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Radicati nella fede foglio di collegamento della chiesa di Vocogno e della cappella dell’Ospedale di Domodossola dove si celebra la messa tradizionale 4 Si assiste ormai rassegnati al vertiginoso calo delle vo- cazioni sacerdotali e alla re- lativa diminuzione della presenza dei preti in mezzo a noi. Di giorno in giorno aumentano le parrocchie senza più la presenza stabile del sa- cerdote; anzi, diventano queste una rarità. Chiese e chiese vengono ormai aperte spora- dicamente per la celebrazione di qualche santa messa, restando per la maggior parte dell'anno chiuse. E anche quando, in qualche grande par- rocchia, il sacerdote è ancora residente, la sua effettiva presenza si as- sottiglia sempre più, obe- rato com'è dal dover garantire un servizio ad innumerevoli piccoli cen- tri sparsi nei dintorni. In intere vallate di monta- gna non vi abita più nem- meno un prete. Non c'è che dire, un quadro sconfortante; malinconi- camente sconfortante. Qual è però il pericolo più grande? A nostro pa- rere è che la soluzione a tutto questo problema è dettato da coloro che questo problema hanno causato e accelerato. Il cristianesimo “protestan- tizzato” ha innescato il di- sastro decenni fa' ed ora propone i rimedi! Tutta la riforma liturgica degli anni '60 e '70 aveva puntato sulla centralità della Parola di Dio. Aveva voluto con forza (violenza?) una completa revisione della millenaria liturgia cat- tolica, e l'aveva piegata alle necessità della nuova ecclesiologia e della nuova pastorale. Di una nuova ecclesiologia: la Chiesa non più Corpo Mistico di Cristo, ma prevalentemente popolo di Dio; l'accento non più sul sa- cramento dell'Ordine, sul Sacerdozio, che co- stituisce la nervatura gerarchica della Chiesa, ma l'accento sul battesimo, sul laicato che deve sempre più essere corresponsabile dell'azione della Chiesa. Da questa nuova ecclesiologia, che poneva l'accento sulla comunità e non sull'unione con Dio in Gesù Cristo, una assillante preoccupa- zione perché tutto fosse tradotto in lingua parlata nella messa e nei sa- cramenti, affinché i fe- deli non si sentissero inferiori ai preti nella pubblica preghiera. I fe- deli, corresponsabili nella Chiesa con i preti, dovevano tutto subito capire, per poter demo- craticamente governare la casa di Dio. Ecco al- lora la strabordante im- portanza della Parola di Dio intesa semplice- mente come il leggere la Bibbia nelle messe; la libidinosa creatività nelle liturgie della pa- rola con laici lettori, fe- deli commentatori, gesti simbolici accompa- gnanti le letture, omelie partecipate, logorroiche preghiere dei fedeli, seguite poi da una veloce e scarna consacrazione che, ahimè dicevano i più illuminati, restava ancora riservata al prete, perché noi cattolici non arriviamo fino in fondo al protestantesimo. Ecco, potremmo spiegarci cosi: da noi si è operato, nel post-concilio, un protestantesimo di mezzo, che non arriva ad eli- minare del tutto il prete, questo no, ma che gli ha lasciato un angolino: la consacrazione. Ma ANNO VIII APRILE 2015 N. Editoriale Predicazione di San Francesco: il Santo d’Assisi si fece ordinare Diacono per poter annunciare il Vangelo e predicare.

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  • Radicati nella fedefoglio di collegamento della chiesa di Vocogno e della cappella dellOspedale di Domodossola dove si celebra la messa tradizionale 4

    Si assiste ormai rassegnatial vertiginoso calo delle vo-cazioni sacerdotali e alla re-lativa diminuzione della presenza dei preti inmezzo a noi. Di giorno in giorno aumentano leparrocchie senza pi la presenza stabile del sa-cerdote; anzi, diventano queste una rarit.Chiese e chiese vengono ormai aperte spora-dicamente per la celebrazione di qualche santamessa, restando per la maggior parte dell'annochiuse. E anche quando, in qualche grande par-rocchia, il sacerdote ancora residente, la suaeffettiva presenza si as-sottiglia sempre pi, obe-rato com' dal dovergarantire un servizio adinnumerevoli piccoli cen-tri sparsi nei dintorni. Inintere vallate di monta-gna non vi abita pi nem-meno un prete. Non c'che dire, un quadrosconfortante; malinconi-camente sconfortante.

