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RASSEGNA STAMPA SETTIMANALE ANAPA N. 28 DEL 01 AGOSTO 2014 EDITORIALE Cari Colleghi, riprendo volentieri la comunicazione del direttore Galdi datata 23/7/2014 sul tema del Regolamento IVASS n. 5 del 21/7/2014 - recante nuove disposizione attuative per l'adempimento degli obblighi di adeguata verifica della clientela, attività questa volta alla prevenzione del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo. Il sito dell'Ivass riporta integralmente il Regolamento e la Relazione sul regolamento medesimo, la lettura dei quali mi suggerisce di condividere con tutti voi alcuni elementi introdotti, con l'evidente scopo di meglio raccordare la normativa primaria contenuta dal Decreto Legislativo n. 231 del 21/11/2007. Mi appare ad esempio degna di nota l'introduzione del BENEFICIARIO tra le figure da identificare, e per cui il Regolamento prevede una disciplina ad hoc, individuando tra i destinatari gli intermediari assicurativi che operano nei rami vita di cui all'art. 2 comma 1 del Codice delle Assicurazioni. Inoltre il carattere dell'adeguata verifica è incrementato, nel senso di controllo costante del rischio per l'intera durata del periodo assicurativo, con imposizione al soggetto obbligato di tenere una condotta di verifica puntuale e continua. E' bene sapere che unitamente al divieto di instaurare il rapporto continuativo e/o di eseguire l'operazione laddove l'impresa non sia in grado di rispettare gli obblighi di adeguata verifica, esiste l'obbligo di porre fine a un rapporto esistente per i medesimi motivi. Di un certo rilievo segnalo inoltre l'adeguata verifica, per cui devono essere utilizzate misure rafforzate, verso soggetti politicamente esposti (c.d. PEPs) poiché più esposte a fenomeni di corruzione e conseguentemente di riciclaggio. Nella fondata consapevolezza che esistano letture migliori delle versioni integrali di quanto sopra esposto in estrema sintesi, ritengo utile prendere confidenza anche con questo argomento che ricadrà su noi intermediari, obbligati nel 99% dei casi a identificare clienti e persone conosciute da una vita! Buona estate a tutti voi e alle vostre famiglie. Federico Serrao Componente Giunta Esecutiva Nazionale

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RASSEGNA STAMPA SETTIMANALE ANAPA N. 28 DEL 01 AGOSTO 2014 

EDITORIALE  Cari Colleghi,  riprendo volentieri la comunicazione del direttore Galdi datata 23/7/2014 sul tema del Regolamento IVASS n. 5 del 21/7/2014 ­ recante nuove disposizione attuative per l'adempimento degli obblighi di adeguata verifica della clientela, attività questa volta alla prevenzione del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo.  Il sito dell'Ivass riporta integralmente il Regolamento e la Relazione sul regolamento medesimo, la lettura dei quali mi suggerisce di condividere con tutti voi alcuni elementi introdotti, con l'evidente scopo di meglio raccordare la normativa primaria contenuta dal Decreto Legislativo n. 231 del 21/11/2007.  Mi appare ad esempio degna di nota l'introduzione del BENEFICIARIO tra le figure da identificare, e per cui il Regolamento prevede una disciplina ad hoc, individuando tra i destinatari gli intermediari assicurativi che operano nei rami vita di cui all'art. 2 comma 1 del Codice delle Assicurazioni. Inoltre il carattere dell'adeguata verifica è incrementato, nel senso di controllo costante del rischio per l'intera durata del periodo assicurativo, con imposizione al soggetto obbligato di tenere una condotta di verifica puntuale e continua.  E' bene sapere che unitamente al divieto di instaurare il rapporto continuativo e/o di eseguire l'operazione laddove l'impresa non sia in grado di rispettare gli obblighi di adeguata verifica, esiste l'obbligo di porre fine a un rapporto esistente  per i medesimi motivi.  Di un certo rilievo segnalo inoltre l'adeguata verifica, per cui devono essere utilizzate misure rafforzate, verso soggetti politicamente esposti (c.d. PEPs) poiché più esposte a fenomeni di corruzione e conseguentemente di riciclaggio.  Nella fondata consapevolezza che esistano letture migliori delle versioni integrali di quanto sopra esposto in estrema sintesi, ritengo utile prendere confidenza anche con questo argomento che ricadrà su noi intermediari, obbligati nel 99% dei casi a identificare clienti e persone conosciute da una vita!  Buona estate a tutti voi e alle vostre famiglie.  Federico Serrao Componente Giunta Esecutiva Nazionale  

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QUESTO E’ L’ULTIMO NUMERO DELLA RASSEGNA STAMPA, CHE RIPRENDERA’ DOPO LA PAUSA ESTIVA. BUONE VACANZE! 

