pitagora lucrezio

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  • 8/12/2019 Pitagora Lucrezio

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    PAIDEIArivista di filologia, ermeneutica e critica letteraria

    2011

    Anno LXVI - Volume LXVI

    STILGRAF EDITRICE

    CESENA 2011

    FONDATA DA

    V. PISANI e G. SCARPAT

    ESTRATTO

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    SUL FILO DELLA MEMORIA:

    IL MISTICISMO DI PITAGORA IN LUCREZIO E THOMAS GRAY

    IN ONORE DI EPICURO E LOCKE

    Che si trovino tracce inniche nellelogio di Epicuro che Lucrezioscrive a proemio del terzo libro del suo poema cosa ben nota: lapo-strofe dinizio1, lanafora del pronome di seconda persona che rispec-chia con ovvia evidenza il Du-Stilinnico e della preghiera, lappellati-vo dipatercon cui il poeta si rivolge al filosofo, come pure lappella-tivo teologico direrum inventore levidenziare la potenza divina (qui

    primus potuisti)2. Ma focalizzando lattenzione sulla formula chiaveche sorregge tutto lelogio che pi precisamente si svela la falsarigamistica seguita dal poeta materialista. Lespressionete sequor(v.3) ri-volta ad Epicuro ci trasferisce immediatamente dentro un clima diparticolare intensit religiosa.

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    guida, a sua insaputa, verso il compimento del suo sacrificio (Iph.345-348),ed indipendentemente ripreso nel contesto altrettanto reli-gioso, e fatto proprio da Cleante, come ho avuto modo di dimostrare

    molti anni or sono, nella sua preghiera a Zeus (SVFI 527)4

    . Nellinnoa Zeus Cleante adotter il verbo sinonimo nel concetto ma privo del-la metafora gestuale:peqomai5. Zenone e poi Crisippo, spento laffla-to mistico ma in termini di dottrina, indicano nei valori etici espressidapomailatteggiamento che i buoni devono assumere nei confrontidella divinit, che nellambito dello Stoicismo anche Fato Provvi-denza. Si tratta qui di tener presente il famoso esempio, valido altresper luomo, del cane legato al carro che segue e trascinato o deltutto costretto a seconda che voglia seguire o faccia resistenza (SVF

    II975)6

    , dogma che Seneca stigmatizza nella traduzione ampliata e in-fedele di Cleante che si legge nellepistola 107:ducunt volentem fata,nolentem trahunt( 10)7.

    quindi con trasparente e inequivocabile allusione che Lucrezioadotta per Epicuro il verbo pitagorico con cui il miste si rivolgeva al-la divinit. La falsariga pitagorica traspare ancora di seguito quandoLucrezio vuole ribadire latto espresso dasequorprecisando: inquetuis nunc / ficta pedum pono pressis vestigia signis, vv. 3-4. Linguaggioripetuto nel proemio del libro quinto: cuius ego ingressus vestigia dumrationes / persequor ac doceo dictis(vv. 55-56). Stobeo (Ecl. 6,3,66) te-stimoniava che Ario Didimo trovava lantecedente dellpou qediPitagora proprio nel katcnia bane qeoo(Od. 5,193) detto di U-lisse che segue Atena. Ci si spiega nellambito di una tradizione chevede la scuola pitagorica impegnata nellesegesi morale del testo ome-rico8. Da qui il confronto, che mi sembra tanto pi probante, con i

    4Sul pitagorismo di Cleante, indipendente da un modello euripideo, da considerare peraltroinfluenzato anchesso dal linguaggio pitagorico, cfr. quanto precisavo in La traduzione infe-dele di Seneca della preghiera di Cleante, Atti e Memorie dellArcadia, ser. 3, vol. VIII,

    fasc.4,1986-1987, pp. 364-369.5Verbo che anche lo stoicheggiante inno orficoAlla Natura(X Quandt) torna a ripetere (v.15). Cfr. il mioA proposito dipeivsomaiin una variante di un verso di Cleante, Sileno19,1993, p. 379, n. 8.6Su ci il mio La traduzione infedele, cit. n. 4, pp. 371-374. Per lintenzionale presenza ditale lessico in Lucrezio e Virgilio cfr. ibid., pp. 377-378, in Lucano cfr.ibid., p. 381, n. 39.7Sulla aggiunta di Seneca del quinto verso alla traduzione di Cleante, in linea con il pensie-ro di Zenone e Crisippo, rinvio al mio La traduzione infedele,cit. n.4,pp. 369-394.8 Come si evidenzia in nota al Commento ai Versi doro di Ierocle nelle edd. gi diM. MEUNIER (Paris 1924, ad loc.) e di VAN DER HORST (ad loc.). MEUNIER (ib., p. 232

