modus vivendi di marco aurelio messori

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Saggio che parla di storia, scienza, filosofia e religione in modo semplice e discorsivo con l’intento di “raggiungere” un pubblico non eccessivamente predisposto ad affrontare temi così profondi. Una ricerca personale sul rapporto fra tecno-scienza e destino umano che si conclude individuando una nuova, ontologia razionalista e positivista, alternativa sia a quella proposta dalla religione tradizionalmente intesa sia alla sua mancanza.

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MARCO AURELIO MESSORI

MODUS VIVENDI Alcune considerazioni elementari

sul destino dell’uomo

Saggio filosofico

Copyright © 2010 CIESSE Edizioni Design di copertina © 2010 CIESSE

Edizioni

MODUS VIVENDI Alcune considerazioni elementari

sul destino dell’uomo di Marco Aurelio Messorii

Tutti i diritti sono riservati. È vietata ogni riproduzione, anche parziale. Le richieste per la pubblicazione e/o l’utilizzo della presente opera o di parte di essa, in un contesto che non sia la sola lettura privata, devono essere inviate a: CIESSE Edizioni Servizi editoriali Via Conselvana 151/E 35020 Maserà di Padova (PD) Telefono 049 7897910/8862964 Fax 049 2108830 E-Mail [email protected] P.E.C. [email protected] ISBN 9788897277460 Collana WHITE Versione eBook http://www.ciessedizioni.it

Quest’opera è stata pubblicata dalla CIESSE Edizioni senza richiedere alcun contributo economico all’Autore.

NOTE DELL’EDITORE L’Autore, con quest’opera, esprime opinioni e pensieri basati principalmente sulle proprie convinzioni, seppur ispirati da profonde ed erudite conoscenze nonché da una ricerca originale condotta dallo stesso. Non è né compito, né volontà dell’Editore condividere a tutti i costi le opere da questi pubblicate, bensì, vi è la ferma e totale convinzione che debba essere assolutamente garantita la libera e democratica circolazione delle idee, condivisibili o meno, in quanto si ritiene che ogni possibile conoscenza arricchisce l’uomo e diventa parte integrante del patrimonio culturale e dello scibile umano.

Questo libro è scritto per mia figlia e dedicato alla memoria di mio padre.

INDICE INTRODUZIONE – Dove si spiega il quando, il perché e il percome, e dove s’intuisce, con spirito d’avventura, che il destino dell’uomo si può solo ipotizzare attraverso una teoria e, come tutte le teorie, andrebbe verificata. CAPITOLO 1° - LE ORIGINI - Dove si dichiara che l’uomo deriva dalla natura e non vi sono altre cause Un nuovo esperimento Da dove iniziare L’illusione antropologica Lo sviluppo cerebrale La capacità d’elaborazione Una grande opportunità CAPITOLO 2° - L’ESSENZA UMANA E’ TRIPLICE - Dove si scopre, con stupore e costernazione, che le caratteristiche dell’uomo sono: la capacità tecnologica, la peculiarità emozionale e l’istinto bestiale La capacità tecnologica La peculiarità emozionale L’istinto bestiale

Il concetto di dominanza o predominanza CAPITOLO 3° - LA STORIA DEGLI UOMINI Dove si parla di tutto e di tutti in modo poco ortodosso e, così facendo, si scopre che è una conferma delle caratteristiche umane ed è una questione individuale. Dalla preistoria alla storia Uno schema interpretativo Il manifestarsi della dominanza Un monito inequivocabile La storia alternativa Interpretare la storia Il concetto di progresso CAPITOLO 4° - LA QUESTIONE AMBIENTALE - Dove si scopre che è il risultato della Storia e logica conseguenza del rapporto uomo ambiente, ovvero; “Avete voluto la bicicletta? Adesso pedalate”. La sua derivazione La lotta contro la natura Gli effetti del nostro dominio La reazione degli uomini La natura e la diversità La globalizzazione genetica