 NOTIZIE DAL MONDO ASSOCIATIVO 

 ANIA TRENDS: COSTI E BENEFICI DELLA REGOLAMENTAZIONE NEL SETTORE ASSICURATIVO ITALIANO      FONTE: INTERMEDIA CHANNEL  (30/07/2014)   

L’ANIA,  in collaborazione con l’American Chamber of Commerce  in Italy, ha effettuato  nei  primi  mesi  del  2014  un’indagine  volta  a  raccogliere informazioni  di  tipo  qualitativo  e  quantitativo,  al  fine  di  rilevare  gli  effetti reali  (e  quelli  anche  solo  percepiti)  che  le  numerose  novità  regolamentari hanno sull’attività delle imprese di assicurazione. Lo scenario di riferimento, peraltro,  non  si  è  ancora  stabilizzato  dal momento  che  alcune  regole  sono attualmente in fase di definizione.  Come  riporta  ANIA  Trends  di  luglio,  l’indagine  (e  il  relativo  rapporto conclusivo di commento dei risultati) è stata strutturata in quattro sezioni:      Una  Sezione  generale  sulla  percezione  dell’industria  assicurativa relativamente alla nuova regolamentazione;     Una Sezione di approfondimento sul Regolamento n° 20 IVASS/ISVAP del 26 marzo 2008;     Una Sezione di approfondimento sul Regolamento n° 5 IVASS/ISVAP del 16 ottobre 2006;     Una  Sezione  di  approfondimento  sulle  procedure  sanzionatorie  e  aspetti comportamentali e cooperativi.  Le imprese che hanno risposto al questionario sono state 59, ovvero il 41% di  tutte  le  imprese  socie  dell’ANIA.  Esprimendo  la  rappresentatività  del campione  in  termini  di  premi  raccolti,  si  stima  che  le  imprese  che  hanno risposto abbiano sfiorato il 60% del totale. Si tratta, quindi, di un campione statisticamente significativo.  Il  quadro  delineato  dall’indagine  evidenzia  un  comparto  significativamente influenzato  dall’impianto  normativo,  di  primo  livello  e  dalla regolamentazione,  di  secondo  livello:  la  prima  evidenza  che  emerge  dalla ricerca, infatti, è quella per la quale il 94% delle imprese partecipanti (82% in  termini  di  quota  di  mercato)  giudica  da  “notevole”  a  “elevato”  il  carico regolamentare.  Tale  prima  evidenza  deve  essere  letta  congiuntamente  al fatto che il 66% delle imprese (40% in termini di quota di mercato) ritiene il carico regolamentare da “superiore” a “estremamente superiore” rispetto al passato.  Condivisa,  sottolinea  ANIA  Trends,  è  pure  l’incidenza  riconosciuta  alla normativa  rispetto  alla  performance,  tanto  come  onere  operativo  quanto come  nuovi  costi.  Emergono,  inoltre,  diversi  aspetti  puntuali  di  particolare sensibilità  per  gli  attori  del  mercato  assicurativo:  un  principio  di proporzionalità solo parzialmente realizzato (tanto che per quasi i tre quarti delle  imprese,  tale  principio  non  viene  declinato),  l’insoddisfazione  sulle novità  fiscali  e  sull’uso  improprio  della  tassazione,  nonché  “l’opacità”  nella 

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determinazione  del  quantum  delle  sanzioni  (per  cui  circa  la  metà  delle imprese  partecipanti  ritiene  non  trasparenti  o  molto  poco  trasparenti  le relative regole di determinazione).  L’indagine  mostra  altresì  una  polarizzazione  delle  imprese  verso  un  uso improprio  della  tassazione,  che  crea  uno  svantaggio  competitivo  per  il sistema  e  che  rende  anti‐competitive  le  imprese  operanti  in  Italia,  con una tassazione  eccessiva  –  anche  quale  strumento  di  finanziamento  del  debito pubblico – ad es. attraverso la tassazione delle riserve tecniche.  Sulla base delle indicazioni raccolte dal mercato assicurativo, e nello spirito d’individuare  iniziative  che  permettano  di  aumentare  la  competitività  del sistema  Italia,  si  sono  ipotizzate  nel  rapporto  conclusivo,  alcune  proposte volte a supportare  il  regolatore nel rispondere alle  istanze delle  imprese di assicurazione.  In  particolare,  segnala  ANIA  Trends,  considerando  anche pratiche  virtuose  riconoscibili  in  ordinamenti  affini,  il  documento  richiama spunti  e  ipotesi  che  dovrebbero  consentire  di  accrescere  il  rispetto  del principio  di  proporzionalità  dell’onere  regolamentare  e  di  migliorare  il processo  sanzionatorio.  Il  documento  si  sofferma  anche  sugli  ambiti  ove  è ritenuto  possibile  ritardare  la  produzione,  o  l’entrata  in  vigore,  di  quella parte non urgente di nuova normativa,  al  fine di  consentire alle  imprese di assicurazione  di  recepire  al meglio  le  innumerevoli  novità  introdotte,  o  da introdursi, con Solvency 2.  

