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1 Prof. re Paolo Di Betta Prof. associato Economia e gestione delle imprese- Università di Palermo Analisi ed elaborazioni: Ufficio Studi Agrigento, martedì 31 maggio 2011

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Prof. re Paolo Di Betta Prof. associato Economia e gestione delle imprese- Università di Palermo Analisi ed elaborazioni: Ufficio Studi

Agrigento, martedì 31 maggio 2011

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INDICE Presentazione 1. Il sistema imprenditoriale 1.1 La demografia delle imprese 1.2 Le procedure concorsuali 2. La situazione finanziaria delle imprese 2.1 I principali indicatori economico-finanziari 2.2 Il sistema bancario 3. Il mercato del lavoro 3.1 La struttura occupazionale 3.2 La formazione 4. La produzione di ricchezza nel territorio 4.1 Il prodotto interno lordo 4.2 Il valore aggiunto 4.3 I consumi di energia 5. La ricchezza delle famiglie 5.1 Il reddito disponibile 5.2 Il tenore e la qualità di vita 5.3 Il patrimonio 6. Il grado di attrattività del territorio 6.1 La localizzazione e delocalizzazione delle imprese 6.2 La dotazione infrastrutturale 6.3 Il turismo 7. L’interscambio con l’estero 8. L’innovazione 8.1 La bilancia dei pagamenti della tecnologia 8.2 I brevetti 9. Il mercato delle costruzioni 10. Scenari previsionali al 2013

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1. Il sistema imprenditoriale 1.1 La demografia delle imprese Dal documento Unioncamere-Istituto Tagliacarne (aprile 2010, p. 64) “8.a Giornata dell’economia – Le tendenze delle economie territoriali nella seconda metà del 2009” si evince che “L’evoluzione di breve periodo dell’imprenditoria siciliana è stata segnata lungo l’arco temporale del 2009 da una serie ripetuta di flessioni dell’ammontare delle imprese registrate che, in termini tendenziali, si sono assestate sul punto percentuale fatta eccezione per la battuta d’arresto segnata nel secondo trimestre (-0,1%). Su scala provinciale, la provincia di Palermo e quella di Ragusa si sono distinte per aver mostrato un trend di crescita (in parte anche quella di Siracusa), mentre negli altri casi provinciali si è assistito a riduzioni trimestrali tendenziali più o meno marcate lungo il corso del 2009.” Lungo tutto l’arco del decennio 1999-2008 il saldo fra iscrizioni e cancellazioni delle imprese nella Provincia di Agrigento (tutti i settori, eccetto l’agricolo, silvicoltura e pesca) è sempre stato positivo. Nel 2009 per la prima volta si è verificato un saldo negativo e consistente (v. Tab. 1.1), effetto della crisi economica. Nel 2010 il saldo è tornato positivo. Se si considerano pure le imprese agricole, della silvicoltura e della pesca il saldo è comunque negativo (v. Tab. 1.2) pari a –637.

Tab. 1.1 Iscrizioni, cancellazioni e saldo.

Tutti i settori, eccetto agricoltura, silvicoltura e pesca

Anno Iscrizioni Cancellazioni Saldo1999 2061 1289 772 2000 1991 1417 574 2001 2058 1449 609 2002 2105 1541 564 2003 1906 1434 472

2004 2180 1654 526

2005 2031 1628 403

2006 2041 1725 316

2007 2092 1709 383

2008 2103 2065 38

2009 1939 2053 -114

2010 2198 2032 166

Fonte: Unioncamere, Movimprese Se però nel 2010 il saldo è ancora negativo, come già nel 2007 (–592 unità), nel 2008 (–756 unità) e nel 2009 (–1106 unità), si inverte l’andamento degli anni passati e quindi in certo modo viene arrestata la caduta continua. La Tab. 1.3 riporta i valori nel periodo 2000-2010 secondo la forma giuridica. I saldi negativi sono dovuti sopratutto alla fragilità delle ditte individuali.

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Tab. 1.2 Imprese registrate, iscrizioni e cancellazioni. Tutti i settori, 2010

PROVINCE Registrate Iscrizioni Cancellazioni Saldo

AGRIGENTO 43730 2460 3097 -637 CALTANISSETTA 26643 1553 1427 126 CATANIA 99651 6672 10600 -3928 ENNA 15992 934 892 42 MESSINA 62432 3840 3113 727 PALERMO 99821 6462 5359 1103 RAGUSA 34460 2166 1979 187 SIRACUSA 36780 2309 1786 523 TRAPANI 48143 2898 4434 -1536 TOTALE 467652 29294 32687 -3393

Fonte: Unioncamere, Movimprese

Tab. 1.3 Nati-mortalità delle imprese e tassi di crescita (ogni 100 imprese) per forma giuridica

nella provincia di Agrigento Saldo iscrizioni–cancellazioni Tassi di crescita (%)

Anno Saldo totale

società di capitali

società di persone

ditte indiv.li

altre forme Totale

società di capitali

società di persone

ditte indiv.li

altre forme

2000 -179 154 227 -793 233 -0,4 7,2 5,6 -2,2 8,4 2001 188 246 79 -239 102 0,4 10,6 1,8 -0,7 3,6 2002 259 242 164 -213 66 0,6 9,4 3,7 -0,6 2,3 2003 305 223 170 -110 22 0,7 7,9 3,7 -0,3 0,7 2004 347 180 41 99 27 0,7 5,9 0,9 0,3 0,9 2005 - 59 224 118 -372 -29 - 0,1 6,9 2,5 -1,0 -1,0 2006 27 222 51 -285 39 0,1 6,3 1 -0,8 1,3 2007 -592 228 85 -959 54 -1,3 5,7 1,7 -2,8 -1,7 2008 -756 287 -129 -886 -28 -1,7 6,7 -2,7 -2,7 -0,9 2009 -1106 262 38 -1417 11 -2,5 5,7 0,8 -4,4 0,4 2010 -637 268 44 -1000 51 -1,4 5,9 0,9 -3,1 1,7

Fonte: Unioncamere, Movimprese, 2010 Riportiamo la Tab. 1.4 per offrire un quadro generale della composizione settoriale delle imprese nella provincia nel 2010.

Tab. 1.4 Riepilogo delle imprese per divisioni di attività economica (ATECO 2007) nel 2010.

Registrate, iscrizioni, cessazioni e saldo SEZIONI E DIVISIONI DI ATTIVITÀ Registrate Iscrizioni Cessazioni Saldo

A01 Coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, caccia e servizi connessi 13324 249 1054 -805

A02 Silvicoltura ed utilizzo di aree forestali 29 0 0 0A03 Pesca e acquacoltura 346 13 11 2B05 Estrazione di carbone (esclusa torba) 0 0 0 0B06 Estrazione di petrolio greggio e di gas naturale 1 0 0 0B07 Estrazione di minerali metalliferi 0 0 0 0

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SEZIONI E DIVISIONI DI ATTIVITÀ Registrate Iscrizioni Cessazioni SaldoSEGUE B08 Altre attività di estrazione di minerali da cave e miniere 35 0 2 -2B09 Attività dei servizi di supporto all'estrazione 0 0 0 0C10 Industrie alimentari 675 20 26 -6C11 Industria delle bevande 44 0 3 -3C12 Industria del tabacco 0 0 0 0C13 Industrie tessili 25 0 2 -2

C14 Confezione di articoli di abbigliamento; confezione di articoli in pelle e pelliccia 76 3 7 -4

C15 Fabbricazione di articoli in pelle e simili 11 3 1 2C16 Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili); fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio 268 6 16 -10C17 Fabbricazione di carta e di prodotti di carta 16 0 1 -1C18 Stampa e riproduzione di supporti registrati 100 4 6 -2

C19 Fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio 4 0 0 0

C20 Fabbricazione di prodotti chimici 24 0 1 -1

C21 Fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e di preparati farmaceutici 2 0 0 0

C22 Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche 27 1 2 -1

C23 Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 304 4 10 -6

C24 Metallurgia 9 0 0 0

C25 Fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature) 461 14 20 -6

C26 Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e di orologi 32 0 2 -2C27 Fabbricazione di apparecchiature elettriche ed apparecchiature per uso domestico non elettriche 35 2 3 -1C28 Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature nca 79 0 5 -5C29 Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 13 0 0 0C30 Fabbricazione di altri mezzi di trasporto 31 0 3 -3C31 Fabbricazione di mobili 62 2 1 1C32 Altre industrie manifatturiere 117 4 6 -2

C33 Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature 67 6 3 3

D35 Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 27 1 0 1E36 Raccolta, trattamento e fornitura di acqua 10 0 0 0E37 Gestione delle reti fognarie 7 0 0 0

E38 Attività di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti; recupero dei materiali 50 0 2 -2

E39 Attività di risanamento e altri servizi di gestione dei rifiuti 3 0 0 0F41 Costruzione di edifici 2,644 136 213 -77F42 Ingegneria civile 227 5 17 -12F43 Lavori di costruzione specializzati 1,648 83 124 -41

G45 Commercio all'ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli e motocicli 1,408 45 78 -33

G46 Commercio all'ingrosso (escluso quello di autoveicoli e di motocicli) 2,322 114 166 -52G47 Commercio al dettaglio (escluso quello di autoveicoli e di motocicli) 7,903 464 691 -227H49 Trasporto terrestre e trasporto mediante condotte 709 6 44 -38H50 Trasporto marittimo e per vie d'acqua 2 0 0 0H51 Trasporto aereo 0 0 0 0H52 Magazzinaggio e attività di supporto ai trasporti 49 2 0 2H53 Servizi postali e attività di corriere 17 2 3 -1I55 Alloggio 145 1 2 -1I56 Attività dei servizi di ristorazione 1,907 111 132 -21J58 Attività editoriali 34 4 0 4J59 Attività di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi, di registrazioni musicali e sonore 19 1 2 -1J60 Attività di programmazione e trasmissione 29 0 5 -5J61 Telecomunicazioni 29 3 2 1J62 Produzione di software, consulenza informatica e attività connesse 88 7 7 0

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SEZIONI E DIVISIONI DI ATTIVITÀ Registrate Iscrizioni Cessazioni SaldoSEGUE J63 Attività dei servizi d'informazione e altri servizi informatici 242 28 27 1

K64 Attività di servizi finanziari (escluse le assicurazioni e i fondi pensione) 24 0 0 0

K65 Assicurazioni, riassicurazioni e fondi pensione (escluse le assicurazioni sociali obbligatorie) 23 0 3 -3K66 Attività ausiliarie dei servizi finanziari e delle attività assicurative 457 24 50 -26L68 Attività immobiliari 254 18 8 10M69 Attività legali e contabilità 37 1 5 -4M70 Attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale 101 5 4 1

M71 Attività degli studi di architettura e d'ingegneria; collaudi ed analisi tecniche 83 1 4 -3

M72 Ricerca scientifica e sviluppo 5 0 1 -1M73 Pubblicità e ricerche di mercato 79 6 5 1M74 Altre attività professionali, scientifiche e tecniche 206 11 13 -2M75 Servizi veterinari 1 0 0 0N77 Attività di noleggio e leasing operativo 148 8 19 -11N78 Attività di ricerca, selezione, fornitura di personale 3 0 2 -2N79 Attività dei servizi delle agenzie di viaggio, dei tour operator e servizi di prenotazione e attività connesse 94 2 4 -2N80 Servizi di vigilanza e investigazione 14 2 2 0N81 Attività di servizi per edifici e paesaggio 151 6 10 -4

N82 Attività di supporto per le funzioni d'ufficio e altri servizi di supporto alle imprese189 11 9 2

O84 Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale obbligatoria 1 0 0 0

P85 Istruzione 248 21 6 15Q86 Assistenza sanitaria 187 1 3 -2Q87 Servizi di assistenza sociale residenziale 50 3 1 2Q88 Assistenza sociale non residenziale 88 3 2 1R90 Attività creative, artistiche e di intrattenimento 50 0 2 -2R91 Attività di biblioteche, archivi, musei ed altre attività culturali 5 0 1 -1R92 Attività riguardanti le lotterie, le scommesse, le case da gioco 22 3 3 0R93 Attività sportive, di intrattenimento e di divertimento 214 8 16 -8S94 Attività di organizzazioni associative 4 3 0 3S95 Riparazione di computer e di beni per uso personale e per la casa 220 9 15 -6S96 Altre attività di servizi per la persona 879 34 30 4

T97 Attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per personale domestico 0 0 0 0

T98 Produzione di beni e servizi indifferenziati per uso proprio da parte di famiglie e convivenze 0 0 0 0U99 Organizzazioni ed organismi extraterritoriali 0 0 0 0X Imprese non classificate 4157 936 179 757TOTALE 43730 2460 3097 -637

Fonte: Unioncamere, Movimprese, 2010 Per quanto riguarda le imprese artigiane (v. Tab. 1.5), il 2010 mostra un peggioramento del saldo negativo che passa dalle 73 unità del 2009 alle 117 unità del 2010. Ai fini del Registro delle Imprese, l'impresa artigiana si definisce, in modo formale, come l’impresa iscritta nell'apposito Albo Provinciale previsto dall'art. 5 della legge 8 agosto 1985, n. 443. Infatti tale legge dà una definizione diversa e più ampia di quella prevista dal codice civile che colloca l'impresa artigiana nell'ambito della piccola impresa. Le imprese che risultino iscritte negli Albi Provinciali previsti dalla legge sono, per definizione, artigiane - anche se possono adottare diverse forme giuridiche, accanto a quella più frequente di impresa individuale: ad esempio, quella abbastanza frequente di società in nome collettivo - e, in base alla legge istitutiva del Registro delle Imprese, vengono “annotate” nella Sezione speciale.

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Tab. 1.5 Imprese artigiane (codice ATECO 2007) nel periodo 2008-2010.

Registrate, iscrizioni, cessazioni e saldi annuali Movimento 2008 2009 2010

REGIS. 6912 6839 6722ISCR. 467 387 387CESS. 470 460 504

SALDO -3 -73 -117Fonte: Unioncamere, Movimprese, 2010

Nel 2010 le persone straniere con cariche in impresa sono state 3709, di cui 1827 comunitari e 1882 extracomunitari. Le persone extracomunitarie con cariche in impresa nel 2008 furono 1782 e nel 2009 furono 1843. La Tab. 1.6 riporta anche il paese extra-comunitario di origine degli appartenenti a questa categoria. Nel 2010 il 10,5% ha meno di 30 anni, il 68,7% ha fra 30 e 49 anni e il 20,8% ha almeno 50 anni. Sono preponderanti le ditte individuali, infatti il 74,3% è titolare dell’attività (risultano 1399 imprenditori), 76 sono soci, 318 sono amministratori e 89 ricoprono altre cariche.

Tab. 1.6

Persone straniere con cariche in impresa per paese di nascita, 2010 Paesi di provenienza NumeroPaesi comunitari 1827Albania 3Altri Paesi d'Europa 432Africa Centrale, Orientale e Meridionale 24Africa Occidentale 213Africa Settentrionale 593Vicino e Medio Oriente 8Cina 175Altri Paesi Estremo Oriente 60America Centrale e del Sud 133America Settentrionale 120Australia e Oceania 11Canada 100Extracomunitari con nazionalità non nota 10Totale extracomunitari 1882Totale stranieri 3709

Retecamere fornisce elaborazioni annuali sulla base dei dati dell'Osservatorio sull'imprenditoria femminile (UnionCamere-InfoCamere, 2010). Per stabilire con quale criterio misurare la partecipazione femminile nelle imprese si è preso spunto dalla definizione data dalla legge 215/92 - Azioni positive per l'imprenditoria femminile, art. 2 e dalla successiva Circolare n° 1151489 22/11/2002 art. 1.2 del Min. Att. Produttive. In base a tali norme, il grado di partecipazione femminile è desunto della natura giuridica dell'impresa, dall’eventuale quota di capitale sociale detenuta da ciascun socio donna e dalla percentuale di donne presenti tra gli amministratori o titolari o soci dell'impresa. Generalizzando queste definizioni, l’Osservatorio sulla imprenditorialità femminile di Unioncamere ha individuato le “Imprese Femminili”, cioè le imprese la cui percentuale di partecipazione femminile è superiore al 50%; inoltre queste imprese sono state poi classificate in base alla maggiore o minore capacità di controllo esercitato dalle donne cioè in base alla maggiore o minore presenza femminile.

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Al 31 dicembre 2010 l’imprenditorialità femminile in Agrigento è riscontrata in 10610 imprese registrate (158 iscrizioni e 194 cancellazioni), riferito ad una categoria giuridica al netto delle società di capitale; si tratta di società di persone, ditte individuali, cooperative, consorzi e altre forme giuridiche. Se poi si considerano le cariche ricoperte dalle imprenditrici all’interno di imprese di questa vasta categoria il dato sale a 15915 unità. Per quanto riguarda le cariche ricoperte, la presenza femminile consta di 20904 unità, un incoraggiante aumento del 30,2% rispetto alle 16058 unità nel 2009. Le titolari sono 8644 (in calo, rispetto al 2009, quando furono 8879), le socie di capitale sono 3723 (è la categoria che è aumentata di più, rispetto al valore di 102 nel 2009), le socie sono 2348 (nel 2009 furono 2298), le amministratrici sono 4719 (in sensibile aumento rispetto al valore di 3630 nel 2009), sono 1470 quelle che ricoprono altre cariche (un importante aumento rispetto al dato di 1149 del 2009). L’Osservatorio Unioncamere sulla Demografia delle Imprese rileva annualmente i flussi di nuove imprese, le caratteristiche di queste ultime e dei neo-imprenditori. I dati proposti dall'Osservatorio scaturiscono dall’esigenza di ottenere, dai dati di iscrizione al Registro Imprese resi disponibili da Movimprese, l’anagrafe delle “vere nuove imprese”. Una quota consistente delle nuove iscrizioni è infatti causata da eventi di tipo amministrativo e non è associabile alla nascita di nuove imprese ma a trasformazioni di imprese preesistenti.

Tab. 1.7 Imprese iscritte nel 2009 suddivise in nuove imprese e trasformazioni, scorpori, ecc. per attività economica

Imprese iscritte 2009 (1)

Nuove imprese

Trasformazioni, scorpori,

separazione o filiazione d'impresa

Sezioni e divisioni di attività Numero Numero % Numero % A Agricoltura, silvicoltura e pesca 293 148 50.5 145 49.5B Estrazione di minerali da cave e miniere 0 0 -- 0 --

C Attivitá manifatturiere 99 61 61.6 38 38.4

D Fornit. energia elett., gas, vapore e aria condiz. 6 2 33.3 4 66.7

E Fornit. acqua; reti fognarie, attiv. gest. rifiuti e risanam. 4 1 25.0 3 75.0

F Costruzioni 255 135 52.9 120 47.1

G Comm. ingr. e dett.; riparaz. autoveicoli e motocicli 672 397 59.1 275 40.9

H Trasporto e magazzinaggio 26 17 65.4 9 34.6

I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 150 86 57.3 64 42.7

J Servizi di informazione e comunicazione 47 30 63.8 17 36.2

K Attività finanziarie e assicurative 51 32 62.7 19 37.3

L Attività immobiliari 10 1 10.0 9 90.0

M Attività professionali, scientifiche e tecniche 45 22 48.9 23 51.1

N Noleg., agenzie viaggio, servizi supporto alle imprese 43 26 60.5 17 39.5

P Istruzione 30 8 26.7 22 73.3

Q Sanità e assistenza sociale 10 6 60.0 4 40.0

R Attiv. artistiche, sportive, di intratt. e divertimento 26 20 76.9 6 23.1

S Altre attività di servizi 38 28 73.7 10 26.3

T Servizi domestici presso fam. e conv. 0 0 -- 0 --

Nc Imprese non classificate 326 136 41.7 190 58.3

TOTALE 2131 1156 54.2 975 45.8(1) Sono escluse dal computo le imprese che al 31.12.2009 risultano cessate, liquidate, fallite, sospese

Fonte: Unioncamere, “Osservatorio sulla demografia delle imprese”, 2010

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L’Osservatorio utilizza una metodologia basata sulla ricerca di legami tra le nuove iscrizioni e le imprese preesistenti già iscritte al Registro Imprese. Questi elementi consentono di classificare le nuove iscrizioni al Registro Imprese in base alla tipologia di evento che le ha determinate (nuova iscrizione determinata da una “vera” nuova impresa, nuova iscrizione determinata da una trasformazione giuridica, nuova iscrizione determinata dallo “spin-off”da attività preesistenti). Il totale delle imprese iscritte nella Provincia nel 2010 è stato di 2131 (nel 2009 fu 2324), v. Tab. 1.7. Il 54,2 % può essere considerato “nuove imprese”, il 45,8% origina da trasformazioni, scorpori, separazione o filiazione d’impresa. Il numero maggiore di nuove imprese (v. Tab. 1.7) si riscontra nel commercio all’ingrosso e dettaglio e nella riparazione di autoveicoli e motocicli, nelle costruzioni, nell’agricoltura, silvicoltura e pesca. L’Osservatorio fornisce dati sull’imprenditoria (v. Tab. 1.8). Per imprenditore di nuova impresa si intende il soggetto che la gestisce. L'imprenditore viene selezionato tra i soci che ricoprono una carica sociale in base ad un criterio di “significatività imprenditoriale”. Il 21,8% ha un’età inferiore a 25 anni, il 37,1% ha un’età compresa nella fascia fra il 25 e i 35 anni. Il 29,5% ha un’età compresa nella fascia fra 35 e 49 anni. L’11,5% ha età superiore i 50 anni. Gli uomini risultano il 65,7%.

