rewind magazine - aprile/giugno (versione italiana)

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Seconda edizione di RM. Lasciati ispirare durante la tua pausa caffè.

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Page 1: REWIND MAGAZINE - Aprile/Giugno (Versione Italiana)

#2

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Page 3: REWIND MAGAZINE - Aprile/Giugno (Versione Italiana)

EditoriRoberto RagnoSimone Savo

Fotografi in evidenzaArt WolfeCristina HochEleonora PellegriGiovanni LicitraIlaria IngravalleKarolina RyvolovaLeon NealLuca ParetoLuigi di LoroMikko LagerstedtNicole LimSiiri KumariTimea Ruman-RokaVivianne IzzoWill Tee Yang

REWIND [email protected]: rewindmagazineitTwitter: @Rewind_Magazine

Un paio di mesi rock.Grazie per leggere la seconda edizione di Rewind Magazine, una rivista online

che ha lo scopo di promuovere giovani fotografi da tutto il globo, ed ispirare i

nostri lettori.

Come sempre, in questa edizione parliamo di fotografia,. Abbiamo avuto il

piacere di conoscere tanti fotografi che hanno trasformato la loro passione in

un vero lavoro. Ad esempio, il fotoreporter Leon Neal, che ci parla della sua

esperienza nei Giochi Olimpici Invernali a Sochi, Russia. Abbiamo anche fatto

una bella chiacchierata con il fotografo del National Geographic Art Wolfe, le

cui foto riusciranno a far vagare la vostra mente nei più bei angoli del nostro

pianeta.

Rewind Magazine, è anche tornata alle origini della fotografia, dal momento

che il 27 Aprile abbiamo celebrato la giornata della Fotografia Stenopeica,

con la fotografa Eleonora Pellegri, che ci dice come la fotografia è nata.

A proposito di fotografia analogica, puoi anche guardare e leggere dei lavori di

Nanni Licitra, che ci trasmette la carica del rock!

Da questo mese abbiamo inoltre introdotto una nuova sezione nella rivista:

Il Portfolio dei Lettoria. Se sei un giovane fotografo e vuoi condividere i tuoi

lavori con i nostri lettori, questo è il posto che fa al caso tuo!

La foto nella copertina è del fotografo americanoWill Tee Yang, che ci racco-

nta qualche segreto della fotografia fashion, mentre la foto sulla sinistra è di

Karolina Ryvolova.

Roberto Ragno

Simone Savo

REWIND MAGAZINE

www.rewindmagazine.it

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Leon

Nea

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Indice 02 APRILE MAGGIO 2014

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leon

Leon Neal ci ha dato l’opportunità di parlare con lui per un’intervista. E’ un

fotoreporter per l’Agence France-Presse. Essendo una persona molto gentile

e con i piedi per terra, ci spiega in dettaglio come un fotografo lavora diet-

ro le foto che vediamo ogni giorno nei quotidiani. Leon, ci parla di come ha

fotografato anche gli scontri durante la Rivoluzione Libica, ma ha anche coperto altri

momenti sulla scena internazionale, come il grande Royal Wedding, catturando il bacio

che tutti aspettavano di William e Kate di Inghilterra.

Abbiamo deciso di concentrare l’intervista sulla sua esperienza nei Giochi Olimpici In-

vernali che si sono tenuti a Sochi, in Russia.

Questo grande evento si è svolto questo anno a Febbraio, e ha coperto più di 15 disci-

pline. Leon era lì come team leader per catturare ogni momento dell’evento, e ci mostra

alcune delle sue foto preferite.

Impara qualcosa in più sulla routine giornaliero di un fotografo della stampa, e dai

un’ultima occhiata alla neve, prima che l’estate la sciolga completamente.

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Neal

Page 8: REWIND MAGAZINE - Aprile/Giugno (Versione Italiana)

L’approfondimento

REWIND MAGAZINE - LEON NEAL

Il tuo lavoro può essere avvincente, dal momento che ti

permette di viaggiare per il mondo. Puoi dirci uno degli

aspetti negativi del tuo lavoro?

Come ogni fotografo professionista ti direbbe, il 90% del

lavoro consiste nell’aspettare, il 7% consiste nell’aspettare

che succeda “quella cosa” da un momento all’altro, e il 3%

è scattare. La pazienza è un requisito fondamentale del la-

voro, quindi se non ne hai, vai avanti. Ero a lavoro questa

mattina quattro ore prima dell’evento, e non è nulla di extra

ordinario. A parte questo, dipende molto dall’area in cui la-

vori. Ho fatto esperienza di fotografia di guerra durante la

rivoluzione in Libia, e molto rapidamente ho deciso che non

era per me. Avere quattro arti che funzionano, una ragazza

ed un figlioletto a casa, è per me molto più importante di

una foto di qualcuno che ha una pistola in mano. In un sin-

golo giorno, ho sperimentato quattro esperienze vicine alla

morte. Conosco tanti fotografi che ambiscono a questo tipo

di cose. Ma molti, sfortunatamente, sono solo interessati

all’azione e non a condividere immagini che porteranno la

guerra ad una fine.

Oltre all’attrezzatura fotografica, cosa dovrebbe portare

assolutamente un fotografo con lui per i Giochi Invernali?

E’ una domanda difficile e la mia risposta onesta è “molto

meno di quanto ho portato”. Per coprire dei Giochi Inver-

nali, uno si aspetterebbe che portare vestiti caldi, guanti per

il ghiaccio, guanti termici, scaldamani e torce sia una pri-

orità, ma Sochi richiedeva crema solare e parasole per molti

dei fotografi che lavoravano nell’area denominata Coastal

Cluster.