AGENTI: LA REGOLAMENTAZIONE RAPPRESENTA UN FATTORE DI TRASFORMAZIONE ED INQUIETUDINE      FONTE: ASSINEWS  (28/07/2014)    

In  Francia  l’Argus  ha  organizzato  un  osservatorio  in  collaborazione  con Exton Consulting  sulla distribuzione  agenziale,  dal  quale  emergono  tutte  le inquietudini della professione riguardo alle evoluzioni normative.  Sono  circa  un  centinaio  gli  agenti  intervistati  dall’Osservatorio  che  hanno confermato come i cambiamenti indotti dalle evoluzioni normative di questi ultimi anni  (dovere di  consulenza,  raccolta delle  informazioni  ,  trattamento dei sinistri, ecc.) creino non poche preoccupazioni: per il 65% di essi questi cambiamenti  toccherebbero  in  prima  linea  l’organizzazione  dell’agenzia. Numerosi  sono  gli  agenti  che  indicano  di  aver  modificato  l’approccio commerciale  (48%)  o  che  confessano  comunque  di  intrattenere  relazioni diverse con la clientela (42%).  Per adeguarsi ad un quadro in perpetua evoluzione, gli agenti si appoggiano su procedure realizzate dalle proprie mandanti (84%), ma sono numerosi gli agenti  a  rivolgersi  verso  altre  organizzazioni  –  Agéa  per  esempio, l’associazione  dei  gruppi  aziendali  ‐    per  ottenere  strumenti    (52%), informarsi  o  formarsi  (42%).  Alcuni  agenti  sottopongono  la  propria organizzazione ad audit esterni (15%) o sollecitano la consulenza di giuristi (12%).  Per  la  maggior  parte  degli  agenti  francesi  le  misure  normative  sulla distribuzione  risultano  troppo  costringenti,  eccessive  o  penalizzanti, soprattutto  dal  punto  di  vista  amministrativo  e  rendono  difficoltoso conciliare l’attenzione a queste norme con il lavoro quotidiano d’agenzia. 

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 Alcuni  deplorano  la  sproporzione  tra  le  procedure  da  avviare  e  la dimensione  della  propria  agenzia  o  giudicano  controproducente  il formalismo  eccessivo  che  caratterizza  il  rapporto  con  i  clienti  e  i  prospect, sostenendo che “troppi processi uccidono la relazione con il cliente”.  Molti  agenti  ritengono  che  questo  andrà  a  ripercuotersi  sulla  loro remunerazione e che se le cose continueranno a complicarsi potrebbe essere la  fine  per  numerose  strutture  di  piccole  dimensioni  che  tuttavia  risultano particolarmente  apprezzate dai  clienti,  a  vantaggio di  strutture di maggiori dimensioni. 

UNAPASS DIFENDE DAVANTI AL TAR LA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA ED IL FONDO PENSIONE AGENTI      FONTE: INTERMEDIA CHANNEL  (29/07/2014)   

UNAPASS  ha  presentato  ricorso  al  TAR del  Lazio  impugnando  quella  parte del  provvedimento  Antitrust  che  ha  reso  vincolante  gli  impegni  assunti  da alcune imprese di togliere i riferimenti all’ANA 2003 dai mandati sancendo la fine di fatto della contrattazione collettiva.  Ne  parliamo  con Massimo  Congiu  (nella  foto)  che,  raggiunto  al  telefono  ci spiega  i motivi che hanno indotto  l’associazione da  lui presieduta a passare all’azione legale.  UNAPASS ha partecipato al procedimento promosso – ricordiamolo, da SNA – formulando le sue osservazioni con un documento presentato in audizione presso Antitrust,  tuttavia  le risultanze e gli  impegni assunti dalle  imprese e resi vincolanti dall’Autorità non vi hanno soddisfatto?  Molte  delle  osservazioni  fatte  sono  state  recepite  solo  parzialmente  e  gli impegni  assunti  dalle  imprese,  sicuramente  formali,  sono  invece  andati,  in alcuni  casi,  oltre  l’oggetto  delle  indagini  fornendo  un  quadro  di regolamentazione  di  istituti  che  non  era  previsto  e  che  apre  scenari prospettici sostanzialmente diversi e pericolosi per la tutela dei singoli.  Per esempio?  Alcune imprese hanno ritenuto di assumersi l’impegno di iniziare a trattare il tema  delle  liquidazioni  e  rivalse  con  i  propri  gruppi  agenti  e  l’Antitrust  ha ritenuto che questo  fatto possa agevolare  la concorrenza,  limitando,  se non eliminando  del  tutto,  la  contrattazione  collettiva  che,  senza  una regolamentazione  nazionale  su  liquidazioni  e  rivalse,  si  vedrebbe  svuotata dei  suoi  profili  di  tutela  proprio  all’indomani  dell’  entrata  in  vigore  delle Leggi  Bersani.  Appare  curioso  come,  dal  2007  in  poi  si  sia  assistito  ad  un silenzio  assordante  nei  confronti  del  problema  liquidazioni  e  rivalse  e  poi, successivamente,  a  sette  anni di distanza quando  si  inizia  con gran  fatica  a riparlare  di  accordo  ANA,  con  la  volontà  di  affrontare  un  mondo  il  cui cambiamento  si  è  consolidato,  si  finisca  per  delegittimare  proprio  ciò  che fornirebbe garanzie agli agenti.  Quindi in ipotesi si profila un mondo senza Accordo nazionale?  L’Antitrust  riterrebbe  che  gli  accordi  vadano  stabiliti  nell’ambito  della 

