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Pagina1 Settimanale di informazione sul settore radiotelevisivo dell’Associazione Coordinamento Nazionale Televisioni Terzo Polo Digitale www.coordinamentonazionaletelevisioni.it Anno IX N. 24 del 20/06/2015 I N Q U E S T O N U M E R O - DTT:LCN,dopo il varo delle linee guida del MISE tutto tace - FREQUENZE: rottamazione 700MHz, quesiti e contestazioni - DTT: LCN, Sky alla conquista del N.8, ma non ne ha diritto - TV: perquisite dalla GDF le sedi di Rai,Mediaset,La7 e Infront - DTT: approvata la Legge Europea, il 2015 l’anno del DVB-T2 - TV-TELCO: lo sbarco di Netflix ostacolato dal piano b. larga - PAY-TV: è guerra aperta tra Sky e Mediaset, le ultime news - PUBBLICITA’: fermi gli investimenti del primo quadrimestre - AGCM:sanzionate società postproduzione di programmi Rai - PAY-TV: programmi Rai, Sky ricorre al Tar contro l’AGCom - AGCOM: la Tv resta la regina delle news, social in aumento - RADIO: ancora in alto mare l’accordo RCS-FINELCO NUMERAZIONE DEI CANALI SUL TELECOMANDO TUTTO TACE DOPO LE LINEE GUIDA VARATE DAL MISE SI ATTENDE IL VARO DEL BANDO NEL RISPETTO DELLE DIRETTIVE DEL COMMISSARIO E DEL CDS Dopo l’ultimo capitolo della infinita questione LCN, vale a dire dopo il varo da parte del MISE-Com delle “Linee Guida per la formazione delle graduatorie regionali dei fornitori di servizi di media audiovisivi” relativi alle tv locali, non abbiamo rilevato reazioni particolari se non la mera cronaca dell’atto varato. Soltanto il CNT-TPD ha esaminato nel dettaglio e commentato il documento riscontrando alcuni punti di forte perplessità e che necessitano di ulteriore chiarimento. Nessun altra associazione, ne’ operatori del settore, hanno fatto sentire la loro voce in merito, segno che il tema è fortemente sensibile ai grossi gruppi editoriali non indipendenti. PUNTI IMPRESCINDIBILI DA RISPETTARE E CHIARIRE I criteri proposti dal MISE-Com per la formazione delle graduatorie su cui basare le assegnazioni sono 3: 1) media annua dell’ascolto medio del giorno medio mensile (dati Auditel) che prevede come periodo di riferimento i 12 mesi antecedenti il varo del bando, vale a dire nel periodo dopo lo switch-off. 2) Numero dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato; 3) Costi sostenuti per il personale giornalistico. Riguardo il punto 1 va chiarito che il MISE-Com e l’AGCom, nell’adottare la nuova normativa, dovranno tenere chiaramente presenti le indicazioni di Tar e Consiglio di Stato che impongono di considerare il periodo prima del passaggio al DTT per avere dati storici di ascolto non falsati circa le abitudini e le preferenze del pubblico, cosi come anche nel rispetto delle indicazioni del Commissario Ruggieri che prevede all’art. 5 comma 6 lettera A della Determina n. 2-3/2014 indica di considerare gli “Indici di ascolto rilevati dall’Auditel…riferiti all’anno precedente a quello in cui è avvenuto lo switch-off ”. Occorre specificare che destino avrà l’arco di numerazione 70-100 che era inizialmente previsto per le tv locali e che poi la successiva normativa (Delibera AGCom N. 237/13/CONS ) aveva “ristretto” riducendo le posizioni. Occorre, inoltre, chiarire che le piccole emittenti che si appoggiano a frequenze di terzi, dovranno, naturalmente, ottenere minore punteggio rispetto a chi utilizza proprie frequenze e, quindi, ha chi ha sostenuto maggiori investimenti.

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20 Giugno 2015

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Settimanale di informazione sul settore