E’ sempre meglio essere preparati più del necessario, comun-

que, perché sarà sempre quella cosa di cui ritenevi di poter

fare a meno che diventerà indispensabile al momento del bi-

sogno. I siti olimpici sono spesso degli ambienti molto sterili,

con nessun accesso a negozi regolari, quindi se ti trovi in

disperato bisogno di un souvenir, sei fortunato. Se invece sei

alla ricerca di un caricabatterie per il tuo cellulare, potresti

avere dei problemi.

Per quanto riguarda l’attrezzatura fotografica, Agence

France-Presse ha una relazione molto stretta con la Nikon,

quindi abbiamo accesso ad ogni lente che producono. Questo

ci permette non solo di giocare con i loro ultimi giocattolini,

ma ci permette anche di risparmiare sull’impacchettatura di

ogni lente del tuo corredo ogni volta.

Come prepari il tuo scatto visivamente? Di solito le tue

aspettative risultano essere vere?

Le aspettative sono la peggior cosa che un fotografo della

stampa può avere. Al contrario di un fotografo di studio, che

può modellare il mondo perché si avvicini alle proprie idee,

noi lavoriamo con ciò che ci viene dato. Ho perso il conto di

tutte le volte che, nei miei primi anni del lavoro, mi eccita-

vo per un certo evento perché avevo un’immagine nella mia

testa che sarebbe stata la grande foto del giorno. Quando

arriva il momento, hai poco controllo su ciò che succede. E’

una lama a doppio taglio però. perché il lato negativo è che

sei alla mercé della situazione, mentre quello positivo è che

non sai mai quando scatterai la foto che rimarrà nel tuo

portfolio per molti anni. Non è un lavoro per i maniaci del

controllo!

LE ASPETTATIVE SONO LA

COSA PEGGIORE CHE UN FOTOREPORTER

PUÒ AVERE

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Page 9: REWIND MAGAZINE - Aprile/Giugno (Versione Italiana)

Parlando di decisioni affrettate: sperimentare con un

panning in certe situazioni può essere un successo o una

grande delusioni.

Come eviti di rovinare una foto importante??

La risposta è molto semplice, cerca di non sperimentare du-

rante un evento importante! Ci sono delle volte in cui sei

costretto, ma io faccio di tutto per assicurarmi che tutto sarà

a regola e funzionerà prima che il momento arrivi. Per for-

tuna, a Sochi, la natura delle discipline olimpiche che stavo

coprendo permetteva ad un fotografo di avere tante possibil-

ità di lavorare sullo ‘scatto’ che volevano prima che arrivasse

la gara finale del giorno. Nello slittino, Skeleton e Bob, gli

atleti completano due corse a sessione. Nella prima corsa, i

migliori vanno primi e nella seconda corsa i migliori vanno

per ultimi. Questo funziona perfettamente per i media, per-

ché abbiamo la possibilità di avere una prima foto ‘perfetta’

dei potenziali vincitori, prima di sperimentare un po’ con

la tecnica, attrezzatura o location degli eventuali migliori 5

atleti quando ripasseranno. Sfortunatamente, gli atleti nei

gradini più bassi spesso servono solo come test per le nostre

foto.

Quando i giochi finiscono, e realizzi che tutto è finito,

quali sono le tue sensazioni? E’ un sollievo per te?

I Giochi Olimpici sono davvero estenuanti. Senza dubbio,

il primo pensiero che passa per la testa virtualmente nel-

la mente di ogni persona, non appena la fine si avvicina è:

“Letto! Cuscino! Cibo!”. E’ solo una volta che sei riuscito a

tornare a casa, scaricare le tue foto, ricaricare le tue energie

interne e tecniche, avere un pasto decente che inizi ad avere

un senso di orgoglio per ciò che sei riuscito ad ottenere nelle

tue precedenti tre settimane. AFP, come molte altre agenzie,

hanno una festa per la fine dei giochi, ma di solito sono mol-

to felice di gattonare verso il mio letto e dormire.

Considerazioni finali: è stato un successo?

Sochi 2014 è stata la mia prima Olimpiade da leader di

squadra, quindi avevo più responsabilità del solito, e nonos-

tante una grande quantità di lavoro e di domanda per i

contenuti, i fotografi e gli editor della AFP hanno fatto un

grande lavoro. Personalmente, ero preoccupato che andan-

do ai giochi, non sarei stato in grado di trovare nuovi angoli

sugli sport, considerando che ho ricoperto le stesse discipline

a Vancouver 2010. Per fortuna, credo di esserci riuscito,

quindi sono felice di dire sì, lo è stato.

Le foto presenti nell’articolo sono di proprietà esclusiva di Leon Neal per Agence France-Presse.

Puoi seguire Leon sul suo blog:www.leonneal.com

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REWIND MAGAZINE - LEON NEAL

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LEON NEAL FOR AGENCE FRANCE PRESSE ©

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REWIND MAGAZINE - LEON NEAL

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LEON NEAL FOR AGENCE FRANCE-PRESSE ©

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Qualche giorno fa, abbiamo contattato un fotografo naturalista americano, Art Wolfe. Le sue immagini e la sua stratta connessione alla natura, legate alla volontà di preservarla nella sua poetica bellezza, fanno in modo che le sue foto non solo abbiamo un valore estetico, ma anche uno morale. Ogni cosa, nei lavori di Art, sembra eterea

ed immutabile, come le testimonianze delle popolazioni native che il fotografo ha conosciuto nei suoi lunghi viaggi in-torno al mondo.Non è facile condividere un messaggio che viene da qualcosa di così statico come la flora naturale, ma Art è in grado di cogliere il messaggio segreto, quasi criptico che il nostro pianeta ci manda.« Ciò che chiamiamo natura, è un poema chiuso in caratteri misteriosi e mirabili», così parlo una volta il filosofo tedes-co Friedrich Schelling. Leggiamolo nelle foto di Art Wolfe

REWIND MAGAZINE - ART WOLFE

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REWIND MAGAZINE - ART WOLFE

Come trascorri il tempo quando non fotografi?

