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Giornalino scuola secondaria Marconi Ceggia pagine singoleTRANSCRIPT
CEGGIA - Proprio il caso di dire: “Auguri,
Cara Italia!”. 150 anni fa il parlamento riuni-
to aTorino proclamava il primo Re d‟Italia.
Era il 1861 e le camicie rosse erano appena
tornate da Quarto, Marsala, Calatafimi,
Palermo, Volturno, ecc. La scuola media ha
festeggiato in molti modi questa straordina-
ria ricorrenza. Con due spettacoli presso il
teatro cittadino, dedicati al processo di
unificazione, e al regalo più bello della nostra
storia nazionale: la Costituzione, elaborata
ta partire dal „46, dopo il referendum che
sancì la nascita della Repubblica: il sogno di
Mazzini. Abbiamo appreso il valore della
Costituzione, che all‟articolo 1 recita:
“L‟Italia è una Repubblica democratica fon-
data sul lavoro. La sovranità appartiene al
popolo….” Abbiamo approfondito i temi del
lungo processo verso l‟Unità attraverso le
eroiche vicende del Risorgimento; abbiamo
studiato i simboli del Paese, dal tricolore,
all‟inno scritto dal giovane Mameli. Per condi-
videre la nostra gioia con tutti voi, abbiamo
infine esposto nel cortile uno striscione e
nell‟atrio un pannello con le nostre foto
sparse sulla Penisola. Viva l‟Italia!
Matteo Doretto, classe 1^C
Premesso che mi piace moltissimo leggere, non
mi sarà difficile svolgere questa traccia: adoro
tutti i libri, ma mi appassionano soprattutto
quelli che raccontano storie verosimili, reali ma
con un pizzico di magia, e ne basta veramente
poca per indurmi a leggere senza sosta decine e
decine di pagine, trattenuta da un sottile filo
invisibile, che non mi permette di abbandonare
l‟incanto dell‟atmosfera che si crea attorno a
me.
C‟è un proverbio che dice: “Non giudicare il libro
dalla copertina” e, in questo caso, non voglio utiliz-
zarlo in senso figurato, l‟oggetto di cui intendo parla-
re è proprio il libro. Spesso un lettore ne sceglie uno,
piuttosto che un altro, perché attirato dalla coperti-
na, pensando che magari sia migliore di quello che gli
sta accanto.
Questo è un errore che commetto anch’io, ma di
certo non posso discolparmi affermando che i miei
occhi scorrono velocemente sui cosiddetti libri
“incolori” e si soffermano su un‟opera, magari di uno
scrittore famoso con una copertina particolare, e
così tralascio l‟opportunità di leggerne altri. Per
fortuna ci sono altre fonti diverse dalle quali il mio
“fiuto” per i buoni libri può prendere ispirazione, e
nel caso del testo di cui voglio parlare si è tratta-
to di una trasmissione televisiva, “L‟eredità”. Du-
rante una puntata di questo quiz, c‟era una doman-
da su “Il ritratto di Dorian Gray”, del grande
Oscar Wilde, la quale ha suscitato talmente la mia
curiosità che, qualche giorno dopo, sono andata in
biblioteca a prenderlo. continua a pag.11
Concorso letterario, il vincitore è… Sara
L’ITALIA COMPIE 150 ANNI
CeggiaMedia2011
Col coraggio dei Mille
L’innocente sangue di
molti giovani, che insieme
han sognato, combattuto e
creduto in un mondo mi-
gliore, in un paese unito.
Con le camicie scarlatte,
rosse come il coraggio.
Come la passione e il sogno
di essere uniti, finalmente:
insieme forti, insieme poten-
ti. E contare qualcosa,
nuovamente, come ai tempi
dell’Aquila di Roma: avere
una patria, poter dire:
“Sono italiano!”. Con
l’orgoglio, con la felicità di
sapere che c’è un’Italia.
Che esiste, e non si scioglie-
rà come neve al sole, in un
attimo. Perché l’unione e
l’amicizia sono vita, e la
vita è impegno. Bisogna
lottare, fino alla fine. Que-
gli impavidi ragazzi hanno
lasciato fidanzate, madri,
padri. Ma continuano a
vivere nell’ideale di unità e
di amicizia che rende persi-
no le formiche, nel loro
piccolo mondo, un esercito
potente e imbattibile. Per-
ché se una persona è come
un’effimera libellula di
fronte al mondo, mille e più
persone, insieme, sono un
leone che non esita a ruggi-
re per difendere il proprio
paese.
Giada Tonetto 1^C
Tutte le iniziative alla Scuola media “Marconi”: auguri cara patria!
Anno scolastico 2010-2011 direttore : Prof. Vassalli Mirco Scuola media di Ceggia
Laboratorio di giornalismo
Sara Pivetta si è aggiudicata il primo premio al concorso letterario Dante Alighieri
Caro Diario, negli ultimi mesi c'è stato un
grande cambiamento, devo raccontarti
quello è successo il 14 Gennaio. La mattina
presto 4 uomini hanno cominciato a gratta-
re le mie radici, e tira e tira, mi hanno ca-
tapultato su di un camion, assieme a sei
miei amici (Olmo siberiano, Acero Campe-
stre, Acero Saccarino, Frassino, Farnia,
Olmo). Cosa ci sarebbe accaduto? Dopo un
lungo viaggio, ci hanno scaricati in un gran-
de giardino, era la Scuola "G.Marconi" di
Ceggia! Che cosa avrebbero fatto di noi?
Legna da ardere? Nooo, niente di tutto
questo!!! Ragazzi e insegnanti hanno chiesto
al Comune di piantare 7 grandi alberi – e io,
modestamente, sono già bello alto – vicino
alla scuola per fare ombra e fresco quando
nella tarda primavera il sole batte forte,
nelle aule fa molto caldo, ed è proprio dura
stare in classe a studiare! Da Gennaio, fino ad
ora ho visto le esperienze che hanno vissuto i
miei ragazzi. Qualche giorno fa, Olmo e Farnia
mi hanno sussurrato che ci sarebbe stata, a
breve, una festa in giardino per accoglierci con
tutti gli onori. Ho pensato: " Vuoi vedere che
quei monelli cominceranno a spezzarci i rami, a
rovinarci la corteccia?" Invece, Caro Diario,
questa mattina, prima dell'intervallo, tre ra-
gazzi di terza, con una professoressa, ci hanno
imbandierato (chi le avrà fatte tutte quelle
bandierine?): bellissimo! Ognuno di noi è stato
affidato a una classe, e abbiamo ognuno un
cartello con inciso il proprio nome, epure una
foto, ognuno con la sua classe. Meno male! Via i
brutti pensieri: qui ci sono persone che ci vo-
gliono davvero bene! Certo, da soli ce la faremo
a crescere, ma se i ragazzi si prenderanno
cura di noi diventeremo sicuramente più
grandi, più forti e ci sentiremo al sicuro.
Oltre all‟ombra, fresco, regalare ossigeno
in grande quantità, magari ci troveremo
fra i rami anche qualche nido, fra un po'...
Io sono stato affidato alla classe 2^B: li
ho visti stamattina, mi dicono siano vivaci,
ma curiosi e interessati a prendersi cura
dell'ambiente, adesso e anche da grandi:
starò a vedere! Alla festa c'erano natu-
ralmente i Professori, la Preside e perfino
l'Assessore all'ambiente del Comune di
Ceggia! Adesso sono davvero stanco, an-
che per me è ora di riposare dopo questa
giornata davvero UNICA!
Un abbraccio dal tuo... Carpino Bianco Debora Margherita Veronica 2^B
Le scritte indelebili invadono i parchi Per primo abbiamo
scritte indelebili di tutti i generi e per contorno una moltitudine di giochi rovinati e rotti forma-
no un bel piatto intitolato “questi sono i nostri parchi” che creano pianti, lamenti e tristezza a
quei poveri “angioletti” che vogliono giocare e divertirsi ma non possono perché dei ragazzi si
divertono a danneggiare le cose che non gli appartengono solo perché vogliono prendere in giro
persone o per farsi notare dagli altri. Questa storia va avanti per troppo tempo ormai, è ora di
farla finita una volta per tutte!!! Beatrice Borrelli e Rebecca Base 1^A
Numero 1
Che cos’è l’hammam? Ce lo spiega un compagno di Rabat
Ecologia e ambiente
Pagina 2
Amico albero, adotta il verde
Gli alunni delle medie protagonisti della piantumazione di 7 alberi
Laboratorio di giornalismo
L'Hammam è un luogo dove la gente si può fare la doccia, ce ne sono per uomini, e per
donne. Devi pagare 10 drem (1 euro). Ci sono tre stanze grandi: una è fredda, la seconda è
tiepida e la terza è molto calda. Nella stanza fredda e in quella tiepida la gente si rilassa e
chiacchiera. Nella stanza calda c'è l'acqua calda e l' acqua fredda, inoltre ci sono dei catini
e dei mestoli per versarsi l' acqua e così lavarsi. Sulle panchine devi mettere un tappeto
oppure ti devi portare una sedia da casa. Finita la doccia si può uscire con l' asciugamano e
ritornare nello spogliatoio. Quando ti fai la doccia, puoi mettere una crema che si chiama
Rasul che rende la pelle molto morbida. Io metto il Rasul anche sui capelli.
