notiziario agricolo n.3/2011

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Anno 60° Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI ASTI COLDIRETTI Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 3 - Anno 2011. In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo 3 numero 14 marzo 2011

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Notiziario Agricolo N.3/2011

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Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 Fax 0141.355.138 e-mail: [email protected] ufficiale Coldiretti Anno 60° numero 3-14 marzo 2011*Realizzazione grafica e stampaRiflesso – S.r.l. F.lli Scaravaglio & C.Reg. Trib. di Asti n.44 del 20-4-1949 Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano ZuninoPubblicità: Impresa Verde Asti srl – Riflesso scarl Tel. 0141.380.400 – 0141.590425Abbonamento annuale: Euro 20,00*Data di chiusura del giornale

Al viale riunioni

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10 annidi “mucca

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Avvicendamenti:zone di Nizza

e Canelli

Terranostra:Soligo

presidente

La Pacdopo

il 2013Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

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Il prezzo dei cereali cresce del 70% in un anno, ma agli agricoltori non viene in tasca

quasi niente. Sentiamo ripetere da settimane che le quotazioni di riso, mais e grano sono strato-sferiche, forse anche nel senso che si muovono sopra la testa delle imprese agricole.Tutto questo è piuttosto curioso, Presidente, anche perché la Fao ha rilanciato l’allarme sui prezzi degli alimentari. La situazione è fuori controllo? “C’è molta volatilità – spiega il pre-sidente nazionale Coldiretti, Sergio Marini - soprattutto sui cereali. È qualche anno che succede. Poi gli allarmi sono forse esagerati, perché se andiamo a vedere i prezzi l’aumento è sì fortissimo rispetto a un anno fa, ma siamo del 30-40% sotto i picchi massi-mi toccati nel 2008. Il problema è che questo mercato è rigidissimo, sia sul fronte della offerta che su quello della domanda. Basta una piccola variazione e le quotazioni si impennano”. Gli ultimi rincari come si spie-gano? “C’è qualche problema sul lato dell’offerta, raccolti deludenti in alcuni mercati chiave, gli incendi che hanno colpito la Russia. Ma non basta a spiegare quello che sta succedendo. Secondo i no-stri calcoli metà degli aumenti di prezzo sono dovuti alle manovre degli speculatori, lasciati a giocare sul mercato delle materie prime alimentari come se vendessero e comprassero oro o azioni. Il fatto che il mercato sia rigido, e quindi con quotazioni facili da influenzare, li agevola molto. Qualcuno dovreb-be fermarli”. Ha già in mente chi potrebbe

farlo? “I mercati sono internazionali – sottolinea Marini - quindi deve muoversi un’autorità globale. Serve una politica antispeculazione, che limiti il traffico di contratti derivati e futures sulle materie alimentari. Parliamo di cibo, di fame. Non scordiamoci che la scintilla delle rivolte nel mondo arabo è venuta dai prezzi del pane. Al mercato deve essere impedita tanta volatilità, che fa male ai consumatori ma anche agli agricoltori”. La produzione di biocarburanti che ruolo ha in questa volatilità continua? “I biocarburanti pesano, perché sottraggono una grossa quantità di raccolto. Anche eticamente non condivido l’idea di ridurre la produzione di cibo per fare più carburante. Sta davvero diventando un problema, anche da noi: nella Pianura padana il mais prodotto per i carburanti toglie terreno, cibo e lavoro. Incentivarne tanto la pro-duzione, quando le coltivazioni non riguardano solo prodotti residuali, è un errore”. Chi ci guadagna devvero se i prezzi salgono?“Le quotazioni dei cereali si im-pennano sempre quando i raccolti sono già terminati e il prodotto è già stato venduto ad altri prezzi. Non è l’agricoltore che ci guadagna, anche se sul lungo periodo anche i suoi listini lievitano.Però devo aggiungere che gli aumenti, entro certi limiti, erano indispensabili, perché i prezzi di alcuni prodotti alimentari, ad esem-pio il grano tenero, l’anno scorso erano scesi così tanto che in molti in Italia non hanno nemmeno se-minato. Era più facile perderci che guadagnarci”.

E i clienti finali? “Da noi c’è un problema di filiera. La carota raccolta dal contadino prima di arrivare a tavola è passata di mano anche 5 o 6 volte lungo la filiera. Ogni passaggio ha il suo co-sto. Noi puntiamo ad avvicinare gli agricoltori e i loro clienti finali. Come stiamo facendo con i ‘Farmers mar-ket’ , che stanno avendo successo in tutt’Italia, e come presto faremo nei punti vendita ‘Campagna ami-ca - La bottega’, che saranno una forma di distribuzione più simile a quella di un supermercato, ma con gli agricoltori protagonisti”. I vostri costi di produzione intan-to sono saliti anche a gennaio. Dobbiamo prepararci a nuovi aumenti? “I nostri costi stanno salendo so-prattutto a causa della corsa dei prezzi dell’energia.Probabilmente saliranno ancora. Ma la filiera è così lunga – de-nuncia Marini - che è capace di attenuare gli effetti degli aumenti: calcoliamo che a un costo di pro-duzione agricolo che cresce del 10% corrisponde circa un aumento dell’1,7% dei prezzi finali. Non è un caso che gli alimentari segnino tradizionalmente aumenti inferiori alla media dell’inflazione”.

“Fermare chi specula sul cibo”Intervista al presidente nazionale Coldiretti, Sergio Marini

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Sergio Marini, pres. nazionale Coldiretti

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Coldiretti Asti torna a con-sultare la propria base associativa. Da aprile si

terranno gli incontri territoriali, lo ha deliberato nell’ultima riunione la Giunta esecutiva provinciale. Si incontreranno i dirigenti delle nove zone in cui è suddivisa la provincia: Asti, Nizza Monferrato, Canelli, San Damiano d’Asti, Villanova d’Asti, Moncalvo, Castelnuovo don Bo-sco, Montechiaro d’Asti e Vesime. Il presidente provinciale, Maurizio Soave, il direttore, Antonio Ciotta, e i responsabili di tutti i settori e servizi, illustreranno le principali novità del settore. Si soffermeranno sui grandi obbiettivi raggiunti grazie al progetto Coldiretti di una “Filiera agricola tutta italiana” e si ragionerà sulle imminenti iniziative che porteranno ad un ulteriore rinnovamento del settore agricolo ed agroalimentare nazionale.Questo è anche l’ultimo anno di mandato dei dirigenti in carica, nel 2012 infatti si svolgeranno le elezioni che porteranno alla definizione dei nuovi rappresentanti della Federa-zione provinciale Coldiretti.Nel corso degli incontri di zona, si traccerà quindi il percorso che porterà nel giro di un anno alla con-sultazione di tutti gli associati. La più grande forza sociale del territorio, riapre dunque il confronto con i quasi 17 mila tesserati.L’organizzazione fondata da Bonomi ha sempre fatto dell’ampia rappre-sentanza democratica la sua forza.Come sempre si ripartirà dalla base, dal territorio, da tutti i 118 comuni della provincia.Ogni associato, ogni imprenditore agricolo, ogni pensionato, ogni gio-vane ed ogni donna, avrà diritto di voto per esprimere i rappresentanti

del suo comune di residenza: In se-guito esprimeranno i rappresentanti di zona, quindi quelli provinciali che a loro volta andranno a “costruire” tutto il resto dell’organigramma, dai dirigenti regionali fino a quelli nazionali. Il massimo della democra-zia, dunque, nonché l’unico modo efficace per non perdere il senso di rappresentanza di una categoria. Ecco, proprio la rappresentanza, la nomina dei rappresentanti dell’orga-nizzazione, sarà uno dei principali oggetti di discussione delle riunioni con i dirigenti in scadenza di manda-to. In questo anno di preparazione alla consultazione della base as-sociativa, si metterà in campo una strategia di rinnovamento dei vertici, non solo dell’organizzazione, ma di tutta la filiera agricola.Infatti, se la struttura Coldiretti, come detto, è garantista al massimo sulla rappresentatività della base, questo non vale per molti enti ed istituzioni che operano lungo la filiera.Gli imprenditori agricoli troppo spesso vengono relegati ai margini degli organigramma di potere di importanti realtà.E’ il caso di soggetti economici, dove troppo spesso vengono nomi-nati rappresentanti solo di se stessi,

oppure di una cerchia ristretta di af-faristi che non può fare il bene della collettività. Come disse il presidente nazionale Coldiretti, Sergio Marini, alla presentazione in Piemonte del progetto di una “Filiera agricola tutta italiana”, è giunto il momento di emarginare “coloro che si mettono la nostra stessa maglia, giocano con noi, ma quando entrano in campo fanno gol nella nostra porta”.Coldiretti sarà intransigente, non lascerà più deleghe in bianco, farà pesare tutta la sua rappresentatività di due terzi abbondanti della filiera agricola. E’ questo un monito che vale per tutti i gangli di potere, dalle piccole commissioni comunali, alle prestigiose commissioni statali, laddove talvolta si insinuano sistemi già definiti “gelatinosi”.Il dibattito di questi giorni che vede impantanata la politica su questioni morali ed etiche con forti conflit-tualità fra i poteri dello Stato, deve valere anche per il settore agricolo ed alimentare. La democrazia pre-suppone un corretto rapporto fra rappresentanti e rappresentati. I rap-presentanti devono fare gli interessi esclusivi dei rappresentati.E Coldiretti farà valere la propria rappresentatività. A tutti i livelli.

Rappresentati, rappresentanti, rappresentanzaColdiretti Asti pone la questione rappresentatività

Antonio Ciotta e Maurizio Soave, rispettivamente direttore e presidente Coldiretti Asti

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C reditAgri Italia, il più im-portante confidi italiano del settore agricolo e

agroalimentare promosso da Col-diretti, ha concluso un importante accordo strategico con il Gruppo Banco Popolare.La partnership con il Gruppo coinvolge direttamente sette istituti di credito, ben radicati su un territorio a forte vocazione agraria, forti di una esperenzialità storica nel settore.CreditAgri Ita-lia pertanto, con decorrenza dal 1 marzo, consoliderà la propria offerta di finanziamenti e garanzie in stretta sinergia con il Credito Bergamasco, la Banca Popolare di Lodi, la Banca Popolare di Vero-na, la Banca Popolare di Novara, la Banca Popolare di Crema, la Banca Popolare di Cremona e la Cassa di Risparmio di Lucca, Pisa e Livorno.Il Banco Popolare, tra i primi grup-pi bancari italiani, con quasi 2.200 sportelli, circa 200 mila soci e oltre 20 mila dipendenti, è un punto di riferimento in regioni come Vene-to, Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana ed Emilia Romagna, le aree di presenza storica.Grazie alle Banche che lo com-pongono, alcune delle quali

vantano una storia di oltre 150 anni, Banco Popolare è sempre più vicino ai clienti con prodotti innovativi in un mondo in cui le esigenze di risparmio e di investi-mento si evolvono di continuo.CreditAgri Italia, presente sul ter-ritorio nazionale con 53 filiali, una struttura tecnico–amministrativa di circa 300 risorse professionali,

oltre 30 milioni di patrimonio netto, un volume di impieghi che a fine 2010 sfiora 1 miliardo di euro, 500 milioni di nuovi affidamenti all’anno, rappresenta certamente il confidi più radicato e presente nel panorama nazionale ed unico esempio di struttura organica con i requisiti formali e sostanziali di cui all’art. 107 del TUB.