L’uso delle risorse Cos’è naturale Tra sviluppo e regresso Come uscirne CAPITOLO 5° - LA SCIENZA - Dove si dichiara che è lo strumento dell’uomo per il suo affrancamento e se non lo capite non so proprio come spiegarvelo Scienza e verità La consapevolezza Una ricerca nei secoli La moderna consapevolezza Spazio, tempo e materia Un modesto punto di vista L’uomo e lo spazio Matematica ed evoluzione La nascita del computer Automatismo e intelligenza Le nuove frontiere Biologia e sviluppo umano La nascita della vita Una lotta senza quartiere Bioetica e biotecnologie Il retaggio filogenetico Una tecnologia del biologico La presunta immutabilità

CAPITOLO 6° - LA RELIGIONE - Dove si rileva che è la sua illusione e anche qui , se non ci credete, c’è poco da fare. Siete un caso disperato Il perché della religione Le classificazione del fenomeno religioso La diffusione delle religioni Le statistiche Siamo tutti religiosi La contraddizione socio-filosofica La fede e le radici del fenomeno religioso Il bisogno di religione L’illusione pericolosa L’inesistenza di Dio Un Dio incomprensibile La logica della carota e del bastone Il Dio dell’idolatria Scienza e religione

CAPITOLO 7° - IL BENE E IL MALE Dove si dimostra, con un ragionamento fulminante, che esistono realmente e sono in relazione alle caratteristiche umane. L’eterna lotta Le interpretazioni storiche Perché solo a noi Il livello antropologico e quello temporale La coscienza Il dualismo e la predominanza La libertà di decidere Evoluzione e discernimento L’uomo e le idee CAPITOLO 8° - UNA DEDUZIONE APERTA Dove si vaneggia, con un’ipotesi funambolica, che l’uomo potrebbe avere un duplice destino. Guardare al futuro La storia positiva Verso l’universo Sconfiggere la morte Sorella macchina Un’ipotesi concreta Un futuro remoto Il mistero per eccellenza

Il fine dell’esistenza umana

Evoluzione e progresso, morte ed estinzione

Il destino e la scelta Epilogo

INTRODUZIONE

Dove si spiega il quando, il perché e il percome, e dove s’intuisce, con spirito

d’avventura, che il destino dell’uomo si può solo ipotizzare attraverso una teoria e, come

tutte le teorie, andrebbe verifica.

Spesso e volentieri, andando con la memoria ai giorni dell’infanzia, mi capita di ricordare, con un po’ di nostalgia, quei pomeriggi estivi passati a vagabondare per la campagna silenziosa e assolata.

Di cose interessanti da osservare se ne trovavano a ogni passo: le rane nei fossati, immobili per non farsi scoprire, il vento che frusciava tra le foglie dei pioppi, il grano maturo che tendeva le sue spighe verso il sole implacabile. Era l’apoteosi della pace e della serenità perché, a quei tempi, tutto sembrava irreale e la vita appariva come un’avventura eccitante in ogni sua parte.

Quello che preferivo era sdraiarmi nell’erba alta, all’ombra di qualche albero frondoso, e guardare le nuvole spostarsi lentamente nel cielo. I pensieri vagavano come quelle nuvole, senza fretta, senza l’assillo di una conclusione e soprattutto senza una meta precisa.

Nessuno di quei pensieri in libertà sopravviveva un solo pomeriggio esattamente come le nuvole da cui erano ispirati, ma la capacità di fantasticare, di creare immagini alternative alla realtà e di immergersi virtualmente in questi mondi paralleli, diventava una caratteristica del mio carattere che mi consentiva di liberare la mente dalle consuetudini e dalle congetture e di capire meglio le molteplici sfaccettature della vita.

Con il tempo e con le esperienze, le cose si sono pian piano modificate diventando meno irrazionali e più concrete. L’analisi dei problemi prendeva il posto delle fantasie di bambino, ma rimaneva intatta la capacità d’astrazione. La ricerca di un modo alternativo di risoluzione di qualsiasi questione, anche le più confuse, mi portava a individuare soluzioni spesso originali e possibiliste. Vedere sempre l’altra faccia della stessa medaglia m’insegnava a considerare ogni cosa come relativa e a non dare mai per scontata e univoca una determinata realtà.

