non vi è nulla di misterioso o innaturale nell’autorità · nella prima metà del novecento,...

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Percorsi di Villa Brunati -XV- GIAPPONE TRADIZIONE E MODERNITÀ a cura di Luca Masneri 2017

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Percorsi di Villa Brunati -XV-

GIAPPONE TRADIZIONE E MODERNIT À

a c u r a d i

L u c a M a s n e r i

2 0 1 7

2

N o n v i è n u l l a d i m i s t e r i o s o o i n n a t u r a l e n e l l ’ a u t o r i t à . I n p a r t e

s i f o r m a d a s é , i n p a r t e l a s i c o s t r u i s c e ; è u t i l e a c e r t i f i n i , è

p e r s u a s i v a ; s t a b i l i s c e c a n o n i e s t e t i c i e v a l u t a t i v i ; è v i r t u a l m e n t e

i n d i s t i n g u i b i l e d a t a l u n e n o z i o n i , d e l l a c u i v e r i t à s i f a g a r a n t e ,

e d a t r a d i z i o n i , p e r c e z i o n i e g i u d i z i c h e p l a s m a , t r a s m e t t e e

r i p r o d u c e .

Edward W. Said, Orientalismo, 1978

Le parole di Edward Said sull’autorità ci sono utili per tracciare un percorso che lega a doppio filo la storia della letteratura e della cinematografia giapponese alla storia “imperialista” occidentale dell’ultimo secolo e mezzo. Da questo scontro/incontro di civiltà è nata e si è sviluppata un’idea di Giappone che, nonostante i continui cambiamenti che hanno attraversato il Paese, è rimasta sempre simile a se stessa, sia in patria che all’estero: il Giappone è diventato una terra di mezzo, un luogo in cui i valori occidentali e orientali si trovano in perfetta armonia. Come dice Edward Said, “Oriente” e “Occidente” sono concetti immaginari che nutrono le nostre convinzioni identitarie, ma che, nonostante la loro inconsistenza, hanno delle ripercussioni, forti e vere, sul mondo reale. Per i giapponesi di fine Ottocento era fondamentale uscire dall’isolazionismo voluto dagli shōgun Tokugawa (1603-1867) e la corsa alla modernizzazione del Paese sembrò l’unica scelta possibile per poter sedere al tavolo con gli altri

stati europei. Da questa volontà nacque l’espressione wakon yōsai (和魂洋才),

ovvero “spirito giapponese, sapere occidentale”. I giapponesi volevano sfruttare la tecnologia occidentale per rimanere al passo coi tempi, mantenendo però il proprio “spirito delle cose”, la propria “giapponesità”. Ma quest’idea fallì e la pesante modernizzazione del Paese cambiò totalmente gli usi e i costumi di un Giappone sempre più “occidentale”. Nella prima metà del Novecento, molti scrittori giapponesi, come Sōseki Natsume (1867-1916), Yasunari Kawabata (1899-1972) o Yukio Mishima (1925-1970), espressero questa crisi identitaria nei loro scritti, contrapponendo al mito della modernità una nostalgia per le tradizioni e i valori pre-moderni. Questo sentimento, molto sentito dall’establishment giapponese dell’epoca, fu parecchio estremizzato e portò come diretta conseguenza al culto dell’imperatore e all’imperialismo giapponese che si protrasse fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia, con il crollo della propaganda imperiale, il paradigma che vedeva contrapposti lo spirito giapponese al sapere occidentale rimase in piedi e continuò ad

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essere alimentato sia all’interno che fuori dal Giappone. Non è un caso, infatti, che il regista Akira Kurosawa (1910-1998) riuscì a conquistare il pubblico occidentale con storie ambientate nell’esotico medioevo giapponese, aggiudicandosi il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1951 con Rashōmon. Infatti, le rappresentazioni in costume richiamavano nei giapponesi la nostalgia di un passato glorioso e allo stesso tempo infiammavano le fantasie degli occidentali verso un Paese esotico e misterioso. Per questo motivo, il binomio spirito giapponese-sapere occidentale continuò a prosperare e ancora oggi si possono constatare gli effetti di questo modello ideologico. Autori come Banana Yoshimoto, Haruki Murakami o anche registi d’animazione come Hayao Miyazaki parlano della società giapponese attuale come di una società distrutta dall’individualismo sfrenato in cui il denominatore comune è l’incomunicabilità tra le persone. L’idea di conciliare mondo globalizzato e modo giapponese di fare le cose sta ancora una volta lacerando il tessuto identitario di un Paese che ha fatto dell’ibridismo il suo punto di forza, ma anche il suo punto di maggior debolezza. Buona lettura e buona visione!

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LIBRI DI AUTORI GIAPPONESI

Yasunari Kawabata LA BANDA DI ASAKUSA Einaudi, 2007

Tokyo, anni Venti. L’euforia della modernità sembra concentrarsi tutta in un solo quartiere: Asakusa. Che Kawabata racconta in un romanzo pieno di ritmo e di mistero. Protagonisti: attori, ballerine, funamboli, geishe,

bottegai, vagabondi, prostitute e furfanti di ogni sorta. E fra tutti una donna affascinante che cambia vestiti e personalità a ogni sua apparizione: ispira amore, ma insegue vendetta. Un romanzo finora inedito in Italia, che ci mostra un Kawabata diverso da quello che conosciamo: impegnato a esprimere la sua città attraverso le musiche, i colori, i personaggi più marginali e vitali.