Importante accordo per il creditoStipulato fra CreditAgri e Gruppo Banco Popolare

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IN RIPRESA PIL AGRICOLO NEL 2011

È in ripresa il valore aggiun-to agricolo nel 2011 per effetto dell’aumento dei

prezzi alla produzione del 21,2 per cento a gennaio dopo i crolli del passato.E’ quanto emerge dall’ufficio studi Coldiretti che sottolinea tuttavia il permanere di pre-occupanti aree di crisi, dalla pastorizia all’allevamento dei maiali.Segnali incoraggianti - sottolinea Coldiretti - si registrano invece per le colture vegetali a partire dai cereali fino agli ortaggi, ma anche vini ed oli mentre più difficile è la situazione negli alle-vamenti per effetto dell’aumento

dei costi dei mangimi.Il 2010 ha chiuso con un valore aggiunto agricolo che ha fatto segnare un valore positivo gra-zie soprattutto agli ultimi mesi, nonostante l’aumento medio dei costi di produzione dello 0,5 per cento con punte del 5,4 per cento per i composti destinati all’alimentazione animale e del 4,7 per cento per i carburanti.

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Importanti nuovi incarichi alla Coldiretti di Asti. Dal 1° marzo la federazione provinciale,

sotto la direzione di Antonio Ciotta, ha ridisegnato l’organi-gramma di due importanti zone del Sud dell’Astigiano. Silvano La Rocca, 41 anni, di Asti, sarà il nuovo segretario della zona di Canelli. Avrà la responsabilità di otto comuni, Canelli, Colosso, Cassinasco, Castagnole delle Lanze, Coazzolo, Mosca, Mon-tabone, Rocchetta Palafea, per un totale di 2.400 associati che fanno capo agli uffici di Canelli, in via Cassinasco, dove lavora-no 10 dipendenti fra impiegati e tecnici agrari.Silvano La Rocca, Agronomo, ha iniziato la sua carriera lavorati-va all’Istituto Sperimentale per l’Enologia di Asti, per passare in Coldiretti nell’aprile del 1999.E’ stato uno degli ultimi tecnici Catac, i “mitici” Centri di assisten-za tecnica agricola e contabile, che “solcavano” le campagne per portare innovazione e qualità; è poi stato coordinatore dei tecnici della zona di Asti seguendo i Piani di Sviluppo Rurale della Regio-ne Piemonte. Alla sua profonda esperienza di tecnico agrario, La Rocca, in questi anni ha saputo abbinare una notevole capacità sindacale, seguendo importanti progetti legati alle iniziative di Campagna Amica. Ha attuato il concetto di “chilometro zero” attraverso gli innovativi contrat-ti (riprodotti poi in molte altre zone d’Italia) di fornitura dei prodotti agricoli stipulati con l’Ospedale Cardinal Massaia e le mense scolastiche. “Siamo sicuri possa essere la persona giusta – dice di La Rocca, il pre-sidente della Zona Bartolomeo

Gallo – potrà portare a Canelli la sua esperienza e la sua ca-pacità aggregativa dimostrata con l’attuazione del progetto Coldiretti “Una Filiera Agricola tutta italiana”, avendo seguito la nascita e lo sviluppo dei Punti Vendita Campagna Amica e degli Agrimercati”.Fabio Teodo, 34 anni, di Vin-chio (Reg. Noche) sarà il nuovo segretario della zona di Nizza Monferrato. Seguirà l’attività di 12 dipendenti dagli uffici di Corso Acqui, che servono 2.400 asso-ciati di 22 comuni: Nizza Monfer-rato, Agliano, Belveglio, Bruno, Calamandrana, Castelboglione, Castelletto Molina, Castelnuovo Belbo, Castelnuovo Calcea, Ca-stelrocchero, Cortiglione, Fontani-le, Incisa Scapaccino, Maranzana, Mombaruzzo, Mombercelli, Mon-taldo Scarampi, Montegrosso, Quaranti, San Marzano Oliveto, Vaglio Serra, Vinchio.Fabio Teodo, Perito Agrario, ha una formazione attuata attraverso un percorso interno all’organizza-zione, fin dall’età scolastica ha seguito l’attività del Movimento Giovanile Coldiretti. Raggiunto il diploma è entrato nell’organico nel gennaio del 1998 come tecnico

vitivinicolo; dal 2003 è stato co-ordinatore dei tecnici seguendo, fra l’altro, il laboratorio di analisi dei vini di Nizza Monferrato.Esperto di legislazione vitivini-

Nuovi incarichi in Coldiretti AstiAvvicendamenti alla guida di due importanti uffici zona

Silvano La Roccanuovo Segretario Zona a Canelli;Fabio Teodo nominato Segretario Zona di Nizza Monferrato, sostituisce; Gianni Gentile chiamato dalla Confederazione a dirigere Coldiretti Imperia

Silvano La Rocca

Fabio Teodo

Gianni Gentile

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cola, nel 2004, con una felice intuizione sollecitò ed attuò, il passaggio all’informatica, come primo esempio, della tenuta dei registri di cantina. “Sappiamo con quanta dedizione ha lavorato in questi anni Fabio Teodo – sottolinea Domenico Perfumo, presidente della zona Coldiretti di Nizza Monferrato –, lo abbiamo visto sempre pre-sente in tutte le manifestazioni di piazza che hanno portato all’attuazione dell’unico progetto serio di sviluppo dell’economia oggi presente in Italia, quello della salvaguardia e della tutela del Made in Italy”.Gli avvicendamenti attuati da Coldiretti Asti sono anche dovuti alla “chiamata” della Confedera-zione nazionale per Gianni Genti-le, fino ad oggi responsabile della zona di Nizza Monferrato.Dal 1° marzo è ad Imperia a dirigere la federazione provin-ciale.Gianni Gentile, 37 anni, origi-nario di Mongardino, sposato con Stefania e papà di Gioele, in Coldiretti dal novembre 1994, ha seguito tutti i vari settori dell’attività sindacale, dall’or-ganizzativo, alla comunicazione, dalla previdenza, al fiscale, è stato vice Segretario Zona e dal settembre 2003 Segretario, sempre di Nizza Monferrato, e dal 2010 anche di Canelli. “Devo una grande riconoscenza – sot-tolinea Gianni Gentile - a Coldi-retti Asti, alle imprese agricole, agli associati e ai colleghi, per la mia formazione e preparazione professionale in questi 17 anni di cammino insieme. Abbiamo affrontato momenti drammatici come l’alluvione del 1994, ma anche momenti di gioia come la celebrazione del Cinquantennio dalla fondazione, alle Giornate del Ringraziamento, di forte passione sindacale dalle mani-festazioni per la Mucca Pazza ai recenti blocchi del Brennero e Frejus contro il Falso Made in Italy”.

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Giovanna Soligo dell’agrituri-smo “Cascina San Nazario” di Montechiaro d’Asti è la

nuova presidente provinciale di Terranostra. E’ stata nominata il 22 febbraio dall’assemblea dell’asso-ciazione degli agriturismo aderenti a Coldiretti Asti. Subentra a Piera Viarengo dell’agriturismo “Il Fior-daliso”.Giovanna Soligo gestisce con il marito Gianmario Ebole l’impresa agricola di famiglia con indirizzo prin-cipale cerealicolo e zootecnico con il sistema di allevamento semibrado della razza bovina Piemontese; sul totale di 60 ettari di terreno vengono anche praticate le colture frutticole, corilicole e orticole. L’attività agri-turistica si svolge proprio ai piedi della splendida chiesa romanica di Montechiaro d’Asti da cui la cascina prende il nome.“Accolgo con entusiasmo questo incarico – ha detto Giovanna Soligo al momento della nomina – consa-pevole di far parte di una squadra ben affiatata che ha sempre lavorato per il bene del territorio. Siamo in un momento particolarmente impe-gnativo in cui si stanno mettendo a frutto i grandi cambiamenti introdotti grazie al progetto Coldiretti di “Una filiera agricola tutta italiana”. Inoltre, proprio in questi giorni, Terranostra

e Coldiretti, stanno elaborando le osservazioni alla bozza della nuova legge regionale sull’attività agrituristica”. Vice presidente Terranostra Asti è stata nominata Erika Arancio dell’azienda agrituristica “Mondoa-rancio” di Bubbio. Il consiglio diret-tivo di Terranostra Asti, che resterà in carica per i prossimi quattro anni, è completato da: Renata Benato dell’Agriturismo Cascina Borio di Villafranca d’Asti, Maria Teresa Bucco dell’Agriturismo Cascina Papa Mora di Cellarengo, Barbara Cantamessa dell’Agriturismo Mon-cucchetto di Casorzo, Giovanni Novara dell’Agriturismo Cascina Campora di Buttigliera, Deborah Raviola dell’Agriturismo La Topia del Caporale di Valle Tanaro Asti, Eleonora Ronco dell’Agriturismo

La Stella Polare di Villanova d’Asti, Michelino Rovero dell’Agriturismo Il Milin di San Marzanotto Asti, Laura Toso dell’Agriturismo La Mussia di Castelnuovo Calcea, Piera Viaren-go dell’Agriturismo Il Fiordaliso di Azzano.

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Giovanna Soligo presidente di TerranostraRinnovato il direttivo dell’associazione provinciale degli agriturismo

Giovanna Soligo ed Erika Arancio

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A dieci anni da “mucca pazza”Nel 2010 non si sono più verificati casi

Nel 2010 per la prima volta non si è verificato negli allevamenti italiani nessun

caso di mucca pazza a conferma dell’efficacia delle misure di preven-zione adottate durante i dieci anni dall’inizio dell’emergenza nel 2001 quando si scoprirono 50 casi.E’ quanto è emersonel corso dell’in-contro “Mucca pazza: dieci anni dopo”, promosso dalla Coldiretti e dalla Fondazione Univerde il 9 marzo, a dieci anni dal varo delle misure emergenziali nazionali, che ha confermato l’assoluta garanzia di sicurezza della carne italiana. L’encefalopatia spongiforme bovina (Bse), cosiddetta sindrome della “mucca pazza”, viene diagnosticata per la prima volta in un allevamento in Gran Bretagna nel 1985 e qual-che anno dopo le farine animali, utilizzate come mangime destinato all’alimentazione del bestiame, vengono identificate come causa dell’epidemia dopo essere state a lungo sponsorizzate da gran parte del mondo scientifico. “Si è trattato della dimostrazione che la scienza non è infallibile e che, quando si tratta di questioni alimentari, oc-corre procedere con prudenza per evitare danni irreparabili”, ha affer-mato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che la “mucca pazza ha rappresentato un precedente determinante per l’affermazione del principio della precauzione nell’introduzione di

nuove tecnologie nell’ambito ali-mentare che di fatto ha contribuito ad evitare contaminazioni da Ogm (Organismi Geneticamente Modifi-cati) nell’agricoltura italiana”. Dalla Gran Bretagna dove si sono verificati centinaia di migliaia di casi negli allevamenti la malattia è stata “esportata” in tutta Europa nonostante i provvedimenti caute-lativi adottati dall’Unione Europea. Il primo caso di mucca pazza in Italiaviene individuato il 16 gennaio 2001 e riguarda una vacca di circa 6 anni di età, macellata l’11 gennaio che proviene da un allevamento del bresciano.L’animale era stato sottoposto ad esame nell’ambito del programma di screening di massa sugli animali superiori ai trenta mesi macellati, in vigore dal 1 gennaio 2001 e il ministro della Sanità decide per