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    E. ANDREONIFONTECEDRO,Sul filo della memoria: il misticismo di Pitagora in Lucrezio 407

    Crus >/Ephe con lkousma che con lo stesso linguaggio indica al-ladepto:t$ qeh$ rht$ e$ cnia qsei(v. 46)9.

    Immagine e valenza mistica della metafora del porsi al seguito del-

    la divinit, implicita nella formula stessa pou qefatta propria ancheda Platone, come il de Platone et eius dogmate, attribuito senza alcu-na certezza ad Apuleio, afferma, spiegando che sapientem[] pedise-quum et imitatorem dei dicimus et sequi arbitramur deum (253).Neivalori cristiani SantAgostino ripete: Deus qui nobis das panem vitae[]iam te solum amo, te solum sequor, te solum quaero, tibi soli ser-vire paratus sum(Sol. 1,1,5) e attraverso echi culturali ben chiari ri-propone ora al suo Dio: perfice gressus meos in semitis tuis, ut nonmoveantur vestigia mea, (Sal. 17 [16],5). La passionalit mistica del

    seguire dio va anche detto era gi stata trasmessa ai nuovi secoli daEpitteto, ed proprio lui a trascrivere e consegnare fino a noi la pre-ghiera di Cleante mentre fa sua la pronuncia enfatica dellpou qe(man. 53,1).

    Risale quindi a Pitagora il principio etico, fatto proprio dalle scuo-le a seguire, dellmowsi$ qe, che anche iVersi aureiripetono e cheil commento di Ierocle (l.c.) evidenzia, alla pari del de Platone et eiusdogmate(l.c.), del tutto correlato con lindicazione di seguire ilcammino delle virt. Un misticismo potente che la metafora chia-mata a sorreggere e che non sconosciuta anche a San Paolo, che nel-laLettera agli Ephesiidice:estote igitur imitatores Dei, ut filii dilecti:et incedite in charitate (5,1). Non diversamente Lucrezio nella suaprofessione di fede nei confronti di Epicuro gli confessa che si ponesulle sue tracce proprioquod te imitari aveo(ibid.,v.6)10.

    Ci siamo fin qui riferiti per alcuni tratti ai celebri Crus >/Eph,opera tarda attribuita a Pitagora nei limiti che comunque fatto certoil ripetersi del suo catechismo. Non senza significato che Lucrezio asua volta sottolinei gliaurea dictadel suo Maestro, v. 1211.

    n.1) cita anche lautore della Vita di Omero, conosciuto come Pseudo-Plutarco, che rinvia-va allubbidienza che proverbialmente dovuta agli deiIl. 1, 218 ( 218). A. DLATTE(Etu-des sur la littrature pythagoricienne, Paris 1925, p. 296) collegava il passo allallegoria del-lanima nelFedroplatonico.9Van der Horst (l.c.) sottolinea sul punto linterpretazione neoplatonica di Ierocle che vuo-le riportare lindicazione pitagorica ai significati specifici della vita contemplativa.10Sul principio etico dellassomigliarsi alla divinit, da Pitagora in poi, puntualizza M. POH-LENZ,La Stoa, trad. it. Firenze 1967(19591), vol. I, pp. 532-533.11Lo notava, maen passant, gi ERNOUTin nota alledizione da lui curata (Paris 19682).