    Qual per il pericolopi grande? A nostro pa-rere che la soluzione atutto questo problema dettato da coloro chequesto problema hannocausato e accelerato. Ilcristianesimo protestan-tizzato ha innescato il di-sastro decenni fa' ed orapropone i rimedi!

    Tutta la riforma liturgica degli anni '60 e '70aveva puntato sulla centralit della Parola diDio. Aveva voluto con forza (violenza?) unacompleta revisione della millenaria liturgia cat-tolica, e l'aveva piegata alle necessit dellanuova ecclesiologia e della nuova pastorale.

    Di una nuova ecclesiologia: la Chiesa non pi

    Corpo Mistico di Cristo, maprevalentemente popolo diDio; l'accento non pi sul sa-

    cramento dell'Ordine, sul Sacerdozio, che co-stituisce la nervatura gerarchica della Chiesa,ma l'accento sul battesimo, sul laicato che devesempre pi essere corresponsabile dell'azionedella Chiesa.

    Da questa nuova ecclesiologia, che poneval'accento sulla comunit e non sull'unione conDio in Ges Cristo, una assillante preoccupa-

    zione perch tutto fossetradotto in lingua parlatanella messa e nei sa-cramenti, affinch i fe-deli non si sentisseroinferiori ai preti nellapubblica preghiera. I fe-deli, corresponsabilinella Chiesa con i preti,dovevano tutto subitocapire, per poter demo-craticamente governarela casa di Dio. Ecco al-lora la strabordante im-portanza della Parola diDio intesa semplice-mente come il leggerela Bibbia nelle messe; lalibidinosa creativitnelle liturgie della pa-rola con laici lettori, fe-deli commentatori, gestisimbolici accompa-

    gnanti le letture, omelie partecipate, logorroichepreghiere dei fedeli, seguite poi da una velocee scarna consacrazione che, ahim dicevano ipi illuminati, restava ancora riservata al prete,perch noi cattolici non arriviamo fino in fondoal protestantesimo. Ecco, potremmo spiegarcicosi: da noi si operato, nel post-concilio, unprotestantesimo di mezzo, che non arriva ad eli-minare del tutto il prete, questo no, ma che gliha lasciato un angolino: la consacrazione. Ma

    ANNO VIIIAPRILE 2015 N.

    Editoriale

    Predicazione di San Francesco: il SantodAssisi si fece ordinare Diacono perpoter annunciare il Vangelo e predicare.

  • anche questa rigorosamente tradotta in linguaparlata, ad alta voce, con le parole prese dallaBibbia, perch i fedeli ascoltando possano rati-ficarla con i loro amen. Eh s, perch nella de-mocratizzazione della Chiesa l'assenso deifedeli importante: nel mistero della fede enella comunione il fedele dicendo il suo s dforza alla Presenza di Cristo fatta dal sacer-dote... proprio un protestantesimo a met!

    La rivoluzione liturgica cos operata avrebbedovuto portare un nuovo slancio alla vita cri-stiana e alla missione della Chiesa nella so-ciet. Da subito per ci si accorse che stavaproducendo confusione. Si diede colpa al '68,alla rivoluzione sociale eculturale che stava scop-piando nella societ pro-prio negli anni del dopoconcilio. Si diceva chetutto si sarebbe messo aposto, che dopo la confu-sione e gli errori di appli-cazione, sarebbe venutal'ora serena e fecondadell'edificazione. Ma que-st'ora non mai arrivata!