Via C. Botta, 4 - 14015San Damiano d’Asti

Tel. & Fax 0141.975146cell. 336.253369

S. DamianoCisternaCelle EnomondoFerrere

Anno

2001200220032004200520062007200820092010

Totale 144(*) due bovini esteri

Fonte: Elaborazione Coldiretti su dati Ministero della Salute

Numero casi

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CASI DI “MUCCA PAZZA” NEGLI ALLEVAMENTI ITALIANI

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27 dicembre 2000 - Viene emanata la direttiva UE che sancisce il divieto, dal 1 marzo 2001 di impiegare “rifiuti di origine animale per la produzione di mangimi destinati agli animali d’al-levamento”. 1 gennaio 2001 - Scatta l’obbligo di sottoporre al test per scoprire la Bse tutti i bovini macellati di età superiore ai 30 mesi. 16 gennaio 2001 - Primo caso di mucca pazza in Italia. La vacca di circa 6 anni di età, macellata l’11 gennaio, proviene da un allevamento del bre-sciano. L’animale era stato sottoposto ad esame nell’ambito del programma di screening di massa sugli animali superiori ai trenta mesi macellati, in vigore dal 1º gennaio 2001. 17 gennaio 2001 - Il ministro della Sanità decide per l’abbattimento di tutti i capi di bestiame provenienti dall’allevamento dove è stata trovata la vacca con il morbo. 25 gennaio 2001 - Nel corso di una conferenza stampa sull’emergenza “mucca pazza” la Coldiretti presenta la proposta al Governo di un piano globale per la zootecnia italiana e le iniziative di mobilitazione a sostegno. I contenuti dell’intervento straordinario di rigenerazione del patrimonio zoo-tecnico da approvare con la massima urgenza sono finalizzati a garantire la sicurezza alimentare, ad avviare una riforma strutturale e organica del settore e ad assicurare la trasparenza dell’informazione. 29 gennaio 2001 – Il Consiglio dei mi-nistri agricoli dell’Ue, per fronteggiare la malattia della mucca pazza, decide di eliminare la colonna vertebrale dai bovini di età superiore a dodici mesi, condannando, dal 31 marzo 2001, la fiorentina. 16 febbraio 2001 - Secondo caso di mucca pazza in Lombardia. 9 marzo 2001 - Conversione in leg-ge del D.L. 11 gennaio 2001, n. 1, recante: “Disposizioni urgenti per la distruzione del materiale specifico a rischio per encefalopatie spongiformi bovine e delle proteine animali ad

alto rischio, nonché per l’ammasso pubblico temporaneo delle proteine animali a basso rischio”. 31 agosto 2001 – Viene approvato un decreto legge che estende a tutti i bovini macellati con età superiore ai 24 mesi l’obbligo del test anti-Bse. 1 luglio 2001 - Entrano in vigore nell’Unione europea i nuovi rego-lamenti per sradicare la Bse. Viene riconfermato il divieto totale all’uso delle farine animali solo per i ruminanti. Per il futuro sarà possibile utilizzare resti di polli e maiali nei mangimi a due condizioni: che non servano per alimentare la stessa specie; che possa essere garantito il controllo dell’intera filiera. La distruzione del materiale a rischio dovrà avvenire secondo regole dettagliate, precise e sicure. 1 gennaio 2002 – Entra in vigore il sistema obbligatorio di etichettatura completa delle carni bovine in circo-lazione sul mercato che consente di conoscere l’origine della carne ac-quistata con riferimento agli Stati di nascita, di ingrasso, di macellazione e di sezionamento, nonché un codice di identificazione che rappresenta una vera e propria carta d’identità del bestiame. E’ la misura di salvaguar-dia che risolve la crisi della mucca pazza. 31 dicembre 2005 - Torna la bistec-ca alla fiorentina ottenuta da animali intorno ai 18 mesi di età. 23 aprile 2008 - Viene pubblicato sulla Gazzetta ufficiale europea il regola-mento che innalza da 24 a 30 mesi l’età dei bovini per i quali è consentita la commercializzazione di carne con la colonna vertebrale. E’ il ritorno della fiorentina “matura”. 2010 - Per la prima volta sono zero i casi accertati. Per le misure di sor-veglianza “attiva” sono stati spesi dal 2001 ad oggi oltre 6 milioni di test finanziati dallo Stato italiano per un costo stimabile intorno oltre i 100 milioni di euro.

Fonte: Elaborazione Coldiretti su dati Ministero della Salute

DOPO DIECI ANNI L’EMERGENZA MUCCA PAZZAE’ ALLE SPALLE

l’abbattimento di tutti i capi di bestiame provenienti dall’alle-vamento dove è stata trovata la vacca con il morbo il 17 gennaio 2001.In quell’anno vengono individuati 50 casi in Italia, un numero estre-mamente contenuto, rispetto agli altri paesi europei, che tuttavia non mancherà di provocare pe-santi effetti sui quasi centomila allevamenti presenti in Italia a causa del drastico crollo dei consumi. Tempestivamente, nel corso di una conferenza stampa sull’emergenza “mucca pazza”, la Coldiretti presenta la proposta al Governo di un piano globale per la zootecnia italiana e le iniziative di mobilitazione a sostegno. I con-tenuti dell’intervento straordinario di rigenerazione del patrimonio zootecnico da approvare con la massima urgenza sono finalizzati a garantire la sicurezza alimentare, ad avviare una riforma strutturale e organica del settore e ad assi-curare la trasparenza dell’infor-mazione. Dopo dieci anni la Bse è di fatto scomparsa dagli allevamenti ita-liani per l’efficacia delle misure adottate per far fronte all’emer-genza come - sottolinea la Col-diretti - il monitoraggio di tutti gli animali macellati di età a rischio, il divieto dell’uso delle farine animali nell’alimentazione del bestiame e l’eliminazione degli organi a rischio Bse dalla catena alimentare. Per le misure di sorveglianza “attiva” sono stati spesi dal 2001 ad oggi oltre 6 milioni di test finanziati dallo Stato italiano per un costo stimabile intorno oltre i 100 milioni di euro.

2000 2004 2011 ITALIA 103 142 221 FRANCIA 118 141 182TOTALE 547 - 1000

LA LEADERSHIPNEI PRODOTTI DOP/IGP CONQUISTATADALL’ ITALIA

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Allevamenti a rischio chiusuraIl settore è in crisi: serve una strategia

La crisi dei prezzi dei bovini alla stalla impone l’adozione di progettualità urgenti a so-

stegno del settore. È indispensabile individuare strategie economiche che consentano agli allevatori di non allevare in perdita, poiché i bovini alla stalla sono pagati meno di quanto sono i costi di manteni-mento.Coldiretti Piemonte, interprete delle più che legittime attese degli allevatori di bovini da carne, ha chiesto all’Assessore regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto, l’insediamento di un gruppo tecnico per elaborare strategie economi-che nei confronti degli allevatori di bovini da carne, molti dei quali stanno rischiando la chiusura degli allevamenti. Marcello Gatto, membro di giunta di Coldiretti Piemonte, con delega al Settore Carni da parte del presi-dente Paolo Rovellotti: “E’ urgente individuare formule concrete di intervento perché la crisi dei prez-zi dei bovini alla stalla genera la chiusura degli allevamenti con gravi problemi di presidio del territorio ed occupazionali. Inoltre, sono in forte aumento forme di gestione lontane dall’impresa agricola familiare, che mettono al primo posto la specula-zione economica”. Si chiede dunque

alla Regione di agire con proposte concrete per favorire le progettua-lità di filiera verso il mercato e per andare a ricercare nuovi spazi per la carne fresca. Questo presuppone una strategia di sviluppo che diventa indispensabile sostenere da parte dell’Ente Pubblico.Bruno Rivarossa, direttore Coldiretti Piemonte: “Anche nel settore delle carni bovine il perno attorno al quale devono ruotare i processi economici è dato dagli imprenditori agricoli ai quali occorre restituire dignità e protagonismo con nuove formule di progetti economici. Oggi, invece, la figura centrale che si interfaccia con la grande distribuzione non è l’alle-vatore, ma sono i grandi macellatori. Queste nuove forme d’impresa sono legate a parametri economici speculativi, per cui delocalizzano gli acquisti pur di conservare i loro margini economici. Questi mettono sullo stesso piano la carne bovina allevata in Piemonte con quella proveniente da altre nazioni. Da qui l’impressionante dato d’importazio-ne dai Paesi esteri di carne fresca di bovino (dai dati UVAC, aggiornati al 2009, le importazioni nella nostra Regione si attestano su un valore di oltre 24mila tonnellate annue). La valorizzazione del lavoro dei nostri allevatori deve passare attraverso

nuovi accordi di filiera con queste centrali di macellazione, ove il pro-dotto locale e tracciato costituisce un vero valore aggiunto rispetto al cliente finale, favorito dalla recente legge sull’etichettatura”.Per Coldiretti Piemonte, il gruppo di lavoro dovrà coinvolgere oltre agli attori della filiera anche i rappre-sentanti della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) che opera in Pie-monte, nonché le associazioni dei consumatori, con i quali Coldiretti condivide da oltre 10 anni il “Patto con il Consumatore” che in questi anni passati ha anche dato risultati positivi a tutto il sistema economico agroalimentare piemontese.D’altra parte, i prezzi della carne bo-vina sia nelle macellerie tradizionali che nei supermercati ha mantenuto gli stessi prezzi di due anni fa. Du-rante tutto questo tempo, invece, i prezzi dei bovini alla stalla si sono contratti di almeno il 15-20 per cento. Evidentemente il fenomeno denunciato da Coldiretti Piemonte ha dei riferimenti chiari ed incon-futabili. Se a questo, si aggiunge poi che gli allevatori hanno visto raddoppiare negli ultimi due anni i prezzi dei cereali che sono l’ali-mento base per i bovini, è evidente che i margini per gli allevatori non ci sono più.

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Tavolo antiburocrazia per l’agricolturaSollecitato da Coldiretti, è stato istituito dalla Regione Piemonte

Indennità abbattimento capiI nuovi importi per la tubercolosi e la brucellosi

Nel mese di febbraio, si è insediato presso l’Asses-sorato Regionale all’Agri-

coltura, il tavolo anti-burocrazia. Il provvedimento era stato sol-lecitato da Coldiretti per ridurre gli oneri burocratici e migliorare i percorsi amministrativi delle questioni che riguardano l’agri-coltura in ambito regionale. “Siamo in linea con l’imposta-zione dell’Assessorato regionale, dice Bruno Rivarossa, direttore Coldiretti Cuneo e Piemonte -. Come organizzazione abbiamo già elaborato, attraverso gruppi di lavoro nostri interni, circostan-ziate proposte per ridurre il carico burocratico alle nostre imprese. In particolare, gli esperti delle province delle nostre federazioni provinciali del Piemonte hanno concluso i lavori nel settore vi-tivinicolo e sono pronti ad aprire immediatamente un tavolo di

confronto anche negli altri settori, stanno lavorando con impegno soprattutto in riferimento alla nuova Pac e alla modulistica allegata”. “Gli oneri burocratici – sottolinea l’Assessore regionale all’agri-coltura Claudio Sacchetto - a carico delle imprese agricole, che non hanno eguali in Europa, ed anche i soprusi che devono subire gli agricoltori da parte di altri settori, quali ambiente e sanità, non possono continuare a persistere in questo modo.Questo percorso metterà in discussione molti aspetti buro-cratici letteralmente inventati nel nostro Paese.I provvedimenti che prenderemo saranno approvati ed applicati nel pieno rispetto della normativa dell’Unione Europea a testimo-nianza del fatto che, spesso e volentieri, non è l’Europa la

disgrazia degli agricoltori, ma il recepimento della direttiva in maniera sbagliata da parte del nostro Paese”.