Yasunari Kawabata IL PAESE DELLE NEVI Einaudi, 2007

Il paese delle nevi è il paradiso terrestre sulla costa occidentale della maggiore isola del Giappone, dove la neve è alta quindici piedi e, in un suggestivo luogo di villeggiatura, si trova una rilassante stazione termale. In questa scena si dipana la storia di Shimamura, ricco e raffinato esteta, e di

Komako, geisha delle terme. L’incontro di Shimamura e Komako è un incontro d’amore, ma da esso non nascerà che un gioco di trasporti continuamente rattenuti, rinfocolati, destinati a svanire, in un paesaggio di sogno, dove le chiacchiere discrete degli alberghi e la ricerca della bellezza costituiscono un ricamo ripetuto, sempre fascinosamente elusivo. Capolavoro di inesprimibili e struggenti stati d’animo, Il paese delle nevi può essere considerato un piccolo poema in prosa, dove amore e morte si intrecciano in un’atmosfera di diffusa malinconia e di incombente tragedia.

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Sōseki Natsume IO SONO UN GATTO Pozza, 2006

Il Novecento è appena iniziato in Giappone, e l’era Meiji sta per concludersi dopo aver realizzato il suo compito: restituire onore e grandezza al paese facendone una nazione moderna. Il potere feudale dei daimyo è un pallido ricordo del passato,

così come i giorni della rivolta dei samurai a Satsuma, e l’esercito nipponico contende vittoriosamente alla Russia il dominio nel Continente asiatico. Per Nero, il gatto di un vetturino, i frutti dell’epoca moderna non sono per niente malvagi: ha un pelo lucido e un’aria spavalda impensabili fino a qualche tempo fa per un felino di così umile condizione. Per il protagonista di queste pagine, invece, un gatto dal pelo giallo e grigio chiamato Senza nome, le cose non stanno così: dinanzi ai suoi occhi si dispiega tutta l’oscura follia che aleggia in Giappone all’alba del XX secolo. Il nostro eroe vive a casa di un professore che si atteggia a grande studioso e che, quando torna a casa, si chiude nello studio. Di tanto in tanto il gatto va a sbirciarlo e puntualmente lo vede dormire. Certo, il luminare a volte non dorme, e allora si cimenta in bizzarre imprese. Insomma, mostra a quale grado di insensatezza può giungere il genere umano in epoca moderna...

Sōseki Natsume IL CUORE DELLE COSE Pozza, 2001

Il rapporto tra un giovane studente e un maestro che vive in una condizione di totale isolamento all’interno della nuova società giapponese, immersa nella frenetica corsa verso l’occidentalizzazione: di fronte all’emergere dell’egoismo e della vanità come nuovi valori imperanti, non resta, per il

maestro, che rifugiarsi nella virtù del riserbo, del distacco e della serena indifferenza. Un’opera che, nei suoi temi (il suicidio come estremo gesto di protesta, la disperata ricerca del perduto cuore delle cose, il malinconico rimpianto della tradizione) anticipa gli argomenti di tutta la moderna letteratura giapponese.

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Nagai Kafū AL GIARDINO DELLE PEONIE E ALTRI RACCONTI Marsilio, 1989

I quattro racconti, qui presentati per la prima volta al lettore italiano, sono ambientati nei quartieri tradizionali di Tokyo, dove l’autore ritrova i valori più genuini del «buon tempo

andato». Il fiume Sumida è il grande protagonista, sia nel breve ma suggestivo Al giardino delle peonie, che dà il titolo al volume, sia ne Il Sumida e ancor più in Una strana storia al di là del Sumida. Sempre lungo le sue rive si svolge Pioggia senza fine, un piccolo capolavoro che ricorda la prosa giapponese classica, una evocazione elegiaca di raffinate emozioni. In questo microcosmo dove Kafū indugia sui frammenti del passato con passione quasi da «antiquario», i ritratti di geisha si susseguono in un’atmosfera di raffinato edonismo. Nella descrizione del loro effimero «mondo dei fiori e dei salici» Kafū, esteta e poeta delle forme, rivela un uso sapiente dei modi letterari classici e delinea una dimensione di nostalgia e di tristezza che fa da sfondo all’esperienza d’amore di tutti i suoi protagonisti.

Kenzaburō Oe IL FIGLIO DELL’IMPERATORE Marsilio 1997

Il libro del premio Nobel Kenzaburo Oe che esce in Italia col titolo Il figlio dell’Imperatore comprende due parti autonome: Seventeen e Morte di un giovane militante, quest’ultimo mai pubblicato né in Giappone, né in nessuna parte del mondo dopo l’uscita (1961) in una rivista letteraria giapponese. La

rivista fu immediatamente ritirata dopo le minacce di morte all’autore e all’editore. Il racconto letteralmente sparì, quasi non fosse mai stato scritto. L’estrema destra giapponese non sopportava gli attacchi irriverenti alla famiglia imperiale, il feroce sarcasmo contro ogni delirio di onnipotenza.

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Jun’ichirō Tanizaki I PIEDI DI FUMIKO; AVE MARIA Marsilio, 1995

Ave Maria e I piedi di Fumiko, la Madonna della tradizione cristiana, ovvero il simbolo della purezza e del divino, e una concubina giapponese, Fumiko, o meglio una sola parte di lei, i suoi piedi: due titoli in un accostamento, in apparenza, azzardato. Ma è una contrarietà solo apparente. La filosofia del

bello di Tanizaki non ha carattere religioso e morale, ma puramente estetico. Un uomo e l’oggetto del suo desiderio: una donna, una parte di viso, o un’astrazione, che tende all’immaterialità di un fantasma. Così la pelle bianca del viso della Madonna di un’icona non è sinonimo di verginale purezza, ma sublimazione del bello. Così il candido nudo piede di una donna è sublimazione dell’erotismo.