ASMA' OUKHALAK IIIA
Com’è consuetudine ogni anno a
Natale viene allestito un mercatino
per ricavare denaro da devolvere
ad associazioni no-profit. I fondi
vengono raccolti con la vendita di
oggetti gentilmente forniti dagli
studenti e dai docenti, si tratta, in
genere, di addobbi per l’albero,
presine e strofinacci, candele profu-
mate, ghirlande, centrotavola e i
famosissimi biscottini alla cannella
della nostra prof. Borlina! La gestio-
ne del mercatino è affidata ai ragazzi
di terza, che alternandosi quotidiana-
mente vendono all’intervallo a geni-
tori, insegnanti e studenti. Il ricavato
è stato donato a Medici senza fron-
tiere: 1392, 13 euro; una parte della
somma, 392,13 euro, è stata trattenu-
ta per aiutare i ragazzi della scuola in
difficoltà economiche e i restanti
1000 donati all’associazione. 3^B
I RAGAZZI GRIDANO: SCUOLA NUOVA! E’ da cinquant’anni che la scuola di Ceggia “Marconi” si regge in piedi su due pilastri. Per questo i ragazzi gridano “vogliamo una scuola nuova!”. Allora genitori e parenti, non volete
bene ai vostri figli?, aiutiamoli, non facciamo-li piangere, poverini! Pensate, voi starete co-modi mentre i vostri figli a scuola si divertono e tornano a casa più intelligenti di prima. Noi l’abbiamo visitata e ci siamo fatti dei pareri confermati dai ragazzi, essi infatti ci hanno illustrato i problemi della scuola media, i ba-gni sono scritti e non hanno acqua calda, quel-
lo delle femmine è addirittura stretto; la pale-stra è piccola, ha un buco nel soffitto e ha gli attrezzi rotti; la scuola andrebbe ampliata per i ragazzi futuri e con banchi non scritti. I ragaz-zi vi stanno dicendo che vorrebbero più sicu-rezza, come l’adeguata sistemazione dei ban-chi rispetto alle finestre causata dalla dimen-sione della classe, più studio, più divertimen-
to. Allora parliamo da adulti seri e ragioniamo su questo articolo, non mi interessa cosa ne
pensiate ma la scuola G.“Marconi” è così!!!
IL BELLO DELLA VITA Per me il “bello della vita” è esplorare la natura: le piante, le lumache, i fiumi. Mi piace osservare la terra con il microscopio e lavorare insieme al non-
no, guidare il trattore per trasportare la legna. Il “bello della vita” è correre con la moto quad e guardare i cartoni, mangiare la pasta-sciutta con la pancetta della nonna. E’giocare con la playstation; stare con il mio cane Spu-gna. Mi ricordo una sera bellissima quando sono nati suoi piccoli. Ero emozionatissimo e ho preso in braccio un cucciolo che aveva gli occhi chiusi, ma Spugna mi ha guardato male
e l'ho rimesso giù. Il bello della mia vita è stare con gli amici. Nicolò Bragato 2^a
stenza indipendente e imparziale
a coloro che si trovano in condi-
zioni di maggiore bisogno.
MSF si riserva il diritto di
denunciare all‟opinione pubblica
le crisi dimenticate, di contra-
stare inadeguatezze o abusi nel
sistema degli aiuti e di sostenere
pubblicamente una migliore quali-
tà delle cure e dei protocolli
medici.
Nel 1999 MSF ha ricevuto il
premio Nobel per la Pace.
Medici Senza Frontiere (MSF) è
la più grande organizzazione medi-
co-umanitaria indipendente al mon-
do creata da medici e giornalisti in
Francia nel 1971.
Oggi MSF fornisce soccorso u-
manitario in più di 60 paesi a popo-
lazioni la cui sopravvivenza è mi-
nacciata da violenze o catastrofi
dovute principalmente a guerre,
epidemie, malnutrizione, esclusione
dall‟assistenza sanitaria o cata-
strofi naturali. MSF fornisce assi-
MUSEO
FERRARI.
Nell‟ambito del
progetto SPOR-
TIVAMENTE,
LUCA CITTON
propone un mu-
seo del Cavalli-
no di Maranello
Numero 1
Msf, la storia di un Nobel
Mercatino di Natale,
1.000 euro a Medici Senza Frontiere
Pagina 3
Successo del tradizionale appuntamento natalizio. Scuola, più genitori
Diritti umani e ONG Laboratorio di giornalismo
CEGGIA (Venezia) - Tre anni fa, noi,
alunni dell‟attuale 3B, abbiamo scelto
di fare 36 ore settimanali, ovvero due
rientri. Il programma iniziale prevede-
va che nelle sei ore pomeridiane ci fos-
sero dei professori in compresenza, e
per un anno è stato così: svolgevamo
attività di recupero e potenziamento di
matematica, italiano e inglese e labora-
tori di informatica e musica, per non
parlare del fantastico laboratorio tea-
trale! È stato un periodo fantastico!
Tutto ciò, però, non si è più potuto
realizzare l‟anno successivo, durante il
quale ci siamo trovati costretti ad af-
frontare i pomeriggi con un solo inse-
gnante. Quest‟anno, invece, abbiamo
ottenuto ben 2 ore di compresenza,
che stiamo dedicando alla fantastica
attività teatrale. Questo progetto è
curato dalle professoresse Piccinin e
Testaverde, le quali si sono occupate
di preparare la maggior parte del
copione, ispirandosi, in qualche caso, a
delle nostre idee, inoltre le insegnan-
ti, durante le prove, ci correggono e
ci consigliano il miglior modo per reci-
tare le nostre battute, allo scopo di
renderci più espressivi e realistici.
Tratteremo un tema impegnativo,
parleremo infatti della storia di un
bambino pakistano, Iqbal Masih, che,
come altri, veniva sfruttato per fab-
bricare tappeti, ma che, grazie al suo
coraggio, fece valere i diritti dei mi-
nori. Speriamo che lo spettacolo sia
di vostro gradimento e ci auguriamo
di farvi riflettere su un problema
purtroppo ancora tristemente attua-
le. Sara Pivetta, Susanna Ajazi 3^B
Il 12/04/2011 3° A e 3° B si sono recate a Rovereto per visitare il museo della Grande
Guerra. Qui abbiamo visto diverse testimonianze di vita in trincea: l‟ospedale da campo
con i suoi utensili, come le forbici da chirurgo, il cotone e le saponette, le divise, le foto,
i giornali originali, i piatti in porcellana commemorativi e tanto altro ancora. All‟ora di
pranzo, dopo esserci abbuffati di cibo, ci siamo recati presso il Museo di Arte Contem-
poranea. Una collezione di quadri di impressionisti e artisti contemporanei: futuristi,
postimpressionisti, opere a prima vista incomprensibili, ma con un fascino particolare.
Finita quest‟ultima visita, siamo ritornati in pullman stanchi e stremati, ma in fondo feli-
ci. E‟ stata un‟esperienza bella, ma soprattutto divertente! Sushma, Giulia Mar., Car-lotta, Classe III A.
Numero 1
Le terze a Rovereto: tra trincee e arte
Pagina 4
Laboratorio teatrale
alla Scuola Media
Laboratorio di giornalismo
Lettera d’addio alla scuola Cara Scuola, Fra poco dovrò dirti addio, ormai non sono più quella ragazzina timida e poco esperta, sono cresciuta di statura, ma soprattutto di conoscenze. Mi hai insegnato la storia del nostro passato, per conoscere meglio il presente e il futuro. Mi hai fatto conoscere le ingiusti-zie e le disuguaglianze che ci sono ancora nel mondo … così da intervenire per cercare di migliorare. Con te ho passato tre anni meravigliosi, ho imparato tantissime cose e soprattutto,
mi sono affezionata a te e i/le tuoi/e professori/esse, che hanno veramente dedicato tantissimo a noi alunni. Ci hanno punito, premiato, si sono arrabbiati perché non studiavamo, si sono commossi perché avevamo preparato una piccola sorpresa per loro … e non dimentichiamo la gita a Rovereto, dove abbiamo visitato il Museo della Guerra e dell’Arte Moderna, oppure lo spettacolo in inglese su I Beatles, o ancora le iniziative sull’unità d’Italia … Tutto sfila ancora davanti agli occhi. Purtroppo i tre anni sono già passati. Ora, porterò i preziosi ricordi lungo le vie della mia vita. Non mi dimenticherò mai che, un tempo, alla scuola secondaria di primo grado Guglielmo Marconi, c’erano tanti/e studenti/esse e professori/esse, che sembra-
vano una famiglia felice e unita, e nonostante gli scontenti e i “litigi”, si volevano tanto bene. Addio, cara Scuola Francesca Hu di 3^A
CEGGIA
Progetto diritto dovere
Il progetto “Diritto e Dovere”si è svolto presso il Centro di formazione profes-sionale presso il CFP “Don Bosco” di San Donà di Piave.Per otto lezioni noi alunni, abbiamo svolto dei laboratori
nei vari settori professionali -seguiti anche dalle prof.sse E.d'Elia e M. Moc-cagatta che son venute a trovarci, a sorpresa, mentre eravamo lì. I settori principali che abbiamo visitato e dove abbiamo anche lavorato sono stati i seguenti: settore meccanico lavorazione dei metalli), settore elettrico ( impianti
elettrici), settore motoristico
(lavorazioni meccaniche – motori).