    L'ultimo tentativo in que-sta prospettiva del pon-tificato interrotto diBenedetto XVI, che hafortemente promosso unriequilibrio in senso tradi-zionale della riforma; maqueste illusioni sonoscomparse con le sue di-missioni.

    Oggi la Chiesa si trova come un campo ilgiorno successivo alla battaglia: un cumulo diruderi, con i cadaveri da seppellire. Non solo lasociet non tornata cristiana, ma non ci sonopi preti per intraprendere una nuova opera.

    Cosa fanno i nipoti dei rivoluzionari liturgici edecclesiali di decenni fa? Propongono di rimpiaz-zare le messe con le liturgie della parola, ani-mate dai laici, terminanti con la comunionesacramentale! la conclusione logica della pidisastrosa falsa riforma della Chiesa. E questoepigono, lo annunciamo gi con certezza, por-ter a consumazione il disastro.

    La malattia non pu scacciare il morbo, lapeste non ferma la pestilenza, se non facendomorire tutti... ma se fosse cos che vittoria sa-rebbe?

    In tutte le epoche di crisi, la Chiesa non ha an-nacquato la sua identit per raggiungere tutti,no di certo. Ha invece moltiplicato lo zelo per-ch i suoi preti siano pi preti e i suoi fedeli picattolici.

    Nel medioevo, che conobbe intorno al milleuna grande crisi, riun i sacerdoti nelle pievi,fond i canonicati perch i ministri di Dio si san-tificassero in una vita quasi monastica, purific

    e rese sempre pisplendida la sua liturgia,moltiplic la preghiera.In una parola, gett lebasi per una rinascitapoderosa delle voca-zioni sacerdotali, co-sciente che senza pretenon c' Chiesa.

    Leggendo in questigiorni la stampa, che acaratteri cubitali scriveNon ci sono pi preti, lamessa la diranno i laicitutti possono capire chesi viaggia imperterritinel senso contrario allavera riforma dellaChiesa. Certo la stampaesagera, i laici non fa-rebbero la messa verae propria, leggerebbero

    le letture e darebbero la comunione: ma comenon vedere che questo l'ultimo passo per lascomparsa della messa in mezzo a noi. Gi cisiamo abituati a fare a meno del prete per ladottrina... i laici gi ascoltano e interpretano li-beramente i Vescovi e il Papa, ci manca soloche facciano una pseudo-messa per dichiarareinutile il sacerdote. Cosa penser un seminari-sta, miracolo vivente in questa Chiesa, leg-gendo un simile titolo sul giornale? Non avr ildubbio che la Chiesa non ha pi bisogno di lui?

    In tutto questo scempio si ha il segreto sospettoche i preti e i fedeli rieducati nello spirito dellanuova chiesa, quella del protestantesimo a

    Radicati nella fede pag. 2

    Sussidio liturgico della Conferenza Epi-scopale Piemontese Liturgia festivadella Parola di Dio in assenza di celebra-zione eucaristica (Gennaio 2015)

  • Radicati nella fede pag. 3

    met, guardino alle pseudo messe delle chiesesenza preti come all'ultima opportunit per com-pletare quella riforma della chiesa che il Vati-cano II aveva lasciato a met. S, vogliono unachiesa dove tutti sono sacerdoti... dove Cristonasce dal di dentro della coscienza del singoloe dal di dentro della comunit; una chiesa doveCristo non scende pi dall'alto, dove il prete un retaggio del passato destinato a scomparireo quasi: la fine del Cattolicesimo.

    Noi continuiamo sempre pi ad essere convintiche non abbiamo sbagliato nel tornare decisa-mente alla messa antica, che sicuramente non

    permette questa deriva. Oh se pi preti e fedelilo capissero! Avrebbero qui la possibilit offertada Dio per una reale rinascita.

    Ma quanto dovr ancora accadere perch icuori e le menti siano liberate?