Jun’ichirō Tanizaki LA MORTE D’ORO Marsilio, 1995

Il protagonista de La morte d’oro incarna, nella sua ricerca di perfezione, un ideale di bellezza insolito nell’estetica dell’autore, così inusitato da indurre poi lo scrittore a rinnegarlo. Ma è proprio a quest’opera che Yukio Mishima

dedica un saggio pochi mesi prima del suicidio nel 1970. Un testo che diviene riflessione teorica sull’estetica del narcisismo, cioè sulla tentazione dell’artista di fare di se stesso l’oggetto dell’arte. Quando ciò si realizza, al protagonista de La morte d’oro, come a Mishima, non resta altra soluzione che la morte sublime. L’atto finale non può che essere il suicidio, la bella morte.

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Yukio Mishima IL SAPORE DELLA GLORIA Leonardo, 1994

Un gruppo di adolescenti inquieti insegue il mito del superuomo e insieme la perfezione del proprio corpo e del proprio essere: kamikaze alla ricerca del bello, votati a una morte estetica, contrappasso della rinuncia alla gloria.

Vicenda lucidissima e affascinante che riporta alla ribalta realtà pulsionali misconosciute quanto potenti.

Yukio Mishima LA DIMORA DELLE BAMBOLE Einaudi, 2008

Tutti i grandi temi della ricerca letteraria di Mishima sono rappresentati in questi racconti: il mito della bellezza, l’equazione violenza-bellezza e bellezza-morte, l’erotismo, il rifiuto della decadenza spirituale del Giappone moderno, il rimpianto per un mondo tradizionale puro ed eroico che

trova nel samurai la sua espressione spirituale più alta, l’orrore per la decadenza fisica, il rifiuto di vivere in un mondo privo di valori che non siano quelli del benessere materiale e del successo.

Yukio Mishima CONFESSIONI DI UNA MASCHERA Garzanti, 1976

Un giovane cui «difetta in via assoluta qualsiasi forma di voglia carnale per l’altro sesso» deve imparare a vivere celando la propria autentica identità. L’accettazione di se stesso come uomo diverso dagli altri uomini non si attua

senza una lotta, tanto strenua quanto vana, per conquistare la normalità. Ma «le emozioni non hanno simpatia per l’ordine fisso» e i suoi sentimenti reali rimangono, tenaci, quelli nascosti dalla maschera della correttezza ufficiale.

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Ranpo Edogawa LA BELVA NELL’OMBRA Marsilio 1992

Lo scrittore Samukawa s’improvvisa detective quando conosce una donna affascinante, Shizuko, che gli confida di essere perseguitata da un innamorato respinto che la terrorizza minacciando di uccidere lei e suo marito. Lo

scrittore si trova così implicato in una storia misteriosa dove l’identità del colpevole appare sempre più sfuggente. Quando la ricerca dell’assassino del marito sembra non approdare più a nulla, un piccolo particolare, il bottoncino di un guanto, fa capire a Samukawa che tutto il castello delle sue deduzioni è fondato su un errore e che il colpevole è più vicino di quanto egli avesse immaginato.

Shūsaku Endō SILENZIO Corbaccio, 2013

Nagasaki, 1633: l’indomito padre gesuita Cristóvão Ferreira, che da anni si batte in Giappone per diffondere il cristianesimo, ha rinnegato la vera fede ed è diventato un apostata: questa è la notizia sconvolgente che giunge a Roma.

La Compagnia di Gesù decide allora di inviare in Oriente due giovani fratelli, Sebastião Rodrigues e Francisco Garpe per compiere un’indagine all’interno della chiesa locale. I due gesuiti però, partiti pieni di ideali e di entusiasmo, si scontrano ben presto con la dura realtà del Giappone dei Tokugawa e delle persecuzioni. I sospetti cristiani vengono costretti dalle autorità giapponesi a calpestare immagini sacre: chi si rifiuta viene torturato e ucciso, mentre chi accetta viene deriso e costretto a vivere ai margini della società, rifiutato tanto dalla comunità cristiana quanto dai giapponesi. La vita in Giappone si fa sempre più difficile per Rodrigues che ora vive in prima persona le persecuzioni e che finisce, evangelicamente, per essere tradito dall’amico Kichijiro, il suo “Giuda”, mentre implora Dio di rompere il suo silenzio.

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Eiji Yoshikawa MUSASHI Rizzoli, 1994

Siamo agli inizi del Seicento, il giovanissimo Miyamoto Musashi sogna di diventare samurai. Diventa una vera e propria forza della natura, diventa insuperabile nell’arte della spada, ma il suo cuore è sensibile anche all’amore e a

sentimenti di profonda umanità. Un’appassionata epopea d’avventura e d’amore che in Giappone ha ispirato molti film e sceneggiati televisivi.

Yasushi Inoue AMORE Adelphi, 2006

Un piccolo hotel incastonato in una scogliera scoscesa, la spiaggia di ciottoli, il mare indaco: per Sugi, che dopo infiniti fallimenti deve affrontare anche il disonore, è l’approdo cercato - lo scenario ideale per morire. Si è concesso un unico, singolare lusso: tre giorni, il tempo necessario per leggere il

resoconto del favoloso viaggio che nel XIII secolo Guillaume de Rubrouck compì attraverso l’impero dei Mongoli. Nulla tranne quel libro lo tiene legato alla vita. Ma l’unica altra ospite dell’albergo, la giovane Nami, nel registrarsi ha indicato come motivo del suo soggiorno «Mors»: forse una criptica richiesta di soccorso, o una sfida lanciata alla sorte. È fatale che fra loro nasca un silenzioso dialogo, che ha la stessa iridescenza del mare in cui entrambi hanno deciso di scomparire. E di astrali rispondenze, impercettibili cataclismi, arcane complicità, beffarde rappresaglie scatenate dai luoghi (come l’abbagliante Giardino di pietra di Kyoto) sono intessuti anche gli altri due, non meno indimenticabili, racconti qui riuniti. Racconti che esplorano, con la sovrana maestria che i lettori del Fucile da caccia ben conoscono, quell’indecifrabile e ingannevole universo che si spalanca dietro la parola «amore».

