttrici di traffico verso l'esterno della città : Primavalle, Val Melaina, Tufello, San Basilio, Pietralata, Tiburtino III, Prenestina, Quarticciolo, Gordiani, Tor Marancia, Trullo, Acilia. Accanto alle borgate ufficiali, ne sorsero anche di abusive, il cui proliferare andò avanti fino ai primi anni settanta, finché, con l'adozione dei nuovi Piani di Edilizia Economica e Popolare, si riuscì a dare alloggio anche agli occupanti di tali insediamenti, perfino più precari di quelli ufficiali, in quanto mancanti di servizi basilari come acqua corrente, allacci fognari ed energia elettrica. Come in un film ritorniamo al 1930 e proviamo a descrivere la situazione di Labaro / Prima Porta. Sulla via Flaminia, lungo il corso del Tevere, sono presenti a via Rubra villini di ricchi romani immerse nel verde, in un paesaggio molto bello e valorizzato fin dai tempi di Augusto (Villa di Livia, mausoleo di La Celsa). Sparsi nella campagna alcuni casali agricoli, tra i quali emerge, in questo periodo, un insediamento denominato “Tenuta Cartoni” dove lavoravano circa 200 persone. È il primo insediamento consistente di Labaro.

Per avere un altro forte insediamento arriviamo agli ’40 con la costruzione in zona della industria delle fornaci, che per la lavorazione dei laterizi utilizza l'abbondante terra argillosa e l'acqua del Tevere. I fornaciai si stabiliscono definitivamente nelle colline di Labaro costruendo gradualmente loro stessi abitazioni di fortuna, senza alcun piano urbanistico. Si ha un forte aumento della popolazione dell’insediamento alla fine della seconda guerra mondiale, quando centinaia di abruzzesi, marcheggiani, ciociari e abitanti delle campagne laziali affluiscono a Labaro e ancora di più a Prima Porta, che già si presentava come borgata consolidata. La ricostruzione e lo sviluppo dell’edilizia a Roma ha portato a un aumento dell’immigrazione di manovali e muratori provenienti dal sud dell' Italia che affluirono a Labaro. Una ulteriore crescita avviene negli anni '50 con la costruzione sul Tevere della diga di Castel Giubileo, ad opera della Società Idroelettrica Tevere e poi passata all’ENEL a cui lavorarono anche operai provenienti dall’Umbria.

Per necessità furono costretti a diventare abusivi acquistando, fuori dal piano regolatore e fuori legge da alcuni grossi

proprietari un piccolo lotto di terreno per costruirsi da soli e gradualmente un alloggio. Da qui l’aumento della borgata

con tante abitazioni abusive. Abusivismo di necessità. Borgate dimenticate per tanti anni dai politici e dalla pubblica

amministrazione. Assenza totale dei servizi fondamentali. Fino alla fine degli anni ’70 ancora nella stampa locale si

descrive la borgata di Labaro e Prima Porta come luogo di abbandono. “ La gente è costretta a rifornirsi all’unica fontana

esistente nell’arco di due chilometri o a bere l’acqua dai pozzi che spesso si mischia a liquami di pozzi neri improvvisati e

scavati troppo vicini ai primi. Non esistono nemmeno le fognature tranne che in un tratto di via Dal mine e dove la buona

volontà degli abitanti non ha sopperito al bisogno con fosse biologiche si assiste allo scorrere delle acque luride nel prato

dove giocano i bambini” (C. Di Pace in L’Occhio – 17 ottobre 1979). Dagli anni '60 ad oggi l'attività edilizia a Labaro e a

prima Porta è continuata considerevolmente. Intorno ai nuclei di Prima Porta e Labaro si è sviluppata l'iniziativa abusiva

tipica dell'area romana. Le borgate di nuova formazione come Santa Cornelia e Via di Valle Muricana costituiscono un

ambito di espansione edilizia abusiva molto aderente alla realtà romana ed in continuo crescita. E tante volte si tratta di

abusivismo speculativo non di necessità. “Le zone dei “borgatari”, luoghi di povertà, piccola delinquenza e degrado, buono

per alimentare dal dopoguerra in poi, miriadi di luoghi comuni e di stereotipi, che hanno marchiato per sempre la parola