Tab. 1.8 Imprenditori di nuove imprese iscritte nel 2009 per attività economica

Sesso (%) Età (%)

Sezioni e

divisioni di attività

Nuove imprese iscritte 2009 (1)

Impr. nuove

imprese (2) M F fino a 25 25-35 35-49 oltre 50

A Agricoltura, silvicoltura e pesca 148 149 60.4 39.6 10.1 24.8 32.9 32.2B Estrazione di minerali da cave e miniere 0 0 -- -- -- -- -- --C Attivitá manifatturiere 61 62 71 29 33.9 29 29 8.1D Fornit. energia elett., gas, vapore e aria condiz. 2 2 100 -- -- -- 100 --E Fornit. acqua; reti fognarie, attiv. gest. rifiuti e risanam. 1 2 100 -- -- 50 50 --F Costruzioni 135 141 83.7 16.3 22 41.1 29.1 7.8

G Comm. ingr. e dett.; riparaz. autoveicoli e motocicli 397 413 63 37 21.8 41.4 30 6.8

H Trasporto e magazzinaggio 17 17 100 -- 23.5 23.5 35.3 17.6I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 86 93 51.6 48.4 21.5 38.7 29 10.8

J Servizi di informazione e comunicazione 30 30 70 30 30 50 16.7 3.3

K Attività finanziarie e assicurative 32 32 56.3 43.8 25 50 15.6 9.4L Attività immobiliari 1 1 100 -- 100 -- -- --M Attività professionali, scientifiche e tecniche 22 26 69.2 30.8 7.7 46.2 38.5 7.7

N Noleg., agenzie viaggio, servizi supporto alle imprese 26 26 61.5 38.5 26.9 38.5 23.1 11.5

P Istruzione 8 12 58.3 41.7 8.3 50.0 41.7 --Q Sanità e assistenza sociale 6 8 50 50 12.5 25 37.5 25R Attiv. artistiche, sportive, di intratt. e divertimento 20 20 90 10 30.0 40 15 15S Altre attività di servizi 28 28 50 50 17.9 46.4 32.1 3.6T Servizi domestici presso fam. e conv. 0 0 -- -- -- -- -- --Nc Imprese non classificate 136 161 65.2 34.8 28.6 29.2 29.2 13

TOTALE 1156 1223 65.7 34.3 21.8 37.1 29.5 11.5Fonte: Unioncamere, “Osservatorio sulla demografia delle imprese”, 2010

(1) Sono incluse nel computo le sole imprese realmente nuove (2) Per imprenditore di nuova impresa si intende il soggetto che la gestisce. L'imprenditore viene selezionato tra i soci che ricoprono una carica sociale in base ad un criterio di “significatività imprenditoriale”

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1.2 Le procedure concorsuali Le condizioni delle imprese nella congiuntura possono essere lette anche attraverso l’andamento delle procedure concorsuali, indipendentemente dal profilo imprenditoriale. Le dinamiche concernenti l’ingresso nello stato di fallimento o la richiesta di accesso alla procedura di liquidazione forniscono indicazioni utili a valutare la congiuntura e lo stato di salute delle imprese. La distinzione fra i due fenomeni consta nel fatto che i fallimenti rappresentano una chiusura traumatica dell’attività dell’impresa, mentre le liquidazioni sono una componente fisiologica della stessa voluta dall’imprenditore. Si fa presente che i dati annuali non sono cumulabili tra loro in quanto per una parte di queste imprese, nel frattempo, si è conclusa la procedura concorsuale e, conseguentemente, sono cessate dal Registro.

Tab. 1.9 Fallimenti e liquidazioni nel periodo 2000-2010

Anno Totale imprese Fallimenti % sul totale

imprese Liquidazioni % sul totale imprese

2000 45.661 49 0,11 266 0,58 2001 45.871 31 0,07 250 0,55 2002 46.137 27 0,06 285 0,62 2003 46.448 38 0,08 351 0,76 2004 46.809 40 0,09 296 0,63 2005 46.754 28 0,06 302 0,65 2006 46.786 37 0,08 168 0,36 2007 46.202 31 0,07 322 0,70 2008 45.454 26 0,06 428 0,94 2009 44.356 47 0,11 452 1,02 2010 43.730 41 0.09 405 0,93

Fonte: Infocamere La Tab. 1.9 riporta le imprese entrate in fallimento e quelle entrate in liquidazione. L’andamento dei fallimenti e delle liquidazioni va letto come una fotografia scattata anno per anno. Osservare i dati nell’arco di un decennio serve a perequare l’andamento delle osservazioni. Come si osserva dalla lettura le percentuali dei fallimenti sono stabili nel periodo di osservazione (anche se sono rilevabili leggere oscillazioni fra i vari anni), mentre le liquidazioni hanno avuto una impennata negli ultimi anni; questo dato di volontarie liquidazioni negli ultimi anni indica un crescente affaticamento nella conduzione delle stesse. Nel 2010 sia i fallimenti che le liquidazioni sono diminuiti rispetto al 2009.

Tab. 1.10 Andamento del numero di imprese entrate in fallimento: confronto con la Sicilia e l’Italia

2007 2008 2009 2010 Var. % 2010/2009

Agrigento 31 26 47 41 –12,8 Sicilia 550 684 685 700 2,2 Italia 7.170 9.062 11.477 13.387 16,6

Fonte: Infocamere È negativa la variazione percentuale dei fallimenti nell’ultimo anno (variazione percentuale fra il 2010 e il 2009), una percentuale in controtendenza rispetto al dato regionale, che è in leggero aumento (2,2%) rispetto al valore dell’anno precedente (v. Tab. 1.10). Anche se il dato assoluto è comunque rilevante, l’andamento del 2010 rappresenta un sostanziale miglioramento per Agrigento,

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perché si arresta la crescita nei fallimenti verificatasi nel 2009, quando ci fu un’impennata dell’80,8%. Nel confronto con le altre province, nel 2009 il dato di 47 affiancava Agrigento a Trapani (52). Nel 2010 il dato di 41 la avvicina a Ragusa, con 39. Questi dati vanno letti, come accennato sopra, in relazione alle date di chiusura dei fallimenti. La Fig. 1.1 presenta un confronto interprovinciale e col dato regionale in valori assoluti nel triennio 2008-2010.

Fig. 1.1 Imprese entrate in fallimento, 2008-2010. Confronto regionale

0 200 400 600 800

Trapani

Palermo

Messina

Agrigento

Caltanissetta

Enna

Catania

Ragusa

Siracusa

SICILIA

201020092008

Tab. 1.11

Le imprese entrate in liquidazione. Distribuzione regionale, 2000-2010 Province 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Trapani 267 357 352 334 399 387 237 503 532 491 436Palermo 788 854 687 759 939 863 500 1.061 1.196 1.105 798Messina 327 324 270 338 388 427 382 542 573 869 580Agrigento 266 250 285 351 296 302 168 322 428 452 405Caltanissetta 160 206 189 176 186 191 99 236 248 279 204Enna 48 72 61 77 73 72 41 144 104 111 106Catania 690 893 753 791 893 924 683 996 1.017 1.282 1.123Ragusa 146 219 234 199 243 100 204 362 372 312 412Siracusa 179 228 212 225 237 312 226 352 282 301 379Totale Sicilia 2.871 3.403 3.043 3.250 3.654 3.578 2.540 4.518 4.752 5.202 4.443

Fonte: Infocamere

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Per quanto riguarda le imprese entrate in liquidazione (Tab. 1.11), dal confronto regionale emerge che l’andamento in Agrigento è stato paragonabile a quello in Trapani: le due province hanno valori identici nel 2000 e concludono il decennio, fra alti e bassi, con valori allineati, al di sotto delle 500 imprese. Il dato di Agrigento per il 2010 è superiore del 52% a quello del 2000. Trapani mostra un aumento del 63% fra valori analoghi, Palermo dell’1%, Messina del 77%, Caltanissetta del 27,5%, Enna del 120%, Catania del 63%, Ragusa del 130%, Siracusa del 112%.

Fig. 1.2 Le imprese entrate in liquidazione. Distribuzione regionale, 2000-2010

0 200 400 600 800 1000 1200

Trapani

Palermo

Messina

Agrigento

Caltanissetta

Enna

Catania

Ragusa

Siracusa

20102009200820072006200520042003200220012000

Come si nota, tutta la realtà siciliana mostra un sostanziale, allarmante peggioramento nell’arco del decennio (v. pure Fig. 1.2, che ripropone la Tab. 1.11 in forma grafica).

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2. La situazione finanziaria delle imprese

La struttura finanziaria delle imprese rappresenta un fattore sostanziale dello sviluppo e il ruolo del sistema bancario è connaturato storicamente alla crescita del nostro paese. Occorre quindi volgere uno sguardo molto attento agli indicatori economico-finanziari delle imprese e all’andamento del mercato del credito.

2.1 I principali indicatori economici-finanziari Nella Tab. 2.1 sono riepilogati alcuni indicatori sintetici di grande rilevanza per le aziende, attraverso l’utilizzazione dei dati rielaborati dal Centro Studi Unioncamere sulla base dei dati tratti dall’archivio informatico dei bilanci di fonte Cerved. La liquidità immediata (o Acid Test Ratio) è il rapporto tra le attività a breve (al netto delle rimanenze) e le passività a breve. Esso evidenzia se l’azienda è in grado di far fronte ai suoi debiti correnti con le liquidità immediate e con quelle prontamente realizzabili. In generale si ritiene che il valore entro la norma dovrebbe essere superiore all’unità, ma è ragionevole anche un valore inferiore all’unità purché non al di sotto di 0,7. I parametri possono variare in funzione della dimensione e del settore di attività. L’ultimo dato provinciale disponibile è del 2008, analogo a quello regionale (0,72) e nazionale (0,8). Si noti pure che prima del 2007 i valori sono inferiori ai livelli di salvaguardia su accennati, ciò è sintomo di fragilità in momenti di accentuata crisi economica, ma nel 2008 la soglia teorica del 0,7 è stata superata.

Tab. 2.1 Principali indicatori economici-finanziari a livello provinciale

Indicatori 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008LIQUIDITÀ IMMEDIATA 0,56 0,61 0,61 0,58 0,6 0,61 0,65 0,68 0,69 0,73

LIQUIDITÀ CORRENTE 1,38 1,49 1,16 1,19 1,16 1,15 1,20 1,18 1,14 1,15

RAPPORTO INDEBITAMENTO 15,60% 17,00% 21,90% 20,10% 22,70% 28,90% 27,28% 28,97% 27,40% 35,05%

MON / OF 1,39 1,53 1,66 1,45 1,78 1,88 2,01 1,91 1,82 1,66 ROE 3,30% 1,10% 1,10% 3,40% 2,30% 1,6 2,12% 1,98% 4,57% 9,54% ROA 1,80% 2,30% 2,70% 2,30% 2,60% 2,50% 2,70% 2,76% 3,17% 2,92% COSTO DEL LAVORO / V.A. 72% 70,8% 69,7% 70,5% 69,8% 70,6% 69,96% 70,1% 66% 65,36%

ONERI FINANZIARI / V.A. 10,1% 10,3% 9,5% 10,3% 8,5% 7,9% 7,69% 8,1% 10% 10,8%

PROFITTI LORDI / V.A. 17,9% 18,9% 20,8% 19,2% 21,7% 21,5% 22,36% 21,8% 24% 24,44%

Fonte: Centro Studi Unioncamere nazionale - Osservatorio sui bilanci delle società di capitale, 2010 La liquidità corrente (o disponibilità) è il rapporto tra le attività a breve (incluse le rimanenze) e le passività a breve. Il rapporto segnala la capacità dell’azienda di far fronte alle passività correnti con i mezzi prontamente disponibili o con quelli liquidabili in un periodo abbastanza breve (crediti e magazzino). Il dato ritenuto corretto non deve essere di molto inferiore a 2, e preferibilmente non dovrebbe scendere al di sotto di 1,4-1,5. I parametri possono variare in funzione della dimensione e del settore di attività. Anche questo dato indica una certa fragilità delle aziende che evidentemente fanno leva sul debito verso i fornitori per finanziare parte del loro capitale circolante investito nell’impresa. Il dato provinciale del 2008 è in linea con quello nazionale (1.17) e un po’ migliore del regionale (1.07).

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Per rapporto di indebitamento qui si intende il patrimonio netto (PN) sul totale dei debiti (al netto dei fondi), cioè PN/(Debiti a media/lunga scadenza + Debiti a breve + Ratei e risconti passivi). Tale rapporto misura quanta parte dell’indebitamento verso l’esterno è coperta dal capitale di rischio investito nell’azienda, e fornisce una misura della solidità finanziaria dell’azienda. Il tendenziale aumento del rapporto nel periodo in considerazione è indice di un aumento della copertura del debito attraverso mezzi propri. Ciò indica maggiore solidità, ma può altresì segnalare il far di necessità virtù, qualora questo aumento dipenda da una riduzione nella capacità dell’azienda di indebitarsi. Il dato provinciale del 2008 è molto inferiore a quello regionale (40%) e nazionale (48.53%). Il rapporto fra il margine operativo netto (MON) e gli oneri finanziari (OF), MON/OF, misura l’adeguatezza del risultato operativo a coprire gli interessi passivi; è un indicatore della capacità di servire il debito. L’andamento tendenzialmente crescente è da interpretare positivamente. Il dato provinciale del 2008 è migliore di quello regionale (1.31) e nazionale (1.48). La redditività del sistema produttivo è misurata attraverso due tassi di rendimento: il ROE e il ROA. Il primo indica il tasso di rendimento del capitale di rischio: Risultato d’esercizio/(Patrimonio netto-Risultato d’esercizio). Il secondo indica il livello di rendimento del capitale investito: MON/Totale attivo tangibile (questo è calcolato sottraendo le immobilizzazioni immateriali al totale attivo); esso indica la redditività della gestione operativa, prima della gestione finanziaria e straordinaria. Il reddito netto per unità di capitale di rischio impiegato nell’attività (ROE) è variato molto nel periodo e si è assestato nel 2008 sul valore del 9,54%, un dato che risulta fuori dall’intervallo nei precedenti otto anni (doppio del dato nel 2007), molto superiore al dato regionale (1,98%) e nazionale (3,61%). Il ROA ha oscillato meno rispetto al ROE, tale andamento è giustificato dal fatto che questo risente dell’andamento del costo del finanziamento mentre il ROA rappresenta la redditività industriale dell’azienda. Il dato provinciale del 2008 è in linea con quello nazionale (3,25%) e migliore del regionale (2,43%). Di grande rilevanza è la scomposizione del valore aggiunto (V.A.). Il valore aggiunto è la differenza tra il valore della produzione e i costi sostenuti per l’acquisizione dei materiali e dei servizi dall’esterno e rappresenta la capacità dell’impresa di creare, grazie alle proprie risorse interne, nuova e maggiore ricchezza rispetto ai fattori produttivi acquistati da terzi e consumati. Il Valore Aggiunto si trasforma in flussi di reddito verso tutti i fattori produttivi che hanno concorso alla sua formazione. Nella Tab. 2.1 sono indicate tre voci. La remunerazione del capitale umano (Costo del lavoro/Valore aggiunto) evidenzia la capacità delle società di remunerare le persone che lavorano al proprio interno (si fa presente che, a partire dal 1998, anno di introduzione dell’IRAP, il costo del lavoro non comprende più gli oneri per il Servizio Sanitario Nazionale). Il dato provinciale del 2008 è in leggero calo rispetto a quello dell’anno precedente e ora risulta inferiore a quello regionale (66,81%) e al nazionale (60,87%). La remunerazione del capitale di credito (Oneri finanziari/Valore aggiunto) misura l'incidenza della spesa relativa agli oneri finanziari. Il dato provinciale del 2008 è in linea con quello regionale (10,98%) e inferiore a quello nazionale (13,52%). La remunerazione del capitale proprio (Profitti lordi/Valore aggiunto) valuta la rilevanza della parte residua di valore aggiunto che remunera il capitale conferito dai soci e le loro capacità imprenditoriali. Il dato provinciale del 2008 è leggermente superiore a quello regionale (23,23%) ma inferiore a quello nazionale (27,29%). Nel periodo sotto osservazione il contributo percentuale offerto dal lavoro (misurato secondo la sua remunerazione) ha avuto un andamento decrescente. L’incidenza del capitale di debito sul valore aggiunto è dapprima decresciuta, per poi ritornare ai livelli iniziali a fine periodo e superrarli leggermente nell’ultimo anno. È aumentata l’incidenza della remunerazione del capitale proprio sul totale del valore aggiunto.

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2.2 Il sistema bancario Ruolo fondamentale nel sostegno dello sviluppo è fornito dal sistema bancario. L’andamento dei depositi nella provincia nei nove mesi del 2010 è risultato calante, dopo la crescita nei tre anni (2007, 2008 e 2009) e dopo un periodo di sostanziale stasi che è durato dal 2002 al 2007. Incoraggiante è l’andamento degli impieghi che ha mantenuto tassi di crescita superiori a quelli dei depositi. Ciò ha indotto un cambiamento sostanziale nella struttura del rapporto fra impieghi e depositi in provincia (v. Fig. 2.1): il 2005 segna il passaggio da un saldo positivo fra depositi e impieghi ad un saldo negativo, per la prima volta nel periodo in osservazione; il saldo si è mantenuto negativo nel periodo 2006-2010. Questo andamento è in linea con quello della Sicilia, dove nello stesso periodo si evidenzia che i depositi sono sempre inferiori agli impieghi. Il tasso di crescita dei depositi in Agrigento è stato dell’8,5% fra il 2007 e il 2008 e del 5,6% fra il dato del 2008 e quello del 2009, del – 1,6% fra il 2009 e il 2010 (provvisorio al 30 settembre); il tasso corrispondente per la Sicilia è stato rispettivamente del 4,2%, del 5,3% e del – 1,7%. Il tasso di crescita degli impieghi in Agrigento è stato del 1,1% fra il 2007 e il 2008 (per la Sicilia il tasso è stato del 2%), del 5,2% fra il 2008 e il 2009 (del 6% per la Sicilia), del 10,3% fra il 2009 e il 2010 (dato a settembre), mentre il dato regionale è stato del 9,4%.

Fig. 2.1 Depositi e impieghi nella provincia di Agrigento, 1998-2010. Migliaia di euro

0500,000

1,000,0001,500,0002,000,0002,500,0003,000,0003,500,0004,000,000

1998

2000

2002

2004

2006

2008

2010

(*)

depositiimpieghi

(*) Al 30 settembre. Fonte: Banca d’Italia

Tab. 2.2

Sofferenze su impieghi (%), 2006-2010 Province e

regioni 2006 2007 2008 2009 2010 (*)

Trapani 8,1 7,4 5,6 7.0 8.4 Palermo 8,1 6,3 3,3 4.0 4.5 Messina 9,8 6,6 4,4 5.0 5.2 Agrigento 7,9 6,9 5,6 7.0 7.5 Caltanissetta 8,3 8,0 6,4 7.7 7.7 Enna 9,0 8,0 6,0 7.5 8.2 Catania 7,2 5,6 3,9 5.2 5.9 Ragusa 8,2 6,8 5,6 6.4 7.1 Siracusa 6,9 5,8 3,9 4.7 6.1

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SICILIA 8,0 6,4 4,3 5.3 6.0 NORD-OVEST 2,1 1,9 1,8 5.5 3.2 NORD-EST 2,5 2,4 2,3 6.8 4.0 CENTRO 4,4 3,9 2,8 6.9 4.5 SUD E ISOLE 6,9 6,2 5,1 9.3 6.8 ITALIA 3,3 3,1 2,5 3,7 4,2

(*) Al 30 settembre. Fonte: Banca d’Italia Il rapporto fra le sofferenze e gli impieghi è tornato a salire nell’ultimo anno, dopo una incoraggiante flessione nel 2008 (rispetto all’anno precedente). Questo andamento a V fra il 2006 e il 2010 segue quello regionale, ma la percentuale risulta ancora lontana dal dato siciliano di riferimento (è superiore del 25%). La percentuale è del 78,6% più alta rispetto al dato italiano. Si vedano la Tab. 2.2 e la Fig. 2.3.