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Kenji Miyazawa UNA NOTTE SUL TRENO DELLA VIA LATTEA E ALTRI RACCONTI Marsilio, 1994

Sei fiabe in cui è raccolta tutta la poetica di Kenji Miyazawa, scienziato, buddista, agronomo e filosofo (1895-1993). Il racconto che dà il titolo alla raccolta ha ispirato numerose

serie di telefilm, fumetti e cartoni animati di fantascienza.

Mitsuyo Kakuta LA CICALA DELL’OTTAVO GIORNO Pozza, 2014

Kiwako è un’attraente ragazza quando, alla fine degli anni Ottanta, viene assegnata dalla K, una grande industria di abbigliamento intimo, alle Pubbliche relazioni col compito di illustrare sul bollettino mensile dell’azienda i profili dei nuovi

impiegati. Incaricata di descrivere Akiyama Takehiro, un impiegato di Nagano appena approdato alla sede centrale di Tokyo, Kiwako commette un errore grossolano. Pubblica, a corredo dell’articolo, una fotografia che non ritrae il nuovo arrivato, ma l’impiegato oggetto del pezzo successivo. Quando va a scusarsi con Takehiro, questi risponde scherzosamente: Invitami a cena e sarai perdonata. La cena si svolge, e si rivela fatidica. I due cedono senza ritegno alla passione e si legano in un rapporto che non risparmia a Kiwako umiliazioni e ferite. Takehiro, infatti, è sposato con Etsuko, un’impiegata part-time presso la K di Nagano, e non esita a ricorrere a menzogne, sotterfugi e false promesse, innanzi tutto quella di abbandonare la moglie, pur di tenere legata a sé Kiwako. Dopo aver subito un aborto dalle conseguenze irreparabili e aver assistito, sgomenta, alla nascita della bambina di Takehiro ed Etsuko, Kiwako compie qualcosa di inimmaginabile, un crimine per il quale finisce ricercata dall’intero commissariato di polizia di Hino, a Tokyo. Penetra in casa di Takehiro ed Etsuko e rapisce Erina, la loro figlia di sei mesi. Con la bambina in braccio, una neonata che sorride dolcemente, Kiwako riesce a far perdere le proprie tracce...

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Masuji Ibuse LA PIOGGIA NERA Marsilio, 1993

Masuji Ibuse ci fa rivivere la tragedia di Hiroshima attraverso gli occhi ignari e rassegnati di persone come tante, e ci dimostra come la finzione letteraria, con gli artefici che le sono propri, riesca a sublimare il dato reale della ricerca

storica e a convogliare il senso del vero più di un’asciutta descrizione realistica. Con uno stile pacato, senza retorica né vittimismo, Ibuse salva il senso della scrittura come memoria e recupera al di là dell’orrore la dignità dell’uomo.

Saigyō I CANTI DELL’EREMO La vita felice, 1998

Una delle poesie più amate dai giapponesi è: Vorrei morire / a primavera / sotto i ciliegi in fiore, / nella luna piena / del secondo mese. È stata scritta dal monaco poeta Saigyo il quale è venerato come il monaco santo perché vissuto per

cinquant’anni in un povero eremo o tra pellegrinaggi e santuari. Sato Norikiyo, conosciuto con il nome buddista di Saigyo, nacque a Kyoto nel 1118, negli ultimi anni dell’epoca Heian. Fin da ragazzo ricevette una severa educazione nelle arti marziali e nella letteratura. Tutte le poesie di Saigyo sono nella forma classica di tanka (poesia breve) e waka (poesia giapponese) in 5 versi e 31 sillabe. La raccolta comincia con la descrizione delle quattro stagioni, seguita dal tema dell’amore e da altri sentimenti come quelli provati durante i viaggi e le esperienze religiose.

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Haruki Muratami KAFKA SULLA SPIAGGIA Einaudi, 2008

Un ragazzo di quindici anni, maturo e determinato come un adulto, e un vecchio con l’ingenuità e il candore di un bambino, si allontanano dallo stesso quartiere di Tokyo diretti allo stesso luogo, Takamatsu, nel Sud del Giappone. Il

ragazzo, che ha scelto come pseudonimo Kafka, è in fuga dal padre, uno scultore geniale e satanico, e dalla sua profezia, che riecheggia quella di Edipo. Il vecchio, Nakata, fugge invece dalla scena di un delitto sconvolgente nel quale è stato coinvolto contro la sua volontà. Abbandonata la sua vita tranquilla e fantastica, fatta di piccole abitudini quotidiane e rallegrata da animate conversazioni con i gatti, dei quali parla e capisce la lingua, parte per il Sud. Nel corso del viaggio, Nakata scopre di essere chiamato a svolgere un compito, anche a prezzo della propria vita. Seguendo percorsi paralleli, che non tarderanno a sovrapporsi, il vecchio e il ragazzo avanzano nella nebbia dell’incomprensibile schivando numerosi ostacoli, ognuno proteso verso un obiettivo che ignora ma che rappresenterà il compimento del proprio destino.