“borgata”. Eppure la parola “borgata” non può essere lasciata ostaggio di un luogo comune, perché tra le sue pieghe,

dentro la sua storia, c’è la storia di una città che da bambina e immatura, è cresciuta e si è fatta adulta. Perché la borgata è

stata anche il luogo delle dignità conquistate, dell’emancipazione e della lotta, del diritto ad esistere ed essere parte di

qualcosa di più grande, la città appunto. “ (testimonianza di G.Di Girolami)

“Da borgate a quartieri “ è stato lo slogan dell’Unione Borgate che nella città di Roma, e anche a Labaro e Prima Porta, ha

avuto e ha un ruolo importantissimo di emancipazione e di organizzazione delle comunità periferiche nella lotta per i loro

diritti. Attraverso le opere a scomputo l’amministrazione comunale ha permesso ai cittadini di utilizzare gli oneri che

dovevano pagare per risanare gli abusi edilizi per realizzare servizi fondamentali per la comunità. Programmandoli e

gestendoli direttamente. Un modo efficace per incontrarsi, capirsi, trovare le modalità adeguate per migliorare la vita del

territorio, creare comunità.

Tanto si è fatto per migliorare la vita nei nostri territori che non sono più borgate ma quartieri. Ma tanto resta da fare : in

tante zone non è cambiato nulla dagli anni ’60. A Sant’Isidoro o in via Tenuta Picirilli ancora oggi mancano le opere di

urbanizzazione primaria: fogne, acqua, riscaldamento. Una nuova immigrazione di disperati, è arrivata non più dalle regioni

povere dell’Italia ma dalla Romania, dall’Africa, dall’America Latina. Si ripropone un nuovo abusivismo di necessità che

oggi non può ripetere il percorso dei primi immigrati italiani.

Nuove strade vanno percorse per garantire lo sviluppo nel XX° Municipio realizzando nuove progettualità che

recuperino il decoro urbano dove non c’è, migliorino la qualità della vita garantendo sicurezza e tranquillità ai

cittadini e ricreino legami di solidarietà e appartenenza che permettano di costruire quanto permesso da anni

dalla politica : una città policentrica dove non esitano più periferie e comunità escluse dai diritti fondamentali di

cittadinanza.

P A G I N A 1 1

P A G I N A 1 2

Stazioni ferroviarie : spazi di socialità e di promozione della convivenza

anche nel Municipio Roma XX

Il 29 ottobre 2008, il sindaco Alemanno, il presidente della P r o v i n c i a Z i n g a r e t t i , i responsabili di Ferrovie dello Stato e delle società ferroviarie di Francia, Belgio e Lussemburgo hanno firmato la "Carta europea per lo sviluppo di i n i z i a t i v e s o c i a l i n e l l e s t a z i o n i " . A l l a b a s e d e l documento, vi era l'idea che il disagio sociale e l'emarginazione nei grandi nodi ferroviari vadano affrontati "in rete da tutti i soggetti interessati, sia pubblici che privati". Obiettivi e impegni della Carta: programmare interventi sociali nelle stazioni, coinvolgendo associazioni, volontariato, cittadini, forze dell'ordine; c o n t r o l l a r e e s t u d i a r e l'evoluzione del disagio sociale mediante ricerche e analisi; formare il personale ferroviario in materia di gestione del disagio sociale; condividere tra i firmatari informazioni e buone prassi. Molte le proposte avanzate a margine del documento: l'amministratore delegato di FS, Raffaele Moretti, ipotizzava ad esempio di usare l'Ici sulle s t a z i o n i p e r f i n a n z i a r e programmi sociali, come la costruzione di asili nido nelle stazioni stesse. Sul punto il sindaco Alemanno ha affermato la necessità di stabilire un'intesa ad hoc tra Comune e Ferrovie dello Stato. Che coinvolga anche l’ATAC aggiungiamo noi. Per migliore i servizi della mobilità e operare in modo coordinato nel rispetto degli orari e degli standard di qualità più volte promessi. Da imprese europee. Anche queste promesse ancora da realizzare. I firmatari avevano sottoscritto che : “ Consapevoli della responsabilità nei confronti della collettività, esse condividono