Fig. 2.3 Sofferenze su impieghi (%): Agrigento, Sicilia, Italia, 1998-2009

0.0

5.0

10.0

15.0

20.0

25.0

30.0

35.0

1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010(*)

AgrigentoSiciliaItalia

(*) Al 30 settembre. Fonte: Banca d’Italia

Sostanzialmente stabile il dato sui finanziamenti oltre il breve termine (oltre un anno) per provincia di destinazione dell'investimento (v. Tab. 2.3); il dato in valore assoluto (in milioni di euro) è aumentato rispetto al 2008 (6,7%) e al 2009 (16,6%). In Sicilia il dato corrispondente è invece aumentato dell’8,7% fra il 2008 e il 2009 e del 12,3% fra il 2009 e il 2010.

Tab. 2.3 Finanziamenti oltre il breve termine (oltre un anno)

per provincia di destinazione dell'investimento. (Migliaia di euro) Province e regioni 2008 2009 2010 Trapani 3111609 3258163 3511919 Palermo 10126013 11072864 12307061 Messina 4478852 4924998 5545139 Agrigento 2499440 2667893 3111980 Caltanissetta 1448703 1564635 1740396 Enna 755838 890379 961382 Catania 8339787 9227565 10501524 Ragusa 2752001 3010842 3315553 Siracusa 3578497 3701786 4276927

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SICILIA 37090735 40319121 45271876 NORD-OVEST 385917230 398570004 424015069 NORD-EST 232850626 242969217 266403423 CENTRO 234621361 242891455 265199559 SUD E ISOLE 158893674 173601362 194176574 Nono classificabile 32900175 11981446 4446532 ITALIA 1045183064 1070013482 1154241156

N.B. Il totale nazionale può non coincidere con la somma dei dati provinciali per la presenza di dati non attribuibili territorialmente. Fonte: Banca d’Italia Il numero di sportelli bancari sul territorio è diminuito da 172 sportelli nel 2008 a 169 nel 2009, stesso livello del 2007. La diminuzione di 3 sportelli rappresenta un quarto della diminuzione di 12 sportelli nella regione (da 1818 nel 2008 a 1806 nel 2009). Per quanto riguarda l’analisi congiunturale del settore bancario nella nostra provincia, una indicazione proviene dal documento Unioncamere-Istituto Tagliacarne (aprile 2010) “8.a Giornata dell’economia – Le tendenze delle economie territoriali nella seconda metà del 2009”, da cui riportiamo la Tab. 2.4.

Tab. 2.4 Finanziamenti bancari a medio-lungo termine secondo la destinazione

(Consistenze al 30 settembre 2009)

PROVINCE Per

costruzione di abitazioni

Per acquistodi abitazioni

(famiglie consum.)

Per acquisto di altri

immobili (famiglie consum.)

Per macchine,attrezzature e

mezzi ditrasporto

Per altri investimenti in

costruzioni

Per altredestinazioni Totale

Valor i assolut i in mil ioni d i euro TRAPANI 400,2 804,5 296,8 307,8 192,1 1.210,7 3.212,2PALERMO 839,3 3.304,2 672,9 902,0 358,7 4.528,510.605,7MESSINA 649,7 1.366,6 316,6 342,6 265,6 1.804,4 4.745,5AGRIGENTO 417,4 556,7 212,6 236,7 100,9 976,4 2.500,8CALTANISSETTA 289,2 348,6 131,2 99,6 64,9 618,2 1.551,8ENNA 137,6 198,6 53,6 69,3 42,4 346,0 847,4CATANIA 1.092,4 3.043,5 628,5 434,4 382,2 3.152,8 8.733,8RAGUSA 419,8 813,8 241,0 141,8 117,3 1.194,7 2.928,4SIRACUSA 489,0 1.009,4 251,4 209,6 134,7 1.594,6 3.688,8TOTALE 4.734,5 11.445,9 2.804,7 2.743,8 1.658,9 15.426,438.814,3 Var iazioni % sul corr ispondente per iodo del 2008 TRAPANI -4,4 1,7 -6,9 22,6 16,0 3,5 3,1PALERMO 2,7 6,0 -5,8 22,4 24,3 1,9 4,8MESSINA 6,5 7,0 -10,1 26,3 16,4 10,0 8,4AGRIGENTO -5,7 5,4 -2,6 41,3 3,0 -0,9 2,5CALTANISS. 5,6 -1,1 -7,0 37,7 1,7 8,6 5,4ENNA 9,7 4,9 -9,7 19,9 9,1 15,8 10,1CATANIA 6,0 2,9 -11,7 2,6 18,5 5,8 3,6RAGUSA 4,8 2,8 -7,3 20,7 25,6 9,7 6,4SIRACUSA 13,1 5,2 -9,1 -0,3 18,5 10,8 7,5TOTALE 4,0 4,4 -8,1 18,9 17,5 5,5 5,2

Fonte: Elaborazione Unioncamere - Istituto Tagliacarne su dati Banca d’Italia

Emerge che (pp. 64-65, Tab. 93): “Le difficoltà del sistema produttivo e la persistente incertezza del clima delle aspettative sono state accompagnate da un’evoluzione molto moderata dei prestiti concessi dalle banche alla clientela residente. Degno di nota è tuttavia il fatto che alla fine del mese di settembre 2009 la consistenza dei prestiti per gli investimenti in macchine, attrezzature e mezzi di

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trasporto si è accresciuta di quasi venti punti percentuali su base annua, avendo mostrato una certa stazionarietà nella provincia di Siracusa (-0,3 per cento) e un incremento ragguardevole in quella di Agrigento (+41,3 per cento).” Come si vede c’è una certa effervescenza in atto nella dinamica degli impieghi bancari che mostra di converso un miglioramento del clima delle aspettative da parte degli imprenditori.

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3. Il mercato del lavoro Dal documento Unioncamere-Istituto Tagliacarne (aprile 2010, p. 64) “8.a Giornata dell’economia – Le tendenze delle economie territoriali nella seconda metà del 2009” si evince che “Nel terzo trimestre del 2009 il numero degli occupati, compresi i lavoratori in cassa integrazione, si attestato in Sicilia poco sopra gli 1,4 milioni, avendo accusato una diminuzione del 2,6 per cento rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. Tale diminuzione è in gran parte da ascrivere all’industria in senso stretto e al commercio, che hanno registrato perdite occupazionali rispettivamente pari a 15,1 e 7,7 per cento. A livello provinciale, sono emerse tendenze contrastanti: il numero degli addetti è aumentato a Palermo, Enna, Ragusa e Siracusa, mentre si è ridotto in tutte le altre province e in particolare a Caltanissetta (-11,1 per cento). Tenuto conto del diffondersi, soprattutto tra le donne, di fenomeni di scoraggiamento circa la possibilità di trovare un lavoro, il tasso di disoccupazione è rimasto nel periodo in esame sostanzialmente invariato (13,3 per cento).” 3.1 La struttura occupazionale La ripartizione delle unità locali nel 2008 secondo le classi di addetti (mostriamo la classificazione ATECO 2007, che comunque non si differenzia molto da quella del 2002 nelle risultanze numeriche) mostra che la realtà agrigentina è basata sulle imprese molto piccole, un dato che non si discosta molto da quello regionale, ma è sensibilmente più alto del nazionale. Le imprese con meno di 10 addetti rappresentano il 97% del totale provinciale, il 96% delle siciliane e il 94,5% della realtà nazionale (v. Tab. 3.1).

Tab. 3.1 Numero di unità locali per provincia e classe di addetti secondo la classificazione delle attività

economiche ATECO 2007. Anno 2008 (valori assoluti).

Province e regioni

1-9 addetti

10-19 addetti

20-49 addetti

50 addetti e più Totale

Trapani 26405 780 217 52 27454 Palermo 63935 1882 742 304 66863 Messina 41528 992 357 126 43003 Agrigento 24498 542 169 43 25252 Caltanissetta 14403 429 157 49 15038 Enna 9257 230 60 21 9568 Catania 66477 1845 721 264 69307 Ragusa 20086 647 229 57 21019 Siracusa 21267 700 304 128 22399 SICILIA 287856 8047 2956 1044 299903 NORD-OVEST 1350124 52085 23031 12027 1437267 NORD-EST 987012 42675 19187 8460 1057334 CENTRO 989247 35339 13845 6013 1044444 SUD E ISOLE 1311122 38277 14441 5427 1369267 ITALIA 4637505 168376 70504 31927 4908312

Fonte: Istat, Registro Statistico delle Unità Locali 2008

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Con riferimento al numero di addetti per classe (v. Tab. 3.2), nella categoria “1-9 addetti” Agrigento annovera il 74,1% degli occupati, mentre la media regionale è il 62% e la media nazionale il 50,5%.

Tab. 3.2 Numero di addetti alle unità locali per provincia e classe di addetti secondo la classificazione delle

attività economiche ATECO 2007. Anno 2008 (valori assoluti).

Province e regioni

1-9 addetti

10-19 addetti

20-49 addetti

50 addetti e più Totale

Trapani 53743 10035 6247 4607 74631 Palermo 118834 24341 21768 48356 213299 Messina 76328 12924 10386 16084 115721 Agrigento 44801 7034 4890 3738 60462 Caltanissetta 27700 5546 4481 8363 46090 Enna 17178 2998 1716 2758 24650 Catania 120505 23980 21669 38063 204217 Ragusa 41630 8391 6482 5113 61615 Siracusa 41146 9052 8827 14641 73666 SICILIA 541865 104300 86464 141724 874353 NORD-OVEST 2648085 684794 693073 1745032 5770983 NORD-EST 2011484 563844 570523 1135158 4281009 CENTRO 1916000 462305 410748 901483 3690536 SUD E ISOLE 2447197 499675 423742 762137 4132751 ITALIA 9022766 2210618 2098086 4543810 17875280

Fonte: Istat, Registro Statistico delle Unità Locali 2008 Fra le province siciliane Agrigento precede soltanto Enna sia nel numero delle imprese con meno di 50 addetti, sia nel numero di addetti delle imprese nella classe con più di 50 addetti, con mille occupati in più rispetto ad Enna. Dalla Tab. 3.3 si evince che in percentuale la componente Alberghi e ristoranti supera la media regionale e nazionale. Dato di analogo tenore è mostrato dalla Tab. 3.4 per quanto riguarda il numero di addetti in tale settore.

Tab. 3.3 Numero di unità locali per provincia e settore di attività secondo la classificazione delle attività

economiche ATECO 2007. Anno 2008 (valori assoluti).

Province e regioni

Industria in senso stretto Costruzioni Commercio

Alberghi e

ristorantiAltri

servizi Totale Trapani 2987 3410 10259 1986 8812 27454Palermo 5823 6424 25554 3955 25107 66863Messina 3766 5755 15467 3261 14754 43003Agrigento 2380 3023 10391 1900 7558 25252

% 9.4% 12.0% 41.1% 7.5% 29.9% 100%

Caltanissetta 1553 1717 6086 917 4765 15038Enna 1052 1354 3463 639 3060 9568Catania 6530 8412 27629 3350 23386 69307

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Ragusa 2032 3150 7965 1331 6541 21019Siracusa 2071 2956 7893 1579 7900 22399SICILIA 28194 36201 114707 18918 101883 299903

% 9.4% 12.1% 38.2% 6.3% 34.0% 100%NORD-OVEST 164739 209512 390287 82445 590284 1437267NORD-EST 129085 157422 296856 77772 396199 1057334CENTRO 109148 138322 304809 67178 424987 1044444SUD E ISOLE 136113 169569 509122 92545 461918 1369267ITALIA 539085 674825 1501074 319940 1873388 4908312

% 11.0% 13.7% 30.6% 6.5% 38.2% 100%Fonte: Istat, Registro Statistico delle Unità Locali 2008

Tab. 3.4

Numero di addetti alle unità locali per provincia e settore di attività secondo la classificazione delle attività economiche ATECO 2007. Anno 2008 (valori assoluti).

Province e regioni

Industria in senso stretto Costruzioni Commercio

Alberghi e

ristorantiAltri

servizi Totale Trapani 13141 11078 24666 7282 18465 74631Palermo 30104 23271 70369 14736 74819 213299Messina 17061 17106 38365 11529 31660 115721Agrigento 9261 8412 21644 5200 15946 60462

% 15.3% 13.9% 35.8% 8.6% 26.4% 100%

Caltanissetta 9037 7476 14291 2631 12655 46090Enna 4345 4631 7303 1695 6676 24650Catania 32906 28296 70492 11584 60940 204217Ragusa 11037 10326 20784 4425 15043 61615Siracusa 16768 12174 20541 5096 19086 73666SICILIA 143662 122769 288454 64177 255291 874353

% 16.4% 14.0% 33.0% 7.3% 29.2% 100%NORD-OVEST 1652650 588421 1412814 336439 1780660 5770984NORD-EST 1352651 440086 1040022 333578 1114672 4281009CENTRO 835481 404339 986101 279275 1185341 3690536SUD E ISOLE 843164 571411 1274632 311828 1131717 4132751ITALIA 4683946 2004256 4713569 1261120 5212389 17875280

% 26.2% 11.2% 26.4% 7.1% 29.2% 100%Fonte: Istat, Registro Statistico delle Unità Locali 2008

Il mercato del lavoro si è dimostrato stagnante in provincia di Agrigento, permane la situazione sostanzialmente allarmante. Le Tabb. 3.5 e 3.6 riportano i dati sulla forza lavoro in valore assoluto. Le persone in cerca di occupazione sono cresciute nel 2009 e nel 2010, dopo due anni nei quali il dato era rimasto costante.

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Tab. 3.5 Forze di lavoro divise fra occupati per settore e persone in cerca di occupazione, 2010

Dati in migliaia

Province e regioni

Forze di lavoro Occupati per settore

Totale - di cui Occupati

- di cui Persone in cerca di

occupazione Agricoltura Industria in

senso stretto Costruzioni Servizi

Trapani 141.6 123.2 18.5 11.4 8.8 11.1 91.9Palermo 424.6 345.2 79.4 14.7 26.0 24.3 280.1Messina 227.2 196.5 30.7 11.4 15.3 19.2 150.6Agrigento 150.0 121.2 28.8 11.4 8.4 9.4 92.0Caltanissetta 85.8 71.6 14.2 5.6 9.3 6.6 50.0Enna 60.4 50.3 10.1 4.6 4.6 5.2 35.9Catania 344.5 303.1 41.4 19.4 26.6 26.3 230.8Ragusa 116.3 105.8 10.5 24.3 6.7 8.5 66.2Siracusa 137.9 123.4 14.5 4.9 15.4 11.3 91.9SICILIA 1,688.2 1,440.1 248.1 107.7 121.1 121.9 1,089.4NORD-OVEST 7,265.2 6,813.0 452.1 162.3 1,687.6 531.4 4,431.7NORD-EST 5,318.4 5,025.0 293.4 184.4 1,325.6 385.6 3,129.4CENTRO 5,231.7 4,833.1 398.6 127.0 820.2 428.4 3,457.5SUD E ISOLE 7,159.4 6,201.2 958.3 417.3 747.8 584.2 4,451.9ITALIA 24,974.7 22,872.3 2,102.4 891.0 4,581.2 1,929.6 15,470.5

Fonte: ISTAT

Tab. 3.6 Persone in cerca di occupazione. Anni 2004-2010

Dati in migliaia Province e regioni 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Trapani 23.5 23.3 15.6 15.9 16.0 15.4 18.5 Palermo 89.8 85.2 81.4 67.2 74.2 78.2 79.4 Messina 38.0 31.6 25.5 24.2 31.5 32.6 30.7 Agrigento 30.8 26.7 19.4 25.6 25.6 27.1 28.8 Caltanissetta 18.3 17.9 14.6 13.4 12.5 12.5 14.2 Enna 12.7 11.2 9.8 9.6 9.3 9.1 10.1 Catania 53.5 57.1 44.4 40.8 42.5 39.5 41.4 Ragusa 9.9 13.0 8.2 10.1 9.9 10.3 10.5 Siracusa 23.3 18.9 15.6 14.8 15.3 11.4 14.5 SICILIA 299.8 284.8 234.6 221.5 236.8 236.1 248.1 NORD-OVEST 313.4 307.7 275.6 269.7 307.4 421.8 452.1 NORD-EST 194.8 201.5 187.4 162.0 181.0 247.3 293.4 CENTRO 316.8 311.8 301.3 266.6 317.0 376.9 398.6 SUD E ISOLE 1,135.4 1,067.4 909.0 807.7 886.5 899.0 958.3 ITALIA 1,960.4 1,888.6 1,673.4 1,506.0 1,691.9 1,944.9 2102.4

Fonte: ISTAT Nella Tab. 3.7 riportiamo i tassi caratteristici del mercato del lavoro: il dato relativo al rapporto tra gli occupati e la popolazione di età 15-64 anni (tasso di occupazione), il rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro (tasso di disoccupazione), il rapporto tra le persone appartenenti alle forze di lavoro e la popolazione di età superiore a 15 anni compiuti (tasso di attività). La disoccupazione è cresciuta di 1,6 punti percentuali: è al 19,2% nel 2010 rispetto al

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17,6% della forza lavoro è in cerca di occupazione nel 2009 e al 16,8% del 2008 (v. Tab. 3.7). Il dato regionale è il 14,7%, di per sé è quasi il doppio del nazionale (8,4%). Si ricordi peraltro che la catalogazione come Forze lavoro indica persone che cercano lavoro attivamente.

Tab. 3.7 Tassi caratteristici del mercato del lavoro, 2008-2010

Province e regioni

2008 2009 2010 Tasso

occupaz. 15-64 anni

Tasso disoccup.

Tasso attività 15-64 anni

Tasso occupaz.

15-64 anni

Tasso disoccup.

Tasso attività 15-64 anni

Tasso occupaz.

15-64 anni

Tasso disoccup.

Tasso attività 15-64 anni

Trapani 46.5 10.7 52.1 43.2 11.0 48.6 42.6 13.0 49.1Palermo 43.1 17.1 52.1 42.8 17.9 52.2 41.3 18.7 50.9Messina 45.9 13.6 53.1 45.2 14.1 52.8 44.6 13.5 51.7Agrigento 42.4 16.8 51.1 42.8 17.6 52.0 40.7 19.2 50.4Caltanissetta 40.8 14.5 47.9 38.5 15.3 45.6 39.8 16.5 47.8Enna 43.6 16.0 52.0 44.8 15.2 52.9 44.0 16.7 53.0Catania 43.0 12.0 48.8 42.3 11.3 47.7 41.3 12.0 46.9Ragusa 52.0 8.4 56.8 50.1 8.9 55.1 49.7 9.1 54.7Siracusa 42.7 11.6 48.4 45.2 8.5 49.5 45.2 10.5 50.6SICILIA 44.1 13.8 51.2 43.5 13.9 50.6 42.6 14.7 50.1NORD-OVEST 66.2 4.2 69.2 65.1 5.8 69.1 - 6.2 -NORD-EST 67.9 3.4 70.3 66.4 4.7 69.6 - 5.5 -CENTRO 62.8 6.1 66.9 62.0 7.2 66.9 - 7.6 -SUD E ISOLE 46.1 12.0 52.4 44.7 12.5 51.1 - 13.4 -ITALIA 58.7 6.7 63.0 57.6 7.8 62.4 56.9 8.4 62.2

Fonte: Istat

Tab. 3.8 Numero di occupati (in migliaia) desunti dall'indagine sulle forze di lavoro classificati per

cittadinanza e provincia. Media dei primi tre trimestri del 2010 Province e regioni

Occupati italiani

Occupati stranieri

Occupati totali

% Occupati italiani

% Occupati stranieri

Trapani 121.2 1.8 123.0 98.6 1.4Palermo 326.3 16.8 343.1 95.1 4.9Messina 185.9 8.7 194.6 95.5 4.5Agrigento 117.6 1.6 119.2 98.7 1.3Caltanissetta 69.9 0.8 70.7 98.9 1.1Enna 50.4 0.9 51.2 98.3 1.7Catania 288.9 13.0 301.9 95.7 4.3Ragusa 98.0 9.7 107.7 91.0 9.0Siracusa 119.7 3.9 123.6 96.9 3.1SICILIA 1,377.9 57.1 1,435.0 96.0 4.0NORD-OVEST 6,086.2 714.9 6,801.2 89.5 10.5NORD-EST 4,499.2 529.4 5,028.6 89.5 10.5CENTRO 4,278.6 554.1 4,832.7 88.5 11.5SUD E ISOLE 5,927.2 261.6 6,188.8 95.8 4.2ITALIA 20,791.3 2,060.1 22,851.3 91.0 9.0

Fonte: Elaborazione Istituto Guglilemo Tagliacarne su dati Istat

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La percentuale degli occupati stranieri è in linea con quella di Trapani, Caltanissetta ed Enna (v. Tab. 3.8). L’8% degli occupati lavora meno di 10 ore la settimana (era l’11,3% nel 2009), il 31,8% lavora meno di 30 ore la settimana (era il 31% nel 2009), v. Tab. 3.9.