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    12Sulla struttura innica del proemio del quinto libro cfr. CRACA,Da Epicuro a Lucrezio, cit.n.2, p. 35.13 L. FERRERO, Storia del pitagorismo nel mondo Romano, Torino 1955, pp. 342-346;P. BOYANC,Etude sur le Songe de Scipion, Limoges1936, pp.79,91,104. Per Epicuro apo-strofato Helios e paragonato al sole cfr. CRACA, Da Epicuro a Lucrezio, cit. n. 2, p. 20e n.26.14Cfr. F. GIANCOTTI,Religio Natura Voluptas, Bologna1989, p. 412, ove si evidenzia parti-colarmente la ripresa del motivo a 1,146; 2,15e 5,1.15Cfr. DELATTE, Etudes, cit. n. 8, p. 297. Per lattribuzione di qeo$a filosofi ma anche apoeti cfr. CRACA,Da Epicuro a Lucrezio, cit. n. 2, p.24. Possiamo evidenziare la nota testi-monianza per Platone che ci d Cicerone, nat. deor. 2,32, come pure che Empedocle aveva laconsapevolezza di apparire se non di essereqe$ mbroto$, fr.100,4Gallavotti (sullaquae-stiocfr. il commentoad l.).16Sullo schema delluomo divinizzato cfr. Craca, Da Epicuro a Lucrezio, cit. n. 2,p. 10.

    Linvocazione nel proemio del V libro deus[] deus(v. 8) con cuiLucrezio si indirizza ad Epicuro ribadisce tutto latteggiamento di chiinnalza un inno alla divinit: e di ci il poeta filosofo pienamente

    consapevole s da dichiarare esplicitamente di condere carmene difin-gere laudesper i suoi meriti (cfr. vv. 1-4)12, atteggiamento che pervadetutti i proemi a lui dedicati e si diffonde in tutto il poema sicch an-che fuori dai proemi leggiamo nellunico passo in cui Epicuro espli-citamente ricordato con il suo nome una straordinaria similitudine chelo vede per il suo ingegno nei confronti di tutti gli altri esseri umanisorgere come aetherius solche spegne tutte le altre stelle, cfr. 3,1042-1044. Se il confronto sole-stelle richiama comunque echi di una teolo-gia-scienza solare, fra laltro accolta anche da Cleante su una via gi

    pitagorica13

    , lopposizione altrettanto evocata di un confronto piestremo tra luce e tenebre, con tutto quello che implica e implicherstoricamente in riferimento esplicito alla luce irradiata dalla ratio, sempre sottolineata nel poema e si condensa nellincipitdel proemiodel terzo libro:o tenebris tantis tam clarum extollere lumen / qui pri-mus potuisti(3,1-2)14.

    Se vero che nellambito della propria scuola sia Pitagora che Pla-tone apparvero come divini15, questo laicizzare il verbo misticocreato da Pitagora per la divinit, per applicarlo a un dio in terra daparte di un adepto del materialismo, assume comunque una signifi-canza ben altra. Qui si tratta di un vero e proprio ribaltamento po-lemico fatto delluso del linguaggio mistico, e non di una sempliceesaltazione del proprio maestro anche nella prospettiva ellenistica del-luomo divinizzato16. da dire che gi Democrito aveva indicato que-

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    sta via quando polemicamente, volendo colpire nel cuore la dottrinapitagorica, aveva preso in prestito la visualizzazione di Pitagora delleanime nel pulviscolo dellaria per dimostrare giusto con essa al con-

    trario la natura atomica della materia, come deduciamo dalla testimo-nianza di Aristotele 404a 4-16. Lucrezio ne prender occasione pertrasfigurare unindicazione dottrinaria in splendida immagine: []cum solis lumina cumque / inserti fundunt radii per opaca domorum/multa minuta modis multis per inane videbis / corpora misceri radio-rum lumine in ipso(2,114-117)17.

    Ora proprio questo linguaggio mistico preso in consegna per es-sere dedicato al filosofo materialista che ha saputo svelare lessenzadella natura che torna a esprimere un omaggio innico per un filosofo

    moderno cui va lo stesso merito. Ancora un filosofo e il suo poeta.Scrive Thomas Gray per Locke a introduzione del suo poema dida-scalico:o decus! Angliacae certe o lux altera gentis! / Si qua primusiter monstras, vestigia conor / signare incerta, tremulaque insistere

    planta, / quin potius duc ipse (potes namque omnia) sanctum / ad li-men (si rite adeo, si pectore puro) / obscurae reserans Naturae ingentiaclaustra, / caecas rerum causas, fontemque severum / pande, pater, tibienim, tibi veri magne sacerdos, / corda patent hominum, atque altae