radiotelevisivo dell’Associazione Coordinamento Nazionale Televisioni

Terzo Polo Digitale www.coordinamentonazionaletelevisioni.it

Anno IX N. 24 del 20/06/2015

I N Q U E S T O N U M E R O

- DTT:LCN,dopo il varo delle linee guida del MISE tutto t ace

- FREQUENZE: rottamazione 700MHz, quesiti e contestazioni

- DTT: LCN, Sky alla conquista del N.8, ma non ne ha diritto

- TV: perquisite dalla GDF le sedi di Rai,Mediaset,La7 e Infront

- DTT: approvata la Legge Europea, il 2015 l’anno del DVB-T2

- TV-TELCO: lo sbarco di Netflix ostacolato dal piano b. larga

- PAY-TV: è guerra aperta tra Sky e Mediaset, le ultime news

- PUBBLICITA’ : fermi gli investimenti del primo quadrimestre

- AGCM:sanzionate società postproduzione di programmi Rai

- PAY-TV: programmi Rai, Sky ricorre al Tar contro l’AGCom

- AGCOM: la Tv resta la regina delle news, social in aumento

- RADIO: ancora in alto mare l’accordo RCS-FINELCO

NUMERAZIONE DEI CANALI SUL TELECOMANDO

TUTTO TACE DOPO LE LINEE GUIDA VARATE DAL MISE

SI ATTENDE IL VARO DEL BANDO NEL RISPETTO DELLE DIRETTIVE DEL COMMISSARIO E DEL CDS

Dopo l’ultimo capitolo della infinita questione LCN, vale a dire dopo il varo da parte del MISE-Com delle “Linee Guida per la formazione delle graduatorie regionali dei fornitori di servizi di media audiovisivi” relativi alle tv locali, non abbiamo rilevato reazioni particolari se non la mera cronaca dell’atto varato. Soltanto il CNT-TPD ha esaminato nel dettaglio e commentato il documento riscontrando alcuni punti di forte perplessità e che necessitano di ulteriore chiarimento. Nessun altra associazione, ne’ operatori del settore, hanno fatto sentire la loro voce in merito, segno che il tema è fortemente sensibile ai grossi gruppi editoriali non indipendenti.

PUNTI IMPRESCINDIBILI DA RISPETTARE E CHIARIRE I criteri proposti dal MISE-Com per la formazione delle graduatorie su cui basare le assegnazioni sono 3: 1) media annua dell’ascolto medio del giorno medio mensile (dati Auditel) che prevede come periodo di riferimento i 12 mesi antecedenti il varo del bando, vale a dire nel periodo dopo lo switch-off. 2) Numero dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato; 3) Costi sostenuti per il personale giornalistico.

• Riguardo il punto 1 va chiarito che il MISE-Com e l’AGCom, nell’adottare la nuova normativa, dovranno tenere chiaramente presenti le indicazioni di Tar e Consiglio di Stato che impongono di considerare il periodo prima del passaggio al DTT per avere dati storici di ascolto non falsati circa le abitudini e le preferenze del pubblico, cosi come anche nel rispetto delle indicazioni del Commissario Ruggieri che prevede all’art. 5 comma 6 lettera A della Determina n. 2-3/2014 indica di considerare gli “Indici di ascolto rilevati dall’Auditel…riferiti all’anno precedente a quello in cui è avvenuto lo switch-off”.

• Occorre specificare che destino avrà l’arco di numerazione 70-100 che era inizialmente previsto per le tv locali e che poi la successiva normativa (Delibera AGCom N. 237/13/CONS) aveva “ristretto” riducendo le posizioni.

• Occorre, inoltre, chiarire che le piccole emittenti che si appoggiano a frequenze di terzi, dovranno, naturalmente, ottenere minore punteggio rispetto a chi utilizza proprie frequenze e, quindi, ha chi ha sostenuto maggiori investimenti.

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ROTTAMAZIONE PER INTERFERENZE

PUBBLICATE LE PRIME RISPOSTE AI QUESITI

SULLE LINEE GUIDA PROPOSTE DAL MISE

Il MISE-Com ha iniziato la pubblicazione delle risposte ai quesiti di cui al decreto interministeriale 17/04/2015, pubblicato sulla G.U. 129/2015, con il quale è stato avviato l’iter per l’attribuzione di misure economiche di natura compensativa destinate ad operatori di rete locali e finalizzate a promuovere un uso più efficiente dello spettro radioelettrico. Il termine per presentare le richieste di informazioni e chiarimenti era scaduto il 13 giugno 2015.

ECCO LE RISPOSTE AI PRIMI DUE QUESITI PUBBLICATI: A riguardo dell'art. 2 co. 1 lett. b del DM in parola, un operatore aveva osservato come in alcune regioni, tra cui il FVG, fosse previsto il rilascio su bacino regionale. A riguardo, l'interrogante ha chiesto di sapere se un soggetto titolare del diritto d'uso di una data frequenza solo per una provincia può partecipare al bando. Così ha risposto il MISE-Com: "Per quanto riguarda la regione Friuli Venezia Giulia, un diritto d’uso in ambito provinciale, in presenza di altri soggetti titolari della stessa frequenza, non può essere rilasciato singolarmente. Per partecipare alla procedura si deve necessariamente costituire un’intesa tra tutti i soggetti titolari della medesima frequenza e tutti devono aderire al rilascio".

Circa l'art. 2 co. 4 n. 2, è stato domandato se la richiesta per rilascio volontario debba essere fatta dal consorzio o dai singoli componenti e se la liquidazione dell'indennizzo sia a favore del consorzio o dei singoli soggetti consorziati. La D.G. ha specificato che "Il Decreto non prevede la costituzione di consorzi ma eventualmente la costituzione di nuove società, nell’ipotesi prevista dall’art. 2 co. 4 n. 2 del Decreto. La domanda di partecipazione alla procedura deve essere presentata da ogni singolo componente della costituita o costituenda società. L'eventuale pagamento verrà riconosciuto ad ogni singolo partecipante in relazione alle province oggetto di dismissione".