Haruki Murakami LA STRANA BIBLIOTECA Einaudi, 2015

Le biblioteche contengono storie. Le storie contengono universi. E certi universi possono essere molto pericolosi. Tornando a casa dopo la scuola, uno studente si ferma in una strana biblioteca. Certo, anche la sua richiesta è un po’ strana. Chiede alla bibliotecaria qualche libro che possa soddisfare la

sua ultima curiosità (è un bambino curioso, il nostro protagonista): la riscossione delle tasse nell’impero ottomano. La bibliotecaria lo manda alla stanza 107. Qui lo aspetta un altro bibliotecario, ancora più bizzarro della prima. Il bibliotecario accompagna il bambino attraverso un labirinto di corridoi e stanze, finché non arrivano in una stanza dove riposa un piccolo uomo vestito con una pelle di pecora. E qui le cose si fanno brutte: il bibliotecario e l’uomo-pecora spingono il piccolo in una cella. Il bambino rischia di fare una fine terribile se non arrivasse in suo soccorso una ragazza sconosciuta...

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Haruki Murakami 1Q84 [Libro 1&2: aprile-settembre] Einaudi, 2011

1984, Tokyo. Aomame è bloccata in un taxi nel traffico. L’autista le suggerisce, come unica soluzione per non mancare all’appuntamento che l’aspetta, di uscire dalla tangenziale utilizzando una scala di emergenza, nascosta e

poco frequentata. Negli stessi giorni Tengo, un giovane aspirante scrittore dotato di buona tecnica ma povero d’ispirazione, riceve uno strano incarico: un editor senza scrupoli gli chiede di riscrivere il romanzo di un’enigmatica diciassettenne così da candidarlo a un premio letterario. Ma La crisalide d’aria è un romanzo fantastico tanto ricco di immaginazione quanto sottilmente inquietante: la descrizione della realtà parallela alla nostra e di piccole creature che si nascondono nel corpo umano come parassiti turbano profondamente Tengo. Intanto Aomame (che pure non è certo una ragazza qualsiasi: nella borsetta ha un affilatissimo rompighiaccio con cui deve uccidere un uomo) osserva perplessa il mondo che la circonda: sembra quello di sempre, eppure piccoli, sinistri particolari divergono da quello a cui era abituata. Finché un giorno non vede comparire in cielo una seconda luna e sospetta di essere l’unica persona in grado di attraversare la sottile barriera che divide il 1984 dal 1Q84. Ma capisce anche un’altra cosa: che quella barriera sta per infrangersi.

Haruki Murakami

1Q84 [Libro 3: ottobre-dicembre] Einaudi, 2012

Quel grande affabulatore contemporaneo che è Haruki Murakami ha saputo, con la trilogia di 1Q84, creare un universo allo stesso tempo autonomo e sinistramente prossimo al nostro: in questo terzo libro si appresta a scioglierne tutti i misteri, a rispondere alle domande con cui

nel precedente volume ha stregato i suoi lettori. Poche volte come in questo caso si può parlare di un romanzo che contiene mondi: tante e tali sono le suggestioni, i temi, le ossessioni a cui riesce a dare forma Murakami.

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Banana Yoshimoto KITCHEN Feltrinelli, 1993

È un romanzo sulla solitudine giovanile. Le cucine nuovissime e luccicanti o vecchie e vissute, che riempiono i sogni della protagonista Mikage, rimasta sola al mondo dopo la morte della nonna, rappresentano il calore di una famiglia

sempre desiderata. Ma la grande trovata di Banana è che la famiglia si possa, non solo scegliere, ma inventare. Così il padre del giovane amico della protagonista Yuichi può diventare o rivelarsi madre e Mikage può eleggerli come propria famiglia, in un crescendo tragicomico di ambiguità.

Banana Yoshimoto

AMRITA Feltrinelli, 1997

L’interesse per l’occulto e il mistero, sempre presente nei libri di Banana Yoshimoto, diventa qui l’elemento portante della narrazione. Amrita però non è un romanzo fantastico, ma la storia di un gruppo di persone, legate da rapporti di parentela, amicizia, amore, delle loro difficoltà, aspirazioni, ferite,

illusioni in un mondo reale del quale l’autrice cerca di illuminare la parte invisibile, sommersa.

Banana Yoshimoto

UN VIAGGIO CHIAMATO VITA Feltrinelli, 2010

Banana Yoshimoto raccoglie preziosi frammenti di memoria e ci porta con sé, lontano nel tempo e nel mondo. Dalle emozioni del primo amore alla scoperta della maternità, dalle piramidi egiziane alla Tokyo degli anni settanta. Con la consueta leggerezza della sua scrittura, ricostruisce le

emozioni dell’esistenza a partire da un profumo, da un sapore, da un effetto di luce o dal rumore della pioggia e del vento.

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LIBRI DI AUTORI OCCIDENTALI

Pierre Loti KIKU-SAN. LA MOGLIE GIAPPONESE Obarrao, 2014

1885. L’ufficiale della marina francese Pierre Loti sbarca per la prima volta sul suolo giapponese, a Nagasaki, dove si tratterrà per il tempo necessario a riparare i guasti della nave da guerra Trionfante. Nel Paese è d’uso che, per il periodo di permanenza, uno straniero possa contrarre un matrimonio

con una giovane del posto. Ed è ciò che Loti farà sposando Kiku-san, la signorina Crisantemo. La vicenda autobiografica è solo il pretesto per dar vita a quello che l’autore chiamerà un “romanzo giapponese”, un’opera costruita in forma di diario, i cui personaggi principali sono Loti stesso, il Giappone e le impressioni prodotte su di lui da questo stupefacente Paese. Uscito in Francia nel 1887, fu di ispirazione a Illica e Giacosa per il primo atto della Madame Butterfly di Giacomo Puccini.