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 49 del 1 marzo è stato pubblicato il Decreto del

12 gennaio 2011 del Ministero della salute, sulla “Determina-zione dell’indennità di abbatti-mento di bovini e bufalini infetti da tubercolosi e da brucellosi, di ovini e caprini infetti da bru-cellosi e di bovini e bufalini in-fetti da leucosi bovina enzootica, per l’anno 2010.”La misura massima dell’inden-nità di abbattimento da corri-spondere ai proprietari dei bovini

abbattuti perché infetti da tuber-colosi, da brucellosi e da leucosi enzootica dei bovini è stabilita in € 428,66 con decorrenza dal 1° gennaio 2010 per gli animali ab-battuti nel corso dell’anno 2010 (per i bufalini è € 431,47). La misu-ra massima dell’indennità di ab-battimento da corrispondere per i bovini quando le carni ed i visceri debbono essere interamente di-strutti é stabilita in € 786,19 con decorrenza dal 1 gennaio 2010 per gli animali abbattuti e distrutti nel corso dell’anno 2010 (per i

bufalini è € 790,72).La misura é aumentata del 50% per capo, negli allevamenti bovini e bufalini che non superano i dieci capi.Nelle tabelle allegate al presen-te decreto sono fissate le indennità per categoria, età e sesso dei capi della specie bovina e bufalina infetti e abbattuti o abbattuti e distrutti.Per l’abbattimento da brucellosi degli ovini e dei caprini, l’inden-nità rimane confermata quella del 2009.

Bruno Rivarossa, direttore regionale Coldiretti Pie

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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La fermentazione malolatticaLe analisi sui vini nuovi evidenziano alcune criticità

Dalle prime risultanze anali-tiche, evidenziate dal labo-ratorio del Centro Studi Vini

del Piemonte, si evince una palese difficoltà dei vini nuovi a svolgere la fermentazione malolattica.I dati riguardano alcune centinaia di campioni di barbere (campioni dichiarati come Barbera d’Asti) ma lo stesso si potrebbe dire per il Piemonte Barbera o la Barbera del Monferrato DOC.Sui campioni di Barbera d’Asti analizzati nel mese di gennaio (grado alcolico medio di 13,39% vol.) solo il 54,3% aveva terminato la fermentazione malolattica (FML), mentre sui campioni analizzati nel mese di febbraio (grado alcolico medio 13.63% vol), la percentuale di quelli che non l’hanno terminata scende al 45,7%.Il dato, alquanto significativo, rivela quanto si debba ancora lavorare ed incidere ai fini di una corretta pratica di cantina, su quei fattori tecnici che possono condizionare positivamente o interferire con la FML.Si sa che con la fermentazione malolattica l’acido malico del vino viene trasformato in l(+)lattico dai batteri lattici. In linea teorica 1 grammo di ac. malico produce 0,67 g di lattico.Quindi si dovrebbe avere riduzione dell’ac. totale di 0,33 g/l.In realtà la riduzione è superiore per degradazione dei malati di Ca e di K con liberazione di metalli che salificano altro ac. tartarico che precipita.Con la FML compare il lattato di etile che conferisce morbidezza, si formano nuovi esteri ed alcoli superiori, il colore perde vivacità, il

sapore diventa più pastoso pieno ed equilibrato.Il controllo dell’ac. malico va fatto per decidere il momento in cui in-terrompere la FML, al fine di evitate deviazioni batteriche pericolose, con la solfitazione ed il travaso/stabilizzazione.L’alcol è sicuramente un fattore limitante della FML:- a 6% vol. comincia già ad essere inibente;- valori di 14-15% vol. possono rendere difficile la FML.L’areazione è favorevole alla FML mentre la saturazione con ossi-geno ed un vino asfittico possono ritardarla.I grandi contenitori favoriscono la

FML. La disponibilità fattori di cre-scita (arricchimento in amminoacidi e fattori di crescita) è un fattore che può incidere sulla FML in quanto i batteri lattici (BL) sono molto più esigenti dei lieviti in amminoacidi e in sostanze minerali (Mg, K), inoltre sono incapaci di sintetizzarsi gli am-minoacidi per cui li devono trovare nel vino.L’anidride solforosa (SO2) incide sulla FML; i BL sono sensibili an-che nei confronti della sua forma combinata:- 5 g/hl rallentano la FML;- 10 g/hl in genere bloccano la FML; Il pH e la e la temperatura influiscono sulla frazione di SO2 molecolare ed un pH basso incre-menta la frazione molecolare.Con SO2 molecolare < (inferiore) a 0,2 mg/l si favorisce la FML.Con SO2 molecolare > (superiore) a 1,5-2 mg/l si inibisce la FML.Alcuni ceppi di lievito producono elevate quantità di SO2 e possono ostacolare lo sviluppo dei BL.

Secondo Rabbione nel Laboratorio analisi del Centro Studi Vini del Piemonte di San Damiano d’Asti

Grazie all’azione 114 del P.S.R. le aziende agrico-le possono recuperare l’80% delle spese

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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Consulenza personalizzata250 aziende usufruiscono di un nuovo servizio

Con l’Azione 114 del Pro-gramma di Sviluppo Ru-rale, “Utilizzo di servizi

di consulenza in agricoltura”, le imprese agricole possono recu-perare fino all’80% delle spese di consulenza con un massimale di 1500 €/anno. Tra gli argomenti di consulenza sono contemplati quelli di tipo obbligatorio (la sicurezza nei luoghi di lavoro e la condizionalità per i percettori di contributi pub-blici) e quelli di tipo specialistico scelti dall’imprenditore in base alle esigenze della propria azienda. Con il 2011 ha preso avvio il primo anno di applicazione dell’Azione 114 i cui servizi di consulenza sono realizzati in collaborazione con la Gruppi Coltivatori Sviluppo, Associazione Regionale di ema-nazione di Coldiretti specifica-mente riconosciuta dalla Regione Piemonte. Nell’astigiano il progetto coinvolge circa 250 imprese agricole, tramite un apposito contratto di consulen-za, e viene attuato attraverso: una prima fase generale, di ca-rattere formativo-informativo, già realizzata nei mesi di gennaio-febbraio, con incontri capillari sul territorio provinciale; una seconda fase, con visite personalizzate in ogni azienda da parte di consulenti specializzati.Durante l’attività in azienda vengo-no analizzate le criticità e pianificati i possibili miglioramenti. L’impren-ditore agricolo, in tal modo, viene quindi affiancato passo passo nelle scelte da compiere, potendo con-tare su tecnici esperti e laboratori di analisi all’avanguardia.In particolare, per il settore vitivini-

colo, è stato recentemente avviato il Centro Studi Vini del Piemonte di San Damiano d’Asti, struttura tecnico-scientifica che, tra le varie azioni, sta realizzando un efficace servizio di analisi dei vini a cui è possibile aderire rivolgendosi agli uffici della Coldiretti. Sul progetto sono stati incaricati i tecnici Piero Montaldo (sicu-rezza luoghi di lavoro), Daniele Di Matteo (settore viticolo), Secon-do Rabbione (settore enologico), Paolo Anziano (adempimenti e normativa vitivinicola), Adriano Cavallito (settore seminativi). Per le aziende del settore zootecni-co la consulenza viene svolta in collaborazione con i tecnici delle Associazioni di settore. Infine, l’attività è svolta in stretta colla-borazione con tutta la capillare struttura tecnica della Coldiretti astigiana e con il coordinamento provinciale di Antonio Bagnulo a cui è possibile rivolgersi per ogni eventuale approfondimento.

Uno dei fattori sicuramente più importanti è il controllo del pH.Infatti, con pH inferiore a 3,5 gli zuccheri vengono generalmente metabolizzati dopo l’acido malico: si riducono di conseguenza i rischi di spunto lattico.Con pH bassi vengono favoriti i BL selezionati rispetto ai batteri indigeni, meno resistenti al pH.Il pH modifica inoltre la percentuale di SO2 molecolare ed il suo potere antisettico.In linea generale si può affermare che:pH < 3,00 impedisce qualunque sviluppo di BL; con pH intorno ai 3,2 la FML è generalmente stentata ma più pura e viene decomposto solo l’acido malico;a pH > 3,30 la FML è possibile;a pH > 3,40 si facilita la FML con pericolo di deviazioni batteriche.La FML risulta inoltre inibita dalla presenza di acidi grassi saturi (so-prattutto l’acido decanoico).Temperatura.I BL sono mesofili con tempera-tura ottimale di sviluppo tra i 15 e i 30 °C.In genere la FML risulta ostacolata con temperature > ai 30 °C, che aumentano la tossicità dell’alcol.La temperatura è considerata ottimale sui 20-22 °C.Temperature < a 17 °C hanno ef-fetto negativo, anche se una FML in corso può proseguire a 13-14 °C. Con temperatura < 15 °C la FML si sviluppa molto lentamente e se inferiore a 9 °C si blocca. I polifenoli e i tannini enologici sono antibatterici; tenori elevati possono condizionare lo sviluppo della FML.

Per ulteriori approfondimenti contattare il Centro Studi Vini del Piemonte, tel. 0141-982475, cell. 335-7502060.

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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Stoccaggio di carburanti e agrofarmaciI criteri di gestione dettati dalla “condizionalità”

Il Regolamento (CE) 1782 del 29 settembre 2003 prevede che il pagamento diretto sia condizionato al rispetto di una serie di criteri

di gestione obbligatori in materia di ambiente, sanità pubblica, salute degli animali e delle piante, benessere degli animali. L’agricoltore beneficiario è tenuto, inoltre, a mantenere in buone condizioni agronomiche e ambientali tutte le terre agricole, incluse quelle ritirate dalla produzione, sulla base di requisiti minimi definiti a livello nazionale o regionale (manutenzione di fossi e canali, copertura vegetale del suolo, avvicendamento colturale, mantenimento dell’ecosistema, ecc.). Dai criteri di gestione obbligatoria derivano, ad esempio, gli impegni sul corretto stoccaggio del carburante agricolo e dei fitofarmaci, impegni che coinvolgono tutte le aziende agricole.Per un corretto stoccaggio del carburante agricolo oc-

corre che la vasca risponda ai seguenti requisiti:- Collocazione su platea impermeabile.Tenuta stagna.- Presenza di un bacino di contenimento pari a un terzo del volume della vasca al fine di contenere eventuali perdite di prodotto.- Presenza di una tettoia per la protezione dagli agenti atmosferici.

La corretta gestione dei fitofarmaci, contemplata negli atti B9 e B11 della condizionalità, prevede che tutte le aziende agricole che detengono, acquistano ed utilizzano fitofarmaci sono tenute al rispetto di alcune regole:

- Possesso del patentino per l’acquisto e l’impiego dei prodotti fitosanitari appartenenti alle classi tos-sicologiche T+, T, Xn.- Presenza di un registro dei trattamenti da aggiornare

entro 30 giorni dall’effettuazione del trattamento.- Conservazione della documentazione d’acquisto dei prodotti T+, T, Xn.- Rispetto delle condizioni di utilizzo presenti in eti-chetta (dose, utilizzo ammesso sulla coltura, tempi di carenza, ecc…).- Collocazione delle giacenze di magazzino in un locale idoneo, non accessibile a persone o animali (chiuso a chiave) e contrassegnato da una scritta “veleni” al suo ingresso.

