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“ Paize Autu” Posteitaliane S.p.A. spedizione in Abbonamento Postale –70% CNS/CBPANO/IMPERIA Anno 2 n. 10 ottobre 2009 Periodico dell’Associazione “U Risveiu Burdigotu” D avvero dobbia- mo ritenerci for- tunati per la tregua che Giove Pluvio ci ha conces- so sabato 19 e domenica 20, in occasione della ma- nifestazione “Sciure in ti carugi”. Infatti venerdì notte “n’è carau che va ben cuscì” e domenica sera, proprio quando fini- vamo di smontate il gros- so della scenografia, “recumensava a spurghi- nà”. Nel mezzo c’è stata una bella festa. Siamo sod- disfatti, così come lo sono stati tutti quelli che ci sono venuti a trovare, gli esposi- tori delle bancarelle le concorrenti e i vari addetti ai lavori. Siamo arrivati alla terza edizione di questo appun- tamento che si caratterizza – fiori a parte – per la sug- gestiva ambientazione rap- presentata “dau Paize Ve- ciu”. Questo Paese che noi amiamo sopra ogni cosa, al punto da restarci abbar- bicati nonostante le diffi- coltà di viverci comoda- mente. Eppure il fortilizio è diventato un emblema, un punto di riferimento orografico della costa, l’agognato approdo di fo- resti che ci sognano due stanze di tranquillità. Ma ritorniamo “ae sciure in ti carugi”. Anche quest’anno il Sindaco non ha fatto mancare la sua partecipazione per premia- re la vincitrice del concor- so e salutare le moltissime persone presenti. Così co- me l’Assessore al Turismo e alle manifestazioni a cui è toccato premiare la se- conda classificata. Nel tardo pomeriggio è passato a salutarci anche l’Assessore alla Cultura che ringraziamo, assieme agli altri, per la cortesia. La loro presenza sottolinea la particolare attenzione che l’Amministrazione riserva alla nostra causa che si traduce - semplicemente - nella salvaguardia di que- sto comprensorio unico in zona, al fine di valorizzar- lo ancor più e farlo diven- tare uno dei borghi più belli d’Italia. Wolf NON SOLO SCIURE Il sindaco Giovanni Bosio premia la vincitrice del concorso la signora Maria Giauna Hanno conseguito premi e menzioni 1° Premio MARIA GIAUNA 2° Premio DANIELA PALLAVICINI 3° Premio SANDRA MASINI Menzione ELENA CARMINATI Menzione MARIA MONTANARO Menzione TIZIANA BELVEDERE Menzione TANIA ROSSI Menzione MAURA ROSSI Menzione ANNA MARIA LUZZI Menzione FRANCOISE PEREZ Premio alla concor- rente più giovane MATILDE LORENZI Un particolare ringraziamento a LUCIA BOLLET- TIERI ideatrice e regista della esposizione, coadiuvata dalle sue preziose collaboratrici: MARIA DINA LO- RENZI, MARIA GIAUNA, LIVIA ROSSO, CLELIA E ILEANA SISMONDINI. L’inserto, con le foto a colori della giornata, per moti- vi tecnici, verrà inserito nei prossimi numeri del giornale

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“ Paize Autu” Posteitaliane S.p.A. spedizione in Abbonamento Postale –70% CNS/CBPANO/IMPERIA Anno 2 n. 10 ottobre 2009

Periodico dell’Associazione “U Risveiu Burdigotu”

D avvero dobbia-mo ritenerci for-

tunati per la tregua che Giove Pluvio ci ha conces-so sabato 19 e domenica 20, in occasione della ma-nifestazione “Sciure in ti carugi”. Infatti venerdì notte “n’è carau che va ben cuscì” e domenica sera, proprio quando fini-vamo di smontate il gros-so della scenografia, “recumensava a spurghi-nà”. Nel mezzo c’è stata una bella festa. Siamo sod-disfatti, così come lo sono stati tutti quelli che ci sono venuti a trovare, gli esposi-tori delle bancarelle le concorrenti e i vari addetti ai lavori. Siamo arrivati alla terza edizione di questo appun-tamento che si caratterizza – fiori a parte – per la sug-gestiva ambientazione rap-presentata “dau Paize Ve-ciu”. Questo Paese che noi amiamo sopra ogni cosa, al punto da restarci abbar-bicati nonostante le diffi-coltà di viverci comoda-mente. Eppure il fortilizio

è diventato un emblema, un punto di riferimento orografico della costa, l’agognato approdo di fo-resti che ci sognano due stanze di tranquillità. Ma ritorniamo “ae sciure in ti carugi”. Anche quest’anno il Sindaco non ha fatto mancare la sua partecipazione per premia-re la vincitrice del concor-so e salutare le moltissime persone presenti. Così co-me l’Assessore al Turismo e alle manifestazioni a cui è toccato premiare la se-conda classificata. Nel tardo pomeriggio è passato a salutarci anche l’Assessore alla Cultura che ringraziamo, assieme agli altri, per la cortesia. La loro presenza sottolinea la particolare attenzione che l’Amministrazione riserva alla nostra causa che si traduce - semplicemente - nella salvaguardia di que-sto comprensorio unico in zona, al fine di valorizzar-lo ancor più e farlo diven-tare uno dei borghi più belli d’Italia. Wolf

NON SOLO SCIURE

Il sindaco Giovanni Bosio premia la vincitrice del concorso la signora Maria Giauna