Tab. 3.9 Numero di occupati desunti dall'indagine sulle forze di lavoro classificati per numero di ore lavorate

settimanali. Media dei primi tre trimestri del 2010. Dati assoluti, in migliaia

Province e regioni

Fino a 10 ore

Da 11 a 20 ore

Da 21 a 30 ore

Oltre 30 ore

Non indica

Totale occupati

% Fino a 10 ore

% Da

11 a 20 ore

% Da

21 a 30 ore

% Oltre 30 ore

Non indica

Trapani 9.8 12.1 11.5 88.2 1.4 123.0 8.0 9.8 9.3 71.8 1.1Palermo 30.9 32.2 35.0 241.8 3.2 343.1 9.0 9.4 10.2 70.5 0.9Messina 17.1 17.5 25.9 131.8 2.4 194.6 8.8 9.0 13.3 67.7 1.2Agrigento 9.5 10.9 17.6 74.8 6.4 119.2 8.0 9.1 14.7 62.8 5.4Caltanissetta 6.3 5.7 6.3 51.2 1.2 70.7 8.9 8.1 8.8 72.5 1.6Enna 5.0 4.7 7.1 34.1 0.2 51.2 9.8 9.2 13.9 66.6 0.5Catania 26.4 24.6 41.6 204.4 4.9 301.9 8.8 8.1 13.8 67.7 1.6Ragusa 4.9 6.5 10.2 85.1 0.9 107.7 4.6 6.0 9.5 79.1 0.9Siracusa 8.3 14.8 12.1 87.8 0.6 123.6 6.7 12.0 9.8 71.0 0.5SICILIA 118.3 129.0 167.2 999.2 21.2 1,435.0 8.2 9.0 11.7 69.6 1.5NORD-OVEST 783.2 519.6 673.5 4,806.1 18.7 6,801.2 11.5 7.6 9.9 70.7 0.3NORD-EST 537.1 352.0 505.5 3,621.5 12.6 5,028.6 10.7 7.0 10.1 72.0 0.3CENTRO 531.7 370.2 510.9 3,405.1 14.8 4,832.7 11.0 7.7 10.6 70.5 0.3SUD E ISOLE 585.1 511.8 634.6 4,390.4 66.8 6,188.8 9.5 8.3 10.3 70.9 1.1ITALIA 2,437.1 1,753.7 2,324.6 16,223.1 112.9 22,851.3 10.7 7.7 10.2 71.0 0.5

Fonte. Elaborazione Istituto Guglilemo Tagliacarne su dati Istat Mentre nel 2007 e nel 2008 il numero di ore di cassa integrazione si era mantenuto stabile, il dato nel 2009 è cresciuto del 43% e nel 2010 del 19,4%. La cassa integrazione è quasi equamente distribuita fra ordinaria e straordinaria, mentre nel 2009 il 77,3% era da attribuire a cassa integrazione ordinaria (da sola era raddoppiata rispetto al 2008), v. Tab. 3.10. Nei primi tre mesi del 2011 la cassa ordinaria è di 136045 ore (nel 2009 nei primi tre mesi furono 96090 ore), quella straordinaria di 50850 (nel 2009 le ore furono 83970), per un totale di 186895 (nel 2009 il totale fu di 180060 ore).

Tab. 3.10 Numero di ore autorizzate di cassa integrazione guadagni per il complesso dei settori di attività

Province e regioni

2008 2009 2010

Ordinar Straord Totale Ordinar Straord Totale Ordinar Straord Totale

Trapani 324701 145733 470434 519743 219768 739511 471452 616857 1088309

Palermo 1791333 1283801 3075134 3467910 1649376 5117286 3512702 3595301 7108003

Messina 430206 708219 1138425 873446 653622 1527068 862925 2220790 3083715

Agrigento 331670 242065 573735 632026 185877 817903 493828 482941 976769

Caltanissetta 82123 511132 593255 706382 147783 854165 921253 653194 1574447

Enna 271925 118471 390396 500747 66530 567277 216725 461798 678523

Catania 337058 798113 1135171 1964194 1157428 3121622 1799419 1845934 3645353

Ragusa 111091 46292 157383 899976 75540 975516 703348 247569 950917

Siracusa 918196 214244 1132440 1407091 364898 1771989 1692866 1433080 3125946

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SICILIA 4598303 4068070 8666373 10971515 4520822 15492337 10674518 11557464 22231982

NORD-OVEST 46423800 43001656 89425456 306029165 145431323 451460488 168897605 346129891 515027496

NORD-EST 17273070 16701467 33974537 109635549 67074379 176709928 66381128 216649105 283030233

CENTRO 14907575 18953824 33861399 61385327 60424483 121809810 38729907 140774386 179504293

SUD E ISOLE 34419790 35979073 70398863 99368955 64685456 164054411 67801605 158274622 226076227

ITALIA 113024235 114636020 227660255 576418996 337615641 914034637 341810245 861828004 1203638249

Fonte. INPS Non invidiabile è invece il primato di Agrigento nella graduatoria provinciale del 2008 secondo il tasso di irregolarità in termini di occupati, infatti è al settimo posto nazionale, con un dato di 17,9%, il 70% in più della media nazionale. È la prima provincia siciliana (la seconda è Palermo con 16,6%), v. Tab. 3.11. Sono definite regolari le prestazioni lavorative registrate e osservabili sia dalle istituzioni fiscali-contributive sia da quelle statistiche e amministrative. Si dicono non regolari le prestazioni lavorative svolte senza il rispetto della normativa vigente in materia fiscale-contributiva, quindi non osservabili direttamente presso le imprese, le istituzioni e le fonti amministrative. Rientrano in tale categoria le prestazioni lavorative: 1) continuative, svolte non rispettando la normativa vigente; 2) occasionali, svolte da persone non attive in quanto studenti, casalinghe o pensionati; 3) svolte dagli stranieri non residenti e non regolari; 4) plurime, cioè le attività ulteriori rispetto alla principale e non dichiarate alle istituzioni fiscali.

Tab. 3.11 Occupati interni complessivi in migliaia, di cui irregolari, 2008

Province e regioni Totale Di cui

irregolariTasso di

irregolarità (%)

Trapani 128.4 18.2 14.2Palermo 376.6 62.5 16.6Messina 210.6 31.8 15.1Agrigento 117.3 21.0 17.9Caltanissetta 76.9 11.6 15.1Enna 47.3 7.7 16.2Catania 335.6 49.7 14.8Ragusa 103.7 14.9 14.4Siracusa 124.0 16.8 13.6SICILIA 1,520.3 234.2 15.4NORD-OVEST 7,472.6 627.0 8.4NORD-EST 5,636.9 446.4 7.9CENTRO 5,386.4 477.3 8.9SUD E ISOLE 6,753.7 1,034.3 15.3ITALIA 25,249.6 2,585.0 10.2

Fonte: Istituto Guglielmo Tagliacarne 3.2 La formazione La formazione rappresenta una delle più importanti componenti della crescita nel lungo periodo. Nel 2009 i laureati residenti nella provincia di Agrigento sono stati 2051 (nel 2008: 2307; fonte MIUR). Secondo il criterio di classificazione internazionale dei corso di studio, in Scienze agrarie e marine i laureati sono stati 46 (nel 2008: 66), in Architettura 111 (nel 2008: 138), nelle Arti 69 (nel 2008: 88), in Economia e amministrazione 291 (nel 2008: 313), in Scienze informatiche 15 (nel

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2008: 13), in Scienze dell’educazione 192 (nel 2008: 226), in Ingegneria 175 (nel 2008: 176), in Protezione ambientale 12 (nel 2008: 13), in Medicina 313 (nel 2008: 340), in Lingue e letteratura 162 (nel 2008: 169), in Giornalismo 49 (nel 2008: 66), in Giurisprudenza 127 (nel 2008: 198), in Scienze biologiche 110 (nel 2008: 104), in Impianti e processi industriali 21 (nel 2008: 10), in Matematica e statistica 15 (nel 2008: 8), in Servizi alla persona 27 (nel 2008: 28), in Fisica 13 (nel 2008: 14), in Servizi di sicurezza 2 (nel 2008: 6), in Scienze sociali e comportamentali 236 (nel 2008: 259), in Servizi sociali 62 (nel 2008: 65), in Educazione all’insegnamento nessuno (anche nel 2008), in Trasporti nessuno (nel 2008: 2), in Veterinaria 3 (nel 2008: 5). I dati nella Tab. 3.12 mostrano che i laureati in provincia nel 2009 sono in numero consistente (9,8% sul totale laureati) e questo dato va letto con soddisfazione perché sottolinea che il Polo Universitario offre un servizio apprezzato dalla comunità, però il dato percentuale sul totale è in calo rispetto al 2009 (la percentuale fu del 12,4%). In termini percentuali però non è stata frenata l’emorragia di studenti verso altre province (immutata rispetto al 2008) o addirittura verso altre regioni, segno di una non sufficiente copertura nell’offerta formativa del Polo stesso (in aumento, perché passa dal 32,5% del 2008 al 35% del 2009). Ciò è affermato con rammarico perché codesta Camera ha sempre creduto nel ruolo propulsivo del polo agrigentino dell’Università di Palermo. La situazione in cui versa l’Università in Italia e quella di Palermo non consentono previsioni rosee al riguardo nei termini di un maggiore impegno e rafforzamento dell’offerta formativa.

Tab. 3.12 Il numero di laureati suddivisi per provincia di residenza e luogo di conseguimento del titolo, 2009

Province e regioni

Valori Assoluti Valori Percentuali

In provincia

Fuori provincia

Fuori regione Totale In

provincia Fuori

provincia Fuori

regione Totale

Trapani 127 1029 875 2031 6.3 50.7 43.1 100.0Palermo 4258 297 864 5419 78.6 5.5 15.9 100.0Messina 2639 549 708 3896 67.7 14.1 18.2 100.0Agrigento 202 1131 718 2051 9.8 55.1 35.0 100.0Caltanissetta 116 868 344 1328 8.7 65.4 25.9 100.0Enna 312 584 172 1068 29.2 54.7 16.1 100.0Catania 4179 478 664 5321 78.5 9.0 12.5 100.0Ragusa 294 665 567 1526 19.3 43.6 37.2 100.0Siracusa 203 1213 593 2009 10.1 60.4 29.5 100.0SICILIA 12330 6814 5505 24649 50.0 27.6 22.3 100.0NORD-OVEST 32886 19486 10017 62389 52.7 31.2 16.1 100.0NORD-EST 19706 16988 10860 47554 41.4 35.7 22.8 100.0CENTRO 36226 15749 9025 61000 59.4 25.8 14.8 100.0SUD E ISOLE 52811 25168 36784 114763 46.0 21.9 32.1 100.0ITALIA 141629 77391 66686 285706 49.6 27.1 23.3 100.0

Fonte: MIUR

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4. La produzione di ricchezza nel territorio 4.1 Il prodotto interno lordo Il prodotto interno lordo (PIL) è valutato ai prezzi di mercato ed è dato dalla somma del valore aggiunto ai prezzi base incrementata delle imposte indirette sulle importazioni, al netto dei servizi di intermediazione finanziaria indirettamente misurati. Per quanto riguarda il prodotto interno lordo a prezzi correnti fra il 2009 e il 2010 si è verificata una variazione negativa dell’1,8% e rispetto al 1995 la variazione media annua è stata del 4,2% (dati Istituto Guglielmo Tagliacarne). In Sicilia si è verificato un aumento dell’1,1%. Il prodotto pro capite nel 2010 è stato di euro 15,548.62 (fu di 15.801,1 nel 2009, secondo le nuove elaborazioni su dati dell’Istituto Tagliacarne) e ha collocato Agrigento al 102.mo posto nella graduatoria nazionale per province (fu 101.ma nel 2009). Equiparato a 100 il dato Italia (euro 25,615.38), il PIL di Agrigento nel 2010 corrisponde al 60,7% del dato nazionale (nel 2009 fu il 62,5%). Il prodotto pro capite siciliano nel 2010 è stato di 17.242,91 euro, quindi il valore pro-capite agrigentino corrisponde al 90,2% del dato regionale. 4.2 Il valore aggiunto Il valore aggiunto (computato ai prezzi base) fornisce una misura quantitativa della ricchezza prodotta dal sistema economico nell’arco dell’anno di riferimento. Generalmente viene calcolato per i tre grandi macro settori (agricoltura, industria e servizi) ed indica il grado di crescita economica raggiunta da un’area.

Fig. 4.1 Valore aggiunto a prezzi correnti (milioni di euro) per settore di attività economica, 2009

Agricoltura 326 (5,2%)

Industria in senso stretto 449 (7,2% sul totale, 58,2% su Industria)

Industria 771 (12,3)%

Costruzioni 322 (5,1% sul

totale, 41,8% su Industria)Servizi

5176 (82,5%)

Agricoltura Servizi Industria in senso stretto Costruzioni

Fonte: elaborazioni Unioncamere-Tagliacarne Si vedano la Fig. 4.1 per una rappresentazione sintetica del valore aggiunto e la Tab. 4.1 per una scomposizione provinciale percentuale. La Tab. 4.2 riporta la scomposizione del valore aggiunto per quanto riguarda l’artigianato.

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Tab. 4.1 Valore aggiunto a prezzi correnti per settore di attività economica. Composizione % settoriale, 2009

Province e regioni Agricoltura

Industria Servizi TotaleIndustria

in senso stretto Costruzioni Totale Industria

Trapani 3.9 8.1 5.9 13.9 82.1 100.0Palermo 1.6 7.8 5.1 12.9 85.5 100.0Messina 2.2 8.3 7.5 15.9 82.0 100.0Agrigento 5.2 7.2 5.1 12.3 82.5 100.0Caltanissetta 3.9 16.2 5.7 21.8 74.3 100.0Enna 5.8 8.7 6.7 15.3 78.8 100.0Catania 2.7 10.6 5.8 16.4 80.9 100.0Ragusa 8.3 10.6 7.8 18.4 73.3 100.0Siracusa 6.3 11.7 6.7 18.4 75.3 100.0SICILIA 3.5 9.4 6.0 15.4 81.1 100.0NORD-OVEST 1.1 22.5 6.0 28.6 70.4 100.0NORD-EST 1.9 23.9 6.6 30.5 67.6 100.0CENTRO 1.4 14.9 5.8 20.7 77.9 100.0SUD E ISOLE 3.2 12.2 6.8 19.0 77.8 100.0DATI NON RIPARTIBILI 0.0 63.5 0.0 63.5 36.5 100.0ITALIA 1.8 18.8 6.3 25.1 73.1 100.0

Fonte: Elaborazione Uninocamere – Istituto Guglielmo Tagliacarne

Tab. 4.2 Valore aggiunto (milioni euro) dell'artigianato a prezzi correnti per settore di attività, 2008

Province e regioni

Agricoltura, silvicoltura

e pesca

Industria in senso stretto Costruzioni Servizi Totale

Incidenza % sul totale

valore aggiunto

Trapani 0.1 216.0 244.5 323.8 784.5 12.7Palermo 0.2 506.9 399.3 683.1 1,589.4 8.1Messina 0.0 332.9 327.8 507.2 1,167.9 11.4Agrigento 0.0 167.5 145.5 313.6 626.7 10.5Caltanissetta 0.0 114.5 69.1 173.9 357.5 8.7Enna 0.0 92.1 107.2 151.7 351.0 14.6Catania 0.2 514.7 399.7 682.6 1,597.3 9.9Ragusa 0.4 181.5 260.0 287.9 729.8 14.6Siracusa 0.1 126.2 159.5 257.8 543.5 8.5SICILIA 1.1 2,252.2 2,112.6 3,381.7 7,747.6 10.2NORD-OVEST 49.7 23,981.2 15,205.2 21,098.0 60,334.1 13.4NORD-EST 51.6 20,697.0 13,138.4 16,051.6 49,938.6 15.6CENTRO 22.3 13,220.2 8,605.6 12,729.0 34,577.2 11.2SUD E ISOLE 3.6 11,130.2 9,770.2 14,841.8 35,745.7 11.0ITALIA 127.1 69,028.6 46,719.5 64,720.4 180,595.6 12.8

Fonte: Istituto Guglielmo Tagliacarne La legge quadro n. 443 dell’8 agosto 1985 definisce artigiana l’impresa che abbia per scopo prevalente lo svolgimento di un'attività di produzione di beni, anche semilavorati, o di prestazione di servizi, sono escluse le attività agricole e le attività di prestazione di servizi commerciali, di

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intermediazione nella circolazione dei beni o ausiliarie di queste ultime, di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, salvo il caso che siano solamente strumentali e accessorie all’esercizio dell’impresa. Per il calcolo del valore aggiunto dell’artigianato nelle province italiane l’Istituto Tagliacarne ha considerato artigiane le imprese iscritte alla sezione del Registro delle Imprese e soddisfacenti le caratteristiche indicate in tale legge. La stima di tale aggregato viene effettuata disaggregando e in parte estrapolando le corrispondenti valutazioni annualmente elaborate dall’Istat. L’Istituto Tagliacarne dopo aver identificato l’universo delle imprese artigiane, ha provveduto a stimare i dati del valore aggiunto per singoli gruppi di attività. Il peso relativo dell’artigianato nella nostra provincia è del 10,5%, in linea con il dato regionale (10,2%). 4.3 I consumi di energia Un indicatore molto importante del livello di attività economica è il consumo di energia elettrica per settori di attività, in particolare quello dell’industria, visto che il domestico è proporzionale alla popolazione. Per quanto concerne i consumi di energia elettrica sono stati considerati i consumi di energia elettrica (fonte Terna) suddivisi per uso produttivo e domestico e all’interno dell’uso produttivo viene anche indicata la suddivisione settoriale. Osserviamo province simili ad Agrigento sulla base del consumo di energia elettrica nell’industria. Dalla Fig. 4.2 si nota che nel 2009 il consumo di energia elettrica nell’industria nelle province di Agrigento, Siracusa e Trapani è dell’ordine di 500 milioni di Kwh. Siracusa mostra consumi simili ad Agrigento e Trapani nell’industria e nel terziario, ma le sopravanza nell’agricoltura. Ragusa è vicina ad Agrigento nel consumo totale, ma se da un lato mostra un consumo di 380 milioni di Kwh nell’industria, la supera di più del doppio nel terziario e di più di quattro volte nell’agricoltura.

Fig. 4.2 Confronto interprovinciale nei consumi di energia elettrica per settori di attività, 2009.

Milioni di Kwh

0.0500.0

1,000.01,500.02,000.02,500.03,000.03,500.04,000.0

Trapani

Palerm

o

Messin

a

Agrige

nto

Caltaniss

etta

Enna

Catania

Ragusa

Siracu

sa

AgricolturaIndustria TerziarioDomestico Totale

Fonte: TERNA

Nella Tab. 4.3 riportiamo i consumi per energia elettrica secondo il settore di attività economica nel 2009. I totali regionali possono non coincidere con la somma dei dati provinciali perché incorporano una componente attribuibile al settore trasporti che non è possibile ripartire a livello provinciale.

