prevenzione delle patologie da …fisiocastelli.it/wp-content/uploads/2018/03/sovraccarico.pdfmal di...
TRANSCRIPT
PREVENZIONE DELLE PATOLOGIE DA SOVRACCARICO
Alexandro Castelli, fisioterapista
PREMESSA
Al giorno d’oggi è diventato indispensabile per ogni società avere come consulenti:
n Il medico n Il fisioterapista n Il preparatore atletico
PREMESSA
Se si parla di patologie da sovraccarico risulta indispensabile riferirsi ai tendini, strutture fibrose che collegano i muscoli alle ossa. Proprio grazie a queste formazioni il muscolo è in grado di muovere la parte anatomica a cui è collegato.
TENDINOPATIE
n Tendinite: patologia infiammatoria che coinvolge tipicamente il tendine
n Peritendinite: condizione infiammatoria che coinvolge la guaina tendinea
n Tendinosi: fenomeno di degenerazione che riduce la resistenza meccanica del tendine
CLASSIFICAZIONE
n Tendinite n Peritendinite n Tendinosi n Forme miste n Rotture sottocutanee
FATTORI PREDISPONENTI
n Squilibrio di forza tra muscoli agonisti ed antagonisti (es. spalla)
n Condizioni anatomiche particolari, come difetti di assialità (es. ginocchio)
n Sovraccarico funzionale (es. tendine rotuleo)
n Allenamento (es. schiena)
FATTORI PREDISPONENTI
n Dismetrie degli arti inferiori ( >15 millimetri).
n Gesto atletico “non fisiologico”, soprattutto per atleti amatoriali.
n Allenamento non corretto (es. problematiche lombari).
n Materiali ed attrezzi non idonei.
LA SPALLA
n Anatomia n Patologia n Trattamento n Prevenzione
Anatomia
n Cingolo Scapolare
Anatomia
n 5 articolazioni
n Acromion - clavicolare n Sterno - clavicolare n Scapolo - toracica n Gleno – omerale n Sotto - deltoidea
Anatomia n Le Ossa
n Scapola n Clavicola
Anatomia n Le Ossa
n Omero n Costole
Anatomia Muscolatura anteriore del
cingolo scapolare
Anatomia n Muscolatura posteriore del
cingolo scapolare
Anatomia
n Cercine glenoideo
1. Capo lungo del bicipite 2. Cercine glenoideo 3. Glena
Anatomia
n Cercine glenoideo
n Amplia le dimensioni e la profondità della cavità glenoidea, rendendo più stabile l’articolazione.
n È la sede inserzionale dei legamenti gleno-omerali, della capsula articolare e del tendine del capo lungo del muscolo bicipite brachiale.
Anatomia
n Range di Movimento (ROM)
n Flessione @ 180o n Estensione @ 50o n Abduzione @ 180o n Adduzione @ 40o n Rotazione Interna @ 90o n Rotazione Esterna @ 90o
Stabilità della spalla
n Stabilità statica n Stabilità dinamica
Stabilità della spalla
n Stabilità statica
n Complesso capsulo-legamentoso n Pressione intra-articolare negativa n Cercine glenoideo
Stabilità della spalla
n Stabilità dinamica
n Cuffia dei rotatori
Gruppi Muscolari
n Cuffia dei rotatori
n Sovraspinato n Sottospinato n Sottoscapolare n Piccolo rotondo
Cuffia dei rotatori
1. Sottoscapolare 2. Sovraspinato 3. Leg. coraco acromiale 4. CLB
Cuffia dei rotatori
1. Sottospinato 2. Piccolo rotondo
Patologia
n Conflitto sub-acromiale n Tendinite CLB n Spalla instabile
Conflitto sub-acromiale
n 75% dei casi di dolore alla spalla n Assottigliamento dello spazio sub-
acromiale n Intrappolamento dei tessuti molli n Borsite e tendinite del sovraspinoso
Conflitto sub-acromiale
n Spazio sub-acromiale
Conflitto sub-acromiale
n Fattori predisponenti: n Squilibrio muscolare tra innalzatori ed
abbassatori della testa omerale. n Condizioni anatomiche particolari
(acromion uncinato). n Sovraccarico funzionale.
Conflitto sub-acromiale
n Sintomi n Dolore durante l’allenamento, soprattutto
“a freddo”, che passa con un buon riscaldamento. La sintomatologia peggiora nuovamente alla fine dell’allenamento e si associa spesso a dolori notturni.
n Positività di test specifici che mettono in risalto l’infiammazione delle strutture anatomiche.
Conflitto sub-acromiale
n Trattamento / Prevenzione
n Evitare movimenti dolorosi durante l’allenamento.
n Crioterapia ed eventualmente terapia con farmaci antinfiammatori.
n Rinforzo muscolare con elastici. n Visita ortopedica se il dolore persiste.