Hanno conseguito premi e menzioni

1° Premio MARIA GIAUNA 2° Premio DANIELA PALLAVICINI 3° Premio SANDRA MASINI Menzione ELENA CARMINATI Menzione MARIA MONTANARO Menzione TIZIANA BELVEDERE Menzione TANIA ROSSI Menzione MAURA ROSSI Menzione ANNA MARIA LUZZI Menzione FRANCOISE PEREZ Premio alla concor- rente più giovane MATILDE LORENZI Un particolare ringraziamento a LUCIA BOLLET- TIERI ideatrice e regista della esposizione, coadiuvata dalle sue preziose collaboratrici: MARIA DINA LO-RENZI, MARIA GIAUNA, LIVIA ROSSO, CLELIA E ILEANA SISMONDINI. L’inserto, con le foto a colori della giornata, per moti-vi tecnici, verrà inserito nei prossimi numeri del giornale

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Pagina 2 Paize Autu

L’URTIMU “ PARMURA’ ” “In una afosa giornata di fine agosto ci ha lascia-ti il nostro socio e mem-bro del Consiglio Diretti-vo Luciano Traverso, col-pito da un male improvvi-so quanto incurabile. Il Direttivo de “U Risveiu Burdigotu”, nel rinnovare le più sentite condoglian-ze ai costernati familiari, si associa alla redazione di “Paize Autu” in un mesto, affettuoso ricordo.”

A noi piace ricor-darlo così, svet-

tante ed ardito in piedi, legato al ciuffo della pal-ma che stava addomesti-cando per la legatura. Una operazione che gli era connaturale, pregnante di fascino, colma di rischio. Aveva imparato l’abc della particolare attività in quel-la Via Zara fucina di ad-detti ai lavori. I Palmero, ad esempio, e quel Ampe-lio che a 72 anni è morto cadendo da una palma su cui stava lavorando. Ma anche Lino, “gente du Biu”, dove alberga il cuore del palmeto storico. Lo scorso anno lo abbiamo visto ancora all’opera nell’ambito del recupero dell’ ”Auriva de S. Giuseppe”, quando gli abbiamo chiesto di darci una mano per la potatura alta di quelle monumentali piante. Lui non ha fatto una piega: se n’è arrivato quella mattina con la sua scala italiana, le sue corde, la sua motosega leggera, i suoi picozzini taglienti. In quattro e quattr’otto è sa-lito fin lassù ad operare

con sicura perizia su que-gli antichi rami rendendoli aperti ad un nuovo respi-ro. Gli studiosi del “Progetto Phoenix” lo avevano contattato e gli avevano proposto di col-laborare con loro per la legatura dimostrativa di alcune palme nell’orto sperimentale Natta. Gli avevano anche chiesto di insegnare a qualche giova-ne giardiniere l’antica arte, quella a cui si faceva riferi-mento una volta, quando non c’erano motoscale né motoseghe. Quando gli unici attrezzi erano un paio di ramponi, una ser-retta ed una roncola a ta-glio piatto; quando nel salire si “scorrevano i topi

che nidificavano nel cuore delle palme e ci si doveva

corredare di una robusta bandana (che allora si chiamava “mandriu”) per proteggersi dalle puntute foglie. E’ stato anche un ap-passionato cacciatore e fino all’ultimo ha animato una squadra di caccia “al cinghiale”. Floricoltore da generazioni, ha seguito le evoluzioni delle coltiva-zioni fino a specializzarsi nei vari tipi di “verde” susseguitisi nel tempo. A noi piace ricordarlo anche mentre intreccia i parmureli in piazza, du-rante la dimostrazione, organizzata dal Risveglio, il sabato prima della do-menica delle Palme. Lui solo in mezzo alle sue donne, in qualche modo imparentate, tutte intente al ricamo gentile; artistico approdo di una ligustica pianta imbrigliata e doma-ta da “l’Urtimu Parmurà”.

La Redazione

Un di nosci Caro Luciano, arriviamo dalle tue onoranze funebri. Cuscì prestu ti n’hai lasciau. Loche voe u destin, nu se poe scangià. E’ un vuoto che lasci tra noi sia del “Risveiu”, amici, colleghi di leva, conoscenti di lavoro. Chi ha avuto contatto con te mai fu deluso. La nostra bella chiesa, a detta dell’officiante, poche volte fu così gremita e con profondo cordoglio. Il lavoro pri-mario che svolgevi era tra le palme, quelle basse ornamentali o le alte, snelle e sinuose. Di quest’ultime senz’altro avevi già adocchiato e scelto le più adatte, le più consone. A cosa? A fine estate tu le legavi con il piccolo ciuffo in alto. Prima del-la domenica delle palme le slegavi ed apparivano, come per magia, i gianchi parmureli. Parte di loro arrivavano sino al Vaticano, lavorati dalle sapienti mani da femmine della tua famiglia. Quelle foglie lattee, lavorate ad arte, assumevano forme fantasiose. Lasci pochi altri a fare questo lavoro e, la-sciatecelo dire sensa tu nu sarà ciu l’istesu. Surve tutu cu u to amu de perfetu parmurà. Quante volte t’abbiamo visto arram-picare le flettenti e alte palme. Le valutavi e consideravi, sembrava tu chiedessi scusa per la violazione. Certo questi alberi venuti dalla Tebaide,portati da u nosciu Sant’Ampeiu, le consideravi cose umane…d’altronde erano parte di te, ve-ro? Ciao Luciano, terminiamo così, siamo troppo addolorati. Tuti nui

Svettante e ardito, in piedi, legato alle sue palme…..