    penetralia mentis(De principiis cogitandi, 1,7-15).Apostrofe, Du-Stil, anafora del pronome di seconda persona (tibi

    tibi tu sulla scia di te tuis ... te ... tu ... tu tuis del proe-mio del terzo libro delde rerum natura), il noto motivo delleu< ret$,del primus(cfr. qui primus potuisti[Lucr. 3,2 cit.]) cio rerum inven-tor(cfr. Lucr. 3,9)18, e con questo anche laffermazione di potenzadella divinit (cfr. potes namque omnia) lappellativo di pater, comeLucrezio ha insegnato. E il linguaggio esornativo:Angliacae gentis de-cusche ripete il lucreziano Graiae gentis decus (3,3)19, cos come lux

    17Sulla possibile emozione dellimmagine trasmessa a Th. Eliot cfr. il mio Eredit classica:esempio di una lampadoforia, inLa civilt del testo. III Convegno di studio sulla didatticadella lingua latina. La latinit nella cultura del novecento, ed. a cura del Liceo scientifico sta-tale C. Cavour, Roma 1995, p. 59.18Cfr. M.G. EDWARDS, Treading the aether: Lucretius, de rerum natura 1,62-79, CQ 40(1990), p. 465; CRACA,Da Epicuro a Lucrezio, cit. n.2, p.23.Detto da Aristotele per Plato-ne, cfr. Olymp.in. Grg. 41,9.19Stessa espressione humani generis decus, chiude lepitaffio di Newton, che leggiamo nellatrascrizione di Leopardi (Storia dellastronomia, TO vol. I p.708), dove non manca la ripre-sa del topos: primus demonstravit. Lattribuzione dellepitaffio a Pope si riallaccia allelogio

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    ripete, con tutta la sua area semantica e allusiva, sia lumendel primoverso del proemio del III libro sia lappellativo per Epicuro di Sol(l.c.).Caecas causasproviene da Lucr. 3,316. Motivi che si fondono

    con echi dellelogio che per Epicuro Lucrezio intesse nel primo libro:obscurae reserans naturae ingentia claustraridice infatti i versi lucre-ziani: [] sed eo magis acrem / irritat animi virtutemsc. Epicuri, ef-

    fringere ut arta / naturae primus portarum claustra cupiret(1,69-71).E soprattutto tornano nelleco mistica, pitagorica i vestigiada ri-

    calcare, e si ripropone il linguaggio del proemio del terzo libro: te se-quor[] /[] / non ita certandi cupidus[] /[] /quidnam tre-mulis facere artubus haedi / consimile in cursu possint []?, vv. 3-8con: si qua primus iter monstras, vestigia conor / signare incerta, tre-

    mulaque insistere planta. Dal proemio del libro quinto: cum benepraesertim multa ac divinitus ipsis / immortalibus de divis dare dictasuerit / atque omnem rerum naturam pandere dictis, vv. 52-54riaffio-ra lafflato solenne di pandere: tu caecas rerum causas, fontemque se-verum / pande, pater.

    Nel linguaggio mistico che si ripete il poeta moderno assume con-sapevole anche latteggiamento del miste: si rite adeo, si pectore puro.Lanimo puro proprio del miste che si accosta alla divinit ed perLucrezio il dono che Epicuro offre al suo adepto: at bene non poteratsine puro pectore vivi; / quo magis hic merito nobis deus esse videtur,

    / ex quo nunc etiam per magnas didita gentis / dulcia permulcent ani-mos solacia vitae(5,18-21)20.