SPORTELLI INFORMATIVI COLDIRETTI ASTI

INFORMAZIONI SULL’ATTIVITA’ AGRICOLA:

- PSR 2007-2013;

- produzioni ecocompatibili,difesa fitosanitaria;

- Condizionalità, agricoltura biologica;

- sicurezza alimentare;

- gestione dell’impresa;

- mercato, filiere,multifunzionalità;

- ricerca;

- aggiornamenti normativi;

- risorse naturali;

- cooperazione

AstiC. so F. Cavallotti, 41

CanelliV. Cassinasco 11/13

Castelnuovo D.B.V. Aldo Viglione 18

MoncalvoP.zza Carlo Alberto 25

Nizza Monf.toC. so Acqui, 42/44

San Damiano d’AstiV. Roma 23

Zona di VesimeP.zza V. Emanuele II, 3

Zona di VillanovaV. Oddone Blandino 19

Per informazioni: 0141.380.427

SPORTELLI INFORMATIVI COLDIRETTI ASTI

INFORMAZIONI SULL’ATTIVITA’ AGRICOLA:

- PSR 2007-2013;

- produzioni ecocompatibili,difesa fitosanitaria;

- Condizionalità, agricoltura biologica;

- sicurezza alimentare;

- gestione dell’impresa;

- mercato, filiere,multifunzionalità;

- ricerca;

- aggiornamenti normativi;

- risorse naturali;

- cooperazione

AstiC. so F. Cavallotti, 41

CanelliV. Cassinasco 11/13

Castelnuovo D.B.V. Aldo Viglione 18

MoncalvoP.zza Carlo Alberto 25

Nizza Monf.toC. so Acqui, 42/44

San Damiano d’AstiV. Roma 23

Zona di VesimeP.zza V. Emanuele II, 3

Zona di VillanovaV. Oddone Blandino 19

Per informazioni: 0141.380.427

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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Adempimenti normativa rifiutiA proposito di “condizionalità”…

T ra i vari impegni minimi e obbligatori, previsti dal regime di condizionalità,

va ricordata la corretta gestione dei rifiuti agricoli (pericolosi e non) con il rispetto degli adempimenti sanciti dalla vigente normativa ambientale. Nel caso dei rifiuti pericolosi (ved. esempi in tabella) è obbligatorio: - lo stoccaggio separato e protetto delle varie tipologie di rifiuto; il conferimento periodico ad ope-ratori pubblici o privati, e comun-que almeno una volta all’anno; - l’emissione o il controllo del formulario di identificazione (bolla ecologica);- la tenuta del registro di carico e scarico rifiuti;- la denuncia annuale MUD dei rifiuti pericolosi conferiti nell’anno precedente; - gli ultimi 3 adempimenti sono sostituiti dal rispetto del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, SISTRI, se l’azienda agri-cola produce oltre 100 kg di rifiuti speciali pericolosi/anno. Va ricordato che l’operatività del

SISTRI non è stata avviata nel 2010 e attualmente è prevista l’entrata a regime a partire dal 31/05/2011, per tanto per i rifiuti della campagna 2010 nulla è cambiato e va presentata la con-sueta dichiarazione MUD entro il 30/04/2011. Il mancato rispetto degli adem-pimenti accennati è punito con

pesanti sanzioni amministrative e penali, oltre a decurtazioni di eventuali contributi pubblici (es. PAC, PSR, ecc.) per mancato rispetto della condizionalità.Per ogni approfondimento è pos-sibile rivolgersi agli uffici Coldiretti di Zona oppure direttamente al servizio ambiente, tel. 0141-380408.

Codice Cer

160601

150110

130205

Descrizione rifiuto

Batterie al piombo

Imballaggi vuoti di agrofarmaci

Olio esausto

Quantità (Kg)

2366

4833

3442

Kg/az. agric.

4,73

9,67

6,88

%

21,81

44,56

31,74

RIFIUTI AGRICOLI CONFERITI - ANNO 2009(i dati sono riferiti ad un campione di 500 aziende agricole astigiane)

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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Limitazioni d’impiego alla terbutilazinaDal 1° Gennaio può essere utilizzata solo con miscele

l Settore Fitosanitario Regionale rende noto che a partire dal 1 gennaio 2008 non è più possi-

bile utilizzare erbicidi contenenti la sola terbutilazina; tale sostanza può essere impiegata esclusivamente mediante formulati che la conten-gono in miscela con altre sostanze attive diserbanti. Come per gli anni scorsi, relativa-mente alla limitazione d’impiego che prevede i trattamenti ad anni alterni con distribuzione localizzata sulla fila di semina, l’area in cui permane tale limitazione coincide con gli areali definiti TO08 e TO09. Per semplicità riportiamo la tabella relativa al solo astigiano, ma analoghe limitazioni esistono anche per altre province piemontesi.

FOGLI DI MAPPA, RELATIVI COMUNI DI APPARTENENZA E ZONE IDRO-GEOLOGICAMENTE SEPARATE (Z.I.S.), NEI QUALI SONO VIGENTI LE PRESCRIZIONI PREVISTE IN ETICHETTA PER LA SOSTANZA ATTIVA TER-BUTILAZINA

Provincia di Asti

TO08 005012 Buttigliera d’Asti da 001 a 003, da 007 a 013TO08 005033 Cellarengo da 001 a 005TO08 005052 Dusino San Michele 001, da 008 a 010TO08 005101 San Paolo Solbrito 001, 002TO08 005112 Valfenera da 001 a 004, da 007 a 011, 013, 014, 016TO08 005118 Villanova d’Asti da 001 a 003, da 009 a 050

Nei suddetti areali, chi avesse im-piegato diserbanti contenenti Terbu-tilazina nel 2010, nell’anno in corso non potrà utilizzarli sugli stessi ap-pezzamenti. Mentre, là dove è stata impiegata Terbutilazina nel 2009 e non

nel 2010, nell’attuale campagna la sostanza attiva potrà essere utilizzata, ma sempre con distribuzione loca-lizzata sulla fila di semina e facendo ricorso a formulati che la contengono in miscela con altri erbicidi. Si ricorda

inoltre che la limitazione relativa al mantenimento di una fascia di sicu-rezza non trattata, distante almeno 5 metri dai corpi idrici superficiali, va comunque rispettata su tutto il territorio regionale e nazionale.

Adeguamento della gabbie delle galline ovaiole

Importanti novità riguardano il settore avicolo. In un incontro con i rappresentanti del Coavip

(Consorzio Avicolo Piemontese) e l’Assessore Sacchetto, Coldiretti ha esposto la problematica dell’adegua-mento delle gabbie della galline ova-iole che scatterà dal 1 gennaio 2012 seconde quanto previsto dall’UE. La Regione Piemonte, su suggerimento di Coldiretti, è intenzionata ad aprire una misura 215 del PSR speciale, ad hoc sul settore ovaiole, mirata a convertire gli impianti da in gabbia

ad allevamenti a terra. “Le risorse non saranno elevate e cioè circa 1-1,2 milioni di euro per il prossimi quinquennio – evidenzia Franco Ramello, responsabile del Servizio Economico di Coldiretti -. La misura potrà divenire operativa tra alcuni mesi. Serve preventivamente una verifica con l’Unione Europea. In questi mesi si cercheranno anche ulteriori risorse per dare un w“aiuto” agli imprenditori che vogliono rima-nere con la tipologia di allevamento in gabbia”.

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ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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L ’attività vivaistica è rego-lamentata dal D.Lgs 214 del 19 agosto 2005 che

disciplina in modo puntuale ogni aspetto relativo alla produzione e al commercio di vegetali e di prodotti vegetali.Il decreto ha come finalità:a) le misure di protezione contro l’introduzione e la diffusione in Italia di organismi dannosi ai ve-getali o ai prodotti vegetali;b) l’attuazione della Convenzione internazionale per la protezione delle piante (CIPV) ed il relativo certificato fitosanitario.In questo D.Lgs vengono definiti i concetti di vegetale, prodotto vegetale, piantagione, vegetale destinato alla piantagione, or-ganismi nocivi, passaporto delle piante, centro aziendale, mercato locale ed ulteriori concetti rela-tivi alla produzione e vendita di piante.Altresì questo decreto stabilisce che “chiunque svolge attività di produzione e commercio divegetale ed altre voci discipli-nate dal presente decreto deve essere in possesso di apposita autorizzazione”.Il rilascio dell’autorizzazione spetta al Servizio Fitosanitario Regionale competente in base all’ubicazione dei centri aziendali.Tale autorizzazione deve essere richiesta da:1) produttori di piante e relativi materiali di propagazione, com-prese le sementi, destinati alla vendita o comunque ad essere ceduti a terzi, a qualunque titolo con l’esclusione di coloro che moltiplicano sementi per conto di ditte autorizzate all’attivitàsementiera o cedono piante adulte

ad aziende autorizzate;2) i commercianti all’ingrosso di piante e dei relativi materiali di propagazione, escluse le sementi già confezionate ed etichettate da terzi;3) i produttori o i centri di raccol-ta o di trasformazione che com-mercializzano all’ingrosso tuberi di solanum tuberosum (patata);4) i produttori e i commercianti all’ingrosso di legname;

Controlli ufficialiI Servizi fitosanitari regionali effettuano controlli ufficiali per assicurarsi che siano rispettate le disposizioni del decreto di ri-ferimento; tali controlli possono essere eseguiti a caso, senzadiscriminazioni in ordine all’origine dei vegetali, dei prodotti vegetali, o di altre voci, e nel rispetto delle seguenti modalità:a) controlli saltuari in qualsiasi momento e luogo in cui vengano

trasportati i vegetali, i prodottivegetali o le altre voci;b) controlli saltuari presso le azien-de in cui sono coltivati, prodotti, immagazzinati o posti in vendita vegetali, prodotti vegetali o altre voci, nonché presso le aziende degli acquirenti;c) controlli saltuari contestualmen-te ad altri controlli documentali effettuati per motivi diversi da quelli fitosanitari.2. I controlli nelle aziende iscritte nel Registro ufficiale conforme-mente all’articolo 20 devonoessere regolari, mentre, devono essere mirati qualora siano emersi elementi che lascino supporre l’inosservanza di una o più dispo-sizioni del presente decreto.3. Le ditte che acquistano i ve-getali, i prodotti vegetali o le altre voci conservano, per almeno un anno, quali utenti finali impegnati per professione nella produzione di vegetali, i passaporti delle

Normativa vivaisticaLe autorizzazioni, gli obblighi, i controlli

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

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piante e ne iscrivono gli estremi nei propri registri.