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Paize Autu Pagina 3

ORDINANZE L’ordinanza del Co-mando VV.UU. relativa allo stazionamento delle imbarcazioni sulle ban-chine del porto ha in parte avuto l’effetto voluto: i proprietari delle imbarca-zioni in regola con i paga-menti per l’occupazione del suolo pubblico si sono affrettati a presentare i relativi documenti rila-sciando la propria reperi-bilità in previsione, nel prossimo futuro, della esigenza di rimuovere le barche ivi rimessate per l’ utilizzo diverso di detti spazi da parte del Comu-ne. Tale ordinanza è stata necessaria perché molti utenti corrispondevano le quote direttamente al de-manio anziché al Comune di Bordighera, causando comprensibili disguidi. Resta da definire la que-stione dei carrelli definiti “non in regola con il codi-ce della strada” per quan-to riguarda la targa e l’assicurazione, che do-vrebbero venir rimossi dalla banchina: si tratta di carrelli atti esclusiva-mente al solo alaggio e

varo di piccole imbarca-zioni dagli scivoli del porto e nulla hanno a che fare col trasporto stradale. MOTORYACHTS Sabato 12 settembre gli yachts presenti al V° raduno Motoryachts di Imperia sono passate da-vanti a Bordighera in oc-casione di una gara di re-golarità, defilandosi a cir-ca 500 metri dalla battigia con giro di boa davanti ai pennoni. Durante il raro spetta-colo si sono potute ammi-rare imbarcazioni come il BSK Delfino molto ap-prezzato dai Beatles e da Grace Kelly, il Meltemi che tanto ha ispirato Elton John, l’ Haida G sul qua-le sono state girate alcune scene del recente film Mamma Mia con Maryl Streep, il Dionea per cro-ciere e charter frequentato da Bono degli U2, Lapo Elkann, l’attrice Monica Scattini, Alena Seredova, il calciatore Inzaghi e altri campioni del Genoa come Milito, Thiago Motta, Ferrari e molti altri.

Martedi 22 ero a Torino, invitato all’inaugurazione del Prix Italia che la Rai quest’anno organizzava nel capoluogo piemontese. E’ stata un’occasione per in-contrare colleghi ancora in servizio e colleghi, come me, oramai in pensione. Il clou della giornata si è avu-to poi la sera, al Teatro Re-gio con l’Orchestra Sinfoni-ca Nazionale nel concerto di rito. Il foyer è stata la occa-sione per salutare tutti: baci, abbracci, strette di mano, pacche sulle spalle….Tutti a chiedere notizie sulle vicen-de correnti della nostra a-zienda e, per quanto riguar-da noi pensionati: che cosa fate, dove vi siete sistemati ecc. ecc. Alla mia risposta: non abito più qui, mi sono trasferito al “Paese”, adesso abito a Bordighera, non vi dico le esclamazioni: “eh! Bordighera…..certo che….a Bordighera….parlapà…...,e così via. Una serie di escla-mazioni che mi hanno sor-preso, quasi imbarazzato, come se fossi andato ad abi-tare alle Hawai che per noi, una volta, erano il massimo dell’immaginario esistenzia-le. Mi hanno ritenuto un privilegiato, vivere in un po-

sto per loro così ambito. “Ti passiamo a trovare…ci sono alloggi da affittare per l’estate, sono cari da acqui-stare?” Si è trattato insom-ma delle classiche situazio-ni allorchè gli “anziani” a-ziendali si incontrano dopo che hanno lasciato il posto di lavoro. L’indomani, tor-nando a casa in treno, non ho potuto fare a meno di pensare a quanto successo, alle persone che simpatica-mente mi invidiavano per-ché abitavo a Bordighera. Ed è stato obbligatorio chie-dermi che cosa rappresenta la nostra città, qual’ è la sua anima segreta che strega tante persone. E come mai a noi che ci abitiamo, non va mai bene nulla e, quasi qua-si, non ci rendiamo conto di quello che abbiamo, delle peculiarità, delle risorse uni-che (paesaggio, cultura, tra-dizioni, clima, mare, entro-terra) che il nostro territorio offre. Tutto questo, abbinato a quanto assunto nelle mie estemporanee inchieste tra i nostri ospiti, rivela qualco-sa che Bordighera emana e che forse non tutti i bordi-gotti riescono a recepire. pigici

EH! BORDIGHERA……… ..……..AH! BORDIGHERA

AREA PORTUALE a cura di Mauro S.

CONDOGLIANZE E’ mancata Angela Garzoglio, mamma di Giacomo Ganduglia-Fondatore del nostro sodalizio “Avemu perdua a ciù vecia socia.” Nonna Angela non è più. 97 anni ha lasciato Giacomo, Luigi e loro famiglie. Raggiunge Augusto che da tempo l’attendeva. A lenire la mestizia dell’evento, diciamo che ora è con l’amato sposo a raccontargli gli ultimi accadimenti terreni. Sarà, per gli sposi del tempo passato, vera gioia essere ancora vicini. Auguriamo che a tem-po dovuto la serenità raggiunga i cuori dei dolenti figli, seppure la mamma è indimenticabile, com’è per “Agustu d’a Mamà” pescaù provetto, maestro di laboriosità e temperanza, recepita e fatta tesoro dai figli. Noi del Risveglio compiliamo questo sincero, breve necrologio deferenti al dolore di Giacomo, Luigi e famiglie. Ciao cara Angela, tuti nui d’u Paize Autu. Ma.Arm. P.S. Al nostro cordoglio si aggiunge quello di Amelia Franchi-no dalla Sicilia che di Angela era la figlioccia.

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Pagina 4 Paize Autu

“Ha fatto parte della no-stra famiglia per 14 anni ed è stato soppresso nei giorni scorsi per un male incurabile che lo faceva soffrire e gli impediva di camminare. Si chiamava Tobia ed era un meticcio “di peso” nel senso che era di taglia forte e pesa-va, quindi, di conseguenza….”