Abbiamo lavorato alla fresatrice e abbiamo modellato un portapenne in metallo disegnato da noi, abbiamo realizzato un circuito elettrico ad interrutore semplice e deviato con accensione da due punti di una stanza e poi siamo arrivati in officina motori!!! Ci siamo divertiti ed
abbiamo imparato un sacco di cose utili
anche per il futuro!
Un ringraziamento speciale lo mandiamo all'istituto Don Bosco che ci ha accolti con grande simpatia dal primo giorno; quindi grazie al tutor Pasqualetto e ai docenti. Gli alunni: Rocchi Nicolas, Sartorello Riccardo, Verdone Emmaue-
le, Troka Indrit - sez. B e gli alunni Dervishaj Radion, Furlanetto Alberto,
Onisii Lucian - sez. A.
Io e Rezi facciamo skate
da 2 anni e ci piace perché
possiamo esprimerci sulla
tavola facendo trick. Lo
skate è composto da 4 ruo-
te (wheels), un paio di
trucks, una tavola che si
divide in tail e nose. Nello
skate esistono molti trick
(numeri, acrobazie free-
style) tipo: ollie, il trick
base, cioè un salto, kickflip
che consiste nel far girare
la tavola sul suo asse, hel-
lflip, hardflip, backside-
filps, noseslide, olliepres-
sureflips, 180 ollie, 360
ollie, nollie, faky, fakyflips,
360 show-it, pop show-it,
50-50 grind, eccetera.
Esistono due luoghi per
fare skate: Half pipe, una
rampa a semicerchio;
Street, cioè la strada. Per
sfidarsi si usa il game of skate, che
consiste nel ripetere i trick dell'av-
versario; ad ogni trick sbagliato, si
aggiunge una lettera al punteggio com-
plessivo del singolo sfidante:
perde chi arriva per primo a
comporre la parola SKATE.
Questo gioco è nato in Ame-
rica negli anni Sessanta,
perché i surfisti d‟inverno
non potendo surfare si alle-
navano sulla terraferma
usando le tavole. E‟ conside-
rato purtroppo uno sport
per ragazzacci, perché gli
skateboarder vengono rite-
nuti dei vandali, ma in realtà
chi lo pratica vuole solo di-
vertirsi per dimostrare co-
raggio e abilità. Peccato che
a Ceggia non ci sia un luogo
idoneo e attrezzato per
praticare lo skate. Il par-
chetto di Via Pola non è a-
datto perché troppo sasso-
so. Chissà che presto
l‟Assessore allo sport prov-
veda a soddisfare le neces-
sità di noi skateboarder! Lorenzo Rotili e Rezarto Cepele
Il film più amato tra gli adole-
scenti è “Twilight e la sua saga”,
tratto dai romanzi di Stephenie
Meyer (Twilight; New Mo-
on;Eclipse e Breaking Dawn). Il
film racconta la storia d‟amore tra
un attraente vampiro e una sem-
plice bella ragazza, le lotte tra
vampiri e licantropi ed è ambien-
tato in Alaska. La trama è avvin-
cente ed emozionante, in certi
momenti ti lascia con il fiato so-
speso ma soprattutto ci piace per-
ché è una storia d‟amore. Lo consi-
gliamo a tutte le ragazze che ama-
no avventura e intrecci amorosi.
Giulia Trevisan, Martina Facchin, Giorgia Carnieletto II A
Numero 1
TWILIGHT , IL PIU’ AMATO
Basta pregiudizi! lo skate,
Il gioco più bello del Mondo
Pagina 5
Per praticare lo sport PREDILETTO, i ragazzi chiedono nuovi spazi
SPAZIO GIOVANI. Svago e divertimento
Laboratorio di giornalismo
BEATLES IN INGLESE PER LE TERZE. Il 16 marzo noi delle terze siamo andati a Mestre per
vedere uno spettacolo in inglese dedicato ai Beatles. Abbiamo avuto in anticipo il copione in modo da
giungere preparati. La prima scena raccontava la morte di Lennon avvenuta nel 1980: l'assassino motivò il
gesto dicendo che non credeva più nelle idee di John. Ed è la stessa voce di John che ci ha accompagna-
to, voce fuori campo, per tutto lo spettacolo, chiarendo i passaggi più complessi. Prima di studiarlo, cono-
scevamo il gruppo e sapevamo che era formato da Lennon, McCartney, Harrison e Ringo Star. Il loro pri-
mo successo è stato “Please, Please Me”. Si sciogleranno nel 1970. E' stato bellissimo: una decina di atto-
ri che hanno ballato, cantato e suonato dal vivo. Ora spesso ci mettiamo a cantare molte delle loro canzo-
ni, come ad esempio “Twist and Shout” e “Hey Jude”. Alla fine alcune di noi sono corse a chiedere l'auto-
grafo all'attore che impersonava Brian, la cui foto campeggia su alcuni sfondi di cellulare.....come una
vera pop star. Alessia Trevisiol, Francesca Alessandrelli, Orkida MerKaj IIIA
Giochi e conoscenza
CRUCI CEGGIA
DIALETTO VENETO nelle classi prime
Nella palude la “casa granda”, identità, curiosità e poesia!
ISTRUZIONI
Inserisci nelle righe orizzontali le parole corri-
spondenti alle seguenti definizioni, se l'esecuzio-
ne sarà corretta, nella colonna più scura appari-
rà il nome dell'artista che affrescò l'Oratorio
Bragadin.
1- Luogo sul quale affaccia la pentafora del Muni-
cipio.
2- Corso d'acqua che attraversa il paese.
3- Via nella quale affaccia l'Oratorio Bragadin.
4- Proprietari della Villa, dell'Oratorio e di molti
terreni circostanti dopo i Bragadin.
5- Stile della merlatura del municipio.
6- Un "serenissimo" nominato nella Lastra Dazia-
ria.
7- Serviva ad attraversare il Piavon.
8- Nella Villa Pugnalin-....... C'è la Lastra Daziaria.
9- Alberi ai lati del viale dell'ingresso secondario
di Villa Bragadin.
10- Nome del primo Sindaco di Ceggia.
11- Pianta ornamentale presente nel parco di Villa
Bragadin.
12- Cognome dell'attuale proprietario di Villa
Bragadin.
13- Altra pianta ornamentale presente nel parco di
Villa Bragadin.
a cura di anna perazza
(sei in difficoltà? rivolgiti agli alunni della 2'B)
Nell‟ambito del progetto DIALETTO VENE-
TO, realizzato nelle classi 1^A e 1^C, dopo alcu-
ne riflessioni sull‟identità, sull‟ambiente di palu-
de, ormai scomparso, sulla lingua degli abitanti
del Basso Piave nella prima metà del XX secolo,
gli alunni hanno realizzato diversi elaborati, tra
i quali si distinguono la rappresentazione grafi-
ca della casa colonica (abitazione, stalla, silo,
ecc.) disegnata dagli alunni Giovanni Carrer e
Giacomo Facchin della classe 1^A. Inoltre, do-
po aver imparato a memoria il nostro piccolo
testo sulla Laguna Veneta, il 3 Maggio 2011
l‟abbiamo filmato davanti alla telecamera… Tutti
quelli che lo vedranno ammireranno la bellezza
della scuola “G.Marconi”!!!!!=)
Valentina Baradel 1^A
CEGGIA (Venezia) - Tutti saranno
concordi sul fatto che la società
occidentale, e quella italiana in modo
particolare, devono applicare nuove
tecnologie per produrre energia allo
scopo di inquinare l‟ambiente il meno
possibile.
Oltre a ciò, si presenta l’esigenza
di coniugare il rispetto per
l‟ambiente, la produzione energetica
e la cura dell‟estetica urbana. Gli
spazi devono essere puliti, e altresì
belli. Alla nostra città, Ceggia, e ai
nostri concittadini vogliamo dunque
proporre di approfondire il dibattito
che si è da poco acceso, incande-
scente, nel nostro piccolo comune: il
nuovo albero fotovoltaico.
Nel mese di Marzo 2011, infatti, a
Ceggia è stato installato un albero
fotovoltaico nel piazzale davanti il
Municipio e, da allora, non si sente
parlare che di quello. C‟è chi sostie-
ne che abbruttisce oltremodo la
piazza. Chi, al contrario, che è gra-
zioso da vedere. Chi sostiene che si
tratti di un‟offesa ai monumenti sto-
rici e chi ancora afferma che pote-
vano metterlo presso la scuola se-
condaria.
Altri ancora erano giunti a pro-
grammare, addirittura, di fare una
raccolta di firme per “abbatterlo”,
ma tutto questo non è ancora avve-
nuto. Raccogliendo tra amici e cono-
scenti dei pareri e intervistando
alcune persone, si capisce che, su
quattro persone, tre di queste sono
contrarie all‟albero fotovoltaico in
piazza. Come andrà a finire? Resi-
sterà l‟albero a tutti questi malumo-
ri? Staremo a vedere!