Obblighi dei soggetti autoriz-zati1. I soggetti autorizzati sono vincolati a diversi obblighi, che possono essere più o meno articolati ed importanti a secon-da dell’autorizzazione richiesta dall’azienda; complessivamente, fatto salvo quanto premesso, gli obblighi dei soggetti autorizzati sono i seguenti:a) tenere presso ciascun Centro aziendale una pianta aggiornata relativa ai vegetali coltivati,prodotti, conservati, immagazzi-nati od utilizzati;b) tenere presso ciascun Centro aziendale un registro, vidimato dal Servizio fitosanitario compe-tente, ai fini della registrazione degli estremi dei passaporti e del relativo movimento dei vege-tali e prodotti vegetali acquistati per essere conservati o piantati nell’azienda, in produzione o tra-sferiti a terzi;Pagina 3 di 5c) conservare per almeno un anno i documenti relativi al materiale ricevuto, in particolare i passaporti delle piante;d) designare il titolare o altra persona tecnicamente esperta in materia di produzioni vegetali e di questioni fitosanitarie attinenti alla produzione, per mantenere i

contatti con il Servizio fitosanitario competente per territorio;e) eseguire i controlli visivi nel periodo vegetativo, ad intervalli appropriati, secondo i tempi e imodi eventualmente stabiliti dal Servizio fitosanitario regionale;f) informare immediatamente il Servizio fitosanitario competente di qualsiasi manifestazione atipica di organismi nocivi, di sintomi o di qualsiasi altra anomalia relativa ai vegetali presenti in azienda;g) permettere l’accesso in azienda alle persone incaricate dal Servizio fitosanitario regionale competente, in particolare per ispezioni e/o per campionamenti, e permettere altresì l’accesso ai registri di cui al punto b) e ai documenti relativi;h) ottemperare alle prescrizioni impartite dal Servizio fitosanitario competente e collaborare conessi in ogni altro modo;i) comunicare ogni variazione dei dati indicati nella richiesta di autorizzazione entro sessanta giorni dal verificarsi della stessa e restituire entro gli stessi termini l’autorizzazione di cui all’articolo 19 nel caso di cessazione dell’at-tività;l) per i produttori, riportare gli estremi dell’autorizzazione su tutta la documentazioneamministrativa concernente la propria ditta;m) indicare nella richiesta di auto-rizzazione le specie che intendono

produrre o commercializzare;n) comunicare ai Servizi fitosanitari regionali competenti per territorio i campi di piante madri e di pro-duzione.2. Il Servizio fitosanitario regionale al momento dell’iscrizione delle ditte nel Registro dei produttori, fatte salve le normative vigenti, può stabilire altri obblighi di ordine generale finalizzati alla valutazione o al miglioramento della situazione fitosanitaria nell’azienda.3. I soggetti autorizzati che produ-cono o commercializzano vegetali e prodotti vegetali, per i quali non vige l’obbligo del passaporto delle piante, sono vincolati solamente al rispetto degli obblighi di cui al comma 1, lettere c), d), e), f), g), h), i), l), m) e n).4. Gli importatori, i centri di raccol-ta collettivi, i centri di spedizione o altri soggetti, non rientranti nella categoria dei produttori, che com-mercializzano vegetali e prodotti vegetali per i quali vige l’obbligo del passaporto delle piante, sono vincolati solamente al rispetto degli obblighi di cui al comma 1, lettere b), c), d), f), g), h), e i).5. I piccoli produttori sono esone-rati dagli obblighi di cui al comma 1, lettera b).In generale, è classificato piccolo produttore il vivaista che produce e vende nella totalità a hobbisti nel territorio della provincia dove ha sede l’azienda vivaistica.

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Melo, è iniziata la campagna 2011La ripresa vegetativa impone pratiche agronomiche puntuali

Il mese di marzo segna l’inizio della ripresa vegeta-tiva di tante colture, in modo particolare di quelle arboree da frutto, e con essa l’avviamento dei primi

e fondamentali interventi fitosanitari: in fase di rottura delle gemme occorre preventivare i primi trattamenti contro l’antonomo, utilizzando un prodotto a base di Fosmet alla dose di 3,3 kg/ha.Per le aziende aderenti alla Mis. 214,1 del PSR “Ap-plicazione delle tecniche di produzione integrata”, si ricorda che è possibile effettuare con il Fosmet fino ad un massimo di 2 trattamenti contro tale avversità; tali applicazioni non sono comprese nel numero com-plessivo degli esteri fosforici.

Bottoni fiorali con mancata apertura della corolla che si presenta di color bruno ruggine. Nel loro interno è presente una larva bianco-giallastro con capo nero o una pupa.

Congiuntamente al primo trattamento occorre abbinare l’olio minerale contro la Cocciniglia di San Josè, tenendo conto che le temperature basse possono limitare l’efficacia del prodotto.

Frutti infestati da cocciniglia di S. Josè che con le loro punture determinano la comparsa di macchie rosso-sangue.

Per quanto riguarda la carpocapsa, insetto parassita chiave nella difesa del melo, va ricordato che durante la stagione 2010 nella zona di San Marzano Oliveto è stato realizzato, con il sostegno della Provincia di Asti, un progetto dimostrativo sulle tecniche di confusione sessuale e disorientamento su melo. Tale attività ha permesso di avere nei frutteti coinvolti una percentuale irrilevante di frutti bacati da carpocapsa al momento della raccolta. Tale tecnica consiste nel diffondere nell’ambiente un quantitativo di feromone tale da limitare le possibilità di accoppiamento tra gli adulti di carpocapsa e la conseguente presenza di larve, responsabili del danno sulla produzione, riducendo la necessità di ricorrere ai trattamenti insetticidi.

Frutti con fori e gallerie di penetrazione larvale e con fuoriuscita di rosura. Erosioni della zona carpellare causate dalla carpocapsa.Per informazioni telefonare al numero 335/7502081

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ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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Crisi dei prezzi dei suiniSi combatte con la legge sull’etichettatura

I l comparto suinicolo vive un momento di difficoltà, che non può essere igno-

rato: l’altalenante variare dei prezzi, l’incremento dei costi dei cereali, a cui si aggiungono insufficienti misure di tutela da parte dell’Unione Europea rap-presentano i fattori che hanno contribuito a mettere in crisi un comparto di eccellenza italia-na, senza contare la grande e ingiustificata quantità di carne suina che entra nei nostri confini dall’estero. Per sostenere questo settore, fiore all’occhiello dell’economia piemontese, il Presidente della

Regione Roberto Cota e l’As-sessore regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto hanno chie-sto al Ministro delle politiche agricole Giancarlo Galan, prov-vedimenti immediati e soluzioni efficaci. “Come Regione vogliamo richiamare l’attenzione su questo comparto per stimolare un’analisi della situazione e la proposta di una serie di provvedimenti - dice l’Assessore regionale all’Agricol-tura Sacchetto - che possano andare oltre le parole e tradursi in sostegno concreto”. Per Coldiretti Piemonte, aggiun-gono Paolo Rovellotti, presiden-te, e Bruno Rivarossa, direttore

della Federazione regionale: “Riteniamo che i problemi della suinicoltura piemontese possano essere superati nella misura in cui vi sia la chiara volontà politica di dare una pratica attuazione alla legge sull’etichettatura, che Col-diretti ha fortemente voluto e che è stata recentemente approvata con il voto favorevole di tutte le forze politiche.Poter distinguere il prodotto pie-montese e italiano da quello di origine estera consentirà ai con-sumatori di apprezzare la qualità superiore intrinseca delle nostre carni fresche, dei nostri salumi e degli insaccati in generale”.

ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVAai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013

Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Notizie Coldiretti sempre aggiornateRichiedete l’invio delle notizie tramite e-mail o SMS

da ritagliare e spedire a: CoLDIRETTI ASTI - C.So CAvALLoTTI 41 - 14100 ASTI

Io sottoscritto_____________________________________________________________

Indirizzo__________________________________________________________________

Settore produttivo di interesse_______________________________________________desidero ricevere l’invio delle informazioni divulgate da Coldiretti Asti inerenti i vari argomenti di interesse per la propria impresa agricola, tramite:

e-mail all’indirizzo: _______________________________________

SMS al telefono di cellulare: _______________________________

Coldiretti Asti, nell’ambito dell’Azione 111-1B del PSR, ha predisposto un nuovo servizio per la diffusione delle notizie in tempi rapidi e puntuali. Per essere sempre informati sugli adempimenti, le scadenze, le opportuità inerenti l’attività delle imprese agricole, Coldiretti divulgherà le noti-zie tramite e-mail e/o SMS telefonici. Si tratta di un’opportunità per essere sempre aggiornati e tenere sotto controllo la propria azienda, dal punto di vista tecnico, burocratico ed economico.Per aderire all’iniziativa e ricevere quindi le notizie è sufficiente compilare e restituire il presen-te modello agli uffici Coldiretti.

Autorizzo Coldiretti Asti ad inserire i miei dati nelle liste per la gestione dell’invio dei comunicati in-formativi. In qualsiasi momento in base all’Art. 13 della legge 675/96 potrò chiedere la modifica o la cancellazione, oppure negare il consenso al loro utilizzo scrivendo a Coldiretti C.so F. Cavallotti 41 – 14100 Asti.

Luogo ____________________________________Data__________________________Firma_____________________________

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Italia150: gli italiani uniti a tavolaLa cucina simbolo dell’identità nazionale

Per quasi la metà degli italiani (45 per cento) la pasta al sugo di pomodoro

è il simbolo culinario dell’Unità d’Italia che accomuna gli italiani a tavola del sud, del centro e del nord. Ben 9,8 milioni consu-mano infatti pasta tutti i giorni a pranzo. E’ quanto emerge da un sondaggio condotto sul sito www.coldiretti.it divulgato nell’ambito dei festeggiamenti per il 150 anni dell’Unità di Italia per evidenziare il contributo che hanno dato l’agricoltura e la cu-cina alla crescita di una identità comune diventando simbolo e traino del Made in Italy nel mon-do. La pasta al pomodoro batte di poco la pizza che - sottolinea la Coldiretti - raggiunge il 39 per cento delle preferenze mentre percentuali residuali raggiungono altri cibi che si sono affermati nella tradizione culinaria Made in Italy come il gelato, la bruschetta con l’olio extravergine d’oliva e il minestrone di verdure che non superano la soglia del 3 per cento e l’insalata caprese con appena l’uno per cento. Il legame storico della pizza con l’Unità d’Italia – ricorda la Coldiretti - è rimasto - nel nome della sua preparazione più classica e nota nel mondo, quella “Margherita” che venne così chiamata dal pizzaiolo partenopeo Raffaele Esposito che dedicò alla Regina d’Italia in visita a Napoli nel 1889 la pizza dai colori dell’italico ves-sillo, fatta con la classica base di acqua e farina, con il pomodoro, la mozzarella, la fragranza del basilico e un filo d’olio. Senza entrare nell’annosa questione se gli spaghetti siano originari della Cina o del nostro Paese, la realtà

è che il consumo della pasta si è sviluppato in Italia proprio a cavallo dell’unità d’Italia, quando si è registrata una impennata in tutte le regioni anche grazie al salto di qualità fatto da mugnai e negozianti che hanno allargato i loro orizzonti e sono passati dal locale al regionale e al nazionale. Va dal 1824 al 1886, infatti, la nascita dei più prestigiosi marchi pastai italiani con i primi stabili-menti che sono sorti a macchia di leopardo percorrendo tutta l’Italia: da Imperia, a Parma, a Fara San Martino (Abruzzo) a Gragnano

(Napoli). Ma la scelta del piatto simbolo dell’Unità d’Italia è anche giustificata dai suoi ingredienti principali quali il grano duro e il pomodoro che hanno risalito l’Italia come Garibaldi e oggi sono quasi equamente coltivati nelle campagne del centro nord e del sud Italia. Il 41 per cento della produzione di grano italiano per la pasta è coltivato – conclude la Coldiretti - al centro nord mentre il 59 nel sud Italia mentre il 59 per cento del pomodoro da conserva e coltivato al centro nord ed il 41 per cento nel Mezzogiorno.