Sono un fotografo ed un artista fino all’osso, e ci sono dav-

vero poche occasioni in cui non scatto, ad essere onesto. E’

davvero un “lavoro” da 365 giorni all’anno per me. Detto

questo - quando torno da un viaggio, ho un bellissimo giar-

dino a casa mia a West Seattle, Washington ispirato dalle

montagne dell’Hang Shan in Cina. Ho ruscelli che scorrono,

cascate, bonsai di pini ed aceri ed un tappeto di muschio con

delle piante native. Quando torno da ogni mio viaggio, tras-

corro 4-6 ore dello stesso giorno a potare piante, tagliare le

erbacce, togliere le foglie secche, pulire i ruscelli.. è un lavoro

che mi lega molto alla terra ed amo farlo.

Di certo è la mia seconda passione.

Parlaci del tuo processo fotografico, dall’idea grezza alla

fine.

Ho una libreria molto estesa a casa mia, piena di libri di arte

dai fotografi ai pittori, agli scultori. Da qui traggo molta

ispirazione per gli ultimi lavori, per viaggiare per il mondo

verso nuove località e spesso faccio un abbozzo dei miei fu-

turi shooting sulla carta. A volte, questi possono essere utili

quando c’è una barriera di linguaggio - uno schizzo veloce

di ciò che avevo in mente può raffigurare un’idea in maniera

più veloce di cercare di descriverlo attraverso un interprete

(quando ce n’è uno disponibile). Una volta nel campo, vado

assieme al flusso, non sono rigido e fermo su ciò che avevo

visualizzato in precedenza e spesso è l’inaspettato e il caso

fortuito che la ha vinta. Scatto senza luce artificiale per la

maggior parte del tempo (il mio lavoro in studio chiamato

Human Canvas è una ovvia eccezione) perché credo che i

flash e le luci non possano spesso riprodurre la bellezza dei

soggetti illuminati naturalmente. Scatto meno immagini

oggi di quanto facevo prima con la pellicola perché posso

verificare la messa a fuoco e la composizione direttamente

con la mia camera in maniera semplice - so che ce l’ho fatta

e vado avanti. Edito tutte le immagini che ho scattato nella

giornata la stessa sera, non permettendo mai a me stesso

di restare indietro. Cancello le immagini immediatamente

e non guardo mai indietro, tenendo soltanto quelle che cre-

do davvero speciali. Le edito con Adobe Lightroom, e una

volta tornato in ufficio do i ritocchi finali (eliminazione del

rumore, maggiore definizione) con Adobe Photoshop. In uf-

ficio stampiamo con stampanti Epson, carte ed inchiostro

fino a 60 pollici per lato.

Qual è il tuo segreto per una foto speciale?

Non c’è nessun “segreto speciale”, di certo, perché ogni im-

magine è diversa da un’altra.

Direi che un’immagine che evoca una risposta emotiva

nell’osservatore è quella che ha successo. Una che da all’os-

servatore un attimo di tregua per pensare e riflettere sull’im-

magine, per studiarla. Gli elementi di posa e forma danno

un grande contributo a queste immagini di successo. La bel-

la luce e l’attimo giusto, si aggiungono a questi elementi.

Un uso studiato e giudizioso dello spazio negativo e positivo

nell’immagine, il pattern e le ripetizioni giocano tutte un

ruolo chiave per far ‘riuscire’ una foto.

Sono inoltre fortemente influenzato dai miei studi in Storia

dell’Arte e gli stessi elementi che rendono un quadro grandi-

oso che è stato apprezzato per millenni, si troveranno anche

nella foto più apprezzata di tutti i tempi.

Potresti raccontarci uno degli aspetti negativi del viagg-

iare costantemente?

Adoro viaggiare, una volta che sono giunto a destinazione.

Credo che non vivrò abbastanza a lungo per vedere il tele-

trasporto, dove puoi eliminare la fase delle 20 ore di volo

dall’equazione. Una volta raggiunta la meta, non mi impor-

ta molto del cibo e degli hotel, e trovo che le persone siano

universalmente ospitali e gentili. Credo che questo sia legato

all’immagine che proietto loro, un’immagine di pace e felic-

ità - ed è lo stesso che ricevo in cambio.13

Page 16: REWIND MAGAZINE - Aprile/Giugno (Versione Italiana)

REWIND MAGAZINE - ART WOLFE

Cos’ è che ti lega alla natura?

Sono sempre stato un naturalista ed un conservazionista da

quando ero un ragazzino. Ho vagato per le gole di legno di

West Seattle e crescendo ho imparato a riconoscere la flora

locale e la fauna, attraverso libri guida. Una volta che ho

imparato a guidare la mia cerchia si è espansa e non si è mai

fermata.