pertanto una stessa visione dell'impegno civico e sociale, in particolare per q u an t o r igu ar da le modalità di gestione del disagio sociale e le regole di sicurezza in vigore nelle imprese ferroviarie. L’ i n t e r v e n t o s o c i a l e nell'ambito della stazione consente di migliorare l’offerta di mobilità e dunque di capitalizzare ricadute positive a livello di territorio urbano. Questo ruolo sociale dell’impresa è centrale per gli interessi generale della collettività. Le imprese firmatarie della presente Carta sono convinte che le problematiche del disagio sociale debbano essere affrontate in rete con tutti gli altri soggetti interessati sia pubblici che privati. “ Le stazioni, sono luoghi di vita nelle città e devono diventare sempre di più dei luoghi di servizio per tutti i clienti e per gli abitanti del territorio. "Una stazione fa parte della città e deve funzionare in armonia con la città" : anche a Tor di Quinto, a Labaro, a Prima Porta, alla Giustiniana, a Cesano, a La Storta. Le staz ioni devono diventare spazi di socialità, pertanto si finanziano progetti per cooperative di giovani che le occupino per dare informazioni, per mantenerle sempre pulite, per promuovere eventi culturali, per offrire spazi c h e f a v o r i s c a n o l ' associat iv ismo e la promozione di servizi sociali in favore delle comunità circostanti.

Per gli effetti della g l o b a l i z z a z i o n e e del l ’ immigraz ione, la grande povertà si rivela in ogni agglomerato urbano dei paesi europei. Le entità che hanno firmato la Carta citata condividono l’esigenza di coniugare le politiche di sicurezza con quelle di solidarietà sociale, che non vanno intese in senso meramente caritatevole, basato sul volontariato, ma devono avvalersi, d’intesa con gli enti locali e le strutture pubbliche, di f igure professionali idonee, in grado di offrire agli emarginati che gravitano nelle stazioni risposte adeguate ai loro specifici bisogni e di orientarli verso luoghi di accoglienza specializzati dove avviare percorsi di reinserimento sociale ed economico. Tempo fa nel Consiglio Municipale di Roma XX due consiglieri hanno chiesto al Comune di Roma di avviare le pratiche presso le Ferrovie dello Stato per acquisire i locali di alcune stazioni della tratta FR3 Roma-Viterbo, d a d e s t i n a r e successivamente ad attività sociali culturali e di volontariato. Un'occasione che il Comune ed il Municipio Roma XX non possono p e r de r e in q u an t o potrebbe rappresentare un’opportunità importante per dare ai quartieri periferici di Roma nord dei veri e propri punti di a g g r e g a z i o n e s o c i o -culturale.

Notizia di qualche anno fa . Nei principali quotidiani nazionali esce la notizia:

“Ruspe demoliscono 62 appartamenti quasi terminati nel cuore del parco di

Vejo, in via della Giustiniana 310, in zona supervincolata”. Dieci edifici realizzati

con grande cura sulla sommità di una collina. Tutt´intorno, gli spazi aperti e il

verde a perdita d´occhio, querce, roverella, campi coltivati. La posizione

esclusiva avrebbe garantito una rendita immobiliare con cifre da capogiro. «É il

più grosso abbattimento effettuato negli ultimi dieci anni - spiegava l’allora

sindaco Walter Veltroni - Una specie di città di 20.000 metri cubi, realizzata

distruggendo preesistenti strutture agricole. Prima di intervenire, il Comune ha superato tutti i cinque gradi di giudizio,

vincendo tutti i ricorsi. Le spese della demolizione, 200.000 euro, sono state a carico degli autori dell´abuso. Il parco di