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Tab. 4.3 Consumi di energia elettrica nel 2009 per settore di attività economica (%)

Province e regioni Agricoltura Industria Terziario Domestico Totale Trapani 2.1 20.6 34.4 42.8 100.0 Palermo 0.9 14.3 39.8 45.0 100.0 Messina 0.8 37.1 31.1 30.9 100.0 Agrigento 2.1 20.2 33.6 44.0 100.0 Caltanissetta 1.0 60.4 18.5 20.1 100.0 Enna 2.8 17.4 35.9 43.9 100.0 Catania 2.6 27.8 35.8 33.8 100.0 Ragusa 7.9 36.9 26.4 28.8 100.0 Siracusa 2.4 69.9 13.1 14.6 100.0 SICILIA 2.2 36.5 29.4 31.9 100.0 ITALIA 1.9 44.2 30.6 23.3 100.0

Fonte: elaborazioni Istituto G.Tagliacarne su dati TERNA Per quanto riguarda l’energia riportiamo pure le due Tabb. 4.4-4.5. La prima contiene il numero di impianti in esercizio alimentati da fonti rinnovabili per tipologia di fonte e provincia La seconda è relativa agli impianti in progetto. Si tratta solamente dei cosiddetti impianti qualificati (patente che viene assegnata dal Gestore dei Servizi Elettrici) ovvero quelli che soddisfano i requisiti previsti da:

• decreto legislativo n. 387 del 29 dicembre 2003 che fornisce precisazioni per la regolamentazione della produzione da fonti rinnovabili e del relativo sistema di promozione ed incentivazione con Certificati Verdi;

• decreto MAP 24/10/2005 recante “Aggiornamento delle direttive per l'incentivazione dell'energia prodotta da fonti rinnovabili ai sensi dell'articolo 11, comma 5 del Decreto Legislativo 16 Marzo 1999, n. 79”, che ha abrogato i precedenti decreti ministeriali 11/11/1999 e 18/03/2002.

Tab. 4.4

Numero di impianti in esercizio alimentati da fonti rinnovabili per tipologia di fonte e provincia. Situazione al 30-6-2010

Province e regioni

Esercizio

Biogas Bioliquidi Biomasse solide Eolica Gas di

discarica Geotermica Idraulica Moto Rifiuti Solare

Trapani 0 0 0 11 0 0 0 0 0 1Palermo 0 0 0 20 2 0 0 0 0 4Messina 0 0 0 2 1 0 0 1 0 12Agrigento 0 2 0 6 0 0 0 0 0 0Caltanissetta 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5Enna 0 0 0 2 1 0 0 0 0 0Catania 0 0 0 7 0 0 0 0 0 3Ragusa 0 0 0 7 0 0 0 0 1 2Siracusa 0 0 1 6 0 0 0 0 0 2SICILIA 0 2 1 61 4 0 0 1 1 29ITALIA 265 129 69 355 190 14 1,204 1 41 70

Fonte: GSE (Gestore Servizi elettrici)

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Tab. 4.5 Numero di impianti in progetto alimentati da fonti rinnovabili per tipologia di fonte e provincia.

Situazione al 30-6-2010

Province e regioni

Progetto

Biogas Bioliquidi Biomasse solide Eolica Gas di

discarica Geotermica Idraulica Moto Rifiuti Solare

Trapani 0 1 0 3 1 0 0 0 0 0Palermo 0 4 1 4 0 0 0 0 0 1Messina 0 0 0 8 1 0 0 0 0 0Agrigento 0 78 4 6 1 0 0 0 0 1Caltanissetta 0 0 0 2 0 0 0 0 0 0Enna 0 0 1 5 1 0 0 0 0 0Catania 0 1 0 2 0 0 0 0 0 0Ragusa 0 0 4 4 0 0 0 0 0 0Siracusa 0 0 1 0 0 0 0 0 0 1SICILIA 0 84 11 34 4 0 0 0 0 3ITALIA 91 278 102 294 21 3 302 0 9 3

Fonte: GSE (Gestore Servizi elettrici)

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5. La ricchezza delle famiglie 5.1 Il reddito disponibile Il reddito disponibile è forse il dato più facilmente percepibile della situazione economica delle famiglie. Questo aggregato è in grado di fornire un’indicazione sintetica del livello di benessere economico di cui possono godere i residenti di ciascuna provincia considerati nella loro veste di consumatori. Il reddito personale corrisponde al complesso dei redditi che affluiscono alle famiglie provenienti dal lavoro e dal capitale-impresa, uniti ai trasferimenti, e al netto delle relative imposte dirette e dei contributi previdenziali e assistenziali. Il calcolo del reddito disponibile si basa sul criterio della residenza degli operatori, ossia nel reddito di ciascuna provincia vengono compresi tutti i flussi, in entrata e in uscita, di pertinenza dei soggetti che vi risiedono, ancorché realizzati in parte fuori dal territorio provinciale. Vengono esclusi dal reddito le analoghe risorse conseguite nella provincia da soggetti che risiedono altrove. Il reddito disponibile complessivo nella provincia è aumentato del 18,6% fra il 2004 e il 2009 e questo dato è il maggiore della Sicilia (v. tab. 5.1). Il reddito disponibile pro capite è passato da euro 8.977 nel 2005 a euro 10.692 nel 2009 (dati Istituto Gugliemo Tagliacarne), un aumento del 19,1% nel periodo.

Tab. 5.1 Reddito disponibile delle famiglie consumatrici per regione e provincia

Variazione % 2004-2009 Province e regioni

Variaz. % 2004-2009

Trapani 14.15Palermo 10.55Messina 13.53Agrigento 18.61Caltanissetta 11.98Enna 11.34Catania 11.47Ragusa 14.33Siracusa 11.47SICILIA 12.41NORD-OVEST 6.91NORD-EST 9.94CENTRO 10.74SUD E ISOLE 10.52ITALIA 9.31

Fonte: Istituto Guglielmo Tagliacarne Si veda la Tab. 5.2 per un confronto numerico completo e la Fig. 5.1 per uno visivo; per ogni provincia è rappresentato l’andamento annuale.

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Tab. 5.2

Reddito disponibile in euro delle famiglie consumatrici pro capite per regione e provincia, 2004-2009

Province e regioni 2004 2005 2006 2007 2008 2009

Trapani 10394.14 11081.89 11215.30 11503.33 11737.72 11722.06 Palermo 12795.22 12926.68 13386.18 13677.04 13960.81 14071.94 Messina 11665.79 12522.82 12647.33 12951.37 13281.23 13328.39 Agrigento 8977.49 9800.01 9970.04 10290.18 10603.17 10692.46 Caltanissetta 10372.97 11009.10 11248.89 11542.24 11756.19 11760.14 Enna 9706.32 10180.93 10310.12 10637.85 10870.60 10907.37 Catania 11040.72 11265.08 11453.50 11762.01 12103.93 12117.22 Ragusa 10776.85 11458.15 11615.43 11807.62 12095.23 11950.07 Siracusa 11366.32 11617.25 11875.17 12189.43 12427.97 12502.88 SICILIA 11239.56 11679.26 11924.35 12220.64 12512.37 12554.16 NORD-OVEST 18912.66 19249.87 19833.47 20226.34 20384.07 19409.21 NORD-EST 18577.06 18861.09 19453.06 19948.70 20295.41 19438.35 CENTRO 17499.85 17834.28 18055.53 18546.58 18784.42 18299.93 SUD E ISOLE 11563.92 11904.02 12264.93 12604.26 12829.83 12680.56 ITALIA 15962.29 16302.57 16751.16 17176.25 17421.98 16863.68

Fonte: Istituto Guglielmo Tagliacarne

Fig. 5.1 Reddito disponibile pro capite nelle province siciliane, 2004-2009

0 4000 8000 12000 16000

Trapani

Palermo

Messina

Agrigento

Caltanissetta

Enna

Catania

Ragusa

Siracusa

2004 2005 2006 2007 2008 2009

Fonte: Istituto Guglielmo Tagliacarne Al fine di approfondire la conoscenza della struttura interna del reddito disponibile, l’Unioncamere e l’Istituto Tagliacarne hanno analizzato il reddito disponibile anche in funzione della diversa ampiezza delle famiglie. È stato suddiviso l’importo distinguendo le famiglie residenti a seconda che si componessero di una sola persona o che fossero composte di 2, di 3, di 4, o di più di 4

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persone. È bene precisare che nell’ambito delle famiglie composte da più di 4 persone comprendono anche le convivenze. La Fig. 5.2 offre un confronto visuale fra le province e la Sicilia, per ogni provincia si riporta la scomposizione secondo il numero di componenti.

Fig. 5.2 Reddito disponibile in euro (pro capite) delle famiglie consumatrici

per numero di componenti, 2009

0 5000 10000 15000 20000 25000

Trapani

Palermo

Messina

Agrigento

Caltanissetta

Enna

Catania

Ragusa

Siracusa

SICILIA

1 componente 2 componenti3 componenti 4 componenti> 4 componenti e convivenze

Fonte: Istituto Guglielmo Tagliacarne

5.2 Il tenore e la qualità di vita Il tenore di vita rappresenta la modalità di impiego del reddito disponibile. Il reddito disponibile coincide con l’insieme delle risorse destinate al soddisfacimento dei bisogni individuali presenti e futuri delle famiglie. Infatti il risparmio di oggi rappresenta un rinvio al futuro del consumo odierno. Dal lato degli impieghi pertanto, il reddito disponibile è la somma dei consumi e dei risparmi. Dalla Fig. 5.3 si evince la sostanziale tenuta delle abitudini di consumo in provincia. Il consumo di metano per uso domestico è un primario indicatore di tenore di vita, esso si è mantenuto sostanzialmente stabile nel periodo considerato (v. Tab. 5.3).

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Fig. 5.3 Consumi finali interni in provincia, 2001-2008

23.4 23.6 23.9 23.7 23.5 23.3 23.1 23.0

76.6 76.4 76.1 76.3 76.5 76.7 76.9 77.0

0.0

20.0

40.0

60.0

80.0

100.0

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Alimentari Non Alimentari

Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat

Tab. 5.3

Consumo di gas metano per uso domestico e per riscaldamento per i comuni capoluogo di provincia, 2000-2009 (m3 di metano equivalente per abitante) (*)

Comuni 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Trapani 53.6 48.0 47.1 55.8 57.9 63.6 60.1 63.6 63.0 58.3 Palermo 53.1 57.2 59.9 78.7 75.5 91.3 85.1 78.9 80.5 98.3 Messina 97.4 98.6 100.0 119.9 115.8 121.6 123.3 109.4 117.4 119.3 Agrigento 74.8 77.8 77.9 89.6 92.9 102.0 108.2 85.3 92.3 90.7 Caltanissetta 227.5 221.3 228.2 261.6 271.2 297.9 277.7 234.8 251.8 235.9 Enna 330.6 338.6 349.8 398.5 413.1 453.8 378.7 420.0 375.5 371.8 Catania 39.7 42.5 49.7 48.4 58.1 63.8 67.9 56.4 55.9 53.1 Ragusa 117.1 134.5 143.5 173.5 190.4 209.7 174.1 174.4 172.9 162.0 Siracusa 65.2 67.8 68.0 74.6 77.4 85.0 88.7 76.9 80.4 84.0 Italia (**) 390.7 396.2 396.8 420.6 428.8 435.4 415.8 380.0 402.5 402.5

(*) Dato del 2009 è provvisorio (**) La dicitura Italia si riferisce al complesso dei comuni capoluogo di provincia. Per il calcolo del 2009 è stato escluso il comune di L’Aquila. In Sardegna il metano non è distribuito.

Fonte: Istat, Dati ambientali nelle città La qualità della vita in un territorio è influenzata da diversi fattori, fra essi il verde urbano e le modalità di smaltimento dei rifiuti. Nella Tab. 5.4 gli indicatori (alcuni valori degli indicatori sono stati stimati) si riferiscono al patrimonio di aree verdi (ma anche di aree terrestri di particolare interesse naturalistico o storico-culturale) gestito (direttamente o indirettamente) da enti pubblici (comune, provincia, regione, stato) esistente nel territorio comunale. Si noti il dato molto basso del nostro capoluogo. Molti comuni hanno attivato iniziative combinate pubblico e privato nel quale quest’ultimo “adotta” delle aree verdi.

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Tab. 5.4 Densità di verde urbano per i comuni capoluogo di provincia (percentuale sulla superficie comunale), 2000-2009

Comuni 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Trapani 1.7 1.7 1.7 1.7 1.7 1.7 1.7 1.7 1.7 1.7 Palermo 27.3 31.0 31.0 31.0 31.1 31.1 31.4 31.6 31.6 31.9 Messina 0.9 0.9 0.9 0.9 0.9 0.9 0.9 0.9 0.9 1.0 Agrigento 0.5 0.5 0.5 0.5 0.5 0.5 0.5 0.5 0.5 0.5 Caltanissetta 1.4 1.4 1.4 1.4 1.4 1.4 1.4 1.4 1.4 1.4 Enna 5.1 5.1 5.1 5.1 5.1 5.1 5.1 5.1 5.1 5.1 Catania 11.7 11.7 11.5 11.6 11.6 11.7 11.9 11.9 11.9 11.9 Ragusa 8.2 8.2 8.2 8.2 8.2 8.2 8.2 8.2 8.2 8.2 Siracusa 2.1 2.1 2.2 2.2 2.2 2.2 2.2 2.2 2.2 2.2 Italia (*) 9.0 9.0 9.1 9.1 9.1 9.1 9.2 9.2 9.3 9.3

(*) Il termine Italia si riferisce al complesso dei comuni capoluogo di provincia ad esclusione di Fermo e Trani. Fonte: Istat, Dati ambientali nelle città

Nel 2008 la percentuale di raccolta differenziata pro-capite in provincia è stata del 10,7%, superiore alla media siciliana, ma un terzo della media italiana (v. Tab. 5.5).

Tab. 5.5 Produzione totale e procapite di rifiuti urbani per tipologia, 2008

Dati assoluti in tonnellate, dati pro-capite in kg.

Province e regioni Differ. Indiffer Materiale

ingombrante Totale

Quota % raccolta

differenziata pro-capite

Raccolta differenziata

pro-capite

Raccolta indifferenziata

pro-capite

Raccolta materiale

ingombrante pro-capite

Raccolta totale

pro-capite

Trapani 25143 191902 295 217,340 11.57 57.7 440.2 0.7 498.6

Palermo 46263 655922 5208 707,392 6.54 37.2 527.0 4.2 568.3

Messina 15427 313556 328,983 4.69 23.6 479.0 0.0 502.6

Agrigento 22764 189423 212,187 10.73 50.0 416.2 0.0 466.3

Caltaniss 6985 118948 127 126,060 5.54 25.7 436.8 0.5 463.0

Enna 3456 68248 76 71,780 4.81 19.9 393.3 0.4 413.7

Catania 39051 583288 466 622,805 6.27 36.0 537.6 0.4 574.0

Ragusa 10690 142754 137 153,581 6.96 34.1 454.8 0.4 489.3

Siracusa 8515 200413 1355 210,283 4.05 21.1 497.5 3.4 522.0

SICILIA 178294 2464454 7664 2,650,411 6.73 35.4 489.2 1.5 526.1

ITALIA 9937204 21982695 551686 32,471,590 30.60 165.5 366.1 9.2 540.8

Fonte: ISPRA Fra il 2004 e il 2008 è quasi raddoppiata la quantità di rifiuti urbani smaltiti in discarica (v. Tab. 5.6). Le frazioni merceologiche della differenziata sono riportate nella Tab. 5.7, ma i dati sono in valore assoluto e andrebbero ponderati per la popolazione e resi pro-capite per un proficuo confronto.

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Tab. 5.6 Discariche per rifiuti non pericolosi che hanno smaltito RU in tonnellate per provincia, 2004-2008.

Province e regioni

2004 2005 2006 2007 2008

Numero impianti

Quantità smaltita

Numero impianti

Quantità smaltita

Numero impianti

Quantità smaltita

Numero impianti

Quantità smaltita

Numero impianti

Quantità smaltita

Trapani 5 191984 5 192707 5 185408 5 185901 1 69157

Palermo 9 669356 6 667121 5 737330 4 680749 3 657747

Messina 32 284276 22 275565 9 362808 3 226898 1 256542

Agrigento 22 153605 10 169566 7 202721 3 260478 3 298420

Caltanissetta 3 117280 4 120935 2 71194 2 16936 0 -

Enna 6 59262 4 68778 4 66231 2 64440 1 70786

Catania 4 628799 4 640972 3 730190 2 823817 3 737943

Ragusa 3 135864 3 134755 3 138591 3 119300 2 113964

Siracusa 9 188072 8 102398 5 51215 4 115496 3 150780

SICILIA 93 2428498 66 2372797 43 2545688 28 2494015 17 2355339

NORD-OVEST 47 3033403 44 2785300 41 2901640 39 2457550 44 2226701

NORD-EST 70 2446172 66 2452927 66 2357554 62 2099085 57 2001255

CENTRO 52 4814699 54 4747019 53 5047219 48 4951555 48 5026884

SUD E ISOLE 232 7447461 176 7240482 143 7219468 120 7403354 95 6726578

ITALIA 401 17741735 340 17225728 303 17525881 269 16911544 244 15981418Fonte: ISPRA

Tab. 5.7

Raccolta differenziata in tonnellate delle diverse frazioni merceologiche per provincia, 2008

Province e regioni Differ. Fraz.

umida Verde Vetro Plastica Legno Carta Metalli Tessili Altri ingombr Recupero Selettiva Altro

Trapani 25143 3252 5548 1026 806 2501 7996 1025 308 758 0 21 1904

Palermo 46263 16093 2346 5897 2763 1860 14657 733 129 904 310 55 516

Messina 15427 660 0 2519 775 185 2464 6091 99 957 1599 22 59

Agrigento 22764 697 188 11753 1905 72 3839 1495 28 450 1988 97 251

Caltaniss 6985 0 0 1142 790 454 3629 398 14 428 0 5 124

Enna 3456 0 4 686 461 62 1753 27 27 123 0 261 52

Catania 39051 5591 3083 4874 2881 2907 13302 249 188 684 0 161 5131

Ragusa 10690 369 401 916 780 995 6286 201 4 407 0 6 326

Siracusa 8515 43 2468 968 707 1666 1951 276 38 367 0 3 28

SICILIA 178294 26705 14038 29781 11868 10702 55877 10495 835 5078 3897 631 8391

NORD-OVEST 3660797 1061800 159863 551063 252278 290350 1026728 114150 39656 60731 73572 11991 18622

NORD- EST 3086299 569314 647543 454345 163872 220665 778945 122204 19887 46590 32117 12428 18384

CENTRO 1673208 256737 195313 209899 79969 116485 670452 72658 12707 22984 19019 4578 12405

SUD E ISOLE 1516900 376442 73402 280918 81262 53496 458019 44741 8089 26255 96446 3172 14666

ITALIA 9937204 2264293 1076121 1496225 577381 680996 2934144 353753 80339 156560 221154 32169 64077

Fonte: ISPRA

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5.3 Il patrimonio Oltre al reddito, componente della ricchezza delle famiglie è il patrimonio. Da qualche anno la crisi costringe le famiglie a fare leva sui risparmi e sul patrimonio per il sostentamento, anche dei giovani. È bene quindi dare uno sguardo ai valori del patrimonio delle famiglie agrigentine. Nella graduatoria provinciale secondo il valore medio del patrimonio per famiglia (stilata dall’Istituto Guglielmo Tagliacarne), Agrigento è al 66.mo posto nel 2009, stabile rispetto al 2008, con un patrimonio a famiglia di 314152 euro (nel 2008: 324552 euro). Questo dato corrisponde all’83,3% del valore medio Italia (pari a 377277 euro). Agrigento è la prima provincia siciliana in questa particolare graduatoria. Il capoluogo di regione è sceso di un posto, e si colloca al 75.mo posto (in calo di 2 posti), con un valore di 289192 (nel 2008: 294451) euro a famiglia (indice sul dato Italia del 76,7%). Nella Tab. 5.8 riportiamo i valori assoluti, suddivisi secondo categorie di attività (reali e finanziarie). Si noti che il valore del totale generale è diminuito dal 2008 al 2009 di 1565 milioni euro (–2,8%).

Tab. 5.8 Valore del patrimonio delle famiglie per provincia, 2009. Milioni di euro.