Francesca Colosso
e Gaia Guernelli, 1^A
Numero 1
Luca: la mia passione per la fotografia… e una città
Albero fotovoltaico, tu che pensi?
Pagina 7
Una città intera dibatte sugli spazi urbani, ecologia e... bellezza
Architettura e fonti rinnovabili
Laboratorio di giornalismo
Piazza. Nella immagine sopra, una foto da noi scattata relativa all‟albero fotovoltaico che ha acceso il dibattito in città su energie e estetica urbana
Vicenza è conosciuta come la città di Andrea Palladio perché il famoso architetto vi realizzò numerosi palazzi nel XVI secolo. Per
questo motivo, la città è stata inserita, nel 1994, tra i Patrimoni
dell'umanità dell'UNESCO. Simbolo di Vicenza è la Basilica Palla-
diana, riedificata a partire dal 1549 dal Palladio. L'edificio si affac-
cia sulla piazza principale della città, Piazza dei Signori. Nella foto
panoramica ho ritratto la città dal monte Berico. La basilica si rico-
nosce dal tetto a carena rovesciata verde.
Luca Citton
TIRO CON L’ARCO, SUCCESSO NAZIONALE Il 27 e 28 maggio si è svolta a Chianciano Terme la fase nazionale dei Giochi Studenteschi della Federazione
Italiana Tiro con l‟Arco. Vi hanno preso parte le squadre di 17 Regioni, 171 atleti provenienti da 57 scuole,. Gli
alunni Canali Edoardo, Rossi Andrea, Zorzetto Simone, Bragato Giulia, Marin Beatrice e Perazza Anna, accompa-
gnati dal prof. Grasso Gianluca, hanno rappresentato il Veneto per la categoria Cadetti/e conseguendo ottimi
risultati: Nella classifica a squadre maschili si sono piazzati al 5° posto Nella classifica a squadre femminili al 6°
posto. Nelle classifiche nazionali individuali, l‟alunna Perazza Anna si è classificata al 2° posto, mentre Zorzetto
Simone al 4° posto. L‟Istituto “Marconi” si distingue anche nello Sport, dopo gli ottimi risultati conseguiti nel
concorso letterario “Dante Alighieri”. Vivissime congratulazioni ai partecipanti! Matteo Sartor
CEGGIA - Noi ragazzi delle prime A e C ci siamo recati il
4 maggio in viaggio di istruzione a Vicenza, la città di
Andrea di Pietro, meglio noto come Palladio. La nostra
guida è stata la prof.ssa Tovo Monica, organizzatrice
della gita in quanto originaria della città berica. Abbiamo
iniziato il percorso dal Santuario della Madonna di Monte
Berico, uno splendido belvedere da cui farsi un‟idea della
città veneta. Da qui lungo un portico di 700 m del XVIII
secolo siamo scesi in centro. Raggiunta Piazza dei Signori,
abbiamo pranzato e consumato un gelato, non senza sod-
disfare la voglia irresistibile di souvenirs. Il capolavoro
della piazza è senza dubbio la famosa Basilica palladiana
(foto). Più tardi una guida esperta ci ha introdotti nel
castello medievale che ospita il magnifico Teatro olimpi-
co: modello greco… ma coperto. Dopo una pausa al lussu-
reggiante parco cittadino, abbiamo fatto una sosta alla
“Rotonda”. Quindi, tutti a casa felicissimi con negli occhi
l‟architettura del più influente tra gli architetti occiden-
tali, le sue costruzioni patrimonio dell‟Umanità. Tra
l‟latro, avevamo appena letto che il Congresso americano
ha da poco eletto Palladio “padre dell‟architettura ameri-
cana” e … il prof Vassalli ci ha annunciato che il prossimo
anno al rientro studieremo il Rinascimento, l‟epoca in cui
visse il maestro vicentino, e per la quale l‟Italia è ammira-
ta nel mondo intero. Davide Furlan, Classe Prima C
Numero 1
Cara scuola, tu che ci hai visto crescere...
Le prime in viaggio di istruzione
nella Vicenza di Palladio
Pagina 8
La città veneta - colpita dall’alluvione - patria di Andrea di Pietro
Patrimonio dell’Umanità. GEO: Conosci e tutela il paesaggio
Laboratorio di giornalismo
Cara scuola, tu che ci hai visto crescere … quest’anno dobbiamo salutarci e sappiamo bene che non sarà facile. All’interno delle tue vecchie mura
ci sentiamo bene, è l’unico posto in cui tutti i giorni possiamo trovarci con gli amici; in te sono racchiuse le sofferenze, le soddisfazioni, i divertimenti, le delusioni e i momenti felici di tutti noi. Grazie a te abbiamo imparato a vivere, che, come dice la nostra professoressa, vuol dire sapersi adeguare alle varie situazioni che la vita ci pone davanti, quindi, per ora
cercheremo di affrontare l’idea del distacco con ironia, visto che, quando arriverà il mo-mento di salutarti, non riusciremo a trattenere le lacrime. Ci mancherà tutto di te, ogni singo-
la stanza: l’aula di scienze, dove il prof. Giur-gola ci ha fatto ispezionare quei poveri insetti, che facevano tenerezza, ma allo stesso tempo tanto disgusto! L’aula di musica, dove, duran-
te una nevicata, abbiamo suonato xilofoni e tamburelli e “cantato” disastrosamente “Oh Maggio Ridente”. L’aula di arte, sede dei nostri capolavori astratti composti da pennel-late a caso di ogni colore e testimone delle immancabili macchie di tempera sui vestiti (che poi mamma lava!). La palestra! Quante pallonate abbiamo preso … che abbiamo però
“accolto” con una fragorosa risata! Per non dimenticare le rampe di scale che dobbiamo fare ogni mattina e che sembrano non finire mai a causa della nostra stanchezza! Sono
state tante e varie le cadute! E’ perfino volato un flauto dalla ringhiera e una di noi ha perso una scarpa come cenerentola. Il fatto è che tu scuola, pur essendo un vecchio edificio e non
uno sfarzoso castello, sei ricca dei nostri bel-lissimi ricordi e delle nostre tante risate. Inol-tre non sei abitata da principesse ma da perso-ne come noi, che agli occhi di tanti possono apparire come “nessuno”, ma nessuno sarà mai come noi. Cara scuola hai lasciato un segno nei nostri cuori e speriamo che ognuno di noi lasci un po’ di sé inciso nelle tue mu-
ra… Non dimenticarci
Sara Agugiaro, Giulia Acciaroli, Giulia
Bragato, Aurora Trevisan,
Eleonora Mancuso III A
Di fianco, dall’alto (1) il Teatro olimpico, 1580 cir-
ca, opera di Palladio, come (2) la basilica, palazzo
di governo e tribunale, (3) Villa Almerico Capra,
detta la “rotonda” prototipo della scuola palladiana.
RUBRICHE
Corso di Latino
Il corso di latino facoltativo per gli alunni di terza media, è stato tenuto dalla
professoressa Riccobono Dorotea e seguito da:
Abinanti Sushma, Acciaroli Giulia, Agugiaro Sara, Ajazi Susanna, Ave Silvia,
Alessandrelli Francesca, Beqjia Elda, Boer Stefano, Bragato Giulia, Canali
Edoardo, Favaro Carlotta, Franzin Vittorio, Grandin Giulia, Guiotto Giada,
Mannino Giulia, Mulato Valentina, Pasetto Inge Brigitte, Pinel Francesca, Pi-
vetta Sara, Rossi Andrea, Vidali Alessia.
GIOCA col LATINO Divertitevi a tradurre queste semplici frasi latine:
I vitelli dei romani sono belli/
Si vis ire ad scholam, para capsam./
Si vis calculos facere, cape calculos./
S.P.Q.R. (Sono pazzi questi romani)
TUTTI IN PASSERELLA! La moda è in trasformazione, ma la glo-balizzazione, che tende ad uniformare gli stili. Le nostre mamme usa-vano pantaloni a vita alta, gonne a campana, occhiali a civetta ecc; tutte cose tornate oggi nei nostri armadi. Questo modo di vestirsi si
chiama vintage, un aggettivo che definisce un capo di abbigliamento di moda di 20 anni o più. Molto più comunemente un capo vintage viene definito di seconda mano o usato. Però la caratteristica che diffe-renzia un campo vintage all’usato non è il fatto che sia già stato utiliz-zato, ma che l’oggetto ha acquistato valore, perché non trovandolo più in vendita è quasi sicuramente un pezzo unico. La moda condiziona, quindi, sempre di più il nostro modo di essere da adolescenti, detta regole su come vestirsi, ma dobbiamo essere noi con la nostra perso-
nalità e il nostro buon senso ad evitare di eccedere e di cadere nella
volgarità. Giada G. Greta T. IIIA
OMNIBUS
IO E GLI ANIMALI.