Il mio obiettivo è sempre stato di condividere tutti i bei an-

goli del nostro pianeta, le bellezze nascoste che la maggior

parte delle persone non vedrà mai con i propri occhi nella

speranza che più e più persone capiranno quanto è bello il

posto in cui viviamo ed è per questo che dovremmo preoccu-

parci e fare il possibile per preservarla, perché uniti possia-

mo essere i migliori ‘bodyguard’ della natura.

Se potessi scegliere un artista del passato con cui cooper-

are, chi sarebbe?

Avrei una lunga lista - i miei preferiti sarebbero i pittori

classici, come Monet e Manet, ma anche contemporanei

come Toby e Pollack. Ma se dovessi sceglierne soltanto uno

sicuramente la mia scelta ricadrebbe su M.C. Escher. Ho

anche pubblicato un libro chiamato “Migrazioni”, dove è

possibile vedere la sua influenza nelle mie immagini. Quin-

di, credo sarebbe divertente collaborare con lui in uno dei

miei progetti.

Nella tua carriera, hai pubblicato più di 65 libri. C’è un

libro che ami in particolare che vorresti suggerire ai letto-

ri che hanno appena scoperto il tuo lavoro?

Ho sempre amato i libri. Compro sempre libri dei miei amici

fotografi in quantità esagerate, ed ho una libreria esager-

atamente piena a casa. Il mio miglior libro, la mia opera

maggiore, sarà rilasciato questo anno e sarà chiamato “La

Terra è la mia testimone”. Questa è una collezione dei miei

migliori lavori di tutta la mia carriera, ed ho passato 3 anni

a viaggiare il mondo con questo libro in mente cercando

nuove locations e fotografano nuove specie di animali che

ho sempre voluto scattare (Megattere sott’acqua, Puma in

Patagonia, e Giaguari nel Pantanal ad esempio) e questo

sarà il libro che i lettori vorranno vedere.

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Page 17: REWIND MAGAZINE - Aprile/Giugno (Versione Italiana)

REWIND MAGAZINE - ART WOLFE

Le foto nell’articolo sono di proprietà esclusiva di Art Wolfe.

Puoi seguire altri lavori di Art sul suo sito web:www.artwolfe.com

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NANNI LICITRANANNI LICITRA

REWIND MAGAZINE - NANNI LICITRA

Nell’intervista delle prossime pagine incontriamo un nostro lettore, nonchè un fotografo per passione che vive a Bologna.Prima di leggere, indossa un paio di cuffie e metti della buona musica sul tuo iPod, perchè parleremo di musica! Infatti, le foto particolari di Giovanni, amichevolmente chiamato Nanni, sono ispirate ai grandi nomi del rock rock, di cui lui è grande fan.

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REWIND MAGAZINE - NANNI LICITRA

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Le foto presenti nell’articolo sono di proprietà esclusiva diGiovanni Licitra.

Puoi seguire Nanni sul suo sito web:http://oneimaginaryboy88.tumblr.com/

Ciao Giovanni, presentati ai nostri lettori.Sono un ragazzo siciliano di 25 anni. Da 6 anni vivo a Bologna, dove studio giurisprudenza. Oltre a cercare di laurearmi, passo le mie giornate ascoltando musica e immaginando cose che non esistono. Mi piacciono le fotocamere analogiche, i Joy Division e la pizza.

Sei entrato a far parte del mondo della fotografia da solo, oppure questa passione ti é stata trasmes-sa da qualcun altro? Sin da piccolo subivo una grossa attrazione da parte del cassetto di casa dove i miei genitori tenevano tutte le vecchie foto di famiglia. Passavo delle ore a guardarle, mi rilassava molto sfogliare quegli album - quindi più che farle le foto, diciamo che mi piaceva guardarle.

Poi a convincermi a comprare la mia prima fotocamera è stato un amico, “Peppe” che ringrazio soprattutto per avermi insegnato le basi.

Abbiamo notato che scatti prevalentemente in analogico, come mai questa scelta?Crescendo, e cominciando ad ascoltare musica la mia attenzione si era spostata sulle foto delle grandi band del passato (The Smiths, The Doors, Pink Floyd, The Velvet Underground). Ascoltare la loro musica e vedere quelle foto datate, così realistiche quanto surreali, mi af-fascinava tantissimo. Non avevano niente a che vedere con il moderno digitale. Questo mi ha spinto a comin-ciare a scattare in analogico, sperimentando vari tipi di pellicole, formati (35mm, 120mm,110mm, Instant) e tecniche fino ad usare polvere e impronte digitali sui negativi da scannerizzare, come una post produzione “manuale”: restando ogni volta sempre più soddisfatto e sorpreso dai risultati.Recentemente, grazie a David La Tache, fondatore del sito ishotpix.com, mi è stata data la possibilità di ottene-re pass foto per vari eventi musicali dove scatto gallery in analogico cercando di ricreare le atmosfere di quelle foto che tanto mi hanno affascinato (cosa che mi diverte moltissimo).

Fotografia: Testa o Cuore? Più che testa o cuore, penso si tratti di occhio o meglio di “punto di vista”. Ognuno di noi ne ha uno. Solo che quello di alcuni è più interessante di quello di altri.

C’è una camera o una pellicola che preferisci?Non ho una macchina preferita. Mi piace molto vari-are e provarne diverse anche se prediligo le fotocamere meccaniche da 35 mm per una questione di comodità (numero di foto, sviluppo e costi). Per quanto riguarda le pellicole ce ne sono tante che uso spesso, ma le mie preferite in assoluto sono per il bianco e nero le pellicole Ilford (se voglio un po’ più di grana uso l’HP5 400, se ne voglio meno il Delta 400); per il colore preferisco i Kodak Portra, specialmente le ISO 400 e 800: rendono i colori molto saturi, specialmente in scarse condizioni di luce.