Province e regioni

Attività reali

Attività finanziarie Totale

generaleFabbricati Terreni Totale Depositi Valori mobiliari Riserve Totale

Trapani 27587 1440 29027 3502 3599 2510 9612 38639Palermo 105470 1837 107307 12015 10523 8916 31453 138760Messina 46667 1169 47836 8348 5336 4602 18285 66121Agrigento 2009 42665 1484 44149 4510 3587 2534 10631 54780Agrigento 2008 43677 1434 45112 4516 3441 3276 11233 56345Caltanissetta 19063 950 20013 2674 2131 1599 6404 26417Enna 9129 1138 10267 1892 1480 868 4240 14507Catania 80382 1242 81624 10371 8969 7111 26450 108075Ragusa 19560 1043 20603 2919 2676 1827 7422 28026Siracusa 24253 1126 25379 3548 3165 2384 9096 34475SICILIA 374777 11429 386206 49779 41466 32349 123594 509800NORD-OVEST 1783104 55877 1838981 301536 769296 288258 1359090 3198071NORD-EST 1260990 88318 1349308 193440 472440 176150 842029 2191337CENTRO 1179695 32073 1211768 208034 310165 146519 664718 1876486SUD E ISOLE 1469436 63054 1532490 257091 197198 142173 596462 2128952ITALIA 5693225 239322 5932547 960100 1749100 753100 3462300 9394847

Fonte: Istituto Gugliemo Tagliacarne

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6. Il grado di attrattività del territorio Il grado di attrattività di un territorio scaturisce dalla sintesi dei suoi punti di forza e di debolezza. Il primo indicatore è dato dalla localizzazione delle imprese. 6.1 La localizzazione e de-localizzazione delle imprese I dati tratti dal Registro Imprese/REA integrato con le altre fonti amministrative, consentono di analizzare il grado di attrazione di una provincia, rapportando il numero di dipendenti che lavorano in unità locali di imprese che hanno sede in un’altra provincia con la totalità dei dipendenti impiegati nel territorio analizzato. Osservando le imprese con sede in una provincia, è possibile valutare il grado di de-localizzazione, rapportando i dipendenti che lavorano in unità locali fuori provincia con la totalità dei dipendenti occupati in queste imprese. I dati forniti nella Tab. 6.1 si riferiscono all’anno 2008 nel confronto con il 2004.

Tab. 6.1 I fenomeni di attrazione e de-localizzazione rispetto al territorio in cui vi è la sede legale, 2008

Province e Regioni

ATTRAZIONE DELOCALIZZAZIONE

Dipendenti in UL di imprese con sede fuori dal territorio*

Dipendenti in UL fuori territorio di imprese con sede nel territorio**

2004 2008 2004 2007

Valori Assoluti Valori % Valori

Assoluti Valori % Valori Assoluti Valori % Valori

Assoluti Valori %

Trapani 5.752 15,0 6.678 14,5 748 1,9 1.629 3,5Palermo 25.263 21,7 29.112 19,4 20.460 17,6 17.328 11,6Messina 12.880 20,1 13.198 18,7 3.032 4,7 3.426 4,8Agrigento 4.125 15,2 5.992 17,7 810 3,0 1.110 3,3Caltanissetta 4.523 18,0 4.738 15,6 1.136 4,5 2.113 6,9Enna 2.072 16,6 2.261 15,2 931 7,4 887 6,0Catania 25.882 24,2 29.465 22,1 7.945 7,4 6.841 5,1Ragusa 3.938 13,0 4.682 12,0 1.135 3,8 1.635 4,2Siracusa 8.179 20,8 10.295 20,3 1.943 5,0 2.824 5,6Sicilia 72.997 15,9 83.661 14,7 18.523 4,0 15.033 2,6Nord-Ovest 302.608 8,2 346.318 8,7 508.827 13,9 549.838 13,8Nord-Est 276.302 10,3 280.040 9,6 215.616 8,0 260.257 8,9Centro 265.580 12,1 305.380 12,4 422.778 19,3 454.074 18,4Sud-Isole 371.447 16,4 411.363 15,4 68.716 3,0 78.932 3,0ITALIA** 2.141.389 19,8 2.398.202 19,9 2.141.389 19,8 2.398.202 19,9

Fonte: Unioncamere, elaborazione su Registro delle Imprese e REA 2010 * La somma dei dipendenti extra-provinciali è superiore al totale regionale. La differenza misura il numero di dipendenti in unità locali di imprese con sede fuori dalla provincia, ma all'interno della regione. ** Tale valore indica il totale dei dipendenti in unità locali di imprese con sede fuori dalla provincia. 6.2 Dotazione infrastrutturale La dotazione infrastrutturale è da tanti anni un cruccio di questa Camera di Commercio. Questo anno ci limitiamo ad evidenziare le differenze nelle spese in conto capitale delle regioni (Tab. 6.2) e delle province (Tab. 6.3). Nella Tab. 6.2 viene riportato il totale di contributi, spese dirette, personale, per funivie, ferrovie, contributi alle aziende di trasporto, spese per le strade regionali,

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spese per la viabilità comunale, spese per la viabilità provinciale, navigazione interna, navigazione marittima. La spesa regionale in Sicilia è paragonabile a quella della Basilicata.

Tab. 6.2 Spese in conto capitale delle Regioni per i trasporti per destinazione delle somme, 2008

Regioni (*) Stima Totale, migliaia di euro Regioni (*) Stima Totale migliaia di euroPIEMONTE 34565 MARCHE (*) 30413VALLE D'AOSTA/ VALLÉE D'AOSTE 59497 LAZIO (*) 19966

LOMBARDIA 438069 ABRUZZO (*) 3689Trento 276290 MOLISE 3625Bolzano/Bozen 244990 CAMPANIA 431826VENETO 157876 PUGLIA (*) 615FRIULI-VENEZIA GIULIA 140099 BASILICATA (*) 23873LIGURIA 833 CALABRIA (*) 0EMILIA-ROMAGNA 129791 SICILIA 28280TOSCANA (*) 118539 SARDEGNA (*) 20021UMBRIA (*) 515

Fonte: Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Amministrazioni Regionali

Tab. 6.3 Spese e contributi complessivi, correnti ed in conto capitale, delle Province

per i trasporti per destinazione delle somme. 2008, migliaia di euro

Regioni Viabilità, circ. stradale e illumin. pubblica

Trasporto locale pubblico Altre voci Totale

PIEMONTE 221904 104364 9835 336103 VALLE D'AOSTA/ VALLÉE D'AOSTE 454 71070 9787 81311

LOMBARDIA 461700 199389 12547 673635

Trento e Bolzano/Bozen sono considerati nelle spese delle regioni

VENETO 188667 176645 4963 370275 FRIULI-VENEZIA GIULIA 48150 115632 2908 166689 LIGURIA 56484 242994 9168 308645 EMILIA-ROMAGNA 207144 98956 17840 323940 TOSCANA 195447 186197 5217 386861 UMBRIA 33401 52119 0 85519 MARCHE 58430 83271 474 142175 LAZIO 110802 541957 7280 660039 ABRUZZO 107357 0 3446 110803 MOLISE 26641 11004 5768 43413 CAMPANIA 422912 377179 7083 807173 PUGLIA 122123 75498 140 197761 BASILICATA 62496 41198 898 104591 CALABRIA 137741 7524 4057 149322 SICILIA 87092 9486 346545 443122 SARDEGNA 45175 25 3784 48984

Fonte: Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Amministrazioni Regionali

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Nella Tab. 6.3 riportiamo le spese per la viabilità, circolazione stradale e illuminazione pubblica, il Trasposto locale pubblico, Altre voci relative ai trasporti e alla viabilità. In questo caso la spesa delle amministrazioni provinciali siciliane è paragonabile a quelle della Toscana. Riportiamo per memoria dal Rapporto presentato nel 2010 le Tabb. 6.4 e 6.5, relative al 2009. Esse mostrano, senza tema di smentita, che permane il divario nella dotazione strutturale e sociale rispetto alla regione e nel confronto nazionale.

Tab. 6.4 Indicatori di dotazione infrastrutturale per provincia (Italia=100) per categoria infrastrutturale, 2009

Province e regioni

INFRASTRUTTURE ECONOMICHE

Rete stradale Porti Aeroporti Rete

ferroviaria

Strutture e reti per la telefonia e la

telematica

Reti bancarie e di servizi

vari

Impianti e reti energetico ambientali

Trapani 124.2 310.1 186.5 19.4 105.2 65.1 63.8Palermo 82.7 78.6 174.4 63.1 127.3 77.1 62.2Messina 145.8 161.0 0.0 104.5 99.1 82.0 67.4Agrigento 50.0 81.7 52.3 53.1 89.9 52.0 55.5Caltanissetta 76.4 87.0 0.0 78.4 88.6 50.6 49.9Enna 106.3 0.0 0.0 67.4 47.8 33.7 34.1Catania 64.4 131.5 149.4 46.3 147.9 82.3 77.7Ragusa 39.2 67.0 0.0 18.6 107.8 70.0 55.6Siracusa 50.6 439.0 0.0 61.9 107.3 75.5 103.6SICILIA 84.1 143.6 85.8 59.0 109.9 69.4 65.0SUD E ISOLE 87.1 106.6 61.6 81.1 95.5 64.2 66.2ITALIA 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0

Fonte: Istituto Guglielmo Tagliacarne

Tab. 6.5 Indicatori di dotazione infrastrutturale per provincia (Italia=100) per categoria infrastrutturale, 2009

Province e regioni

INFRASTRUTTURE SOCIALI Totale

infrastrutture

Totale infrastrutture

al netto dei porti

Totale infrastrutture economiche

Totale infrastrutture

sociali Strutture

per l'istruzione

Strutture sanitarie

Strutture culturali

e ricreaive

Trapani 71.3 48.3 40.9 103.5 80.5 124.9 53.5Palermo 126.0 116.9 57.3 96.6 98.6 95.1 100.1Messina 122.4 125.6 67.1 97.5 90.4 94.3 105.0Agrigento 67.7 38.0 28.4 56.8 54.1 62.1 44.7Caltanissetta 70.1 62.4 26.6 59.0 55.9 61.6 53.0Enna 69.3 44.7 18.8 42.2 46.9 41.3 44.2Catania 143.7 154.7 65.6 106.3 103.6 99.9 121.3Ragusa 91.6 68.2 38.5 55.6 54.4 51.2 66.1Siracusa 78.2 65.0 32.2 101.3 63.8 119.7 58.5SICILIA 103.5 93.7 47.4 86.1 79.8 88.1 81.6SUD E ISOLE 96.9 84.4 60.2 80.4 77.5 80.3 80.5ITALIA 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0

Fonte: Istituto Guglielmo Tagliacarne

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6.3 Il turismo Il turismo merita un capitolo a parte, data la rilevanza per l’economia agrigentina (v. Tab. 6.6). I dati del 2009 sono incoraggianti e in recupero rispetto al 2008. La crisi ha spinto il turista verso destinazioni, come Agrigento, con prezzi competitivi e un buon rapporto qualità prezzo.

Tab. 6.6 Arrivi, presenze e permanenza nella provincia di Agrigento e in Sicilia

Arrivi esercizi

alberghieri complementaritotale

Agrigentototale Sicilia

2006 375.481 30.775 406.256 4.556.834 2007 362.513 31.449 393.962 4.614.338 2008 325.319 34.823 360.142 4.291.665 2009 349.342 57.302 406.644 4.101.879 var ass. 2009-2008 24023 22.479 46.502 -189.786 var % 2009-2008 7,4% 64,6% 13% -4,4% Presenze 2006 971.559 86.232 1.057.791 14.574.524 2007 982.623 84.995 1.067.618 14.514.544 2008 922.214 82.777 1.004.991 13.938.319 2009 1.127.732 197.773 1.325.505 13.765.339 var ass. 2009-2008 205.518 114.996 320.514 -172.980 var % 2009-2008 22,3% 139% 32% -1,2% Permanenza media (gg.) 2006 2,6 2,8 2,6 3,2 2007 2,7 2,7 2,7 3,1 2008 2,8 2,4 2,8 3,2 2009 3,2 3,5 3,3 3,4

Fonte: ISTAT

Tab. 6.7 Arrivi e presenze secondo la provenienza, 2009

Arrivi esercizi

alberghieri

% complementari % Totale

Agrigento

% Totale Sicilia %

Italia 219.485 63 38.563 67 258.048 64 2.572.765 63 Estero 129.857 37 18.739 33 148.596 36 1.529.114 37 Totale 349.342 100 57.302 100 406.644 100 4.101.879 100 Presenze Italia 814.347 72 150.331 76 964.678 73 8.386.884 61 Estero 313.385 28 47.442 24 360.827 27 5.378.455 39 Totale 1.127.732 100 197.773 100 1.325.505 100 13.765.339 100

Fonte: ISTAT Nel 2009 gli arrivi negli esercizi alberghieri sono aumentati rispetto all’anno precedente del 7,4%, un dato confortante dopo la diminuzione avvenuta fra il 2008 e il 2007 (allora pari al 10%). Sono aumentati del 64,6% gli arrivi negli esercizi complementari. Il saldo netto è stato di 46502 arrivi in più (aumento del 13%, contro la diminuzione del 4,4 a livello regionale).

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Molto confortante è l’incremento delle presenze nelle strutture alberghiere, che si è attestato nel 2009 al 22,3% negli alberghi. Negli esercizi complementari l’aumento è stato entusiasmante, del 138%. I dati degli arrivi e delle presenze sono in controtendenza rispetto a quelli insulari. Finalmente il tempo medio di permanenza dei turisti in provincia supera i tre giorni e si assesta sul valore del dato medio in Sicilia, un contributo rilevante è venuto dalle strutture complementari. Nel 2009 la maggioranza dei turisti in arrivo proviene dall’Italia e gli italiani rimangono in media più degli stranieri (v. Tab. 6.7). La percentuale degli italiani in arrivo in provincia di Agrigento è in linea con il dato percentuale della Sicilia, mentre la percentuale di presenze italiane è maggiore ad Agrigento rispetto alla media regionale. Per quanto riguarda la spesa dei viaggiatori nella provincia, negli ultimi anni si è assistito ad un brusco calo, che negli ultimi tre anni si è assestato sui livelli del 21% (v. Tab. 6.8). Questo calo è stato superiore a quello osservato nella regione, e ha fatto sì che si riducesse il peso di Agrigento sull’isola in termini di spesa. Negli ultimi anni Agrigento ha perso l’1% nel conteggio della spesa complessiva nella regione.

Tab. 6.8 Spesa dei viaggiatori, in milioni di euro

2005 2006 2007 2008 2009 2010 Agrigento 76 83 90 70 55 43 Var. % rispetto anno preced. 9,2 8,4 –22,3 –21,4

–22

Sicilia 1.053 1.148 1.196 1.032 901 814 Var. % rispetto anno preced. 9 4 –13,7 –14,4

–9,7

% Agrigento su Sicilia 7,2 7,2 7,5 6,8 6,3

5,3

Fonte: Banca d'Italia-Ufficio Italiano Cambi Il saldo della spesa in valore per turismo in provincia si è ridotto del 14,6% rispetto al 2009 (quando il dato si assestò su 41 milioni euro), una variazione doppia rispetto all’analoga riduzione verificatasi nello stesso periodo in Sicilia (7,1%). Se fosse misurata in termini di valore reale della moneta la diminuzione risulterebbe più ampia, pure in tempi di bassa inflazione. Il valore è assestato al livello più basso dal 2005. Si veda la Tab. 6.9.

Tab. 6.9 Saldo della spesa del turismo internazionale per provincia, 2005-2010. Milioni di euro

Province e regioni 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Trapani 15 17 25 9 12 7 Palermo 200 216 164 165 12 91 Messina 213 178 299 180 167 149 Agrigento 50 61 41 46 41 35 Caltanissetta -6 -14 0 18 -6 -6 Enna 10 3 -3 17 17 15 Catania 102 85 134 135 125 57 Ragusa 6 40 8 43 43 13 Siracusa 32 51 68 63 44 58 SICILIA 623 637 733 674 453 421

Fonte Banca d’Italia – Ufficio italiano cambi

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7. L’interscambio con l’estero L’interscambio con l’estero è un’altra componente che aiuta a capire l’andamento della produzione e il miglioramento delle condizioni di vita. Dal documento Unioncamere-Istituto Tagliacarne (aprile 2010, p. 64) “8.a Giornata dell’economia – Le tendenze delle economie territoriali nella seconda metà del 2009” leggiamo che “Sebbene in misura più contenuta che nel primo semestre, anche nella seconda metà del 2009 sono diminuite le vendite all’estero, segnando un -30,1 per cento rispetto al corrispondente periodo del 2008. Tutte le province hanno registrato variazioni di segno negativo e in particolare Palermo e Caltanissetta, dove il calo dell’export ha oscillato attorno al 50 per cento. Le vendite si sono contratte in tutti i principali comparti di esportazione e soprattutto in quello dei prodotti petroliferi raffinati, che ha risentito della caduta del prezzo del greggio sui mercati internazionali.”.

Tab. 7.1 Primi 30 Paesi per valore delle importazioni e delle esportazioni. Anni 2009 e 2010, valori in euro

PAESE IMPORTAZIONI

PAESE ESPORTAZIONI

2010 2009 var.% 2010 2009 var.% Spagna 51369189 16309601 214.96 Francia 40232241 1090823 3588.25Francia 24048034 6792227 254.05 Germania 13764532 6998826 96.67Germania 22369150 10817416 106.79 Regno Unito 11169120 10260818 8.85Cina 13973992 7379741 89.36 Stati Uniti 7698194 6965001 10.53Indonesia 8643475 5349969 61.56 Spagna 5339303 71197 7399.34Tunisia 7935233 5936440 33.67 Svezia 4613231 3788658 21.76Turchia 6352668 8208667 -22.61 Grecia 4454305 1914826 132.62Polonia 3893761 691839 462.81 Svizzera 3248577 3687363 -11.90Austria 3522002 1356368 159.66 Tunisia 3219904 1977312 62.84Paesi Bassi 3148340 780640 303.30 Paesi Bassi 2811116 1883157 49.28Grecia 2937548 133775 2095.89 Danimarca 2761479 1069956 158.09Belgio 2101727 1255092 67.46 Malta 1576801 3123187 -49.51Egitto 1995365 269108 641.47 Canada 1393373 1303817 6.87Portogallo 1609314 54653 2844.60 Giappone 1257936 1512542 -16.83Lituania 1034038 0 - Egitto 1164003 1557942 -25.29India 981428 653780 50.12 Turchia 1040177 54018 1825.61Regno Unito 922008 371246 148.35 Austria 949779 273090 247.79Stati Uniti 857486 298778 187.00 Slovenia 866228 500599 73.04Malaysia 784997 678256 15.74 Russia (Feder.) 794365 485193 63.72Giappone 568633 58349 874.54 Polonia 792980 162386 388.33Pakistan 550630 291585 88.84 Belgio 675845 486049 39.05Danimarca 488877 121786 301.42 Croazia 634067 336656 88.34Siria 475990 350759 35.70 Cina 506228 262093 93.15Brasile 404586 381301 6.11 Portogallo 499894 60494 726.35Corea del Sud 379642 324472 17.00 Finlandia 495398 309070 60.29Ungheria 282352 266548 5.93 Vietnam 440280 161975 171.82Vietnam 253644 259826 -2.38 Norvegia 333525 468377 -28.79Svizzera 225055 1607208 -86.00 Romania 305805 6986 4277.40Iran, Rep. islamica 176443 107810 63.66 Uganda 254733 75010 239.60Giordania 168676 0 - Libia 243181 164312 48.00

Fonte: Elaborazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat

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La provincia di Agrigento nel 2010 ha esportato merci per 116,5 milioni di euro (dato definitivo di 53,3 nel 2009, aumento del 118,5%), di cui il 75,5% verso l’Unione Europea a 15 paesi e il 9% verso gli altri paesi europei. L’4,6% è andato in Africa, il 7,8% in America settentrionale e lo 0,3% in America centro meridionale; l’0,5% al vicino e medio oriente e il 2,1% verso gli altri paesi dell’Asia; in Oceania lo 0,2% (fonte: Istituto Tagliacarne su dati Istat). Ha importato merci per 163,9 milioni di euro (dato definitivo di 72,2 nel 2009, aumento del 127%), di cui il 68,8% dall’Unione Europea a 15 paesi e il 7,5% dagli altri paesi europei. Il 6,2% proviene dall’Africa, lo 0,5% dall’America settentrionale, lo 0,4% dall’America centro meridionale, il 1,5% dal vicino e medio oriente e il 15,2% dagli altri paesi dell’Asia (fonte: Istituto Tagliacarne su dati Istat). Il saldo export-import è quindi negativo per circa 47,4 milioni, più che raddoppiato rispetto al dato di 21,5 dell’anno precedente.