Questo, miei cari e intrepidi lettori, sono io e

c’è poco da fare perché sono fatto così! Voi, invece, siete molto diversi perché a nessuno di voi verrebbe mai in mente di scrivere un

libro come questo. Alcuni perché impossibilitati fisicamente essendo ignoranti come delle capre, altri perché non hanno tempo da perdere in sciocchezze, altri ancora perché non concordano sugli argomenti o dissentono sull’impostazione; insomma una ridda di motivazioni che denotano una diversità, direi quasi antropologica, di fondo. Nonostante questo, credetemi, anch’io faccio parte della vostra stessa specie e penso che, se non altro per curiosità morbosa, dovreste provare a prendermi in considerazione!

Non c’è, infatti, nulla di più stimolante che spettegolare sulle motivazioni che spingono qualcuno a commettere certe imprudenze e a esporsi, senza difesa, ai venti della critica e del dileggio dei propri simili. Non crediate che non ci abbia pensato, ma non ho saputo resistere alla presunzione di avere qualcosa da dirvi, anche se, in fin dei conti, non vi è stata premeditazione alcuna.

Ho cominciato a scrivere annotando tutta una serie di dubbi e perplessità che affioravano, di tanto in tanto, dal lago melmoso della mia coscienza inquieta e che non ho mai avuto il coraggio di soffocare ritenendoli, in un certo senso, come figli miei. Da questi, ha preso il via una specie di spirale

intellettual-turbinosa che mi ha condotto fino a qui senza che potessi farci nulla.

Così, praticamente, nasce questo scritto, come semplice insieme di libere valutazioni; senza condizionamenti dovuti al “peso specifico” degli argomenti trattati, senza la paura di invadere campi o discipline che non appartengono al mio bagaglio culturale, senza il timore reverenziale verso dogmi e assiomi definiti: in assoluta libertà come le nuvole che passano nel cielo.

Attenzione però, questo non vuol dire che,

proseguendo nella lettura, sarete sommersi da un mare di balordaggini senza ritegno, ma solo che, nonostante l’inevitabile timore sul giudizio dei “sapienti“ per le conclusioni che ne ho tratto, ho deciso comunque di andare fino in fondo.

Ci vuole un bel coraggio e una buona dose d’incoscienza, è vero ma, d’altro canto, qualcuno deve pur dirle certe cose.

Soprattutto credo che qualcuno debba provare a dirle, anche e direttamente, a chi non è abituato a confrontarsi con temi apparentemente così distanti dalla realtà quotidiana e che, sebbene senza colpa (o quasi), ha raramente il privilegio di essere

l’oggetto di pensieri che vadano al di là del calendario sportivo, delle bramosie dei politici o delle mire commerciali di qualche televenditore di cianfrusaglie inutili.

In queste pagine non troverete quindi perle di cultura e di analisi con passaggi sublimi e innovativi, ma solo un po’ di buon senso “rasoterra”, di logica “intuitiva” e di saggezza “elementare”. Ho semplicemente scritto con l’intento di farmi capire da tutti.

Ne è risultato una specie di “trattato di fantascienza” in cui però non si parla di guerre stellari, invasioni aliene o balle spaziali, ma di qualcosa di molto più concreto che ci riguarda tutti da vicino.

Per tranquillizzarvi e darvi un’idea di cosa

troverete in queste pagine, vi posso anticipare che queste “libere valutazioni” non sono fatte a caso, come potrebbe sembrare scorrendo sommariamente l’indice, ma seguono un filo logico ben preciso. Esso affronta alcuni argomenti, derivanti da altrettanti aspetti fondamentali dell’esistenza umana, che convergono a dimostrare una tesi da verificare.

La razionalità di un percorso cognitivo e d’apprendimento diventa, sostanzialmente,

una sorta d’impalcatura complessa e multidisciplinare attorno alla quale costruire un’idea alternativa e, al tempo stesso, un trampolino di lancio per concetti che, interpretando il futuro, vanno al di là della razionalità ponendosi, necessariamente, nel campo della fantasia e della metafisica.

Non è chiaro? Vediamo di spiegarci. Da quattrocento anni ormai la Scienza

Galileiana (ve ne sarete accorti) procede a passi da gigante in tutte le discipline avanzando a fatica tra steccati d’incomprensione, diffidenza, malafede e puro odio. E’ comunque legittimo per chiunque (addirittura anche per noi che non siamo scienziati), in quest’apoteosi che sembra in grado di spiegare ogni cosa, porsi delle domande, non tanto sulla scienza in se stessa (che non ne saremmo capaci), quanto sulle ricadute che essa ha sulla nostra vita quotidiana e sul suo fine ultimo.