    Sabato Santo4 aprile

    ore 20.30 SoLenne VegLia

    PaSquaLe

    PrimaSanta meSSa

    di PaSqua

    orari delle funzioni del triduo PasqualeneLLa chieSa di Vocogno

    secondo la forma tradizionale del rito romano

    SACRO TRIDUO PASQUALE

    gioVed Santo2 aprile

    ore 20.30S.meSSa

    in cena domini

    Vocognodomenica di PaSqua

    5 aprile

    ore 10.30S.meSSa cantata

    domodoSSoLaCappella Ospedale

    domenica di PaSqua5 aprile

    ore 10.30S.meSSa cantata

    SANTA PASQUA

    Venerd Santo3 aprile

    ore 20.30Liturgia

    deLLa PaSSione

    La Messa della

    Tradizione

  • Radicati nella fede pag. 4

    domenica 8 marzo 2015 si svolta a Verbania la quintagiornata della tradizione. guardando in modo particolare alla dottrina e alla testimo-

    nianza del Pre roger-thomas calmel o. P. e di michael da-vies, i numerosi fedeli presenti sono stati guidatiallapprofondimento del problema della riforma della messa.Pubblichiamo la parte introduttiva dellintervento di don al-berto Secci e la Dichiarazione di pre calmel, sulla rivistaItinraires del 27 novembre 1969.

    Verbania , 8 Marzo 2015 Quale attitudine di fronte

    alla questionedella Messa?

    Per entrare dentro a questo discorso occorresentire la drammaticit della situazione. Se unofosse qui freddamente a dire Cosa dicono que-sti della Messa antica?... perch non devo an-dare pi in parrocchia alla Messa nuova?...,beh! non ne ricaveremmo niente. Sarebbe comenon avere la domanda. Tu puoi parlare di qual-cosa, se dentro cogli il lavoro e la testimonianzadi un altro, se avverti lo stesso dramma, drammadi fronte al crollo della fede, dramma di frontealla situazione tristissima della vita cristiana checi circonda e che passa anche dentro di noi.

    Detto questo vi invitiamo a guardare a pre Cal-mel e a Michael Davies. Non sono gli unici, ma

    oggi vi chiediamo di volgere lo sguardo aquesti due uomini totalmente di Chiesa: undomenicano e un professore, un inse-gnante, animati dalla fede pi sincera.Quale autorit hanno su di noi Calmel eDavies? Uno potrebbe dire: in un discorsosulla Messa, sull'accettazione di una ri-forma liturgica, sull'obbedienza o meno al

    Papa o al proprio Vescovo su cose cos delicate,quale autorit hanno Calmel e Davies? Noi non basiamo quello che diciamo sull'autoritdel Papa, perch ci spingerebbe ad accettare laMessa nuova, o sull'autorit del nostro Vescovo,qualunque vescovo, perch veniamo da diocesidiverse.Calmel e Davies vanno seguiti e ascoltati non

    per gusto personale, perch li riconosciamocome i paladini di qualcosa che ci piace; ci piacela Messa vecchia e allora guardiamo a Calmel oa Davies: no di certo! Non per un discorso ideo-logico perch sarebbe come riferirci a noi stessi;noi dobbiamo riferirci a Ges Cristo Nostro Si-gnore.

    QUINTA QUINTA GIORNATAGIORNATA

    DELLA DELLA TRADIZIONETRADIZIONE

    INTERVENTO DI DON ALBERTO SECCIparte introduttiva

  • Radicati nella fede pag. 5

    Calmel e Davies hanno autorit in quanto quelloche hanno detto e fatto si posa sulla Tradizionedella Chiesa; e quello che hanno detto e fatto haaiutato a documentare la Tradizione dellaChiesa, a farla conoscere, a esplicitarla e ad ap-plicarla intelligentemente alle situazioni nuove,talvolta drammaticamente nuove, che la Chiesaha vissuto in questi anni. Hanno questa autorit,non ne hanno un'altra.Mi viene in mente un testo, uno scritto di Cal-