Avevo solo un anno. Vivevo in un ambiente accogliente, dove tutti mi volevano bene e ne volevano a lui. Era un maschio di pa-
store tedesco, magro e con poco pelo, in certi punti marrone, in altri nero, ed un po‟ vecchiotto. Lo avevamo preso da una
famiglia che lo maltrattava, dandogli poco cibo. Si chiamava Agi, ero stata io a dargli il nome. Era tranquillo, ringhiava poche
volte, forse mai. Io a quel cane ero molto legata, di solito giocavamo in tre: io, Agi e Gassosa, quella che a quel tempo era la
mia gattina. Io pedalavo sul mio bel triciclo e loro mi seguivano. Quando tornavano a casa mio nonno ed i miei familiari, lui
faceva le feste come per dire:„Voglio giocare, voglio giocare!‟, e subito mio zio gli lanciava la sua palla. Non era il classico;
quando vedeva un gatto lo lasciava stare. Quando mio nonno andava sull‟orto per zapparlo, o piantare qualche ortaggio e io
andavo con lui, ci seguiva e veniva ad aiutarci, o ancora, quando in estate andavo con mio nonno nell‟orto a cogliere angurie e
meloni, lui mi seguiva. Con il passare degli anni io crescevo e, per lui, si avvicinava l‟ ora di abbandonarci, finché, quando io
avevo tre anni, morì. A me dispiacque molto; per me era il cane più bello e speciale di tutto il mondo, perché era il mio cane.
Adesso ho un altro cane, Lucky, un giocherellone, che però non potrà mai occupare il posto di Agi.
Greta Pasqualini, 1^B
UNA GRANDE PASSIONE: CELINE DION!
Celine Dion è una tra le più grandi cantanti al mondo. L’estensione della sua voce è molto ampia. Inoltre ha delle note abilità tecniche esecuti-ve, che nelle canzoni esprime attraverso difficili gorgheggi e scale veloci della voce. Il suo più grande successo è in assoluto “My heart will go on” tratto dal film “Titanic”, che vi consigliamo di ascoltare. Altre canzoni famose sono: “Because you loved me” e “I want to you need me”.
Come avrete già capito Celine Dion è una tra le nostre cantanti preferite e vi consigliamo vivamente di ascoltare la sua musica, non ve ne penti-
rete!!! Sushma Abinanti & Alessia Vidali IIIA
FRATELLI D’ITALIA
150 son già passati/e con Garibaldi furono iniziati/ Egli da Quarto coi Mille partì/ E a Marsala in poco tempo finì/
A Teano “RE D’ITALIA” chiamò/ E lo stivale al re donò/ Tutta la corte potè festeggiare/ E sua maestà finalmente governare/
Il regno a lui appartenne/
Come a winnie the pooh/ Il suo miele/ Bando agli scherzi cari amici/di questa Italia siamo felici/
Tutti contenti siamo adesso/
“grazie Garibaldi hai fatto un bel gesto”.
GIULIA MARCHESIN,CHIARA MANZATO,CARLOTTA FAVA-
RO E ANGELA TREVISAN IIIA
SOLUZIONI GIOCHI
Soluzioni giochi pag. 11
CALCIO
: Barcellona, Paraguay, Football,
Francesco, Owen, Nesta
CEGGIA
: Ceneda, Eridanea, Genovese, Gar-
field, Idrovora, Austria
IL FILOSOFO PORTOGHESE E’:
Josè Mourinho
Conosciamo la scuola italiana, ma com’è
fatta la scuola cinese?
Prima di tutto, c’è l’asilo nido, destinato ai bimbi sotto i tre anni i cui genitori non hanno tempo sufficiente da dedicare a loro. Poi c’è l’asilo per i bambini dai tre ai sei anni ed è diviso in tre sezioni. Negli asili i bambini stanno tutto il giorno. Lì imparano a scrivere
parole semplici, delle filastrocche e, oltre alla lingua madre, imparano anche l’alfabeto e qualche parola in inglese. La scuola elementa-re dura sei anni. Le lezioni hanno la durata di quaranta minuti e c’è un intervallo di quindici minuti fra ogni lezione. Di solito si comincia alle otto e si finisce alle undici di mattina. Alle dodici e mezzo si ricomincia a far lezione
e si finisce alle sedici. Quando le lezioni po-meridiane finiscono, gli studenti delle varie classi, divisi in gruppi, a turno, puliscono le proprie aule e i posti destinati a loro, perché si ritiene che l’impegno sia amico del successo. Quest’attività è controllata e valutata e, ogni settimana, alle classi che si sono comportate meglio, viene distribuita una bandierina
d’onore. Di mattina, quando suona il campa-nello, gli studenti devono uscire dagli edifici
scolastici e fare un po’ di ginnastica, ovvia-mente guidati e tutti insieme, indossando, chi vuole, l’uniforme. Di lunedì è consigliato mettersi l’uniforme, perché, oltre alla ginnasti-ca quotidiana, c’è la cerimonia dell’alzabandiera e si canta l’inno nazionale. Ogni giorno si deve portare al petto il simbolo della propria scuola e legare al collo, come
una cravatta, un fazzoletto rosso triangolare, che simboleggia l’angolo della bandiera cine-se ricordando l’amor per la patria. Oltre alla ginnastica quotidiana, sia di mattina che di pomeriggio, all’inizio della seconda ora, si fa il cosiddetto “massaggio degli occhi”, per alleviare la stanchezza dopo un lungo periodo di concentrazione. Questo “massaggio”, segue
i metodi di terapia della medicina cinese, che punta molto sulla prevenzione delle malattie. Gli studenti non devono aspettare che l’insegnante arrivi per entrare in classe, però, una volta entrati, non possono chiacchierare e girare per la classe, ma stare al proprio posto leggendo il libro o ripassando le proprie mate-rie. Quest’attività è controllata dagli aiutanti
degli insegnanti, il capoclasse. L’organizzazione scolastica segue una precisa
gerarchia: in cima ci sono la scuola e il presi-de, poi c’è l’insegnante che collabora con gli studenti, quindi ci sono gli studenti che con-trollano e valutano le attività di pulizia e il comportamento di ogni classe, infine gli stu-denti che controllano solamente le attività della propria. Dopo le elementari c’è la scuola media che dura 3 anni. Di solito in Cina la
maggior parte degli studenti va al liceo, e non dà tanta importanza agli istituti dove insegna-no un lavoro preciso, però, nonostante ciò, gli iscritti a queste scuole stanno aumentando. I licei non si dividono in classico o scientifico ecc., poiché in Cina non si studiano latino e greco. Questi durano tre anni, dopodiché si ha un esame per accedere all’università che dura
quattro anni. Per questo, a differenza degli Italiani, i giovani Cinesi cominciano a lavora-re presto. Le diverse culture suscitano sicura-mente diversi modi di capire le cose, questo succede anche per le scuole. Ma è proprio questo confronto culturale che ci incuriosisce,
ci attrae e ci può far migliorare.
Francesca Hu classe IIIA
DIZIONARIO... del CELESTE IMPERO
vocaboli sulla scuola in cinese
TI PRESENTO LA SCUOLA CINESE
tuō ér suǒ yòu ér yuán
ASILO NIDO=托儿所 ASILO=幼儿园
xué xiào xiǎo xué
SCUOLA=学校 SCUOLA PRIMARIA=小学
zhōng xué chū zhōng
SCUOLA SECONDARIA=中学 MEDIA=初中
gāo zhōng dà xué
SUPERIORE=高中 UNIVERSITA'=大学
CONCORSO LETTERARIO ALIGHIERI. Dalla prima. L’opera è ambientata in Inghilterra durante l’età vittoriana. Il protago-
nista, Dorian Gray, è un giovane appartenente al ceto nobile di quel tempo ed è meravigliosamente bello: occhi di un azzurro intenso, labbra scarlatte finemente disegnate, volto di porcellana e capelli biondi e riccioluti. Come si può capire dal titolo, il racconto gira intorno
al ritratto del protagonista, dipinto dall’artista Basil Hallward. Continuamente sedotto dalle teorie e dai pensieri dell’amico lord Henry Wotton, il cui spirito cinico e decadente richiama quello dello stesso Wilde, Dorian Gray rimane particolarmente colpito dal discorso che celebra la giovinezza e che allo stesso tempo la ammonisce per la sua brevità. In seguito all’invidia che prova per il suo stesso ritratto,
ottiene che i segni del tempo non compaiano sul proprio volto, ma sul dipinto. Successivamente si abbandona ai piaceri e ai vizi più sfre-nati, arrivando fino all’omicidio. Rendendosi conto che i suoi ultimi vent’anni di vita sono stati dominati dalla corruzione e vedendo gli orrendi segni comparsi sull’effigie durante quel periodo, prende in mano un coltello, ma, nel momento in cui cerca di affondarlo nella
tela, l’incantesimo si scioglie: a terra giace un vecchio con il viso logorato dal tempo e il quadro torna a rappresentare Dorian Gray nel fiore dei suoi anni. Questo libro non sarebbe adatto alla mia età, perché, alcune volte, presenta degli aspetti difficili da comprendere,
però le teorie che espone continuamente lord Henry Wotton sono uniche; certe le condivido, come, ad esempio, quella sulla giovinezza, su altre, invece, non sono d’accordo, come ad esempio, su quella in cui Wilde definisce le donne il sesso debole e decorativo . Nonostante
questo, ed altro, questo romanzo rimarrà, a mio parere, unico e inimitabile per sempre.