    C forse da aggiungere una curiosit, per quel che riguarda il testodel Gray. Il poeta inglese rivolgendosi a Locke conclude: [] pater ti-bi enim, tibi veri magne sacerdos, / corda patent hominum, atque al-tae penetralia mentis. A prescindere dal riferimento alla filosofia delvero, che pensiero sempre riproposto da Lucrezio e per cui quibasta citare lesemplare passo che condensa lintero motivo: talibus inrebus poteris caecasque latebras / insinuare omnis et verum protrahere

    per lui che lo stesso poeta scrive (An Essay on Man 1,23-26e 87-90) ispirandosi allelogio diEpicuro del primo libro di Lucrezio. A tutti noto che Leopardi ripeteva nella Ginestralecadenze del medesimo elogio del poeta latino per Epicuro cfr. il mio Variazioni dautore:Lucrezio in Foscolo e Leopardi, Aufidus 48, 2002, pp. 13-14, ora inAnimula, Roma 2008,pp.101-103, in cui avevo gi modo di far riferimento alla presenza nella poesia inglese dellamemoria dei proemi lucreziani.20Cfr. la ripresa del motivo a 6,24:veridicis igitur purgavit sc. Epicurus pectora dictis.

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    INDICE DEL VOLUME

    GIUSEPPEGILBERTOBIONDI, Ai lettori 5

    INNOLOGIA

    I FIL-LIETI

    Linno al sonno, da Stazio ai bugiardini 9

    LIA RAFFAELLACRESCI- VALERIA MARZI

    Elementi innodici nei contaci di Romano il Melodo 53

    ONOFRIOVOX

    A.P. 9,524-525: inni abecedari 83

    GIULIACARAMICO

    Invocazioni prima di una battaglia

    in Coripp. Ioh.5,85-97 = 5,37-49 103GENNARODIPPOLITO

    Inno e preghiera nelle Dionisiache di Nonno 121

    GIAMPAOLO ROPA

    Peste, fame e guerra in un inno processionalecantato in Bologna medievale 149

    ARMANDOBISANTI

    Innologia e agiografia nel ritmo Veni, dator omnis bonidi Ilario dOrlans 161

    EDOARDODANGELO

    Lufficio liturgico di santa Firmina dAmelia 197

    SILVIA SERVENTI

    Linnologia nel laudario del Bianco da Siena 227

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    Paideia LXV (2011)772

    RODOBALDOTIBALDIGli inni nella prassi liturgico-musicale della cattedraledi Parma (Parma, Archivio Capitolare, AC05e AC14):

    alcune riflessioni 253

    GUIDOMICHELINIInnari e lingua poetica lituana 283

    SALVADORBARTERAHoracesCarmen Saeculare:a Case of Reception among the Jesuits 299

    PAOLO

    RUSSO

    Tradizioni celebrative e musicali nellInno delle Nazionidi Arrigo Boito e Giuseppe Verdi con ledizione del testo 321

    CHIARAO. TOMMASIMORESCHINIImmenso Fth: Verdi tra antichit e patriottismo 339

    LUIGIBELLONIRisonanze di antico inNabucco 365

    DAVIDEASTORILa esperanta esperofra creazione linguisticae costruzione identitaria 383

    EMANUELAANDREONIFONTECEDROSul filo della memoria: il misticismo di Pitagora in Lucrezioe Thomas Gray in onore di Epicuro e Locke 405

    ARTICOLI E NOTE

    ANIKANICOLOSIRagazze di Sparta in corsa: Ar.Lys. 1310s. 415

    ANNAMARIAPERIUna nota testuale a Eur.Hipp. 732-734 425

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    Indice del volume 773

    ANTONIORAMREZ DEVERGERHeroides, 7,152 437

    MICHAEL

    D. REEVE

    A misidentifiededitio parmensisof Virgil 449

    LUISRIVEROGARCA- MIRYAMLIBRNMORENONew Light on Virgils Mezentius 457

    ULRICHSCHMITZERJakob Baldes Batrachomyomachie 491

    CATULLIANA

    ALEXAGNESINICatull. 67,1s.: incipitdellaianuao explicitdellacoma? 521

    DAVIDI. BUTTERFIELDDuae coniecturae Catullianae 541

    FORUM

    Forum Conte*

    PAOLODEPAOLISSacrum Poema.Riflessioni sulla nuova edizione teuberianadellEneidedi Virgilio 549

    FABIOSTOK

    Il Virgilio del XXI secolo 583

    *Si conclude con i contributi di De Paolis e Stok il forum dedicato allEneideTeubneriana acura di Gian Biagio Conte e iniziato in Paideia65, 2010, pp. 667-674con il lavoro diU. Schmitzer.