H o ritenuto necessario far precedere questo

mio intervento da un pream-bolo, per dimostrare la mia totale affinità elettiva con i migliori amici dell’uomo. Ciò detto ritengo che la adozione di un cane in famiglia risulti una operazione delicata e da meditare approfonditamente. Lui non è un giocattolo inani-mato, ma un essere vivente che per almeno 15 anni ci impegnerà e responsabilizzerà per le attenzioni e i doveri che gli dobbiamo. Se poi questo “amico” viene ad abitare nel nostro appartamento ed in più in un Centro Storico come quello che abitiamo, il proble-ma – se possibile – si amplia. Un Centro Storico come il nostro non è a misura di cane. Portarlo a spasso per i carrugi significa irrorare della sua pipì ogni angolo, dando per scon-tato che la sua popò, diligente-mente, la solleviamo. E gli angoli del nostro Paese confi-nano tutti con abitazioni, ma-gazzini, tavernette, ristoranti con i dehors annessi. La poca educazione di al-cuni conduttori ha creato e crea conflitti con chi si trova a patire le conseguenze di tali carenze. Conosco molti padro-ni rispettosissimi dello am-biente che cercano di limitare il più possibile disagi ed inva-denze cinofile. Evidentemente però ce ne sono altri che se ne fregano e lasciano che “Fido” tappezzi dei suoi fiori vicoli, strade e carrugi. Non c’è biso-gno di fare troppa fatica per

imbattersi in deiezioni di ogni tipo: più o meno grandi secon-do la mole del cane. Alcune zone del nostro Paese sono diventate delle vere e proprie cloache puzzo-lenti e imperlate di popò: i giardinetti di Villa S. Patrizio, Via Bastioni, il Gravino, Via della Madonnetta, Via del Troglio e Via Beodo, in asso-luto sono le più battute, assie-me ovviamente al Capo e alla Pineta. Andare per il Beodo è diventato impossibile. Provate a farci un giro e vi renderete conto dello scempio che è diventato, anche in considera-zione del fatto che il tratturo non viene pulito da nessuno, né tantomeno lavato. Le vie del Paese, invece, vengono lavate con regolarità, ma evidentemente non basta, poiché il sozzume, la puzza e le innumerevoli tracce riman-gono. Alcuni comportamenti di ospiti e di residenti poi, sono assolutamente da censu-rare, come quelli che fanno sporcare i cani sulle terrazze per poi lavarle, scaricando così per strada liquami mefiti-ci che vanno a lambire i locali sottostanti. Ci sono poi i bagnanti con i loro cagnolini che partono dalla zona del Paese che abita-no per portare le bestiole a sporcare da altri. Un esempio per tutti? Gli avventori del complesso al fondo del Gravi-no che amano portare le loro aristocratiche bestiole a spor-care in Via del Troglio e per il Beodo, magari fino alla galle-ria: non ci sono macchine, la zona è tranquilla… C’è poi il bagnante con

cagnolino che tutte le mattine parte dal Piano per portare Fido nella zona delle Conda-mine e della Madonnetta. In-somma, mi darete atto che non è un bel vivere questo, che non è propriamente quello che si aspetta uno che vive e vuole continuare a farlo in un borgo come il nostro. Ma allora che fare? Il 20 luglio ho ascoltato alla radio una trasmissione intitolata “la radio ne parla”, in onda tutti i giorni alle 12.30 su RadioUnoRai. Quel giorno parlavano proprio del proble-ma delle deiezioni canine nel-le città e come veniva affron-tato il problema nelle varie parti del mondo. In particola-re un famoso addestratore di Imola spiegava come affronta-re radicalmente il problema. Controlli, anagrafe canine, multe, campagne con manife-sti e cartelli. In Danimarca se un cittadino scopre una deie-zione selvaggia appone sul cumulo una bandierina, poi telefona ad un apposito nume-ro che invia immediatamente un operatore su di un mezzo attrezzato per aspirare, deter-gere e disinfettare lo angolo sporcato. In Giappone i pos-sessori di cani, assieme al sacchetto e alla paletta, usano corredarsi di segatura da co-spargere sopra la pipì, perché anche quella in città insozza e costituisce un problema. In un paese della Campania, il Sin-daco pressato dalle lamentele di molti cittadini ha lanciato una campagna di sensibilizza-zione fatta di cartelli e manife-sti a fumetti. In uno di questi si vede una persona con la gamba alza-ta, dopo averne pestata una. Nella didascalia si legge: “Ne abbiamo le scarpe piene!”. Ad Apricale il paese è tappezzato di in-giunzioni nei con-

fronti di chi non tiene il cane al guinzaglio e non solleva la sua popò, con specificati gli articoli di legge al riguardo. Recentemente il Sindaco Scul-lino, in seguito ad inascoltate sue ordinanze, ha scatenato i Vigili che in una sola mattina hanno elevato 24 multe da 150 e 200 Euro, nei confronti di quei cittadini scoperti a non usare sacchetto e paletta e a lasciare i loro cani liberi senza guinzaglio o museruola. Come si vede un’offensiva decisa, che verrà riproposta periodica-mente con ispezioni capillari specie nel Centro Storico, nei vicoli e sulla passeggiata a mare. A Bordighera, nonostante le molte lamentele, non si fa nulla, non si avverte una deci-sa sensibilizzazione al proble-ma. Anche la gente subisce, si arrabbia, impreca, magari si indigna, ma tutto finisce lì. All’Amministrazione chiedia-mo: quando affronterà il pro-blema? Realizzando anche lei una operazione “Dirty Dog” come hanno fatto a Ventimi-glia, poiché anche i Bordigotti sono stufi di camminare su strade sporche e di vedere deturpata l’immagine della loro città. Perfino la Lega na-zionale omonima “invita cal-damente i possessori di cani a non abbandonare e a racco-gliere gli escrementi dei loro animali; poiché se è giusto avere cani e soprattutto amar-li, è ancor più giusto fare in modo che la libertà del loro animale non vada contro alla libertà del cittadino”