BASTA SOTTRAZIONE A FAVORE DEL MOBILE:POSIZIONE COM UNE DEL CEPT CONTRO LA DESTINAZIONE DELLA BANDA SUB 700 MHZ La Conferenza Europea dei regolatori delle Poste e delle Telecomunicazioni (CEPT) ha deliberato l'assunzione di una ferma posizione comune contro l’assegnazione della banda 470-694 MHz UHF ai servizi mobili. L'impegno è stato sottoscritto da 30 paesi europei (esclusi Danimarca che si è opposta e Bulgaria, Finlandia, Grecia e Svezia, che si sono astenuti) al meeting di Porto (Portogallo) del 2-5 giugno (7th CPG-15). Il protocollo sarà ora esaminato da 48 amministrazioni per l’approvazione formale entro la fine di luglio in vista della World Radio Conference ITU di Ginevra prevista per novembre. Nel consesso WRC-ITU si decideranno le politiche e le modalità di assegnazione su base primaria e co-primaria dello spettro radiofrequenziale.

IL CNT-TPD RICORDA CHE NEL PROPRIO SITO WWW.COORDINAMENTONAZIONALETELEVISIONI.IT

È POSSIBILE CONSULTARE E SCARICARE TUTTI I NUMERI D EL ‘CNT-INFORMA’ GRAZIE AD UN ARCHIVIO ON-LINE CHE CONTIENE LE EDIZI ONI DEGLI ULTIMI DUE ANNI

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LA GUERRA DEI NUMERI SUL TELECOMANDO

SKY ALLA CONQUISTA

DEL N. 8 Mentre è ancora in alto mare e piena di perplessità la nuova normativa LCN, i big si muovono come già avevano dato avvisaglie nei mesi scorsi. L’ultimo colpo grosso arriva dalla solita SKY che, dopo aver comprato il n. 27, ha mostrato tutto il suo interesse per la DTT: ora la mossa più grande arriva con l’acquisto del N. 8 di MTV da Viacom. Murdoch aveva già fatto trasparire di non essere più interessato alle frequenze, terreno troppo arduo e complicato nel panorama incerto italiano, per dedicare gli sforzi economici sul telecomando, ora che la situazione di stallo ancora lo permette. Si tratta anche di una risposta a Berlusconi dopo l’offensiva pay lanciata da Mediaset con il lancio a dir poco aggressivo della nuova offerta di Premium. secondo La Repubblica è a un passo dall’acquisto di MTV, l’ex canale musicale con ambizioni generaliste di proprietà di Viacom, recentemente ceduto da TI Media.

LA STRATEGIA DI SKY : Dopo aver lanciato nel 2009 il canale Cielo (al numero 26) e l’anno scorso Sky Tg24 (al numero 27 del telecomando), Sky approda su un tasto di eccellenza del dtt, il pregiatissimo e ambitissimo numero 8 appunto, subito dopo La7 di Urbano Cairo. Secondo i rumors, i manager di SKY appronteranno per il canale 8 un palinsesto gratuito, che sarà lanciato a fine agosto. Tra le ipotesi, quella di una rete tutta sportiva.

L’OPERAZIONE DI ACQUISTO : Fonti governative riferiscono che l’accordo tra le parti è ormai definito e verrà firmato la prossima settimana. Si tratta, sempre secondo La Repubblica, di un contratto voluminoso e complesso, suddiviso in due parti. Viacom prenderà subito un corposo assegno e, a seguire, una seconda tranche. Ma questa seconda fetta di torta arriverà a patto che si chiuda senza danni la lunga causa legale avviata dall’emittente locale Telenorba sull’annoso pasticcio della numerazione automatica LCN del dtt. Ma non è finita. La Repubblica rivela, inoltre, che SKY vuole anche che Viacom, in futuro, le fornisca in esclusiva i suoi programmi. In sostanza, canali come Nickelodeon, Nick Jr e soprattutto come il gioiellino Comedy Central dovranno comparire solo sulla pay-tv dei Murdoch. Ma per questa esclusiva, SKY dovrà pagare un compenso consistente. Anche questo aspetto entrerà nel contratto.

IL RANGE LCN 1-9 E’ DESTINATO ALLE TV NAZIONALI GENERALISTE ‘EX ANALOGICHE’ L’ultima decisione da parte dell’AGCom (con tanto di giudizio del commissario ad acta Marina Ruggieri) sentenzia che i canali 7, 8 e 9 del telecomando sono riservati in ogni caso alle emittenti nazionali e generaliste ‘ex analogiche’. E’ bene ricordare che le sentenze di Tar e Consiglio di Stato, che hanno annullato la prima Delibera AGCom sulla regolamentazione LCN, hanno ben chiarito che oltre al carattere di palinsesto generalista, le tv assegnatarie del primo range (1-9) dovessero possedere anche il carattere della storicità, vale a dire dovevano già trasmettere prima del passaggio al digitale terrestre, per questo considerate ‘ex analogiche’. SKY, quindi, non potrà piazzare alcun suo canale, neanche uno nuovo, perché si tratterebbe di emittenti classificate come ‘native digitali’ e non ‘ex analogiche’. Non a caso, sia DeeJayTV (N. 9) che MTV (N. 8) con la nuova normativa, nel rispetto delle sentenze della giustizia amministrativa e delle indicazioni del Commissario ad acta, dovranno traslocare al più presto lasciando il posto alle successive emittenti in possesso dei corretti requisiti (in questo caso ReteCapri).