Veio, 15.000 ettari, è una superficie smisurata, che sfugge al controllo e dispone solo di 16 guardaparchi, uno ogni mille

ettari. E´ una lotta impari. Basti pensare che il parco dell´Appia Antica, che pure è scenario di costruzioni abusive, ha in

organico 22 guardaparchi per un territorio di 3400 ettari. Nel parco di Veio, è stato stimato un numero di 6000 abusi. Il

territorio del XX° Municipio, vasto, frammentato si presta a questi abusi soprattutto perché manca un controllo

adeguato da parte delle istituzioni pubbliche. Negli ultimi anni sono sorte attività commerciali prive di licenza o con

licenze concesse nonostante fossero insediate in cubature abusive e senza parcheggi, e proliferano supermarket,

discount rivendite auto, ampliamenti e costruzioni di edifici, aperture di passi carrabili non autorizzati sui marciapiedi

con un utilizzo del territorio non sempre per i fini cui era destinato. Tante strade, già soffocate dagli edifici, sono

ridotte ad uno stretto budello privo di marciapiedi e spazi per i parcheggi, che si sarebbero dovuti realizzare proprio

utilizzando tali aree, che invece sempre più sono destinate ad uso privato e sottratte definitivamente ai cittadini.

Parcheggi di auto sui marciapiedi che spesso impediscono sia ai cittadini sia ai mezzi pubblici di poter transitare in

sicurezza.

Vecchie cantine sono divenute monolocali dati in affitto senza abitabilità ed in nero ad extracomunitari che sono

costretti a vivervi affollati in condizioni indecorose e precarie dal punto di vista igienico - sanitario. Di conseguenza

quartieri nati come residenziali, si ritrovano ad essere una periferia degradata, anche per la complicità degli stessi

abitanti. Si è creata una situazione di emergenza che chi si candida ad amministrare Comune e Municipio deve, da

subito, assumere un chiaro impegno. Ristabilire il rispetto delle regole; esigere il decoro urbano che si assicura nei

municipi del centro; garantire un ordine compatibile con la vita civile di una città cosi importante come la nostra

Capitale, ed assicurare anche ai cittadini del XX° Municipio una vivibilità elementare che stimoli anche i più restii al

rispetto delle regole nonché a collaborare per ritornare, per quanto possibile ed al più presto, a restituire almeno una

parte della tranquillità ormai perduta. L’abusivismo edilizio, (non più giustificabile, nella maggior parte dei casi, al

carattere di necessità della seconda metà del secolo scorso), l’abusivismo commerciale e degli impianti

pubblicitari, rischiano di compromettere definitivamente intere parti del territorio.

P A G I N A 1 3

Abusivismo nel XX° Municipio : una piaga storica

P A G I N A 1 4

Sede RAI a Saxa Rubra

Il Municipio Roma XX ospita una delle più significative delle nuove “centralità“ previste nel PRG di Roma: Saxa Rubra - Centro RAI, ossia il centro di produzione della maggior industria culturale del paese. Un centro circondato da ricchezze a r c h e o l o g i c h e d a valorizzare ma anche da tanto abbandono e degrado. Una potenzialità per nulla valorizzata per promuovere la crescita e lo sv i lu p p o u man o dell’area. La RAI, usa il territorio ma non ha mai avuto un ruolo propositivo a livello di promozione dello sviluppo locale e di miglioramento sociale e culturale del territorio circostante. Da anni è previsto l’ampliamento del Centro Rai, dove verranno trasferiti gli uffici di Direzione attualmente funzionanti in Viale Mazzini. Si è concordato, anni fa, con il Comune che la Rai dovesse concedere 30 ettari di sua proprietà per la realizzazione di un parco che conterrebbe anche vecchi manufatti, tra i quali le vecchie fornaci Mariani. Dovrebbe nascere la "Cittadella dell'Arte", che

veda la presenza di spazi espositivi e di laboratori artigianali e artistici di vario genere, inseriti in un complesso che, sfruttando anche le pertinenze dell'edificio, sia in grado di ospitare anche attività commerciali e ricreative. Quanti anni ancora ci vorranno per concludere questi lavori e quelli che riguardano la rete del trasporto pubblico su ferro? L o s t u d i o R i d o l f i pubblicizza da anni un suo p r o g e t t o p e r l a r iqual i f icaz ione del le vecchie fornaci. O c c o r r e c h e l a riqualificazione dell’area di Saxa Rubra veda la RAI tra i soggetti protagonisti. Non può funzionare in mezzo al degrado che la circonda da maggior impresa culturale del paese. Da anni si ipotizza (e non s i c o n c r e t i z z a ) l a costituzione a Roma di Campus Universitari . L’Istituto di statistica europeo “Eurostat” ha pubblicato i l primo rapporto statistico sulla consistenza economica del settore culturale in Europa. Il rapporto tiene conto di tutte quelle