James Clavell SHOGUN Sonzogno, 1983

Partito alla volta dell’Oriente per il monopolio olandese del commercio con Giappone e Cina, John Blackthorne, comandante dell’Erasmus si ritrova, costretto al naufragio da una tremenda tempesta, in un villaggio di pescatori nel

Giappone feudale del XV secolo. In un mondo sconosciuto e lontano, Blackthorne deve trovare il modo di sopravvivere. Grazie al suo coraggio, che lo condurrà sulla via dei samurai, con il soprannome di Anjin (il navigatore), diventerà il fido aiutante dello Shogun (Signore della guerra) e nella sua ascesa al potere conoscerà l’amore impossibile per la bella e ambigua Mariko.

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Barry Eisler PIOGGIA NERA SU TOKYO Garzanti, 2007

John Rain si è operato agli occhi per assomigliare ancora di più a un orientale. Durante la guerra del Vietnam ha lavorato per la CIA. Tornato in Giappone, è diventato un killer. Lavora su commissione. Non importa chi lo paga, la sola

cosa che conta è andare a segno. La sua specialità: omicidi che sembrano morti naturali utilizzando tecnologie d'avanguardia. Riceve l’incarico di eliminare Yasuhito Kawamura, un corrotto funzionario governativo: lo segue in metropolitana e grazie a un sofisticato sistema elettronico gli provoca un arresto cardiaco e la morte. La settimana successiva incontra per caso la figlia della sua vittima, Midori, una giovane e bella pianista jazz. Ma nel frattempo qualcuno sta iniziando a cercarlo.

Michael Crichton SOL LEVANTE TEA, 1997

Los Angeles, grattacielo Nakamoto: mentre si festeggia l’inaugurazione dell’avveniristica sede della multinazionale giapponese, nella sala riunioni viene scoperto il cadavere di una giovane donna. Un delitto a sfondo sessuale o rituale? Il caso viene affidato all’anziano capitano Connor, esperto

conoscitore del mondo nipponico, e al giovane e coriaceo tenente Smith, che in un vertiginoso susseguirsi di colpi di scena sveleranno un oscuro intreccio di connivenze tra malavita e alta finanza.

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SAGGI

Edward W. Said ORIENTALISMO: L’IMMAGINE EUROPEA DELL’ORIENTE Feltrinelli, 2013

Orientalismo è un ripensamento di quello che per secoli è stato ritenuto un abisso invalicabile tra Oriente e Occidente. Lo scopo non è tanto eliminare le differenze – chi mai può

negare il carattere costitutivo delle differenze nazionali e culturali nei rapporti tra esseri umani? –, quanto sfidare l’idea che le differenze comportino necessariamente ostilità, un assieme congelato e reificato di essenze in opposizione, e l’intera conoscenza polemica costruita su questa base. Ciò che Said auspicava era un nuovo modo di leggere le separazioni e i conflitti che avevano provocato ostilità, guerre e l’affermarsi del controllo imperialista. Anche se le diseguaglianze e i conflitti da cui è nato l’interesse per l’orientalismo come fenomeno culturale e politico non sono scomparsi, oggi si è perlomeno raggiunto il consenso sull’idea che tutto ciò non rappresenta una situazione immutabile, bensì un’esperienza storica la cui fine (o perlomeno il cui parziale superamento) può essere a portata di mano.

Tsunetomo Yamamoto IL CODICE SEGRETO DEI SAMURAI Luni, 2000

Il codice segreto dei Samurai, o Hagakure, è il più importante tra i testi dedicati alla pratica e all’etica della via del guerriero in Giappone. Gli insegnamenti e le memorie di Yamamoto Tsunetomo, monaco ma ancor prima samurai, guidano da più

di trecento anni chi volesse intraprendere questo lungo e difficile cammino. Lo Hagakure, metafora del vivere secondo rettitudine, incita e aiuta a superare l’attaccamento al proprio ego, che è il limite umano più difficile da vincere, e ci accompagna verso la ricerca della gioia della vita, non disgiunta, però, da una meditazione costante sulla morte. La traduzione, la prima in una lingua occidentale, è stata condotta direttamente dall’originale giapponese.

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Giuseppe Jisō Forzani I FIORI DEL VUOTO: INTRODUZIONE ALLA FILOSOFIA GIAPPONESE Bollati Boringhieri, 2006

In un’epoca in cui il pensiero occidentale si estenua in avvitamenti e incagli, il dialogo con categorie altre, elaborate da culture remote e nel contempo ormai contigue, appare

come una delle poche vie percorribili per uscire dalla strettoia di una sterile quanto perniciosa ricerca identitaria. Che qualcosa di più di una educata e tollerante conoscenza sia possibile lo insegna la vicenda della filosofia in Giappone. Di conio piuttosto recente nella sua forma ideografica (1862), la parola dalla storia plurimillenaria prende dimora in una forma mentis pervasa di modi dottrinali, andamenti riflessivi, concezioni religiose che con la grecità e le sue lunghe filiazioni non sembrano avere punti di tangenza. Eppure l’incontro avviene, grazie alla virtù tutta giapponese di assimilare e armonizzare con l’autoctono quel che giunge d’oltremare: la scrittura, l’ideale confuciano, il buddhismo, e da ultimo, anche se aporeticamente, la filosofia, soprattutto nei suoi esiti post-kantiani e pos-thegeliani. Virtù assimilativa a cui certo non è estranea una vocazione terminale, tipica di una terra dell’approdo che si è sempre autorappresentata quale luogo di perfezionamento e compimento di ciò che nasceva altrove, ma che, nondimeno, non ha mai ceduto allo spirito della pura mescolanza.

Gian Carlo Calza STILE GIAPPONE Einaudi, 2002

Le arti, le concezioni estetiche, i modi e le mode, i riti religiosi e laici del Sol Levante di ieri e di oggi hanno suggestionato e suggestioneranno l’Occidente. Gian Carlo Calza, docente di Storia dell’arte dell’Asia orientale a Venezia, studia in questo

saggio i linguaggi racchiusi in quei modelli della cultura nipponica che più di altri hanno affascinato l’Occidente, rintracciandone le tematiche filosofiche e di costume.