REWIND MAGAZINE - NANNI LICITRA

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Ciao Giovanni, presentati ai nostri lettori.Sono un ragazzo siciliano di 25 anni. Da 6 anni vivo a Bologna, dove studio giurisprudenza. Oltre a cercare di laurearmi, passo le mie giornate ascoltando musica e immaginando cose che non esistono. Mi piacciono le fotocamere analogiche, i Joy Division e la pizza.

Sei entrato a far parte del mondo della fotografia da solo, oppure questa passione ti é stata trasmes-sa da qualcun altro? Sin da piccolo subivo una grossa attrazione da parte del cassetto di casa dove i miei genitori tenevano tutte le vecchie foto di famiglia. Passavo delle ore a guardarle, mi rilassava molto sfogliare quegli album - quindi più che farle le foto, diciamo che mi piaceva guardarle.

Poi a convincermi a comprare la mia prima fotocamera è stato un amico, “Peppe” che ringrazio soprattutto per avermi insegnato le basi.

Abbiamo notato che scatti prevalentemente in analogico, come mai questa scelta?Crescendo, e cominciando ad ascoltare musica la mia attenzione si era spostata sulle foto delle grandi band del passato (The Smiths, The Doors, Pink Floyd, The Velvet Underground). Ascoltare la loro musica e vedere quelle foto datate, così realistiche quanto surreali, mi af-fascinava tantissimo. Non avevano niente a che vedere con il moderno digitale. Questo mi ha spinto a comin-ciare a scattare in analogico, sperimentando vari tipi di pellicole, formati (35mm, 120mm,110mm, Instant) e tecniche fino ad usare polvere e impronte digitali sui negativi da scannerizzare, come una post produzione “manuale”: restando ogni volta sempre più soddisfatto e sorpreso dai risultati.Recentemente, grazie a David La Tache, fondatore del sito ishotpix.com, mi è stata data la possibilità di ottene-re pass foto per vari eventi musicali dove scatto gallery in analogico cercando di ricreare le atmosfere di quelle foto che tanto mi hanno affascinato (cosa che mi diverte moltissimo).

Fotografia: Testa o Cuore? Più che testa o cuore, penso si tratti di occhio o meglio di “punto di vista”. Ognuno di noi ne ha uno. Solo che quello di alcuni è più interessante di quello di altri.

C’è una camera o una pellicola che preferisci?Non ho una macchina preferita. Mi piace molto vari-are e provarne diverse anche se prediligo le fotocamere meccaniche da 35 mm per una questione di comodità (numero di foto, sviluppo e costi). Per quanto riguarda le pellicole ce ne sono tante che uso spesso, ma le mie preferite in assoluto sono per il bianco e nero le pellicole Ilford (se voglio un po’ più di grana uso l’HP5 400, se ne voglio meno il Delta 400); per il colore preferisco i Kodak Portra, specialmente le ISO 400 e 800: rendono i colori molto saturi, specialmente in scarse condizioni di luce.

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REWIND MAGAZINE - NANNI LICITRA

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REWIND MAGAZINE - NANNI LICITRA

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REWIND MAGAZINE - ELEONORA PELLEGRI

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Page 25: REWIND MAGAZINE - Aprile/Giugno (Versione Italiana)

Ciao Eleonora, per favore presentati ai nostri lettori.

o abito a Castelnuovo Magra, un angolo di paradiso in pro-

vincia di La Spezia con le Alpi Apuane alle spalle ed un mer-

aviglioso mare di fronte, per vivere mi occupo di contabil-

ità e lavoro presso due aziende della zona come impiegata

amministrativa, ho cinque cani, una decina di gatti e un

pensiero fisso: la fotografia.

Da dove nasce la passione per la fotografia?

Il mio primo ricordo riguardo ad una macchina fotografica

è di un giocattolo regalatomi a Torre Del Lago (LU), quei

souvenir venduti nelle bancarelle dove nel mirino vedevi

piccole diapositive raffiguranti i luoghi turistici, forse avevo

cinque anni o giù di lì, ho ottenuto la mia prima “polaroid

vera” quando avevo sette anni, un regalo dello zio, sostituita

a dieci anni da una kodak instamatic.

La fotografia, il disegno e alcune prove di scultura hanno

occupato i miei pomeriggi solitari, pigri ed assolati tipici

della nostra terra ligure.

Da circa sette anni ho cominciato ad approfondire la conos-

cenza della tecnica fotografica, grazie anche all’incontro con

il pittore, incisore, fotografo Paolo Navalesi

Consigli per usare una fotocamera a foro stenopeico?

Vorrei consigliare di non farsi intimidire dal supporto usa-

to, mi spiego meglio, all’inizio della mia avventura stenope-

ica mi preoccupavo soltanto dell’esposizione corretta quin-

di l’ansia che mi attanagliava distruggeva il piacere dello

scatto e faceva passare in secondo piano la bellezza della

scena da ritrarre. Ogni macchina pinhole, sia acquistata

che autocostruita, ha bisogno di un test; muniti di carta e

penna si possono annotare i tempi di esposizione dei sin-

goli fotogrammi del primo rullo, questo, a mio parere ci

aiuterà a prendere confidenza con lo strumento usato e ci

darà un’idea approssimativa dei tempi adatti alle scene che

si vorranno ritrarre.

Cosa ti rende appassiona di questo tipo di fotografia?