    mel, in cui diceva: Non sono n vescovo, ncardinale, sono un frate predicatore - un dome-nicano -, che ha ricevuto la grazia di predicarela fede e di denunciare l'eresia. Penso che il mioministero domanda di lanciarmi in questa batta-glia contro un Concilio che finisce nell'eresia.Quale autorit? Lui, di un frate domenicano; Da-vies, di un professore intelligente che ha riguar-dato la storia della Chiesa, in particolare dellaChiesa inglese, suscitato dalla domanda dram-matica: Dove va a finire la Chiesa cattolica dopoil Concilio?. In che senso quello che dicono loro,Calmel e Davies, ci vincola? - perdonatemi que-sta premessa: perch qui uno libero, dramma-ticamente qui libero Ti vincola, quello cheCalmel o Davies dicono e scrivono, nella misurain cui tu ne cogli l'intelligenza e il legame con laTradizione. Noi non siamo mai esentati da un la-voro intelligente sulle verit della fede. E' questoil problema. Non che tu devi aspettare che lodica qualcuno d'altro: la Tradizione, l'insegna-mento, il Magistero della Chiesa dato, la Rive-lazione avvenuta, i dogmi ci sono, la vitaliturgica di duemila anni della Chiesa c', non sipu negare. Nella misura in cui Calmel e Daviesintelligentemente te la fanno capire e te la fannocogliere... beh! nella misura in cui la tua intelli-genza ha capito e il tuo cuore ha colto che c' ilvero e il buono, l tu devi obbedire. Non siamomai esentati da un lavoro personale: l'invito diquesta giornata, gi con il documentario: baste-rebbe che questo abbia suscitato in noi alcunedomande o decisioni.

    Vedete, noi non siamo pi abituati a questo, per-ch si fatta strada una falsa idea della Fede,della Rivelazione: sembra che non sia fatta dicontenuti, no?; la Rivelazione diventa un'espe-rienza del divino, no?, Devi vivere con Dio...,no?, non ci sono pi delle verit. Pensate al ca-techismo, il catechismo ormai esperienziale;da trentanni uno fa esperienza dell'amicizia conGes... Allora, se la Rivelazione una cosa

    esperienziale, ti obbligheranno ad appartenerea qualcosa dentro cui fai esperienza. Mentre laRivelazione ha dei contenuti, ha delle verit chediventano una vita, nella liturgia. Allora, innanzi-tutto, non si tratta di essere intruppati, ma di ob-bedire alla Verit e alle verit che Dio ha rivelato.Ed questo il lavoro di oggi che, tra l'altro,cade non lo abbiamo voluto, non lo abbiamopensato nel cinquantesimo anniversario melo ricordava qualcuno prima della prima Messain italiano, il 7 marzo 1965, che per la verit nonera ancora la Messa del 1969, era la Messa diSan Pio V amputata di qualche parte e parzial-mente tradotta in lingua italiana.

    Per aiutare il lavoro, perch dopo l'entusiasmodel documentario potremmo essere gi stanchi(abbiamo differenti capacit di attenzione) vichiederei che sia distribuita la Dichiarazione dipre Calmel del 27 novembre 1969, quella che stata brevemente, in alcune parti, gi eviden-

    Don Stefano Coggiola presenta il video documentario su pre Calmel e M. Davies

    Michael Davies [1936 - 2004]

  • Radicati nella fede pag. 6

    Mi attengo alla Messa tradizionale, quella chefu codificata, ma non fabbricata, da San Pio V,nel XVI secolo, conformemente ad un uso pluri-secolare. Rifiuto dunque lOrdo Missae di PaoloVI.

    Perch? Perch, in realt, questo Ordo Missaenon esiste. Ci che esiste una rivoluzione litur-gica universale e permanente, permessa o vo-luta dal Papa attuale, e che riveste, per ilmomento, la maschera dellOrdo Missae del 3aprile 1969. diritto di ogni sacerdote rifiutaredi portare la maschera di questa rivoluzione li-turgica. E stimo mio dovere di sacerdote rifiutaredi celebrare la messa in un rito equivoco.