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PERQUISITE LE SEDI DI RAI, MEDIASET, LA7 E INFRONT. SOSPETTA CORRUZIONE E

APPROPRIAZIONE INDEBITA Una bomba giudiziaria si è abbattuta questa settimana nelle sedi dei monopolisti televisivi. Quarantaquattro tra funzionari della presidenza del Consiglio, dirigenti di Rai, Mediaset, La7 e Infront sono indagati a Roma nell'ambito di un'inchiesta sull'affidamento di lavori e servizi in cambio di soldi e assunzioni. La Guardia di Finanza ha eseguito una serie di perquisizioni presso le sedi Rai, Mediaset, La7 e Infront. Il reato ipotizzato nei confronti di dirigenti Rai e funzionari della Presidenza del Consiglio è quello di corruzione. Per i manager di Mediaset, La7 ed Infront il reato è quello di concorso in appropriazione indebita. L’ACCUSA: APPALTI IN CAMBIO DI TANGENTI E ASSUNZION I, 44 INDAGATI Secondo quanto accertato dal nucleo di polizia tributaria delle Fiamme Gialle, su delega del pm Paolo Ielo, società riconducibili all'imprenditore David Biancifiori avrebbero ottenuto l'affidamento di lavori e servizi versando ai committenti denaro oppure offrendo loro altre utilità, come vacanze, biglietti aerei ed assunzioni. I fondi per questa attività sarebbero stati realizzati attraverso sovrafatturazioni dei lavori eseguiti. INDAGATI PER CORRUZIONE ANCHE 2 FUNZIONARI PRESIDEN ZA CONSIGLIO Ci sono anche due funzionari della Presidenza del Consiglio dei Ministri (quando era premier Silvio Berlusconi) tra gli indagati della procura di Roma per irregolarità nei lavori affidati all'imprenditore David Biancifiori. L’accusa è di corruzione. Si tratta di Roberto Gasparotti, già responsabile dell'immagine televisiva del leader di FI, e Giovanni Mastropietro, già direttore della fotografia di Silvio Berlusconi. Per gli investigatori avrebbero preso soldi dall'imprenditore David Biancifiori che nel 2008 si aggiudicò una commessa da 8 milioni di euro. Per questa ragione, le Fiamme Gialle hanno acquisito presso il Dipartimento risorse strumentali della presidenza una serie di documenti.

TV LOCALI NELLA MORSA DEL FISCO

CONDONO Prosegue l’andamento positivo del recupero dell’evasione da riscossione. Nei primi 5 mesi del 2015 Equitalia ha riscosso complessivamente oltre 3,4mld di euro, con un incremento del 8,2% rispetto allo stesso periodo del 2014 che, peraltro, aveva beneficiato di circa 700 milioni di incassi derivanti dalla definizione agevolata delle cartelle.

La riscossione si concentra su importi più rilevanti: circa i due terzi deriva da debiti superiori a 50mila euro. Tale rastrellamento sta avvenendo in maniera indiscriminata causando non solo la chiusura di centinaia di realtà imprenditoriali, ma anche numerosi suicidi da parte di piccoli e medi imprenditori stretti già dalla morsa della crisi economica. Lo stesso vale per gli editori delle tv locali, ancor più soffocati da un disastroso cambio di era tecnologica (analogico-digitale) e dell’inerzia delle istituzioni sorde al grido di allarme. Per garantire il rilancio non c’è altra soluzione che condonare il carico pendente fiscale, nel rispetto delle indicazioni della Commissione UE.

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APPROVATA ALLA CAMERA LA ‘LEGGE EUROPEA’

IL 2015 E’ L’ANNO DEL DVB -T2 ABROGATI I CINQUE DECRETI SUI

RICEVITORI PER LA TV ANALOGICA

Secondo quanto riportato da Key4biz, è stata approvata alla Camera la ‘Legge europea’ ‘ che ora passa al Senato. Hanno votato contro Lega e Fdi mentre si sono astenuti M5S e Fi. Il testo, che recepisce nell’ordinamento italiano una serie di norme europee evitando le procedure di infrazione da parte ella Commissione Ue, contiene una serie di novità. Ecco quelle che riguardano il settore televisivo.