Tab. 7.2 Prime 30 merci per valore delle importazioni. Anni 2010 e 2009, valori in euro e variazione %

MERCE IMPORTAZIONI

2010 2009 var.% Oli e grassi vegetali e animali 31112981 7388686 321.09 Motori, generatori e trasformatori elettrici; apparecchiature per la distribuzione e il controllo dell'elettricità 23236620 1702096 1265.18

Carne lavorata e conservata e prodotti a base di carne 16909776 4256715 297.25 Componenti elettronici e schede elettroniche 15416449 181304 8403.09 Prodotti delle industrie lattiero-casearie 13679532 1359213 906.43 Autoveicoli 8779710 2264503 287.71 Pesce, crostacei e molluschi lavorati e conservati 6604129 3525936 87.30 Cemento, calce e gesso 5819351 9766679 -40.42 Prodotti di colture permanenti 4237309 550133 670.23 Frutta e ortaggi lavorati e conservati 2748963 735926 273.54 Prodotti in legno, sughero, paglia e materiali da intreccio 2415868 829743 191.16 Articoli in gomma 1697229 1145838 48.12 Pietra, sabbia e argilla 1685435 1243112 35.58 Prodotti di colture agricole non permanenti 1657371 700120 136.73 Elementi da costruzione in metallo 1649445 1279719 28.89 Legno tagliato e piallato 1501549 636904 135.76 Articoli in materie plastiche 1440646 730424 97.23 Calzature 1360092 1342089 1.34 Mobili 1332475 1032625 29.04 Articoli di abbigliamento, escluso l'abbigliamento in pelliccia 1311356 888157 47.65 Vetro e di prodotti in vetro 1296305 318068 307.56 Pietre tagliate, modellate e finite 1276004 566385 125.29 Prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti azotati, materie plastiche e gomma sintetica in forme primarie 1086625 519549 109.15

Macchine di impiego generale 1063647 10695780 -90.06 Altri prodotti tessili 958426 722011 32.74 Materiali da costruzione in terracotta 953204 265611 258.87 Prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio 787801 331009 138.00 Altre macchine di impiego generale 772160 711382 8.54 Prodotti della fusione della ghisa e dell'acciaio 699237 8246219 -91.52 Altri prodotti in metallo 681014 435732 56.29

Fonte: Elaborazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat

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Si vedano la Tab. 7.1 per l’elenco dei primi 30 Paesi per valore delle importazioni e delle esportazioni, la Tab. 7.2 per l’elenco delle prime 30 merci per valore delle importazioni e la Tab. 7.3 le prime 30 in esportazione. I settori maggiormente interessati alle importazioni sono stati gli oli e grassi, i motori, generatori e trasformatori, i componenti elettronici. Di rilievo i valori della carne lavorata e dei prodotti lattiero-caseari (v. Tab. 7.2). I settori maggiormente interessati alle esportazioni sono di gran lunga i prodotti di colture permanenti, che hanno avuto un grande impulso, le bevande, seguite dai minerali da estrazioni (v. Tab. 7.3). Rilevante anche la variazione percentuale delle colture non permanenti.

Tab. 7.3 Prime 30 merci per valore delle esportazioni. Anni 2010 e 2009, valori in euro e variazione %

MERCE ESPORTAZIONI

2010 2009 var.% Prodotti di colture permanenti 37843900 444855 8407.02 Bevande 24745879 24614267 0.53 Minerali di cave e miniere n0c0a0 17255200 8425537 104.80 Oli e grassi vegetali e animali 7462050 3818686 95.41 Frutta e ortaggi lavorati e conservati 4833889 485019 896.64 Pesce, crostacei e molluschi lavorati e conservati 4308771 2659135 62.04 Prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio 3527008 984826 258.14 Pesci ed altri prodotti della pesca; prodotti dell'acquacoltura 2310924 1352825 70.82 Altre macchine per impieghi speciali 1507717 578311 160.71 Prodotti delle industrie lattiero-casearie 1456275 288140 405.41 Prodotti di colture agricole non permanenti 1435933 61403 2238.54 Cemento, calce e gesso 1159478 2998046 -61.33 Articoli in materie plastiche 960746 51988 1748.01 Pietre tagliate, modellate e finite 907318 8950 10037.63 Altri prodotti alimentari 768262 354932 116.45 Macchine di impiego generale 669272 693932 -3.55 Apparecchi per uso domestico 576350 60305 855.73 Altre macchine di impiego generale 567828 540161 5.12 Parti ed accessori per autoveicoli e loro motori 526979 470180 12.08 Altri prodotti in porcellana e in ceramica 518052 281729 83.88 Rifiuti 475132 0 - Prodotti in calcestruzzo, cemento e gesso 395872 24662 1505.19 Prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti azotati, materie plastiche e gomma sintetica in forme primarie 242609 44131 449.75

Altri prodotti chimici 201671 20388 889.17 Elementi da costruzione in metallo 196714 40200 389.34 Autoveicoli 144585 111050 30.20 Altri prodotti in metallo 137864 266510 -48.27 Macchine per l'agricoltura e la silvicoltura 116546 31129 274.40 Navi e imbarcazioni 92790 58000 59.98 Articoli di carta e di cartone 91773 116488 -21.22

Fonte: Elaborazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat La Provincia si colloca sui valori più bassi nella regione con riferimento agli usuali indicatori di apertura dell’economia (v. tab. 7.4). La nostra provincia supera soltanto Enna nella classifica regionale ed è molto distante dalle altre realtà siciliane, ad eccezione di Palermo (ove rileva un dato

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di valore aggiunto, che va al denominatore, più importante in valore assoluto). La percentuale del flusso di esportazioni sul valore aggiunto è aumentato dell’1% nel 2010 rispetto all’anno precedente (è raddoppiato) e ciò è un buon segnale, a parità di valore aggiunto.

Tab. 7.4 Propensione all’export e grado di apertura al commercio estero per il totale economia, 2009-2010

Proince e regioni Export totale su valore aggiunto

totale. Anno 2009

Import-Export totale su valore aggiunto totale. Anno 2009

Export totale su valore aggiunto

totale. Anno 2010

Import-Export totale su valore aggiunto totale. Anno 2010

Trapani 2.9 6.2 3.7 7.2Palermo 1.1 4.5 2.0 7.9Messina 4.8 21.2 6.7 29.5Agrigento 0.9 2.0 1.9 4.6Caltanissetta 6.4 29.6 11.5 43.3Enna 0.6 1.7 0.6 1.7Catania 3.6 7.4 4.8 9.7Ragusa 4.9 8.3 5.8 10.0Siracusa 67.5 177.6 96.2 242.4SICILIA 8.3 23.3 12.2 33.0NORD-OVEST 27.2 56.6 30.5 64.9NORD-EST 29.6 49.9 33.5 57.9CENTRO 15.0 31.1 17.4 36.3SUD E ISOLE 9.6 21.3 12.2 27.9ITALIA 21.3 43.1 24.3 50.7

Fonte: Elaborazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat

Tab. 7.5 Commercio estero delle province italiane.

Valore delle importazioni 2009-2010 e variazione percentuale. Valori in euro.

Province e regioni

IMPORTAZIONI

2009 provvisorio

2009 definitivo

2010 provvisorio

Var. % 10 provvisorio

/ 09 provvisorio

Var. % 10 provvisorio / 09 definitivo

Trapani 206531023 206751021 220002098 6.5 6.4Palermo 663435121 670279227 1119949975 68.8 67.1Messina 1652764241 1653971147 2318645107 40.3 40.2Agrigento 71551355 72190913 163881220 129.0 127.0Caltanissetta 907225780 907356252 1311110155 44.5 44.5Enna 24923447 26160339 27510802 10.4 5.2Catania 608857161 616274338 783936432 28.8 27.2Ragusa 160296872 160664709 208661273 30.2 29.9Siracusa 6894204884 6936066222 9548756467 38.5 37.7SICILIA 11189789884 11249714168 15702453529 40.3 39.6NORD-OVEST 126781132428 127923819427 152217677266 20.1 19.0NORD-EST 61678258137 62784423415 77268905525 25.3 23.1CENTRO 48047410756 48640665749 58123040206 21.0 19.5SUD E ISOLE 36783420050 37242895176 50154331191 36.4 34.7Non specificata 20922579834 21016859327 27185668327 29.9 29.4

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ITALIA 294212801205 297608663094 364949622515 24.0 22.6Fonte. ISTAT

Tab. 7.6

Commercio estero delle province italiane. Valore delle esportazioni 2009-2010 e variazione percentuale. Valori in euro.

Province e regioni

ESPORTAZIONI

2009 provvisorio

2009 definitivo

2010 provvisorio

Var. % 10 provvisorio /09 provvisorio

Var. % 10 provvisorio / 09 definitivo

Trapani 173530680.00 175699531.00 229745168.00 32.4 30.8Palermo 201340874.00 201932056.00 373685710.00 85.6 85.1Messina 489280390.00 489060731.00 681672748.00 39.3 39.4Agrigento 50392446.00 53330541.00 116528762.00 131.2 118.5Caltanissetta 251141400.00 250225867.00 473922047.00 88.7 89.4Enna 13330870.00 13475731.00 14786187.00 10.9 9.7Catania 558381496.00 571647171.00 764936606.00 37.0 33.8Ragusa 233035809.00 233862953.00 282678449.00 21.3 20.9Siracusa 4346699550.00 4252460259.00 6277373652.00 44.4 47.6SICILIA 6317133515.00 6241694840.00 9215329329.00 45.9 47.6NORD-OVEST 117833270845.00 118177646321.00 134842781567.00 14.4 14.1NORD-EST 90520095600.00 91604450026.00 105700158078.00 16.8 15.4CENTRO 45638924404.00 45586856964.00 53445145344.00 17.1 17.2SUD E ISOLE 30650801916.00 30684957194.00 38972800344.00 27.2 27.0Non specificata 5469524433.00 5679206912.00 4622893346.00 -15.5 -18.6ITALIA 290112617198.00 291733117417.00 337583778679.00 16.4 15.7

Fonte. ISTAT

Tab. 7.7 Importazioni delle province italiane per macrosettore. Anno 2010

Valori assoluti (in euro) e composizione percentuale sul totale import provinciale Province e regioni

Agricoltura e pesca Alimentare Sistema

moda Trapani 8746855 4.0 91683875 41.7 3736401 1.7 Palermo 34786611 3.1 126595329 11.3 34818647 3.1 Messina 16809635 0.7 47849942 2.1 16929863 0.7 Agrigento 6702059 4.1 71132718 43.4 4480689 2.7 Caltanissetta 22097903 1.7 25068415 1.9 1454082 0.1 Enna 1661305 6.0 15668361 57.0 2341960 8.5 Catania 89606274 11.4 83680125 10.7 34399503 4.4 Ragusa 51599711 24.7 33105099 15.9 3162051 1.5 Siracusa 13527430 0.1 71491863 0.7 4849929 0.1 SICILIA 245537783 1.6 566275727 3.6 106173125 0.7 NORD-OVEST 4026666903 2.6 8712191544 5.7 9258670849 6.1 NORD-EST 3741963615 4.8 8161343804 10.6 9276711979 12.0 CENTRO 1257152409 2.2 5274882542 9.1 4460710958 7.7 SUD E ISOLE 2030985708 4.0 3096194964 6.2 2529239705 5.0 Non specificata 41882888 0.2 3215098 0.0 17495478 0.1

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ITALIA 11098651523 3.0 25247827952 6.9 25542828969 7.0 Fonte. Elaborazione Istituto Tagliacarne su dati Istat

Tab. 7.8

Esportazioni delle province italiane per macrosettore. Anno 2010 Valori assoluti (in euro) e composizione percentuale sul totale export provinciale

Province e regioni

Agricoltura e pesca Alimentare Sistema

moda Trapani 5900839 2.6 94312997 41.1 3126436 1.4 Palermo 8038994 2.2 76683259 20.5 3732433 1.0 Messina 38494180 5.6 96780092 14.2 2844457 0.4 Agrigento 41591097 35.7 43666623 37.5 154792 0.1 Caltanissetta 33082368 7.0 4470678 0.9 171029 0.0 Enna 245727 1.7 1437531 9.7 4321949 29.2 Catania 155319187 20.3 49858016 6.5 4843427 0.6 Ragusa 141756889 50.1 31909708 11.3 877446 0.3 Siracusa 52206490 0.8 5713549 0.1 244829 0.0 SICILIA 476635771 5.2 404832453 4.4 20316798 0.2 NORD-OVEST 1045656309 0.8 7852259251 5.8 12069937621 9.0 NORD-EST 2312567246 2.2 8341609620 7.9 12943018988 12.2 CENTRO 617321308 1.2 2355458437 4.4 10012765818 18.7 SUD E ISOLE 1620157635 4.2 3632765437 9.3 2219803847 5.7 Non specificata 1393422 0.0 7070508 0.2 38228318 0.8 ITALIA 5597095920 1.7 22189163253 6.6 37283754592 11.0

Fonte. Elaborazione Istituto Tagliacarne su dati Istat

Tab. 7.9 Importazioni delle province italiane per macrosettore. Anno 2010

Valori assoluti (in euro) e composizione percentuale sul totale import provinciale Province e regioni

Chimica gomma plastica

Legno/ carta

Metalmeccanica ed Elettronica

Trapani 18914646 8.6 10981873 5.0 75568335 34.3 Palermo 45863097 4.1 17180342 1.5 826400231 73.8 Messina 273491073 11.8 6921760 0.3 102038495 4.4 Agrigento 6314473 3.9 4246229 2.6 56986867 34.8 Caltanissetta 415027199 31.7 5607612 0.4 17981260 1.4 Enna 1446870 5.3 75967 0.3 4324039 15.7 Catania 160117629 20.4 53232514 6.8 317589096 40.5 Ragusa 45967589 22.0 10858720 5.2 44288738 21.2 Siracusa 1436894305 15.0 7368039 0.1 101570573 1.1 SICILIA 2404036881 15.3 116473056 0.7 1546747634 9.9 NORD-OVEST 33586318503 22.1 3486779813 2.3 71929913966 47.3 NORD-EST 10510411590 13.6 3776875716 4.9 34331060856 44.4 CENTRO 12485357375 21.5 1812333857 3.1 22429974512 38.6 SUD E ISOLE 8566157208 17.1 899714004 1.8 12466143766 24.9 Non specificata 29750142 0.1 1467626 0.0 29081569 0.1 ITALIA 65177994818 17.9 9977171016 2.7 141186174669 38.7

Fonte. Elaborazione Istituto Tagliacarne su dati Istat

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L’analisi del flusso di commercio internazionale mostra che l’Alimentare è il settore che incide maggiormente in termini percentuali sulle importazioni (43,4%), seguito dalla Metalmeccanica ed elettronica (34,8%). L’Alimentare con il 37,5% e l’Agricoltura e pesca sono i settori che incidono maggiormente sulle esportazioni.

Tab. 7.10 Esportazioni delle province italiane per macrosettore. Anno 2010

Valori assoluti (in euro) e composizione percentuale sul totale export provinciale Province e regioni

Chimica gomma plastica

Legno/ carta

Metalmeccanica ed Elettronica

Trapani 6874547 3.0 1601807 0.7 63596369 27.7 Palermo 31590698 8.5 712072 0.2 212579474 56.9 Messina 446193330 65.5 844384 0.1 86489400 12.7 Agrigento 5001306 4.3 128440 0.1 4958803 4.3 Caltanissetta 424070859 89.5 1249905 0.3 9235999 1.9 Enna 4063222 27.5 8279 0.1 3577563 24.2 Catania 181997594 23.8 11762281 1.5 350290099 45.8 Ragusa 46807181 16.6 867772 0.3 14042073 5.0 Siracusa 6127279029 97.6 131134 0.0 26333051 0.4 SICILIA 7273877766 78.9 17306074 0.2 771102831 8.4 NORD-OVEST 24410165175 18.1 2565779802 1.9 76975690973 57.1 NORD-EST 10190454044 9.6 2350753674 2.2 54285915037 51.4 CENTRO 12507117551 23.4 1592765691 3.0 20975705005 39.2 SUD E ISOLE 16374513337 42.0 612882160 1.6 12379926136 31.8 Non specificata 50617621 1.1 23083864 0.5 173243577 3.7 ITALIA 63532867728 18.8 7145265191 2.1 164790480728 48.8

Fonte. Elaborazione Istituto Tagliacarne su dati Istat

Tab. 7.11 Importazioni delle province italiane per macrosettore. Anno 2009

Valori assoluti (in euro) e composizione percentuale sul totale import provinciale

Province e regioni Altro industria Totale

Trapani 10370113 4.7 220002098 100.0 Palermo 34305718 3.1 1119949975 100.0 Messina 1854604339 80.0 2318645107 100.0 Agrigento 14018185 8.6 163881220 100.0 Caltanissetta 823873684 62.8 1311110155 100.0 Enna 1992300 7.2 27510802 100.0 Catania 45311291 5.8 783936432 100.0 Ragusa 19679365 9.4 208661273 100.0 Siracusa 7913054328 82.9 9548756467 100.0 SICILIA 10717209323 68.3 15702453529 100.0 NORD-OVEST 21217135688 13.9 152217677266 100.0 NORD-EST 7470537965 9.7 77268905525 100.0 CENTRO 10402628553 17.9 58123040206 100.0 SUD E ISOLE 20565895836 41.0 50154331191 100.0

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Non specificata 27062775526 99.5 27185668327 100.0 ITALIA 86718973568 23.8 364949622515 100.0

Fonte. Elaborazione Istituto Tagliacarne su dati Istat

Tab. 7.12 Esportazioni delle province italiane per macrosettore. Anno 2010

Valori assoluti (in euro) e composizione percentuale sul totale export provinciale Province e regioni

Altro industria Totale

Trapani 54332173 23.6 229745168 100.0 Palermo 40348780 10.8 373685710 100.0 Messina 10026905 1.5 681672748 100.0 Agrigento 21027701 18.0 116528762 100.0 Caltanissetta 1641209 0.3 473922047 100.0 Enna 1131916 7.7 14786187 100.0 Catania 10866002 1.4 764936606 100.0 Ragusa 46417380 16.4 282678449 100.0 Siracusa 65465570 1.0 6277373652 100.0 SICILIA 251257636 2.7 9215329329 100.0 NORD-OVEST 9923292436 7.4 134842781567 100.0 NORD-EST 15275839469 14.5 105700158078 100.0 CENTRO 5384011534 10.1 53445145344 100.0 SUD E ISOLE 2132751792 5.5 38972800344 100.0 Non specificata 4329256036 93.6 4622893346 100.0 ITALIA 37045151267 11.0 337583778679 100.0

Fonte. Elaborazione Istituto Tagliacarne su dati Istat

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8. L’innovazione La capacità di innovazione non è soltanto fonte diretta nella creazione di ricchezza per gli imprenditori, ma di ricchezza per il territorio, poiché esso risulta più attrattivo per gli insediamenti, e non solo per quelli industriali. 8.1 La bilancia dei pagamenti della tecnologia La Bilancia dei Pagamenti della Tecnologia (BPT) è un sottoinsieme della Bilancia dei Pagamenti; essa riassume diverse voci dal conto corrente (servizi) e dal conto capitale (cessazioni/acquisizione brevetti, invenzioni ecc.) e registra i flussi di incassi e pagamenti riguardanti le transazioni di tecnologia non incorporata in beni fisici, nella forma di diritti di proprietà industriale e intellettuale, come brevetti, licenze, marchi di fabbrica, know-how e assistenza tecnica. I flussi registrati nella BPT rappresentano un indicatore dell’input di tecnologia (i pagamenti) e dell’output (gli incassi). I dati sono tratti dalla Comunicazione Valutaria Statistica, relativa ad incassi e pagamenti per operazioni di importo superiore a 50.000 euro (tale soglia è stata progressivamente elevata nel tempo: fino a dicembre 2001 era fissata a 20 milioni di lire, da gennaio 2002 è passata a 12.500 euro e da gennaio 2008 è pari a 50.000 euro). La Sicilia è risultata deficitaria nella BPT nel 2009 per circa 5,7 milioni di euro, in controtendenza con il dato dell’Italia. Il saldo negativo di 5,7 milioni rappresenta un ulteriore arretramento rispetto al saldo negativo di 4,8 milioni del 2008, un peggioramento del 19%. Nel periodo che inizia nel 2001 il saldo è stato positivo soltanto nel 2004 (0,8 milioni) e nel 2005 (1,8 milioni). La voce che incide maggiormente nel deficit riguarda l’assistenza tecnica connessa a cessioni e diritti di sfruttamento (voce 7 nella Tab. 8.1). Le voci che compensano maggiormente tale saldo negativo riguardano l’invio di tecnici esperti e i servizi di ricerca e sviluppo.