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contrattazione di II livello, perché così si vedrebbero limitati gli squilibri tra impresa  (che  in  una  contrattazione  singola  sarebbe  soggetto  prevalente  – ndIMC) ed agente evitando  le  intese restrittive del mercato che un accordo nazionale  potrebbe,  sempre  secondo  l’Autorità,  comportare.  Ma  è  proprio nell’ambito  del  II  livello  (non  a  caso  spesso  definito  “integrativo“)  che probabilmente si possono migliorare limiti e regole a favore dell’agente, non certo  stabilirne  i  principi  e  le  tutele  che  addirittura  il  Legislatore  ha preveduto.  Inoltre,  non  deve  sfuggire  che  l’ANA  è  fonte  costitutiva  del  Fpa,  un mondo senza  accordo  finirebbe  per  significare  anche  un  mondo  senza  fonti costitutive  del  Fondo  Pensione  Agenti,  una  conseguenza  sostanziale  e deleteria  per  tutta  la  categoria  che  rimarrebbe  priva  della  previdenza complementare.  Come mai affrontate da soli questa iniziativa? Vi siete confrontati con SNA ed ANAPA? Abbiamo  rappresentato  ad  entrambe  le  altre  associazioni  di  categoria  la nostra  intenzione, entrambe, per motivi diversi sono solidali con l’iniziativa ma  hanno  scelto  di  non  partecipare;  tra  l’altro  ANAPA  non  avendo partecipato  alla  fase  formale  delle  osservazioni  in  pubblica  consultazione, pur volendo, non avrebbe potuto procedere con il ricorso al TAR.  Unapass sola contro tutti?  No, da sola no, e contro  tutti nemmeno. La nostra associazione si è sempre posta  con  rispetto  di  fronte  alle  Istituzioni  e  ritiene  da  sempre  di  poter fornire  il proprio contributo al miglioramento del sistema ed alla  fissazione di regole certe e condivise.  L’impegno profuso in quest’ iniziativa è orientato, come sempre, a fornire la propria opinione su come il Mercato debba essere regolamentato nel rispetto delle leggi e degli interessi di tutti gli operatori e del consumatore. 

CONGRESSO SNA, DEMOZZI CONFERMATO PRESIDENTE      FONTE: INSURANCE TRADE  (29/07/2014)   

Claudio  Demozzi  è  stato  rieletto  alla  presidenza  del  Sindacato  nazionale agenti con 264 voti su 354 agenti che si sono espressi. Le schede nulle sono state 58, mentre le bianche 32. Gli aventi diritto presenti erano 409. È stata presentata  una  sola  lista,  quella  appunto  del  presidente  uscente,  che  però non  è  riuscita  a  unificare  tutte  le  anime  del  sindacato,  in  primis  quella guidata da Roberto Salvi. Durante la prima giornata del congresso di Ferno (Varese), lunedì 28 luglio, erano  state  intraprese  alcune  trattative  per  cercare  di  presentare  un'unica lista,  capitanata  comunque  da  Claudio  Demozzi,  ma  che  fosse  espressione delle  due  principali  correnti,  cioè  quella  del  presidente  e  quella  che  fa rifermento a Salvi. Poi il nulla di fatto, niente accordo sui nomi da inserire in lista e il ritiro del gruppo di Salvi, che rinuncia a presentare una candidatura alternativa, nonostante, assicurano gli interessati, i nomi ci fossero già.  Ecco  quindi  la  squadra  dell'Esecutivo  Nazionale,  eletta  dall'assise:  Claudio Demozzi  (presidente),  Elena  Dragoni  (vice  presidente  vicario),  Corrado  Di 