ADDIO AI RICEVITORI PER LA TV ANALOGICA Le norme abrogano i cinque decreti ministeriali che hanno disciplinato nel tempo la commercializzazione in Italia degli apparecchi ricevitori per la televisione analogica. La norma è finalizzata alla chiusura del caso EU Pilot 6868/14/ENTR, nell’ambito del quale la Commissione europea ha contestato, in particolare, il fatto che il decreto ministeriale 26 marzo 1992 penalizzasse la vendita in Italia di prodotti fabbricati al di fuori dell’Unione europea e dello Spazio economico europeo ma legalmente immessi sul mercato di uno degli Stati dell’Unione Europea o dello Spazio economico europeo. Infatti, ai sensi degli articoli 34 e 36 del TFUE e delle direttive 2004/108/CE e 2006/95/CE di armonizzazione del settore, tali prodotti vanno trattati alla stregua dei prodotti fabbricati nell’UE o nello Spazio economico europeo e devono beneficiare anch’essi della libera circolazione nel mercato interno europeo, senza necessità di essere sottoposti ad una previa omologazione nazionale.

OBBLIGO DI INSERIMENTO DELLO STANDARD DVB-T2 Con l’articolo 3-quinquies del decreto-legge 2 marzo 2012, n. 16, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 aprile 2012, n. 44, è stata prevista la mera possibilità di inserire dal 2013 sintonizzatori analogici nei televisori: pertanto l’attività di omologazione degli stessi è comunque destinata ad esaurirsi, anche per il contestuale obbligo, a decorrere dal 2015, di inserire nei ricevitori televisivi non solo il sintonizzatore per lo standard digitaleDVBT, ma anche la sua evoluzione DVBT2. Pertanto da quest’anno la presenza di televisori dotati ai sintonizzatore analogico sarà da considerarsi meramente residuale.

DIRITTI D’USO DELLE FREQUENZE ANALOGICHE L’articolo 3, relativo all’assegnazione di diritti d’uso di frequenze radio analogiche, è finalizzato a chiudere il caso EU Pilot 3473/12/INSO, nell’ambito del quale la Commissione europea ha rilevato che il quadro normativo vigente in Italia, costituito dalla legge n. 66 del 2001 e dal testo unico dei servizi di media televisivi e radiofonici, di cui al decreto legislativo N. 177 del 2005, non prevede la possibilità di assegnare nuove frequenze per la radiodiffusione in banda analogica. Infatti, il servizio di radiodiffusione sonora in onde medie (OM) analogico a modulazione di ampiezza (AM) è stato esercitato dal concessionario del servizio pubblico mediante gli impianti registrati presso l’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (UIT). Il quadro normativo vigente non prevede la possibilità di assegnare nuove frequenze per la radiodiffusione in tale banda. Pertanto, si è reso necessario provvedere con un intervento normativo che consenta questa possibilità e ne disciplini le modalità, anche al fine di evitare l’avvio di una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia.

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LEGGE EUROPEA: FREQUENZE

CONSIDERATI I SEGUENTI PUNTI:

1) un percorso efficiente di sfruttamento della risorsa

richiederebbe innanzitutto un’attività di pianificazione che tenga conto del vincolo del coordinamento internazionale delle frequenze e che, per lo specifico, deve fare riferimento agli atti finali della Conferenza di Ginevra 1975 dell’UIT, e in secondo luogo l’adozione di un provvedimento che fissi i criteri e le procedure di assegnazione dei relativi diritti d’uso;

2) un utilizzo della banda delle OM per il servizio di radiodiffusione sonora, in tecnologia sia analogica sia digitale, deve essere valutato in relazione alle tipologie di esigenze prospettate dai soggetti interessati al servizio radiofonico in tali bande, dando tuttavia preminenza alle soluzioni tecnologiche che consentono uno sfruttamento più efficiente della risorsa e l’introduzione di servizi innovativi;

3) gli attuali vincoli normativi che impediscono l’ingresso di nuovi soggetti nel mercato risultano ampiamente comprensibili se riferiti alla radiodiffusione analogica nella banda VHF (la banda 87,5-108 MHz), dove la situazione di oggettiva congestione delle utilizzazioni in atto rende di fatto impossibile ipotizzare l’ingresso di nuovi soggetti. Tuttavia, in caso di disponibilità di nuove risorse, come avverrebbe se si rendesse disponibile attraverso una pianificazione la banda delle OM, lo stesso vincolo non troverebbe giustificazione ma, al contrario, si ritiene che dovrebbe essere valutata l’opportunità di stabilire una riserva per i soggetti nuovi entranti;

4) la preminenza del servizio pubblico nell’impiego della banda delle OM deve essere tenuta in debito conto, armonizzandone le esigenze, anche in via prospettica, con l’eventualità di un uso della stessa banda da parte di soggetti privati.

LIMITI ORARI PER LA PUBBLICITÀ TELEVISIVA L’articolo 5, relativo ai servizi di media audiovisivi, è finalizzato all’archiviazione del caso EU Pilot 1890/11/INSO, nell’ambito del quale la Commissione Europea ha contestato l’erroneo recepimento della direttiva 2007/65/CE sui servizi di media audiovisivi, posto che, con riferimento ai limiti orari per la pubblicità televisiva, l’articolo 38, comma 12, del testo unico di cui al decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, come modificato dal decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 44, e dal decreto legislativo correttivo 28 giugno 2012, n. 120, introduce un’eccezione aggiuntiva rispetto a quelle previste dall’articolo 23, paragrafo 2, della direttiva 2010/13/UE, prevedendo che i brevi messaggi pubblicitari rappresentati da anteprime di opere cinematografiche di nazionalità europea di prossima programmazione non siano considerati ai fini del calcolo dei limiti massimi per la pubblicità. Con la presente disposizione si adegua pertanto la disciplina dei trailer di opere cinematografiche, contenuta nel citato testo unico sui servizi di media audiovisivi e radiofonici, alla previsione dettata dalla direttiva 2007/65/CE, assicurando che l’esclusione dai limiti di affollamento pubblicitario avvenga solo nei casi in cui tali filmati non abbiano natura strettamente pubblicitaria e siano, pertanto, chiaramente distinguibili dal resto della programmazione, anche pubblicitaria.