Dove stiamo andando come specie umana? Verso quale meta è protesa tutta la nostra essenza di esseri pensanti e “scientifici”?

Sono domande un po’ impegnative, me ne rendo conto, ma se provassimo, una buona volta, a fare un salto di qualità ci

accorgeremmo, per lo meno, che sono piuttosto importanti perché rivelano un dubbio di base che è il più grande e omnicomprensivo di tutti: il destino dell’uomo.

Voi sapete (e se non lo sapete ve lo dico io)

che nell’immensa storia del nostro pianeta ogni specie vivente ha avuto a disposizione un discreto numero di annetti per il proprio sviluppo poi, per un motivo o per l’altro, si è estinta o ha cambiato forma. Alcune specie, attraverso modificazioni genetiche, hanno dato luogo ad altre specie, altre invece si sono estinte in seguito a sconvolgimenti più o meno repentini e imprevedibili dell’ambiente.

E’ interessante notare questo dato di fatto e valutare il perché di questo strano sistema. In ambito sportivo si dice che “Squadra che vince non si cambia” e di squadre vincenti, nella vita della terra, ne abbiamo avute a bizzeffe ma, evidentemente, in ambito evoluzionistico non è così. Sembra quasi che siamo di fronte A Una colossale e continua sperimentazione di massa. Forme che si modificano, che cambiano aspetto e caratteri, che spariscono e riappaiono in seguito con

caratteristiche diverse; un caos impressionante guidato, apparentemente e dispoticamente, solo dal caso che agisce attraverso i mutamenti genetici e ambientali. Anche l’uomo, come i dinosauri e come ogni altra specie vivente, è stato soggetto a questa sperimentazione della natura. Perfino il nostro parente più prossimo, il Neanderthal, ha avuto a sua disposizione più di 300.000 anni per il proprio sviluppo poi si è estinto per motivi che non siamo ancora riusciti a capire bene. Si valuta che noi, come specie, ne abbiamo già avuti più di 100 mila. Come andrà a finire?

E’ un’ottica troppo relativista ed

evoluzionista? V’irriterebbe essere trattati malamente da quella carogna del fato? Credete di essere più belli degli altri? Siete proprio convinti che, prima o poi, qualcuno ci penserà e vi darà una risposta?

Può essere, però si fa strada un dubbio atroce. Già dal XIX secolo, con lo sviluppo delle scienze Darwiniane sull’origine delle specie, qualche dubbio lo avevamo avuto. Avevamo già capito che l’uomo non poteva essere, e non era, il punto d’arrivo dell’evoluzione della vita sulla terra. Questo

concetto presuppone, però, un ulteriore piccolo passo avanti nella comprensione. Se non siamo il punto d’arrivo, significa che siamo un momento di transito e ne deriva, logicamente, che, dopo di noi, verrà qualcos’altro. Più semplicemente si potrebbe affermare che siamo solamente gli ultimi; un altro esperimento della natura che ha trovato un nuovo espediente, il cervello, al posto delle zanne, della mole, della velocità, ecc. Chi ci assicura che dopo di noi, una volta estinti, la natura non trovi il sistema di sperimentare qualche altra forma originale? Che so; gli insetti intelligenti, le piante pensanti, le meduse spiritose, gli uccelli striscianti o i serpenti a reazione?

La tesi di partenza è quindi,

sostanzialmente, cercare di capire se la comparsa dell’uomo sulla terra sia stato l’ennesimo esperimento della natura oppure un destino inevitabile perché già scritto e determinato a livello universale (?).

Quale sarà il futuro di questo bipede curioso? Quello di estinguersi per un motivo o per l’altro e costituire così soltanto una parentesi, più o meno spiacevole, nella vita del pianeta, o quello di assurgere a livelli

inimmaginabili della conoscenza? Quello di far parte di una fisicità casuale senza finalità e senza destino o quello di essere l’oggetto di un disegno imperscrutabile e misterioso. E perché tutto questo? A quale scopo? E’ un bel problemino (ne sono convinto) e credo proprio che lo sia anche per quelli che si rifiutano di pensarci!