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Marino  (vice  presidente),  Alberto  Testa,  Andrea  Lucarelli,  Tiziana  Belotti, Paolo Bullegas, Giuseppe Rapa, Michele Languino, Francesco Libutti, Agnese Mazzoleni, Angela Occhipinti. Una  scelta  nel  segno  della  continuità  quindi,  ma  anche  della  necessità.  Il congresso  non  ha  fatto  nulla  per  nascondere  l'esistenza  di  una minoranza interna di cui, tuttavia, si è persa l'occasione di pesare con i voti. Demozzi si riconferma così a capo del sindacato, ma non centra l'obiettivo di coinvolgere nella sua azione tutte le correnti che coesistono nello Sna.  La presentazione di una lista unitaria, una sorta di grosse coalition formatasi prima delle urne cui dare semplicemente l'imprimatur plebiscitario, avrebbe certamente  consentito  al  presidente  e  al  suo  rinnovato  Esecutivo  di presentarsi  più  forte  ai  tavoli  che  attendono  gli  agenti  a  settembre:  il salvataggio  del  Fondo  pensione,  il  tentativo  di  stilare  un  nuovo  accordo nazionale  con  le  compagnie  e  il  rinnovo  del  contratto  nazionale  con  i dipendenti  di  agenzia.  La  linea  di  Demozzi,  improntata  alla  fermezza  nella trattative  su  tutti  i  tavoli,  non  è  comunque  sconfessata  dalla  minoranza interna:  sia  Roberto  Salvi,  sia  Umberto  D'Andrea,  che  hanno  trattato  fino all'ultimo  per  la  creazione  della  lista  unitaria,  pur  nell'amarezza  di  non essere  riusciti  a  esprimere  una  linea  comune,  hanno  dichiarato esplicitamente  il  loro  assenso  alla  politica  di Demozzi:  "il  problema  sta  nei metodi  ‐ ha detto Salvi, durante  il suo  intervento rivolgendosi direttamente al presidente, presente in prima fila ‐, non sono d'accordo con il metodo che usi.  Su  questo  ho  chiesto  riflessioni  che  evidentemente  non  sono  state sufficienti.  Il  rischio  è  che  si  vada  ancora  a  escludere  le  tante  anime  del sindacato. Abbiamo provato a stilare una lista alternativa, abbiamo verificato che avesse il consenso ed effettivamente ce l'aveva, ma abbiamo deciso, alla fine,  di  non  presentarla  per  non  spaccare  il  congresso.  Siamo  venuti  per cercare l'unità: questo era il progetto originale".  Dalle  posizioni  alternative  a  quelle  di  Demozzi  è  emersa  la  richiesta  di  un ascolto vero, di mettere in discussione il metodo in determinate circostanze. È indubbio che l'assise convocata in sessione straordinaria abbia espresso in tutte  le  sue  componenti  un  desiderio  di  compattezza,  per  dimostrarsi  più forti  di  fronte  agli  interlocutori  (soprattutto Ania). Anche dai  sostenitori di Demozzi  è  arrivato  l'appello  a  non  sprecare  le  intelligenze  e  le  capacità interne  allo  Sna,  a  partire  da  Salvi  e  dalle  minoranze.  Secondo  Francesco Pavanello,  presidente  di  Fpa,  Demozzi  resta  "uno  dei  migliori  leader sindacali,  ma  con  dei  limiti.  Bisogna  stargli  vicino  ‐  ha  detto  ‐,  senza trascurare  le  altre  risorse  interne  a  causa di  divisioni  incomprensibili. Non deragliamo dalla giusta politica".  Un dissenso contenuto, quindi,  sia nei  toni sia nei  fatti. C'è chi ha ricordato come  Demozzi  abbia  reso  più  forte  la  categoria  perché  l'ha  imposta  come interlocutore  stabile  delle  istituzioni  e  chi,  invece,  ha  sottolineato  che  dal 2011  al  2013  Sna  ha  perso  oltre  1000  iscritti.  Lo  stesso  Demozzi  ha riconosciuto i suoi errori e i suoi limiti, rivendicando però il coraggio di aver imposto una linea di fermezza nell'esclusivo interesse della categoria: "ho un limite  ‐  ha  detto  ‐  mi  spazientisco  di  fronte  a  posizioni  che  non  fanno  gli 

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interessi degli agenti. Ho proposto al prossimo Esecutivo di prendere l'onore e l'onere di usare meglio di me la pacatezza e la disponibilità. Miglioreremo anche sotto questo aspetto".   Demozzi  chiama  alla mobilitazione  di  tutti,  su  tutti  i  fronti:  a  partire  della questione  dell'Fpa,  dichiarando  la  proposta  dell'Ania  indecente.  Riguardo all'unità sindacale, da alcuni  invocata e presentata come un fallimento della gestione  di  Demozzi,  il  presidente  ha  precisato  di  "non  poter  vendere l'illusione  di  una  fusione  con  chi  non  condivide  le  nostre  idee".  Tuttavia, Demozzi ha respinto l'accusa di non voler confrontarsi, di aver isolato lo Sna: per  questo  ha  ricordato  la  presenza  al  congresso  dell'anno  scorso,  a Bussolengo,  sia  di  Ania,  sia  di  Antitrust,  sia  del  ministero  dello  Sviluppo economico.  "Abbiamo  enormi  difficoltà  di  fronte  a  noi  ‐  ha  dichiarato  in  conclusione Demozzi  ‐;  davanti  a  questi  problemi,  o  siamo  uniti  oppure  ci  triturano.  I nostri avversari sono più forti, organizzati e con interessi opposti a noi". 