CANI E PADRONI di Giancarlo Pignatta

Cartello che da anni troneggia alle Porte

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Paize Autu Pagina 5

LETTERE AL GIORNALE      Lei ha un garage a Bordi‐ghera Alta, in via Circonval‐lazione  subito  dietro  all’ ”ecomostro”  che  è  diven‐tata  nel  tempo  villa  Bana‐na.  Vorrebbe  usarlo  per ricoverargli  la sua utilitaria, ma da tempo gli è impedito per il fatto che il suo passo carraio  sistematicamente viene      ignorato da altri au‐tomobilisti. Non si tratta di fatti  saltuari,  abbiamo  a che fare con vere e proprie occupazioni  e  premeditati sequestri di autoveicoli. C’è poco da ridere!       Immaginatevi  la mattina quando  dovete  andare  a lavorare  e  avete  i  tempi contingentati,  mettersi  a cercare di  chi è quella ma‐ledetta  auto  parcheggiata davanti alla  tua autorimes‐sa.  Se  questa  situazione  si verifica  poi  tutti  i  giorni capirete che un po’ di ner‐voso  è  legittimo  che  ti monti. E allora che  fai? Vai dai  Vigili,  denunci  la  cosa, parli  con  il  Comandante, presenti  un  esposto. Nien‐te,  tutto  come  sempre!  Ti arrabbi, cerchi di beccare  il “sequestratore” di  turno  il quale  alle  tue  giuste  rimo‐stranze  ti  taccia  di  rompi‐scatole:  prendi,  impacca  e porta a casa.            Ma  la  persecuzione continua.  Ritorni  dai  Vigili, riparli  col  Comandante, pretendi  che  partano  san‐zioni, che venga salvaguar‐dato  il tuo diritto di mette‐re  la  macchina  in  garage, dato  che  paghi  profumati oneri per il passaggio carra‐io.  Al  Comando  oramai  ti conoscono e ogni volta che 

ti  presenti  si  danno  di  go‐mito,  hai  la  concreta  im‐pressione  che  ti  prendano perfino un po’  in giro; non si  rendono  conto della  tua esasperazione, sei una gio‐vane donna, piuttosto cari‐na  ed  in  più  non  vai  a  la‐mentarti accompagnata da un marito od un compagno incazzuso…      Ma  la  beffa,  il massimo dello  scherno,  lo  subisci quando  una  sera  non  riu‐scendo  a  mettere  la  mac‐china  in  garage  (poiché qualcuno  per  l’ennesima volta  ti  ha  precluso l’accesso  con  la  sua  fottu‐tissima auto, e non  ritorna neppure  dopo  ore),  ti  ras‐segni  e  decidi  di  parcheg‐giare  la  tua  utilitaria  sotto casa  in  Via  Beodo. Un  po‐sto dove  i Vigili non arrive‐rebbero  mai  neanche  se cascasse  il mondo, ma per lei, per quella giovane don‐na che non riesce a usare il suo garage si sono precipi‐tati ad affibbiargli  i canoni‐ci 32 Euro di multa.      Non  ci  sono  parole  per descrivere  gli  avvenimenti, sembrano  il cannovaccio di una pièce teatrale, la trama di una di quelle  trasmissio‐ni  televisive  di  una  volta denominate  “Incredibile ma vero”. Qualcuno sugge‐risce  reazioni  scomposte, ma bisogna esserne capaci, e  noi  siamo  gente  per  be‐ne!  Rimane il rammarico di subire un sopruso, una pre‐varicazione, un danno per i quali  non  riesci  ad  avere ascolto, ad ottenere giusti‐zia.                                    Lettera Firmata   

A Padova proprio in questi giorni è stata

inaugurata la grande mostra su Telemaco Signorini, uno dei grandi pittori Macchiaio-li, a Ferrara la mostra su Giovanni Boldini ed il suo periodo parigino, a Nizza il Museo Marc Chagall ospita una mostra ispirata al ro-manziere Cendrars ed ai suoi rapporti con Picasso, Chagall e Fernand Léger. Da ogni parte si creano e-venti di spessore, atti ad at-trarre un sempre maggior numero di turisti e visitatori. Dal 2006 ad oggi la nostra cittadina, sotto il profilo culturale si è “svegliata”. Il suo è stato un sonno profon-do, durato troppo tempo, adesso finalmente i tempi sono maturi. Tante iniziative sono sta-te organizzate quali mostre, convegni, conferenze, proie-zioni, presentazioni di libri e tante altre, ma è mancato fino ad oggi un evento im-portante, talmente importan-te da far parlare non solo i giornali locali, ma anche quelli nazionali e perchè no quelli internazionali. E' giusto valorizzare le nostre tipicità, le nostre real-tà storiche, ma bisogna a-prirsi anche verso il mondo. Quel mondo globale che è sempre più curioso di sco-prire, di indagare, di vedere cose nuove. Abbiamo affrontato an-cora troppo timidamente l'aspetto storico-culturale e non siamo ancora riusciti a capire quanto esso sia im-portante per la nostra realtà. Ancora oggi è spesso troppo presente la politica del “piccolo orticello”, da colti-

vare per se stessi, senza guardare al bene comune. Il Presidente degli Stati Uniti Obama, nel suo di-scorso alle Nazioni Unite del 23 settembre ha det-to:”Soltanto la cooperazione ci salverà”, certo riguardo a tematiche ben più importan-ti, ma questo suo messaggio vale anche per noi, per noi italiani, per noi bordigotti, che continuiamo ad essere forse un po' “piccoli” e non riusciamo a pensare in gran-de. La crisi economica, for-se, qui a Bordighera, non ci ha ancora colpiti duramente, ma ciò non significa che dobbiamo stare fermi, inerti, sperando in un non so chè. Mi piacerebbe vedere la “nostra” gioventù un po' più presente, più attiva, più at-tenta alla cultura in generale ed alle cose belle che li cir-conda. Bisognerebbe lanciare un messaggio forte, con l’aiuto delle Istituzioni e gli enti pubblici, affinchè i nostri giovani siano più coinvolti e vedano per loro aprirsi pro-spettive non solo nel campo dell’edilizia, della nautica e della floricoltura, ma ren-derli partecipi e mettere su al più presto un “grande cantiere”, atto a creare quel grande Evento che tutti a-spettiamo Carlo Bagnasco.