    Se accettiamo questo nuovo rito, che favoriscela confusione tra la Messa cattolica e la cenaprotestante come sostengono i due cardinali(Bacci e Ottaviani) e come dimostrano solideanalisi teologiche allora passeremmo senza

    tardare da una messa intercambiabile (come ri-conosce, del resto, un pastore protestante) aduna messa completamente eretica e quindinulla. Iniziata dal Papa, poi da lui abbandonataalle Chiese nazionali, la riforma rivoluzionariadella Messa porter allinferno. Come accettaredi rendersene complici?

    Mi chiederete: mantenendo, verso e controtutto, la Messa di sempre, hai riflettuto a che

    ziata dal documentario, e lavorerei, il pi breve-mente possibile per favorire, magari, anche undibattito, su questa Dichiarazione.

    Leggerei con voi questo testo, non mi soffermosu tutto, faccio alcune sottolineature, facendo unrimando all'opera di Michael Davies La riformaliturgica anglicana che vivamente consigliamo.Di pre Calmel c' questa bellissima biografia(Pre Jean-Dominique Fabre, Le pre RogerThomas Calmel, Clovis) che solo, purtroppo,in francese per ora speriamo che qualchebravo sacerdote francese o italiano che conosceil francese ne faccia la traduzione e la dia il pipresto possibile ai fedeli, perch da questa bio-grafia si vede con che profondit di fede e di vitacristiana ha vissuto pre Calmel; siamo di frontea un santo, non a un polemista. Ma di pre Cal-mel consigliamo noi ne abbiamo alcune copie la Breve apologia della Chiesa di sempre (R.T. Calmel O. P., Breve apologia della Chiesa di

    sempre, Ichthys), una raccolta di articoli sinteticima densissimi; e poi i rimandi sono all'opera diDavies, vi dicevo, La riforma liturgica anglicana(Michael Davies, La riforma liturgica anglicana,Ichthys), che finalmente c' in lingua italiana.

    DICHIARAZIONEDI PRE CALMEL

    Tre giorni prima della data in cui entr in vigoreil Novus Ordo Missae, pre Calmel espresse ilsuo rifiuto alla nuova Messa con una dichiara-zione deccezionale portata.

    dalla rivista Itinraires, 27 novembre 1969

    Pre R.-T. Calmel O. P. [1914-1975]

    mantenendo, verso e contro tutto, lamessa di sempre [...] io mi espongo aperseverare nella via della fedelt al miosacerdozio, e quindi a rendere al SommoSacerdote, che il nostro giudice su-premo, lumile testimonianza del mioufficio sacerdotale.

  • Radicati nella fede pag. 7

    cosa ti esponi? Certo. Io mi espongo, per cosdire, a perseverare nella via della fedelt al miosacerdozio, e quindi a rendere al Sommo Sacer-dote, che il nostro Giudice supremo, lumile te-stimonianza del mio ufficio sacerdotale. Io miespongo altres a rassicurare dei fedeli smarriti,tentati di scetticismo o di disperazione. Ogni sa-cerdote, in effetti, che si mantenga fedele al ritodella Messa codificata da San Pio V, il grandePapa domenicano della controriforma, permetteai fedeli di partecipare al santo Sacrificio senzaalcun possibile equivoco; di comunicarsi, senzarischio di essere ingannato, al Verbo di Dio in-carnato e immolato, reso realmente presentesotto le sacre Specie. Al contrario, il sacerdoteche si conforma al nuovo rito, composto di varipezzi da Paolo VI, collabora per parte sua ad in-staurare progressivamente una messa menzo-gnera dove la Presenza di Cristo non sar piautentica, ma sar trasformata in un memorialevuoto; perci stesso, il Sacrificio della Croce nonsar altro che un pasto religioso dove si man-ger un po di pane e si berr un po di vino.Nulla di pi: come i protestanti. Il rifiuto di colla-borare allinstaurazione rivoluzionaria di unamessa equivoca, orientata verso la distruzionedella Messa, a quali disavventure temporali, aquali guai potr mai portare? Il Signore lo sa:quindi, basta la sua grazia. In verit, la grazia delCuore di Ges, derivata fino a noi dal santo Sa-crificio e dai sacramenti, basta sempre. perciche il Signore ci dice cos tranquillamente: Coluiche perde la sua vita in questo mondo per causamia, la salver per la vita eterna.