Articolo di Susanna Ajazi Testo di Sara Pivetta
Rubriche, annunci, lavori individuali Ceggia,
una poesia di ….
Una chiesa, un municipio, una piazza, una
scuola media con un grande giardino, una
scuola elementare rotonda, due scuole
materne graziose, tre giardini pubblici,
un palazzetto dello sport, due campi
sportivi, un percorso vita, tante piste
ciclabili, case,palazzi, condomini, ville
antiche vuote, due palazzi signorili abi-
tati, fornai e pasticcerie, una macelleria,
tante piccole fabbriche, due supermer-
cati luccicanti, un ortofrutta, uno zuc-
cherificio cadente.
Biscotti della nonna
In un vecchio libro di mia nonna ho trovato questa ricetta che voglio farvi conoscere: Ingredienti per 20/25
biscotti: 200 g di farina “00”, 150 g di cereali per colazione, 140 g di zucchero semolato o normale, 100 g di
gocce di cioccolato (a piacere), 125 g di burro, 2 uova, ½ bustina di lievito per dolci, scorza di 1 limone grattug-
giato, sale. In una ciotola sbattere le uova con lo zucchero, un po' per volta aggiungere la farina, il lievito, un
pizzico di sale, la scorza di limone e il burro sciolto. Aggiungere (a piacere) le gocce di cioccolato e far riposare
1 ora. Versare a cucchiaiate l'impasto, amalgamarlo assieme ai cereali, mettere i dolcetti con un cucchiaio sopra
una teglia foderata di carta, cuocerli in forno a 170° per 15 minuti. Fateli raffreddare e cospargeteli di zucchero
a velo. Sono un ottimo dessert per tutte le occasioni! Provare per credere! Francesca Della Nora 2^A
Cari ragazzi, noi MASCHI di III A vorremmo festeggiare insieme la fine della scuola. La festa
si svolgerà in palestra e nel giardino dietro la scuola in data da destinarsi. Proponiamo tornei di
calcio, pallavolo e altro. A ritmo di musica (DJ HARRY alias Enrico). Se avete idee, riferitele
all‟organizzazione: Alberto Furlanetto (The Panino), Fabio Boer (L‟olandese), Edoardo Canali (Il
secchione), Redion Dervishaj (Zohan), Lucian Onisii (The Big Lucian)
Definizioni:
1 Ceggia anticamente appartene-
va al feudo di.....
2 Nome dello zuccherificio
3 Villa prestigiosa in centro
4 Parchetto popolare
5 Struttura del comune che ser-
ve ad abbassare il livello dell'ac-
qua 6 Nome dello stato al quale Ceggia apparteneva prima
dell'unità d'Italia Lorenzo Rotili
Giochi: Ipse dixit: “Chi sa solo di calcio, di calcio non sa niente!” Qual è il filosofo portoghese?
FILASTROCCA SUL CARNEVALE Viva i carri di cartapesta, quando sfilano è una festa! Viva i bambini mascherati, colorati, con i cappelli dorati. Viva i nonni che in allegria, guardano i carri in compagnia. Viva dei carri i costruttori, che mettono l'anima per i loro lavori. Con corian-
doli,schiuma e stelle filanti, giocano e ballano tutti quanti. Nell'olio bollente rotolano le frittelle, tanto fragranti quanto belle. Viva, viva il car-
nevale dei ragazzi, che dalla gioia fa diventare tutti pazzi!
FABLEHAVEN: IL RIFUGIO DELLE CREATURE FANTASTICHE Ogni libro è speciale, è come un “amico”, quando mi annoio ne prendo uno e inizio a leggere così appassionatamente che mi sembra di essere la protagonista. Recentemente ho letto una bellissima storia che mi ha fatto letteralmente sognare ad occhi aperti. Essa parla di Kendra e Seth, due fratelli ospiti del nonno che, a loro insapu-ta, è il custode di un regno magico chiamato FABLEHAVEN. I due bevono il latte prodotto dalla fattoria anche se il nonno glielo aveva impedito e, di colpo si ritrovano a FABLEHAVEN dove le libellule sono fate, i cavalli sono centauri e ci vivono anche streghe, troll e dra-ghi. La vita scorre a lungo tranquilla ma, un giorno KENDRA e SETH si ritrovano a dover salvare FABLEHAVEN e, forse, anche l'intero mondo da un'enorme catastrofe... Quale? Non vi voglio rovinare la sorpresa. Affascinante? Altroché. Tranquillo? Non proprio... Lo con-siglio a tutti perché è fantastico ed emozionante!!! Brandon Mull, FABLEHAVEN, Mondadori Silvia Cester 2^A
LE MERAVIGLIE DI YOU TUBE. Crookers: storia di due dj italiani. Francesco Barbaglia (Phra) e Andrea Fratangelo (Bot) meglio conosciu-ti come Crookers dal 2003, si occupano di musica elettronica in particolare electro e fidget e non disdegnano l'hip-hop. Phra è sempre stato un grande estimatore della musica hip-hop mentre Bot ha sempre prediletto la musica Techno. Hanno composto diversi remix di canzoni di artisti quali: Jovanotti, Britney Spears, U2, AC/DC, The Chemical Brothers e altri ancora ma il remix più rilevante è quello della canzone Day'n nite
di Kid Cudi. Il loro album di debutto, il disco “Tons of friends” uscito all'inizio del 2010 ha ottenuto subito riscontri positivi da parte della critica. L'album è stato preceduto dal singolo Festa festa di Fabri Fibra e Dargen D'Amico, il cui video musicale è stato presentato in anteprima
su MTV. All'album inoltre hanno collaborato: Kelis, Pitbull, will.i.am e Cardinal Offishall. Francesco Doretto 2^A
Definizioni:
1 Squadra più forte
d' Europa.
2 Squadra 4^ ai mon-
diali.
3 Nome del calcio in
inglese.
4 Grande giocatore
italiano.
5 Talento inglese.
6 Difensore più for-
te d' Italia.
B
U
F
F
O
N
1 C
2 E
3 G
4 G
5 I
6 A
ANNUNCI CORSO DI KARATE A CEGGIA. Il Karate è una disciplina che ti permette di difenderti. Ogni anno si cambia colore di cintura
e ciò sta a significare che hai raggiunto un altro livello. Le cinture sono nell'ordine: bianca, gialla, arancione, verde, bl u, marrone e
nera. A Karate s'imparano due diverse specialità: il kumitè, ovvero il combattimento e il katà, una serie di tecniche particolari di
difesa personale, molto semplice da imparare. Il punteggio da raggiungere è due: si ha mezzo punto se si colpisce con il pugno o
con il calcio dalla cintura fino alle spalle e un punto se si colpisce invece la testa. Il Karate è una disciplina armoniosa che si basa
sul rispetto e la correttezza assoluta. Per questo invito tutti a provarla. Chi è interessato può trovarmi al palazzetto dello sport il
martedì il giovedì verso le 18:30. Vi aspetto. Ilaria 2^A
NUVOLARI Nuvolari è un canale televisivo dove si parla di motori: macchine sportive, eleganti, monoposto da competizione,
truck potenti, moto. Lo si prende sul digitale terrestre al n° 450. A me piacciono tutti i programmi di Nuvolari ma in particolare
uno mi stupisce ogni volta: Hod Rod, che viene trasmesso alle 18:00 ed illustra delle più potenti macchine d'epoca (mustercar ) che
vengono elaborate per poter partecipare ai concorsi. Quella più bella e veloce vince. Cerco appassionati di motori come me pe r
confrontarmi su questi tipi di automobili più particolari: Chevrolet Camaro SS, Ford Cobra, Hemi Cuda.
Gabriel Stingaciu 2^A
SOLUZIONI giochi di Pagina 9
LATINO. Vai o Vitellio al suono
del dio romano della guerra/Se
vuoi andare a scuola, prepara
la cartella/
Se vuoi fare i calcoli, prendi i
calcoli/Senatus popolusque
romanus
REBUS. 1 Tre ragazze normali 2
Lastra daziaria
Ceggia fa parte del territorio chiama-
to “Basso Piave”. I paesi che ne fanno
parte, Ceggia, Fossalta di Piave, Musile
di Piave, San Donà ai Piave, Torre di
Mosto, Eraclea, Jesolo, Noventa di Pia-
ve hanno molti elementi in comune, che
sono significativi della loro identità:
fino a 50 anni fa la maggior parte delle
persone faceva il contadino, le famiglie
erano molto numerose (nella stessa casa
vivevano anche 60 persone!), il territo-
rio bonificato e prosciugato dall‟acqua
etc. Un elemento importante è anche il
fatto che, fino a circa 50 anni fa (1960)
tutti parlavano il dialetto locale, e an-
che oggi molti adulti parlano il “dialetto
del Basso Piave”, che è la loro lingua
madre. In classe , anche alcuni di noi, si
esprimono in dialetto.
Che cos’è la lingua madre? E’ la lingua
che si usa quando si impara a parlare,
quella in cui si pensano i pensieri! Per
capire meglio la situazione, e osservare
le trasformazioni nel tempo, abbiamo
fatto una piccola indagine in classe sulla
lingua madre nostra, dei nostri geni-
tori, dei nostri nonni.
