milano ‘700 · la milano del xvii secolo si trovava sotto il dominio spagnolo dal 1535 e il...

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MILANO ‘700

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MILANO ‘700

MILANO ‘700

1. Secoli a confronto:

‘600 vs ‘700

2. Milano sotto il dominio di Maria Teresa D’Austra

3. Il Caffè

4. Milano si rinnova

5. Giuseppe Piermarini

6. Teatro della Scala

7. Famiglie e i loro Palazzi

8. Specificità Milanese

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MILANO ‘700 Secoli a confronto: ‘600 vs.’700

‘600: La Milano del XVII secolo si trovava sotto il dominio spagnolo dal 1535 e il ‘600 fu per la città uno dei periodi più difficili della sua storia. La Giustizia: nella società del ‘600 a Milano i nobili locali governano secondo le loro leggi, dette “grida”, ed erano protetti da persone al di fuori della legge, ma posti al di sopra di essa. La società aristocratico- feudale del ‘600, non concepisce il cittadino ma soltanto il suddito, e non è neppure in grado di far funzionare la macchina della giustizia. E’ quindi una società senza legge, dove i governanti si scoprono impotenti, nobili e ricchi opprimono a loro piacimento il popolo. Viene pronunciata spesso la “legge” come legge dei nobili o legge divina, ma mai legge in quanto tale. In questo viene rappresentato un secolo in cui la giustizia non svolge un ruolo importante.

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MILANO ‘600 VS ‘700

Economia milanese nel ‘600: La difficile situazione milanese è causata, oltre che dalle condizioni climatiche avverse, dalle guerre, come la Guerra dei Trent’anni (1618-1648), e dalle tasse ingenti per i contadini, che rendono non conveniente coltivare i campi. Per quanto riguarda la plebe urbana, non essendo i campi lavorati in modo usuale, la domanda di beni di prima necessità supera di molto l’offerta: situazione per cui la popolazione vede aumentare notevolmente i prezzi. La situazione economica milanese vede la parte del popolo e quella dei ricchi nettamente diversificate, mentre i poveri lottano per il cibo, i ricchi ne vedono in quantità illimitate.

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MILANO ‘600 VS ‘700

La cultura milanese del ‘600:

Il cardinale Federigo Borromeo, appartenente ad una famiglia illustre di Milano, compie una grande opera di promozione culturale, è fedele ai suoi valori cristiani e da grande sostegno alla popolazione. Fedeigo Borromeo donò la biblioteca e la pinacoteca ambroiana. La cultura in questo secolo era vista come “cultura del fare”.

La stessa Chiesa, dopo la Controriforma (tra 1550 e il 1660) contro il protestantesimo, chiede agli artisti di esaltare il sentimento religioso e di favorire gli aspetti spettacolari per combattere l’eresia protestante.

La peste nel ‘600: Nel 1630 la peste raggiunge Milano, inizialmente non essendo stata diagnosticata, non viene preso nessun particolare provvedimento. E una volta scoppiata l’epidemia, il comportamento delle istituzioni e della sfera politica non è soddisfacente; vengono emessi i primi editti contro il contagio, che però risultano tardivi ed inefficienti. La peste a Milano su una popolzione di 130.000 abitanti, ne colpì 60.000, cioè circa il 46%.

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MILANO ‘600 VS ‘700

‘700: Con il trattato di Utrecht (1713) Milano passò all’Austria. Il popolo era quasi indifferente a chi regnasse o meno nella città mentre la nobiltà, abituata alla lingua, al cerimoniale e alla pompa spagnola, vedeva i nuovi padroni austriaci di cattivo occhio. Guerra di Successione Polacca (1733): la guerra iniziò perchè le grandi potenze cercavano di esercitare la propria influenza riguardo l’elezione del nuovo sovrano. Sul trono polacco sedeva già Stanislao Leszczynski dal 1704; successivamente si delineò un’alleanza antifrancese tra Austria e Russia, che contrappose a Stanislao il tedesco Federico Augusto, che divenne re di Polonia con il nome di Augusto III. La Francia mosse allora guerra all’Austria, alleandosi con il re di Sardegna Carlo Emanuele III di Savoia e con Filippo V di Spagna. Fu proprio la penisola italiana il terreno su cui si combattè la guerra di Successione Polacca