attività che gli stati membri definiscono come cultura: in estrema sintesi gestione del patrimonio culturale, editoria, archivi, arti visive, architettura. In Europa, ci dice Eurostat, lavorano oggi in questo campo quasi 5 milioni di persone, ovvero il 2,4% della forza lavoro attiva nei 27 paesi richiamando il valore e le specificità dell’economia immateriale. Le statistiche sembrano c o n f e r m a r e u n a correlazione molto netta fra le dinamiche del settore culturale e la capacità competitiva delle economie nazionali: stando ai numeri, i paesi meglio posizionati per quanto riguarda l’innovazione sono anche quelli in cui produzione e fruizione c u l t u r a l i s o n o p i ù consistenti. Chi investe in ricerca scientifica e in formazione avanzata si ritrova con un settore culturale più robusto. E questo vale sia per la città di Roma sia per il XX° Municipio. Quale area è più adeguata di Saxa Rubra per promuovere un campus universitario per le comunicazioni e un polo produttivo per le nuove tecnologie comunicative coinvolgendo direttamente la RAI ?

Il Parco di Vejo, una ricchezza anche del XX Municipio : come condividerla ?

Il Parco di Vejo (www.parcodivejo.it) è stato istituito tramite legge n. 29 del 6/10/1997. L'intero territorio protetto è di

pregevole valore storico, archeologico e paesaggistico. Esso è delimitato dalle vie consolari Cassia ad ovest, Flaminia ad est

e dalla via Campagnanese a Nord. Il Consiglio ha assunto l’impegno di potenziare la sua azione incentivando le produzioni

agricole di qualità, le attività sportive e del tempo libero e in generale ogni attività, anche economica, purché sia

compatibile con la tutela della biodiversità e con le caratteristiche dell’area protetta. Si propone di realizzare un

importante progetto di costruzione di infrastrutture interne al Parco, che comprenderanno il recupero dei sentieri in

disuso dove sarà possibile sia le passeggiate a cavallo sia l’attivazione di piste ciclabili. Far sì che il Parco venga percepito da

chi lo abita come una importante opportunità, sia in termini di accesso ai finanziamenti regionali ed europei, sia in termini

di supporto alle iniziative qualificanti, sia in termini di immagine del territorio. Se si valuta che il Parco di Veio comprende

circa 15.000 ettari, (dei quali 7.000 in Comune di Roma) che per il 75% sono di proprietà privata, e che il suo Piano si deve

collegare a quello dei 9 Comuni che ne fanno parte, appare evidente la difficoltà che la stesura di tale Piano comporta. Il

XX° Municipio ha espresso, tempo fa, un parere al preliminare contenente indicazioni relative al perimetro del parco, alla

viabilità e trasporti, alle risorse ed economie del parco, alle nuove infrastrutture e recupero urbanistico. Si è richiesta la

costituzione di un’Area di programmazione integrata per sostenere la valorizzazione e lo sviluppo delle risorse ambientali,

culturali e turistiche attraverso il perseguimento di obiettivi strategici con i Comuni del Parco stesso. Inserire all’interno

delle norme tecniche del Piano una specifica normativa che consenta di migliorare il fabbisogno strutturale riguardante le

reti fognarie, le opere di rete, l’adduzione idrica, l’illuminazione pubblica e ridurre l’inquinamento elettromagnetico. Con

particolare attenzione alla creazione di aree per la realizzazione di depuratori in prossimità di nuclei urbanizzati non

collegati al sistema fognario cittadino. Infine la promozione di gite eno-gastronomiche all’interno del Parco, con tutti i

Comuni circostanti incluse gite ai laghi del versante Nord con la promozione di eventi turistici e sportivi che valorizzino le

ricchezze archeologiche poco conosciute e promosse.

Ribadiamo, per concludere, che l’approvazione, per il Parco di Veio, del “Piano di Assetto” deve essere una priorità che i

nuovi amministratori del comune di Roma e del XX° Municipio devono assumere. Per dare certezza di diritti alla proprietà

privata (sapere che attività si possono svolgere dove e come) e per stabilire regole certe di tutela e di recupero

ambientale.