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Kakuzo Okakura LO ZEN E LA CERIMONIA DEL TÈ Feltrinelli, 1997

Opera di una personalità complessa (Okakura fu al contempo un grande studioso dell’Oriente, un messia autorevole e autoritario e un poeta), The Book of Tea (1906) fu scritto in inglese per un pubblico occidentale. Okakura volle spiegare i

caratteri dell’orientalità attraverso il simbolo del tè: parla della sua storia e della sua importanza, ne descrive la cerimonia quasi religiosa, fatta di una ritualità e di norme precise, che sanciscono la sottomissione del presente agli avi e al passato. Nella riproduzione di una cerimonia esattamente come si svolgeva nell’antichità si manifesta infatti quell’obbedienza tipicamente giapponese all’autorità degli antenati che non può essere mai contestata o contraddetta. Con uno scritto di Everett Bleiler.

Makiko Sano

IN LINEA CON IL SUSHI Il Castello, 2013

... avete notato che le donne giapponesi sono tutte magre? Questo libro vi svelerà, passo passo, l’abc della vera cucina giapponese, sana e dietetica.

Laura Badalucco KIRIGAMI Fabbri, 1997

Il manuale spiega la tecnica del kirigami, ovvero l’arte giapponese di tagliare e piegare la carta per ottenere delle forme tridimensionali. La prima sezione è dedicata alle

soluzioni tecniche: la scelta della carta e del cartoncino, i sistemi di base per tagliare e piegare, l’uso di sfondi o di veloci decorazioni per arricchire un modello. Nella sezione successiva sono spiegati 24 progetti di piccole scenografie che possono essere utilizzate come biglietti d’auguri, “sculture”, regali, modelli tridimensionali per la rappresentazione di paesaggi e strutture architettoniche.

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Rick Beech ORIGAMI: GUIDA COMPLETA ALL’ARTE DI PIEGARE LA CARTA Dix, 2010

L’origami è complesso e delicato, divertente e piacevole, bello ed economico, ma soprattutto creativo. L’arte di piegare la

carta nacque in Cina 2000 anni fa ma fu conosciuta anche dagli Arabi prima di arrivare in Occidente solo recentemente. Origami è il primo libro che mette insieme un’importante galleria dei lavori di artisti affermati in tutto il mondo e un’ampia gamma di progetti di origami descritti passo a passo corredati di consigli sulla scelta delle carta e sulle tecniche da usare. L’origami non è solo un passatempo divertente e creativo ma anche un esercizio di concentrazione e precisione. Gli origami descritti in questo libro sono numerosi e molto diversi, spaziano infatti dai più classici e tradizionali come gli animali o i fiori, a origami più complessi. Ci sono anche gli origami che diventano dei veri e propri giocattoli ma anche origami che hanno una funzione pratica e utile. Attraverso questo libro potrete acquisire familiarità e destrezza nel costruire origami bellissimi... fate esplodere tutta la vostra creatività e soprattutto divertitevi!

Francesco Morena UKIYO-E: UTAMARO, HOKUSAI, HIROSHIGE Giunti, 2007

La nascita, l’evoluzione e i capolavori di un genere grafico che ha segnato la storia artistica del Giappone tra il XVII e il

XIX secolo. Le immagini del mondo fluttuante (traduzione letterale di ukiyo-e) descrivono con schiettezza e raffinatezza i costumi e la cultura di un paese, soprattutto della sua capitale Edo, l’odierna Tokyo, gli abitanti della quale amavano abbandonarsi ai piaceri mondani per sfuggire alla tristezza del vivere quotidiano. Utamaro, Hokusai e Hiroshige furono tra i maggiori protagonisti dell’ukiyo-e: fin dal tardo Ottocento le loro opere furono notevolmente apprezzate anche in Occidente influenzando in modo esplicito molti tra gli artisti delle avanguardie europee.

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Ohara Koson IL MONDO ANIMALE L’Ippocampo, 2010

Incurante dei grandi paesaggi che decretarono la fama di Hiroshige e Hokusai, Ohara Koson (1877-1945) si dedicò quasi esclusivamente alla rappresentazione di piante e animali

di cui aveva meticolosamente osservato le peculiarità estetiche e comportamentali. Koson è ancora poco noto in Europa, dove molti sono convinti che l’arte della stampa giapponese sia circoscritta ai grandi maestri quali Hiroshige e Hokusai. La presente opera, la prima a lui dedicata in Italia, offre l’occasione di scoprire lo straordinario virtuosismo delle sue stampe.

Kenzaburō Oe NOTE SU HIROSHIMA Alet, 2008

Diciotto anni dopo il bombardamento del 6 agosto 1945, Oe si reca per la prima volta a Hiroshima. Rimane sconvolto dall’incontro con i sopravvissuti, coloro che non si suicidarono nonostante avessero tutte le ragioni per farlo; che

hanno salvato la dignità umana in mezzo alle più orrende condizioni mai sofferte dall’umanità. Oe analizza le implicazioni morali e politiche del bombardamento; ci consegna il ritratto di una città devastata, innalza un monumento alla memoria e lancia un severo appello alle nostre coscienze per non dimenticare le terribili conseguenze dell’arma militare più estrema.

Leonardo Vittorio Arena SAMURAI: ASCESA E DECLINO DI UNA GRANDE CASTA DI GUERRIERI Mondadori, 2003

Dal primo equipaggiamento dei militari - armature, cavalli, spade, archi - all’influenza politica del buddismo. Dall’assunzione dei samurai per il controllo delle campagne

da parte dei signori delle terre alla nascita di una nuova classe emergente (tra il 1185 e il 1333). Un reportage storico tra autentiche battaglie e filosofia zen.