    Riconosco senza esitare lautorit del SantoPadre. Affermo tuttavia che ogni Papa, nelleser-cizio della sua autorit, pu commettere degliabusi dautorit. Sostengo che il papa Paolo VIha commesso un abuso dautorit di una graviteccezionale quando ha costruito un nuovo ritodella messa su una definizione della messa cheha cessato di essere cattolica. La messa hascritto nel suo Ordo Missae il raduno del po-polo di Dio, presieduto da un sacerdote, per ce-lebrare il memoriale del Signore. Questadefinizione insidiosa omette a priori ci che fa laMessa cattolica, da sempre e per sempre irridu-cibile alla cena protestante. E ci perch per laMessa cattolica non si tratta di qualunque me-moriale; il memoriale di tal natura che contienerealmente il sacrificio della Croce, perch ilCorpo e il Sangue di Cristo sono resi realmente

    presenti in virt della duplice consacrazione.Ora, mentre ci appare cos chiaro nel rito codi-ficato da San Pio V da non poter esser tratti ininganno, in quello fabbricato da Paolo VI rimanefluttuante ed equivoco. Parimenti, nella Messacattolica, il sacerdote non esercita una presi-denza qualunque: segnato da un carattere di-vino che lo introduce nelleternit, egli ilministro di Cristo che fa la Messa per mezzo dilui; ben altra cosa assimilare il sacerdote a unqualunque pastore, delegato dai fedeli a mante-nere in buon ordine le loro assemblee. Orbene,mentre ci certamente evidente nel rito dellaMessa prescritta da San Pio V, invece dissi-mulato se non addirittura eliminato nel nuovorito.

    La semplice onest quindi, ma infinitamente dipi lonore sacerdotale, mi chiedono di non averlimpudenza di trafficare la Messa cattolica, rice-vuta nel giorno della mia ordinazione. Poich si

    Messa tradizionale in rito Domenicano

  • Radicati nella fede pag. 8

    Per le Messe in settimana saranno possibili

    delle variazioni di orarioTel. don Alberto 349.2848054

    ORARI SANTE MESSE

    VocognoChiesa di Santa Caterina V.M.

    Domenica e Feste ore 10.30 Messa cantataore 17.00 Messa letta

    Luned e Mercoled ore 17.30Marted e Gioved ore 7

    Venerd ore 17Sabato ore 8

    Per le Messe in settimana saranno possibili

    delle variazioni di orarioTel. don Stefano 348.2463990

    DomodossolaCappella dellOspedale

    Domenica e Festeore 10.30 Messa cantata

    Luned - Mercoled e Venerd ore 17

    Marted - Gioved e Sabatoore 7

    tratta di essere leale, e soprattutto in una materiadi una gravit divina, non c autorit al mondo,fosse pure unautorit pontificale, che possa fer-marmi. Daltronde, la prima prova di fedelt edamore che il sacerdote deve dare a Dio e agliuomini quella di custodire intatto il deposito in-finitamente prezioso che gli fu affidato quando ilVescovo glimpose le mani. anzitutto su que-sta prova di fedelt e damore che io sar giudi-cato dal Giudice supremo. Confido che laVergine Maria, Madre del Sommo sacerdote, miottenga la grazia di rimanere fedele fino allamorte alla Messa cattolica, vera e senza equi-voco. Tuus sum ego, salvum me fac (sono tuttovostro, salvatemi). continua...

    visitando il sito

    www.radicatinellafede.blogspot.it

    troverete tutti i video dellaQuinta Giornata della Tradizione

    Le date degli incontri di Dottrina Cattolicali trovate su:

    www.radicatinellafede.blogspot.it

    INCONTRI DI DOTTRINA CATTOLICA

    Due momenti della Santa Messatradizionale