Conflitto sub-acromiale
n Rinforzo muscolare n Retropulsione della spalla
Trapezio Gran dentato romboidi
Conflitto sub-acromiale
n Rinforzo muscolare n Rematore (vertical row)
G. dorsale Bicipite G. rotondo
Conflitto sub-acromiale
n Rinforzo muscolare n Estensione (adduzione front)
G. rotondo G. dorsale C.L. tricipite
Conflitto sub-acromiale
n Rinforzo muscolare n Adduzione
G. rotondo G. dorsale G. pettorale
Conflitto sub-acromiale
n Rinforzo muscolare n Rotazione esterna
Sottospinato P. rotondo Deltoide post.
Conflitto sub-acromiale
n Rinforzo muscolare n Rotazione interna
Sottoscapolare C.L.B. G. rotondo G. dorsale
Conflitto sub-acromiale
n Rinforzo muscolare n Capo lungo del bicipite
C.L.B.
Conflitto sub-acromiale
n Misure preventive n Riscaldamento adeguato, introducendo anche
esercizi con gli elastici. n Importante: non bisogna aver male durante
l’esecuzione degli esercizi, spia del fatto che il movimento che si sta effettuando è sbagliato!!
n Tale conflitto può portare a:
Tendinite CLB
n Dolore sulla faccia anteriore della spalla. n Quasi sempre associata a tendiniti della
cuffia dei rotatori. n Il dolore aumenta soprattutto nei
movimenti di elevazione e rotazione esterna.
Tendinite CLB
Tendinite CLB
n Fattori predisponenti:
n Squilibrio muscolare n Sovraccarico funzionale
Tendinite CLB
n Trattamento n Evitare movimenti dolorosi durante
l’allenamento. n Crioterapia ed eventualmente terapia con
farmaci antinfiammatori. n Rinforzo muscolare del CLB con elastici. n Visita ortopedica se il dolore persiste.
Spalla instabile
n Prevalenza nel sesso femminile, a causa della lassità legamentosa. Tale lassità si evidenzia con l’aumento del normale range di movimento.
n L’atleta avverte dei movimenti anomali dell’articolazione.
Spalla instabile
n Fattori predisponenti:
n Condizioni anatomiche particolari (lassità)
Spalla instabile
n Trattamento
n Riposo sportivo per evitare patologie associate (tendiniti cuffia dei rotatori e lesioni del cercine glenoideo).
n Crioterapia ed eventualmente terapia con farmaci antinfiammatori.
n Rinforzo muscolare della cuffia dei rotatori con elastici.
n Visita ortopedica se il dolore persiste.
Spalla instabile
n Prevenzione
n Stabilità statica insufficiente, importante incrementare al massimo la stabilità dinamica dell’articolazione.
IL GOMITO
n Anatomia n Patologia n Trattamento n Prevenzione
Anatomia
n L'articolazione del gomito è formata da diverse articolazioni singole dotate di movimenti propri: n Omero – ulna n Omero – radio n Radio - ulna
Anatomia
Epicondilite
n Anche se rara, in seguito soprattutto a preparazioni atletiche errate, possiamo trovarci davanti ad una epicondilite, altrimenti detta gomito del tennista.
Epicondilite
n Fattori predisponenti:
n Sovraccarico funzionale (pesi) n Allenamento non corretto n Gesto atletico non fisiologico (palleggio errato)
Epicondilite
Origine muscoli epicondiloidei
Epicondilite
n Il trattamento elettivo è il riposo, associato a FANS. La ripresa dell’attività sportiva sarà possibile non appena scomparirà il dolore (anche diverse settimane) e dovrà essere graduale. Saranno indicati esercizi di rinforzo della muscolatura peri-articolare, con carichi moderati.
Epicondilite
Epicondilite
IL BACINO
n La patologia di cui parleremo è la pubalgia, affezione rara nella pallavolo ma fastidiosa per l’atleta.
n Fattori predisponenti:
n Sovraccarico funzionale n Allenamento non corretto n Materiali non adatti (superficie, scarpe) n Difetti di assialità (dismetria)
IL BACINO
Pubalgia
n La pubalgia è anche chiamata la malattia degli adduttori. Come tutti sanno colpisce prevalentemente i calciatori, ma è presente a volte anche nella pallavolo. Questo per le violente sollecitazioni di passi laterali e scatti.
Pubalgia
Pubalgia
n Recenti studi dimostrano la correlazione della patologia con tipo di allenamento, cattiva qualità dell’allungamento muscolare, riscaldamento mal condotto e scarpe inadatte.
Pubalgia
n Il sintomo che si riscontra è un dolore sotto-pubico che si irradia sulla faccia interna della coscia, provocato dal gesto sportivo (es. passo laterale durante lo spostamento a muro).