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TV-INTERNET LO SBARCO DI NETFLIX IN ITALIA

OSTACOLATO DAL PIANO NAZIONALE PER L’ULTRABANDA

ANCORA IN ALTO MARE Come abbiamo anticipato nel precedente numero, il colosso del video streaming Netflix è al lavoro per “entrare” in Italia il prossimo ottobre. In particolare, è in costruzione una library ad un prezzo che dovrebbe aggirarsi, così come negli altri Paesi europei, intorno ai 7,99 euro al mese con una prova gratuita di 30 giorni. Ma il problema fondamentale resta uno: la banda larga, che in Italia è da sempre un tema male affrontato, o quanto meno, affrontato con inerzia. Il via libero alla fase operativa del Piano nazionale della banda ultralarga è infatti in alto mare. Non si sa ancora quando sarà approvato il ‘Decreto Legge Comunicazioni’ che ha ottenuto la bollinatura del MEF ma attende ora il passaggio in CDM. E senza il DL non si potrà passare alla fase esecutiva della strategia messa in campo dal Governo per portare l’ultrabroadband in tutto il Paese. Il tutto complicato da un infuocato scontro che vede da una parte le istituzioni e dall’altra gli operatori tlc che dovranno mettere in campo notevoli investimenti per consentire la realizzazione del Piano del Governo che prevede, come richiesto dalla UE, entro il 2020 la copertura a 30 Mbps del 100% della popolazione e a 100 Mbps del 50%.

RALLENTARE IL PIANO BANDA LARGA PER DIFENDERE LA TV TRADIZIONALE? Intanto, fino alla realizzazione della banda ultralarga le reti riusciranno a reggere l’aumentato traffico? Le connessioni saranno così potenti da permettere a un gran numero di utenti di guardare online, senza interruzioni, film e serie Tv? O saranno costretti a tornare alla Tv tradizionale… come forse qualcuno nelle stanze dei bottoni vorrebbe, in difesa del tradizionale duopolio Rai-Mediaset. Ai buoni intenditori poche parole!

GUERRA APERTA TRA BERLUSCONI E MURDOCH Continua senza mezzi termini la guerra delle pay-tv tra i soliti dominatori della tv a pagamento in Italia, Mediaset e Sky.In attesa dell’arrivo di Netflix, Berlusconi smentisce categoricamente la fusione con il competitor e si prepara alla battaglia tra titani, varando la nuova offerta di Mediaset Premium, in attesa dello sbarco sul satellite. L’attacco a Sky è ormai conclamato.

Presentati in pompa magna mercoledì scorso, i nuovi contenuti e servizi per la prossima stagione televisiva prevedono l’intera Champions League in esclusiva (con la Juventus tutta a pagamento) e la Serie A (con le migliore 8 squadre); 5 canali dedicati al cinema e 4 per le serie tv (con il nuovo Premium Stories); e poi nuovi device Premium Smart CAM (per trasformare il televisore in Smart Tv), e i servizi connessi Premium Online per le nuove modalità di fruizione dei contenuti pay.

…E GLI ALTRI OPERATORI RESTANO A GUARDARE Secondo Franco Ricci, ad di Mediaset Premium, “il mercato della pay-tv è cresciuto solo da quando c’è Premium. Sky aveva 4,8 milioni di abbonati nel 2008 e adesso – ha affermato Ricci – è a 4,75 milioni. In otto anni non hanno guadagnato nulla. Noi abbiamo fermato la loro crescita e ora siamo a quota 1,75 milioni di abbonati”.”L’obiettivo – dice Ricci – è quello di superare i 2 milioni di abbonati nei prossimi tre anni, crescendo attraverso la competizione sui clienti Sky. Intanto non esiste più competizione se non tra monopolisti, non esiste pluralismo perche tutti gli altri operatori non possono far altro che guardare.

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FRENANO GLI INVESTIMENTI

NEL PRIMO QUADRIMESTRE BENE LA RADIO (+8,6%) E IL WEB (+8,8%). IN CALO QUOTID IANI (-7%) E TV (-2,2%)

Frena l’andamento della pubblicità nel primo quadrimestre del 2015 e registra un lieve peggioramento, dopo i segnali positivi evidenziati nei primi tre mesi dell’anno. Il mercato degli investimenti pubblicitari nel solo mese di aprile cala del 3,3%, portando il quadrimestre a -2,3% rispetto allo stesso periodo del 2014. Lo dicono i nuovi dati Nielsen relativi al primo quadrimestre 2015. Se si aggiungesse anche la stima della raccolta sulla porzione di web attualmente non monitorata (principalmente search e social), il mercato chiuderebbe i primi quattro mesi dell’anno a +0,3% aggiunge Nielsen.