Arte, Turismo, Cultura IL GRANDE “EVENTO”

CHE “DOBBIAMO” REALIZZARE

FESTA AL MONTENERO Mentre il giornale chiude è in pieno svolgimento la festa al Montenero che culminerà domenica con la partecipazio-ne del Vescovo ai riti religiosi e con il pranzo comunitario. Sul posto abbiamo il nostro corrispondente “Scroi” che ci relazionerà sul prossimo nu-mero del giornale.

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GUIDO HESS DETTO “SEBORGA” Per anni mi sono chie-sto chi fosse quell’uomo uscito dalla galleria del Beodo con una ragazza svenuta in braccio. Lui era già di età, almeno per me giovinetto. Gli anni erano i fine ’50 e inizi ’60. Stavo andando da mio padre nell’orto che ha l’accesso proprio in mezzo al tunnel. Non mi ha spaventato quella visione, certamente stu-pito si, ed un po’ incurio-sito. L’uomo portava un berretto da marinaio blu del tipo indossato negli ultimi tempi da France-sco Biamonti, avete pre-sente? Aveva una faccia tagliente, le labbra pic-cole ed il corpo piuttosto concavo. Lei era giovane i capelli castano chiari tirati indietro e racchiusi in una coda di cavallo; il suo viso contrassegnato da un evidente acne. Lui la portava in braccio (per farvi capire), nella posizione della Pietà di Michelangelo. Non mi disse nulla, passò imper-territo, serio, piuttosto tranquillo. Quel tale lo si vedeva spesso in Paese, era una di quelle persone che “nun ti capisci mai cose belin i fase” ed au-tomaticamente venivano classificati nella catego-ria “d’i pelandrui”. C’è voluta la inaugu-razione di una mostra, la sera dell’8 agosto scor-so, per scoprire che quel-la persona era una im-portante figura di intel-lettuale: scrittore, poeta-pittore. Ha passato molto

tempo della sua vita a Bordighera animandone le attività culturali assie-me a “tuti i autri pelan-drui de cheli tempi”. Nell’ambito della serata hanno proiettato un vide-o e lì mi si è aperto un mondo. Ne parlo con Giorgio Loreti il quale mi dà qualche ulteriore informazione. Ma la con-ferma a tutte le mie sen-sazioni le assumo quan-do Sergio Biancheri (il nostro “Ciaciò”) legge una memoria che rac-conta della sua amicizia e dei suoi legami artisti-co-culturali con Seborga. Chiedere a Ciaciò di farmi avere copia del documento è risultato – a questo punto – inevitabi-le e la sua cortesia non si è fatta attendere. Pubbli-chiamo a puntate questi ricordi, queste storie, i molti aneddoti, che ci riportano a quei tempi e ci illuminano un poco su tutti quei personaggi che nella nostra ingenua ma vivida memoria, “i nu fava in belin tutu u giur-nu”. G.C.Pignatta

G uido Seborga co-nosceva la vita,

era l’istinto per eccellenza. Riconosceva il valore delle cose belle; aveva fantasia e creava fantasia. Il fuoco, la lama, il fulmine erano i suoi elementi di prodigio, al cui contatto il suo spirito si animava. Anelava alla vita come un essere immor-tale. Avrebbe voluto la sua immagine di uomo-Dio scritta in grande nel cosmo come un arcobaleno. Essere amato e amare era il suo sogno. Della vita e dell’amore conosceva i confini, cogliendone gli istanti felici come dono degli dei. I quali a volte, benigni, corrispondono solo ai fortunati dalla sorte. Il suo mondo era fatto di eroi, di belle donne, di un incan-to perenne. Non c’era posto nel suo cuore per una brutta realtà. Aveva dispregio per i nati male, “gli increati”, come li chiamava. Con la pittura e la poesia cercava amici e incontri stimolanti, per un lavoro di esaltazione-creazione. Que-ste proiezioni del sogno sono state da lui scritte, dipinte, vissute. Solo nella Riviera e nella Costa Az-zurra poteva nascere la sua arte. A Bordighera ha tro-vato il suo Nordafrica. Guido era alto, magro, leggermente curvo, sempre in movimento con le sue gambe lunghe, come l’uomo che cammina di Giacometti. Un volto ta-gliente come la sua parola. Sicuro, intelligente. Lo ave-vo sempre visto con la sua

falcata sul lungomare bordi gotto. L’ho conosciuto me-glio al premio “5 bettole” a Bordighera Alta nel 1955. Poi conosco anche la mo-glie Alba. I loro due figli, Vittorio e Laura, mi diven-teranno familiari in seguito. Nel periodo invernale, Guido scendeva da Torino da solo alloggiando all’hotel Vittoria o all’hotel Aurora. Andavo a trovarlo direttamente in albergo. Durante le nostre passeg-giate sul lungomare Argen-tina ricordava frequente-mente il periodo bellico, i rocamboleschi viaggi con documenti falsi, i lunghi periodi nascosto nella sua casa di Bordighera. Seborga vestiva come i pescatori: maglione, sciarpa e cappellaccio. Al bar Atù sulla passeggiata a mare facevamo piccole pause al sole, così al bar Centrale, nel piazzale della stazione, dove incontrai per la prima volta Ennio Morlotti nel 1959. Seborga e Morlotti si erano conosciuti a Parigi. Al principio degli anni Ses-santa vado nella sua casa di Torino, dove mi fa leggere alcune poesie, mi chiede degli amici, ricorda il mare, mio padre, il suo volto bru-ciato dalla salsedine. “Tuo padre – mi dice – sembra uno dei miei perso-naggi di mare. Anche Jonny il passeur aveva la stessa rara prestanza fisica di tuo padre. Anche lui vi-veva nella notte. Non in mare ma fra i dirupi. L’ho inserito più volte nei miei romanzi”. Jonny viveva a Bordighera Alta, sempre