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La pasta al pomodoro La pizza La bruschetta con l’olio d’oliva Il minestrone di verdure Il gelato L’insalata caprese Altro

Fonte: Sondaggio www.coldiretti.it

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IL PIATTO PIU’ RAPPRESENTATIVO DELL’UNITA’ D’ITALIA

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La spesa “local” spinge ripresaIl 53% preferisce i prodotti del territorio

Una maggioranza asso-luta del 53 per cento degli italiani preferisce

acquistare prodotti alimentari locali e artigianali del territorio che si ritiene determinante per sostenere la ripresa economica di fronte alla crisi. E’ quanto emerge dall’ indagine che studia il contributo del Made in Italy alla ripresa economica, realizzata da Coldiretti-Swg. Una tendenza che - sottolinea la Coldiretti - sta facendo emergere in Italia in tempi di crisi per gli alimentari tre linee di tendenza chiare come la ricerca della combinazione ottimale tra qualità, sicurezza e prezzo, la percezione della re-sponsabilità sociale ed ambientale che ha ogni atto di acquisto e il rapporto tra il cibo ed il territorio con il riconoscimento del valore che ha l’identità territoriale delle produzioni. Non è un caso che - continua la Coldiretti - in contro-tendenza rispetto all’andamento generale delle vendite aumenta la spesa nei mercati degli agricoltori che nel 2010 fanno registrare un vero boom con una crescita del 28 per cento delle strutture atti-ve, dove durante l’anno hanno fatto acquisti ben 8,3 milioni di italiani. Per il 71 per cento degli italiani il contributo maggiore alla ripresa del Paese viene infatti dall’imprenditoria locale che batte nettamente i grandi gruppi (45 per cento dei consensi). Secon-do l’indagine Coldiretti/Swg la spinta piu’ forte al superamento della crisi proverrà - sottolinea la Coldiretti - dal livello locale (42 per cento) piuttosto che da quello nazionale (14 per cento) anche se il 21 per cento li ritie-ne determinanti entrambi e il 13

per cento nessuno dei due. Tra le diverse attività economiche i settori considerati piu’ importanti in Italia spiccano quelli fortemente radicati sul territorio e che quindi sono a minor rischio di deloca-lizzazione come il turismo (70 per cento) e l’agricoltura (56 per cento). A seguire l’artigianato (52 per cento), l’industria (il 49 per cento), i servizi (47 per cento), il commercio (46 per cento) e la finanza (31 per cento). Il settore agricolo - continua la Coldiretti - viene percepito importante so-prattutto per quanto riguarda la produzione di alimenti che fanno l’immagine dell’Italia all’estero (45 per cento), come garanzia di sicurezza e qualità (40 per cento), salvaguardia tradizioni locali (35 per cento) e difesa del territorio e dell’ambiente (27 per cento). Con il 56 per cento dei consensi i pro-duttori agricoli - conclude la Col-diretti - sono considerati garanti della salubrità e della sicurezza dei prodotti alimentari piu’ delle industrie alimentari (11 per cento) e della grande distribuzione (9 per

cento). “Nel territorio ci sono le leve competitive del Paese”, ha affermato il presidente della Coldi-retti Sergio Marini nel sottolineare che il progetto per una “Filiera agricola tutta italiana” valorizza le identità locali per generare sviluppo economico ma anche qualità della vita dando dignità e titolarità sociale alle imprese agri-cole. L’obiettivo della Coldiretti è di tagliare le intermediazioni e arrivare ad offrire, attraverso la rete di Consorzi Agrari, coopera-tive, mercati di Campagna Amica, agriturismi e imprese agricole, prodotti alimentari al cento per cento italiani firmati dagli agri-coltori al giusto prezzo.Una filiera agricola perché - con-clude la Coldiretti - protagonisti sono gli agricoltori dal campo al cibo, italiana perché realizzata con prodotti che provengono esclusivamente dai campi e dagli allevamenti italiani e firmata dagli agricoltori che ci mettono la fac-cia in modo che il consumatore possa conoscere chi produce ciò che mangia.

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Tracciato lo scenario Pac post 2013Dagli esperti Coldiretti impegnati a Bruxelles

A l convegno organizzato da Coldiretti Torino, lo scorso 2 marzo, al Salone Italia,

sul tema “Lo scenario politico ed economico europeo per il com-parto agricolo” è stata analizzata la comunicazione ufficiale della Commissione europea sul futuro delle politiche comunitarie. “Nel luglio 2011, sono attese le pro-poste legislative sulla nuova Pac 2014-2020 - ha affermato Mau-rizio Reale, responsabile delle relazioni internazionali di Coldiretti -. Ora stiamo lavorando in sinergia con le diverse istituzioni comuni-tarie per cercare di indicare quelli che dovranno essere gli elementi qualificanti della nuova Pac, che sarà approvata a fine 2012.Il presidente nazionale della Col-diretti Sergio Marini ha incontrato il commissario europeo all’Agri-coltura Dacian Ciolos al forum organizzato dalla nostra Confe-derazione, a Bruxelles. Abbiamo firmato dichiarazioni con le due principali organizzazioni sindacali agricole di Germania e Francia; si tratta di iniziative importanti che troveranno una traduzione pratica nelle prossimi mesi, alla vigilia della presentazione delle proposte della Commissione”.“E’ importante – ha concluso

Maurizio Reale - che già nella co-municazione della Commissione ci siano riferimenti alla filiera corta, ai canali di distribuzione alterna-tivi alla Gdo, alla vendita diretta, ai mercati locali e, soprattutto, alla necessità di dare più peso specifico alle imprese agricole nei rapporti di filiera”. “La Pac dovrà garantire priorita-riamente gli agricoltori professio-nali - hanno sottolineato Paolo Rovellotti e Bruno Rivarossa, rispettivamente presidente e diret-tore di Coldiretti Piemonte - . Nel negoziato che si è aperto occorre assicurare che la Pac mantenga

un ammontare adeguato di risor-se del bilancio comunitario con l’attuale distribuzione di risorse tra Stati membri per consentire di raggiungere i tre obiettivi condivi-sibili di difendere una produzione alimentare stabile, una gestione sostenibile delle risorse naturali e dell’azione climatica e uno svi-luppo territoriale equilibrato.La volontà dell’Esecutivo di Bru-xelles è di orientare il sostegno esclusivamente agli agricoltori attivi e di remunerare i servizi collettivi che essi forniscono alla società, aumentandone l’efficacia e l’efficienza”.

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L’agricoltura deve tornare protagonistaNelle mani degli agricoltori e dei territori il futuro della Pac

Con la sottoscrizione di un documento da parte di tutte le rappresentanze

della filiera (organizzazioni agri-cole, cooperative e sindacati con esclusione dell’industria che non ha firmato) è stato trovato l’ac-cordo sulla Pac post 2013. Il documento rappresenta un deciso passo avanti verso la condivisione di un modello agro-alimentare dove la centralità e il protagonismo tornino nelle mani degli agricoltori e del territorio, ma anche un forte pungolo a Governo e Parlamento italiano e alla Ue per sostenere una idea di futura Pac decisamente orientata all’impresa agricola professionale che opera sul territorio e ad una filiera agroalimentare gestita dagli agricoltori.Trasparenza, filiera corta, infor-mazione ai consumatori, qualità, più efficaci strumenti di mercato, assicurazione al reddito, difesa del budget, sussidiarietà e sem-plificazione, e, ancora, centralità del lavoro e contrasto alla rendita fondiaria sono, infatti, le parole chiave del documento e non vi è dubbio che ciascuna rappre-senti un fondamento storico nel sostegno al nostro progetto di filiera agricola italiana firmata dagli agricoltori.Naturalmente saranno i compor-tamenti che ciascuno assumerà nei prossimi mesi a chiarire se queste firme sono state appo-ste per convincimento pieno o per opportunità consigliata dal particolare momento che vive la rappresentanza.Noi ci auguriamo che si sia la prima fattispecie a prendere corpo e lavoreremo per quello, diversamente non perderemmo

neanche un minuto, la nostra strada la conosciamo e sappiamo anche come andare veloci.Ma torniamo all’accordo: il docu-mento sottoscritto sostiene una Pac che favorisca la competitività dell’agricoltura sotto il profilo economico ambientale e socia-le, che sia in grado di innovare le attuali inefficienze nella fase di programmazione e gestione dell’offerta, che risponda alle domande dei consumatori in tema di informazione e traspa-renza, che crei le condizioni per il protagonismo e la gestione diretta da parte degli agricoltori di filiere corte e trasparenti per favorire l’occupazione, che ridia centralità al territorio e all’eco-nomia reale. Ed ancora è presente una ri-chiesta al governo per un forte impegno per il mantenimento del budget agricolo nazionale. Si confermano i pagamenti diretti – disaccoppiati - e la necessita di una redistribuzione graduale per superare il criterio storico. E’ prevista inoltre una qualifica-

zione della spesa, privilegiando agricoltori attivi e professionali, centralità del lavoro e contrasto delle posizioni di rendita fon-diaria.Si chiede un nuovo articolo 68 capace di premiare i comporta-menti virtuosi ma anche di rap-presentare un’ancora per settori strategici o che necessitano di ristrutturazione. Si propongono misure di mer-cato che privilegino soprattutto le assicurazioni ai prodotti e al reddito.Si sostiene uno sviluppo rurale che assuma una caratterizzazione decisamente più agricola rispetto al passato, per evitare disper-sioni di risorse, che stimoli un modello produttivo che combini sostenibilità economica sociale ed ambientale e che concentri le risorse verso le imprese e il mercato.Un Psr che finanzi gli investi-menti tesi all’innovazione, all’or-ganizzazione, alla promozione, all’accorciamento, efficienza e trasparenza delle filiere.

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AICOOP aderisce a ColdirettiImportante accordo nella rappresentanza della cooperazione

AICOOP (Associazione Italia-na Cooperative) dopo aver svolto l’Assemblea nazionale

ha formalizzato la richiesta di ade-sione a Coldiretti condividendone le linee programmatiche e strategiche nonché il modello organizzativo e sindacale.Lo rende noto Coldiretti che raf-forza così propria presenza nella rappresentanza della cooperazio-ne, nel sottolineare che AICOOP è un’associazione che raccoglie oltre 700 cooperative dei settori produzione-lavoro, sociale, edili-zio; diffusa sul territorio nazionale ma con particolare presenza nelle regioni Lazio, Lombardia, Calabria, Campania e Piemonte.Le cooperative aderenti ad AICO-OP avevano già scelto di essere fortemente autonome rispetto al panorama nazionale dell’associazio-nismo cooperativo e di collocarsi in una posizione di attenzione critica all’evoluzione della rappresentanza. L’accordo con Coldiretti trova la sua applicazione dopo aver sperimen-tato l’efficacia dell’azione proposta dalla confederazione agricola e dopo averne valutate attentamente le proposizioni politico-sindacali.Coldiretti, d’altro canto, vede ricono-sciuto il ruolo di grande forza sociale presente e significativa nel Paese e si conferma quale punto di attrattiva per una serie di soggetti economici organizzati che si ritrovano nelle linee fondamentali della sua azione.

