natale 2008
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Natale 2008
«Manca sempre qualcosa, c’è un vuoto
in ogni mio intuire. Ed è volgare,
questo non essere completo,
mai fui così volgare come in questa ansia,
questo “non avere Cristo” – una faccia
che sia strumento di un lavoro non tutto
perduto nel puro intuire in solitudine».
(Pasolini, Poesia in forma di rosa).
«Io sono pieno di una domanda a cui non so rispondere».
(Pasolini, Teorema)
«La massima sventura è la solitudine, tanto è vero che il supremo conforto
– la religione – consiste nel trovare una compagnia
che non falla, Dio».
(Pavese, Il mestiere di vivere)
«Se questo Dio riesce a commuovere è per il suo volto di uomo».
(Camus, Taccuini)
Ma ci vorrà bene?
È davanti a questa domanda che irrompe il Natale.
«Un fatto» e, poi, «un fenomeno di umanità diversa».
Quindi, un rapporto, una compagnia.
In una parola, l’opposto della solitudine.
E una compagnia che entra nella storia, nella nostra storia,
non a spazzare via la fatica una volta per sempre,
ma a renderci sempre piùcerti di quel legame con il Mistero.
Basta stare con Cristo, seguirlo, imitarlo.
Basta essere figli, come Lui.
Per imparare da Lui che il fondamento della vita èil rapporto con il Padre,
qui e ora, anche dentro il dolore.
E per scoprire che non potremmo mai,ma proprio mai,
essere soli.
Perché siamo amatiqui ed ora,come Lui.
E perché c’è Lui.
Egli si è mostrato. Egli personalmente.
E adesso è aperta la via verso di Lui.
La novità dell’annuncio cristiano non
consiste in un pensiero ma in un fatto:
Egli si è mostrato. Ma questo non è un
fatto cieco, ma un fatto che, esso stesso,
è Logos – presenza della Ragione eterna
nella nostra carne. Verbum caro factum
est (Gv 1, 14)… Il fatto è ragionevole.
Certamente occorre sempre l’umiltà
della ragione per poter accoglierlo;
occorre l’umiltà dell’uomo che risponde
all’umiltà di Dio.
Benedetto XVI
L’avvenimento di Cristo diventa
presente “ora” in un fenomeno di
umanità diversa: un uomo vi si imbatte
e vi sorprende un presentimento nuovo
di vita, qualcosa che aumenta la sua
possibilità di certezza, di positività, di
speranza e di utilità nel vivere e lo muove
a seguire.
Gesù Cristo, quell’uomo di duemila
anni fa, si cela, diventa presente, sotto
la tenda, sotto l’aspetto di una umanità
diversa. L’incontro, l’impatto, è con una
umanità diversa, che ci colpisce perché
corrisponde alle esigenze strutturali del
cuore più di qualsiasi modalità del
nostro pensiero o della nostra fantasia:
non ce lo aspettavamo, non ce lo
saremmo mai sognato, era impossibile,
non è reperibile altrove.
Luigi Giussani