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Rossella Menegazzo GIAPPONE Electa, 2007

Tra le civiltà extraeuropee, quella del Sol Levante rappresenta certamente una delle realtà più affascinanti per il complesso intreccio di storia, religione, filosofia, arte, e per le tradizioni centenarie ancora oggi presenti nella società giapponese

nonostante la spettacolare fuga in avanti del Giappone contemporaneo. Il periodo trattato va dalle origini al periodo Edo, quando il Giappone si apre all’Occidente. L’iconografia riunisce quanto di più interessante ha prodotto la cultura giapponese in tutte le sue sfaccettature, e il lettore vi troverà una profusione di rotoli, maschere, stoffe, giade, incisioni, porcellane, architetture e oggetti della cultura materiale.

Will Ferguson

AUTOSTOP CON BUDDHA: VIAGGIO ATTRAVERSO IL GIAPPONE Feltrinelli, 2009

Un abile scrittore rievoca il suo viaggio in Giappone, seguendo gli itinerari più inconsueti. Se ne ricava un’immagine nitida e vera, ricca di inquietudini, squilibri,

contraddizioni. Ma c’è anche il vivido racconto di un’esperienza fatta di incontri, di persone, di caratteri indimenticabili. L’autore mostra una speciale maestria nella rappresentazione dei tratti psicologici oltre che nella descrizione suggestiva e attenta dei paesaggi e degli stili di vita. Raramente la letteratura di viaggio ha saputo entrare così a fondo e con tanta garbata e partecipe ironia nell'intimo delle persone.

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FILM

Akira Kurosawa RASHOMON 1950

Un boscaiolo, un monaco e un passante raccontano la storia di un bandito accusato di aver ucciso un samurai e di averne violentato la moglie. Ognuno di loro dà alla storia una versione diversa. Ognuno di loro si accusa del delitto, ma

incolpa gli altri della vera responsabilità dell’accaduto.

Akira Kurosawa

RAN 1985

Giappone, secolo XVI. Tre figli, un re e un regno da spartire. Vilipeso e cacciato dagli stessi figli, il monarca Ichimonji vagherà per la brughiera in compagnia solo del suo fido buffone e andrà incontro alla pazzia.

Takeshi Kitano ZATOICHI 2003

Zatoichi è un vagabondo cieco, che si guadagna da vivere col gioco d’azzardo e con i massaggi. Ma Zatoichi è anche un maestro della spada. Giunto in una città governata da spietati clan, dovrà confrontarsi con due misteriose geishe che

vendicano la morte dei propri genitori.

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Takashi Miike

13 ASSASSINI 2010

L’ascesa al potere in Giappone di Naritsugu, il giovane e spietato signore feudale, sembra inarrestabile. Fratello dello shogun, Naritsugu gode dell’immunità ed è protetto da un potente esercito. Al fine di bloccare questa scia di violenza, il

Gran ciambellano Doi recluta Shinzaemon Shimada,che insieme a un gruppo di abili samurai progetterà la trappola per assassinare il terribile nemico.

Clint Eastwood FLAGS OF OUR FATHERS 2006

Storia di amicizia, coraggio, sopravvivenza e sacrificio sullo sfondo della sanguinosa battaglia di Iwo Jima, un’isola presidio giapponese durante la seconda Guerra Mondiale. Il film segue le vicende dei sei soldati americani passati alla

storia per essere stati immortalati nell’atto di piantare la bandiera Americana sul Monte Suribachi.

Clint Eastwood LETTERE DA IWO JIMA 2006 Durante la seconda Guerra Mondiale sulla piccola isola di Iwo Jima si consuma lo scontro tra i soldati giapponesi e gli invasori americani. L’esercito giapponese è guidato dal generale Tadamichi Kuribayashi, che grazie alla sua volontà

di ferro trasforma quella che doveva essere una rapida sconfitta in una eroica battaglia di quasi 40 giorni.

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Lasse Hallstrom HACHIKO: IL TUO MIGLIORE AMICO 2009

Hachiko, un cane di razza Akita, accompagna ogni giorno il suo padrone, professore universitario, alla stazione ferroviaria e ritorna a prenderlo quando rientra dalla giornata lavorativa. Purtroppo il suo padrone un giorno muore di arresto

cardiaco mentre è all’università. Hachiko fedelmente ritorna alla stazione il giorno successivo, e ogni giorno per i nove anni successivi, in attesa del suo amato padrone.

Hayao Miyazaki IL CASTELLO ERRANTE DI HOWL 2006

Il castello errante di Howl è un ulteriore tassello, nel mosaico che il regista giapponese sta componendo col passare degli anni che mescola l’attenzione alle tematiche ambientali, all’utilizzo malsano della

tecnologia, che propone esseri umani calati in universi fantastici ed immaginari, dove creature soprannaturali insegnano all’uomo come vivere e quali valori seguire e difendere. Attuale e concettualmente scevro da contaminazioni ideologiche di qualsivoglia natura, Howl, riesce ad essere pellicola antimilitarista, raffinato melò sentimentale, grande spettacolo di intrattenimento per tutti ed, in ultimo, saggio ammonimento sull’importanza delle relazioni interpersonali tra gli esseri umani.

Hayao Miyazaki IL MIO VICINO TOTORO 2010

Le sorelline Satsuke e Mei si trasferiscono insieme al padre in una nuova casa. Per le due bambine inizia un viaggio alla scoperta di un nuovo mondo, abitato da creature fantastiche, visibili solo agli occhi dei

bambini, tra cui Totoro, spirito buono della foresta. Insieme a lui Satsuke e Mei vivranno avventure straordinarie.

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Note

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