L’Assemblea nazionale di AICOOP ha anche provveduto al rinnovo delle cariche sociali dell’associazione eleggendo alla presidenza il Vice Presidente nazionale di Coldiretti Mauro Tonello. “La scelta compiuta da AICOOP - rileva Tonello - vede un gruppo di oltre 700 cooperative riconoscersi nei progetti che la Col-diretti ha avviato in diversi settori per la costruzione della Filiera Agricola tutta Italiana con spazi importanti al fine del coinvolgimento di coope-rative del settore della produzione lavoro e sociale”.“Più volte - prosegue Tonello - abbia-mo affermato con la consapevolezza dei fatti, di essere una vera forza sociale per il Paese e, per questo, non sottraendoci alle nostre respon-sabilità, vogliamo anche creare spazi

e opportunità di lavoro per i soci delle cooperative extragricole che credono nei nostri progetti”.“Coldiretti è impegnata su importanti progetti che vedono coinvolta l’intera filiera agricola italiana e con l’ausilio delle Cooperative e dei Consorzi Agrari aderenti sta predisponendo contratti ed accordi in diversi settori operativi. Non ci sfugge - conclude Tonello - che questi progetti abbi-sognino di logistica, di momenti organizzativi e di un sistema forte e coeso che sappia coniugare le sfide del mercato con gli interessi dei soci e della società civile: per questo la collaborazione con le Cooperative di AICOOP sarà un elemento ca-ratterizzante del nostro progetto da un lato e una risposta ai bisogni di occupazione dall’altro.

La Coldiretti Astigiana,insieme ai familiari, festeggia i 100 annidella Signora Ida Risso, nata il 2 Gennaio 1911

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Indennità accompagnamentoRequisiti, adempimenti, come ottenere il sussidio

L’ indennità di accompa-gnamento è il sostegno economico che lo Stato ri-

conosce a favore di quelle persone, che a causa delle gravi condizioni fisiche o psichiche, necessitano di un’assistenza continua. Per l’anno in corso l’importo del sus-sidio (adeguato annualmente) è di 487,39 euro mensili.L’indennità di accompagnamen-to, erogata in 12 mensilità, non è condizionata a limiti di età e di reddito, potendo la relativa doman-da essere presentata a qualsiasi età e indipendentemente dalle condizioni economiche, personali e familiari, del richiedente.Il beneficio non è incompatibile con lo svolgimento di attività lavorativa dipendente o autonoma; tuttavia, non è cumulabile con altre inden-nità similari erogate per cause di servizio, lavoro o guerra e non è reversibile (cioè non spetta agli eredi del titolare del diritto).RequisitiI requisiti necessari sono: ricono-scimento di una invalidità totale e permanente del 100% accompa-gnata dalla impossibilità di deam-bulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore ovvero dall’impossibilità di compiere gli atti quotidiani della vita e conse-

guente necessità di un’assistenza continua; cittadinanza italiana e residenza in Italia. Hanno diritto all’accompagnamento anche i cittadini dell’Unione Europea resi-denti in Italia. Per quanto riguarda i cittadini extracomunitari possono usufruire della prestazione i titolari di carta di soggiorno o di permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo.L’ indennità decade in caso di ricovero in strutture pubbliche per più di un mese. Spetta, invece, in caso di ricovero a pagamento in strutture private.Come ottenere il sussidioDal 1° gennaio 2010, la doman-da si presenta all’Inps (non più all’Asl) e solo in via telematica. La domanda deve essere corredata dal certificato del medico curante riportante – oltre alla descrizione delle patologie – la dicitura relativa all’incapacità a compiere gli atti quotidiani della vita.L’indennità di accompagnamento è corrisposta dall’Inps in caso di pa-rere favorevole della Commissione medico-legale della Asl, integrata da un medico dell’Inps, e in pre-senza degli altri requisiti. Le prov-videnze economiche decorrono dal primo giorno del mese successivo a quello della presentazione della

domanda per l’ accertamento sa-nitario dell’invalidità.AdempimentiEntro il 31 marzo di ogni anno, i titolari di indennità di accompagna-mento devono presentare all’Inps una dichiarazione di responsabilità in merito alla sussistenza o meno del ricovero a titolo gratuito.Raccomandiamo a tutti i soggetti interessati di rivolgersi al Patro-nato Epaca per verificare la pos-sibilità di richiedere l’indennità di accompagnamento. Gli operatori Epaca forniranno tutta l’assistenza necessaria, predisponendo tutta la documentazione che deve essere inviata all’Inps.

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Incontro FederpensionatiA Torino con il presidente nazionale

Antonio Mansueto, neo eletto Presidente nazionale della Federpensionati Coldiretti,

ha incontrato, il 4 marzo scorso, in occasione del Consiglio Regionale a Torino presso la Federazione del Piemonte, il gruppo rappresentante dell’associazione pensionati subal-pina, guidata dall’astigiano Bruno Porta: il presidente regionale, i presidenti provinciali, i consiglieri hanno ribadito con forte determi-nazione il sostegno del Piemonte alle attività della Federpensionati, nonché al progetto dell’organiz-zazione della Filiera agricola tutta italiana.Il Presidente nazionale ha ricordato come i pensionati rappresentino una delle importanti forze dell’organiz-zazione, ma soprattutto la spinta per l’applicazione del progetto nazionale della “Filiera agricola tutta italiana”, che ha l’ambizioso

obiettivo di restituire valore e di-gnità all’imprenditoria agricola, che negli anziati trova costante fervore e presenza. “La progettualità di Coldiretti Piemonte in sinergia con l’associazione pensionati” hanno sostenuto Bruno Rivarossa e Maria Chiara Bellino, direttore e segretaria regionale associazione pensio-nati “sarà dedicata anche ai temi dell’agricoltura sociale, negli ambiti della disabilità, servizi all’infanzia e servizi di assistenza agli anziani. Si profilano per il futuro tempi difficili

per le politiche sociali, con signi-ficative ricadute sulla quotidianità non solo dei pensionati in agricol-tura, ma della terza età in generale: occorre pertanto individuare servizi innovativi e decentrati a sostegno di coloro che più necessitano”.In conclusione del consiglio il sena-tore Natale Carlotto, predecessore nella presidenza di Federpensionati, ha augurato buon lavoro al neo presidente Mansueto, certo della grande operatività nell’ambito dell’organizzazione.

Pensionati: comunicazione all’InpsEntro marzo occorre restituire il questionario

Nei mesi scorsi l’Inps ha invia-to ai titolari degli assegni di invalidità civile, di accompa-

gnamento o frequenza, assegno e pensioni sociali, una richiesta di infor-mazioni da restituire all’Istituto di pre-videnza entro il 31 marzo prossimo. La sudetta modulistica era pervenuta

ai pensionati unitamente al prospetto riepilogativo per la corresponsione delle pensioni nell’anno 2011. Per la corretta compilazione e l’inoltro telematico all’Inps di tale “questiona-rio”, gli uffici Epaca Coldiretti invitano tutti i pensionati a rivolgersi presso i propri uffici di Asti, corso Cavallotti

41, oppure presso gli uffici di zona o di recapito. Si tratta di un impor-tante adempimento il cui mancato assolvimento potrebbe comportare la sospensione delle prestazioni pensionistiche. Per chiarimenti e ulteriori precisazioni si può telefonare al numero 0141.380.404.

DOMANDA PER OTTENERE LA DISOCCUPAZIONE AGRICOLA

Le domande per le prestazioni di disoccupazio-ne agricola devono essere presentate all’Inps entro e non oltre il 31/03/2011.

L’Istituto da qualche anno non provvede più ad inviare la modulistica al domicilio dei lavoratori per la richiesta della prestazione, pertanto invitiamo gli operai agricoli aventi titolo all’indennità di disoccu-

pazione a voler contattare i nostri Uffici per l’inoltro dell’istanza. I documenti necessari per la liquida-zione sono i seguenti: fotocopia di un documento di identità personale e codice fiscale.Si ricorda che il 31 marzo è un termine perentorio, pertanto le domande presentate in data successiva non determineranno l’erogazione dell’indennizzo.

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“Frutti in Fiore”A Lagnasco dall’ 8 al 10 aprile la IX edizione

Torna a Lagnasco dall’ 8 al 10 aprile Fruttinfiore, la manifestazione che per tre

giorni vuole festeggiare la migliore produzione frutticola locale, cele-brando la frutta quando la frutta… è in fiore!Giunta alla sua IX edizione, l’inau-gurazione è prevista venerdì 8 aprile alle 16.30 nel piazzale Asprofrut. Fruttinfiore accompagnerà i visitatori in una full immersion nel mondo della frutta facendo scoprire e valorizzare il lavoro di un intero territorio.Protagonisti saranno, come sempre, lo STAO, Salone delle Tecnologie Applicate all’Ortofrutticoltura, i mercatini ricchi di prelibatezze, i laboratori e tante attività didattiche per i più piccoli. E non solo: ancora arte e convegni, bancarelle ricche di curiosità, fuochi d’artificio, ospiti e, per tutti gli appassionati di fitwalking, la III edizione della “Camminata tra i frutteti in fiore” .La novità del 2011 riguarda Fruttin-tavola, un percorso gastronomico in collaborazione con le Associazioni di categoria, per celebrare la frutta anche a tavola, tra piatti tradizionali e gustose ricette innovative.Tre giornate davvero intense, dun-que, che porteranno i visitatori a conoscere ed apprezzare il mondo

della frutta, nella splendida corni-ce di un territorio ricoperto di fiori e frutti. All’organizzazione, la cui regia è affidata alla Pro Loco di Lagnasco, partecipano, oltre all’Am-ministrazione comunale che ha fortemente voluto ed appoggiato la manifestazione, le tre più importanti associazioni di produttori frutticoli del Piemonte, quali l’Asprofrut, la Lagnasco Group e l’Ortofruit Ita-lia, nonché l’associazione che le raccoglie: Assortofrutta. E inoltre: Coldiretti Cuneo, Confartigianato Cuneo, Confcooperative Cuneo e CReSO. Tutti gli enti si avvarranno della collaborazione esterna e del

contributo finanziario, oltre che della Regione Piemonte e della Provincia di Cuneo, anche della Camera di Commercio di Cuneo, della Cassa di Risparmio di Saluzzo e dell’omonima Fondazione. Per l’edizione del 2011, la Pro Loco Lagnasco si è avvalsa, per la prima volta, della collabora-zione e del supporto tecnico della Flyeventi di Cervere, che ha messo a disposizione la conoscenza e la professionalità dei suoi operatori per curare al meglio l’organizzazione dell’evento. Il programma dettagliato dell’evento è visitabile sul sito uf-ficiale della manifestazione: www.fruttinfiore.it.

Giunta all’undicesima edi-zione, la rassegna dell’orto del giardino e dei prodotti

tipici di frazione Motta a Costiglio-le d’Asti, cambia nome e rilancia l’impegno per la promozione e valorizzazione dei prodotti della valle del Tanaro. Si chiamerà “Florart”, accantonando il lungo e poco efficace “orto giardino vino e dispensa”. Si terrà il 10 aprile

prossimo con il coinvolgimento dei produttori locali.Giunge invece alla sua sedicesi-ma edizione la rassegna florovi-vaistica di Isola d’Asti. “Fiori in Fiera” si svolgerà il 17 aprile con il consueto nutrito programma di manifestazioni che quest’anno darà spazio anche alle celebra-zioni del centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia.

FLORART E FIORI IN FIERAA Motta il 10 aprile, ad Isola il 17 aprile

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