Pubalgia
n Il trattamento consiste nel riposo che va da 2 settimane a 1 mese, associando FANS. La ripresa dell’allenamento deve essere progressiva e personalizzata. Fondamentale importanza deve essere data al riscaldamento, allo stretching muscolare ed al gesto tecnico.
Pubalgia Stretching adduttori lunghi da seduto
Pubalgia Stretching adduttori lunghi contro la parete
Pubalgia Stretching adduttori brevi
IL GINOCCHIO
n Anatomia n Patologia n Trattamento n Prevenzione
Anatomia
n L’articolazione del ginocchio è composta dai condili femorali, dal piatto tibiale e dalla superficie articolare della rotula. I condili e il piatto tibiale hanno interposte delle strutture di fibrocartilagine che sono i menischi.
Anatomia
n La capsula articolare è rinforzata da un gruppo di spessi legamenti:
n Legamento crociato anteriore (LCA) n Legamento crociato posteriore (LCP) n Legamento collaterale mediale (LCM) n Legamento collaterale laterale (LCL)
Anatomia
Anatomia
Patologia
n Morbo di Osgood-Schlatter n Tendinite del t. rotuleo n Tendinite del t. quadricipitale
Morbo di Osgood-Schlatter
n Causato da un sovraccarico funzionale del quadricipite nel bambino/ragazzo. Colpisce prevalentemente i maschi (75%). È un’infiammazione dell’apofisi tibiale ed è caratterizzata da un dolore cronico sulla tibia.
Morbo di Osgood-Schlatter
Morbo di Osgood-Schlatter
n Il trattamento consiste nell’assoluto riposo durante la fase dolorosa, associato a crioterapia. L’evoluzione è molto lunga (1-12 mesi) ma si avrà la completa restitutio ad integrum. L’inosservanza del riposo può portare ad un distacco dell’apofisi tibiale, con conseguente intervento chirurgico.
Morbo di Osgood-Schlatter
Tendinite t. rotuleo
n Causata da un sovraccarico funzionale del quadricipite. Colpisce prevalentemente i maschi. È un’infiammazione del tendine rotuleo ed è caratterizzata da un dolore cronico sulla superficie tendinea che va dalla rotula alla tibia.
Anatomia
Tendinite t. quadricipitale
n Anch’essa causata da un sovraccarico funzionale del quadricipite. Colpisce prevalentemente i maschi. È un’infiammazione del tendine quadricipitale ed è caratterizzata da un dolore cronico sulla superficie tendinea che va dal ventre muscolare del quadricipite alla rotula.
Anatomia
Trattamento/Prevenzione
n Il trattamento di queste ultime 2 patologie consiste nel: n Evitare movimenti dolorosi durante
l’allenamento. n Crioterapia ed eventualmente terapia con
farmaci antinfiammatori. n Rinforzo muscolare e ginnastica propriocettiva.
Trattamento/Prevenzione
n Rinforzo muscolare: n leg extension
Trattamento/Prevenzione
n Rinforzo muscolare: n Elastico dietro al ginocchio
Trattamento/Prevenzione
n Rinforzo muscolare: n Pressa monopodalica
Trattamento/Prevenzione
n Propriocettiva:
LA CAVIGLIA
n Anatomia n Patologia n Trattamento n Prevenzione
Anatomia
n L’articolazione della caviglia è anche detta art. tibio-tarsica. Sono presenti numerosi legamenti, sia interni che esterni, che assicurano la sua stabilità (statica). Allo stesso modo i muscoli presenti in questa zona aiutano nella prevenzione delle distorsioni e migliorano la stabilità attiva (dinamica) dell’articolazione.
Anatomia
Anatomia
Anatomia
Leg.peroneo-astragalico ant.
Leg.peroneo-astragalico post.
Leg.peroneo-calcaneare
Patologia
n Tendinopatie tendine di Achille
n Tendinite n Peritendinite n Tendinosi n Rotture sottocutanee
Patologia
n Tendinopatie tendine di Achille, fattori predisponenti: n Gesto atletico non fisiologico (tecnica di salto
errata) n Allenamento non corretto (troppi salti o balzi) n Materiali ed attrezzi non idonei (scarpe o
superficie della palestra)
Patologia
n Tendinopatie tendine di Achille, zone dolorose
Patologia
n Tendinopatie tendine di Achille
n Il trattamento (e la prevenzione) consiste nel riposo funzionale, nel potenziamento muscolare di tutti i muscoli peri-articolari e nella ginnastica propriocettiva.
Esercizi propriocettivi
Esercizi propriocettivi
Rinforzo muscolare
Rinforzo muscolare
Rinforzo muscolare
Rinforzo muscolare
Patologia
n Patologia della volte plantare
n Fascite plantare: infiammazione dell’aponeurosi fibrosa che origina dal calcagno e si inserisce a livello dell’articolazione metatarso-falangea.