Mi sono sempre chiesto se siamo,

attualmente, in grado di dare, attraverso la scienza e la razionalità, una risposta a questi interrogativi senza dover per forza cedere A Una mediazione con il mondo della religione (sono dubbi che possono venire solo a me; per questo io scrivo e voi leggete).

Sono giunto alla conclusione che un tentativo debba, comunque, essere fatto da qualche intrepido esploratore e lo ritengo, oltre che legittimo, anche doveroso.

Rendiamoci conto che queste ipotesi sono, da sempre, appannaggio dell’irrazionalità ma anche la fantasia e la metafisica, che entrano inevitabilmente in gioco in quanto si tratta di futuro, possano essere guidate e condizionate attraverso un principio logico. Le ipotesi di cui disponiamo, soprattutto in ambito religioso, sono, infatti, basate non solo su

interpretazioni illogiche del futuro, ma anche del presente e del passato. Questi ultimi, però, possono essere ragionevolmente confutati da una visione razionale e quindi diventa possibile, sotto una diversa luce, formulare ipotesi alternative sul nostro destino(?).

Questa è un’ipotesi alternativa! Non vi è ombra di dubbio. Il mio “modo”, appunto, di vedere le cose.

Per fare questo è stato necessario verificare,

sul campo della storia e della scienza, una molteplicità di aspetti dell’esperienza umana leggendoli attraverso una chiave metodologica nuova in grado di aprire tutte le porte che si paravano innanzi. Il concetto di “dominanza” (che vi spiegherò più avanti se avete un minimo di pazienza), anche se empirico e meramente classificatorio, risponde a questa esigenza in quanto caratteristica individuale estendibile a tutta la collettività e permette un approccio diverso nella lettura delle vicende umane.

Certo che, come tutte le ipotesi che si rispettino, qualora portino a nuove teorie, e se fossimo in ambito scientifico, andrebbe verificata per provarne la veridicità. E’ un

assioma! Ma qui non siamo in ambito scientifico o, per lo meno, non lo siamo più nel momento stesso in cui si parla di futuro e l’unica forma di sperimentazione possibile diventa, quindi, il futuro stesso, il progresso umano e la ragione.

Questo tentativo, se permettete, va proprio

in questa direzione. Cercare, con la ragione, di arrivare A Una verità. Che poi sia la “Verità” è un altro paio di maniche. Quello che caratterizza questa ipotesi è, al contrario delle altre (quelle religiose), l’assoluta fiducia nell’uomo e nella scienza come suo strumento d’indagine e questo, nel panorama generale, non è poi una cosetta da poco.

Credo fermamente che, nonostante la maggioranza dimostri nei fatti di non pensare quasi mai a questo genere di problemi, vi sia, comunque, un desiderio latente e sotterraneo che richiede qualcosa d’alternativo alle teorie ormai conosciute e sedimentate.

Il pensare comune, la tradizione, la religione e la consuetudine ci chiudono spesso in una gabbia senza sbarre e senza cancelli che però è in grado di soffocarci ugualmente e di farci provare un disagio pesante e opprimente anche se non sempre avvertito a livello

conscio (è un luogo comune piuttosto banale, lo so, ma mi va di farlo ugualmente). Credo che questo disagio si manifesti in comportamenti spesso vacui e contraddittori, ma sempre sintomatici di un malessere diffuso che sembra non avere speranza; specialmente se uno se lo versa addosso continuamente.

Indipendentemente da tutto ciò, sono

convinto che questo scritto sarà certamente utile a qualcuno (specialmente a quelli che al posto del cervello hanno una foresta di ragnatele), stimolando la curiosità, lo spirito critico e la volontà di apprendimento, tutte cosette comunque salutari per le nostre menti ormai avviluppate in una melassa di stupidaggini di derivazione televisiva.

Da parte mia, se mi è consentito aggiungere qualcosa, ritengo legittimo e ormai indilazionabile, per tutte le persone di buon senso, cercare di arginare con ogni mezzo il dilagare, da un lato dell’integralismo religioso e del dogmatismo oscurantista e, dall’altro, di quella specie di nichilismo senza etica proprio di coloro che, orfani della religione, non trovano altra strada che il soddisfacimento becero dei propri bisogni