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    Indice del volume 775

    Corpus TibullianumIII 7.Panegyricus Messallae,introduzione, traduzione e commento di EMANUELADELUCA,Soveria Mannelli, Rubettino, 2009

    (Studi di Filologia Antica e Moderna 22), 135pp., 17,00,ISBN978-88-498-2608-1(Claudio Buongiovanni) 734

    ALICEBONANDINI,Il contrasto menippeo: prosimetro,citazioni e commutazione di codice nellApocolocyntosisdi Seneca.Con un commento alle parti poetiche,Universit degli Studi di Trento, Dipartimento di Studi Letterari,Linguistici e Filologici (Collana Labirinti nr. 130),

    Trento 2010, 552pp., 15

    , ISBN978-88-8443-359-6(Paola Dalsasso) 737

    L. BELLONI-A. BONANDINI-G. IERAN-G. MORETTI(a cura di),Le Immagini nel Testo, il Testo nelle Immagini.Rapporti fra parola e visualit nella tradizione greco-latina,introd. di G. Moretti, Universit degli Studi di Trento,Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Filologici(Collana Labirinti nr. 128), Trento 2010, 498pp., 15 ,ISBN978-88-8443-361-9(Paola Dalsasso) 740

    PIERPAOLOFORNARO,Tradizione di tragedia.Lobiezione del disordine da Omero a Beckett,Milano, Arcipelago Edizioni, 2009, 382 pp., 16,00 ,ISBN 978-88-7695-399-6(Massimo Magnani) 744

    LORENZOQUILICIe STEFANIAQUILICIGIGLI(a c. di),

    Castello di Gerione. Ricerche topografiche e scavi(Atlante tematico di Topografia antica XVII. Supplemento),Roma, LErma di Bretschneider, 2010, 240 pp., 150,00 ,ISBN978-88-8265-585-3(Alessia Morigi) 754

    Libri ricevuti 767

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    PAIDEIA rivista di filologia, ermeneutica e critica letterariaPERIODICO ANNUALE

    DIRETTORE RESPONSABILE: Giuseppe Gilberto Biondi

    VICEDIRETTORE: Giuseppina Allegri

    COMITATO DI REDAZIONE: Gabriele Burzacchini, Stefano CarotiGiampaolo Ropa, William Spaggiari

    COMITATO SCIENTIFICO INTERNAZIONALE:

    Michael von Albrecht, Francis CairnsAndrs Pocia Prez, Wolfgang Rsler

    COMITATO SCIENTIFICO INTERNAZIONALE DI CATULLIANA:

    Paolo Fedeli, Julia Haig GaisserAntonio Ramrez de Verger, Ulrich Schmitzer

    SEGRETERIA DI REDAZIONE: Alex Agnesini, Mariella BonviciniGualtiero Rota

    Registrazione presso il Tribunale di Parma del 25-11-2004

    ISSN: 0030-9435

    Conto corrente postale47599618, intestato a STILGRAF EDITRICE Cesena

    StampaSTILGRAF Viale Angeloni, 407 47521CESENA (FC)Tel. 0547 610201 Fax0547 367147e-mail: [email protected]

    Abbonamento annuo 2012Italia e 58,90 Estero e 78,90

    www.paideia-rivista.it

    Norme per i collaboratori:

    I contributi vanno inviati in stesura definitiva alla Redazione di PAIDEIA, (presso il Dipartimento diFilologia Classica e Medievale Str. DAzeglio, 8543125PARMA) e allindirizzo di posta [email protected]. Gli autori effettueranno la correzione tipografica solamente delle prime

    bozze; le successive correzioni saranno effettuate a cura della redazione; non si accettano aggiunte nmodifiche sulle bozze di stampa. Per le norme redazionali si rimanda alla sezione Norme Tipograficheallindirizzo: http://www.stilgrafcesena.191.it/norme.htm.

    La rivista recensir o segnaler tutte le pubblicazioni ricevute. Libri da recensire o da segnalare debbonoessere inviati al Direttore della rivista, Prof. Giuseppe Gilberto Biondi Dipartimento di FilologiaClassica e Medievale Str. DAzeglio,8543125PARMA, con lindicazione Per PAIDEIA.

    Gli articoli di questa rivista sono sottopostia valutazione di referee interni ed esterni.