NOTIZIE DAL MERCATO ASSICURATIVO  ASSICURAZIONE MEDICA NEL CAOS IL 15/8 SCATTA L'OBBLIGO. COMPAGNIE IN FUGA DAL SETTORE    FONTE: ITALIA OGGI (29/07/2014)  

L'assicurazione dei medici nel caos. A partire dal 15 agosto,  infatti,  tutti  i camici  bianchi  saranno  obbligati  per  legge  a  dotarsi  di  una  copertura assicurativa,  ma  lo  dovranno  fare  senza  alcun  riferimento  normativo. Secondo  quanto  appreso  da  ItaliaOggi  da  ambienti  vicini  al  ministero, sembra ormai certo che per Ferragosto non arriverà quel regolamento ad hoc, atteso da anni dai medici, che avrebbe dovuto agevolare la copertura assicurativa  per  le  specialità  a  rischio,  circoscrivere  le  responsabilità  dei camici bianchi e limitare i costi dei risarcimenti. Il risultato? La protezione assicurativa dal  rischio di un contenzioso per presunta malpractice  in un parto  continuerà,  per  ora,  a  costare  oltre  10  mila  euro  l'anno  a  un ginecologo,  con  un  massimale  di  500  mila  euro.  Tariffa  simile  per  un chirurgo  generale  o  un  ortopedico  che  abbia  appena  concluso  la specializzazione o ancor più dopo 20 anni di esperienza alle spalle. E per molti  camici  bianchi  il  costo  diventerà  così  insostenibile  da  pensare  alla cessione dell'attività. E saranno proprio i liberi professionisti a trovarsi in maggiore difficoltà visto che  i colleghi del settore pubblico non solo sono esonerati dall'obbligo ma possono almeno usufruire della copertura della propria  Asl  o  dal  modello  di  autoassicurazione  messo  in  campo recentemente dalle  regioni. Dunque, a partire dal 15 agosto  tutti  i  camici bianchi  sono  obbligati  a  stipulare  l'assicurazione,  senza  alcuna  proroga (sarebbe la terza) sottostando a quelle regole da Far West che ormai sono diventate prassi: premi alle stelle e polizze elevatissime. Con un'ulteriore complicazione,  come si  legge nel dossier dell'Ania «Malpractice,  il  grande caos»:  l'abbandono del mercato da parte delle compagnie  italiane,  in fuga 

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non  solo  per  la  continua  crescita  di  risarcimenti,  ma  anche  per  la progressiva  impossibilità  di  valutare  il  rischio  da  coprire.  E  quindi  se trovare  una  compagnia  disposta  ad  assicurare  sarà  complicato,  scovarne una che assicuri a prezzi vantaggiosi praticamente impossibile.     L'autoassicurazione.  Le  assicurazioni  italiane  assicurano  sempre  meno  i rischi  di  malpractice  degli  ospedali  italiani  e  quindi  nella  sanità,  dice l'Associazione nazionale tra le imprese assicuratrici, «è l'ora del fai da te». La maggior parte delle regioni, infatti, gestisce in autoassicurazione i rischi di  rc  causati  dal  personale  sanitario.  E  l'intervento  di  un  assicuratore  è richiesto solo per gestire i sinistri più gravi, normalmente da 250‐500 mila euro  in  su.  Non  è  un  caso,  infatti,  che  per  la  prima  volta  si  assista  a  un decremento  dei  premi  nelle  coperture  di  ospedali  e  strutture  sanitarie (288 milioni  nel  2012,  ‐4,3%), ma  a  un  incremento  di  quelle  sottoscritte direttamente  dai  singoli  professionisti  (255  milioni,  +14%).  Un  dato  in totale  controtendenza  considerando  che nel 2012,  il  72,3% delle  aziende sanitarie  risultava  coperto  con  una  polizza.  Ma  al  crescere  dei  premi assicurativi  infatti  le regioni si sono organizzate gestendo direttamente la copertura  dei  propri  dipendenti  con  fondi  ad  hoc.  Questo,  dice  ancora l'Ania,  «spiega  il  ritiro  delle  imprese  assicuratrici  da  un  mercato  dove soltanto  pochi  operatori  esteri,  sono  rimasti  in  attività».  Con  maggiori difficoltà per i professionisti.     I  numeri  delle  polizze.  La  stima dei  premi  per  il  2012  è  stata  pari  a  543 milioni  di  euro,  di  cui  il  53%  relativo  a  polizze  stipulate  dalle  strutture sanitarie  e  il  restante  dai  professionisti.  Rispetto  all'anno  precedente  i premi  sono  stati  incrementati del 3,6%,  essenzialmente  con  l'aumento di oltre  il  14%  del  volume  premi  relativi  alle  polizze  dei  professionisti.  Il tasso  annuo  di  crescita  del  periodo  2002‐12  è  cresciuto  di  oltre  il  10% sempre per i professionisti. A questo si aggiunge un altro dato: le denunce di sinistri relativi alla rc professionale per il 60% dei casi non dà seguito a un risarcimento.  