Mi piace usare questa tecnica per i tempi lenti di “preparaz-

ione” dell’immagine, per i secondi contati mentre scatto, per

la sorpresa e per l’emozione che ogni volta provo in camera

oscura quando finalmente vedo apparire l’immagine nella

bacinella dello sviluppo.

Come ti prepari per il Pinhole Day?

La mattina del Pinhole Day carico la Panda Van gialla di

scatole, scatolette e macchine fotografiche, precisamente: la

mia nuova StenopeiKa 4x5, una Kiev 88 da me modificata,

un bauletto di legno costruito dall’amico Guido D’Apuzzo e

qualche barattolo di latta.

Giudico il pinhole day una vera e propria festa e pretendo di

tornare a casa con almeno un’immagine decente da inserire

nella galleria di foto del Pinhole Day, la cosa mi riempie

di orgoglio. Questo anno ho puntato sulla StenopeiKa, per

ottenere negativi interessanti per alcune stampe da effettu-

are con la tecnica del cyanotipo.

Puoi parlarci di un progetto che hai fatto utilizzando

questa tecnica?

Vi mostro volentieri un trittico di immagini attualmente

esposte nella mostra d’arte collettiva Artiste/i per la Resis-

tenza a Fosdinovo (Ms). L’opera è intitolata “Pellegrinaggi”.

(foto a pagina seguente)

Il 27 Aprile, il mondo della fotografia ha festeggiato la Giornata della Fotografia Stenopeica. In questo giorno, abbiamo ricordato sulla nostra pagina online come è nata la fotografia grazie al foro stenopeico. Su questo tipo di fotografia, la nostra amica, Eleonora Pellegri, ha basato il suo modus vivendi.

Prima di leggere l’intervista, vi diamo qualche notizia di base sul mondo del foro stenopeico. Immaginate che questa tecnica esiste da oltre 800 anni. Un foro stenopeico è un foro molto piccolo fatto su una scatola che contiene una pellicola. Il foro, ha la funzione di ‘obiettivo’ e la luce di una scena passa attraverso questo singolo punto e proietta un’immagine invertita sul lato opposto della scatola. L’immagine risultante, non è molto definita, e di solito un foro più piccolo da risultati migliori, richiedendo però in cambio un tempo di esposizione maggiore.La foto a sinistra, è stata scattata da Eleonora nella Giornata della fotografia Stenopeica quest’anno. Leggiamo cosa ha da dirci su questo processo!

REWIND MAGAZINE - ELEONORA PELLEGRI

Le foto presenti nell’articolo sono di proprietà esclusiva di Eleonora Pellegri.

Puoi seguire altri lavori di Eleonora su:www.eleonorapellegri.wordpress.com

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Da questo numero abbiamo inserito una nuova sezione chiamata Portfolio dei Lettori.Per chiarezza spieghiamo cosa intendiamo per portfolio. Si intende per portfolio una serie di immagini finalizzate ad esprimere un idea centrale, un tema ricorrente oppure mediante l’utilizzo di una tecnica particolare di ripresa. Nel nostro caso vi chiediamo di inviare un portfolio a tema libero in numero minimo di 4 e in numero massimo di 12 foto, nelle dimensioni massime di 20x30 a 300DPI via mail a [email protected] inoltrando anche una breve descrizione del portfolio che statepresentando.

Rewind Staff

Page 29: REWIND MAGAZINE - Aprile/Giugno (Versione Italiana)

Filippo Danilo LiveraREWIND MAGAZINE -FILIPPO DANILO LIVERA

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Arabeschi di FuocoLe foto che andrò a presentarvi rappresentano un momento particolare che vivo in maniera intesa quando fotografo i fuochi:la felicità.Da ciò scaturisce il titolo del mio portfolio “Arabeschi di Fuoco”.Sembrerà strano,ma tra tutti gli oggetti o cose che i co-muni fotografi vanno a immortalare con la propria macchina fotografica,ho scelto di fotografare i fuochi d’artificio con la mo-dalità delle lunghe esposizioni.Quest’ultimi esplicano in pieno il concetto di gioia,felicità,armonia,libertà.....Questa tipologia di foto mi ha portato a girare tanti posti,condividendo la gioia assieme ad altre persone nel vedere questi giochi di fuoco stagliarsi nel cielo,illuminando di piacevoli sensazioni le migliaia di persone che vi assistono.La tipologia di scatto che di più preferisco è quello di accostare allo spettacolo dei fuochi particolari monumenti o oggetti che possono risaltare ancora meglio la particolarità del luogo e l’emozione che questo spettacolo suscita in me.Ho utilizzato una Canon Eos 1100D e una Canon Eos 70D con un Tamron 17-50 mm F2.8,un Samyang 8 mm F3.5,un Tamron 10-24 mm F3.5-4.5

Foto di © Filippo Danilo Livera

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Foto di © Filippo Danilo Livera

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Andrea FaccoPanocreative

Le foto che qui presento fanno parte di un progetto fotografico sulla fotografia d’architettura che ho chiamato “Panocreative”, termine che unisce le parole panoramica e creatività. Come si può capire dal titolo questi scatti sono molto diversi dalle tipiche foto panoramiche, spesso applicate principalmente ai paesaggi piuttosto che alle architetture come in questo caso e in particolare si discostano di molto dalla fotografia d’architettu-ra e dalle sue regole.

L’idea di scattare delle panoramiche verticali di alcune strutture ed edifici nasce dalla mia ricerca di un modo del tutto personale per documentare e fotografare le architetture.