Il sogno nel sogno LA LUNGA AMICIZIA CON GUIDO SEBORGA di Sergio Biancheri (Ciaciò)

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Tiro a segno Se il mondo finisce ai Termini Una battuta che ci ha sempre accompagnato è che “Burdighea l’è u cieu belu paize du mundu e u nosciu mundu u fenisce ai Termini”. E ai Termini pare che fini-scano tutte le grandi opere della nostra zona. La ferrovia a monte è ritornata sul mare ai Termini, cosi come finirà lì il prolungamento dell’Aurelia-bis. Bisognerebbe che qualcuno glielo dicesse a chi di competenza che la pro-vincia di Imperia finisce a ponte San Luigi. Quella degli annunci: che politica è? Di questi argomenti (delle grandi opere di cui sopra), se ne parla parecchio dalle parti dell’Amministrazione. “Faremo l’Aurelia-bis fino a Ventimiglia; sposteremo la ferrovia a monte anche da noi; raddoppieremo il porto turistico; sistemeremo Beodo, pineta e parco Winter. Si, ma quando?... Per non parlare della Rotonda In questi giorni, un po’ da tutte le parti, ci hanno ri-cordato che sono passati due anni dalla chiusura del no-stro spettacolare belvedere. Noi non lo faremo (quello di ricordarlo) poiché farlo sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. Ci permettiamo solo di ricordare la nostra posi-zione sulla Rotonda. La vedremmo volentieri abbattuta per constatare l’effetto che fa. Poi vorremmo si conferis-se l’incarico ad un grande architetto (Renzo Piano?) per ideare un capolavoro che possa caratterizzare Bordighera nel mondo. L’Oasi Bordighera è un’oasi climatica, di pace e di tranquilli-tà, ma quella a cui ci riferiamo è la struttura in fondo a via Garnier, la colonia-scuola recentemente acquisita da una società torinese, con l’intento di trasformarla in abi-tazioni private. Nell’ultimo Consiglio Comunale la con-sigliera Albano del PD ha proposto alla Amministrazione di acquistare il complesso per trasformarlo in nido e scuola materna, argomento caldo delle promesse elettora-li che adesso si pretenderebbe veder onorato. Il Sindaco ha preso atto della proposta e ci farà su un pensierino….. Chiusure estive Nel numero scorso del giornale Spillo si chiedeva come mai il Centro Sociale Bordigotto rimaneva chiuso a luglio e ad agosto. Ci è stato precisato che da sempre l’attività del sodalizio di Via dei Colli si ferma per il pe-riodo estivo. Uno dei motivi risulta essere la mancanza di personale di assistenza il quale, per le ferie, non è dispo-nibile. Comunque il Centro ha riaperto alla grande il pri-mo settembre con le proprie attività. Buon lavoro! Spillo

da solo, benché da giovane avesse avuto degli amori con donne straniere. Forse aveva anche un figlio in Norvegia. Evitava il passo della morte, alla frontiera, che conosceva benissimo, per sentieri più sicuri. Conoscevo anch’io Jonny. Nei periodi di riposo lo ricordo coricato a Sant’Ampelio fra gli scogli, a raccogliere più sole che poteva. Faceva lunghe nuota-te al largo con una cadenza di braccia riconoscibile da lontano. Solo un’altra perso-na sapeva nuotare così a lun-go: il padre di Lilly, un capi-tano di lungo corso che abi-tava in Arziglia e faceva un paio di volte Punta Migliare-se-Sant’Ampelio al largo e in linea retta. “Ho deciso – mi dice Seborga – di andare nei porti di Savona e Genova e scrivere un romanzo. Fre-quentare gli ambienti portua-li. Rimanere un po’ di tempo con i marinai, con gli operai del porto e con gli scaricato-ri. Alloggerò in qualche pen-sioncina nei vecchi quartie-ri.”- Guido Seborga partirà. A Bordighera, dopo aver-lo incontrato in Corso Italia o sulla passeggiata a mare,

l’accompagnavo a casa, dove mi accoglieva a volte in giar-dino, a volte in salotto. Mi parla di Parigi di Berlino. “Devi leggere questi versi di Lautreamont”, mi consiglia. Ricorda Savinio, il fratello di De Chirico, Gris che aveva inventato il cubismo ispiran-dosi al blocco di case di Sas-so, Picasso. Mi legge sue poesie, mi regala dei disegni. I miei incontri con lui avvengono anche al bar Gi-glio e quasi sempre con il mio maestro Giuseppe Bal-bo. Guido entra, si ferma poco, il tempo di salutarci, dire due parole e poi, con la stessa sveltezza, uscire. La baronessa Tilla Flugge e il pittore Gian Antonio Por-cheddu a volte sono con noi. Guido Seborga e Gian Anto-nio sono cugini, ma non c’è stima tra di loro e non lo na-scondono. Sono i tempi della “Buca” e Seborga inizia a dipingere. I colori dei suoi quadri sono intensi: rossi, blu, gialli, turchesi. La sinte-si che adopera nelle sue poe-sie la impiega anche nelle composizioni pittoriche. 1.continua

Liriche bordigotte

TRA CIELO E TERRA

Ho seminato fiori di mille colori nella zolla che Dio mi ha donato. Ho girato attorno raccontando le fiabe dell’amore. Amo il vento freddo perché risveglia il silenzio dell’anima, la gloria dell’uomo, i canti della vita, i mandorli in fiore che trasformano la parentesi quotidiana, le rondini che danzano come dame altolocate. Il vivere del giorno dopo giorno sui meridiani del mondo, tra cielo e terra.