RC, LE TRUFFE GONFIANO LE TARIFFE    FONTE: ITALIA OGGI (28/07/2014) 

 

La crisi spinge il fenomeno delle frodi, con l'Rc auto tra i settori più colpiti. Quest'ultimo  si  trova  così  a dover  fare  i  conti  con  sinistri  in  calo  in  tutta Italia,  ma  con  costi  dei  premi  ancora  elevati.  Un  problema  sempre  più sentito  e  che  rischia di  frenare ulteriormente  la  già debole  ripresa,  tanto che la procura di Napoli prevede di lanciare una task force contro le truffe assicurative.  Mentre  l'Ania  (Associazione  nazionale  fra  le  imprese assicuratrici)  propone  alcune  soluzioni,  che  vanno  dall'installazione  a bordo della scatola nera a termini più ampi a disposizione delle compagnie per liquidare i sinistri in presenza di un sospetto di frode.  Incidenti  in  calo,  ma  premi  restano  elevati.  Secondo  il  report  «Truffe assicurative in Italia: analisi socio economica e possibili rimedi», curato da Maurizio De Dominicis, avvocato specializzato in diritto delle assicurazioni 

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e dall'agenzia Think Tanks, presentato in occasione del convegno «Legalità e  questione  sociale:  rischi  e  costi  dei  fenomeni  fraudolenti»  promosso  a Napoli da Msc Crociere, le truffe rappresentano una piaga che continua ad affliggere  l'Italia.  Sulla  spinta  anche  della  crisi  che  negli  ultimi  anni  ha contribuito ad aumentare le attività illecite. Il settore più coinvolto è quello assicurativo, con l'Rc auto in primis. Secondo i dati di Ania, in Italia ci sono 43,5 milioni di veicoli assicurati, anche se «c'è una differenza tra le tariffe tra nord  e  sud perché  è  diverso  il  rischio di  sinistri:  a Napoli  è  del  10%, mentre  la media  italiana è del 6%», sottolinea Vittorio Verdone, direttore centrale  auto,  distribuzione  e  consumatori  dell'Associazione.  Mentre  i sinistri risarciti sono 3,7 milioni, per un valore complessivo di 15 miliardi di euro. In base a un'analisi territoriale realizzata dall'Ivass (Istituto per la vigilanza  sulle  assicurazioni)  in  tutte  le  città  capoluogo  di  provincia  in Italia, inoltre, nel biennio 2012‐2013 il numero di incidenti è diminuito di oltre il 10%, con la miglior performance messa a segno da Napoli, dove si è ridotto  di  un  terzo.  Un  calo  dettato  in  primo  luogo  dalla  congiuntura economica sfavorevole, che induce le persone a ricorrere all'auto in misura minore  rispetto  al  passato,  ma  anche  per  effetto  di  norme  più  severe,  a cominciare  dal  decreto  legge  concorrenza  del  2012  che  ha  introdotto l'obbligo di accertamenti medici strumentali anche per chi sostiene di aver subito lesioni lievi (per esempio il «colpo di frusta») senza i quali non si ha diritto  ad  alcun  risarcimento.  Peccato,  però,  che  meno  incidenti corrispondano  solo  a  un  leggero  calo  delle  tariffe  assicurative.  Secondo dati  Ania,  il  prezzo medio  delle  polizze  Rc  auto  è  sceso  di  40  euro  negli ultimi due  anni  (tra marzo 2012 e marzo 2014) ovvero del  10% circa.  Il costo della responsabilità civile per le vetture è però di 410 euro in media, un livello che resta di molto superiore rispetto ai principali paesi europei (nei  quali  i  costi  si  aggirano  in  media  attorno  ai  250  euro  secondo  dati Ivass).  Le  frodi  spingono  i  prezzi.  Colpa  delle  truffe  che  «non  solo  in  Italia costituiscono  da  sempre  un  elemento  perturbativo  grave  dell'attività assicurativa»,  osserva  Verdone.  «L'assicurazione  Rc  auto  è  la  più permeabile per la sua diffusione. Il 14% dei sinistri è fortemente indiziato di  frode».  In  base  ai  dati  della  Relazione  annuale  Ivass,  gli  incidenti  a rischio  frode  sono  passati  dai  400  mila  del  2012  ai  460  mila  del  2013, mentre gli imbrogli scoperti sono passati da 232 mila a 235 mila. Le meno virtuose si confermano le regioni del Sud dove quasi un sinistro su quattro è a rischio truffa. «I costi dei premi assicurativi», sottolinea De Dominicis, «sono troppo alti a causa delle attività speculative, ma è un circolo vizioso: si froda perché si ritiene elevato il costo dei premi assicurativi, si alzano i costi dei premi assicurativi perché si froda. Il truffatore ritiene di arrecare un  danno  alla  compagnia  assicurativa  e  non  alla  collettività,  eppure  per pagare tale frode la compagnia assicurativa attinge da un fondo rischi che tutti gli assicurati rimpinguano pagando le polizze».  Le  potenziali  soluzioni.  Un  problema  che  aggiunge  dunque  un  ulteriore tassello  a  sfavore  della  già  debole  ripresa  e  che  rappresenta  ormai  una priorità a livello istituzionale. Tanto che, nella Procura di Napoli, si è deciso di  dar  vita  a  una  sezione  che  si  occuperà  di  truffe  assicurative.  Mentre 

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entro  il  2015  entrerà  a  pieno  regime  la  banca  dati  unica  anti‐frode  del mercato Rc auto. Il progetto, chiamato Aia, ha interconnesso finora cinque banche dati (Motorizzazione civile, Ania, Pra, Consap, Ivass), con l'obiettivo di fornire entro il prossimo anno un indicatore della probabilità di frode su ogni  sinistro  denunciato.  Iniziative  che  andrebbero  affiancate  anche  da «un'operazione culturale di recupero della legalità a tutti i livelli, che faccia percepire i costi sociali dell'attività illecita», commenta Verdone. 