ALUNNI: su 22 alunni, 19 hanno
sempre abitato a Ceggia; 17 sono di lin-
gua madre italiana, 1 di lingua madre
albanese, 1 di lingua madre dialetto na-
poletano;1 di lingua madre arabo maroc-
chino, 1 di lingua madre swahili/inglese;
solo 1 alunno ha come lingua madre una
lingua mista italiano/dialetto del Basso
Piave.
GENITORI: su 44 genitori, 14 sono
di Ceggia; la maggior parte dei rimanen-
ti è originaria di paesi come San Donà,
Maserada, Concordia, Cessalto, Noventa
di Piave, Torre di Mosto; alcuni genitori
sono nati e vissuti per un breve periodo
in Svizzera, figli di genitori emigrati lì
da Ceggia per lavoro e poi tornati. Tutti
i genitori, a parte 4, hanno avuto come
lingua madre il dialetto o del Basso Pia-
ve o del loro paese di origine.
NONNI: tutti i nonni, di qualsiasi
luogo fossero originari, parlavano il dia-
letto della loro terra. Oggi quanti a-
lunni della classe 2^ B sanno parlare
in dialetto? Solo uno bene; undici alunni
conoscono alcune espressioni e le usano,
molti altri generalmente comprendono il
significato di molti termini e di molte
espressioni, ma non le utilizzano per
esprimersi.
Conclusioni: Oggi l‟italiano è diventato
la lingua di tutti, quella che è importan-
te conoscere per comunicare bene. Per
questo la studiamo a scuola con passio-
ne! Molti di noi non parlano il dialetto,
ma lo capiscono, e sono incuriositi da
tante parole diverse, anche nel loro
suono e nella loro struttura dalle corri-
spondenti parole in italiano. Conoscere il
dialetto locale, anche se non si diventa
buoni parlanti, aiuta a comprendere
quale fosse il modo di vivere a Ceggia e
nel Basso Piave fino a circa 60 anni fa
(Seconda Guerra Mondiale), e anche a
capire meglio la realtà in cui oggi vivia-
mo. Classe 1^B
Laboratorio: Cora, Ho adottato una cagnolina...
Storia linguistica: indagine sul Basso Piave
Mia madre, circa quattordici anni fa, ha adottato una una cagnolina, che ha chiamato Cora. Lei, Cora, anche se è di mia mam-ma, ha sempre vissuto a casa di mia nonna e lì vive attualmente, perché a casa nostra non abbiamo spazio sufficiente per tener-la. La nonna ha sempre detto che Cora, da piccola, era bruttina, invece, secondo me, lei doveva essere carinissima. Dico questo, anche se io non l'ho vista quando era ancora un cucciolo, perché allora non ero ancora nato. Cora è un incrocio tra un barboncino e un bracco. Il suo pelo è molto morbido, color beige; il naso è piccolo e nero, i suoi occhi sono grandi e di un bel castano lumino-so. La coda è di media lunghezza e abbastanza sottile. Il suo carattere è un po' ruvido , ma contemporaneamente molto dolce. Difende sempre il territorio, abbaiando in continuazione. Sono molto legato a Cora e ora vorrei raccontare un fatto, accaduto poco tempo fa. Era circa metà Gennaio, se non sbaglio, ed era ricominciata la scuola da un po'. Io e mio fratello Nicolò, alcuni giorni della settimana, finita la scuola andiamo a pranzo dalla nonna. Quel giorno, mio fratello ed io, ben pasciuti, ci stavamo riposando sul divano e Nicolò, fece cenno a Cora di saltare sul divano e di mettersi vicino a lui. E questo, accadeva ogni volta che andava-mo da mia nonna! Le prime volte, questo fatto mi infastidiva parecchio, perché non potevo stare comodo e non non potevo muo-vermi; dovevo stare raggomitolato su me stesso e poi dovevo stare ancora più piegato, visto che all'altro capo del divano c'era mio fratello, quindi dovevo dare un po' di spazio anche a lui. Per questo, rivolgendomi al cane, dicevo sempre: “Cora! Per favore, vai nella tua cuccia!” Ma lei rimaneva lì immobile, perchè Nicolò ormai l'aveva viziata. Allora ho provato a spostarla con le mani, ma lei tornava sul divano, oppure si scostava di un solo centimetro: io non volevo farle del male spostandola! Niente da fare! Qua-si quasi avrei voluto avere la possibilità di usare la catapulta, o il sedile a molla per le fughe, come nei film, e farla volare e poi cadere, giusta giusta, nella sua cuccia morbida. Poi, con il tempo, a questa situazione mi ci abituai. E un altro pomeriggio, come gli altri, lei era distesa dolcemente sul divano, con gli occhi semichiusi: era bellissima da vedere! La nonna, che era lì con noi, seduta su una sedia, ci disse: “Cora sarà anche vecchia (ha quasi quattordici anni da cane!), ma sembra una tenera bambina!” Io risposi: “E' proprio vero!” E' bellissimo, secondo me, tenerla tra le gambe e accarezzarla. E mi fa quasi piangere, ma soprattutto arrabbiare, il fatto che ci sono persone che maltrattano e abbandonano gli animali: esseri così dolci, teneri, speciali che ci regalano così tante emozioni. Tommaso Zago 1B
FILASTROCCA “CARNEVALE dei RAGAZZI” 1^B
A Ceggia il “Carnevale dei Ragazzi”
rende tutti un po‟ più pazzi.
I bambini festeggiano travestiti
con i loro costumi preferiti.
Quando i grandi vedono i carri sfilare,
anche loro cominciano a sognare.
Tutti mangiano crostoli e frittelle
e non stanno più nella pelle:
ballano,cantano e fanno capriole
fino al tramonto del sole.
Verso sera, dritti o storti,
tornano a casa stanchi morti,
aspettando il Carnevale venturo
non certamente a muso duro!
La nostra classe quest'anno, ha
partecipato al Concorso naziona-
le indetto dal F.A.I., che
quest'anno, si intitola
“FRATELLI D'ITALIA. Che cosa
prevedeva? Di presentare il ter-
ritorio in cui viviamo - a una clas-
se di un'altra scuola italiana alla
quale saremmo stati gemellati a
sorpresa – producendo un cartel-
lone illustrativo e la tessera del
puzzle “della fratellanza”.
All'inizio ci sembrava che il
nostro paese avesse poche bel-
lezze da illustrare: non è una
grande città, sembrava non ci
fosse nulla. Ma, cominciando ad
osservare e a compiere ricerche
approfondite sul territorio, ab-
biamo visto che anche Ceggia ha
beni storici, naturali e culturali
importanti, di cui andare fieri e
di cui è necessario prendersi cu-
ra. A dicembre 2010 il FAI ci ha
comunicato che eravamo stati
gemellati con la classe 2^A della
Scuola Media del Comune di
Grassano, un centro grande
all'incirca come il nostro, in pro-
vincia di Matera, distante quasi
1000 km! Ricevere la prima let-
tera è stato molto bello, è co-
minciata una corrispondenza
(che dura tutt'ora) fra le nostre
classi, e con entusiasmo ci siamo
impegnati ancora di più nelle ri-
cerche e nella realizzazione dei
lavori richiesti (con le nostre
prof.sse Guiotto e Romanin), che
siamo riusciti e completare nel
tempo stabilito.
Nel corso di questo progetto
abbiamo potuto lavorare in grup-
po e sviluppare in classe nuove
relazioni, conoscerci meglio e
anche scoprire abilità individuali
poco utilizzate e nascoste. A
scuola, qualche volta, non è stato
semplice trovare tempo per que-
ste attività di laboratorio duran-
te le normali ore scolastiche. Ci
siamo impegnati molto, abbiamo
avuto molte scadenze da rispet-
tare, ma è stato molto piacevole
svolgere le varie attività richie-
ste dal concorso; siamo davvero
soddisfatti di aver partecipato a
questo progetto nazionale del
F.A.I.
Anche per questa ragione, il
giorno 26 Marzo, una delle gior-
nate di Primavera del F.A.I., ci
siamo iscritti come classe al
F.A.I, presso la Delegazione di
Portogruaro (VE). Lo abbiamo
fatto per partecipare in modo
attivo a questa Associazione e
per migliorare la nostra cono-
scenza del territorio e del pae-
saggio italiano.
Classe 2^B
La classe che ha partecipato al concorso FAI
Concorso FAI “Fratelli d’Italia”
ACROSTICI :
a partire da “CEGGIA”
Cieli
E
Gonfie
Gocce
Irradiano
Alberi e acque
Ceggia
E
Grassano
Giocano
Insieme
Amichevolmente
Carnevale
E' il
Giorno dei
Giochi
Insieme
Agli amici
C’era una volta un giova-ne, che viveva in una vec-chia casa con i genitori e il
fratello minore. Voleva diven-tare ricco, compiendo un’impresa grandiosa, per salvare la sua famiglia dalla miseria. Purtroppo non ave-va i soldi né per un’armatura né per un cavallo. In più c’era il padre a fermarlo:
”Figlio mio, Noi siamo nati poveri e moriremo poveri”. Piano piano stava per con-vincersi che era meglio la-sciar perdere. Un giorno qualcuno bussò alla porta e il giovane andò ad aprire. Si trovò davanti un gigante: ”Se
non pagate le tasse entro domani sarò costretto a schiacciarvi per ordine del re!” Il giovane rispose: ”Pagheremo! Non si preoc-cupi!” Quando il gigante se ne fu andato e scese la not-te, il giovane decise di partire per trovare la somma. Arriva-to ad un villaggio trovò un mercante che gli promise soldi a volontà se gli avesse
portato una pietra, che si trovava nel fondale del mi-sterioso “lago senza fondo”.