Amelia Franchino

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Carabinieri Cambio della guardia alla Stazione dei Carabinieri di Bordighera. Il Marescial-lo Marco Dainese lascia il nostro presidio per trasferir-si a Borgo San Dalmazzo, sostituito dal Maresciallo Raffaele Pace, 39 anni tori-nese, proveniente dalla sta-zione di Sassello. Ai due sottufficiali dell’Arma il nostro più cordiale augurio di buon lavoro nelle rispetti-ve loro nuove sedi. Mostra missionaria Si è conclusa il 30 ago-sto quella che è stata consi-derata la maggiore iniziativa del suo genere. Intanto la durata: due mesi tondi, poi il numero di articoli offerti ed i vari generi relativi, che spaziano dagli alimentari alle ceramiche, dai giocatto-li ai manufatti in stoffa, dai libri agli incensi, ai saponi, ecc.– E sono stati proprio i giochi in legno la sorpresa di quest’anno, nel senso che hanno ottenuto un elevato gradimento, secondo solo agli alimentari. Dal 1994 questa mostra di derivazio-ne P.I.M.E. (Pontificio Isti-tuto Missioni Estere) coin-

volge la nostra Parrocchia, impegnando almeno una quarantina di persone che turnano dalle 17 alle 23 nell’Oratorio di S. Bartolo-meo. Il tu a loro L’altro giorno alla Stan-da stavo pagando alla cassa la spesa (Maria era chiusa) quando si avvicina una si-gnora di chiara origine ma-grebina per chiedere spiega-zioni alla cassiera di uno scontrino appena pagato. Nell’assistere alla discussio-ne non ho potuto fare a me-no di rilevare che, mentre la signora (probabilmente ma-rocchina) interloquiva con il lei, la cassiera ribatteva con il tu. Non è la prima volta che mi capita di assistere a quello che ritengo uno sgar-bo, un atteggiamento poco sensibile solo perché si ha di fronte un extracomunita-rio. Ritengo che sia dovero-so nonché educato rivolger-si con il lei a persone che non conosciamo. Se poi il venditore di rose o di ogget-tistica in spiaggia ti apostro-fa con un tu confidenziale la cosa cambia ed ognuno si regoli come crede.

Moto e motorini Li trovi parcheggiati, più o meno malamente, in molti angoli del Paese, nonostante sia stato ricavato, sul Gravi-no, un apposito spazio tutto per loro. Il fatto è che sopra quello spazio ci sono i nidi degli uccelli e dei piccioni i quali bombardano di guano i sottostanti motocicli. Qualcuno ha avanzato la proposta di spostare il par-cheggio sul lato a monte della Via Circonvallazione. Il parcheggio risulterebbe così più gradito e meno mo-tocicli spantegati in giro ci sarebbero. Motorinisti L’altro giorno la signora Lucia, passeggino con bam-bino avanti, stava uscendo da Via Goito quando un motorino sfrecciante in via Pompeo Mariani, a momen-ti la investe, o meglio inve-ste il passeggino col bimbo. C’è mancato un pelo! Dove-te sapere che le suddette vie sono dei vicoli dove è asso-lutamente vietato circolare con qualsiasi mezzo che non siano le nostre gambe. E’ già da qualche tempo che un gruppo di nostri figli o,

se volete nipoti, fa il bello e cattivo tempo in piazza e nei vicoli con sti motorini. E’ importante che i genitori intervengano per redarguirli poiché un paese, una comu-nità non possono rimanere ostaggio di quattro motorini in piazza. Ed anche per pre-venire eventuali reazioni che, prima o poi, potrebbe-ro manifestarsi. Quattro pullman in gita Sul pullman contraddi-stinto dalla lettera A hanno trovato posto i gitanti delle parrocchie di Sasso e Sebor-ga. Sul B le catechiste con i giovani. Sul C e sul D gli innumerevoli adulti di Bor-dighera Alta. Il Parroco don Marco ha offerto una gior-nata in gita ai vari collabo-ratori delle sue parrocchie portandoli a visitare la Ab-bazia di Finalpia con la di-stilleria ed il famoso miela-rio. Domenica 13 u.s. sono state quasi 200 persone ad aderire a quella che don Marco ha definito una gior-nata di festa comunitaria, per conoscerci meglio, per stare un po’ insieme, per aggregare assieme “Cheli du Valun du Sciasciu”.

Paize Autu Direttore Responsabile: Giancarlo Pignatta Registrazione del Tribunale di Sanremo nr. 03/08 del 04/07/2008 Direzione-Amministrazione-Redazione: 18012 Bordighera Alta – Via alle Mura, 8 Le firme impegnano gli autori degli articoli Stampato in proprio a Bordighera Alta Collaboratori: Mario Armando, Carlo Bagnasco, Simona Biancheri, Anna Maria Ceriolo, Giacomo Ganduglia, Claudio Gazzoni, Irma Murialdo, Alessandro Seghezza, Mattia Riello, Ampeglio Verrando, Franco Zoccoli, Lucia Xaiz. Sito informatico a cura di Mauro Sudi

“U Risveiu Burdigotu” Sede: Via alle Mura 8 18012 Bordighera Alta

Orario : lunedì e venerdi dalle ore 16,00 alle 18,00

giovedì dalle 21 alle 23

e-mail: [email protected] Internet:www.urisveiuburdigotu.it

Telefono: 3464923130

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BREVI DI CRONACA a cura di pigici