Relativamente ai singoli mezzi, la Tv segna un calo nel singolo mese (-2,8%), chiudendo il quadrimestre a -2,2%. Rallenta anche il mezzo stampa che in aprile segna -8% per i quotidiani e -8,3% per i periodici; per il periodo cumulato gennaio – aprile si attestano rispettivamente a -7% e -5,3%. Gli investimenti sulla radio crescono nel singolo mese (+10,2%), portando il quadrimestre a +8,6%. Internet torna negativo in aprile (- 3,3%), con una variazione in calo sul quadrimestre di 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2014. Sul totale del web advertising, aggiungendo dunque la porzione di mercato non monitorata, stime dicono che il digitale crescerebbe dell’8,8% per il periodo gennaio – aprile 2015. Nel quadrimestre frenano anche il cinema (-2,3%) e il direct mail (-0,8%). Ancora positivi, seppur in misura minore rispetto al trimestre, l’outdoor (+2,1%) e il transit (+4,7%). Per quanto riguarda i settori merceologici, se ne segnalano 10 in crescita o intorno alla parità, con un apporto di circa 34 milioni di euro. Per i primi comparti del mercato si registrano andamenti differenti nel quadrimestre: alla crescita di finanza / assicurazioni (+8,3%, circa 8,5 milioni) e dei farmaceutici (+5,8%, circa 6,8 milioni), si contrappongono il calo dell’automotive (-6,2%, circa 14 milioni) e delle telecomunicazioni (-13,3%, circa 16 milioni). I maggiori apporti alla crescita arrivano dai servizi professionali (+28,8%), gestione casa (+6,4%) ed enti / istituzioni (+7,2). I settori tempo libero, moto e abitazione chiudono il quadrimestre di poco sopra il pareggio.

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SANZIONATE SOCIETA’ DI POST -PRODUZIONE DEI PROGRAMMI RAI

SANZIONI TOTALI PER 793.829 EURO Con una sanzione complessiva di 793.829 euro, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha concluso il procedimento sui servizi di post-produzione per i programmi televisivi della Rai, nei confronti di alcune imprese che forniscono il Centro di produzione di Roma.

Destinatarie del provvedimento sono state l’associazione di categoria New Italian Broadcasting Association (NIBA) e 21 società attive nel settore della post-produzione: Barbieri Communication, Capital Video, D4, Digital Si, Diva Cinematografica, Etabeta, Euro Group Line Production, Futura, Industria e Immagine, MAV Television, Manager 2000, New Telecinema, Obiettivo Immagine, On Air Unipersonale, Point Films, Primopiano Tv, Siri Video, Studio Immagine, Telecinema Production, Unitelefilm e Video Etc. In particolare, l’Antitrust ha accertato la violazione dell’articolo 2 della legge n. 287/1990, consistente in un’intesa unica e complessa: questa, nelle sue diverse fasi, si è articolata in uno scambio di informazioni e nel coordinamento delle offerte nelle gare Rai, con l’obiettivo di innalzare il livello dei prezzi praticati.

SKY RICORRE AL TAR CONTRO L’AGCOM:

"NON PAGHEREMO PER I CANALI RAI" Sky potrebbe chiedere un risarcimento di danni all’AGCom per non averla tutelata da quando la Rai aveva iniziato a oscurare la propria programmazione per gli abbonati Sky. Il motivo del contendere, nello specifico, conferma a CorCom una fonte vicina al dossier è la delibera 128 di AGCom, approvata il 23 marzo, che predisponeva la possibilità di siglare la pace tra Rai e Sky dopo più di sei anni di contenziosi e polemiche sull’oscuramento di una parte della programmazione ei canali della Tv di Stato sulla piattaforma satellitare. La soluzione individuata e resa pubblica a marzo dal garante prevedeva che la Rai interrompesse gli oscuramenti, e che dal canto suo Sky corrispondesse un pagamento a viale Mazzini per rilanciare attraverso i propri decoder i programmi del servizio pubblico. Ma per Sky la soluzione non è accettabile, tanto che da qui è nata l’idea di fare ricorso al Tar per chiedere che la delibera Agcom venga annullata. Alla base di questa richiesta ci sarebbe, secondo Sky, il fatto che, ad esempio, a Tivùsat, che Sky identifica come società commerciale a tutto tondo, sia stata concessa la possibilità di trasmettere la programmazione Rai senza dover versare nelle casse di viale Mazzini alcun corrispettivo economico. Secondo il punto di vista della pay tv la Rai, che avrebbe dovuto predisporre un tariffario per la trasmissione dei propri programmi sul satellite, avrebbe dovuto applicare la regola per tutti gli operatori, compreso TivùSat (che è controllato proprio da Rai, Mediaset e La7).