Infatti, essendo uno studente della Facoltà di Architettura di Genova, nel corso degli anni di studio, ho dovuto più volte af-frontare questo genere di fotografia. Per questa ragione ho poi ideato un lavoro interamente dedicato alla fotografia di architettura, che potesse in qualche modo rap-presentarmi ed essermi congeniale.

La tipica tecnica fotografica di ripresa delle architetture, spesso legata ad un’estrema precisione, ad esempio con l’uso del banco ottico, risulta difficile da utilizzare in determinate situazioni e personalmente trovo che sia troppo rigorosa e poco interpre-tativa delle emozioni e sensazioni che può suscitare un edificio sull’osservatore. Ho scelto una tecnica del tutto differente e anche controcorrente per documentare gli edifici che potesse risultare descrittiva degli ambienti ma che in qualche modo, utilizzando un punto di vista personale con inquadrature insolite e maggiormente dinamiche, risultasse anche un’interpretazione di ciò che ho visto.

Le foto seguono e riprendono il punto di vista di un ideale os-servatore che sposta il suo sguardo in diverse direzioni, da ciò che gli sta più vicino: il pavimento, fino a guardare anche ciò che si trova al di sopra della sua testa: un soffitto, una vetrata, un ro-sone o una volta, consentendo non solo di entrare nell’architet-tura ripresa ma anche di ritrovare e rivivere il punto di vista del fotografo.

Tecnicamente queste foto sono state realizzate con una serie di scatti a mano libera in panoramica con una nikon D300s e un 12-24 mm f4 della tokina.

Gli scatti sono stati realizzati in diverse città, a partire da Geno-va, mia città natale, seguita da Milano, Torino e Barcellona.Ho cercato tipologie di edifici simili in ogni città in modo da creare un confronto tra queste e tra i diversi stili per ogni epoca.

Segui Andrea su:

Sito: www.andreafacco.com

Facebook: https://www.facebook.com/andrea.facco

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REWIND MAGAZINE -ANDRA FACCO

Foto di © Andrea Facco

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REWIND MAGAZINE -ANDRA FACCO

Foto di © Andrea Facco

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Le nostreselezioni

Ogni immagine e testo in Rewind Magazine sono di proprietà esclusiva dell’autore.

Autori Selezionati:Will Tee Yang, Ilaria Ingravalle, Viviane Izzo, Karolina Ryvolova, Luigi di Loro, Luca Pareto, Mikko Lagerstedt, Siiri Kumari, Cristina Hoch, Nicole Lim.

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Will Tee Yang“...Scattare su pellicola mi fa rallentare tutto il processo, e mi fa mettere a fuoco e comporre lo scatto, e premere l’otturatore al momento giusto. Mi sento inoltre più connesso quando lavoro con vecchi corpi manuali a pellicola.Mi piace anche il mistero di non sapere precisamente come lo scat-to verrà fuori quando scatti a pellicola...” Intervista completa: http://rewindmagazine.it/post/81715252939/willteeyang

Sito: http://blog.willteeyang.comFacebook: https://www.facebook.com/willteeyangphotographyVimeo: http://vimeo.com/willteeyang

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REWIND MAGAZINE -WILL TEE YANG

Foto di © Will Tee Yang

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Ilaria Ingravalle“...Il cuore ci indirizza, ci guida, inizia a battere forte quando vediamo qualcosa che ci attira.Fare una fotografia è innamorarsi del soggetto, desiderarlo...” Intervista completa: http://rewindmagazine.it/post/82130157900/ilariaingravalle

Flickr: https://www.flickr.com/photos/ikorosphotography/Lomography: http://www.lomography.it/homes/opheliaSito: http://asibrokethesilence.tumblr.com

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REWIND MAGAZINE -ILARIA INGRAVALLE

Foto di ©Ilaria Ingravalle

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Viviane Izzo“...La fotografia e l’amore sono strettamente legati per me; entrambi hanno infatti la capacità di rendere speciali, cose e persone che ai più, risultano ordinarie.Sono del parere però, che la fotografia abbia una marcia in più, in quanto essa è capace di immortalare la particolarità percepita e renderla una realtà tangibile e riconosciuta anche da chi prima non riusciva a distinguerla...” Intervista completa: http://rewindmagazine.it/post/83603222813/vivianeizzo

Sito: http://vivianeizzophotography.wordpress.comFacebook: https://www.facebook.com/vivianeizzophotography

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REWIND MAGAZINE - VIVIANE IZZO

Foto di © Viviane Izzo

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Karolina Ryvolova“...Sono ispirata per lo più dalla natura, luoghi, foto ed arte che vedo ogni giorno. I vestiti di solito sono il frutto di una grande improvvisazione in base alla location; la maggior parte sono creati da tessuti e vestiti che portiamo con noi. Ho anche iniziato a fare corone di fiori e cappelli - mi piace molto creare, ma non sono mai come li ho pianificati. Dovrei davvero migliorare...” Intervista completa: http://rewindmagazine.it/post/84358442579/karolinaryvolova

Facebook: https://www.facebook.com/KarolinaRyvolovaPhotography500px: http://500px.com/KarolinaRyvolova

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REWIND MAGAZINE - KAROLINA RYVOLOVA

Foto di © Karolina Ryvolova

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Luigi Di Loro“...Amo ritrarre persone, osservo i loro visi, leggo le lorostorie e le racconto attraverso gli scatti.I Soggetti principali della mia fotografia sono attimi, vita comune che diventa poesia, luoghi che raccontano una storia, particolari e contrasti...” Intervista completa: http://rewindmagazine.it/post/84761550885/luigidiloro

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REWIND MAGAZINE - LUIGI DI LORO

Foto di © Luigi Di Loro

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Luca Pareto“...Ho sempre ammirato i servizi fotografici riguardanti il mood fashion, anche se difficili da interpretare per diverse ragioni: la modella con caratteristiche idonee al genere, la reperibilità degli outfit ed altro...” Intervista completa: http://rewindmagazine.it/post/85462728480/lucapareto

Sito: http://lucaparetophotographer.tumblr.comFacebook: https://www.facebook.com/LucaParetoPhotographerFacebook Studio: https://www.facebook.com/carpediemstudio.lucap

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Luca ParetoREWIND MAGAZINE - LUCA PARETO

Foto di © Luca Pareto

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Mikko Lagerstedt“...Quali sono le parole che un fotografo di paesaggi odia sentire?