Patologia
n Fascite plantare, zone dolorose:
Patologia
n Fascite plantare, fattori predisponenti:
n Difetti di assialità (piede cavo o piatto) n Gesto atletico non fisiologico (tecnica
errata) n Allenamento non corretto (troppe
sollecitazioni es. scatti) n Materiali non idonei (scarpe)
Patologia
n Fascite plantare:
n Il trattamento consiste nella crioterapia, nel riposo funzionale e nel confezionamento di ortesi specifiche (plantari con valutazione dinamica).
n Difficile prevenire: in presenza di difetti anatomici del piede è sempre consigliato l’utilizzo dei plantari.
MAL DI SCHIENA
n I microtraumi ripetuti (ricaduta dai salti, torsioni) hanno un effetto nocivo sulla colonna lombare. È molto frequente tra gli sportivi e colpisce indistintamente maschi e femmine. Si dovrà distinguere tra lombalgia e lombosciatalgia.
MAL DI SCHIENA
n Fattori predisponenti: n Difetti scheletrici (iperlordosi lombare) n Dismetrie degli AAII n Squilibri muscolari addominali – lombari n Gesto atletico non fisiologico (ricaduta dai salti
senza ammortizzare) n Allenamento non corretto (pesi) n Materiali non idonei (scarpe, superficie)
MAL DI SCHIENA
n Gli esercizi che vedremo in seguito sono fondamentali per curare questa patologia; gli stessi possono, e devono, essere eseguiti come prevenzione quotidiana durante gli allenamenti. Attenzione: se eseguiti non correttamente non solo sono inutili, ma perfino dannosi.
MAL DI SCHIENA
n Gli esercizi si basano su 2 principi fondamentali: n Allungamento della muscolatura posteriore. n Rinforzo dei muscoli addominali.
Allungamento muscolare
Allungamento muscolare
Allungamento muscolare
Allungamento muscolare
Rinforzo muscolare
Rinforzo muscolare
Rinforzo muscolare
Rinforzo muscolare
Rinforzo muscolare
Rinforzo muscolare
AFFEZIONI MUSCOLARI n Problematiche conseguenti a
sovraccarico della muscolatura e non dei tendini. Sono a carico soprattutto degli AAII.
n Fattori predisponenti: n Squilibrio muscolare n Allenamento non corretto (poco
riscaldamento) n Materiali ed attrezzi non idonei
AFFEZIONI MUSCOLARI
n Contratture e crampi n Stiramenti n Lesioni o rotture
Contrattura muscolare n È una contrazione involontaria, dolorosa,
localizzata e permanente di un muscolo. Possono essere causate da un sovrautilizzo del muscolo in questione (allenamento troppo pesante) o possono essere “di difesa” (torcicollo, lombalgia).
Contrattura muscolare n Nel primo caso il trattamento si basa su
applicazione di calore e stretching della parte contratta.
n Nel secondo caso si deve ricercare la causa scatenante e trattare quella patologia.
Crampi n È una contrazione intensa, brusca,
dolorosa e transitoria di un muscolo. Colpisce prevalentemente gli arti inferiori, in particolare il polpaccio. La risoluzione è spontanea; il trattamento consiste nell’allungamento progressivo del muscolo e nel massaggio locale.
Stiramento muscolare n Lesione che compare in seguito a
sollecitazioni eccessive e brusche di un muscolo. Presente dolore vivo, violento che generalmente non impedisce la continuazione dell’allenamento. Il trattamento si basa su crioterapia e riposo sportivo per 2 settimane.
Lesione muscolare n Lacerazione del muscolo in seguito ad
una contrazione muscolare intensa e violenta oppure in seguito ad un trauma esterno su un muscolo contratto. Il dolore è molto intenso ed obbliga all’interruzione immediata dello sforzo. Il trattamento si basa su crioterapia e riposo assoluto per 30 giorni.
Diagnosi differenziale n In presenza di una problematica
muscolare sarebbe sempre opportuno sottoporre l’atleta ad una ecografia. Solamente questo esame potrà quantificare l’entità del danno per poter organizzare un iter riabilitativo adeguato.
Ripresa sportiva n In seguito al periodo di riposo sportivo
l’atleta potrà riprendere gli allenamenti, con l’attenzione di evitare all’inizio scatti o bruschi cambi di direzione. Sarà utile curare in maniera precisa la parte di stretching.
Prevenzione affezioni musc.
n Riscaldamento adeguato n Stretching muscolare prima e dopo
l’allenamento n Temperatura dell’ambiente idonea n Materiali adatti (es. magliette termiche)
Considerazioni finali n Fondamentale:
n Gradualità dell’allenamento n Materiali adatti n Superficie idonea n No over-use n Preparazione atletica n Sedute pesi personalizzate durante la
stagione