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INFORMAZIONE IN ITALIA SEMPRE PIÙ SOCIAL

LA TV RESTA REGINA DELLE NEWS In Italia il 35% degli internauti condivide le notizie tramite un social network, ma il mezzo d’informazione più utilizzato resta la TV con il 55% della popolazione che la usa come mezzo principale di informazione. Questo quanto emerge dall’indagine

conoscitiva condotta dall’Autorità per le comunicazioni su ‘Informazione e internet in Italia. Modelli di business, consumi, professioni’. Nel confronto tra i mezzi di comunicazione online e di comunicazione tradizionali, questi ultimi restano al primo posto come principale fonte di informazione. Infatti, l’84% degli Italiani ritiene la televisione tra i mezzi più utilizzati per informarsi. Il 51% utilizza i giornali tradizionali e il 31% la radio. Il 92% indica di usare uno di questi tre mezzi tradizionali.

Anche per quanto riguarda i mezzi di comunicazione online, c’è una vasta diffusione tra la popolazione seppur non cosi estesa come per i mezzi tradizionali. Il 77% dichiara di usare i mezzi di comunicazione online, social network e blog sono utilizzati dal 51% di Italiani, il 65% utilizza i siti di news della stampa tradizionale e un 28% utilizza motori di ricerca e aggregatori. A conti fatti, si può notare la alta pervasività dei mezzi tradizionali. La Tv rimane lo strumento d’informazione più usato (55%) indipendentemente dalla fascia d’età e genere, secondi gli strumenti online al 27% che registrano un numero maggiore di utilizzatori di fascia d’età giovane.

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MERCATO RADIOFONICO ANCORA IN ALTO MARE L’ACCORDO

RCS MEDIA GROUP-FINELCO

Secondo quanto riportato da periodico telematico Newslinet, sarebbe ancora in alto mare la definizione della successione delle quote (44,45%) di RCS Media Group nella holding milanese Finelco, che edita le stazioni nazionali Radio 105, RMC e Virgin Radio. Secondo alcune indiscrezioni raccolte da Il Sole 24 Ore, l'advisor PricewaterhouseCoopers, incaricato da RCS Media Group di stimare il valore di Finelco (per l'Antitrust secondo operatore nazionale dopo la RAI quanto a raccolta pubblicitaria), avrebbe reso una perizia che, valutata in termini di equity la società una sessantina di milioni di euro e aggiunti circa 40 milioni di debito, porterebbero l’enterprise value della holding a circa 100 milioni di euro. Una stima ben inferiore alle valutazioni di mercato delle tre reti Finelco (stimate oltre il doppio), se si si pensa, per avere un metro di confronto, che la sola R 101 di Mondadori, in trattativa per la cessione a RTL 102,5 sarebbe valutata 38mln di euro, cioè più o meno il valore di acquisto al netto dei corposissimi investimenti effettuati per ampliarne la diffusione e le performance editoriali), quindi a prezzo di saldo.

IN BREVE

IMPIANTI TELEVISIVI DATABASE CONSULTABILE:

http:www.sviluppoeconomico.gov.it/programmi_televisivi/home.html .

Allo stesso indirizzo sono pubblicati anche i dati relativi ai monitoraggi dei programmi televisivi, effettuati dagli Ispettorati Territoriali , direttamente sul territorio, almeno ogni due mesi.

ADERISCI ALLA

NOSTRA ASSOCIAZIONE Questo momento delicato per le emittenti locali e nazionali indipendenti vede il CNT-TPD fortemente attivo sul campo allo scopo di tutelarle. Gli editori che lo volessero, possono aderire allo nostra associazione collegandosi al sito: www.coordinamentonazionaletelevisioni.it dove poter scaricare il modulo di adesione. Uniti si vince .

TV NAZIONALI DEEJAYTV PROVA A TRASFORMARSI IN ‘GENERALISTA’

Con DeeJayTv Discovery Italia scende nell’arena della tv generalista, un’area che rappresenta un punto di riferimento fondamentale per la maggior parte della platea televisiva che ancora non si spinge oltre il tasto 9 del telecomando. E proprio al canale 9, il Gruppo porta al grande pubblico il suo know how televisivo caratterizzato dai valori di innovazione, competenza e qualità che hanno reso oggi Discovery il 3° editore italiano per share. Il Gruppo dimentica che c’è una sentenza del Consiglio di Stato e una determina commissariale che impongono a DeeJayTv di traslocare dal n. 9 in quanto tv non generalista e non ex analogica prima dello switch off.

Comunicazione per i destinatari di “CNT Informa”: In base all’art. 13 del Decreto Legislativo N°196 del 2003, i vostri recapiti vengono utilizzati esclusivamente ai fini di questo servizio di informazione e non sono, pertanto, comunicati e/o diffusi a terzi. Nel caso non desideriate ricevere più il “CNT Informa”, ed essere cancellati dal suo elenco, inviate un fax al N. 0818370421 oppure una e-mail all’indirizzo [email protected]

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