“Se solo avessi la stessa camera”. Beh, non è male avere una buona fotocamera, ma non è la cosa più importante nella fotografia paesaggistica, come del resto in molti tipi di fotografia...” Intervista completa: http://rewindmagazine.it/post/86015883802/mikkolagerstedt

Facebook: https://www.facebook.com/pages/Photography-Mikko-Lagerstedt/137616549627247Sito: http://www.mikkolagerstedt.com

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REWIND MAGAZINE -MIKKO LAGERSTEDT

Foto di ©Mikko Lagerstedt

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Siiri Kumari“...Migliora il modo con cui comunichi con la modella o il modello. Ci sono molti libri di posa fatti bene. Personalmente, raccomanderei “Picture Perfect Posing” di Roberto Valenzuela (il libro è in inglese). Lui spiega come dirigere il tuo soggetto, e cosa evitare se vuoi avere un look naturale.Ogni piccolo dettaglio - dita, dita dei piedi, posizione della mandibola - tutto è im-portante più di quanto si immagini...” Intervista completa: http://rewindmagazine.it/post/86537903958/siirikumari

Facebook: https://www.facebook.com/siirikumariphotoSito: http://siirikumari.com

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REWIND MAGAZINE -SIIRI KUMARI

Foto di © Siiri Kumari

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Cristina Hoch“...Cerco di fotografare la gente in maniera naturale, non voglio pose da modelle fashion - voglio solo che ai miei modelli piaccia la natura - ed è questo che voglio ritrarre...” Intervista completa: http://rewindmagazine.it/post/87237619958/cristinahoch

Sito: http://cristinahoch.tumblr.comFlickr: https://www.flickr.com/photos/whiteface_greeneyes/

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Cristina HochREWIND MAGAZINE - CRISTINA HOCH

Foto di © Cristina Hoch

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Nicole Lim“...Ho iniziato a fare ritratti nella natura per la sfocatura del bokeh. Sono sempre stata affascinata da come i diversi sfondi possono produrre effetti di sfocatura to-talmente diversi, e, se dovessi scegliere, la luce naturale sarebbe sempre al primo posto per me...” Intervista completa: http://rewindmagazine.it/post/88601510367/nicolelim

Facebook: https://www.facebook.com/thepixelbunnyInstagram: http://instagram.com/jesuistigerlily

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REWIND MAGAZINE -NICOLE LIM

Foto di © Nicole Lim

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Timea Ruman-Roka“...Credo che in ognuno di noi ci sia nascosta una passione, basta tirarla fuori. Ho sempre coltivato la passione per le immagini e le emozioni che mi raccontava mia cugina, entrata da poco alla scuola di fotografia, hanno alimentato ancora di più la mia curiosità per la fotogra-fia. Di conseguenza dopo il liceo ho frequentato e concluso la scuola ufficiale di fotografia di Budapest. Successivamente ho conseguito l’attestato per la partecipazione a Film & Studio Photography Lighting Master Course...” Intervista completa: http://rewindmagazine.it/post/89271659247/timearumanroka

Sito: http://rumanka.wix.com/rumanka-photographyFacebook: https://www.facebook.com/pages/Rumanka-Photography/104670469576855

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Timea Ruman-RokaREWIND MAGAZINE - TÌMEA RUMAN-ROKA

Foto di © Timea Ruman-Roka

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Nella precedente edizione del magazine, vi abbiamo chiesto di mandarci le vostre foto sul nostro pool di Flickr: www.flickr.com/groups/rewindmagazine/. Il tema scelto era la luce naturale. Avete partecipato in tanti, ma solo a tre di voi è data la possibilità di comparire sulla rivista. Ecco a voi i vincitori!

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REWIND MAGAZINE - CONCORSO FLICKR

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1st Nico Coratella

Flickr: https://www.flickr.com/photos/nicocoratella/10266423706/

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2° CRY BOYREWIND MAGAZINE - CONCORSO FLICKR

Flickr: https://www.flickr.com/photos/cryboy/13938572587/

3° Lollo

Flickr: https://www.flickr.com/photos/lorenzoborghi/13968654104/

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REWIND MAGAZINE -CONCORSO FLICKR

Continua a condividere con noi le tue foto, inviandocele su Flickr. Per il prossimo concorso, vogliamo vedere qualche foto a lunga esposizione. Armati dunque di un buon cavalletto e tanta pazienza e vai a fotografare dei paesaggi, un edificio o un modello/a. L’immagine deve essere più lunga di 2 secondi.

Non sai come inviarci le tue foto? Vai nel nostro Pool di Flickr seguendo questo link:www.flickr.com/groups/rewindmagazine/

Inviaci una foto

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REWIND [email protected]: rewindmagazineitTwitter: @Rewind_Magazinewww.rewindmagazine.it