P A G I N A 1 5

P A G I N A 1 6

Immmigrati nel XX Municipio

In accordo ai dati pubblicati nel settimo Rapporto di Caritas di Roma – Osservatorio romano sulle migrazioni – la popolazione immigrata che vive nel XX Municipio è di 26.596 persone, con un aumento nell’ultimo anno di 2.510 unità. A queste occorre senz’altro aggiungere qualche migliaio di persone non iscritte o irregolari. La popolazione immigrata è per il 57 % composta da donne; più della metà sono nubili o celibi (54 %); i minori sono 4.152 . L e n a z i o n a l i t à d i provenienza più numerose sono : i rumeni (5.700 persone pari al 21,4 % del totale della popolazione straniera), i filippini - (4.183 persone pari al 15, 7 %) i cingalesi (1.569 persone pari al 5,9 %), i peruviani - (1.323 persone pari al 5 %), gli e c u a d o r i a n i ( 1 . 2 5 3 persone pari al 4,7 %), i polacchi (884 persone pari al 3,3 %). I quartieri di maggior presenza demografica della popolazione straniera sono : Tomba di Nerone 6.882 persone. Farnesina 3.316 persone - La Storta 2.874 persone - Labaro 2.776 persone - Giustiniana 1.733 persone - Tor di Quinto 1.690 persone - Cesano 1.744 persone - Grottarossa 750 persone - Santa Cornelia 778 persone - Prima Porta 202 persone - Foro Italico 176 persone - Martignano 6 persone. Vi è un costante aumento del numero di immigrati nel Municipio. Nel 2004 erano iscritte all’anagrafe

14.993 persone. Insieme al VIII Municipio è quello che ospita il maggior numero di nuclei familiari. Il problema più difficile da risolvere è provocato dalla legislazione nazionale che amplifica le difficoltà ad ottenere e rinnovare il permesso di soggiorno. Una burocrazia lenta impone temi troppo lunghi. A Roma occorrono anche 20 mesi per tale operazione, creando il circoli vizioso di troppe irregolarità tacciate da una propaganda ostile come clandestinità diventata, ora, aggravante di reato. L'attuale legge nazionale (Bossi – Fini ) subordina, poi, il soggiorno alla durata del contratto di lavoro, finalizzando la funzionalità dell’immigrazione extra comunitaria unicamente al mercato del lavoro. Ciò ha fatto si che l’estrema mobilità assunta dalle d i v e r s e f o r m e occupazionali finisca per cadenzare i dest in i esistenziali degli immigrati, con esiti umanamente non accettabili e socialmente controproducenti. Un immigrato ha molte possibilità di lavorare ma inizialmente non sempre in forme durature: invece, per garantire il soggiorno, si pretende dagli immigrati una stabilità occupazionale che il mercato offre sempre più raramente. Il legare la permanenza al contratto di lavoro – sempre più a tempo determinato – favorisce il b r e v e p e r i o d o d i permanenza e l ’alta rotazione degli immigrati non permettendo processi di integrazione ma anzi favorendo l’emarginazione,

l a v u l n e r ab i l i t à , l a precarietà e , in tanti casi, l'irregolarità, diventata con gl i u lt imi pacchett i legislativi sulla sicurezza “aggravante di reato”. Altro grave problema è quello della condizione abitativa: il costo delle case e degli affitti è alto ed esclude una vasta porzione d e l l a p o p o l a z i o n e immigrata dalla possibilità di vivere in una casa e in condizioni decenti. Politiche adeguate di inclusione sociale devono essere favorite come soluzione più efficace anche per promuovere la sicurezza. La irregolarità e clandestinità si combatte qualificando e dando diritti d i c i t tadinanza agl i immigrati onesti che svolgono, anche nel nostro territorio, un servizio sociale ed economico alla nostra comunità di inestimabile valore. Per questo oltre alle misure repressive e di c o n t r o l l o è u t i l e promuovere politiche positive di educazione, rispetto dei diritti, di partecipazione attiva alla v i t a p o l i t i c a e amministrat iva, del le comunità immigrate : concedere loro il diritto di voto e di essere eletti nei governi locali. E , ultima, ma non per importanza, riconoscere il diritto di cittadinanza a chi nasce nel suolo italiano e favorire l’inclusione delle cos iddette “Seconde Generazioni” che sono a t t u a l m e n t e v e r g o g n o s a m e n t e discriminate.