Il giovane, preoccupato ma allo stesso tempo incuriosito, decise di accettare. Arrivato al lago dopo un lungo viag-gio, vide un cigno, dalle piu-me bianchissime, che gli disse: ” Prendi questa pozio-ne: trova un rospo e versane
tre gocce sul suo corpo. Così diventerà come un tuo ser-vo.” Il giovane prese la po-zione e cercò un rospo, gli versò sul capo le tre gocce. Subito questi si trasformò in una bellissima tartaruga che gli ordinò: ” Versane tre goc-
ce della pozione sul tuo braccio destro e potrai se-guirmi sott'acqua! Non aver paura!” Il giovane seguì le istruzioni e, in un batter d’occhio, si ritrovò a respira-re sott’acqua. Si strinse alla corazza della tartaruga e si fece trasportare fino in fondo al lago. Ci volle molto tempo per arrivarci, la tartaruga iniziava ad avere difficoltà a
muoversi, perché c'erano correnti molto forti. Il fondo del lago, quasi irragiungibile,
era ricoperto di pietre blu, rosse e gialle. Il giovane ne prese tre: una blu, una rossa e una gialla. Ritornò in su-perficie e portò le pietre al mercante; che, come pro-messo, gli diede soldi a vo-lontà. Così si incamminò
verso il castello con un bel sacco di monete in mano. Arrivato al castello, scoprì che il gigante aveva rinchiu-so il re e la principessa sua figlia nelle prigioni del castel-lo e li voleva mangiare! Allo-ra il giovane sfidò il gigante a
duello e, dopo aver lottato furiosamente con lui, riuscì a vincere. Con la pozione ri-masta trasformò il gigante in un topo e lo rinchiuse in una gabbia, distruggendo la chia-ve. Il re, al colmo della gioia, diede in sposa la figlia tanto amata al giovane, e i due innamorati vissero per sem-pre felici e contenti. Giulia Sorgon 1^B
Una carta d’Italia speciale
FIABA: IL LAGO SENZA FONDO Limerick: C‟è un vecchio di Ceggia Che diventa matto quando par-
cheggia. Tutti lo stanno a guardare E molti cominciano a scappare. Quell‟imbranato vecchio di Ceggia. C‟era un ragazzo di Ceggia che viveva in una reggia. Nuotava sempre in piscina e un giorno gareggiò con una galli-
na. Quel birichino ragazzo di Ceggia.
C‟era un calciatore di Ceggia che correva come una scheggia. Quando in campo dribblava gli avversari forte tormentava, Quel fenomenale calciatore di Ceg-
gia C‟è una ragazzina a Ceggia che fra i campi sempre volteggia, pensando al suo amato che un regalo le ha portato! Quella romantica ragazzina di Ceg-
gia!!!. C‟era un bambino di Ceggia che correva come una scheggia: un giorno si ruppe il ginocchio e si dette alla coltivazione del fi-
nocchio, quell'irrequieto marmocchio di
Ceggia!!!
C‟era una volta a Ceggia una vecchia che viveva in una reg-
gia. Ai suoi gatti dava da mangiare e lei aveva imparato a miagolare, quella stramba vecchia a Ceggia!!!. C‟é una barca azzurra a Ceggia, sul Piavon pigramente galleggia: un capitano lei non ha e libera ondeggia qui e là. Quella piccola barca azzurra di
Ceggia!!!.
(alcune delle “Poesie per gioco”, attività di gruppo del Laboratorio “Conosco il mio paese: Ceggia”, Classe 2^ B)
alcune opinioni: Per me questo pannello simbo-leggia il fatto che l'Italia è unita e costruiremo noi il suo futuro.
E anche che fra di noi non ci de-vono essere barriere, perché for-miamo un'unica entità. Dobbiamo portare avanti il TRICOLORE! Lorenza Secondo me questa carta dice
ad alta voce che noi ragazzi siamo tutti fratelli e che apparteniamo tutti alla nostra patria, senza diffe-renze di età e di classe. La festa per i 150 anni dell'Unità d'Italia ci fa sentire ancora più uniti. Luca D.
Siamo tutti figli dell'Italia e apparteniamo ad un'unico paese! Nei festeggiamenti per i 150 anni dell'Italia unita siamo anche noi importanti: siamo quelli che por-teranno avanti e miglioreranno la nostra bella Italia. Anna
classe 2B
Long life education.
Espressione ormai consue-
ta per designare il bisogno
di apprendimento di ognu-
no nel corso di “tutta la
vita”. Ed è vero ancor più
per i docenti dell‟IC di
Ceggia, molti dei quali
hanno aderito al progetto
di formazione protrattosi
per tutta la durata
dell‟anno, incentrato su
COMPETENZE e VALU-
TAZIONE. La fase salien-
te del corso ha visto la
realizzazione di alcune
uda (unità di apprendi-
mento) centrate
sull‟innovativa metodologia
didattica che mette
l‟accento sull‟acquisizione
delle competenze indicate
della UE. Tra i molti risul-
tati eccellenti si segnala il
lavoro di Doretto Angela,
1^A, per l‟originalità del-
la narrazione biografica e
la presentazione della
pallavolista Taismary A-
guero (foto sotto). La
classe prima C dal canto
suo ha realizzato una in-
dagine statistica sullo
sport, in tutto l‟istituto.
Gli alunni hanno elaborato
al pc delle presentazioni
con istogrammi e aero-
grammi dei dati raccolti.
Silvia De Bortoli
La prima A ha narrato le più positive tra le biografie sportive
La prima C ha svolto l’indagine sulla pratica sportiva alla Marconi
SPORTIVAMENTE SANI
59
53
50
52
54
56
58
60
1°
Trim.
FEMMINE
MASCHI
71
88
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
MASCHI
FEMMINE
21
62
57
0
10
20
30
40
50
60
70
PRINCIPIAN
TI
AGONISTIC
O
PROFESSIO
NE
GIOCATORE BANDIERA.
L‟originale elaborato di Avdulay Ardisen,
classe prima A. Prima i valori, poi il de-
naro. Anche nel calcio!!!
Nella foto sopra la classe 1^C, autrice dell‟indagine stati-
stica e della relativa elaborazione grafica dei dati rac-
colti nel progetto Sportivamente.
L’amico BEP, il Germano reale che ci fa da guida … e i suoi simili I germani reali (foto a destra) vivono nell’Europa del Nord, ma
anche in Asia e in America. Non arrivano mai al freddo intenso del
Polo Nord. Durante l‟inverno, quando il freddo è insopportabile, si
spostano nelle aree più a sud. In Italia il germano è più stazionario,
non gli piace tanto viaggiare. Vive e nidifica nelle località paludose,
proprio come quelle del Delta del Po. Se ne possono vedere a biz-
zeffe da settembre a novembre e da febbraio a marzo. Il maschio
a una colorazione intensa e variopinta, con capo verde e becco gial-
lo, mentre la femmina è completamente marrone, per mimetizzarsi
meglio tra le canne. Margherita Magnolato 1^C
NEL PARCO INTERREGIONALE VENETO DEL DELTA DEL PO
Le classi prime della media Marconi
quest‟anno hanno studiato con particola-
re attenzione l‟area che da Grado giun-
ge a Ravenna, unita dall‟antica via Annia
e dall‟attuale famigerata Romea
(Mestre-Ravenna). Abbiamo studiato le
zone umide, da quelle più vicine sino ai
margini della nostra regione: Caorle,
Laguna Veneta e Parco regionale del
Delta del Po. Qui gli uomini fanno bird
watching, pescano mitili, coltivano il riso
e il radicchio, prendono il sole in spiagge
come quella di Boccasette. Seguiteci!
E… dimenticavo, la nostra guida sarà il
nostro amico BEP… uno splendido ger-
mano reale. Francesca Gabbana 1^C
PROGETTO “Giornalino Scolastico” Redazione: 1^A e 1^C ; Coordinatore: Prof. Vassalli Mirco
Docenti coinvolti: 1^A Trivellato Aldo, 1^B e 2^B Guiotto Annalisa, Tovo Monica, 2^A e 3^A Bragato Maria Luisa e Riccobono Dorotea, 2^B A 3^B Piccinin Michela e D’Elia Elena
Alcune immagini di questa pagina sono tratte da “Il delta del Po spiegato ai bambini” speciale della “Voce di Rovigo”
Editing di: Guiotto Luca, Edoardo Zago, Alessio Mutton, Yordan Nazario, Matten Alì, Sharon Billotto, Angela Tiepola-
to, Samuele Teso, Angelica Baesse, Adelisa Zenjli, Miriana Vidali, Dei Vecchi Francesca, Giulia Basso, Bronzetti Car-
lotta.