ASSICURAZIONI CHIAMATE AD AGGIORNARSI SULL'ANTIRICICLAGGIO   FONTE: MF (26/07/2014) 

 

Con  il  regolamento  appena  varato,  l'Autorità  di  vigilanza  del  settore assicurativo (Ivass), d'intesa con Banca d'Italia e Consob, è tornata ancora una  volta  sul  tema  dell'antiriciclaggio  nelle  società  di  assicurazione, dettando una serie di disposizioni ad hoc circa le modalità di adempimento degli obblighi di adeguata verifica della clientela e di registrazione da parte non  solo  delle  imprese  di  assicurazione  ma  anche  degli  intermediari assicurativi. Destinatari delle disposizioni sono le imprese di assicurazione con sede in Italia e le sedi secondarie in Italia di imprese di assicurazione con sede in uno Stato membro dell'Ue o terzo, autorizzate all'esercizio del ramo  vita,  nonché  gli  intermediari  assicurativi  che  operano  in  Italia, sempre  nel  ramo  vita.  Come  precisato  dall'Authority,  il  regolamento  dà attuazione  alla  decreto  legislativo  del  2007  che  ha  riordinato  l'intera normativa  volta  alla  prevenzione  del  riciclaggio  di  denaro  e  del finanziamento  del  terrorismo,  ridisegnando  tra  l'altro  i  rapporti  di collaborazione  tra  le Autorità  di  vigilanza  di  settore  e,  di  conseguenza,  il ruolo  dell'Ivass.  A  tal  riguardo  il  contenuto  del  regolamento  appare  così coerente  con  l'esigenza  di  riordino  della  normativa  sull'antiriciclaggio  in ambito  assicurativo,  sviluppandosi  in  specifici  dettami  sulle  modalità  e procedure  finalizzate  a  dare  corretto  adempimento  agli  obblighi  di adeguata  verifica  della  clientela  e  di  registrazione  dei  dati  e  delle informazioni  acquisite.  Aspetto  di  non  poco  rilievo,  vista  la  possibilità  di nuovo  conio  concessa  ai  destinatari  di  dare  attuazione  alle  nuove disposizioni  in  coerenza  con  la  natura,  le  dimensioni,  l'articolazione organizzativa e la forma giuridica dell'attività svolta. Ecco allora che per la prima  volta  la  regolamentazione  si  mostra  ispirata  al  principio  di proporzionalità.  L'obiettivo  è  quello  di  dare  concreta  attuazione  alla facoltà  delle  stesse  imprese  assicuratrici  di  graduare  l'intensità  e l'estensione  degli  obblighi  di  adeguata  verifica  della  clientela  secondo  il grado di rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo (approccio basato sul  rischio). Tutto questo senza determinare  il mancato o parziale adempimento  degli  obblighi  previsti  dalle  norme  di  legge  o  dal regolamento.  In  particolare,  tra  le  novità  più  rilevanti  troviamo  l'inserimento,  tra  le figure  da  identificare,  del  beneficiario,  soggetto  non  ricompreso  nella definizione  di  cliente  né  di  titolare  effettivo.  Su  questo  punto  il regolamento  detta  una  disciplina  ad  hoc.  Altra  novità  di  rilievo  si  trova nell'ampliamento  dei  destinatari,  che  il  regolamento  individua  gli intermediari assicurativi che operano nei rami vita di cui all'art. 2, comma 1  del  codice  delle  assicurazioni  inseriti  nell'elenco  annesso  al  Registro unico  intermediari  che hanno residenza o  sede  legale nel  territorio di un altro Stato membro, qualora svolgano l'attività di agente o di mediatore di assicurazione.  La  previsione,  precisa  l'Ivass,  di  mero  carattere 

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interpretativo, rende esplicita la parificazione tra gli iscritti nel Rui e quelli iscritti nell'elenco allo stesso annesso.  La  nuova  disciplina  entrerà  in  vigore  dal  2015,  abrogando  la  circolare Isvap 361 del 27 gennaio 1999. Questa folata di modifiche normative darà un  contributo  importante  nel  rafforzamento  degli  standard  minimi  di organizzazione  e  vigilanza  in  materia  di  antiriciclaggio  nel  settore assicurativo,  ma  è  necessario  che  le  nuove  indicazioni  siano  sempre modulate in relazione alle dimensioni e alla diversa attività delle  imprese assicurative, oltre che dello specifico settore di attività.