Tab. 8.1 Bilancia dei pagamenti della tecnologia– Sicilia e Italia, 2009

Incassi e pagamenti (migliaia di euro) ripartiti per servizio 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Totale

Incassi Sicilia 0 0 0 128 127 0 0 265 47 3034 1571 310 5482Italia 53172 441336 586 37756 172132 13688 32461 1144640 18065 145441 1144454 30048 3233779

Pagamenti

Sicilia 679 1728 0 15 451 0 6659 180 219 357 893 25 11206Italia 32257 510604 288 47612 550944 82479 60800 492424 30737 91188 563949 584312 3047594

Fonte: Banca d'Italia ex Ufficio Italiano dei Cambi, La Bilancia dei Pagamenti della Tecnologia, 2009 Legenda. 1. Cess/acq di Brevetti; 2. Diritti di sfruttamento di Brevetti; 3. Cess/Acq di Invenzioni; 4. Know How; 5. Diritti di sfruttamento Marchi di fabbrica, Modelli e Disegni; 6. Cess/Acq di Marchi di Fabbrica, Modelli e Disegni 7. Ass.Tecnica Connessa a Cessioni e Diritti di sfruttamento; 8. Studi Tecnici ed Engineering; 9. Formaz. del Personale; 10. Invio di Tecnici Esperti; 11. Servizi di Ricerca Sviluppo; 12. Altri Regolam. Tecnol.

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8.2 I brevetti Un’impresa può appropriarsi dei benefici di un’attività innovativa utilizzando una molteplicità di strumenti, fra i quali quelli che tutelano la proprietà industriale. I principali strumenti di protezione della proprietà industriale sono i brevetti d’invenzione, i modelli di utilità, i modelli ornamentali. Accanto a questi strumenti, è possibile ricorrere al marchio d’impresa, per avere un segno distintivo che identifichi inequivocabilmente i propri prodotti o servizi commercializzati. Pertanto, in generale, l’andamento delle domande depositate per brevetti rappresenta un indicatore dell’attività innovativa in ambito tecnologico L’andamento delle domande depositate per marchi è un indicatore dell’attività innovativa in marketing. Come si nota dalla Tab. 8.2 negli ultimi due anni (2009 e 2010) non sono state presentate in Agrigento domande per invenzioni (nel 2008 furono 2), mentre in Sicilia il totale è stato di 84 domande nel 2009 e di 108 nel 2010 (Ministero dello Sviluppo Economico-Ufficio Italiano Brevetti e Marchi). Riportiamo i dati provinciali forniti dall’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi e riferiti ai brevetti di invenzione, ai modelli (ornamentali e di utilità) e ai marchi d’impresa con validità sul territorio nazionale e le domande italiane di brevetto pubblicate dall’European Patent Office (EPO). I dati nella Tab. 8.2 sono riferiti agli anni che dal 2001 al 2009 e non presentano un andamento definito.

Tab. 8.2 Domande depositate per invenzioni, modelli ornamentali, modelli di utilità, marchi e brevetti EPO

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Invenzioni 1 2 1 2 1 4 6 2 0 0 Modelli ornamentali 0 0 1 1 0 1 0 1 0 0 Modelli di utilità 1 3 2 2 3 1 6 3 1 2 Marchi 53 55 77 97 98 71 68 61 62 63 Brevetti europei (*) 1 0 0 1 0 0 1 0 1 nd

Ministero dello Sviluppo Economico-Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (*) Osservatorio Brevetti Unioncamere su dati EPO (European Patent Office)

Dal confronto con le altre province siciliane emerge che la provincia si trova agli ultimi posti in Sicilia per quanto riguarda l’attività innovativa, sia per le invenzioni, sia per i disegni, le utilità, i marchi, i brevetti europei pubblicati dall’EPO, v. Tab. 8.3.

Tab. 8.3 Andamento dei depositi per attività innovativa nelle province siciliane

Province invenzioni disegni utilità marchi brevetti europei

Anni 1997-2010 1997-2010 1997-2010 1997-2010 1999-2009 Trapani 63 12 59 1264 11 Palermo 419 98 210 3772 36 Messina 187 7 71 1382 29 Agrigento 33 5 30 827 6 Caltanissetta 392 40 56 1045 4 Enna 1 3 6 62 4 Catania 366 91 251 4524 72 Ragusa 94 18 50 875 11 Siracusa 27 4 5 545 14 SICILIA 1582 278 738 14296 186

Ministero dello Sviluppo Economico-Ufficio Italiano Brevetti e Marchi Osservatorio Brevetti Unioncamere su dati EPO (European Patent Office), con ns. arrotond.

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9. Il mercato delle costruzioni Le costruzioni rappresentano un comparto fondamentale per l’economia della provincia, per cui l’effervescenza del mercato delle costruzioni (non soltanto delle nuove) è un indicatore di rilevanza nella congiuntura. L’analisi della distribuzione territoriale dei volumi di scambio viene effettuata sulla base del parametro NTN (Numero di transazioni normalizzate, vale a dire sommando le effettive quote di proprietà compravendute) e di elaborazioni effettuate sui database delle Conservatorie. Tali elaborazioni restituiscono il numero delle compravendite avvenute nel semestre, differenziato per destinazione edilizia per livello provinciale e comunale. Le fonti di rilevazione per le indagini sono: le agenzie immobiliari, stime interne dell’Agenzia, aste, atti di compravendita se indicanti valore significativamente diversi dal valore catastale, offerte pubblicate, ecc. I valori rilevati sono riferiti al metro quadrato di superficie commerciale (lorda) ovvero di superficie utile (netta), rispettivamente per il mercato delle compravendite e delle locazioni. L’NTN è il numero di transazioni di unità immobiliari normalizzate. Le compravendite dei diritti di proprietà sono “contate” relativamente a ciascuna unità immobiliare tenendo conto della quota di proprietà oggetto di transazione; ciò significa che se di una unità immobiliare è compravenduta una frazione di quota di proprietà, per esempio il 50%, essa non è contata come una transazione, ma come 0,5 transazioni). L’IMI è l’indicatore di Intensità del Mercato Immobiliare, il rapporto tra NTN e lo stock di unità immobiliari per le relative classificazioni di immobili.

Tab. 9.1 Numero di transazioni normalizzate (NTN) e intensità del mercato immobiliare (ITN),

per provincia e tipologia di immobile, 2009

Regioni e province Monolocali Piccola Medio-Piccola Media Grande Nc Totale

NTN IMI NTN IMI NTN IMI NTN IMI NTN IMI NTN NTN IMI

Trapani 366 1.27 640 1.34 506 1.16 1,097 1.10 433 0.83 531 3,572 1.31

Palermo 1,324 1.35 1,781 1.61 1,477 1.37 3,286 1.28 1,096 0.99 1,456 10,420 1.52

Messina 661 1.12 1,435 1.49 1,064 1.37 1,991 1.42 584 1.14 616 6,351 1.50

Agrigento 999 1.18 583 1.19 515 1.15 1,051 1.16 335 0.85 496 3,977 1.29

Caltanissetta 709 1.29 383 1.24 384 1.50 673 1.33 181 1.03 219 2,549 1.42

Enna 439 1.19 278 1.31 211 1.31 363 1.12 142 1.01 127 1,560 1.29

Catania 1,276 1.41 1,915 1.84 1,933 1.74 2,991 1.45 915 1.26 549 9,580 1.64

Ragusa 551 1.75 610 1.66 479 1.43 907 1.31 263 1.11 423 3,233 1.66

Siracusa 581 1.61 716 1.73 581 1.48 1,295 1.50 264 0.99 492 3,928 1.71

SICILIA 6,906 1.33 8,340 1.55 7,149 1.43 13,656 1.32 4,213 1.03 4,907 45,171 1.51

NORD-OVEST 18,017 2.24 60,625 2.75 39,433 2.06 54,224 1.80 17,051 1.34 6,632 195,981 2.13

NORD-EST 6,998 2.48 29,669 3.02 22,269 2.33 33,195 1.70 12,438 1.06 8,308 112,876 2.11

CENTRO 11,128 2.37 34,302 2.76 24,292 1.96 33,231 1.49 10,915 1.02 12,572 126,441 2.02

SUD E ISOLE 25,737 1.28 36,302 1.73 29,555 1.51 51,428 1.37 14,980 0.95 15,845 173,847 1.52

ITALIA 61,880 1.73 160,898 2.47 115,549 1.90 172,078 1.57 55,384 1.09 43,358 609,145 1.89Fonte: Ministero dell'Economia e delle Finanze - Agenzia del Territorio

Nel confronto con le province minori, Agrigento mostra un mercato immobiliare complessivamente in linea con le altre per quanto riguarda le transazioni immobiliari di appartamenti. Per quanto riguarda le transazioni di immobili per attività commerciali (in numero), i valori sono in linea con quelli delle altre province comparabili, ad eccezione dei Magazzini, per i quali l’attività è molto maggiore.

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Tab. 9.2

Numero di transazioni normalizzate di immobili destinati ad attività commerciali per provincia e destinazione di uso, 2009

Province e regioni Uffici Istituti di

credito Negozi e Centri

Commerciali Alberghi Capannoni e industrie Magazzini Box, Stalle e

Posti Auto

Trapani 48 1 210 5 35 601 941

Palermo 182 3 518 3 50 1,773 1,669

Messina 51 0 281 1 44 1,228 1,445

Agrigento 20 1 140 1 12 955 502

Caltanissetta 12 0 150 0 19 361 513

Enna 6 1 107 0 6 332 512

Catania 105 6 601 1 68 1,412 4,422

Ragusa 37 2 143 11 21 417 1,158

Siracusa 39 3 216 1 27 329 1,198

SICILIA 498 17 2,366 24 282 7,407 12,361

NORD-OVEST 5,048 112 11,513 166 4,994 28,090 154,239

NORD-EST 3,986 83 6,731 151 3,546 12,961 96,895

CENTRO 3,398 80 8,134 140 1,930 23,051 74,475

SUD E ISOLE 3,389 67 10,503 240 1,811 29,727 64,101

ITALIA 15,820 342 36,880 696 12,281 93,828 389,710Fonte: Ministero dell’Economia e delle Finanze – Agenzia del Territorio

Tab. 9.3

Intensità del mercato immobiliare degli immobili destinati ad attività commerciale per provincia e destinazione di uso, 2009

Province e regioni Uffici Istituti di

credito Negozi e Centri

Commerciali Alberghi Capannoni e industrie Magazzini Box, Stalle e

Posti Auto

Trapani 1.54 0.67 1.09 1.14 1.19 1.12 1.53

Palermo 1.52 1.90 1.19 0.94 0.91 1.25 1.77

Messina 1.58 0.00 0.96 0.16 1.21 1.33 2.05

Agrigento 3.20 0.88 0.88 0.51 0.56 1.02 1.36

Caltanissetta 1.77 0.00 1.32 0.00 1.36 1.16 1.64

Enna 0.70 1.92 1.19 0.00 0.51 1.38 1.33

Catania 2.09 2.97 1.44 0.33 1.48 1.88 1.99

Ragusa 1.58 2.27 0.97 3.81 0.77 1.61 1.72

Siracusa 1.76 2.94 1.34 0.55 1.22 1.59 1.61

SICILIA 1.67 1.65 1.18 0.93 1.07 1.33 1.77

NORD-OVEST 2.69 1.58 1.67 1.40 2.42 1.95 2.71

NORD-EST 2.74 1.64 1.47 1.05 2.04 1.85 2.56

CENTRO 2.56 2.08 1.40 1.12 1.66 1.72 2.71

SUD E ISOLE 2.50 1.79 1.11 1.71 1.30 1.32 2.24

ITALIA 2.63 1.73 1.38 1.32 1.93 1.09 1.72Fonte: Ministero dell'Economia e delle Finanze - Agenzia del Territorio

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10. Scenari previsionali al 2013 Con la collaborazione dell’Istituto Tagliacarte, l’Unioncamere ha avviato una riflessione sull’analisi economica territoriale in un’ottica congiunturale, volta a fornire un quadro attuale della situazione economica al fine di indirizzare in maniera tempestiva le decisioni degli operatori, proprio nel momento in cui ogni soggetto economico attua le proprie scelte sulla base delle condizioni attuali, oltre che su quelle passate. Pertanto fornisce, con riferimento alla seconda metà del 2009, alcuni dei principali indicatori maggiormente esplicativi dello stato di salute economica dei territori e li rende disponibili in occasione della 8° edizione della Giornata dell’Economia delle Camere di commercio. L’analisi riguarda temi quali la dinamica del tessuto imprenditoriale, lo stato del mercato del lavoro nella sua componente occupazionale unitamente all’incidenza degli ammortizzatori sociali (cassa integrazione guadagni), il ruolo della domanda estera e, infine, il mercato del credito in qualità di fonte di alimentazione dello sviluppo economico. L’Unioncamere nota che “Sia pur con alcune differenze a livello territoriale, sul finire dell’anno risulta leggermente migliorato il clima di fiducia delle imprese e sono emersi timidi – ancorché discontinui – segnali di ripresa delle attività, in primo luogo per le aziende operanti all’estero, le cui vendite hanno visto un rallentamento della flessione che aveva caratterizzato i mesi precedenti. Si sono tuttavia accentuate le tensioni sul mercato del lavoro, come si evince dalla lievitazione del tasso di disoccupazione, dal massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali e dal diffondersi di fenomeni di scoraggiamento circa la possibilità di trovare un’occupazione.” Purtroppo per Agrigento la situazione è più grave perché è scarsa la proiezione internazionale delle imprese. Dal documento Unioncamere-Istituto Tagliacarne (aprile 2010, p. 64) “8.a Giornata dell’economia – Le tendenze delle economie territoriali nella seconda metà del 2009” leggiamo che “Nel corso del 2009 l’andamento dell’economia siciliana ha evidenziato una certa variabilità: nella prima parte dell’anno si è accentuata la recessione delle attività reali, colpendo soprattutto l’industria manifatturiera, i trasporti e il commercio; nella seconda parte si sono manifestati segni di parziale recupero. Il processo di riduzione degli input di lavoro non si è però interrotto, come confermato dalle cospicue perdite occupazionali e dalla crescita esponenziale degli interventi della cassa integrazione. Nell’ultimo semestre del 2009, in particolare, il numero delle ore di CIG ordinaria concesse nella regione ha sfiorato i tre milioni e mezzo, essendo più che raddoppiato rispetto al corrispondente periodo del 2008. […] Sebbene in misura più moderata che nel primo semestre, il portafoglio ordini dell’industria manifatturiera ha continuato ad assottigliarsi, spingendo le imprese a contenere il grado di utilizzo della capacità produttiva e le spese per beni strumentali. L’attività edilizia ha risentito, da un lato, della sfavorevole dinamica degli investimenti per la costruzione di nuove abitazioni, specie nelle province di Trapani e Agrigento; dall’altro, del persistente indebolimento del mercato immobiliare. […] Sui risultati conseguiti dal settore dei servizi ha pesato la diminuzione sia delle vendite al dettaglio, sia delle immatricolazioni di autovetture, sia delle presenze turistiche. Le difficoltà dell’economia trovano riscontro anche nell’andamento negativo del saldo iscrizioni/cancellazioni dei registri camerali.” Questa sezione ha un compito esplorativo, riguardante lo scenario previsionale delle condizioni economiche del territorio agrigentino. Gli indicatori utilizzati riguardano il valore aggiunto, l’occupazione, il rapporto fra l’esportazione e il valor aggiunto, il tasso di occupazione e quello di disoccupazione, il tasso di attività, il valore aggiunto per abitante e quello per occupato. Si considera un periodo temporale che giunge fino al 2013, con confronti con la Sicilia, il Mezzogiorno e l’Italia, v. Tabb. 10.1 e 10.2. Lo scenario provinciale e regionale per il 2011 e per il biennio 2012-13 è peggiorato rispetto al precedente Rapporto. I dati essenziali dell’economia tassi provinciale sono non soltanto inferiori rispetto al Meridione e al Paese, ma in alcuni casi si nota anche un andamento peggiore del dato regionale, per cui la provincia perde terreno rispetto alla realtà siciliana.

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Tab. 10.1

Scenario di previsione al 2013 – Agrigento e Sicilia Agrigento Sicilia 2009--2010 2011 2012--2013 2009--2010 2011 2012--2013Tassi di crescita medi annui nel periodo

Valore aggiunto 0.5 -1.2 -0.1 -1.0 0.8 1.0 Occupazione -0.8 -0.6 -0.3 -1.7 0.2 0.3 Valori % a fine periodo:

Esportazioni/Valore aggiunto 1.8 1.8 1.9 11.7 12.1 12.7 Tasso di occupazione 26.8 26.6 26.4 28.7 28.7 29.0 Tasso di disoccupazione 19.2 16.5 15.4 14.7 14.7 14.6 Tasso di attività 33.1 31.8 31.2 33.6 33.7 34.0 Valori pro capite a fine periodo:

Valore aggiunto per abitante 10.7 10.6 10.6 11.9 12.0 12.2 Valore aggiunto per occupato 40.6 40.4 40.6 40.9 41.2 41.7

Fonte: Unioncamere

Tab. 10.2 Scenario di previsione al 2013 – Mezzogiorno e Italia

Mezzogiorno Italia 2009--2010 2011 2012--2013 2009--2010 2011 2012--2013Tassi di crescita medi annui del periodo:

Valore aggiunto -2.0 0.7 0.9 -2.2 1.2 1.4 Occupazione -2.4 0.4 0.4 -1.8 0.5 0.6 Valori % a fine periodo:

Esportazioni/Valore aggiunto 11.8 12.3 13.2 23.3 24.5 26.8 Tasso di occupazione 29.8 29.9 30.2 38.1 38.1 38.4 Tasso di disoccupazione 13.4 13.5 13.4 8.4 8.4 8.2 Tasso di attività 34.4 34.6 34.9 41.6 41.6 41.8 Valori pro capite a fine periodo:

Valore aggiunto per abitante 12.1 12.1 12.4 18.0 18.2 18.6 Valore aggiunto per occupato 39.4 39.5 39.9 45.4 45.6 46.4

Fonte: Unioncamere

Nel precedente Rapporto si prevedeva un aumento del valore aggiunto, ora il tasso è negativo. È venuta meno quindi quella inversione di tendenza che, se non consentiva nemmeno all’economia agrigentina di assestarsi su ritmi di crescita paragonabili a quelli regionali, le permetteva almeno di stare nel gruppo. Ora si prevede che la regione cresca, anche se poco, ma la provincia no. Nel complesso i dati del Mezzogiorno sono ancora una volta peggiori di quelli nazionale. Il dato sull’occupazione a fine periodo è in leggera diminuzione, mentre il dato regionale è leggermente positivo. Per quanto concerne il rapporto fra il dato delle esportazioni e quello del valore aggiunto, esso si prevede in sostanziale tenuta, ma molto lontano dai corrispondenti valori delle aree di paragone. Si tratta di un dato strutturale che si può aggiustare soltanto nel lungo periodo.

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Il tasso di occupazione è il rapporto tra gli occupati e la popolazione di età 15-64 anni. È in leggera diminuzione. I dati indicano un ulteriore distacco, a breve scadenza, dalla realtà regionale, della macro regione e dalla realtà nazionale. Tutte crescono, noi diminuiamo. Il tasso di disoccupazione è il rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro. È l’unico dato incoraggiante, visto che si prevede una riduzione. Pure con riferimento a questo dato essenziale per la salute dell’economia provinciale, si sconta un ritardo nell’aggiustamento rispetto al trend ragionale, della macro-regione e del Paese. È importante però notare che si riduce il gap rispetto al dato regionale. Il tasso di attività è il rapporto tra le persone appartenenti alle forze di lavoro e la popolazione di età superiore a 15 anni compiuti. Si prevede stabile, mentre il dato regionale e meridionale cresce. Il valore aggiunto per abitante è stabile ma segnala lo svantaggio rispetto alla Sicilia e al Meridione. Il valore aggiunto per occupato è stabile e in linea con il dato regionale e con quello meridionale, con i quali condivide le carenze, ma è previsto che risulti inferiore del 10% rispetto a quello nazionale. Concludiamo con la speranza, come abbiamo fatto l’anno scorso, che si perseguano più le politiche di crescita che quelle di redistribuzione del reddito.