MILANO ‘600 VS ‘700

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La pace di Vienna(1738) lasciò Augusto III sul trono di polonia, restituì il Milanese all’Austria e diede il Napoletano e la Sicilia a Carlo di

Borbone. Questo conflitto ebbe conseguenze rilevanti soprattutto sull’assetto politico-territoriale italiano. I vantaggi politici maggiori furono tratti dall’Italia meridionale, che tornò ad essere un regno indipendente come era stato prima del lungo dominio spagnolo.

Gli austriaci, tornandovi, fecero pagare caro ai milanesi il loro

collaborazionismo con il “nemico invasore” e se ne videro i frutti nel 1740 quando scoppiò la terza guerra di Successione : Carlo VI volendo lasciare la sua corona ad un erede diretto, emanò una

“prammatica sanzione” che riconosceva anche alle figlie femmine il diritto di salire al trono. Essa non fu accettata in maniera pacifica,

perché alla corona d’Austria aspirava anche Carlo Alberto di Baviera. Nel 1742,quest ultimo, riuscì a farsi proclamare imperatore, con il nome di Carlo VII. La sua morte improvvisa, fece girare le sorti a

favore degli Asburgo. Con la pace di Aquisgrana(1748), l’Austria si vide riconoscere la prammatica sanzione, e l’ascesa al trono di Maria

Teresa d’Austria.

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Maria Teresa d’Austria

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Milano sotto il dominio di Maria Teresa

Dopo l’ascesa al trono di Maria Teresa, l’uomo che organizzò in Lombardia le riforme di quest’ultima, fu Anton Kaunitz, soprannominato l’oracolo. Dal 1757 Kaunitz divenne l’arbitro supremo della provincia, tutto faceva capo alla sua cancelleria, era lui che decideva ogni cosa. Le riforme di Maria Teresa: Riformò l’amministrazione, rendendola più accentrata ed efficace; Riorganizzò e aumentò il numero degli organi di governo, in modo che potessero occuparsi più facilmente del vasto impero austriaco; Stabilì criteri per la formazione di un sistema d’istruzione primaria obbligatoria e fondò scuole per la preparazione dei maestri, Limitò l’influenza ecclesiastica negli affari dello Stato; Sul piano fiscale introdusse il catasto che rese possibile la tassazione delle proprietà dei nobili

Alla morte di Maria Teresa le succederà il figlio Giuseppe II che attuerà il governo denominato “giuseppinismo”, che radicalizzerà il moderato quadro riformatore della madre.

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“Il Caffè”

MILANO ‘700 Il caffè

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Fu proprio nel ‘700 che Milano conobbe un periodo di sviluppo e di fioritura, sia nel campo economico, con la creazione delle prime manifatture nel campo dell’industria tessile, sia in quello culturale, con l’azione degli illuministi lombardi, con l’opera di Pietro Verri che fu promotore dell’Accademia dei Pugni. Accademia dei Pugni: si trattava di riunioni in cui venivano discussi contrasti di tipo ideologico, metodologico, politico-religioso e sociologico, al fine di trovare un metodo sostitutivo al dispotismo. L’Accademia dei Pugni curò l’edizione di un giornale letterario e culturale: IL CAFFE’. Oltre ad essere un quotidiano era anche il nome di diversi locali all’ultima moda dove veniva servito il caffè,considerato la bevanda della nuova epoca che stimolava intelligenza e ragione. Nel locale vi si riuniva la società elegante, avvenivano scambi di idee e opinioni, dove venivano trattate principalmente tematiche illuministe.