Emergenza Permanente – Campi per i Rom -

Un ulteriore onere per le periferie della città

Da decenni permane una permanente e difficile mediazione tra comune, municipi, prefettura, comitati di quartiere per

decidere dove organizzare i campi autorizzati dove trasferire i Rom che vivono ora in spazi precari e illegali. Il tema è

delicato e complesso. Da oltre trent'anni si ripetono le stesse parole da parte delle diverse amministrazioni (dal governo

nazionale ai municipi) senza riuscire a pianificare strategicamente una soluzione. Si è sempre drammatizzata la situazione, si

è strumentalizzata anche nell'ultima campagna elettorale, esasperando animi e creando contrapposizioni che non

permettono di affrontare il tema in modo razionale e responsabile. Il Prefetto di Roma Pecoraro, Commissario

Straordinario sull'emergenza Rom, ha chiarito che, nel quadro del nuovo Regolamento sui campi Nomadi, è prevista la

costruzione nuovi campi nel territorio del comune di Roma e che solo a lui spetta l'ultima parola sulla scelta delle aree

dove collocare i nuovi insediamenti. Ora si viene a sapere che questi nuovi campi sono spostati in zone periferiche dove la

carenza di servizi (socio sanitari, trasporti, culturali, ecc.) è tale si ripercuote negativamente nella qualità della vita degli

abitanti. La situazione delle comunità locali della via Tiberina (nel XX° Municipio) dove sorge il Camping River (uno dei

luoghi prescelti) è una di queste : manca in tante case l’acqua corrente, le fogne, i trasporti verso il centro della città sono

inadeguati. “Siamo già sofferenti, non si può fare un campo nomadi dove non ci sono servizi. Abbiamo già molti problemi

legati alla sicurezza - ha ricordato tempo fa il presidente del XX Municipio – Giacomini. C’è il parco di Vejo dove ci si

nasconde bene, il Tevere che e’ zona di degrado. Io non credo le autorità competenti poi sceglieranno di spostare il

campo in questa zona. Sarebbe contraddire cioè che era stato stabilito, ovvero, di mettere i campi laddove ci sono i

sufficienti servizi”. La maggioranza dei Rom e i Sinti che vivono a Roma non sono nomadi, ma stanziali (sebbene vittime di

continui sgomberi) e aspirano ad una soluzione abitativa stabile. Ciò è dimostrato dalle centinaia di famiglie che sono in

lista d’attesa nelle graduatorie per l’assegnazione di case popolari. Per giunta 5000 di loro vivono a Roma da più di trenta

anni. Le culture non sono un’entità statica e data per sempre. Le culture si trasformano e si adeguano alle esigenze del

tempo. La sfida è proprio quella di riuscire a creare le condizioni di libertà e di non urgenza in cui sia possibile realizzare

ciò senza costrizioni umilianti. Partire dai bambini e dai giovani. Attivare misure concrete e decisive per la promozione

umana dei piccoli, spesso prime vittime degli sgomberi che ne interrompono il faticoso processo di integrazione

scolastica. E ai giovani dare lavoro e opportunità di inserimento e inclusione sociale. Il rispetto della legalità deve essere

una conquista comune che nasce dal dovere dei singoli ma anche dal diritto delle comunità a veder riconosciute le

condizioni per poterlo fare . E in questo è fondamentale il ruolo dello stato democratico e delle sue istituzioni.

P A G I N A 1 7

Labaro Case a contorno di vicoli mai disegnati tracce di consumate pietre di un tempo lontano inganni che la storia ripete con segni di facili vittorie vessilli divini croci e mezze lune portati da nuovi poteri elargiscono elemosine ma non garantiscono diritti in tanti, disperati, sono arrivati da vicine e lontane sponde clamando rifugio ieri come oggi nuovi esiliati cercano speranze trovano paure da borgata amica a quartiere incompiuto e in futuro eterna città .

Margini , via Francesco Torfanini, 12 Roma Armadilla via Giovanni Botero 16 a Roma - www.armadilla.coop