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Milano si rinnova Fin dagli ultimi anni del ‘600 la Lombardia aveva ripreso vitalità economica e culturale. L’impianto di Milano interessava la fossa interna del Naviglio, alimentata dalle acque del Ticino che racchiudeva palazzi, case, chiese e conventi. Da 600 anni il sistema dei canali collegava la città alla regione, convogliava le merci e spurgava gli scarti. Tra la cerchia dei Navigli e le mura, si stendevano orti, giardini, terre incolte e residenze signorili. Simbolo della triste condizione degli ultimi due secoli era il Duomo; la costruzione iniziata nel XIV e ancora incompleta nel XVIII secolo; l’edificio era in mattoni, solo a tratti ricoperto con lastre di marmo, con un tetto in legno e alti finestroni gotici.

MILANO ‘700 Milano si rinnova

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Il volto di Milano si rinnovò: le strade, lastricate con pietre e ciottoli, divennero più sicure. Nel 1786 si diffuse l’illuminazione pubblica con lampioni ad olio, e più tardi alle contrade venne assegnato un nome; alle 5280 case un numero ciascuna. A Milano, il vento dei lumi spazzò via rapidamente lo stile grazioso, come veniva chiamato il “barocchetto” di Maria Teresa, in favore di un’architettura più sobria e sottile. E’ questa l’epoca delle ville in campagna, destinate alle vacanze dei ricchi, “case di delizia”. E’ di moda il giardino orizzontale, con specchi d’acqua, canali, siepi tagliate e lunghissime fughe architettoniche.

MILANO ‘700 Milano si rinnova

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Nello stesso tempo quest’aria di rinnovo contagiò le grandi famiglie del ducato che restaurarono i palazzi degli avi, ridisegnando le facciate nello stile del “rococò viennese”. Quest ultimo rappresentava una fase evolutiva del barocco, in cui l’imponente plasticismo architettonico veniva superato nell’aspetto decorativo, caratterizzato da leggerezza compositiva e luminosità cromatica.

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Giuseppe Piermarini Giuseppe Piermarini, venuto da Foligno e nominato architetto di corte, ricostruì il Palazzo Ducale in stile classico e diresse la preparazione della grandiosa scenografia che fece da sfondo alle feste; progettò la Villa Reale a Monza e il Teatro della Scala. Teatro della Scala: Il teatro, all’epoca, non era soltanto un luogo di spettacolo: la platea era spesso destinata al ballo, i palchi venivano usati dai proprietari per ricevervi degli invitati, mangiare e gestire la propria vita sociale. Fin dal 1788 era severamente proibito giocare in città, con l’unica eccezione dei teatri in tempo di spettacolo. Durante gli anni di dominazione austriaca e francese, la Scala era finanziata dalle stesse famiglie che avevano voluto la sua costruzione, principalmente in mano ad esponenti della nobiltà milanese: famiglia Castelbarco, Fagnani e Calderara.

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Teatro della Scala

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Le famiglie milanesi e i loro palazzi: Famiglia Litta: fu una delle famiglie illustri del patriziato milanese.

Famiglia Belgioioso: famiglia nobile dell’Italia settentrionale, presente dal medioevo, considerata di discendenza Carolingia

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Famiglia Clerici: famiglia patrizia ricca ed influente

Famiglia Serbelloni: importante famiglia patrizia milanese, originaria di Vimercate

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Famiglia Isimbardi: famiglia originaria del pavese

Palazzo della famiglia Reale:

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Specificità milanese Da questo momento la cultura lombarda si orientò in un senso assai diverso da quello di tutto il resto della penisola. Milano cercò i contatti con la vita moderna e ne accolse le esigenze; comprese la rivoluzione industriale e rispose alle sue sollecitazioni. Concretezza e praticità furono le sue caratteristiche. L’oligarchia milanese rimase comunque intatta, insieme ai frutti della sua fatica fisica ed intellettuale.

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ESEGUITO DA:

SARA CAROGLIO E ASJA GRANATA